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COMUNE DI BAGNI DI LUCCA
PROVINCIA DI LUCCA
PIANO STRUTTURALE
L.R.T. 16 gennaio 1995, nr. 5, art. 24
UFFICIO DI PIANO REGOLATORE
COMUNE DI BAGNI DI LUCCA
ESTENSORE DEL PIANO
(Dott. Arch. Stefano Modena)
GRUPPO TECNICO INCARICATO
Dott. Ing. Claudio Luigi Quiriconi
Dott. Arch. Stefano Modena
Dott. Arch. Aldo Gherardi
Geom. Andrea Piria
Geom. Stefano Lenzi
Rag. Moreno Giambi
RESPONSABILE DEL
PROCEDIMENTO
(Dott. Ing. Claudio Luigi Quiriconi)
Dott. Geol. Mario Trivellini
NORME DI ATTUAZIONE
ELABORATO N° 5
ALLEGATO N° 1
Delibera di adozione del ……….. nr. ……….
Delibera di approvazione del ……… nr ………
OTTOBRE 2003
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INDICE
TITOLO PRIMO
DISPOSIZIONI GENERALI
capo primo
finalità ed elementi costitutivi
Art. 1 - Oggetto, finalità, contenuto e ambito di applicazione del piano strutturale
Art. 2 - Disposizioni del P. S. e loro efficacia.
Art. 3 - Elaborati costitutivi del Piano Strutturale
Art. 4 - La Relazione Preliminare e Programmatica di avvio del procedimentoContenuto ruolo e funzioni
Art. 5 - La Relazione Generale Illustrativa- Contenuto ruolo e funzioni
Art. 6 - Il Quadro Conoscitivo – Contenuto, ruolo e funzioni
Art. 7 - Il Progetto – Contenuto, ruolo e funzioni
Art. 8 - Le Norme di Attuazione - Contenuto, ruolo e funzioni
Art. 9 - Coordinamento degli interventi sul territorio e sistema informativo territoriale
Art. 10 - Invarianti strutturali e statuto dei luoghi: definizioni - individuazioni.
Art. 11 - Obiettivi da perseguire e indicazioni strategiche per il governo del territorio
Art. 12 - Le valutazione degli effetti ambientali
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TITOLO SECONDO
DISPOSIZIONI FINALIZZATE ALLA TUTELA DELL'INTEGRITÀ
FISICA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE
capo primo
La tutela del rischio geologico e idraulico
Art. 13 - La fragilità Geologica e idraulica - Disposizioni applicative
Art. 14 - La fragilità geologica e le relative classi di pericolosità
Art.15 - La fragilità idraulica e le relative classi di pericolosità
Art. 16 - Disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche (P.T.C., art. 64)
Art. 17 - Disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica.
Art. 18 - Prescrizioni relative alla redazione della carta della fattibilità in sede di
Regolamento Urbanistico
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capo secondo
La fragilità degli acquiferi
Art. 19 - La fragilità degli acquiferi
Art - 20 - Disposizioni e norme di salvaguardia
Art. 21- Misure di salvaguardia per la difesa dai fenomeni alluvionali
(P.I.T., Titolo VII, Capo I)
Art. 22 - Misure di salvaguardia per la riduzione del rischio da frana
Art. 23 - Misure di salvaguardia per la difesa degli acquiferi (P.T.C., art. 27)
Art. 24 - Disposizioni per la tutela delle risorse idriche (P.T.C., art. 28)
Art. 25 - Disposizioni per la tutela della qualità delle acque destinate al consumo
umano (P.T.C., art. 29)
Art. 26 - Disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche (P.T.C., art. 64)
Art. 27 - Disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica.
Art. 28 - Prescrizioni relative alla redazione della carta della fattibilità in sede di
Regolamento Urbanistico
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TITOLO TERZO
DISPOSIZIONEI FINALIZZATE ALLA TUTELA DELL’INTEGRITA’
CULTURALE DEL TERRITORIO
capo primo
La procedura di valutazione delle trasformazioni
Art. 29 - La valutazione degli effetti ambientali
Art. 30 - Relazione sullo Stato dell'ambiente
Art. 31 - Sistema Aria e Clima - Criticità
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Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Art. 32 - Sistema Aria e Clima - Politiche Direttive Prescrizioni e Vincoli per la
trasformabilita'
Art. 33- Sistema Acque - Criticità
Art. 34 - Sistema Acque - Politiche Direttive Prescrizioni e Vincoli per la
trasformabilita'
Art. 35 - Sistema Suolo
Art. 36 - Sistema bellezze naturali, zone di particolare interesse, ambientale,
flora e fauna - Criticità
Art. 37 - Sistema bellezze naturali, zone di particolare interesse, ambientale,
flora e fauna - Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
Art. 38 - Sistema Socio Insediativo - Criticità
Art. 39 - Sistema Socio Insediativo - Politiche direttive prescrizioni e vincoli
per latrasformabilita'
Art. 40 - Sistema Produttivo - Criticità
Art. 41 - Sistema Produttivo - Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la
trasformabilita'
Art. 42 - Sistema Energia e Rifiuti - Criticità
Art. 43 - Sistema Energia e Rifiuti - Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la
trasformabilita'
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capo secondo
disciplina e articolazione del territorio comunale nei sistemi territoriali
Art. 44 - Individuazione e valutazione dei sistemi territoriali
Art. 45 – Sistema Territoriale ”A” - La Dorsale Appenninica
Art. 46 – Sistema Territoriale ”B” - Il Prato Fiorito e la valle dello Scesta,
la valle del Coccia, l’Orrido di Botri
Art. 47 – Sistema Territoriale ”C” - Il Pre Appennino Montano
Art. 48 – Sistema Territoriale ”D” - Il Bacino di Bagni di Lucca
Art. 49 – Sistema Territoriale ”E” - Lucchio e Casoli
Art. 50 – Sistema Territoriale ”F” - I contrafforti di Lugliano, Benabbio,
Brandeglio, Crasciana, Casabasciana
Art. 51 – Sistema Territoriale ”G” - La dorsale delle Pizzorne
Art. 52 – Sistema Territoriale ”H” - Il fondovalle della Lima
Art. 53 – Sistema Territoriale ”I” - Il fondovalle della Fegana
Art. 54 – Sistema Territoriale ”L” - Il fondovalle del Serchio
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capo terzo
articolazione del territorio comunale in sistemi funzionali
Art. 55 - Individuazione dei sistemi funzionali e dei relativi sub-sistemi
Art. 56 - Il sistema funzionale rurale - Individuazione dei sub sistemi funzionali
Art. 57 - Il sub-sistema a prevalente naturalità di crinale.
Art. 58 - Il sub-sistema a prevalente naturalità diffusa.
Art. 59 - Il sub-sistema di interesse agricolo primario
Art. 60 - Il sub-sistema di sinteresse agricolo primario di alvaguardia ambientale
e paesaggistica
Art. 61 - Il sub-sistema di salvaguardia storico paesaggistica
Art. 62 - Statuto dei luoghi relativo al sistema funzionale del territorio rurale - tutela e
valorizzazione degli specifici elementi a prevalenza di naturalità
Art. 63 - Prescrizioni speciali per i cambi di destinazione d'uso nel Sistema
Funzioanle Rurale.
Art. 64 - Il Sistema Funzionale Insediativo – Individuazione dei sub sistemi funzionali.
Art. 65 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub sistema delle aree di antica formazione
Art. 66 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema delle aree a formazione
compatta e di recente formazione a prevalente uso residenziale.
Art. 67 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema delle aree a prevalente
uso produttivo.
Art. 68 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema turistico ricettivo.
Art. 69 - Statuto dei luoghi relativo al sistema insediativo - individuazione degli
elementi - disciplina di tutela e valorizzazione
Art. 70 - Il sistema funzionale delle infrastrutture di comunicazione –
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Individuazione dei sub sistemi funzionali.
Art. 71 - Il sub-sistema della viabilità storica.
Art. 72 - Il sub sistema della viabilità.
Art. 73 - Il sub-sistema ferroviario.
Art. 74 - Statuto dei luoghi relativo al sistema delle infrastrutture di comunicazione.
Art. 75 - Il sistema funzionale delle attrezzature.
Art. 76 - Il sistema funzionale dei servizi .
Art. 77 - Statuto dei luoghi relativo al sistema delle attrezzature e dei servizi.
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capo quarto
indirizzi e criteri per progetti di riqualificazione
Art. 78 - La Strada Parco delle Terme
Art. 79 - La Porta delle Terme
Art. 80 - Il Nodo Intermodale
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TITOLO QUARTO
IL FABBISOGNO E IL DIMENSIONAMENTO
capo primo
il fabbisogno abitativo, turistico ricettivo, produttivo e dei servizi
Art. 81 - Il dimensionamento del P.S. e sua articolazione
Art. 82 - Il fabbisogno del sistema abitativo
Art. 83 - il fabbisogno del sistema turistico ricettivo
Art. 84 - Il fabbisogno del sistema produttivo
Art. 85 - il fabbisogno del sistema delle attrezzature e dei dei servizi
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TITOLO QUINTO
LE UNITA’ TERRITORIALI ORGANICHE ELEMENTARI
capo primo
individuazione e disciplina delle singole utoe
Art. 86 – utoe B.1“ Vico Pancellorum”
Art. 87 – utoe B.2“ Limano”
Art. 88 – utoe C.1“ Montefegatesi”
Art. 89 – utoe D.1“ San Gemigniano Gombereto Longoio”
Art. 90 – utoe D.2“ Pieve di Controne”
Art. 91 – utoe D.3“ San Cassiano”
Art. 92 – utoe D.4“ Pieve dei Monti di Villa”
Art. 93 – utoe D.5 “ Granaiola“
Art. 94 – utoe D.6 “ Monti di Villa Riolo ”
Art. 95 – utoe E.1 “ Casoli ”
Art. 96 – utoe E.2 “ Lucchio ”
Art. 97 – utoe F1 “Brandeglio ”
Art. 98 – utoe F.2 “ Crasciana Casabasciana ”
Art. 99 – utoe F.3 “ Lugliano ”
Art. 100 – utoe F.4 “ Benabbio ”
Art. 101 – utoe H.1 “ Fabbriche di Casabasciana ”
Art. 102 – utoe H.2 “ Bagni Caldi ”
Art. 103 – utoe H.3 “ Palleggio ”
Art. 104 – utoe H.4 “ Giardinetto ”
Art. 105 – utoe H.5 “ Cocciglia ”
Art. 106 – utoe H.6 “ Bagni di Lucca Villa ”
Art. 107 – utoe H.7 “ Ponte a Serraglio ”
Art. 108 – utoe I.1 “ Val Fegana ”
Art. 109 – utoe L.1 “ Fornoli"
TITOLO SESTO
DISPOSIZIONI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE
capo primo
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194
195
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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strumenti attuativi del P.S.
Art. 110 - Il Regolamento Urbanistico
Art. 111 - Criteri per la valutazione di Piani e programmi comunali di settore
Art. 112 - Indirizzi programmatici per l’attuazione del P. S. e condizioni di fattibilità
e sostenibilità
Art. 113 - Parametri e indici urbanistici
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201
204
capo secondo
le salvaguardie comunali
Art. 114 - Salvaguardie del Piano Strutturale sulla pianificazione comunale in variante, attuativa e
sulla disciplina edilizia.
204
Art. 115 - Rischio sismico, valutazione effetti locali (V.E.L.)
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Art. 116 - Procedura generale di valutazione
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TITOLO PRIMO
DISPOSIZIONI GENERALI
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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capo primo
finalità ed elementi costitutivi
Art. 1 - Oggetto, finalità, contenuto e ambito di applicazione del piano
strutturale
§1. Il Piano Strutturale del Comune di Bagni di Lucca (di seguito definito
anche P.S.), ai sensi dell’art. 23 della L.R. 16.01.95 n. 5, e successive
modifiche e integrazioni, è parte fondamentale del Piano Regolatore Generale
(P.R.G.) del Comune.
§2. Il P.S., ai sensi dell’art. 24 della L.R. n. 5/95, definisce le indicazioni
strategiche per il governo del territorio, quali discendono dal Piano Territoriale
di Coordinamento (P.T.C.) della Provincia di Lucca.
§3. Il P.S. è redatto con il fine di consentire lo sviluppo sostenibile del territorio
comunale e in tal senso orienta l’azione delle amministrazioni pubbliche;
formula indirizzi per gli interventi pubblici e privati; salvaguarda la fruizione
delle risorse del territorio.
§4. In conformità ai contenuti dell’art. 24, L.R. n. 5/95, il P.S. contiene:
a) il quadro conoscitivo dettagliato a livello comunale delle risorse
individuate dal P.T.C. e la ricognizione delle prescrizioni del P.T.C.;
b) gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio;
c) la individuazione: dei sistemi territoriali; dei sub-sistemi ambientali,
insediativi, infrastrutturali, di servizio e funzionali da realizzare per
conseguire i suddetti obiettivi;
d) gli elementi per la valutazione degli effetti ambientali;
e) gli indirizzi e i parametri da rispettare nella predisposizione della parte
gestionale del P.R.G., e in particolare:
e.1) la individuazione delle invarianti strutturali da sottoporre a tutela;
e.2) la specificazione degli aspetti paesistici e ambientali ai sensi dell’art.
1bis della L.431/85;
e.3) la divisione del territorio comunale in unità territoriali organiche
elementari (U.T.O.E.);
e.4) la definizione delle dimensioni massime ammissibili degli insediamenti
e delle funzioni nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari in
ciascuna U.T.O.E.;
f) gli indirizzi programmatici per la sua attuazione;
g) le salvaguardie da rispettare sino alla approvazione del regolamento
urbanistico (R.U.);
h) lo statuto dei luoghi;
i) gli indirizzi per la redazione del quadro conoscitivo delle attività svolte
sul territorio al fine del riequilibrio e della riorganizzazione dei tempi degli
orari e delle necessità di mobilità;
j) i criteri per la definizione e la valutazione dei piani e programmi di
settore di competenza comunale.
§5. Il progetto di Piano Strutturale individua e disciplina tutto il territorio
comunale attraverso la suddivisione dello stesso in sistemi territoriali, in
sistemi funzionali ed in U.T.O.E. Detta suddivisione in sistemi – considerati
come contenitori di risorse – deriva direttamente dalle indicazioni degli
elementi conoscitivi quali:
a) il quadro conoscitivo;
b) le invarianti strutturali;
c) le indicazioni strategiche per il governo del territorio individuate dal
P.T.C.;
d) gli obbiettivi della comunità locale;
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Ogni sistema contenitore esplicita i suoi contenuti, individua criteri di
trasformazione, detta prescrizioni, genera indirizzi volti alla pianificazione
subordinata: Regolamento Urbanistico (R.U), Programma Integrato
d’Intervento (P.I.I.), Piani Attuativi (P.A.).
§6. Le disposizioni del P. S. si applicano all’intero territorio del comune.
Art. 2 - Disposizioni del P. S. e loro efficacia.
§1. Le disposizioni del P.S. si applicano al R.U., ai P.I.I., al Regolamento
Edilizio (R.E.), ai P.A. e ai piani di settore.
§2. Le disposizioni del P.S. si articolano in prescrizioni, criteri e indirizzi volti a
specificare e garantire il rispetto degli obiettivi assunti dal P.S. e indicati al
successivo art. 7. Hanno valore prescrittivo:
- le disposizioni finalizzate alla tutela della integrità fisica del territorio di cui
alla Titolo Secondo delle presenti norme;
- le disposizioni della disciplina e articolazione del territorio comunale nei
sistemi territoriali di cui capo secondo, Titolo Terzo, delle presenti Norme;
- le norme di salvaguardia comunali di cui capo secondo, Titolo Sesto delle
presenti norme
- le disposizioni relative alle Invarianti Strutturali elencate all'art. 10 delle
presenti norme e disciplinate nello Statuto dei Luoghi per ogni sistema
funzionale, di cui capo terzo, Titolo Terzo delle presenti norme;
- le disposizioni relative alle singole utoe di cui all' Elaborato 5 - NORME DI
ATTUAZIONE - allegato 2, riassunte negli articoli da 86 a 109 delle
presenti norme.
§3. Sono indirizzi operativi, per la redazione del R.U., l’insieme delle
indicazioni espresse per ciascun sistema funzionale, con prevalenza delle
disposizioni sui sistemi territoriali rispetto ai sistemi funzionali, ed inoltre con
gli ulteriori criteri, indirizzi e deroghe rispetto ai Sistemi Funzionali, espresse
all'interno degli specifichi approfondimenti delle schedatura delle singole
U.T.O.E.
§4. Per ogni U.T.O.E. sono, inoltre, indicati i criteri da seguire per la redazione
del R.U. ai fini della attuazione degli obiettivi del P. S.
§5. Specifici aspetti o emergenze del territorio sono individuati come
particolari elementi da tutelare e sottolineati all’attenzione degli operatori
pubblici e privati per la conservazione e il mantenimento dei caratteri di
identità del territorio, dei quali la redazione del R. U. dovrà tenere conto e
specificare le operazioni possibili.
Art. 3 - Elaborati costitutivi del Piano Strutturale
§1. Il Piano Strutturale del Comune di Bagni di Lucca è costituito dai seguenti
elaborati e relativi allegati:
Elaborato 1 - RELAZIONE PRELIMINARE E PROGRAMMATICA
Elaborato 2 - RELAZIONE GENERALE ILLUSTRATIVA
Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO
Elaborato 4 - PROGETTO
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE.
Art. 4 - La Relazione Preliminare e Programmatica di avvio del
procedimento- Contenuto ruolo e funzioni
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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§1. La Relazione Preliminare e Programmatica è stata redatta ai sensi della
Deliberazione della Giunta Regionale 9 marzo 1998 n. 2171: "Istruzioni
tecniche per le comunicazioni di avvio delle elaborazioni per la formazione dei
piani strutturali e delle varianti agli strumenti urbanistici generali di cui
all’ottavo comma dell’articolo 40".
§2. La Relazione Preliminare e Programmatica è stata approvata dal Consiglio
Comunale di Bagni di Lucca con atto n. 53 del . 27.11.2001, nel rispetto delle
prescrizioni introdotte dall'art. 25 della L.R.T. n.5/95: Formazione del Piano
Strutturale, che recita testualmente: "Il procedimento di formazione del P.S. è
avviato dal comune, con atto che indica:
a) gli obiettivi da perseguire, anche in relazione alle verifiche compiute
sullo stato di attuazione dello strumento urbanistico comunale vigente;
b) il quadro conoscitivo di riferimento e le ulteriori ricerche da svolgere;
la deliberazione è trasmessa alla Giunta regionale ed alla Giunta
provinciale ai fini dell’articolo 3, secondo comma".
§3. Sono elaborati della Relazione Preliminare e Programmatica oggetto di
pubblicazione al momento della adozione del P. S., quelli di seguito elencati:
Parte Prima
- Elementi disponibili del quadro conoscitivo
- Risorse del territorio
- Relazione generale geologica introduttiva
- Rilevazione delle tendenze
- Atti di programmazione e pianificazione territoriale
- Atti della pianificazione comunale vigente
- Allegato 1 – Intesa tra Regione, Provincia e Comune
- Ricognizione sul P.R.G. vigente
Parte Seconda
- Definizione degli obbiettivi e indicazione delle priorità tra loro
- Obbiettivi gestionali – inversione di tendenza
- Obbiettivi per sistemi
- Contributi e istanze della popolazione residente
Parte Terza
- Pianificazione gestionale transitoria
- Variante gestionale
Parte Quarta
- Informatizzazione – Avvio del sistema informativo comunale
- Sistema Informativo Territoriale
- Allegato 2 – Informatizzazione
Art. 5 - La Relazione Generale Illustrativa- Contenuto ruolo e funzioni
§.1 La relazione generale contiene e riassume tutte le fasi di verifica, analisi, e
scelte operate dal P.S.; in particolare descrive come tutti i componenti delle
conoscenze acquisite attraverso il quadro conoscitivo, si sono trasformate in
scelte di piano, secondo gli indirizzi espressi dalla comunità locale.
§2. Sono elaborati della Relazione oggetto di pubblicazione al momento della
adozione del P. S., quelli di seguito elencati:
Elaborato 2 - LA RELAZIONE GENERALE - allegato 1
- caratteri dell’area
- la struttura fisica del territorio
- lo stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente
- gli obiettivi da perseguire
- continuità di indirizzi
- obiettivi prioritari
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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- criteri e indirizzi generali per la definizione degli elementi
- strutturali del territorio
- strategie e indirizzi di sviluppo dei sistemi territoriali
- individuazione dei sistemi funzionale e sub-sistemi
- il sistema funzionale del territorio aperto
- il sistema funzionale insediativo
- il sistema funzionale infrastrutturale
- il sistema funzionale dei servizi e attrezzature
- individuazione delle unità territoriali organiche elementari
- modalità di individuazione
- descrizione e obbiettivi
- indirizzi per l’attuazione del piano strutturale
- il dimensionamento del piano – il sistema abitativo
- il dimensionamento del piano – il sistema turistico e ricettivo
- il dimensionamento del piano – il sistema produttivo
- il dimensionamento del piano – il sistema dei servizi
- la valutazione degli effetti ambientali
- le salvaguardie
Elaborato 2 - DESCRIZIONE DEI SISTEMI TERRITORIALI - allegato 2
Elaborato 2 - LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3
Art. 6 - Il Quadro Conoscitivo – Contenuto, ruolo e funzioni
§1. Il quadro conoscitivo del P. S. integra e specifica il quadro conoscitivo del
P.T.C.
§2. Il quadro conoscitivo conseguente alla lettura ed interpretazione del
territorio comunale, sia in termini territoriali che socio-economici, è parte
costitutiva del P.S. e pertanto ne determina le scelte e ne condiziona gli
orientamenti. Gli uffici tecnici comunali, oltre a seguire l’attuazione del P.S.,
mediante una azione di verifica e di controllo delle disposizioni ivi contenute,
riportate e attuate dal Regolamento Urbanistico (R.U.), sono tenuti a
mantenere sotto controllo le variazioni del quadro conoscitivo stesso, con
costante monitoraggio e conseguente aggiornamento e a segnalare alla
Amministrazione Comunale le variazioni di tale quadro, nonché dello stato
delle risorse essenziali.
§3. Solo le variazioni consistenti delle condizioni socio-economiche e
territoriali e dello stato delle risorse essenziali, o modifiche o integrazioni
dell’insieme degli obiettivi, possono motivare varianti al piano strutturale
vigente.
§4. Identico monitoraggio dovrà essere effettuato per l’aggiornamento dello
stato di attuazione del P.S. Il R.U. dovrà essere corredato di un proprio
quadro conoscitivo, da considerare sua parte integrante, che illustri e motivi le
scelte operative effettuate e garantisca che le trasformazioni previste
soddisfino integralmente le condizioni di sostenibilità ambientali richieste dal
P.S e dagli altri atti di pianificazione provinciale. Tale atto costituirà
approfondimento e integrazione di dettaglio e verifica del quadro conoscitivo
del P.S. definendo i fabbisogni da soddisfare nell’arco temporale di riferimento
assunto dal R.U.
§5. Sono elaborati del Quadro Conoscitivo oggetto di pubblicazione al
momento della adozione del P. S., quelli di seguito elencati:
Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO - allegato 1
tavola 1: sintesi delle tavole del P.T.C. e P.I.T. – scala 1:25000
tavola 1-a: territorio aperto: articolazioni – tav b1 del p.t.c.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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tavola 1-b: territorio aperto: elementi – tav b2 del p.t.c.
tavola 1-c: strutture territoriali, ambienti e paesaggi locali– tav b3 del p.t.c.
tavola 1-d: evoluzione del sistema insediativo e produttivo– tav c1 del p.t.c.
tavola 2: pianificazione comunale di settore
tavola 2-a:
(scala 1:25000) Pianificazione urbanistica attuativa
definitivamente approvata -programma triennale delle opere pubbliche
(opere pubbliche)
tavola 3: ricognizione P.R.G. vigente – scala 1:10000
tavola 3-a: P.R.G.C. vigente.
tavola 3-b: Attuazione delle Z.T.O. del P.R.G.C. vigente
tavola 3-c: Attuazione degli Standard del P.R.G.C. vigente
tavola 3-d: destinazioni d’uso prevalenti.
tavola 4: vincoli – scala 1.10000
tavola 4-a: Vincoli di cui al D.Lgs. 490/99:
Titolo I; Titolo II – art. 139; Titolo II – art. 146, c.1, l.c.
Titolo II – art. 146, c.1, l.d
R.DL. nr. 3267 del 30/12/1923
tavola 4-b: aree boscate ( D.Lgs. 490/99 – Titolo II – art. 146, c.1, l.g)
tavola 5: risorse territoriali naturali – scala 1:10000
tavola 5-a: uso del suolo
tavola 5-b: Torrenti e fiumi principali/secondari - Laghi/invasi - Emergenze
ambientali - Parchi e giardini pubblici - Sorgenti termali
tavola 6: risorse territoriali essenziali – scala 1:10000
tavola 6-a: Frazioni - Centri abitati - Nuclei abitati - Usi civici - Edifici in
zona agricola - Attività produttive
tavola 6-b: opere idrauliche - risorse agricole
tavola 6-c: emergenze storiche - Percorsi storici - Sistemazioni agricole di
interesse culturale
tavola 7: sistemi infrastrutturali e tecnologici – scala 1:10000
Opere di presa acquedotti comunali – Acquedotti Impianti a servizio
delle fognature - Zone servite da impianto fognario - Centrali per la
produzione di energia elettrica - Infrastrutture per la mobilità
Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO - allegato 2
Schedatura del patrimonio edilizio esistente – disciplina degli interventi sul
patrimonio edilizio esistente con variante allo strumento urbanistico
vigente cui all’art.5 della L.R. n. 59/80.
Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO - allegato 3
Classificazione Acustica.
Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO - allegato 4
Relazione sulle indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione
urbanistica.
tavola 1 - carta geologica e geo morfologica
tavola 2 - carta litotecnica e dei dati di base
tavola 3 - carta della pericolosità geomorfologica e geotecnica
tavola 4 - carta della pericolosità idraulica
tavola 5 - carta della vulenerabilità degli acquiferi
Art. 7 - Il Progetto – Contenuto, ruolo e funzioni
§.1 Il progetto di P.S. si esprime attraverso:
- la tutela dell'integrità fisica del territorio;
- la tutela dell'integrità culturale del territorio;
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-
nella individuazione e disciplina delle invarianti strutturali attraverso lo
statuto dei luoghi;
nell'individuazione e disciplina dei sistemi territoriali;
nell'individuazione e disciplina dei sistemi e sub sistemi funzionali;
negli Indirizzi e criteri per progetti di riqualificazione;
nell'individuazione del dimensionamento ammissibile;
nell'individuazione e disciplina delle unità organiche elementari;
nelle disposizioni per l’attuazione del piano strutturale;
nell'individuazione e nelle prescrizioni delle salvaguardie comunali da
applicare entro l'approvazione del Regolamento Urbanistico;
nella verifica dello stato dell'ambiente e nella valutazione degli effetti delle
modifiche apportate dalle previsioni del piano.
§2. Sono elaborati del Progetto, che saranno oggetto di pubblicazione al
momento della adozione del P. S., quelli di seguito elencati:
Elaborato 4 - IL PROGETTO - allegato 1
tavola 1 - SISTEMI TERRITORIALI
tavola 2 - SISTEMI FUNZIONALI - UTOE
tavola 3 - INVARIANTI STRUTTURALI - STATUTO DEI LUOGHI
Art. 8 - Le Norme di Attuazione - Contenuto, ruolo e funzioni
§1. Sono elaborati delle presenti Norme di Attuazione oggetto di pubblicazione
al momento della adozione del P. S., quelli di seguito elencati.
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 1
Titolo Primo - Disposizioni Generali
- Oggetto, finalità, contenuto e ambito di applicazione del piano strutturale
- Disposizioni del P. S. e loro efficacia.
- Elaborati costitutivi del Piano Strutturale
- La Relazione Preliminare e Programmatica di avvio del procedimentoContenuto ruolo e funzioni
- La Relazione Generale Illustrativa- Contenuto ruolo e funzioni
- Il Quadro Conoscitivo – Contenuto, ruolo e funzioni
- Il Progetto – Contenuto, ruolo e funzioni
- Quadro Conoscitivo – contenuto, ruolo e funzioni
- Coordinamento degli interventi sul territorio e sistema informativo
territoriale (S.I.T.)
- Invarianti strutturali e statuto dei luoghi: definizioni - individuazioni
- Obiettivi da perseguire e indicazioni strategiche per il governo del territorio
- la procedura generale di valutazione delle trasformazioni
Titolo Secondo - Disposizioni finalizzate alla tutela della integrità fisica del
territorio e dell’ambiente
- La fragilità Geologica e idraulica - Disposizioni applicative
- La fragilità geologica e le relative classi di pericolosità
- La fragilità idraulica e le relative classi di pericolosità
- Disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche
- Disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica.
- Prescrizioni relative alla redazione della carta della fattibilità in sede
- La fragilità degli acquiferi
- Disposizioni e norme di salvaguardia
- Misure di salvaguardia per la difesa dai fenomeni alluvionali
- Misure di salvaguardia per la riduzione del rischio da frana
- Misure di salvaguardia per la difesa degli acquiferi (P.T.C., art. 27)
- Disposizioni per la tutela delle risorse idriche (P.T.C., art. 28)
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-
Disposizioni per la tutela della qualità delle acque destinate al consumo
umano.
Titolo Terzo - Disposizioni finalizzate alla tutela dell’integrita’ culturale del
territorio
- Individuazione dei sistemi territoriali
- Disciplina, obiettivi, strategie e indirizzi di sviluppo dei sistemi territoriali
- Individuazione dei sistemi funzionali e dei relativi sub-sistemi
- Il sistema funzionale rurale - Individuazione dei sub sistemi funzionali
- Il sub-sistema a prevalente naturalità di crinale.
- Il sub-sistema a prevalente naturalità diffusa.
- Il sub-sistema di interesse agricolo primario
- Il sub-sistema di interesse agricolo primario di salvaguardia ambientale e
paesaggistica.
- Il sub-sistema di interesse agricolo primario di salvaguardia storico
paesaggistica.
- Statuto dei luoghi relativo al sistema funzionale del territorio rurale specifici elementi a prevalenza di naturalità
- Il Sistema Funzionale Insediativo – Individuazione dei sub sistemi
funzionali.
- Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub sistema delle aree di antica
formazione
- Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema delle aree a formazione
compatta e di recente formazione a prevalente uso residenziale.
- Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema delle aree a prevalente
uso produttivo.
- Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema turistico ricettivo.
- Statuto dei luoghi relativo al sistema insediativo - turistico ricettivo.
- Il sistema funzionale delle infrastrutture di comunicazione –
- Statuto dei luoghi relativo al sistema delle infrastrutture di
- Il sistema funzionale delle attrezzature e dei servizi – descrizione e
obbiettivi
- Statuto dei luoghi relativo al sistema delle attrezzature e dei servizi.
- indirizzi e criteri per progetti di riqualificazione
- La Strada Parco delle Terme
- La Porta delle Terme
- La Cittadella delle Terme
- La Variante S.S. n. 12, località Ponte a Serraglio
- Il Nodo Intermodale
Titolo Quarto - Il fabbisogno e il dimensionamento
- Il dimensionamento del P.S. e sua articolazione
- Il fabbisogno del sistema abitativo
- il fabbisogno del sistema turistico ricettivo
- Il fabbisogno del sistema produttivo
- il fabbisogno del sistema dei servizi
- Parametri e indici urbanistici
Titolo Quinto - Le Unita’ Territoriali Organiche Elementari
- Individuazione delle singole UTOE
- Disciplina generale delle singole UTOE
Titolo Sesto - Disposizioni per l’attuazione del Piano Strutturale
- Il Regolamento Urbanistico
- Valutazioni operative in sede di Regolamento Urbanistico
- Criteri per la valutazione di Piani e programmi comunali di settore
- Indirizzi programmatici per l’attuazione del P. S. e condizioni di fattibilità e
sostenibilità
- Le Salvaguardie comunali
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- Salvaguardia per la riduzione del rischio idraulico del bacino del Serchio.
- Salvaguardie del Piano Strutturale
- Indirizzi programmatici per l’attuazione del Piano Strutturale
- Salvaguardie proprie del P. S.
- Rischio sismico, valutazione effetti locali (V.E.L.)
- Procedura generale di valutazione
- Salvaguardia per la riduzione del rischio idraulico del bacino del Serchio.
Titolo settimo - compatibilità al P.I.T. e P.T.C.
- Compatibilità al P.T.C.
- Compatibilità al P.I.T.
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 Schedatura delle Unità
Territoriali Organiche Elementari:descrizione analisi e disciplina specifica delle
singole UTOE.
Elaborato 5 - DOCUMENTO DI CONFORMITA' AL P.I.T. E P.T.C. - allegato 3
Art. 9 - Coordinamento degli interventi sul territorio e sistema
informativo territoriale (S.I.T.)
§1. Ogni azione sul territorio dovrà essere frutto di azioni coordinate dei vari
settori funzionali ed uffici del Comune sia che si tratti di attività progettuale
dell’Amministrazione che di interventi privati. A tale scopo l’Amministrazione
Comunale, con la redazione del presente Piano Strutturale, avvia la
formazione dell’apposito sistema informativo territoriale (S.I.T.) che si avvale
di procedure automatizzate per l’elaborazione dei dati conoscitivi.
§2. Il S.I.T. comunale sarà organizzato in coerenza con quello regionale e
provinciale. Con apposito provvedimento saranno definite le modalità
operative e le interazioni con altri Enti.
§3. Le elaborazioni iniziali del S.I.T. relative al presente P,S. sono quelle
operate per la redazione del quadro conoscitivo, successivamente verranno
aggiornate, implementate in base alle esigenze dell’Amministrazione
comunale e saranno accessibili secondo modalità che verranno stabilite
d’intesa con Regione e Provincia nel quadro degli adempimenti previsti
dall’art. 4 della L. R. 5/95.
Art. 10 - Invarianti strutturali e statuto dei luoghi: definizioni individuazioni.
§1. Nell’ambito delle prescrizioni di ogni sistema funzionale e delle norme
specifiche per le singole U.T.O.E. sono individuati tutti gli elementi e le parti di
territorio che per ragioni fisiche, storiche, culturali, produttive, abitative,
infrastrutturali e/o di servizio alla comunità non possono essere alterati o
distrutti senza grave compromissione dell’identità del territorio stesso. Detti
elementi sono identificati ai sensi dell’art. 24, comma 2°, lettera h) della L.R.T.
n. 5/95 come invarianti strutturali. Ai sensi del §2. del precedente art. 2, Il:
complesso delle invarianti strutturali, che costituisce lo statuto dei luoghi; ha
valore prescrittivo. Lo Statuto di Luoghi esplicita le prescrizioni progettuali
volte alla tutela e valorizzazione delle invarianti strutturali.
§2. Ai sensi dell’art. 24, comma 2°, lettera h) della L.R.T. n. 5/95 e in
conformità al P.T.C. e al P.I.T., il P.S. individua le invarianti strutturali a scala
comunale di seguito definite e riportate nella tavola 3 - INVARIANTI
STRUTTURALI - STATUTO DEI LUOGHI, e in riferimento ai sistemi funzionali
di cui al Titolo Terzo, capo terzo delle presenti norme.
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§2.1 Invarianti strutturali relative al sistema funzionale dell’agricoltura
caratterizzato da valori ambientali:
- le emergenze geologiche, intese come complesso delle testimonianze
genetiche e morfoevolutive di un’area
- le emergenze morfologiche, quali la Carbonaia degli Orsi, Grotta della
Piella, Grotta di Ponte Nero 1, Grotta di Ponte Nero 2, Riparo delle
campane, Buca di Lischeta, Grotta della Tana;
- il fiume Serchio, Torrente Lima, Fegana, Benabbiana, Bugliesima,
Pizzorna, Camaione, Diana, Lucerna, Scesta, Fosso della Sega, Fiescio,
Rio Coccia di Vico, Forra Fredda, Rifologno, Riguzzaio, e le relative
sponde dei suddetti;
- il reticolo idrografico minore e le relative sponde;
- il Balzo Nero, il Monte di Limano, la Penna di Lucchio, il Prato Fiorito;
- Il Lago di Casoli;
- L’Orrido di Botri, le Strette di Cocciglia;
- Le aree boscate, le aree a castagneto, le aree a castagneto di
salvaguardia paesaggistica, le aree a salvaguardia specifica;
- Le aree di salvaguardia paesaggistica intorno ai centri storici.
§2.2 Invarianti strutturali relative al sistema funzionale insediativo e turistico
ricettivo:
- Le Chiese, gli Oratori, i Conventi, le Cappelline quali: a) (Capoluogo)
Chiesa di S. Pietro in Corsena, Chiesa della Compagnia di Sotto, Chiesa
della Compagnia di Sopra, Chiesa del Sacro Cuore, Chiesa di San Marco,
Chiesa del Principe, ex chiesa S. Antonio, Chiesa Inglese b) (Ponte a
Serraglio) Chiesa del SS Crocefisso, Oratorio Madonna del Carmine c)
(Bagni Caldi) Chiesa di S. Martino, Chiesa della SS Annunziata, Chiesetta
degli Alpini d) (Fornoli) Chiesa dei SS Pietro e Paolo, Cappellina di S.
Antonio, Chiesina in loc. Colombaia e) (Lugliano) Chiesa di S. Iacopo,
Chiesa della Madonna, Cappelline, Oratorio SS Nome di Gesù, Villa Politi
(Convento delle Suore) f) (Benabbio) Chiesa di S. Maria Assunta, Chiesa
di S. Rocco, Chiesa di S. Michele, Oratorio dell’Immacolata, Oratorio SS
Trinità, Oratorio Madonna delle Grazie, Oratorio di S. Filippo e Giacomo,
Cappellina di S. Lucia, Cappellina, Oratorio S. Antonio Abate e Casa
attigua g) (Brandeglio) Chiesa di S. Maria Assunta, Oratorio della
Compagnia di S. Maria Assunta, Oratorio di S. Rocco, Oratorio della
Compagnia del SS Sacramento, Oratorio di S. Maria, Oratorio Sacro,
Oratorio Sacro della Madonna del SS Rosario, Chiesa del Santo h)
(Crasciana) Chiesa dei SS Iacopo e Frediano, Oratorio del SS Crocifisso,
Oratorio Sacro, Oratorio Sacro, Chiesina di Ricavo, Oratorio della
Madonna del Rosario, Chiesina del Colletto della Compagnia del SS
Crocefisso, Chiesa del Santo alla Villa i) (Casabasciana) Chiesa
Parrocchiale di Casabasciana, Chiesa del Carmine, Chiesa della Pieve,
Chiesina di S. Michele, Oratorio sacro della Madonna del Rosario, Oratorio
Sacro della Madonna del Carmelo detta Chiesina dei Diavoli, Chiesa di
Cerqueto l) (Fabbriche di Casabasciana) Chiesa di Fabbriche di C.na,
Cappellina a Cevoli, Chiesina del Sacro Cuore a Pian di Fiume m) (Casoli)
Chiesa dei SS Andrea e Donato, Chiesina di Castello, Chiesa della
Madonna del Rosario, Chiesa di S. Andrea, Oratorio della Madonna del
Colle a Piano n) (Lucchio) Chiesa dei SS Pietro e Paolo, Chiesa in Campi
dell’Aie, Chiesa del SS Nome di Maria, Oratorio Pubblico della Madonna
Ausiliatrice, Chiesa della Madonna del Soccorso o) (Vico Pancellorum)
Chiesa di S. Paolo, Oratorio della Madonna del Rosario, Chiesa del SS
Crocifisso, Chiesa di S. Rocco, Immagine della Madonna Addolorata p)
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(Isola – Giardinetto) Oratorio della Madonna del Rosario q) (Limano)
Chiesa parrocchiale di S. Martino, Chiesa di S. Martino r) (Cocciglia)
Chiesa parrocchiale dei SS Bartolomeo e Michele, Cappellina dei SS
Bartolomeo e Michele, Chiesina dei SS Bartolomeo e Michele, Oratorio dei
SS Rocco e Sebastiano s) (Palleggio) Chiesa parrocchiale di S. Maria
Assunta, Compagnia della SS Annunziata, Chiesina di S. Maria Assunta,
Chiesina di Cannasecca t) (S.Cassiano) Chiesa parrocchiale di San
Cassiano di Controne, Opera parrocchiale di San Cassiano di Controne,
Chiesa di S. Zita, Oratorio di S. Giuseppe, Cappellina di Vizzata , Chiesina
della Madonna di Carpineta u) (Vetteglia) Chiesa di S. Rocco, Chiesa della
Madonna del Carmine v) (S.Gemignano) Chiesa parrocchiale di S.
Gemignano, Chiesina di S. Croce z) (Pieve di Controne) Chiesa
parrocchiale di S. Giovanni Battista a1) (Longoio) Chiesina della Madonna
della Serra b1) (Gombereto) Chiesa della Madonna dei Dolori, Chiesina di
S. Giuseppe c1) (Guzzano) Oratorio della Visitazione di Maria SS sul
Refubbri, Chiesina della Madonna del Soccorso, Chiesina della Madonna
della Neve d1) (Granaiola) Chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo,
Oratorio della Madonna della Neve e1) (Pieve di Monti di Villa)
Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, Oratorio della Madonna del
Carmine f1) (Monti di Villa) Chiesa parrocchiale di S. Maria e S. Donato,
Oratorio del SS Crocifisso, Cappellina Comunale, Chiesa di S. Antonio
diroccata, Opera di S. Maria e S. Donato, Chiesa di S. Donato ruderi g1)
Riolo) Chiesa di S. Nicola, Opera di S. Nicola, Opera di S. Nicola h1)
(Montefegatesi) Chiesa Parrocchiale di S. Frediano, Chiesina del Sacro
Cuore, Confraternita del SS Crocifisso, Chiesa della SS Annunziata,
Chiesa della Madonna del Soccorso, Chiesa di S. Anna, Chiesa di S.
Michele Ruderi;
Gli edifici vincolati ex L. 1089/39 e altri edifici di pregio quali a)
(Capoluogo) Casa Piccola Micheletti, Casa Talenti, Villa Ada, Villa Ducale,
Casa Bujamonti, Casa Burlamacchi, Casino Garzoni, Casa Mansi, Casa
Cittadella, Casa Piccola Buonvis,i Casa Bernardini, Ex Albergo Regina,
Villa Gamba, Villa Marchi, Villa Scarampi, Scuderia di Villa Ada, Scuderie
b) (Ponte a Serraglio) Tempietto Demidoff, Ex Hotel Russia, Villa Elena c)
(Bagni Caldi) Grande Albergo delle Terme d) (Fornoli) Villa Susie Clarke,
Palazzaccio e) (Benabbio) Castello dei Lupari – Ruderi, Villa Cheli f)
(Casabasciana) Ruderi di torre longobarda g) (Casoli) Ara pagana (origine
celtica) h) (Lucchio) Fortezza di Lucchio i) (Vico Pancellorum) Edificio del
Tribunale, Edificio delle Prigioni;
I centri storici maggiori (Bagni di Lucca Villa, Ponte a Serraglio, Fornoli);
I centri storici minori ( Lugliano, Benabbio, Brandeglio, Casabasciana,
Crasciana, Casoli, Lucchio, Zato, Vico Pancellorum, Limano, Cocciglia,
Palleggio, Cocolaio, Cembroni, Vizzata, Cappella, S.Cassiano, Livizzano,
Vetteglia, S.Gemignano, Pieve di Controni, Longoio, Mobbiano,
Gombereto, Guzzano, Carraia, Montefegatesi, Monti di Villa, Riolo,
Bugnano, Pieve Monti di Villa, Granaiola, Bagni Caldi, Colle;
La zona termale e le sorgenti termali;
Le attività produttive esistenti presenti in luoghi idonei allo svolgimento
della stessa attività quali: a) Le zone industriali di Val Fegana Luogo
Nuovo; b) la zona industriale dell’ ALCE a Fornoli; c) le zone industriali
del Ponte di Palleggio e Astracaccio.
§.2.3 Invarianti strutturali relative al sistema funzionale infrastrutturale:
- la rete della viabilità storica
- la rete ferroviaria
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le aree a corredo della rete ferroviaria
il Ponte delle Catene a Fornoli
il Ponte Romanico al bivio per Casoli
§.2.4 Invarianti strutturali relative al sistema funzionale dei servizi e delle
attrezzature:
- le attrezzature di livello e interesse comunale quali il Palazzo Municipale,
Villa Webb, Teatro Accademico, Circolo dei Forestieri, Cimitero anglicano,
Ospedale Demidoff, Casinò Reale, Villa Fiori, Stabilimento Bernabò,
Stabilimento S. Giovanni, Stabilimento Docce Basse, Stabilimento Jean
Varraud, Fontana con lavatoio di Lucchio, Fontana di Limano, Fontana di
Granaiola, Fontana e lavatoio di Montefegatesi;
- la centralina idroelettrica sulla Lima loc. Ravacce;
- Il Poliambulatorio Susie Clark e la sede della C.R.I.;
- Le attrezzature di livello e interesse sovracomunale quali: a) la centralina
idroelettrica dell’ENEL sulla Lima a Fabbriche di Casabasciana; b) la
centralina idroelettrica sulla Fegana loc. Alle Cime; c) la centralina
idroelettrica sulla Liegora (in costruzione); d) la centralina idroelettrica sulla
Lima in loc. Ravacce.
§3. Lo statuto dei luoghi costituisce un complesso di regole che garantisce lo
sviluppo sostenibile del territorio; insieme agli indirizzi e ai criteri dettati,
organizza e raccoglie le scelte di pianificazione definite dagli obiettivi;
prescrive la conservazione delle invarianti strutturali e, ove del caso, indica gli
interventi possibili al loro mantenimento e alla loro valorizzazione. Lo statuto
dei luoghi viene considerato dal presente P.S. come elemento di progetto e
viene inserito nelle presenti norme. Le prescrizioni dello statuto dei luoghi
sono esplicitate nelle disposizioni relative a ogni sistema funzionale,
particolareggiate nelle singole U.T.O.E. e riassunte nelle salvaguardie di cui
all’ art. 112 delle presenti norme.
Art. 11 - Obiettivi da perseguire e indicazioni strategiche per il governo
del territorio
§1. Il presente piano individua gli obbiettivi di pianificazione in conformità con
gli obbiettivi generali di cui all'art. 2 delle norme del P.T.C. vigente che recita
testualmente:
a) la tutela delle risorse naturali, del paesaggio e del sistema insediativo di
antica e consolidata formazione;
b) la difesa del suolo in riferimento sia agli aspetti idraulici che a quelli
relativi alla stabilità dei versanti;
c) la promozione delle attività economiche nel rispetto delle componenti
territoriali storiche e morfologiche del territorio;
d) il potenziamento e l’interconnessione funzionale delle reti dei servizi e
delle infrastrutture;
e) il coordinamento dei piani strutturali e degli altri strumenti urbanistici
comunali.
Inoltre agli obbiettivi specifici per la Valle del Serchio di cui all'art. 13 del
P.T.C. vigente che recita testualmente:
Costituiscono obiettivi specifici per l’ambito sovracomunale della Valle del
Serchio, anche quali integrazioni degli artt. 39, 41 e 44 del Piano di
Indirizzo Territoriale:
A) la permanenza della popolazione insediata, anche in ragione delle
funzioni di presidio ambientale che questa assolve, nei sistemi insediativi
di versante (appenninico e apuano) e la conseguente riduzione del
drenaggio di popolazione verso il fondovalle e le aree esterne all’ambito;
B) il miglioramento dell’accessibilità complessiva attraverso:
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b1. l’adeguamento della linea ferroviaria Lucca-Aulla affinché assolva il
ruolo di asse primario nell’organizzazione dei trasporti nell’ambito;
b2. l’adeguamento, la razionalizzazione e la riqualificazione del sistema
viario esistente e la sua integrazione funzionale con il sistema ferroviario;
b3. l’integrazione con l’area lucchese e, attraverso il territorio posto a
est della città di Lucca, con la direttrice autostradale A12 e con l’ambito
metropolitano Pisa-Livorno-Lucca;
C) la individuazione di ambiti territoriali al fine della promozione e dello
sviluppo di politiche di crinale rivolte all’integrazione interregionale e
interprovinciale con lo scopo di perseguire uno sviluppo sostenibile ed
ecologicamente compatibile delle comunità locali;
D) la valorizzazione equilibrata delle risorse ambientali e culturali, e tra
queste del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente, ai fini della
promozione turistica dell’ambito;
E) la promozione e lo sviluppo delle attività agricole e forestali, e delle
attività ad esse connesse e integrate, compatibili con la tutela e l’uso delle
risorse;
F) il risanamento del dissesto idrogeologico del territorio attraverso
interventi strutturali estesi al bacino idrografico del fiume Serchio, nel
quadro di una politica generale tesa al recupero permanente delle colline e
delle aree montane;
G) il mantenimento e la valorizzazione degli ambienti e dei paesaggi
fluviali, degli ecosistemi e della loro continuità;
H) la rivitalizzazione del sistema insediativo di antica formazione (centri,
nuclei e insediamenti sparsi storici) attraverso il mantenimento e
l’arricchimento delle identità socio-culturali locali e l’integrazione funzionale
del reticolo insediativo della Valle;
I) la promozione di politiche di rete volte a migliorare l’integrazione dei
singoli centri nei sistemi territoriali locali, e il loro inserimento in circuiti di
fruizione anche al fine di garantire i servizi essenziali alle comunità locali;
L) il consolidamento del ruolo dei centri urbani di: Piazza al Serchio,
Castelnuovo di Garfagnana/Pieve Fosciana, Barga, Coreglia Antelminelli,
Fornaci di Barga/Gallicano, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, quali
«centri ordinatori» dell’ambito al fine di consolidare e organizzare funzioni,
attrezzature e servizi di interesse e di livello sovracomunale;
M) la riqualificazione e la riorganizzazione funzionale del reticolo
insediativo consolidato, attraverso il recupero del patrimonio edilizio
esistente, il riordino e il completamento degli attuali presidi insediativi;
N) il contenimento di ulteriori fatti espansivi dei processi insediativi lineari
lungo la viabilità di interesse nazionale, regionale e provinciale, e, in
particolare, l’inibizione di un ulteriore accrescimento del sistema
insediativo di fondovalle, al di fuori di aree già interessate da un processo
di urbanizzazione consolidato o in atto;
O) il mantenimento e il recupero funzionale degli insediamenti produttivi
esistenti di interesse locale, nonché l’eventuale formazione di nuovi
comparti produttivi in base agli strumenti di programmazione concertata di
cui alle lettere c), d) ed e) dell’articolo 9
§2. Gli obiettivi prioritari del P.S. di Bagni di Lucca sono:
- La tutela dell’integrità fisica del territorio, che deve essere raggiunta
attraverso la prevenzione dei fenomeni di alterazione irreversibile, la difesa
dagli inquinamenti, dal rischio idraulico e idrogeologico nel sia all’interno
del contesto geografico antropizzato del territorio, sia nel contesto del
territorio aperto del Comune di Bagni di Lucca.
- La riconsiderazione delle risorse primarie costituite dai boschi, perché,
oltre a rivestire una potenzialità economica legata all’attività connessa
costituisce elemento fondamentale per la difesa del suolo dai rischi di
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natura geomorfologica, assumendo un valore naturalistico, paesaggistico
e ricreativo. Condizione imprescindibile per attivare tale tutela e
valorizzazione, risulta l’attivazione di una nuova disciplina volta alla
incentivazione della fruibilità del bosco (laddove il bosco può essere reso
fruibile) in presenza di paesi, opere infrastrutturali storiche o di recente
realizzazione che ne consentano l’accessibilità.
La valorizzazione delle aree agricole, quali principali elementi della
organizzazione del territorio, volte a garantire il presidio del territorio da
parte delle popolazioni, la sopravvivenza ed il rafforzamento del tessuto
sociale; come potenziale utilizzo economico per prodotti di qualità e
tipicità; come base per sviluppare attività collaterali e integrative
(agriturismo); come elemento di difesa del suolo dai rischi di natura
idrogeologica, attuata attraverso la manutenzione delle sistemazioni
agrarie con funzione di regimazione dello scolo delle acque superficiali;
come elemento di valore paesaggistico e storico testimoniale del
paesaggio agricolo tradizionale.
La valorizzazione dei sistemi storici e ambientali che, insieme ai caratteri
fisici, costituiscono gli elementi di identità del territorio. Laddove sono
ancora riconoscibili e presenti i caratteri strutturali e formali dell’area,
questi devono essere considerati come risorsa specifica ed essere
recuperati e valorizzati per essere reinseriti in un circuito economicourbanistico, produttivo, corretto e valido.
Una corretta ridistribuzione delle funzioni al fine di assicurare l’equilibrio e
l’integrazione tra il sistema di organizzazione degli spazi e il sistema di
organizzazione dei tempi nei diversi cicli della vita umana in modo da
favorire una fruizione dei servizi pubblici e privati di utilità generale che
non induca necessità di ulteriore mobilità, ma tenda alla riduzione di
questa.
La definizione di un nuovo quadro infrastrutturale viario: a)- per il
superamento della strettoia sulla Strada Statale n. 12 in località Ponte a
Serraglio evitando il suo attraversamento; b)- per il miglioramento del
tracciato delle strade provinciali e comunali che servono le numerose
frazioni periferiche ai fini di un più agile e sicuro collegamento tra il
capoluogo e i centri periferici, per favorire il loro recupero residenziale e
ricettivo turistico; c)- per individuare ulteriori tracciati per il raggiungimento
delle frazioni o per il collegamento delle frazioni tra loro al fine di dare la
possibilità di avere una doppia possibilità di raggiungimento dei centri
abitati che purtroppo spesso risultano isolati a causa di eventi di franosità.
Nuove viabilità che comunque dovranno essere realizzate come
ristrutturazione e adeguamento di tracciati esistenti.
La previsione di una area di scambio intermodale in prossimità della
stazione ferroviaria da destinarsi a nuova stazione delle autolinee e di una
area di parcheggio per automezzi privati. Nelle aree industriali poste nelle
immediate adiacenze della ferrovia (Val Fegana), si dovranno predisporre
interventi per la realizzazione di tronchetti ferroviari.
La definizione dei criteri per realizzare un piano dei parcheggi pubblici atto
a favorire l’accessibilità ai centri del fondovalle della Lima e alle frazioni
storiche. Le aree destinate a tale fine dovranno anche permettere il
riequilibro di alcune funzioni e il ridisegno di alcune porzioni urbane quali
veri e propri nuovi “ingressi” ai centri abitati.
L’individuazione dei criteri per la realizzazione della Strada Parco delle
Terme: infrastruttura di particolare valore di immagine per la
riqualificazione, la dotazione di infrastrutture ed il collegamento tra la
stazione ferroviaria e il capoluogo di Bagni di Lucca Villa, attraversando e
dotando di servizi Fornoli – Ponte delle Catene – Ponte a Serraglio –
Bagni di Lucca Villa.
Nuova progettazione dell’ambito compreso tra Villa Fiori, Lungo Lima,
centro di Ponte al Serraglio, quale “Porta delle Terme” elemento urbano di
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primaria importanza storica culturale e turistica del comprensorio del
sistema termale della Valle della Lima e punto medio e di riferimento della
Strada Parco delle Terme .
Nuovo sviluppo Turistico Ricettivo della Zona Termale, individuando nella
disciplina del vigente P.P. della Zona Termale quelle che sono le
potenzialità residue e quelle che sono le ulteriori possibilità di sviluppo o di
modifica rispetto agli obbiettivi iniziali del P.P.
L’ampliamento del parco fluviale e delle dotazioni di verde pubblico ed
attrezzature per lo sport ed il tempo libero da organizzarsi lungo le rive
della Lima in continuità con quelle esistenti.
La ristrutturazione urbanistica di aree ad uso industriale dismesse o
sottoutilizzate, ubicate in stretta dipendenza ed adiacenza ai centri abitati,
che costituiscono parte incongrua del tessuto urbano; l’obbiettivo è quello
di disciplinare e incentivare la loro trasformazione formale e funzionale per
un uso prevalentemente residenziale e terziario, inoltre per ricostituire una
nuova immagine formale e un migliore equilibrio funzionale del centro.
La riorganizzazione e la revisione quantitativa del sistema insediativo
residenziale, produttivo e commerciale, direzionale, turistico ricettivo, con
le suddivisioni territoriali tra e le varie distinte necessità dei centri abitati
della Val di Lima (Fornoli – Ponte a Serraglio Bagni di Lucca Capoluogo –
agglomerato di Palleggio e centri limitrofi) e i centri abitati delle frazioni
storiche isolate.
La completa revisione della disciplina del Patrimonio Edilizio Esistente
delle frazioni storiche in funzione di una maggiore possibilità di intervento,
andando a individuare le residue possibilità di sviluppo per nuova
edificazione delle aree di frangia delle frazioni stesse.
L’individuazione delle aree di salvaguardia paesaggistica: cioè quelle
porzioni di territorio dove il contenimento delle trasformazioni possa
garantire la salvaguardia degli elementi di valore del paesaggio antropico
generato dalla presenza dei centri storici sulle pendici delle vallate.
La riqualificazione e l’individuazione di zone per l’agriturismo e il turismo di
presidio del territorio aperto, attraverso la disciplina della ristrutturazione e
cambio di destinazione dei manufatti esistenti nel territorio aperto con le
dovute salvaguardie.
La riconsiderazione dei nuclei di antica formazione suscettibili di
completamento e di riordino urbanistico che, per la loro collocazione
territoriale sono da considerare i capisaldi di un nuovo sviluppo
principalmente connesso con attività turistiche e di piccola ricettività.
Interventi di recupero del patrimonio edilizio nelle zone extraurbane per il
rilancio delle attività primarie e per finalità residenziali e turistico-ricettive.
§2. Ulteriori specifici obiettivi sono individuati nelle disposizioni relative a ogni
sistemate territoriale, funzionale e nelle singole U.T.O.E.
§3. I suddetti obbiettivi risultano in linea con quanto indicato all’art.13 delle
norme del P.T.C. e del P.I.T. e ne rappresentano la definizione e la
precisazione a livello comunale.
Art. 12 - Le valutazione degli effetti ambientali
§1. Ai sensi degli artt. 5, 13 e 32 della L.R. 5/95, il Piano Strutturale deve
contenere la valutazione degli effetti ambientali, intesa, nella sua accezione
più ampia, come valutazione finalizzata non solo ad evitare che le
trasformazioni del territorio possano condurre ad una riduzione e ad un
degrado significativo ed irreversibile delle risorse ambientali, ma anche a
riconoscere, al di là delle trasformazioni, quelle situazioni di degrado
richiedenti l’attivazione di politiche di risanamento e/o di riqualificazione.
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Con riferimento alle “Istruzioni tecniche per la valutazione degli atti di
programmazione e pianificazione territoriale” contenute nella D.G.R.T. n° 1541
del 12/12/98, le valutazioni di supporto al P.S., si sono orientate in quattro fasi:
- relazione sullo stato dell’ambiente;
- valutazione ambientale del territorio;
- individuazione degli elementi di fragilità;
- direttive, prescrizioni e vincoli per la trasformabilità
L'insieme delle ricerche costituisce il rapporto descrittivo nel quale le
conoscenze desunte dal quadro conoscitivo del P.S. (ma anche da altre fonti:
P.T.C., 1° rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia, etc.) vengono
sintetizzate ed organizzate per evidenziare:
- lo stato di conservazione delle risorse (indicatori di stato);
- le pressioni esercitate dalle attività antropiche sulle risorse (indicatori di
pressione);
- le politiche di tutela e valorizzazione delle risorse (indicatori delle
politiche/interventi di controllo, protezione e risanamento).
§1. La relazione sullo Stato dell'Ambiente di cui all'art. 30 delle presenti norme
e all' Elaborato 2 - LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI allegato 3 del presente piano, viene resa come analisi e verifica dello stato
dell'ambiente in base agli indicatori di stato, di pressione, attraverso
l'individuazione delle criticità, per terminare con la ricerca delle politiche e
direttive volte alla stesura di prescrizioni e vincoli per la trasformabilità.
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TITOLO SECONDO
DISPOSIZIONI FINALIZZATE ALLA TUTELA DELLA INTEGRITÀ
FISICA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE
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capo primo
La tutela del rischio geologico e idraulico
Art. 13 - La fragilità Geologica e idraulica - Disposizioni applicative
§.1. In questa parte, che costutuisce approfondimento ed integrazione di
quanto disposto dal Titolo III delle Norme del P.T.C., vengono definite le
caratteristiche e le suddivisioni del territorio comunale dal punto di vista
della pericolosità geologica ed idraulica e della vulnerabilità idrogeloogica;
in funzione di esse si dettano le condizioni e le limitazioni alla disciplina
delle trasformazioni e delle utilizzazioni nonché le disposizioni finalizzate
alla tutela del territorio ed al mantenimento di esso nella sua configurazione
di origine naturale o a prevalenza di naturalità.
§.2. Il Regolamento Urbanistico ed i Piani Integrati di Intervento, nel dettare
le proprie discipline, potranno definire e prescrivere oppure dichiarare
ammissibili le trasformazioni fisiche e le utilizzazioni solamente con le
limitazioni ed alle condizioni dettate dalle disposizioni che seguono. Al
rispetto delle limitazioni e delle condizioni dettate dalle disposizioni che
seguono sono tenuti anche i piani ed i programmi comunali di settore
suscettibili di incidere sull’assetto e sulle trasformazioni fisiche e funzionali
del territorio e dei relativi immobili.
§.3. Il R.U. effettuerà verifiche, integrazioni ed approfondimenti in tema di
difesa del suolo e difesa dai fenomeni alluvionali, tenendo conto delle
disposizioni del P.T.C. e del P.A.I. dell’Autorità di Bacino.
Art. 14 - La fragilità geologica e le relative classi di pericolosità
§.1 La legenda della carta della pericolosità geologica contenuta
nell’Appendice 1 alle Norme del P.T.C. (Indirizzi per le indagini e valutazioni
sulle condizioni di fragilità del territorio; par. 1.1.4) suddivide il territorio in
cinque classi in sostituzione delle quattro previste dalla legenda di cui alla
D.C.R. 94/85. La vecchia classe 3 (pericolosità media) è stata sdoppiata in
due classi: 3a, a pericolosità medio-bassa, e 3b, a pericolosità medio-alta;
inoltre, le caratteristiche delle varie aree sono state ridefinite in base al
concetto di intensità del fenomeno di dissesto atteso, che a sua volta è
definita attraverso la combinazione fra dimensione e velocità del fenomeno
stesso.
§.2 Il P.T.C impone di valutare anche altri tipi di pericolosità geologica,
derivanti da problematiche quali gli aspetti geotecnici, la subsidenza e la
dinamica parossistica torrentizia. Le indagini svolte non hanno evidenziato
allo stato attuale alcuna presenza significativa di dette problematiche nel
territorio comunale in esame, come d’altronde risulta dagli accertamenti
svolti in precedenza dalla Provincia stessa (per la dinamica torrentizia, si
veda anche lo studio Viti - P. Sani del Dicembre 1997). E’ presente in realtà
un caso con notizie storiche di piccole colate detritiche incanalate a carico di
un gruppo di edifici situato allo sbocco del Rio Canale nel T. Camaione;
tuttavia il fenomeno, evidenziatosi con le intense piogge del Novembre 2000
ed oggetto di un finanziamento inserito nel relativo Piano Straordinario
Generale degli interventi di ripristino e messa in sicurezza, è stato oggetto
di un cospicuo intervento di bonifica ormai concluso.
§.3 Per quanto riguarda gli aspetti geotecnici, data la modesta incidenza e
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l’omogeneità delle problematiche geotecniche presenti, riferibili ovunque
alla classe 2-Pericolosità bassa, non si è ritenuto opportuno allestire a parte
una carta della pericolosità geotecnica; pertanto, le aree di fondovalle
ricadenti in classe di pericolosità 2l (pericolosità geotecnica) sono state
inserite nella classe di pericolosità 2 della carta in questione, che è stata
quindi denominata “Carta della pericolosità geomorfologica e geotecnica”.
§.4 Nel valutare la pericolosità geomorfologica, i fenomeni di dissesto
vengono distinti in base al grado di attività in tre categorie:
attivi, quando vengono riscontrati in atto o quando risulta dai dati raccolti e
dalle testimonianze che hanno una frequenza di riattivazione stagionale;
quiescenti, quando risulta dai dati raccolti e dalle testimonianze che
alternano fasi di movimento a fasi anche lunghe di stasi, con una frequenza
di riattivazione pluriennale; inattivi, quando dai dati raccolti e dalle
testimonianze non risulta alcuna riattivazione e sono riferibili a processi
avvenuti in condizioni morfoclimatiche diverse dalle attuali, oppure quando
si ritiene che abbiano esaurito la propria capacità evolutiva e quindi siano
stabilizzate, per cause naturali o artificiali. E’ stato dunque attribuito alle
varie aree un grado di pericolosità in conformità alle definizioni che
seguono:
§.5 Classe 1 - Pericolosità irrilevante
Si tratta di aree dove sono assenti sia forme che processi geomorfologici
attivi o quiescenti nonchè fattori geotecnici, litologici e/o geomorfologici
predisponenti l’attivazione di dissesti.
Nessuna area del territorio comunale in esame è stata inserita in questa
classe, essendo comunque sempre presente una pericolosità seppur
limitata di tipo geomorfologico oppure di tipo geotecnico.
§.6 Classe 2 - Pericolosità bassa
Si tratta di aree dove sono assenti sia forme che processi geomorfologici
attivi o quiescenti, per le quali tuttavia si ritiene necessario valutare con
apposite indagini ed accertamenti la possibilità di limitati dissesti o processi
di degrado superficiale, riconoscibili e neutralizzabili a livello di intervento
diretto.
Sono qui comprese anche:
- le frane inattive, per cause naturali o artificiali, di modeste dimensioni
(larghezza media minore di 10 metri e volume inferiore a 100 mc);
- le aree pianeggianti di fondovalle o di terrazzo fluviale, per le quali, in caso
di intervento diretto, si ritiene necessario valutare con apposite indagini
geologiche ed accertamenti geognostici la possibilità di limitati problemi di
carattere geotecnico nonché l’eventualità che possano essere investite da
fenomeni franosi provenienti dalle scarpate collinari sovrastanti.
§.7 Classe 3a - Pericolosità medio-bassa
Si tratta di aree interessate da frane quiescenti e/o da indicatori
geomorfologici precursori di fenomeni di instabilità, nelle quali non si
possono escludere, allo stato attuale delle conoscenze, riattivazioni o
attivazioni di fenomeni di erosione o movimenti di massa di complessiva
bassa intensità: frane di modeste o medie dimensioni (larghezza media
inferiore a 20 m e volume inferiore a 1.500 mc), aventi velocità di
spostamento lenta (cioè inferiore a 1 metro l’anno).
Sono qui comprese anche le frane inattive, per cause naturali o artificiali, di
medie o grandi dimensioni (larghezza media maggiore di 10 metri e volume
superiore a 100 mc).
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In queste aree, le trasformazioni fisiche del territorio e gli interventi edilizi
sono strettamente vincolati all’esecuzione di indagini geomorfologiche,
idrogeologiche, litotecniche e geotecniche di approfondimento, basate su
opportuni accertamenti geognostici, che dovranno anche inquadrare il
fenomeno alla scala del versante e stabilire l’effettiva fattibilità
dell’intervento, eventualmente prevedendo interventi di bonifica sul versante
e/o l’adozione di particolari tecniche strutturali e/o fondazionali.
Le indagini dovranno inoltre accertare che la trasformazione o l’intervento,
qualora giudicati realizzabili, non influiscano negativamente sulla
pericolosità delle aree circostanti.
§.8 Classe 3b - Pericolosità medio-alta
Si tratta di aree interessate da frane quiescenti e/o da indicatori
geomorfologici precursori di fenomeni di instabilità, nelle quali sono
prevedibili, allo stato attuale delle conoscenze, riattivazioni o attivazioni di
movimenti di massa di media intensità: frane di modeste o medie
dimensioni (larghezza media inferiore a 20 m e volume inferiore a 1.500
mc), aventi velocità di spostamento moderata (cioè compresa tra 1 metro
l’anno e 1 metro al giorno); frane di grandi dimensioni (larghezza media
maggiore di 20 m e volume maggiore di 1500 mc) ma con velocità di
spostamento lenta (cioè inferiore a 1 metro l’anno).
Sono qui comprese anche le aree prive di indicatori geomorfologici
precursori di fenomeni di instabilità, ma nelle quali, a causa della presenza
di particolari caratteristiche litologiche, giaciturali e clivometriche, non si
possono escludere, allo stato attuale delle conoscenze, attivazioni di
movimenti di massa di media o elevata intensità: frane di qualunque
dimensione a velocità di spostamento moderata o rapida (cioè maggiore di
1 metro l’anno); frane di grandi dimensioni (larghezza media maggiore di 20
m e volume maggiore di 1500 mc) con velocità di spostamento lenta (cioè
inferiore a 1 metro l’anno).
In queste aree, le trasformazioni fisiche del territorio e gli interventi edilizi
sono fortemente limitati e strettamente vincolati all’esecuzione di indagini
geomorfologiche,
idrogeologiche,
litotecniche
e
geotecniche
di
approfondimento, basate su opportuni accertamenti geognostici, che
dovranno anche inquadrare il fenomeno alla scala del versante e stabilire
l’effettiva fattibilità dell’intervento, eventualmente prevedendo interventi di
bonifica sul versante e/o l’adozione di particolari tecniche strutturali e/o
fondazionali.
Le indagini dovranno inoltre accertare che la trasformazione o l’intervento,
qualora giudicati realizzabili, non influiscano negativamente sulla
pericolosità delle aree circostanti.
§.9 Classe 4 - Pericolosità elevata
Sono qui comprese due tipologie:
- le aree interessate da frane attive o da diffusi fenomeni di degrado in atto
di qualsiasi intensità;
- le aree interessate da frane quiescenti e/o da indicatori geomorfologici
precursori di fenomeni di instabilità, nelle quali sono prevedibili, allo stato
attuale delle conoscenze, riattivazioni o attivazioni di movimenti di massa di
elevata intensità: frane di grandi dimensioni (larghezza media maggiore di
20 m e volume maggiore di 1500 mc) aventi velocità di spostamento
moderata (cioè compresa tra 1 metro l’anno e 1 metro al giorno); frane di
qualunque dimensione a velocità di spostamento rapida (cioè maggiore di 1
metro al giorno).
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In queste aree, sono consentite esclusivamente le trasformazioni fisiche del
territorio e gli interventi edilizi a carattere conservativo e/o di ripristino,
comunque vincolati all’esecuzione di indagini geomorfologiche,
idrogeologiche, litotecniche e geotecniche di approfondimento, basate su
opportuni accertamenti geognostici, che dovranno inquadrare il fenomeno
alla scala del versante. Le indagini dovranno anche accertare che la
trasformazione o l’intervento, qualora giudicati realizzabili, non influiscano
negativamente sulla pericolosità delle aree circostanti.
Art.15 - La fragilità idraulica e le relative classi di pericolosità
§.1 La legenda della carta della pericolosità idraulica contenuta
nell’Appendice 1 alle Norme del P.T.C. (Indirizzi per le indagini e valutazioni
sulle condizioni di fragilità del territorio; par. 2.1.4) suddivide il territorio in
cinque classi in sostituzione delle quattro previste dalla legenda di cui alla
D.C.R. 230/94 ed alla D.C.R. 12/00 (P.I.T.). La vecchia classe 3
(pericolosità media) è stata sostituita con due classi: 3a, a pericolosità
medio-bassa, e 3b, a pericolosità medio-alta.
Non si è trattato soltanto di una variazione formale ma anche sostanziale:
infatti le varie classi, in precedenza legate a criteri sostanzialmente
morfologici, sono state ridefinite in base ai ricorsi storici, operando le
distinzioni in base all’intensità del fenomeno eventualmente riscontrato
(attraverso una valutazione dell’altezza della lama d’acqua) ed in base alla
frequenza dell’evento alluvionale, ulteriormente distinguendo i casi dovuti ad
esondazione da quelli dovuti a ristagno.
§.2 In base all’altezza della lama d’acqua, si distinguono cinque classi:
classe I: altezza della lama d’acqua inferiore a 0,2 metri
classe II: altezza della lama d’acqua compresa tra 0,2 e 0,5 metri
classe III: altezza della lama d’acqua compresa tra 0,5 e 1,0 metri
classe IV: altezza della lama d’acqua compresa tra 1,0 e 2,0 metri
classe V: altezza della lama d’acqua superiore a 2 metri.
§.3 In base alla frequenza dell’evento alluvionale, si distinguono i seguenti
casi:
eventi stagionali: tempo di ritorno inferiore a 1 anno
eventi ricorrenti: tempo di ritorno compreso tra 1 e 10 anni
eventi frequenti: tempo di ritorno compreso tra 10 e 50 anni
eventi occasionali: tempo di ritorno compreso tra 50 e 100 anni
eventi eccezionali: tempo di ritorno compreso tra 100 e 200 anni.
§.4 Pertanto, come disposto dal P.T.C., la pericolosità idraulica del comune
di Bagni di Lucca è stata valutata sulla base delle notizie storiche, raccolte
sia presso gli uffici tecnici che in loco, e sulla base degli studi idrologicoidraulici forniti dall’Autorità di Bacino. E’ stato dunque attribuito alle varie
aree un grado di pericolosità in conformità alle definizioni che seguono:
§.5. Classe 1 - Pericolosità irrilevante
Si tratta di aree collinari o montane sopraelevate di almeno 1 metro rispetto
al limite esterno dell’alveo di naturale esondazione, o 2 metri rispetto al
ciglio di sponda, e prive di notizie storiche di precedenti inondazioni o
allagamenti da ristagno.
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§.6 Classe 2 - Pericolosità bassa
Si tratta di aree di pianura aventi le seguenti caratteristiche:
- prive di notizie storiche di precedenti inondazioni o allagamenti da
ristagno;
- con notizie storiche di eventi alluvionali occasionali o eccezionali di classe
I;
- con notizie storiche di ristagni ricorrenti o di frequenza inferiore di classe I;
- con notizie storiche di ristagni eccezionali di classe II.
§.7 Classe 3a - Pericolosità medio-bassa
Si tratta di aree di pianura aventi le seguenti caratteristiche:
- con notizie storiche di eventi alluvionali ricorrenti o frequenti di classe I;
- con notizie storiche di eventi alluvionali/occasionali o eccezionali di
classe II;
- con notizie storiche di eventi alluvionali eccezionali di classe III;
- con notizie storiche di ristagni stagionali di classe I;
- con notizie storiche di ristagni ricorrenti, frequenti od occasionali di
classe II;
- con notizie storiche di ristagni eccezionali di classe III.
§.8 Classe 3b - Pericolosità medio-alta
Si tratta di aree di pianura aventi le seguenti caratteristiche:
- con notizie storiche di eventi alluvionali stagionali di classe I;
- con notizie storiche di eventi alluvionali frequenti o ricorrenti di classe II;
- con notizie storiche di eventi alluvionali occasionali di classe III;
- con notizie storiche di ristagni stagionali di classe II;
- con notizie storiche di ristagni occasionali di classe III.
§.9 Classe 4 - Pericolosità elevata
Si tratta di tutte le aree di pertinenza fluviale e delle aree di pianura aventi le
seguenti caratteristiche:
- con notizie storiche di eventi alluvionali stagionali di classe II o superiore;
- con notizie storiche di eventi alluvionali frequenti o ricorrenti di classe III o
superiore;
- con notizie storiche di eventi alluvionali occasionali di classe IV o
superiore;
- con notizie storiche di eventi alluvionali eccezionali di classe V;
- con notizie storiche di ristagni stagionali, ricorrenti o frequenti di classe III
o superiore;
- con notizie storiche di ristagni occasionali od eccezionali di classe IV o
superiore.
§.10 Su questa carta sono presenti anche le delimitazioni dell’Ambito B e
delle aree di pertinenza fluviale (nella fattispecie, alvei fluviali ordinari in
modellamento attivo e aree di naturale esondazione e di tutela dei caratteri
ambientali dei corsi d’acqua); come disposto dal P.T.C., le aree di
pertinenza fluviale (rispettivamente contrassegnate sulla carta con le sigle
ao e ae) sono state inserite in classe 4 di pericolosità.
La delimitazione dell’ambito B è stata eseguita sulla base di quanto disposto
dal paragrafo 2.3 dell’Appendice 1 alle Norme del P.T.C. (Indirizzi per le
indagini e valutazioni sulle condizioni di fragilità del territorio), utilizzando le
verifiche idrauliche fornite dall’Autorità di Bacino per il F. Serchio e il T. Lima
con tempo di ritorno duecentennale. Salvo rarissime eccezioni, la
pericolosità idraulica delle aree di fondovalle o terrazzo (ad eccezione
ovviamente delle aree di pertinenza fluviale) è di classe 2; ciò è dovuto al
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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fatto che tali aree sono quasi ovunque rialzate di parecchi metri rispetto al
letto dei corsi d’acqua, peraltro generalmente ampio in relazione alle portate
di piena.
§.11 Per quanto riguarda gli eventi alluvionali di rilievo recentemente
accaduti, si ricordano in particolare i casi di esondazione del T. Bugliesima
e del T. Lima, quest’ultimo limitatamente ad alcuni tratti della SS.
dell’Abetone e del Brennero a monte delle Strette di Cocciglia.
Art. 16 - Disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche (P.T.C.,
art. 64)
§.1 Il P.S. detta disposizioni volte a mantenere e valorizzare i caratteri
distintivi delle emrgenze geologiche presenti nel territorio, con l’osservanza
di quanto segue.
§.2 Nelle emergenze geologiche sono ammissibili:
a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti
naturalistici e paesaggistici;
b) le opere e le attività volte al miglioramento dell’assetto idrogeologico,
ove non in contrasto con gli aspetti naturalistici e paesaggistici.
Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti:
a) l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici
o mineralogici;
b) l’introduzione in qualsiasi forma di esemplari di specie vegetali non
autoctone.
Le emergenze geologiche possono essere oggetto di specifici progetti
d’iniziativa pubblica, definiti d’intesa tra tutte le amministrazioni competenti,
volti a prevedere e a disciplinare le opere e le attività ammissibili, e in
particolare:
a) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli istituti
scientifici autorizzati;
b) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di
percorsi e di spazi di sosta, di impianti tecnici di modesta entità, per
favorire l’osservazione e la pubblica fruizione dei beni interessati.
§.3 Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile
l’utilizzazione per attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di
studio.
Art. 17 - Disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica.
§.1 Le attività di escavazione sono regolamentate dalla Delibera del
Consiglio Regionale della Toscana 7 marzo 1995, n. 200 ”Piano Regionale
delle Attività Estrattive (P.R.A.E.)” e dalle successive delibere G.R. n.
3886/95, n. 4418/95 e n. 1401/96 ”Istruzioni tecniche per la redazione delle
varianti urbanistiche in applicazione al P.R.A.E.”.
§.2 Per quanto riguarda le cave attive, si individua un unico sito,
corrispondente alla cava “Borgognoni” in località Tana a Termini, già definito
nel PRAE con la sigla 502-A-12 (gcs) – BEA.1, per la cui attività vale la
normativa disposta dalla L.R. 78/98 e, in ordine alla V.I.A., dalla L.R. 79/98.
Relativamente all’unica cava esistente non riconfermata dallo stesso PRAE,
che ha già cessato l’attività (cave “Tana”; 502-B-12 (gcs)), il Comune ha
ritenuto opportuno incentivarne il recupero, predisponendo una specifica
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variante urbanistica (approvata con Delibera del Consiglio Comunale n° 22
del 16/3/98 e pubblicata sul BURT n° 19 del 13/5/98).
§.3 In ossequio alle ”Istruzioni tecniche” succitate, in tale sito potrà essere
consentita l’ulteriore escavazione e commercializzazione del materiale
escavato purché vengano rispettate tutte le seguenti condizioni:
- la quantità da commercializzare non dovrà superare il 30% di quanto già
escavato nella cava prima della cessazione dell’attività estrattiva;
all’interno di tale quantità il Comune, con la variante urbanistica,
individua le effettive quantità massime di materiale da escavare e da
commercializzare in funzione della necessità di rimodellamento dell’area
di cava per il corretto recupero della stessa;
- venga redatto dal richiedente un piano finanziario a costi di mercato con
riportati i costi di recupero e i ricavi ipotizzabili per il materiale da
commercializzare, in cui l’utile d’impresa non sia superiore al 20% dei
costi di recupero; la durata degli interventi di recupero/ripristino non
deve superare i tre anni.
§.4 Il R.U. potrà dettare ulteriori disposizioni per il recupero ambientale e
funzionale di siti dismessi. Secondo quanto disposto dall’art. 65 del PTC (ed
in attesa di ulteriori prescrizioni e misure di salvaguardia che verranno con il
redigendo Piano delle Attività Estrattive di Recupero delle aree scavate e
riutilizzo dei residui recuperabili della Provincia - PAERP), le azioni di
recupero dovranno essere indirizzate “a riportare, ove possibile, l’uso del
suolo dell’area interessata allo stato precedente alla coltivazione di cava,
oppure a migliorare, sotto il profilo ambientale, i caratteri dell’area
interessata dalle attività estrattive, mediante interventi che producano un
assetto finale tale da consentire un effettivo reinserimento del sito nel
paesaggio e nell’ecosistema circostante”.
§.5 Per quanto riguarda le discariche, nel territorio comunale sono presenti
due siti dismessi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che dovranno
essere sottoposti alle procedure di bonifica previste per legge: la discarica
nell’alveo del Torrente Bugliesima, in località Ronco e quella nell’alveo del
Torrente Diana, in località Santa Trinità. Il R.U. potrà assumere per tali aree
specifiche destinazioni urbanistiche solo dopo l’avvenuta bonifica, fermo
restando che tali destinazioni dovranno essere compatibili con le norme del
relativo sistema territoriale di appartenenza.
Art. 18 - Prescrizioni relative alla redazione della carta della fattibilità in
sede di Regolamento Urbanistico
§.1 Il concetto di fattibilità esprime l’ammissibilità delle trasformazioni,
fisiche e funzionali, del territorio e degli immobili che lo compongono. La
carta della fattibilità rappresenta pertanto il documento di sintesi ottenuto
incrociando i vari tipi di pericolosità riscontrati sul territorio comunale con il
grado di esposizione relativo alle destinazioni d’uso ed alle trasformazioni
previste dal R. U., così come prescritto dal P.T.C.
§.2 La fattibilità dovrà essere espressa mediante una codifica alfanumerica,
in cui la lettera identifica la problematica di pericolosità (geomorfologica,
geotecnica, idraulica, sismica) ed il numero (talora accompagnato da altre
lettere) la classe di fattibilità. In questo modo, da una classe di pericolosità
potremo avere più classi di fattibilità a seconda del grado di esposizione
dell’intervento previsto. Sulla cartografia verrà indicata la fattibilità correlata
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all’intervento con grado di esposizione maggiore previsto dal R.U.; pertanto,
in sede di R.U. dovrà anche essere predisposta una matrice che permetta di
ottenere la fattibilità di un intervento a grado di esposizione minore rispetto
a quello massimo indicato sulla cartografia.
§.3 Ovviamente, in sede di R.U. dovrà anzitutto essere aggiornato ed
eventualmente integrato o modificato il quadro conoscitivo di base e quindi
quello dei vari tipi di pericolosità presenti.
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capo secondo
La fragilità degli acquiferi
Art. 19 - La fragilità degli acquiferi
§.1 Ai sensi di quanto disposto dal P.T.C. (Appendice 1 - Indirizzi per le
indagini e valutazioni sulle condizioni di fragilità del territorio; parte 3),
nell’ambito degli studi per il Piano Strutturale è stata effettuata una
valutazione della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi all’inquinamento
§.2 Tale valutazione è stata effettuata utilizzando la metodologia
semplificata suggerita dal P.T.C., basata sulla zonazione per aree
omogenee (metodo CSI - valutazione per complessi e situazioni
idrogeologiche). Di ogni formazione geologica è stata fatta una stima del
grado di vulnerabilità attraverso valutazioni qualitative delle caratteristiche
della falda, dell’acquifero (vedi capitolo sulle caratteristiche idrogeologiche)
e talora della copertura. La suddetta zonazione porta a distinguere sei gradi
di vulnerabilità: bassissimo, basso, medio, alto, elevato, elevatissimo.
§.3 Grado di vulnerabilità Tipo di acquifero e formazione geologica correlata
Estremamente elevato
Rete acquifera in complessi carbonatici
fratturati e a carsismo molto sviluppato(*):
Calcari cavernosi e brecce poligeniche
associate;Calcari massicci;Maiolica Falda
acquifera libera in materiali alluvionali, da
grossolani a medi, con scarsa o nulla
copertura: Depositi alluvionali recenti ed attuali
Elevato
Rete acquifera in complessi carbonatici
stratificati con limitati interstrati argillitici e/o
marnosi, interessati da carsismo(*): Rosso
ammonitico;Calcari grigi a selci chiare;Calcari
grigio-scuri a selci nere;Brecciole a Nummuliti
Alto
Rete acquifera in complessi carbonatici
stratificati con frequenti interstrati argillitici e/o
marnosi, interessati da un moderato
carsismo(*): Calcari e marne a Rhaetavicula
contorta
Medio
Falda acquifera libera in depositi continentali a
granulometria mista, sciolti o parzialmente
cementati: Depositi alluvionali terrazzati
antichi;Depositi alluvionali terrazzati recenti
Reti acquifere in arenarie molto fratturate(*):
Macigno
Basso
Complessi costituiti da alternanze di litotipi
argillitico - marnosi o siliceo-argillitici con
circolazione idrica sotterranea modesta e
compartimentata(*): Marne a
Posidonomya;Diaspri Depositi continentali
prevalentemente argillosi o argilloso-limososabbiosi praticamente privi di circolazione
idrica sotterranea: Depositi fluvio-lacustri
Bassissimo
Complessi argillitico-marnosi con circolazione
idrica sotterranea da assente a molto
modesta(*): Scaglia rossaComplessi caotici
argillitico-calcarei con circolazione idrica
sotterranea nettamente compartimentata e
limitata(*): Argille e calcari
(*) comprese le relative coperture detritiche ed alluvionali di modesto spessore
A partire dal grado medio, sono presenti limitazioni alla previsione negli
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strumenti di pianificazione di trasformazioni, fisiche e funzionali, che
comportino attività e/o impianti “inquinanti”, con relative prescrizioni,
secondo quanto di seguito specificato:
§.4 Grado di vulnerabilità medio e alto
Sono presenti alcune limitazioni. Piani attuativi ed interventi diretti
concernenti impianti e/o attività inquinanti saranno rispettivamente
approvabili ed abilitabili solo se corredati della valutazione della vulnerabilità
reale locale, e nel caso dal progetto delle opere necessarie per la
mitigazione del rischio potenziale specifico.
Tale rischio deve essere definito attraverso valutazioni incrociate tra
vulnerabilità intrinseca, tipologia del centro di pericolo, caratteristiche
idrogeologiche ed idrodinamiche dell’acquifero e valore della risorsa da
tutelare (quantità, qualità ed utilizzo).
§.5 Grado di vulnerabilità elevato ed elevatissimo
Sono presenti fortissime limitazioni. Non saranno ammissibili, di norma, le
trasformazioni comportanti impianti e/o attività potenzialmente molto
inquinanti: ad esempio, impianti per zootecnia di carattere industriale,
impianti di itticoltura intensiva, manifatture potenzialmente a forte capacità
di inquinamento, centrali termoelettriche, depositi a cielo aperto ed altri
stoccaggi di materiali inquinanti idroveicolabili; impianti per la depurazione
dei reflui. Limitazioni e prescrizioni dovranno essere applicate per cave,
collettori fognari, strade di grande o media comunicazione, pascolo e stazzo
di bestiame, colture utilizzanti pesticidi, diserbanti e fertilizzanti.
Art - 20 - Disposizioni e norme di salvaguardia
§.1 Nel Piano Strutturale comunale sono vigenti le seguenti disposizioni o
misure di salvaguardia:
- misure di salvaguardia per la riduzione del rischio idraulico e del rischio
da frana di cui alle Delibere dell’Autorità di Bacino del Serchio n° 89 del
27/10/1999 e n° 110 del 7/6/2001;
- misure di salvaguardia per la difesa dai fenomeni alluvionali di cui al
P.I.T., Titolo VII, Capo I (ambiti A1, A2, B e riduzione
dell’impermeabilizzazione, con relative disposizioni attuative);
- misure di salvaguardia per la riduzione del rischio da frana di cui al
P.T.C., artt. 18 e 19 (aree vulnerate da frane attive e aree vulnerate da
frane quiescenti);
- misure di salvaguardia per la difesa degli acquiferi nelle aree ad
elevata/elevatissima vulnerabilità intrinseca e potenziale di cui al P.T.C.,
art. 27;
- disposizioni per la tutela delle risorse idriche del sottosuolo di cui al
P.T.C., art. 28;
- disposizioni per la tutela della qualità delle acque destinate al consumo
umano di cui al P.T.C., art. 29;
- disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche di cui al P.T.C.,
art. 64;
- disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica;
- prescrizioni relative alla redazione della carta della fattibilità in sede di
Regolamento Urbanistico.
Art. 21- Misure di salvaguardia per la difesa dai fenomeni alluvionali
(P.I.T., Titolo VII, Capo I)
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§.1 Ai fini del corretto assetto idraulico dei corsi d’acqua principali (indicati in
un apposio elenco), il P.I.T. ribadisce la necessità di individuare in ogni
territorio comunale gli ambiti fluviali A1, A2 e B, già definiti dalla D.C.R
230/94 e di seguito citati, oggetto di apposite salvaguardie. Nel caso di
Bagni di Lucca, l’elenco dei corsi d’acqua principali è il seguente:
-
RIO BENABBIANA (cod. LU2010; ambiti A e B)
RIO BUGLIESIMA (cod. LU2030; ambiti A e B)
FOSSO CAMAIONE (cod. LU951; ambiti A e B)
RIO COCCIA DI VICO (cod. LU2080; ambito A)
TORRENTE DIANA (cod. LU2568; ambito A)
TORRENTE FEGANA,RIO PELAGO,SOLCO GRANDE (cod. LU2606;
ambiti A e B)
FOSSO FIESCIO, CARPINETA E DIEGORE (cod. LU1828; ambito A)
RIO FOLOGNO O RIFOLOGNO (cod. LU2112; ambito A)
RIO FORRA FREDDA (cod. LU2124; ambito A)
FOSSO GENITOLLA O DELLA SEGA (cod. LU1242; ambito A)
RIO LEGARA, RIO ELLERO (cod. LU2666; ambito A)
FIUME LIMA (cod. LU730; ambiti A e B)
FOSSO LUCERNOLA o LUCERNA (cod. LU1359; ambito A)
TORRENTE PIZZORNA (cod. LU2765; ambiti A e B)
RIO RIGUZZAIO (cod. LU2313; ambito A)
TORRENTE SCESTA (cod. LU2829; ambito A)
FIUME SERCHIO (cod. LU747; ambiti A e B)
RIO VOLANIA, RIO VOGLIANE (cod. LU2418; ambito A)
§.2 Salvaguardie per l’ambito A1
Si applicano agli interventi in ambito denominato A1 definito “di assoluta
protezione del corso d’acqua”, che corrisponde agli alvei, alle golene, agli
argini dei corsi d’acqua di cui al punto b, comma 2 dell’art. 65 del P.I.T.,
nonché alle aree comprese nelle due fasce della larghezza di 10 metri
adiacenti a tali corsi d’acqua, misurate a partire dal piede esterno dell’argine
o, in mancanza, dal ciglio di sponda.
§.2.1. Fino all’entrata in vigore del Regolamento Urbanistico comunale, le
concessioni edilizie, le autorizzazioni edilizie, le denunce di inizio attività, le
autorizzazioni per l’esercizio dell’attività estrattiva, le approvazioni di opere
pubbliche, gli strumenti urbanistici e loro varianti, i piani attuativi, gli accordi
di programma e le conferenze ex art. 3 bis L. 441/87 non possono
prevedere nuove edificazioni, manufatti di qualsiasi natura e trasformazioni
morfologiche nell’ambito A1, fatta eccezione per i manufatti e le
trasformazioni morfologiche di carattere idraulico.
§.2.2 Sono fatte salve le opere idrauliche, di attraversamento del corso
d’acqua, gli interventi trasversali di captazione e restituzione delle acque,
nonché gli adeguamenti di infrastrutture esistenti senza avanzamento verso
il corso d’acqua, a condizione che si attuino le precauzioni necessarie per la
riduzione del rischio idraulico relativamente alla natura dell’intervento ed al
contesto territoriale e si consenta comunque il miglioramento
dell’accessibilità al corso d’acqua stesso.
§.3 Salvaguardie per l’ambito A2
Si applicano agli interventi nell’ulteriore ambito denominato A2, definito “di
tutela del corso d’acqua e di possibile inondazione”, riferito ai corsi d’acqua
(di cui agli allegati al P.I.T. n° 4 e 5) che hanno tratti significativi, ai fini
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idraulici, di larghezza superiore a 10 metri, misurata fra i piedi esterni degli
argini oppure, ove mancanti, fra i cigli di sponda.
Tale ambito corrisponde alle due fasce immediatamente esterne all’ambito
A1 che hanno larghezza pari alla larghezza del corso d’acqua definita come
sopra, per un massimo di 100 metri.
§.3.1 Fino all’entrata in vigore del Regolamento Urbanistico comunale, le
concessioni edilizie, le autorizzazioni edilizie, le denunce di inizio attività, le
autorizzazioni per l’esercizio dell’attività estrattiva, le approvazioni di opere
pubbliche, gli strumenti urbanistici e loro varianti, i piani attuativi, gli accordi
di programma e le conferenze ex art. 3 bis L. 441/87 possono prevedere
nell’ambito A2 i seguenti interventi, che per le loro caratteristiche non
necessitano, in base alle presenti norme, di verifica idraulica:
a) tutti gli interventi previsti dallo S.U. generale comunale all’interno delle
zone omogenee A, B, D non soggette a piano urbanistico attuativo, F
destinate a parco, nonché le relative opere di urbanizzazione primaria di
interesse di quartiere;
b) gli interventi in zone territoriali omogenee C e D di espansione soggette
a piano urbanistico attuativo e relative opere di urbanizzazione primaria
e secondaria per i quali” in base a certificazione del Sindaco risulti che
alla data di entrata in vigore del PIT siano già state rilasciate le
concessioni per almeno il 50% della superficie coperta complessiva
prevista dal piano attuativo, intendendo in tale quota la somma delle
superfici coperte previste dal piano attuativo stesso nei singoli lotti per i
quali sono state rilasciate le concessioni. Detta certificazione dovrà
essere immediatamente trasmessa, per conoscenza al Dipartimento
Urbanistica della Regione Toscana. La certificazione di cui sopra non e
necessaria nel caso sia già stata redatta in attuazione delle deliberazioni
della G.R. n. 11540 del 13.12.1993 e n. 11832 del 20.12.1993 e D.C.R.
230 del 1994;
c) gli interventi in zona territoriale omogenea ”E” o a prevalente ed
esclusiva funzione agricola per la realizzazione di serre, per impianti
produttivi che comportano l’impermeabilizzazione del suolo e per la
riqualificazione degli edifici esistenti anche con demolizioni e costruzioni
nei limiti delle quantità volumetriche esistenti;
d) le opere pubbliche necessarie per la manutenzione ordinaria,
straordinaria e di adeguamento di infrastrutture, attrezzature, impianti e
opere idrauliche esistenti;
e) gli interventi di escavazione per attività estrattive la cui profondità,
rispetto alla quota del piede esterno dell’argine o, in mancanza, del
ciglio di sponda, sia minore alla misura di 1/5 della distanza dallo stesso
piede esterno dell’argine o dal ciglio di sponda;
f) gli interventi derivanti da previsioni urbanistiche approvate in attuazione
delle direttive di cui agli articoli 5, 6 e 7 della D.C.R. 230 del 1994.
§.3.2 Le concessioni edilizie, le autorizzazioni edilizie, le denunce di inizio
attività, le autorizzazioni per l’esercizio dell’attività estrattiva, le approvazioni
di opere pubbliche, gli accordi di programma e le conferenze ex art. 3 bis L.
441 del 1987 possono prevedere nell’ambito A2 interventi di nuova
costruzione e trasformazione morfologica, ove questi non rientrino tra quelli
già consentiti al punto precedente, alle seguenti condizioni:
a) le nuove opere pubbliche a condizione che venga contestualmente
documentata l’assenza delle condizioni di rischio legate a fenomeni di
esondazione o ristagno, ovvero si approvino gli interventi necessari per
la riduzione del rischio idraulico, relativamente alla natura dell’intervento
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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ed al contesto territoriale;
b) gli interventi di edilizia economica e popolare e i piani per gli
insediamenti produttivi a condizione che venga contestualmente
documentata l’assenza delle condizioni di rischio legate a fenomeni di
esondazione o ristagno ovvero si approvino gli interventi necessari alla
riduzione del rischio idraulico relativamente alle caratteristiche del lotto
interessato e si minimizzino i rischi per i futuri utenti in caso di
esondazione;
c) gli interventi di iniziativa privata per i quali, prima del rilascio della
concessione o autorizzazione, venga presentata da parte del
richiedente la dimostrazione dell’assenza delle condizioni di rischio
legate a fenomeni di esondazione o ristagno ovvero venga presentato il
progetto degli interventi necessari alla riduzione del rischio idraulico
relativamente alle caratteristiche del lotto interessato e si minimizzino i
rischi per i futuri utenti in caso di esondazione.
§.4 Salvaguardie per l’ambito B
Si applicano per le previsioni urbanistiche nell’ambito denominato ”B”
comprendente le aree potenzialmente inondabili in prossimità dei corsi
d’acqua (di cui agli allegati al P.I.T. n° 4 e 5) che possono essere
necessarie per gli eventuali interventi di regimazione idraulica tesi alla
messa in sicurezza degli insediamenti. Tale ambito corrisponde alle aree a
quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a due metri sopra il
piede esterno d’argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda.
Il limite esterno di tale ambito è determinato dai punti di incontro delle
perpendicolari all’asse del corso d’acqua con il terreno alla quota altimetrica
come sopra individuata e non potrà comunque superare la distanza di metri
lineari 300 dal piede esterno dell’argine o dal ciglio di sponda.
Ai sensi di quanto disposto dal P.T.C. (Appendice 1 - Indirizzi per le indagini
e valutazioni sulle condizioni di fragilità del territorio; par. 2.3), la
delimitazione dell’ambito B per Serchio e Lima è stata effettuata basandosi
su uno studio specifico, fornito dall’Autorità di Bacino, che ha tenuto conto
delle portate di tali corsi d’acqua con tempo di ritorno 200 anni.
§.4.1 Fino all’entrata in vigore del Regolamento Urbanistico comunale, le
salvaguardie si applicano quando lo strumento urbanistico generale o la
relativa variante individua, all’interno dell’ambito ”B”, nuove previsioni
relative alle zona C, D, F per attrezzature generali, esclusi i parchi, nonché
per nuove infrastrutture a rete o puntuali che comportino nuove costruzioni
o trasformazioni morfologiche; non costituiscono nuove previsioni le
modifiche delle previsioni esistenti che comportino aumenti alla superficie
coperta complessiva fino a mq. 200.
§.4.2 Tali salvaguardie si applicano inoltre alle nuove previsioni in ambito
”B” degli strumenti urbanistici generali e loro varianti, comunque volte a
conseguire incrementi di superficie coperta superiore a 500 mq. 6. Le
previsioni sopra definite possono essere approvate se si verifica l’insieme
delle tre seguenti condizioni:
a) si dimostri l’impossibilità di localizzare la previsione all’interno del
tessuto urbano esistente anche tramite interventi di recupero
urbanistico;
b) si dimostri la necessità, in rapporto a esigenze di interesse pubblico, di
localizzare la previsione all’interno dell’ambito definito ”B”;
c) si effettui sul corso d’acqua interessato una specifica indagine
idrologico-idraulica al fine di individuare l’eventuale presenza del rischio
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idraulico valutato sulla base della piena con tempo di ritorno
duecentennale. In presenza di rischio idraulico così definito dovranno
essere individuati nello strumento urbanistico gli interventi di
regimazione idraulica dimensionati sulla base della piena con tempo di
ritorno duecentennale nonché le aree da destinare alla localizzazione
degli stessi per preservare le nuove previsioni e i centri abitati vicini. Gli
interventi di regimazione idraulica non dovranno aggravare le condizioni
di rischio a valle degli insediamenti da proteggere. Nel caso in cui il
corso d’acqua interessato sia all’interno di comprensori di bonifica o sia
ricettore di acque provenienti da tali comprensori gli interventi di
regimazione idraulica dovranno essere correlati all’assetto idraulico
degli stessi.
§.4.3 Ai fini dell’individuazione del rischio o degli interventi di regimazione
idraulica il Comune potrà tenere conto anche degli interventi di regimazione
idraulica già individuati negli strumenti urbanistici vigenti di altri Comuni.
Contestualmente alla realizzazione delle nuove previsioni insediative o
infrastrutturali si dovrà procedere alla realizzazione degli interventi di
regimazione idraulica necessari per la messa in sicurezza di tali nuove
previsioni.
§.4.4 All’interno dell’ambito ”B”, i piani urbanistici attuativi dello S.U.
generale vigente, adottati dal 6.7.1994, che prevedano nuove edificazioni o
trasformazioni morfologiche, devono essere dotati di uno studio idrologicoidraulico che definisca gli ambiti soggetti ad inondazione per piene con
tempo di ritorno centennale, esaminando un tratto di corso d’acqua
significativo che abbia riferimento con l’area di intervento. Lo studio dovrà
inoltre verificare che l’area di intervento non sia soggetta a fenomeni di
ristagno. Ove l’area interessata dal piano urbanistico attuativo risulti, in
seguito allo studio di cui sopra, non soggetta ad inondazioni per piene con
tempo di ritorno centennale e non sia soggetta a fenomeni di ristagno, si
potrà procedere all’approvazione del piano stesso; in caso contrario si dovrà
contestualmente approvare il progetto degli interventi necessari a riportare
ad un tempo di ritorno superiore a cento anni il rischio di inondazione e ad
eliminare il rischio di ristagno. Il progetto dovrà essere compatibile con la
situazione idraulica dell’ambito territorialmente adiacente alla zona di
intervento. Gli interventi di progetto di cui sopra dovranno essere realizzati
contestualmente alle altre opere di urbanizzazione del piano urbanistico
attuativo.
§.4.5 Sono esclusi dalle salvaguardie i nuovi piani attuativi e le varianti ai
piani attuativi vigenti che non comportano trasformazioni morfologiche e che
non prevedono incrementi di superficie coperta superiori a mq. 200.
§.5 Riduzione dell’impermeabilizzazione superficiale
Per l’intero territorio comunale i progetti relativi alla realizzazione delle
sistemazioni esterne, dei parcheggi, della viabilità, dei rilevati dovranno
essere tesi ad evitare l’ulteriore impermeabilizzazione superficiale
rispettando le seguenti prescrizioni:
a) la realizzazione di nuovi edifici deve garantire il mantenimento di una
superficie permeabile pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria di
pertinenza del nuovo edificio in base agli indici di superficie coperta di
zona. Per superficie permeabile di pertinenza di un edificio si intende la
superficie non impegnata da costruzioni che comunque consenta
l’assorbimento anche parziale delle acque meteoriche;
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b) i nuovi spazi pubblici e privati destinati a piazzali, parcheggi e viabilità
pedonale o meccanizzata, devono essere realizzati con modalità
costruttive che consentano l’infiltrazione o la ritenzione anche
temporanea delle acque. Sono possibili eccezioni a tale disposizione
esclusivamente per dimostrati motivi di sicurezza o di tutela storico ambientale;
c) il convogliamento delle acque piovane in fognatura o in corsi d’acqua
deve essere evitato quando è possibile dirigere le acque in aree
adiacenti con superficie permeabile senza che si determinino danni
dovuti a ristagno.
§.6 Disposizioni attuative delle salvaguardie relative agli ambiti A1, A2 e B
Non sono soggetti alle presenti salvaguardie le concessioni o autorizzazioni
in sanatoria ai sensi del Capo IV della L. 28.2.1985 n. 47, mentre sono
comprese le concessioni o autorizzazioni in sanatoria ai sensi dell’art. 13
della stessa legge.
§.6.1 I progetti che prevedono interventi edilizi o di trasformazioni
morfologiche a distanza inferiore a ml. 110 dal piede esterno dall’argine o,
ove mancante, dal ciglio di sponda dei corsi d’acqua di cui ai citati allegati
elenchi devono contenere I’individuazione della larghezza del corso d’acqua
per la definizione degli ambiti ”Al” e ”A2” da effettuare in uno dei seguenti
modi:
a) tramite rilievo topografico in scala 1.1000 o di maggior dettaglio;
b) tramite individuazione su cartografia aerofotogrammetrica collaudata
nella scala di maggior dettaglio disponibile, a condizione che tale
cartografia non sia in scala inferiore a 1:5.000 e sia accompagnata da
dichiarazione del progettista o altro tecnico abilitato da cui risulti che il
corso d’acqua in esame non ha subito nel tratto interessato modifiche
sostanziali di larghezza dalla data del volo di base della cartografia
stessa.
Ove esistano difficoltà nell’individuazione del piede esterno dell’argine e del
ciglio di sponda, va applicata l’ipotesi corrispondente alla maggior
larghezza.
§.6.2 Gli attraversamenti da realizzarsi mediante ponti, tombini stradali o
ferroviari, passi carrabili non potranno comunque ridurre la sezione idraulica
preesistente. Non rientrano tra le opere di attraversamento altri interventi
che configurino la copertura del corso d’acqua.
§.6.3 Ai fini dell’applicazione delle presenti norme si precisa quanto segue:
a) per nuova edificazione si intendono tutti gli interventi edilizi che
comportano la realizzazione dei nuovi volumi con l’esclusione delle
sopraelevazioni e della demolizione e ricostruzione all’interno della
superficie coperta preesistente, sempre che tali edifici siano in regola
con la normativa edilizia;
b) per manufatti di qualsiasi natura si intendono tutte quelle opere che
possono ostacolare il deflusso delle acque anche in caso di
esondazione quali recinzioni, depositi di qualsiasi natura, serre, tettoie,
piattaforme o simili, con esclusione delle vasche per acquacoltura da
realizzarsi senza sopraelevazioni rispetto al piano di campagna
esistente;
c) per trasformazioni morfologiche di aree pubbliche o private si intendono
esclusivamente quelle modifiche del territorio che costituiscono ostacolo
al deflusso delle acque in caso di esondazione.
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§.6.4 La dimostrazione dell’assenza delle condizioni di rischio legate a
fenomeni di esondazione o ristagno, intesa come limite di rischio accettabile
senza interventi di adeguamento, deve essere costituita da uno dei seguenti
elaborati:
a) una o più sezioni trasversali al corso d’acqua che attraversino l’area di
intervento, in scala 1:100 o 1:200 redatte dal tecnico progettista o da
altro tecnico abilitato da cui risulti che la quota minima di altezza del
piano di campagna esistente nella zona di intervento e superiore di
almeno ml. 2 rispetto alla quota del piede d’argine esterno piu vicino o,
in mancanza, del ciglio di sponda piu vicino;
b) relazione idrologico-idraulica redatta da tecnico abilitato da cui risulti che
l’area di intervento e comunque protetta da rischio di inondazione o
ristagno;
c) relazione tecnica nella quale sia richiamata la verifica idrologicoidraulica già effettuata preliminarmente in sede di approvazione dello
S.U. generale o del piano urbanistico attuativo, che abbia già individuato
l’assenza del rischio.
§.6.5 I progetti degli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico
in ambito A1 e A2 devono essere accompagnati da una relazione
idrologico-idraulica redatta da tecnico abilitato, che individui le
caratteristiche del rischio. Tali progetti dovranno essere compatibili con la
situazione idraulica dell’ambito territoriale esterno alla zona di intervento. Gli
interventi necessari per la riduzione del rischio connessi alla realizzazione
dell’opera dovranno essere realizzati contestualmente all’opera a cui si
riferiscono.
§.6.6 La documentazione prevista dalla presente disciplina è parte
integrante della documentazione necessaria per il rilascio o l’emanazione
degli atti su cui si applicano le salvaguardie e deve quindi essere presentata
ed esaminata nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente per il
rilascio e l’emanazione degli stessi atti. La verifica della dimostrazione
dell’assenza delle condizioni di rischio o del progetto degli interventi
necessari alla riduzione del rischio di cui ai precedenti punti deve essere
effettuata dal Comune in sede di rilascio dell’autorizzazione o della
concessione edilizia, dall’ente competente all’emanazione del decreto di
approvazione di accordi di programma o alla deliberazione di cui alla legge
n. 441 del 1987 e dal tecnico asseverante per la denuncia di inizio
dell’attività. Per gli interventi di particolare complessità, i Comuni possono
richiedere eccezionalmente la collaborazione dell’Ufficio del Genio Civile.
Quando gli interventi necessari alla riduzione del rischio idraulico
interessano opere idrauliche di competenza della Regione o dello Stato,
dovrà essere richiesta preliminarmente all’Ufficio del Genio Civile o al
Provveditorato delle Opere Pubbliche, secondo le rispettive competenze,
l’autorizzazione idraulica prevista dalla normativa vigente.
§.6.7 Gli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico sono parte
dell’opera a cui si riferiscono, in particolare si precisa che:
- nella edificazione all’interno di un lotto sono opere di sistemazione
esterna o opere edilizie;
- nella urbanizzazione di un piano attuativo sono opere di urbanizzazione
o di collegamento ai pubblici servizi.
Art. 22 - Misure di salvaguardia per la riduzione del rischio da frana
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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§.1 Nelle aree vulnerate da frane attive e più in generale nelle aree a
pericolosità geomorfologica 4 sono ammissibili esclusivamente le seguenti
trasformazioni (art. 18 del P.T.C.), :
a) quelle finalizzate alla bonifica, alla regimazione delle acque superficiali e
sotterranee, alla stabilizzazione e comunque al raggiungimento della
massima attingibile condizione di equilibrio geomorfologico;
b) quelle inerenti l’esercizio dell’ordinaria coltivazione del suolo,
relativamente ai terreni ove essa sia già in atto alla data di adozione del
presente strumento di pianificazione urbanistica, nonché quelle
finalizzate a promuovere e a favorire il riformarsi della vegetazione
spontanea, anche a seguito della cessazione definitiva della coltivazione
dei terreni, in ogni caso secondo modalità coerenti con il riassetto
idrogeologico delle aree interessate, e purché corredate dalle
necessarie opere di regimazione idrica superficiale;
c) quelle rientranti nella definizione di manutenzione straordinaria dei
manufatti edilizi esistenti, ivi comprese le infrastrutture;
d) quelle comunque finalizzate a ridurre la vulnerabilità dei manufatti
esistenti e ad accrescere la tutela della pubblica incolumità.
a) In queste aree, dunque, sono consentite esclusivamente le
trasformazioni fisiche del territorio e gli interventi edilizi a carattere
conservativo e/o di ripristino, comunque vincolati all’esecuzione di
indagini geomorfologiche, idrogeologiche, litotecniche e geotecniche di
approfondimento, basate su opportuni accertamenti geognostici, che
dovranno inquadrare il fenomeno alla scala del versante.
Le indagini dovranno anche accertare che la trasformazione o l’intervento,
qualora giudicati realizzabili, non influiscano negativamente sulla
pericolosità delle aree circostanti.
§.2 Nelle aree vulnerate da frane quiescenti e più in generale nelle aree a
pericolosità geomorfologica 3b sono ammissibili, oltre a quelle rientranti
nella definizione di manutenzione straordinaria a quelle finalizzate a ridurre
la vulnerabilità dei manufatti esistenti e ad accrescere la tutela della
pubblica incolumità, le seguenti trasformazioni (art. 19 del P.T.C., con lievi
modifiche):
a) quelle finalizzate alla bonifica, alla regimazione delle acque superficiali,
nonché, ove esistenti, sotterranee, alla stabilizzazione, e comunque al
raggiungimento della massima attingibile condizione di equilibrio
geomorfologico;
b) quelle inerenti l’esercizio dell’ordinaria coltivazione del suolo, nonché
quelle finalizzate a promuovere e a favorire il riformarsi della
vegetazione spontanea, anche a seguito della cessazione definitiva
della coltivazione dei terreni, in ogni caso secondo modalità coerenti con
il riassetto idrogeologico delle aree interessate, e purché corredate dalle
necessarie opere di regimazione idrica superficiale;
c) quelle dei manufatti edilizi esistenti ammissibili in conformità a ogni altra
disposizione del piano strutturale e degli altri strumenti urbanistici
comunali, a condizione che tali trasformazioni comportino il massimo
consolidamento strutturale dei manufatti medesimi; saranno ammessi
piccoli ampliamenti purché sia preventivamente dimostrato, mediante
ricerca storica ed indagine geologica basata su opportuni ed
approfonditi accertamenti geognostici, che la frana ha esaurito la sua
capacità evolutiva e si è quindi stabilizzata;
d) ove ne sia dimostrata la necessità:
b) -quelle di consolidamento e di adeguamento degli esistenti elementi di
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viabilità, comprensiva della viabilità rurale e di servizio forestale;
c) quelle di realizzazione di impianti tecnici di modesta entità a condizione
che siano compatibili con il tipo di rischio;
d) quelle di realizzazione di piccoli manufatti per il ricovero di attrezzi
agricoli e di materiali per l’esercizio delle attività agricole.
In queste aree, dunque, le trasformazioni fisiche del territorio e gli interventi
edilizi sono fortemente limitati e strettamente vincolati all’esecuzione di
indagini geomorfologiche, idrogeologiche, litotecniche e geotecniche di
approfondimento, basate su opportuni accertamenti geognostici, che
dovranno anche inquadrare il fenomeno alla scala del versante e stabilire
l’effettiva fattibilità dell’intervento, eventualmente prevedendo interventi di
bonifica sul versante e/o l’adozione di particolari tecniche strutturali e/o
fondazionali.
§.3 Le indagini dovranno inoltre accertare che la trasformazione o
l’intervento, qualora giudicati realizzabili, non influiscano negativamente
sulla pericolosità delle aree circostanti.
Art. 23 - Misure di salvaguardia per la difesa degli acquiferi (P.T.C., art.
27)
§.1 Nelle aree ad elevata/elevatissima vulnerabilità intrinseca e potenziale
di cui al P.T.C., art. 27 non è ammissibile la realizzazione di:
a) impianti per zootecnia di carattere industriale;
b) impianti di itticoltura intensiva;
c) manifatture potenzialmente a forte capacità di inquinamento;
d) centrali termoelettriche;
e) depositi a cielo aperto e altri stoccaggi di materiali inquinanti
idroveicolabili.
§.2 Non sono ammissibili né la realizzazione né l’ampliamento di discariche,
se non per i materiali di risulta dell’attività edilizia completamente inertizzati.
§.3 Le attività estrattive di cava sono ammissibili a condizione che idonei
studi idrogeologici, corredanti i progetti di coltivazione, escludano ogni
possibile interferenza negativa con la circolazione idrica sotterranea.
§.4 Nell’esecuzione delle opere destinate a contenere o a convogliare
sostanze, liquide o solide o gassose, potenzialmente inquinanti, quali
cisterne, reti fognarie, oleodotti, gasdotti, e simili, devono essere poste in
essere particolari cautele atte a garantire la tenuta idraulica, quali
L’approntamento di bacini di contenimento a tenuta stagna, di sistemi di
evacuazione d’emergenza, di materiali o pannelli assorbenti, e simili.
§.5 Sono comunque vietati:
a) gli scarichi liberi sul suolo e nel sottosuolo di liquidi e di altre sostanze di
qualsiasi genere o provenienza;
b) il lagunaggio dei liquami prodotti da allevamenti zootecnici aziendali o
interaziendali, al di fuori di appositi lagoni di accumulo impermeabilizzati
con materiali artificiali.
Art. 24 - Disposizioni per la tutela delle risorse idriche (P.T.C., art. 28)
§.1 Allo scopo di tutelare le risorse idriche del sottosuolo, in occasione di
ogni trasformazione, riguardante immobili dei quali facciano parte, o siano
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pertinenziali, superfici, coperte e scoperte, adibibili alla produzione o allo
stoccaggio di beni finali, di intermedi e di materie prime, ovvero di qualsiasi
merce suscettibile di provocare scolo di liquidi inquinanti, devono essere
osservate le seguenti disposizioni:
a) tutte le predette superfici devono essere adeguatamente
impermeabilizzate e munite di opere di raccolta dei liquidi di scolo
provenienti dalle medesime superfici;
b) le opere di raccolta dei liquidi di scolo devono essere dimensionate in
funzione anche delle acque di prima pioggia, per esse intendendosi
quelle indicativamente corrispondenti, per ogni evento meteorico, a una
precipitazione di 5 millimetri uniformemente distribuita sull’intera
superficie scolante servita dalla rete di drenaggio;
c) le acque di prima pioggia devono essere convogliate nella rete fognante
per le acque nere, con o senza pretrattamento secondo quanto
concordato con il soggetto gestore della medesima rete fognante,
oppure smaltite in corpi idrici superficiali previo adeguato trattamento;
d) le acque meteoriche eccedenti quelle di prima pioggia possono essere
smaltite in corpi idrici superficiali, ove ammissibile in relazione alle
caratteristiche degli stessi, o in fognatura o in impianti consortili
appositamente previsti.
Art. 25 - Disposizioni per la tutela della qualità delle acque destinate al
consumo umano (P.T.C., art. 29)
§.1 Per acque destinate al consumo umano si intendono tutte le acque,
escluse le acque minerali e termali, qualunque ne sia l’origine, allo stato in
cui si trovano o dopo trattamento, che siano: a) fornite al diretto consumo
umano; b) utilizzate da imprese, mediante incorporazione o contatto, nella
produzione, nel trattamento, nella conservazione, nell’immissione sul
mercato di prodotti e sostanze alimentari destinate al consumo umano.
§.2 Al fine di assicurare, mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative
delle acque da destinare al consumo umano, il piano strutturale comunale
recepisce, a salvaguardia delle sorgenti, dei pozzi a uso idropotabile e dei
punti di presa delle acque, le perimetrazioni delle aree di salvaguardia
definite dalla regione, su proposta dell’autorità d’ambito territoriale ottimale,
ovvero secondo le estensioni minime stabilite dalle relative disposizioni di
legge, e disciplina tali aree di salvaguardia in conformità alle medesime
disposizioni di legge, e alle eventuali ulteriori disposizioni regionali.
Art. 26 - Disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche (P.T.C.,
art. 64)
Il P.S. detta disposizioni volte a mantenere e valorizzare i caratteri distintivi
delle emrgenze geologiche presenti nel territorio, con l’osservanza di quanto
segue.
Nelle emergenze geologiche sono ammissibili:
a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e
paesaggistici;
b) le opere e le attività volte al miglioramento dell’assetto idrogeologico, ove
non in contrasto con gli aspetti naturalistici e paesaggistici.
Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti:
a) l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici o
mineralogici;
b) l’introduzione in qualsiasi forma di esemplari di specie vegetali non
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autoctone.
Le emergenze geologiche possono essere oggetto di specifici progetti
d’iniziativa pubblica, definiti d’intesa tra tutte le amministrazioni competenti,
volti a prevedere e a disciplinare le opere e le attività ammissibili, e in
particolare:
a) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli istituti scientifici
autorizzati;
b) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di
percorsi e di spazi di sosta, di impianti tecnici di modesta entità, per favorire
l’osservazione e la pubblica fruizione dei beni interessati.
Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile l’utilizzazione
per attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio.
Art. 27 - Disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica.
Le attività di escavazione sono regolamentate dalla Delibera del Consiglio
Regionale della Toscana 7 marzo 1995, n. 200 ”Piano Regionale delle
Attività Estrattive (P.R.A.E.)” e dalle successive delibere G.R. n. 3886/95, n.
4418/95 e n. 1401/96 ”Istruzioni tecniche per la redazione delle varianti
urbanistiche in applicazione al P.R.A.E.”.
Per quanto riguarda le cave attive, si individua un unico sito, corrispondente
alla cava “Borgognoni” in località Tana a Termini, già definito nel PRAE con
la sigla 502-A-12 (gcs) – BEA.1, per la cui attività vale la normativa disposta
dalla L.R. 78/98 e, in ordine alla V.I.A., dalla L.R. 79/98.
Relativamente all’unica cava esistente non riconfermata dallo stesso PRAE,
che ha già cessato l’attività (cave “Tana”; 502-B-12 (gcs)), il Comune ha
ritenuto opportuno incentivarne il recupero, predisponendo una specifica
variante urbanistica (approvata con Delibera del Consiglio Comunale n° 22
del 16/3/98 e pubblicata sul BURT n° 19 del 13/5/98).
In ossequio alle ”Istruzioni tecniche” succitate, in tale sito potrà essere
consentita l’ulteriore escavazione e commercializzazione del materiale
escavato purché vengano rispettate tutte le seguenti condizioni:
- la quantità da commercializzare non dovrà superare il 30% di quanto già
escavato nella cava prima della cessazione dell’attività estrattiva; all’interno
di tale quantità il Comune, con la variante urbanistica, individua le effettive
quantità massime di materiale da escavare e da commercializzare in
funzione della necessità di rimodellamento dell’area di cava per il corretto
recupero della stessa;
- venga redatto dal richiedente un piano finanziario a costi di mercato con
riportati i costi di recupero e i ricavi ipotizzabili per il materiale da
commercializzare, in cui l’utile d’impresa non sia superiore al 20% dei costi
di recupero; la durata degli interventi di recupero/ripristino non deve
superare i tre anni.
Il R.U. potrà dettare ulteriori disposizioni per il recupero ambientale e
funzionale di siti dismessi. Secondo quanto disposto dall’art. 65 del PTC (ed
in attesa di ulteriori prescrizioni e misure di salvaguardia che verranno con il
redigendo Piano delle Attività Estrattive di Recupero delle aree scavate e
riutilizzo dei residui recuperabili della Provincia - PAERP), le azioni di
recupero dovranno essere indirizzate “a riportare, ove possibile, l’uso del
suolo dell’area interessata allo stato precedente alla coltivazione di cava,
oppure a migliorare, sotto il profilo ambientale, i caratteri dell’area
interessata dalle attività estrattive, mediante interventi che producano un
assetto finale tale da consentire un effettivo reinserimento del sito nel
paesaggio e nell’ecosistema circostante”.
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Per quanto riguarda le discariche, nel territorio comunale sono presenti due
siti dismessi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che dovranno essere
sottoposti alle procedure di bonifica previste per legge: la discarica
nell’alveo del Torrente Bugliesima, in località Ronco e quella nell’alveo del
Torrente Diana, in località Santa Trinità. Il R.U. potrà assumere per tali aree
specifiche destinazioni urbanistiche solo dopo l’avvenuta bonifica, fermo
restando che tali destinazioni dovranno essere compatibili con le norme del
relativo sistema territoriale di appartenenza.
Art. 28 - Prescrizioni relative alla redazione della carta della fattibilità in
sede di Regolamento Urbanistico
Il concetto di fattibilità esprime l’ammissibilità delle trasformazioni, fisiche e
funzionali, del territorio e degli immobili che lo compongono. La carta della
fattibilità rappresenta pertanto il documento di sintesi ottenuto incrociando i
vari tipi di pericolosità riscontrati sul territorio comunale con il grado di
esposizione relativo alle destinazioni d’uso ed alle trasformazioni previste
dal R. U., così come prescritto dal P.T.C.
La fattibilità dovrà essere espressa mediante una codifica alfanumerica, in
cui la lettera identifica la problematica di pericolosità (geomorfologica,
geotecnica, idraulica, sismica) ed il numero (talora accompagnato da altre
lettere) la classe di fattibilità. In questo modo, da una classe di pericolosità
potremo avere più classi di fattibilità a seconda del grado di esposizione
dell’intervento previsto.
Sulla cartografia verrà indicata la fattibilità correlata all’intervento con grado
di esposizione maggiore previsto dal R.U.; pertanto, in sede di R.U. dovrà
anche essere predisposta una matrice che permetta di ottenere la fattibilità
di un intervento a grado di esposizione minore rispetto a quello massimo
indicato sulla cartografia.
Ovviamente, in sede di R.U. dovrà anzitutto essere aggiornato ed
eventualmente integrato o modificato il quadro conoscitivo di base e quindi
quello dei vari tipi di pericolosità presenti.
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TITOLO TERZO
DISPOSIZIONEI FINALIZZATE ALLA TUTELA
DELL’INTEGRITA’ CULTURALE DEL TERRITORIO
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capo primo
La procedura di valutazione delle trasformazioni
Art. 29 - La valutazione degli effetti ambientali
§1. Ai sensi degli artt. 5, 13 e 32 della L.R. 5/95, il Piano Strutturale deve
contenere la valutazione degli effetti ambientali, intesa, nella sua accezione
più ampia, come valutazione finalizzata non solo ad evitare che le
trasformazioni del territorio possano condurre ad una riduzione e ad un
degrado significativo ed irreversibile delle risorse ambientali, ma anche a
riconoscere, al di là delle trasformazioni, quelle situazioni di degrado
richiedenti l’attivazione di politiche di risanamento e/o di riqualificazione.
Con riferimento alle “Istruzioni tecniche per la valutazione degli atti di
programmazione e pianificazione territoriale” contenute nella D.G.R.T. n° 1541
del 12/12/98, le valutazioni di supporto al P.S., si sono orientate in quattro fasi:
- relazione sullo stato dell’ambiente;
- valutazione ambientale del territorio;
- individuazione degli elementi di fragilità;
- direttive, prescrizioni e vincoli per la trasformabilità
L'insieme delle ricerche costituisce il rapporto descrittivo nel quale le
conoscenze desunte dal quadro conoscitivo del P.S. (ma anche da altre fonti:
P.T.C., 1° rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia, etc.) vengono
sintetizzate ed organizzate per evidenziare:
- lo stato di conservazione delle risorse (indicatori di stato);
- le pressioni esercitate dalle attività antropiche sulle risorse (indicatori di
pressione);
- le politiche di tutela e valorizzazione delle risorse (indicatori delle
politiche/interventi di controllo, protezione e risanamento).
§2. Il presente piano, all'interno dell'Elaborato 2 - LA VALUTAZIONE DEGLI
EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, redige le valutazioni degli effetti attraverso
una analisi di dettaglio dello stato dell'ambiente avvalendosi degli indicatori
propri derivati dal quadro conoscitivo e integrati a livello comprensoriale dal
primo Rapporto sulla Stato dell'Ambiente della Provincia di Lucca - anno 1999.
Il presente capitolo riassume le criticità individuate, gli obbiettivi prestazionali,
le politiche, direttive, prescrizioni e vincoli per la trasformabilità
All'interno dei sistemi territoriali di cui al Titolo Terzo, capo secondo delle
presenti norme e all'interno di ogni singola utoe di cui all' Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2, riassunte negli articoli da 86 a 109
delle presenti norme, la valutazione degli effetti, dettaglia le direttive intese
come
- specifica gli obiettivi prestazionali di carattere generale ,
- specifica gli obiettivi prestazionali di carattere particolare,
- criteri per la valutazione degli effetti
- ambito degli effetti cioè le porzioni di territorio interessate dalle
trasformazioni,
- prescrizioni intese come limiti alle trasformazioni,
- vincoli.
Art. 30 - Relazione sullo Stato dell'ambiente
§1. La relazione sullo Stato dell'Ambiente viene resa come analisi e verifica
dello stao dell'ambiente in base agli indicatori di stato, di pressione, attraverso
l'individuazione delle criticità, per terminare con la ricerca delle politiche e
direttive volte alla stesura di prescrizioni e vincoli per la trasformabilità.
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§2. Sistema aria - clima
Indicatori di stato
- monitoraggio chimico
- qualità dell'aria monitoraggio biologico
- inquinamento acustico
- inquinamanto elettromagnetico
Indicatori di pressione - criticita'
- emissioni
- localizzazione delle criticità
Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
- obbiettivi prestazionali
- politiche di riduzione/snellimento del traffico.
- efficienza del trasporto pubblico.
- decongestionamento abitativo e produttivo
§3. Sistema acque
Indicatori di stato
- indice di qualità globale
- indice biotipo esteso
- ottemperanza D.L. 130/92
- mappaggio biologico
Indicatori di pressione - criticita'
- fabbisogni idrici
- consumi idrici
- prelievi idrici
- abitanti equivalenti
- impianti di depurazione
- scarichi idrici
- localizzazione delle criticità
Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
- obbiettivi prestazionali
- politiche volte alla riduzione delle criticità
§4. Sistema suolo
Tutta la verifica sistema in merito:
- agli indicatori di stato,
- agli indicatori di pressione
- alle politiche, direttive, prescrizioni e vincoli per la trasformabilita
vengono individuati dalla specifica relazione geologica di cui Titolo Secondo
delle presenti norme.
§5. Sistema bellezze naturali e zone di particolare interesse ambientale, flora
e fauna
Indicatori di stato
- sistemi di paesaggio
- aree boscate
- agroecosistema
- vegetazione
- flora
- fauna
- biodiversità
Indicatori di pressione - criticita'
- caccia e pesca
- incendi - rischio di incendio
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- superficie urbanizzata, peculiarità ambientali
- localizzazione delle criticità
Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
- obbiettivi prestazionali
- politiche volte alla riduzione delle criticità
- Parchi e riserve in essere, normative varie di tutela, progetti in corso di
valorizzazione e tutela delle risorse
§6. Sistema socioinsediativo
Indicatori di stato- indicatori di pressione - criticita'
- popolazione e superficie
- superficie urbanizzata
- indice di inurbamento
- presenze turistiche
- abitazioni
- rete viaria e mobilità
- localizzazione delle criticità
Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
- obbiettivi prestazionali
- politiche volte alla riduzione delle criticità
§7. Sistema produttivo
Indicatori di stato - indicatori di pressione - criticita'
- il sistema produttivo sul territorio provinciale
- aziende a rischio incidente rilevante
- analisi di dettaglio del territorio comunale
- localizzazione delle criticità
Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
- obbiettivi prestazionali
- politiche volte alla riduzione delle criticità.
§8. Sistema energia - rifiuti solidi
Indicatori di stato - indicatori di pressione - criticita'
- il consumo elettrico
- il gas naturale
- il gasolio
- la benzina
- il gas propano liquido
- l'olio combustibile
- i rifiuti urbani
- composizione dei rifiuti
- rifiuti speciali
- impianti di smaltimento
- analisi di dettaglio del territorio comunale
- localizzazione delle criticità.
Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la trasformabilita'
- obbiettivi prestazionali
politiche volte alla riduzione delle criticità
Art. 31 - Sistema Aria e Clima - Criticità
§1. Dalla individuazione degli indicatori di stato e degli indicatori di pressione
si desume un quadro di stato dell'ambiente relativo al sistema aria sul territorio
comunale.
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Il monitoraggio chimico descrive i trend (negli anni di riferimento) di alcuni
fattori inquinanti, che per il territorio comunale possono essere così riassunti:
- trend in riduzione: fattori quali l'ossido di azoto, anidride solforosa;
- trend stazionario: fattori quali il particolato sospeso;
mentre non è possibile rilevare trend sul monossido di carbonio, sugli
idrocarburi e sull'ozono.
Il monitoraggio biologico, nello studio operato sui territori di Borgo a Mozzano
e Bagni di Lucca, ha evidenziato l'impossibilità di individuare i venti dominanti
che risultano di particolare importanza nell'individuare fattori e conseguenze
dell'inquinamento. Il monitoraggio con la bio indicazione ha individuato sei
fasce di iso inquinamento.
- La fascia in colore marrone, maggiormente compromessa, con qualità
dell’aria molto deteriorata, risulta a Fornoli in corrispondenza dell'area
prossima alla stazione ferroviaria, dove è ubicato il polo industriale della
Ditta Alce, ed inoltre dove si concentrano i maggiori flussi di traffico
veicolare.
- La fascia in colore rosso, compromessa, con qualità dell’aria deteriorata
abbraccia per intero l'abitato di Fornoli.
- La fascia in colore arancione, con qualità dell’aria scarsamente
deteriorata, arriva ad interessare porzioni di fondovalle poste lungo il corso
del torrente Lima quali Bagni di Lucca e Fabbriche di Casabasciana.
- La fascia in colore verde, interessa zone con qualità dell’aria relativamente
buona è ben sviluppata presso le porzioni collinari altimetricamente più
elevate e lungo la valle del Torrente Lima.
- La fascia in colore azzurro, con qualità dell'aria buona, è ' rappresentata
soprattutto lungo le porzioni altimetricamente più elevate nel comune di
Bagni di Lucca.
Sulle possibili cause di tale degrado sembrerebbe innegabile l'impatto del
traffico veicolare, caratterizzato dalla massiccia presenza dei mezzi pesanti.
Tale fattore, considerato da solo, appare tuttavia insufficiente per giustificare
tale risultato. In aggiunta all'inquinamento prodotto in prossimità del suolo dai
mezzi di transito, sembrerebbe non trascurabile il contributo dato dalla
ricaduta al suolo di inquinanti prodotti all'esterno delle aree osservate.
Art. 32 - Sistema Aria e Clima - Politiche Direttive Prescrizioni e Vincoli
per la trasformabilita'
§1. Obbiettivi prestazionali
- Assunzione degli indicatori di stato e di pressione, redatti nell'Elaborato 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, quali
elementi di riferimento per le politiche di sviluppo e gestione del territorio
per il presente piano e per i successivi strumenti di pianificazione
urbanistica comunale .
- Mantenimento delle qualità della risorsa entro i limiti di ottimo e buon livello
evidenziati dagli indicatori di stato.
- Riduzione dei limiti di sufficiente, cattiva e pessima qualità evidenziate
dagli indicatori di stato attraverso politiche di riduzione / snellimento del
traffico veicolare - riduzione degli elementi inquinanti.
- Riduzione dei limiti di sufficiente, cattiva e pessima qualità evidenziate
dagli indicatori di stato attraverso politiche dislocazione delle industrie
collocate in ambiti non idonei - individuazione di nuove ubicazioni per la
crescita delle aziende evitando la concentrazione in ambiti industriali dove
sono state individuate criticità.
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Riduzione degli elementi inquinanti attraverso l'impianto di infrastrutture di
viabilità alternativa e utilizzo della struttura ferroviaria per il trasporto delle
merci.
Individuazione del possibile nuovo sviluppo artigianale - industriale
attraverso verifiche di ambito all'interno dei Sistemi Economici Locali
individuati all'interno del P.I.T. allegato 7:
verifica delle attività produttive che porti alla certificazione dei processi
oltre che dei prodotti, al fine di ridurre emissioni ed uso di combustibili non
idonei.
Razionalizzazione della mobilità e individuazione di ambiti omogenei
residenza - attività produttive, che tendano alla razionalizzazione e
riduzione del ricorso alla mobilità tra i versanti abitati e la piana
urbanizzata.
Verifica degli indicatori di stato del sistema clima incrociati con
l'individuazione delle pericolosità geo morfologiche per l'individuazione
delle opportune dotazioni di infrastrutture, caratteristiche dell'edificato, ecc.
§2. Politiche di riduzione/snellimento del traffico
Visti gli indicatori di stato e di pressione le strumentazioni territoriali e
urbanistiche devono individuare e programmare politiche di snellimento e
riduzione del traffico veicolare.
Il quadro conoscitivo del presente piano, integrato dagli indicatori di stato e di
pressione, individuano obbiettivi di risposta volti alla programmazione delle
infrastrutture atte a contenere fenomeni di accrescimento e congestione del
traffico veicolare attraverso le seguenti indirizzi e prescrizioni:
Riduzione del traffico veicolare
- Attraverso un adeguamento del sistema di trasporto pubblico ferroviario
verso il Lucca, Pisa, Firenze e la Versilia attraverso la ferrovia esistente,
aggiornando sia la Stazione Ferroviaria, sia rendendo maggiormente
fruibile il suo raggiungimento dal capoluogo lungo la direttrice che
attraferso Ponte a Serraglio e l'abitato di Fornoli la raggiunge. Progetti: la
strada parco delle terme - progetto ferrovia.
- Snellimento del traffico veicolare merci
- Sulle due zone industrializzate: Fornoli e Bocca di Fegana, attraverso la
realizzazione di scali merci all'interno delle aziende stesse, e uno scalo
merci pubblico in località Bocca di Fegana, la cui realizzazione condiziona
l'ulteriore sviluppo industriale della zona. Progetti: progetto ferrovia.
- Previsione della nuova variante della S.S. n. 12 nell'abitato storico di
Ponte a Serraglio ai sensi delle direttive del PIT e del PTC. Progetto
variante S:S: n.12.
§3. Efficienza del trasporto pubblico
La bassa efficienza del trasporto pubblico risulta sicuramente una delle
motivazioni del basso utilizzo che può essere incentivato con le politiche di
pianificazione del presente piano descritte al capoverso precedente.
Decongestionamento abitativo e produttivo
Visti gli indicatori di stato e di pressione le strumentazioni territoriali e
urbanistiche devono individuare e programmare politiche di snellimento e
riduzione del traffico veicolare.
Il quadro conoscitivo del presente piano, integrato dagli indicatori di stato e di
pressione, individuano obbiettivi di risposta volti al decongestionamento
abitativo e produttivo con i seguenti indirizzi e previsioni.
Decongestionamento abitativo.
- Politica volta al riuso del patrimonio edilizio esistente attraverso la nuova
disciplina volta al riuso delle abitazioni nelle frazioni sparse. La schedatura
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del p.e.e. risulta strumento urbanistico vigente sul territorio comunale
dall'anno 2000, ma il presente piano ne individua limiti di applicazione che
il Regolamento Urbanistico dovrà risolvere per facilitare e incentivare il
riuso del patrimonio edilizio al fine di arginare la ricollocazione e
congestionamento delle famiglie residenti nei territori di fondo valle.
Nella stessa linea di sviluppo, per evitare il trasferimento, indicata dagli
indirizzi espressi dalla comunità locale, oltre allo snellimento delle
procedure per la ristrutturazione del p.e.e. il presente piano distribuisce il
dimensionamento residenziale di nuovo impianto individuato anche nelle
frazioni isolate, al fine di dare risposta alle esigenze di nuovo insediamento
verificate dagli studi effettuati sulla domanda in base ai trend demografici.
Il presente piano inoltre integra le potenzialità edificatorie residue del
P.R.G. vigente all'interno delle frazioni del fondo valle della Lima,
rimandando al R.U. e al P.I.I. la definizione di lottizzazioni volte alla
distribuzione sul territorio delle nuove edificazioni con particolare
attenzione alla dotazione di infrastrutture, standard, nel rispetto della
normativa di settore e in particolare dell'art. 5, comma 5 del L.R.T. n.5/95.
Il quadro conoscitivo individua una forte mobilità quotidiana dei residenti
dalle frazioni storiche verso le zone del fondo valle del Serchio e della
piana di Lucca. La mobilità, che accresce i fenomeni di congestionamento,
deriva in primo luogo dalla necessità di raggiungere i luoghi di lavoro che
non hanno fino ad oggi trovato possibilità di insediarsi nell'alta valle della
Lima. Sulla base degli indirizzi espressi dalla comunità locale, il presente
piano ha individuato un possibile accrescimento di zone artigianali oggi
esistenti a monte del capoluogo, che possano rispondere alle esigenze di
localizzazione, all'interno del territorio comunale, di contenute attività
artigianali che potrebbero ridurre la frequenza e la necessità della mobilità
quotidiana su tutto l'asse del fondo valle della Lima. Condizione allo
sviluppo è la realizzazione della variante alla S.S. n. 12 in località Ponte a
Serraglio.
§4. Decongestionamento produttivo.
- Come già espresso ai paragrafi precedenti, anche le congestioni dei traffici
merci troveranno sufficiente soluzione nella dotazione dell'infrastruttura
ferroviaria, che nel caso della zona industriale di Bocca di Fegana,
condiziona la realizzazione dei nuovi sviluppi industriali conseguenti al
calcolo del dimensionamento delle superfici dovute per la crescita delle
industrie esistenti.
- - Quanto detto sugli sviluppi artigianali della Valle della Lima in merito al
decongestianamento del sistema abitativo, risulta valido anche per il
sistema produttivo, che ubicato in quel luogo alleggerisce la bassa valle
della Lima da nuovi insediamenti.
- Necessita inoltre una verifica delle attività produttive che porti alla
certificazione dei processi oltre che dei prodotti, al fine di ridurre emissioni
ed uso di combustibili non idonei.
§5. Piano di Risanamento acustico
La legge regionale 1° dicembre 1998 n° 89 emanata ai sensi della legge
447/95, delega ai Comuni la redazione della zonizzazione acustica, dei piani
di risanamento, nonché l’emanazione di deroghe temporanee.
Il Comune di Bagni di Lucca, ha redatto contemporaneamente al presente
Piano, la Zonizzazione acustica di cui all'elaborato n............ alla quale il
presente piano deve uniformarsi, e che demanda le prescrizioni di
abbattimento delle emissioni al Piano di Risanamento Acustico da adottarsi
contemporaneamente al R.U.
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Art. 33- Sistema Acque - Criticità
§1. Dalla individuazione degli indicatori di stato e degli indicatori di pressione
si desume un quadro di stato dell'ambiente relativo al sistema acqua sul
territorio comunale.
Il monitoraggio chimico descrive i trend (negli anni di riferimento) di alcuni
fattori inquinanti, che per il territorio comunale possono essere così riassunti.
In base all'indice di qualità globale dai rilevamenti degli anni 1995.96.97 a
monte del territorio comunale (Ponte della Maddalena) risulta che le acque
del fiume Serchio risultano di qualità buona /ottima con un trend al
miglioramento.
Stesso dato qualitativo viene evidenziato per il torrente Lima .
In base alle analisi di qualità delle acque svolte in ottemperanza del D.L.
130/92, non risultano dati preoccupanti anche se lo studio deve essere
approfondito.
Il Mappaggio Biologico delle acque superficiali Metodo IBE, individua buone
qualità per il torrente Fegana, mentre il torrente Lima risulta di buona qualità
per gran parte del suo corso, ricadente in provincia di Lucca, ma risente
dell'impatto urbano ed industriale nel tratto finale, prima della confluenza con il
Serchio.
Gli indicatori di pressione individuano una richiesta pro capite maggiore per
uso domestico che industriale, mentre per il fattore agricolo e zootecnico si
pone su valori minimi. Il fabbisogno totale pro capite risulta uno dei più bassi
dei comuni di una certa estensione della Provincia.
Il territorio risulta assolutamente auto sufficiente per il fabbisogno, e il rapporto
tra consumi e fabbisogni si attesta sul 50%.
Il prezioso indicatore del consumo di risorsa attraverso l'emungimento in falda
individua un valore pari a zero, in quanto le acque sono emunte
esclusivamente in superficie, annullando il fattore consumo di falda.
L'indicatore abitanti equivalenti pone il territorio in condizione equilibrata
considerando lo sviluppo del settore cartario esistente e il relativo fabbisogno
della risorsa.
L'indicatore sulla depurazione non risulta particolarmente preciso; risultano
funzionanti tre depuratori di cui uno a fanghi attivi.
Gli indicatori di stato e di pressione individuano un sostanziale stato
soddisfacente dell'ambiente relativo al sistema acqua.
Il torrente Lima risultano di buona qualità le acque; il fiume Serchio non si
aggrava di inquinanti scolando le acque del territorio; gli indicatori di pressione
garantiscono un uso contenuto e una dotazione solo in parte utilizzata e
sopratutto il cui utilizzo non danneggia risorse non crea effetti su altri sistemi
(emungimento in falda - subsidenza)
Rimangono criticità evidenziate dal mappaggio biologico dell'ultima parte del
torrente Lima, dove nel tratto più urbanizzato, soffre di aumenti di inquinanti
civili e industriali.
Art. 34 - Sistema Acque - Politiche Direttive Prescrizioni e Vincoli per la
trasformabilita'
§1. Obbiettivi prestazionali
- Assunzione degli indicatori di stato e di pressione, redatti nell'Elaborato 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, quali
elementi di riferimento per le politiche di sviluppo e gestione del territorio
per il presente piano e per i successivi strumenti di pianificazione
urbanistica comunale .
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Mantenimento delle qualità della risorsa entro i limiti di ottimo e buon livello
evidenziati dagli indicatori di stato.
Riduzione dei limiti di sufficiente, cattiva qualità evidenziate dagli indicatori
di stato attraverso politiche volte alla quantificazione dei carichi inquinanti
e aggiornamenti degli impianti di depurazione civile e industriale.
Riduzione dei limiti di sufficiente, cattiva qualità evidenziate dagli indicatori
di stato attraverso politiche dislocazione delle industrie collocate in ambiti
non idonei - individuazione di nuove ubicazioni per la crescita delle
aziende evitando la concentrazione in ambiti industriali dove sono state
individuate criticità.
Individuazione del possibile nuovo sviluppo artigianale - industriale
attraverso verifiche di ambito all'interno dei Sistemi Economici Locali
individuati all'interno del P.I.T. allegato 7:
verifica delle attività produttive che porti alla certificazione dei processi
oltre che dei prodotti, al fine di ridurre emissioni.
Mantenimento e sviluppo della captazione delle acque per usi civili
industriali.
§1. Politiche volte alla riduzione delle criticità
Visti gli indicatori di stato e di pressione, le strumentazioni territoriali e
urbanistiche devono individuare e programmare politiche volte:
- Alla realizzazione di impianti di depurazione, condizionando la nuova
edificazione con destinazione civile e/o produttiva la effettiva preventiva
realizzazione delle stesse.
- Alla nuova progettazione e adeguamento degli impianti di captazione delle
acque superficiali garantendo il minimo vitale ai corsi d'acqua stessi.
- Al riuso del patrimonio edilizio esistente attraverso la nuova disciplina volta
al riuso delle abitazioni nelle frazioni sparse. La schedatura del p.e.e.
risulta strumento urbanistico vigente sul territorio comunale dall'anno
2000, ma il presente piano ne individua limiti di applicazione che il
Regolamento Urbanistico dovrà risolvere per facilitare e incentivare il riuso
del patrimonio edilizio al fine di arginare la ricollocazione e
congestionamento delle famiglie residenti nei territori di fondo valle.
- Alla dislocazione dei centri produttivi con la contestuale realizzazione
dei relativi impianti di depurazione.
- Necessita inoltre una verifica delle attività produttive che porti alla
certificazione dei processi oltre che dei prodotti, al fine di ridurre emissioni
ed uso di combustibili non idonei.
Art. 35 - Sistema Suolo
§1. Tutta la verifica sistema in merito: agli indicatori di stato, agli indicatori di
pressione, alle politiche, direttive, prescrizioni e vincoli per la trasformabilità,
vengono individuati dalla specifica relazione geologica di cui Titolo Secondo
delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO - allegato 4
Relazione sulle indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione
urbanistica.
Art. 36 - Sistema bellezze naturali, zone di particolare interesse,
ambientale, flora e fauna - Criticità
§1. Dall'analisi degli indicatori di stato e degli indicatori di pressione si desume
un quadro di stato dell'ambiente relativo al sistema delle bellezze naturali sul
territorio comunale.
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La suddivisione del tipo di paesaggio operata dal rapporto della Provincia è
stato in parte acquisito dal presente piano nella individuazione dei sistemi
territoriali, andando a evidenziare un distinguo per quanto riguarda i singoli
fondovalle della Lima e del Fegana.
Dai dati relativi alle aree boscate si individuano le singole specie delle
essenze, mentre la perimetrazione resta quella del presente piano che a sua
volta deriva dalla precedente variante del Territorio Aperto.
Il monitoraggio dell'agroecosistema ci informa sulla prima vera criticità del
sistema: la riduzione del 70% della superficie agricola totale nel territorio
comunale; ed inoltre della riduzione della superficie effettivamente utilizzata a
scopo agricolo che anch'essa ha subito una riduzione del 39,7% sul territorio
comunale.
Minime informazioni si possono desumere dall'indicatore di stato relativo a
flora e fauna, anche se il presente piano li ha sommariamente individuate per
ogni sistema territoriale e sottoposte a tutela da rimandare al R.U.
Alcune informazione le otteniamo invece sulle specie protette e esotiche sul
territorio comunale presso l'Orrido di Botri (Castanea sativa) e varie specie
esotiche all'interno della Villa Politi (Buxus sempervirens - Fraxinus oraus),
all'interno del Parco pubblico Casalini (Cedrus atlantica - Cedrus libani), nel
giardino del Grande Albergo delle Terme (Ginko biloba - Qurcus ilex due
esemplari); per quanto attiene ai 15 esemplari del Platanus hybrida del parco
del Circolo dei Forestieri, non sono più esistenti in quanto abbattuti a seguito
di una malattia che ne comprometteva la stabilità a rischio della sicurezza
della piazza pubblica.
§2. Gli indicatori evidenziano inoltre siti di interesse comunitario per quanto
attiene alla Biodiversità. Necessita molta attenzione alla tutela di detti siti, oggi
non disciplinati in tal senso.
- Monte Prato Fiorito - Monte Coronato - Valle dello Scesta;
- Orrido di Botri;
- Z:P:S Orrido di Botri ;
- Zone calcaree della val di Lima e Balzo Nero.
Per quanto attiene alla caccia e pesca non risultano criticità in atto che
possano compromette il sistema; i pescatori e i cacciatori inoltre risultano in
calo, mentre risulta problematica la ploriferazione dei cinghiali inseriti per
ripopolamento che si stanno riproducendo più del dovuto in quanto non hanno
predatori in natura ad eccezione dell'uomo.
Forti criticità si evidenziano invece sul fronte degli incendi che devastano il
patrimonio boschivo del territorio comunale, con percentuali alte rispetto ai
dati provinciali.
Anche l'indice di rischio incendi è tra i più elevati.
Art. 37 - Sistema bellezze naturali, zone di particolare interesse,
ambientale, flora e fauna - Politiche direttive prescrizioni e vincoli per la
trasformabilita'
§1. Obbiettivi prestazionali
- Assunzione degli indicatori di stato e di pressione, redatti nell'Elaborato 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, quali
elementi di riferimento per le politiche di sviluppo e gestione del territorio
per il presente piano e per i successivi strumenti di pianificazione
urbanistica comunale .
- Mantenimento delle qualità della risorsa entro i limiti di ottimo e buon livello
evidenziati da alcuni indicatori di stato.
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Mantenimento dei sistema delle aree boscate con incentivazioni al riuso e
presidio della risorsa attraverso incentivi al riuso del patrimonio edilizio
esistente individuato attraverso il quadro conoscitivo.
Inserimento delle specie di flora protette all'interno delle invarianti
strutturali da disciplinare all'interno del R.U..
Individuazione e inserimento dei siti di interesse comunitario all'interno
delle invarianti strutturali da disciplinare all'interno del R.U.
Evitare disincentivi alla caccia del cinghiale e introdurre più attente
politiche di ripopolamento.
Verifiche e prescrizioni volte a favorire che la distribuzione delle superfici
urbanizzate non incida in modo negativo sul territorio comunale.
Mantenimento dell'equilibrio che ha consentito nel tempo che le bellezze
naturali del territorio convivessero con il territorio antropizzato delle frazioni
del fondo valle della Lima e delle frazioni sparse sui versanti appenninici e
delle Pizzorne.
La nuova dotazione degli impianti deve essere gestita in modo tale che
non alteri le peculiarità ambientali sia per eccesso di dotazione (centraline
idroelettriche) sia per difetto di dotazione (impianti di depurazione) sia per
mal collocazione (impianti di smaltimento - reti di distribuzione aerea
dell'energia elettrica).
Art. 38 - Sistema Socio Insediativo - Criticità
§1. Dall'analisi degli indicatori di stato e degli indicatori di pressione si desume
un quadro di stato dell'ambiente relativo al sistema socioinsediativo sul
territorio comunale, integrato dagli specifici studi effettuati sul
dimensionamento del sistema abitativo, turistico ricettivi e dei servizi.
Una delle criticità maggiormente evidenziate risulta il deficit di unità abitative
ipotizzate necessarie per il decennio di riferimento.
Il presente piano ha effettuato una attenta analisi dei criteri di
dimensionamento introdotti dal P.T.C. individuando il deficit e il
dimensionamento totale, apportando al calcolo i residui edificabili del piano
vigente; i deficit si possono riassumere:
- scarsa dotazione di infrastrutture e potenzialità edificatoria rigida sul
comprensorio della zona termale;
- scarsa dotazione di potenzialità edificatoria ad uso residenziale sui centri
storici della bassa valle della Lima;
- scarsa dotazione di potenzialità al cambio di destinazione d'uso turistico
ricettivo nelle frazioni storiche e mancanza di potenzialità edificatoria.
- eccessiva rigidità sulle modalità d'intervento sulla schedatura del
patrimonio edilizio esistente.
- verifica delle dotazioni di standard e del rispetto delle prescrizioni del
comma 5° dell'art. 5 della L.R.T. n. 5/95 per i cambi di destinazione d'uso
degli edifici del territorio rurale;
- sulla rete viaria e mobilità si richiamano le criticità già esposte nel
precedente articolo in merito alle emissioni, aggiungendo che il patrimonio
di viabilità esistente garantisce il collegamento alle frazioni sparse quasi
esclusivamente con un'unica viabilità, ponendo le frazioni stesse a rischio
di irraggiungibilità nel caso di eventi franosi purtroppo fercuenti nel
territorio (ultimo caso nov. 2002 una frana ha isolato il paese di Lugliano).
Art. 39 - Sistema Socio Insediativo - Politiche direttive prescrizioni e
vincoli per la trasformabilita'
§1. Obbiettivi prestazionali
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Assunzione degli indicatori di stato e di pressione, redatti nell'Elaborato 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, quali
elementi di riferimento per le politiche di sviluppo e gestione del territorio
per il presente piano e per i successivi strumenti di pianificazione
urbanistica comunale .
Aumento delle potenzialità di dotazioni turistico ricettive in particolare
nella zona termale e nelle frazioni sparse.
Mantenimento della distribuzione insediativa all'interno delle frazioni
esistenti, dando soddisfazione al deficit individuato non solamente
all'interno delle frazioni popolate del fondo valle della Lima, ma
incrementando le potenzialità di riuso del patrimonio edilizio esistente delle
frazioni sparse; ipotizzando anche, per le stesse, modeste nuove
potenzilità edificatorie sulla base di rigide verifiche geomorfologiche e
paesaggistiche di competenza del R.U.
Nuova verifica da parte del R.U. della disciplina del p.e.e.
Disciplina di salvaguardia per i cambi di destinazione d'uso degli edifici del
territorio rurale.
Individuazione delle frazioni raggiungibili da unica viabilità e introduzione
della possibilità di doppio raggiungimento attraverso ristrutturazioni e
adeguamenti di viabilità esistenti.
Nuova proposizione degli obbiettivi prestazionali e delle politiche volte alla
riduzione delle criticità già espressi in merito alla mobilità già esposte nel
precedente paragrafo 2.3.1.
Rigide verifiche di fattibilità degli interventi da parte del R.U. con
l'attivazione di tutte le contromisure volte all'abbattimento degli effetti
negativi sull'ambiente e nel rispetto delle prescrizioni del presente piano.
Art. 40 - Sistema Produttivo - Criticità
§1. Le verifiche del quadro conoscitivo hanno evidenziato e quantificato la
distribuzione delle attività produttive sul territorio comunale, andando a
individuare, in ogni singolo ambito,
- le caratteristiche del sito,
- da dotazione della strumentazione urbanistica,
- gli eventuali residui di edificabilità,
- gli edifici produttivi non ubicati in zona industriale,
- le dotazioni di servizi e standard,
- il numero delle singole aziende e le relative superfici coperte.
§2. Dall'analisi degli indicatori di stato e degli indicatori di pressione si desume
un quadro di stato dell'ambiente relativo al sistema produttivo sul territorio
comunale, integrato dagli specifici studi del presente piano effettuati sul
dimensionamento del sistema produttivo.
Le maggiori criticità del sistema produttivo sono in parte già state evidenziate
all'interno delle criticità degli altri sistemi (aria - acqua - socioinsediativo energia)
- concentrazione delle emissioni inquinanti nella bassa valle della Lima che
contribuiscono all'abbassamento della qualità dell'aria e dell'acqua del
torrente stesso;
- posizionamento del polo industriale di Fornoli in ambito limitrofo a zone
residenziali con possibile salto di classe nella individuazione della
zonizzazione acustica;
- ubicazione di industrie in luoghi non idonei con caratteristiche di
incompatibilità ambientali, in relazione alle immissioni nell'atmosfera, o agli
scarichi liquidi o solidi nei corpi idrici o nel suolo, o alle emissioni sonore, o
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a situazioni di pericolosità geomorfologica o idraulica, o a effetti negativi
sulla qualità del paesaggio, o sulla funzionalità e vivibilità
dell'insediamento urbano, oppure dall'insorgere di diseconomie
insediative, in relazione alla distanza da linee di comunicazione, o da
centri di servizi, e simili, a carico della presente localizzazione di imprese
esistenti.
necessita una verifica delle attività produttive che porti alla certificazione
dei processi oltre che dei prodotti, al fine di ridurre emissioni ed uso di
combustibili non idonei.
concentrazione delle viabilità merci esclusivamente su gomma, con gli
inevitabili effetti di inquinamento degli ambiti e congestinamento delle
viabilità esistenti;
mancata disciplina urbanistico edilizia volta alla definizione e prescrizione
di tutte le modalità costruttive in merito a elementi, strutture e sistemi
dell'organismo architettonico, in funzione del suo impatto con l'ambiente e
il paesaggio circostante;
scarsa dotazione di impianti di depurazione puntuali sulle piccole aziende
sparse sulla valle della Lima.
Art. 41 - Sistema Produttivo - Politiche direttive prescrizioni e vincoli per
la trasformabilita'
§1. Obbiettivi prestazionali
- Assunzione degli indicatori di stato e di pressione, redatti nell'Elaborato 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, quali
elementi di riferimento per le politiche di sviluppo e gestione del territorio
per il presente piano e per i successivi strumenti di pianificazione
urbanistica comunale .
- Nuova distribuzione delle zone produttive seguendo criteri di non
concentrazione in zone in cui si sono individuate criticità.
- Individuazione delle politiche volte alla rilocalizzazione di alcune industrie
individuate in luoghi incongrui (prescrizioni e incentivi al trasferimento).
- Individuazione di zone destinate alla crescita e ricollocazione previo
adeguamento degli standard e delle infrastrutture privilegiando e
prescrivendo la movimentazione delle merci su ferro anziché su gomma.
- Sviluppo di aree di frangia di insediamenti produttivi nella alta valle della
Lima, condizionandolo alla realizzazione della variante della SS. n. 12 in
località Ponte a Serraglio.
- Definizione di rigide prescrizioni di tutte le modalità costruttive in merito a
elementi, strutture e sistemi dell'organismo architettonico, in funzione del
suo impatto con l'ambiente e il paesaggio circostante
- Rigide prescrizioni sulla dotazione di impianti di depurazione per i nuovi
insediamenti, effettuando verifiche di stato prima della realizzazione degli
impianti.
- Riproposizione degli obbiettivi prestazionali e delle politiche volte alla
riduzione delle criticità già espressi in merito alla mobilità già esposte nel
precedente paragrafo 2.3.1.
- Rigide verifiche di fattibilità degli interventi da parte del R.U. con
l'attivazione di tutte le contromisure volte all'abbattimento degli effetti
negativi sull'ambiente e nel rispetto delle prescrizioni del presente piano.
Art. 42 - Sistema Energia e Rifiuti - Criticità
§1. Le verifiche del quadro conoscitivo hanno evidenziato e quantificato la
produzione ed il consumo di energia elettrica sul territorio comunale.
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La produzione viene effettata tramite numero tre centraline idroelettriche che
producono un totale di 17'850 kw/ora.
Il consumo di energia evidenzia un grosso dispendio per illuminazione
pubblica, dato l'esteso territorio comunale; un basso uso per l'agricoltura; un
rapporto tra consumo industriale e uso domestico che evidenzia ulteriormente
il medio sviluppo produttivo e terziario del territorio.
Le verifiche del quadro conoscitivo hanno evidenziato e quantificato il
consumo di gas naturale sul territorio comunale e lo sviluppo della rete di
servizio.
Il consumo individua le stesse caratteristiche del consumo di elettricità, con la
differenza che il consumo di gas naturale deve essere rapportato ad una
diversa possibilità di accesso consumo da parte dei residenti, in quanto la rete
della distribuzione non serve tutte le zone urbanizziate.
La rete di servizio serve le frazioni principali della bassa valle della Lima fino a
Bagni di Lucca Villa ; tutte le frazioni sui versanti dei rilievi sono prive di rete
del metano; al massimo in alcune frazioni di versante esiste una dotazione a
rete di GPL servita da un serbatoio centralizzato.
Le verifiche del quadro conoscitivo hanno evidenziato e quantificato il
consumo di gasolio, di GPL e di olio combustibile sul territorio comunale.
Gran parte del sistema insediativo non servito dalla rete del metano, utilizza
gasolio e gas propano liquido ad uso domestico, mentre il settore industriale,
in parte utilizza ancora l'olio combustibile industriale.
§2. Le verifiche del quadro conoscitivo hanno evidenziato e quantificato le
dinamiche di produzione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sul territorio
comunale mentre non è stato possibile monitorare i rifiuti industriali e speciali.
La raccolta dei rifiuti solidi urbani viene effettuata in modo abbastanza
capillare attraverso i cassonetti di raccolta, posizionati sul territorio in base a
specifico regolamento comunale.
Tutti i rifiuti prodotti, anche differenziati, vengono allontanati dal territorio
comunale non essendo, quest'ultimo, dotato di alcun impianto di trattamento
e/o smaltimento.
Dall'analisi degli indicatori di stato e degli indicatori di pressione si desume un
quadro di stato dell'ambiente relativo al sistema energia e rifiuti sul territorio
comunale.
Le maggiori criticità del sistema energia e rifiuti sono in parte già state
evidenziate all'interno delle criticità degli altri sistemi (aria - acqua socioinsediativo - energia)
- Il sistema energia risente di una non capillare distribuzione del gas metano
su tutte le frazioni incrementando l'uso e di altri combustibili che
comportano più dannose emissioni.
- Lo sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di energia elettrica ha
ancora margini di sfruttamento sul territorio comunale.
- Necessita una verifica delle attività produttive che porti alla certificazione
dei processi oltre che dei prodotti, al fine di ridurre uso di combustibili non
idonei.
- inefficienze del sistema di raccolta dei rifiuti in alcuni periodi dell'anno per
la carenza di una regolamentazione che tenga conto delle dinamiche
stagionali degli insediati.
Art. 43 - Sistema Energia e Rifiuti - Politiche direttive prescrizioni e
vincoli per la trasformabilita'
§1. Obbiettivi prestazionali
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Assunzione degli indicatori di stato e di pressione, redatti nell'Elaborato 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, quali
elementi di riferimento per le politiche di sviluppo e gestione del territorio
per il presente piano e per i successivi strumenti di pianificazione
urbanistica comunale .
Incentivazione della metanizzazione del territorio.
Disciplina volta alla incentivazione e localizzazione delle potenzialità di
sviluppo dello sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di energia
elettrica attraverso la realizzazione di centraline di produzione, anche di
proprietà pubblica.
Censimento dei processi produttivi con incentivo alla utilizzazione delle
energie meno impattanti per il territorio, introducendo certificazioni di
processo quale condizione alla realizzazione e amplimento dei sistemi
produttivi.
Revisione della regolamentazione sulla raccolta dei rifiuti urbani che tenga
contro, attraverso il SIT comunale, della effettiva distribuzione delle
abitazioni sul territorio e del loro utilizzo nelle varie stagioni dell'anno.
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capo secondo
disciplina e articolazione del territorio comunale nei sistemi territoriali
Art. 44 - Individuazione e valutazione dei sistemi territoriali
§1. Ai sensi dell’art. 39 del P.I.T. il territorio del Comune di Bagni di Lucca
appartiene al sistema territoriale di programma denominato “La Toscana
dell’Appennino”.
§2. Il P.T.C., all’art.12 comma 2 delle Norme, prevede una articolazione del
suddetto sistema territoriale che riconosce il territorio del Comune di Bagni di
Lucca nell’ambito della Valle del Serchio a sua volta articolato (ai sensi
dell’art.16 delle Norme del P.T.C.) in unità territoriali complesse “dotate di
specifica identità culturale, paesaggistica e ambientale […]”. In riferimento al
territorio del Comune di Bagni di Lucca e alla tavola grafica del P.T.C.
contrassegnata con B.3 esse sono:
- AP8 – Il preappennino montano.
- AP11 – Il bacino di Bagni di Lucca.
- AP12 – Il Prato Fiorito e la valle dello Scesta.
- FV2 – Il fondovalle della Lima.
- PZ1 – Lucchio e Casoli.
- PZ2 – I contrafforti di Ligliano, Brandeglio, Crasciana e Casabasciana.
- PZ3 – La dorsale delle Pizzorne e il retroterra collinare delle Ville
Lucchesi.
§3. Conformemente a tale organizzazione strutturale, ma con particolare
approfondimento in riferimento al territorio del Comune di Bagni di Lucca, con
le analisi operate attraverso il Quadro Conoscitivo di cui al precedente art. 6
delle presenti norme, si sono definiti i sistemi territoriali elencati ai successivi
articoli, la cui individuazione grafica è effettuata nell' Elaborato 4 - IL
PROGETTO - allegato 1 - tavola 1 - SISTEMI TERRITORIALIin scala
1:10.000, di cui all' art. 5 delle presenti norme.
Ad integrazione della presente descrizione del sistema per quanto attiene alla
flora e alla fauna si rimanda a quando espressamente specificato dalla
Relazione Illustrativa di cui all'Elaborato, allegato 1 e 2 .
§4. Nella individuazione e disciplina dei sistemi territoriali vengono inserite le
valutazioni delle azioni di trasformazione, come richiesto dalla deliberazione
della Giunta regionale 14 dicembre 1998, n.1541, e secondo la procedura
generale di cui ai seguenti commi.
- Viene descritta l’azione di trasformazione, nel suo complesso e nelle sue
componenti, mediante rimandi alla valutazione degli effetti di cui all'
Elaborato 2 - LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato
3, del presente piano e alla Relazione sullo Stato dell'Ambiente, di cui al
precedente capo secondo, del presente Titolo Terzo.
- Vengono indicati gli obiettivi di pianificazione e prestazionali che ci si
propone di perseguire, intesi come i risultati concreti attesi dall'azione di
trasformazione.
- Vengono enunciati i criteri di valutazione utilizzati.
- Viene individuato l'ambito degli effetti dell’azione di trasformazione, inteso
come la porzione del territorio entro la quale si ritiene verranno a insistere
la maggior parte degli effetti sulle risorse essenziali direttamente
conseguenti dall'azione di trasformazione e all'interno del quale verranno
effettuate le analisi dello stato di fatto e la descrizione e stima degli effetti.
In particolare vengono evidenziate: lo stato delle risorse essenziali del
territorio nonché del loro grado di vulnerabilità e di riproducibilità;le
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presumibili caratteristiche dimensionali, funzionali e tecnologiche
dell'azione di trasformazione;il bacino d'utenza; le possibilità di intervenire
con misure di mitigazione o compensazione degli effetti sui sistemi
ambientali;i risultati attesi; i livelli di rischio.
Viene effettuata l’analisi dello stato di fatto delle risorse essenziali del
territorio, intesa come la descrizione con appositi parametri e misure delle
quantità, qualità, stato di conservazione o degrado in cui si trova ciascuna
risorsa territoriale soggetta a modificazione all'interno dell'ambito degli
effetti dell’azione di trasformazione, compresi i sistemi di regolazione e
controllo che vi sono associati.
Viene effettuata l’analisi degli effetti dell'azione di trasformazione
utilizzando modalità e tecniche di analisi previsiva adeguate alle risorse in
esame e al tipo di valutazione con esplicita evidenziazione dei previsti
livelli di vulnerabilità e riproducibilità.
Vengono valutati gli effetti dell'azione di trasformazione, indicando le
tecniche di valutazione impiegate e la motivazione tecnico-scientifica della
loro scelta, ed evidenziando i risultati della valutazione.
Vengono descritte le eventuali misure di mitigazione o compensazione dei
più rilevanti effetti negativi provocati dall'azione di trasformazione sulle
risorse essenziali del territorio. Per ciascun intervento di mitigazione o di
compensazione individuato deve essere stimato il fabbisogno finanziario
per la sua realizzazione e individuato il soggetto che deve sostenerne
l'onere.
Vengono definite le garanzie per l'effettiva realizzazione delle misure di
mitigazione o compensazione nei tempi e nei modi indicati.
Art. 45 – Sistema Territoriale ”A” - La Dorsale Appenninica (S.T."A").
§1. Descizione.
Si estende lungo tutto il confine nord del Comune di Bagni di Lucca, dall'Alpe
Tre Potenze fino al Balzo Nero. E' incisa, prevalentemente lungo la direttrice
nord-sud da corsi d'acqua che nascono poco sotto il crinale appenninico e che
garantiscono apporto d'acqua al torrente Lima quelli del settore orientale
mentre confluiscono nel fiume Serchio quelli del settore occidentale. Tra i più
importanti ricordiamo lo Scesta, la Coccia di Limano e la Coccia di Vico. Il
settore occidentale e centrale è caratterizzato da ampie praterie di crinale,
mentre il settore orientale, molto più "aspro" sotto il profilo morfologico,
annovera anche la presenza di boschi di faggio. Tutto il settore è praticamente
inabitato e l'azione antropica è da ritenersi praticamente nulla, fatta eccezione
per la presenza, nell'estremo settore occidentale della strada provinciale
modenese che interessa solo marginalmente l'area di crinale. L'estrema
difficoltà di collegamento di queste aree con il fondovalle, ha consentito che
anche l'esiguo patrimonio edilizio, costituito essenzialmente da capanne per il
ricovero del bestiame, non abbia subito modifiche, ma mantenute le
caratteristiche originarie. L'unico intervento di una certa consistenza lo si
riscontra nell'estremo settore occidentale dove è in corso la ricostruzione di
un rifugio alpino da parte del C.A.I. in località Mercatello.
§2. Obiettivi prestazionali.
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Il censimento delle infrastrutture viarie, una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri montani storici ed
un programma di rivalutazione e sviluppo.
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La rivalutazione turistica delle aree di crinale: dall’Alpe Tre Potenze al
Balzo Nero, garantendone l’accessibilità e la realizzazione di punti di
rifugio alpino, campeggio e percorsi escursionistici.
- La verifica della fattibilità della realizzazione di un collegamento di funivia
tra il fondo valle della Lima (loc. Palleggio) verso l’Orrido di Botri e il crinale
appennininico fino al Monte Gomito (Provincia di Pistoia).
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo; verifica e individuazione delle potenzialità di sfruttamento
idroelettrico di piccolo impianto.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statuto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal Sistema
Territoriale "A".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali;
- alle ristrutturazioni delle viabilità;
- alla realizzazione dell'impianto di funivia.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla Relazione sullo Stato dell'Ambiente (R.S.A.), evidenziando
quali sono le quantità massime da mettere in gioco in funzione del
raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che le stesse non incidano sulla
vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale e/o essenziale.
Considerato lo stato elevato di naturalità del territorio del S.T. "A", le maggiori
analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua, suolo,
bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono e
sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato una situazione in atto di criticità riguardo lo
stato di abbandono del patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle
montagne con la riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della
sistemazione idrogeologica dei versanti, la crescita fuori controllo per
mancanza di predatori di specie di fauna che è stata oggetto di ripopolamento;
inoltre, la R.S.A., individua nel pericolo degli incendi boschivi, una ulteriore
criticità di massimo livello. Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni,
esprimono le prescrizioni e le contromisure da adottare per ridurre le criticità
riscontrate.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."A".
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria buona,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità risulta garantito dalle
prescrizioni del presente piano in merito al contenimento delle antropizzazioni
e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"A" devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare devono essere contenute
le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità meccanizzata per non incidere
negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e considerevoli portate. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità
risulta costante. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "A" devono essere
raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o decadimento
qualitativo della risorsa. In particolare devono essere rigorosamente
disciplinate e dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni
turistiche, contenendo al minimo lo sfruttamento della risorsa acqua e
assicurando impianti di depurazione efficienti.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità. Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al
Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i
vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "A" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di primaria importanza per il St:"A". Il suo grado di vulnerabilità
e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore adottate anche
dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "A", devono
essere raggiunti i modo da non innescare
processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate e delle aree di versante e di crinale deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- la verifica d'impatto dei possibili impianti di funivia.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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La R.S.A. individua inoltre la necessita di una perimetrazione e una disciplina
di dettaglio dei Siti di Interesse Naturalistico, già individuati dal P.T.C. sulle
zone di crinale dell'Appennino.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
sporadico o assente, se non dal settore turistico e minimamente, dal settore
agropastorale stagionale d'altura.
Il presente piano disciplina in modo accorto e contenuto le possibilità di
ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso degli edifici esistenti,
effettuando, sulla base della normativa vigente per il territorio rurale, una
verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le
caratteristiche naturali del sistema.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto il riuso con destinazione turistico ricettiva del
patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal presente
piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica delle aree di crinale: dall’Alpe Tre Potenze al Balzo
Nero, garantendone l’accessibilità e la realizzazione di punti di rifugio alpino,
campeggio, percorsi escursionistici e impianti di funivia.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno bassa o presenza dell'ambito del S. T. "A", se non per quanto riguarda
la possibilità di sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di energia
elettrica, e per il minimo di rifiuti solidi prodotti dalla contenuta presenza di
insediamenti turistico ricettivi e agropastorali.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "A" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle risorse
naturali. In particolare il R.U. deve condizionare la realizzazione delle
centraline per la produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a
contromisure per la sua riduzione. Inoltre il regolamento comunale per la
raccolta dei rifiuti solidi urbani deve disciplinare più accuratamente in merito
alla raccolta dei rifiuti nel territorio del S.T."A".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- La realizzazione dell'impianto di funivia, deve essere condizionato dal R.U.
ad una Valutazione di Impatto Ambientale.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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-
-
-
Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
La necessita di una perimetrazione e una disciplina di dettaglio dei Siti di
Interesse Naturalistico, già individuati dal P.T.C. sulle zone di crinale
dell'Appennino, da demandare al R.U.
Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."A".
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 46 – Sistema Territoriale ”B” - Il Prato Fiorito e la valle dello Scesta,
la valle del Coccia, l’Orrido di Botri (S.T."B").
§1. Descrizione.
Ricopre l'area che dalla dorsale appenninica degrada verso quote più basse,
per poi impennarsi nuovamente con il monte di Limano ed infine con il
massiccio del Prato Fiorito. All'interno di questo sistema sono inserite anche la
valle del torrente Scesta e la valle della Coccia, quest'ultima costituita
inizialmente da due separati valli (Coccia di Limano e Coccia di Vico) che si
riuniscono in un'unica valle poco sopra l'abitato di Limano. Nel settore
occidentale è ubicato l'Orrido di Botri, con tre rifugi satellite (rifugio di Ponte a
Gaio, rifugio Casentini e rifugio Fontana a Troghi) che inanellando l'oasi,
costituiscono punto di appoggio per l'escursionismo, molto attivo specie nel
periodo estivo. Il settore centro-orientale è caratterizzato dalle suddette valli
della Scesta e della Coccia, che non hanno praticamente risentito dell'azione
antropica. Nel settore orientale sono presenti due nuclei abitati: il paese di
Limano ed il paese di Vico Pancellorum. Quest'ultimo costruito in epoca
romana quale colonia penale. Il settore sud è invece interamente occupato dal
monte Prato Fiorito e dal monte Coronato. In questo sistema le praterie sono
limitate al Prato Fiorito, al Coronato, parzialmente al monte di Limano e alla
zona di Pian d'albero (estremo settore occidentale, dove si sviluppa la strada
provinciale modenese). Nelle altre zone sono presenti prevalentemente boschi
di faggio e di castagno. In questo sistema, ma limitatamente all'estremo
settore occidentale ed all'estremo settore orientale, dove sono presenti
insediamenti, l'azione antropica inizia ad emergere, con effetti sia negativi che
positivi. Tra gli aspetti se vogliamo negativi, si riscontra una edificazione non
sempre contenuta al recupero del patrimonio edilizio esistente, mentre il
presidio del territorio ha scongiurato eventi calamitosi dovuti all'abbandono del
territorio. In questo settore, dove non sono presenti attività artigianali -
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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industriali e commerciali, la principale attività è sempre costituita dalla
pastorizia e dal taglio del legname.
§2. Obiettivi prestazionali.
- Il censimento delle infrastrutture viarie, una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri montani storici ed
un programma di rivalutazione e sviluppo.
- La redazione di un Piano Paesistico del comprensorio dell’Orrido di Botri
quale Parco Naturale individuato dal P.T.C. come “Sito di Interesse
Comunitario”. Immissione di salvaguardie proprie del P.S. su tutti i
procedimenti di trasformazione in atto legittimati dagli strumenti urbanistici
vigenti. Eventuale individuazione di percorsi escursionistici senza
trasformazioni morfologiche o ambientali.
- La redazione di un Piano Paesistico del comprensorio del “Balzo Nero”
quale Parco Naturale Immissione di salvaguardie proprie del P.S. su tutti i
procedimenti di trasformazione in atto legittimati dagli strumenti urbanistici
vigenti. Eventuale individuazione di percorsi escursionistici senza
trasformazioni morfologiche o ambientali.
- La rivalutazione turistica delle aree di crinale: del monte Prato Fiorito e
monte Coronato, e delle valli del torrente Scesta e Coccia garantendone
l’accessibilità e la realizzazione di punti di rifugio alpino, campeggio e
percorsi escursionistici.
- La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente dei centri
storici (Limano – Vico Pancellorum) e dei nuclei sparsi, dettando
prescrizioni che incentivino il ripopolamento, anche a scopo turistico, al
fine di presidiare il territorio, ma con attento uso dei materiali, tipologie e
destinazioni d’uso, per frenare il riuso scomposto evidenziato negli ultimi
decenni. Individuazioni di dotazioni standard quali parcheggi pubblici.
Individuazione di un’ambito territoriale di salvaguardia, perimetrale alle
singole frazioni, da sottoporre a tutela assoluta, quale ambito di
rivalutazione dell’immagine paesaggistica della frazione stessa. Ambito
dove prescrivere specifiche discipline botaniche e dove individuare, a
ridosso del costruito storico, le eventuali dotazioni di servizi e infrastrutture
necessarie, nell’assoluto controllo dell’immagine dell’insieme degli edifici
storici.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate.
- La verifica del mantenimento e/o riuso dei siti estrattivi di Palleggio, con
progetti di contenimento degli effetti e/o tipologie di recupero.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statuto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal S. T. "B".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali;
- alle ristrutturazioni delle viabilità;
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pagina 66 di 207
-
alla realizzazione dell'impianto di funivia.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A, evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "B", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle montagne con la
riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della sistemazione
idrogeologica dei versanti.
- La crescita fuori controllo per mancanza di predatori di specie di fauna che
è stata oggetto di ripopolamento;
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei centri storici minori, dei nuclei abitati e delle case
sparse, con conseguente abbandono del territorio.
- La presenza di cave attive e dismesse da riqualificare.
- La presenza di siti ambientali, emergenze ambientali di interesse
comunitario da disciplinare.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."B".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria buona,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità risulta garantito dalle
prescrizioni del presente piano in merito al contenimento delle antropizzazioni
e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"B" devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare devono essere contenute
le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità meccanizzata per non incidere
negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle
frazioni e nuclei abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo.
Il grado di vulnerabilità risulta basso e il grado di riproducibilità risulta
costante.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "B" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali e/o
turistiche, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e assicurando
impianti di depurazione efficienti.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità. Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui di cui al
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Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A.., individuano
i vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "B" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di primaria importanza per il S.T:"B". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"B", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate e delle aree di versante e di crinale deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- la verifica d'impatto dei possibili impianti di funivia.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessita di una perimetrazione e una disciplina
di dettaglio dei Siti di Interesse Naturalistico, già in parte individuati dal
P.T.C. quali l'orrido di Botri, il Balzo nero, il monte Prato Fiorito e monte
Coronato e le valli del torrente Scesta e Coccia.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
contenuto dalle frazioni sparse di Limano, Vico Pancellorum e dai nuclei
sparsi, in parte dal settore turistico e minimamente, dal settore agropastorale
stagionale d'altura.
Il presente piano disciplina in modo accorto e contenuto le possibilità di nuova
edificazione residua nelle aree di frangia dei centri storici; la possibilità di
ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso degli edifici esistenti,
effettuando, sulla base della normativa vigente per il territorio rurale, una
verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le
caratteristiche naturali del sistema.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con destinazione turistico ricettiva
del patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal
presente piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica delle aree di crinale: del monte Prato Fiorito e monte
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Coronato, e delle valli del torrente Scesta e Coccia, garantendone
l’accessibilità e la realizzazione di punti di rifugio alpino, campeggio e percorsi
escursionistici e impianti di funivia.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno contenuta o presenza dell'ambito del S. T. "B", se non per quanto
riguarda la possibilità di sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di
energia elettrica, e per i rifiuti solidi prodotti dalle frazioni storiche, dai nuclei
abitati e dalla contenuta presenza di insediamenti turistico ricettivi e
agropastorali.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "B" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle risorse
naturali. In particolare il R.U. deve condizionare la realizzazione delle
centraline per la produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a
contromisure per la sua riduzione. Inoltre il regolamento comunale per la
raccolta dei rifiuti solidi urbani deve disciplinare più accuratamente in merito
alla raccolta dei rifiuti nel territorio del S.T."B".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- La realizzazione dell'impianto di funivia, deve essere condizionato dal R.U.
ad una Valutazione di Impatto Ambientale.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
- La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
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La necessita di una perimetrazione e una disciplina di dettaglio dei Siti di
Interesse Naturalistico, già individuati dal P.T.C. sulle zone di crinale
dell'Appennino, da demandare al R.U.
Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia delle frazioni esistenti
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
deve essere garantita quale contromisura all'isolamento, anche se
temporaneo.
Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."B".
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 47 – Sistema Territoriale ”C” - Il Pre Appennino Montano (S.T."C")
§1. Descrizione
Questo sistema è geograficamente interrotto dal fondovalle della Fegana, per
cui lo ritroviamo sia in destra che in sinistra di tale torrente. E' marcato
profondamente dall'attività agricolo-pastorale che vi viene svolta e nella parte
centrale anche da insediamenti quali case per il fine settimana (zona
Albereta), oltre che, nel settore occidentale, dalla presenza del paese di
Montefegatesi. Nella parte centrale del sistema si riscontra la presenza di
terrazzamenti tipici delle zone montane destinate all'agricoltura, mentre nel
settore orientale sono presenti castagneti da frutto anche di notevole
consistenza. Anche in questo sistema non si riscontra la presenza di attività
artigianali-industriali e commerciali. Dopo la realizzazione degli insediamenti
sopracitati, la sporadica attività edilizia è improntata essenzialmente al
recupero dell'esistente ed all'attività agro-silvo-pastorale.
§2. Obiettivi prestazionali
- La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente del centro
storico di Motefegatesi e dei nuclei sparsi dettando prescrizioni che
incentivino il ripopolamento, anche a scopo turistico, al fine di presidiare il
territorio. Verifica delle potenzialità residue di sviluppo del paese di
Montefegatesi dal punto di vista turistico ricettivo. Individuazioni di
dotazioni standard quali parcheggi pubblici. Individuazione di un’ambito
territoriale di salvaguardia, perimetrale alle singole frazioni, da sottoporre a
tutela assoluta, quale ambito di rivalutazione dell’immagine paesaggistica
della frazione stessa. Ambito dove prescrivere specifiche discipline
botaniche e dove individuare, a ridosso del costruito storico, le eventuali
dotazioni di servizi e infrastrutture necessarie, nell’assoluto controllo
dell’immagine dell’insieme degli edifici storici.
- Il censimento delle infrastrutture viarie, una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri montani storici ed
un programma di rivalutazione e sviluppo.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate, in particolare le zone caratterizzate dal castagneto da frutto.
§3. Ambito degli effetti.
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Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal S. T. "C".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali;
- alle ristrutturazioni delle viabilità;
- alla realizzazione dell'impianto di funivia.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla Relazione sullo Stato dell'Ambiente, evidenziando quali sono
le quantità massime da mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli
obbiettivi, ed inoltre che le stesse non incidano sulla vulnerabilità e
riproducibilità della risorsa naturale e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "C", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle montagne con la
riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della sistemazione
idrogeologica dei versanti.
- La crescita fuori controllo per mancanza di predatori di specie di fauna che
è stata oggetto di ripopolamento;
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei centri storici minori, dei nuclei abitati e delle case
sparse, con conseguente abbandono del territorio.
- La presenza di siti ambientali, emergenze ambientali di interesse
comunitario da disciplinare.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."C".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria buona,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità risulta garantito dalle
prescrizioni del presente piano in merito al contenimento delle antropizzazioni
e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"C" devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare devono essere contenute
le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità meccanizzata per non incidere
negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle
frazioni e nuclei abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo.
Il grado di vulnerabilità risulta basso e il grado di riproducibilità risulta
costante.
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Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "C" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali e/o
turistiche, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e assicurando
impianti di depurazione efficienti.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità. Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al
Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i
vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "C" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di primaria importanza per il S.T:"C". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"C", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate e delle aree di versante e di crinale deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- il mantenimento dell'assetto antropizzato di alcuni versanti (ciglionamenti)
per le coltivazioni e all'interno delle selve di castagneti da frutto,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- la verifica d'impatto dei possibili impianti di funivia.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessita di una perimetrazione e una disciplina
di dettaglio dei Siti di Interesse Naturalistico, già in parte individuati dal
P.T.C.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
contenuto dalla frazione sparsa di Montefegatesi e dai nuclei sparsi, in parte
dal settore turistico e dal settore agropastorale stagionale d'altura.
Il presente piano disciplina in modo accorto e contenuto le possibilità di nuova
edificazione residua nelle aree di frangia dei centri storici; la possibilità di
ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso degli edifici esistenti,
effettuando, sulla base della normativa vigente per il territorio rurale, una
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verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le
caratteristiche naturali del sistema.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con destinazione turistico ricettiva
del patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal
presente piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica dei versanti del sistema incentivandone l'utilizzo per le
particolari caratteristiche paesaggistiche ed ambientali.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno contenuta o presenza dell'ambito del S. T. "C", se non per quanto
riguarda la possibilità di sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di
energia elettrica, e per i rifiuti solidi prodotti dalle frazioni storiche, dai nuclei
abitati e dalla presenza di insediamenti turistico ricettivi e agropastorali.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "C" devono essere raggiunti i
modo da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle
risorse naturali. In particolare il R.U. deve condizionare la realizzazione delle
centraline per la produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a
contromisure per la sua riduzione. Inoltre il regolamento comunale per la
raccolta dei rifiuti solidi urbani deve disciplinare più accuratamente in merito
alla raccolta dei rifiuti nel territorio del S.T."C".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- La realizzazione dell'impianto di funivia, deve essere condizionato dal R.U.
ad una Valutazione di Impatto Ambientale.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
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-
Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
La necessita di una perimetrazione e una disciplina di dettaglio dei Siti di
Interesse Naturalistico, già individuati dal P.T.C. da demandare al R.U.
Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia delle frazioni esistenti
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
deve essere garantita quale contromisura all'isolamento, anche se
temporaneo.
Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."C".
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 48 – Sistema Territoriale ”D” - Il Bacino di Bagni di Lucca (S.T."D")
§1. Descrizione.
Il sistema è praticamente tagliato sulla direttrice nord-sud dalla valle del
torrente Camione. In destra di tale torrente sono presenti i nuclei abitati di
Monti di Villa, Riolo, Pieve di Monti di Villa, Granaiola,. In sinistra sono
presenti i nuclei abitati di Longoio-Mobbiano, Gombereto, San Gemignano,
Guzzano, Pieve di Controne, Vetteglia e San Cassiano di Controne. Fatta
eccezione per le zone di Gombereto, San Gemignano di C.ne e San Cassiano
di C.ne, dove sono presenti sporadiche attività artigianali, anche qui l'attività
prevalente è quella agro-silvo-pastorale. La presenza di boschi di robinia, che
consentono cicli di taglio colturale più brevi rispetto ad altre essenze, ha
incrementato l'attività di esbosco, con assorbimento di manodopera, seppur in
termini limitati. In questo settore si riscontra il costante aumento della
presenza di stranieri, prevalentemente inglesi, che acquistano immobili per
abitazione, ove soggiornano per periodi dell'anno od affittano ad altri
connazionali. Gli insediamenti esistenti in questo settore sono molto simili tra
loro. Si tratta in genere di vecchi nuclei agricoli spesso addossati alla chiesa
che costituiva il perno dell'attività sociale. Il collegamento con il fondovalle è
ancora accettabile in termini di tempo di trasferimento, per cui questi nuclei
non si sono ancora marcatamente spopolati rispetto ad altri ubicati in posizioni
decentrate.
§2. Obiettivi prestazionali.
- La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente dei centri e
nuclei storici di Monti di Villa, Riolo, Pieve di Monti di Villa, Granaiola,
Longoio-Mobbiano, Gombereto, San Gemignano, Guzzano, Pieve di
Controne, Vetteglia e San Cassiano di Controne, dettando prescrizioni che
incentivino il ripopolamento, anche a scopo turistico, al fine di presidiare il
territorio. Verifica delle potenzialità residue di sviluppo sulle frazioni e
nuclei storici dal punto di vista turistico ricettivo e residenziale.
Individuazioni di dotazioni standard carenti quali parcheggi pubblici.
Individuazione di un’ambito territoriale di salvaguardia, perimetrale alle
singole frazioni, da sottoporre a tutela, quale ambito di rivalutazione
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dell’immagine paesaggistica della frazione stessa. Ambito dove
prescrivere specifiche discipline botaniche e dove individuare, a ridosso
del costruito storico, le eventuali dotazioni di servizi e infrastrutture
necessarie, nell’assoluto controllo dell’immagine dell’insieme degli edifici
storici.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate, in particolare promozione e regolamentazione dell’attività di
esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici e
ambientali dello sfruttamento, introducendo pianificazioni di settore volte
alla riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al
mantenimento e sviluppo dell’attività.
- Il censimento delle infrastrutture viarie e una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri montani storici ed
un programma di rivalutazione e sviluppo.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statuto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE di cui al Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal S. T. "D".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti;
- alle ristrutturazioni delle viabilità;
- al decongestionamento del sistema abitativo del fondo valle grazie allo
sviluppo delle frazioni sparse.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "D", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle montagne con la
riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della sistemazione
idrogeologica dei versanti.
- La crescita fuori controllo per mancanza di predatori di specie di fauna che
è stata oggetto di ripopolamento;
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei centri storici minori, dei nuclei abitati e delle case
sparse, con conseguente abbandono del territorio.
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-
La presenza di siti ambientali, emergenze ambientali di interesse
comunitario da disciplinare.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."D".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria buona,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità risulta garantito dalle
prescrizioni del presente piano in merito al contenimento - razionalizzazione
delle antropizzazioni e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati
per il presente S.T. "D" devono essere raggiunti i modo da non innescare
processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In particolare
devono essere contenute le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità
meccanizzata per non incidere negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle
frazioni e nuclei abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo.
Il grado di riproducibilità risulta costante. Dall'analisi della depurazione si
evidenzia invece una necessità di adeguamento dell'impianto fognario
esistente sia nello sviluppo della rete, sia nell'adeguamento degli impianti di
depurazione per ridurre il grado di vulnerabilità.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "D" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali e/o
turistiche, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e assicurando
infrastrutture adeguate.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità che nel S.T. "D" raggiunge il suo massimo di criticità. Le direttive e
prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al Titolo Secondo delle
presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO - allegato 4:
Relazione sulle indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione
urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i vincoli e le condizioni di
fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli obbiettivi individuati per il
presente S.T. "D" devono essere raggiunti i modo da non innescare processi
di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In particolare devono
essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo e gli interventi
sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare gli ambiti a
monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di grande importanza per il S.T:"D". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"D", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate e del territorio di interesse agricolo deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- il mantenimento dell'assetto antropizzato di alcuni versanti (ciglionamenti)
per le coltivazioni e all'interno delle selve di castagneti da frutto,
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-
la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessita di una perimetrazione e una disciplina
di dettaglio dei Siti di Interesse Naturalistico, già in parte individuati dal
P.T.C.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
contenuto, ma importante dalle frazioni sparse di Monti di Villa, Riolo, Pieve di
Monti di Villa, Granaiola, Longoio-Mobbiano, Gombereto, San Gemignano,
Guzzano, Pieve di Controne, Vetteglia e San Cassiano di Controne e dai
nuclei sparsi, in parte dal settore turistico e dal settore agropastorale
stagionale d'altura. Il presente piano disciplina in modo accorto e contenuto le
possibilità di nuova edificazione residua nelle aree di frangia dei centri storici;
la possibilità di ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso degli edifici
esistenti, effettuando, sulla base della normativa vigente per il territorio rurale,
una verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le
caratteristiche naturali del sistema.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con destinazione turistico ricettiva
del patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal
presente piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica dei versanti del sistema incentivandone l'utilizzo per le
particolari caratteristiche paesaggistiche ed ambientali.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Necessita una verifica delle viabilità di raggiungimento delle singole frazioni al
fine di garantite la doppia possibilità di accesso, quale elemento di
prevenzione del fenomeno di isolamento temporaneo , che spesso si riscontra
per le numerose frane e smottamenti che insistono sulla viabilità esistente.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno contenuta o presenza dell'ambito del S. T. "D", se non per quanto
riguarda la possibilità di sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di
energia elettrica, e per i rifiuti solidi prodotti dalle frazioni storiche, dai nuclei
abitati e dalla presenza di insediamenti turistico ricettivi e agropastorali.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "D" devono essere raggiunti i
modo da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle
risorse naturali. In particolare il R.U. deve condizionare la realizzazione delle
centraline per la produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a
contromisure per la sua riduzione. Inoltre il regolamento comunale per la
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raccolta dei rifiuti solidi urbani deve disciplinare più accuratamente in merito
alla raccolta dei rifiuti nel territorio del S.T."D".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
- La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- La necessita di una perimetrazione e una disciplina di dettaglio dei Siti di
Interesse Naturalistico, già individuati dal P.T.C. da demandare al R.U.
- Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia delle frazioni esistenti
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
deve essere garantita quale contromisura all'isolamento, anche se
temporaneo.
- Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."C".
- La verifica della dotazione e dell'efficienza della rete di fognature e degli
impianti di depurazione.
- La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 49 – Sistema Territoriale ”E” - Lucchio e Casoli (S.T."E")
§1. Descrizione
Questo sistema ricomprende due antichi nuclei abitati entrambi ricchi di storia:
Lucchio, con la sua fortezza, oramai rudere, nato quale baluardo della valle
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del Lima in epoca medioevale e Casoli, noto insediamento longobardo.
Quest'area è marcata fortemente dalla condizione orografica del territorio. Il
monte Penna di Lucchio ed il Monte Memoriante, che presentano acclività
estreme, rendono una gran parte del territorio semi inaccessibile. Anche le
attività agricole, intese in senso tradizionale sono abbastanza limitate. Le
attività sono pertanto legate per la maggior parte al castagno da frutto ed ai
prodotti del sottobosco, non ultima la raccolta dei funghi, oltre alla pastorizia
allo stato brado. A monte dell'abitato di Casoli è presente un bacino naturale,
denominato "Lago di Casoli" alimentato con sorgive, che presenta una flora
palustre unica per il comune di Bagni di Lucca.
§2. Sono obiettivi del sistema territoriale ”E” Lucchio e Casoli.
- La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente dei centri e
nuclei storici di Lucchio, e Casoli dettando prescrizioni di che incentivino il
ripopolamento, anche a scopo turistico, al fine di presidiare il territorio.
Verifica delle potenzialità residue di sviluppo sulle frazioni e nuclei storici
dal punto di vista turistico ricettivo e residenziale. Individuazioni di
dotazioni standard carenti quali parcheggi pubblici. Individuazione di
un’ambito territoriale di salvaguardia, perimetrale alle singole frazioni, da
sottoporre a tutela assoluta, quale ambito di rivalutazione dell’immagine
paesaggistica della frazione stessa. Ambito dove prescrivere specifiche
discipline botaniche e dove individuare, a ridosso del costruito storico, le
eventuali dotazioni di servizi e infrastrutture necessarie, nell’assoluto
controllo dell’immagine dell’insieme degli edifici storici.
- La rivalutazione turistica e sportiva delle aree di crinale: dal monte Penna
di Lucchio al monte Memoriante, garantendone l’accessibilità e la
realizzazione di punti di rifugio alpino, campeggio e percorsi
escursionistici.
- Il censimento delle infrastrutture viarie e una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri montani storici ed
un programma di rivalutazione e sviluppo.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate, in particolare promozione e sviluppo delle economie agricole
legate al castagno, al sottobosco, alla pastorizia.
- La redazione di un Piano Paesistico del comprensorio del “Lago di Casoli”
quale Parco Naturale: immissione di salvaguardie proprie del P.S. su tutti i
procedimenti di trasformazione in atto legittimati dagli strumenti urbanistici
vigenti. Eventuale individuazione di percorsi escursionistici senza
trasformazioni morfologiche o ambientali.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statuto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal S. T. "E".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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-
alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali;
alle ristrutturazioni delle viabilità;
al decongestionamento del sistema abitativo del fondo valle grazie allo
sviluppo delle frazioni sparse.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "E", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle montagne con la
riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della sistemazione
idrogeologica dei versanti.
- La crescita fuori controllo per mancanza di predatori di specie di fauna che
è stata oggetto di ripopolamento;
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei centri storici minori, dei nuclei abitati e delle case
sparse, con conseguente abbandono del territorio.
- La presenza di siti ambientali, emergenze ambientali di interesse
comunitario da disciplinare.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."D".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria ottima,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità risulta garantito dalle
prescrizioni del presente piano in merito al contenimento - razionalizzazione
delle antropizzazioni e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati
per il presente S.T. "E" devono essere raggiunti i modo da non innescare
processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In particolare
devono essere contenute le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità
meccanizzata per non incidere negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e sufficienti portate. Il sistema di approvvigionamento delle
frazioni e nuclei abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo.
Il grado di vulnerabilità basso e il grado di riproducibilità risulta costante.
Dall'analisi della depurazione si evidenzia invece una necessità di
adeguamento dell'impianto fognario esistente sia nello sviluppo della rete, sia
nell'adeguamento degli impianti di depurazione.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "E" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali e/o
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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turistiche, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e assicurando
infrastrutture adeguate.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità nel S.T. "E". Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui
di cui al Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i
vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "E" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di grande importanza per il S.T:"E". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"E", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate, delle aree di versante e di crinale e del territorio di interesse agricolo
deve salvaguardare e promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- il mantenimento dell'assetto antropizzato di alcuni versanti (ciglionamenti)
per le coltivazioni e all'interno delle selve di castagneti da frutto,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessita di una perimetrazione e una disciplina
di dettaglio dei Siti di Interesse Naturalistico, già in parte individuati dal
P.T.C. quali le aree di crinale: dal monte Penna di Lucchio al monte
Memoriante, garantendone l’accessibilità e la realizzazione di punti di rifugio
alpino, campeggio e percorsi escursionistici
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
contenuto, dalle frazioni sparse quali i due antichi nuclei abitati entrambi ricchi
di storia: Lucchio, con la sua fortezza, oramai rudere, nato quale baluardo
della valle del Lima in epoca medioevale e Casoli, noto insediamento
longobardo e dai nuclei sparsi, in parte dal settore turistico e dal settore
agropastorale stagionale d'altura. Il presente piano disciplina in modo accorto
e contenuto le possibilità di nuova edificazione residua nelle aree di frangia
dei centri storici; la possibilità di ristrutturazione e cambio di destinazione
d'uso degli edifici esistenti, effettuando, sulla base della normativa vigente per
il territorio rurale, una verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al
fine di tutelare le caratteristiche naturali del sistema.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con destinazione turistico ricettiva
del patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal
presente piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica delle aree di crinale del centro Storico di Lucchio e delle
aree limitrofe di particolare bellezza, garantendone l’accessibilità e la
realizzazione di punti di sosta, campeggio e percorsi escursionistici.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Necessita una verifica delle viabilità di raggiungimento delle singole frazioni al
fine di garantite la doppia possibilità di accesso, quale elemento di
prevenzione del fenomeno di isolamento temporaneo , che spesso si riscontra
per le numerose frane e smottamenti che insistono sulla viabilità esistente.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno contenuta o presenza dell'ambito del S. T. "E", se non per quanto
riguarda la possibilità di sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di
energia elettrica, e per i rifiuti solidi prodotti dalle frazioni storiche, dai nuclei
abitati e dalla presenza di insediamenti turistico ricettivi e agropastorali.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "E" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle risorse
naturali. In particolare il regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti solidi
urbani deve disciplinare più accuratamente in merito alla raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."E".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
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-
La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
La necessita di una perimetrazione e una disciplina di dettaglio dei Siti di
Interesse Naturalistico, già individuati dal P.T.C. da demandare al R.U.
Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia delle frazioni esistenti
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
deve essere garantita quale contromisura all'isolamento, anche se
temporaneo.
Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."E".
La verifica della dotazione e dell'efficienza della rete di fognature e degli
impianti di depurazione.
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 50 – Sistema Territoriale ”F” - I contrafforti di Lugliano, Benabbio,
Brandeglio, Crasciana, Casabasciana (S.T."F").
§1. Descrizione
Questo sistema è costituito da una fascia che divide praticamente il fondovalle
del Lima dalla dorsale del "Pesciatino" ovvero la dorsale sotto lo spartiacque
che divide il territorio del comune di Bagni di Lucca da quello di Pescia.
Caratteristica comune è una elevata pendenza del territorio a valle dei nuclei
abitati, pendenza che poi diminuisce in prossimità del paese, consentendo in
alcuni casi anche marcati terrazzamenti per attività agricole. Il paese di
Lugliano è posto alla sommità del crinale e costituisce pertanto un vero e
proprio spartiacque. Il fronte sud-ovest sovrasta la valle della Pizzorna, mentre
il fronte nord-est sovrasta la valle della Buliesima, dove nel fondovalle di
questa sono presenti alcune attività artigianali. Il paese di Benabbio,
sovrastato dai ruderi del castello dei Lupari è invece ubicato a mezza costa ed
offre spazi terrazzati sufficientemente ampi per l'attività agricola
prevalentemente di tipo part-time. Questa frazione, una delle più popolose del
comune, è collegata tramite una strada rotabile provinciale con il versante di
Pescia (passo del Trebbio - Boveglio - Collodi). Il Paese di Brandeglio può
essere definito anch'esso a mezza costa, ma di dimensioni nettamente
inferiori a Benabbio, sia sotto il profilo del patrimonio edilizio che del numero di
abitanti. Il paese di Casabasciana è la classica fortezza medioevale a cui
intorno si è sviluppato il paese. La zona sottostante il paese è fortemente
caratterizzata da tarrazzamenti quasi regolari che tipicizzano fortemente
l'area. Il paese di Crasciana, arroccato a mezza costa, offre pochissimi spazi
per attività agricole. Questi sono riscontrabili a quote più basse, ove ampi
terrazzamenti consentono la pratica dell'agricoltura. Questo insediamento è
forse quello che ha risentito di più nell'immediato dopoguerra del fenomeno
dell'emigrazione e che successivamente ha visto il ritorno dei concittadini al
paese di origine animati da uno spirito di valorizzazione del paese natio che a
volte ha superato le buone intenzioni con effetti talora opposti a quanto
desiderato. Tutto il territorio appartenente a questo sistema è destinato ad
attività agro-silvane per lo più part-time.
§2. Obbiettivi prestazionali
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 83 di 207
-
La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente dei centri e
nuclei storici di Lugliano, Benabbio, Brandeglio, Crasciana
e
Casabasciana dettando prescrizioni che incentivino il ripopolamento,
anche a scopo turistico, al fine di presidiare il territorio. Verifica delle
potenzialità residue di sviluppo sulle frazioni e nuclei storici dal punto di
vista turistico ricettivo e residenziale. Individuazioni di dotazioni standard
carenti quali parcheggi pubblici, viabilità di servizio interna alle singole
frazioni (circonvallazioni), centri di servizio e assistenza pubblica.
Individuazione di un’ambito territoriale di salvaguardia, perimetrale alle
singole frazioni, da sottoporre a tutela assoluta, quale ambito di
rivalutazione dell’immagine paesaggistica della frazione stessa. Ambito
dove prescrivere specifiche discipline botaniche e dove individuare, a
ridosso del costruito storico, le eventuali dotazioni di servizi e infrastrutture
necessarie, nell’assoluto controllo dell’immagine dell’insieme degli edifici
storici.
- Il censimento delle infrastrutture viarie, una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri storici ed un
programma di rivalutazione e sviluppo.
- Il mantenimento dell’assetto del corso d’acqua del torrente Buliesima, con
il suo sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale, sportivo;
incentivazione al trasferimento delle industrie sorte lungo le aree di golena.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate, in particolare promozione e regolamentazione dell’attività di
esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici e
ambientali dello sfruttamento introducendo pianificazioni di settore volte
alla riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al
mantenimento e sviluppo dell’attività.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statuto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme,
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal S. T. "E".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti;
- alle ristrutturazioni delle viabilità;
- al decongestionamento del sistema abitativo del fondo valle grazie allo
sviluppo delle frazioni sparse.
- alla ricollocazione di attività produttive ubicate in siti non idonei.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "F", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle montagne con la
riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della sistemazione
idrogeologica dei versanti.
- La crescita fuori controllo per mancanza di predatori di specie di fauna che
è stata oggetto di ripopolamento;
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei centri storici minori, dei nuclei abitati e delle case
sparse, con conseguente abbandono del territorio.
- La presenza di attività produttive ubicate in siti non idonei dal punto di vista
geomorfologico e idraulico, da ricollocare.
- La carenza di servizi alle frazioni storiche esistenti.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."F".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria buona,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità e riproducibilità risulta garantito dalle
prescrizioni del presente piano in merito al contenimento - razionalizzazione
delle antropizzazioni e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati
per il presente S.T. "F" devono essere raggiunti i modo da non innescare
processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In particolare
devono essere contenute le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità
meccanizzata per non incidere negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle
frazioni e nuclei abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo.
Il grado di riproducibilità risulta costante. Dall'analisi della depurazione si
evidenzia invece una necessità di adeguamento dell'impianto fognario
esistente sia nello sviluppo della rete, sia nell'adeguamento degli impianti di
depurazione per ridurre il grado di vulnerabilità.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "F" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali e/o
turistiche, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e assicurando
infrastrutture adeguate.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità nel S.T. "F". Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui
al di cui al Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i
vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "D" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di grande importanza per il S.T:"F". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"F", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate e del territorio di interesse agricolo deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- il mantenimento dell'assetto antropizzato di alcuni versanti (ciglionamenti)
per le coltivazioni e all'interno delle selve di castagneti da frutto,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessita di una perimetrazione e una disciplina
di dettaglio dei Siti di Interesse Naturalistico, già in parte individuati dal
P.T.C.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
importante
dalle frazioni sparse di Lugliano, Benabbio, Brandeglio
Casabasciana e Crasciana, e dai nuclei sparsi, in parte dal settore turistico e
dal settore agropastorale. Il presente piano disciplina in modo accorto e
contenuto le possibilità di nuova edificazione residua nelle aree di frangia dei
centri storici; la possibilità di ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti, effettuando, sulla base della normativa vigente per il
territorio rurale, una verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al
fine di tutelare le caratteristiche naturali del sistema.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con destinazione turistico ricettiva
del patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal
presente piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica dei versanti del sistema incentivandone l'utilizzo per le
particolari caratteristiche paesaggistiche ed ambientali.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Necessita una verifica delle viabilità di raggiungimento delle singole frazioni al
fine di garantite la doppia possibilità di accesso, quale elemento di
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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prevenzione del fenomeno di isolamento temporaneo, che spesso si riscontra
per le numerose frane e smottamenti che insistono sulla viabilità esistente.
Necessita una verifica di dettaglio delle dotazioni di servizi e di viabilità interna
alle singole frazioni, operando verifiche di impatto sul sistema insediativo e sul
sistema paesaggistico di cui gli elementi "centri storici" fanno parte.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno contenuta o presenza dell'ambito del S. T. "F", Il sistema produttivo
caratterizzato da un insediamento sul Torrente Buliesima, risulta da ricollocare
per elevata pericolosità idraulica. Ci sono possibilità di sfruttamento della
risorsa idrica per la produzione di energia elettrica con basso impatto nel
sistema dei versanti. I rifiuti solidi prodotti dalle frazioni storiche, dai nuclei
abitati e dalla presenza di insediamenti turistico ricettivi e agropastorali
vengono allontanati dal servizio in essere.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "F" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle risorse
naturali. In particolare il R.U. deve condizionare
- la realizzazione delle centraline per la produzione di energia elettrica a
valutazioni di impatto e a contromisure per la sua riduzione;
- il possibile riuso degli edifici delle industrie da ricollocare, riducendone il
rischio e la vulnerabilità
Inoltre il regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti solidi urbani deve
disciplinare più accuratamente in merito alla raccolta dei rifiuti nel territorio del
S.T."F".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
- La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 87 di 207
-
Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia delle frazioni esistenti
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
La verifica delle dotazioni di servizi e di viabilità interna alle frazioni
storiche.
La individuazione delle industrie ubicate nella valle del torrente Buliesima
quali industrie da ricollocare per pericolosità idraulica alta dei siti.
La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
deve essere garantita quale contromisura all'isolamento, anche se
temporaneo.
Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."F".
La verifica della dotazione e dell'efficienza della rete di fognature e degli
impianti di depurazione.
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 51 – Sistema Territoriale ”G” - La dorsale delle Pizzorne (S.T. "G")
§1. Descrizione.
Questo sistema, ubicato lungo il confine sud del comune è caratterizzato da
ampi boschi di castagneto e nel settore occidentale profondamente inciso dai
corsi d'acqua del torrente Buliesima, del torrente Benabbiana e dal torrente
Diana, nonché dai loro numerevoli affluenti. Solo l'estremo settore occidentale,
in prossimità del confine con il comune di Borgo a Mozzano, ha risentito
dell'effetto antropico, vuoi per la presenza di una strada di collegamento tra il
paese di Lugliano e l'altopiano delle Pizzorne, voi per la vicinanza del paese di
Lugliano stesso che quello di Corsagna ricadente sul territorio del suddetto
Comune limitrofo. Sono presenti pertanto piccoli insediamenti agricoli che
assolvono anche alla funzione di seconda casa per brevi periodi. L'attività
agricola è quasi interamente assorbita dal taglio del legname e recentemente
si è riscontrato un interesse al recupero di castagneti da frutto dismessi, da
parte delle piccole aziende agricole esistenti sul territorio.
§2. Sono obiettivi del sistema territoriale ”G” La dorsale delle Pizzorne.
- Il censimento delle infrastrutture viarie, una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri storici ed un
programma di rivalutazione e sviluppo.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua dei torrenti Buliesima e
Benabbiana, con il suo sfruttamento dal punto di vista turistico,
ambientale, sportivo.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate, in particolare promozione e regolamentazione dell’attività di
esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici e
ambientali dello sfruttamento introducendo pianificazioni di settore volte
alla riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al
mantenimento e sviluppo dell’attività.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo e agropastorale delle aree
interessate, in particolare le zone popolate da castagneto da frutto.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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-
nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statuto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal Sistema
Territoriale "A".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nei sistemi di fondovalle per
quanto attiene:
- alle tutele e manutenzioni dei corsi d'acqua affluenti del Torrente Lima;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali;
- alle ristrutturazioni delle viabilità;
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A, evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "G", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo, attraverso lo spopolamento delle montagne con la
riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e della sistemazione
idrogeologica dei versanti.
- La crescita fuori controllo per mancanza di predatori di specie di fauna che
è stata oggetto di ripopolamento;
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei nuclei abitati e delle case sparse, con conseguente
abbandono del territorio.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."G".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria buona,
rappresentata soprattutto lungo le porzioni più elevate nel comune di Bagni di
Lucca. Il grado di vulnerabilità risulta basso e il grado di riproducibilità risulta
garantito dalle prescrizioni del presente piano in merito al contenimento delle
antropizzazioni e alla salvaguardia delle risorse. Gli obbiettivi individuati per il
presente S.T. "G" devono essere raggiunti i modo da non innescare processi
di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In particolare devono
essere contenute le ristrutturazioni e adeguamenti della viabilità meccanizzata
per non incidere negativamente con le conseguenti emissioni.
Sistema acqua. Stessa qualità del sistema aria troviamo per il sistema acqua,
con le sorgenti in quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza
di inquinanti e considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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frazioni e nuclei abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo.
Il grado di vulnerabilità risulta basso e il grado di riproducibilità risulta
costante.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "G" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali e/o
turistiche, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e assicurando
impianti di depurazione efficienti.
Sistema suolo. Diverso risulta lo stato de sistema suolo, e il suo livello di
criticità. Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al
Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i
vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "G" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di primaria importanza per il S.T:"G". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"G", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate e delle aree di versante e di crinale deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale
che ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di
predatori della specie, creando problematiche alle coltivazioni e
allevamenti degli insediamenti sparsi di crinale e versante.
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- la verifica d'impatto dei possibili impianti di funivia.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessità di promozioni e regolamentazioni
dell’attività di esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici
e ambientali dello sfruttamento introducendo pianificazioni di settore volte alla
riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al mantenimento e
sviluppo dell’attività.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
contenuto dalle e dai nuclei sparsi, in parte dal settore turistico e
minimamente, dal settore agropastorale stagionale d'altura.
Il presente piano disciplina in modo accorto e contenuto la possibilità di
ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso degli edifici esistenti,
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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effettuando, sulla base della normativa vigente per il territorio rurale, una
verifica del dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le
caratteristiche naturali del sistema.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni risultano accettabili in presenza di
discipline volte al dimensionamento e alla regolamentazione delle
trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con destinazione turistico ricettiva
del patrimonio edilizio esistente (seconde case), viene individuato dal
presente piano, come prezioso fattore di presidio del territorio.
Sempre per il settore turistico ricettivo il presente piano incentiva la
rivalutazione turistica attraverso Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua
dei torrenti Buliesima e Benabbiana, con il suo sfruttamento dal punto di vista
turistico, ambientale, sportivo. Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono
contenute se ogni singola trasformazione verrà successivamente verificata nel
dettaglio dal R.U. sulla base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici
e ambientali del contesto interessato.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno contenuta o presenza dell'ambito del S. T. "G", se non per quanto
riguarda la possibilità di sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di
energia elettrica, e per i rifiuti solidi prodotti dai nuclei abitati e dalla contenuta
presenza di insediamenti turistico ricettivi e agropastorali.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T. "G" devono essere raggiunti i
modo da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo delle
risorse naturali. In particolare il R.U. deve condizionare la realizzazione delle
centraline per la produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a
contromisure per la sua riduzione. Inoltre il regolamento comunale per la
raccolta dei rifiuti solidi urbani deve disciplinare più accuratamente in merito
alla raccolta dei rifiuti nel territorio del S.T."G".
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il dimensionamento delle ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa, con le relative
condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il controllo e la disciplina del ripopolamento e della caccia del cinghiale che
ha una crescita fuori controllo, in quanto il ripopolamento effettuato ha
prodotto una riproduzione della specie abnorme per mancanza di predatori
della specie, creando problematiche alle coltivazioni e allevamenti degli
insediamenti sparsi di crinale e versante.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
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La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
Una nuova disciplina del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani per effettuare più accuratamente la raccolta dei rifiuti nel
territorio del S.T."G".
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 52 – Sistema Territoriale ”H” - Il fondovalle della Lima (S.T. "H")
§1. Descrizione.
Questo sistema attraversa sulla direttrice sud-ovest - nord-est l'intero territorio
comunale e ricomprende diversi centri abitati tra cui il Capoluogo. Questi, in
ordine da ovest ad est sono: Ponte a Serraglio, Bagni Caldi, Bagni di Lucca
Villa (Capoluogo), Fabbriche di Casabasciana, Palleggio, Cocciglia e
Giardinetto, nonché nuclei abitati quali Ponte a Diana, Pian d'Ospedaletto,
Pian di Pili, Astracaccio, Scesta, Pian di Cocciglia e Tana a Termini. Il sistema
ha come perno centrale il torrente Lima, estendendosi sia in destra che in
sinistra per un'ampiezza variabile in relazione all'omogeneità delle condizioni
orografiche, altimetriche ed insediative presenti sul territorio. L'azione
antropica è evidente in quasi tutto il sistema, ma in alcune zone risulta più
marcata, come nel Capoluogo, dove si annoverano insediamenti residenziali
di recente formazione ed insediamenti industriali in prossimità della
confluenza del torrente Benabbiana nel torrente Lima. Altro insediamento
artigianale si riscontra in località Ponte di Palleggio, sia in destra che in
sinistra del torrente Lima. In loc. Tana a Termini, in prossimità del confine con
la provincia di Pistoia è presente una cava attiva ed una cava dismessa. Le
attività artigianali esistenti sono prevalentemente destinate alla produzione di
articoli da regalo (soprammobili, decorazioni da giardino, specchiere), nonché
i famosi presepi, tanto che gran parte delle superfici coperte sono destinate a
magazzini, mentre le superfici destinate alla produzione vera e propria sono
molto più contenute. In questo sistema ricade anche l'intero colle termale, con
i nuclei abitati di Bagni Caldi, del Colle e di Bagno alla Villa, dove sono ubicate
le numerose sorgenti termali, nonché gli stabilimenti per le relative cure.
Sempre in questo sistema ricadono diversi edifici vincolati ai sensi del Titolo I
del D.Lgs. 490/99. Per la maggior parte sono concentrati nell'antico nucleo di
Bagni alla Villa del Capoluogo, ma alcuni si riscontrano anche a Ponte a
Serraglio, quali il Casinò Municipale e Villa Demidoff.
Sotto il profilo della viabilità, il sistema è interamente attraversato dalla strada
statale dell'Abetone e del Brennero. Oltre alle attività artigianali suddette, sono
presenti in loco alcune aziende agricole che stanno recuperando diversi edifici
a scopo agrituristico.
§2. Obbiettivi prestazionali.
- Il mantenimento dell’assetto del corso d’acqua del torrente Lima, con il suo
sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale, sportivo. verifica e
individuazione delle potenzialità di sfruttamento idroelettrico di piccolo
impianto.
- La rivalutazione e tutela della risorsa termale dal punto di vista
idrogeologico, turistico, sanitario, di immagine e simbolo dell’intero
comprensorio comunale; punto di riferimento unico nella Provincia di
Lucca della risorsa termale. Le Terme di Bagni di Lucca, risultano più di
ogni altra risorsa del territorio comunale, bene e risorsa naturale ed
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essenziale sia del territorio comunale che dell’area vasta e come tale deve
essere oggetto di progettazioni comprensoriali attraverso concorsi volti alla
redazione di progetti consoni al recepimento di finanziamenti nazionali e
comunitari:
Progetto della Strada Parco delle Terme
Progetto della Porta delle Terme
Progetto della Cittadella delle Terme
Promozione ed ampliamento della ricettività turistica, infrastrutturali,
attraverso progettazioni allargate a gran parte del territorio del fondovalle
della Lima al fine di aumentare il prestigio e la tipicità del servizio turistico
e ricettivo intorno all’offerta della risorsa termale.
La tutela, promozione dell’innumerevole patrimonio storico artistico delle
ville e delle opere monumentali riferibili alle terme.
L’integrazione delle infrastrutture viarie esistenti e previsione di una
variante alla S.S. n. 12 per sollevare l’abitato di Ponte al Serraglio dal
traffico di attraversamento, liberando la frazione verso uno sviluppo di
servizi, infrastrutture e corredo della risorsa termale.
La riqualificazione delle risorse essenziali delle frazioni e dei sistemi degli
insediamenti lungo il corso del torrente Lima, andando ad individuare le
potenzialità di sviluppo residue a livello residenziale, commerciale e
artigianale. Contenere i fenomeni di industrializzazione in luoghi incongrui
e incompatibili. Ricerca e previsione di nuovi possibili ampliamenti per le
attività artigianali in zone compatibili ove operare e incentivare il
trasferimento di quelle esistenti e il nuovo sviluppo di quelle da insediare. Il
Fondovalle della Lima, nella sua parte mediana, deve svolgere una
funzione di contenitore e collettore di sviluppo, al fine di rallentare, e se
possibile, invertire il trend allo spopolamento sia del fondovalle che delle
frazioni sparse che gravitano sullo stesso. Il Fondovalle della Lima deve
dotarsi di servizi, infrastrutture, mantenere, dove risultano compatibili, i
presidi artigianali e, con le dovute contromisure e valutazioni, individuarne
di nuovi, diventando punto di riferimento delle risorse essenziali per tutte le
frazioni che insistono sul bacino idrografico del torrente Lima.
La progettazione del sistema territoriale del Fondovalle della Lima, come
vera e propria spina dorsale del sistema comunale; luogo dove partono e
ritornano tutte le direttrici di sviluppo del territorio, (termale – storico
culturale – paesaggistico ambientale) ed inoltre luogo dove trovano
localizzazione servizi infrastrutture volte alla riqualificazione delle risorse e
alla promozione delle attività. Infine, eventuale luogo di partenza per il
possibile collegamento tramite funivia tra il fondo valle della Lima (loc.
Palleggio) verso l’Orrido di Botri e il crinale appennininico fino al Monte
Gomito (Provincia di Pistoia).
Il censimento delle infrastrutture viarie, una nuova disciplina di
ristrutturazione delle stesse al fine di migliorare l’accesso per un presidio e
controllo del territorio e per una migliore accessibilità turistica. In
particolare un censimento di tutte le viabilità e sentieri storici ed un
programma di rivalutazione e sviluppo.
La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente dei centri e
nuclei storici di Fabbriche di Casabasciana, Palleggio, Cocciglia e
Giardinetto, nonché nuclei abitati quali Ponte a Diana, Pian d'Ospedaletto,
Pian di Pili, Astracaccio, Scesta, Pian di Cocciglia e Tana a Termini
dettando prescrizioni che incentivino il ripopolamento, anche a scopo
turistico, al fine di presidiare il territorio. Verifica delle potenzialità residue
di sviluppo sulle frazioni e nuclei storici dal punto di vista turistico ricettivo
e residenziale. Individuazioni di dotazioni standard carenti quali parcheggi
pubblici, viabilità di servizio interna alle singole frazioni. Individuazione di
un’ambito territoriale di salvaguardia, perimetrale alle singole frazioni, da
sottoporre a tutela assoluta, quale ambito di rivalutazione dell’immagine
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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paesaggistica della frazione stessa. Ambito dove prescrivere specifiche
discipline botaniche e dove individuare, a ridosso del costruito storico, le
eventuali dotazioni di servizi e infrastrutture necessarie, nell’assoluto
controllo dell’immagine dell’insieme degli edifici storici.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statoto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal Sistema
Territoriale "H".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nel sistema di fondovalle del
Serchio per quanto attiene:
- al decongestionamento del sistema insediativo;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali;
- alle ristrutturazioni delle viabilità.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A, evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "H", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo di fondo valle, attraverso lo spopolamento delle
frazioni di versante con la riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e
della sistemazione idrogeologica dei versanti.
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei nuclei abitati e delle case sparse, con conseguente
abbandono del territorio.
- Casi di localizzazione inadeguata di sistemi produttivi nel fondo valle e
all'interno di valli secondarie.
- Una dotazione insufficiente di depuratori del sistema insediativo esistente.
- Un congestionamento e una insufficienza del traffico veicolare in
prossimità del centro storico di Ponte a Serraglio e a servizio delle frazioni
di versante.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."H".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria discreta
e a tratti sufficiente, dovuta essenzialmente alle emissioni da traffico
meccanizzato e in parte dalle industrie del fondo valle del Serchio. Il grado di
vulnerabilità e di riproducibilità risulta medio ma necessita una politica volta al
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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contenimento e alla razionalizzazione degli interventi. Gli obbiettivi individuati
per il presente S.T. "H" devono essere raggiunti i modo da non innescare
processi di ulteriore riduzione o decadimento qualitativo della risorsa, bensì
invertire la tendenza attraverso prescrizioni sulla viabilità e attivazione di
contromisure di natura propositiva, verso le industrie esistenti. In particolare
devono essere realizzate varianti alla viabilità, promozioni alla ricollocazione di
aziende e input alla riconversione e adeguamento di alcuni processi
industriali, ponendo incentivi per il loro raggiungimento.
Sistema acqua. La qualità del sistema acqua risulta buono, con le sorgenti in
quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza di inquinanti e
considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle frazioni e nuclei
abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo. Il grado di
vulnerabilità risulta però alto dovuto essenzialmente alla carenza del sistema
di depurazione, mentre il grado di riproducibilità risulta costante.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "H" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali,
turistiche, artigianali, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e
assicurando impianti di depurazione efficienti.
Sistema suolo. Lo stato del sistema suolo, e il suo livello di criticità risulta alto.
Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di supporto alla
pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i vincoli e le
condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli obbiettivi
individuati per il presente S.T. "H" devono essere raggiunti i modo da non
innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di primaria importanza per il S.T:"H". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"H", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate di fondo valle e delle aree di versante deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- la verifica d'impatto dei possibili impianti di funivia.
- la verifica d'impatto delle nuovi impianti di tessuto insediativo, nelle aree di
frangia degli insediamenti esistenti, con un attento prescrizione alla
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione necessarie, la previsione
e realizzazione di tutte le infrastrutture e le opere di contenimento
dell'impatto visivo, attraverso particolari prescrizioni sulle caratteristiche
tipologiche degli edifici e sulla messa a dimora di elementi di
contenimento quali alberature e siepi di specie autoctone.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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La promozione dello sfruttamento turistico sportivo del torrente Lima,
attraverso un aspecifica individuazione del parco fluviale e delle
infrastrutture necessarie.
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo.
- La verifica e la disciplina delle cave esistenti nell'alta valle della Lima.
La R.S.A. individua inoltre la necessità di promozioni e regolamentazioni
dell’attività di esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici
e ambientali dello sfruttamento introducendo pianificazioni di settore volte alla
riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al mantenimento e
sviluppo dell’attività.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
forte, rispetto agli atri sistemi territoriali, dalle frazioni sui versanti e sopratutto
dalle frazioni di fondo valle dove il capoluogo si estende verso sud fino alla
frazione di Ponte a Serraglio.
Il presente piano disciplina la possibilità di ristrutturazione e cambio di
destinazione d'uso degli edifici esistenti nel territorio rurale, effettuando, sulla
base della normativa vigente per il territorio rurale, una verifica del
dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le caratteristiche
naturali del sistema.
Il presente piano effettua una capillare verifica del patrimonio edilizio, turistico
ricettivo e produttivo esistente, al fine di valutare le potenzialità residue del
piano vigente, verificare le ulteriori necessità da soddisfare col presente
piano, prescrivere le contromisure alle criticità riscontrate, prevedere e
contenere gli effetti delle nuove urbanizzazioni.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni per il sistema rurale risultano
accettabili in presenza di discipline volte al dimensionamento e alla
regolamentazione delle trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con
destinazione turistico ricettiva del patrimonio edilizio esistente (seconde case),
viene individuato dal presente piano, come prezioso fattore di presidio del
territorio.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni per il sistema insediativo risultano
accettabili in presenza di discipline volte alla attenta verifica degli effetti delle
trasformazioni in ragione degli impatti paesaggistici, delle emissioni, della
dotazione di servizi e viabilità. In particolare necessita di condizionare i nuovi
sviluppi residenziali alla dotazione delle opere a rete necessarie, compreso la
rete del gas metano almeno fino alla località Palmaia, a nord del centro storico
di Bagni di Lucca Villa.
Per il settore turistico ricettivo, oltre allo sviluppo possibile di attività ricettive
nelle frazioni storiche di versante, il presente piano ripropone uno sviluppo del
sistema ricettivo attorno alla risorsa termale. La attuale dotazione del piano
vigente, attraverso uno specifico strumento attuativo (Piano Particolareggiato),
consente numerose possibilità di edificazione ed il presente piano le
riconferma, demandando al R.U. la possibilità di riprogettare la distribuzione
delle potenzialità sul territorio, in base alle aspettative degli investimenti
pubblici e/o privati. Inoltre il settore turistico ricettivo il presente piano
incentiva la rivalutazione turistica attraverso la rivalutazione del torrente Lima
dal punto di vista turistico, ambientale, sportivo. Gli effetti delle eventuali
trasformazioni sono contenute se ogni singola trasformazione verrà
successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla base di valutazioni di
impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del contesto interessato.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno notevole importanza dell'ambito del S. T. "H".
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Il presente piano contabilizza le potenzialità di sviluppo produttivo ancora non
saturate del piano vigente; le potenzialità di sviluppo per la ricollocazione e le
potenzialità necessarie alla crescita delle aziende esistenti. Inoltre individua le
aziende da ricollocare e al tempo stesso, nuovi ambiti di sviluppo in frangia a
insediamenti esistenti, dove poter ricollocare le aziende e dove poter trovare
spazi per la crescita di quelle esistenti. Le necessità, dal punto di vista degli
effetti ambientali per quanto riguarda sono:
- necessità di dotazione di standard adeguati da realizzare o completare
contestualmente ai nuovi sviluppi;
- necessità della dotazione della variante della S.S. n.12 in località Ponte a
Serraglio, per lo sviluppo a monte della stessa frazione;
- necessità di certificazioni di prodotto, ma sopratutto "di processo" per le
industrie che intendono crescere o ricollocarsi;
- necessità di una disciplina del R.U. che individui tutte le contromisure volte
alla riduzione degli impatti dell'edificato con l'ambiente circostante:
prescrizioni su elementi, strutture e sistemi degli organismi architettonici e
sulle infrastrutture botaniche di filtro - rispetto della classificazione acustica
- dotazioni sufficienti di impianti di depurazione.
- necessità di condizionare la realizzazione delle centraline per la
produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a contromisure
per la sua riduzione;
- necessità di ridefinire il regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani.
§5. Prescrizioni. - §5. Vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano, e dello
stesso Torrente Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico,
ambientale, sportivo.
- La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- Il dimensionamento delle ristrutturazioni con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa nel territorio rurale,
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia delle frazioni di versante
esistenti con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle
trasformazioni.
- La verifica d'impatto delle nuovi impianti di tessuto insediativo, nelle aree
di frangia degli insediamenti esistenti del fondo valle della Lima, con
prescrizioni volte alla realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione
necessarie, la previsione e realizzazione di tutte le infrastrutture e le opere
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 97 di 207
-
-
di contenimento dell'impatto visivo, attraverso particolari prescrizioni sulle
caratteristiche tipologiche degli edifici e sulla messa a dimora di elementi
di contenimento quali alberature e siepi di specie autoctone.
La individuazione delle industrie da ricollocare per pericolosità idraulica
alta dei siti.
La dotazione di standard adeguati da realizzare o completare
contestualmente ai nuovi sviluppi produttivi.
Le certificazioni di prodotto, ma sopratutto "di processo" per le industrie
che intendono crescere o ricollocarsi;
Una disciplina del R.U. che individui tutte le contromisure volte alla
riduzione degli impatti dell'edificato con destinazione artigianale, con
l'ambiente circostante: prescrizioni su elementi, strutture e sistemi degli
organismi architettonici e sulle infrastrutture botaniche di filtro - rispetto
della classificazione acustica - dotazioni sufficienti di impianti di
depurazione,
Il condizionamento alla realizzazione delle centraline per la produzione di
energia elettrica a valutazioni di impatto e a contromisure per la sua
riduzione;
La ridefinizione del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti solidi
urbani.
La dotazione della variante della S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio,
per lo sviluppo a monte della stessa frazione;
La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
dove garantire le contromisure all'isolamento, anche se temporaneo.
La verifica della dotazione e dell'efficienza della rete di fognature e degli
impianti di depurazione.
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 53 – Sistema Territoriale ”I” - Il fondovalle della Fegana (S.T. "I")
§1. Descrizione.
Poiché il torrente Fegana scorre a margine del confine tra i comuni di Bagni di
Lucca e di Coreglia Antelminelli, di fatto questo sistema risulta spezzato in due
tronconi: quello dell'Alta Val Fegana e quello della Bassa Val Fegana. Il
sistema ha come perno centrale il torrente Fegana, estendendosi sia in destra
che in sinistra per un'ampiezza variabile in relazione all'omogeneità delle
condizioni orografiche, altimetriche ed insediative presenti sul territorio. L'alta
Val Fegana si presenta come una valle stretta, piuttosto marcata, con
limitatissimi terrazzamenti alluvionali, prevaletemente ricoperta da boschi e
scarsamente popolata (si riscontrano solo alcune case in prossimità della
strada provinciale Modenese), quindi gli effetti dell'antropizzazione sono da
ritenere praticamente nulli. La Bassa Val Fegana presenta invece alcuni
terrazzamenti ove sono presenti insediamenti residenziali. In prossimità della
confluenza con il Serchio si riscontra un insediamento industriale per la
produzione della carta. Sul torrente Fegana sono presenti almeno tre centrali
idroelettriche. La prima opera di presa è ubicata poco più a valle della
confluenza del Rio Pelago nel Torrente Fegana, talchè il corso d'acqua,
almeno nel suo tratto più alto risulta depauperato in termini di portata.
§2. Obbiettivi prestazionali
- Il mantenimento dell’assetto del Torrente Fegana, con il suo sfruttamento
dal punto di vista turistico, ambientale, sportivo; verifica e individuazione
delle potenzialità di
sfruttamento idroelettrico di piccolo impianto,
mantenimento e rivalutazione delle centrali idroelettriche esistenti.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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-
La tutela, promozione al riuso del patrimonio edilizio esistente dei nuclei
storici della bassa Val Fegana.
- La verifica ed eventuale incentivazione della risorsa essenziale del
sistema degli insediamenti artigianali della bassa Val Fegana, andando a
stimolare e condizionare lo sviluppo alla realizzazione di infrastrutture di
mobilità merci su ferrovia.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statoto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal Sistema
Territoriale "I".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nel sistema di fondovalle del
Serchio per quanto attiene:
- al decongestionamento del sistema insediativo;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A, evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "I", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Una situazione in atto di criticità riguardo lo stato di abbandono del
patrimonio boschivo di fondo valle, attraverso l'abbandono delle attività
agricole di versante con la riduzione delle coltivazioni, degli allevamenti e
della sistemazione idrogeologica dei versanti.
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Uno spopolamento dei nuclei abitati e delle case sparse, con conseguente
abbandono del territorio.
- Una dotazione insufficiente di depuratori del sistema insediativo esistente.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."H".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria
sufficiente, dovuta essenzialmente alle emissioni da traffico meccanizzato e in
parte dalle industrie del fondo valle del Serchio. Il grado di vulnerabilità e di
riproducibilità risulta medio ma necessita una politica volta al contenimento e
alla razionalizzazione degli interventi. Gli obbiettivi individuati per il presente
S.T. "I" devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di ulteriore
riduzione o decadimento qualitativo della risorsa, bensì invertire la tendenza
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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attraverso prescrizioni sulla viabilità e attivazione di contromisure di natura
propositiva, verso le industrie esistenti. In particolare deve essere incentivato
l'utilizzo della ferrovia quale mezzo per la movimentazione delle persone e
delle merci.
Sistema acqua. La qualità del sistema acqua risulta buono, con le sorgenti in
quota o sui versanti che mantengono ottime qualità, assenza di inquinanti e
considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento dei nuclei abitati
esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo. Il grado di vulnerabilità
risulta però alto dovuto essenzialmente alla carenza del sistema di
depurazione, mentre il grado di riproducibilità risulta costante.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "I" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali,
turistiche, artigianali, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e
assicurando impianti di depurazione efficienti.
Sistema suolo. Lo stato del sistema suolo, e il suo livello di criticità risulta alto.
Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO CONOSCITIVO allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di supporto alla
pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i vincoli e le
condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli obbiettivi
individuati per il presente S.T. "H" devono essere raggiunti i modo da non
innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, risultano di primaria importanza per il S.T:"I". Il suo grado di
vulnerabilità e riproducibilità dipende direttamente dalle politiche di settore
adottate anche dal presente piano. Gli obbiettivi individuati per il presente S.T.
"I", devono essere raggiunti i modo da non innescare processi di riduzione o
decadimento qualitativo della risorsa. In particolare la disciplina delle aree
boscate di fondo valle e delle aree di versante deve salvaguardare e
promuovere:
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio,
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- la verifica d'impatto delle nuovi impianti di tessuto insediativo, nelle aree di
frangia degli insediamenti esistenti, con un attento prescrizione alla
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione necessarie, la previsione
e realizzazione di tutte le infrastrutture e le opere di contenimento
dell'impatto visivo, attraverso particolari prescrizioni sulle caratteristiche
tipologiche degli edifici e sulla messa a dimora di elementi di
contenimento quali alberature e siepi di specie autoctone.
- Il mantenimento dell’assetto del corso d’acqua del Torrente Fegana, con
il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale, sportivo.
La R.S.A. individua inoltre la necessità di promozioni e regolamentazioni
dell’attività di esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici
e ambientali dello sfruttamento introducendo pianificazioni di settore volte alla
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 100 di 207
riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al mantenimento e
sviluppo dell’attività.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
contenuto, rispetto agli atri sistemi territoriali, dai nuclei abitati del fondo valle
del Fegana.
Il presente piano disciplina la possibilità di ristrutturazione e cambio di
destinazione d'uso degli edifici esistenti nel territorio rurale, effettuando, sulla
base della normativa vigente per il territorio rurale, una verifica del
dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le caratteristiche
naturali del sistema.
Il presente piano effettua una capillare verifica del patrimonio edilizio, turistico
ricettivo e produttivo esistente, al fine di valutare le potenzialità residue del
piano vigente, verificare le ulteriori necessità da soddisfare col presente piano,
prescrivere le contromisure alle criticità riscontrate, prevedere e contenere gli
effetti delle nuove urbanizzazioni.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni per il sistema rurale risultano
accettabili in presenza di discipline volte al dimensionamento e alla
regolamentazione delle trasformazioni, in quanto, nel caso di riuso con
destinazione turistico ricettiva del patrimonio edilizio esistente (seconde case),
viene individuato dal presente piano, come prezioso fattore di presidio del
territorio.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni per il sistema insediativo risultano
accettabili in presenza di discipline volte alla attenta verifica degli effetti delle
trasformazioni in ragione degli impatti paesaggistici, delle emissioni, della
dotazione di servizi e viabilità. In particolare necessita di condizionare i nuovi
sviluppi residenziali alla dotazione delle opere a rete necessarie, compreso la
rete del gas metano almeno fino alla località Pian Grande.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno notevole importanza dell'ambito del S. T. "I".
Il presente piano contabilizza le potenzialità di sviluppo produttivo ancora non
saturate del piano vigente; le potenzialità di sviluppo per la ricollocazione e le
potenzialità necessarie alla crescita delle aziende esistenti. Inoltre individua
nuovi ambiti di sviluppo in frangia a insediamenti esistenti, dove poter
ricollocare le aziende e dove poter trovare spazi per la crescita di quelle
esistenti. Le necessità, dal punto di vista degli effetti ambientali per quanto
riguarda sono:
- necessità di dotazione di standard adeguati da realizzare o completare
contestualmente ai nuovi sviluppi;
- necessità della dotazione di uno scalo merci ferroviario pubblico e innesti
nelle industrie private esistenti;
- necessità di certificazioni di prodotto, ma sopratutto "di processo" per le
industrie che intendono crescere o ricollocarsi;
- necessità di una disciplina del R.U. che individui tutte le contromisure volte
alla riduzione degli impatti dell'edificato con l'ambiente circostante:
prescrizioni su elementi, strutture e sistemi degli organismi architettonici e
sulle infrastrutture botaniche di filtro - rispetto della classificazione acustica
- dotazioni sufficienti di impianti di depurazione.
- necessità di condizionare la realizzazione delle centraline per la
produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a contromisure
per la sua riduzione;
- necessità di ridefinire il regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani.
§5. Prescrizioni. - §5. Vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 -
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
- Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano, e dello
stesso Torrente Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico,
ambientale, sportivo.
- La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
- Il dimensionamento delle ristrutturazioni con cambio di destinazione d'uso
degli edifici esistenti da utilizzare come seconda casa nel territorio rurale,
con le relative condizioni di abbattimento degli effetti delle trasformazioni.
- Il dimensionamento degli ampliamenti del numero degli edifici destinati alla
residenza e turistico ricettivo nelle aree di frangia dei nuclei abitati del
fondo valle esistenti con le relative condizioni di abbattimento degli effetti
delle trasformazioni.
- La verifica d'impatto delle nuovi impianti di tessuto insediativo, nelle aree
di frangia degli insediamenti esistenti, con prescrizioni volte alla
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione necessarie, la previsione
e realizzazione di tutte le infrastrutture e le opere di contenimento
dell'impatto visivo, attraverso particolari prescrizioni sulle caratteristiche
tipologiche degli edifici e sulla messa a dimora di elementi di contenimento
quali alberature e siepi di specie autoctone.
- La dotazione di standard adeguati da realizzare o completare
contestualmente ai nuovi sviluppi produttivi.
- la realizzazione, preventiva o contestuale ai nuovi sviluppi artigianali, di
uno scalo merci ferroviario pubblico e innesti nelle industrie private
esistenti;
- Le certificazioni di prodotto, ma sopratutto "di processo" per le industrie
che intendono crescere o ricollocarsi;
- Una disciplina del R.U. che individui tutte le contromisure volte alla
riduzione degli impatti dell'edificato con destinazione artigianale con
l'ambiente circostante: prescrizioni su elementi, strutture e sistemi degli
organismi architettonici e sulle infrastrutture botaniche di filtro - rispetto
della classificazione acustica - dotazioni sufficienti di impianti di
depurazione,
- Il condizionamento alla realizzazione delle centraline per la produzione di
energia elettrica a valutazioni di impatto e a contromisure per la sua
riduzione;
- La ridefinizione del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti solidi
urbani.
- La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
dove garantire le contromisure all'isolamento, anche se temporaneo.
- La verifica della dotazione e dell'efficienza della rete di fognature e degli
impianti di depurazione.
- La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
Art. 54 – Sistema Territoriale ”L” - Il fondovalle del Serchio (S.T. "L")
§1. Descrizione
Questo sistema occupa l'estremo settore sud-ovest del territorio comunale e si
estende dalla confluenza del torrente Fegana nel fiume Serchio fino alla
confluenza del torrente Lima nel Serchio stesso. Ricomprende al suo interno
l'intero abitato di Fornoli ed altre piccole località abitate. Sotto l'aspetto
orografico il sistema è costituito da ampi terrazzi alluvionali pianeggianti o
semipianeggianti che con il salire di quota si riducono gradatamente di
ampiezza fino a trasformarsi in pendii ricoperti da boschi di robinia e
saltuariamente da conifere (pinete). E' sicuramente il sistema che più ha
risentito dell'azione antropica, per una molteplicità di fattori: La presenza di
una linea ferroviaria (la linea Lucca-Aulla attraversa l'intero sistema), la
presenza di una strada regionale di collegamento con la Garfagnana e la
piana di Lucca, la presenza di ingenti risorse idriche costituite da tre corsi
d'acqua, quali il torrente Fegana, il torrente Lima ed il fiume Serchio, la
presenza di terreni pianeggianti o comunque con acclività limitata, nonché
l'esistenza di attività produttive che garantiscono posti di lavoro. Lo sviluppo
residenziale in questo sistema, non trova paragoni con gli altri sopraelencati.
La presenza di un'area P.E.E.P. abbinata ad alcune previsioni di espansione
residenziale ha portato ad un incremento demografico non indifferente, con
evidente squilibrio rispetto alle frazioni montane. La maggiore industria di
questo sistema, in termini occupazionali, anche come indotto, si occupa della
trasformazione chimica del legno ed è ubicata all'estremo sud del sistema
stesso, alla confluenza del Lima nel Serchio. Il numero dei residenti che
nell'ultimo ventennio è andato crescendo, ha consentito lo sviluppo di attività
commerciali e di prestazioni di servizi, rendendo la frazione di Fornoli più
appetibile sotto il profilo degli investimenti privati rispetto ad altre zone del
comune compreso il Capoluogo. Le attività agricole un tempo presenti, anche
in ragione della presenza di un canale irrigatorio che garantiva specifiche
coltivazioni è andata via via scemando in ragione dell'espansione edilizia,
talchè in questo sistema rimangono solo due aziende agricole zootecniche di
un certo rilievo.
§2. Obbiettivi prestazionali.
- Il contenimento della risorsa insediativa (sviluppo degli ultimi venti anni) e
individuazione delle residue potenzialità di sviluppo.
- Lo sviluppo della infrastruttura ferroviaria sia dal punto di vista merci che
passeggeri: progetto "nodo intermodale".
- Il contenimento dello sviluppo del nucleo industriale di trattamento del
legno e produzione carta ubicato a stretto contatto con l’abitato di Fornoli.
- Lo sviluppo turistico della direttrice infrastrutturale verso le terme: progetto
“La Strada Parco delle Ville e delle Terme”.
- Il mantenimento dell’assetto boschivo delle aree interessate.
I suddetti obiettivi sono perseguiti secondo gli indirizzi e le strategie di sviluppo
indicate:
- nei sistemi funzionali e sub-sistemi nei relativi statoto dei luoghi di cui al
capo secondo Titolo Terzo delle presenti norme;
- nelle singole UTOE Titolo Quinto delle presenti norme.
§3. Ambito degli effetti.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Le risorse naturali ed essenziali del territorio interessate dagli effetti delle
trasformazioni per raggiungere gli obbiettivi prestazionali, sono
essenzialmente quelle esistenti all'interno dell'ambito individuato dal Sistema
Territoriale "L".
Alcuni effetti potranno essere avvertiti anche nel sistema di fondovalle del
Serchio per quanto attiene:
- al decongestionamento del sistema insediativo;
- alla salvaguardia paesaggistica dei versanti e dei crinali.
§4. Valutazione - Direttive.
Le valutazioni di sostenibilità sono effettuate partendo dalla situazione di base
individuata dalla R.S.A, evidenziando quali sono le quantità massime da
mettere in gioco in funzione del raggiungimento degli obbiettivi, ed inoltre che
le stesse non incidano sulla vulnerabilità e riproducibilità della risorsa naturale
e/o essenziale.
Considerato lo stato considerevole di naturalità del territorio del S.T. "L", le
maggiori analisi sono state fatte in relazione ai sistemi aria, clima, acqua,
suolo, bellezze naturali, ecosistemi, verificando quanto questi sistemi possono
e sono influenzati, o influenzabili, dai sistemi: socio insediativo, produttivo,
energia e rifiuti solidi.
La R.S.A., ha inoltre evidenziato:
- Il pericolo degli incendi boschivi quale criticità di massimo livello.
- Casi di localizzazione inadeguata di sistemi produttivi nel fondo valle..
- Una dotazione insufficiente di depuratori del sistema insediativo esistente.
- Un congestionamento e una insufficienza del traffico veicolare in
prossimità del centro storico di Ponte a Serraglio e a servizio delle frazioni
di versante.
Le direttive e vincoli conseguenti alle valutazioni, esprimono le prescrizioni e
le contromisure da adottare per ridurre le criticità riscontrate attraverso i
seguenti criteri di valutazione utilizzati per le singole risorse ambientali ed
esenziali esaminate dalla R.S.A. in merito al presente S.T."L".
Sistema aria. La R.S.A. ha evidenziato che per quanto riguarda il sistema aria,
l'ambito del sistema ricade in una fascia che possiede qualità dell'aria
sufficiente e a tratti scarsa, dovuta essenzialmente alle emissioni da traffico
meccanizzato e in parte dalle industrie presenti nel sistema. Il grado di
vulnerabilità e di riproducibilità risulta medio ma necessita una politica volta al
contenimento e alla razionalizzazione degli interventi. Gli obbiettivi individuati
per il presente S.T. "L" devono essere raggiunti i modo da non innescare
processi di ulteriore riduzione o decadimento qualitativo della risorsa, bensì
invertire la tendenza attraverso prescrizioni sulla viabilità e attivazione di
contromisure di natura propositiva, verso le industrie esistenti. In particolare
devono essere realizzate varianti alla viabilità, promozioni alla ricollocazione di
aziende e input alla riconversione e adeguamento di alcuni processi
industriali, ponendo incentivi per il loro raggiungimento.
Sistema acqua. La qualità del sistema acqua risulta buono, con le sorgenti di
versante
che mantengono ottime qualità, assenza di inquinanti e
considerevoli portate. Il sistema di approvvigionamento delle frazioni e nuclei
abitati esistenti risulta soddisfacente e con margini di utilizzo. Il grado di
vulnerabilità risulta però alto dovuto essenzialmente alla carenza del sistema
di depurazione, mentre il grado di riproducibilità risulta costante.
Gli obbiettivi individuati per il presente S.T "L" devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. In particolare devono essere rigorosamente disciplinate e
dimensionate le ristrutturazioni edilizie e/o nuove edificazioni residenziali,
turistiche, artigianali, contenendo lo sfruttamento della risorsa acqua e
assicurando impianti di depurazione efficienti.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Sistema suolo. Lo stato del sistema suolo, e il suo livello di criticità risulta
medio. Le direttive e prescrizioni della relazione geologica di cui al di cui al
Titolo Secondo delle presenti norme e all' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 4: Relazione sulle indagini geologico-tecniche di
supporto alla pianificazione urbanistica, fatte proprie dalla R.S.A., individuano i
vincoli e le condizioni di fattibilità in base alle pericolosità evidenziate. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "L" devono essere raggiunti i modo da
non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della risorsa. In
particolare devono essere verificate tutte le azioni di trasformazione del suolo
e gli interventi sull'edificato, al fine di garantire la sicurezza e non pregiudicare
gli ambiti a monte e valle dell'intervento.
Sistema bellezze naturali, la flora e la fauna. Le bellezze naturali, la flora e la
fauna, per il S.T:"L", il loro grado di vulnerabilità e riproducibilità dipendono
direttamente dalle politiche di settore adottate anche dal presente piano. Gli
obbiettivi individuati per il presente S.T. "L", devono essere raggiunti i modo
da non innescare processi di riduzione o decadimento qualitativo della
risorsa. Necessita per il raggiungimento di un maggiore equilibrio ambientale;
- la riproduzione e cura della risorsa attraverso il presidio del territorio;
- la difesa dal rischio incendi individuando le contromisure volte alla pulizia
del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco, all'impianto di
infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali di acque
(piccoli invasi artificiali);
- la verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali;
- la verifica d'impatto delle nuovi impianti di tessuto insediativo, nelle aree di
frangia degli insediamenti esistenti, con un attento prescrizione alla
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione necessarie, la previsione
e realizzazione di tutte le infrastrutture e le opere di contenimento
dell'impatto visivo, attraverso particolari prescrizioni sulle caratteristiche
tipologiche degli edifici e sulla messa a dimora di elementi di
contenimento quali alberature e siepi di specie autoctone;
- la promozione dello sfruttamento turistico sportivo del torrente Lima,
attraverso un aspecifica individuazione del parco fluviale e delle
infrastrutture necessarie;
- il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua che alimentano il Torrente
Lima, con il loro sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale,
sportivo;
La R.S.A. individua inoltre la necessità di promozioni e regolamentazioni
dell’attività di esbosco, promuovendo una attenta verifica degli effetti botanici
e ambientali dello sfruttamento introducendo pianificazioni di settore volte alla
riqualificazione e dotazione di infrastrutture necessarie al mantenimento e
sviluppo dell’attività.
Sistema Socio Insediativo. Il sistema socioinsediativo è rappresentato in modo
forte, rispetto agli atri sistemi territoriali dalla frazione di fondo valle di Fornoli.
Il presente piano disciplina la possibilità di ristrutturazione e cambio di
destinazione d'uso degli edifici esistenti nel territorio rurale, effettuando, sulla
base della normativa vigente per il territorio rurale, una verifica del
dimensionamento dei nuovi insediamenti al fine di tutelare le caratteristiche
naturali del sistema.
Il presente piano effettua una capillare verifica del patrimonio edilizio, turistico
ricettivo e produttivo esistente, al fine di valutare le potenzialità residue del
piano vigente; verificare le ulteriori necessità da soddisfare col presente
piano; prescrivere le contromisure alle criticità riscontrate; prevedere e
contenere gli effetti delle nuove urbanizzazioni.
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Gli effetti delle eventuali trasformazioni per il sistema insediativo risultano
accettabili in presenza di discipline volte alla attenta verifica degli effetti delle
trasformazioni in ragione degli impatti paesaggistici, delle emissioni, della
dotazione di servizi e viabilità. In particolare necessita di condizionare i nuovi
sviluppi residenziali alla dotazione delle opere a rete necessarie, compreso la
rete del gas metano a nord - ovest del centro storico di Fornoli.
Gli effetti delle eventuali trasformazioni sono contenute se ogni singola
trasformazione verrà successivamente verificata nel dettaglio dal R.U. sulla
base di valutazioni di impatto sugli aspetti paesaggistici e ambientali del
contesto interessato.
Sistema produttivo - energia - rifiuti. Questi tre sistemi di risorse essenziali
hanno notevole importanza dell'ambito del S. T. "L".
Il presente piano contabilizza le potenzialità di sviluppo produttivo ancora non
saturate del piano vigente; le potenzialità di sviluppo per la ricollocazione e le
potenzialità necessarie alla crescita delle aziende esistenti. Inoltre individua le
aziende da ricollocare e al tempo stesso, nuovi ambiti di sviluppo in frangia a
insediamenti esistenti, dove poter ricollocare le aziende e dove poter trovare
spazi per la crescita di quelle esistenti. Le necessità, dal punto di vista degli
effetti ambientali per quanto riguarda sono:
- necessità di dotazione di standard adeguati da realizzare o completare
contestualmente ai nuovi sviluppi;
- necessità della dotazione della variante della S.S. n.12 in località Ponte a
Serraglio, per lo sviluppo a monte della stessa frazione;
- necessità di certificazioni di prodotto, ma sopratutto "di processo" per le
industrie che intendono crescere o ricollocarsi;
- necessità dello sfruttamento della ferrovia per la ditta Alce;
- necessità di mantenere il legno come materia prima per la ditta Alce di
Fornoli, in quanto detta raccolta incentiva la pulizia dei sottoboschi dei
versanti;
- necessità di una disciplina del R.U. che individui tutte le contromisure volte
alla riduzione degli impatti dell'edificato con l'ambiente circostante:
prescrizioni su elementi, strutture e sistemi degli organismi architettonici e
sulle infrastrutture botaniche di filtro - rispetto della classificazione acustica
- dotazioni sufficienti di impianti di depurazione;
- necessità di condizionare la realizzazione delle centraline per la
produzione di energia elettrica a valutazioni di impatto e a contromisure
per la sua riduzione;
- necessità di ridefinire il regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani.
§5. Prescrizioni e vincoli.
La disciplina dei Sistemi Funzionali di cui al successivo capo terzo delle
presenti norme, e la disciplina delle singole utoe di cui al Elaborato 5 NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali
Organiche Elementari, devono prevedere le seguenti prescrizioni e vincoli:
- Tutte le azioni di trasformazione del territorio sono sottoposte alle
prescrizioni e vincoli previsti dal presente piano in merito alle disposizioni
finalizzate alla tutela dell'integrità fisica del territorio di cui al Titolo
Secondo delle presenti norme.
- L'adeguamento delle viabilità, la rivalutazione turistica dei luoghi, devono
essere dimensionate per tutelare gli aspetti paesaggistici, di inquinamento
dell'aria, di inquinamento acustico, di consumo della risorsa acqua.
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’assetto boschivo e agropastorale
attraverso la difesa dagli incendi, individuando le contromisure volte alla
pulizia del sottobosco, alla realizzazione delle linee taglia fuoco,
all'impianto di infrastrutture di avvistamento, all'impianto di serbatoi naturali
di acque (piccoli invasi artificiali);
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Il mantenimento dell’assetto dei corsi d’acqua del Torrente Lima, con il
suo sfruttamento dal punto di vista turistico, ambientale, sportivo.
La verifica degli impatti nella realizzazione di ristrutturazioni della viabilità
esistente, per evitare "incisioni" evidenti nella continuità formale dei
versanti e dei crinali.
La verifica d'impatto delle nuovi impianti di tessuto insediativo, nelle aree
di frangia degli insediamenti esistenti, con prescrizioni volte alla
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione necessarie, la previsione
e realizzazione di tutte le infrastrutture e le opere di contenimento
dell'impatto visivo, attraverso particolari prescrizioni sulle caratteristiche
tipologiche degli edifici e sulla messa a dimora di elementi di contenimento
quali alberature e siepi di specie autoctone.
La dotazione di standard adeguati da realizzare o completare
contestualmente ai nuovi sviluppi produttivi.
la realizzazione, preventiva o contestuale ai nuovi sviluppi industriali della
Ditta "Alce" (o suoi aventi causa) alla dotazione di scalo merci ferroviario
privato e al mantenimento nel processo produttivo della materia prima del
legno;
Le certificazioni di prodotto, ma sopratutto "di processo" per le industrie
che intendono crescere o ricollocarsi;
Una disciplina del R.U. che individui tutte le contromisure volte alla
riduzione degli impatti dell'edificato con destinazione artigianale con
l'ambiente circostante: prescrizioni su elementi, strutture e sistemi degli
organismi architettonici e sulle infrastrutture botaniche di filtro - rispetto
della classificazione acustica - dotazioni sufficienti di impianti di
depurazione,
Il condizionamento alla realizzazione delle centraline per la produzione di
energia elettrica a valutazioni di impatto e a contromisure per la sua
riduzione;
La ridefinizione del regolamento comunale per la raccolta dei rifiuti solidi
urbani.
La doppia viabilità di raggiungimento delle frazioni storiche sui versanti,
dove garantire le contromisure all'isolamento, anche se temporaneo;
La verifica della dotazione e dell'efficienza della rete di fognature e degli
impianti di depurazione.
La disciplina delle invarianti strutturali individuate all'art. 10 delle presenti
norme e disciplinate al successivo capo terzo delle presenti norme e all'
Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE - allegato 2 - Schedatura delle
Unità Territoriali Organiche Elementari.
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capo terzo
articolazione del territorio comunale in sistemi funzionali
Art. 55 - Individuazione dei sistemi funzionali e dei relativi sub-sistemi
§1. Al fine di una più chiara definizione dei contenuti dei sistemi territoriali e
per la enunciazione dei criteri e degli indirizzi per gli interventi attuativi e dello
statuto dei luoghi si definiscono di seguito i sistemi funzionali e, di seguito, i
relativi sub-sistemi:
- Il sistema funzionale rurale,
- Il sistema funzionale insediativo,
- Il sistema funzionale infrastrutturale;
- Il sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature.
§2. La disciplina dei sistemi e sub sistemi funzionali risulta subordinata alle
prescrizioni, criteri e indirizzi di sviluppo dei sistemi territoriali di cui al capo
primo del titolo terzo delle presenti norme.
§3. La disciplina dei sistemi e sub sistemi funzionali detta criteri e indirizzi
generali subordinati alle prescrizioni, criteri e indirizzi delle singole U.T.O.E. di
cui al capo primo del titolo quinto delle peresenti norme.
§4. Il Regolamento Urbanistico, ai sensi del §3. dell’art. 2 delle presenti
norme, regolamenta la fase attuativa degli interventi e delle trasformazioni
delle territorio avvalendosi dei criteri e indirizzi dei sistemi funzionali e delle
prescrizioni, criteri e indirizzi di cui ai sistemi territoriali e singole utoe.
Art. 56 - Il sistema funzionale rurale - Individuazione dei sub sistemi
funzionali
§.1 Il sistema funzionale rurale ricopre la gran parte del territorio comunale e
si si distingue nei sotto elencati sub sistemi,
- Il sub-sistema a prevalente naturalità di crinale,
- Il sub-sistema a prevalente naturalità diffusa,
- Il sub-sistema di interesse agricolo primario,
- Il sub-sistema di interesse agricolo primario di salvaguardia paesaggistica,
- Il sub-sistema di salvaguardia storico paesaggistica.
Art. 57 - Il sub-sistema a prevalente naturalità di crinale.
§1. Il presente piano riconosce, sulla base delle indicazioni del P.T.C. come
territorio a prevalente naturalità di crinale quello in cui le caratteristiche di
naturalità sono prevalenti e meno soggette all’azione antropica. Il quadro
conoscitivo individua le aree a prevalente naturalità di crinale mantenendo la
perimetrazione delle aree a prato pascolo di crinale, così come definite
all'interno della "Variante per il Territorio Aperto". All'interno di queste
riconosce le aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com.
4°, di cui all'art. 16 della stessa "Variante per il Territorio Aperto".
§2. Il presente piano individua, per quanto di competenza, anche in riferimento
agli articoli 41 e 43 del Piano di indirizzo territoriale, e attenendosi ai criteri e
agli indirizzi disciplinati dagli allegati alle Norme di Attuazione del P.T.C., le
trasformazioni e le attività ammissibili nel territorio a prevalente naturalità di
crinale, demandando la disciplina delle aree specifiche al Regolamento
Urbanistico. Le trasformazione ammissibili risultano:
a) gli interventi di rinaturalizzazione e di incremento della vegetazione
autoctona;
b) le attività di allevamento zootecnico di tipo non intensivo;
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c) le attività escursionistiche e del tempo libero compatibili con le finalità di
tutela naturalistica e paesaggistica;
d) la manutenzione e l’adeguamento delle esistenti linee di comunicazione
viaria, in termini tali da privilegiare l’utenza locale;
e) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di percorsi pedonali e per
mezzi di trasporto non motorizzati;
f) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di piste di servizio
forestale, di larghezza non superiore a 3,5 metri, e non pavimentate con
materiali impermeabilizzanti, strettamente motivate dalla necessità di
migliorare la gestione e la tutela dei beni forestali interessati, nonché di punti
di riserva d’acqua per lo spegnimento degli incendi;
g) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti atti alla
trasmissione di segnali radiotelevisivi e di collegamento per le
telecomunicazioni;
h) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti a rete per
l'approvvigionamento idrico, di sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia e
delle materie prime e dei semilavorati, di linee telefoniche, di rilevanza
sovracomunale, limitatamente al mero attraversamento dei predetti terreni;
i) la realizzazione di impianti a rete per l'approvvigionamento idrico, di sistemi
tecnologici per il trasporto dell'energia e delle materie prime e dei semilavorati,
di linee telefoniche, di rilevanza locale, in quanto al servizio di insediamenti o
di attività preesistenti e confermate dagli strumenti urbanistici comunali;
l) la realizzazione di opere di difesa idrogeologica e idraulica, nonché le attività
di esercizio e di manutenzione delle predette opere, nei limiti stabiliti dalle
leggi nazionali e regionali e dalle altre disposizioni specifiche;
m) le trasformazioni, fisiche e funzionali, dei manufatti edilizi esistenti;
n) la realizzazione, la ristrutturazione, la manutenzione di rifugi e bivacchi.
§3. La realizzazione degli impianti di cui alle lettere h), i) e l) del comma 2 è
ammissibile solamente ove sia indispensabile in assenza di alternative di
tracciato che consentano di perseguire i medesimi obiettivi prestazionali con
analoga efficienza, nonché con costi, comprensivi delle comunque necessarie
opere di mitigazione degli impatti, non irragionevolmente superiori.
§4. Le opere di cui alle lettere f), g), h) e m) del comma 2 non devono
comunque avere caratteristiche, dimensioni e densità tali per cui la loro
realizzazione possa alterare negativamente l'assetto idrogeologico,
paesaggistico, naturalistico e geomorfologico dei terreni interessati.
§5. Il Regolamento Urbanistico deve disciplinare al fine della loro
valorizzazione le utilizzazioni per attività escursionistiche, ricreative,
d'osservazione e di studio, per attività selvicolturali, per attività di pascolo.
§6. Il Regolamento urbanistico può definire compatibili gli edifici e degli altri
manufatti esistenti nel territorio a prevalente naturalità di crinale, e
disciplinarne le utilizzazioni per zootecnia, per abitazioni ordinarie rurali per
ricoveri e bivacchi connessi alle attività escursionistiche, per agriturismo e
turismo rurale, per attrezzature tecnologiche.
§7. La disciplina operativa prodotta dal Regolamento Urbanistico dovrà
ulteriormente verificare il rispetto degli indirizzi e criteri generali e specifici del
P.T.C. di cui all’appendice 2, parte 1, ambito 1, sotto riportate.
§8. Criteri e indirizzi generali
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a) Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali alla
scala comunale prestando particolare attenzione alle superfici boscate, alla
fauna selvatica (ai sensi dei commi 4, 5 e 6 dell’articolo 31 del Piano di
indirizzo territoriale regionale) e alla vegetazione spontanea in generale.
b) Individuare le aree dove non ostacolare le dinamiche naturali
dell'ecosistema.
c) Disciplinare, con finalità di tutela conservativa e di mantenimento, il sistema
di crinale nella sua organicità e sequenza di classi di uso del suolo: bosco,
praterie di crinale, affioramenti rocciosi.
d) Salvaguardare la continuità territoriale del sistema nel suo sviluppo
parallelo alla linea di crinale.
e) Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di
specie di flora e di fauna selvatica protette.
f) Disciplinare le modalità e tipologie di accesso e di fruizione dei territori
interessati.
g) Individuare, con finalità di tutela conservativa, il sistema dei percorsi storici.
h) Disciplinare l'utilizzo delle sorgenti di quota e preservare le zone umide e
l'origine degli impluvi in quota.
i) Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi esistenti, e
disciplinarne le trasformazioni ammissibili.
§.9 Criteri e indirizzi specifici:
l) Favorire il mantenimento di elementi di continuità fra il sistema di crinale
primario e quello secondario.
m) Porre particolare attenzione ai valichi di crinale soprattutto in funzione della
avifauna migratoria, evitando l'introduzione di elementi di disturbo e mitigando
le situazioni esistenti.
n) Salvaguardare e preservare da elementi di disturbo le zone umide in quota,
nonché le sorgenti di quota e le origini degli impluvi.
o) Intraprendere azioni di disciplina di uso e di fruizione per le zone di caccia e
nidificazione di rapaci e di altra avifauna protetta, e per le zone di
alimentazione e di riproduzione di mammiferi quali la marmotta, di rettili e di
insetti.
p) Tenere conto della contiguità con il sistema dei parchi e delle aree protette
del versante emiliano.
§10. Il presente Piano, in base al proprio Quadro Conoscitivo, alle valutazioni
effettuate e ai criteri e indirizzi generali e specifici elencarti al punto
precedente, dettaglia inoltre i presenti criteri e indirizzi di disciplina da
demandare al Regolamento Urbanistico.
a)- In queste aree, in considerazione dei loro specifici caratteri morfologici,
produttivi e di presidio ambientale è vietata la costruzione di nuovi edifici ad
esclusione di quelli di uso agricolo.
b)- Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2 e 4 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati alla dimensione aziendale con dimensioni da definire in
sede di Regolamento Urbanistico.
c)- Per le aziende agricole ai sensi del comma 11 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95
e successive modifiche, è consentita la realizzazione, di annessi agricoli
eccedenti le capacità produttive del fondo con dimensioni da definire in sede
di Regolamento Urbanistico. Le nuove volumetrie non potranno essere
realizzate nelle zone di cresta; l'intervento sarà subordinato ad una preventiva
verifica di compatibilità ambientale atta a garantire soprattutto gli aspetti di
salvaguardia paesaggistica.
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d)- In tutti i casi la morfologia dei luoghi lo consenta le nuove volumetrie
dovranno essere parzialmente e/o totalmente incassate nel terreno che dovrà
essere opportunamente ricomposto e risagomato.
e)- E’ vietata la demolizione dei muri di terrazzamento ed è vincolante il loro
ripristino ove gli stessi presentino condizioni di degrado, è inoltre prescritto il
mantenimento della maglia poderale, della viabilità interpoderale, delle
sistemazioni delle regimazioni idrauliche esistenti e del sistema dei
terrazzamenti e ciglionamenti esistenti.
f)- E’ vietato ogni tipo di coltivazione e lavorazione del terreno che possa
comportare degrado per l’assetto ambientale.
g)- E' consentita l’installazione di serre stagionali, nei limiti consentiti dalla
legislazione vigente.
h)- E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
§.11. Aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com. 4°.
Il presente piano, ai sensi dell'art. 1, comma 4°, della L.R.T. n. 64/95, sulla
base del proprio quadro conoscitivo individua nel presente sub-sistema a
prevalente naturalità di crinale, le aree soggette a particolare normativa al fine
di salvaguardare l'ambiente e il paesaggio agrario, al fine di promuovere la
valorizzazione dell'economia rurale attraverso l'integrazione della con altre
funzioni e settori produttivi compatibili con la tutela e coerenti con la
valorizzazione delle risorse del territorio.
Sono fatte salve le prescrizioni di cui all'art. 16 delle Norme di Attuazione della
Variante del Territorio Aperto vigente alla data di adizione del P.S.; il
Regolamento Urbanistico potrà, sulla base delle proprie valutazioni,
disciplinare in modo diverso.
- Area individuata "Albereta"
Area in località Albereta dove è previsto l’intero recupero dei luoghi e del
patrimonio edilizio esistente attraverso l’utilizzo dei manufatti edilizi
esistenti. Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova
perimetrazione che costituirà individuazione del comparto del piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica o privata.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
- Area individuata " Ponte a Gaio"
Area in cui è previsto l’intero recupero dei luoghi e del patrimonio edilizio
esistente attraverso l’utilizzo dei manufatti edilizi esistenti.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
- Area individuata " Casentini"
Aarea destinata a mini area di sosta attrezzata per campeggio per numero
10 piazzole e servizi connessi.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
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Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
Area individuata " Fontana a Troghi"
Area con destinazione turistica ricettiva, è presente un rifugio ed è previsto
l'ampliamento di tale struttura.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
Area individuata "Mercatello"
Area con destinazione turistica ricettiva; è in corso di realizzazione il
recupero di un edificio da destinare a rifugio, ed è previsto l'ampliamento
di tale struttura.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
Area individuata " Piani di Vico"
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
§12. Nel rispetto delle prescrizioni di cui al successivo §15, Il Regolamento
Urbanistico, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo e a seguito delle
specifiche Valutazioni, potrà, in difformità dalla variante vigente gli interventi
edilizi ammessi, compresa la ricostruzione delle volumetrie diroccate e
l'ampliamento, sul:
- patrimonio edilizio esistente residenziale rurale;
- patrimonio edilizio esistente destinato ad uso abitativo di famiglie residenti
(compreso il cambio di destinazione d'uso);
- patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso
di mutamento di destinazione d’uso.
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Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti.
§13. Il Regolamento Urbanistico, sulla base della propria carta della fattibilità
idraulica e geomorfologica, dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
ammessi in base alle classi di pericolosità individuate.
§14. Il Regolamento Urbanistico dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
nelle aree ricadenti all'interno delle:
- emergenze Geologico - Ambientali;
- all'interno delle zone di salvaguardia delle sorgenti captate per uso
potabile;
- nelle aree di pertinenza fluviale;
- nelle aree individuabili come alvei torrentizi, nelle zone di naturale
esondazione.
§15 Prescrizioni specifiche.
Il presente piano, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo, rispetto alla
disciplina dello strumento urbanistico vigente, "Variante per il Territorio Aperto"
vincola le ristrutturazioni edilizie con ampliamento e contestuale cambio di
destinazione d'uso al rispetto delle prescrizioni speciali di cui al succesivo art.
63, e al dimensionamento degli interventi di cui al successivo art. 83 , §.4.
Le presenti prescrizioni non si applicano agli interventi disciplinati al
precedente §.11: Aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1,
com. 4°, di cui all'art. 16 della "Variante per il Territorio Aperto".
Art. 58 - Il sub-sistema a prevalente naturalità diffusa.
§1. Il presente piano riconosce, sulla base delle indicazioni del P.T.C. come
territorio a prevalente naturalità diffusa, delle aree agricole quello delle aree
agricole boscate. Il quadro conoscitivo individua le aree a prevalente naturalità
diffusa mantenendo la perimetrazione delle aree boscate, così come definite
all'interno della "Variante per il Territorio Aperto". All'interno di queste
riconosce le aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com.
4°°, di cui all'art. 16 della stessa "Variante per il Territorio Aperto".
§2. Il presente piano individua, per quanto di competenza, anche in riferimento
agli articoli 41 e 43 del Piano di indirizzo territoriale, e attenendosi ai criteri e
agli indirizzi disciplinati dagli allegati alle Norme di Attuazione del P.T.C., le
trasformazioni e le attività ammissibili nel territorio a prevalente naturalità
diffusa, demandando la disciplina delle aree specifiche al Regolamento
Urbanistico. Le trasformazione ammissibili risultano:
a) gli interventi di rinaturalizzazione e di incremento della vegetazione
autoctona;
b) le attività di allevamento zootecnico di tipo non intensivo;
c) le attività escursionistiche e del tempo libero compatibili con le finalità di
tutela naturalistica e paesaggistica;
d) la manutenzione e l’adeguamento delle esistenti linee di comunicazione
viaria, in termini tali da privilegiare l’utenza locale;
e) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di percorsi pedonali e per
mezzi di trasporto non motorizzati;
f) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di piste di servizio
forestale, di larghezza non superiore a 3,5 metri, e non pavimentate con
materiali impermeabilizzanti, strettamente motivate dalla necessità di
migliorare la gestione e la tutela dei beni forestali interessati, nonché di punti
di riserva d’acqua per lo spegnimento degli incendi;
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g) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti atti alla
trasmissione di segnali radiotelevisivi e di collegamento per le
telecomunicazioni;
h) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti a rete per
l'approvvigionamento idrico, di sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia e
delle materie prime e dei semilavorati, di linee telefoniche, di rilevanza
sovracomunale, limitatamente al mero attraversamento dei predetti terreni;
i) la realizzazione di impianti a rete per l'approvvigionamento idrico, di sistemi
tecnologici per il trasporto dell'energia e delle materie prime e dei semilavorati,
di linee telefoniche, di rilevanza locale, in quanto al servizio di insediamenti o
di attività preesistenti e confermate dagli strumenti urbanistici comunali;
l) la realizzazione di opere di difesa idrogeologica e idraulica, nonché le attività
di esercizio e di manutenzione delle predette opere, nei limiti stabiliti dalle
leggi nazionali e regionali e dalle altre disposizioni specifiche;
m) le trasformazioni, fisiche e funzionali, dei manufatti edilizi esistenti;
n) la realizzazione, la ristrutturazione, la manutenzione di rifugi e bivacchi.
§3. Il Quadro Conoscitivo individua le sistemazioni vegetazionali delle aree
agricole, di controllo dei caratteri del paesaggio e le aree boscate,
demandando al Regolamento Urbanistico l'individuazione delle specifiche
aree da castagneto da frutto esistenti. All'interno di tutte le aree il
Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare:
- la conservazione di precisi rapporti funzionali con esistenti nuclei
insediativi, o con insediamenti isolati;
- le trasformazioni e le utilizzazioni dei manufatti edilizi che compongono tali
nuclei, o insediamenti, così da mantenere i predetti rapporti funzionali.
§4. La disciplina operativa prodotta dal Regolamento Urbanistico dovrà
ulteriormente verificare il rispetto degli indirizzi e criteri generali e specifici del
P.T.C. di cui all’appendice 2, parte 2, ambito 1, 2, 3 sotto riportate.
§5. Criteri e indirizzi generali
a)- Perseguire, in generale, la conservazione degli attuali equilibri fra la
presenza antropica e gli elementi naturali e degli attuali indici di copertura del
suolo, nonché delle componenti di maggiore pregio naturalistico.
b)- Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali di
scala comunale, prestando particolare attenzione alle superfici boscate, alla
fauna selvatica (ai sensi dei commi 4, 5 e 6 dell’articolo 31 del Piano di
indirizzo territoriale regionale) e alla vegetazione spontanea in generale.
c)- Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di
specie di flora e di fauna selvatica protetta.
d) Individuare le aree dove non ostacolare le dinamiche spontanee di
rinaturalizzazione.
e)- Disciplinare l'utilizzo delle sorgenti di quota e preservare le zone umide e
l'origine degli impluvi in quota.
f) Disciplinare, con finalità conservativa, i soprassuoli boschivi.
g)- Possibilità di individuare, all’interno del territorio a prevalente naturalità
diffusa, ambiti di interesse agricolo primario, corrispondenti ai terreni agricoli,
ai castagneti da frutto, ai boschi, legati ai nuclei insediativi, e/o utilizzati con
continuità e/o stagionalmente (alpeggi).
h)- Definire gli individuati ambiti di interesse agricolo primario quali aree
agricole di controllo dei caratteri del paesaggio.
i)- Mantenere ai nuclei insediativi esistenti la funzione di elementi di presidio e
controllo del territorio, non consentendone un’utilizzazione esclusivamente
residenziale ordinaria, soprattutto se di tipo saltuario e/o turistico.
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l)- Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi di interesse storicoarchitettonico e testimoniale.
m)- Disciplinare le trasformazioni ammissibili degli edifici e dei complessi
edilizi di cui al punto 10), e quelle ammissibili degli altri edifici e manufatti
edilizi esistenti.
n)- Individuare, ove necessario per garantire la presenza antropica nel
territorio, aree limitrofe agli insediamenti rurali esistenti, nella quali sia
ammissibile la nuova edificazione funzionale alle attività agricole a norma
dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64.
o)- Individuare e disciplinare le aree nelle quali siano ammissibili gli interventi
di cui al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64.
§.6 Criteri e indirizzi specifici
ambito 1
territorio appenninico - sistema territoriale ”A” - La dorsale appenninica.
a) Perseguire la salvaguardia del sistema dei soprassuoli boschivi, ponendo
particolare attenzione alla conservazione e al miglioramento della sua
funzione di difesa dell'assetto idro-geologico del territorio, e favorendo la sua
utilizzazione per fini turistico-ricreativi.
b) Programmare ed effettuare azioni di salvaguardia e di presidio del sistema
dei corsi d'acqua a carattere torrentizio e del sistema vegetazionale ripariale,
preservandoli quali elementi di continuità e corridoi biologici tra il crinale e il
fondovalle.
c) Perseguire la salvaguardia e la conservazione dei sistemi insediativi rurali
mediante azioni che favoriscano il mantenimento del presidio antropico e delle
attività ad esso connesse, favorendo attività integrative quali il turismo rurale e
l’agriturismo.
ambito 2
territorio apuano versante valle del Serchio - sistema territoriale ”L” - Il
fondovalle del Serchio.
a) Perseguire la salvaguardia del sistema dei soprassuoli boschivi, ponendo
particolare attenzione alla conservazione e al miglioramento della sua
funzione di difesa dell'assetto idro-geologico del territorio, e favorendo la sua
utilizzazione per fini turistico-ricreativi.
b) Programmare ed effettuare azioni di salvaguardia e di presidio del sistema
dei corsi d'acqua a carattere torrentizio e del sistema vegetazionale ripariale,
preservandoli quali elementi di continuità e corridoi biologici tra il crinale e il
fondovalle.
c) Disciplinare, con finalità di salvaguardia e conservazione, il sistema carsico,
con particolare attenzione agli elementi di continuità sovraccomunale.
ambito 4
territorio delle Pizzorne - sistema territoriale ”G” - La dorsale delle Pizzorne.
a) Perseguire la salvaguardia e la conservazione del sistema del castagneto
da frutto, ponendo particolare attenzione al mantenimento e al miglioramento
della sua funzione di difesa dell'assetto idro-geologico del territorio, e
favorendo il mantenimento e il ripristino delle attività antropiche che
favoriscono tale funzione, nonché lo sviluppo ed il consolidamento di iniziative
volte a un suo utilizzo turistico-ricreativo.
b) Favorire, nelle zone con forte presenza di specie alloctone, l'affermazione
di specie e varietà che incentivino l’evoluzione verso cenosi naturali.
c) Valorizzare il polo turistico-ricreativo delle Pizzorne con azioni ed attività
che privilegino gli aspetti naturalistici ed escursionistici.
d) Individuare, salvaguardare e disciplinare gli elementi di valenza naturale e
paesaggistica, quali le zone umide e le sorgenti di quota, nonché le aree di
particolare interesse per il ciclo biologico della flora e fauna selvatica protetta.
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e) Perseguire la salvaguardia e la conservazione dei sistemi insediativi rurali
mediante azioni che favoriscano il mantenimento del presidio antropico e delle
attività ad esso connesse, favorendo attività integrative quali il turismo rurale e
l’agriturismo.
§.7 Aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com. 4°.
Il presente piano, ai sensi dell'art. 1, comma 4°, della L.R.T. n. 64/95, sulla
base del proprio quadro conoscitivo individua nel presente sub-sistema a
prevalente naturalità diffusa le aree soggette a particolare normativa al fine di
salvaguardare l'ambiente e il paesaggio agrario, al fine di promuovere la
valorizzazione dell'economia rurale attraverso l'integrazione della con altre
funzioni e settori produttivi compatibili con la tutela e coerenti con la
valorizzazione delle risorse del territorio. Sono fatte salve le prescrizioni di cui
all'art . 16 delle Norme di Attuazione della Variante del Territorio Aperto
vigente alla data di adozione del P.S.; il Regolamento Urbanistico potrà, sulla
base delle proprie valutazioni, disciplinare in modo diverso.Area individuata
"Campore"
Area in località Campore con destinazione turistica ricettiva è previsto che
l’intero recupero dei luoghi e del patrimonio edilizio esistente possa
avvenire attraverso un’azione di salvaguardia e valorizzazione, ma di
contemporaneo utilizzo dei manufatti edilizi e di mantenimento del sistema
ambientale rappresentato dal prato - pascolo e dal castagneto da frutto
che qui assumono particolari caratteri e valenze paesistiche e testimoniali.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
§.8 Prescrizioni specifiche.
Il presente piano, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo, rispetto alla
disciplina dello strumento urbanistico vigente, "Variante per il Territorio Aperto"
vincola le ristrutturazioni edilizie con ampliamento e contestuale cambio di
destinazione d'uso al rispetto delle prescrizioni speciali di cui al succesivo art.
63, e al dimensionamento degli interventi di cui al successivo art. 83 , §.4.
Le presenti prescrizioni non si applicano agli interventi disciplinati al
precedente §.7: Aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1,
com. 4°, di cui all'art. 16 della "Variante per il Territorio Aperto".
§9. Il presente Piano, in base al proprio Quadro Conoscitivo, ai sensi delle
valutazioni effettuate e ai criteri e indirizzi generali e specifici elencarti al §6
del presente articolo, dettaglia criteri e indirizzi di disciplina da demandare al
Regolamento Urbanistico, inserendole come Invarianti Strutturali all'interno
dello Statuto dei Luoghi del Sistema Funzionale del Territorio Rurale –
specifici elementi a prevalenza di naturalità, di cui all'art. 62delle presenti
norme.
Art. 59 - Il sub-sistema di interesse agricolo primario
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§1. Il presente piano definisce territorio di interesse agricolo primario quello in
cui, per l’accertata qualità dei suoli, per le rese attuali e potenziali, per l’entità
degli investimenti effettuati, il mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole
costituiscono un interesse di rilevanza comunale anche ai fini della tutela
ambientale. Il quadro conoscitivo individua le aree di interesse agricolo
primario mantenendo la perimetrazione delle aree aree agricole di costa, aree
di salvaguardia fluviale, aree agricole di fondovalle 1, aree agricole di
fondovalle 2, aree agricole, così come definite all'interno della "Variante per il
Territorio Aperto". All'interno di queste riconosce le aree agricole per interventi
di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com. 4°°, di cui all'art. 16 della stessa
"Variante per il Territorio Aperto".
§2. Il territorio di interesse agricolo primario costituisce, unitamente alle
disposizioni di cui all’ articolo 23 del vigente Piano di indirizzo territoriale, il
riferimento primario per l’individuazione, nei piani strutturali e negli altri
strumenti urbanistici comunali generali, a norma della legge regionale 16
aprile 1995, n.64, delle zone con esclusiva funzione agricola.
§3. Il P.S. demanda al R.U sulla base del proprio quadro conoscitivo, la
verifica e la specificazione delle perimetrazioni del territorio di interesse
agricolo primario e individuano al suo interno, ove siano presenti e
riconoscibili:
a) le aree agricole da classificare, a norma degli articoli 25, 26, 27, 28 e 29 del
vigente Piano di indirizzo territoriale, quali:
- aree a economia agricola debole contigue agli aggregati urbani;
- aree a economia agricola debole determinata dall’influenza urbana;
- aree marginali a economia agricola debole;
- aree ad agricoltura sviluppata estensiva;
- aree ad agricoltura intensiva o specializzata.
b) le aree agricole, anche coincidenti in tutto o in parte con quelle classificate
a norma della lettera a), da classificare, anche ai sensi dell’ articolo 31 del
vigente Piano di indirizzo territoriale, quali aree agricole di controllo dei
caratteri del paesaggio, per esse intendendosi le aree agricole caratterizzate
da forme di coltivazione tradizionali o particolari connotanti il paesaggio, o da
un significativo rapporto tra qualità degli edifici e delle infrastrutturazioni,
assetti vegetazionali e colture.
§4. Il Regolamento Urbanistico, nell’operare le individuazioni, le perimetrazioni
e le classificazioni di cui ai §2 e §3, e nel disciplinare le diverse articolazioni
del territorio di interesse agricolo primario, si attiene ai criteri e agli indirizzi,
relativi agli ambiti in cui è articolato il territorio di interesse agricolo primario
nell' Elaborato 4 - IL PROGETTO - allegato 1 tavola 2 - SISTEMI
FUNZIONALI - UTOE del presente piano, disciplinati dagli allegati alle Norme
di Attuazione del P.T.C., Appendice 2, parte 3, ambito 11, sotto riportate.
§5. Criteri ed indirizzi generali
a)- Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali
alla scala comunale.
b)- Individuare e perimetrare le aree agricole di controllo dei caratteri del
paesaggio.
c)- Individuare e disciplinare, con finalità di tutela conservativa, l’intero sistema
idraulico superficiale, le aree esistenti di rinaturalizzazione spontanea
(vegetazione igrofila, arborea, cespugliosa, erbacea), le alberature esistenti, le
zone umide esistenti (specchi d'acqua stagionali o perenni).
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d)- Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di
specie di flora e di fauna selvatica protetta riconoscibili attraverso il quadro
conoscitivo comunale.
e)- Individuare le aree in cui non ostacolare le dinamiche spontanee di
rinaturalizzazione.
f)- Mantenere, nelle aree agricole, il sistema idraulico superficiale e le
sistemazioni agrarie esistenti (superfici, forme, ecc.).
g)- Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi di interesse storicoarchitettonico e testimoniale, e gli ambiti di interesse ambientale, con
particolare attenzione per le aree archeologiche.
h)- Disciplinare le trasformazioni ammissibili degli edifici e dei complessi edilizi
di cui al punto 7), e quelle ammissibili degli altri edifici e manufatti edilizi
esistenti.
i)- Individuare e disciplinare idonei contesti territoriali a salvaguardia degli
edifici e dei complessi edilizi di cui al punto 7).
l)- Privilegiare, per gli interventi di nuova edificazione funzionale alle attività
agricole a norma dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64, aree
individuate in prossimità del sistema insediativo rurale esistente (nuclei, singoli
insediamenti agricoli).
m)- Individuare le aree nelle quali sia vietata la nuova edificazione funzionale
alle attività agricole a norma dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile
1995, n.64.
n)- Individuare le aree nelle quali siano ammissibili la realizzazione di serre,
sia fisse che stagionali, la sistemazione di vivai, la copertura del terreno con
film plastici.
o)- Individuare e disciplinare le aree nelle quali siano ammissibili gli interventi
di cui al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64.
§.6 Criteri ed indirizzi specifici.
a)- Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali
alla scala comunale.
b)- Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di
specie di flora e di fauna selvatica protetta riconoscibili attraverso il quadro
conoscitivo comunale.
c)- Individuare e perimetrare le aree agricole da definire quali aree agricole di
controllo dei caratteri del paesaggio, in vista della tutela del sistema
insediativo storico e del territorio ad esso connesso.
d)- Individuare e disciplinare, con finalità di tutela conservativa, la viabilità
poderale storica, le alberature esistenti, i parchi e giardini storici.
e)- Mantenere il tessuto delle sistemazioni agrarie esistenti (superfici, forme,
ecc.).
f)- Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi di interesse storicoarchitettonico e testimoniale.
g)- Disciplinare le trasformazioni ammissibili degli edifici e dei complessi edilizi
di cui al punto 6), e quelle ammissibili degli altri edifici e manufatti edilizi
esistenti.
h)- Individuare e disciplinare idonei contesti territoriali a salvaguardia degli
edifici e dei complessi edilizi di cui al punto 6).
i)- Individuare le aree nelle quali sia vietata la nuova edificazione funzionale
alle attività agricole a norma dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile
1995, n.64.
l)- Individuare e disciplinare le aree nelle quali siano ammissibili gli interventi
di cui al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64.
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§7. Il presente Piano, in base al proprio Quadro Conoscitivo, alle valutazioni
effettuate e ai criteri e indirizzi generali e specifici elencarti al punto
precedente, dettaglia inoltre le presenti prescrizioni da demandare al
Regolamento Urbanistico. All'interno del sub-sistema di interesse agricolo
primario, il presente piano accerta, ma non individua cartograficamente, le
seguenti aree:
- aree di salvaguardia fluviale;
- aree agricole di fondovalle del Fiume Serchio e Torrente Fegana;
- aree agricole di fondovalle del Torrente Lima e suoi affluenti;
- aree agricole generiche;
- aree agricole di costa;.
§8. Aree di salvaguardia fluviale.
Queste aree, rappresentate dai territori limitrofi al sistema fluviale e
comprendenti le aree di pertinenza fluviale, quali aree di alveo attivo, e aree
contermini, hanno un particolare valore idraulico e naturale; il presente piano
demanda al Regolamento Urbanistico i seguenti criteri ed indirizzi di disciplina.
a)- Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale regionale e nazionale vigente.
b)- In queste aree sono consentiti interventi di bonifica ambientale,
paesaggistica e di riassetto geologico ed idraulico.
c)- In queste zone va comunque privilegiata la salvaguardia ed il recupero
soprattutto delle valenze naturali in maniera più rigida rispetto al resto del
territorio, creando in tal modo delle aree dove l'azione antropica viene
gradualmente emarginata: gli interventi dovranno favorire il ritorno all'aspetto
naturale originario di queste zone.
d)- Sono consentiti interventi per la realizzazione di percorsi e aree di sosta di
limitate dimensioni atti alla fruizione guidata del territorio.
e)- E' consentita l’installazione di serre stagionali nei limiti consentiti dalla
legislazione vigente.
f)- E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
g)- E’ consentita la realizzazione di impianti di itticoltura e di centraline di h)produzione di energia.
i)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo e a
seguito delle specifiche Valutazioni, dovrà disciplinare gli interventi edilizi
ammessi, compresa la ricostruzione delle volumetrie diroccate e
l'ampliamento, sul:
- patrimonio edilizio esistente;
- patrimonio edilizio esistente residenziale rurale;
- patrimonio edilizio esistente destinato ad uso abitativo di famiglie residenti
(compreso il cambio di destinazione d'uso);
- patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso di
mutamento di destinazione d’uso.
l)- Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti.
m)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base della propria carta della fattibilità
idraulica e geomorfologica, dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
ammessi in base alle classi di pericolosità individuate.
n)- Il Regolamento Urbanistico dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
nelle aree ricadenti all'interno delle:
- emergenze Geologico - Ambientali;
- all'interno delle zone di salvaguardia delle sorgenti captate per uso potabile;
- nelle aree di pertinenza fluviale;
- nelle aree individuabili come alvei torrentizi, nelle zone di naturale
esondazione.
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§9. Aree agricole di fondovalle del Fiume Serchio e Torrente Fegana.
In queste aree sono consentiti tutti gli interventi edilizi di nuova costruzione e
di ampliamento previsti dalla legislazione vigente per le zone agricole; il
presente piano demanda al Regolamento Urbanistico i seguenti criteri ed
indirizzi di disciplina.
a)- Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale regionale e nazionale vigente.
b)- Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2 e 4 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati alla dimensione aziendale con dimensioni da definire in
sede di Regolamento Urbanistico.
c)- Per le aziende agricole ai sensi del comma 11 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95
e successive modifiche, è consentita la realizzazione, di annessi agricoli
eccedenti le capacità produttive del fondo con dimensioni da definire in sede
di Regolamento Urbanistico. Le nuove volumetrie non potranno essere
realizzate nelle zone cuminali; l'intervento sarà subordinato ad una preventiva
verifica di compatibilità ambientale atta a garantire soprattutto gli aspetti di
salvaguardia paesaggistica.
d)- Per le aziende agricole ai sensi dell'art. 3 della L.R.T. 64/95 e successive
modifiche è consentita la realizzazione di interventi per la realizzazione di
nuovi edifici rurali ad uso abitativo..
e)- Per le aziende agricole, ai sensi dei commi 2 e 4 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati alla dimensione aziendale, tali manufatti avranno
dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico
f)- Per le aziende agricole, ai sensi del comma 11 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95
e successive modifiche, è consentita la realizzazione di annessi agricoli
eccedenti le capacità produttive del fondo, con un volume con dimensioni da
definire in sede di Regolamento Urbanistico
g)- Per i proprietari di terreni agricoli al fine della conduzione del fondo è
consentita la realizzazione di annessi agricoli con un volume con dimensioni
da definire in sede di Regolamento Urbanistico E' consentita l’installazione di
serre, sia fisse che stagionali, nei limiti consentiti dalla legislazione vigente.
h)- E’ consentita la realizzazione di elementi di protezione temporanea delle
coltivazioni esistenti.
i)- E' consentita la realizzazione di piscine, campi da gioco e attrezzature
polivalenti, con dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico
l)- E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
Il Regolamento Urbanistico, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo e a
seguito delle specifiche Valutazioni, dovrà disciplinare gli interventi edilizi
ammessi, compresa la ricostruzione delle volumetrie diroccate e
l'ampliamento, sul:
- patrimonio edilizio esistente;
- patrimonio edilizio esistente residenziale rurale;
- patrimonio edilizio esistente destinato ad uso abitativo di famiglie residenti
(compreso il cambio di destinazione d'uso);
- patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso di
mutamento di destinazione d’uso.
m)- Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti.
n)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base della propria carta della fattibilità
idraulica e geomorfologica, dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
ammessi in base alle classi di pericolosità individuate.
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o)- Il Regolamento Urbanistico dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
nelle aree ricadenti all'interno delle:
- emergenze Geologico - Ambientali;
- all'interno delle zone di salvaguardia delle sorgenti captate per uso potabile;
- nelle aree di pertinenza fluviale;
- nelle aree individuabili come alvei torrentizi, nelle zone di naturale
esondazione.
§10. Aree agricole di fondovalle del Torrente Lima e suoi affluenti.
In queste aree, in considerazione del loro rapporto con il sistema fluviale e dei
loro specifici caratteri ambientali, è vietata la costruzione di nuovi edifici di
qualsiasi natura; il presente piano demanda al Regolamento Urbanistico i
seguenti criteri ed indirizzi di disciplina.
.
a)- Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente. In queste aree sono consentiti
interventi di bonifica ambientale, paesaggistica e di riassetto geologico ed
idraulico.
b)- E' consentita l’installazione di serre stagionali nei limiti consentiti dalla
legislazione vigente.
c)- E' consentita la realizzazione di piscine, e campi da gioco e attrezzature
polivalenti con dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico
d)- E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
e)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo e a
seguito delle specifiche Valutazioni, dovrà disciplinare gli interventi edilizi
ammessi, compresa la ricostruzione delle volumetrie diroccate e
l'ampliamento, sul:
- patrimonio edilizio esistente;
- patrimonio edilizio esistente residenziale rurale;
- patrimonio edilizio esistente destinato ad uso abitativo di famiglie residenti
(compreso il cambio di destinazione d'uso);
- patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso di
mutamento di destinazione d’uso.
f)- Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti.
g)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base della propria carta della fattibilità
idraulica e geomorfologica, dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
ammessi in base alle classi di pericolosità individuate.
h)- Il Regolamento Urbanistico dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
nelle aree ricadenti all'interno delle:
- emergenze Geologico - Ambientali;
- all'interno delle zone di salvaguardia delle sorgenti captate per uso potabile;
- nelle aree di pertinenza fluviale;
- nelle aree individuabili come alvei torrentizi, nelle zone di naturale
esondazione.
§11. Aree agricole generiche.
In queste aree sono consentiti tutti gli interventi edilizi di nuova costruzione e
di ampliamento previsti dalla legislazione vigente per le zone agricole; il
presente piano demanda al Regolamento Urbanistico i seguenti criteri ed
indirizzi di disciplina.
a)- Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
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b)- Per le aziende agricole ai sensi dell'art. 3 della LRT 64/95 e successive
modifiche, è consentita la realizzazione di interventi per la realizzazione di
nuovi edifici rurali ad uso abitativo, tali manufatti saranno realizzati nel rispetto
delle dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico.
c)- Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2 e 4 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati alla dimensione aziendale; tali manufatti saranno
realizzati nel rispetto delle dimensioni da definire in sede di Regolamento
Urbanistico.
d)- Per le aziende agricole ai sensi del comma 11 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95
e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di annessi agricoli
eccedenti le capacità produttive del fondo con dimensioni da definire in sede
di Regolamento Urbanistico.
e)- Per i proprietari di terreni agricoli al fine della conduzione del fondo è
consentita la realizzazione di annessi agricoli. In tutti i casi la morfologia dei
luoghi lo consenta le nuove volumetrie dovranno essere parzialmente e/o
totalmente incassate nel terreno che dovrà essere opportunamente
ricomposto e risagomato.
f)- E’ vietata la demolizione dei muri di terrazzamento ed è vincolante il loro
ripristino ove gli stessi presentino condizioni di degrado, è inoltre prescritto il
mantenimento della maglia poderale, della viabilità interpoderale, delle
sistemazioni, delle regimazioni idrauliche esistenti e del sistema dei
terrazzamenti e ciglionamenti esistenti.
g)- E’ vietato ogni tipo di coltivazione e lavorazione del terreno che possa
comportare degrado per l’assetto ambientale.
h)- E' consentita l’installazione di serre, sia fisse che stagionali, nei limiti
consentiti dalla legislazione vigente.
i)- E’ consentita la realizzazione di elementi di protezione temporanea delle
coltivazioni esistenti.
l)- E' consentita la realizzazione di piscine, campi da gioco, quali campi da
tennis e attrezzature polivalenti, con dimensioni da definire in sede di
Regolamento Urbanistico
m)- E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
n)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo e a
seguito delle specifiche Valutazioni, dovrà disciplinare gli interventi edilizi
ammessi, compresa la ricostruzione delle volumetrie diroccate e
l'ampliamento, sul:
- patrimonio edilizio esistente;
- patrimonio edilizio esistente residenziale rurale;
- patrimonio edilizio esistente destinato ad uso abitativo di famiglie residenti
(compreso il cambio di destinazione d'uso);
- patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso di
mutamento di destinazione d’uso;
o)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base della propria carta della fattibilità
idraulica e geomorfologica, dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
ammessi in base alle classi di pericolosità individuate.
p)- Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti.
q)- Il Regolamento Urbanistico dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
nelle aree ricadenti all'interno delle:
- emergenze Geologico - Ambientali;
- all'interno delle zone di salvaguardia delle sorgenti captate per uso potabile;
- nelle aree di pertinenza fluviale;
- nelle aree individuabili come alvei torrentizi, nelle zone di naturale
esondazione.
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§12. Aree agricole di costa.
In queste aree sono consentiti tutti gli interventi edilizi di nuova costruzione e
di ampliamento previsti dalla legislazione vigente per le zone agricole; il
presente piano demanda al Regolamento Urbanistico i seguenti criteri ed
indirizzi di disciplina.
a)- Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
b)- Per le aziende agricole ai sensi dell'art. 3 della LRT 64/95 e successive
modifiche, è consentita la realizzazione di interventi per la realizzazione di
nuovi edifici rurali ad uso abitativo, , tali manufatti saranno realizzati nel
rispetto delle dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico.
c)- Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2 e 4 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati alla dimensione aziendale, da realizzare nelle forme
architettoniche tradizionali, nel rispetto delle dimensioni da definire in sede di
Regolamento Urbanistico.
d)- Per le aziende agricole ai sensi del comma 11 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95
e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di annessi agricoli
eccedenti le capacità produttive del fondo; tali manufatti saranno realizzati nel
rispetto delle dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico.
e)- Per i proprietari di terreni agricoli al fine della conduzione del fondo è
consentita la realizzazione di annessi agricoli , tali manufatti saranno realizzati
nel rispetto delle dimensioni da definire in sede di Regolamento Urbanistico.
f)- In tutti i casi la morfologia dei luoghi lo consenta le nuove volumetrie
dovranno essere parzialmente e/o totalmente incassate nel terreno che dovrà
essere opportunamente ricomposto e risagomato. Nel volume degli annessi
agricoli viene computato anche quello interrato.
g)- E’ vietata la demolizione dei muri di terrazzamento ed è vincolante il loro
ripristino ove gli stessi presentino condizioni di degrado, è inoltre prescritto il
mantenimento della maglia poderale, della viabilità interpoderale, delle
sistemazioni, delle regimazioni idrauliche esistenti e del sistema dei
terrazzamenti e ciglionamenti esistenti.
h)- E’ vietato ogni tipo di coltivazione e lavorazione del terreno che possa
comportare degrado per l’assetto ambientale.
i)- E' consentita l’installazione di serre, sia fisse che stagionali, nei limiti
consentiti dalla legislazione vigente.
l)- E’ consentita la realizzazione di elementi di protezione temporanea delle
coltivazioni esistenti.
E' consentita la realizzazione di piscine e attrezzature sportive polivalenti
E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio nel
rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 31.
m)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo e a
seguito delle specifiche Valutazioni, dovrà disciplinare gli interventi edilizi
ammessi, compresa la ricostruzione delle volumetrie diroccate e
l'ampliamento, sul:
- patrimonio edilizio esistente;
- patrimonio edilizio esistente residenziale rurale;
- patrimonio edilizio esistente destinato ad uso abitativo di famiglie residenti
(compreso il cambio di destinazione d'uso);
- patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso di
mutamento di destinazione d’uso;
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o)- Il Regolamento Urbanistico, sulla base della propria carta della fattibilità
idraulica e geomorfologica, dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
ammessi in base alle classi di pericolosità individuate.
p)- Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti.
q)- Il Regolamento Urbanistico dovrà prescrivere le limitazioni agli interventi
nelle aree ricadenti all'interno delle:
- emergenze Geologico - Ambientali;
- all'interno delle zone di salvaguardia delle sorgenti captate per uso potabile;
- nelle aree di pertinenza fluviale;
- nelle aree individuabili come alvei torrentizi, nelle zone di naturale
esondazione.
§13. Aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com. 4°.
Il presente piano, ai sensi dell'art. 1, comma 4°, della L.R.T. n. 64/95, sulla
base del proprio quadro conoscitivo individua nel sub-sistema di interesse
agricolo primario le aree soggette a particolare normativa al fine di
salvaguardare l'ambiente e il paesaggio agrario, al fine di promuovere la
valorizzazione dell'economia rurale attraverso l'integrazione della con altre
funzioni e settori produttivi compatibili con la tutela e coerenti con la
valorizzazione delle risorse del territorio. Sono fatte salve le prescrizioni di cui
all'art . 16 delle Norme di Attuazione della Variante del Territorio Aperto
vigente alla data di adozione del P.S.; il Regolamento Urbanistico potrà, sulla
base delle proprie valutazioni, disciplinare in modo diverso.
- Area individuata "Ponte a Diana"
Area in località Ponte a Diana destinata a maneggio.
Per il patrimonio edilizio esistente, presente nell’area, è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
- Area individuata " Albereta"
Area destinata a mini area di sosta attrezzata per campeggio
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Per il patrimonio edilizio esistente presente nell’area è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
§.14 Prescrizioni specifiche.
Il presente piano, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo, rispetto alla
disciplina dello strumento urbanistico vigente, "Variante per il Territorio Aperto"
vincola le ristrutturazioni edilizie con ampliamento e contestuale cambio di
destinazione d'uso al rispetto delle prescrizioni speciali di cui al succesivo art.
63, e al dimensionamento degli interventi di cui al successivo art. 83 , §.4.
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Le presenti prescrizioni non si applicano agli interventi disciplinati al
precedente §.13, aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1,
com. 4°, di cui all'art. 16 della "Variante per il Territorio Aperto".
Art. 60 - Il sub-sistema di sinteresse agricolo primario di alvaguardia
ambientale e paesaggistica
§1.Il P.S. individua, sulla base del proprio quadro conoscitivo, come aree di
salvaguardia paesaggistica quelle aree che: per caratteristiche morfologiche,
ambientali, localizzative rispetto al sistema del paesaggio, costituiscono una
fascia di rispetto e riqualificazione per tutta la tipologia del paesaggio. Il
quadro conoscitivo individua le aree di salvaguardia paesaggistica utilizzando
in parte la perimetrazione delle aree di salvaguardia paesaggistica, così come
definite all'interno della "Variante per il Territorio Aperto". Il quadro conoscitivo
utilizza esclusivamente le aree perimetrate che escludono i centri storici delle
frazioni sparse. All'interno di queste aree ai sensi dell'art. 1, comma 4°, della
L.R.T. n. 64/95.
§2. In queste zone, il Regolamento Urbanistico, in considerazione dei loro
specifici caratteri morfologici, ambientali, disciplinerà le trasformazioni
urbanistico edilizie previa a una specifica valutazione degli effetti
paesaggistici.
§3. Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
§4. Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2, 4 e 11 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati o eccedenti alla dimensione aziendale da realizzare nelle
forme architettoniche tradizionali. Per i proprietari di terreni agricoli, al fine
della conduzione del fondo, è consentita la realizzazione di nuovi annessi
agricoli. Il Regolamento Urbanistico individuerà le prescrizioni per le modalità
di realizzazione degli interventi.
§5. .Al fine di salvaguardare la magia tipologica, paesaggistica del territorio
deve essere prescritta impossibilità di demolire i muri di terrazzamento e
vincolare il loro ripristino ove gli stessi presentino condizioni di degrado; il
mantenimento della maglia poderale, della viabilità interpoderale, delle
sistemazioni, delle regimazioni idrauliche esistenti e del sistema dei
terrazzamenti e ciglionamenti esistenti; inoltre necessita disincentivare ogni
tipo di coltivazione e lavorazione del terreno che possa comportare degrado
per l’assetto ambientale.
§6. Il Regolamento Urbanistico disciplina gli interventi sul patrimonio edilizio
esistente attraverso la valutazione dei singoli effetti che comportano gli
interventi di accorpamento, ampliamento degli edifici. Dovranno essere distinti
a tale proposito gli interventi sul patrimonio edilizio esistente destinato ad uso
abitativo di famiglie residenti; gli interventi sul patrimonio edilizio esistente con
destinazione d’uso non agricola e in caso di mutamento di destinazione d’uso.
§7. Il Regolamento Urbanistico disciplina, in base a specifico studio
paesaggistico/botanico, la dinamica delle coltivazioni agricole e delle
arboricolture, individuando per queste ultime i limiti di nuovo impianto al fine di
mantenere le caratteristiche di visibilità dei centri storici assumendoli come
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elementi unici inseriti nel paesaggio all’interno della elencazione delle
invarianti strutturali del territorio comunale.
§.8 Aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1, com. 4°.
Il presente piano, ai sensi dell'art. 1, comma 4°, della L.R.T. n. 64/95, sulla
base del proprio quadro conoscitivo individua le aree del presente subsistema di interesse agricolo primario di salvaguardia storico paesaggistica,
soggette a particolare normativa al fine di salvaguardare l'ambiente e il
paesaggio agrario, al fine di promuovere la valorizzazione dell'economia rurale
attraverso l'integrazione della con altre funzioni e settori produttivi compatibili
con la tutela e coerenti con la valorizzazione delle risorse del territorio. Sono
fatte salve le prescrizioni di cui all'art . 16 delle Norme di Attuazione della
Variante del Territorio Aperto vigente alla data di adizione del P.S.; il
Regolamento Urbanistico potrà, sulla base delle proprie valutazioni,
disciplinare in modo diverso.
Area individuata località "Casoli"
Area articolata al suo interno in due sub aree:
- Area destinata quale mini area di sosta attrezzata per campeggio;
- Area di salvaguardia del sistema lacustre dove operare azioni di
salvaguardia e recupero ambientale e limitati interventi atti alla fruizione
guidata dei luoghi..
Per il patrimonio edilizio esistente, presente nell’area, è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
La perimetrazione che individuerà il Regolamento Urbanistico costituirà
individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di iniziativa
pubblica o privata.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
All'interno dell'area di salvaguardia del sistema lacustre si applicano altresì
le prescrizioni di cui all'art. xx delle presenti norme.
- Area individuata località "Corona 1"
Area con destinazione turistica ricettiva, è presente un ristorante ed è
previsto l'ampliamento di tale struttura.
Il Regolamento Urbanistico potrà individuare una nuova perimetrazione
che costituirà individuazione del comparto del piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica o privata.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento
conservativo e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio
rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli
interventi di bonifica ambientale.
- Area individuata località "Corona 2"
Area destinata a mini area di sosta attrezzata per campeggio.
Per il patrimonio edilizio esistente, presente nell’area, è consentito l’utilizzo
a carattere turistico ricettivo.
Nelle aree ricadenti in Classe di Pericolosità geomorfologica e idraulica
rilevante sono consentiti solo interventi di restauro, risanamento conservativo
e ristrutturazione edilizia senza aumenti di livelli di rischio rispetto all'esistente
realizzato, gli interventi di consolidamento, nonché gli interventi di bonifica
ambientale.
§9 Prescrizioni specifiche.
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Il presente piano, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo, rispetto alla
disciplina dello strumento urbanistico vigente, "Variante per il Territorio Aperto"
vincola le ristrutturazioni edilizie con ampliamento e contestuale cambio di
destinazione d'uso al rispetto delle prescrizioni speciali di cui al succesivo art.
63, e al dimensionamento degli interventi di cui al successivo art. 83 , §.4.
Le presenti prescrizioni non si applicano agli interventi disciplinati al
precedente §.8: aree agricole per interventi di cui alla L.R.T. n. 64/95, art.1,
com. 4°, di cui all'art. 16 della "Variante per il Territorio Aperto".
Art. 61 - Il sub-sistema di salvaguardia storico paesaggistica
§1.Il P.S. individua, sulla base del proprio quadro conoscitivo, come aree di
salvaguardia paesaggistica quelle aree che: per caratteristiche morfologiche,
ambientali, localizzative rispetto al sistema dei centri storici sparsi sul territorio
comunale, costituiscono una fascia di rispetto e riqualificazione per gli
insediamenti storici stessi. Il quadro conoscitivo individua le aree di
salvaguardia storico paesaggistica utilizzando in parte la perimetrazione delle
aree di salvaguardia paesaggistica, così come definite all'interno della
"Variante per il Territorio Aperto". Il quadro conoscitivo utilizza esclusivamente
le aree perimetrate che includono i centri storici delle frazioni sparse.
All'interno di queste riconosce le aree agricole per interventi di cui alla L.R.T.
n. 64/95, art.1, com. 4°°, di cui all'art. 16 della stessa "Variante per il Territorio
Aperto".
§2. In queste zone, il Regolamento Urbanistico, in considerazione dei loro
specifici caratteri morfologici, ambientali, produttivi e di presidio antropico,
disciplinerà le trasformazioni urbanistico edilizie previa a una specifica
valutazione degli effetti paesaggistici. Il Regolamento Urbanistico, inoltre,
individuerà una fascia perimetrale agli insediamenti esistenti, dove, in base
alle prescrizioni sul dimensionamento delle singole UTOE e alle destinazioni
ammissibili, potranno essere realizzati interventi di edificazione volti a
compensare le necessità delle singole UTOE individuate col dimensionamento
previsto nell’arco temporale decennale. Gli interventi di edificazione
riguarderanno: le opere di urbanizzazione, i servizi, le infrastrutture pubbliche,
la ricezione turistica, la residenza e le attività produttive in base alle specifiche
previsioni delle singole UTOE.
§3. Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
§4. Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2, 4 e 11 dell'art. 3 della L.R.T.
64/95 e successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi
agricoli, commisurati o eccedenti alla dimensione aziendale da realizzare nelle
forme architettoniche tradizionali. Per i proprietari di terreni agricoli, al fine
della conduzione del fondo, è consentita la realizzazione di nuovi annessi
agricoli. Il Regolamento Urbanistico individuerà le prescrizioni per le modalità
di realizzazione degli interventi.
§5. .Al fine di salvaguardare la magia tipologica, paesaggistica del territorio
deve essere prescritta impossibilità di demolire i muri di terrazzamento e
vincolare il loro ripristino ove gli stessi presentino condizioni di degrado; il
mantenimento della maglia poderale, della viabilità interpoderale, delle
sistemazioni, delle regimazioni idrauliche esistenti e del sistema dei
terrazzamenti e ciglionamenti esistenti; inoltre necessita disincentivare ogni
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tipo di coltivazione e lavorazione del terreno che possa comportare degrado
per l’assetto ambientale.
§6. Il Regolamento Urbanistico disciplina gli interventi sul patrimonio edilizio
esistente attraverso la valutazione dei singoli effetti che comportano gli
interventi di accorpamento, ampliamento degli edifici. Dovranno essere distinti
a tale proposito gli interventi sul patrimonio edilizio esistente destinato ad uso
abitativo di famiglie residenti; gli interventi sul patrimonio edilizio esistente con
destinazione d’uso non agricola e in caso di mutamento di destinazione d’uso.
§7. Il Regolamento Urbanistico disciplina, in base a specifico studio
paesaggistico/botanico, la dinamica delle coltivazioni agricole e delle
arboricolture, individuando per queste ultime i limiti di nuovo impianto al fine di
mantenere le caratteristiche di visibilità dei centri storici assumendoli come
elementi unici inseriti nel paesaggio all’interno della elencazione delle
invarianti strutturali del territorio comunale.
§.14 Prescrizioni specifiche.
Il presente piano, sulla base del proprio Quadro Conoscitivo, rispetto alla
disciplina dello strumento urbanistico vigente, "Variante per il Territorio Aperto"
vincola le ristrutturazioni edilizie con ampliamento e contestuale cambio di
destinazione d'uso al rispetto delle prescrizioni speciali di cui al succesivo art.
63, e al dimensionamento degli interventi di cui al successivo art. 83 , §.4.
Art. 62 - Statuto dei luoghi relativo al sistema funzionale del territorio
rurale - tutela e valorizzazione degli specifici elementi a prevalenza di
naturalità
§.1 Elementi riconosciuti come Invarianti strutturali relativi al sistema
funzionale insediativo e turistico ricettivo
Lo statuto dei luoghi individua le seguenti invarianti strutturali evidenziate nell'
Elaborato 4 - IL PROGETTO - allegato 1 - tavola 3 - INVARIANTI
STRUTTURALI - STATUTO DEI LUOGHI, sottoponendole a prescrizione e
salvaguardia con i dettami del presente articolo.
- le emergenze geologiche, intese come complesso delle testimonianze
genetiche e morfoevolutive di un’area
- le emergenze morfologiche, quali la Carbonaia degli Orsi, Grotta della
Piella, Grotta di Ponte Nero 1, Grotta di Ponte Nero 2, Riparo delle
campane, Buca di Lischeta, Grotta della Tana;
- il fiume Serchio, Torrente Lima, Fegana, Benabbiana, Bugliesima,
Pizzorna, Camaione, Diana, Lucerna, Scesta, Fosso della Sega, Fiescio,
Rio Coccia di Vico, Forra Fredda, Rifologno, Riguzzaio, e le relative
sponde dei suddetti;
- il reticolo idrografico minore e le relative sponde;
- il Balzo Nero, il Monte di Limano, la Penna di Lucchio, il Prato Fiorito;
- Il Lago di Casoli;
- L’Orrido di Botri, le Strette di Cocciglia;
- Le aree boscate, le aree a castagneto, le aree a castagneto di
salvaguardia paesaggistica, le aree a salvaguardia specifica;
Le aree di salvaguardia paesaggistica intorno ai centri storici.
§.2. Le emergenze geologiche, affioramenti rocciosi, erosioni superficiali, ed
emergenze morfologiche, intese come complesso delle testimonianze
genetiche e morfoevolutive di un’area, quali la Carbonaia degli Orsi, Grotta
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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della Piella, Grotta di Ponte Nero 1, Grotta di Ponte Nero 2, Riparo delle
campane, Buca di Lischeta, Grotta della Tana.
Nei i terreni interessati da emergenze geologiche, affioramenti rocciosi,
erosioni superficiali, ed emergenze morfologiche possono essere definite
ammissibili esclusivamente:
a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e
paesaggistici;
b) le opere e le attività volte al miglioramento dell'assetto idrogeologico, ove
non in contrasto con gli aspetti naturalistici e paesaggistici.
Nei i terreni interessati da emergenze geologiche, affioramenti rocciosi,
erosioni superficiali, ed emergenze morfologiche può essere definita
compatibile soltanto la seguente utilizzazione:
a) attività escursionistiche, ricreative, d'osservazione e di studio.
b) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli istituti scientifici
autorizzati;
c) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di percorsi
e di spazi di sosta, di impianti tecnici di modesta entità, per favorire
l'osservazione e la pubblica fruizione dei beni interessati.
§.3. I corsi d’acqua e le aree di pertinenza fluviale rispettivamente del Il fiume
Serchio, Torrente Lima, Fegana, Benabbiana, Bugliesima, Pizzorna,
Camaione, Diana, Lucerna, Scesta, Fosso della Sega, Fiescio, Rio Coccia di
Vico, Forra Fredda, Rifologno, Riguzzaio, e le relative sponde dei suddetti; il
reticolo idrografico minore e le relative sponde.
Il presente piano distingue e individua le aree di pertinenza fluviale,
suddividendole in:
- alvei fluviali ordinari in modellamento attivo;
- aree golenali;
- aree di naturale esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi
d’acqua.
Non sono soggette alle disposizioni di cui ai successivi commi del presente
articolo, ancorché ricadenti nelle aree di naturale esondazione e di tutela dei
caratteri ambientali dei corsi d’acqua, gli insediamenti consolidati non
suscettibili di essere delocalizzati, e suscettibili, invece, di essere messi in
sicurezza attraverso gli interventi e le azioni a ciò specificamente finalizzate
da prevedersi nella pianificazione specialistica delle autorità competenti, i
quali vanno perimetrati d’intesa tra il comune di Bagni di Lucca, la Provincia di
Lucca, il Genio Civile e l’Autorità di Bacino del Serchio.
Alvei fluviali ordinari in modellamento attivo.
Le disposizioni relative agli alvei fluviali ordinari in modellamento attivo
valgono anche per le fasce laterali ai corsi d’acqua di 10 metri di larghezza, le
quali decorrono:
- nei corsi d’acqua, o nei loro tratti, privi di arginature, dai limiti degli individuati
alvei fluviali ordinari in modellamento attivo;
- nei corsi d’acqua, o nei loro tratti, arginati, dai piedi esterni degli argini.
Il presente piano e successivamente il Regolamento Urbanistico nonché i
piani di settore, disciplinano, per quanto di rispettiva competenza, nel rispetto
di ogni altra disposizione di legge o regolamentare in materia, e comunque,
ove richiesto, previo parere favorevole dell'ente o ufficio preposto alla tutela
idraulica, le trasformazioni e le attività ammissibili negli alvei fluviali ordinari in
modellamento attivo, e nelle relative fasce laterali, e cioè:
a) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di opere di difesa
idraulica, sulla base di piani, programmi e progetti disposti dalle autorità
preposte;
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b) l'effettuazione di opere connesse alla realizzazione di attraversamenti
trasversali dei corsi d’acqua da parte di linee di comunicazione viaria e
ferroviaria;
c) l'effettuazione di opere di manutenzione e di adeguamento di esistenti linee
di comunicazione viaria e ferroviaria, anche se non implicanti soltanto
l’attraversamento trasversale dei corsi d’acqua, purché non comportanti il loro
avanzamento verso gli stessi alvei;
d) la realizzazione di impianti a rete e puntuali per l'approvvigionamento idrico,
impianti a rete per lo smaltimento dei reflui, sistemi tecnologici per il trasporto
dell'energia, impianti a rete per le telecomunicazioni, fermo restando che per
gli impianti a rete non interrati può prevedersi esclusivamente
l'attraversamento trasversale dei corsi d’acqua;
e) la manutenzione e l’adeguamento di esistenti impianti a rete e puntuali per
l'approvvigionamento idrico, impianti a rete per lo smaltimento dei reflui,
sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia, impianti a rete per le
telecomunicazioni, anche se non implicanti soltanto l’attraversamento
trasversale dei corsi d’acqua, purché non comportanti il loro avanzamento
verso gli stessi corsi d’acqua;
f) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di percorsi pedonali e per
mezzi di trasporto non motorizzati, i quali non devono essere asfaltati, né
pavimentati con altri materiali impermeabilizzanti, né costituire ostacolo al
deflusso delle acque, né interessare le sponde e le ripe scoscese;
g) la promozione del riformarsi della vegetazione ripariale spontanea;
h) le trasformazioni, fisiche e funzionali, dei manufatti edilizi aventi interesse
storico-artistico o storico-testimoniale.
Aree golenali.
Il presente piano e successivamente il Regolamento Urbanistico nonché i
piani di settore, disciplinano, per quanto di rispettiva competenza, nel rispetto
di ogni altra disposizione di legge o regolamentare in materia, e comunque,
ove richiesto, previo parere favorevole dell'ente o ufficio preposto alla tutela
idraulica, le trasformazioni e le attività ammissibili nelle aree golenali, e cioè:
a) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di infrastrutture di difesa
del suolo, di canalizzazioni, di opere di difesa idraulica e simili, sulla base di
piani, programmi e progetti disposti dalle autorità preposte;
b) l'effettuazione di opere connesse alla realizzazione di attraversamenti
trasversali dei corsi d’acqua da parte di linee di comunicazione viaria e
ferroviaria;
c) l'effettuazione di opere di manutenzione e di adeguamento di esistenti linee
di comunicazione viaria e ferroviaria, anche se non implicanti soltanto
l’attraversamento trasversale dei corsi d’acqua, purché non comportanti il loro
avanzamento verso gli stessi alvei;
d) la realizzazione di impianti a rete e puntuali per l'approvvigionamento idrico,
impianti a rete per lo smaltimento dei reflui, sistemi tecnologici per il trasporto
dell'energia, impianti a rete per le telecomunicazioni, fermo restando che per
gli impianti a rete non completamente interrati può prevedersi esclusivamente
l'attraversamento trasversale dei corsi d’acqua;
e) la manutenzione e l’adeguamento di esistenti impianti a rete e puntuali per
l'approvvigionamento idrico, impianti a rete per lo smaltimento dei reflui,
sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia, impianti a rete per le
telecomunicazioni, anche se non implicanti soltanto l’attraversamento
trasversale dei corsi d’acqua, purché non comportanti il loro avanzamento
verso gli stessi corsi d’acqua;
f) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di percorsi e spazi di
sosta pedonali e per mezzi di trasporto non motorizzati, i quali, nei casi di
ristrutturazione e di nuova realizzazione, non devono essere asfaltati, né
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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pavimentati con altri materiali impermeabilizzanti, né costituire ostacolo al
deflusso delle acque, né interessare le sponde e le ripe scoscese;
g) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di piste di servizio
forestale, di larghezza non superiore a 3,5 metri lineari, strettamente motivate
dalla necessità di migliorare la gestione e la tutela dei beni forestali interessati,
e che non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali
impermeabilizzanti, né costituire ostacolo al deflusso delle acque, né
interessare le sponde e le ripe scoscese;
h) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti tecnici di
modesta entità, quali impianti di pompaggio per l'approvvigionamento idrico,
irriguo e civile, punti di riserva d'acqua per lo spegnimento degli incendi, e
simili, i quali devono essere armonicamente inseriti nel paesaggio, e ove
possibile opportunamente mascherati con elementi vegetali;
i) la promozione del riformarsi della vegetazione spontanea, ovvero, laddove
sia adeguata, della copertura boschiva, e dell'avviamento all'alto fusto dei
boschi cedui e dei boschi misti, previa cessazione definitiva dell'eventuale
coltivazione dei terreni; sono comunque vietati i rimboschimenti a scopo
produttivo e gli impianti per l'arboricoltura da legno;
j) la manutenzione e la realizzazione di sistemazioni a verde, anche alberato,
destinabili ad attività di tempo libero, nonché di parchi aperti al pubblico le cui
attrezzature siano amovibili e precarie e non siano suscettibili di ridurre la
funzione idraulica dell’area golenale;
k) le trasformazioni, fisiche e funzionali, dei manufatti edilizi aventi interesse
storico-artistico o storico-testimoniale.
Aree di naturale esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi
d’acqua.
Il presente piano e successivamente il Regolamento Urbanistico nonché i
piani di settore, disciplinano, per quanto di rispettiva competenza, nel rispetto
di ogni altra disposizione di legge o regolamentare in materia, e comunque,
ove richiesto, previo parere favorevole dell'ente o ufficio preposto alla tutela
idraulica, le trasformazioni e le attività ammissibili nelle aree di naturale
esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua, e cioè:
a) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di infrastrutture di difesa
del suolo, di canalizzazioni, di opere di difesa idraulica, ivi comprese le casse
di espansione e i bacini di laminazione delle acque, di invasi a usi plurimi, e
simili;
b) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di linee di comunicazione
viaria e ferroviaria previste da strumenti di pianificazione nazionali, regionali,
provinciali e comunali, fermo restando che gli adeguamenti e le nuove
realizzazioni devono limitarsi ai casi di esigenze non altrimenti soddisfacibili,
essere definite in termini tali da minimizzare l’interessamento delle aree di
naturale esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua,
secondo tracciati il più possibile marginali, distanti dai corsi d'acqua, e in ogni
caso non paralleli agli stessi;
c) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti a rete e
puntuali per l'approvvigionamento idrico, nonché di impianti a rete per lo
smaltimento dei reflui, per il trasporto dell'energia e per le telecomunicazioni,
fermo restando che, nei casi di ristrutturazione e di nuova realizzazione, gli
impianti a rete, ove non completamente interrati, non devono correre
parallelamente alle rive dei corsi d'acqua, dei laghi e dei bacini;
d) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di percorsi e spazi di
sosta pedonali e per mezzi di trasporto non motorizzati, i quali, nei casi di
ristrutturazione e di nuova realizzazione, non devono essere asfaltati, né
pavimentati con altri materiali impermeabilizzanti;
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e) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di strade poderali e
interpoderali di larghezza non superiore a 4 metri lineari, le quali non devono
essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali impermeabilizzanti;
f) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di piste di servizio
forestale, di larghezza non superiore a 3,5 metri lineari, strettamente motivate
dalla necessità di migliorare la gestione e la tutela dei beni forestali interessati,
e che non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali
impermeabilizzanti;
g) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti tecnici di
modesta entità, quali impianti di pompaggio per l'approvvigionamento idrico,
irriguo e civile, punti di riserva d'acqua per lo spegnimento degli incendi, e
simili, i quali devono essere armonicamente inseriti nel paesaggio, e
opportunamente mascherati con elementi vegetali;
h) l'esercizio dell'ordinaria coltivazione del suolo e delle attività selvicolturali;
i) la promozione del riformarsi della vegetazione spontanea, previa cessazione
definitiva della coltivazione di terreni;
j) la manutenzione e la realizzazione di sistemazioni a verde, anche alberato,
destinabili ad attività di tempo libero, nonché di parchi aperti al pubblico le cui
attrezzature siano amovibili e precarie e non siano suscettibili di ostacolare il
deflusso delle acque in caso di allagamento, con l'esclusione di ogni opera
comportante impermeabilizzazione di suoli;
k) le trasformazioni, fisiche e funzionali, degli edifici e degli altri manufatti
edilizi esistenti.
Negli alvei fluviali ordinari in modellamento attivo e nelle aree golenali devono
essere vietate le escavazioni e le estrazioni di materiali litoidi. L'autorità
preposta può disporre che inerti eventualmente rimossi, unicamente in
attuazione di piani, programmi e progetti finalizzati al mantenimento delle
condizioni di sicurezza idraulica, conformi al criterio della massima
rinaturalizzazione del sistema delle acque superficiali, anche attraverso la
regolazione plano-altimetrica degli alvei, la escavazione di invasi golenali, la
rimozione di accumuli di inerti in zone sovralluvionate, ove non ne sia previsto
l'utilizzo per opere idrauliche e sia esclusa ogni utilità di movimentazione in
alveo lungo l'intera asta fluviale, vengano resi disponibili per i diversi usi
produttivi.
Nelle aree di pertinenza fluviale possono essere definite compatibili le
seguenti utilizzazioni:
- attività escursionistiche, ricreative, d'osservazione e di studio;
- ordinaria coltivazione del suolo, esclusivamente nelle aree golenali e nelle
aree di naturale esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi
d’acqua;
- attività selvicolturali;
- acquacoltura;
- realizzazione, cura e fruizione di sistemazioni vegetali, finalizzate anche alla
realizzazione di:
- parchi fluviali urbani e territoriali;
- orticoltura, esclusivamente nelle aree golenali e nelle aree di naturale
esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua;
- mobilità meccanizzata, limitata alle linee di comunicazione viaria esistenti,
nonché alle piste ciclabili, alle strade poderali e interpoderali e alle piste di
servizio forestale;
- attrezzature tecnologiche.
Il presente piano definisce nelle disposizioni delle singole UTOE la gamma
delle utilizzazioni compatibili dei manufatti edilizi insistenti negli alvei fluviali
ordinari in modellamento attivo e nelle aree golenali, in quanto coerenti con le
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rispettive caratteristiche tipologiche, e dettano le condizioni di sicurezza sia
per i medesimi manufatti che per la loro fruizione.
Il presente piano definisce nelle disposizioni delle singole UTOE la gamma
delle utilizzazioni compatibili dei manufatti edilizi esistenti nelle aree di
naturale esondazione e di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua così
da escludere le utilizzazioni incoerenti, quanto a tipo di attività, modalità di uso
degli spazi, effetti indotti sul territorio, sulla domanda di servizi, sulle
infrastrutture e sulla circolazione, con gli obiettivi di tutela delle caratteristiche
essenziali delle aree interessate.
§.4. Gli alvei lacuali
Il Lago di Casoli.
Il presente piano e gli altri strumenti urbanistici comunali, nonché i piani di
settore, disciplinano, per quanto di rispettiva competenza, nel rispetto di ogni
altra disposizione di legge o regolamentare in materia, e comunque, ove
richiesto, previo parere favorevole dell'ente o ufficio preposto alla tutela
idraulica, le trasformazioni e le attività ammissibili e cioè:
a) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di opere di difesa
idraulica;
b) la realizzazione di impianti a rete e puntuali per l'approvvigionamento idrico,
impianti a rete per lo smaltimento dei reflui, sistemi tecnologici per il trasporto
dell'energia, impianti a rete per le telecomunicazioni, fermo restando che per
gli impianti a rete non interrati può prevedersi esclusivamente
l'attraversamento trasversale dei corpi idrici;
c) la manutenzione e l’adeguamento di esistenti impianti a rete e puntuali per
l'approvvigionamento idrico, impianti a rete per lo smaltimento dei reflui,
sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia, impianti a rete per le
telecomunicazioni, anche se non implicanti soltanto l’attraversamento
trasversale dei corpi idrici, purché non comportanti il loro avanzamento verso
gli stessi corpi idrici;
d) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di percorsi pedonali e per
mezzi di trasporto non motorizzati, i quali non devono essere asfaltati, né
pavimentati con altri materiali impermeabilizzanti, né costituire ostacolo al
deflusso delle acque, né interessare le sponde e le ripe scoscese;
e) la promozione del riformarsi della vegetazione ripariale spontanea;
f) le trasformazioni, fisiche e funzionali, dei manufatti edilizi aventi interesse
storico-artistico o storico-testimoniale.
Negli alvei lacuali possono essere definite compatibili le seguenti utilizzazioni:
- attività escursionistiche, ricreative, d'osservazione e di studio;
- attività selvicolturali;
- acquacoltura;
- mobilità meccanizzata, limitata alle linee di comunicazione viaria esistenti e
realizzabili;
- attrezzature tecnologiche.
Il presente piano demanda al Regolamento Urbanistico la definizione della
gamma delle utilizzazioni compatibili dei manufatti edilizi insistenti negli
nell’alveo lauale del Lago di Casoli, coerenti con le rispettive caratteristiche
tipologiche, e dettando le condizioni di sicurezza sia per i medesimi manufatti
che per la loro fruizione.
§.5. Siti di interesse Naturalistico.
Il presente piano riconferma i siti di interesse comunitario e di interesse
naturalistico individuati dal P.T.C., inoltre propone l’istituzione di aree naturali
protette di interesse locale anche al di fuori degli ambiti previsti dal P.T.C.,
sulla base del proprio quadro conoscitivo che evidenzia la persistenza dei
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caratteri ambientali che si intende tutelare nell’area individuata e per le
relazioni e le connessioni di questa con gli ambiti individuati dal P.T.C
I siti risultano:
- la Riserva Naturale dell'Orrido di Botri
- il Balzo Nero,
- il Monte di Limano,
- la Penna di Lucchio,
- il Prato Fiorito;
- le Strette di Cocciglia.
Queste aree, rappresentate dai territori naturali di crinale, dalla Riserva
Naturale dell'Orrido di Botri e dai territori boscati del Parco della Val Fegana e
del Balzonero hanno un particolare valore naturale ambientale, paesaggistico.
In queste aree ad integrazione e limitazione di quanto previsto per il territorio
aperto, agricolo e forestale, la conservazione di tale assetto è pertanto affidata
ai soli interventi di manutenzione e di recupero e ripristino ambientale.
In queste zone va comunque privilegiata la salvaguardia ed il recupero
soprattutto delle valenze naturali e paesaggistiche in maniera più rigida
rispetto al resto del territorio, creando in tal modo delle "oasi naturali" atte a
salvaguardare la biodiversità, dove l'azione antropica viene gradualmente
emarginata: gli interventi dovranno favorire il ritorno all'aspetto naturale
originario di queste zone.
Sono consentiti interventi per la realizzazione di percorsi e aree di sosta di
limitate dimensioni atti alla fruizione guidata del territorio.
E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi interventi edilizi di restauro e
risanamento conservativo e ricostruzione delle volumetrie diroccate.
Nelle aree ricadenti in Classe 4 di Pericolosità geomorfologica sono consentiti
solo interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia
senza aumenti di livelli di rischio rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di
consolidamento, nonché gli interventi di bonifica ambientale compresi
sbancamenti e riporti quando funzionali alle stesse opere di bonifica.
Il presente piano assume come risorse essenziali del territorio i siti
classificabili di importanza comunitaria (SIC), i siti di interesse nazionale (SIN)
e i siti di interesse regionale (SIR), indicati nelle tavole contrassegnate con
B.1. del P.T.C. vigente.
La Provincia di Lucca svolge, con riferimento ai siti di importanza regionale
(SIR) di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 10 novembre 1998,
n.342, e all’allegato D della legge regionale 6 aprile 2000, n.56, tutte le
funzioni amministrative a essa attribuite dalla legge regionale 6 aprile 2000,
n.56, in particolare provvedendo all’attuazione delle misure di tutela
disciplinate dal Capo II di tale legge, anche mediante la definizione di appositi
piani di conservazione e gestione, conformi alle disposizioni di cui alle Sezioni
I e II del Capo I del Titolo IV, in ragione delle articolazioni del territorio rurale
nelle quali tali siti ricadono, e degli specifici elementi che li interessano.
Per i territori ricadenti all’interno di riserve naturali formalmente istituite ai
sensi di legge valgono, ve vigenti, le disposizioni dei rispettivi regolamenti,
formati a norma delle relative disposizioni di legge statali e regionali.
§.6.Le aree boscate, le aree a castagneto, le aree a castagneto di
salvaguardia paesaggistica.
Il presente piano, sulla base del proprio quadro conoscitivo, che integra e
dettaglia quello provinciale, e tenendo conto di quanto disposto dalla legge
regionale 21 marzo 2000, n.39, definisce una più precisa e compiuta
perimetrazione di tutte le aree boscate ricomprese entro le rispettive
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circoscrizioni amministrative, nonché delle loro articolazioni, variando le
perimetrazioni individuate dal P.T.C. nelle tavole contrassegnate con B.2., a
eccezione di quelle temporaneamente prive della preesistente vegetazione in
quanto percorse o danneggiate dal fuoco, ovvero colpite da altri eventi naturali
o interventi antropici totalmente o parzialmente distruttivi, da classificare quali
aree boscate degradate a norma del comma 4 dell’ articolo 32 del vigente
Piano di indirizzo territoriale.
Il presente piano individua e suddivide le aree in:
- aree aree boscate,
- aree a castagneto,
- aree a castagneto di salvaguardia paesaggistica,
Le aree sono idividuate nella tavola tavola 4-b del quadro conoscitivo e
inglobate nel sub sistema a prevalente naturalità diffusa.
Il presente piano, individua e sottopone a tutela, per quanto di competenza, le
trasformazioni e le attività ammissibili, rimandandone la disciplina specifica al
Regolamento Urbanistico sulla base dei seguenti indirizzi e criteri
a) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di linee di comunicazione
viaria e ferroviaria di rilevanza sovracomunale; la nuova realizzazione di tali
linee è ammissibile limitatamente al mero attraversamento delle predette aree;
b) la realizzazione di linee di comunicazione viaria di rilevanza locale, in
quanto al servizio della popolazione di non più di un comune, ovvero di parti
della popolazione di due comuni confinanti, nonché di insediamenti o di attività
preesistenti e confermate dagli strumenti urbanistici comunali vigenti; inoltre
l'individuazione di percorsi alternativi, attraverso l'adeguamento di tracciati di
viabilità esistenti, per il raggiungimento delle frazioni sparse: laddove queste
ultime risultano raggiungibili esclusivamente da una viabilità comunale;
c) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti a rete per
l'approvvigionamento idrico e per lo smaltimento dei reflui, di sistemi
tecnologici per il trasporto dell'energia e delle materie prime e dei semilavorati,
di linee telefoniche, di rilevanza sovracomunale; la nuova realizzazione di tali
manufatti è ammissibile limitatamente al mero attraversamento delle predette
aree;
d) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di impianti a rete per
l'approvvigionamento idrico e per lo smaltimento dei reflui, di sistemi
tecnologici per il trasporto dell'energia e delle materie prime e dei semilavorati,
di linee telefoniche, di rilevanza locale, in quanto al servizio della popolazione
di non più di un comune, ovvero di parti della popolazione di due comuni
confinanti, nonché di insediamenti o di attività preesistenti e confermate dagli
strumenti urbanistici comunali;
e) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di opere di difesa
idrogeologica e idraulica;
f) la manutenzione, l’adeguamento, la realizzazione di piste di servizio
forestale, le quali non devono avere larghezza superiore a 3,5 metri lineari, e
non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali
impermeabilizzanti, ad eccezione della ristrutturazione dei tracciati definita al
presente comma 3, lettera b);
g) la manutenzione, l’adeguamento di punti di riserva d’acqua per lo
spegnimento degli incendi;
h) le trasformazioni, fisiche e funzionali, dei manufatti edilizi esistenti in base
alle prescrizioni della normativa vigente e al dimensionamento dei ogni singola
U.T.O.E.;
i) le normali attività silvicolturali, e di raccolta dei prodotti secondari del bosco,
nonché gli interventi di rinaturalizzazione, di forestazione e di incremento della
vegetazione autoctona;
l) le attività di allevamento zootecnico di tipo non intensivo;
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m) le attività escursionistiche e del tempo libero compatibili con le finalità di
tutela naturalistica e paesaggistica.
La realizzazione delle linee di comunicazione e degli impianti a rete di cui alle
lettere a), b), c) e d) del comma 3 è ammissibile solamente ove sia
indispensabile in assenza di alternative di tracciato che consentano di
perseguire i medesimi obiettivi prestazionali con analoga efficienza, nonché
con costi, comprensivi delle comunque necessarie opere di mitigazione degli
impatti, non irragionevolmente superiori.
Il Regolamento Urbanistico, in base alla pre vigente Variante sul Territorio
Aperto ai sensi della L.R.T. n. 64/95, gli strumenti di pianificazione
specialistica e i piani di settore, assoggettano le aree boscate a uno dei
seguenti regimi:
1) regime di conservazione: si applica nelle aree boscate di elevato valore
paesistico - ambientale prive di nuovi insediamenti e con vegetazione non
oggetto di sfruttamento sistematico e in grado di evolvere in modo autonomo
verso una situazione di equilibrio; l'obiettivo della disciplina è quello di
garantire l'assoluto rispetto dei dinamismi naturali della vegetazione
spontanea; sono pertanto vietati gli interventi che alterino l'assetto
vegetazionale della zona, complessivamente considerato nei suoi caratteri
qualitativi e quantitativi, a eccezione di quelli che si rendessero eventualmente
necessari per la conversione dei cedui in fustaie, per l'eliminazione di forme
infestanti e per la prevenzione delle fitopatie;
2) regime di mantenimento: si applica nelle aree boscate nelle quali le
condizioni del manto arboreo sono nel complesso soddisfacenti sotto i profili
delle essenze dominanti, della percentuale di esemplari d'alto fusto e del
vigore vegetativo nonché dell'attitudine alla funzione ricreativa; l'obiettivo della
disciplina è quello di confermare la situazione in atto, garantendone la
continuità nel tempo, e di assicurare il corretto sfruttamento economico del
bosco; sono pertanto consentiti gli interventi preordinati allo sfruttamento
economico del bosco, purché contenuti nei limiti dell'accrescimento rispetto al
taglio precedente, nonché ogni altro intervento volto a migliorarne
ulteriormente le condizioni complessive;
3) regime di consolidamento: si applica aree boscate nelle quali le condizioni
dello strato arboreo, pur essendo accettabili sotto il profilo delle essenze
dominanti, siano invece nel complesso insoddisfacenti per quanto riguarda la
percentuale di esemplari d'alto fusto e il vigore vegetativo, o nelle quali
l'estensione della superficie boscata sia insufficiente in rapporto alle esigenze
di presidio idrogeologico; l'obiettivo della disciplina è quello di favorire
l'incremento della superficie boscata e di migliorare il livello qualitativo sotto i
profili delle funzioni ecologiche, della produttività e della fruibilità ricreativa;
sono pertanto consentiti quegli interventi, anche preordinati allo sfruttamento
economico, che abbiano comunque l'effetto di garantire la graduale
evoluzione, nello spazio e nel tempo, del bosco verso un assetto rispondente
agli obiettivi sopra indicati;
4) regime di modificabilità: si applica nelle aree boscate nelle quali le
condizioni dello strato arboreo sono nel complesso insoddisfacenti a causa
della prevalenza di essenze che contrastano il naturale dinamismo della
vegetazione spontanea, costituendo ecosistemi sia vulnerabili nei confronti di
incendi o di fitopatie sia caratterizzati dalla dominanza di forme esotiche
eccessivamente competitive o generatrici di paesaggi estranei alle tipologie
tradizionali; l'obiettivo della disciplina, anche a fini di mantenimento e
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arricchimento dei connotati paesaggistici, è quello di favorire l'espansione di
specie idonee sotto il profilo ecologico, anche a discapito di quelle attualmente
prevalenti; sono pertanto consentiti gli interventi, anche preordinati allo
sfruttamento economico, che, attraverso le necessarie operazioni di
diradamento dello strato arboreo e di miglioramento delle condizioni edafiche,
conseguono l'obiettivo sopra indicato;
5) regime di trasformazione: si applica nelle aree boscate nelle quali le
condizioni dello strato arboreo sono insoddisfacenti a causa della dominanza
di essenze che contrastano il naturale dinamismo della vegetazione
autoctona, costituendo in particolare ecosistemi vulnerabili da incendi o
fitopatie, e pertanto inidonei a garantire nel tempo la stabilità dei terreni in
forte pendio; l'obiettivo della disciplina è quello di determinare la graduale
sostituzione, nello spazio e nel tempo, dello strato arboreo esistente con
specie idonee sotto il profilo ecologico; gli interventi necessari per il
conseguimento dell'obiettivo sopra indicato sono determinati dalle prescrizioni
di massima e di polizia forestale e dai piani di assestamento e di utilizzazione
del patrimonio silvo-pastorale, in assenza delle quali prescrizioni e dei quali
piani sono consentiti interventi di diradamento selettivo all'interno delle pinete
termofile e mesofile e delle abetaie mesofile, sempreché sussistano condizioni
di contenuta acclività dei suoli, nonché interventi di taglio degli eventuali lembi
di castagneto da frutto maturo.
6) Con riferimento ai tipi vegetazionali quali: i boschi di latifoglie, i castagneti
da frutto, le associazioni ripariali, valgono le seguenti ulteriori disposizioni:
a)- i boschi di latifoglie sono di norma da assoggettare ai regimi di
conservazione, o di mantenimento, o di consolidamento, essendo comunque
da promuovere e favorire l’avviamento a fustaia dei boschi cedui;
l’assoggettamento al regime di modificabilità deve essere specificamente
motivato; l’assoggettamento al regime di trasformabilità è ammissibile soltanto
per i boschi già colonizzati dalla robinia, o da altre specie infestanti;
b)- per i castagneti da frutto va promossa e favorita, nell’ambito dei regimi di
mantenimento, o di consolidamento, la persistenza delle selve da frutto in
vicinanza degli insediamenti antropici e delle vie di comunicazione, in stazioni
poco acclivi e in condizioni pedoclimatiche favorevoli, mentre nelle altre
situazioni vanno assecondati i processi naturali di successione secondaria,
nell’ambito del regime di conservazione, e nelle aree d’instabilità generalizzata
va promossa, nell’ambito dei regimi di modificabilità, o di trasformabilità, la
trasformazione in boschi misti governati a ceduo;
c)- le associazioni ripariali sono di norma da assoggettare al regime di
conservazione; l’assoggettamento al regime di modificabilità è ammissibile
soltanto in caso di forte presenza di specie infestanti.
7) Nelle aree boscate il presente piano individua utilizzazioni per attività
escursionistiche, ricreative, d'osservazione e di studio e per attività
selvicolturali, il Regolamento Urbanistico e gli altri strumenti urbanistici
comunali sono tenuti a disciplinarle al fine della loro valorizzazione.
8. Il presente piano definisce le prescrizioni generali per le aree specificate
all'interno delle aree boscate, rimandano al Regolamento Urbanistico la
disciplina di dettaglio sul patrimonio edilizio esistente.
8.1 Aree Boscate
In queste aree è vietata la costruzione di nuovi edifici di qualsiasi natura.
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Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
In queste aree sono consentiti interventi di bonifica ambientale, paesaggistica
e di riassetto geologico ed idrogeologico.
E' consentita l'apertura di piste di esbosco della larghezza max. di ml. 3,00 per
le quali è obbligatorio il ripristino delle condizioni geomorfologiche originarie e
la piantumazione con individui arborei, cespugli, nonché la semina di specie
erbacee del suolo risultante nudo a fine sistemazione. Dovranno essere
realizzate anche le opportune opere di sostegno e di regimazione delle acque
necessarie per il recupero dei tracciati, con metodi tradizionali e/o di
ingegneria naturalistica.
E' consentita la realizzazione di nuove piste forestali
Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi interventi edilizi di restauro,
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, di ricostruzione delle
volumetrie diroccate.
Sul patrimonio edilizio esistente residenziale rurale sono consentiti, oltre agli
interventi sopra elencati: accorpamenti di volume, subordinati alla
approvazione di un piano di recupero.
Sul patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso
di mutamento di destinazione d’uso, gli interventi, sono subordinati alla stipula
di apposita convenzione qualora prevista dalla legislazione vigente e sono
consentiti oltre agli interventi sopra elencati: gli accorpamenti di volume,
subordinati alla approvazione di un piano di recupero.
Nelle zone a classe di pericolosità idraulica 4 non sono ammessi interventi
edilizi (cambi di destinazione compresi) comportanti aumenti di rischio rispetto
all'esistente realizzato. In queste aree sono ammesse solo sopraelevazioni.
Nelle aree ricadenti in Classe 4 di Pericolosità geomorfologica sono consentiti
solo interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia
senza aumenti di livelli di rischio rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di
consolidamento, nonché gli interventi di bonifica ambientale compresi
sbancamenti e riporti quando funzionali alle stesse opere di bonifica.
8.2 Aree a Castagneto
In queste aree in considerazione dei loro caratteri produttivi, colturali e di
presidio antropico è vietata la costruzione di nuovi edifici di qualsiasi natura,
ad esclusione di quelli ad uso agricolo.
Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
Per le aziende agricole ai sensi dei commi 2 e 4 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95 e
successive modifiche, è consentita, la realizzazione di nuovi annessi agricoli,
commisurati alla dimensione aziendale da realizzare nelle forme
architettoniche tradizionali.
Per le aziende agricole ai sensi del comma 11 dell'art. 3 della L.R.T. 64/95 e
successive modifiche, è consentita, la realizzazione di annessi agricoli
eccedenti le capacità produttive del fondo qualora se ne dimostri la necessità
e l'insufficienza di annessi agricoli esistenti..
Per i proprietari di terreni a castagneto per la conduzione del fondo è
consentita la realizzazione di annessi agricoli.
E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
E’ consentita la costruzione o posa in opera di tettoie di servizio, quali
depositi per l'attività agricola-forestale, intesi come contenitori a carattere
precario. L’installazione di tali manufatti potrà essere autorizzata qualora
vengano dimostrate le motivate esigenze produttive. Tali manufatti dovranno
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avere carattere temporaneo funzionale all’attività agricola-forestale per cui è
stato richiesto. Dovranno comunque essere rimossi qualora il fondo risulti
abbandonato.
Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi interventi edilizi di restauro,
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia fino alla categoria D3, di
ricostruzione delle volumetrie diroccate, di ampliamento, nei casi a seguito
specificati, e si applicano le prescrizioni di cui agli articoli 23, 24, 25, 26, 34.
Sul patrimonio edilizio esistente residenziale rurale sono consentiti:
· accorpamenti di volume, subordinati alla approvazione di un piano di
recupero;
· interventi di ampliamento una tantum.
Gli interventi di ampliamento sono consentiti solo nei casi dove non sia
possibile intervenire accorpando volumi esistenti; l'attuazione degli interventi
di ampliamento è ad intervento diretto.
Sul patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso
di mutamento di destinazione d’uso, gli interventi, sono subordinati alla stipula
di apposita convenzione qualora prevista dalla legislazione vigente.
Relativamente agli edifici esistenti è sempre ammessa la realizzazione di
tettoie, in adiacenza agli edifici esistenti, aperte su due o tre lati, con struttura
ed eventuali tamponamenti in legno e manto di copertura degli stessi materiali
dell’edificio esistente.
Nelle aree ricadenti in Classe 4 di Pericolosità geomorfologica sono consentiti
solo interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia
senza aumenti di livelli di rischio rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di
consolidamento, nonché gli interventi di bonifica ambientale compresi
sbancamenti e riporti quando funzionali alle stesse opere di bonifica.
8.3 Aree A Castagneto di Salvaguardia Paesaggistica
In tali aree in considerazione dei loro caratteri produttivi, colturali,
paesaggistici e testimoniali, è vietata la costruzione di nuovi edifici di qualsiasi
natura.
Per le zone interne al sistema dei beni vincolati l’attuazione degli interventi
dovrà seguire le procedure previste dalla legislazione di salvaguardia
ambientale, regionale e nazionale vigente.
E' consentita la realizzazione di vasche per uso irriguo ed antincendio.
E’ consentita la costruzione o posa in opera di tettoie di servizio, quali
depositi per l'attività agricola-forestale, intesi come contenitori a carattere
precario, da realizzare con struttura in legname. L’installazione di tali
manufatti potrà essere autorizzata qualora vengano dimostrate le motivate
esigenze produttive. Tali manufatti dovranno avere carattere temporaneo
funzionale all’attività agricola-forestale per cui è stato richiesto. Dovranno
comunque essere rimossi qualora il fondo risulti abbandonato.
E' vietata la realizzazione di interventi di nuova viabilità poderale.
Sul patrimonio edilizio esistente sono ammessi interventi edilizi di restauro,
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia.
Sul patrimonio edilizio esistente residenziale rurale sono consentiti:
· accorpamenti di volume, subordinati alla predisposizione di un piano di
recupero;
· interventi di ampliamento una tantum. Gli interventi di ampliamento sono
consentiti solo nei casi dove non sia possibile intervenire accorpando volumi
esistenti; l'attuazione degli interventi di ampliamento è ad intervento diretto.
Sul patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso non agricola e in caso
di mutamento di destinazione d’uso, gli interventi, sono subordinati alla stipula
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di apposita convenzione qualora prevista dalla legislazione vigente e sono
consentiti:
· accorpamenti di volume, subordinati alla predisposizione di un piano di
recupero;
· interventi di ristrutturazione edilizia.
E' ammessa la realizzazione di tettoie, in adiacenza agli edifici esistenti,
aperte su due o tre lati, con struttura ed eventuali tamponamenti in legno e
manto di copertura degli stessi materiali dell’edificio esistente.
Nelle aree ricadenti in Classe 4 di Pericolosità geomorfologica sono consentiti
solo interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia
senza aumenti di livelli di rischio rispetto all'esistente realizzato, gli interventi di
consolidamento, nonché gli interventi di bonifica ambientale compresi
sbancamenti e riporti quando funzionali alle stesse opere di bonifica.
§7. Le aree di salvaguardia paesaggistica intorno ai centri storici.
1.Il presente piano individua, sulla base del proprio quadro conoscitivo, come
aree di salvaguardia paesaggistica quelle aree che: per caratteristiche
morfologiche, ambientali, localizzative rispetto al sistema dei centri storici
sparsi sul territorio comunale, costituiscono una fascia di rispetto e
riqualificazione per gli insediamenti storici stessi.
2. La disciplina di utilizzazione e di salvaguardia è quella espressa nel
precedente art. 61, nello specifico sub sistema funzionale.
Art. 63 - Prescrizioni speciali per i cambi di destinazione d'uso nel
Sistema Funzioanle Rurale.
§1. Tutti i cambi di destinazione d'uso effettuati ai sensi della vigente Variante
per il Territorio Aperto, all'interno del Sistema Funzionale Rurale, dovranno
risultare conformi alle presenti prescrizioni nel rispetto dell'art.5, comma 5°,
della L.R.T. n.5/95.
§1. Tutti i cambi di destinazione d'uso effettuati ai sensi della vigente Variante
per il Territorio Aperto, all'interno del Sistema Funzionale Rurale, dovranno
risultare conformi alle prescrizioni sul dimensionamento di cui all'art. ....
comma ..... delle presenti norme..
§3. L'approvvigionamento idrico deve risultare garantito dall'acquedotto
comunale, o dall'impianto autonomo.
§4. La depurazione deve essere garantita dalla fognatura pubblica o
dall'impianto autonomo
§5. La sicurezza geo morfologica - idraulica deve risultare soddisfatta nel
rispetto della relazione e prescrizioni sulla pericolosità geomorfologica e
idraulica del presente piano.
§6. Lo smaltimento rifiuti solidi deve essere garantito secondo i dettami del
regolamento comunale
§7. La disponibilità di energia e telecomunicazioni deve essere garantita con
le seguenti prescrizioni:
- allacciamento aereo in caso di linea esistente aerea a una distanza
inferiore a ml. 50
- allacciamento interrato negli altri casi
- stesse prescrizioni per allacciamenti a reti di telecomunicazione
§8. La viabilità deve essere garantita con le seguenti prescrizioni
- distanza massima da viabilità in uso - lunghezza massima della viabilità
privata ml. 150
- pendenza media massima 15%
- il progetto di viabilità deve essere ricompreso nell'istanza di C.E.
§9. Il mancato rispetto delle prescrizioni speciali comporterà la non conformità
della C.E. e l'impossibilità alla certificazione di agibilità
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 140 di 207
Art. 64 - Il Sistema Funzionale Insediativo – Individuazione dei sub
sistemi funzionali.
§.1 Il sistema funzionale insediativo si è storicamente costituito e sviluppato su
due direttrici fondamentali che hanno dato vita a due distinti sistemi:
- il sistema insediativo del fondo valle del fiume Serchio e del torrente Lima,
- i sistemi insediativi delle frazioni sparse lungo i versanti e sui crinali delle
formazioni collinare montuose.
§2.Il presente piano distingue le peculiarità dei due sistemi con la suddivisione
delle singole UTOE, mentre distingue e individua, nella presente analisi del
sistema funzionale insediativo, i seguenti sub sistemi:
a)- Il sub sistema delle aree di antica formazione
b)- il sub-sistema insediativo recente e in formazione, a prevalente uso
residenziale;
c)- il sub-sistema turistico ricettivo,
d)- Il sub-sistema delle aree a prevalente uso produttivo
Art. 65 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub sistema delle aree di
antica formazione
§1. Definizione.
Il sub-sistema insediativo storico è individuato all’interno degli “elementi
territoriali di interesse storico” e delle “aree urbane storiche” così come definite
all'Art. 80 delle Norme del P.T.C., in riferimento alla tavola grafica C.1 del
P.T.C. ed è evidenziato con apposita simbologia nell' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 1 - tavola 6: risorse territoriali essenziali – scala
1:10000 del quadro conoscitivo del P.S. di cui al precedente art. 6.
L’organizzazione del territorio del Comune di Bagni di Lucca, sia dal punto di
vista urbanistico che da quello storico-sociale, è fondata su un diffuso
insediamento di antica formazione, costituito da case sparse, nuclei e veri e
propri centri di buono e notevole valore architettonico.
Il centro storico di Fornoli, Il centro storico di Ponte a Serraglio, fino al centro
storico di Bagni di Lucca Villa, costituiscono i più importanti fenomeni
insediativi della Val di Lima e del territorio Comunale.
I centri minori delle frazioni sparse, costituiscono una maglia insediativa di
notevole valore storico e paesaggistico.
§2. Indirizzi per la gestione del territorio.
Il sub-sistema svolge un ruolo di livello storico-culturale ad uso
prevalentemente residenziale valorizzato e integrato dalla presenza di attività,
attrezzature e servizi compatibili con la residenza.
I centri storici di Villa, Ponte a Serraglio e Fornoli sono da considerare come
elementi di connessione tra il sistema urbano (ad uso residenziale e
produttivo, con attività terziarie e un sistema dei servizi che si sono
accumulati, )in maniera frammentaria), e il sistema extraurbano di origine
agropastorale (con chiare connotazioni storico ambientali di valore, con
potenzialità di sviluppo turistico notevoli) che necessita di un riordino e di una
attenzione particolare.
Per quanto attiene le attività produttive di antica origine, le aree di riserva per
possibili futuri ampliamenti sono pressoché inesistenti. L’attenzione maggiore
è rivolta, anche in questo settore, al riordino, al recupero ed alla eventuale
riconversione di zone o edifici che, per necessità dovute a nuovi processi
produttivi, ad una maggiore qualità dell’ambiente di lavoro, all’obbligo di
interventi mirati a ridurre i rischi sul lavoro o l’emissione di fumi, residui od
altro, debbono adeguarsi per qualità e quantità, alle future esigenze e
necessità. Il piccolo artigianato connesso alle lavorazioni tipiche e l’artigianato
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 141 di 207
di servizio ha problemi dovuti a necessità di ampliamenti funzionali e messa a
norma di impianti. Per tali attività il P.S. promuove nuove localizzazioni e
ampliamenti; per alcune di esse, vi sono sedi opportune anche in zone
periferiche, atte a sostenere la popolazione residente, nel luogo di origine.
§3. Criteri per la redazione del Regolamento Urbanistico.
Nell'ambito Il sub sistema delle aree di antica formazione il R.U. dove
distinguere:
a) le parti del territorio che conservano, nelle caratteristiche
dell'organizzazione territoriale, dell'assetto urbano, dell'impianto fondiario,
nonché nelle caratteristiche tipologiche e formali sia dei manufatti edilizi che
degli spazi scoperti, i segni delle regole che hanno presieduto alla vicenda
storica della loro conformazione; in particolare andando a prescrivere
- la conservazione delle individuate caratteristiche, mediante la manutenzione,
il restauro e il risanamento conservativo degli elementi fisici in cui, e per
quanto, esse siano riconoscibili e significative;
- il ripristino delle predette caratteristiche, mediante trasformazioni degli
elementi fisici, in cui, e per quanto, esse siano state alterate.
b) le parti del territorio nelle quali le suddette caratteristiche e regole sono
state rilevantemente e diffusamente alterate e contraddette, in particolare
andando a prescrivere la ricostituzione delle individuate caratteristiche e la
riapplicazione delle individuate regole conformative, mediante trasformazioni
degli elementi fisici e dei loro insiemi in cui, e per quanto, esse sono state
alterate e contraddette.
Per il raggiungimento dei fini di cui al comma precedente, il R.U. deve dettare
disposizioni volte a garantire la conservazione e, ove necessario, il ripristino
della morfologia insediativa, nonché a disciplinare le trasformazioni fisiche
ammissibili e le utilizzazioni dei singoli manufatti edilizi e spazi scoperti.
La conservazione, e l'eventuale ripristino, della morfologia insediativa,
implicano il mantenimento, ovvero la ricostituzione negli aspetti alterati in
termini incompatibili o incongrui rispetto alle identificate caratteristiche e
regole conformative, del sistema degli spazi scoperti, dei rapporti tra spazi
scoperti, spazi coperti e volumi edificati, degli essenziali connotati
dimensionali e formali dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti.
Il R.U. detta le necessarie e opportune disposizioni per la formazione di
strumenti urbanistici operativi, cioè di piani attuativi o di altri strumenti aventi
analoga efficacia previsti dalla legislazione nazionale, volti a disciplinare la
ricostituzione della morfologia insediativa.
La ricostituzione della morfologia insediativa implica un insieme di interventi
volto a sostituire, in tutto o in parte, l'esistente tessuto di spazi scoperti, spazi
coperti e volumi edificati, con altro diverso. Le disposizioni della pianificazione
sono fondate sul recupero o sulla riapplicazione delle regole caratterizzanti la
vicenda urbanizzativa storica, come desumibili dalla cartografia storica, dalla
lettura critica del tracciato dei lotti, degli isolati, della rete stradale e degli altri
elementi testimoniali superstiti, ovvero dall'interpretazione della vicenda
conformativa degli insediamenti.
Si deve evitare che al complesso dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti
costituenti ogni area urbana storica sia attribuito un insieme di funzioni che
comporti un carico urbanistico totale eccedente quello presumibilmente
sopportato dall’area urbana storica stessa al momento della conclusione della
vicenda storica della sua conformazione. Per carico urbanistico totale si
intende la somma: degli abitanti stabili dell'area urbana; dei titolari, non
abitanti stabilmente nell'area urbana, di posti di lavoro siti nell'area urbana
medesima; di tutti gli utilizzatori, diversi dai precedenti, degli spazi dell'area
urbana stessa.
Deve essere prioritariamente perseguito il mantenimento, o il ripristino,
dell'utilizzazione abitativa stabile delle unità edilizie, o immobiliari, aventi tale
riconoscibile originaria utilizzazione. Deve correlativamente essere perseguito
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 142 di 207
il mantenimento, o il ripristino, di utilizzazioni per funzioni connesse a quella
abitativa (artigianato di produzione di beni connessi con le persone e le
abitazioni, artigianato di servizio, esercizi commerciali al minuto, pubblici
esercizi, uffici privati, studi professionali, strutture per l'istruzione, strutture
culturali, strutture associative, strutture ricreative, strutture religiose, strutture
sanitarie) in termini di efficiente equilibrio con la funzione abitativa.
Nei limiti di quanto determinato è altresì perseguito il mantenimento, o il
ripristino, di utilizzazioni per funzioni tradizionali e pregiate, quali l'artigianato
di produzione di beni artistici, le attività direzionali le attività di ricerca
scientifica e applicata, le attività di produzione ed erogazione di servizi rari.
Vanno evitate, o contenute in limiti accettabili, utilizzazioni per funzioni
suscettibili di attrarre consistenti flussi di fruitori non abitanti nell'ambito
considerato, quali gli uffici aperti al pubblico (tra i quali vanno eventualmente
privilegiati quelli pubblici), gli uffici giudiziari, le grandi strutture di vendita, i
centri commerciali, le sedi espositive, e simili, nonché le forti concentrazioni di
funzioni non abitative che eccedano le quantità in equilibrio con la funzione
abitativa di prevista esplicazione nel medesimo ambito.
Relativamente alle aree urbane necessita l'integrazione del R.U. con la a
redazione del Piano Urbano del Traffico con all’obiettivo di assicurarne
l’accessibilità e la percorribilità prevalentemente pedonale o con mezzi di
trasporto collettivo; nel dettaglio:
a)- la rete viaria interna deve essere riservata, in ragione dell’estensione
dell’area urbana storica considerata, e delle caratteristiche degli elementi della
rete, prioritariamente alla mobilità pedonale e con mezzi meccanici a
propulsione umana ed eventualmente animale, nonché a quella con mezzi di
trasporto a propulsione meccanica collettivi, anche di tipo ettometrico e
automatizzati, e soltanto in presenza di particolari condizioni a quella con i
mezzi di trasporto a propulsione meccanica individuali dei residenti stabili;
b)- in relazione alle soluzioni adottate, devono essere previsti, all’esterno
dell’area urbana storica considerata, nonché all’esterno dell’area urbana a
formazione compatta ove questa sia contigua all’area urbana storica, adeguati
parcheggi a uso pubblico di scambio, tra i mezzi a propulsione meccanica
individuali e quelli collettivi, o di attestamento, per la sosta dei mezzi a
propulsione meccanica individuali e la prosecuzione a piedi o con altre
modalità, nonché, eventualmente, all’esterno dell’area urbana storica
considerata, parcheggi pertinenziali degli edifici ricadenti nella medesima area
urbana storica, per il ricovero dei mezzi a propulsione meccanica individuali
dei residenti stabili e degli utilizzatori continuativi di tali edifici.
Il R.U. deve definire indirizzi, criteri e valutazioni di impatto sulle prescrizioni
del sub sistema per quanto attiene alla fattibilità dei progetti di riqualificazione
di cui al successivo capo quarto del presente Titolo Terzo.
§4. Prescrizioni specifiche
Fino all'approvazione del R.U. sono fatte salve le disposizioni della
strumentazione urbanistica vigente del P.R.G. e della Schedatura del
patrimonio edilizio esistente.
Art. 66 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema delle aree a
formazione compatta e di recente formazione a prevalente uso
residenziale.
§1. Definizione
Il sub-sistema insediativo delle aree a formazione compatta e di recente
formazione a prevalente uso residenziale, così come definite agli artt. 84, 86
delle Norme del P.T.C., in riferimento alla tavola grafica C.1 del P.T.C., è
evidenziato con apposita simbologia nell' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 1 - tavola 6: risorse territoriali essenziali – scala
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 143 di 207
1:10000 del quadro conoscitivo del P.S. di cui al precedente art. 6.
Il sub-sistema insediativo recente e in formazione ha un prevalente uso
residenziale commisto ad attività terziarie; è costituito principalmente da
interventi edilizi attuati nel XX secolo, la cui configurazione urbanistica segue
molteplici modelli aggregativi: da quello lineare lungo le principali direttrici di
collegamento, a quello delle lottizzazioni più recenti, spesso caratterizzate da
tipologie edilizie e disegno urbano estranei alla preesistente cultura
architettonica e urbanistica. Nei centri minori la componente si manifesta con
sporadici edifici isolati contermini al patrimonio storico. Negli interventi più
recenti, si organizza in disegni senza una propria connotazione urbana
caratterizzata da saturazioni casuali e da aggregazioni lineari lungo le
principali vie di collegamento.
§2. Indirizzi per la gestione del territorio.
Alla funzione abitativa si potranno affiancare e integrare attività terziarie e
commerciali, attrezzature di livello decentrato e servizi.
§3. Criteri per la redazione del Regolamento Urbanistico per le aree a
formazione compatta.
Per quanto attiene al sub sistema delle aree a formazione compatta il R.U.
deve distinguere le parti delle aree urbane a formazione compatta delle quali
sia da mantenere l'impianto urbano nell'assetto originariamente voluto, o
strutturatosi antecedentemente al riferimento temporale assunto ai sensi del
comma 1, con la conservazione della maglia insediativa, della giacitura e della
larghezza degli elementi viari, nonché dei relativi arredi, del sistema degli
spazi scoperti, dei rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati,
delle essenziali caratteristiche dimensionali e formali dei manufatti edilizi e
degli spazi scoperti.
Relativamente alle parti delle aree urbane a formazione compatta diverse da
quelle precedentemente citate, il R.U. indica le trasformazioni necessarie od
opportune al fine di migliorare la qualità della configurazione morfologica del
tessuto urbano. Qualora il perseguimento di tale obiettivo richieda interventi di
ristrutturazione urbana, il R.U. deve prevedere la formazione di strumenti
urbanistici operativi, cioè di piani attuativi o di altri strumenti aventi analoga
efficacia previsti dalla legislazione nazionale.
Il R.U. deve inoltre definire le utilizzazioni compatibili, e determinare le
destinazioni d'uso, dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti componenti le
aree urbane a formazione compatta così da garantire che:
- permanga, ovvero, se necessario, venga ripristinata, una marcata
compresenza di pluralità di utilizzazioni;
- resti predominante, sull'insieme, il peso percentuale dell'utilizzazione
abitativa;
- sia contenuto entro limiti stabiliti il peso percentuale sull'insieme delle altre
utilizzazioni, dovendo tale peso restare secondario, pur assicurandosi la
presenza di tali altre utilizzazioni, con particolare riferimento da un lato a
quelle complementari con l'utilizzazione abitativa (artigianato di produzione di
beni connessi con le persone e le abitazioni, artigianato di servizio, esercizi
commerciali al minuto, pubblici esercizi, uffici privati, studi professionali,
strutture per l'istruzione, strutture culturali, strutture associative, strutture
ricreative, strutture religiose, strutture sanitarie), da un altro lato a quelle
pregiate configuranti la centralità delle aree urbane di cui si tratta (quali le
attività direzionali e le attività di produzione ed erogazione di servizi rari).
Relativamente alle aree urbane necessita l'integrazione del R.U. con la a
redazione del Piano Urbano del Traffico con all’obiettivo di assicurarne
l’accessibilità e la percorribilità prevalentemente con mezzi di trasporto
collettivo e pedonale, nel dettaglio:
a)- deve essere privilegiata l’utilizzazione della rete viaria interna da parte dei
mezzi di trasporto a propulsione meccanica collettivi, nonché per la mobilità
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 144 di 207
pedonale e con mezzi meccanici a propulsione umana ed eventualmente
animale;
b)- le funzioni a più elevata capacità generatrice/attrattiva di flussi di mobilità
devono essere localizzate in siti serviti dai mezzi di trasporto a propulsione
meccanica collettivi, e preferenzialmente in quelli serviti dai mezzi di trasporto
a propulsione meccanica collettivi su ferro, ove presenti;
c) in relazione alle soluzioni adottate, devono essere previsti, all’esterno
dell’area urbana a formazione compatta considerata, o ai suoi margini,
adeguati parcheggi a uso pubblico di scambio, tra i mezzi a propulsione
meccanica individuali e quelli collettivi, o tra i mezzi a propulsione meccanica
collettivi su ferro e quelli su gomma, nonché adeguati parcheggi a uso
pubblico di attestamento, per la sosta dei mezzi a propulsione meccanica
individuali e la prosecuzione a piedi o con altre modalità;
d) deve essere previsto e prescritto il massimo possibile soddisfacimento del
fabbisogno di parcheggi pertinenziali degli edifici dell’area urbana a
formazione compatta considerata, per il ricovero dei mezzi a propulsione
meccanica individuali dei residenti stabili e degli utilizzatori continuativi di tali
edifici, anche all’esterno degli edifici serviti e dei relativi spazi scoperti, purché
fisicamente e funzionalmente collegati, e anche pluripiano, in elevazione o nel
sottosuolo.
§4. Criteri per la redazione del Regolamento Urbanistico per le aree di
recente formazione a prevalente uso residenziale.
Per quanto attiene al sub sistema delle aree di recente formazione a
prevalente uso residenziale il R.U. deve ricercare e individuare:
a)- le aree urbane recenti di impianto compiuto, cioè le aree urbane recenti
costituitesi, in assenza di una precisa progettazione unitaria
dell'organizzazione morfologica e dei manufatti edilizi afferente l'interezza di
ognuno degli ambiti considerati, ma con un impianto urbano riconoscibile e
densità edilizie medie o elevate;
b)- le aree urbane recenti a progettazione unitaria, cioè le aree urbane recenti
realizzate in base a una precisa progettazione unitaria, sia dell'organizzazione
morfologica che dei manufatti edilizi, definita da strumenti urbanistici attuativi
di iniziativa pubblica, o di iniziativa privata approvati dalle pubbliche autorità,
afferenti l'interezza di ognuno degli ambiti considerati;
c)- le aree urbane recenti di impianto incompiuto, cioè le aree urbane recenti
costituitesi, in assenza di una precisa progettazione unitaria
dell'organizzazione morfologica e dei manufatti edilizi, con un impianto urbano
più o meno labile, e comunque con densità edilizie basse;
d)- le aree urbane recenti di matrice rururbana, cioè le aree urbane recenti
costituitesi, di norma in discontinuità spaziale rispetto alle altre parti
urbanizzate ed edificate, in assenza di progettazione unitaria
dell'organizzazione morfologica e dei manufatti edilizi, con un impianto urbano
assai labile, e comunque con densità edilizie basse.
Il R.U. individua le parti delle aree urbane recenti di impianto compiuto delle
quali sia da mantenere l'impianto urbano nell'assetto originariamente voluto, o
strutturatosi, con la conservazione della maglia insediativa, della giacitura e
della larghezza degli elementi viari, del sistema degli spazi scoperti, dei
rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati, delle essenziali
caratteristiche dimensionali e formali dei manufatti edilizi e degli spazi
scoperti.
Nel caso in cui non si ritenga di mantenere l'assetto originariamente voluto, il
R.U. indica le trasformazioni necessarie od opportune al fine di realizzare più
equilibrati rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati, anche
attraverso diradamenti di questi ultimi, e in particolare attraverso dotazioni di
spazi scoperti destinati alla fruizione pubblica o collettiva quantitativamente
più consistenti e disposti in termini tali da migliorare la qualità della
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 145 di 207
configurazione morfologica del tessuto urbano.
Il R.U. definisce le utilizzazioni compatibili, e determinano le destinazioni
d'uso, dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti ricadenti nelle aree urbane
recenti di impianto compiuto così da garantire che:
- permanga, ovvero, se necessario, venga realizzata, una marcata
compresenza di pluralità di utilizzazioni;
- resti predominante, sull'insieme, il peso percentuale dell'utilizzazione
abitativa;
- sia contenuto entro limiti stabiliti il peso percentuale sull'insieme delle altre
utilizzazioni, dovendo tale peso restare secondario, pur assicurandosi la
presenza di tali altre utilizzazioni, con particolare riferimento a quelle
complementari con l'utilizzazione abitativa, quali le utilizzazioni per il
commercio al dettaglio, per la somministrazione di cibi e bevande, per la
produzione artigianale di beni connessi con le persone e le abitazioni, per
l'artigianato di servizi e per l'erogazione diretta di servizi alle persone, pubblici
e privati.
Relativamente alle aree urbane recenti a progettazione unitaria va perseguita,
o almeno favorita, un'armonica complessificazione delle funzioni insediate,
con particolare riferimento alle attività di servizio privato connesse alle funzioni
abitative, pure garantendo che resti predominante, sull'insieme, il peso
percentuale dell'utilizzazione abitativa.
Anche relativamente alle aree urbane recenti di impianto incompiuto va
perseguita, o almeno favorita, un'armonica complessificazione delle funzioni
insediate, con particolare riferimento alle attività di servizio privato connesse
alle funzioni abitative, pure garantendo che resti predominante, sull'insieme, il
peso percentuale dell'utilizzazione abitativa.
Relativamente alle aree urbane necessita l'integrazione del R.U. con la a
redazione del Piano Urbano del Traffico con all’obiettivo di assicurarne
l’accessibilità e la percorribilità prevalentemente con mezzi di trasporto
collettivo e pedonale, nel dettaglio:
a) deve essere garantita l’efficiente utilizzazione della rete viaria da parte dei
mezzi di trasporto a propulsione meccanica collettivi, nonché per la mobilità
pedonale e con mezzi meccanici a propulsione umana;
b)
l’eventuale localizzazione di funzioni a elevata capacità
generatrice/attrattiva di flussi di mobilità deve riguardare siti serviti dai mezzi di
trasporto a propulsione meccanica collettivi, e preferenzialmente quelli serviti
dai mezzi di trasporto a propulsione meccanica collettivi su ferro, ove presenti;
c) in relazione alle soluzioni adottate, devono essere previsti, per il servizio
della mobilità relativo alle aree urbane recenti di impianto compiuto, alle aree
urbane recenti a progettazione unitaria, e anche alle aree urbane recenti di
impianto incompiuto ove si prevedano sostanziali incrementi della sua
configurazione insediativa, adeguati parcheggi a uso pubblico di scambio, tra i
mezzi a propulsione meccanica individuali e quelli collettivi, o tra i mezzi a
propulsione meccanica collettivi su ferro e quelli su gomma, nonché adeguati
parcheggi a uso pubblico di attestamento, per la sosta dei mezzi a propulsione
meccanica individuali e la prosecuzione a piedi o con altre modalità.
Art. 67 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema delle aree a
prevalente uso produttivo.
§1. Definizione
Il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso produttivo
è individuato all’interno delle “aree produttive recenti”, così come definite
all’art. 85 delle Norme del P.T.C., in riferimento alla tavola grafica C.1 del
P.T.C., ed è evidenziato con apposita simbologia nell' Elaborato 3 - QUADRO
CONOSCITIVO - allegato 1 - tavola 6: risorse territoriali essenziali – scala
1:10000 del quadro conoscitivo del P.S. di cui al precedente art. 6.
Nel sub-sistema si distinguono tre concentrazioni principali:
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- le aree ad uso prevalentemente industriale poste sulla parte finale della valle
del Torrente Fegana;
- le aree ad uso prevalentemente industriale poste in prossimità parte finale
della valle del Torrente Lima alla congiunzione col Fiume Serchio;
- le aree a prevalente uso artigianale nella parte centrale della valle del
torrente Lima che si sviluppano sulle due sponde dalla Villa fino alla frazione
di Palleggio e oltre.
§2. Criteri per la redazione del Regolamento Urbanistico per le aree a
prevalente uso produttivo.
Il R.U., sulla base del proprio quadro conoscitivo individua e perimetra le aree
produttive di cui al precedente §1.
Nelle aree per attività produttive, esistenti in ambito fluviale, oltre a quanto
specificato al Titolo secondo delle presenti norme,in merito alle salvaguardie
da adottarsi fino alla approvazione del R.U. e oltre a quanto dettagliato nelle
singole UTOE deve:
a)- redigere una disciplina per la realizzazione degli interventi nel rispetto delle
varie norme in materia e con verifica del rischio idraulico, secondo i seguenti
criteri:
a.1)- mantenere in loco le risorse produttive, determinanti per l’assetto
economico del territorio, poste alla confluenza del torrente Lima con il fiume
Serchio e alla confluenza del torrente Fegana con il fiume Serchio.
a.2)- favorire eventuali e compatibili aumenti volumetrici,;
a.4)- prescrivere schermature con alberi di alto fusto al fine di mitigare
l’impatto visivo dalle zone collinari circostanti;
a.5)- disciplinare eventuali nuove localizzazioni nell’ambito dell'alta valle del
torrente Lima, destinate ad attività produttive di tipo artigianale indicandone i
modi costruttivi e le destinazioni d’uso ammissibili, verificando prioritariamente
le possibilità offerte dal riuso urbano;
b)- prevedere e disciplinare la rilocalizzazione di eventuali attività esistenti in
zone non congrue o bisognose di adeguamenti funzionali, di messa a norma
degli impianti etc.;
c)- individuare e classificare le attività produttive variamente localizzate sul
territorio che potranno essere suscettibili di ampliamento in misura non
superiore al 30% della attuale superficie coperta, ovvero essere rilocalizzate
con recupero ad altri usi delle superfici e dei volumi esistenti.
d)- per le aree attualmente destinate all’attività estrattiva, lungo il fondovalle
dell'alta valle della Lima, valgono le previsioni del P.R.A.E.R.
A fine del ciclo di lavorazione, il loro riuso avverrà come di seguito indicato:
d.1) per la cava sulla riva destra del torrente Lima in località .........., con
destinazione a bosco;
d.2) per la cava sulla riva sinistra del torrente Lima in località .............,
e)- Individuare, ai margini dell’attuale sistema urbano di Fornoli - Ponte a
Serraglio - Villa, un’unica area di estensione non superiore 10.000 mq. di
superficie utile da destinare ad attività commerciali della media distribuzione
(quali concessionarie di auto, di moto, per vendita e esposizione di macchine
e attrezzature per l’agricoltura, ecc.), che il Piano del Commercio dovrà
disciplinare nel suo insieme, favorendo il trasferimento di aziende esistenti e la
localizzazione di nuove. La individuazione di cui sopra dovrà rivelarsi
funzionalmente accessibile in riferimento alle principali vie di collegamento
stradale.
§2. Indirizzi per la gestione del territorio.
Tutte le discipline introdotte dal Regolamento Urbanistico dovranno essere
verificate da valutazioni di dettaglio proprie di detto strumento, nelle forme e
con i contenuti prescritti al successivo art 115 delle presenti norme..
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Art. 68 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub-sistema turistico
ricettivo.
§1. Definizione - Offerta e domanda
Al fine di soddisfare gli stimati fabbisogni di spazi per utilizzazioni turisticoricettive il P.S. prevedere: alberghi; residenze turistico-alberghiere; campeggi;
villaggi turistici; aree di sosta; parchi di vacanza; case per ferie; ostelli per la
gioventù; rifugi alpini, rifugi escursionistici e bivacchi; esercizi di affittacamere.
Il quadro conoscitivo individua la dotazione di attrezzature turistico ricettive
individuate come offerta e prevede la possibile domanda nell'arco temporale
assunto domanda.
Il territorio del Comune di Bagni di Lucca ha da sempre avuto una spiccata
vocazione turistico ricettiva motivata dalle numerose risorse e peculiarità del
territorio: risorsa paesistico ambientale, risorsa storico monumentale, risorsa
termale. Negli obbiettivi dell’A.C. il rilancio turistico ricettivo risulta uno degli
obbiettivi di maggior peso in quanto degli ultimi decenni non si è aggiornata né
modernizzata la dotazione dell’offerta ricettiva, con una parziale riduzione
dell’economia locale legata al turismo. La quantificazione della dotazione
ricettiva esamina e quantifica il fenomeno della seconda casa per vacanze,
che sul territorio riveste forte importanza, sia per quanto attiene al ritorno nel
paese d’origine degli emigrati (nei periodi estivi), sia per quanto attiene al
considerevole fenomeno dell’acquisizione di patrimonio edilizio esistente da
parte di cittadini europei.
Il nuovo sviluppo della dotazione turistico ricettiva è alla base degli obbiettivi
del Piano Strutturale; la nuova previsione riveste tutti i possibili tipi di strutture
ed in particolare: aumento della dotazione ricettiva nel perimetro della zona
termale.
§2. Criteri per la redazione del Regolamento Urbanistico per le aree a
prevalente uso turistico ricettivo.
Il R.U., sulla base del proprio quadro conoscitivo individua e perimetra le aree
ad uso turistico ricettivo di cui al precedente §1.
Il R.U. potrà disciplinare i seguenti ampliamenti della dotazione alberghiera
rispetto alle dotazioni attuali:
- Possibilità di realizzare una albergo e/o villaggio turistico di fino a venti
camere in ogni frazione storica anche in caso di presenza di strutture.
- Ampliamento della dotazione ricettiva sulla frazione di Fornoli nella misura
di un albergo per 20 posti letto.
- Ampliamento della dotazione ricettiva sulla frazione di Ponte a Serraglio
nella misura di 70 posti letto.
- Mantenimento della dotazione ricettiva del piano vigente sulla specifica
UTOE n. H.2
- Mantenimento della dotazione ricettiva del piano vigente sulla frazione di
Bagni di Lucca.
- Il R.U. potrà disciplinare le seguenti previsioni:
1)- Campeggi, villaggi turistici, aree di sosta, rifugi alpini
- Orrido di Botri;
- Balzo Nero;
2)- Aree di sosta - agriturismo
- In ogni frazione storica e centri della val di Lima
3)- Rifugi alpini
esistenti +30% all'interno del Sistama Territoriale "A la dorsale appenninica
Appenninico.
4)- Affittacamere - Agriturismo.
- Compatibile su tutto il territorio.
5)- Seconde case.
In conformità con le prescrizioni del Sistema Funzionale Rurale e con le
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prescrizioni delle singole UTOE.
§3. Indirizzi per la gestione del territorio.
Tutte le previsioni di nuovo sviluppo turistico ricettivo da introdurre con il
Regolamento Urbanistico devono essere sottoposte alle prescrizioni del Piano
del Commercio da redigere contestualmente al R.U. stesso.
Art. 69 - Statuto dei luoghi relativo al sistema insediativo - individuazione
degli elementi - disciplina di tutela e valorizzazione
§.1 Elementi riconosciuti come Invarianti strutturali relativi al sistema
funzionale insediativo e turistico ricettivo:
Lo statuto dei luoghi individua le seguenti invarianti strutturali evidenziate nell'
Elaborato 4 - IL PROGETTO - allegato 1 - tavola 3 - INVARIANTI
STRUTTURALI - STATUTO DEI LUOGHI, a prescrizione e salvaguardia con i
dettami del presente articolo.
1. Le Chiese, gli Oratori, i Conventi, le Cappelline quali: a) (Capoluogo)
Chiesa di S. Pietro in Corsena, Chiesa della Compagnia di Sotto, Chiesa de
lla Compagnia di Sopra, Chiesa del Sacro Cuore, Chiesa di San Marco,
Chiesa del Principe, ex chiesa S. Antonio, Chiesa Inglese b) (Ponte a
Serraglio) Chiesa del SS Crocefisso, Oratorio Madonna del Carmine c) (Bagni
Caldi) Chiesa di S. Martino, Chiesa della SS Annunziata, Chiesetta degli Alpini
d) (Fornoli) Chiesa dei SS Pietro e Paolo, Cappellina di S. Antonio, Chiesina
in loc. Colombaia e) (Lugliano) Chiesa di S. Iacopo, Chiesa della Madonna,
Cappelline, Oratorio SS Nome di Gesù, Villa Politi (Convento delle Suore) f)
(Benabbio) Chiesa di S. Maria Assunta, Chiesa di S. Rocco, Chiesa di S.
Michele, Oratorio dell’Immacolata, Oratorio SS Trinità, Oratorio Madonna delle
Grazie, Oratorio di S. Filippo e Giacomo, Cappellina di S. Lucia, Cappellina,
Oratorio S. Antonio Abate e Casa attigua g) (Brandeglio) Chiesa di S. Maria
Assunta, Oratorio della Compagnia di S. Maria Assunta, Oratorio di S. Rocco,
Oratorio della Compagnia del SS Sacramento, Oratorio di S. Maria, Oratorio
Sacro, Oratorio Sacro della Madonna del SS Rosario, Chiesa del Santo h)
(Crasciana) Chiesa dei SS Iacopo e Frediano, Oratorio del SS Crocifisso,
Oratorio Sacro, Oratorio Sacro, Chiesina di Ricavo, Oratorio della Madonna
del Rosario, Chiesina del Colletto della Compagnia del SS Crocefisso, Chiesa
del Santo alla Villa i) (Casabasciana) Chiesa Parrocchiale di Casabasciana,
Chiesa del Carmine, Chiesa della Pieve, Chiesina di S. Michele, Oratorio
sacro della Madonna del Rosario, Oratorio Sacro della Madonna del Carmelo
detta Chiesina dei Diavoli, Chiesa di Cerqueto l) (Fabbriche di Casabasciana)
Chiesa di Fabbriche di C.na, Cappellina a Cevoli, Chiesina del Sacro Cuore a
Pian di Fiume m) (Casoli) Chiesa dei SS Andrea e Donato, Chiesina di
Castello, Chiesa della Madonna del Rosario, Chiesa di S. Andrea, Oratorio
della Madonna del Colle a Piano n) (Lucchio) Chiesa dei SS Pietro e Paolo,
Chiesa in Campi dell’Aie, Chiesa del SS Nome di Maria, Oratorio Pubblico
della Madonna Ausiliatrice, Chiesa della Madonna del Soccorso o) (Vico
Pancellorum) Chiesa di S. Paolo, Oratorio della Madonna del Rosario, Chiesa
del SS Crocifisso, Chiesa di S. Rocco, Immagine della Madonna Addolorata p)
(Isola – Giardinetto) Oratorio della Madonna del Rosario q) (Limano) Chiesa
parrocchiale di S. Martino, Chiesa di S. Martino r) (Cocciglia) Chiesa
parrocchiale dei SS Bartolomeo e Michele, Cappellina dei SS Bartolomeo e
Michele, Chiesina dei SS Bartolomeo e Michele, Oratorio dei SS Rocco e
Sebastiano s) (Palleggio) Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta,
Compagnia della SS Annunziata, Chiesina di S. Maria Assunta, Chiesina di
Cannasecca t) (S.Cassiano) Chiesa parrocchiale di San Cassiano di
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Controne, Opera parrocchiale di San Cassiano di Controne, Chiesa di S. Zita,
Oratorio di S. Giuseppe, Cappellina di Vizzata , Chiesina della Madonna di
Carpineta u) (Vetteglia) Chiesa di S. Rocco, Chiesa della Madonna del
Carmine v) (S.Gemignano) Chiesa parrocchiale di S. Gemignano, Chiesina di
S. Croce z) (Pieve di Controne) Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista
a1) (Longoio) Chiesina della Madonna della Serra b1) (Gombereto) Chiesa
della Madonna dei Dolori, Chiesina di S. Giuseppe c1) (Guzzano) Oratorio
della Visitazione di Maria SS sul Refubbri, Chiesina della Madonna del
Soccorso, Chiesina della Madonna della Neve d1) (Granaiola) Chiesa
parrocchiale di S. Michele Arcangelo, Oratorio della Madonna della Neve e1)
(Pieve di Monti di Villa)
Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, Oratorio della Madonna del
Carmine f1) (Monti di Villa) Chiesa parrocchiale di S. Maria e S. Donato,
Oratorio del SS Crocifisso, Cappellina Comunale, Chiesa di S. Antonio
diroccata, Opera di S. Maria e S. Donato, Chiesa di S. Donato ruderi g1)
Riolo) Chiesa di S. Nicola, Opera di S. Nicola, Opera di S. Nicola h1)
(Montefegatesi) Chiesa Parrocchiale di S. Frediano, Chiesina del Sacro
Cuore, Confraternita del SS Crocifisso, Chiesa della SS Annunziata, Chiesa
della Madonna del Soccorso, Chiesa di S. Anna, Chiesa di S. Michele Ruderi;
2. Gli edifici vincolati ex L. 1089/39 e altri edifici di pregio quali a) (Capoluogo)
Casa Piccola Micheletti, Casa Talenti, Villa Ada, Villa Ducale, Casa Bujamonti,
Casa Burlamacchi, Casino Garzoni, Casa Mansi, Casa Cittadella, Casa
Piccola Buonvis,i Casa Bernardini, Ex Albergo Regina, Villa Gamba, Villa
Marchi, Villa Scarampi, Scuderia di Villa Ada, Scuderie b) (Ponte a Serraglio)
Tempietto Demidoff, Ex Hotel Russia, Villa Elena c) (Bagni Caldi) Grande
Albergo delle Terme d) (Fornoli) Villa Susie Clarke, Palazzaccio e) (Benabbio)
Castello dei Lupari – Ruderi, Villa Cheli f) (Casabasciana) Ruderi di torre
longobarda g) (Casoli) Ara pagana (origine celtica) h) (Lucchio) Fortezza di
Lucchio i) (Vico Pancellorum) Edificio del Tribunale, Edificio delle Prigioni;
3. I centri storici maggiori (Bagni di Lucca Villa, Ponte a Serraglio, Fornoli);
4. I centri storici minori ( Lugliano, Benabbio, Brandeglio, Casabasciana,
Crasciana, Casoli, Lucchio, Zato, Vico Pancellorum, Limano, Cocciglia,
Palleggio, Cocolaio, Cembroni, Vizzata, Cappella, S.Cassiano, Livizzano,
Vetteglia, S.Gemignano, Pieve di Controni, Longoio, Mobbiano, Gombereto,
Guzzano, Carraia, Montefegatesi, Monti di Villa, Riolo, Bugnano, Pieve Monti
di Villa, Granaiola, Bagni Caldi, Colle;
5. La zona termale e le sorgenti termali;
6. Le attività produttive esistenti presenti in luoghi idonei allo svolgimento della
stessa attività quali: a) Le zone industriali di Val Fegana Luogo Nuovo; b) la
zona industriale dell’ ALCE a Fornoli; c) le zone industriali del Ponte di
Palleggio e Astracaccio.
§3. Statuto dei luoghi del sub sistema delle aree di antica formazione.
Il R.U., sviluppando nel dettaglio le disposizioni del P.T.C. relative agli
“elementi territoriali di interesse storico” e alla “disciplina delle articolazioni del
sistema insediativo” e di quanto disposto dal presente piano, procede alla
definizione della disciplina per il recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio
esistente ai sensi dell’art. 28, comma 2, punto g, della LR 5/95,
nell’osservanza dei seguenti indirizzi:
a)
Tutela delle zone di interesse archeologico.
b)
Conservazione e valorizzazione dei centri insediativi e delle loro
caratteristiche urbanistico architettoniche, mediante:
b.1) l’individuazione degli elementi caratterizzanti i tipi edilizi stessi (impianto
planimetrico, organizzazione volumetrica, scale, coperture, aperture di porte e
finestre, portici e tettoie, organizzazione delle aree di pertinenza, etc);
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pagina 150 di 207
b.2) modesti interventi di ampliamento dei fabbricati esistenti, per ragioni
igienico sanitario o adeguamento a nuove disposizioni normative, nel rispetto
delle tipologie edilizie;
c)
Conservazione degli elementi architettonici e decorativi;
d)
Uso dei materiali tradizionali;
e)
Cura dell’arredo urbano, e rivalutazione della potenzialità espressa dal
patrimonio edilizio esistente, da qualificare anche attraverso usi diversi dalla
residenza, ma compatibili con le strutture e tipologie edilizie esistenti;
f)
Incentivazione della ricettività turistica ed agrituristica nonché del
turismo rurale a norma dell’art. 9, comma b, della LR 76/94 e in ordine al
Piano di Indirizzo per l’agriturismo della Regione Toscana.
g)
Riconsiderazione degli edifici dei primi anni del XX secolo (nati per usi
prevalentemente residenziali e con forme architettoniche originali e oggi
caricati di nuove destinazioni di tipo terziario) per evitare interventi che ne
potrebbero alterare i caratteri architettonici.
Il R.U. definisce gli interventi di recupero degli episodi architettonici significativi
esistenti sul territorio, attraverso:
- La loro schedatura
- La loro analisi tipologica;
- L’analisi delle funzioni e degli usi possibili;
- La redazione di apposite norme.
Per tutti gli edifici elencati al punto 1 del paragrafo §1, il Regolamento
Urbanistico individua, con apposita schedatura del Patrimonio Edilizio
Esistente, la disciplina di tutela e trasformazione nell'assoluto rispetto dei
valori storici, formali e funzionali.
Per tutti gli edifici vicolati elencati al punto 2 del precedente paragrafo §1, il
Regolamento Urbanistico, in accordo con la Soprintendenza ai Monumenti,
individua, con apposita schedatura del Patrimonio Edilizio Esistente, la
disciplina di tutela e trasformazione nell'assoluto rispetto dei valori storici,
formali e funzionali.
Per i centri storici minori elencati al punto 3 del precedente paragrafo §1 il
Regolamento Urbanistico aggiorna la Schedatura del Patrimonio Edilizio
Esistente vigente, inserendo valutazioni e prescrizioni d'ambito relative alle
opere pubbliche, suddividendo gli aglomerati in comparti unitari d'interneto con
omogeee caratteristiche, dettando prescrizioni anche sugli assetti urbanistici,
sugli spazi aperti, sulle integrazioni del P.E.E con nuove unità immobiliari nel
rispetto del dimensionamento del presente piano.
Per al zona termale valgono le prescrizioni di cui all'UTOE n. H.2 di cui all'art.
102 delle presenti norme e all' Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE allegato 2: Schedatura delle Unità Territoriali Organiche Elementari.
§3. Statuto dei luoghi del sub-sistema delle aree a formazione compatta e di
recente formazione a prevalente uso residenziale.
Oltre a quanto specificato al precedente art. 66 e nelle singole UTOE, il R.U.
deve prevedere:
a)
assetti normativi specifici atti alla riqualificazione formale e funzionale
del tessuto urbano dove questo si manifesta frammentato e senza una propria
connotazione;
b)
realizzare integrazioni delle dotazioni di attrezzature collettive, servizi,
uffici pubblici e privati e strutture ricettive ai fini della migliore configurazione
delle frazioni contigue al capoluogo (Villa - Ponte a Serraglio - Fornoli) intese
come cuore del sistema comunale, nel suo ruolo di centro turistico di rilievo
nazionale e centro e servizi della Val di Lima e Media Valle; integrare delle
superfici a parcheggio utili al progressivo recupero dei centri storici, come
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pagina 151 di 207
luogo per uso residenziale e per attività culturali e della pubblica
amministrazione, attraverso:
b.1. Interventi di ampliamento e ristrutturazione edilizia, con disciplina variata
a seconda delle aree di intervento (area capoluogo, centri periferici, nuclei in
aree extraurbane) e a seconda dei tipi edilizi, con particolare attenzione e
prescrizioni relative all’uso dei materiali e delle componenti relative all’arredo
urbano e alla sistemazioni a verde.
b.2 Interventi di ristrutturazione urbanistica con opere di demolizione e
ricostruzione da applicarsi:
- al comparto urbano, intorno alla stazione ferroviaria di Fornoli;
- al comparto urbano sulla riva destra della Lima in località Ponte a Serraglio.
zone limitrofe a Villa Fiori e Cartiera Pasquini;
b.3. Interventi di completamento edilizio, da attuarsi previo studio di apposite
tipologie.
b.4. L’individuazione di nuove aree destinate al prevalente uso residenziale,
per garantire risposte adeguate al fabbisogno abitativo e per lo sviluppo del
terziario secondo il criterio di:
- individuare zone già servite da servizi pubblici o di facile integrazioni degli
stessi,
- non suddividere gli interventi in aree frazionate, ma al contrario perseguire
l’orientamento di accorpare gli stessi in aree tali da configurare interventi
organici corredati dalle rispettive attrezzature, servizi e verde pubblico.
b.5. L’individuazione di nuove aree destinate ad uffici pubblici e privati, dotate
di proprie superfici a parcheggio e zone a verde pubblico a corredo.
b.6. La verifica degli standards urbanistici e il reperimento di aree necessarie
al loro soddisfacimento, con particolare riguardo alla dotazione e
localizzazione di parcheggi, anche nei centri minori.
§2. Statuto dei luoghi sub-sistema delle aree a prevalente uso produttivo.
Nel rispetto di quanto previsto al precedente art. xx e nelle singole UTOE, il
R.U. prescrive, sulla base del quadro conoscitivo del presente piano integrato
da quello del R.U. stesso, il mantenimento delle risorse essenziali di carattere
produttivo, andando a individuare e disciplinare:
- gli elementi di carattere storico di archeologia industriale, prevedendone
possibili utilizzi compatibili all'attività residua, possibili ampliamenti per
crescita dell'azienda,
- I possibili cambi di destinazione d'uso che tutelino e preservino forme e tipi
edilizi di rilevanza storica.
Per le aree produttive, intese come risorse essenziali del territorio ai sensi del
comma 2° dell'art. 2 della L.R.T. n. 5/95, valgono tutte le prescrizioni
esplicitate nelle singole UTOE, nel rispetto del dimensionamento del piano. In
particolare risulta inveriante strutturale la raccolta di legname per il processo
produttivo della Ditta Alce di Fornoli; raccolta che genera effetti positivi
collaterali sull'ambiente del territorio comunale e territori limitrofi.
Art. 70 - Il sistema funzionale delle infrastrutture di comunicazione –
Individuazione dei sub sistemi funzionali.
§1. Il sistema funzionale infrastrutturale della mobilità si è storicamente
sviluppato dal fondovalle della Lima verso al direttrice nord, servendo
trasversalmente le frazioni isolate in un reticolo di mulattiere, sentieri ed in
ultimo, strade carrabili e parcheggi che hanno contribuito alla antropizzazione
del territorio. Alla fine del 1800 la maglia delle infrastrutture si è dotata anche
della ferrovia di collegamento con il capoluogo che ad oggi risulta fortemente
utilizzata.
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§2. In base a quanto previsto all'art. 76 del P.T.C. I piani strutturali, e gli altri
strumenti urbanistici generali comunali, verificano e integrano le individuazioni
degli elementi di viabilità storica, effettuate dalle tavole contrassegnate con
B.2. del presente piano, disponendo che siano mantenuti nei relativi aspetti
strutturali, quali il tracciato, la giacitura, e, se non sussistono particolari
esigenze, le caratteristiche dimensionali essenziali.
§2.Il presente piano distingue e individua, nella presente analisi del sistema
funzionale infrastrutturale, i sub sistemi evidenziandone i livelli di criticità e
dando indirizzi per le possibili soluzioni.
- Il sub-sistema della viabilità storica.
- Il sub sistema della viabilità.
- Il sub-sistema ferroviario.
Art. 71 - Il sub-sistema della viabilità storica.
§1. Definizione
La viabilità storica è costituita dalla rete di sentieri e mulattiere, e dalle strade
vicinali e comunali, quali permanenze dei collegamenti antichi fra i centri
minori e tra questi e i paesi del fondovalle della Lima dove si sviluppa la S.S.
n.12. La configurazione tortuosa dei tracciati, la forte pendenza in alcuni tratti,
la persistenza delle antiche pavimentazioni in pietra e in ciottolato, dei muretti
di contenimento eretti a secco, delle siepi di bosso, delle recinzioni in legno,
sono le caratteristiche principali di questa componente.
§2. In base a quanto disposto all'art. 76 del P.T.C., il presente piano verifica e
integra le individuazioni degli elementi di viabilità storica, effettuate dalle
tavole contrassegnate con B.2. del presente piano, disponendo che siano
mantenuti nei relativi aspetti strutturali, quali il tracciato, la giacitura, e, se non
sussistono particolari esigenze, le caratteristiche dimensionali essenziali.
§3. Indirizzi per la gestione del territorio
Il sub-sistema della viabilità storica, non modificata all'uso meccanizzato,
garantisce un collegamento prettamente pedonale e ciclabile tra i diversi
tessuti storici, nonché con le risorse naturali e relative emergenze. Riveste
inoltre un ruolo funzionale legato all’attività di silvicoltura, garantendo una
capillare percorribilità del territorio aperto.
Per queste sue peculiarità, la componente costituisce:
- una importante rete escursionistica per una fruibilità turistica del territorio
attraverso sentieri-natura, itinerari di valore storico, piste per cavalli e
mountain bike;
- una griglia infrastrutturale di livello inferiore, soprattutto destinata a mezzi
agricoli, indispensabile per lo sviluppo delle attività primarie.
§4. Criticità
La mancanza di un censimento di dettaglio e classificazione della viabilità
storica ha permesso fenomeni di degrado e di rimozione del bene. Il R.U.
deve individuare e schedare nel dettaglio la complessa rete della viabilità
storica, completando il censimento sintetico effettuato dal quadro conoscitivo
del presente piano. La viabilità storica, una volta individuata e classificata
deve essere quindi sottoposta a specifica tutela e valorizzazione al fine di
definire le parti che dovranno essere mantenute inalterate e quelle che
potranno essere sottoposte ad ampliamento o ristrutturazione per gli usi
meccanizzati.
Art. 72 - Il sub sistema della viabilità.
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§1. Definizione
La maglia viaria esistente conserva la sua matrice storica e sostanzialmente il
suo assetto antico integrato da pochi interventi moderni. La componente si
articola in varie tratte stradali che, dalle pendici montane più alte e dai sistemi
di fondovalle, convergono verso il fondovalle della Lima e i centri maggiori del
capoluogo.
Il P.I.T. (art. 35, punto 2b) individua e classifica la S.S. 445 della Garfagnana
come una direttrice primaria di interesse regionale.
Il P.T.C. (al punto 3.5.2 della relazione, e alla scheda n. 17 della Parte Terza
degli Allegati alle Norme) individua azioni di intervento finalizzate alla
riorganizzazione del sistema dei collegamenti.
La tratta viaria di ordine superiore al livello comunale che interessa il territorio
di Bagni di Lucca è costituita dalla variante della Strada Statale n. 12 del
Brennero in località Ponte a Serraglio, dove il centro storico della stessa
frazione, riduce la sezione stradale tanto da rendere necessario il senso unico
alternato regolato da impianto semaforico.
Il quadro conoscitivo individua tutta la magia della viabilità carrabile elencando
le caratteristiche al paragrafo 5.3.1 della Relazione Generale.
§2. Criticità
Il quadro conoscitivo individua una offerta limitata di tali dotazioni di viabilità
che sicuramente influisce sull'attuale contenimento dello sviluppo del territorio.
La domanda si può distinguere in due distinti settori:
1)- domanda di maggiori dotazioni di viabilità di più vasto riferimento
territoriale, quale la variante sulla S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio
2)-. domanda di maggiore flessibilità nella realizzazione e ampliamento della
maglia di viabilità comunale che serve le varie frazioni del comune;
- Nel primo caso necessita la riproposizione del progetto della Opera Pubblica
quale la Variante alla S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio individuata anche
dal P.T.C. all'interno dell'Appendice 3, scheda n.15 delle Norme di Attuazione.
- Nel secondo caso si tratta di dare la possibilità di realizzare viabilità
alternative, su tracciati esistenti non conformi, per il raggiungimento delle
frazioni sparse al fine di garantire il collegamento anche in caso di interruzione
di una viabilità.
§3. Indirizzi per la gestione del territorio
Attualmente nella Valle della Lima risultano essere definiti interventi viari che
hanno un interesse di “area vasta” in conformità all’art.37 del P.I.T. (allegato 2
“Infrastrutture per la mobilità” scheda 3.16).
Il R.U., in raccordo con l’Amministrazione Provinciale, dovrà precisare inoltre il
tracciato definitivo e stabilire la disciplina delle aree a corredo secondo quanto
previsto nello statuto dei luoghi.
Il R.U., in particolare deve:
a)
disciplinare prioritariamente il recupero funzionale del sistema viario
esistente con particolare attenzione, in riferimento al territorio extraurbano, al
riordino degli accessi, alla riduzione degli innesti diretti,, al fine di garantire
una maggiore funzionalità e sicurezza della infrastruttura;
b)
disciplinare la realizzazione dellla variante di Ponte a Serraglio;
c)
prevedere la possibilità di migliorare i tracciati delle strade comunali, e
vicinali esistenti che servono le numerose frazioni periferiche (con rettifiche di
tracciato, ampliamenti delle sedi stradali e modifiche dei raggi di curvatura dei
tornanti più stretti), permettendo un più agile e sicuro collegamento tra il
capoluogo e i centri per favorire il loro recupero a fini residenziali e turistici,
secondo i seguenti criteri, ed inoltre al fine di garantire l'accesso alle frazioni
da due direttrici diverse:
b.1) preferire i tracciati non rettilinei, ma aderenti all’andamento delle isoipse;
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b.2) indicare sezioni stradali contenute, con apposite piazzole alberate per
fermate di servizi di trasporto pubblico, auto private e altri servizi;
b.3) realizzare piazzole attrezzate nei punti panoramici del tracciato stradale;
b.4) prescrivere l’uso di materiali congrui con la storia e la qualità
architettonica dei luoghi;
b.5) indicare l’uso di alberature e arbusti tipici della zona;
b.6) nei nuclei storici e nelle strade di origine campestre, invitare
all’abbandono dei manti di finitura a base bituminosa, per favorire l’uso di altri
materiali (lapidei, conglomerati a base di terra, etc.) più idonei ad un miglior
inserimento ambientale;
b.7) predisporre adeguati impianti illuminazione pubblica;
b.8) predisporre opere di arredo urbano (sedute, cartelli indicatori, etc).
b.9) prescrivere le analisi e le indagini necessarie per la migliore attuazione
degli interventi delineati dal Piano Strutturale;
d)
disciplinare la realizzazione della nuova viabilità statale prevista per il
superamento della strettoia di Ponte a Serraglio, secondo i seguenti criteri:
c.1) prescrivere le soluzioni per evitare interferenze con i corsi d’acqua;
c.2) controllare le modifiche alle caratteristiche delle acque superficiali;
c.3) evitare le interferenze con le aree esondabili, nell’attraversamento degli
ambiti della Lima;
c.4) rendere stabili e atti ad un buon inserimento paesaggistico la
realizzazione di pendii con apposite opere di ingegneria atte a non provocare
fenomeni di instabilità e con sistemazioni a verde adeguate;
c.5) evitare al massimo il consumo dei beni naturali quali: boschi di latifoglie,
vegetazione ripariale, aree coltivate;
c.7) adottare gli opportuni accorgimenti per non compromettere gli ecosistemi
faunistici, predisponendo eventuali “corridoi ecologici”;
c.8) adottare gli opportuni accorgimenti per non compromettere gli ecosistemi
acquatici;
c.9) adottare idonee sistemazioni arbustive e di alberature al fine di ridurre
l’impatto visivo e l’inquinamento da rumore;
c.10) predisporre un piano per lo smaltimento dei materiali di rifiuto, anche in
fase di costruzione dell’opera.
c.11) Il P. S. indica come prioritario l’intervento per la realizzazione del tratto
compreso tra la S.S. n.324 delle Radici e la S.S. n. 445 a valle del Capoluogo
e richiede che l’attuazione abbia una compiuta funzionalità.
Art. 73 - Il sub-sistema ferroviario.
§1. Definizione
Il sistema di trasporto ferroviario ha una dimensione contenuta sul territorio
comunale; la linea ferroviaria Aulla Lucca - Pisa si sviluppa lungo la modesta
porzione di territorio che coincide con il fondovalle del Fiume Serchio.
La line risulta destinata prevalentemente a traffici locali (Linea Aulla - Lucca Pisa, P.I.T., art. 35 punto1c).
§2. Criticità
Il quadro conoscitivo individua una offerta limitata servizio ferroviario che
sicuramente influisce sull'attuale contenimento dello sviluppo del territorio.
La domanda domanda di accrescimento delle possibilità di sfruttamento della
infrastruttura ferroviaria, sia per la mobilità delle persone sia delle merci può
trovare risposta nella riprogettazione della esistente stazione ferroviaria
passeggeri adeguandola alle necessità di uso e collegandola con il fondovalle
della Lima maggiormente urbanizzato (Fornoli - Capoluogo); ed inoltre nella
progettazione di una nuova infrastruttura quale la "Strada Parco delle Terme";
e un nuovo sviluppo per uno "Scalo Merci Pubblico" a servizio delle industrie
private da ubicare nella parte terminale della Val Fegana, in prossimità della
zona industriale esistente.
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§2. Indirizzi per la gestione del territorio
Si richiamano gli ulteriori elementi descrittivi e gli indirizzi del P.T.C. in merito:
- al ruolo della linea F.S. Lucca-Aulla nel collegare aree a bassa densità di
popolazione con i nodi principali di Lucca e di Pisa (collegamento con aree
urbane di interesse regionale e con le direttrici F.S. trasversale e tirrenica);
- alla graduale integrazione dei servizi di T.P.L. su gomma e su rotaia con la
conseguente soppressione dei servizi in concorrenza;
- al rafforzamento dello scalo merci F.S. e conseguente adeguamento e
potenziamento del servizio merci su rotaia.
La linea ferroviaria e le relative attrezzature sono sottoutilizzate rispetto al loro
potenziale; inoltre, il sistema infrastrutturale su rotaia non è, oggi,
sufficientemente correlato con l’alternativo sistema del trasporto merci e
persone organizzato su gomma; insufficienti sono le relative aree di scambio
(parcheggi); la stazione autolinee deve essere maggiormente integrata con la
stazione ferroviaria.
Il P. S. prevede:
a)
la conservazione e il ruolo dei tracciati ferroviari, delle attrezzature;
b)
l’eventuale utilizzo di una parte delle aree a corredo per la
realizzazione di un’adeguata zona di parcheggio scambiatore, in aderenza alla
zona del parco merci della stazione di Fornoli -Bagni di Lucca;
c)
un’area, da localizzarsi immediatamente vicina al parco ferroviario, per
l’attuazione di un terminal dei servizi pubblici su gomma.
d)
il collegamento della linea ferroviaria con la zona industriale di Bocca
di Fegana con la realizzazione di scalli merci pubblici e privati.
Art. 74 - Statuto dei luoghi relativo al sistema delle infrastrutture di
comunicazione.
§.1 Elementi riconosciuti come Invarianti strutturali relativi al sistema
funzionale delle infrastrutture di comunicazione:
Lo statuto dei luoghi individua le seguenti invarianti strutturali evidenziate
nell'Elaborato 4 - IL PROGETTO - allegato 1 tavola 3 - INVARIANTI
STRUTTURALI - STATUTO DEI LUOGHI sottoponendole a prescrizione e
salvaguardia con i dettami del presente articolo.
1. la rete della viabilità storica
2. la rete ferroviaria
3. le aree a corredo della rete ferroviaria
4. il Ponte delle Catene a Fornoli
5. il Ponte Romanico al bivio per Casoli
Il R.U. redige norme, anche con ricorso a specifici piani di settore, atte a:
a)
conservare e riqualificare i tracciati viari esistenti, nel rispetto delle
peculiarità originarie, in vista di uno sviluppo della fruizione turistico
escursionistica del territorio e delle attività agro-silvo-pastorali;
b)
ripristinare, dove necessario, gli elementi costitutivi mancanti nel
rispetto delle originarie caratteristiche costruttive (mantenimento delle tipologie
storiche quali, ad esempio, le pavimentazioni in pietra, i muretti di sostegno
realizzati con pietre a secco, le siepi e tutti i manufatti a corredo della viabilità);
c)
definire la disciplina per gli interventi che mirano ad aumentare la
fruibilità turistica (punti panoramici, aree di sosta attrezzate, totem informativi,
etc.) ai sensi dell’art. 28, comma 2, punto g, della LR 5/95.
Il R.U. definisce:
a)
l’uso delle aree e dei manufatti esistenti, secondo un progetto organico
di valorizzazione delle infrastrutture a rete e puntuali che preveda lo scambio
“gomma-ferro”, il recupero anche ad usi diversi dei fabbricati non più
necessari al sistema infrastrutturale ferroviario;
b)
il disegno degli accessi all’area ferroviaria in adiacenza alla stazione
ferroviaria di Fornoli -Bagni di Lucca.
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Art. 75 - Il sistema funzionale delle attrezzature.
§1. Il sistema funzionale delle attrezzature si è storicamente sviluppato dal
fondovalle della Lima verso al direttrice nord, servendo trasversalmente le
frazioni isolate. Il centro delle attrezzature risulta la parte dei centri abitati di
Fornoli - Ponte a Serraglio e la Villa.
§2. In base a quanto previsto Titolo IV del P.T.C. I piani strutturali, e gli altri
strumenti urbanistici generali comunali, verificano e integrano le individuazioni
di attrezzature,. disponendo che siano mantenuti nei relativi aspetti strutturali,
e valori storici del servizio e degli edifici di particolare pregio.
§2. Il quadro conoscitivo distingue e individua, nella presente analisi del
sistema funzionale delle attrezzature, gli elementi evidenziandone i livelli di
criticità e dando indirizzi per le possibili soluzioni.
§3. Centrali idroelettriche
Il quadro conoscitivo individua la dotazione di infrastrutture che consentono lo
sfruttamento della energia rinnovabile dell'acqua.
Nel territorio comunale sono individuate nr. 3 centrali per la produzione di
energia idroelettrica.
Esse sono site rispettivamente nei pressi dell’abitato di Fabbriche di
Casabasciana e nella località Ravacce lungo il Torrente Lima, e in loc. Alle
Cime lungo il Torrente Fegana.
Lo sfruttamento deve essere incentivato garantendo il rispetto dei valori
paesaggistici e ambientali e salvaguardando il minimo vitale delle portate dei
corsi d'acqua interessati.
§4. Sedi di biblioteche pubbliche
Sul territorio comunale è presente una biblioteca sita presso Bagni di Lucca
Villa, nell’edificio denominato “Chiesa Inglese”.
Le sedi individuate dal quadro conoscitivo necessitano di restauri e di
ampliamenti di superficie che potranno essere individuati locali all'interno del
patrimonio edilizio esistente anche di valore storico. Le sedi esistenti
necessitano di restauri e ristrutturazioni per gli adeguamenti alle normative
sismiche.
§5. Impianti sportivi di frazione
Piano per l’edilizia economica popolare – area 167,
Piano Particolareggiato della zona Termale
Sul P.R.G.C. vigente sono individuate le aree destinate ad impianti sportivi
nella Z.T.O. “Verde pubblico sportivo”, all’interno dell’area P.E.E.P. in Fornoli,
loc. Cafaggio “ Verde attrezzato”, nel piano particolareggiato della zona
Termale “ Attrezzature per lo sport e turismo termale”
Le aree individuate sono:
San Cassiano, campo da calcio;
Scesta, campo da calcio,
Bagni di Lucca – Villa, loc. Corsena, non attuato;
Zato, campo da calcio
Bagni di Lucca – Villa, via Roma, campi da tennis e da calcetto;
Ponte a Serraglio, Via di Lima, Stadio delle Terme, campo da calcio e atletica
leggera;
Bagni di Lucca – Villa, loc. Belvedere, campo da calcio;
Fornoli, loc. Cafaggio, campo da calcetto.
Fornoli, campo sportivo Via De Gasperi;
Monti di Villa, campo Sportivo;
Bagni di Lucca – Villa, piscine comunali.
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Il quadro conoscitivo individua la dotazione di infrastrutture di impianti sportivi
di frazione che risultano carenti e sotto dimensionati; necessitano ampliamenti
e nuove individuazioni.
§6. Il parco fluviale e le aree a verde pubblico
Nel P.R.G.C. vigente è prevista una vasta area destinata a Parco fluviale.
L’area corre lungo il Torrente Lima a partire dalla confluenza a valle con il
Fiume Serchio sino all’abitato di Bagni di Lucca – Villa in prossimità della
località “Ponte Nuovo”.
Le principali aree destinate a verde pubblico sono ubicate come segue:
- ·S.Gemignano, sotto la chiesa;
- ·Ponte a Serraglio, Villa Fiori;
- ·Ponte a Serraglio, giardini pubblici in loc. Al Cimitero;
- ·Colle, all’interno della zona termale;
- ·Parco Pubblico Contessa Canalini al Capoluogo;
- ·Parco Villa Ada al Capoluogo;
- ·Parco della Diga a Fornoli;
- ·Parco della Pace a Fornoli;
- ·Parco giochi a Fornoli;
- ·Parco ai caduti a Montefegatesi;
- ·Parco giochi “La Lucciola” a Benabbio.
Il quadro conoscitivo individua la dotazione di infrastrutture ad uso del parco
fluviale e le aree a verde pubblico che risultano carenti e sotto dimensionati;
necessitano ampliamenti e nuove individuazioni, in particolare estendendo le
dotazioni sportive del parco fluviale fino alle Strette di Cocciglia .
§7. Gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi
Sul P.R.G.C. vigente è prevista una area destinata al Trasferimento dei Rifiuti
solidi urbani in Bagni di Lucca – Villa, loc. Ponte a Diana. Tale area risulta
dismessa.
Il quadro conoscitivo evidenzia la dotazione dei siti; necessita una revisione
completa della disciplina da adottare per lo smaltimento in linea con le
prescrizioni della Provincia sulla materia.
§8. Le aree degli impianti di depurazione
Sul P.R.G.C. vigente sono individuati puntualmente gli impianti di depurazione
nelle seguenti frazioni e località:
Brandeglio, Crasciana, Guzzano, Monti di Villa, Gombereto, Lugliano,
Casabasciana, Val Fegana, Benabbio, Fabbriche di Casabasciana,
Montefegatesi, Limano, Vico Pancellorum, Lucchio, Bagno alla Villa, Pian dei
Berci (Fornoli), Fornoli (alla stazione), Fornoli (privato “ Ditta Alce S.p.a.”),
Granaiola, Vizzata (S.Cassiano), Cocolaio (San Cassiano), Astracaccio, Pieve
di Controni, Vetteglia.
Inoltre in Val Fegana e in Fornoli (privato “Ditta Alce S.p.a.”) oltre
all’individuazione puntuale è prevista anche l’area destinata alla depurazione.
Il quadro conoscitivo individua la dotazione di impianti che necessitano di
amplimento e ammodernamento, inoltre la dotazione risulta insufficiente nel
caso di ampliamento dei carichi urbanistici (residenza - industria).
§9. Le aree degli impianti dell’acquedotto.
Nelle tavole del quadro conoscitivo sono state individuate puntualmente le
opere di presa differenziandole tra quelle allacciate e non al pubblico
acquedotto ed i tracciati di massima degli acquedotti stessi. L’individuazione è
stata desunta dalla “carta delle emergenze geologiche” allegata alla Variante
per il territorio aperto di adeguamento alla L.R. 64/95, approvata con D.C.C.
n° 14 del 28/2/2000, pubblicata sul B.U.R.T. del 5/4/2000;
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pagina 158 di 207
Di seguito sono riportate le località con opere di presa allacciate al pubblico
acquedotto (tra parentesi il numero delle opere di presa presenti) e le frazioni
servite:
- Sette Fontane (2), Merizzocchi, Ronco alimentano la frazione di Lugliano;
- Bugliesima alimenta l’omonima località;
- Cassaio (4) e Formignatica alimentano la frazione di Benabbio;
- Tagliegora e Pian D’Ospedaletto alimentano la frazione del Capoluogo;
- ·Belvedere (3) alimenta l’acquedotto del Belvedere che serve la loc. Mura
di Sopra;
- Muraglione alimenta la frazione del Capoluogo;
- Cerretella, Orticeta e Sopra il Cimitero alimentano la frazione di Crasciana;
- Carnasciale e La Polla alimentano la frazione di Casabasciana;
- La Polla alimenta la frazione di Casoli;
- C.Piana alimenta la località di Sala;
- Sostetto alimenta la frazione di Fabbriche di Casabasciana;
- 3 opere di presa nel Comune di Pescia loc. Revia alimentano la frazione di
Lucchio e Zato;
- 1 opera di presa nel Comune di Piteglio alimenta la frazione di Tana
Termini;
- Pollatoio (2) alimenta le frazioni di Vico Pancellorum, Isola e Giardinetto;
- Solco Leto, Tricavolo e Lato alimentano la frazione di Limano;
- Madriceto alimenta le frazioni di Cocciglia, Scesta;
- Mandriane alimenta la località Astracaccio e Scesta lato valle;
- Rifologno 1 alimenta la frazione di Palleggio;
- Rifologno 1 e 2 alimenta le frazioni di Fabbriche di Casabasciana, Pian
d’Ospedaletto, Capoluogo, Ponte a Serraglio, Fornoli;
- Ferriccioni, Metato di Bucari, Serini 1-2-3 alimentano tutte le frazioni della
Controneria;
- Campiglia alimenta l’omonima località;
- Papavecchia alimenta Campiglia Alta;
- Maiola alimenta l’omonima località;
- Campo Grande (2) alimenta la frazione di Montefegatesi;
- Fontanone (sotto Montefegatesi) alimenta le frazioni di Monti di Villa, Pieve
Monti di Villa, Granaiola, Bagni Caldi, Ponte a Serraglio, Fornoli, Val
Fegana;
- Gavozzurri, Brassicaia e Pian di Riccio alimentano la frazione di Riolo;
Nella citata “carta delle emergenze geologiche” allegata alla Variante per il
territorio aperto di adeguamento alla L.R. 64/95, approvata con D.C.C. n° 14
del 28/2/2000, pubblicata sul B.U.R.T. del 5/4/2000, sono inoltre riportate le
zone di salvaguardia delle sorgenti.
Il quadro conoscitivo individua la buona dotazione di impianti dell'acquedotto
che però necessitano di adeguamenti, ristrutturazioni e ampliamenti nel caso
di ampliamento dei carichi urbanistici (residenza - industria).
I parcheggi
§10. I parcheggi
Le dotazioni di parcheggi pubblici risultano carenti su tutto il territorio
comunale sia per una previsione disattesa dalle pianificazioni previgenti, sia
per le caratteristiche orografiche e di edificato storico.
Le maggiori carenze si individuano nei centri storici di Fornoli, Ponte a
Serraglio, Bagni di Lucca Villa. Necessita una attento dimensionamento in
fase di redazione del R.U. e dei progetti generali di riqualificazione previsti
Art. 76 - Il sistema funzionale dei servizi .
§1. Il sistema funzionale delle attrezzature si è storicamente sviluppato dal
fondovalle della Lima verso al direttrice nord, servendo trasversalmente le
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frazioni isolate. Il centro delle attrezzature risulta la parte dei centri abitati di
Fornoli - Ponte a Serraglio e la Villa.
§2. Individuazione dei sevizi
Sevizi sanitari
Nel territorio sono presenti i seguenti servizi sanitari:
Bagni di Lucca Via Letizia dove è ubicato un fabbricato che ospita una sede
distaccata dell’USL nr. 2; Fornoli, via Papa Giovanni XXIII°, dove al piano terra
di un fabbricato di proprietà privata sono ubicati ambulatori medici dell’USL nr.
2; Bagni di Lucca - Villa, Via Roma, dove è ubicata la sede della Croce Rossa
Italiana; Bagni di Lucca – Villa, via della Chiesa, dove è ubicata la Casa di
Riposo per Anziani.
Inoltre sul P.R.G.C. vigente sono previste due aree a Fornoli in via della
Stazione e in loc. Cafaggio ed un fabbricato in Ponte a Serraglio denominato
“Villa Fiori.
Le aree per la protezione civile
Nel Piano Comunale di protezione civile datato 24 gennaio 1998 è prevista
un’area di ammassamento soccorsi e accoglienza popolazione allo stadio
comunale delle terme e nel parcheggio adiacente e antistante.
La sede del C.O.M. (centro operativo misto) è prevista nel magazzino
comunale in loc. Ravacce.
Le sedi sovracomunali della pubblica amministrazione
Le sedi della pubblica amministrazione di interesse sovracomunale. non sono
presenti sedi di questa tipologia al di fuori delle sede comunale.
Le Sedi dell’amministrazione comunale
La sede dell’amministrazione comunale è ubicata in Bagni di Lucca – Villa, via
Umberto I°
Le aree destinate alla istruzione secondaria superiore
Sul P.R.G.C. vigente è prevista una struttura in Bagni di Lucca – Villa, via
Crawford, che attualmente è utilizzata come scuola media inferiore.
Le aree destinate alla istruzione secondaria inferiore
Sul P.R.G.C. vigente è prevista ed opera una scuola media in Bagni di Lucca
Villa, via Crawford.
Le aree destinate alla istruzione primaria
Sul P.R.G.C. vigente sono previste le seguenti scuole elementari:
a)
Fornoli, via De Gasperi
b)
San Cassiano, loc. Alla Chiesa
c)
Scesta, Via comunale per Palleggio
d)
Bagni di Lucca – Villa, via Crawford
e)
Bagni di Lucca – Villa, via Roma (dismessa)
f)
Pieve di Monti di Villa (dismessa)
Le area destinate alla scuola materna
Sul P.R.G.C. vigente sono previste le seguenti scuole materne:
a)
Fornoli, via della Chiesa
b)
San Cassiano, loc. Alla Chiesa
c)
Fabbriche di Casabasciana, S.S. 12 dell’Abetone e del Brennero
d)
Bagni di Lucca – Villa, presso l’edificio denominato Villa Webb
e)
Ponte a Serraglio, loc. Camaione.
I servizi per il consumo finale privato
Per servizi per il consumo finale privato si intendono quelli relativi al
commercio al dettaglio, pubblici esercizi, riparazioni, servizi culturali e
ricreativi, altri servizi personali (questi ultimi tre già esaminati ai paragrafi
precedenti).
Il quadro conoscitivo individua un quadro di riferimento esistente in cui detti
servizi si sono sviluppati in base esclusivamente alla domanda e alle
caratteristiche del mercato, senza una appropriata pianificazione e
regolamentazione di settore.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 160 di 207
La pianificazione vigente consente (o non vieta espressamente) l'impianto di
destinazioni d'uso commerciali nelle z.t.o. "A" - "B" - "C" - "F" - "E", lasciando
la libero mercato l'attuazione temporale degli interventi, demandando alle
istruttorie delle istanze di Concessione Edilizia, la verifica della rispondenza
delle dotazioni di parcheggio necessarie ai sensi della normativa di settore
sopraggiunta o addirittura precedente alla approvazione dello strumento
urbanistico generale vigente.
I servizi distributivi.
Per servizi distributivi si intendono quelli relativi al commercio all'ingrosso e
intermediazione commerciale, ai trasporti, ai servizi ausiliari, alle
comunicazioni (questi ultimi due già esaminati ai paragrafi precedenti).
Il quadro conoscitivo individua nel territorio comunale una modesta
realizzazione di impianti per il commercio all'ingrosso ecc., con una
potenzialità residua per la realizzazione di nuovi impianti.
I servizi alle imprese.
Per servizi alle imprese si intendono quelli relativi al credito e servizi finanziari,
assicurazioni, mediazioni immobiliari, servizi legali, servizi di contabilità e di
consulenza fiscale, servizi tecnici, pubblicità e pubbliche relazioni, ricerca e
sviluppo, pulizie, altri servizi.
Il quadro conoscitivo individua una dotazione contenuta di servizi anche in
relazione alla contenuta influenza del sistema produttivo sul territorio
comunale. La dotazione attuale risulta trovare collocazione all'interno delle
industrie stesse , nel tessuto commerciale delle singole frazioni, nelle
dotazioni di servizi del capoluogo.
§3. Criticità del Il sistema funzionale.dei servizi
L'offerta individuata dal quadro conoscitivo rappresenta un territorio
sufficientemente servito di servizi sociali, accertando delle criticità per quanto
attiene alla dotazione dei cimiteri, sanità e assistenza sociale.
La domanda individuata trova possibilità di soddisfacimento all'interno del
patrimonio edilizio esistente, ma necessita di nuove superfici e volumi nell'arco
temporale di vigenza dello stesso.
L'incremento necessario a soddisfare la domanda di servizi sociali, non può
che essere riferita alla prevista crescita demografica ipotizzata considerando
un aumento percentuale dei servizi esistenti di pari misura.
Il Regolamento Urbanistico, sulla base del dimensionamento previsto,
approfondisce le valutazioni effettuate e individua le specifiche destinazioni e
localizzazioni in base al manifestarsi delle necessità e criticità.
L'offerta di spazi destinati al consumo finale privato può decisamente definirsi
soddisfacente in termini di quantità, avendo a disposizione una notevole
quantità di patrimonio edilizio esistente ed inoltre potendo contare su una
considerevole potenzialità residua dello strumento urbanistico generale
vigente.
La domanda di spazi per spazi destinati al consumo finale privato, anche in
relazione all'arco temporale di vigenza del presente piano, si considera
anch'essa soddisfatta in termini quantitativi, mentre in termini localizzativi il
presente piano prescrive, contestualmente alla redazione del Regolamento
Urbanistico, una pianificazione di settore, quale il Piano del Commercio, che
individui e pianifichi, nell'arco temporale di vigenza del Piano Strutturale, lo
sviluppo degli spazi destinati al consumo finale privato nel rispetto delle
valutazioni proprie del Regolamento Urbanistico e della normativa di settore
(Legge Bersani - Legge Tonioli).
Per quanto attiene ai servizi distributivi le caratteristiche della struttura
economica di produzione di beni sommata alle esigenze della prevista
struttura del commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi, non individuano
una necessità di ampliare tali dotazioni, se non nella parte più urbanizzata del
territorio comunale (Fornoli - Capoluogo).
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 161 di 207
Per quanto attiene alla dotazione di trasporti, servizi ausiliari e comunicazioni
con riferimento
- alle caratteristiche sia della popolazione che della complessiva struttura
economica,
- al definito sistema della mobilità,
il quadro conoscitivo individua una offerta limitata di tali dotazioni che
sicuramente influisce sull'attuale contenimento dello sviluppo del territorio.
La domanda si può distinguere in tre distinti settori:
1)- domanda di maggiori dotazioni di viabilità di più vasto riferimento
territoriale, quale la variante sulla S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio
2)-. domanda di maggiore flessibilità nella realizzazione e ampliamento della
maglia di viabilità comunale che serve le varie frazioni del comune;
3)- domanda di accrescimento delle possibilità di sfruttamento della
infrastruttura ferroviaria, sia per la mobilità delle persone sia delle merci.
- Nel primo caso necessita la riproposizione del progetto della Opera Pubblica
quale la Variante alla S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio individuata anche
dal P.T.C. all'interno dell'Appendice 3, scheda n.15 delle Norme di Attuazione.
- Nel secondo caso si tratta di dare la possibilità di realizzare viabilità
alternative, su tracciati esistenti non conformi, per il raggiungimento delle
frazioni sparse al fine di garantire il collegamento anche in caso di interruzione
di una viabilità.
- Nel terzo caso si tratta di una riprogettazione della esistente stazione
ferroviaria passeggeri adeguandola alle necessità di uso e collegandola con il
fondovalle della Lima maggiormente urbanizzato (Fornoli - Capoluogo); ed
inoltre nella progettazione di una nuova infrastruttura quale la "Strada Parco
delle Terme"; e un nuovo sviluppo per uno "Scalo Merci Pubblico" a servizio
delle industrie private da ubicare nella parte terminale della Val Fegana, in
prossimità della zona industriale esistente.
Per quanto attiene alla dotazione dei servizi alle imprese la carenza degli
spazi e quindi la domanda risulta sovrapponibile alle dinamiche individuate
sulla domanda per la Il dimensionamento del Piano per quanto attiene al
Sistema Produttivo indicando del 20% delle superfici esistenti del settore
produttivo, il soddisfacimento della stessa.
La domanda viene quindi suddivisa in base alla necessità di rilocalizzazione,
alla crescita e al nuovo sviluppo del Sistema Produttivo.
Art. 77 - Statuto dei luoghi relativo al sistema delle attrezzature e dei
servizi.
§.1 Elementi riconosciuti come Invarianti strutturali relativi al sistema
funzionale delle attrezzature e dei servizi.
Lo statuto dei luoghi individua le seguenti invarianti strutturali evidenziate nell'
Elaborato 4 - IL PROGETTO - allegato 1 tavola 3 - INVARIANTI
STRUTTURALI - STATUTO DEI LUOGHI sottoponendole a prescrizione e
salvaguardia con i dettami del presente articolo.
1. le attrezzature di livello e interesse comunale quali il Palazzo Municipale,
Villa Webb, Teatro Accademico, Circolo dei Forestieri, Cimitero anglicano,
Ospedale Demidoff, Casinò Reale, Villa Fiori, Stabilimento Bernabò,
Stabilimento S. Giovanni, Stabilimento Docce Basse, Stabilimento Jean
Varraud, Fontana con lavatoio di Lucchio, Fontana di Limano, Fontana di
Granaiola, Fontana e lavatoio di Montefegatesi;
2. la centralina idroelettrica sulla Lima loc. Ravacce;
3. Il Poliambulatorio Susie Clark e la sede della C.R.I.;
4. Le attrezzature di livello e interesse sovracomunale quali: a) la centralina
idroelettrica dell’ENEL sulla Lima a Fabbriche di Casabasciana; b) la
centralina idroelettrica sulla Fegana loc. Alle Cime;
c) la centralina
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idroelettrica sulla Liegora (in costruzione); d) la centralina idroelettrica sulla
Lima in loc. Ravacce.
§.2 Disciplina delle invarianti strutturali relative al sistema funzionale delle
attrezzature e dei servizi.
Per tutti gli edifici elencati al punto 1 del paragrafo §1, il Regolamento
Urbanistico individua, con apposita schedatura del Patrimonio Edilizio
Esistente, la disciplina di tutela e trasformazione nell'assoluto rispetto dei
valori storici, formali e funzionali.
Per le aree e gli edifici di recente formazione ad uso di attrezzature e di servizi
intese come risorse essenziali del territorio ai sensi del comma 2° dell'art. 2
della L.R.T. n. 5/95, valgono tutte le prescrizioni esplicitate nelle singole
UTOE, nel rispetto del dimensionamento del piano.
*****************************************************************
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capo quarto
indirizzi e criteri per progetti di riqualificazione
Art. 78 - La Strada Parco delle Terme
§1. Definizione
Indirizzo progettuale del presente piano individuabile sull' Elaborato 4 - IL
PROGETTO - allegato 1 - tavola 2 - SISTEMI FUNZIONALI - UTOE, volto alla
riqualificazione complessiva del corridoio infrastrutturale che collega la
stazione ferroviaria di Fornoli -Bagni di Lucca, con il centro del capoluogo di
Bagli di Lucca Villa.
La particolarità fisica del corridoio individuato invita alla riqualificazione sia
funzionale che culturale dell'ambito al fine di riqualificare tutte le funzioni
preposte e salvaguardare il patrimonio storico oggi in lento decadimento.
La strada parco delle Terme come vero e proprio elemento innovatore nella
riqualificazione del sistema economico e sociale del capoluogo, cioè:
- elemento di individuazione e riqualificazione del patrimonio storico
artistico;
- elemento di rivalutazione della risorsa termale;
- elemento di fluidificazione degli spostamenti all'interno della zona più
antropizzata del territorio comunale.
§2. Indirizzi per la gestione del territorio
Il R.U. dovrà individuare
- le perimetrazioni degli ambiti interessati,
- la catalogazione del patrimonio storico artistico da sottoporre a tutela e
valorizzazione,
- le modalità di disciplina degli elementi della mobilità e i sistemi di trasporto
da prescrivere, incentivare, scartare,
- le modalità di esecuzione dei lotti di progettazione in funzione dell'accesso
a finanziamenti pubblici nazionali ed europei.
Art. 79 - La Porta delle Terme
§1. Definizione
Indirizzo progettuale del presente piano individuabile sull' Elaborato 4 - IL
PROGETTO - allegato 1 - tavola 2 - SISTEMI FUNZIONALI - UTOE volto alla
riqualificazione complessiva del centro storico di Ponte al Serraglio
individuandolo come vera e propria Porta delle Terme per la sua collocazione
strategica sulla viabilità di arrivo alla zona termale e quale porzione
baricentrica del più ampio contesto della Strada Parco delle Terme.
Il progetto parte dalla necessità di riqualificazione del grande patrimonio
storico artistico degli edifici presenti ed inoltre offre opportunità di nuovo
sviluppo nei terreni limitrofi al Villa Fiori, nel cambio di destinazione d'uso dei
volumi oggi utilizzati dalla Cartiera Pasquini.
La particolarità fisica del territorio e dell'edificato, la presenza forte del corso
d'acqua del Torrente Lima, la adiacenza alla collina delle terme, invita alla
riqualificazione sia funzionale che culturale dell'ambito al fine di dare nuovo
sviluppo a tutte le funzioni preposte e salvaguardare il patrimonio storico oggi
in lento decadimento.
La Porta delle Terme come vero e proprio elemento innovatore nella
riqualificazione del sistema economico e sociale del capoluogo, cioè:
- elemento di individuazione e riqualificazione del patrimonio storico
artistico;
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-
elemento di rivalutazione della risorsa termale;
elemento di attrazione del flusso turistico peculiare delle zone termali.
§2. Indirizzi per la gestione del territorio
Il R.U. dovrà individuare
- le perimetrazioni degli ambiti interessati,
- la catalogazione del patrimonio storico artistico da sottoporre a tutela e
valorizzazione,
- le modalità di manutenzione del letto del torrente Lima al fine di incentivare
il suo utilizzo per sport acquatici;
- le modalità di collegamento tra la Villa Fiori e lo storico edificio del Casinò
municipale attraverso un nuovo ponte pedonale sul torrente Lima;
- l'individuazione del luogo ove realizzare il nuovo Casinò Municipale e
servizi connessi;
- la legittimazione a livello di piano operativo della variante della S.S. n. 12;
- le connessioni con il progetto della Strada Parco delle Terme;
- le modalità di esecuzione dei lotti di progettazione in funzione dell'accesso
a finanziamenti pubblici nazionali ed europei.
Art. 80 - Il Nodo Intermodale
§1. Definizione
Indirizzo progettuale del presente piano individuabile sulla Elaborato 4 - IL
PROGETTO - allegato 1 - tavola 2 - SISTEMI FUNZIONALI - UTOE volto alla
nuova dotazione di un sistema intermodale merci e passeggeri volto alla
riqualificazione e aumento delle potenzialità di servizio della risorsa ferroviaria
oggi sotto utilizzata.
Il progetto parte dalla necessità di dotare il territorio di un sistema più
efficiente di servizi per il trasporto di merci e persone fruttando la risorsa
esistente.
Il nodo intermodale come vero e proprio elemento innovatore nella
riqualificazione del sistema economico e sociale del territorio, cioè:
- elemento di individuazione e riqualificazione dell'uso del treno come
mezzo di collegamento privilegiato con la piana e la valle della
Garfagnana;
- nuovo elemento di sviluppo del sistema produttivo..
§2. Indirizzi per la gestione del territorio
Il R.U. dovrà individuare
- le perimetrazioni degli ambiti interessati,
- gli elementi da sottoporre a ristrutturazione e nuova edificazione per il
sistema stazione ferroviaria e le connessioni con il progetto della Strada
Parco delle Terme;
- le modalità di realizzazione dello scalo merci pubblico in località Bocca di
Fegana ed i collegamenti diretti con le singole aziende.
- le prescrizioni alla edificabilità della zona industriale di Bocca di Fegana in
funzione della realizzazione dell'infrastruttura;
le modalità di esecuzione dei lotti di progettazione in funzione dell'accesso a
finanziamenti pubblici nazionali ed europei.
-
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TITOLO QUARTO
IL FABBISOGNO E IL DIMENSIONAMENTO
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capo primo
il fabbisogno abitativo, turistico ricettivo, produttivo e dei servizi
Art. 81 – Il dimensionamento del P.S. e sua articolazione
§1. In riferimento alle considerazioni e valutazioni espresse nella relazione
illustrativa del presente P.S., vista la particolare dimensione e collocazione del
sistema insediativo del Comune di Bagni di Lucca suddiviso in due distinte
macro realtà: Il fondo valle della Lima e le frazioni sparse; in ragione di nuovi
assetti funzionali e insediativi del “Sistema Media Valle e Garfagnana”,
valutando che a seconda delle scelte di assetto generale del sistema
territoriale della valle della Lima si possono prospettare soluzioni che
promuovono attenzione e interesse, diverso dall’attuale, sull’area del Comune
e in particolare sulla destinazione d’uso turistico ricettiva legata alla risorsa
termale; il dimensionamento complessivo del P.S. tiene conto di tali limiti,
potenzialità e caratteristiche, secondo valori tali da permettere un corretto
proseguimento delle attività economiche presenti sul territorio confermando il
ruolo rilevante del sistema insediativo del Capoluogo di Bagni di Lucca Villa.
§2. Quanto sopra premesso e considerato Il dimensionamento del P.S. è
elaborato per:
- le aree a utilizzazione prevalentemente residenziale;
- le aree per attività turistico ricettive;
- le aree per attività produttive artigianali, industriali;
- le aree per attrezzature e servizi
Art. 82 - Il fabbisogno del sistema abitativo
§.1 Il presente piano assume come indicatore di dimensionamento
residenziale la valutazione contenuta della Relazione Illustrativa, al paragrafo
7.1 - Il dimensionamento del Piano – Il Sistema Abitativo.
Trattasi di indicatore di Piano Strutturale con validità temporale medio lunga
che esprime le quantità insediative residenziali massime ammissibili in
coerenza e in riferimento agli specifici obiettivi di riorganizzazione, riordino e
completamento del sistema insediativo previsti al Titolo III, capo terzo, Art. 64:
Disciplina del sistema funzionale insediativo, del presente P.S.
§.2 Il dimensionamento viene effettuato tenendo come riferimento un ipotetico
periodo di vigenza del Piano Strutturale relativo a 10 anni 2003 – 2013. I dati
e le metodologie di calcolo derivano dagli indirizzi e proposte che il P.T.C.
riporta nella relazione e nelle norme, integrati in base ai dati aggiornati forniti
dall’ufficio anagrafe alle caratteristiche del patrimonio edilizio esistente desunti
dalla dettagliata schedatura vigente disciplinata con strumento urbanistico.
Il fenomeno demografico del Comune di Bagni di Lucca e del relativo
fabbisogno abitativo viene analizzato e proposto sulla base degli indirizzi e
criteri in materia di dimensionamento residenziale e politiche per lo sviluppo
sostenibile, proposte dal P.T.C.
Obbiettivo esplicito del P.T.C. risulta il recupero del patrimonio edilizio
esistente in relazione al fabbisogno abitativo primario, inteso come prima
casa. Dalla verifica provinciale emerge che oltre 2/3 del fabbisogno aggiuntivo
di prime case si manifesta in Versilia, mentre la piana e la valle del Serchio
presentano una domanda potenziale assai limitata. L’eventuale fabbisogno
insoddisfatto o deficit, viene inteso dal P.T.C. come contrapposizione tra il
flusso dei servizi domandato in via effettiva e il flusso dei servizi offerti
attraverso il parco edilizio esistente.
Il valore complessivo dell’offerta del sistema abitativo è dato dalla sommatoria
di sei indicatori assunti riferiti all’anno 2003.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 167 di 207
Il valore finale assunto per il dimensionamento del sistema abitativo del P.S.
deriva dalla domanda ipotizzata nell’arco temporale dei dieci anni tra il 2003 e
il 2013 data dalla sommatoria dei tre indicatori. L’incremento previsto dal P.S.
è dato dalla differenza tra la sommatoria dei valori dei sei indicatori della
domanda di unità immobiliari e la sommatoria dei tre indicatori della offerta di
unità immobiliari.
§4. Previsioni del presente Piano Strutturale
Emerge una necessità all’anno 2013 di una disponibilità di abitazioni pari a un
numero di 3'115 unità; derivate dalla sommatoria dei seguenti valori +2'936:
quali unità occupate al 31.08.03; +359: quali unità derivate dal riuso del p.e.e.;
+338: quali unità potenziali del P.R.G. vigente (anno 1998); -644: quali unità
improprie o destinate al altri usi; +126: quale deficit tra il valore della domanda
e quello della offerta.
Il numero complessivo delle abitazioni ex novo da realizzare nell’arco
revisionale previsto risulta composto dalle unità potenziali del P.R.G. vigente:
n. 338, e dalle unità derivate dal deficit tra il valore della domanda e quello
della offerta: n. 126; per un totale di 464 nuove unità.
Per unità immobiliare il presente piano assume i seguenti parametri edilizi.
L’unità abitativa si intende un edificio di mc. 450 sviluppato su uno o due piani
per una superficie coperta pari a mq 75 o 150. Il Regolamento Urbanistico
potrà disciplinare, per ogni singolo intervento, le caratteristiche tipologiche,
formali a parità di numero di unità abitative.
In base agli obbiettivi del presente piano, alle valutazioni effettuate, alle
salvaguardie imposte dalla pianificazione sovra ordinata, il presente piano
distribuisce le unità abitative di nuova previsione in base agli indirizzi, criteri e
prescrizioni esplicitati nei singoli sistemi territoriali, funzionali e alle UTOE.
All’interno di ogni singola UTOE, di cui al Titolo Quinto delle presenti norme,
vengono esplicitati i singoli dimensionamenti ammissibili che dovranno essere
disciplinati dal Regolamento Urbanistico.
Art. 83 - il fabbisogno del sistema turistico ricettivo
§.1 Il presente piano assume come indicatore di dimensionamento
residenziale la valutazione contenuta della Relazione Illustrativa, al paragrafo
8.2 - Il dimensionamento del Piano – Il Sistema Turistico Ricettivo.
Trattasi di indicatore di Piano Strutturale con validità temporale medio lunga
che esprime le quantità insediative turistico ricettive massime ammissibili in
coerenza e in riferimento agli specifici obiettivi di sviluppo e completamento
del sistema turistico ricettivo previsti al precedente Art. 68: Il Sistema
Funzionale Insediativo - Il sub-sistema turistico ricettivo, delle presenti norme.
§2. Al fine di soddisfare gli stimati fabbisogni di spazi per utilizzazioni turistico
- ricettive il P.S. prevedere: alberghi; residenze turistico - alberghiere;
campeggi; villaggi turistici; aree di sosta; parchi di vacanza; case per ferie;
ostelli per la gioventù; rifugi alpini, rifugi escursionistici e bivacchi; esercizi di
affittacamere; residence e seconde case.
§3. Il quadro conoscitivo individua la seguente dotazione di attrezzature
turistico ricettive individuate come offerta e come domanda.
Il territorio del Comune di Bagni di Lucca ha da sempre avuto una spiccata
vocazione turistico ricettiva motivata dalle numerose risorse e peculiarità del
territorio: risorsa paesistico ambientale, risorsa storico monumentale, risorsa
termale. Negli obbiettivi dell’A.C. il rilancio turistico ricettivo risulta uno degli
obbiettivi di maggior peso in quanto degli ultimi decenni non si è aggiornata né
modernizzata la dotazione dell’offerta ricettiva, con una parziale riduzione
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 168 di 207
dell’economia locale legata al turismo. La misurazione della dotazione ricettiva
esamina e quantifica il fenomeno della seconda casa per vacanze, che sul
territorio riveste forte importanza, sia per quanto attiene al ritorno nel paese
d’origine degli emigrati (nei periodi estivi), sia per quanto attiene al
considerevole fenomeno dell’acquisizione di patrimonio edilizio esistente da
parte di cittadini europei.
Un nuovo sviluppo della dotazione turistico ricettiva è alla base degli obbiettivi
del Piano Strutturale. La nuova previsione riveste tutti i possibili tipi di strutture
ed in particolare: aumento della dotazione ricettiva nel perimetro della zona
termale
Il dimensionamento di dette attività comporta limitato nuovo consumo di suolo
essendo connesso strettamente al recupero edilizio sopratutto per quanto
riguarda le frazioni. Nel capoluogo e nella zona termale il presente piano, sulla
base degli indirizzi della comunità locale e sulla base delle verifiche e
valutazioni effettuate prevede mantenimento della dotazione attuale e
potenziale del P.R.G. vigente. Il R.U. dovrà disciplinare, sulla base delle
proprie valutazioni ed effettive istanze volte alla realizzazione di nuove
dotazioni turistico ricettive, le dimensioni, la localizzazione di dettaglio e le
prescrizioni di edificabilità dei servizi.
Il fabbisogno stimato, riportato in via indicativa nelle schede di ogni UTOE, è
espresso in numero di posti letto, assegnando a tale valore anche una quota
parte dei servizi generali e funzionali (quali: bagni, corridoi, portineria, sale di
ritrovo, sala colazione e/o ristorante, cucina, uffici, locali tecnici e di
magazzinaggio, ecc.) necessari per l’attività ricettiva. Ad ogni posto letto deve
corrispondere, di norma, una superficie media minima pari a 30 mq., ma tale
valore costituisce un riferimento di massima che andrà verificato nel R.U. e in
un eventuale piano di settore per lo sviluppo delle attività suddette, variando a
seconda del tipo di attività (albergo, esercizio agrituristico, ecc.) e
dell’organismo edilizio oggetto di intervento.
Nel caso di realizzazione di strutture alberghiere dovrà, in ogni caso, essere
garantita e verificata l’accessibilità, la dotazione di parcheggi e di aree a
corredo quali zone a verde, terrazze panoramiche, piscine, ecc.
§4. Previsioni del presente Piano Strutturale
Alberghi
- Possibilità di realizzare una albergo e/o villaggio turistico di fino a venti
camere in ogni frazione storica in base alle prescrizioni delle singole
UTOE;.
- Fornoli - Ponte a Serraglio - Terme - Villa + 30%, in base alle prescrizioni
delle singole UTOE.
Campeggi villaggi turistici
- Orrido di Botri - Balzo Nero - varie istanze.
Aree di sosta
- In ogni frazione storica e centri della val di Lima
Rifugi alpini
- esistenti +30%
- nuovi nel sistema territoriale ”A” - La dorsale appenninica.
Affittacamere
- Compatibile in tutte le zone - da disciplinare in sede di piano del
Commercio.
Agriturismo
- Compatibile in tutte le zone - da disciplinare in sede di R.U.
Seconde case nel territorio rurale
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 169 di 207
Tutti i cambi di destinazione d'uso che portano alla realizzazione di nuove
unità abitative all'interno del Sistema Funzionale Rurale rientrano nel
dimensionamento del presente piano relativamente al sistema turistico
ricettivo.
La stima quantifica in numero 90 unità il limite massimo delle trasformazioni
distribuite all'interno dei sub sistemi del Sistema Funzionale Rurale nel modo
seguente:
- Sub sistema a prevalente naturalità di crinale numero: 3 unità.
- Sub sistema a prevalente naturalità diffusa: 6 unità.
- Sub sistema di salvaguardia paesaggistica: numero 22 unità.
- Sub sistema di salvaguardia storico paesaggistica: numero 35 unità.
- Sub sistema di interesse agricolo primario numero 24 unità.
Art. 84 - Il fabbisogno del sistema produttivo
§1. Il Piano Strutturale quantifica i fabbisogni di spazi per utilizzazioni di
produzione di beni, e prevede il relativo soddisfacimento, effettuando
prioritariamente tutte le operazioni tecniche e le verifiche necessarie ad
appurare la sostenibilità di ulteriori trasformazioni comportanti nuovo consumo
di suolo, nel rispetto delle disposizioni del P.T.C.
La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di beni è calcolata come
risultante dei seguente componenti: la domanda generata da necessità di
rilocalizzazione; la domanda generata da processi di crescita e sviluppo.
§2. Domanda generata da necessità di rilocalizzazione.
Per domanda generata da necessità di rilocalizzazione si intende la domanda
derivante dal determinarsi di incompatibilità ambientali, in relazione alle
immissioni nell'atmosfera, o agli scarichi liquidi o solidi nei corpi idrici o nel
suolo, o alle emissioni sonore, o a situazioni di pericolosità geomorfologica o
idraulica, o a effetti negativi sulla qualità del paesaggio, o sulla funzionalità e
vivibilità dell'insediamento urbano, oppure dall'insorgere di diseconomie
insediative, in relazione alla distanza da linee di comunicazione, o da centri di
servizi, e simili, a carico della presente localizzazione di imprese esistenti.
Il quadro conoscitivo individua le unità artigianali industriali da rilocalizzare in
base al prevalenti motivazioni di elevato rischio idrogeologico e idraulico
presenti nella zona dove sono ubicate le aziende. Le singole UTOE
individuano il dimensionamento delle rilocalizzazioni.
No si sono riscontrate presenze di attività industriali in zone non compatibili
con la valutazione del paesaggio, o con altri beni sottoposti a vincoli
monumentali e/o paesistici.
Per quanto attiene alle prescrizioni della valutazione effettuata attraverso la
"Zonizzazione Acustica", le prescrizioni riguardano esclusivamente i necessari
adeguamenti che le industrie esistenti sono chiamate a mettere in atto al fine
dell'abbattimento delle emissioni sonore.
Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per
utilizzazioni di produzione di beni il Piano Strutturale demanda al
Regolamento Urbanistico la valutazione dell'offerta di spazi data dai previsti
processi di rilocalizzazione, ove i siti interessati dalle imprese esprimenti
necessità di rilocalizzazione, siano suscettibili di mantenimento a destinazione
per utilizzazioni di produzione di beni, in relazione alle caratteristiche sia delle
attività insediabili sia delle aree cui si riferiscono, e sempreché valutazioni
d'ordine generale non inducano ad attribuire ai predetti siti diverse utilizzabilità
o destinazioni.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 170 di 207
Se i siti interessati da processi di rilocalizzazione non risultando suscettibili di
mantenimento a destinazione per utilizzazioni di produzione di beni, il
Regolamento Urbanistico predispone per nuove utilizzazioni le regole atte a
garantire l’effettiva attivazione di tali utilizzazioni.
§3. Domanda generata da processi di crescita e di sviluppo.
Per domanda generata da processi di crescita e sviluppo si intende la
domanda originata sia dalla richiesta delle imprese esistenti di incrementare la
propria disponibilità di spazi (domanda generata da processi di crescita), sia
dalla necessità di spazi per ospitare la nascita di nuove imprese, indotta dallo
sviluppo di taluni settori o dell'insieme dell'economia locale (domanda
generata da processi di sviluppo). Il suo dimensionamento viene compiuto
tenendo conto dell’impegno a promuovere uno sviluppo sostenibile e in
relazione all’obiettivo di realizzare la piena occupazione. Per quest’ultimo
aspetto il P.T.C., nel primo decennio di validità del piano provinciale, assume
l’ipotesi obiettivo dell’invarianza della popolazione attiva in ognuno degli
identificati sistemi economici locali (S.e.l.), ma per quanto attiene alla
dinamica occupazionale del Comune di Bagni di Lucca si ritiene che il forte
decremento dell’ultimo decennio degli occupati nei settori artigianali industriali,
debba essere recuperato all’interno di un nuovo sviluppo del settore, e
comunque verificato all'interno del S.e.l. una volta che si presenta l'istanza di
investimento.
Il Piano Strutturale, una volta eseguita la verifica della rilocalizzaione,
individua nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni. La
previsione presume contestualmente la destinazione a diverse utilizzazioni di
una pari quantità di superfici territoriali, già destinate dalla previgente
pianificazione generale comunale a utilizzazioni di produzione di beni.
Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda generata da
processi di crescita e sviluppo, il Piano Strutturale valuta prioritariamente le
possibilità di ristrutturazione e ampliamento in sito, con occupazione delle
superfici scoperte pertinenziali, dei manufatti già adibiti a utilizzazioni di
produzione di beni, nonché le possibilità di nuova edificazione in lotti inedificati
residui nelle esistenti aree monofunzionali per la produzione di beni, ovvero ai
bordi delle medesime, nonché nelle esistenti aree urbane plurifunzionali, ove
sia ammissibile in relazione alle caratteristiche sia delle specifiche attività
produttive di beni che delle aree interessate.
Tutte le nuove previsioni del Piano Strutturale di urbanizzazioni specialistiche
per la produzione di beni definite dalla previgente pianificazione generale
comunale, sono state verificate rispetto alla effettiva dotazione delle opere di
urbanizzazione primaria, e alla effettiva realizzazione di almeno il 60 per cento
dei manufatti funzionali alla produzione in esse previsti.
La previsione di nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni
in quantità eccedenti rispetto a quelle individuate per rilocalizzazione e
mantenimento delle previsioni del piano previgente, sono previste dal
Regolamento Urbanistico a seguito di un accordo di programma tra tutti i
comuni compresi nel sistemi economici locale specifico per il Comune di
Bagni di Lucca e la Provincia di Lucca. L’accordo prevede una valutazione
della domanda generata da necessità di rilocalizzazione e della domanda
generata da processi di crescita e sviluppo con riferimento all’intero sistema
economico locale.
In tale caso, l’accordo di pianificazione localizza la previsione di nuove
urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni nel sito, o nei siti, più
idonei sotto il profilo paesaggistico, ambientale, logistico, e ne prevede il più
adeguato attrezzamento ecologico.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 171 di 207
Il quadro conoscitivo ha individuato sul territorio comunale e nello stato di
attuazione del piano vigente, le quantità e le specificità del patrimonio edilizio
esistente ad uso produttivo e le potenzialità del piano vigente non ancora
espresse.
A seguito delle valutazioni effettuate, per poter mantenere le potenzialità
edificatorie vigenti, nel rispetto dei criteri ed indirizzi del P.T.C., il Piano
Strutturale individua un processo di crescita delle industrie esistenti, attraverso
una verifica delle specificità di dette necessità, consultando la Associazione
degli Industriali, al fine di quantificare le necessità di crescita nell'arco
temporale di riferimento (2003 -2013) di ogni azienda attraverso un valore
percentuale rispetto all'edificato esistente.
L'associazione degli Industriali quantifica nel 40% di ampliamento le necessità
delle industrie del settore cartario e cartotecnico, e del 20% le necessità per le
altre industrie.
La quota percentuale individuata può trovare soddisfacimento nelle aree
residue del P.R.G. vigente, con contenuti ampliamenti individuati a seguito
delle valutazioni effettuate e nel rispetto degli obbiettivi espressi dalla
comunità locale in merito allo sviluppo del territorio.
§4. Previsioni del presente Piano Strutturale
Nella consapevolezza della delicatezza del territorio e della difficoltà a reperire
nuove aree (vista l’acclività dei terreni al di fuori delle zone di fondovalle della
torrente Lima e del torrente Fegana che, peraltro, presentano problemi di
rischio idraulico), non si ritiene opportuno occupare ampie zone per tali attività
pur dovendo dare risposta alla domanda che scaturisce pressante dal
processo di crescita e di sviluppo che il Comune di Bagni di Lucca ha sempre
espresso in tale settore economico. Il conflitto tra le due posizioni si può
risolvere:
a)
Con soluzioni a medio termine, utilizzando le residue aree edificatorie
del P.R.G. vigente e ampliando l’attuale zona produttiva di Bocca di Fegana,
di Palleggio e di Cevoli.
b)
Riconfermando la destinazione d’uso produttiva all’area P.I.P. di Bocca
di Fegana
Il totale delle aree a destinazione produttiva previste nel P.S. è dimensionata
in mq. 259.805 di superficie coperta complessiva, di cui mq. 144.561 esistente
(tra edifici esistenti e potenzialità residue del P.R.G.) e mq 115.244 per la
rilocalizzazione, crescita e individuazione di zona industriale su edifici
compatibili..
Il. R.U., anche applicando i parametri urbanistici di cui al successivo art. 85
bis, disciplina gli interventi in dette aree:
- definendo le perimetrazioni di dettaglio in base alle proprie valutazioni e
alle richieste del mercato;
- definendo le altezze massime consentite e il volume complessivo;
- dettando norme per la realizzazione degli interventi ricorrendo a preventivi
piani guida o piani attuativi al fine della migliore organizzazione funzionale
e qualitativa degli interventi in connessione ad altre aree eventualmente
esistenti.
Art. 85 - il fabbisogno del sistema delle attrezzature e dei dei servizi
§1. Il P.S. quantifica i fabbisogni di spazi per utilizzazioni di produzione di
servizi, e pere il relativo soddisfacimento, effettuando prioritariamente tutte le
operazioni tecniche e le verifiche necessarie ad appurare la sostenibilità di
ulteriori trasformazioni comportanti nuovo consumo di suolo.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 172 di 207
La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi è stimata
distintamente, in relazione alle seguenti quattro categorie:
- servizi sociali;
- servizi per il consumo finale privato;
- servizi distributivi;
- servizi alle imprese (credito e servizi finanziari, assicurazioni, mediazioni
immobiliari, servizi legali, servizi di contabilità e di consulenza fiscale, servizi
tecnici, pubblicità e pubbliche relazioni, ricerca e sviluppo, pulizie, altri servizi).
§2. Domanda di spazi per servizi sociali
Per domanda di spazi destinati a servizi sociali si intende quella relativa a
pubblica amministrazione, giustizia, sicurezza sociale, igiene pubblica,
istruzione, sanità, assistenza sociale, associazionismo.
La domanda di spazi per servizi sociali è calcolata con riferimento alle
caratteristiche della popolazione esistente e prevista, nel rispetto, per quanto
concerne i servizi pubblici o a uso collettivo, delle vigenti relative disposizioni.
Il quadro conoscitivo in linea generale, e più specificatamente per ogni UTOE,
individua e quantifica la dotazione dei servizi per ogni tipologia elencata.
L'offerta individuata rappresenta un territorio sufficientemente servito di servizi
sociali, accertando delle criticità per quanto attiene alla dotazione dei cimiteri,
sanità e assistenza sociale.
La domanda individuata trova possibilità di soddisfacimento all'interno del
patrimonio edilizio esistente per quanto attiene alla data di approvazione del
presente piano, ma necessita di nuove superfici e volumi nell'arco temporale
di vigenza dello stesso.
L'incremento necessario a soddisfare la domanda di servizi sociali, non può
che essere riferita alla prevista crescita demografica ipotizzata e dimensionata
al precedente punto 7.1, considerando un aumento percentuale dei servizi
esistenti di pari misura.
Il Regolamento Urbanistico, sulla base del dimensionamento previsto,
approfondisce le valutazioni effettuate e individua le specifiche destinazioni e
localizzazioni in base al manifestarsi delle necessità e criticità.
§2. Domanda di spazi per il consumo finale privato
Per domanda di spazi destinati al consumo finale privato si intende quella
relativa a commercio al dettaglio, pubblici esercizi, riparazioni, servizi culturali
e ricreativi, altri servizi personali.
La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi per il consumo
finale privato è calcolata con riferimento alle caratteristiche della popolazione
esistente e prevista, con particolare riferimento alle riscontrate e prevedibili
propensioni ai consumi.
Il quadro conoscitivo individua un quadro di riferimento esistente in cui detti
servizi si sono sviluppati in base esclusivamente alla domanda e alle
caratteristiche del mercato, senza una appropriata pianificazione e
regolamentazione di settore.
La pianificazione vigente consente (o non vieta espressamente) l'impianto di
destinazioni d'uso commerciali nelle z.t.o. "A" - "B" - "C" - "F" - "E", lasciando
la libero mercato l'attuazione temporale degli interventi, demandando alle
istruttorie delle istanze di Concessione Edilizia, la verifica della rispondenza
delle dotazioni di parcheggio necessarie ai sensi della normativa di settore
sopraggiunta o addirittura precedente alla approvazione dello strumento
urbanistico generale vigente.
L'offerta di spazi destinati al consumo finale privato può decisamente definirsi
soddisfacente in termini di quantità, avendo a disposizione una notevole
quantità di patrimonio edilizio esistente ed inoltre potendo contare su una
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 173 di 207
considerevole potenzialità residua dello strumento urbanistico generale
vigente.
La domanda di spazi per spazi destinati al consumo finale privato, anche in
relazione all'arco temporale di vigenza del presente piano, si considera
anch'essa soddisfatta in termini quantitativi, mentre in termini localizzativi il
presente piano prescrive, contestualmente alla redazione del Regolamento
Urbanistico, una pianificazione di settore, quale il Piano del Commercio, che
individui e pianifichi, nell'arco temporale di vigenza del Piano Strutturale, lo
sviluppo degli spazi destinati al consumo finale privato nel rispetto delle
valutazioni proprie del Regolamento Urbanistico e della normativa di settore
(Legge Bersani - Legge Tonioli).
§3. Domanda di spazi per servizi distributivi
Per domanda di spazi destinati a servizi distributivi si intende quella relativa al
commercio all'ingrosso e intermediazione commerciale, ai trasporti, ai servizi
ausiliari, alle comunicazioni.
La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi distributivi è
calcolata, per quanto concerne il commercio all'ingrosso e l'intermediazione
commerciale, con riferimento alle caratteristiche della struttura economica di
produzione di beni e alle esigenze della esistente e prevista struttura del
commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi, mentre, per quanto concerne i
trasporti e servizi ausiliari, con riferimento da un lato alle caratteristiche sia
della popolazione che della complessiva struttura economica, da un altro lato
al definito sistema della mobilità.
Il quadro conoscitivo individua nel territorio comunale una modesta
realizzazione di impianti per il commercio all'ingrosso ecc., con una
potenzialità residua per la realizzazione di nuovi impianti.
Le caratteristiche della struttura economica di produzione di beni sommata
alle esigenze della prevista struttura del commercio al dettaglio e dei pubblici
esercizi, non individuano una necessità di ampliare tali dotazioni, se non nella
parte più urbanizzata del territorio comunale (Fornoli - Capoluogo).
Per quanto attiene alla dotazione di trasporti, servizi ausiliari e comunicazioni
con riferimento
- alle caratteristiche sia della popolazione che della complessiva struttura
economica,
- al definito sistema della mobilità,
il quadro conoscitivo individua una offerta limitata di tali dotazioni che
sicuramente influisce sull'attuale contenimento dello sviluppo del territorio.
La domanda si può distinguere in tre distinti settori:
1)- domanda di maggiori dotazioni di viabilità di più vasto riferimento
territoriale, quale la variante sulla S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio
2)-. domanda di maggiore flessibilità nella realizzazione e ampliamento della
maglia di viabilità comunale che serve le varie frazioni del comune;
3)- domanda di accrescimento delle possibilità di sfruttamento della
infrastruttura ferroviaria, sia per la mobilità delle persone sia delle merci.
- Nel primo caso necessita la riproposizione del progetto della Opera Pubblica
quale la Variante alla S.S. n.12 in località Ponte a Serraglio individuata anche
dal P.T.C. all'interno dell'Appendice 3, scheda n.15 delle Norme di Attuazione.
- Nel secondo caso si tratta di dare la possibilità di realizzare viabilità
alternative, su tracciati esistenti non conformi, per il raggiungimento delle
frazioni sparse al fine di garantire il collegamento anche in caso di interruzione
di una viabilità.
- Nel terzo caso si tratta di una riprogettazione della esistente stazione
ferroviaria passeggeri adeguandola alle necessità di uso e collegandola con il
fondovalle della Lima maggiormente urbanizzato (Fornoli - Capoluogo); ed
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 174 di 207
inoltre nella progettazione di una nuova infrastruttura quale la "Strada Parco
delle Terme"; e un nuovo sviluppo per uno "Scalo Merci Pubblico" a servizio
delle industrie private da ubicare nella parte terminale della Val Fegana, in
prossimità della zona industriale esistente.
§4. Domanda di spazi per servizi alle imprese
Per domanda di spazi destinati per servizi alle imprese si intende quella
relativa al credito e servizi finanziari, assicurazioni, mediazioni immobiliari,
servizi legali, servizi di contabilità e di consulenza fiscale, servizi tecnici,
pubblicità e pubbliche relazioni, ricerca e sviluppo, pulizie, altri servizi.
La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi alle imprese è
calcolata con riferimento alla domanda potenziale di servizi esprimibile dalle
imprese di produzione di beni, esistenti e trasformate o generate dagli stimati
processi di crescita e sviluppo.
Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per
utilizzazioni di produzione di servizi sono prioritariamente valutate le possibilità
di ristrutturazione e ampliamento in sito, con occupazione delle superfici
scoperte pertinenziali, dei manufatti già adibiti a utilizzazioni di produzione di
servizi, nonché le possibilità di nuova edificazione in lotti inedificati residui
nelle esistenti aree monofunzionali per la produzione di servizi, o per la
produzione di beni, ovvero nelle esistenti aree urbane plurifunzionali, ove sia
ammissibile in relazione alle caratteristiche sia delle specifiche attività
produttive di servizi che delle aree interessate.
Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per
utilizzazioni di produzione di servizi, con particolare riferimento ai servizi alle
imprese e ai servizi distributivi, nonché ai servizi sociali ove sia ammissibile in
relazione alle caratteristiche sia delle specifiche attività che delle aree
interessate, è stata valutata l'offerta di spazi edificati, o almeno urbanizzati,
esistenti di cui si preveda la trasformazione fisica o funzionale, con particolare
riferimento all'offerta data dai previsti processi di rilocalizzazione delle imprese
di produzione di beni, ove i siti interessati da queste ultime non siano
suscettibili di mantenimento a destinazione per utilizzazioni di produzione di
beni.
La sintesi dell'individuazione della domanda risulta sovrapponibile alle
dinamiche individuate sulla domanda per la Il dimensionamento del Piano per
quanto attiene al Sistema Produttivo indicando del 20% delle superfici
esistenti del settore produttivo, il soddisfacimento della stessa.
La domanda viene quindi suddivisa in base alla necessità di rilocalizzazione,
alla crescita e al nuovo sviluppo del Sistema Produttivo.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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TITOLO QUINTO
LE UNITA’ TERRITORIALI ORGANICHE ELEMENTARI
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 176 di 207
Capo primo
individuazione e disciplina delle singole utoe
Art. 86 – utoe B.1“ Vico Pancellorum”
§1. Descrizione:
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale B “Il Prato Fiorito, la valle della
Scesta, la valle della Coccia e l’Orrido di Botri” - Ubicata in destra del torrente
Lima, è delimitata ad ovest dal torrente Coccia di Vico. A nord dalla pendice
meridionale del massiccio del Balzo Nero. Ad est dal confine territoriale del
comune ed a sud dalla sponda destra del Lima. Ricomprende i pianori che si
elevano a quota superiore a 450 metri s.l.m. sopra la stretta valle del torrente
Lima ed i primi contrafforti del massiccio del Balzo Nero. Si estende in
direzione est fino al confine con la provincia di Pistoia, includendo in tratto
della stretta valle del torrente denominato “Fosso Fiescio”. Nel settore
occidentale è ubicato il nucleo storico di Vico Pancellorum ed in direzione sudovest, la porzione più periferica del paese costituita dalla località denominata
“Alla Cella”. Ad est del paese ed a sud avest della Cella sono presenti
terrazzamenti coltivati, mentre le rimanenti parti sono ricoperte da boschi
prevalentemente di castagno.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale:
Obbiettivi del Piano Strutturale:-Tutela della frazione storica isolata in un
contesto paesaggistico ambientale di pregio.-Revisione della disciplina della
schedatura del P.E.E. Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione
nord - est rispetto al centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia
storico paesaggistica. Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la
realizzazione di un campeggio sulla porzione nord - est rispetto al centro
storico nel sub sistema di interesse agricolo primario.Nuovo possibile sviluppo
turistico ricettivo con la realizzazione di alberghi nel P.E.E.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie. Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni
consentite e individuazione delle contromisure da adottare. Individuazione dei
lotti edificabili e del lotto e delle infrastrutture necessarie per il campeggio con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata. Individuazione e
prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo. Individuazione
delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in funzione del
nuovo sviluppo.
Art. 87 – utoe B.2“ Limano”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale B “Il Prato Fiorito, la valle della
Scesta, la valle della Coccia e l’Orrido di Botri” - Ubicata in sponda sulla
porzione nord - est rispetto al centro storico nel sistema funzionale di
salvaguardia storico paesaggistica.destra del torrente Lima è delimitata ad
ovest dalla parte più bassa del crinale del monte di Limano. A nord dalla
pendice meridionale dello stesso monte. Ad est dal torrente Coccia ed a sud
dalla sponda destra del Lima. Ricomprende un’area che si estende da quota
450 metri s.l.m. fino a 700 metri. In posizione quasi epicentrica si sviluppa
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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l’antico paese di Limano la cui parte sud arroccata su di un rilievo sovrasta la
valle del Lima. Il settore orientale presenta notevole acclività e quasi
interamente costituito dalla sponda destra del torrente Coccia. Il settore
occidentale e soprattutto quello centrale risultano invece molto più ameni, con
superfici terrazzate un tempo coltivate. Le rimanenti parti sono
prevalentemente ricoperte da castagneti.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale:
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio. Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E. Nuovo possibile
sviluppo residenziale sulla porzione ovest rispetto al centro storico nel sub
sistema funzionale a prevalente naturalità diffusa.- Nuovo possibile sviluppo
turistico ricettivo attraverso la realizzazione di un albergo sulla porzione ovest
rispetto al centro storico nel sub sistema funzionale a prevalente naturalità
diffusa; o in alternativa, alberghi nel P.E.E.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.-Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni
consentite e individuazione delle contromisure da adottare. Individuazione dei
lotti edificabili ad uso di residenza e per alberghi, con prescrizioni sulla
procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica e/o privata. Individuazione e prescrizione degli elementi e
delle tipologie consone al luogo. Individuazione delle opere di urbanizzazione
da realizzare e/o completare in funzione del nuovo sviluppo.
Art. 88 – utoe C.1“ Montefegatesi”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale c “Il preappennino montano” Ubicata in sinistra del torrente Fegana è delimitata ad ovest dalla parte alta
della sponda dello stesso torrente, a sud dalle sponde del Rio Vogliana e ad
est e nord dalla pendice ovest del monte Zampino che degrada verso il
torrente Fegana. Alla sommità della sponda destra del Rio Vogliana, lungo
una linea di crinale, si sviluppa il centro abitato di Montefegatesi. La periferia
nord-est del paese è caratterizzata da terrazzamenti coltivati ed a pascolo,
mentre il settore occidentale e nord-occidentale è caratterizzato da pendici
montane che presentano forti acclività, principalmente ricoperte da castagneti.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente con
eventuali spostamenti sulla porzione nord rispetto al centro storico nel sub
sistema funzionale insediativo.
Riconferma dello sviluppo turistico ricettivo esistente attraverso la
realizzazione di nuova edificazione per alberghi sulla porzione est rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di interesse agricolo primario.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi nel P.E.E.
Riconferma della centrale idroelettrica al confine dell'utoe sul Sistema
Territoriale I -Il fondovalle della Fegana.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 178 di 207
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza e per
l'albergo con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato
a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Prescrizioni – Criteri – Indirizzi
Art. 89 – utoe D.1“ San Gemigniano Gombereto Longoio”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale D “Il Bacino di Bagni di Lucca” –
E’ delimitata ad ovest ed a nord-ovest dal percorso del torrente Camaione. A
nord-est dall’alto percorso del Rio Riguzzaio. Ad est dalla sponda sinistra del
Rio Refubbri ed a sud dalle pendici est ed ovest del monte Pellicchiore. Il
settore nord è occupato dal monte Castro e dalla pendice sud dello stesso. Il
settore centrale dall’ampia valle del Refubbri ed il settore sud dal monte
Pellicchiore. Nel settore cento-orientale, affacciati sulla vallata del rio Refubbri,
disposti a semicerchio sono ubicati quattro nuclei abitati : Longoio, Mobbiano,
Gombereto e San Gemignano. La vallata suddetta scarsamente insediata è
caratterizzata da ampi terrazzamenti tuttora coltivati.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale:
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione a sud rispetto al centro
storico di Longoio nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico
paesaggistica.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi nel P.E.E.
Riconferma delle attività produttive esistenti con riconferma delle superfici
residue edificabili del P.R.G., con possibili spostamenti all'interno dell'UTOE
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili ad uso di residenza e degli edifici esistenti
per l'albergo, con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o
subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
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Eventuali prescrizioni ambientali sulle porzioni di lotti con destinazione
produttiva.
Art. 90 – utoe D.2“ Pieve di Controne”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale D “Il Bacino di Bagni di Lucca” –
Ad ovest è delimitata dalla sponda sinistra del Rio Refubbri. A nord dal
percorso del torrente Riguzzaio.Ad est ed a sud dalla parte alta della sponda
destra del torrente Lima. Nel settore sud, con esposizione a mezzogiorno
ricadono i due nuclei abitati di Pieve di Controne e di Guzzano. Nel settore
nord-est ricade l’abitato di Vetteglia. In prossimità dei nuclei abitati si
riscontrano ampi terrazzamenti ancora destinati ad attività agricole.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale:
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale di Guzzano sulla porzione est rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico
paesaggistica.
Nuovo possibile sviluppo residenziale di Vetteglia sulla porzione est rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico
paesaggistica.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi all'interno del P.E.E..
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili e del lotto e delle infrastrutture con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 91 – utoe D.3“ San Cassiano”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale D “Il Bacino di Bagni di Lucca” –
A nord è delimitata dalle pendici del monte Prato Fiorito. Ad est dalla parte
alta della sponda destra del torrente Lima. A sud dal percorso del torrente
Riguzzaio. Ricadono al suo interno più nuclei abitati che costituiscono la
frazione di S. Cassiano: Vizzata, Cappelle, Cembroni, Cocolaio e Livizzano,
oltre a nuclei di minore estensione quali Campiglia, All’Arrighi e Alla Chiesa.
Gli ampi terrazzamenti esistenti a valle dei nuclei abitati sono prevalentemente
destinati a pascolo. In quest’area l’allevamento di ovini e caprini è ancora
abbastanza diffuso.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.Riconferma della
potenzialità edificatoria residenziale residua da individuare nel dettaglio viste
l'estesa pericolosità geo morfologica individuata nella frazione .Nuovo sviluppo
turistico ricettivo attraverso la realizzazione di alberghi nel P.E.E. Riconferma
di alcune attività produttive esistenti e prescrizione alla ricollocazione per
alcune industrie.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni
consentite e individuazione delle contromisure da adottare.Particolare
attenzione alle classi di pericolosità geo morfologica. Individuazione dei lotti
edificabili ad uso di residenza e degli edifici esistenti per l'albergo, con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.Individuazione e
prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.Individuazione
delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in funzione del
nuovo sviluppo. Eventuali prescrizioni ambientali sulle porzioni di lotti con
destinazione produttiva. Individuazione, fuori dall'utoe, delle superfici
industriali necessarie per la ricollocazione delle aziende.
Art. 92 – utoe D.4“ Pieve dei Monti di Villa”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale D “Il Bacino di Bagni di Lucca” –
Ad ovest è delimitata dalla valle del torrente Fegana. A nord dai corsi d’acqua
del Rio Pian Piccolo e del Rio di Fronzola. Ad est da un tratto del Rio
Camaione ed a sud dal corso d’acqua del Rio di Roncaccio del Fabbro. Nel
suo interno, in posizione quasi baricentrica, ricade il centro abitato di Pieve di
Monti di Villa. La parte centrale presenta superfici terrazzate parzialmente
coltivate, mentre la rimanente parte è prevalentemente ricoperta da boschi di
robinia e castagneto.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione nord - est rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico
paesaggistica.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi da individuare all'interno del P.E.E.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 181 di 207
Individuazione dei lotti edificabili, con prescrizioni sulla procedura d'intervento:
se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o
privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 93 – utoe D.5 “ Granaiola“
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale D “Il Bacino di Bagni di Lucca” –
A nord è delimitata dai corsi d’acqua del Rio Cerraccio e del Rio di Roncaccio
del Fabbro. Ad est dalla sponda sinistra del Rio Camaione ed a sud dal
versante destro del torrente Lima. In posizione centrale e prospettante la valle
del Camaione e del Lima è ubicato il paese di Granaiola. Dal nucleo abitato,
con sviluppo quasi concentrico, degradano ampi terrazzamenti coltivati, che
allontanandosi dall’abitato assumono progressivamente pendenze sempre
maggiori con insediamento graduale di superfici boscate di quercia e di
robinia.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma con lieve riduzione delle potenzialità edificatorie residue del
P.R.G. sulla porzione a ovest rispetto al centro storico nel sub sistema
funzionale di salvaguardia storico paesaggistica, e nella porzione a nord nel
sub sistema a prevalente naturalità diffusa.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi all'interno del P.E.E..
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Eventuale nuova individuazione dei lotti edificabili con prescrizioni sulla
procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Particolare attenzione alla pericolosità geo morfologica.
Art. 94 – utoe D.6 “ Monti di Villa Riolo ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale D “Il Bacino di Bagni di Lucca” –
Ad est è delimitata dal confine territoriale comunale. A nord dalle sponde del
Rio Vogliana. Ad est dal percorso del Rio Camaione ed a sud dai corsi
d’acqua del Rio Pian Piccolo e del Rio di Fronzola. Nel settore meridionale
sono ubicati i nuclei abitati di Monti di Villa Riolo, nonchè il nucleo di Bugnano
armai disabitato da anni. Più a sud si trova il piccolo nucleo di Fronzola. Ad
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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esclusione delle aree contermini all’abitato l’intera area è praticamente
ricoperta da boschi, prevalentemente a castagneto.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione nord - est rispetto al
centro storico di Monti di Villa, nel sub sistema funzionale di salvaguardia
storico paesaggistica e sub sistema a prevalente naturalità diffusa.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di un
residence a Bugnano nella porzione a sud rispetto al nucleo storico nel sub
sistema funzionale isediativo.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili e del lotto e delle infrastrutture necessarie
per l'albergo a Bugnano, con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se
diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o
privata.
Per il residence a Bugnano, individuazioni delle compatibilità in conformità con
il Piano di Recupero vigente.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 95 – utoe E.1 “ Casoli ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale E “Lucchio e Casoli” – Ad est
ed a nord è delimitata dalla sponda sinistra del torrente Lima. Ad est dal
percorso del Rio di Castello e del Rio del Monte. A sud dal percorso del Rio
della Bandita. Nel settore occidentale è ubicato l’antico nucleo abitato di
Casoli, che occupa la pendice meridionale del Colle delle Tanette, che
presenta evidenti testimonianze dell’insediamento longobardo. Nel settore
orientale si riscontra la presenza di un lago che occupando un invaso naturale
alimentato da sorgive costituisce elemento unico e caratteristico della zona. Il
territorio è prevalentemente ricoperto da castagneti da frutto. Solo in
prossimità del paese e del lago si riscontrano limitate aree terrazzate coltivate.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione sud - est rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia paesaggistica e
naturalità diffusa.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi nel P.E.E. e di nuove aree sportive nei pressi del lago di Casoli.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Riconferma del campeggio in direzione sud - est rispetto al centro storico, nei
pressi del lago di Casoli.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili e delle infrastrutture necessarie per il la zona
a campeggio e sportiva, con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se
diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o
privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 96 – utoe E.2 “ Lucchio ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale E “Lucchio e Casoli” – . Ad
ovest è delimitata dal percorso del Rio di Castello e del Rio del Monte. A nord
dalla sponda sinistra del Lima. Ad est dal confine del territorio comunale e
provinciale ed a sud dal percorso del Rio del Monte. All’interno di questa area
ricadono i nuclei abitati di Lucchio, con l’omonima fortezza ubicata nella parte
più alta del paese e quello minore di Zato. Il settore orientale è interamente
attraversato sulla direttrice nord-sud dal fosso denominato “Rio Forra Fredda”,
affluente di sinistra del torrente Lima. In questo settore sono presenti ampi
terrazzamento che degradano verso il fondovalle del Lima principalmente
occupati da castagneti, anche da frutto. Il settore occidentale, interamente
occupato dal monte “Penna di Lucchio” e dal monte “Memoriante”, è
particolarmente impervio e completamente disabitato. In quest’area si
riscontra la presenza di allevamentoi allo stato brado di ovini, caprini e bovini.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione est rispetto al centro
storico di Zato nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico
paesaggistica e naturalità diffusa.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di un
centro turistico ricettivo da realizzare nel PEE, nel sub sistema insediativo
storico e nel sub sistema a prevalente naturalità diffusa.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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Individuazione dei lotti edificabili residenziali e turistico ricettivi e delle
rispettive infrastrutture, con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto
o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Particolare attenzione alla pericolosità geomorfologica
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 97 – utoe F1 “Brandeglio ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale F “I contrafforti Lugliano,
Benabbio, Brandeglio, Crasciana, Casabasciana” – Ad ovest è delimitata dal
percorso del torrente Diana. A nord dalla sponda destra del Lima. Ad est dal
percorso del torrente Liegora ed a sud dall’asse delle località “Le Pozze”-“La
Topa”-“La Brilla”-“Ferricaia”. In posizione baricentrica, lungo lo spartiacque
che dal colle di Giaveglia degrada verso il Colle di Montaglione è ubicato il
nucleo abitato di Brandeglio. Il settore occidentale che discende verso il
torrente Diana è interamente ricoperto da boschi. Quello orientale che
degrada, con pendenze più contenute, fino al torrente Liegora presenta anche
spazi terrazzati coltivati.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione nord rispetto al centro
storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia paesaggisticae nel sub
sistema a prevalente naturalità diffusa. .
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi nel P.E.E..
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili, con prescrizioni sulla procedura d'intervento:
se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o
privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 98 – utoe F.2 “ Crasciana Casabasciana ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale F “I contrafforti Lugliano,
Benabbio, Brandeglio, Crasciana, Casabasciana” – Ad ovest è delimitata dal
corso del torrente Liegora. A nord dalla linea che congiunge il torrente Liegora
con il Rio di Terria, lungo la direttrice che interseca la località denominata
“Podere di Fresconacchia”. Ad est dalla linea congiungente le località “santa
Marta”-“Persolatica”-“La Lastra”. A sud dalla semicurva che dalla località “La
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Lastra” si ricongiunge con il torrente Liegora attraversanto la località “Santo
alla Villa”. In quest’area ricadono due nuclei abitati: Casabasciana
nell’estremo settore nord e Crasciana nel settore est. A valle di Casabasciana
sono presenti caratteristici terrazzamenti concentrici destinati alla coltivazione
perlopiù ortiva, che con l’abbassarsi di quota raggiungono ampiezze maggiori.
A valle di Crasciana sono presenti terrazzamenti più irregolari, ma di
ampiezza comunque sufficiente per la coltivazione di collina. Il rimanente
territorio è quasi tutto praticamente ricoperto da castagneti..
§2. Obbiettivi Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma e ampliamento della potenzialità edificatoria residenziale residua
da individuare nel dettaglio con il R.U..
Nuovo sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di un albergo nel
P.E.E.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili ad uso di residenza, con prescrizioni sulla
procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 99 – utoe F.3 “ Lugliano ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale F “I contrafforti Lugliano,
Benabbio, Brandeglio, Crasciana, Casabasciana” – Ad ovest è delimitata dal
confine territoriale del comune. A nord dalla sponda sinistra del Lima. Ad est
dal crinale che dal Colle di Cerbaio degrada fino al torrente Lima ed a sud
dalla linea irregolare che congiunge il crinale suddetto con il torrente Pizzorna,
intersecando la località “La Motta”, il torrente Benabbiana e la località
“Parecchi”. Il settore orientale è interamente attraversato lungo la direzione
sud-nord dal torrente Benabbiana, nel fondovalle del quale è presente un
insediamento industriale/artigianale. Nel settore centro-occidentale, sulla linea
di spartiacque del “Monte Lugliari” e ubicato il nucleo abitato di Lugliano, che
domina oltre le valli dei suddetti torrenti, anche un tratto della valle del Lima.
Tutta l’area che circonda il paese presenta terrazzamenti più o meno ampi
dove si riscontrano tentativi di viticultura in ragione della buona esposizione,
specialmente sul versante occidentale.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 186 di 207
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione nord - ovest rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico
paesaggistica.
Nuovo sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di alberghi nel
P.E.E.
Riconferma di alcune attività produttive esistenti e prescrizione alla
ricollocazione per alcune industrie.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Particolare
attenzione
valutazione
degli
effetti
dell'inquinamento
elettromagnetico esistente.
Individuazione dei lotti edificabili ad uso di residenza, con prescrizioni sulla
procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Verifica accurata delle possibilità di realizzazione di un secondo lotto della
variante della viabilità per collegare tutto l'abitato.
Eventuali prescrizioni ambientali sulle porzioni di lotti con destinazione
produttiva.
Individuazione delle superfici industriali in altre utoe per ricollocare edifici non
compatibili nella presente utoe.
Art. 100 – utoe F.4 “ Benabbio ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale F “I contrafforti Lugliano,
Benabbio, Brandeglio, Crasciana, Casabasciana” – Ad ovest è delimitata dal
crinale che dal Colle di Cerbaio degrada fino al torrente Lima. A nord dalla
sponda sinistra del Lima. Ad est dal corso del torrente Diana ed a sud dalla
linea che, congiungendo il crinale del Colle di Cerbaio al torrente Diana,
interseca il torrente Benabbiana presso la località denominata “Alla Fornace”.
Il settore occidentale è attraversato interamente dal torrente Benabbiana. In
posizione centrale è ubicato il centro abitato di Benabbio, che costituisce una
delle frazioni più popolose del comune. Il paese presenta uno sviluppo diverso
rispetto agli altri nuclei abitati della bassa valle del Lima. Diversamente dallo
sviluppo concentrico intorno a quella che costituiva la fortezza o lungo un
crinale facilmente difendibile, tipico dei centri medievali, Benabbio è costituito
da più nuclei tra di loro collegati funzionalmente, ubicati a valle dell’antico
castello, ormai diruto, ma non a questo strettamente correlati. Si riscontrano
pertanto all’interno del nucleo spazi coltivati o destinati a giardino che di fatto
“ossigenano” il tessuto edilizio. A valle del paese e lungo la strada provinciale
che salendo dal capoluogo attraversa Benabbio per poi collegarsi con il
comune di Villa Basilica, ridiscendendo fino a Collodi, sono presenti spazi
terrazzati dove le pratiche culturali tipiche della zona sono ancora in atto
(coltivazione della vite e dell’olivo). Il restante territorio è principalmente
ricoperto da castagneti, anche da frutto.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 187 di 207
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Nuovo possibile sviluppo residenziale sulla porzione nord - ovest rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale di salvaguardia storico paesaggistica
con piccolo adeguamento della viabilità esistente.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di
alberghi nel P.E.E..
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione dei lotti edificabili ad uso di residenza, con prescrizioni sulla
procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di
iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 101 – utoe H.1 “ Fabbriche di Casabasciana ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” – Ad
ovest è delimitata dal corso del torrente Diana e dal crinale del Colle della
Madonna del Poggio. A nord dalla sponda destra del Lima. Ad est dal corso
del Rio delle Valli, da un tratto del torrente Lima e dal Rio Migliano. A sud
dalla sponda sinistra del Lima. In quest’area ricade il nucleo abitato di
Fabbriche di Casabasciana, ubicato in sinistra del torrente Lima. Sempre in
sinistra di tale torrente sono ubicati i piccoli nuclei abitati di Sala, Corona,
Terria e Pian D’Ospedaletto. In sponda destra si riscontra invece il solo
piccolo nucleo di Cevoli. La sponda destra del Lima è interamente coperta da
boschi fatta eccezione per la zona di Cevoli e di Pian di Fiume dove sono
presenti terrazze alluvionali coltivate. La sponda sinistra, in ragione della
viabilità esistente presenta più zone destinate all’attività agricola,
prevalentemente in prossimità dei nuclei suddetti. A Fabbriche di
Casabasciana ed a Pian D’Ospedaletto sono presenti alcuni insediamenti
industriali/artigianali, ubicati in prossimità della strada statale n° 12
dell’Abetone e del Brennero.
§2. Obbiettivi Piano Strutturale.
Riconferma dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente con
eventuali spostamenti in riva sinistra e/o destra della Lima, nel sub sistema
funzionale insediativo e sub sistema a prevalente naturalità diffusa
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di un
nuovo edificio per albergo in località Fabbriche di Casabasciana, a nord del
centro abitato, nel sub sistema di interesse agricolo primario.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo attraverso la realizzazione di un
nuovo edificio per albergo a sud est del nucleo abitato di Livizzano, nel sub
sistema di interesse agricolo primario e naturalità diffusa, su viabilità esistente
(da adeguare) proveniente da San Cassiano.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 188 di 207
Riconferma delle zone industriali potenziali e esistenti. Conferma di edifici
industriali in altre zone del P.R.G. Ricollocazione di alcune industrie in ambito
urbano. Possibile nuovo sviluppo per ricollocazione di aziende provenienti
anche da altre utoe in località Cevoli, previa urbanizzazione.
Riconferma di zona sportiva in località Cevoli, quale filtro per zona industriale.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare sia per la riconferma
residenziale che per le zone industriali.
Riconferma e nuova individuazione dei lotti edificabili ad uso di residenza e
per gli alberghi con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o
subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Possibile destinazione industriale di località Cevoli valida per cinque anni dalla
data di approvazione del P.S., con la possibilità che il R.U. individui altra
destinazione alla scadenza del periodo.
Art. 102 – utoe H.2 “ Bagni Caldi ”
§1. Descrizione
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” –
Ricomprende l’intero colle termale ove sono ubicati i nuclei abitati di Bagni
Caldi, Il Colle ed il Bagno alla Villa. L’area è caratterizzata dalla presenza di
numerose sorgenti termali. All’interno del nucleo di Bagni Caldi sono ubicati gli
stabilimenti termali “Jean Varraud”attualmente funzionanti. All’esterno se ne
riscontrano altri attualmente in disuso, altri ancora in corso di recupero. Tra
questi le “Docce Basse”, “Il San Giovanni”, “il Bernabò”. Nel nucleo del Bagno
alla Villa è presente un solo stabilimento termale attualmente non utilizzato.
Questo nucleo antico, posto sul versante orientale del colle termale è
fortemente caratterizzato dalla presenza di edifici privati sottoposti a vincolo ai
sensi del Titolo I (Beni culturali) del D.Lgs. 490/99. Il nucleo del “Colle” ubicato
alla sommità dello stesso colle termale è invece un piccolo centro agricolo da
cui si domina tutta la parte terminale della valle del Lima.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela del patrimonio edilizio storico in un contesto paesaggistico,
geomorfologico ed ambientale di pregio.
Tutela della risorsa termale con specifica disciplina di connotazione idro
geologica .
Revisione della disciplina del Piano Particolareggiato vigente.
Nuovo possibile sviluppo turistico ricettivo consentendo possibili adeguamenti
di localizzazione rispetto al P.P. vigente.
Adeguamento del collegamento tra la parte alta del capoluogo e la frazione di
Bagni Caldi , attraverso il potenziamento della attuale viabilità non idonea.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 189 di 207
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare. Studio di settore per la tutela
della risorsa termale (acqua) da effettuare ed approvare contestualmente alle
varianti al P.P. vigente.
Individuazione dei lotti edificabili con destinazione turistico ricettiva e servizi e
delle infrastrutture necessarie con prescrizioni sulla procedura d'intervento: se
diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o
privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 103 – utoe H.3 “ Palleggio ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” – Ad
ovest è delimitato dal Rio Migliano. A nord dalla sponda sinistra del Lima. Ad
est dal torrente Scesta ed a sud dal corso del Lima. All’interno di quest’area
ricade il paese di Palleggio ed il nucleo abitato di Astracaccio. Quest’ultimo si
sviluppa lungo il tracciato della SS n° 12 dell’Abetone e del Brennero. Nel
settore occidentale sono presenti alcuni insediamenti artigianali per la
produzione di articolo da regalo. Questa U.T. di fondovalle è una delle poche
che ricomprende terreni pianeggianti di facile accesso dalla viabilità esistente.
Tali aree sono per lo più adibite al pascolo e solo in minima parte coltivate.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma sostanziale dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente
su Palleggio con eventuali spostamenti sulla porzione est e nord-est rispetto al
centro storico nel sub sistema funzionale insediativo recente e sub sistema
agricolo primario.
Riconferma delle zone industriali potenziali e esistenti. Conferma di edifici
industriali in altre zone del P.R.G. Possibile nuovo sviluppo per ricollocazione
di aziende provenienti da altre utoe in località Palleggio, a sud del cimitero di
Palleggio, previa urbanizzazione, all'interno del sub sistema di interesse
agricolo primario e sub sistema a prevalente naturalità diffusa.
Possibile nuovo sviluppo per ricollocazione di aziende provenienti da altre
utoe in località a est del centro abitato di Astracaccio nel sub sistema
insediativo recente e in formazione a prevalente uso produttivo.
Nuovo sviluppo turistico ricettivo e attrezzature per un possibile impianto di
funivia con partenza dalla zona a nord nel cimitero di Palleggio verso l'Orrido
di Botri e Crinale Appenninico..
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 190 di 207
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare. Individuazione di zona filtro tra
la S.S. n. 12 e la nuova zona industriale a sud del cimitero di Palleggio.
Individuazione e riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Art. 104 – utoe H.4 “ Giardinetto ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” – Ad
ovest è delimitata dalle strette di Cocciglia. A nord dalla sponda destra del
Lima. Ad est dal confine territoriale del Comune e a sud dalla sponda sinistra
del Lima. In quest’area ricade il centro abitato di Isola-Giardinetto ed in
prossimità del confine provinciale il piccolo nucleo di Tana a Termini. L’abitato
di Isola costituito da più località (Giardinetto, Ponte Maggio e Ponte Coccia) si
sviluppa lungo il tracciato della S.S. n° 12 per circa un chilometro e mezzo. In
questa U.T. si riscontra la presenza di uno sbarramento artificiale sul Lima,
all’altezza dell’abitato del Giardinetto che alimenta la centrale idroelettrica di
Fabbriche di Casabasciana. In località Tana a Termini sono presenti due cave
di materiale inerte. Quella in sinistra del Lima dismessa da circa un decennio.
Quella in destra, a margine del fosso “Fiescio” attiva e suscettibile di
ampliamento. La zona è quasi interamente coperta da boschi che si spingono
fino ai margini della strada statale.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Riconferma sostanziale dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente
con eventuali spostamenti sulla porzione nord rispetto al centro abitato nel sub
sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso residenziale.
Riconferma delle zone industriali esistenti. Conferma di edifici industriali in
altre zone del P.R.G. Trasferimento della potenzialità residua ad altra utoe.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Progetto e riqualificazione della cava dismessa con possibili destinazioni a
parco - campeggio - area agricola, in conformità con la prescrizioni del
P.R.A.E.
Progetto di ampliamento della cava attiva in base agli indirizzi e prescrizioni
del P.R.A.E.
Art. 105 – utoe H.5 “ Cocciglia ”
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 191 di 207
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” – Ad
ovest è delimitata dal corso del Rio delle Valli, dal Torrente Lima e dal corso
del torrente Scesta. A nord dalla sponda destra del Lima. Ad est dalle strette
di Cocciglia e dalla sponda sinistra del Lima ed a sud dalla stessa sponda del
Lima. In quest’area ricade il nucleo abitato di Cocciglia e di Scesta, ubicato in
prossimità della confluenza dell’omonimo torrente nel Lima. Esclusa la zona di
Pian di Cocciglia l’area è quasi completamente ricoperta da boschi. Il settore
orientale è sicuramente quello più caratteristico per quanto concerne l’aspetto
paesaggistico. Da qui iniziano infatti quelle che sono indicate come “Le strette
di Cocciglia”. Per circa un chilometro il torrente Lima scorre tra due alte pareti
di roccia verticale poco distanti tra loro richiamando, per certi aspetti e con le
dovute riserve, quello che è l’ambiente dell’Orrido di Botri.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela della frazione storica isolata in un contesto paesaggistico ambientale di
pregio.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma sostanziale dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente
con eventuali spostamenti in località Pian di Cocciglia nel sub sistema
funzionale insediativo recente e in formazione a prevalente uso residenziale.
Ricollocazione delle industrie esistenti in altre utoe.
Nuovo sviluppo turistico ricettivo attraverso al realizzazione di alberghi
all'interno del P.E.E.
Valorizzazione delle Strette di Cocciglia e Ponte Nero.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione e/o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Progetto di valorizzazione delle Strette di Cocciglia attraverso l'individuazione
degli ambiti da sottoporre e tutela, e di quelli da destinare ad infrastrutture per
il parco fluviale.
Art. 106 – utoe H.6 “ Bagni di Lucca Villa ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” – Ad
ovest è delimitata dalla base del colle termale e dal crinale che dal Colle di
Cerbaio degrada fino al torrente Lima. A nord dalla pendice sud del Monte
Pellicchiore. Ad est dal corso del torrente Diana e dal crinale del Colle della
Madonna del Poggio. A sud dalla sponda sinistra del Lima. In quest’area
ricede l’intero Capoluogo che si sviluppa prevalentemente sulla sponda destra
del torrente Lima, da quota 145 metri s.l.m. fino a quota 225 metri s.l.m.,
occupando la bassa pendice sud occidentale del Monte Pellicchiore. In questo
settore sono presenti alcuni impianti sportivi (tennis “Mirafiome” ed il
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 192 di 207
complesso delle piscine termali), strutture per lo spettacolo (Teatro
Accademico), centri colturali (biblioteca comunale ubicata nella ex chiesa
anglicana). Sulla sponda sinistra del Lima Bagni di Lucca-Villa si sviluppa
solamente nelle aree di frangia alla S.S. n°12. In questo settore è presente un
insediamento industriale in prossimità della confluenza del torrente
Benabbiana nel Lima in adiacenza al monumentale cimitero inglese. In questa
U.T.a monte del capoluogo, in loc. Ravacce, è presente di una centrale
idroelettrica di proprietà dell’Amm.ne Comunale, recentemente riattivata,
alimentata dalle acque del torrente Lima.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela e valorizzazione degli elementi storici del capoluogo nel contesto
storico paesaggistico del fondovalle della Lima.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma sostanziale dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente
con eventuali spostamenti; la potenzialità riconfermata potrà eventualmente
trovare nuova collocazione in base alle necessità individuate e dalle specifiche
valutazioni del R.U.. Per quanto attiene al nuovo sviluppo si individua un'area
a monte dell'abitato del capoluogo in località Palmaia, nel sub sistema
insediativo recente e informazione a prevalente uso residenziale, dove devono
essere realizzate tutte le opere di urbanizzazione necessarie. Necessitano
adeguamenti della viabilità di accesso alla località Palmaia: 1)- attraverso
l'adeguamento del ponte esistente sulla Lima; 2)- direttamente dal centro
storico con l'adeguamento della Via Campiglia - Ponte Vecchio.
Riconferma delle potenzialità turistico ricettive all'interno dell'utoe anche con
possibili spostamenti in base alle verifiche del R.U..
Riqualificazione del centro storico del capoluogo attraverso progetti specifici
sugli edifici storici e progetti generali quale la strada parco delle terme.
Collegamenti pedonali tra la sponda destra della Lima e la sponda sinistra con
adeguamenti a parcheggio sulla S.S. n. 12, in due località: 1)- di fronte al
giardino del municipio; 2)- in prossimità della esistente passerella pedonale di
fronte al "Circolo dei Forestieri". Nuova viabilità di circonvallazione a monte del
Ponte Nuovo, per il collegamento tra la S:S: n.12 e viale Marconi Nuovo
progetto di riqualificazione del lungo Lima dal ponte Nuovo a località
"Molinetto". Nuova zona sportiva per la realizzazione di un palazzetto dello
sport in via Roma, di fianco alle attuali dotazioni sportive esistenti (campi da
tennis).
Ricollocazione alcune industrie esistenti. Riconferma degli altri edifici esistenti
in zona industriale. Conferma di edifici produttivi fuori dalla zona industriale.
Nuova zona produttiva in località Ravacce per ricollocazione e crescita di altre
aziende, in area di frangia di esistenti aree produttive, nel sub sistema a
prevalente naturalità diffusa,.
Adeguamento del collegamento tra la parte alta del capoluogo e la frazione di
Bagni Caldi , attraverso il potenziamento della attuale viabilità non idonea.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare; esempio: Individuazione di
zona filtro tra la S.S. n. 12 e la nuova zona industriale in località Ravacce.
- Riconferma e possibile nuovo sviluppo della centralina idroelettrica di
proprietà comunale in località Ravacce.
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
pagina 193 di 207
Individuazione e/o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza e degli
edifici e/o lotti per il turistico ricettivo, con prescrizioni sulla procedura
d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa
pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Individuazione di dettaglio di tutte le invarianti strutturali relative al patrimonio
storico artistico, al fine di disciplinare tutte le riqualificazioni e nuove
progettazioni previste per il capoluogo.
Predisposizione delle perimetrazioni delle zone preposte allo sviluppo delle
progettazioni della Strada Parco delle Terme.
Art. 107 – utoe H.7 “ Ponte a Serraglio ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale H “Il Fondovalle del Lima” – Ad
ovest è delimitata dal confine territoriale del comune e dalla sponda destra del
Rio Livello. A Nord dalla sponda destra del Lima. Ad est dalla base del colle
termale e dal crinale che dal Colle di Cerbaio degrada fino al torrente Lima. A
sud dalla sponda sinistra del Lima. In quest’area è ricompreso il centro abitato
di Ponte a Serraglio che si sviluppa quasi interamente lungo il corso del Lima.
Il paese si è sviluppato maggiormente, sotto il profilo residenziale, sulla
sponda destra del Lima, dove è ubicato lo storico edifico del Casinò. In questo
settore ricade anche lo stadio comunale, a margine della strada provinciale
che collega Ponte a Serraglio con Fornoli. Sulla sponda sinistra del Lima sono
presenti alcuni insediamenti artigianali/industriali, tra cui due cartiere. Sulla
stessa sponda, ma inserita in un contesto storico/ambientale particolarmente
suggestivo si trova la villa storica denominata “Villa Fiori” contornata
dall’omonimo parco caratterizzato lungo fiume da una serie di caratteristiche
torrette. Sempre su questa sponda si sviluppa la S.S. n° 12 che in prossimità
dell’abitato, in ragione anche del traffico a senso unico alternato costituisce un
vero e proprio imbuto alla circolazione con impatto fortemente negativo per i
residenti.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Tutela e valorizzazione degli elementi storici della frazione nel contesto storico
paesaggistico del fondovalle della Lima.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riconferma sostanziale dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente
con eventuali spostamenti; la potenzialità riconfermata potrà eventualmente
trovare nuova collocazione in base alle necessità individuate e dalle specifiche
valutazioni del R.U..
Ampliamento delle potenzialità turistico ricettive in attraverso due possibilità:
1)- realizzazione di nuovo edificio (e/o utilizzo del patrimonio edilizio
esistente), per un albergo di max 20 posti letto; 2)- realizzazione di nuovo
edificio per un albergo di max 60 posti letto, condizionato all'apertura della
casa da gioco.
Ricollocazione alcune industrie esistenti in altre utoe. Riconferma degli altri
edifici esistenti in zona industriale. Conferma di edifici produttivi fuori dalla
zona industriale. Riconferma delle potenzialità di edificazione industriale
residua.
Riqualificazione del centro storico attraverso progetti specifici sugli edifici
storici e progetti generali quale la Strada Parco delle Terme e la Porta delle
Terme. Collegamenti pedonali tra la sponda destra della Lima e la sponda
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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sinistra, più precisamente tra il Casinò Monumentale e la Villa Fiori, con
adeguamenti a parcheggio sulla S.S. n. 12. Riqualificazione del lungo Lima e
pulitura e riassetto del letto del torrente con possibilità di sfruttamento per
attività sportive acquatiche e pesca sportiva.
Progetto della variante alla S.S. n. 12, attraverso una galleria, al fondo della
quale possibile nuova variante verso la sponda destra della Lima, a monte del
Ponte a Serraglio. Nuova viabilità verso al frazione di Lugliano.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, proprie del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione e/o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza e degli
edifici e/o lotti per il turistico ricettivo, con prescrizioni sulla procedura
d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa
pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Individuazione di dettaglio di tutte le invarianti strutturali relative al patrimonio
storico artistico, al fine di disciplinare tutte le riqualificazioni e nuove
progettazioni previste per il capoluogo.
Predisposizione delle perimetrazioni delle zone preposte allo sviluppo delle
progettazioni della Strada Parco delle Terme e della Porta delle Terme.
Art. 108 – utoe I.1 “ Val Fegana ”
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale I “Il fondovalle del Fegana” – Ad
ovest ed a nord è delimitata dal confine territoriale del comune. Ad est dalla
sponda sinistra del torrente Fegana ed a sud dal crinale del Colle del
Cerraccio e dal corso del Rio Cerraccio. L’area si sviluppa interamente sulla
sponda sinistra del torrente Fegana e ricomprende più nuclei abitati quali
“Pian di Vaglio”, “Pian di Marchella”, “Pian dei Tre Metati”, “Pian Piccolo” e
“Pian Grande”. In prossimità della confluenza del torrente Fegana nel fiume
Serchio si riscontra la presenza di una industria cartaria. All’inizio della valle è
presente una consistente area pianeggiante un tempo coltivata. In
corrispondenza dei suddetti nuclei abitati si riscontrano altre aree pianeggianti,
ma di limitata consistenza.
§2. Obbiettivi del Piano Strutturale.
Riconferma sostanziale dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente
con eventuali spostamenti.
Riconferma delle zone industriali esistenti. Conferma di edifici industriali in
altre zone del P.R.G. con individuazione di zona industriale. Possibile nuovo
sviluppo per ricollocazione e crescita di aziende esistenti a est e nord
dell'attuale zona per P.I.P in sub sistema insediativo recente e in formazione
aprevalente uso produttivo - sub sistema a prevalente naturalità diffusa - sub
sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso redidenziale;
previa urbanizzazione.
Conferma della zona industriale su Cartiera
Fibrocellulosa e zona a P.I.P. Ampliamento del polo industriale fino al
raddoppio delle potenzialità esistenti in funzione della rilocalizzazione di
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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aziende oggi ubicate in altri siti del comune e per la crescita delle aziende
esistenti. Condizione allo sviluppo: dotazione delle infrastrutture (scalo merci
ferroviario) e urbanizzazioni.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, propri del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione e/o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza con
prescrizioni sulla procedura d'intervento: se diretto o subordinato a piano
urbanistico attuativo di iniziativa pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Predisposizione delle perimetrazioni delle zone preposte allo sviluppo della
parte terminale del Nodo Intermodale: Scalo Merci Pubblico e collegamento
diretto della ferrovia con le aziende.
Art. 109 – utoe L.1 “ Fornoli
§1. Descrizione.
U.T.O.E. appartenente al Sistema Territoriale L “Il fondovalle del Serchio” –
Ad ovest è delimitata dal confine territoriale del comune che coincide con il
percorso del fiume Serchio. A nord dal crinale del Colle del Cerraccio. Ad
ovest dalla sponda destra del Rio delle Valli ed a sud dal confine territoriale
del comune che coincide con il percorso del torrente Lima. In quest’area è
ricompreso l’intero centro abitato di Fornoli ed i piccoli nuclei abitati di
Desertoli e di Bocca di Fegana. Il paese di Fornoli si è sviluppato su di un’area
pressochè pianeggiante, delimitata dalle terrazze alluvionali del Serchio e del
Lima. Recentemente l’edificazione si è estesa anche a quote più alte dove la
bassa acclività dei terreni ha consentito nuovi insediamenti. Questo settore è
quello che ha risentito maggiormente dell’azione antropica e dove è presente
una misticanza di attività. Quella di maggiore rilievo è sicuramente quella
residenziale, ma ha trovato notevole sviluppo anche quella commerciale. Per
quanto concerne l’industria, oltre allo storico stabilimento per la lavorazione
chimica del legno (presente da circa un secolo), che rappresenta sicuramente
la maggiore industria locale, sono presenti altri stabilimenti artigianali. In
questo settore in ragione della passata vocazione agricola rimangono ancora
due aziende agricole che allevano prevalentemente bovini da latte e da carne.
In questo settore si deve annoverare anche la presenza della caserma della
Polstrada e del Corpo Forestale dello Stato
§2. Obbiettivi Piano Strutturale.
Tutela e valorizzazione degli elementi storici della frazione nel contesto storico
paesaggistico del fondovalle della Lima.
Revisione della disciplina della schedatura del P.E.E.
Riqualificazione del centro storico attraverso progetti specifici sugli edifici
storici e progetti generali quale la Strada Parco delle Terme e nodo
intermodale.
Riconferma dello sviluppo residenziale residuo del P.R.G. vigente la
potenzialità riconfermata potrà eventualmente trovare nuova collocazione in
base alle necessità individuate e dalle specifiche valutazioni del R.U.;
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ampliamento residenziale nel sub sistema insediativo recente e in formazione
a prevalente uso residenziale;
Ampliamento delle potenzialità turistico ricettive con la realizzazione di un
nuovo edificio per 20 posti letto e/o all'interno del P.E.E.
Riconferma delle zone industriali esistenti. Conferma di edifici industriali in
altre zone del P.R.G. con individuazione di zona industriale. Possibile nuovo
sviluppo in funzione della rilocalizzazione di aziende in altri siti del comune e
per la crescita delle aziende esistenti, previa urbanizzazione all'interno del sub
sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso residenziale.
Conferma della zona industriale su presidio della Ditta Alce, con le grandi
potenzialità residue del P.R.G. vigente.
Riconferma di adeguamento di viabilità tra Fornoli e Granaiola, con
interessamento anche dell'utoe H7 di Ponte a Serraglio.
§3. Compiti del Regolamento Urbanistico ed eventuale Programma Integrato
d'Intervento.
Censimento di dettaglio delle dotazioni di standard, attrezzature e servizi
esistenti in dotazione al P.E.E., con eventuale previsione delle integrazioni
necessarie.
Valutazioni degli effetti, propri del R.U., delle trasformazioni consentite e
individuazione delle contromisure da adottare.
Individuazione e/o riconferma dei lotti edificabili ad uso di residenza e degli
edifici e/o lotti per il turistico ricettivo, con prescrizioni sulla procedura
d'intervento: se diretto o subordinato a piano urbanistico attuativo di iniziativa
pubblica e/o privata.
Individuazione e prescrizione degli elementi e delle tipologie consone al luogo.
Individuazione delle opere di urbanizzazione da realizzare e/o completare in
funzione del nuovo sviluppo.
Predisposizione delle perimetrazioni delle zone preposte allo sviluppo per la
parte terminale del Nodo Intermodale: Scalo Merci Pubblico e collegamento
diretto della ferrovia con le aziende.
Predisposizione delle perimetrazioni delle zone preposte allo sviluppo delle
progettazioni della Strada Parco delle Terme.
Prescrizioni per la ditta Alce, con le quali si garantisca che l'eventuale
sfruttamento delle zone industriali residue, oggi utilizzate come piazzali,
avvenga esclusivamente con la riconferma della raccolta di legname.
*****************************************************************
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TITOLO SESTO
DISPOSIZIONI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE
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capo primo
strumenti attuativi del P.S.
Art. 110 - Il Regolamento Urbanistico
§1. Il R.U. provvede a dare operatività alle disposizioni del presente P. S.,
attraverso:
a)- ogni necessaria od opportuna disposizione volta alla tutela dell'integrità
fisica e dell'identità culturale del territorio, anche diversa da quelle derivanti da
quanto stabilito alle successive lettere del presente comma, ed anche relativa
a componenti non considerate dagli strumenti di pianificazione sovraordinata,
in riferimento al quadro conoscitivo di dettaglio proprio del R.U.;
b)- la definizione motivata dei fabbisogni da soddisfare nell'arco temporale di
riferimento assunto dallo stesso R.U.;
c)- verifica della perimetrazione del territorio urbanizzato e delle UTOE e,
nell'ambito di questi:
c.1) gli insediamenti storici, cioè le parti del territorio che conservano, nelle
caratteristiche dell'organizzazione territoriale, dell'assetto urbano, dell'impianto
fondiario, nonché nelle caratteristiche strutturali, tipologiche e formali, sia dei
manufatti edilizi che degli spazi scoperti, i segni delle regole che hanno
preceduto la vicenda storica della loro conformazione,
c.2) le addizioni urbane recenti, cioè le parti del territorio totalmente o
parzialmente edificate, diverse dagli insediamenti urbani storici;
c.3) ad individuare, nelle parti del territorio diverse da quelle comprese negli
insediamenti urbani storici, le singole unità edilizie, i complessi edilizi, gli spazi
scoperti, le strutture insediative non urbane, delle quali conservare le
caratteristiche morfologiche, strutturali, tipologiche e formali;
c.4) a dettare, per ognuna delle componenti territoriali individuate al sensi dei
precedenti punti, le disposizioni relative alle trasformazioni fisiche ammissibili
ed alle utilizzazioni compatibili;
c.5) a individuare le aree inedificate che dovranno rimanere tali.
§2. La pianificazione comunale provvede quindi, nei rispetto di quanto definito
al sensi del comma 1:
a)- ad individuare i punti di crisi dell'equilibrio ambientale derivanti sia da
situazioni di degrado degli assetti morfologici e/o di elementi fisici, sia da
inadeguatezza o inefficienza del sistema insediativo e della mobilità, sia
ancora da cause di natura socioeconomica;
b)- a definire, mediante la determinazione di destinazioni d'uso nonché di
previsioni di trasformazioni fisiche e/o funzionali, gli spazi necessari a
soddisfare i fabbisogni per le diverse funzioni, ivi compresi quelli per le
funzioni pubbliche e/o collettive, anche di rilevanza sovracomunale ove le
relative disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano
immediatamente precettive ed operative, in ogni caso secondo un ordine
sequenziale di operazioni che persegua il massimo recupero e riuso del
territorio urbanizzato e delle altre aree edificate esistenti, e quindi il minimo
ricorso all'urbanizzazione ed all'edificazione di nuove aree;
c)- a dettare, in particolare, le disposizioni relative alle aree di nuova
edificazione ed alle zone di nuova urbanizzazione stimate necessarie ed
individuate;
d)- a dettare le disposizioni relative alle parti del territorio comunale per le
quali eventualmente non fosse ancora stata definita la disciplina;
e)- a definire, in relazione all'organizzazione del territorio considerato
risultante dalle previste trasformazioni e dalla prevista distribuzione delle
funzioni, il sistema delle infrastrutture di comunicazione e dei trasporti, anche
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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di rilevanza sovracomunale ove le relative disposizioni della pianificazione
sovraordinata non siano immediatamente precettive ed operative;
f)- a dettare i criteri per il coordinamento delle scelte relative alle previste
trasformazioni, alla prevista distribuzione delle funzioni, al sistema delle
infrastrutture di comunicazione ed ai trasporti, con gli atti amministrativi in
materia di orari di cui alla legislazione statale e regionale vigente.
§3. Il Regolamento Urbanistico disciplina con disposizioni immediatamente
precettive ed operative le trasformazioni e le utilizzazioni delle parti del
territorio delle quali preveda il sostanziale mantenimento dell'organizzazione
territoriale esistente, e detta direttive per la successiva formazione di piani
attuativi relativamente alle parti del territorio delle quali si preveda la
modificazione dell'organizzazione, quali le zone di nuova urbanizzazione e le
aree edificate assoggettabili o da assoggettare a ristrutturazione urbana. le
predette direttive definiscono almeno l'entità delle trasformazioni fisiche e degli
spazi per le diverse funzioni, con particolare riferimento a quelle pubbliche e/o
collettive.
§4. Ciascun ambito da sottoporre ad unico piano attuativo è individuato e
perimetrato in termini tali da perseguire la più razionale sistemazione
urbanistica delle aree, il soddisfacimento delle esigenze di dotazione di spazi
per funzioni pubbliche e/o collettive ed un'equilibrata compresenza di diverse
funzioni ammissibili.
§5. Il R.U. recepisce gli indirizzi e le disposizioni dettate dai piani di settore, in
particolare del Piano Urbano del Traffico, ai sensi dell'art. 36 del D. Lgs.
285/92, del Piano della zonizzazione acustica, ai sensi della vigente
legislazione, e del Piano di indirizzo e di regolazione degli orari di cui alla L.R.
38/98.
Art. 111 - Criteri per la valutazione di Piani e programmi comunali di
settore
§1. In relazione a quanto previsto dall’art. 24, §4, della L.R. 5/95 i piani e i
programmi di settore di competenza comunale, previsti dalla legge ed aventi
effetti sull’uso e la tutela delle risorse del territorio, per la loro definizione e
valutazione, devono seguire i criteri indicati ai commi successi.
Sono regole comuni dei piani di settore quelle di seguito indicate:
a)- devono essere fondati su obiettivi prestazionali definiti e raffrontabili con
quelli del P.S., del P.I.T. e del P.T.C. e con le relative disposizioni normative;
b)- avere come ambiti di riferimento i sistemi territoriali e le UTOE:
c)- essere coerenti con le norme generali per la tutela e l’uso del territorio di
cui all’art.5 della L.R. 5/95 indicando in particolare:
c.1)- la relazione con le aree di interesse ambientale;
c.2)- l’incidenza sull’utilizzo delle risorse naturali e le eventuali azioni di
trasformazione da valutare preventivamente;
c.3)- gli effetti indotti sulle risorse essenziali.
§2. Programmi Integrati d'Intervento (P.I.I.)
Detti P.I.I. indicano:
a)- quali piani attuativi e/o operativi si intende redigere entro i termini stabiliti
dai programmi stessi; quali piani attuativi si intende siano formati entro i termini
stabiliti dai medesimi programmi;
b)- le direttive per la formazione dei suddetti piani attuativi;
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c)- interventi di urbanizzazione e di realizzazione di funzioni pubbliche e/o
attrezzature collettive, ove tali direttive non siano già state dettate dal R.U.;
d)- gli elementi del sistema della mobilità da realizzare o da trasformare nel
periodo di validità dei medesimi programmi;
e)- gli interventi di urbanizzazione e di dotazione di spazi per funzioni
pubbliche e/o collettive da realizzare nel periodo di validità dei medesimi
programmi.
In relazione ai contenuti della dell’art. 29 della L.R. 5/95 i P.I.I devono
prevedere:
f)- l’indicazione delle aree che presentano un ruolo strategico per la
riqualificazione degli insediamenti e per l’attuazione del P.S., per le quali
attivare iniziative pubbliche e private;
g)- le modalità di partecipazione degli operatori pubblici e privati alla
attuazione del P.S.;
h)- orme di perequazione urbanistica per consentire la realizzazione di spazi
ed opere pubbliche, contestualmente agli interventi privati, a basso costo per
l’amministrazione comunale;
i)- le risorse finanziarie per l’esecuzione degli interventi pubblici necessari alla
realizzazione delle previsioni programmate.
§3. Piani urbani del traffico (P.U.T.)
Tali piani devono prevedere:
a)- il riordino sistematico della circolazione in tutte le sue componenti
(pedonale, ciclabile, veicolare);
b)- il riutilizzo e la rifunzionalizzazione delle risorse infrastrutturali pedonali,
ciclabili, viarie come intervento prioritario per risolvere le esigenze di mobilità;
c)- l’integrazione con altri tipi di infrastrutture per la mobilità e con il trasporto
pubblico;
d)- garantire l’accessibilità ai sistemi insediativi esistenti e di previsione;
e)- consentire adeguati livelli di sosta dei veicoli; in particolare per i centri
periferici e nelle aree urbane più congestionate.
§4. Piani della mobilità e dei parcheggi
Detti piani devono:
a)- valutare le esigenze di mobilità all’interno del centro abitato del capoluogo;
tra i centri abitati periferici e il capoluogo; tra il capoluogo e il territorio di
dimensione sovracomunale;
b)- individuare le aree carenti di spazi di sosta in particolare nelle aree
maggiormente interessate da attività commerciali e terziarie ed in quelle
attraversate da mobilità di utenze sovracomunali;
c)- definire percorsi alternativi alla mobilità veicolare, in particolare per
collegamenti all’interno del capoluogo;
d)- favorire la partecipazione di operatori privati alla realizzazione di aree di
sosta;
e)- definire l’utilizzo di materiali adeguati al contesto ambientale ed alla
fragilità del territorio in particolare per limitare le superfici impermeabili.
§4. Programmazione urbanistica commerciale e regolamento del commercio
in sede fissa.
Detti atti di programmazione devono contenere:
a)- il quadro conoscitivo delle risorse e della struttura commerciale;
b)- la valutazione delle esigenze di mobilità indotte nei vari aspetti (veicolare,
pedonale, ecc.);
c)- la definizione delle esigenze di parcheggi pubblici e privati;
d)- la verifica delle situazioni pregresse carenti di superfici a parcheggio e con
accessibilità problematica.
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§5. Piano triennale delle opere comunali
Detto piano deve:
a)- definire le esigenze di opere pubbliche in riferimento alle previsioni del
R.U. per l’arco temporale di validità del R.U. stesso;
b)- determinare un ottimale utilizzo delle risorse economiche in relazione alle
esigenze ed alle priorità definite negli atti di pianificazione;
c)- verificare le opere da realizzare con il contributo di operatori privati.
§6. Piano di distribuzione delle funzioni
In relazione a quanto previsto dalla L.R.39/94 dovrà essere predisposto il
Piano di distribuzione delle funzioni al fine di prevedere una misurata
distribuzione delle funzioni terziarie direzionali, turistiche, commerciali e
produttive nelle diverse parti del territorio, secondo i seguenti criteri:
a)- tutelare gli insediamenti storici;
b)- consentire l’integrazione delle destinazioni residenziali con attività
compatibili con la stessa ed evitare la monofunzionalità;
c)- considerare le esigenze di riordino del traffico veicolare e del trasporto
pubblico;
d)- valutare l’accessibilità pedonale e veicolare ai terminal del trasporto
pubblico;
e)- verificare la dotazione di opere di urbanizzazione e del verde pubblico in
particolare.
§7. Piano di protezione civile
Detto piano deve:
a)- valutare i rischi connessi con le risorse essenziali del territorio ed il loro
utilizzo;
b)- valutare i rischi derivanti dagli insediamenti produttivi;
c)- valutare le situazioni di fragilità del territorio e dell’ambiente già indicate
nelle norme del P.S.;
d)- definire la classificazione complessiva dei rischi e delle aree interessate
dagli stessi;
e)- individuare un monitoraggio in sintonia con quanto indicato dal P. S.;
f)- definire le direttive integrate con quelle relative alla trasformazione ed alla
tutela del territorio.
Art. 112 - Indirizzi programmatici per l’attuazione del P. S. e condizioni di
fattibilità e sostenibilità
§2. Le previsioni del P. S. vengono attuate dal R.U. mediante una azione
programmata delle nuove quantità insediative indicate al Titolo Quarto, capo
primo delle presenti norme e nell'Elaborato 5 - NORME DI ATTUAZIONE allegato 2 - Schedatura delle Unità Territoriali Organiche Elementari del
presente piano, al fine di attivare la gestione urbanistica comunale in coerenza
con le esigenze di recupero del patrimonio edilizio esistente, di
completamento riordino e qualificazione degli insediamenti urbani. Il R.U. e i
P.I.I., pertanto, verificano prioritariamente la sostenibilità di ulteriori
trasformazioni comportanti nuovo consumo di suolo e comunque definiscono
e regolano le condizioni di fattibilità delle trasformazioni del territorio con
particolare riferimento alla compatibilità con i sistemi di approvvigionamento
idrico, di smaltimento e di trattamento dei liquami e dei rifiuti solidi, di
accessibilità meccanizzata, di spazi pubblici o di uso comune e collettivo, di
impianti ed attrezzature. In particolare sarà compito del R.U., tramite la
redazione di specifiche norme, subordinare le previsioni relative a nuovi
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insediamenti e/o di sostituzione di tessuti insediativi esistenti alla certificazione
dei gestori di servizi di acquedotto, fognatura e smaltimento dei rifiuti circa la
sostenibilità delle suddette previsioni.
In caso di assenza o carenza di tali sistemi gli interventi saranno programmati
in riferimento ai piani triennali per le opere di investimento riferite ai sistemi
suddetti che garantiscono il pieno soddisfacimento delle condizioni di
sostenibilità.
§3. Il primo R.U. sarà orientato a soddisfare le esigenze di edilizia
residenziale, prioritariamente attraverso interventi di recupero del patrimonio
edilizio esistente, di riuso urbano e ristrutturazione urbanistica, di
completamento di aree interstiziali e di frangia e l’organizzazione degli spazi
pubblici e di uso pubblico necessari alla riqualificazione insediativa.
§4. Il R.U. verificherà la disponibilità dei servizi e dei finanziamenti per la
realizzazione delle opere pubbliche e delle opere di urbanizzazione
necessarie per gli insediamenti esistenti e di previsione con priorità al
completamento e alla organizzazione degli insediamenti esistenti.
§5. Il R.U. darà attuazione agli obiettivi indicati come prioritari dal P.S.,
concretizzando l’opportunità di sviluppo sostenibile anche in relazione alle
reali esigenze che vengono manifestate dagli operatori, dando omogeneità e
coerenza agli interventi pubblici e privati e di tutela del territorio.
§6. Il R.U. sulla base degli indicatori contenuti nell'Elaborato 2 - LA
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - allegato 3, opportunamente
integrati, ove necessario, facendo riferimento alle conoscenze provinciali,
stabilisce le regole e condizioni di fattibilità, di valutazione e di ammissibilità
dei progetti e delle realizzazioni di interventi edilizi pubblici e privati in
relazione a:
- la compatibilità con gli esistenti sistemi di approvvigionamento idrico, di
smaltimento e trattamento dei liquami e dei rifiuti solidi;
- le condizioni di accessibilità meccanizzata;
- le condizioni degli spazi pubblici o di uso pubblico, di impianti e attrezzature.
In caso di assenza o carenza di tali sistemi, gli interventi debbono
prioritariamente assicurare il potenziamento o la realizzazione di nuovi sistemi
in relazione agli abitanti insediati e insediabili e alla destinazioni d’uso
previste al fine di assicurare le condizioni di sostenibilità delle trasformazioni
ammissibili richieste dal P.T.C.
§7. Il R.U. individua gli interventi di rilievo territoriale e urbanistico da
sottoporre al procedimento di valutazione di cui al successivo art. 116
tenendo conto della normativa regionale in materia.
Art. 113 - Parametri e indici urbanistici
I parametri e indici urbanistici di seguito elencati, sono il riferimento per la
redazione del R.U. e di tutti gli strumenti urbanistici comunali. Il Regolamento
Edilizio, in relazione alle specifiche problematiche del territorio comunale e
all’eventuale uso consolidato, può definire casistiche specifiche o ricorrenti. Si
definiscono i seguenti parametri urbanistici:
- Sf (Superficie fondiaria): espressa in mq., superficie del lotto formato per
procedura urbanistica al momento di entrata in vigore del piano;
- S1: espressa in mq., superficie destinata alla urbanizzazione primaria;
- S2: espressa in mq., superficie destinata alla urbanizzazione secondaria;
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-
St (Superficie territoriale): espressa in ha., somma delle superfici fondiarie
e delle superfici per opere di urbanizzazione primaria e secondaria
(Sf+S1+S2);
- Su (Superficie utile): espressa in mq., somma delle superfici di ogni piano
dell’edificio calcolate al netto dei muri, di pilastri, di vani di porte e finestre,
pilastri, sguinci, scale interne (D.M. 10/05/77 n° 801);
- Snr (Superficie non residenziale): espressa in mq., somma delle superfici
destinate a cantinole, soffitte, locali tecnici, lavatoi comuni, autorimesse,
androni di ingresso, porticati liberi, logge e balconi;
- Sc (Superficie coperta): superficie, in mq., della proiezione a terra della Su
dei vari piani più lo spessore dei muri;
- H (Altezza del fabbricato): altezza in m. del fabbricato dal punto di stacco
del fabbricato dal suolo all’intradosso del solaio di copertura;
- V (Volume): somma dei prodotti delle superfici coperte per le rispettive
altezze lorde;
- Ift (Indice di fabbricabilità territoriale): mc. di volume ogni ettaro di
superficie territoriale (Ift = mc V/ha St);
- Iff (Indice di fabbricabilità fondiario): mc. di volume ogni mq di superficie
fondiaria (Iff = mc V/mq Sf);
rc (rapporto di copertura): mq. di superficie coperta ogni mq di superficie
fondiaria (rc = mq sc/mq sf).
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capo secondo
le salvaguardie comunali
Art. 114 - Salvaguardie del Piano Strutturale sulla pianificazione
comunale in variante, attuativa e sulla disciplina edilizia.
§1. Ai sensi dell'art. 24, comma 2, lettera f) della L.R.T. n. 5/95, il presente
piano prescrive le salvaguardie, di durata comunque non superiore a tre anni,
da rispettare sino all'approvazione del Regolamento Urbanistico; le presenti
salvaguardie si sommano a quelle contenute nel P.I.T., ai sensi dell’articolo
11, e nel P.T.C, ai sensi dell’articolo 21 della citata Legge.
§2. Ai sensi dell'art. 33 della L.R.T. n. 5/95, il Sindaco (o Responsabile
dell'Area Tecnica), sentita la commissione edilizia, sospende ogni
determinazione sulle domande di concessione edilizia, quando riconosca che
tali domande siano in contrasto con il progetto di atto di pianificazione adottato
dal Comune e con le salvaguardie di cui al comma precedente.
§3. Le varianti agli strumenti urbanistici generali, nonché agli strumenti
urbanistici attuativi, e le relative varianti, che siano formati ai sensi dell’art.40
della L.R. 5/95, prima dell’entrata in vigore del R.U., non devono contrastare
con le disposizioni del presente piano.
In particolare gli strumenti urbanistici dovranno risultare compatibili con:
- le salvaguardie di cui ai successivi §.§. da 4 a 11;
- gli indirizzi e criteri per i progetti di riqualificazione di cui agli articoli: Art. 78
- La Strada Parco delle Terme; Art. 79 - La Porta delle Terme; Art. 80 - Il
Nodo Intermodale;
- le prescrizioni e vincoli generali dei sistemi territoriali di cui agli articoli 45§.5, 46-§.5, 47-§.5, 48-§.5, 49-§.5, 50-§.5, 51-§.5, 52-§.5, 53-§.5, 54-§.5,
delle presenti norme. Trovano inoltre applicazione le disposizioni di cui all'
art.32 della L. R. 5/95.
§4. Salvaguardie delle disposizioni finalizzate alla tutela della integrità fisica
del territorio e dell’ambiente.
Fino all’entrata in vigore del R.U. valgono le disposizioni delle presenti norme
di attuazione di cui agli articoli sotto elencati.
- Art - 20 - Disposizioni e norme di salvaguardia
- Art. 21- Misure di salvaguardia per la difesa dai fenomeni alluvionali
(P.I.T., Titolo VII, Capo I)
- Art. 22 - Misure di salvaguardia per la riduzione del rischio da frana
- Art. 23 - Misure di salvaguardia per la difesa degli acquiferi (P.T.C., art.
27)
- Art. 24 - Disposizioni per la tutela delle risorse idriche (P.T.C., art. 28)
- Art. 25 - Disposizioni per la tutela della qualità delle acque destinate al
consumo umano (P.T.C., art. 29)
- Art. 26 - Disposizioni per la tutela delle emergenze geologiche (P.T.C., art.
64)
- Art. 27 - Disposizioni relative alle attività di escavazione e discarica.
- Il presente piano inoltre applica le Misure di salvaguardia per la riduzione
del rischio idraulico nel bacino del Serchio, adottate dal Comitato
Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Serchio adottate con
delibera n. 74/98 (e successive modifiche e integrazioni).
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§5. Salvaguardie delle disposizioni finalizzate alla tutela della integrità
culturale del territorio e dell’ambiente relative al sistema funzionale rurale.
Fino all’entrata in vigore del R.U. valgono le disposizioni delle presenti norme
di attuazione di cui agli articoli sotto elencati.
- Art. 57 - Il sub-sistema a prevalente naturalità di crinale - §15 Prescrizioni
specifiche.
- Art. 58 - Il sub-sistema a prevalente naturalità diffusa - §.8 Prescrizioni
specifiche.
- Art. 59 - Il sub-sistema di interesse agricolo primario - §.14 Prescrizioni
specifiche.
- Art. 60 - Il sub-sistema di interesse agricolo primario di salvaguardia
ambientale e paesaggistica - §9 Prescrizioni specifiche.
- Art. 61 - Il sub-sistema di salvaguardia storico paesaggistica - §.14
Prescrizioni specifiche.
- Art. 62 - Statuto dei luoghi relativo al sistema funzionale del territorio rurale
- tutela e valorizzazione degli specifici elementi a prevalenza di naturalità.
- Art. 63 - Prescrizioni speciali per i cambi di destinazione d'uso nel Sistema
Funzionale Rurale.
§6. Salvaguardie delle disposizioni finalizzate alla tutela e sviluppo del sistema
funzionale insediativo.
Fino all’entrata in vigore del R.U. valgono le disposizioni delle presenti norme
di attuazione di cui agli articoli sotto elencati.
- Art. 65 - Il Sistema Funzionale Insediativo - Il sub sistema delle aree di
antica formazione - §4. Prescrizioni specifiche
- Art. 69 - Statuto dei luoghi relativo al sistema insediativo - individuazione
degli elementi - disciplina di tutela e valorizzazione
§7. Salvaguardie delle disposizioni finalizzate alla tutela e sviluppo del sistema
funzionale delle infrastrutture di comunicazione, delle attrezzature e dei
servizi.
Fino all’entrata in vigore del R.U. valgono le disposizioni delle presenti norme
di attuazione di cui agli articoli sotto elencati.
Art. 74 - Statuto dei luoghi relativo al sistema delle infrastrutture di
comunicazione.
Art. 77 - Statuto dei luoghi relativo al sistema delle attrezzature e dei servizi.
§8. Salvaguardie relative al fabbisogno e dimensionamento.
Fino all’entrata in vigore del R.U. valgono le disposizioni delle presenti norme
di attuazione di cui agli articoli sotto elencati.
- Art. 82 - Il fabbisogno del sistema abitativo
- Art. 83 - il fabbisogno del sistema turistico ricettivo
- Art. 84 - Il fabbisogno del sistema produttivo
- Art. 85 - il fabbisogno del sistema delle attrezzature e dei dei servizi
§9. Fino all’entrata in vigore del R.U. valgono le disposizioni delle presenti
norme di attuazione all'elaborato 4 - allegato 2 - IL PROGETTO - LE UTOE
riassunte negli articoli da 86 a 109
Le previsioni delle singole UTOE prescrivono salvaguardie del presente atto di
pianificazione adottato in merito alle singole disposizioni relative:
- agli obbiettivi;
- alle prescrizioni - criteri - indirizzi;
- al dimensionamento dei carichi insediativi;
- al dimensionamento delle attrezzature turistico ricettive;
- al dimensionamento delle aree produttive;
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al dimensionamento dei servizi e attrezzature.
§10. Sono fatte salve le previsioni della strumentazione urbanistica vigente
per quanto attiene alle potenzilità residue del piano vigente in merito ai
condizionamenti all'edificabilità rispetto alla avvenuta realizzazione della
variante della S.S. n. 12, in località Ponte a Serraglio, e in merito alla avvenuta
realizzazione dello scalo merci ferroviario pubblico in località Bocca di
Fegana.
§11. L'ufficio tecnico comunale, nella fase di approvazione del P.S. e nella
fase di redazione, adozione approvazione del R.U., dovrà contabilizzare le
Concessioni Edilizie rilasciate, e le Denuncie di Inizio di Attività inoltrate, in
base agli indicatori di dimensionamento adottati dal presente piano, di cui al
Titolo Quarto delle presenti Norme, esplicitate nel dettaglio all'interno delle
singole utoe, di cui all'elaborato 4 - allegato 2 - IL PROGETTO - LE UTOE
riassunte negli articoli da 86 a 109 delle presenti Norme.
Art. 115 - Rischio sismico, valutazione effetti locali (V.E.L.)
§1. Nella elaborazione del R.U. si prenderà atto delle indagini tese a definire
la pericolosità locale, la vulnerabilità del sistema urbano, l’esposizione al
rischio, sia utilizzando i risultati del programma V.E.L. nel territorio studiato,
Non necessariamente la valutazione dovrà comprendere tutto il territorio
comunale, potendo essere limitata alle aree di trasformazione o comunque a
quelle urbanizzate dove è prevedibile un maggior rischio e/o alle aree
interessate da rilevanti presenze infrastrutturali e reti di comunicazioni e
servizi..
Art. 116 - Procedura generale di valutazione
§1. Il R.U. e gli altri strumenti operativi quali i programmi integrati di intervento,
i piani di settore, i piani attuativi, effettuano la valutazione delle azioni di
trasformazione, per quanto richieste, ai sensi delle disposizioni regionali
vigenti integrate dalle indicazioni del P.T.C. e secondo la procedura di cui ai
successivi commi.
§2. Ogni azione di trasformazione, soggetto e valutazione, dovrà essere
descritta nel suo complesso e nelle sue componenti, mediante elaborati
cartografici d’insieme e di dettaglio, documentazione fotografica, tabelle che
diano conto di profili quantitativi (indici, coefficienti, dimensioni spaziali e
simili), notizie tecniche e tecnologiche, specificazioni circa la modalità di
impianto e di gestione.
§3. Devono essere indicati gli obiettivi da perseguire intesi come risultati
concreti attesi dall’azione di trasformazione.
§4. Deve essere individuato, su supporto cartografico, l’ambito degli effetti
dell’azione di trasformazione, inteso come la porzione di territorio entro la
quale, si ritiene, verranno a insistere la maggior parte degli effetti, sulle risorse
essenziali, direttamente conseguenti all’azione di trasformazione. All’interno di
tale ambito verranno effettuate le analisi dello stato di fatto e la descrizione e
stima degli effetti.
§5. Nel definire l’ambito degli effetti dell’azione di trasformazione si deve
tenere conto:
a) dello stato delle risorse essenziali del territorio nonché del loro grado di
vulnerabilità e riproducibilità;
Comune di Bagni di Lucca – Piano Strutturale – Norme di Attuazione
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b) delle previste caratteristiche dimensionali, funzionali e tecnologiche
dell’azione di trasformazione;
c) del bacino d’utenza;
d) del livello di rischio;
e) della possibilità di intervenire con misure di mitigazione o compensazione
degli effetti sul sistema funzionale di valenza ambientale e naturale;
f) dei risultati attesi.
§6. Deve essere effettuata l’analisi degli effetti dell’azione di trasformazione
utilizzando modalità e tecniche di analisi adeguate alle risorse in esame con
esplicita evidenziazione dei previsti livelli di vulnerabilità e riproducibilità. Le
tecniche di valutazione impiegate e la loro motivazione tecnico-scientifica
debbono essere esplicitate.
§7. Debbono essere descritte le eventuali misure di mitigazione o
compensazione dei più rilevanti effetti negativi provocati dall’azione di
trasformazione sulle risorse essenziali del territorio.
§8. Devono essere definite le garanzie per l’effettiva realizzazione delle
misure di mitigazione o compensazione nei tempi e nei modi indicati nella
valutazione, che dovrà contenere la stima del fabbisogno finanziario per la
realizzazione degli interventi di mitigazione o compensazione, individuando il
soggetto che deve mantenere l’area.
§9. L’Elaborato 2 - LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI allegato 3, e i relativi allegati costituiscono il riferimento di base per le
valutazioni; in sede di formazione del R.U. i contenuti e le indicazioni del
sopraccitato elaborato dovranno essere ulteriormente dettagliate e verificate
tenendo conto delle specifiche indicazioni del P.T.C. vigente.
§10. Il R.U., nel dare operatività al presente piano, garantisce comunque il
soddisfacimento delle condizioni di sostenibilità prescritte dagli strumenti di
pianificazione regionale (P.I.T.) e provinciale (P.T.C.).
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