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46
L’anniversario
L’ECO DI BERGAMO
SABATO 25 MAGGIO 2013
Il traguardo dei 50 anni
Il programma della festa
Oggi il raduno degli ex allievi
Tra gli ospiti Sandrone Dazieri
Il programma dei festeggiamenti
per il 50° dell’Alberghiero di San
Pellegrino (organizzati con la Sanpellegrino spa) prevede per oggi,
dalle 10,15, il convegno «50 anni di
grande cucina», nella hall del ca-
sinò. Interverranno il giornalista
enogastronomico Elio Ghisalberti,
lo chef del ristorante Pomiroeu di
Seregno Giancarlo Morelli, il primario della clinica Quarenghi Gianpietro Salvi, il titolare dell’albergo
Centrale Andrea Scanzi, la scrittrice e gourmet Roberta Schira, l’executive manager della scuola di cucina Alma di Colorno (Parma) Andrea
Sinigaglia, il docente dell’Alberghiero Roberto Tauro. Presenterà
Francesca Barberini di «Gambero
rosso channel». Dalle 15 alle 19 il raduno degli ex allievi, con buffet. Tra
loro è atteso anche lo scrittore e
sceneggiatore cremonese Sandrone Dazieri, ex studente dell’istituto.
tuto di Stresa, pure in un albergo storico, va a pezzi proprio
per i costi eccessivi. Se dovesse
però ripartire lo sviluppo di San
Pellegrino grazie alle nuove terme si potrebbe pensare, come
già aveva auspicato la preside
Togliatti che mi aveva preceduto, a una sorta di università della cucina, sullo stile di quella di
Colorno a Parma. Potrebbe essere simile a una laurea breve,
qualifica che manca ancora in
Italia. E in più rispetto a Colorno potrebbe formare anche
maitre e direttori d’albero, figure assolutamente carenti nel
nostro Paese».
zione obbligatoria». Qual è e
quale sarà il punto di forza di
questo istituto? «Sicuramente
la fama e il marchio di San Pellegrino che anche gli studenti
portano in giro per il mondo
quando poi trovano lavoro.
Però questo primato legato al
nome va costantemente difeso.
E penso che in questi anni siamo riusciti a farlo tenendo altissimo il livello qualitativo:
nelle attrezzature e nell’aggiornamento tecnologico e didattico di questa scuola». ■
a
Alberghiero
a San Pellegrino
Così Bergamo
delizia il mondo
Istituto in festa per il 50°. La preside: il successo grazie
al nome della cittadina e alla qualità della didattica
«Nel Grand hotel? Apriamo un’università della cucina»
I numeri dell
1962
ANNO DI FONDAZIONE
nella Villa Emilia, ex albergo
ora demolito.
Fu uno dei primi istituti
alberghieri in Italia
Dirigente scolastico
SILVANA NESPOLI
19
GLI ISCRITTI
nell'anno di fondazione,
in una sola sezione
43
LE CLASSI
attualmente pr
suddivise nei t
per l'enogastro
e l'ospitalità alb
per la formazio
professionale r
(triennale) e ne
ordinamento
30
A
San Pellegrino
GIOVANNI GHISALBERTI
Mezzo secolo di grandi chef, in
giro per il mondo. L’Alberghiero di San Pellegrino, uno dei
primi istituti sulla ristorazione
nati in Italia, festeggia oggi il
50° di fondazione.
I numeri: 19 gli studenti nel
primo anno di scuola, mentre
oggi hanno raggiunto il record
di 1.086, suddivisi in 43 classi e
sole 30 aule, con i ragazzi obbligati a continue rotazioni tra
palestre, laboratori, cucine e
spazi nel vicino centro civico
comunale.
Pochi spazi per una scuola che in questi cinque decenni ha sfornato cuochi
stellati per i più prestigiosi
ristoranti e alberghi del
pianeta: per citarne solo alcuni, Alberto Gianati di Olmo
al Brembo, cuoco alla Notte
degli Oscar di Los Angeles, Lorenzo Nava da Romano al più
famoso ristorante italiano di
Sydney, Fabrizio Cadei di
Sarnico, che a Londra ha cucinato per il principe Carlo, Nicole Kidman e Michael Douglas
e Luciano Pellegrini di Capizzone, eletto miglior cuoco del Sud
Ovest degli Stati Uniti.
La preside lascia dopo 10 anni
E forse, grazie al tam tam sulle
nuove tecnologie, qualcuno di
loro tornerà magari oggi, in occasione del raduno degli ex allievi e dei festeggiamenti. Tra
loro, per esempio, ci sarà quel
Sandrone Dazieri che, come
cuoco, non ha fatto molta strada, ma è diventato scrittore e
sceneggiatore di fama. Segno
della duttilità anche della scuola.
Ma la festa di oggi sarà anche
l’occasione per un saluto importante: quello dell’attuale dirigente scolastico Silvana Nespoli, in cattedra a San Pellegrino dal 2003, dal prossimo anno
scolastico in pensione.
Preside Nespoli, come è
cambiata l’istruzione alberghiera in questi anni? «Prima la formazione era prettamente professionale e si fermava al terzo
anno. Con la competenza scolastica passata alle Regioni il nostro istituto è stato assimilato a
quelli tecnici, con una durata
quinquennale».
Quindi con una formazione
più ampia, che va oltre i laboratori di cucina. «I dati sulla disoccupazione dicono che sono soprattutto i giovani senza qualifica a non trovare lavoro. Ormai il mercato richiede una formazione più
ampia, almeno quinquennale».
Moda televisiva e passione
Chi sono i ragazzi che
scelgono questo istituto? «Quando facciamo
l’open day chiarisco subito che questa non è
una scuola per studiare di
meno. C’è anche una parte teorica che va parallela a laboratori e pratica. E chiarisco anche quelle che devono essere
le reali motivazioni: molti, infatti, arrivano sull’onda della
moda televisiva, dei tanti programmi dedicati alla cucina. I
dati, però, ci dicono che solo
pochi hanno veramente passione per un futuro lavoro che richiede sacrificio e coraggio».
Certo, non tutti diventeranno chef stellati? «Per quello ci
vogliono attitudini e capacità.
Ma molti trovano lavoro anche
nella ristorazione collettiva o
nell’industria alimentare dove
i tempi di lavoro sono, per così
dire, più normali. Chi, invece,
vuole fare carriera mette già subito in conto di dover lasciare
casa e andare lontano, anche all’estero». Con 1.086 studenti la
scuola ormai scoppia. Il sopralzo non è stato sufficiente e alcune classi sono ospitate nel
centro civico.
«Più di questo numero di
LE AULE
oggi a disposiz
di cui 5 nel cen
civico comunal
a cui si aggiung
4 cucine, 3 sale
4 laboratori
e 2 palestre
comunali
studenti non si può accogliere,
tanto che da quest’anno non abbiamo preso ragazzi da fuori
provincia. La soluzione poteva
essere un istituto statale nella
Bassa. La formazione professionale di tre anni non basterà a
togliere studenti a San Pellegrino. Chi cercherà una formazione qualificata chiederà di venire ancora da noi».
E se aprissimo la scuola alberghiera nel Grand Hotel?
«Pensare di spostare questa
scuola nel Grand Hotel avrebbe dei costi insostenibili. L’isti-
«Qualcuno si iscrive
sull’onda della moda
in tv. Pochi quelli che
faranno carriera»
«Un primato che va difeso»
Lascia dopo dieci anni di presidenza, qualche rammarico?
«Tutti dicono che la scommessa per lo sviluppo si giocherà
sull’istruzione ma poi concretamente i cambiamenti sono
troppo lenti e non solo per
mancanza di soldi. Perché, per
esempio, viene continuamente
cambiata la sede ai precari?
Diamogli almeno tre anni nella
stessa scuola. Garantiremmo
continuità all’insegnamento,
senza nessun costo in più. Purtroppo non c’è attenzione alle
piccole strategie. Per esempio è
stata eliminata anche la forma-
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Studenti in continuo
aumento, e gli spazi
non sono sufficienti.
Aule al centro civico
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L’ECO DI BERGAMO
SABATO 25 MAGGIO 2013
Nacque in Villa Emilia, dal 2003 il distacco di Nembro
L’Alberghiero di San Pellegrino nasce con l’anno scolastico
1962-’63 nell’ex albergo Villa Emilia. Prese avvio con un
corso biennale di sala-bar, con 19 iscritti. L’attuale sede fu
inaugurata nel 1975. Nel 1985, a Nembro, sorse una sede
coordinata, che acquisirà autonomia nel 2003
1962-’63
a
Da Olmo a Portorico
a colpi di casoncelli
Dopo aver servito alla Notte degli Oscar
il successo di Alberto Gianati ai Caraibi
A
San Juan (Portorico)
Da Olmo al Brembo a Portorico.
Passando per una serie lunghissima di alberghi e ristoranti prestigiosi, in giro per il mondo: a
Cortina d’Ampezzo, sull’Isola
d’Elba e in Costa Smeralda, al
Gallia Palace hotel di Punta Ala,
in Toscana, all’Harry’s bar di Cipriani a Venezia e Montecarlo,
quindi al ristorante Sabatini di
Tokyo.
Poi «Italian chef consulting»
per la catena alberghiera americana Four Season, a Irvine
(California), Los Angeles, Portorico, di nuovo in Giappone,
quindi a New York, e ancora a
Hollywood (Los Angeles), dove,
nel marzo 1997 cucina alla
«Notte degli Oscar», per Geoffrey Rush e Juliette Binoche,
nell’anno delle nove statuette de
«Il paziente inglese». Poi ancora cuoco a San Paolo del Brasile, a Bangkok (in un Four Season, eletto uno dei 70 migliori
ristoranti del mondo) e a Dallas.
Alberto Gianati, 44 anni, originario di Olmo al Brembo, è
uno dei tanti chef usciti dall’istituto alberghiero di San Pellegrino che hanno fatto fortuna nel
mondo, raccogliendo consensi
e premi ovunque. Tra questi,
per esempio, il concorso internazionale che nel 2004 venne
dedicato ad Antonio Amato, il
cuoco napoletano ucciso in Arabia Saudita. E in giuria c’era
Gualtiero Marchesi.
Dal 2006 ha aperto il ristorante «Casa Italia» a San Juan,
capitale di Portorico, proponendo, come faceva negli altri ristoranti, anche piatti bergamaschi,
dalla taragna rivisitata («una
sandwich con polenta e formaggio) ai casoncelli. E i clienti, finora, non sono mancati. Al suo
locale, a Portorico, arrivano ministri e politici dalla vicina sede
GLI INDIRIZZI
ISTITUTO
PER L'ENOGASTRONOMIA
E L'OSPITALITÀ
ALBERGHIERA
Enogastronomia
Accoglienza
turistica
Servizi di sala
e vendita
Alberto Gianati, 44 anni, titolare di «Casa Italia» a Portorico
Gli altri ex studenti
A
La cucina orobica
da Londra a Sydney
A
Lorenzo Nava
Da Romano a Sydney
Di Romano è stato al Porto, il più famoso ristorante italiano di Sydney,
in Australia.
Fabrizio Cadei
Piatti per il principe Carlo
Nativo di Sarnico, a Londra ha cucinato per il principe Carlo e per alcune star di Hollywood.
Luciano Pellegrini
Il migliore negli States
Originario di Capizzone nel 2004
venne eletto il miglior cuoco del
Sud Ovest degli Stati Uniti.
Stefano Terzi
Da Bagnatica a New York
Ha aperto, con amici, due ristoranti nella Grande Mela, il «ViceVersa»
e «Etcetera», meta di vip.
del Parlamento.
«Quelli trascorsi all’istituto
alberghiero – dice – sono stati
gli anni più belli della mia vita.
Ho avuto degli insegnanti bravissimi. Mi sono divertito ma è
anche stato il momento in cui,
per così dire, mi sono messo in
riga». In quel periodo Gianati
inizia la gavetta alla vicina clinica Quarenghi, facendo l’aiuto
cuoco. Ma conclusi gli studi non
ci ha pensato due volte: ha lasciato la valle (oggi torna una
volta all’anno, in estate, dai familiari a Olmo al Brembo).
«È quello che consiglio anche
ai ragazzi che frequentano oggi
l’istituto – dice –. Ovvero di non
porsi dei limiti, di non accontentarsi di lavorare in trattorie
o pizzerie, soprattutto se uno ha
talento. Bisogna puntare subito
in alto, andare all’estero, imparare la lingua inglese e cercare i
ristoranti e gli alberghi migliori. È lì, anche, che nascono la
passione e la voglia di lavorare.
E il successo». ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
a
Con l’ex allieva africana l’aiuto al Ruanda
SAN PELLEGRINO
a Istituto alberghiero, a
San Pellegrino, fa rima non solo
con cucina e grandi chef. Ma anche con solidarietà. Strada che
hanno deciso di intraprendere i
ragazzi del convitto, maschile e
femminile, adottando bambini
rwandesi dell’associazione Inshuti Italia Rwanda, con sede a
Tradate, in provincia di Varese.
Nei giorni scorsi hanno celebrato il sodalizio con un incontro conviviale dai colori e dalle
musiche etniche che ha coinvolto i familiari degli studenti italiani e alcuni rappresentanti
della comunità rwandese. Un’amicizia che ora ha nuove ambizioni, con l’iniziativa che prevede la realizzazione di un istituto alberghiero proprio nel Paese africano.
«Lo scorso autunno abbiamo
organizzato una castagnata – ha
spiegato uno dei ragazzi del
convitto, Gabriele Bettoni –
proprio per raccogliere fondi.
Inoltre alcune ragazze convittrici hanno realizzato delle
sciarpe, la cui vendita servirà
per lo stesso scopo. In questo
modo vogliamo dare il nostro
contributo per un’associazione
che fa il bene di quel popolo. Il
ricavato è stato di 400 euro, che
devolviamo con questo assegno
gigante a Grace Kantengwa, ex
allieva dell’Alberghiero che ha
promosso la nascita del sodalizio a favore del Rwanda e che
per tutti noi è diventata un punto di riferimento».
«Sono molto grata – ha esordito Grace, arrivata dall’Uganda in Italia nel 1976 grazie ad alcuni missionari –. Il progetto
Inshuti è nato per una emergenza, per una bambina con
grossi problemi di salute. Ora
che tutto si è sistemato l’asso-
ciazione ha avuto un grande
successo, e questo è per merito
degli amici e di mio marito: senza gli amici non si può fare nulla, ecco spiegato il nome Inshuti, che in italiano si traduce appunto con "amici"».
Il grazie è andato poi a tutti
gli allievi e i docenti, nonché alla dirigente Silvana Nespoli e ai
suoi collaboratori (in particolare ad Antonio Genna, educatore del convitto e ideatore dell’iniziativa), per aver permesso
l’organizzazione di un evento
così bello e gratificante. ■
Si. Sa.
La consegna dell’assegno a Grace, ex allieva dell’Alberghiero