Mysteria Mystika - Università degli studi di Trieste

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Mysteria Mystika - Università degli studi di Trieste
Mystika
Esplorare la dimensone “mistica” è un impresa assai complessa.
Cosa intendiamo con il termine “mistico” ?
Prima di scorrere le definizioni di un buon vocabolario iniziamo un breve percorso
di semantica storica.
Lo storico Erodoto (VIII ,65) fornisce uno dei primi esempi di uso del lemma
“mistico” .che è un termine greco ed introduce un complesso campo nella
diversificata produzione di senso che il pensiero occidentale ,il pensiero “religioso”
,ha organizzato intorno a questo termine .
Erodoto usa il termine in un preciso contesto della storia greca di V secolo a.C.
Siamo in un momento gravissimo quando l’esercito del Re di Persia Serse ha
invaso l’Attica e il crollo delle difese greche sembra imminente .
Diceo un ateniese traditore passato nel campo del nemico persiano sente qualche
cosa di strano risuonare nell’aria e definisce il misterioso canto corale che
all’improvviso si sente nella pianura attica abbandonata apparentemente indifesa
davanti l’esercito persiano “ mistica invocazione a Iacchos “ l’ invocazione a Iacchos
il misterioso personaggio ,una forma di Dionysos Bakhos che ad un certo punto entra
a far parte delle divinità elusine ,è scandito dalla folla dei pellegrini lungo la “via
sacra” che conduce da Atene al santuario di Eleusi .Accadeva ogni anno nel mese di
Boedromion ed ogni cinque anni con particolare fasto in occasione della
celebrazione ufficiale dei Misteri quando una lunga processione accompagnava gli
oggetti sacri ,i ta hiera da Atene -dove erano stati portati -al santuario di Eleusis il
telesterion ,il luogo dove avrebbe avuto luogo quella cerimonia segreta i , mysteria , e
dove gli iniziati del celeberrimo culto avrebbero avuto la rivelazione del messaggio .
Il misterioso coro sentito dal traditore Diceo è dunque quello dei mystai in una
situazione impossibile come quella dell’imminenza dell’attacco nemico ma –nella
allucinazione - a quel grido si accompagnava “una nuvola di polvere che si levava
da Eleusis come se stesse marciando un esercito di trentamila uomini “
Diceo riesce decifrare quel prodigio , quel teras ,quel segno venuto dagli dei,un
vero e proprio messaggio oracolare che comunicano con gli uomini “significando”.
Diceo capisce che l’esercito persiano sarà sconfitto perché dal polo sacro per
eccellenza ,il santuario di Eleusis le “due dee” Demeter e Kore , la “madre e la figlia”
hanno segnalato il loro intervento .
E le “due dee “ costituiscono un binomio estremamente significante nel quadro del
politeismo greco, cioè di quel simbolico che investe ,su piani plurimi come
abbiamo più volte detto , le scelta culturali delle culture che si trovano al di fuori
dell’area dei monoteismi1.
L’episodio “mistico” nell’Attica di V secolo a.C. è citato e commentato da Dario
Sabbatucci nelle note metodologiche preliminari della seconda edizione del volume
sul Misticismo Greco ( 1979) dove si pone criticamente il valore “ straordinario” che
viene dato all’esperienza definita “mistica”.2
Una esperienza “ indefinibile” come indefinibile è al fondo il concetto stesso di
“misticismo” quando lo si voglia capire come categoria a sé .
Sabbatucci afferma che non solo per chi si occupa di misticismo greco ma anche per
chi si occupa di misticismo islamico come l’islamista Bausani la definizione di
misticismo è carente .Come del resto denuncia anche L.Gardet autore di un testo che
rimane ancora importante sulla “ Mistica islamica” ( 1960).
Gherardus van der Leeuw nella sua Fenomenologia della Religione (1956 )-quindi
partendo da un preciso momento metodologico -definisce mistico colui che rifiuta il
das gegebene ,il dato, colui che non ha bisogno di tradizioni, di forme ,di riti stabiliti
dalla tradizione ,per accedere alla “sua “esperienza dell’altro da sé, del sovrumano.
La definizione si colloca nella prospettiva della fenomenologia religiosa che
recepisce la definizione del sacro come assolutamente “altro”,un altro ontologico che
può proporsi all’esperienza umana ovunque e comunque e rimane autoreferenziale .
E’ la tesi proposta da Rudolph Otto nel suo celebre Das Heilige ,Il Sacro ,del 1917.
Il misticismo quindi è per van der Leeuw internazionale interconfessionale non
conosce frontiere neppure culture .
van der Leeuw comunque “storicizza” il misticismo specificandolo nella forma
assunta dal neoplatonismo, dal sufismo islamico e dalla mistica cristiana dove il “fine
mistico” è stabilire un rapporto con la situazione totalmente “altra “ della sfera
divina .
Nella dimensione greca il “misticismo “ quello di Eleusis al quale rimanda la catena
semantica di mystikos ,mysteria , mystes ecc può riassumersi come offerta di una
“salvezza dal dover vivere da uomini”.
Una salvezza tuttavia che può solo essere “appresa” ma deve essere
vissuta,”sperimentata” come appunto accade nei Mysteria che sono essenzialmente
riti che coinvolgono i mystai
Ad Eleusis il segreto della iniziazione doveva comprendere anche una horasis ,una
visione ,che permetteva di raggiungere il grado di epoptes , colui che ha visto le
cose “indicibili “ variamente accennate ma mai veramente esplicitamente dette nelle
fonti che ne parlano per allusione .
A cominciare da un testo teatrale comico di V secolo, “Le rane” di Aristofane.
1
Sul tema vedi in generale Chirassi Colombo I. La Religione in Grecia ,Bari 1994 (2 ) pp 137 ss –
Testo consigliato come lettura di appoggio per tutto ciò che riguarda la “religione” greca. Anche
Chirassi Colombo I.Misticismo-mistica –estasi Il lessico storico nell’occidente precristiano, in
Mistica eLinguaggio ,atti del seminario di ricerca ,maggio 1985 Trieste 1986 pp.7-41
2
Sabbatucci Dario ,Il misticismo greco (1965) (1979) Torino 2005
Per D.Sabbatucci nel caso greco il “mistico” eleusino mira all’ottenimento di una
salvezza assoluta che si propone anzitutto la conoscenza ,una conoscenza che apre ad
una verità totalmente diversa dall’attuale.
Questa salvezza assoluta non coincide con la fusione con” l’assolutamente altro”
ma permette di andare oltre la situazione attuale che umanamente si sta vivendo
Questo andare oltre avviene attraverso la presa di coscienza- vedendo ascoltando
nell’ambito dell’esperienza rituale -
Non dimentichiamo la definizione del dio politeista ,il theos ( o la thea ) che Platone
nel Fedro. (Il) dio per il pensiero greco è uno “zoon (essere vivente )immortale che
ha un’ anima ed un corpo,congiunti per sempre “ ( Fedro 246 D).
E’ solo la mortalità- limite accettato ma sempre oggetto di appassionata volontà di
superamento –a dividere l’umano dal divino.
Questo punto di partenza spiega la inarrestabile dinamicità del pensiero greco che ha
agito come forza di propulsione nel bene e nel male della dinamica cultura
occidentale sino ad oggi. Spiega anche la difficoltà di accettare una distanza assoluta,
trascendentale , tra umano e divino. Tra corpo e ciò che corpo non è .
I sistemi non monoteisti accettano variamente la possibilità che esseri extraumani
penetrino corpi umani , gli usino o si facciano usare .
Le svariate modalità dei culti di possessione mettono al centro proprio questa
esperienza ,dall’antichità al contemporaneo.
Nell’esperienza mistica il corpo è centrale ma il corpo è antitetico al trascendente.
La persistenza del corpo nell’esperienza mistica è esplicita nel misticismo cristiano
Leggiamo questo senso del corpo umano nelle parole di una grande e contrastata
mistica spagnola del XVI secolo, Teresa d’Avila
Mi succedeva .. di sentirmi afferrare d’un tratto da un così vivo sentimento della
presenza di Dio che in nessun modo potevo dubitare che egli era in me o che io ero
tutta ingolfata on lui
Vita , cap. X
Teresa sperimenta qui l’impossibile : trascendere la sua umanità contingente
,trascendere il suo corpo ,senza tuttavia perderla toccando ,ingolfandosi ,in Dio
,l’entità trascendente per eccellenza.
Possiamo renderci conto della estrema differenza di posizione tra esperienza mistica
cristiana ed islamica se mettiamo a confronto la dichiarazione di Teresa d’Avila con
quella di un grande “mistico” islamico del XII secolo al Ghazali .
Per Al Gazahli il rapporto perfetto con dio per il buon mussulmano deve essere
quello del “cadavere con il suo lavatore”.
Dio inteso come assoluta Alterità non può perdere la assolutezza della sua
trascendenza.Quindi la sfida del rapporto mistico è particolarmente estrema .
La trascendenza del divino , di Dio,rende dunque sempre problematica l’esperienza
dei mistici nei monoteismi
Tuttavia proprio nell’islam l’esperienza “mistica” ha un posto molto rilevante
mediata nel variegato ambito del sufismo
Sul sufismo la via che ha permesso e permette all’Islam di adattarsi alle varie culture
ed esprimerne variamente i vari bisogni ,esiste una notevole letteratura disponibile
anche in web 3.
Esperienza mistica è considerata certamente quella della trance ,trance di
possessione ma anche trance estatica nella simmetria opposta delle due accezioni,
come ha ben sottolineato per far chiarezza l’etnomusicologo Gilbert Rouget4.
La trance comunque come pratica di messa al centro del corpo è utilizzata nelle più
varie circostanze marcate come “pratiche “ straordinarie ,inserite in percorsi
“religiosi”
Le pratiche ascetiche ,le induzioni di trance quelle greche ,cristiane o quelle praticate
dagli indigeni di Puget Sound ( costa nordoccidentale dell’America ) citate da
Sabbatucci possono essere inserite in quello statuto di “anormalità “ nella situazione
dei cosiddetti Altered States of Consciousnees (ASC) ,gli Stati Alterati di Coscienza
variamente indotti e portati all’attenzione dalla etnopsichiatria soprattutto americana
degli anni sessanta .Studiati in modo ammirevole ed autonomo per il caso del
tarantismo di Galatina da Ernesto De Martino in La Terra del Rimorso 1962
Tuttavia non è del tutto corretto dire che gli ASC definiscano di per sé il mistico
,almeno no in modo univoco .
Ascetismo e trance nel caso di Puget Sound in ogni caso inducono conoscenza e
“salvano dal non poter vivere una vita da uomini “ cioè sono esperienze utilizzate per
introdurre chi le supera –in questo caso gli adolescenti che affrontano i “riti di
passaggio”,le iniziazioni- alla partecipazione attiva e riconosciuta della vita del
gruppo nella quotidianità ,la vita da uomini.
Al contrario - osserva Sabbatucci – quando l’esperienza mistica propone il rifiuto di
salvarsi nella storia, cioè non si vuole essere umanità comune il mistico– può essere
un riformatore !
Il mistico può essere qualcuno che propone un modo radicalmente diverso -anzi
totalmente contrario -di essere nella storia .Anche un vivere “storicamente “in un
mondo totalmente diverso .
E’ il modello proposto da molti movimenti guidati da leader carismatici,nel terzo
mondo ma anche nel primo mondo.
3
Per un rapido e corretto approccio in italiano è disponibile il testo di A.Schimmel Sufismo
introduzione alla mistica islamica, tr.ital.Brescia 2000
4
Rouget Gilbert ,La musica e la transe Torino 1986
Ad esempio nell’ambito sempre agitato e in crescita dei cosiddetti nuovi movimenti
religiosi .
L’uso rituale di droghe è stato spesso confuso come spiegazione e giustificazione
dello stato mistico ma Sabbatucci rifiuta questo riduzionismo
Sabbatucci avvia la sua spiegazione partendo dal peyotismo ,attuale religione
sincretica ufficiale in chiave sovratribale degli Indiani d’America come fase finale di
un movimento di reazione alla conquista del west da parte degli Americani. Il
movimento prese avvio nelle riserve dell’Oklahoma , Arizona ,Utah Wisconsin
Nevada tra il 1873-83 ma che ha anche precisi antecedenti ( dati in
Lanternari,Movimenti religiosi di libertà e di salvezza dei popoli oppressi ( 1960)
2005 . Rito centrale del complesso modello simbolico della “religione peyotista “
fortemente contaminata con elementi del monoteismo cristiano è la consumazione del
cactus peyotl ,un cactus psicotropo per il contenuto dell’alcaloide mescal ,assimilato
al corpus Christi . Tuttavia il complesso peyotista difficilmente può essere definito
“mistico”, in senso “rivoluzionario” . Si è infatti trasformato nella chiesa dei Native
Americans e il consumo del cactus costituisce solo un contenzioso con la corte
federale nel caso di detenuti che vogliono ribadire il loro diritto di consumare quel
cactus nell’ossequio ad un rito che volutamente assimila,copia ,il modello della
eucaristia cristiana .
Il contatto con l’”Altro”,l’uscita o meglio della trasformazione di sé rimane
comunque centrale per la definizione della esperienza mistica .
Nel mondo greco in particolare oltre l’iniziazione ai misteri di Eleusis è soprattutto
l’esperienza dionisiaca ,il bakheuein il divenire bakhos come il dio Dionysos (che
riceve questo famoso epiteto nel lessico del teatro di V secolo) a identificare una
situazione definibile “mistica” .
In questo caso al centro sta il diventare bakhos o per il corrispondente femminile ,
bakhe . Chi si trova in questa condizione è un entheos , ha “il dio dentro” è
posseduto, e la possessione divina lo rende totalmente altro, per sapere e potere.
Le Bakhai –protagoniste della celebre e sempre elusa tragedia di Euripide ,le
Baccanti, sono le donne folli,le mainades ,le menadi che riempite dal dio sono anche
le sole ad avere la percezione di una realtà che sfugge agli altri,dominata dalla
presenza ,l’epifania del dio stesso Dionysos , e dove tutto diventa possibile e
giustificabile ,anche l’azione di una madre la regina di Tebe che si trova a sbranare
,inconsapevole il proprio figlio.E tutto ha comunque un senso.
Non possiamo qui affrontare nella sua vastità il problema del dionisismo –
Richiamiamo l’attenzione sul fatto che anche al di là della sua presenza nella finta
finzione del teatro-grande invenzione dell’Atene democratica Dionysos Bakhos è
divinità dominante la cultura greca ,in particolare ateniese del V secolo a.C.
Dionysos come dio del vino,anzi metonimia del vino stesso Dionysos –oinos (vino)rappresenta la droga mediterranea per eccellenza il vino ,la trasformazione dell’uva
per fermentazione, responsabile del più diffuso degli stati modificati di coscienza
mediterranei l’ubriacatura.
L’ubriacatura di per sé non costituisce tuttavia uno stato mistico Anche se nel
famoso Problema XXX dei Problemata Physika ( il trattato sui melanconici )
Aristotele fa un analisi fisica dello statuto dell’ubriaco nei termini di colui che si
trova fisicamente in uno stato che è di per sé divino, pneumatico,ricco di quella
sostanza ariosa,pneuma ,spiritosa, soffio,movimento che esprime l’essenza del divino
come ciò che ha il movimento in sé. Testo di straordinario interesse da leggere in
parallelo all’excursus sulla conoscenza legata alla follia divina ,theia mania ,la follia
inviata dagli dei in uno dei più celebri dialoghi di Platone, il Fedro (244 )
La “situazione mistica” è in ogni caso centro per eccellenza della “dei grandi temi
protettivi della vita religiosa” . Anzi si può dire l’apice dell’esperienza religiosa ed in
quanto esperienza religiosa assolve ad una funzione altamente terapeutica .
Sull’esperienza mistica come parte dell’esperienza religiosa così si esprime Ernesto
De Martino nell’opera postuma La fine del mondo nel passo dove si pone
chiaramente il problema della alternativa : o si accetta o non si accetta la realtà della
condizione umana ,che è limite e iniziativa che oltrepassa il limite,situazione e valore
che trascende la situazione ,morte e opera che sopravvive alla morte . Se non si
accetta questa condizione .perchè l’accettarla comporterebbe l’annientamento dello
stesso coraggio civile creatore di civiltà e di storia ,allora non resta che negare realtà
a questa condizione e occultarla e mascherarla nei grandi temi protettivi della vita
religiosam,del mito e del rio ,della teologia e della metafisica,della magia e della
mistica…….L’alternativa è chiara : ma la prima delle due resterà in piedi sempre
che la rete dei limiti dentro la quale siamo chiamati ad operare è troppo fitta e tenace
perché i sia dato districarcene senza fare appello a un mondo metastorico già fatto ,a
una civiltà divina che rassicuri il fanciullino di Cebete …. Il rimando è al celebre
passo del Fedone di Platone 77d-78 b).
Dove la dimensione mistica ,religiosa è proposta come parte consolazione per le
paure del fanciullino di Cebete , quel grumo di irriducibile irrazionale che alimenta
la nostra angoscia e frena l’applicazione di quell’ umanesimo integrale solo in grado
di produrre cultura a dimensione umana 5 Ma il fanciullino esiste e persiste e su
questo si concentra l’attenzione . Quel fanciullino esige in certo senso la necessità
storica della dimensione religiosa , del “mistico” come sua espressione più alta ma
sempre come creazione umana.
5
De Martino Ernesto La fine del mondo ( 1977) Torino 2002 p.356