Scarica e leggi il libro di Ultramundum per conoscere le basi
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ULTRAMUNDUM proximus gradus naturali statum scalae http://www.ultramundum.org OLTREMONDO il prossimo gradino della scala evolutiva di Fulvio Dominici Carnino Torino, 4 Aprile 2000 – 12 Settembre 2002 I diritti letterari di quest’opera sono disciplinati dalla licenza CreativeCommons A mia madre, che fece nascere l’idea A mio padre, che mi ha sempre sostenuto A tutti coloro che in ogni tempo sono stati sempre meravigliosamente umani ...una scimmia preumana trovò un osso lungo e pesante nella savana, lo raccolse e lo usò per farne uno strumento di offesa ed imporre così il predominio del suo gruppo su quello dei nemici. Vinta la battaglia, batté più volte l'osso in terra per saggiare il potere della sua nuova scoperta; poi, ebbra della vittoria, lanciò l'arma nel cielo dove essa salì volteggiando, roteando, sempre più in alto, verso le nuvole ed oltre, trasformandosi con un balzo di millenni in una stazione orbitante dalla forma pressoché identica, abitata da scimmie più erudite ma fondamentalmente le stesse, (1) curiose creature del remoto passato... Un'immagine meravigliosa, quando la vidi la prima volta nel film “2001, odissea nello spazio” sentii quel brivido che solo i concetti veramente grandi e solenni sanno dare, lo stesso brivido che provai quando per la prima volta pensai ad Oltremondo. L'intelligenza non è un incidente di percorso, è il frutto di miliardi di anni di tentativi, di evoluzione cieca, di grandi estinzioni, di una forza che modifica il Creato, di infinite piccole vite palpitanti che sono nate, tenere ignare creature, che hanno vissuto, amato, lottato ciecamente, per fare sì che infinite avventure accadano e anche che ora tu stia leggendo queste righe e che qualcuno le abbia scritte. Tutto questo è nobile, tragico, beffardo, spesso squallido, tutto fuorché stupidamente cieco. C'è un disegno nella Creazione? Se si, lo scopriremo, abbiamo solo bisogno di tempo. Ogni specie deve partecipare sul teatro della vita, apportare cambiamenti, migliorarsi, fare esperienze, cercare... e noi lo abbiamo fatto. Uomini costruirono le grandi piramidi, Uomini crearono sinfonie immortali, Uomini sono andati sulla Luna; Uomini come noi, con i quali abbiamo in comune la voglia di vivere, di sperimentare, di giocare, combattere, amare, ricercare. Oltremondo è il prossimo passo; facciamolo insieme, adesso. ℵ L'Uomo non può andare molto oltre su questo piccolo pianeta, con le sue risorse limitate, con l'egoismo che questa limitatezza genera, con la violenza che fa a se stesso. Non si parla qui di fine del mondo, di immane disastro ecologico, venuta degli alieni o altre sciocchezze. Il mondo potrebbe andare avanti come ora per centinaia di anni ancora senza incontrare problemi insuperabili, non siamo ingenui. Ma è questo il nostro DESTINO? E' forse per questo che vogliamo vivere? Per passare avanti la fiaccola della vita ai nostri figli e così ancora all'infinito senza creare nulla di grande per noi e per loro? Di cosa siamo DAVVERO capaci? Non siamo tutti sicuri che si potrebbe fare di più, che non si ha il TEMPO per migliorarsi individualmente, per creare, per studiare, perfino per vivere? Queste ed altre sensazioni si sono sicuramente affacciate alla mente di tutti noi, magari spesso. Pensate cosa sarebbe possibile all'Uomo se egli vivesse molto più a lungo, se avesse il proprio tempo tutto per sé e non dovesse produrre affannosamente il cibo ed i servizi per sopravvivere, se fosse libero di pensare, di divertirsi, di creare. Quale giocosa fucina di idee sarebbe un'Umanità libera dal bisogno, con risorse infinite, senza barriere, in grado di sperimentare tutto, di godere e soffrire come se ogni Uomo vivesse molteplici vite, comunicando le proprie idee ed esperienze! Questo è Oltremondo, il nostro prossimo gradino della scala evolutiva. Indice generale COME SARÀ IL FUTURO................................................................................................................... L’ULTRAVISIONE................................................................................................................................ I CONTENUTI....................................................................................................................................... COME FUNZIONERÀ OLTREMONDO............................................................................................. MONDI SENZA FINE........................................................................................................................... GLI ULTRANAUTI............................................................................................................................... IL NUOVO CINEMA............................................................................................................................ LA TELEVISIONE................................................................................................................................ IL CLIMA INDIVIDUALE.................................................................................................................... GLI ULTRASENSI................................................................................................................................ LA GASTRONOMIA............................................................................................................................ L’ULTRASPORT.................................................................................................................................... LA TELEPATIA..................................................................................................................................... IL SESSO IN OLTREMONDO.............................................................................................................. IL CORPO UMANO.............................................................................................................................. LA CURVA DEL PROGRESSO............................................................................................................ LA BARRIERA DELLE RISORSE....................................................................................................... LA NECESSITÀ COME REGOLA E FRENO DELLA NATURA...................................................... L'ETICA DELLA REALTÀ SIMULATA.............................................................................................. LE REGOLE ESISTERANNO.............................................................................................................. I M.U.D.................................................................................................................................................. LE INTERFACCE.................................................................................................................................. IL LIBRO............................................................................................................................................... I VIDEOGIOCHI................................................................................................................................... LA POVERTÀ DIGITALE.................................................................................................................... LA DIDATTICA..................................................................................................................................... LA CULTURA....................................................................................................................................... LA FINE DELLA CRIMINALITÀ........................................................................................................ LE ESPLORAZIONI IMPOSSIBILI..................................................................................................... LA ROBOTICA...................................................................................................................................... L’ULTRAVISORE.................................................................................................................................. I NANOROBOT..................................................................................................................................... LA MENTE AUMENTATA................................................................................................................... L'OLTREVITA....................................................................................................................................... LA MEDICINA IN OLTREMONDO.................................................................................................... LA VERA SALUTE............................................................................................................................... LA FINE DELL'INQUINAMENTO...................................................................................................... LA CASA............................................................................................................................................... LA FINE DEI BAGAGLI...................................................................................................................... IL DESKTOP BUILDING..................................................................................................................... LE COLONIE MARINE........................................................................................................................ LE CONOSCENZE SUL CERVELLO (gli elefanti non giocano a scacchi)(11).................................................................................................. GLI ANIMALI IN OLTREMONDO..................................................................................................... LO SVILUPPO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO............................................................................. L'EUTANASIA...................................................................................................................................... IL DENARO IN OLTREMONDO......................................................................................................... LA NUOVA ECONOMIA...................................................................................................................... LA POLITICA E OLTREMONDO........................................................................................................ LA TECNOLOGIA PRINCIPALE DEL VENTUNESIMO SECOLO.................................................. RINASCIMENTO DIGITALE............................................................................................................... COME COSTRUIREMO IL FUTURO................................................................................................. IL PROGETTO ULTRAMUNDUM...................................................................................................... OLTREMONDO E LA RELIGIONE..................................................................................................... L’ULTRANET........................................................................................................................................ I MOTORI DI RICERCA....................................................................................................................... L’ULTRASALUS................................................................................................................................... L‘ULTRACODE.................................................................................................................................... L’ULTRALEXICON.............................................................................................................................. IL TELETURISMO................................................................................................................................ IL 4DGEA PROJECT............................................................................................................................. L’ULTRAPORT...................................................................................................................................... I SISTEMI DI SVILUPPO..................................................................................................................... I SISTEMI DI CATTURA...................................................................................................................... L’IMPORTANZA DEGLI STANDARD (open source o free software ?).............................................................................................................. LA FINE DELL’OTTOCENTO............................................................................................................. IL FORMATO ULTRADOCUMENT.................................................................................................... I COMPUTER DI OLTREMONDO...................................................................................................... COMPUTER QUANTISTICI................................................................................................................ IL TABULATOR.................................................................................................................................... SIMULAZIONE AGLI ELEMENTI FINITI......................................................................................... I FRATTALI........................................................................................................................................... IL FUTURO DELL'UMANITÀ............................................................................................................. LA FONDAZIONE................................................................................................................................ I FONDATORI....................................................................................................................................... L'ASSEMBLEA DEI FONDATORI...................................................................................................... GLI ASCETI........................................................................................................................................... AMANUENSI DIGITALI...................................................................................................................... I PERICOLI DEL MONDO FISICO..................................................................................................... L'ESPLORAZIONE DELLO SPAZIO.................................................................................................. IL BOCCHETTONE NON RICONOSCIUTO (cosmic Ultramundum)........................................................................................................................... LA SOCIETA' DI APPLICAZIONE...................................................................................................... IL SIMBOLO DI OLTREMONDO........................................................................................................ IL SALUTO DI OLTREMONDO.......................................................................................................... CONSIDERAZIONI FINALI................................................................................................................ GLOSSARIO.......................................................................................................................................... BIBLIOGRAFIA.................................................................................................................................... LICENZA............................................................................................................................................... COME SARÀ IL FUTURO In questa parte del libro di Oltremondo vedremo insieme come sarà il futuro. Ogni previsione dell’avvenire è sempre stata basata sulla tecnologia dell’epoca in cui è stata prodotta; così il futuro visto dall’ottocento era pieno di aerei con ali da pipistrello e dirigibili svolazzanti su città piene di palazzi altissimi… Non si deve più fare questo errore. Si deve tentare di vedere il futuro usando le tecnologie che in esso saranno disponibili, non estendendo quelle attuali. I capitoli che seguono tentano proprio questo: una visione dei decenni che ci aspettano estrapolata dai probabili sviluppi di tecnologie che promettono vere rivoluzioni. Le case intelligenti, il wireless (cioè la tecnologia dei servizi elettronici onnipresenti e ‘senza fili’), l’informatica pervasiva (con microprocessori persino nelle scarpe) e altri feticci del ventesimo secolo non saranno probabilmente il determinante dei decenni che verranno. La teoria che si intende portare avanti è che UNA SOLA tecnologia del ventunesimo secolo si svilupperà fino al punto da modificare ogni aspetto della vita dell’Uomo: l’ultravisione. Nel ventesimo secolo è nata la televisione, uno strumento che ci ha permesso esperienze che, non molti decenni prima, sarebbero state bollate come ‘magia’. La tv ha prodotto un formidabile innalzamento della cultura e della coscienza stessa dell’Umanità oltre a, come tante altre cose, incredibili quantità di ‘spazzatura’. L’evoluzione della televisione sarà l’ultravisione, una tecnologia che proporrà contenuti molto simili, ma con la enorme differenza che essa permetterà agli spettatori di ENTRARE nei propri canali, con una tecnica che ricorderà quella della realtà virtuale, anche se sarà una cosa estremamente diversa. Nel ventesimo secolo è nato anche questo concetto di simulazione di ambienti immaginari non esistenti nel mondo fisico, ma la tecnologia per realizzarli in modo convincente era ancora acerba, nel ventunesimo secolo tale tecnologia giungerà a simulare in modo perfettamente realistico qualsiasi ambiente fisico immaginabile e tale possibilità cambierà per sempre la vita di tutti gli Uomini. Cose che nei millenni precedenti hanno sempre richiesto infinito lavoro, o semplicemente non erano possibili, da ora in poi saranno immediate, ovvie, perfino banali. Basterà accendere il proprio ultravisore e letteralmente ENTRARE nel canale preferito. Tutte le produzioni che abbiamo sempre visto sullo schermo piatto delle nostre tv saranno disponibili in modo del tutto nuovo ed immersivo. Potremo non solo VEDERE, ma VIVERE le esperienze, le sensazioni, le avventure che ci hanno sempre interessato, emozionato, avvinto. Tale ‘liberazione’ delle aspirazioni umane, compresse per secoli, unita ad un eccezionale allungamento della vita umana, ancorché solo mentale, porterà ad una incredibile evoluzione della società. Tutte le filosofie, tutte le ideologie, tutte le cose che si sono sempre date per scontate (ad esempio l’idea di avere un solo corpo) saranno sconvolte. Nel ventunesimo secolo subiremo TUTTI una tale meravigliosa accelerazione e liberazione che ogni idea preesistente dovrà essere rivista e reinventata. La realtà virtuale di cui si parla in quest’opera, si badi bene, non è certo quella a cui ci si è abituati nel corso del ventesimo secolo. Il concetto sarà molto simile: l’immersione di un utente in un ambiente di sintesi che non esiste nella realtà fisica, ma la tecnologia, le attrezzature che si useranno e quindi l’esperienza che se ne trarrà, saranno del tutto rivoluzionarie. Per questo motivo da ora in poi non parleremo più di realtà virtuale, ma di ultravisione. Dovremo sempre ricordarci che la tecnologia di cui vedremo le meravigliose applicazioni potrà essere simile al vecchio concetto di realtà virtuale, ma sarà una cosa del tutto nuova, molto più vicina alla televisione, di cui infatti sarà l’evoluzione, che a quell’altra faccenda arcana e complicata di computer, sensori, caschi, tute e altre strane diavolerie. Mutuando uno slogan del recente passato: IL FUTURO SARÀ FACILE. Fin dal titolo, è bene che lo sappiate subito, quest’opera si pone in un’ottica partigiana: la visione del futuro dell’Umanità non è generica, ma fortemente determinata dal progetto Ultramundum. Tale progetto è un’invenzione dell’autore e si concretizzerà in una fondazione della quale sarà l’unico obiettivo. Le visioni del futuro che seguiranno saranno quindi descritte attraverso le suddivisioni in sottoprogetti di questo grande piano. Oltremondo (il nome italiano di Ultramundum) non è l’unica proposta possibile; se ne possono inventare infinite altre, con tutte le possibili sfumature. Il futuro, indipendentemente da che lo si realizzi come qui proposto o attraverso qualsiasi altro percorso, sarà comunque lo stesso. l’Ultravisione diventerà l’elemento dominante della vita di ognuno di noi, troppi e troppo grandi sono i vantaggi che ne deriveranno: la fine della guerra, la fine della fame, una formidabile elevazione del livello culturale di ogni Uomo, la fine della criminalità, l’allungamento eccezionale della vita umana, la fine dell’inquinamento, solo per citarne alcuni. Oltremondo è una proposta, la sua concreta attuazione ci farà raggiungere questi obiettivi molti decenni prima di quanto occorrerebbe se le tecniche necessarie fossero lasciate evolvere in modo autonomo e disordinato. Leggete quindi le pagine che seguono con occhio critico, dubitate pure, cercate le prove, non prendete nulla per sicuro. Se Oltremondo sarà realizzato come qui proposto quasi tutti i lettori potranno entrare nel futuro che sarà descritto, altrimenti occorrerà solo un po’ più di tempo, ma prima o poi le cose meravigliose qui raccontate indefettibilmente accadranno. Nei capitoli che seguono esploreremo insieme i concetti filosofici e tecnici che saranno il substrato delle prossime rivoluzioni, nonché tutti gli affascinanti (e divertenti) sviluppi che ne deriveranno, con le radicali modificazioni che produrranno nella vita di tutti. Nella seconda parte dell’opera vedremo come costruiremo il futuro, cioè le tecnologie che saranno necessarie. Coloro che affronteranno la prima parte con scetticismo siano fiduciosi: nella seconda metà di questo libro le tecnologie che si renderanno necessarie per tradurre in realtà le meravigliose, eccitanti fantasie della prima parte troveranno puntuale spiegazione. È ovvio che non tutto sarà spiegato nei dettagli, ma le tecniche generali, talvolta le specifiche singole caratteristiche, saranno esposte. Coloro che non hanno una preparazione tecnica sufficiente nelle svariate discipline che saranno chiamate in causa (elettronica, informatica, biologia, sociologia e tante altre) non si scoraggino: quest’opera è leggibile a vari livelli, ognuno può seguire il suo percorso. Tutti possono leggere questa prima parte e rallegrarsi delle meraviglie che ci aspettano, alcuni potranno seguire la seconda parte, ma non occorre che TUTTI la capiscano. Nondimeno vi invito a leggere ogni capitolo: ognuno di voi potrà trovare qualcosa di interessante e, spesso, comprensibile. Non occorre essere esperti di elettronica per contribuire al futuro dell’Uomo; anzi: gli artisti , i creativi, saranno i più necessari. Avanti dunque a tutti coloro che non capiscono, e mai vorranno capire nulla, di informatica: vostro è il futuro. Create, comunicate, inventate infiniti nuovi universi, tutti gli altri saranno con voi. Sarà eccitante e tremendo, ma siamo esseri eccezionali, tanto quanto le nostre idee, e saliremo con fermezza ed orgoglio questo ‘prossimo gradino della scala evolutiva’. L’ULTRAVISIONE La nuova tecnologia che renderà possibile il progetto Oltremondo è qualcosa che, pur partendo da una serie di elementi che ci sono già ben noti, si svilupperà in modo da diventare progressivamente sempre più importante e rivoluzionaria per la vita di tutti. Alla base dell’ultravisione ci sarà la simulazione di qualsiasi ambiente tramite un sistema elettronico che sarà sì un computer che si occuperà di generare ‘al volo’ tutte le immagini che vedremo, ma non assomiglierà a ciò che fino ad oggi si è visto. Il computer dell’ultravisore sarà del tutto invisibile, così come, ad esempio, la sezione elettronica di controllo dell’oscillatore di quadro di un televisore non ci è per niente visibile. Ogni tipo di ultravisione ci presenterà un insieme di effetti e di comandi quasi identici a quelli della televisione classica: niente desktop, icone, menu a tendina o altri concetti complicati. Ci saranno tre livelli di successiva evoluzione: Contenuti. Ultravisore e Ultravita. Il primo livello, quello dei Contenuti, ha già iniziato il suo sviluppo. Molte persone stanno già lavorando alla realizzazione del materiale che sarà disponibile in Oltremondo. I contenuti che saranno fruibili avranno infatti tutta una serie di peculiarità. Se è vero che l’ultravisione sarà l’evoluzione della televisione, è altrettanto vero che tutto il materiale già esistente in formato audiovisivo dovrà essere riscritto o quantomeno tradotto in un nuovo formato ultravisivo. Con l’ultravisione le persone potranno ENTRARE nei contenuti, potranno accedere ad un superiore livello di libertà. Si passerà dalla visione passiva, che resterà comunque possibile, all’esplorazione attiva, con vari livelli di interattività. Per entrare si intende, in questa fase, il fatto di poter guardare, sullo schermo di un apparecchio molto simile ad un televisore, qualsiasi parte di un ambiente. Invece di vedere sullo schermo solo quanto ripreso dal regista, poter guardare di lato ogni particolare che ci interessi, o in alto per vedere il cielo e così via, semplicemente premendo pochi tasti sul telecomando. Oltre al guardare ci si potrà anche muovere a piacere, proprio come se si fosse sul posto e si volesse, ad esempio, andare a vedere cosa c’è dietro una colonna. Pensiamo a tutti i contenuti realizzati per la televisione e per il cinema in ogni epoca, immaginiamo di poterci letteralmente entrare dentro, di poter esplorare ogni ambiente, ogni situazione, ogni trasmissione a piacimento. Ovviamente in alcuni casi tale esplorazione non avrà senso, si pensi ad esempio alle trasmissioni didattiche nelle quali sono visualizzati pannelli piatti con scritte o schemi: non sarebbe certo interessante poter ‘guardare dietro’ tali lavagne. La maggior parte dei film potrà invece diventare un’esperienza esaltante. Pensiamo a come sarà interessante potersi trovare sugli spalti del Colosseo durante le scene del film “Il gladiatore” o potersi trovare nell’arena a combattere. Poter voltare lo sguardo ed osservare il cielo della Roma di millenni nel passato, guardarsi attorno tra la folla e persino poter uscire a fare un bel giro nell’urbe! In moltissimi casi, anche senza impersonare il protagonista, anche solo ESSENDOCI, tante produzioni potranno essere fruite in modo del tutto nuovo. Per permetterci di entrare nelle scene i contenuti dovranno essere convertiti in un formato TRIDIMENSIONALE, dovranno passare dall’essere immagini piatte su di uno schermo all’essere mondi o porzioni di mondi in cui tantissime altre cose dovranno essere create per poter essere guardate, toccate, persino prese in mano, gustate, annusate. I contenuti già realizzati potranno essere tridimensionalizzati e tantissimi nuovi potranno essere realizzati da zero. Del resto, anche la televisione è partita dal cinema e ha poi prodotto materiali del tutto particolari. Un’altra importantissima caratteristica dell’ultravisione sarà la possibilità per chiunque di accedere a qualsiasi contenuto in ogni momento. Questo concetto è molto simile a quello del vecchio video-on-demand: mentre nella televisione classica le trasmissioni si susseguono in modo indipendente dal telespettatore, nel video-on-demand si voleva rendere possibile a chiunque la fruizione di uno spettacolo dal momento che più interessava. In pratica, invece di far partire un film per tutti alle 20:00, far partire una copia separata dello stesso film (o di qualunque altro) per ogni spettatore proprio nel momento in cui si fosse seduto davanti al televisore. Tale servizio non è mai decollato a causa di enormi problemi tecnici che sono analizzati dettagliatamente in un altro capitolo di quest’opera. Con l’Ultravisione potremo offrire un servizio ancora più sofisticato: non un film a scelta da una certa ampia ma limitata lista, ma TUTTI i contenuti ultravisivi saranno immediatamente disponibili a comando per chiunque. La precedente disponibilità di un canale per ogni utente che si trovi su Internet e riguardi pagine piuttosto statiche di informazioni si unirà all’immediatezza degli spettacoli audiovisivi. La differenza sostanziale è che i contenuti ultravisivi saranno COSTRUITI al momento dall’ultravisore, non RIPRODOTTI da registrazioni, questo permette un’enorme aumento della velocità di trasmissione e rende possibile l’avvio simultaneo di tantissimi canali, uno per ogni spettatore. Pensate a quante produzioni televisive esistono nel mondo, registrate e messe da parte in immensi archivi, a quante di esse potrebbero essere di vostro interesse e a come sia impossibile vederle nel momento voluto. Esistono canali della televisione satellitare dedicati ad argomenti specifici, come ad esempio Discovery channel che trasmette solo documentari, ma è quasi impossibile che parta la trasmissione sull’argomento che ci interessa in un dato momento, talvolta il palinsesto non la prevede per anni. Se, ad esempio, ci interessasse il gotico e volessimo vedere un documentario su questo stile particolare, credete che lo troveremmo? Nell’epoca di Internet non si pensa più di aprire l’enciclopedia, ma bensì di cercare sulla rete le informazioni. Sul gotico troveremmo molte pagine di testo, qualche immagine e probabilmente NESSUN filmato, in ogni caso nessuno ci PARLEREBBE del gotico. Con l’ultravisione potremo ricercare l’argomento ed assistere all’istante ad uno di molti documentari disponibili, con la possibilità di fermare lo spettacolo per ‘fare un giro’ tra i palazzi illustrati, con la voce narrante che ci seguirà fedelmente raccontandoci ogni cosa. Sarà una possibilità talmente rivoluzionaria che non si riescono nemmeno ad immaginare le infinite meravigliose applicazioni se non dopo averla ben ‘digerita’. Sarà l’unione degli elementi migliori di Internet e della televisione con in più l’esplorazione libera tridimensionale. Un’importante novità si renderà disponibile nel MODO in cui fruiremo delle informazioni. Con la televisione classica, ogni tipo di trasmissione culturale si è sempre avvalsa di una voce narrante che ci spiegava quello che andavamo a vedere; in ultravisione sarà lo stesso per tutte le parti in cui saremo introdotti in un nuovo ambiente o assisteremo a scene che si svolgeranno davanti a noi, nessuna differenza. Il reale vantaggio, da questo punto di vista, scatterà nel momento in cui cominceremo ad esplorare per nostro conto: non appena la nostra attenzione si poserà su qualsiasi oggetto, monumento o personaggio, la stessa voce ci dirà il suo nome. Potremo quindi attivare una descrizione breve, una lunga, un’analisi completa e così via. In pratica, mentre con la televisione classica venivamo trascinati in giro, con l’ultravisione sarà essa a stare pazientemente al nostro fianco, come una guida informatissima ed efficiente. Sarà una rivoluzione nel modo di fruire la televisione. Badate bene che queste saranno comunque possibilità AGGIUNTIVE, la fruizione base sarà quasi identica al metodo classico. Il vantaggio di vedere immagini generate ‘al volo’ da un computer, invece che proiettate da una pellicola immutabile, si noterà anche perché TUTTE le produzioni saranno automaticamente multilingue: ogni testo, ogni voce, non saranno REGISTRATE, ma bensì GENERATE al momento. Lo stesso varrà per ogni immagine ed ogni altro stimolo sensoriale. Visto che sarà il computer del nostro ultravisore a parlare, piuttosto che uno speaker registrato magari anni prima, sarà possibile ascoltare la STESSA trasmissione in OGNI lingua del mondo. I concetti da esprimere saranno registrati in uno speciale formato che sarà letteralmente tradotto e letto al momento dal singolo ultravisore. Basta con le pagine e pagine di testo di Internet di faticosa lettura, basta con la ‘dittatura del punto di vista del regista’, con l’Ultravisione saremo liberi e rilassati. I contenuti dell’ultravisione potranno essere anche molto diversi dalle trasmissioni televisive a cui siamo abituati. Per capire quali produzioni saranno realizzate possiamo guardare al mondo dei videogiochi; tanti prodotti di questo tipo propongono MONDI, più che spettacoli. Non appena si passa al tridimensionale, infatti, sorge spontanea l’idea di creare mondi da esplorare e nei quali far accadere le cose. Ecco che molti degli infiniti canali dell’ultravisione saranno veri e propri mondi paralleli, simili alla Terra in una qualche epoca della sua storia o del tutto di fantasia. In tali mondi si potranno fare esperienze di ogni tipo: avventure, guerre, esplorazioni, sport e altro ancora. l’Ultravisione permetterà di fare tutto questo da soli o in compagnia: entreremo in ogni canale, volendo, anche con altre persone, sconosciute o amici. Sarà molto bello esplorare con persone che apprezziamo, anche collegate da un’altra città, luoghi interessanti; sarà molto simile all’andare in vacanza tutti i giorni con gli amici in posti meravigliosi. Una delle caratteristiche che la televisione non ha mai avuto è quella della PERSISTENZA: molti dei canali di Oltremondo saranno mondi molto reali, in cui le cose andranno avanti anche senza di noi; quando ci ritorneremo troveremo che molti accadimenti sono avvenuti mentre non stavamo guardando. L’unica trasmissione abbastanza simile nel mondo della tv è stato “Il grande fratello”, discutibile quanto si vuole, ma che ha proposto un canale in cui c’era un piccolo mondo con le sue regole, che evolveva autonomamente, non era un film che poteva solo ogni volta ripartire da capo e svolgersi sempre uguale, non era uno spettacolo, era un ambiente in evoluzione, che lo si guardasse o no. In Oltremondo, con l’ultravisione, esisteranno infiniti canali in cui miriadi di mondi diversi saranno in evoluzione e ci appariranno come luoghi in cui recarci quando vorremo per farci ogni tipo di esperienze, volendo anche solo delle belle passeggiate. l’Ultravisione, quindi, partirà dal patrimonio di contenuti e paradigmi della televisione ed evolverà verso un tipo di spettacoli che diventeranno qualcosa di molto particolare e coinvolgente. L’importante è ricordarsi che ogni cosa, pur essendo simile a quanto già visto nella tv, potrà essere toccata ed esplorata a piacimento. La grande differenza con la televisione sarà infatti che la libertà dell’osservatore sarà grandemente maggiore: un documentario televisivo su Singapore, ad esempio, presenta una serie di sequenze registrate che ci portano in giro per la città secondo quanto voluto dal regista. Lo stesso documentario su Singapore, in ultravisione, ci porterà in giro, ma potremo in ogni istante decidere di svoltare a destra in un punto in cui il regista ha svoltato a sinistra e proseguire l’esplorazione per conto nostro. Ogni documentario su luoghi lontani sarà più simile ad una vacanza in quei luoghi che ad un filmato. Pensate alla meraviglia di poter esplorare, guidati o secondo il proprio estro, qualsiasi luogo, anche di fantasia, anche del lontano passato, proposto in qualsiasi canale ultravisivo. Lo sviluppo dei contenuti produrrà la necessità di migliorare l’esperienza dell’esplorazione. All’inizio ci dovremo per forza di cose limitare ad una visione molto simile a quella della televisione: uno schermo piatto dentro cui guardare e suoni da sentire. Il vantaggio dell’esplorazione libera sarà fin da subito disponibile, permettendoci di curiosare come e dove vorremo, ma l’immersione nell’ambiente non sarà perfetta. Per poter usare anche gli altri sensi (olfatto, tatto, gusto) dovremo avere un apparecchio molto diverso, un ultravisore, che ci ponga DAVVERO al centro della scena, che ci permetta di prendere in mano ogni cosa, di assaggiare i cibi e le bevande, di annusare il vento, di sentire il calore del sole sul viso. Tale apparecchio costituirà il secondo passo dello sviluppo del progetto di Oltremondo. La forma sarà probabilmente quella di un caschetto che proietterà le sensazioni direttamente nel nostro cervello. La fruizione su schermo piatto di ogni cosa sarà sempre possibile, ma tutti vorranno l’immersione completa nelle scene. Sarà molto più bello e coinvolgente trovarsi, quasi per magia, DAVVERO in ogni ambiente che si visiterà. La tecnologia per l’ultravisore sarà spiegata in capitoli successivi e sarà disponibile abbastanza presto (ci vorranno dai cinque ai quindici anni). Non appena l’ultravisore sarà disponibile per tutti, la tecnologia dell’ultravisione potrà dirsi davvero matura. Nasceranno contenuti ancora più particolari, ancora più adatti alle nuove possibilità. Si potranno finalmente fare le cose che si sono sempre sognate, qualunque esse siano. La fruizione dei contenuti ultravisivi segnerà un ‘salto di qualità’ nel momento in cui tutti cominceranno a comprendere che i mondi, più che gli spettacoli, diventeranno una concreta presenza, disponibile con la stessa facilità di un qualsiasi canale televisivo. Le persone cominceranno ad entrare nei canali di Oltremondo per VIVERE, non per divertirsi soltanto. La vita possibile nei canali che ci piaceranno sarà talmente intensa, migliore, più soddisfacente di quella fisica, da farci fare un enorme salto in avanti. I canali di Oltremondo diventeranno un modo alternativo e meravigliosamente soddisfacente di passare il nostro tempo, non GUARDANDO soltanto, ma FACENDO le cose. Diventerà più bello incontrarsi con gli amici in meravigliosi luoghi digitali, piuttosto che nella piazzetta del paese. Saranno sempre i nostri amici, saremo sempre le stesse persone, ma il mondo, anzi, i mondi, intorno a noi saranno eccezionalmente più belli e comodi. A questo punto l’Umanità si renderà conto che quasi tutte le cose che ha sempre desiderato saranno disponibili in Oltremondo, immediatamente e facilmente. Pensate a com’è difficile produrre ogni cosa nel mondo fisico e a com’è facile crearla in un canale ultravisivo: se piacerà la Ferrari 550, la si potrà avere molto facilmente, sarà digitale ma si potrà toccarla, salirci sopra e correrci in qualsiasi mondo. Sarà come e perfino più bello che averla nel mondo fisico, senza che ci sembri mai minimamente finta. Le infinite possibilità che si apriranno cambieranno in modo radicale l’Umanità e ogni aspetto della vita. Ognuno potrà avere tutte le macchine sportive che avrà sempre desiderato, si potranno possedere castelli, essere imperatori, impegnarsi validamente in qualsiasi sport. La maggior parte dei problemi che hanno sempre afflitto l’Umanità cominceranno a svanire. La criminalità, ad esempio, rapidamente non avrà più ragione di esistere: perché rubare qualcosa a qualcuno quando chiunque potrà avere OGNI cosa con il proprio ultravisore? Nasceranno infinite questioni etiche del tutto rivoluzionarie, una parte di esse verrà affrontata nei capitoli che seguono, dove troverete anche anticipazioni delle eccitanti possibilità che si apriranno. Dopo un certo periodo di sperimentazione, ci si renderà conto che l’unica reale limitazione diventerà la fragilità dell’esistenza fisica e la limitatezza della durata della vita umana. In Oltremondo potremo morire mille volte senza smettere davvero di fare esperienze. Quando il corpo fisico smetterà di funzionare, invece, sarà diverso. La terza fase del progetto Oltremondo permetterà, in un futuro più lontano, di allungare in modo formidabile la vita di ogni Uomo e di renderla meravigliosamente attiva ed utile per sé e per gli altri. Non diventeremo immortali, ma vivremo per moltissimo tempo e con pienezza. Quella di ognuno di noi diventerà davvero una vita lunga e prospera. Le tre fasi del progetto di Oltremondo si svolgeranno in modo molto tranquillo, con serenità. Ogni fase preparerà alla successiva ed ognuno di noi avrà tutto il tempo per adattarsi ai cambiamenti, che saranno comunque positivi e nella direzione di una maggiore libertà per ogni persona. Tutti potranno essere contemporaneamente utenti e protagonisti di ogni creazione, un periodo formidabile e bellissimo ci attende; vediamo quindi come sarà questo futuro… I CONTENUTI La nuova tecnologia dell’ultravisione non si affermerà finché non saranno disponibili nuovi contenuti in quantità sufficiente. Lo sviluppo stesso dell’ultravisore e quindi della possibilità di entrare veramente nei canali di Oltremondo sarà portato avanti con tanta più determinazione quanti più saranno i canali già disponibili, allo stesso modo in cui il successo di una consolle per videogiochi è stato determinato dal numero di titoli su di essa disponibili. I meravigliosi vantaggi di Oltremondo saranno chiari quando la seconda fase sarà pienamente realizzata ma negli anni che mancando al raggiungimento di questo meraviglioso obiettivo la prima fase, lo sviluppo dei contenuti, sarà non solo un necessario impegno ma una concreta possibilità di fruizione di nuovi prodotti e di ottenimento di eccezionali guadagni. Ogni canale di Oltremondo, infatti, sarà sempre fruibile con mezzi inferiori all’ultravisore. La necessità di potersi muovere in ambienti tridimensionali da esplorare con libertà potrà essere soddisfatta da qualsiasi normale computer e certamente speciali decoder saranno sviluppati per permetterne la fruizione con normali televisori. Tali apparecchi, chiamati anche set-top box, hanno la foggia di un normale videoregistratore e fanno da tramite tra il televisore e un nuovo servizio; le consolle per videogiochi sono apparecchi molto simili a quanto servirà. Fino ad oggi i set-top box sono stati sviluppati per permettere la navigazione su Internet ed hanno avuto incerte fortune. I canali in ultravisione non saranno noiosi e statici come le pagine Web, ma ambienti attivi, dinamici, ricchi di suoni e di musiche, la vera evoluzione della televisione. La tecnologia di Oltremondo, alla base dell’ultravisione, non solo consente l’esplorazione libera di ogni canale ma porta con sé un’altra interessantissima possibilità: la capacità di realizzare contenuti facilmente. Con la vecchia televisione è sempre stato piuttosto difficile girare un qualsiasi filmato: si dovevano cercare gli attori, poi le location, cioè i luoghi in cui ambientare le scene, poi i materiali di scena e così via. Solo chi non ha mai tentato di girare anche un semplice filmetto casalingo ignora quali immani difficoltà ci siano a tradurre in immagini una piccola sceneggiatura. Poniamo, per esempio, che si voglia girare una scenetta che si svolge in farmacia. La parola scritta ‘farmacia’ è sufficiente a rievocarci un’immagine mentale piuttosto nitida, ma quando si tratta di film, invece che di un romanzo o un articolo, le immagini mentali non bastano. Pensate a quant’è difficile anche solo trovare una farmacia che ci permetta di fare le nostre riprese: se non conosciamo nessun farmacista non ne convinceremo facilmente uno a ‘prestarci’ il suo negozio. Innanzitutto in orario diurno i negozi devono lavorare, poi, se non si è Fellini, le persone sono sempre diffidenti, magari temono si studino i locali per chissà quale losco affare. Poi si deve tener conto che i materiali per le riprese non si possono montare e smontare in pochi minuti. Ecco che sarebbe meglio avere un teatro, un luogo apposta dove ricreare la scena. Ma gli arredi di una farmacia costano. Se si monta una scenografia approssimativa il filmetto sarà davvero brutto. Emerge tutta la difficoltà delle produzioni televisive: non sembrano proprio affare semplice. Se invece i contenuti fossero immagini di sintesi (cioè generate da un computer ‘al volo’), come per l’ultravisione, non avremmo bisogno di riprendere alcun ambiente reale. La differenza è profonda. Con la televisione ed il cinema si fanno RIPRESE, cioè fotografie in sequenza, di ambienti fisici che devono faticosamente essere trovati e/o preparati; con l’ultravisione si DESCRIVONO ambienti che poi il sistema di visualizzazione dell’utente, o meglio: il computer che esso contiene, traduce in immagini generate al momento. È molto più simile allo scrivere un romanzo. Con l’ultravisione l’autore descrive cosa vuole sia visualizzato, al limite basta che dica ‘Farmacia’, e il sistema elettronico genererà le immagini inventandosi tutti i particolari. Per il momento non approfondiremo la tecnologia (chiamata Ultrapeg) che sta dietro questa rivoluzionaria possibilità, la vedremo nella seconda parte di quest’opera, ma essa è già stata definita. Con questa tecnica ognuno di noi può creare dei contenuti di ottima qualità per l’ultravisione. Non solo tali contenuti sono interattivi ed esplorabili liberamente, ma possono essere realizzati con enorme facilità. Allo stesso modo, produzioni culturali che fino ad oggi si sono dovute limitare ad una voce narrante e schizzi o quadri bidimensionali fatti ‘scorrere’ sullo schermo potranno finalmente diventare davvero avvincenti. La difficoltà nel ricreare ambienti particolari, come una città nel quattordicesimo secolo, ha sempre portato a compromessi tecnici piuttosto deludenti. Non essendo disponibile la città dell’epoca per farvi le riprese, si è sempre optato per quadri, incisioni e disegni d’epoca. In questo modo le produzioni culturali sono sempre state piuttosto noiose. La vita di un artista, uno scienziato o altro personaggio, è sempre stata illustrata con quadri o fotografie della persona, variamente ripresi. Con l’ultravisione potremo fare cose meravigliose. Quando si parlerà di un personaggio particolare potremo proporre le città in cui è vissuto, il suo studio, il suo laboratorio e così via. Essendo in ultravisione, ognuno di questi ambienti potrà essere esplorato dall’utente in completa libertà. Se egli lo vorrà, potrà uscire dal laboratorio e farsi un giro nella città in cui esso si trovava per vedere com’era l’ambiente in cui è vissuto il personaggio. Tutto il lavoro di creazione dei contenuti accessori, come ad esempio la Parigi del tredicesimo secolo, non sarà svolto dall’autore del documentario sulla vita del personaggio, ma sarà già disponibile perché realizzato dalla Fondazione. Oltremondo sarà un ambiente di lavoro cooperativo ed ogni contenuto potrà liberamente fare riferimento ad altri per permettere all’utente un’esplorazione completamente libera. Questa è un’altra interessante peculiarità dei contenuti ultravisivi: essi non sono prodotti ‘stagni’, con un inizio e una fine, senza possibilità di uscita. Ogni produzione ultravisiva potrà fare riferimento a qualsiasi altra, senza soluzione di continuità. Ogni utente potrà seguire il percorso tracciato o suggerito dall’autore ma potrà in ogni momento esplorare altri punti di suo interesse o addirittura partire verso nuove direzioni. Un qualcosa di molto simile allo ‘zapping’ con il telecomando, ma molto più vicino ad un’esperienza intellettuale che a quella meccanica della televisione. Lo sviluppo dei contenuti ultravisivi sarà così facile da portare ad un’esplosione dei canali disponibili e ad un grande aumento della qualità degli stessi. Con la televisione si sono prodotti milioni di ore di ‘tv spazzatura’, contenitori per la pubblicità senza grandi significati. Con l’ultravisione i paradigmi commerciali noti potranno essere ancora applicati, ma ne nasceranno altri del tutto nuovi, soprattutto la qualità delle produzioni aumenterà. Sarà molto bello scoprire le meraviglie della storia dell’Uomo, dell’arte e della scienza, in un modo avvincente, spontaneo, coinvolgente e meravigliosamente nuovo. Tutti questi nuovi contenuti saranno sviluppati nei prossimi anni e costituiranno la base per la realizzazione della fase due, l’ultravisore, che ci permetterà di entrare davvero in essi. l’Ultravisione è il primo esempio di contenuti che PRECEDONO la tecnologia che li visualizzerà, sarà come se si fossero realizzati i telefilm, gli spettacoli e i telegiornali molti anni prima di avere il televisore. Negli anni che ci separano dalla fase successiva l’ultravisione , ancorché fruita in modo non perfetto, sarà comunque un business. La possibilità di creare nuovi contenuti immediatamente utilizzabili, ancora più avvincenti con il passare degli anni grazie al progresso delle apparecchiature elettroniche, farà nascere un nuovo grande mercato. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i contenuti ultravisivi non saranno pellicole con successioni di immagini da trasmettere, ma ambienti completi, sempre disponibili, inviati ad ogni utente singolarmente tramite la rete Internet. Si realizzerà così un qualcosa di simile al vecchio concetto di ‘video on demand’, cioè la possibilità di far partire il proprio film nel momento in cui più ci piaccia. Ogni canale di Oltremondo sarà un’avventura che potrà partire solo per noi nel momento in cui più ci piacerà. Pian piano le produzioni si sposteranno sempre più verso la creazione di mondi interi nei quali vivere avvincenti avventure da soli o con altri, qualcosa di molto simile ai videogiochi. In questi canali le cose andranno avanti autonomamente ed allora potremo collegarci nel momento che vorremo ma vedremo cosa starà succedendo, senza possibilità di essere ‘padroni del tempo’. In tali canali vivremo storie insieme ad altre persone, persino realizzazioni di imperi, di esplorazioni infinite, di commerci, di avventure di ogni tipo. Tali canali saranno come i videogiochi classici, semplicemente immensamente più grandi e più belli. Lo sviluppo di sempre nuovi contenuti per l’ultravisione dovrà rivolgersi a formule già affermate sui media che l’hanno preceduta. Una sorgente di ispirazione sarà ovviamente la televisione; la maggior parte dei programmi tv potranno essere convertiti nel nuovo formato senza troppi problemi. L’altra fonte di ispirazione saranno i videogiochi. La diffusione di mondi digitali per l’intrattenimento ha iniziato uno sviluppo vorticoso alla fine del ventesimo secolo e ha creato nuovi generi. Le tecniche cinematografiche, caratteristiche di persone che hanno sempre lavorato nell’audiovisivo, non hanno filtrato molto nel mondo dei videogiochi. La barriera è sempre stata quella della sostanziale differenza nel modo di fruizione dei due tipi di contenuti: immediata, di massa e spesso ‘in diretta’ della televisione; registrata, spesso singola e quasi sempre ripetitiva nei videogiochi. La diffusione della tecnologia dell’ultravisione permetterà di unire tutte queste caratteristiche. In tal modo assisteremo alla nascita di contenuti costituiti da mondi veri e propri in cui le cose accadono nel momento stesso in cui l’utente si collega e dove egli trova che l’ambiente è ‘in diretta’, essendosi evoluto autonomamente dall’ultimo collegamento. I controlli possibili, i metodi per interagire e per comunicare con gli altri utenti, saranno tutti derivati dalle soluzioni elaborate nel mondo dei videogiochi. Se l’industria dell’home video , quella del cinema e quella dei videogiochi sono state tra le principali e con il più alto tasso di sviluppo negli ultimi anni, pensiamo a cosa sarà la somma delle tre! Con la tecnica proposta in quest’opera e descritta compiutamente nei capitoli che seguono, ogni persona potrà essere non solo un utente ma anche un AUTORE di contenuti ultravisivi. Il fatto che tutti gli oggetti dell’ultravisione saranno una sorta di ‘mattoncini di un gioco di costruzioni’, liberamente utilizzabili da chiunque, libererà il potenziale creativo di milioni di persone. Letteralmente chiunque potrà realizzare degli ambienti ultravisivi, per gioco o sul serio. Un nuovo modello di lavoro si affermerà, proprio in questo settore che, come abbiamo visto, raggiungerà dimensioni importantissime: il modello cooperativo. Con questa metodica, il lavoro di ogni autore non è confinato all’interno delle sue realizzazioni, ma può essere riutilizzato da tutti. Le fasi più pesanti dello sviluppo di nuovi contenuti saranno rese semplicissime: non si dovrà più lavorare moltissimo, con l’aiuto di tante persone, per ricreare qualsiasi scena. Ogni persona che desidererà produrre una storia ambientata in qualsiasi luogo, reale o di fantasia, potrà ottenere un risultato di ottimo livello anche solo con le proprie forze. Inquadrature impossibili con i vecchi metodi diventeranno persino banali. Pensiamo a come sia difficile, ad esempio, riprendere un’automobile che sfreccia su un lungomare, ponendosi da un punto di vista cento metri al largo della costa e quaranta metri al di sopra del mare. Tali riprese hanno sempre richiesto la costruzione di impalcature costose o il noleggio di elicotteri. In mondi sintetizzati dai computer degli ultravisori, invece, si potrà porre lo spettatore in qualsiasi posizione e fargli compiere ogni tipo di evoluzioni. Vi è un numero enorme di contenuti da rendere ultravisivi: tutti i film, tutti i documentari e ogni tipo di produzione del passato che si presti a tale evoluzione. Oltre a quanto già prodotto, esistono moltissimi argomenti che non sono mai stati affrontati in modo esauriente per le limitazioni dei media disponibili. Si pensi, ad esempio, a tutti i documentari ultravisivi che sarebbero possibili sulle epoche del passato: anche solo l’antica Roma costituirebbe una meravigliosa, lunghissima esperienza. Quasi nessuna produzione audiovisiva classica ci ha mai rappresentato in modo scientificamente corretto una giornata all’epoca di Augusto. Con l’ultravisione creeremo la città di Roma dell’epoca augustea nella quale si potrà andare in giro, guardandosi attorno, persino parlando con i passanti. E come Roma lo stesso avverrà per ogni altra città del mondo in ogni epoca. Pensate a come sarà eccitante poter passeggiare tra le grandi piramidi in Egitto, tra un tempio ed un altro. l’Ultravisione ci permetterà anche di chiedere, con la pressione di un semplice tasto, la descrizione di qualsiasi oggetto staremo vedendo. Sarà interessantissimo poter saper tutto di ogni statua, di ogni affresco, di ogni edificio. l’Ultravisione non sarà assolutamente simile alle vecchie enciclopedie multimediali. Nel momento in cui chiederemo una qualsiasi spiegazione, infatti, essa ci sarà data da una gradevole voce, non tramite un riquadro con del testo da leggere. Ogni nostra domanda avrà una risposta tramite una bella voce, della musica e delle immagini in movimento. C’è un numero infinito di giovani con tanta voglia di creare meravigliose storie ed avvincenti avventure, ma fino ad oggi hanno quasi sempre dovuto tenere a freno la loro fantasia. Se si leggono riviste di qualsiasi settore si nota quanti siano i contributi per qualsiasi tipo di contenuti. Con gli strumenti attuali solo pochissimi possono consacrarsi a questa attività e ricavarne di che vivere. Con la tecnologia dell’ultravisione si apriranno enormi spazi del tutto nuovi in cui creare ogni sorta di contenuti e nascerà una tecnologia per lo sviluppo di essi del tutto rivoluzionaria. Ogni essere umano potrà esprimersi, creare mondi meravigliosi e divertenti per sé e per gli altri. Ognuno di noi con l’avvento dell’ultravisione potrà fare esperienze del tutto incredibili o ripercorrerne di già fatte ma da un nuovo punto di vista. La fase dello sviluppo dei contenuti per l’ultravisione sarà eccitante e meravigliosa, alla fine saremo tutti più ricchi di possibilità. Alla fine della prima fase dello sviluppo dei contenuti realizzeremo l’ultravisore, con il quale potremo entrare in essi con un livello di immersione totale. Ci sembrerà di ESSERE nei luoghi che prima avremo visto ed esplorato a piacere, potremo annusare, toccare, gustare tutte le cose che fino a quel momento avremo solo visto e sentito. Tali possibilità porteranno alla più incredibile rivoluzione che abbia mai colpito il genere umano. Se le meravigliose novità della prima fase dell’ultravisione vi hanno ingolosito, la rivoluzione che si scatenerà quando la seconda fase quella dell’ultravisore, inizierà vi sconvolgerà positivamente. Quando tutti parleranno delle meraviglie dell’ultravisione voi saprete che esse saranno solo il necessario prologo alla più grande rivoluzione sociale, economica, culturale, politica e mentale della storia dell’Umanità. Questa seconda fase e soprattutto le incredibili possibilità che ci offrirà sono descritte nei capitoli che seguono… COME FUNZIONERÀ OLTREMONDO In questo capitolo cominceremo a vedere COME si realizzeranno le meraviglie che ci aspettano. Scopriremo come la tecnologia della realtà virtuale si evolverà in un qualcosa del tutto diverso da quello che si è visto alla fine del ventesimo secolo: l’ultravisione, evoluzione della televisione e soprattutto l’ultravisore. Dopo tale definizione non parleremo più di quella vecchia tecnica, potrebbe essere fuorviante, ma in questo capitolo dobbiamo analizzarla per capire cos’era davvero. Innanzitutto definiamo cosa si intende per realtà virtuale: un complesso di tecniche tese alla creazione di ambienti artificiali che non esistono altro che nella memoria di un sistema di computer. Tali ambienti, variabilissimi in base alla fantasia o necessità degli sviluppatori, vengono poi riprodotti con svariate tecniche in modo il più possibile realistico, cercando di far credere all’utente che egli è DAVVERO nell’ambiente artificiale, che percepisce quindi come una realtà. Tutte le realizzazioni della realtà virtuale hanno sempre deluso coloro i quali credevano che si potesse fare come nei film di fantascienza: vivere in un mondo simulato che sembrasse a tutti gli effetti come quello vero. Ciò è impossibile con i mezzi finora impiegati; vediamo come mai. Si distinguono due tipi di realtà virtuale: immersiva e non immersiva. Quella immersiva è la più completa, essendo l'altra niente di più che un'immagine interattiva sul monitor di un computer, eventualmente tridimensionale mediante l’uso di opportuni occhialini. La realtà virtuale immersiva prevede l'uso di speciali caschi che proiettano un'immagine leggermente diversa per ogni occhio, creando una visione stereoscopica, cioè tridimensionale. In questi caschi si trovano cuffie che generano un suono detto olofonico, cioè anch'esso tridimensionale. Il casco ha dei sensori di movimento in modo che, se si gira la testa, l'immagine che vediamo si muove sugli schermi che abbiamo davanti agli occhi in modo naturale, dandoci l'impressione di guardarci realmente intorno nel mondo simulato. Se guardiamo in basso vedremo rappresentato il prato, se guardiamo in alto il cielo, se di lato gli oggetti che lì si trovano. In pratica, il mondo artificiale scorre davanti ai nostri occhi nella direzione contraria a quella in cui muoviamo lo sguardo, proprio come nel mondo fisico, con perfetto sincronismo. Possiamo poi indossare uno o più guanti, detti dataglove, che rilevano il movimento delle dita e fanno compiere gli stessi movimenti ad una mano virtuale che vediamo nel mondo simulato mediante la quale possiamo interagire con esso. I modelli più avanzati di questi aggeggi possiedono piccoli motori che frenano le nostre dita nel guanto in modo che, se afferriamo per esempio un oggetto solido, sentiamo la resistenza alla pressione. I modelli di simulatore più esoterici hanno anche una tuta da indossare che ci può dare varie sensazioni in parti del corpo. Per evitare che l'utente cammini come un sonnambulo e vada a sbattere contro un muro o magari sia strattonato dai cavi quando supera la loro lunghezza, si sono realizzati dei trabiccoli che sospendono il corpo in aria al centro di stilose strutture di metallo. Questo è tutto, e più di così difficilmente si otterrà. Sono stati realizzati vari software che producono mondi simulati in cui fare qualcosa con la realtà virtuale; per la maggior parte sono penosi esercizi di estetica non interessanti, con muri di colori omogenei e suoni falsamente 'spaziali'. Noia e niente da fare. Negli ultimi anni si sono sviluppate molte utili applicazioni, specialmente nel campo dell’industria, del design e dell’architettura, ma molto poco di valido per l’intrattenimento o la didattica. Andiamo molto meglio con i videogiochi 'in soggettiva', dove sul monitor del computer o sul televisore collegato alla consolle vediamo, come da una telecamera sulla nostra testa, un mondo ben simulato. In questi giochi possiamo correre, saltare, camminare o nuotare, spesso sparando a tutto quello che si muove. Tali realizzazioni sono da usarsi con un comune computer o consolle, quindi monitor e tastiera, nessuna immersione ma tutto è molto divertente. Per guardarsi intorno nel mondo del gioco si usa di solito il mouse, spostandolo avanti si guarda in alto, di lato si osserva cosa c’è su quel lato e così via. Per muoversi avanti si preme di solito la ‘freccia su’ della tastiera e così per tutti gli altri movimenti. I videogiochi ben fatti non sono realizzati per le bardature 'immersive' perché gli attrezzi visti prima costano centinaia di migliaia o addirittura milioni di dollari, la gente non può certo averli. In ogni caso, anche con eccezionali aggeggi addosso, proprio nessuno può credere nemmeno per un istante di essere DAVVERO in un mondo reale. Il problema è che tutti questi sistemi cercano di stimolare in modo meccanico i nostri sensi, che sono molto più raffinati e colgono l'inganno. Se si cammina appesi in aria, ad esempio, non si sente la pressione del proprio corpo sul terreno quando si appoggia un piede e si capisce subito che si sta sgambettando stupidamente. Si potrebbe ovviare con un costosissimo pavimento mobile ma dovrebbe potersi muovere in tutte le direzioni, dato che il soggetto potrebbe decidere di svoltare di lato in qualsiasi istante. Come sarebbe poi possibile simulare vari tipi di terreno? Come potremmo mai rendere la sensazione dell'erba sotto i piedi, delle onde che ci accarezzano le caviglie, del calore che sale da una via di New York in pieno Agosto? E questo solo per i piedi, per il resto del corpo è ancora peggio. Se vogliamo creare mondi digitali che sembrino perfettamente veri, con tutte le sensazioni della vita e magari altre che ora sono impossibili occorre creare qualcosa di nuovo, occorre l’ULTRAVISIONE. Chiediamoci qual è la parte più importante del nostro corpo, chi dobbiamo 'ingannare'. Il cervello, è ovvio. Se riuscissimo a mandare le sensazioni direttamente al cervello, saltando gli organi di senso, allora potremmo davvero creare qualsiasi ambiente, qualsiasi sensazione. Tutti i sensi sarebbe coerenti, se sento qualcosa col piede quadra con la pelle del polpaccio e con la vista, l'olfatto e così via. Con un computer abbastanza potente che conosca il mio schema mentale di ingresso, potrei ricevere l'immagine sensoriale di un mondo continuamente aggiornata, coerente e nitida. Sarebbe perfetto, e indistinguibile da un'esperienza fisica. Ma c'è di più: lo stesso sistema potrebbe rilevare i comandi in uscita dal cervello verso i muscoli del corpo e far così muovere il mio corpo simulato nel mondo virtuale con incredibile naturalezza. Sarei io, o qualsiasi altro essere volessi diventare, mi sentirei lì, presente, VIVO. Lo stesso sistema dovrebbe occuparsi di attenuare o azzerare i comandi in uscita dopo averli rilevati, in modo che il mio corpo fisico, comodamente sdraiato o seduto, non si muova in modo sconclusionato e davvero poco elegante. Questa attenuazione si può ottenere inviando ai nervi motori un segnale uguale ed opposto a quello rilevato o stimolando un’apposita area del cervello che normalmente funge da interruttore per evitare eccessivi movimenti durante il sonno. Tutto questo ovviamente dovrà essere perfettamente reversibile e scollegabile senza il benché minimo danno in qualsiasi momento. Per il momento non parliamo del funzionamento dell’ultravisore, un apparecchio probabilmente con la forma di un caschetto, che sarà necessario, lo vedremo più avanti nei capitoli della seconda parte dove tutto verrà spiegato. Per ora soffermiamoci sulle meravigliose realizzazioni che diventeranno possibili. MONDI SENZA FINE Immaginate mondi in cui potete volare, essere istantaneamente a Parigi e il momento dopo a New York o su una sperduta isola della Polinesia. Immaginate mondi in cui potete vivere come un attore di uno qualsiasi dei film prodotti fino ad oggi e di qualunque a venire. Un mondo medioevale, un mondo primitivo, un mondo di Star Trek, un mondo come il nostro ma in cui non si debba mai soffrire la fame, la sete, il caldo, il freddo, nessun disagio. Immaginate l'affrancamento da quasi tutte le malattie, poter avere qualsiasi corpo, essere un animale, un albero, il vento o altre sensazioni che ancora non hanno nome. Infinite possibilità espressive, qualsiasi arte a vostra disposizione, tutto lo scibile umano come se aveste studiato attentamente tutti i libri del mondo, infiniti giochi, piaceri, idee. Una quantità illimitata dei migliori vini di tutti i tempi, cibi strepitosi e la possibilità di mangiarne quanto volete senza ingrassare. Sembra il paradiso? Non è per questa vita? Invece vi dico che è possibile, si può fare, possiamo arrivarci lavorando insieme. Non è più difficile di quanto lo sia stato andare sulla Luna, possiamo averlo e nell'arco della nostra esistenza! La fondazione Ultramundum ha come scopo lo sviluppo dei sistemi elettronici e software per la creazione di un universo digitale contenente l’attuale cosmo conosciuto ed infiniti altri mondi in cui l’Uomo possa vivere esistenze del tutto simili a quella fisica ma senza alcune o nessuna delle sue limitazioni. Oltremondo sarà un universo di mondi, ognuno con proprie caratteristiche, come i tanti canali della televisione satellitare. Più che di mondi si tratterà di veri e propri universi paralleli, ognuno avrà una diversa estensione che potrà anche essere infinita. Così avremo un canale che consisterà unicamente di una sola isola sospesa in un mare di nuvole e altri che si potranno esplorare all'infinito con stelle, galassie, nebulose, ammassi globulari e buchi neri, ma senza la noiosa limitazione della velocità della luce. Quanti canali saranno realizzabili? Un numero infinito, che aumenterà alla stessa velocità dei siti Internet, ogni persona potrà aggiungere il proprio e dotarlo di tutte le caratteristiche che vorrà. Esisteranno sistemi di sviluppo, semplici ma potenti, con i quali chiunque potrà creare un nuovo universo aggiungendo e modificando qualsiasi elemento; nel proprio universo si potrà essere soli in mezzo ad una natura bizzarra e meravigliosa oppure invitare gli amici, come si fa con la propria casa. Come ci si potrà collegare? La Fondazione svilupperà un apparecchio, l’ultravisore, che probabilmente avrà la foggia di un caschetto, del costo di un normale videoregistratore, con il quale ogni essere umano potrà entrare in Oltremondo. Non appena si indosserà il caschetto e lo si attiverà, la realtà fisica sparirà e ci si ritroverà nel canale di partenza prescelto, come se si fosse varcata una porta e si fosse entrati in un nuovo ambiente. Il nostro corpo fisico resterà comodamente sdraiato o seduto, mentre la nostra mente inizierà a muoversi con il corpo digitale che avremo scelto, e che comanderemo nello stesso identico modo di quello fisico. La sensazione sarà come quella del chiudere gli occhi, poi riaprirli e trovarsi in un altro luogo, perfettamente a proprio agio e con una normale sensazione di realtà. In qualsiasi momento lo si vorrà si potrà, con un semplice comando (ad esempio dicendo a voce alta ‘USCITA’), spegnere l’apparecchio e ritrovarsi nel corpo fisico, togliersi il caschetto ed andare via, come si fa quando si spegne il televisore. L’uso del caschetto non produrrà alcun effetto collaterale, lo si potrà usare per il tempo che si vorrà senza alcuna imposizione e diverse persone, per esempio un’intera famiglia, potranno collegarsi nello stesso momento, ognuno con il suo caschetto, per esplorare insieme nuovi mondi (come per la televisione). Oltremondo avrà un mondo centrale, comodo punto di partenza per qualsiasi altro canale, perfetto e confortevole. Il mondo centrale sarà una meraviglia di architettura e natura selvaggia, il meglio di tutte le epoche dell'Umanità. Qui ognuno potrà comodamente studiare tutti i mondi a disposizione, il clima sarà perfetto e regolato singolarmente sulle esigenze di ognuno. In un gigantesco 'atrio partenze' si potrà scegliere la propria destinazione in totale libertà. In caso di non gradimento si potrà sempre tornare in qualsiasi istante al mondo centrale dove si sarà certi di trovare un ambiente confortevole, sicuro e rilassante. Infiniti spazi variamente arredati sul gusto di ognuno permetteranno di discutere delle caratteristiche di ogni canale con altre persone che ci sono già state o che lo hanno creato. Nel cuore del mondo centrale si ergerà la stele di granito che recherà incisi i nomi dei Fondatori di Oltremondo, ad imperitura memoria; voi potrete essere uno di essi. I vari canali disponibili dovranno essere in qualche modo suddivisi ed organizzati per facilitare la scelta. Questa importante decisione, come tutte le altre di Oltremondo, sarà stata presa dall'assemblea dei Fondatori, coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell'Idea. Vedremo più avanti il tipo di democrazia di Oltremondo e come tutti saranno coinvolti nelle decisioni importanti che occorrerà prendere. Si può qui solo accennare ad una possibile organizzazione che sembra logica ed efficace, la decisione finale spetterà all'Assemblea. Una prima distinzione importante dovrà essere tra i canali condivisi e quelli individuali. Un canale condiviso è un universo digitale in cui gli esseri intelligenti presenti sono i corpi digitali di persone vere il cui cervello pilota il corpo di sintesi. In un tale universo vigono leggi sociali molto simili a quelle del mondo fisico: non tutto è permesso, la vostra libertà personale finisce dove inizia quella degli altri. I canali condivisi possono essere 'puri' o ibridi. In un canale ibrido non tutti gli esseri intelligenti sono proiezioni di cervelli umani, alcuni possono essere robot pilotati dai computer, magari per fare le comparse. I canali individuali sono mondi in cui TUTTI gli esseri viventi presenti sono robot generati dai computer. In un tale canale si è l'unico essere umano e quindi tutto ci è teoricamente permesso. Un tale canale non è così interessante come quelli condivisi ma può essere molto divertente. I canali individuali diventeranno ciò che oggi è la televisione, strumenti di svago e di evasione. La vera vita si svolgerà sicuramente nei canali condivisi, con maggiori responsabilità e maggiori interessi. Fra i canali condivisi i primi tre dovranno essere speciali: il primo sarà 4DGea, la copia PERFETTA del mondo fisico, con aggiornamenti istantanei di tutte le sue parti in modo da riflettere il più precisamente possibile il vero stato di ogni punto del nostro vecchio mondo. In questo canale si potrà essere spettatori passivi, sorta di fantasmi che potranno in alcuni casi anche passare attraverso i muri ma non riusciranno a muovere nemmeno uno spillo. Per ragioni di privacy, però, certamente non tutti i muri potranno essere varcati! Se si vorrà interagire con il mondo fisico si potrà prendere a noleggio un robot meccanico che, anche se goffamente, ci potrà permettere un’interazione con la realtà. Questi robot saranno disponibili nelle maggiori città della Terra e saranno noleggiabili come si fa oggi con un tassì. Un tale servizio ci permetterà una sorta di semplice teletrasporto permettendoci di essere in ogni punto della Terra istantaneamente; questo solo servizio già giustificherebbe il progetto Oltremondo. Il 4D del nome indica che oltre alle tre dimensioni normali esisterà la possibilità di muoversi lungo la quarta dimensione: il tempo. Potremo così esplorare la Terra in uno qualsiasi dei sui periodi passati, ricostruita nel più fedele dei modi. Il secondo canale, 4DGea+, sarà la copia perfetta del mondo fisico ma con alcune personalizzazioni. In essa non dovremo soffrire il caldo se, per esempio, attraverseremo un deserto sotto il sole. Nel secondo canale le sensazioni del mondo fisico saranno attenuate e migliorate per renderlo molto più confortevole di com'è ora o di com’è stato in ogni tempo. Sarà anche possibile volare ed esplorare la Terra come mai si potrebbe nel mondo reale. Il terzo canale infine, virtual Gea, sarà come il secondo ma permetterà un’interazione che ci metterà in grado di modificare il mondo e spostare qualunque oggetto. In questo modo si potrà prendere in mano o manipolare le cose che ci interesseranno per esaminarle meglio. Ovviamente una tale interazione modificherà lo stato di virtual Gea facendolo differire da quello della Terra fisica dell’epoca e pertanto ogni persona o gruppo di persone partirà da una copia del mondo e in quella copia potrà operare facendola alla fine differire anche significativamente dal mondo fisico. Questi tre mondi condivisi saranno necessari per avere sempre un'immagine personale ed esplorabile della realtà fisica e come punto di partenza per i neofiti che vorranno prendere contatto con le enormi possibilità di Oltremondo partendo da punti di riferimento esistenti e ben conosciuti. Nei primi tre mondi, infatti, ognuno ritroverà la propria casa del mondo fisico, perfettamente uguale in ogni dettaglio, ritroverà la sua città, la sua auto e così via. Il vero divertimento, la grande meraviglia, inizieranno con i mondi successivi. I sistemi di sviluppo consentiranno di partire da qualsiasi mondo esistente, la Terra fisica ad esempio, e modificarlo come si vuole. Esisteranno canali condivisi per ogni tendenza umana, esistente o di là da venire. Il canale nudisti consisterà di un intero universo dove non esistono i vestiti, il canale dell'Amore conterrà solo persone in perfetta armonia e felicità, il canale della guerra permetterà di prendere parte alle più grandi battaglie senza farsi alcun male ed essendo lo stratega, il soldato, il colonnello, il comandante di portaerei o di una legione. Ogni tendenza potrà essere espressa e soddisfatta con infinite sfumature e variazioni. Infiniti saranno i canali dedicati alla fantascienza, a cominciare da innumerevoli mondi di Star Wars, Star Trek con Federazione dei pianeti uniti, Klingon, serie classica e altri (se non conoscete già questi elementi ‘classici’ sarà ancora più divertente scoprirli personalmente). Ci starete già pensando... il sesso. Il sesso è argomento di un capitolo più avanti ma ovviamente TUTTO sarà possibile, a cominciare da un mondo individuale pieno dei partner che desideriamo, tutti desiderosi di compiacerci. Pensate ad un mondo dove potete fare una capatina a vedere l'alba nella savana del giurassico, tra dinosauri incredibili e profumi mai sentiti, saltare per l'ora di pranzo nella Roma dei Cesari, aggirarvi per la Suburra e il Foro, pranzare in una Taberna per poi controllare l'avanzamento della nuova stazione spaziale in vetro che state realizzando in orbita attorno al pianeta dei campanelli e poi finire con una deliziosa cenetta a lume di candela in un ristorante della Parigi dell'800 in compagnia di Cleopatra che ammirerete trasportando il vostro tavolo sulla cima della Tour Eiffel a mezzanotte, onde godervi il fresco venticello della primavera francese, a 300 metri di altezza sulla Ville Lumiere... I canali immaginabili non hanno limiti, tutto diventerà possibile, grandiose architetture saranno realizzate, edifici prima impensabili potranno stare in piedi e sfidare il cielo. Esplorare pianeti lontani o remote civiltà della Terra perfettamente riprodotte da eminenti studiosi sarà alla portata di tutti. Chi non vorrebbe provare la vita di ogni giorno dell'antico Egitto? Potremo passeggiare tra le piramidi ed i templi di Karnak vedendoli nell'antico splendore, coperti di marmo e pietre meravigliose. Potremo essere Sandokan, o Janez, il corsaro nero o qualsiasi personaggio di qualsiasi libro scritto o ancora da pensare. Chi ha sempre sognato di essere un campione di basket sarà il migliore, il più veloce, il più osannato. Hai un sogno? Esso sarà vero, vivo, esattamente come lo hai sempre immaginato, perfino migliore. Vuoi visitare un qualsiasi luogo della Terra, dello spazio o del tempo? Ci sarai istantaneamente. Vuoi un mondo di mucche parlanti ? Crea la tua pazzia. GLI ULTRANAUTI Occorre una definizione per coloro che si avventureranno nei canali di Oltremondo, Ultranauti sarà un termine adatto. Gli ultranauti si collegheranno con i metodi più vari alla rete e godranno di possibilità diverse a seconda del tipo di connessione; si andrà da coloro che disporranno di un semplice personal computer con schermo e mouse fino a quelli che saranno completamente immersi grazie all’ultravisore. Gli ultranauti potranno accedere ad ogni canale con due modalità: esclusiva o condivisa. Infatti, non solo ogni canale potrà proporre la connessione in cui l’utente è l’unico essere vivente dell’ambiente oppure quella ‘a mondo pubblico’ in cui incontrare altre persone, ma il singolo collegato potrà scegliere la modalità che preferisce. Nel caso del 4Dgea, ad esempio, ogni ultranauta si collegherà in modalità condivisa e in ogni punto della Terra troverà altre persone pertinenti all’epoca ricostruita mescolati ad altri come lui. Sarà possibile distinguere gli ultranauti dalle ‘comparse’ relative all’epoca visualizzata grazie ad un indicatore visivo che ci segnalerà a colpo d’occhio se la persona è un collegato. Tale artificio potrebbe essere una brillante spilla che ognuno potrà scegliere come indossare ma che sarà del tutto obbligatoria. In caso non si intenda interagire con gli altri oppure si voglia vedere solo le persone dell’epoca, con un semplice comando si disabiliterà la visualizzazione degli altri ultranauti. In una tale modalità anche noi spariremo alla vista degli altri ed in pratica ci ritroveremo in una copia del mondo per noi soltanto. Tale modalità non sarà facilmente reversibile in caso di mondi condivisi interattivi. In tali canali infatti ognuno potrà spostare o modificare gli oggetti e se lo facesse in modalità condivisa gli altri vedrebbero il nuovo stato dell’ambiente che sarebbe il risultato delle interazioni con tutti, mentre al passaggio in modalità personale ogni modifica avrebbe effetto solo alla copia del mondo in cui si trova il singolo ultranauta. Nasce il problema di come gestire il ritorno alla modalità condivisa; se l’utente ha fatto delle modifiche che ne sarà di esse? Dovrebbe esistere una copia di ogni mondo condiviso che sia quella ‘ufficiale’, risultato delle interazioni con tutti. Al momento del passaggio in modalità personale si creerà una copia dell’ambiente in cui l’ultranauta potrà agire come crede e in cui potrà accettare altri ultranauti a suo comando. Nel momento in cui decidesse di tornare in modalità condivisa si ritroverebbe nella copia ‘ufficiale’ e la sua ‘personale’ andrebbe distrutta oppure sarebbe congelata per poterla riprendere in seguito. In questo modo ogni ultranauta avrebbe tutta una serie di copie di vari mondi in cui poter tornare in qualsiasi istante da solo o con altri di sua scelta, un po’ come se avesse varie residenze di cui possedesse le chiavi ed un uso esclusivo ed in cui potesse invitare chi vuole. Con un sistema di e-mail potrebbe poi, se lo volesse, inviare una copia di questi ambienti ad un altro, in modo che egli abbia lo stesso ambiente per sé. Le ingenti necessità di memoria ci spingeranno in una prima fase alla limitazione ad un numero massimo di, ad esempio, dieci mondi personali per ogni ultranauta ma con l’inevitabile sviluppo futuro questo limite potrà essere molto ampliato. Ricapitolando, le varie modalità possibili con cui un ultranauta potrà visitare un mondo saranno: • • personale: tutto l’ambiente per sé, nessuna interazione con altri se non invitati condivisa: ambiente pubblico, presenza di altri, possibilità di passare ad una copia personale • • • in entrambe le modalità ci saranno tre possibili livelli di interattività: nessuna: il mondo è solo visitabile, non è concesso modificare nulla manipolatoria: si possono prendere gli oggetti, esaminarli ed eventualmente azionarli totale: qualsiasi interazione è possibile, si possono modificare gli oggetti Ogni ultranauta potrà visitare un mondo, a qualsiasi livello vorrà, fra quelli messi a disposizione dai creatori del canale. Il 4DGea ad esempio sarà visitabile in modalità personale o condivisa con una interattività di livello ‘nessuna’; E’ ovvio infatti che non si potrà muovere neanche uno spillo nel mondo fisico, specie del passato. Ogni Ultranauta avrà a disposizione un efficiente sistema di comunicazione, del tutto paragonabile ad un ultrapotente telefono cellulare. Con un tale apparecchio, che assumerà le fogge più varie a seconda del canale e del suo stile (ad esempio un monile in bronzo per l’epoca pompeiana), si potrà comunicare con qualsiasi altro ultranauta, indipendentemente dal canale in cui egli si trova. Grande attenzione sarà posta nel non introdurre attrezzi che nell’epoca storica simulata non erano disponibili. Ci saranno due possibilità: nei canali storicamente ambientati ma meno ‘seri’ gli sviluppatori realizzeranno apparecchi, anche di vari tipi all’interno dello stesso canale, che forniranno tutta una serie di funzioni di comunicazione standard, mentre nei canali che simuleranno un’epoca in modo rigoroso nessuno strumento che non fosse disponibile all’epoca potrà essere usato. Nascerà quindi il problema di come fornire le funzioni di comunicazione all’interno di canali ‘seri’. La soluzione sarà nell’uso di una versione del ‘telefono cellulare ultrapotente’ realizzata direttamente nel Tabulator, il computer personale. Il Tabulator è oggetto di un capitolo più avanti, si può qui accennare al fatto che esso sarà il ‘computer della simulazione’, in grado di generare degli schermi elettronici fluttuanti nell’aria davanti ad ogni ultranauta. Tali schermi potranno essere visibili solo da lui oppure anche da altri. Nel caso il mondo in cui ci si trovi non consenta l’uso del comunicatore, si potrà comunque richiamare un ‘comunicatore base’ all’interno del proprio Tabulator e con esso comunicare con chi si vorrà. Nei canali di ‘serietà estrema’ nessun ultranauta potrà rendere visibile il proprio comunicatore gestito dal tabulator e allora gli altri non vedranno la persona mentre lo usa. Molto probabilmente la soluzione sarà quella di far restare immobile l’ultranauta alla vista degli altri, mentre egli, all’interno del proprio simulatore, usa il comunicatore. Cosa si potrà fare con il comunicatore? Pensate a tutte le funzioni del più avanzato telefono cellulare e ne avrete una pallida idea. Si potrà comunicare a voce, come con una normale telefonata, si potrà vedere ciò che l’interlocutore vede (se egli lo vorrà), si potranno inviare messaggi scritti, immagini, riprese ed ogni tipo di dati. Con il sistema di e-mail si potrà inviare della posta senza che l’altra persona ci debba rispondere immediatamente e questa sarà conservata e leggibile anche nel mondo fisico mediante una normale connessione Internet. Pensiamo inoltre ad una moda che si sta sempre più affermando: l’uso degli auricolari. Si incontrano sempre più persone per strada che sembrano parlare da sole, mentre tengono il telefono in tasca. Questa funzione sarà ancora più potente in Oltremondo: il telefono potrà sparire del tutto e un ultranauta potrà parlare normalmente mentre uno o più altri sentiranno ciò che dice e potranno parlare a loro volta direttamente nel suo orecchio. Il telefono non ci sarà più, tutta la cosa si attiverà semplicemente selezionando un’opzione. Allo stesso modo i nostri interlocutori potranno anche vedere ciò che noi vediamo, senza che si debba indossare strane telecamere nascoste negli occhiali o in qualche altro posto. E’ ovvio che se la persona non sarà collegata ad Oltremondo in quel momento o se le regole del canale in cui si troverà non lo consentiranno, la comunicazione sarà impossibile; in tale caso si potrà lasciargli un messaggio con un sistema molto simile all’e-mail. La posta elettronica, di tipo sia testuale che vocale, rimarrà infatti quasi del tutto simile a quello che era su Internet e permetterà un collegamento attraverso i canali, lo spazio e il tempo. Grande cura andrà posta a cosa il sistema comunicherà al chiamante. Sarebbe infatti utile che potesse sapere se il chiamato si trova in un canale in cui non può ricevere comunicazioni, se vi rimarrà ancora a lungo, o se è semplicemente scollegato. Ma tali informazioni potrebbero creare problemi di privacy (pensiamo ad un’amante che scopre che il partner si diverte di nascosto). Occorrerà quindi che il destinatario possa impostare una risposta personalizzata in base al codice del chiamante. In tale modo, avendo a disposizione una estesa serie di possibilità, chiunque potrà gestire al meglio le comunicazioni. Si potrà impostare il comunicatore in modo che, in caso di chiamata da parte di una lista di amici di livello ‘n’, mostri una nostra registrazione in cui avvisiamo che siamo nel canale ‘X’ e ci rimarremo ancora per venti minuti mentre tutti gli altri otterranno un generico segnale di occupato. Ogni ultranauta potrà scegliere come apparire, con quale corpo e sotto quale aspetto. Tempo fa parlavo di questo con un amico ed egli mi dipinse una gustosa immagine di qualche pazzo che magari avrebbe voluto essere un distributore di benzina per vedere la vita passargli attorno, non c’è motivo per cui ciò non dovrebbe essere possibile. Si potrà essere qualsiasi Uomo, donna, bambino o animale. Si potranno avere le dimensioni e gli organi di senso che si vorranno. L’unico limite saranno le regole del canale che potranno imporre delle limitazioni (magari nessun distributore di benzina!) In questo modo molti potranno provare la vita dell’altro sesso o magari le tradizioni di altre razze umane. Potrà essere ,ad esempio, molto interessante diventare un falco e volare alto nel cielo. Ovviamente si potrà essere atletici, bellissimi, agili; prevedo però che presto nascerà un nuovo modo di essere raffinati: scegliere corpi un po’ obesi, imperfetti, che saranno molto più originali della massa di esseri perfetti che senza dubbio sarà presente in ogni canale. IL NUOVO CINEMA Come sarà il cinema in Oltremondo? Fino ad oggi quest'arte è stato quanto di più vicino all’esperienza dei canali oltremondani si sia potuto realizzare. Il cinema ci ha fatto vivere ogni emozione, meravigliose avventure, ci ha fatto ridere, piangere, sospirare. L'unico modo per vivere uno scorcio della vita delle epoche passate è stato finora la ricostruzione su di un magico schermo. Molti esperimenti sono stati tentati per realizzare un nuovo cinema. Alcuni hanno sviluppato sistemi più avvolgenti e realistici: l'Imax, ad esempio, è un sistema che utilizza pellicole dai fotogrammi enormi per proiettare luminosissime e dettagliatissime immagini su schermi grandi come più campi da calcio. Altri hanno creato sedili mobili o veicoli che si muovono in sincronia con le immagini per dare l’illusione del movimento utilizzando accelerazioni momentanee o la stessa forza di gravità. Il più fallimentare esperimento di cinema ‘nuovo’ è stato il cosiddetto cinema interattivo. Con questo nome si sono chiamati vari sistemi che dovrebbero permettere agli spettatori di interagire con la storia che si dipana sullo schermo. In tutte le applicazioni si è finiti a proporre una trama ‘ad albero’: in vari punti cruciali della storia lo spettatore può decidere quale strada imboccare tra le (poche) opzioni disponibili; in questo modo una trama altrimenti lineare si biforca spesso creando un albero di scelte che può portare a vari finali, anche molto diversi. Nei modelli più semplici la scelta avviene pigiando un pulsante su tre per scegliere una direzione o un comportamento, in quelli più sofisticati si ‘pilota’ il protagonista come in un videogioco. In caso di sale con tanti spettatori, ovviamente, la scelta avviene in modo democratico, la maggioranza vince. I primi esperimenti sono stati sospesi per le risse tra le fazioni opposte in cui si sono immediatamente divisi gli spettatori! Gli esperimenti con spettatori singoli non hanno prodotto spargimenti di sangue ma solo la noia del soggetto dopo una breve euforia iniziale. Il fatto è che se non si è protagonisti non interessa decidere gli atti di altri tramite sistemi macchinosi e burocratici. Se non ci sei tu sulla scena è molto più divertente stare a vedere cosa fa il personaggio per poi magari criticarlo. Quindi il vero cinema interattivo potrà esserci solo in Oltremondo, in canali tematici o in cui ogni mese si riparte dallo stesso punto in modo da potersi cimentare con la stessa situazione ripetutamente e magari ogni volta dal punto di vista di un diverso protagonista. Un canale-film potrà ad esempio prevedere il titolo la battaglia delle Midway con durata di due ore o venti giorni, come si vorrà. Potrete interpretare l’imperatore del Giappone, un ammiraglio americano, un pilota da caccia o quello che vi sembrerà meglio. Nasceranno infiniti canali-film in cui una situazione, una storia, un vecchio film su pellicola o altre forme di arte saranno riproposte in continuazione o su richiesta. Essendo DAVVERO uno dei protagonisti sarà molto divertente interagire e modificare all’infinito le trame. Pensate ad un film in cui non avreste voluto che il protagonista lasciasse la donna, in cui avreste voluto dare una lezione a qualcuno o semplicemente vedere cosa c’era nel bar in cui gli attori non entrano… io vorrei vedere dove vanno Humphrey Bogart e il suo nuovo amico in divisa alla fine di Casablanca: in quale fumoso bar berranno cosa? L’esperienza sarà ancora più divertente quando nelle trame ci inseriremo in gruppi di amici per divertirci o ricostruire insieme situazioni ‘serie’. I vecchi film saranno trasformati in tre dimensioni da sistemi semiautomatici di modo che si potranno vedere le scene da ogni punto di vista, non solo quello del regista. Il procedimento sarà simile a quello con cui già oggi si colorano vecchie pellicole in bianco e nero. Nel caso allo spettatore saltasse in mente di allontanarsi dalla scena si potranno prevedere varie possibilità: una forza invisibile ma ferma non lo farà andare oltre un certo raggio tutt’intorno oppure egli uscirà dal film e si ritroverà nel punto e nel tempo in cui esattamente si sarebbe trovato nella realtà. Come è possibile questo? Ovviamente non si richiederà ai creatori degli ‘Ultrafilm’ di realizzare anche il modello tridimensionale di tutta la terra di quell’epoca… semplicemente si potrà ‘far cadere’ l’utente nel punto quadrimensionale preciso del mondo del canale uno. Il canale uno, 4DGea, contenente il modello perfetto della Terra in ogni epoca, potrà fare da preciso ‘punto di atterraggio’ per ogni spettatore troppo curioso che potrà così lasciare il film Ercole a Roma per farsi un giro nell’urbe di quell’epoca. Con un semplice comando, o un pensiero, potrà poi rientrare nella trama del film in qualsiasi momento. Questo approfondimento ovviamente potrà essere del tutto ludico oppure dovuto a curiosità intellettuale. In quest’ultimo caso lo spettatore potrà sospendere un film sull’antico Egitto per osservare meglio la piramide di Cheope dell’epoca, esaminare le informazioni sul costruttore, la struttura odierna e quella ricostruita dagli esperti oltre a tutte le possibili interpretazioni alternative. La possibilità di vedere il film ‘dal di dentro’ permetterà infinite interazioni allo spettatore. Ovviamente la maggior parte del tempo egli sceglierà il punto di vista consigliato dal regista ottenendo una visione molto simile a quella di oggi ma niente gli impedirà di guardarsi attorno. Oggi al cinema lo schermo è molto ampio ma non possiamo mai guardare di lato, se vediamo passare qualcosa di interessante non possiamo seguirlo con lo sguardo, se vogliamo vedere bene un ambiente dobbiamo sperare che il regista abbia fatto una panoramica con la macchina da presa. Ovviamente la possibilità di guardarsi intorno obbligherà i registi a ricreare TUTTO l’ambiente delle scene, non ci saranno più fondali di cartone. Occorre però capire che un cinema di questo tipo potrà contare su una galleria sterminata di oggetti tridimensionali già pronti da cui attingere: il risultato sarà perfetto ed il lavoro molto minore rispetto ad oggi. Nuove forme di cinema nasceranno e tutti potranno esprimersi con questo mezzo creando storie rapidamente e semplicemente. Chiaramente i professionisti avranno una ‘marcia in più’ ma ognuno potrà realizzare film perfetti e molto convincenti. Già oggi si fa uso di immagini di sintesi nel cinema e si stanno per introdurre gli attori digitali; questo in Oltremondo sarà la norma. Gli attori continueranno ad esistere beninteso, anzi, ognuno di loro potrà esprimere al meglio la propria arte dato che il ‘trucco digitale’ permetterà loro di impersonare infiniti corpi. Un’altra interessante possibilità è la fruizione in prima persona non attiva; tale modalità permetterà di entrare nel corpo e nella mente del personaggio che ci interesserà e sentirne tutte le sensazioni, magari i pensieri stessi. In questo modo potremo vivere una storia dal di dentro senza prendervi parte attiva ma sperimentando le sensazioni e capendo i sentimenti e le motivazioni dei personaggi; non saremo noi ma diventeremo loro per quel breve periodo. Un tale tipo di cinema permetterà di sperimentare storie molto più vere e consentirà al regista di farci capire le cose senza troppi artifici cinematografici. Potremo magari vivere la storia dall’interno di diversi personaggi, non uno solo, andando dall’uno all’altro e vedendo alcune parti dal di fuori nella modalità tridimensionale prima descritta. Tali oscillazioni tra i vari punti di vista potranno essere a nostra scelta oppure, in modo molto più comodo, sotto comando del regista che ci farà passare dai vari punti nel modo migliore. Dal cinema di tutti i tempi trarranno un’ispirazione più o meno precisa infiniti canali dove la vita scorrerà normalmente ma con i paradigmi dell’opera ispiratrice. Esisteranno INFINITI canali di Star Trek in ognuno dei quali l’intero universo sarà ricreato, con la Federazione dei pianeti, i Klingon, i Romulani e così via. In questi canali i fans potranno comandare l’Enterprise oppure fare l’ufficiale scientifico o un ruolo che non c’era nella serie originale, al fianco dei loro beniamini. Si potrà vivere in qualsiasi film per un’ora o per tutta la vita, a piacimento. Le possibilità espressive, poi, si svilupperanno molto al di là della trama lineare interrompibile solo su di un piano. Prevedo che nasceranno nuove forme d’arte, soprattutto nel campo dei documentari, che svilupperanno le possibilità ipermediali di Oltremondo. Per ipermedia si intende un contenuto multimediale (come un semplice filmato oppure un qualsiasi ambiente 3D) che presenta iperlink, cioè collegamenti attivabili, verso altri contenuti simili logicamente correlati. In pratica la versione multimediale del concetto di ipertesto che è alla base del World Wide Web. Fino ad oggi si sono sviluppate produzioni filmiche del tutto lineari; un qualsiasi spettacolo ha un inizio ed una fine e nel mezzo può anche essere interrotto, mandato avanti e indietro, accelerato o rallentato, ma mai si è pensato di partire in UN’ALTRA DIREZIONE a fronte di una specifica richiesta dell’osservatore. Per fare un esempio pensiamo ad un documentario sull’antica Roma: lo spettatore segue una descrizione della città di Roma nel 50 dopo Cristo e può ovviamente fermare la cosa e farsi un giro in qualsiasi ambiente perché si trova in Oltremondo. Nel momento in cui la sua attenzione viene catturata da un qualsiasi elemento della scena, ad esempio una donna che passa in un vicolo, egli può attivare la descrizione di quell’elemento. Nell’esempio il sistema potrebbe raccontare chi è quella persona e come mai ha un abbigliamento così particolare. Lo spettatore allora si potrebbe incuriosire riguardo all’attività di questa donna poeta e seguirla dal suo cliente; qui potrebbe assistere alla rappresentazione di un capitolo dell’Eneide cantata con accompagnamento d’arpa, alla moda di Roma antica. Il capitolo dell’Eneide potrebbe essere quello dell’incontro tra Enea e Didone dove egli dice ‘tu iubes regina renovare eternum dolorem’ e si potrebbe apprezzare l’antica arte delle declamazione con allitterazione, la forma di poesia dell’epoca. Allora lo spettatore potrebbe andare a vedere il luogo dell’Africa in cui regnava Didone in un’altra epoca e scoprire l’antica città di… e così via. Il concetto è chiaro. Con queste nuove possibilità un’opera può spaziare in tutte le direzioni, secondo l’interesse dello spettatore, non è più limitata ad una trama lineare. Si potranno preparare tanti spezzoni filmici attivabili in punti precisi oppure creare una serie di opere all’interno del vortice dello scibile umano, agendo in modo cooperativo con altri artisti, scambiando con le loro opere gli spettatori, ognuno conducendone molti attraverso varie storie ed esperienze che ha sapientemente preparato. Chissà quali nuove arti emergeranno, chissà come gli artisti useranno questi incredibili strumenti, come cambieranno le nostre menti evolvendosi e spaziando in infinite direzioni. LA TELEVISIONE Come diventerà la vecchia, classica televisione nel futuro? Esisterà ancora il concetto di apparecchio da guardare per osservare eventi lontani o immaginari standosene comodamente seduti? Nel mondo fisico che tutti conosciamo la tv esisterà ancora, così come l’avvento della televisione non ha spazzato via tutte le radio dalle nostre case, ma l’ultravisore, quando sarà disponibile, diventerà l’apparecchio principale, quello sul quale (o per meglio dire NEL QUALE) trascorreremo la maggior parte del nostro tempo libero. E allora la vecchia televisione cosa diventerà, vista dall’interno della nuova ultravisione? Innanzitutto occorre pensare all’eventuale aspetto del vecchio marchingegno: è ovvio che, in un ambiente in cui tutto è simulato, sarebbe stupido appesantire il sistema con il compito di simulare un’apparecchiatura al solo fine di generare un’immagine e un suono. Nel mondo digitale TUTTO sarà composto da immagini e suoni generati direttamente dal simulatore. Nel mondo fisico è sempre stato necessario costruire e far funzionare un apparecchio per questo ma in Oltremondo le immagini potranno semplicemente apparire a mezz’aria, come sul telo di un cinema del tutto personale teso davanti a noi. Se lo si vorrà, o addirittura se il canale lo richiederà, è chiaro che qualsiasi apparecchio televisivo potrà apparire come lo si è sempre visto, magari anche in bianco e nero. Per la visualizzazione di qualsiasi immagine video potremo richiamare in ogni istante il Tabulator, un computer personale che ci seguirà costantemente in Oltremondo. Con esso avremo la possibilità di ingrandire e posizionare il riquadro dell’immagine come vorremo e anche di agire su di essa con i comandi che appariranno fluttuanti nell’aria. Il Tabulator sarà una presenza continua, che chiunque saprà utilizzare facilmente, proprio come il telefono cellulare. La differenza è che con esso potremo generare uno schermo di qualsiasi dimensione, anche grande come un campo da calcio, posizionarlo dove vorremo e regolarlo a piacere. La nitidezza delle immagini sarà eccezionale, dato che non si tratterà di uno schermo fisico. Potremo quindi osservare da vicino un particolare e vederlo perfettamente nitido, anche all’interno di uno schermo da migliaia di metri quadrati. Ciò non potrà valere, ovviamente, per le vecchie produzioni (ad esempio i vecchi film in bianco e nero); in tal caso ci sarà un limite alla nitidezza possibile. La televisione, così come il cinema, diventerà poi davvero tridimensionale. Lo schermo potrà essere non un rettangolo ma un parallelepipedo che ‘ritaglierà’ una porzione di spazio all’interno della quale gli eventi si svolgeranno come in un acquario che potremo fare girare a piacere e nel quale potremo anche entrare. Questa possibilità sarà del tutto nuova: potremo entrare nelle scene che vedremo, non solo osservarle dall’esterno. Quando tutto l’ambiente sarà simulato, non ci vorrà molto per istruire il simulatore in modo che ricrei attorno a noi la scena che staremo osservando. Questo sarà possibile a patto che l’immagine originale sia già in formato tridimensionale. Quindi potremo entrare solo nelle scene che saranno originate in Oltremondo stesso, con la tecnologia dell’ultravisione. Facciamo un esempio: se nel nostro Tabulator attiveremo la visione di un vecchio film di John Wayne, magari in bianco e nero, vedremo uno schermo grande a piacere fluttuante nell’aria davanti a noi, potremo regolarlo in ogni modo e poi sederci dove ci troveremo (a casa nostra, in un prato del Giurassico, sul fondo del mare,…) e gustarcelo. Non potremo vederlo in tre dimensioni (a meno che sia stato reso tridimensionale con una opportuna elaborazione in laboratorio) né entrarci dentro. Sarà un’esperienza del tutto simile ad avere il proprio cinema personale sempre con noi con la possibilità di montarlo all’istante ovunque ci si trovi. Se osserveremo una scena ripresa da un qualche telegiornale nel mondo fisico, anche in questo caso potremo vederla solo sullo schermo piatto. Se, viceversa, osserveremo una scena di un ‘telegiornale di Oltremondo’, ripresa con telecamere speciali in un canale ultravisivo, potremo vederla a due o a tre dimensioni, farla ruotare, entrarvi dentro e guardare o anche trasportarci istantaneamente sul luogo dell’evento. Ovviamente esisterà la possibilità della diretta e potremo ‘saltare’ sul posto, ma anche il caso di riproduzione di eventi già accaduti (ad esempio la festa di capodanno dell’anno prima) e in questo caso potremo solo entrare nella scena registrata ma non trasportarci sul posto. In pratica, sarà la stessa cosa della televisione classica: eventi registrati potranno essere solo rivisti, mentre le trasmissioni in diretta staranno avvenendo nello stesso istante in cui le guarderemo. Nella vecchia televisione lo spettatore poteva intervenire nella diretta con pochi mezzi, ad esempio telefonando da casa, nell’ultravisione sarà disponibile il teletrasporto e allora potremo entrare immediatamente in qualsiasi evento che staremo vedendo in diretta, se le regole del canale ce lo consentiranno. Le trasmissioni della televisione del futuro saranno molto simili a quelle della televisione classica. Esisteranno i canali del mondo fisico, ne nasceranno di nuovi che proporranno servizi specifici per Oltremondo, ma potremo ancora vedere tutti i vecchi spettacoli, tutti i film del passato. Sarà semplicemente tutto più comodo, coinvolgente, spettacolare e spesso migliorato. Chiunque potrà produrre la propria televisione, non si dovranno acquistare costose telecamere, tutti avranno gli strumenti per produrre immagini. Gli stessi canali di Oltremondo diventeranno un qualcosa che soppianterà rapidamente la televisione. Creare un canale in cui si può essere un personaggio particolare equivale a produrre un film o un serial TV. In molti casi, però, le persone vogliono guardare cosa succede ad altri e allora il vecchio paradigma dello stare seduti comodi e guardare cosa succede avrà ancora valore. Un discorso a parte merita quell’altro grande, fallimentare progetto del ventesimo secolo: la TV interattiva. All’inizio degli anni ’90 si fecero costosissime sperimentazioni nelle quali milioni di famiglie vennero connesse a servizi di videoon-demand (video a richiesta). L’idea era di permettere a tutti di accedere a qualsiasi film di un grande deposito centrale, con la possibilità di far partire una copia di esso per sé nel momento che più interessava. Dopo poco tempo ci si rese conto che la disponibilità di linee ad alta velocità per il flusso dei dati ad ogni casa non era facile da ottenere e che i server (cioè i computer centrali che fanno da ‘deposito’) necessari non potevano essere costruiti. Per quanto riguarda le linee, con la televisione tradizionale su ogni canale viene trasmesso qualcosa che è uguale per tutti, occorrono quindi un numero di canali, radio o via cavo, uguale al numero di canali televisivi, mentre per il video-ondemand occorre un canale per OGNI utente. Se un milione di persone guardano Tarzan la sera occorre un solo canale per trasmettere tale film a tutti, che lo vedono nello stesso momento. L’aggiunta di un altro utente non aumenta il costo di trasmissione. Nel video-on-demand, invece, se un milione di utenti vuole vedere Tarzan, ognuno facendo partire il film quando vuole, servono un milione di canali. Se sul canale uno l’utente A fa partire il film alle 20:03, sul canale due deve andare avanti la trasmissione partita per l’utente B alle 19:58, un’altra deve partire quando la richiede l’utente C alle 20:04 e così via. Il flusso di dati video è estremamente pesante, occorrono quindi dei canali molto veloci e costosi. Il risultato delle sperimentazioni fu che sarebbe stato quasi impossibile portare avanti il servizio. Fu per questo motivo che si cominciò a traforare le città per la posa dei cavi in fibra ottica che servono proprio a trasportare milioni di flussi di dati veloci. L’altro problema fu quello dei server: i computer che dovevano mandare il film a tutti gli utenti. Se un milione di persone voleva vedere lo stesso film il server doveva avere un milione di copie di Tarzan (e di ogni altro film), oppure essere capace di leggere un disco in un milione di punti contemporaneamente. Negli anni ’90 non c’erano molte soluzioni e la cosa si rivelò antieconomica. Con lo sviluppo della tecnica si potrà realizzare questi servizi, semplicemente leggendo il disco o il nastro con il film richiesto su di una memoria elettronica. La memoria elettronica può essere letta (quasi) contemporaneamente in moltissimi punti diversi e supportare il video-on-demand. Ma occorre molta memoria per ogni film e quindi solo con l’attuale riduzione del prezzo dei chip di memoria questo comincia ad essere fattibile. Per quanto riguarda il video-on-demand, quindi, tale tecnica potrà realizzarsi in Oltremondo ed essere economicamente vantaggiosa. L’altra sperimentazione di quegli anni fu la televisione interattiva propriamente detta, quella nella quale l’utente non sceglie una tra diverse possibilità classiche, ma naviga tra contenuti complessi. Nel Marzo ’93 ad Orlando, in Florida, Bill Gates della Microsoft presentò il Wallet PC ed altre tecnologie che avrebbero dovuto rivoluzionare il futuro della società. La Microsoft si accorse tardi del fenomeno Internet (però recuperò rapidamente posizioni) e tentò la strada del rendere più ‘intelligente’ il televisore di casa. Negli anni successivi acquistò alcune società che avevano realizzato set top box (sorta di videoregistratori che si collegavano alla rete) per far navigare su Internet con il normale apparecchio televisivo domestico. Tutte queste sperimentazioni e molte altre tentate in ogni parte del mondo da altre società (si veda anche il caso di Freedomland in Italia) non ebbero l’esplosivo successo preventivato. Si sono spese molte risorse nel tentativo di adattare la pessima qualità dello schermo di un televisore alle necessità di nitidezza delle pagine Web. Alcuni risultati sono stati anche interessanti, ma mai si potrà competere con la qualità del monitor di un computer. Non è solo per le difficoltà visive che la televisione interattiva non ha avuto successo. Il risultato di qualunque prodotto di questo tipo è determinato anche moltissimo dai CONTENUTI. Si dice spesso nei convegni che su Internet ‘content is king’, il contenuto è re. Se le pagine di un sito Web sono scarse in contenuti, nessuno lo degnerà di una seconda occhiata. Ma non basta. La cosa meno compresa da tutti coloro che hanno operato in questo settore è che i contenuti di Internet non sono molto interessanti già sul monitor di un computer, figuriamoci sul televisore! Le trasmissioni televisive classiche sono animate, colorate, hanno tutte un sonoro, cambiano in fretta e non c’è da aspettare. Sia le pagine di Internet che qualsiasi altro servizio basato su uno standard diverso si sia realizzato sono invece lente, statiche, mute, senza verve. Il fallimento di tantissime imprese di diffusione di contenuti via Internet sta tutto qui. Il formato HTML con cui si scrivono le pagine Web, così come qualsiasi altro standard per altri esperimenti di TV interattiva, è NOIOSO. Le persone possono usarlo, come si faceva con il vecchio videotel, per consultare gli orari dei treni, per mandare e ricevere posta elettronica, per avere un’informazione fugace su qualche evento, ma non passeranno MAI ore a guardare questi contenuti. Le trasmissioni televisive sono MOLTO più interessanti e divertenti. Le prime sperimentazioni hanno evidenziato proprio questo, anche se tanti non l’hanno capito (o non l’hanno detto). Se si vuole coinvolgere le persone con nuovi servizi si deve attentamente studiare il lato ‘interattivo’ delle cose e si devono poi realizzare contenuti in rapido movimento, senza scatti, SEMPRE con un sonoro, anche di una certa qualità. Non si devono mai proporre testi oltre le due righe, e anche quelli vanno comunque accompagnati da una voce che li legge. Le persone sono pigre per quanto riguarda la lettura dei testi, occorre SEMPRE fornire un’uscita audio che sollevi da questa necessità. Il testo deve essere un supporto che permetta all’utente di rileggere un passaggio, un numero di telefono, un orario o un indirizzo, ma non deve essere un’imposizione. I siti Web che propongono i giornali in formato elettronico sono tutti in difficoltà, proprio per questo motivo. Qual è la soluzione? Con gli strumenti attuali qualsiasi pagina Web è noiosa e non adatta alla diffusione di massa, su PC o su televisore. Si sono fatti molti sforzi per creare programmi che danno una certa animazione alle pagine HTML, ma non si va molto al di là di qualche fotogramma a cartone animato. La soluzione è nella nascita di un nuovo standard, questo si avrà con Oltremondo. Solo mediante la simulazione di ambienti digitali tridimensionali, completi di suoni e musiche, si potranno realizzare dei contenuti interamente digitali, interattivi e coinvolgenti. Le persone potranno accedere all’interattività che più interessa, che più è vicina alla natura dell’Uomo: l’esplorazione. Ogni contenuto potrà essere veicolato e fruito in formato molto simile alla classica visione televisiva o cinematografica, ma con la possibilità di sospendere in ogni istante la sequenza e di esplorarla come si vuole, non solo nello spazio tridimensionale, ma anche in quello concettuale. La possibilità di attivare iperlink sulle aree di interesse e di essere trasportati nell’ambiente che maggiormente le spiega (si pensi, ad esempio, ad una trasmissione sulla Roma del XX secolo da cui partire per andare a vedere il Colosseo all’epoca di Traiano) permetterà un’esplorazione concettuale potentissima, lasciando allo spettacolo ‘di base’ coloro che lo desidereranno. Anche dal lato della fruizione personale tutto questo avrà grandi possibilità. Se ogni ambiente digitale potrà essere esplorato personalmente, essendo esso generato dal simulatore individuale, allora si potrà fermare qualsiasi sequenza, farla ripetere, tornare indietro a piacimento. Allo stesso modo si potranno esplorare i contenuti non da soli ma insieme alle persone di nostro interesse, collegate anche da altre parti del mondo. Questa è l’interattività che DAVVERO può avere successo. In tal modo la televisione del futuro manterrà tutti i contenuti di quella del mondo fisico a cui affiancherà nuovi contenuti ancora più ricchi ed interessanti a cui tutti potranno dare un contributo. Ricapitoliamo i vantaggi della tecnologia di Oltremondo applicata alla vecchia televisione, quando la si vuole guardare all’interno dell’ultravisione: • Apparecchi virtuali sempre presenti al seguito di ogni utente • Schermi di qualsiasi estensione e posizionabili a piacere • Schermi bi e tridimensionali • Possibilità di entrare nelle scene ed eventualmente di trasportarsi sul luogo • Possibilità di fruizione personale di qualsiasi contenuto del passato (video-on-demand) • Possibilità di esplorazione dell’ambiente rappresentato al di là di quanto visibile sullo schermo • Possibilità, per chi lo desideri, di fruizione ‘classica’ non interattiva • Capacità di fermare, riprendere, registrare la propria personale visione della trasmissione • Possibilità di visione ed esplorazione condivisa con persone di ogni parte del mondo • Possibilità di iniziare ad interagire con una vicenda in qualsiasi momento (attivazione di una sorta di videogioco ambientato nella vicenda al momento prescelto) • Grande riduzione della banda passante (capacità di trasmissione) richiesta per portare i contenuti agli utenti (vedere poi il capitolo sull’Ultranet) • Possibilità di diventare realizzatori di contenuti di ottima qualità • Possibilità di ‘tridimensionalizzare’ i vecchi film del passato IL CLIMA INDIVIDUALE C’è chi soffre molto il caldo, voi magari odierete il freddo, ognuno di noi ha le sue preferenze in fatto di clima. La percezione del comfort varia molto da persona a persona ed in ultima analisi dipende da segnali che ci mandano vari sensori del nostro corpo per avvisarci di come il metabolismo sta lavorando. In caso di gran freddo, ad esempio, certe vitali reazioni metaboliche rallentano e quindi occorre fare qualcosa per aumentare il calore naturalmente prodotto dal nostro corpo. Arrivano quindi i brividi, la chiusura dei capillari superficiali e un segnale di disagio che induca la mente a prendersi cura del corpo spostandosi in un luogo almeno più riparato dal vento. In casi estremi le sensazioni arrivano al dolore, come per le mani in principio di congelamento. Tutti questi meccanismi sono stati realizzati dalla Natura per fare in modo di difendere le creature dalle condizioni dell'ambiente esterno che spesso è ostile. L'Uomo molto ha fatto per migliorare il clima: ha inventato il riscaldamento, i condizionatori, i vestiti; ma il clima del pianeta è sempre rimasto fuori controllo. Da un certo punto di vista questa è una questione irresolubile dato che ogni individuo ha una regolazione sua propria che spesso va in contrasto con quella dei suoi vicini. Le donne, poi, mediamente sono più freddolose degli uomini per motivi ormonali con il risultato che spesso per galanteria si suda in una stanza che pare una sauna. Nel mondo fisico non c'è soluzione a questo. Ovviamente, come sempre quando si ha a che fare con il mondo fisico, ogni soluzione porta nuovi problemi, complessità strutturali, limitatezza delle fonti d'energia (spesso in caso di sistemi portatili) e necessità di varie complesse sostanze. Cosa sarà di tutto ciò in Oltremondo? Essendo l'ambiente perfettamente simulato dai computer e poi proiettato direttamente nella mente di ognuno è ovvio che si cercherà di fare in modo che due persone diverse nello stesso posto sperimentino lo stesso ambiente. Ma per il clima? Sarà ovviamente possibile far sentire alle persone la STESSA temperatura e umidità, ma non certamente necessario. Se i gestori di un canale lo vorranno si potranno attivare diverse opzioni che permetteranno ad ognuno di sentirsi a proprio agio in qualsiasi ambiente. Sarà possibile, ad esempio, attraversare un deserto e sentire il calore infuocato del sole sul viso senza però sudare selvaggiamente, senza sentirsi venir meno per lo stress. In altre parole potremo SPERIMENTARE le sensazioni ma senza SOFFRIRLE. In fondo, gli stimoli di troppo caldo o troppo freddo sono segnali inviati al cervello da vari sensori metabolici in funzione del livello di varie reazioni chimiche, mentre il calore sulla pelle arriva da altri canali che nulla hanno a che vedere con gli 'allarmi' per problemi di funzionamento. I primi giungono ai centri del piacere nell'ipotalamo, gli ultimi a quelli del dolore. E' del tutto evidente che si potranno far passare gli uni e bloccare gli altri. Se le regole del canale lo prevederanno ci sentiremo sempre perfettamente a nostro agio oppure potremo attivare vari sistemi di 'climatizzazione' personale nel momento che lo riterremo più opportuno, senza che gli altri presenti nemmeno se ne accorgano. Questa sarà una vera 'democrazia del clima': ad ognuno la propria. Pare una cosa futile ma pensate a quante volte nella vostra vita avete sofferto per il clima, a quante volte non vi siete goduta un'esperienza, una vacanza, un hobby, una storia d'amore per questo problema. Dal clima si passerà poi a tutti quei parametri ambientali che ci avvelenano, tanto o poco, l'esistenza. Un altro aspetto importante è il fumo: quante volte abbiamo subito il fumo passivo di una persona che non potevamo evitare oppure quante volte non ci siamo gustati un sigaro per il mugugno dei vicini? Io sono un non fumatore, ma talvolta apprezzo un buon sigaro. Non mi sognerei mai e poi mai di fumarlo in pubblico tra gente che potrebbe provarne fastidio e nemmeno penserei di cavarmela con l'ipocrita foglia di fico del 'a qualcuno dà fastidio se fumo?'. Spesso tuttavia mi sono trovato a subire puzzolenti fumi di sigarette, sigari o pipe nel bel mezzo della degustazione di superbi vini e pietanze. Ho sempre ODIATO subire questi vili attacchi alla mia salute ed al mio piacere culinario ma ho presto capito che nulla può il non fumatore a questo riguardo. Io, come già detto, apprezzo il piacere del fumo ma ritengo scandalosa la mancanza di civiltà della maggior parte dei fumatori. Non esistono i 'fumatori cortesi' propugnati da fantomatiche associazioni e spesso si prende un ascensore-camera a gas o si va in una toilette come per una esecuzione capitale. Non c'è uscita da questo e del resto forse non è nemmeno molto democratico proibire un piacere a cui molti disperatamente aspirano (in ogni senso). L'unica soluzione è, come sempre, Oltremondo. Qui il fumatore potrà aspirare in piena voluttà mentre il non fumatore non avvertirà la minima traccia di fumo; entrambi vedranno bene cosa succederà ma il fumo resterà, puzza compresa, nella mente del o dei fumatori. Così come oggi si sceglie un posto non fumatori sull'aereo, così in Oltremondo si potrà scegliere il non-fumatori come vita e allora addio per sempre a questo problema. Per il fumatore inoltre non solo sparirà la (per molti inesistente) angoscia di dar fastidio ai vicini, ma non ci sarà alcuna conseguenza sulla salute. Il fumo proiettato nella mente non perderà di gusto (anzi, ce ne saranno di nuovi e meravigliosi) ma non inquinerà i polmoni. In generale, tutti gli aspetti comuni dell'esperienza di vita nei canali potranno essere abilitati, attenuati a vari livelli o eliminati con semplici selezioni. Così chi vorrà un aspetto più 'vissuto' degli ambienti potrà vedere più crepe, incrostazioni, sporcizia, elementi arrugginiti. Chi all'opposto è un igienista e un esteta potrà camminare al fianco del primo nelle stesse strade vedendo ogni cosa con lo splendore del nuovo. E' ovvio che in moltissimi canali queste opzioni saranno disabilitate onde ricreare certi ambienti. Se un canale prevederà l'esperienza dello schiavo su di una galera è ovvio che non si potrà ridurre la sofferenza data dal caldo, dalla puzza dei vicini mal lavati, dal dolore delle nerbate. Se si potessero spegnere queste sensazioni l'esperienza non sarebbe più abbastanza reale. Come detto, ogni canale, tra le molte regole del gioco, avrà un'intera sezione dedicata a quali opzioni si potranno attivare e quali no; ognuno potrà visionarle a priori e decidere liberamente se sottostare ad una esperienza così intransigente. GLI ULTRASENSI Chi non ha mai voluto avere la vista a raggi x di Superman? Quante persone sono state prese in giro dagli occhialini che avrebbero dovuto permettere di vedere attraverso i vestiti? Da sempre l’Umanità ha immaginato come sarebbe cambiata la vita se si fosse potuto accedere a sensi potenziati rispetto ai normali; in Oltremondo tutto questo diventerà semplicissimo. Gli occhialini per vedere attraverso i vestiti saranno senz’altro una possibilità ma già questa stupida idea fa nascere la fondamentale obiezione: saresti disponibile ad essere visibile anche tu a chiunque? Le estensioni dei normali sensi dovranno essere chiaramente indicate nelle regole di canale che chiunque potrà visionare prima di entrarvi in modo da permettere una scelta consapevole. Se si vorrà entrare in un canale con un livello ridotto di privacy si dovrà accettare di essere anche potenziali vittime di questa riduzione. Ma cosa sarà possibile? Praticamente tutto, molte estensioni sono perfino ancora da immaginare. La cosa più normale che si potrà avere a disposizione, sempre se le regole del canale lo permetteranno, sarà la vista potenziata. Innanzitutto, chiunque abbia una qualsiasi disfunzione nella visione potrà avere una vista perfetta, senza bisogno di occhiali. Quasi tutti i ciechi vedranno perfettamente, tutti potremo guardare da vicino qualsiasi oggetto a qualunque distanza come se avessimo un cannocchiale negli occhi. Potremo ingrandire ogni cosa a qualsiasi livello, fino a vedere le particelle subatomiche, senza nessuna apparecchiatura. Potremo persino vedere dietro gli ostacoli naturali. Nella vita fisica una montagna non ti lascia guardare cosa c’è dietro, non importa se hai un cannocchiale; in Oltremondo si potrà andare a vedere qualsiasi cosa, come se si mandassero in esplorazione i propri occhi, mentre si sta comodamente seduti in un altro punto. Potremo guardare sott’acqua senza l’uso di maschere, senza nemmeno bagnarci. Potremo effettuare misurazioni precisissime di qualsiasi cosa semplicemente pensandolo. Potremo vedere grandezze fisiche oggi invisibili come i campi elettromagnetici, il campo gravitazionale, il flusso della corrente in qualsiasi conduttore. Potremo vedere a falsi colori in modo da renderci conto di come una qualsiasi grandezza è distribuita nello spazio o sulla superficie di un oggetto; ad esempio la temperatura in ogni punto di un solido sotto forma di gradazioni di rosso. Potremo accelerare o rallentare il tempo in modo soggettivo così da seguire lo sbocciare di un fiore o il proiettile che colpisce un oggetto senza l’uso di telecamere speciali. L’udito sarà ugualmente potenziabile; potremo ascoltare a qualsiasi livello di amplificazione, a qualsiasi distanza, in qualsiasi posto. Potremo attivare sofisticati filtri per analizzare lo spettro dei segnali, potremo sentire suoni al di fuori della gamma di frequenze dell’udibile. Il tatto potrà comunicarci sensazioni nuove, potremo sentire se gli atomi sono morbidi o rugosi e da questo percepire proprietà particolarmente sfuggenti delle molecole. Nel sesso le sensazioni tattili faranno provare emozioni incredibili mai nemmeno immaginate. Sentiremo i profumi più sottili, potremo percepire odori che il migliore segugio non rileverebbe. Il gusto sarà un’esperienza sempre nuova ed intensa; avete mai notato come anche un semplice panino al prosciutto abbia un gusto diverso e più inteso all’aria aperta di montagna? In Oltremondo ogni esperienza culinaria sarà sempre così. Il connubio dei sensi stimolati in modo diverso e in unioni inedite porterà a tutta una serie di nuove esperienze sensoriali che da un lato ci emozioneranno e dall’altro potranno veicolarci nuove conoscenze in tanti settori, specie della scienza. Nasceranno esperti in stimolazioni sensoriali non convenzionali che creeranno ambienti particolari i quali ci lasceranno senza parole, esperienze che ancora non hanno nome e non abbiamo mai immaginato. Nasceranno nuovi sensi, possibilità di sentire aspetti della realtà per cui la natura non ci aveva predisposti. Potremo sentire come qualsiasi animale, vedere come gli insetti, orientarci come i piccioni. Potremo sperimentare la vita dei delfini nel mare ed utilizzare sensi molto simili ai loro; magari potremo persino comunicare direttamente con essi un giorno. Ovviamente la vista a raggi x, la possibilità di vedere sotto i vestiti, all’interno dei corpi e degli oggetti, al di là dei muri, sarà una cosa banale. Le regole di canale dovranno essere molto chiare su questo. Probabilmente si definiranno sofisticatissimi corpus di regole per decidere cosa sarà lecito in ogni situazione di un canale e cosa no. Molti non vorranno permettere a nessuno di guardare attraverso i muri della loro casa, ma gli esibizionisti ne saranno felici. Tanti monumenti potranno concedere la visione della loro struttura, una tale esperienza sarà estremamente preziosa e permetterà ai visitatori la comprensione più totale di molti luoghi, pensiamo ad esempio alle piramidi. Nel campo della tecnica la possibilità di osservare l’interno dei dispositivi a qualsiasi livello di dettaglio e durante il loro funzionamento avrà un enorme valore didattico e per la ricerca. Pensate a come diventa immediatamente comprensibile a chiunque il funzionamento del motore a combustione interna se si può osservarlo 'da dentro' in qualsiasi modo e rallentando il tempo a piacere. Vedere le reazioni chimiche tra le molecole e poter sentire le forze di legame muovendole a piacere rende parimenti comprensibile una scienza che altrimenti rimane sempre una serie di aride formule che richiedono intensi sforzi di immaginazione. LA GASTRONOMIA Argomento frivolo ma percepito come davvero importante da tutti, la gastronomia in Oltremondo potrà raggiungere vette ineguagliabili nel mondo fisico. Innanzitutto ci sarà da mangiare per tutti, nessuno soffrirà mai più la fame a meno che le regole del canale in cui si troverà lo prevedano. Addirittura, non sarà più necessario mangiare; coloro che si troveranno in stato di oltrevita, cioè avranno abbandonato il loro corpo fisico mantenendo solo il cervello (vedremo in un capitolo successivo questa futuribile possibilità), saranno alimentati da sistemi automatici e non dovranno più procedere con il vecchio sistema di alimentazione. Tuttavia l’atto del mangiare, così profondamente connaturato all’essere umano, non potrà sparire. Troppe opere sublimi, troppa ricerca, troppi profondi significati sociali sono stati legati all’alimentazione e quindi questa attività rimarrà. Ovviamente non mangeremo più per alimentarci ma per puro piacere o per motivi sociali. Si potrà mangiare più di frequente oppure di meno e nasceranno canali nei quali l’occupazione costante sarà pranzare. Immaginate un ambiente raffinato e lussuoso, ricco di ogni possibile pietanza, dei più grandi vini, con servitori perfetti al nostro comando, dove si ha sempre fame ed ogni boccone è una gioia per il palato ma non sazia mai. In un ambiente del genere si potrebbe andare avanti a mangiare per ore, senza nessun disturbo, si potrebbe bere qualsiasi cosa senza ubriacarsi. E’ una cosa poco seria, una vera crapula, ma l’Uomo può divertirsi anche con queste bassezze. Si potrebbero assaggiare in un tale mondo tutti i cibi che l’Umanità ha inventato nel corso dei secoli, mangiandone di ognuno quanto si vuole, fino ad averne ben apprezzato ogni più piccola sfumatura, per poi passare al prossimo. Si potrebbero fare tutte le degustazioni di vini possibili, orizzontali, verticali, in diagonale, esplorando ogni sfumatura di gusto, ogni sentore di ogni bouquet. Organizzazioni del gusto, club culinari, associazioni del sigaro, tutti potrebbero creare il loro canale per fantastiche avventure culinarie. Qualcuno potrebbe assaggiare infiniti tipi di, per esempio, cioccolato e poi realizzarne una galleria oppure nuove qualità da porre a disposizione del pubblico. Si potranno associare grandi contenuti culturali creando gallerie del gusto da cui partire per l’esplorazione delle terre che tali gusti hanno creato, oppure permettere la fruizione dei prodotti a partire dall’esplorazione dei luoghi. Per esempio un viaggio nelle Langhe attraverso i tempi potrà portare sulle colline del Barbaresco e di ogni collina, esplorata a volo d’uccello, gustare il vino specifico, oppure il tartufo, o i formaggi. Nel caso di degustazione orizzontale di vini, invece, si potrà esplorare la galleria del Brunello e dal gusto di ognuno andare a vedere il luogo di produzione e gli altri frutti di quella terra. Tutto questo in modo conviviale; si possono immaginare con allegria brigate di epicurei che vagano per meravigliose cantine onde poi ritrovarsi trasportati sulle colline del Chianti con ancora in mano il loro bel bicchiere. Si parla molto del vino perché esso è un simbolo della civiltà attraverso i tempi e perché la cultura del vino ha prodotto una mole di opere e di studi tale da permettere di considerare questo prodotto quasi più un’esperienza culturale che una banale bevanda alcolica. Ovviamente tutto questo varrà per la frutta, i formaggi e ogni altro prodotto alimentare. Facciamo un appello: chi ha in qualche cantina antiche bottiglie di vini pregiati non le beva. La possibilità di REGISTRARE la composizione di qualsiasi cibo per poterlo poi riprodurre all’infinito in quantità illimitate ci porterà a campagne di acquisizione per salvare la struttura di ogni alimento. Se di un vino meraviglioso rimarrà l’ultima bottiglia sarà senz’altro meglio registrarla in laboratorio per poterne poi tutti bere per sempre piuttosto che perderla. In questo modo ogni sfumatura di gusto, ogni meraviglia di cuochi eccezionali rimarrà con noi per sempre, per poterne gioire secoli nel futuro. Nasceranno nuovi tipi di cibi che stimoleranno i nostri sensi in modi nuovi. La birra romulana dei film di Star Trek è un esempio, qualcuno ne creerà l’essenza e potremo così accedere a cibi che daranno sensazioni nuove, impossibili da sperimentare nel mondo fisico. Potremo alimentarci come animali e sentire cosa prova un erbivoro a mangiare in un prato, potremo sentire gli odori in modo più forte e mangiare con il naso, come i cani. Manipolando il funzionamento dei vari sensi l’esperienza dell’assunzione di cibi tradizionali potrà divenire una cosa nuova, migliore o peggiore. Pensiamo a formaggi con odori intensi, pensiamo a cosa diventerebbe il mangiarli con un senso dell’olfatto moltiplicato per dieci. Il senso estetico trarrà grande giovamento dalle possibilità del digitale. Non vi è niente di più deprimente del mangiare in qualche ristorante di pessima qualità, con un servizio scadente e tristi tavoli economici e banali. L’esperienza del ristorante è anche il servizio e l’ambiente. In Oltremondo potremo mangiare anche con gli occhi, potremo recarci in luoghi meravigliosi, mangiare in lussuosissime tende da campo nel deserto, con schiere di odalische intenzionate a soddisfare ogni nostro volere, mentre il vento delle sabbie fa dondolare le tende (ma nessun dannato granello di sabbia si ficca tra i denti). Potremo pranzare nella Parigi dell’ottocento e discorrere di arte e filosofia nei vari bistrot tanto (15) caratteristici. Potremo cavalcare nei canyons e fermarci a mangiare il pemmican (che non sarà troppo duro) ammirando un tramonto infuocato respirando l’aria particolare delle grandi alture. Le infinite esperienze possibili, tutte da vivere in modo conviviale, con tanti amici, renderanno davvero gradevole ritrovarsi per mangiare, anche se non ce ne sarà un reale bisogno. Un grande annuncio: NON SI INGRASSERÀ’ PIÙ’. Basta con le diete, mai più limitazioni, mai più disfunzioni. Le persone potranno mangiare quanto vogliono, limitandosi solo se vorranno fare altre esperienze più interessanti. Si potrà mangiare TUTTO, bere quanto si vuole senza ubriacarsi, gustare qualsiasi dolce. Gli effetti dell’alcool saranno azzerati ma se si vorrà rimarranno, anche se non sarà una scelta sana. Chi beve per stordirsi, per darsi coraggio o per ammorbidire il mondo, non fa una cosa giusta. L’alcool, come qualsiasi droga, altera la percezione della realtà e un essere intelligente non dovrebbe rifugiarsi nell’alterazione di se stesso per rendere sopportabile il mondo esterno. Con Oltremondo tale esterno potrà essere quello che più vorremo, quindi mai più qualcuno dovrà alterarsi per sopportare l’esistenza. L’alcool dà un gusto particolare alle bevande e questo rimarrà ma molte persone sceglieranno di non essere alterate a livello mentale. Coloro che sono abituati a bere per ubriacarsi sappiano che potranno smettere. Per ottenere lo stesso effetto basterà volerlo, anche se questi magari preferiranno il metodo classico. Non posso credere però che gli alcolisti siano interessati davvero a provare il gusto delle pessime bevande che assumono di solito. Comunque, come sempre in Oltremondo, ci sarà una totale libertà per tutti. Le nuove possibilità faranno superare agli alcolisti le tristezze che li spingono a bere e li porteranno verso una vita più felice e realizzata. In ogni caso tutti i disturbi associati all’abuso di alcool spariranno e come minimo si soffrirà di meno, almeno nel fisico. Tutti coloro che hanno sempre voluto possedere un vigneto, una tenuta, una qualsiasi organizzazione per produrre del cibo, potranno finalmente averla. Tutti questi sogni diventeranno realtà e chiunque lo vorrà potrà avere il suo marchio e creare nuovi sapori per la gioia dell’Umanità. L’ULTRASPORT Con le tecnologie di Oltremondo anche lo sport diventerà un’esperienza superiore a qualsiasi cosa sia mai stato prima. Io sono un surfer, amo correre in windsurf e snowboard, ma, come tante persone, non riesco a praticare questi sport così spesso come vorrei. Innanzitutto, per andare in windsurf devo recarmi in qualche luogo di mare o in qualche lago dalle acque pulite e magari tiepide, poi ci vuole un vento teso e costante, poi devo spostare attrezzature scomode ed ingombranti. Ogni viaggio è un’esperienza lunga e faticosa per poi surfare sulle onde per qualche ora. In Oltremondo potrò entrare in uno dei canali windsurf e ritrovarmi istantaneamente tra le onde dei Caraibi, in una giornata di sole con un vento perfetto. Potrei divertirmi anche solo per mezz’ora per poi tornare a qualsiasi altra occupazione, niente tempi di trasferimento, nessuna attrezzatura da riporre. Per correre sullo snowboard sarebbe lo stesso: non dovrei partire in macchina verso le montagne, fare la coda del rientro domenicale d’inverno dalle località alpine, preoccuparmi dell’attrezzatura e così via. Nei canali per snowboarder mi troverei subito in piedi sulla tavola, in cima alle piste più belle, pronto alla discesa. Una delle cose più belle con lo snowboard è scendere velocissimo su una distesa di neve fresca e farinosa, piegarsi di lato in equilibrio su un’onda di neve e sfiorare con un dito la distesa immacolata. Quando trovi una distesa su cui è già sceso qualcuno non è a stessa cosa. In Oltremondo si potrà scendere su distese perfette immacolate e vergini che non nascondono alcun sasso sotto la neve, solo una massa soffice e perfetta. In tali condizioni ci si diverte tantissimo. Purtroppo, però, sciando si arriva alla fine della pista e si deve fare la coda ad un impianto di risalita che ci riporta lentamente in quota. E’ una pausa che può far piacere ma i muscoli si raffreddano, il vento ti taglia le orecchie e tu non puoi fare niente altro che aspettare. Ogni volta il tempo passato in seggiovia è molto superiore a quello in cui ci si diverte a scendere. In Oltremondo diventerà possibile l’impianto che ho sempre sognato: il teletrasporto per sciatori. Immaginate che alla fine della pista ci sia una specie di larghissimo arco in cui infilarsi senza rallentare e che ci teletrasporti istantaneamente di nuovo in cima alla pista in cui si esce da un altro arco identico mantenendo la stessa velocità e direzione. Sarebbe la pista infinita! Potremmo sciare sempre senza mai fermarci. Magari subito dopo l’uscita ci potrebbe essere uno svincolo con tante possibili piste in modo che ogni volta potremmo sceglierne una diversa. Se ci vorremo fermare potremo farlo in uno dei tanti chalet che si trovano lungo le piste per prendere il sole, riposarsi o gustare una cioccolata (o un irish coffee). Un impianto di questo tipo forse non sarà mai possibile nel mondo fisico ma in Oltremondo sarà una realtà. E poi si potranno realizzare piste lunghissime e perfette, senza sassi, con passaggi naturali mozzafiato, con discese da altezze di ventimila o più metri, con tante possibilità di competizione in cui sfidarsi con amici e nuove conoscenze in qualsiasi momento dell’anno. Se di solito avete freddo in questi ambienti non soffrirete più, potrete persino scendere senza vestiti speciali dato che la neve potrà non essere neanche bagnata e altri disagi potranno essere eliminati. Un altro importante vantaggio deriverà dalla possibilità, inesistente nel mondo fisico, di modificare alcuni parametri dell’ambiente o del nostro corpo. L’equilibrio sulla tavola, ad esempio, potrà essere più semplice da ottenere grazie a stabilizzazioni artificiali. Se lo si vorrà il windsurf ci scaricherà in acqua esattamente come nel mondo fisico, ma se un neofita vorrà divertirsi fin da subito potrà impostare un valore di autostabilizzazione in modo da poter stare più facilmente in piedi. Allo stesso modo potremo modificare i nostri tempi di reazione, la coordinazione ed altri aspetti del nostro corpo in modo da facilitarci nella pratica di qualsiasi attività. Potremo rallentare il tempo e così semplificare il tennis, potremo aumentare la presa delle mani per essere più bravi a basket. Tali modifiche non potranno però essere usate di nascosto, sennò l’agonismo finirebbe. Allo stesso modo potremo rendere tutto più difficile in modo da estremizzare ogni prestazione. Tutti gli sport potranno essere praticati in qualsiasi momento, senza disagi, senza preoccuparsi dell’attrezzatura, anche se non si era capaci nel mondo fisico. Potrete nuotare in mari meravigliosi senza prendere l’aereo, potrete immergervi trattenendo il fiato per ore, esplorare gli oceani, le profondità marine, i tesori sommersi, tutto senza bombole di sorta. Potremo nuotare nudi con i delfini e parlare con loro, sentire la pressione spaventosa delle profondità abissali senza esserne schiacciati. Potremo ridurre la gravità e sperimentare nuove variazioni degli sport abituali; pensate al salto con l’asta fino ad un’altezza di cento metri! Avendo più tempo per sé stessi gli Uomini si dedicheranno più spesso allo sport e nasceranno nuove continue sfide agonistiche, squadre e tornei. Potremo sperimentare nuovi sport orbitali che permetteranno sfide interessanti in assenza di gravità nello spazio. Potremo giocare a calcio sulla Luna. Tutti gli sport diventeranno accessibili per tutti, non ci vorranno più tanti soldi per fare il pilota di formula uno o per le gare di offshore. Non avremo più paura di farci male e quindi proveremo tante attività che prima ci facevano paura. Le possibilità di immersione nell’ambiente digitale di Oltremondo ci permetteranno di vivere tutti gli sport da vicino, seguendo i nostri beniamini, diventando loro. Se ci piace la formula uno potremo vivere le gare dall’interno del pilota che ci interessa, sentendo le sue sensazioni, percependo la velocità di decisione, l’esperienza nelle scelte. Sarà un modo nuovo di seguire lo sport fatto da altri, un modo che ci permetterà anche di imparare dai campioni. LA TELEPATIA Poche cose dell’esistenza sono così affascinanti, pensate come reali ma mai sperimentate come la telepatia. Nonostante infiniti esperimenti tale trasmissione del pensiero non è mai stata dimostrata ma il fatto stesso che enti di ricerca importanti come la NASA abbiano fatto esperimenti in questo senso ci fa pensare. Infinite sono le testimonianze di fenomeni di questo genere, ma tutte soggettive e non ripetibili. In Oltremondo la telepatia diventerà realtà. La proiezione di immagini mentali direttamente nel cervello di un’altra persona sarà ovviamente possibile. Se il caschetto dell’ultravisore permetterà di rilevare i comandi che vorremo inviare ai muscoli motori e farà eseguire al nostro corpo digitale i movimenti relativi, allora similmente potrà rilevare delle immagini, dei concetti che noi ci formeremo nella mente. Tali concetti potranno essere proiettati con un comando mentale e quando il sistema diventerà abbastanza intuitivo da capire il destinatario voluto di tali concetti ecco che il messaggio potrà essere inviato. Il destinatario del messaggio vedrà ricostruirsi l’immagine nella propria mente avendo piena coscienza di chi l’ha inviata e perché. Ovviamente tale tecnologia potrà svilupparsi DOPO che avremo compreso il funzionamento della mente negli strati profondi di elaborazione; in un primo momento, producendo gli input sensoriali e rilevando gli output di movimento, l’ultravisore si fermerà solo sull’orlo di questa complessità. Quando i meccanismi di elaborazione del cervello saranno ad un buon grado di comprensione potremo passare ad applicazioni più complesse come la mente aumentata e la telepatia. Con questi sistemi supereremo la barriera delle lingue. Quando una persona parlerà nella sua lingua madre ad un’altra il sistema rileverà i comandi inviati alla laringe, alle labbra e alla lingua ma leggerà anche il CONCETTO che con tali suoni essa vorrà esprimere. Il concetto sarà proiettato nella mente dell’ascoltatore che si troverà così a comprendere una lingua che non conosce. Il traduttore universale dei film di fantascienza diverrà così realtà. Potremo rendere partecipe un interlocutore dei nostri stati d’animo non descrivendoli a parole ma facendoglieli proprio PROVARE. Quando vorremo spiegare un concetto complesso o un progetto in embrione non dovremo fare infiniti giri di parole o uno schizzo ma potremo proiettare la nostra idea nella mente dell’altro. Le comunicazioni che diverranno possibili non si possono neppure immaginare ma certamente saranno affascinanti. Probabilmente le persone si chiederanno come abbiamo fatto a sviluppare una civiltà con il rozzo strumento della lingua scritta e parlata. Alcuni avranno paura di questi sviluppi ma ricordiamo che, come per il telefono, nessuno sarà costretto a comunicare nulla. Chi non vorrà inviare i propri pensieri se li terrà ben chiusi nella propria mente e da lì non sfuggiranno. NESSUNO dovrà avere accesso a questi livelli se non su precisa volontà dell’individuo altrimenti rischieremmo pericolosissime forme di controllo del pensiero. La Fondazione vigilerà strettissimamente su tali tecnologie e dovrà porsi come adamantino garante al massimo grado dell’uso etico di queste enormi possibilità espressive. In ogni caso ricordiamoci tutti che la comunicazione tra gli Uomini non è mai stata una cosa negativa, infinite guerre e sofferenze sono state il frutto dell’incomprensione. Le possibilità che si aprono per la tecnologia della comunicazione telepatica portano anche alla CONDIVISIONE di esperienze; in tale settore le sensazioni di un individuo possono essere condivise con uno o più altri, in modo che tutti sentano le sensazioni di tutti e che vedano la cosa da ogni punto di vista. Tale possibilità si presta ad infinite applicazioni che cambieranno la vita di tutti. Le esperienze culturali, ad esempio, potranno essere davvero collettive e la gestalt (unione) di menti che ne deriverà potrà basarsi sul bagaglio di esperienza di ciascuno in modo da fruire contemporaneamente di un’opera d’arte da tutti i punti di vista e ad ogni livello di analisi estetica. Nel sesso le possibilità sono eccezionali: due amanti potranno sperimentare un rapporto da entrambi i punti di vista esplorando il partner in modo davvero completo ed eccitante. Forse finalmente ogni Uomo potrà capire fino in fondo l’erotismo femminile e viceversa. Una nuova tecnologia deriverà da questa: la registrazione di esperienze. Tale idea è già stata proposta nel film ‘Strange days’ in cui si ipotizzava la realizzazione di caschetti che registravano su supporti rimovibili le sensazioni di una persona in modo da poter poi far rivivere la situazione ad un’altra successivamente. In Oltremondo un tale ‘videoregistratore di esperienze’ potrà essere davvero realizzato. Fin dalla prima fase in cui ci limiteremo a proiettare le sensazioni sugli ingressi del cervello senza andare oltre potremo registrare tutte le esperienze di una persona ed eventualmente riproiettarle sugli ingressi sensoriali di un’atra. Quando ci spingeremo oltre fino a rilevare ciò che la persona realmente SENTIRÀ dati questi input sensoriali allora potremo registrare davvero le sensazioni del soggetto. Quindi realizzeremo due diversi meccanismi di registrazione delle esperienze. Uno più rozzo ed immediatamente disponibile che sarà come una specie di telecamera che registrerà tutti i sensi; uno più raffinato che registrerà le esperienze. Cosa si potrà fare con tali sistemi? Per esempio registrare una discesa in snowboard estremo su di una parete quasi verticale in neve fresca con salti di decine di metri. Con il sistema primitivo un’altra persona potrà avviare il play della registrazione e sentirsi al posto dello sciatore senza ovviamente poter muovere lui i muscoli. In questo modo potrà sentire il vento sul viso, la sensazione di caduta libera nei salti e financo il freddo della neve lungo la schiena in caso di caduta. Con la registrazione più avanzata lo spettatore potrà sentire anche l’eccitazione dello sciatore, la paura in caso di caduta, i pensieri che ha fatto nello scegliere una via di discesa piuttosto che un’altra e così via. In caso di produzioni filmiche queste tecnologie permetteranno di vivere i film ‘dal di dentro’ dei personaggi ed arrivare a capire le motivazioni ed i sentimenti che li spingono a comportarsi nei vari modi. Ovviamente anche per questo il sesso sarà un’interessante fonte di materiale. Nel caso in cui si incontreranno nuove forme di vita, alieni o anche solo i cetacei, tali tecnologie ci permetteranno di saltare le barriere delle differenze fisiche e culturali fino a fonderci nell'altro e CAPIRE le sue sensazioni e motivazioni. Nuove relazioni e scambi diventeranno possibili e questo forse sarà il futuro dell'Uomo quando incontreremo gli altri esseri intelligenti del Cosmo. IL SESSO IN OLTREMONDO Poche attività umane subiranno dall’avvento di Oltremondo un impatto come il sesso. La vita degli Uomini è sempre stata condizionata da questa attività ad un livello che la più parte non ha mai nemmeno immaginato; guerre, avventure, movimenti di denaro, politica, rivoluzioni, invenzioni, poesia, musica e mille altre cose sono state fatte solo per ottenere i favori sessuali di altre persone. Nella maggior parte dei casi ci si è ipocritamente nascosti dietro il comodo paravento dell’Amore, ma spesso i sentimenti c’entravano ben poco. L’Amore deve essere fortemente disgiunto dal sesso quando quest’ultimo è inteso come attività ricreativa. La maggior parte della vita dei maschi è spesa nella ricerca continua di femmine da ingravidare, suona volgare ma è così. I maschi che avevano prevalentemente altri interessi si sono riprodotti meno e la loro stirpe non è mai andata lontano, coloro che pensavano solo a fornicare hanno avuto tanti figli, gli altri pochi o nessuno. Quando una mutazione casuale ha fatto nascere un Uomo più propenso alla riflessione, alla cultura ed alla filosofia, indefettibilmente l’avvicendarsi delle generazioni ha cancellato i suoi geni, non immediatamente ma in modo statisticamente sicuro. Non deve sorprendere quindi l’attenzione davvero patologica verso il sesso, siamo tutti figli dei figli dei figli degli assatanati. Con Oltremondo la spirale si spezzerà e l’Umanità avrà due vie di miglioramento: le persone meno inclini agli istinti e più riflessive potranno sopravvivere molto più a lungo e quindi incideranno percentualmente di più sulle sorti del tempo mentre tutti gli altri potranno sfogarsi molto più facilmente e quindi dedicarsi di più alle attività dell’intelletto. E’ indubbio infatti che il sesso diventerà un’attività davvero semplice da esercitare con partner meravigliosi. Non solo le donne e gli uomini miglioreranno moltissimo sotto l’aspetto fisico grazie all’uso di corpi digitali perfetti, ma infinite schiere di robot saranno ai nostri ordini. Qualsiasi Uomo potrà avere numeri immensi di concubine pronte a soddisfarlo, tutte le attrici e le modelle che potrà desiderare, qualsiasi tipo di donna, o numero di donne. Qualsiasi Uomo potrà essere conosciuto da qualsiasi donna e se ella vorrà correre in moto con un tipo muscoloso e un po’ rozzo dovrà solo desiderarlo. Dissolutezza? Inevitabilmente così sarà per moltissime persone, ma senza alcun strascico fisico. Con il sesso digitale, indistinguibile ed anzi migliore di quello fisico, non si contraggono malattie, non si resta incinta, non ci si fa male nemmeno nei rapporti sadomaso più estremi. È meglio avere una vita sessuale soddisfacente, ancorché simulata, che non averne nessuna. Un argomento spinoso sono i pervertiti, i maniaci di qualsiasi tipo. Le perversioni più lievi potranno essere praticate molto più tranquillamente ed efficacemente, pensiamo a quelli che amano l’abbigliamento di gomma; si inventeranno cose davvero strane in questo campo. Ma cosa dire dei maniaci gravi? Dovremo permettere loro di indulgere nelle loro bassezze? Se un Uomo ama uccidere prostitute dovremo permettergli di soddisfarsi in un canale apposito, ovviamente con donne robot? E per i pedofili? E’ ovvio che un moto di orrore ci prende al pensare un Uomo con un bambino ma se il bambino è finto? Non sarebbe forse meglio far sfogare questi individui in mondi simulati dove non possono far del male a nessuno? Ma questi sfoghi non potranno viceversa portare ad una eccitazione ed un desiderio ancora maggiore di farlo nel mondo fisico? A queste domande dovrà rispondere un’assemblea la più ampia possibile con l’aiuto del parere di esperti. Tali esperti per ora nemmeno si sognano di applicare la loro scienza a queste possibilità ma la Fondazione dovrà promuovere serissimi studi in tal senso. Tante solitudini, anche fisiche, del mondo attuale troveranno comunque una fine, magari solo grazie ai partner digitali. La pornografia conoscerà nuove possibilità e chissà cosa si inventeranno quei signori che a questo si dedicano, certo non manca loro la fantasia! La prostituzione sparirà o almeno quella più squallida. Se i partner digitali non saranno abbastanza soddisfacenti forse qualcuno potrà prostituirsi ma in modo più ‘pulito’ evitando un eccessivo coinvolgimento fisico regolando opportunamente gli input sensoriali. I partner digitali diverranno rapidamente perfetti mentre i corpi delle persone saranno così eccezionali che difficilmente qualcuno avrà problemi con l'altro sesso. E’ ovvio che tutte queste possibilità non saranno esplorate in modo frenetico da tutti. Anche nel mondo fisico si può sciare, ad esempio, ma non tutti lo fanno. Il concetto di fedeltà avrà ancora un significato, inteso come desiderio di rapportarsi con un essere umano che davvero si apprezza. In questo senso molte persone rimarranno fedeli al partner fisico e con esso esploreranno nuove infinite possibilità. Se i single potranno sbizzarrirsi in avventure sfrenate, infatti, certo le coppie affiatate trarranno forse i frutti migliori dalle possibilità del sesso digitale. Non solo i corpi potranno migliorare e ringiovanire ma si potranno esplorare insieme infinite eccitanti possibilità. Una coppia potrà ad esempio scambiarsi i corpi e provare un rapporto dal punto di vista dell’altro, oppure si potranno variare particolari anatomici di ogni tipo per vedere l’effetto che fa. L’impotenza sarà debellata, le donne frigide potranno impostare una maggiore stimolazione esterna dei centri dell’ipotalamo preposti alla libido in modo da correggere il loro comportamento e trovare finalmente piacere nell’attività sessuale. Si potrà fare l’amore in luoghi meravigliosi, eccitanti, che si sono magari sempre solo sognati. Volete una suite a Las Vegas con un lettone rotondo? Ci sarà. Volete fare sesso in assenza di gravità? Sulla Luna? Nell’antico Egitto? Su un altare durante un rito pagano druidico? Infinite fantasie diventeranno realtà ed anzi un’attività fiorente sarà quella di coloro che offriranno ambienti originali per fare sesso con il partner. Il collegamento telepatico permetterà ad ogni persona di SENTIRE cosa prova l’altra durante il rapporto e così nuove incredibili esperienze saranno possibili. Una speciale possibilità, poi, sarà riservata agli Uomini: non ci saranno più problemi ‘meccanici’ per avere orgasmi multipli come le donne e nuove interessanti possibilità si apriranno. Nelle relazioni, così come oggi si esplora il corpo del partner, in Oltremondo si potranno inventare nuovi stimoli, come accarezzare una donna con il vento, o passare tra i capelli mani di vapori profumati. Infinite nuove tecniche erotiche si potranno inventare e se da un lato certo si approfondirà la bassezza del sesso volgare e gratuito, dall’altro le persone che hanno un erotismo cerebrale giungeranno a sublimi vette oggi impossibili. IL CORPO UMANO L'avvento di Oltremondo ci regalerà anche l'affrancamento da una limitazione che non è mai stata sentita a livello conscio ma tante sofferenze e frustrazioni ha generato: la disponibilità di un solo corpo. Tale è la nostra abitudine di tutta una vita che nemmeno ci rendiamo contro di quali ristrettezze ciò comporti. Moltissimo denaro è da sempre stato speso per apparire migliori agli altri e a noi stessi, la cosmetica è una delle industrie principali eppure i risultati sono deludenti su moltissimi fronti. Le persone non si piacciono e tutti abbiamo qualche parte del nostro aspetto fisico che ci piacerebbe cambiare. Non solo, molti di noi vorrebbero poter interpretare altri personaggi, altri sessi, anche solo per gioco. In Oltremondo tutto questo sarà finalmente possibile. Le donne, quando gliene si parla, sono affascinate dal 'trucco infinito', intendendo con ciò la possibilità di modificare qualunque caratteristica del proprio aspetto con enorme facilità. Nel mondo digitale qualsiasi persona potrà cambiare istantaneamente il colore dei capelli, degli occhi, della pelle, delle unghie. Ogni variazione potrà essere immediatamente visionata in uno specchio o tramite un manichino olografico che ci rappresenterà perfettamente. Una donna potrà variare tutti questi e mille altri parametri (lunghezza delle unghie, dimensioni del seno, profilo del sedere...) allineando lungo un muro una copia perfetta di sé con le impostazioni di ogni configurazione per poi scegliere quella che piacerà di più. Allo stesso modo in cui si sceglie un vestito si potrà scegliere un corpo e poi rifinirlo con infinite variazioni. Si potrà cambiare l'odore di sé stessi, la flessuosità, il modo di camminare, i riflessi degli occhi e dei denti. Una stravagante possibilità sarà quella di apparire diversamente ad ogni persona. In tal modo ci si potrà recare ad una festa e sembrare bionda per una persona, rossa per un altro gruppo e completamente diversa per un altro ancora. Questo ovviamente faciliterà di molto gli adulteri ma permetterà nuovi eccitanti giochi. Le persone non si potranno più stancare dell'aspetto del proprio partner e potranno anzi far scegliere ad esso l'aspetto che preferiranno. Non si pensi che questo produrrà fastidio: al massimo si potrà sembrare in un modo al partner ed essere un corpo completamente diverso ai propri occhi, in modo da sentirsi a proprio agio. Molti si sentiranno a disagio e, come per molti altri concetti rivoluzionari di Oltremondo, reagiranno con il rifiuto, a volte persino violento. È curioso osservare come, non appena si descrivono le meraviglie e le eccezionali possibilità che deriveranno da questo progetto, moltissime persone reagiscano con una feroce chiusura mentale. Sembra davvero stupido questo abbarbicarsi ai paradigmi del passato, persino quelli che tanta sofferenza hanno sempre prodotto. In special modo le persone sembrano gelose della loro fisicità, considerando lo stato in cui sono vissute come intoccabile e da difendersi, anche dialetticamente, ad ogni costo. La spiegazione non può che derivare da meccanismi psicologici, spesso inconsci. Innanzitutto, si osserva spesso un effetto mentale frequentissimo nelle persone, di intensità crescente con il ridursi del livello culturale: un qualcosa che chiamerei sindrome ‘la mia macchina è eccezionale’. Avrete avuto modo di notare come, all’aumentare della semplicità mentale, le persone tendano sempre di più a definire le cose della loro vita come perfette e migliori di quelle delle altre. L’esempio più eclatante è quello dell’automobile. Quante volte si sente decantare modelli modesti come essere veicoli dalle prestazioni eccezionali e dai consumi impossibilmente parchi! Allo stesso modo ogni persona, tanto più quanto maggiormente semplice, tenderà a dire che il proprio corpo è il migliore, perfetto, eccezionale. Gli eventuali difetti saranno ridotti, quando non nascosti, anche a livello inconscio. Ogni persona, insomma, essendo stata costretta ad accontentarsi del corpo che ha ricevuto, si è costruita un sistema di accettazione mentale e i propri eventuali difetti, anche se non nascosti almeno a sé stessa, non li ammetterà mai con il prossimo. La possibilità di avere un corpo qualsiasi scardina questo modello mentale ed occorre molta intelligenza, o molto tempo, per accettare serenamente questa opportunità. L’altro motivo è dato da un semplice ragionamento pragmatico: ogni persona ha sempre visto con orrore, fin dall’infanzia, l’abbandono del corpo fisico, perché questa è sempre stata la morte. Se ci si pensa ogni essere umano è sempre stato consapevole di questa eventualità: perdere il corpo fisico che gli è stato assegnato ha sempre significato la semplice cessazione dell’esistenza, ed è conseguentemente stata vista come una cosa terribile, da evitare in ogni modo. Non si deve dimenticare un ultimo, romantico motivo. Ci si affeziona alle cose che si sono avute vicino per molto tempo, ed il proprio corpo non fa eccezione. Tutto questo richiederà un grosso sforzo culturale, siamo da sempre abituati ad avere un solo corpo ed essere visti da tutti con lo stesso. Le possibilità che si apriranno porteranno molta confusione ma il divertimento sarà superiore. Del resto, chi fosse affezionato ad un certo corpo, magari quello che aveva a vent'anni, potrà avere sempre quello in ogni occasione, apportando solo piccole correzioni una volta per tutte. Pensate alle possibilità: finalmente basta con l'obesità! Si potrà mangiare tutto quello che si vuole senza ingrassare, ci si potrà ubriacare a volontà senza rischiare alcun danno al fegato. Ovviamente non sarà solo per queste becere voluttà che si utilizzeranno queste nuove possibilità. L'occasione di 'indossare' corpi diversi ci verrà anche dalla nostra partecipazione a ricostruzioni storiche o di fantasia. Una bella fanciulla potrà voler impersonare mago Merlino ed allora potrà darsi il corpo di un vecchio signore dalla lunga barba. Un Uomo potrà recitare nel ruolo di Cleopatra e si ritroverà ad avere uno splendido corpo di donna. I transessuali potranno finalmente avere un corpo adatto alla loro personalità senza sottoporsi a operazioni chirurgiche. Un’altra grande rivoluzione verrà da una sorta di ‘teoria della relatività corporea’. Così come la Teoria della relatività di Einstein ha minato il nostro concetto di scorrere del tempo, allo stesso modo il corpo digitale rivoluzionerà la percezione del nostro tempo cosciente. Un’altra delle limitazioni che abbiamo sempre avuto e di cui non ci possiamo rendere contro finché non ci vengono prospettate nuove possibilità è quella della ‘fissità temporale’. Pensiamo ad una qualsiasi situazione della nostra vita in cui abbiamo dovuto aspettare per qualcosa; talvolta tale attesa è stata anche dolorosa, si pensi ad esempio ad un arto ingessato. Il fatto di avere un solo corpo ha sempre comportato l’effetto di dover PER FORZA passare attraverso tutte le difficoltà che si presentavano allo stesso. Quando la nostra coscienza sarà libera dal soffocante legame con un solo corpo, casualmente datoci dalla Natura, potremo balzare da un involucro all’altro a seconda dell’estro del momento. Se per un qualsiasi motivo un corpo dovesse aspettare un qualche tempo, magari soffrendo o semplicemente annoiandosi, la nostra coscienza potrebbe abbandonarlo per indossarne un altro e in quest’ultimo proseguire i propri studi, le proprie esperienze o semplicemente svagarsi. Fino al momento in cui nel corpo precedente non si producesse una situazione di interesse, o almeno la cessazione della sofferenza, non saremmo costretti ad essergli presenti. In tal modo le cose più spiacevoli dell’esistenza saranno evitate e tanti sprechi del nostro prezioso tempo verranno evitati. Le situazioni che si produrranno da questa possibilità sono talmente esoteriche ed innovative che sgomentano, e ci fanno riflettere su quanto, ancora una volta, siamo stati miserabilmente poveri fino ad oggi. L'attenzione spasmodica che abbiamo sempre dovuto tributare al vecchio corpo fisico troverà rilassamento. Molte attività che non abbiamo mai fatto potranno essere affrontate con un corpo digitale grazie al quale non dovremo avere la solita paura di farci del male. Il motociclismo, lo sci, il paracadutismo, le immersioni subacquee e tantissimi altri sport diventeranno praticabili senza paura. Sarà bellissimo rischiare la vita in esperienze che nella vita fisica non avremmo avuto il coraggio di affrontare. Inoltre diventerà possibile partecipare ad avventure di lunga durata senza interrompere le altre nostre attività. Ad esempio si potrà esplorare l'Africa dell'ottocento partecipando ad una spedizione di persone che andrà avanti tutti i mercoledì pomeriggio per sei ore. Il resto della settimana lo trascorreremo con altri corpi (o altre copie dello stesso corpo base) nelle nostre altre attività mentre il nostro corpo di esploratore resterà 'congelato' là dove lo avremo lasciato nella giungla. L'assenza di tempi morti di trasferimento renderà possibile la partecipazione a più esperienze in contemporanea suddividendo il nostro tempo tra di esse a piacimento. In ogni esperienza potremo avere corpi diversi che rimarranno equipaggiati, vestiti, posizionati nel punto esatto in cui li avremo lasciati. Potremo scambiarci i corpi con altre persone e questo aprirà eccitanti nuove prospettive nel sesso, potremo entrare nello stesso corpo in più persone per condividere esperienze di gruppo altrimenti impossibili. Potremo superare qualsiasi limitazione del nostro vecchio corpo fisico, saremo più forti, più grandi o più piccoli, più agili, più belli o più terribili. Coloro che sono handicappati nel mondo fisico torneranno a camminare, a sentire, a vedere, come e meglio degli altri; i vecchi torneranno giovani, i malati sani. Se vorremo mai sperimentare gli effetti di qualsiasi sostanza o addirittura di una malattia potremo farlo con un corpo di prova potendo in ogni istante tornare come prima. Un effetto che potrebbe essere sottovalutato, ma sarà invece uno dei motivi che spingeranno ogni persona a preferire ferocemente la vita digitale a quella fisica, sarà la fine dei ‘piccoli fastidi’. Tutti abbiamo sempre dato per scontato la loro esistenza, ma sarà solo con la loro scomparsa che ci renderemo conto di quanto bestiale e difficile sia sempre stata la vita dell’Uomo. Se ci pensate un attimo, vi verranno certo in mente infinite occasioni in cui piccoli disturbi vi hanno avvelenato la vita: momenti di spossatezza, piccoli fastidiosi episodi di tosse, il naso chiuso o che cola e così via. Pur non potendo essere catalogati nella casella ‘malattie’, questi piccoli disagi sono sempre stati un compagno costante di ognuno di noi. Un fastidioso mal di testa può aver rovinato intere giornate, un senso di stanchezza può averci impedito uno slancio positivo altre volte. Nella maggior parte dei casi questi sono piccoli allarmi che l’organismo ci manda per farci stare tranquilli, per non sforzarlo troppo, oppure anche solo per segnalare in modo sibillino situazioni di disagio biologico che tanto non sappiamo come affrontare. Tutto questo in Oltremondo sparirà. I corpi digitali saranno non solo più robusti, ma anche molto meno ‘chiacchieroni’. La maggior parte delle vie sensorie saranno mantenute ad un livello di ‘spento’ e solo selezionati input sensoriali saranno attivati di volta in volta, in ben precise combinazioni. Ovviamente si darà la precedenza alle sensazioni piacevoli, a meno che il canale non richieda altrimenti per consentire un’esperienza più realistica. In ogni caso, nella vita normale non saremo più soggetti a difficoltà e disturbi che appariranno niente più che arcaismi pretestuosi. L’esperienza digitale si rapporterà a quella fisica in modo estremamente netto proprio riguardo a questo e certamente molti non capiranno come mai, ma si renderanno conto che sul piano digitale la vita sarà migliore, più ‘gagliarda’, più attiva, più interessante e piacevole. Oltre a qualsiasi corpo potremo avere qualunque tipo di vestito, divertirci ad essere guerrieri Apache, maghi medievali, sacerdoti fenici, gentiluomini vittoriani, prostitute arabe o qualunque altra bizzarria ci verrà in mente. Potremo DAVVERO vivere innumerevoli vite e sperimentare tutto diventando pienamente umani. Una grande possibilità, che potrebbe portare anche ad eccessi, è quella di entrare nel corpo di altre persone. Se la tecnologia del caschetto ad induzione per l’ultravisore permetterà l’isolamento del cervello dal corpo in modo da far vivere al primo esperienze digitali molto realistiche mentre il secondo è in quiete, allora diventerà possibile anche uno SCAMBIO. Tutte le sensazioni di un corpo potrebbero essere inviate ad un cervello posto fisicamente in un altro. Si aprono diverse possibilità: una persona vive con il proprio cervello in un ambiente digitale mentre un’altra pilota il suo corpo nel mondo fisico, le due persone si scambiano i corpi o possono addirittura nascere ‘banche’ di corpi per questo tipo di scambi. I corpi ‘affittati’ ad un’altra persona andrebbero in giro con il caschetto sulla testa e il proprietario non si renderebbe conto di cosa succede (ma dovrebbe averlo comunque autorizzato). Oppure il proprietario potrebbe essere presente alla situazione ed osservare cosa starebbe facendo fare l’altro al proprio corpo, potendo intervenire e prendere il controllo in ogni momento. La gestione di queste situazioni sarà piuttosto delicata, dovremo garantire certi livelli di sicurezza minimi. Le persone a cui si ‘presterà’ il corpo potranno essere, ad esempio, il proprio partner, per giochi erotici rivoluzionari, oppure ricercatori, per poter comprendere le sensazioni ed i punti di vista degli altri. Ricordiamoci che l’importanza e la sacralità del corpo andranno attenuandosi e quindi queste pratiche non sembreranno più così sacrileghe come potrebbero apparire. Un punto molto importante andrà comunque sempre garantito: tale tecnica dovrà essere applicata solo tra persone consenzienti, con tutte le garanzie del caso. Un solo grosso problema nascerà, una difficoltà che ho già affrontato gestendo ambienti digitali: l'incertezza dell'identità e l'usurpazione della stessa. La fissità del corpo è sempre stata un efficace mezzo di riconoscimento e grazie ad essa si poteva esser certi dell'identità di una persona. Relativizzando l'aspetto fisico è ovvio che concetti come le foto sui documenti, le impronte digitali, persino la firma, non avranno più senso. Allo stesso modo si potrà (e tanti lo faranno) assumere l'identità di qualcun altro per scherzo o per danno. Ho assistito a tante 'mistificazioni digitali' nei mondi digitali ed invariabilmente le vittime si sentivano improvvisamente impotenti di fronte a questo comportamento mentre tanti mascalzoni si sono divertiti a creare problemi al prossimo. Le persone che si collegano ad un ambiente digitale tendono a credere in modo perfino patetico a quanto viene loro detto e quando qualcuno dice di essere Mario Rossi questo non viene mai messo in dubbio. Il vero Mario Rossi si potrebbe poi trovare di fronte folle inferocite per il 'suo' comportamento senza nemmeno capire che qualcun altro si è fatto passare per lui. Non si deve credere che queste cose non succedano, sono in realtà estremamente frequenti e producono tantissimi danni, talvolta anche gravi. Per evitare tutto ciò occorre che si predisponga un metodo per l'identificazione CERTA dell'identità di ogni persona. Allo stesso tempo si deve permettere la connessione anonima per tutta una serie di motivi, segnalando però chiaramente tale stato. Dovrebbe essere sempre possibile visualizzare una sorta di 'targhetta' su ogni personaggio di qualsiasi ambiente digitale in modo da sapere chi egli sia. Tale segnale potrebbe essere attivato da un comando dell'ultranauta in modo da far comparire tali targhette di identificazione nell'ambiente e rendendole visibili solo a lui. Tale funzione non presenterà alcuna difficoltà dato che ogni ambiente, anche se ospiterà più ultranauti, sarà disegnato per ognuno di essi dal proprio sistema di visualizzazione e creerà quindi una percezione di tale realtà che potrà essere diversa per ognuno di essi. Colui che attiverà la visualizzazione potrà così anche sapere se ci sono altri ultranauti indipendentemente dal corpo che si saranno scelti. Al limite uno potrebbe anche essere invisibile, oppure essere un filo d'erba, ma la sua targhetta sarà comunque visualizzata. Su tale indicatore dovrà trovarsi il nome in codice, lo pseudonimo che ognuno si sceglierà per entrare nel singolo canale digitale. Oltre a questo dovrà essere possibile risalire alle reali generalità della persona. Tale funzione dovrà ovviamente essere disabilitabile in modo da garantire la privacy di ognuno. Ogni persona dovrà registrarsi con i propri dati, associare ad essi uno pseudonimo globale (capitan chiardiluna, azzurro, la farfalla,...) e poi scegliere uno pseudonimo locale all'ingresso in un canale. In tale modo si potrà trovare 'il mago verde' in un castello di un certo canale ma si saprà che ad esso corrisponde in realtà 'la farfalla' e che essa è nel mondo fisico ' Maria Bianchi, residente in ....'. Tali informazioni dovranno poter essere rese segrete dall'ultranauta ed al loro posto dovrà comparire uno speciale numero di serie che sarà ad esse associato ma generato al momento in modo da essere sempre diverso. In tal modo non si potrà nemmeno sapere che la persona è sempre il numero '12567' dato che tale numero varierà ogni volta. Solo al Consiglio degli Asceti sarà possibile ricollegare il numero alla persona in modo da dirimere con sicurezza qualsiasi controversia. La funzionalità di esposizione dei dati personali sarà realizzata in modo da non poter esser manomessa da nessuno. Un altro aspetto è la certificazione dell'identità. Infatti non solo si vorrà sapere chi è la persona che abbiamo di fronte ma talvolta si vorrà poter provare di essere davvero noi stessi. Per tale scopo basterà rendere palesi i dati della 'targhetta' che manterremo invece segreti per gli altri. LA CURVA DEL PROGRESSO In questo capitolo effettuiamo un excursus sullo stato dell’Umanità alle soglie di Oltremondo. La tesi che si vuole dimostrare è che siamo giunti ad un punto di svolta nell’evoluzione umana e ci aspetta un ‘salto di qualità’ che si può tranquillamente vedere come la salita di un nuovo gradino della nostra storia evolutiva. Inizieremo quindi con l’analisi delle possibilità del progresso umano e di come queste eccezionali potenzialità ci faranno letteralmente volare nel ventunesimo secolo, realizzando cose che al suo inizio potrebbero essere etichettate come ‘fantascienza’. La definizione di progresso è sempre stata molto aleatoria, ciò che per alcuni lo era per altri si identificava con una iattura. La migliore definizione è stata data da Henry Ford: “non vi è vero progresso finché i vantaggi di una nuova tecnologia non sono per tutti”. In questo senso progresso è sempre stato ciò che ha migliorato la vita di tutti gli uomini. Non quindi una nuova tecnica, magari con esoteriche applicazioni comprese da pochi esperti, ma gli effetti di questa sulla vita della maggior parte degli Uomini. Il progresso in quest'ottica può essere quantificato misurando l'impatto che ha sulla vita degli esseri umani e di quanto la migliora. Ovviamente tali misure sono soggettive ma spesso le persone hanno una chiara immagine di quanto le riguarda direttamente. E' indubbio che in una tale prospettiva l'aumento del benessere e della qualità della vita degli ultimi secoli, specie riguardo alla facilità di rapportarsi con gli altri, sia stato esponenziale. Per esponenziale si intende un andamento che aumenta sempre più il tasso di incremento col passare del tempo e quindi parte lentamente ma si impenna sempre più rapidamente fino a diventare quasi verticale. Il miglioramento della vita dell'Umanità si è mosso molto lentamente al tempo dei nostri progenitori, molte migliaia di anni fa, giungendo ad un tasso frenetico proprio alla fine del ventesimo secolo. All'epoca preistorica lunghi secoli passavano tra un'innovazione e l'altra, producendo un lentissimo miglioramento della vita dei nostri avi. Il medioevo ha segnato, pur con la sua stagnazione, un’accelerazione del processo. Con il rinascimento si è avuto un punto di discontinuità e la curva del progresso ha avuto un'impennata quale mai si era vista. Con il barocco, l'illuminismo ed il romanticismo si è continuato con il miglioramento scoprendo una via l'altra le leggi del mondo fisico. Il ventesimo secolo ha raggiunto vette ineguagliabili di modificazione della vita delle masse e miglioramento della stessa. Ovviamente questo secolo ha prodotto le ultime grandi guerre, combattute con le più sofisticate tecnologie applicate ad un paradigma, la guerra, retaggio delle epoche precedenti. L'esplosione delle bombe atomiche sul Giappone, alla fine della seconda guerra mondiale, ha segnato il culmine dell'uso della tecnologia per scopi bellici e la fine sostanziale delle guerre come metodo di risoluzione dei conflitti tra i principali paesi. Tutto il lungo periodo intercorso tra i mitici anni sessanta e l'inizio del ventunesimo secolo è stato di rielaborazione sociale e sviluppo estremo delle nuove tecnologie. Il computer è il figlio di quest'epoca formidabile ed ha prodotto risultati impensabili per le generazioni precedenti. Siamo ora di fronte ad una nuova frattura nella curva del progresso, ad una nuova discontinuità. L'evoluzione delle idee liberiste, del concetto della sacralità della vita, dell'antirazzismo, può ora unirsi ad una tecnologia informatica finalmente matura ed autenticamente liberale e planetaria. Oltremondo rappresenterà la prossima discontinuità del sistema. L'andamento esponenziale del progresso deve produrre una nuova impennata della curva che lo definisce, impennata che non può più prodursi nel vecchio mondo fisico da cui è inevitabilmente soffocata e limitata. La domanda di migliori esperienze, di una vita più piena, di un nuovo livello di relazione con tutto il consesso umano non può più trovare sfogo con paradigmi vincolati al vecchio mondo fisico, fossero anche Internet ed il World Wide Web. Un nuovo livello di esperienza umana ed un nuovo tipo di interrelazione con gli altri si impongono. L'evoluzione deve giungere a modificare la nostra stessa essenza e il modo in cui ci relazioniamo con il mondo esterno. Dobbiamo superare tutte le vecchie limitazioni per proiettarci verso un nuovo livello di esperienza che permetta lo sviluppo delle nostre personalità al di là del progetto originario limitato che ha ormai fatto il suo tempo. La mente dell'Uomo sembra essere stata progettata fin dall'origine per accedere a superiori livelli di coscienza che non le sono permessi dal corpo fisico. I nostri progenitori hanno lavorato, lottato e combattuto per questo, senza saperlo, portando dentro di loro un anelito che nemmeno comprendevano pienamente e che collocavano nella sfera delle esperienze fisiche (un mondo di pace, pane e lavoro per tutti, amore e fratellanza) mentre la vera destinazione è trascendente, in un'ottica, volendo anche laica, di superamento dei nostri vincoli biologici per giungere a far progredire ancora l'Umanità su di un piano puramente intellettuale dove TUTTO è letteralmente possibile. Cosa ci aspetta non possiamo neanche immaginarlo a questo stadio iniziale, così come gli Uomini primitivi che scavavano i tronchi per ottenerne imbarcazioni non avrebbero potuto prevedere Internet, ma indubbiamente gli obiettivi che raggiungeremo saranno molto brillanti. La curva del progresso si inarcherà ancora di più verso l'alto ma si sposterà anche di lato dato che il piano su cui l'abbiamo sempre tracciata era previsto per rappresentare il miglioramento delle condizioni fisiche dell'Uomo nel mondo fisico. I miglioramenti che andremo ad ottenere si collocheranno su nuovi piani delle possibilità umane, esplorando direzioni forse solo abbozzate o neanche immaginate fino ad oggi. La curva, che è sempre stata una linea su di un piano bidimensionale, si allargherà di lato in tutte le direzioni, diventando una meravigliosa cornucopia che era ridotta ad un filo nel passato ma avvolgerà cose meravigliose nel nostro luminoso avvenire. Certo le tecnologie necessarie per la piena realizzazione di questo grande progetto sono di una tale complessità che la necessaria mole di lavoro e ricerca sgomenta. Non dobbiamo tuttavia fare l'errore di proiettare nel futuro il tasso di sviluppo degli ultimi anni. Se si progredisse con la velocità degli ultimi anni del ventesimo secolo allora certamente occorrerebbero cento e più anni per giungere alla piena realizzazione di Oltremondo. Ma il tasso di sviluppo aumenta in continuazione. Le cose che otterremo nei primi venticinque anni del ventunesimo secolo avrebbero richiesto cento anni di sviluppo degli anni novanta. Allo stesso modo tutto lo sviluppo del ventesimo secolo si sarebbe potuto ottenere negli anni dal 2000 al 2010. Questo è l'andamento esponenziale del progresso. Dobbiamo ricordarci sempre che la velocità con cui aumenta il tasso di sviluppo della tecnologia è essa stessa accelerata di continuo. In matematica si dice che c'è una derivata seconda positiva; ecco, lo sviluppo tecnologico ha una derivata seconda molto positiva. Quando ci diranno che Oltremondo è un progetto troppo ambizioso ricordiamo a tutti che alla fine dell'ottocento si credeva che l'Uomo non potesse volare... e tutto il ventesimo secolo lo otterremo in dieci anni. (18) A questo proposito, si possono ricordare le tre leggi della tecnologia di Arthur C. Clarke : • Quando uno scienziato dice che qualcosa è possibile, ha quasi certamente ragione, quando dice che qualcosa è impossibile, ha molto probabilmente torto. • Il solo mezzo per scoprire i limiti del possibile è quello di avventurarsi per un piccolo tratto oltre di essi nell’impossibile. • Qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia Ma tutta questa fiducia nello sviluppo della tecnologia è davvero dimostrabile? Come si calcola la curva del progresso? Cominciamo con il considerare l’andamento di diverse possibilità umane. Prendiamo, ad esempio, la possibilità di movimento: nel passato dell’Uomo si andava a piedi, l’introduzione del cavallo ha portato ad un incredibile aumento della possibilità di spostamento degli esseri umani. Tale introduzione si è avuta con l’avvento della pastorizia, quindi molte migliaia di anni dopo che il primo Homo sapiens camminò sulla Terra. Si dovette attendere ancora molto perché nascesse il carro al traino di diversi cavalli, che aumentò grandemente la velocità e la possibilità di trasporto di cose e persone. Fino all’ottocento non si ebbero più progressi significativi. Con la nascita del motore a vapore diventò realizzabile il treno e le possibilità di spostamento ebbero un’impennata. All’inizio del ventesimo secolo, solo pochi decenni dopo, il motore a scoppio fornisce una potenza per unità di peso davvero straordinaria, e l’Uomo può volare. Gli spostamenti aerei divengono molto più rapidi con l’introduzione del motore a reazione alla fine della seconda guerra mondiale, addirittura supersonici con il Concorde. Negli anni sessanta l’Uomo raggiunge la Luna e sonde automatiche iniziano a diffondersi nel sistema solare. Con Oltremondo il teletrasporto istantaneo diventerà una realtà, ancorché sul piano digitale. Se poniamo l’andamento delle possibilità di spostamento dell’Uomo su di un piano con il tempo sull’asse X e i chilometri percorribili in un’ora sull’asse Y otteniamo circa questo: Si nota chiaramente l’andamento esponenziale, cioè che ad ogni passo aumenta l’ammontare di quanto si incrementa la grandezza in istudio e che riduce il tempo che intercorre tra un passo ed il successivo. Consideriamo ora la potenza di calcolo dei computer, intesa come numero di calcoli matematici eseguibili dalla tecnologia dell’epoca per mille dollari spesi: Questo grafico comprende congegni che vanno dalla Macchina analitica di Babbage, al Tabulatore di Hollerith, all’ENIAC, all’IBM 7090 fino al Pentium 2. Da questa carrellata di computer del ventesimo secolo si nota ancora un andamento esponenziale. L’andamento è qui meno impressionante solo perché questo grafico è logaritmico, cioè lungo l’asse delle Y ad ogni scatto corrispondono aumenti via via sempre maggiori, altrimenti i puntini più in alto sarebbero stati così lontani da quelli più in basso che il grafico non sarebbe stato più leggibile. Per dare un’idea di quale formidabile crescita sia rappresentata si noti che se l’industria dell’automobile avesse prodotto un progresso simile a quello dei computer dal 1950 al 2000, un’automobile oggi costerebbe un centesimo di centesimo di dollaro e andrebbe più veloce della luce! Grafici come questi possono essere realizzati per ogni aspetto della tecnologia e anche per molti aspetti della cultura dell’Uomo. Da tutti si evince come l’andamento dello sviluppo delle tecniche, e più in generale della cultura, sia esponenziale. Non può essere altrimenti, dato che ogni prodotto parte dal formidabile patrimonio di tecniche e di concetti che lo precedono. Quando si studia un nuovo veicolo non ci si preoccupa di inventare la ruota, ma essa ha richiesto millenni per essere messa a punto. In tal modo si assiste all’introduzione di nuovi prodotti ad intervalli sempre più ravvicinati; tali prodotti sono poi sempre più ‘performanti’, cioè forniscono un aumento delle prestazioni rispetto al modello precedente che è molto superiore a quello che questo ha fornito rispetto alla versione ancora prima. In tal modo il tempo sembra addirittura accelerare, con un effetto quasi da Relatività di Einstein; soggettivamente sembra che le cose accadano in meno tempo di prima, esattamente come una qualsiasi persona percepisce da adulto lo scorrere del tempo come molto più veloce di quando era bambino. Tutti questi fenomeni produrranno un effetto ancora più sorprendente nel ventunesimo secolo. In questi anni l’accelerazione soggettiva del tempo produrrà cambiamenti epocali non più nell’arco di molte o poche generazioni, come nel passato, ma nell’arco della vita di un solo Uomo. Nuove tecnologie, e a loro volta nuovi stili di vita, nuove eccitanti possibilità, non si produrranno più al passaggio da una generazione all’altra ma addirittura più volte nell’arco della vita di ciascuno di noi. Questo effetto è del tutto nuovo e rivoluzionario: è la prima volta che esso accade nella storia dell’Umanità; è una conseguenza della matematica della curva del progresso ma sarà dirompente per ogni Uomo. Ognuno di noi dovrà sapersi adattare a questo mondo in enorme fermento, dovendo volente o nolente accantonare molti concetti in cui ci si potrebbe cullare, specialmente la stabilità dell’esistenza. La vita cambierà, anche più volte, nell’arco della nostra esistenza e dovremo essere capaci di adattarci a questo. I cambiamenti saranno positivi però, quindi non dovremo temerli ma anzi anticiparli e parteciparvi da protagonisti. Leggendo questo libro potrete dare uno sguardo in anteprima a molti di essi. LA BARRIERA DELLE RISORSE In questo secondo capitolo ci occuperemo dei modelli politici e sociali. La tesi che intendo portare avanti è che sul pianeta Terra NON È POSSIBILE realizzare un sistema politico autenticamente equo, solidale, ricco e soddisfacente. Non importa quale sia la propria idea politica, ognuno dovrà spogliarsene per vedere le cose con l’occhio puro del fanciullo. Dimenticatevi di essere di destra, di sinistra, o di non avere un’idea politica. Pensate in modo asettico e senza pregiudizi, scoprirete che non ci sono soluzioni, non sul piano della vita fisica. Molti credono che sia possibile, in un qualche modo che l'Umanità non ha ancora inventato, vivere felici in miliardi di Uomini sul pianeta Terra. Schiere di contestatori hanno protestato, in modo spesso violento, contro il sistema capitalistico uscito vincente dal ventesimo secolo. Gli ideali di uguaglianza e di non sfruttamento portati avanti dal comunismo hanno fallito alla prova della Storia ma il capitalismo non ha certo dimostrato di essere il sistema migliore. Io non credo CHE ESISTA un sistema politico e/o economico capace di far vivere l'Uomo in modo felice e solidale su questo Pianeta. Comunque la si metta, le risorse disponibili semplicemente non sono sufficienti per portare sette o più miliardi di Uomini al livello di vita medio occidentale della fine del ventesimo secolo. Qualcuno potrà obiettare che esistono altri stili di vita, più semplici, più vicini alla natura, meno alla ricerca continua del possesso ma che mirano al miglioramento dell’individuo. Sono belle parole, esprimono concetti elevati e meravigliosi, ma… non chiedete a nessuno di andare a dire alle persone di rinunciare all’acqua calda. O di non accendere più la televisione, o di andare a piedi. Non siamo ingenui, le persone VOGLIONO tutte le cose realizzate dal progresso degli ultimi secoli, l’Uomo ama la vita occidentale e molti, pur disprezzandola, la desiderano. Troppi ecologisti alla fin fine non si farebbero mai la doccia con l’acqua fredda. Non si dica che ci sono altri sistemi per avere tutto quello che ci serve, come ad esempio l’agricoltura biologica, lo ‘sviluppo sostenibile’ ed altre meravigliose utopie. Se non si utilizzano sistemi industriali non si nutrono milioni di persone, non le si tiene pulite, non le si fa viaggiare come vorrebbero. Anche se si è ecologisti, si ama la natura, si dovrebbe essere tuttavia ferocemente ancorati al buon senso e alla CERTEZZA che la gente non vuole veramente il ritorno alla natura ma spesso invece un’altra auto, magari più potente. Non solo non ci sono altri sistemi più naturali ed ecocompatibili per realizzare i prodotti di massa che ci necessitano, ma neppure i sistemi attuali sono sufficienti. Non importa quali strategie produttive e/o distributive ci inventiamo, semplicemente non ci sarà mai abbastanza di tutto. Nessuna contestazione convincerà mai i ricchi del pianeta a dividere le loro ampie ma fatalmente limitate risorse con i poveri e anche se lo facessero non ci sarebbero abbastanza ricchi per la massa enorme dei disperati. Questo è uno dei punti più chiari e meno compresi, specie dai contestatori. La somma delle risorse possedute da tutti i ricchi del mondo è di MOLTO inferiore al totale di cui avrebbero bisogno i poveri per giungere tutti allo standard di vita occidentale. In contrasto con questi dati di fatto, moltissimi anelano ad un mondo più giusto, dove nessuno abbia più di ogni altro e non ci sia sfruttamento tra gli Uomini. Tale ideale utopico è un bellissimo sogno, perseguito anche con violenza nei secoli. Fino all'avvento di Oltremondo, sul pianeta Terra tale sogno meraviglioso è sempre stato del tutto impossibile. Non solo l'Umanità non possiede le risorse necessarie alla vita civile di alcuni miliardi di persone, ma l'intero sistema Terra non è in grado di produrle. Si pensi allo sfruttamento intensivo dei mari con la pesca: ci sono continui allarmi che tale sfruttamento stia desertificando gli oceani. Le reti a strascico arano i fondali che poi impiegano molti anni per tornare al livello precedente, ma una nuova pescata li depaupera molto prima. Molte specie di pesci non sono più in grado di riprodursi adeguatamente, dato che vengono pescati anche nei periodi dell'accoppiamento. Moltissimi animali marini sono pescati in taglie sempre più piccole, ad indicare che non hanno il tempo di crescere e gli esemplari più adulti non esistono più. Ettari di foresta vengono distrutti ogni anno per le necessità dell'Uomo e spesso non vengono ripiantati, solo alcuni paesi hanno una pianificazione per la rotazione di questi cicli. L'inquinamento, inevitabile sottoprodotto di qualunque sistema produttivo, è in continuo aumento e produce sempre nuove calamità. Le petroliere che devono faticosamente trasportare l'energia per il funzionamento della civiltà spesso creano immani disastri. Tali naufragi sono spesso determinati dalla vetustà delle navi, a sua volta determinata dall'avidità degli Uomini, naturalmente generata dalla limitatezza delle risorse (anche l'avidità bieca di molti armatori è un prodotto della scarsezza delle risorse). In questo scenario si vede benissimo che il pianeta già non può quasi più sostenere l'attuale Umanità, ancorché con una piccola parte che vive decentemente ed un enorme disperato terzo mondo. Figuriamoci cosa potrebbe succedere con l'aumento demografico in atto, senz'altro meno catastrofico delle fosche previsioni degli anni settanta ma comunque pressante. (11) Rifkin, un analista di successo dell’economia mondiale e dei nuovi fenomeni, scrive: ”Il diritto di non essere escluso da una vita piena rappresenta il diritto di proprietà più importante per ogni individuo…Tale visione, però, deve essere temperata da un’oculata considerazione dei giganteschi ostacoli che ancora si frappongono al raggiungimento di questo livello superiore di progresso: l’aumento della popolazione, la diminuzione delle risorse naturali, la perdita della biodiversità, l’incontrollata diffusione dell’inquinamento ambientale che minaccia la biosfera, sostegno di tutte le forme di vita. Se questi problemi non verranno risolti qualunque discussione su una nuova visione sociale basata sull’abbondanza materiale e sull’emancipazione dell’Uomo è destinata a rimanere, per la maggior parte degli abitanti del pianeta, fantasia più che realtà.” E non basta: c'è ancora un aspetto, e questo definitivo: la barriera del calore. Un esperto negli anni settanta provò a calcolare cosa sarebbe successo se una popolazione di svariati miliardi di esseri umani fosse vissuta al livello dell'americano medio di quell’epoca. Per capire il concetto occorre pensare al fatto che qualsiasi attività umana produce vari sottoprodotti e fra questi vi è il semplice calore. Un Uomo, semplicemente vivendo, dissipa dal suo corpo circa cento watt di calore, equivalenti ad una lampadina media. Ogni attività che egli intraprende produce qualche tipo di surriscaldamento. Ma quando tali attività diventano di tipo industriale la cosa peggiora di molto. Per la produzione dei beni e servizi necessari al tipo di vita del mondo occidentale si dissipa nell'ambiente non solo inquinamento ma molto calore. Pensiamo alla produzione di un'automobile: già solo la fonderia che produce le parti metalliche necessita di un altoforno che disperde tantissimo calore. L'automobile nel suo funzionamento normale si surriscalda alquanto, come si può facilmente sperimentare anche solo appoggiando una mano sul cofano. Tutta la serie di necessità dell'Uomo civile comporta una tale dissipazione di calore nell'ambiente che questa dissipazione diventa il vincolo più importante. Il ricercatore calcolò che il pianeta stesso si surriscalderebbe alquanto, anche solo per il calore di scarto, e la massa di miliardi di consumatori produrrebbe disastri ecologici enormi, fino a far bollire l'acqua stessa degli oceani. Ovviamente non si pensa che gli oceani arriverebbero a bollire, ma la vita dell'americano medio della fine del ventesimo secolo produce un tale calore di scarto che, moltiplicato per vari miliardi di individui, sarebbe in teoria in grado di far bollire i mari. Un altro punto importante per la dimostrazione della tesi è quello della produttività: per produttività si intende la quantità di prodotti generata per ora lavorata da un Uomo. L’aumento della produttività è stato impressionante durante la rivoluzione industriale. Lo sviluppo di macchinari sempre più perfezionati ha permesso di produrre sempre più cose, e di qualità sempre migliore, utilizzando un sempre più piccolo numero di persone. Ma l’aumento della produttività ha un limite. Il tasso di aumento è sceso di molto negli ultimi decenni e non si vede come potrebbe ancora mantenersi. Una via potrebbe essere l’automazione sempre più spinta, ma questa, ancora una volta, è un’utopia. Da tempo ormai non si parla più seriamente delle ‘fabbriche automatiche’, in grado di realizzare un intero ciclo produttivo senza l’apporto umano. L’esperienza ci ha insegnato che i robot possono produrre ma non rimpiazzeranno mai completamente l’Uomo, inoltre si guastano spesso e non si riparano tra di loro. Si è passati al concetto di fabbrica semiautomatica, poi a quello di fabbrica integrata. La triste realtà è che non si riesce a far manipolare gli oggetti del mondo fisico da sistemi automatici in grado di svolgere compiti anche solo simili a quelli possibili all’Uomo. In condizioni fortemente controllate, con linee in cui ogni pezzo si presenta sempre uguale e sempre dallo stesso lato, i robot possono operare. Ma non appena qualcosa va storto non sanno cosa fare. Alle macchine manca il buon senso, una conoscenza del mondo che può derivare solo dall’avere avuto un corpo e aver vissuto per anni nel mondo fisico. Purtroppo la realtà fisica è sempre più complessa ed imprevedibile di qualsiasi asettica simulazione software industriale. Questo impedisce ulteriori seri sviluppi della produttività. Cosa significa ciò? Significa che OGNI bene, ogni prodotto, ogni servizio, richiede l’intervento dell’Uomo. Se per produrre faticosamente ogni cosa serve un apporto umano, anche piccolo, allora ogni Uomo non potrà avere, in media, tutto quello che vuole. È matematico: se si vuole essere equi, se nessuno ruba nulla, allora ogni bene che un Uomo desidera dovrebbe poter essere, in teoria, prodotto da quell’Uomo stesso. Se si pensa a quante automobili, barche, aerei, case, cibi, divertimenti vorrebbe ognuno di noi ci appare chiaro che tutto questo ben di Dio non potrebbe MAI essere prodotto da noi stessi. E per ‘prodotto’ non si intende fisicamente realizzato dal soggetto ma come una parte di quanto realizzato in ambienti specializzati da altri uomini. In pratica, per tentare di visualizzare la situazione, non dobbiamo pensare che se ci interessa la Lamborghini Murcielago dobbiamo immaginare di costruirne una tutto da soli, ma dobbiamo pensare a quante ore di lavoro umano di moltissime persone diverse occorrono, in media, per produrne una. In tal modo si tiene conto del fatto che la produzione avviene in stabilimenti attrezzati, con produzione di serie, non con un Uomo solo che, partendo dal minerale e lavorando di fucina e di lima, ottenga il prodotto finito. Se pensiamo alle ore-Uomo necessarie per la Lamborghini, poi per un aereo personale (anche un piccolo Cessna), poi per una barca a vela, poi per inventarsi, girare e distribuire un film, ci rendiamo conto di quanto lavoro occorra. Già oggi, con le capacità produttive del mondo occidentale, sfruttando anche spesso manodopera del terzo mondo sottopagata, l’Uomo medio europeo non ha quanto vorrebbe. Siamo inseriti all’interno di un sistema produttivo formidabile, che ha moltiplicato per milioni di volte le nostre singole limitate capacità personali, ma non siamo soddisfatti. Ogni Uomo medio dell’occidente ha una o addirittura due automobili, ma le vorrebbe più potenti, ne vorrebbe magari ancora un’altra per andare a sciare. Ogni occidentale vorrebbe avere ancora un’altra casa per le vacanze, o andare più spesso in viaggio in paesi lontani. Tutte queste ed infinite altre aspirazioni, alcune più ambiziose, altre meno, non riescono a trovare soddisfazione; e già produrre un’automobile per ognuno di noi in cambio del nostro limitato impegno nella società è stato un eccezionale risultato. Il punto è che NON SI POTRÀ MAI produrre ancora molto di più, non potremo mai avere tutte le cose che desideriamo. Non si devono considerare in questo le distorsioni (o i vantaggi, dipende dai punti di vista) tipiche del sistema capitalistico: è ovvio che molti la Lamborghini ce l’hanno, ma non l’hanno certo prodotta con il loro lavoro. Non interessa risollevare qui vecchie questioni, non stiamo analizzando se questo sia giusto o no, il punto è che MAI tutti potranno avere ciò che desiderano. Non importa di quanto si aumenti la produttività, non importa quali nuovi macchinari si inventino. Se per ogni prodotto occorre una, anche piccola, fetta di lavoro umano, allora la produzione totale dell’Umanità sarà SEMPRE fatalmente limitata. Se spingessimo questa analisi fino a comprendere la totalità dell’Umanità la quantità di cose disponibili in media per ogni Uomo diminuirebbe. Non è del tutto vero che l’occidente cattivo sfrutti il terzo mondo, ma certo qualcosa di reale c’è. Se si estendesse a tutto il pianeta il sistema capitalistico, creando per magia milioni di nuovi stabilimenti, chilometri di strade e reti di distribuzione, affermando la democrazia in infiniti paesi, allora ogni Uomo avrebbe qualcosa ma per gli occidentali questo produrrebbe una leggera DIMINUZIONE dei beni disponibili. E non si pensi che un tale aumento del mercato produrrebbe un incremento della ricchezza: aumenterebbe il mercato, aumenterebbero legittimamente i profitti per tanti capitalisti vecchi e nuovi, ma il livello di vita dell’Uomo medio non salirebbe. Ci sarebbero solo tanti più Uomini medi, in un mondo in corsa verso una catastrofe a scelta tra mille che diventerebbero drammaticamente probabili. Non c'è nulla da fare, nel mondo fisico non solo non si troverà mai un modo davvero equo di spartire una ricchezza fatalmente limitata, ma, quand'anche si trovassero le risorse, miliardi di Uomini non potrebbero MAI vivervi decentemente. Oltremondo è la sola via per superare le barriere insormontabili che si frappongono tra un'Umanità prospera e davvero felice e lo stato degli ultimi meravigliosi e terribili secoli della nostra Storia. LA NECESSITÀ COME REGOLA E FRENO DELLA NATURA (8) La necessità è maestra e tutrice della natura. La necessità è tema e inventrice della natura, è freno e regola eterna . Quando lessi questa frase di Leonardo da Vinci provai una sensazione meravigliosa, come se dall’abisso del tempo due intelligenze si fossero strette la mano concependo esattamente lo stesso pensiero. Lungi da me l’idea di paragonarmi al genio del rinascimento, intendo anzi esprimere il mio estremo piacere nell’aver concepito un pensiero umilmente in sintonia con il suo. Leonardo aveva senz’altro tratto dalle sue lunghe osservazioni della Natura una deduzione che poi avrebbe informato tutta l’opera di Darwin sulla selezione delle specie e l’evoluzionismo. Ogni organismo vivente ha come scopo supremo la propria sopravvivenza e riproduzione in un ambiente con risorse limitate. Questo concetto si ritrova anche in un altro pensatore, L. Ron Hubbard, che in Dianetics scrive: ‘Se tutta la saggezza del mondo fosse concentrata in una sola parola, quale sarebbe? ‘SOPRAVVIVI !’ (non faccio parte e non ho mai fatto parte di Dianetics, ma ho letto molte cose di Hubbard e molti concetti, anche se non tutti, sono davvero importanti). Questa ‘frenesia’ della vita riguardo alla sopravvivenza non avrebbe motivo se non esistesse una grande limitatezza delle risorse fisiche disponibili, cosa che Leonardo pose come maestra, tutrice, tema, inventrice, freno e regola. Tutti gli organismi hanno sempre avuto bisogno di risorse fatalmente limitate: lo spazio, il cibo, temperature confortevoli, compagni per riprodursi e così via. Ovviamente questa estrema necessità e la limitatezza delle risorse hanno sempre inevitabilmente portato a conflitti tra individui e tra specie. La fine per le creature meno aggressive o meno ‘furbe’ è sempre stata la morte, dell’individuo o addirittura della specie. Tali conflitti hanno portato, nel caso dell’Uomo, a guerre spaventose combattute per reali o immaginari vantaggi. Ogni organismo quando trova delle risorse deve usurparle immediatamente e completamente, se un singolo batterio non incontrasse limiti esso si riprodurrebbe infinite volte in modo esponenziale tanto che si è calcolato che in poche ore i suoi discendenti supererebbero la massa della Terra. Questo ‘accaparramento’ degli organismi è dato dall’instabilità dell’ambiente che va sfruttato finché è positivo e dalla necessità di non ‘lasciare spazio’ ad altre creature potenzialmente concorrenti quando non predatrici. Il comportamento vincente in Natura non è certo quello improntato alla cortesia e alla convivenza civile. Non intendo negare che talvolta si osservino, tra animali, comportamenti solidali o addirittura anche adozioni di cuccioli di razze diverse, ma tali situazioni sono date da impulsi funzionali alla sopravvivenza della specie. L’aiutare un proprio simile, solo se se ne ha la possibilità senza privarsi di nulla, è un comportamento che si è dimostrato essere utile alla sopravvivenza globale della specie. L’adozione di cuccioli di altre specie è dovuta allo stesso meccanismo, solo esteso a specie somiglianti o all’incapacità della creatura che adotta di distinguere l’adottato da un proprio simile. Non si è mai visto infatti adottare un piccolo serpente da una mamma lupo. La Natura ha quindi programmato tutte le sue creature in modo brutale, tanto che la violenza e la sopraffazione sono all’ordine del giorno in ogni sistema biologico. Questo è una conseguenza inevitabile della struttura stessa dell’Universo; le regole di causa-effetto, la natura atomica della materia, la proporzione reciproca degli elementi, portano tutti alla conclusione che c’è limitatezza, inevitabilmente ed in ogni cosa; una limitatezza magari in un’enorme quantità, come per le stelle, ma indubbiamente vi è sempre un limite. Noi, come ogni altra creatura della Terra, siamo il frutto di miliardi di anni, di generazioni, di aggressioni, di combattimenti. Fermatevi un attimo a pensare: visualizzate ogni istante di questo remoto passato: gli uomini primitivi che dovevano procurarsi il cibo per se e per i figli mentre vengono aggrediti da una fiera che ne sbrana uno mentre gli altri fuggono, gli stessi che uccidono un bufalo; pensate ai piccoli topi che erano i primi mammiferi, ad uno che ruba un uovo dal nido di un dinosauro e scappa con il piccolo cuore che batte all’impazzata mentre il terreno trema per l’arrivo del genitore; pensate ancora più indietro a quando eravamo esili creature marine e la tragedia dell’essere mangiati poteva capitare in un millimetro cubo d’acqua. Talvolta fantastico per ore visualizzando le infinite storie che sono capitate su questo pianeta in miliardi di luoghi e per miliardi di anni…affascinante. E ora pensate che voi siete i figli dei figli dei figli dei figli di coloro che hanno vinto, di quelli che non sono stati mangiati, di quelli che hanno mangiato gli altri. E’ stupefacente la catena di eventi che ci ha fatto giungere qui, che ci ha fatti vivi. Ed è ovvio che quindi si abbiano pensieri meschini, che talvolta si sia egoisti, si voglia prendere ciò che non ci appartiene, che talvolta si desideri la donna d’altri. I precetti religiosi e le convenzioni civili sono delle forzature enormi sulla programmazione del nostro cervello e quindi molto difficili da seguire. Tutti abbiamo un senso della giustizia innato, esso risiede anzi in una specifica area cerebrale ed è funzionale alla sopravvivenza della specie; siamo quindi in grado di riconoscere la giustezza delle regole civili. Tuttavia l’applicarle ci costa fatica, sacrificio. Applicando le regole dobbiamo spesso limitarci e questo ci fa soffrire. Se guardiamo anzi all’applicazione delle regole civili e morali nel mondo ci rendiamo conto che, facendo una media, siamo ancora lontani da una civiltà seria e matura. Tanti uomini vivono in modo animalesco, non hanno acqua pulita per bere, non hanno cibo, come possono essere superiori allo stato naturale? Eppure tra loro ci sono dei Leonardo, ci sono meravigliosi musicisti, scultori, umoristi, fini pensatori; ed essi si uccidono per un pezzo di pane, mettono in piedi mafie, fanno prostituire donne e bambini. Invece di pensare sconsolati a quanto marcio c’è nel mondo, a quanto è cattivo l’Uomo, pensiamo a come si potrebbe portare ad un livello superiore questi nostri fratelli. L’unica causa di tutto questo è la limitatezza delle risorse fisiche. Questo problema ricorre sempre ed è quello che spinge l’Uomo in giù, verso lo stato animale. Stato non da disprezzarsi beninteso, perché esso è naturale ed ha creato il mondo come lo vediamo. Se vogliamo però per l’Uomo uno sviluppo verso una civiltà etica, corretta, con grandi emozioni, non ingessata, democratica, superiore, allora dobbiamo dare a TUTTI gli uomini le risorse necessarie, questo non può essere fatto nel mondo fisico né ora né forse mai. La Natura, come visto, si basa sulla necessità, ne è anzi la figlia. Non potremo mai creare tutte le cose che ogni Uomo vorrà in quantità sufficiente per tutti gli Uomini. Le risorse del pianeta non sono sufficienti e lo stiamo già inquinando troppo già così. Eppoi l’Uomo vorrebbe volare, anche letteralmente, magari senza bardature meccaniche scoppiettanti; questo non si potrà forse mai fare nel mondo fisico. L’Uomo vuole esplorare, muoversi da un luogo ad un altro senza tediosi viaggi di puro spostamento, tuttavia il teletrasporto non sarà probabilmente mai disponibile. L’unico modo per portare ancora più avanti lo sviluppo etico e intellettuale dell’Umanità, l’unico modo per garantirsi la felicità, è di accedere ad un mondo del pensiero, dove TUTTO è possibile, dove ci sono risorse per tutti perché non devono essere faticosamente realizzate fisicamente. Oltremondo è il prossimo gradino, per noi come per tutta l’Umanità. L'ETICA DELLA REALTÀ SIMULATA Moltissimi quando si parla loro di Oltremondo dicono: 'ma una realtà simulata, anche se perfetta, non sarebbe mai vera'. Ci sono in realtà due tipi di obiezioni: la prima dice: 'capirei che non è vera, non sarebbe perfetta'. Questa obiezione è un piccolo peccato di superbia; il nostro cervello è comunque un’entità fisica che registra un'immagine del mondo esterno che è quella rilevata dai nostri sensi, non c'è verso di percepire altri aspetti della realtà. In questo momento, per esempio, voi siete immersi in un campo elettromagnetico perturbato da innumerevoli onde radio che trasportano di tutto: musica, documentari, pubblicità, conversazioni e altro. Eppure non ve ne accorgete: vedete forse qualcosa nell'aria? Tuttavia, se accendete il televisore un abisso di realtà vi viene svelato; semplicemente non la percepivate. Dobbiamo riconoscere con umiltà che noi vediamo e SENTIAMO una piccola porzione di ciò che esiste, quindi non è impossibile che questa porzione sia simulata in modo perfetto senza che riusciamo più a capire se è un prodotto dei nostri sensi o arriva dal computer; non siamo dei. In Oltremondo vedremo, sentiremo il profumo, udremo il suono, sentiremo il vento sul viso, raccoglieremo un filo d'erba e ne sentiremo il gusto in bocca, correremo nel prato e godremo del calore del sole sulla pelle, non ci accorgeremo del lavoro del nostro buon computer, e non vorremo neanche accorgercene. L'importante è che la simulazione sia COERENTE: se raccogliamo il filo d'erba, nell'istante preciso in cui lo stringiamo tra le mani dobbiamo sentirlo tra le dita, nessuna incertezza, assolutamente reale. Il cervello secondo recenti studi ha un clock, cioè una frequenza con cui acquisisce nuove sensazioni, di circa 40 Hz, basterà così che il computer aggiorni con assoluta coerenza tutti i sensi almeno 40 volte al secondo: anche i lenti computer di oggi lavorano milioni di volte più velocemente. La seconda obiezione è: 'ma non sarebbe comunque la realtà VERA'. In questo caso occorre capire cosa è la REALTÀ', la VERITÀ. Se io posso visitare quando voglio un'isola dei mari del sud, prendendo l'aereo ad esempio, sono sicuro che essa è VERA anche quando lavoro in una giornata piovosa a Parigi. So che l'isola ESISTE; che essa è là e sono certo che se ci torno ritroverò le stesse scogliere e il mio bungalow, a meno di eventi eccezionali. Cosa mi convince che l'aereo mi ha DAVVERO portato in un posto che ESISTE? Cosa mi convince che l'isola è lì adesso, mentre sono a Parigi? La PERSISTENZA. Ecco cosa caratterizza la realtà. Il fatto che un posto esiste e continua normalmente ad esistere, più o meno uguale ogni volta che ci vado. Il fatto che posso telefonare al mio buon amico pescatore e farmi raccontare come vanno le cose laggiù. Se io prendessi una cabina di teletrasporto, come quelle di Star Trek, ed arrivassi subito sull'isola, se ogni volta essa fosse più o meno come prima, se potessi da Parigi chiamare i suoi abitanti e parlare con loro, chi potrebbe sostenere che NON ESISTE? E se la cabina fosse un casco che mi calo sulla testa e con esso potessi muovere un robot del tutto simile a me che istantaneamente mi rappresentasse laggiù? Che cosa è REALE? Se in Oltremondo si creeranno mondi coerenti, statici, che non svaniscono quando spengo il monitor come fanno invece i videogiochi, se essi si evolveranno per conto loro, con o senza di me, se ci vivranno delle persone con le quali potessi essere amico, a cui potessi voler bene, allora io non accetterei mai che non esistano! Un'altra obiezione è che tali mondi sarebbero una specie di droga, di sogno evanescente che ci distoglierebbe dalla realtà vera. Non è così, saranno creati infiniti mondi più interessanti di quello fisico, con possibilità nuove, dove l'Uomo potrà essere creativo, fare esperienze, creare nuove teorie e nuove forme di arte. Tutto questo, badate bene, non da solo, ma con tante altre persone vere, non sarà un sogno da drogato, chiuso nel suo piccolo mondo onirico. Saranno mondi CONDIVISI. Il mondo fisico trarrà vantaggio dalle esperienze maturate in mondi dove esse non saranno costate sangue, pericoli o compromessi abietti. Ricordate che oggi stesso moltissime persone vivono avventure e nuove esperienze in mondi di fantasia, tutti i giorni. E lo fanno per interposta persona, guardando passivamente cosa accade ad altra gente come tanti voyeur; con la televisione. LE REGOLE ESISTERANNO Anarchia? Non vi è dubbio che probabilmente i mondi individuali avranno poche o nessuna regola; dovremo tuttavia stabilire se proprio tutto potrà essere permesso. Che dire di una persona che voglia un mondo dove essere liberamente pedofilo? Dovremo permettergli di indulgere nella sua perversione, anche se con bambini simulati via software? Oppure una tale abiezione disgusta a tal punto l'Umanità da decidere di impedirla sempre e comunque? Ecco un altro delicatissimo punto su cui dovrà pronunciarsi l'Assemblea. Si può qui proporre un sistema di regole che potrebbe costituire la base di una 'costituzione' di Oltremondo. Innanzitutto alcuni concetti andranno asseriti e conseguentemente garantiti. Concetti che, pur maturati in un mondo fisico con risorse limitate, affondano la loro ragion d'essere nell'intima natura dell'Uomo e nella sua dignità che va messa avanti ad ogni altra considerazione, come ogni religione e molte culture diverse ci dicono. Quali sono i concetti che l'Uomo dovrebbe portare ovunque con sé, in qualsiasi mondo? La pietas, la solidarietà con il prossimo, di qualsiasi delitto sia responsabile. Siamo tutti esseri umani, chi è senza peccato scagli la prima pietra. La garanzia di esprimere la propria gioiosa curiosità di fanciullo. Il disprezzo di diversità di qualsiasi tipo di fronte all'unica cosa che davvero rende unico ognuno di noi: il proprio spirito. L'Amore. A disprezzo di ogni aridità o disillusione esso è perenne come l'erba. (13) (14) Il Buonumore, Rabelais e Dard rimarranno sempre dei grandi. Potremmo aggiungerne migliaia, ma dovrebbe essere chiaro. Stiamo parlando di ciò che è politically correct, ma non il buonismo peloso, qualcosa di più semplice e profondo, che si potrebbe esemplificare in: vogliamoci bene. Voi avrete probabilmente delle categorie umane che odiate, chiunque ne ha. Non vi si chiede di diventare Asceti, ma pensate che in un nuovo mondo, lucido e pulito, ognuno di noi dovrebbe fare uno sforzo per portare la parte più bella di sé. la più elevata. Siate come bambini… Le regole dunque. Non siamo ingenui, le righe sopra sono magari belle ma gli Uomini possono essere carogne incredibili e quindi si rendono necessarie delle regole, non foss'altro che per capirci e sapere che cosa ci aspetta. Come già visto, la tecnologia di Oltremondo permetterebbe ovviamente una totale anarchia, la follia più estrema e la più totale banalizzazione della vita. Se ogni cosa è disponibile subito e in quantità illimitata, cosa ha senso? Innanzitutto, dovremmo mettere in chiaro che la disponibilità illimitata di beni materiali è una cosa positiva e l'unico bene scarso dell'universo è la creazione della mente intelligente. Si possono avere infinite Ferrari Testarossa, ma qualcuno deve averla disegnata questa macchina! Quindi la creatività non è un bene riproducibile in Oltremondo; possiamo solo copiare il suoi frutti. È come con la musica: possiamo produrre infinite copie di un disco di Bach, ma non più nuove sinfonie. Quindi le basi per un’economia di Oltremondo ci sono: i frutti della creatività degli Uomini. Non tutto sarà banale e scontato. Una ragionevole organizzazione dovrebbe prevedere che Oltremondo sia una specie di 'sistema operativo', come il buon (3) vecchio Windows . Esso deve mettere a disposizione dei servizi di base che poi ogni canale potrà sfruttare per realizzare un mondo particolare. Il sistema base imporrà anche alcune semplici regole, le più generali, banali e condivise possibile, che dovranno valere per qualsiasi canale realizzato al suo interno. Una di queste regole potrà per esempio prevedere che nessun canale potrà contenere della pedofilia o altre cose ritenute abbiette dall'Assemblea (Non si sta affermando che per la pedofilia così dovrà essere, beninteso). L'insieme delle regole base dovrà essere il più semplice e ristretto possibile perché nessuno dovrà sentirsi limitato nella sua libertà personale. La vera parte importante riguarderà le REGOLE DI CANALE: Come detto, qualsiasi mondo immaginabile potrà essere realizzato da chiunque con semplici e potenti strumenti di sviluppo. All'atto della creazione di un canale un comitato realizzatore dovrà definirne la natura e le regole. Tali regole caratterizzeranno il canale per sempre fino a cambiamento deciso dal comitato stesso. Ovviamente tale comitato potrà essere costituito da una sola persona. CHIUNQUE decida di entrare nel canale dovrà sottostare rigidamente a tali regole. Ognuno potrà, dal mondo base, prendere visione delle regole di ogni canale, fare eventuali giri di prova e parlare con altri utenti dello stesso. Ovviamente tali possibilità saranno controllate dal comitato organizzatore. La decisione di ingresso nel canale sarà del tutto libera e volontaria. Una delle poche regole di base di Oltremondo dovrà prevedere che chiunque potrà accedere a qualsiasi canale ma dovrà conoscerne perfettamente le regole e dovrà poi seguirle rigidamente, senza eccezione. In questo modo saranno realizzati dei canali 'frivoli' con regole semplici ma anche poco interessanti, dove, per esempio, si potrà correre come pazzi in auto, sbattere contro i muri e morire per resuscitare subito dopo. In tali canali la vita varrà poco ed ovviamente coloro che vogliono del cimento, dell'impegno dalla loro esistenza, non potranno trovarvi del vero interesse. Essi saranno utilizzati come svago e l'ingresso e l'uscita saranno del tutto liberi, in qualsiasi momento. Se tutti i mondi possibili fossero così allora rischieremmo che l'Umanità si riducesse ad un branco di neuropatici alla ricerca di emozioni sempre più forti, senza nessun interesse. Ma così non sarà. Nasceranno canali molto più impegnativi, con regole serie e precise. In tali mondi ci si dovrà comportare con impegno e coerenza, non si potrà entrare ed uscire a piacere. Le regole, anche quelle della fisica, potranno essere molto simili a quelle del mondo reale in un certo periodo della storia. In un tale canale ognuno potrà creare o distruggere imperi, interagendo con altre persone reali ed eventuali comparse simulate dai computer, basandosi sulla propria personalità e sulla fortuna. Un concetto importante dei 'contratti' di ingresso in tali mondi sarà quello di DURATA. In un mondo serio si dovrà stabilire una durata minima che potrà essere anche di molti anni. Chi entrerà non potrà uscirne per un tempo minimo, magari anche cinquant'anni, e dovrà comportarsi con serietà. Così come al gioco del Monopoli, quando qualcuno ha tanti terreni e case capita spesso che il perdente ribalti la tavola e rovini il gioco, in questi canali ci sarà ovviamente chi, non avendo fatto strada e ritrovandosi a spezzarsi la schiena nei campi, vorrà uscirne quanto prima, magari suicidandosi. Il suicidio, pur tecnicamente possibile, non potrà ovviamente comportare la morte fisica del soggetto. E’ ovvio che chi morirà in un canale semplicemente ne uscirà per ritrovarsi nel mondo base. La morte, il massimo spauracchio di una vita fisica, dovrà essere sostituito da un'esperienza altrettanto insopportabile nei canali più seri di Oltremondo. La durata è un concetto complicato dal fatto che molte persone si collegheranno ad Oltremondo con l’ultravisore e quindi potranno scollegarsi in qualsiasi istante; per costoro si svilupperanno soluzioni specifiche che andranno dal pagamento di multe al divieto di accesso ai canali più ‘seri’. Col passare del tempo sempre più saranno invece coloro collegati in permanenza, cosa che vedremo in capitoli successivi, e per costoro il concetto di durata avrà un forte significato. Nei canali 'seri' non potremo tollerare che tutti i servi della gleba si suicidino per sfuggire alla loro condizione, a costo di fare un'orribile fine sul patibolo dato che la sofferenza, anche se atroce, sarebbe di breve durata. No, non ci si deve risvegliare nelle comodità del mondo centrale per passare ad un comodo canale 'tutto sesso'. Pensiamo a quanti atti di puro eroismo l'Umanità ha conosciuto. Che ne sarebbe di un soldato che trasporta sulla schiena un commilitone nel mezzo di una battaglia per salvarlo a costo della propria vita? Che ne sarebbe della tragedia di Romeo e Giulietta? Non possiamo permettere che la morte perda di valore e la vita sia così banalizzata. Cosa ci spaventa nel mondo fisico riguardo alla morte? L'ignoto. La fine delle esperienze, positive o no. Ecco, dobbiamo riprodurre questa sensazione in Oltremondo per dare significato alla vita. Una possibile approssimazione potrebbe essere che se una persona muore in un canale 'serio' egli non possa comunque uscirne prima della fine del periodo che ha sottoscritto, della DURATA del contratto. Cosa gli capiterà in questo frattempo? Questo dovrà essere spesso incognito, in modo da generare un genuino terrore dell'ignoto. Comitati fantasiosi si sbizzarriranno nella creazione di inferni danteschi, mentre altri opteranno per un puro e semplice fluttuare in un vuoto grigio per tutto il tempo. Fa paura vero? Non sapere che cosa ci aspetta... magari quarant'anni di fluttuare nel grigio... ecco che la morte fa di nuovo paura. Ecco che se ci troveremo a fare i soldati cercheremo di sopravvivere ad ogni costo: mors tua, vita mea. Una delle poche regole di base decise dall'Assemblea dovrà essere che esisterà una durata MASSIMA dei contratti; diciamo circa cinquant'anni. In questo modo comunque vadano le cose si saprà che prima o poi se ne potrà uscire. Un'altra caratteristica importante dovrebbe essere il concetto di sofferenza massima: quarant’anni di fluttuazione nel vuoto potrebbero condurre molti soggetti alla pazzia. Un coefficiente di 'sofferenza' dovrà essere calcolato istante per istante per ogni persona; se esso supererà un livello massimo allora sistemi automatici sottrarranno il soggetto ad un destino di demenza certa . Ovviamente non è detto che l'esperienza dopo la morte digitale sia negativa, si può prevedere un paradiso e un inferno. Si potranno stabilire dei 'punti' che il soggetto accumulerà comportandosi in modo positivo per il canale. In ogni caso i mondi più importanti saranno retti da regole severe ma non insopportabili. Ricordate che nessuno vi costringerà mai ad entrare in un canale, lo farete di vostra spontanea volontà, ecco il rispetto per l'Uomo. I canali più completi, sterminati, ricchi di particolari, con molti pianeti, saranno necessariamente la creazione di tanti uomini e quindi anche le regole saranno il frutto di decisioni collegiali e ci sarà magari un comitato a cui appellarsi. Un solo Uomo, infatti, anche se molto creativo, non potrà in tempi decenti sviluppare un canale complesso fin nei minimi particolari. Anche se esisteranno strumenti di sviluppo potenti che creeranno fino all'ultima crepa di ogni strada di ogni città del vostro mondo di fantasia, essi saranno necessariamente ripetitivi; solo la creatività di tanti esseri umani potrà realizzare tutti i particolari che renderanno unico ogni mondo. La presenza di tanti uomini nel comitato realizzatore sarà una garanzia di affidabilità e, in ultima analisi, di magnanimità. Cosa succederà se una persona, entrata in un canale, scoprirà che non è come illustrato e magari si ritroverà a fluttuare nel vuoto senza poter far valere le proprie ragioni? Dovrà essere sempre possibile appellarsi ad un comitato superiore, composto di Asceti (lo vedremo più avanti), che potrà valutare ogni caso ed eventualmente far uscire la persona da un 'canale truffa'. Ovviamente tale comitato sarà del tutto 'super partes' e dovrà dare importanti garanzie di indipendenza, rigore e saggezza. Terminiamo questo capitolo un po’ pesante con una nota di allegria: ricordiamo sempre che i canali ‘seri’ emergeranno e troveranno sempre più utenti solo dopo un lungo periodo di divertimento nei canali ‘frivoli’. Le persone non stipuleranno certamente i pesanti contratti summenzionati se non dopo aver esaurito tutte le possibilità di esperienze più leggere. Le previsioni di questo capitolo si spingono forse fin troppo avanti nel futuro, ma nondimeno andavano fatte, per assicurare le persone più serie che Oltremondo non sarà un circo, un baraccone volgare e demente. In Oltremondo ognuno troverà esattamente ciò che desidera, dalle esperienze più stupide e folli fino all’estremo di ascetismo mistico purissimo. La scelta sarà per ogni Uomo esclusivamente nelle sue mani. I M.U.D. Per MUD si intende un ambiente virtuale condiviso da vari utenti (il nome è l’acronimo di Multi User Dungeon o Dimension, sotterraneo o dimensione multiutente in italiano), proprio quello che saranno i canali condivisi di Oltremondo. L’idea dei MUD è stata sviluppata molti anni fa su sistemi rozzi e puramente testuali. Con grande fantasia e l’uso di ogni possibile trucco di ASCII art (la tecnica per visualizzare immagini con disegni realizzati usando soltanto i simboli alfabetici ASCII, cioè i caratteri disponibili sui terminali di computer) si realizzarono ambienti con caratteristiche precise nei quali le persone connesse ad un sistema potessero incontrarsi. Ricordo ancora le molte serate trascorse su Surfers, un MUD particolarmente simpatico e frequentato da persone disponibili e gentili. Trovai molti amici negli Stati Uniti con questo ambiente e sperimentai, fin dai primi anni di Internet, tutte le possibili esperienze e relazioni on-line. La vita virtuale, le comunità di sintesi che si costituiscono negli ambienti digitali, sono tutte evoluzioni delle relazioni sociali di vecchio tipo. La piazza, centro sociale delle vecchie città, viene sostituita dai MUD e diviene davvero la piazzetta del villaggio globale. Paradossalmente, Oltremondo riporterà molte di queste comunità in un ambiente urbano, ancorché simulato, dove ritrovarsi come ai vecchi tempi. La reale differenza sarà che ognuno di noi non avrà più solo sempre la stessa piazza del paesello per ritrovarsi con i soliti amici ma bensì tutte le piazze di tutti i mondi di ogni tempo per fare esperienze con miriadi di nuove conoscenze. Avendo gestito per molti anni un sistema di chat basato su intranet nei locali pubblici, ho sviluppato una vastissima esperienza al riguardo. Non solo ho sperimentato fra i primi in Italia le chat su Internet ma ho poi realizzato Hypernet, la più grande messaggeria grafica d’Italia. A differenza delle chat su Internet, Hypernet ha collegato per tanti anni migliaia di persone tramite terminali grafici posti in molti locali pubblici del nord Italia. La principale differenza rispetto ad Internet è stata che i nostri utenti non erano smanettoni di computer ma persone che mai prima avevano provato ad usare uno strumento informatico. La realizzazione dei software necessari mi ha fatto fare un’enorme esperienza nello sviluppo di sistemi di interazione tra computer ed utilizzatori inesperti e poco disposti a perdere tempo; gran parte delle idee espresse al riguardo in quest’opera originano da questa esperienza. Una delle cose che si notano subito è che non si possono proporre delle fasi di istruzione più lunghe di cento secondi, altrimenti troppe persone desistono anche se avevano una buona motivazione a collegarsi. I sistemi devono essere molto ricchi di grafica, curati ed accattivanti perché tutti ormai siamo abituati a documenti e schermate professionali dalla marea di grafica che ci circonda. La conduzione di un sistema MUD evidenzia poi che spesso più che di cyberspazio occorre parlare di psicospazio. Tante persone hanno un pessimo carattere e tendono ad arrabbiarsi ed offendersi troppo facilmente, spesso con altri utenti che volevano magari solo scherzare. La possibilità di utilizzare gli emoticon, piccole icone che indicano il proprio umore, nell’inviare il messaggio all’interlocutore, non è quasi per nulla sfruttata dai non smanettoni. Su Internet invece lo smile : ) viene usato continuamente e quando qualcuno scrive : ( si capisce subito che è deluso, mentre con >: ( è arrabbiato (guardate questi simboli girati di novanta gradi e vedrete che simboleggiano delle faccine). Il non uso delle faccine e la permalosità producono spesso tensioni e litigi tra i collegati in un MUD e può sfociare in aggressioni e denunce. In tutti questi casi se un utente è protetto dall’anonimato si sente molto più forte e irresponsabile, occorre quindi predisporre un qualche sistema di livelli di anonimato; in questo modo un utente potrebbe attivare dei filtri per visualizzare ed interagire solo con gli utenti non anonimi. Tale escamotage funziona abbastanza ma spesso ci sono utenti che vivono l’utilizzo dei filtri come una fuga e non vogliono fare la figura dei vigliacchi. I cavalier serventi sono i peggiori in questo senso. Io definisco ‘cavalier serventi’ coloro i quali, facendo la corte ad una donna collegata, si ergono a paladini della stessa contro qualsiasi torto, vero o presunto. Non vi è utente più tignoso ed aggressivo del cavalier servente e a nulla valgono i richiami alla ragione in questo caso. Occorre un’autorità super partes che possa dirimere i casi e il cui giudizio sia inappellabile. Tale autorità potranno essere i comitati di gestione di ogni canale. Le regole del canale poi costituiranno una base giuridica molto seria per il discrimine delle dispute. Dovrà essere possibile la registrazione di tutte le conversazioni, se le regole lo prevederanno, in modo da permettere il controllo successivo, di esclusiva pertinenza del comitato, e la decisione sul da farsi. E’ impossibile infatti decidere chi avesse ragione in caso di disputa perché ognuna delle parti giurerà sulla propria buona fede affermando ovviamente il contrario degli altri. Si potrà anche decidere per la più totale anarchia e questa scelta dovrà essere ben chiara a chi si collega in modalità condivisa su di un canale, in modo che non possa poi lamentarsi se si ritiene insultato o diffamato. Tutte queste questioni sembrano davvero eccessive per semplici ambienti digitali in cui incontrarsi per divertimento, ma posso assicurare che le dispute, che inevitabilmente insorgono, spesso portano a tali contrasti da far rischiare fatti di sangue. Per evitare violenze nel mondo fisico la regola principale è che MAI il sistema potrà dare la reale identità di chiunque, anche se è perfettamente conosciuta. La regola d’oro è che ogni persona può comunicare qualsiasi dato personale a terzi, ma solo di sua iniziativa. A tale riguardo molta attenzione va posta riguardo i numeri di telefono, sia fisici che di Oltremondo. MAI tali numeri devono poter essere liberamente comunicati ma sempre tramite un meccanismo di mailbox che limiti alle comunicazioni uno-a-uno tali informazioni e solo se il mittente ha certificato con la direzione tale numero. Troppo spesso, infatti, capita che idioti diano a terzi i dati di persone che odiano a qualsiasi titolo, spesso futile, per procurare loro disturbo. LE INTERFACCE Quando vedo film di fantascienza, o comunque ambientati in un prossimo futuro, che propongono schermi piatti a cristalli liquidi, ora che sono disponibili mentre prima il massimo erano schermi tradizionali a tubo catodico, non posso reprimere una certa tenerezza. Notiamo come le rappresentazioni del futuro siano sempre state pesantemente figlie della loro epoca. Pensiamo ai telefilm di Star Trek serie classica: sulla modernissima Enterprise immaginata negli anni sessanta nemmeno si vedevano schermi di computer. In realtà appaiono terminali vagamente simili ad un vecchio computer PET CBM ma astutamente non si fanno mai vedere dal lato dell'operatore. Gene Roddenberry se la cavò elegantemente dotando le macchine di un sistema in grado di interagire con la voce. Negli anni sessanta, infatti, pochissimi computer avevano un'uscita video, la maggior parte produceva e leggeva schede perforate di cartoncino. Non dimentichiamo HAL 9000 di ‘2001: odissea nello spazio’ che parlava, sentiva e vedeva ma non si manifestava in forma grafica. Negli anni settanta troviamo Spazio 1999, prodotto in Europa, che fa sfoggio di schermi rigorosamente a tubo catodico e in bianco e nero (ma almeno i telefilm sono a colori) usati però solo per il videotelefono mentre il gigantesco computer della base lunare Alpha produce i sui responsi oracolari su una striscia di carta del tutto simile ad uno scontrino di supermercato. In molti casi come questo tali strisce venivano poi interpretate da un tecnico che fungeva da 'sacerdote' della macchina. Negli anni successivi vediamo finalmente le astronavi popolarsi di schermi anche grafici dove i computer di bordo rappresentano i loro dati con improbabili immagini davvero impressionanti. Alla fine del ventesimo secolo lo schermo a cristalli liquidi vede il suo avvento nel cinema in contemporanea con la disponibilità sul mercato. A cavallo dei due secoli ha fatto la sua comparsa il televisore piatto con grande schermo al plasma. Non solo in ogni manifestazione fieristica si sono viste decine di tali apparecchi ma nei film coevi sono stati utilizzati all’infinito. Ci fu anche un serial televisivo sulle streghe in cui addirittura i demoni all’inferno (un inferno molto hi-tech) usavano schermi tv al plasma! E' persino puerile osservare che ogni rappresentazione del futuro è inevitabilmente figlia della sua epoca ma da questa base dobbiamo partire per cercare di capire come saranno DAVVERO le astronavi e più in generale le macchine del futuro. Non dobbiamo cadere anche noi nella trappola di rappresentarci un mondo che verrà semplicemente modificando un poco l'aspetto delle tecnologie di oggi. Se vogliamo davvero capire come saranno gli strumenti dei prossimi decenni dobbiamo inevitabilmente prevedere le tecnologie che allora si renderanno disponibili. Uno dei più clamorosi errori di tutti i futurologi è stato il non aver previsto la nascita e la diffusione del telefono cellulare. Tale strumento sembrava talmente un'enormità che perfino il padre di Star Trek, pur avendo avuto da una grande azienda un disegno di un prototipo, lo mette in mano ai membri dell'equipaggio con grande parsimonia. Nessuno poteva immaginarsi, prima degli anni novanta, che si sarebbe potuto avere un telefono personale con le prestazioni a cui ormai ci si è abituati. A proposito di interfacce talvolta ostiche, come è sempre stata quella dei videoregistratori, c’è una divertente storiella (10) nel libro “Being digital” di Negroponte : “A casa un tempo avevo un videoregistratore molto intelligente con un sistema di riconoscimento vocale quasi perfetto e una buona conoscenza di me. Gli potevo chiedere di registrare i programmi semplicemente dicendone il nome e, in alcuni casi, anche aspettarmi che lo facesse automaticamente, senza che glielo chiedessi. Poi, tutt’a un tratto, mio figlio se ne andò al college”. Come saranno le interfacce del futuro allora? Le astronavi che sfrecceranno nel cosmo saranno come in Star Trek? Come in Alien? Come in Guerre stellari? Voi lettori di quest'opera avete una 'marcia in più' per poter intuire cosa succederà. La diffusione degli ambienti digitali porterà ad una radicale differenza rispetto al passato per quanto riguarda le interfacce. Ovviamente, in ogni canale di Oltremondo le macchine rappresentate funzioneranno esattamente allo stesso modo in cui lo facevano nell'epoca relativa. Per azionare una locomotiva a vapore in un canale ottocentesco si dovranno manovrare leve, valvole, pomelli, spalare il carbone dal tender alla caldaia e così via. Ma cosa ne sarà delle macchine NUOVE? Come si piloterà un'astronave in un canale fantascientifico o durante un'esplorazione del mondo fisico? Se invieremo una sonda su Giove cosa vedremo di essa? Come parteciperemo all'impresa? Innanzitutto è ovvio che non sarà molto intelligente spostarsi fisicamente con l'astronave. A meno che si debba pilotare in prima persona non ci troveremo con il nostro corpo o anche solo con il nostro cervello fisico a bordo. Si diffonderà immensamente la TELEPRESENZA. Con tale termine si intende la sensazione di essere presenti in un dato luogo pur essendo in realtà fisicamente da tutt'altra parte. Pensate ad una sonda che stia esplorando la superficie della Luna: noi potremo essere collegati con essa su di un canale di Oltremondo e sentire tutto ciò che la sonda sente, ESSENDO la sonda. Le telecamere dell'ordigno proietterebbero l'immagine del mondo esterno direttamente nei nostri occhi, guardando tutt'intorno nella direzione da noi voluta muovendosi in modo perfettamente sincrono con i comandi che noi invieremo ai nostri bulbi oculari. Così come nella vita fisica quando vogliamo osservare un particolare sulla destra semplicemente PENSIAMO di guardare a destra così la sonda muoverà le sue telecamere su comando del nostro cervello. I comandi di movimento che esso invierebbe ai muscoli effettori degli occhi saranno tradotti in analoghi spostamenti delle telecamere. In realtà sarà ancora più complesso: la sonda si guarderà attorno di continuo, scansionando tutto il campo visivo, e il sistema di visione avrà una proiezione 'a cupola' di tutto ciò che si trova nel raggio visivo della sonda. Da tale cupola il software preleverà la porzione che noi staremo guardando in ogni dato istante e ce la proietterà nel nervo ottico. Tale soluzione si renderà necessaria quando il meccanismo si troverà troppo lontano da noi. Anche solo per arrivare sulla Luna, a circa 380.000 chilometri dalla Terra, qualsiasi segnale radio impiega più di un secondo; un comando 'guarda a destra' produrrebbe un reale spostamento delle telecamere e quindi il risultato voluto solo dopo circa tre secondi. E' ovvio che non sarebbe usabile un sistema che seguisse il nostro sguardo con ritardi di questo tipo. Se pensiamo ad una sonda su Marte è ancora peggio: dieci minuti solo per l'arrivo del comando, altri dieci per vederne l'effetto. Solo in questo caso, viaggi in luoghi remoti del cosmo, si giustificherà la presenza fisica a bordo di esseri umani. In caso le decisioni da prendere non siano demandabili a sistemi automatici la presenza dell’Uomo sarà ancora indispensabile. Oltre alla vista potremo percepire altre grandezze fisiche in modo del tutto naturale: la temperatura, ad esempio. Una sonda sulla Luna passa da circa -270 a +300 gradi viaggiando da zone in ombra ad altre al sole. La temperatura esterna potrebbe essere tradotta in una sensazione di freddo o caldo sulla pelle tramite un opportuno adattamento per evitare di sentirsi congelare o ustionare. Tale rappresentazione di grandezze sarà molto più immediata ed intuitiva di una semplice indicazione su di un quadrante. Lo stesso potrà essere per gli altri sensi. La composizione chimica del suolo o di un'atmosfera potrà essere resa con il gusto e l'odorato. In pratica non ci saranno le astronavi con centinaia di schermi e indicatori dei film di fantascienza: NOI stessi saremo le astronavi. Qualunque sensazione dello scafo potrà essere tradotta in un'equivalente sulla nostra pelle. Un pilota si siederà ad un posto di comando molto semplice, si calerà un caschetto di ultravisore sulla testa e DIVENTERÀ l'astronave. Oppure farà trasferire a bordo il proprio cervello in un apposito contenitore ed assumerà come nuovo corpo l'intera macchina. Non ci saranno schermi da osservare ma solo sensazioni da sentire. Non ci saranno interruttori e leve da azionare ma decisioni da prendere, movimenti da eseguire che corrisponderanno ad analoghi spostamenti del mezzo o di una sua parte. Una sonda che dovesse prelevare campioni del suolo potrà avere un braccio robotico azionato dal pilota come il suo normale braccio del corpo fisico. Quando il cinema, o qualsiasi cosa sarà diventata l’arte del raccontare storie, dovrà rappresentare queste nuove esperienze, sarà tutto molto difficile. Il linguaggio cinematografico ha creato tanti artifici per rappresentare esperienze normali (i ricordi, i sogni,…) o del tutto artificiali (i flashback, gli eventi che si svolgono in luoghi diversi nello stesso momento,…), ma deve ancora attrezzarsi per trasmettere le sensazioni di Uomini così intimamente connessi con le macchine e le cose. Alla fine non ci sarà altra possibilità che quella di proiettare le sensazioni direttamente nella mente degli spettatori. In tal modo tantissime cose, anche del vecchio cinema, potranno non richiedere più alcun artificio ma solo una sentita partecipazione. Nel campo dello spettacolo, così come quello della didattica, della ricerca scientifica e molti altri ancora, una nuova eccitante possibilità si offrirà: ogni persona potrà diventare LEI STESSA, con il proprio corpo, una cosa in istudio. Pensiamo ad una galassia, all’immensa quantità di spazio che essa ricopre, pensiamo alle attrazioni reciproche con altri elementi celesti (relativamente) vicini, se il nostro corpo diventasse la galassia stessa, se potessimo percepire i miliardi di stelle che ci compongono così come percepiamo ogni millimetro della nostra pelle, chissà quali cose accadrebbero. Può sembrare quasi un ‘viaggio’ da drogato, e magari così sarà per molti, ma pensiamo alle possibilità ‘serie’. Uno studente potrebbe percepire quei concetti che oggi sono faticosamente abbozzati con pochi segni su di una lavagna, o con qualche foto, meravigliosa ma limitata, di un telescopio. Un ricercatore potrebbe scoprire realtà nascoste. L’impersonificare fenomeni naturali ed artificiali ci aprirà immense possibilità fino a ieri impensabili. L’Uomo è abituato a rapportarsi con l’esterno tramite il proprio corpo, far diventare propria carne fenomeni di ogni tipo farà nascere una nuova scienza, una nuova didattica, una nuova filosofia. Altra possibilità sarà quella di rappresentare insiemi complessi di dati in modo collettivo ed interagibile. Pensiamo ad insiemi enormi di dati statistici: fino ad oggi sono stati rappresentati su schermi bidimensionali con grafici pseudo-tridimensionali. Passeremo a rappresentazioni ESPERIENZIALI. Insiemi di dati potranno essere sfere nello spazio, toccabili, che emaneranno odori, temperature, suoni. Un valore particolare di un insieme potrà essere percepito come un punto molto più caldo, o più freddo, mentre passeremo la nostra mano attraverso di esso. Oppure un dato che si stacca dagli altri potrà essere un punto appena più ruvido di una superficie che si potrà accarezzare. Supereremo d’un balzo secoli di cecità e VEDREMO con sensi nuovi inesplorati abissi di conoscenza. Ovviamente molte grandezze dovranno essere indicate in precise unità di misura ed in questo caso un qualche schermo o indicatore dovrà essere rappresentato nel campo visivo del pilota ma, come si vede nel capitolo sul Tabulator (il computer integrato nella simulazione di Oltremondo), sarà facilmente realizzabile. Ogni schermo o indicatore necessario sarà una finestra del 'computer della simulazione stessa' e quindi liberamente posizionabile e controllabile, non vincolato ad un pannello interno del mezzo. Lo stesso sarà per ogni altro tipo di macchina: un bulldozer, un aereo, anche semplici strumenti di misura. Potremo SENTIRE ciò che sente la macchina, azionarla solo pensando cosa vogliamo che succeda, esattamente come con il nostro corpo fisico non azioniamo leve e bottoni ma pensiamo ciò che vogliamo che esso faccia. Una facile obiezione è che occorrono molti anni ad un Uomo per imparare ad usare il proprio corpo e all'inizio i neonati sono del tutto scoordinati ed incapaci di qualsiasi operazione. Non occorrerà una lunga fase di analogo addestramento per le macchine del futuro: i sistemi che tradurranno i nostri normali comandi muscolari in azioni del mezzo si occuperanno di effettuare la migliore mappatura possibile delle sequenze di movimento dei muscoli in sequenze di azionamento dei meccanismi. Una piccola fase iniziale di addestramento sarà in alcuni casi necessaria ma non presenterà particolari difficoltà. Il pilotaggio di qualsiasi sistema sarà molto simile all'uso di una nuova automobile per chi è già un provetto guidatore: all'inizio qualche difficoltà nasce per la disposizione di alcuni comandi ma rapidamente ci si fa l'abitudine. Per i comandi non di movimento occorrerà sempre un qualche 'pannello di controlli'. Tale pannello sarà comunque sempre diverso da quello che abbiamo visto in tanti film: esso sarà posizionabile a piacimento attorno a noi o in un punto preciso del nostro campo visivo e là rimarrà finché lo vorremo. Per l'azionamento dei singoli comandi la tecnica del 'punta e clicca' rimarrà sempre valida. Fin dagli albori delle interfacce grafiche per computer si è vista la validità di tale sistema che prevede una serie di immagini (icone) di comandi possibili sulle quali si può 'cliccare' muovendoci sopra un qualche indicatore (la freccia del mouse) e poi pigiando un tasto. Anche in caso di interfaccia mentale tale rappresentazione può rimanere. Fintantoché avremo la disponibilità di sole connessioni tramite normali computer tale sistema è del tutto funzionale, quando sarà disponibile il caschetto dell’ultravisore l'indicatore si potrà spostare semplicemente guardando in un certo punto. Il click con il tasto potrà essere la rilevazione di un particolare comando mentale da parte del caschetto dell’ultravisore, comando magari associato alla contrazione di un qualche muscolo, ad esempio lo sbattere delle palpebre. In una fase successiva si potrà inserire nella mente dell'ultranauta il CONCETTO dei comandi disponibili ed egli potrà attivarli senza nemmeno più guardare una particolare icona ma pensando di desiderare eseguire un particolare comando. Allo stesso modo le finestre dei sistemi grafici rimarranno, dato che esse sono un ottimo paradigma per illustrare concetti che non possono essere espressi con i cinque sensi tradizionali. Anche per questi indicatori in una fase più avanzata i dati in essi rappresentati potranno essere semplicemente inseriti nel cervello dell'utente in modo che non appena egli necessitasse, ad esempio, della temperatura esterna, essa gli verrebbe immediatamente in mente, come fosse un qualsiasi dato da esso da sempre conosciuto, così come chiunque di noi se ci pensa si ricorda della propria altezza in centimetri senza doverla leggere da nessuna parte. Tale percezione del mondo, non più mediata da innumerevoli strumenti, ci permetterà di percepire meglio cosa succede e prendere decisioni migliori. Potremo comprendere come sono le cose anche al loro interno senza doverle sezionare, avendo una sorta di vista ai raggi X. Potremo percepire una situazione complessa, ad esempio i processi metabolici di un'intera cellula, come se fossimo al suo centro ed essa fosse un nostro pensiero ad occhi chiusi. Potremo avventurarci in qualsiasi luogo come se ci fossimo fisicamente, con sensi infinitamente superiori a quelli del nostro corpo fisico. E per fare tutto questo non azioneremo leve e pulsanti, non guarderemo indicatori e schermi, saremo lì, anche in gruppo, a vivere pienamente ogni situazione. IL LIBRO Molto presto, nella storia dell’Uomo, è nata la necessità di raccogliere una serie di documenti in un compendio organico che si potesse sfogliare e fosse dotato di alcuni strumenti di ricerca. Tale tecnologia si è talmente evoluta nei secoli da diventare praticamente perfetta, come ha giustamente osservato Umberto Eco. Sarebbe davvero difficile inventarsi un qualsiasi miglioramento del libro e tutti coloro che ci hanno provato hanno in una qualche misura fallito. Se si pensa alla comodità d’uso di un pacco di pagine da sfogliare come si vuole, dotato di un indice per pagine, per argomenti ed analitico, non si riesce proprio a pensare a qualcosa di meglio. La maggior parte di coloro che ha lavorato seriamente su computer ha scoperto quanto sia faticoso da usare il famigerato ‘help integrato sensibile al contesto’; a parte poche eccezioni, infatti, si scopre ben presto che è MOLTO più semplice da usare un bel manuale cartaceo. Ultimamente molti software hanno cominciato ad essere distribuiti su CD-ROM senza i manuali, che spesso sono venduti a parte. Chiaramente questo sistema fa risparmiare parecchio al produttore, dato che un dischetto di plastica costa molto meno di spessi volumi cartacei. Ovviamente, i produttori sostengono che il sistema di manuale integrato è molto più efficace. In realtà, si tratta di programmi che permettono di visualizzare pagine di testo e di ricercare in esse delle parole specifiche. Se, per esempio, stiamo utilizzando un programma di fotoritocco, potremo richiamare il manuale con un tasto, attivare la finestra di ricerca, scrivere sulla tastiera il nome della funzione che cerchiamo (ad esempio “regolazione contrasto”), premere il tasto di ricerca ed ottenere la lista delle pagine che ne parlano. Di solito quello che succede nella realtà è che si ottengono alcune centinaia di pagine e si deve passarle tutte per trovare quella che ci dice quale sia il tastino che dobbiamo attivare. Se si dispone del manuale cartaceo, invece, basta andare sull’indice analitico o sul sommario, che è già diviso per argomenti in modo gerarchico, e sfogliare poi le poche pagine indicate. Sfogliare le pagine di carta è un’attività MOLTO più semplice di quella che si fa con le pagine di aiuto dei manuali elettronici. La differenza sta tutta nel fatto che una pagina di carta si manipola con le dita, cosa in cui siamo molto bravi grazie ad anni di esperienza, mentre le finestrelle in cui far scorrere il testo su di uno schermo hanno di solito una serie di controlli come tasti speciali, barre di scorrimento e quant’altro, che sono piuttosto scomodi da usare e poco intuitivi. Questo è uno dei motivi per cui il libro elettronico, il famoso E-book, non ha avuto successo. L’altro è che comunque uno schermo, per quanto di ottima qualità, non è mai nitido come un foglio di carta stampato. L’E-book è stato uno dei tanti feticci degli ultimi anni: si tratta di una specie di un apparecchio grande come un’agenda con uno schermo a cristalli liquidi. In tale ordigno possono essere memorizzati un certo numero di libri che si possono poi leggere facendo apparire le pagine una alla volta sullo schermo. Premendo un pulsante si può passare alla pagina precedente o alla successiva e anche effettuare semplici ricerche, come già spiegato in questo capitolo. La cosa interessante dell’E-book è che diventa possibile scaricare i libri da Internet senza doverli andare a comprare in un negozio, senza rischiare di trovare esaurita l’opera che interessa e potendo, in teoria, avere sempre con sé un’intera biblioteca. C’è stato tanto fermento attorno a questa tecnologia, con le solite sparate entusiastiche da parte di esperti e grandi aziende, ma, come spesso accade, i risultati sono stati finora molto deludenti. La gente non compra gli E-book e continua a preferire quelli di carta. Leggere del testo su di uno schermo elettronico, che sia un monitor di computer o uno a cristalli liquidi, è molto faticoso, per questo l’E-book non convince nonostante un’altra tecnologia Microsoft che dovrebbe rendere più nitidi i caratteri, detta ClearType. Se si aggiunge il fatto che i pochi editori che hanno tentato di produrli li hanno spesso fatti pagare di più della versione cartacea non stupisce che abbiano fatto fiasco. Pare impossibile e spesso viene da chiedersi se certi comportamenti siano dovuti ad un qualche calcolo segreto astutissimo che non si può nemmeno intuire data la sua eccezionale furbizia, ma in molti casi si tratta di pura stupidità. Uno dei vantaggi dell’E-book è che la versione elettronica di un titolo può essere fatta scaricare dal sito Internet dell’editore senza dover passare dalla fase di stampa, che comporta costi molto elevati, rischi di resa dell’invenduto con necessità di smaltimento delle copie che non hanno reso nulla, sono costate per la produzione e costano ancora per il riciclaggio. Inoltre la vendita on-line salta i costi di distribuzione, l’utente non compra in una libreria, che a sua volta ha comprato dal grossista, ma direttamente dal produttore, che incassa il cento per cento della cifra. E in una tale idilliaca situazione, partecipando a convegni e lanci roboanti della nuova tecnologia, cosa hanno fatto molti editori? Hanno fissato un prezzo per la versione elettronica di certi libri ad un livello superiore a quello dell’edizione cartacea! In un convegno un esperto (!) di marketing ha detto che ‘forse’ questo è uno dei motivi dell’insuccesso dell’E-book. Che analisi! In ogni caso, il libro sembra che non possa essere migliorato nel mondo fisico e che rimarrà una presenza costante. Certo, molti non leggono e questa è una delle cose più tristi del mondo attuale, ma è abbastanza comprensibile, data la spietata concorrenza della televisione. E in Oltremondo? Il libro resterà così com’è, anche in Oltremondo. Il vantaggio sarà che potremo realizzare il VERO E-book. In ogni canale in cui si troverà una biblioteca i volumi saranno ovviamente esattamente identici alla loro versione fisica, fino all’odore di carta vecchia dei libri antichi e alla fragilità della pagine che andranno sfogliate con cura. I libri ‘nuovi’ potranno invece essere del tutto rivoluzionari, restando sempre dei libri. Innanzitutto potremo far comparire in ogni momento qualsiasi opera che ci interesserà, data la possibilità di sintesi istantanea di qualsiasi cosa in Oltremondo. Potremo anche, invece, portarci dietro un solo libro, le cui pagine diventeranno quelle dell’opera che ci interessa. Il nostro libro sarà quindi in realtà una copertina e un pacco di pagine bianche. Quando ci interesserà un certo libro ecco che le pagine si ricopriranno del testo dell’opera voluta. Una tale tecnologia è già allo studio alla Xerox: stanno elaborando l’inchiostro elettronico, una carta che contiene micropalline che possono ruotare e mostrare il lato bianco o quello nero. In tal modo un libro può essere riprogrammato e mostrare il testo voluto che viene scaricato in formato elettronico e memorizzato nei circuiti nascosti nella copertina. La Xerox sta sviluppando una versione dell’E-book veramente interessante e molto valida, solo che la versione di Oltremondo sarà molto superiore. Il libro Xerox, infatti, avrà fatalmente un numero fisso (e non molto grande, dato il costo) di pagine, mentre in Oltremondo il nostro libro elettronico potrà crescere o diminuire di dimensioni facilmente. In ogni caso, al di là di un certo attaccamento agli oggetti personali, non avrà molto senso possedere un libro elettronico, ma sarà molto più bello poter far comparire tra le proprie mani il volume che ci interessa, con la sua copertina, le sue pagine con gli eventuali appunti e perfino le ‘orecchie’ che vi avremo fatto. La nostra biblioteca personale, che potremo anche ordinatamente raccogliere in diverse magioni di vari canali di Oltremondo, sarà sempre con noi e potremo prelevare l’opera voluta in qualsiasi posto e momento. Oltre a questo, i nuovi libri potranno essere scritti nel formato Ultradocument, oggetto di un altro capitolo di quest’opera, e contenere così immagini, riferimenti a sequenze multimediali o a luoghi o canali di Oltremondo. Con Ultradocument potremo leggere libri nei quali le immagini saranno in grado di essere animate, come sequenze di film o interi ambienti tridimensionali di Oltremondo. La stampa di testi con immagini in movimento è spesso stata ipotizzata in film di fantascienza, ma fino ad oggi (e probabilmente anche nell’immediato futuro) non è mai stata possibile. Essendo poi, al livello più basso, ogni testo in Oltremondo codificato in Ultracode, potremo ASCOLTARE qualsiasi opera letta nella nostra lingua. Se vorremo leggere le pagine potremo farlo, ma sarà anche possibile accomodarsi in poltrona ed ascoltare il libro mentre verremo trasportati nei luoghi indicati, volando con la nostra poltrona accanto alla (22) baleniera di Achab , sulle anime dannate dell’inferno dantesco o sulla spiaggia ottocentesca di Cabourg, la Balbec di (23) Proust . Con una tale evoluzione, forse, molti di coloro che oggi non leggono libri e guardano solo la televisione potranno interessarsi alle opere che hanno da sempre appassionato l’animo di ogni Uomo di lettere. L’evoluzione del libro si collocherà quindi nella sfera delle possibilità oltremondane, essendo la sua evoluzione nel mondo fisico ormai completata. Probabilmente assisteremo poi ad una lenta integrazione tra le forme di produzione di contenuti, arrivando ad un prodotto finale che secondo me conterrà ancora della pagine, probabilmente sfogliabili a mano, ma che potranno far nascere attorno a noi infinite avvincenti meraviglie. I VIDEOGIOCHI Lo dirò subito: il mio è un parere di parte. Mi scuso se qualcuno troverà queste note eccessivamente autobiografiche ma sono necessarie per inquadrare il mio punto di vista e lasciare ad ognuno la propria possibilità di giudizio. Ho iniziato a programmare computer a sedici anni, con il Sinclair ZX81. Il mio primo computer disponeva di un processore da 4 Mhz, 1 kbyte di RAM (subito espansi al vertiginoso valore di 16 kbyte) e un'uscita video bianco e nero. Il mio monitor è stato per lunghi anni un vecchio televisore sfocato di mio nonno. L'epoca era, come dice il nome dell'ordigno, il 1981. Con questa rudimentale macchina iniziai finalmente a smanettare con l'informatica, dopo anni di pura teoria sulle riviste di elettronica sperimentale. Fondai nella mia città il computer club Sinclair division dove il lunedì sera ci ritrovavamo tra fissati a sperimentare cose che ai più sembravano (e forse erano) da piccoli scienziati pazzi. Imparai, con persone di anche quarant'anni più vecchie di me, il linguaggio assembler scoprendo che la giovinezza è uno stato della mente. Quando uscì il Sinclair zx Spectrum finalmente disposi di un computer A COLORI e con IL SUONO! Ovviamente continuavo a dover usare come monitor il vecchio televisore bianco e nero sfocato di mio nonno; programmavo distinguendo i colori come scale di grigio. Come memoria di massa non avevo neanche i floppy disk, solo un registratore a cassette che ricaricava i dati una volta su tre. Sviluppai il mio primo videogioco, INCUBO, e lo presentai a diverse aziende in occasione di una fiera di informatica a Milano. Incontrai John Holder della inglese Mastertronic che fu subito interessato al mio successivo progetto: Specventure; si trattava di un'avventura grafica attraverso trenta livelli con musiche di sottofondo liberamente selezionabili tra dieci diversi brani di musica classica. Piazzai Incubo ad un piccolo distributore e una versione con ambiente diverso ad una rivista su cassette a tiratura nazionale. Nel 1984 vendetti Specventure alla Mastertronic che lo distribuì in tutta Europa. Fui il primo italiano a vendere sul mercato estero un videogioco, ne furono acquistate più di quindicimila copie. Ricordo ancora l'orgoglio quando lessi su una delle riviste inglesi di home computer la lettera entusiasta di un giocatore che elencava le trenta password di accesso ai livelli del mio videogioco, password che conservo ancora nella stesura originale scritte a pennarello su di un vecchio quaderno. La prima delle dieci musiche era 'per Elisa' di Beethoven, dedicata al mio primo amore; lei non lo ha mai saputo. La Mastertronic mi regalò anche lo Spectrum plus e i mitici microdrive, sorta di floppy disk a nastro. Fu bellissimo vedere la faccia perplessa di mio padre, che aveva dovuto firmare i contratti al mio posto dato che ero minorenne, alla vista di un assegno di milioni per un semplice gioco. Successivamente realizzai molti videogiochi per la piattaforma Hypernet, la più grande messaggeria grafica d'Italia, di cui ero comproprietario. Tali giochi si potevano giocare MENTRE si parlava con gli altri collegati e sfidando persone connesse anche a chilometri di distanza. Oggi sembra banale ma per l'epoca era una tecnologia avanzatissima. Sono sempre stato un accanito videogiocatore, fin dai tempi di Space Invaders. Come sviluppatore ho analizzato a fondo migliaia di giochi per scoprirne i dettagli tecnici, i 'dietro le quinte', gli aspetti che un normale utente non coglie. I videogiochi sono le applicazioni più complesse che si possano far girare su di una piattaforma informatica e ne sfruttano allo spasimo ogni possibilità. Per sviluppare videogiochi si deve sapere come funzionano i computer ad un livello davvero profondo e mettere in campo 'sporchi trucchi' splendidamente ingegnosi. Non posso che dire tutto il bene possibile dei videogiochi, e so di essere di parte. Trovo ridicoli gli attacchi a cui sono stati sottoposti questi prodotti da svariatissime associazioni di 'mamme' e 'psicologi' che affermano spingano i giovani alla violenza. Tante cose possono essere la molla scatenante di comportamenti patogeni, ma solo per soggetti che sarebbero esplosi comunque per un motivo o per un altro. Se un'automobile investe un bambino che attraversa la strada correndo dietro al pallone la colpa è dei genitori che non lo hanno educato a guardarsi sempre attorno, non ha senso criminalizzare l'automobilismo. Se un pazzo, perché di questo si tratta, stermina la propria classe a scuola non è colpa del videogioco violento, è il pazzo che ha una percezione patologica della realtà. Gli ambienti digitali ricreati nei videogiochi sono stati un Oltremondo ante litteram e come tali vanno guardati con simpatia. Hanno permesso a schiere di esseri umani di evadere da una realtà grigia e monotona verso nuovi mondi in cui tutto era possibile, in cui potevano essere diversi, migliori. L'interazione resa possibile dai videogiochi on-line ha creato le basi per una percezione nuova del rapporto interpersonale, mediato da alter ego digitali in ambienti con regole nuove. Un altrettanto fondamentale ruolo lo ha svolto la fantascienza. Forse non esistono videogiocatori (e meno che mai sviluppatori) che non siano lettori di fantascienza. Tale genere letterario abitua a considerare tutte le possibilità, per pazzesche che possano sembrare. Il lettore di fantascienza ha una preparazione, un'agilità mentale che mancano a tutti gli altri. Nella letteratura di altro genere i limiti delle possibilità umane sono quelli noti, non ci possono essere radicali rovesciamenti di punti di vista, le cose sono , se vogliamo, banali. Nella fantascienza si può leggere un intero romanzo credendo di essere un combattente dell'Umanità per scoprire solo alla fine che si stava guardando la storia dagli occhi dell'alieno. Il lettore di fantascienza ha un 'allenamento mentale' che si traduce in una flessibilità utile a scrivere o anche solo usare i videogiochi. Queste persone accedono ad una nuova forma d'arte che riunisce in sé quasi tutte le possibilità espressive di ogni tempo: grafica, musica, sceneggiatura, narrativa, psicologia e tante altre. Coloro che potranno pensare per primi fattivamente alla realizzazione di Oltremondo non possono non essere videogiocatori o sviluppatori. Lo sviluppo di questo settore negli ultimi anni ha superato quello dell'home video ed è ovvio che sia così: alla possibilità di immedesimarsi in altre vite, altri tempi, altre avventure, tipica del cinema, si è aggiunta l'interattività in prima persona che rende il tutto più eccitante. L'unico appunto veramente serio a queste attività è che spesso esse dovrebbero essere condivise da più persone in modo da evitare la deriva onirica del singolo. Solo nel confronto con gli altri, anche in ambienti di sogno, si può definire chiaramente sé stessi, e conseguire vittorie davvero esaltanti. Tra tutte le tipologie di videogiochi, una è assurta alla ribalta alla fine del ventesimo secolo: il FPS (First Person Shooter); pur con mille varianti, tale tecnica prevede l’uso della rappresentazione tridimensionale di ambienti digitali per portare avanti la trama del gioco. Il successo di questo filone è stato immediato ed eccezionale. I videogiochi precedenti hanno sempre usato svariatissime tecniche per rappresentare i loro ambienti, talvolta anche uno pseudo-3D, ma non avevano mai dato la reale possibilità di immergersi seriamente in ambienti digitali. Uno dei filoni principali è sempre stato, ad esempio, quello denominato platforms and ladders (piattaforme e scale); in questa ‘famiglia’ di giochi gli ambienti bidimensionali si dipanavano sullo schermo del sistema proponendo varie piattaforme su cui l’utente faceva muovere, saltare ed arrampicare un qualche omino. Tale tecnica, pur molto divertente, non poteva neanche cominciare a proporre avventure con un qualche spessore. Solo l’avvento della grafica tridimensionale ha permesso un vero coinvolgimento del giocatore in situazioni credibili che possono svilupparsi in un ambito filmico con tecniche cinematografiche. L’industria dei videogiochi nell’anno 2000 ha superato quella dell’home video (noleggio di videocassette per uso casalingo) ed è diventata sempre più importante, muovendo capitali per ogni nuovo titolo che sono diventati rapidamente uguali a quelli necessari per le produzioni cinematografiche. Nella produzione di un singolo videogioco si spendono ormai molti milioni di dollari e lavorano migliaia di persone, proprio come per un kolossal di Hollywood. La lavorazione di un videogioco è ancora una faccenda complessa ed artigianale, in cui sono coinvolte molte persone con tante capacità differenti. Non bastano più alcuni programmatori per realizzare un prodotto decente, oggigiorno occorre l’intervento di grafici, musicisti, sceneggiatori, esperti di ‘effetti speciali’, segretarie di produzione e quant’altro. Il costo elevatissimo è dato anche dal fatto che ogni volta occorre realizzare tutto da zero. È molto raro, infatti, che il lavoro di un videogioco precedente possa essere riutilizzato. Non solo perché le ambientazioni sono diverse, ma soprattutto perché la tecnologia evolve rapidissimamente. La parte principale di ogni gioco moderno è il motore grafico 3D, ovvero quella serie di programmi che traducono dati digitali in immagini tridimensionali realistiche sullo schermo, gestendo tutta l’interazione dell’utente. Tale ‘motore’ è un prodotto software estremamente complesso, ogni azienda se ne realizza uno proprio o ne compra uno già fatto (il costo è attorno al milione di dollari). Non appena il gioco viene pubblicato, nuovi progressi nella tecnica rendono il motore grafico obsoleto. Spesso non si possono facilmente adattare i programmi ma occorre addirittura riscriverne una parte molto consistente. Se non ci si adatta allo sviluppo tumultuoso dell’informatica il prossimo prodotto potrebbe essere già obsoleto e decretare il fallimento dell’intera azienda. I costi di produzione, infatti, sono così alti che non ci si può permettere un flop dato che ogni società riesce a finanziare solo una o poche produzioni per volta. Allo stesso modo, i contenuti grafici non sono spesso recuperabili. Ogni mese un avanzamento della tecnica rende un po’ più dettagliati gli aspetti degli elementi dei videogiochi e in questo modo il modello matematico di , ad esempio, un soldato, non è più sufficientemente dettagliato per la produzione successiva. Cosa si fa? Lo si ridisegna da zero. Tutto questo lavoro è necessario per tenere il passo con lo sviluppo del settore e per reggere la concorrenza agguerritissima che ci si trova. Siamo in questo settore in un’epoca paragonabile a quella dell’inizio dell’industria dell’auto. In quel tempo ogni automobile era un prodotto artigianale, che coinvolgeva moltissime capacità diverse e costava quindi tantissimo. Ancora oggi lo sviluppo di un nuovo modello di automobile richiede miliardi e se tale costo non fosse diluito su molte migliaia (o milioni) di pezzi prodotti sarebbe del tutto insostenibile. Le Bugatti d’epoca sono pezzi meravigliosi ma non hanno la qualità che oggi contraddistingue ogni automobile economica prodotta in serie. L’avvento dell’industrializzazione ha migliorato il prodotto e ne ha aumentato i volumi di produzione, abbattendone i costi. Nel campo dei videogiochi comunque come, in misura minore, in quello della cinematografia, siamo ancora all’epoca artigianale. Questo è un modo di procedere un po’ stupido. È come se per la produzione di un nuovo film si dovessero ogni volta non solo creare nuovi costumi, fondali ed effetti speciali, ma si dovesse anche produrre la pellicola, costruire le cineprese, aprire da zero i cinema necessari. La fase veramente importante di ogni opera, sia ‘seria’ che da intrattenimento, è l’idea creativa, la storia. Non è realmente importante la tecnica. Nel campo delle produzioni di videogiochi, e rapidamente poi quelle cinematografiche, dato che presto le si realizzerà con gli stessi metodi, occorrerà un sistema STANDARD per realizzare le cose. Non si dovrà più faticosamente realizzare a mano, con costi spaventosi, tutti i particolari necessari ma fatalmente secondari. La tecnica proposta per la realizzazione di Oltremondo permetterà di concentrarsi sulle storie, sui concetti, piuttosto che sulla tecnica. Avendo a disposizione immense raccolte di oggetti già realizzati, gli autori di videogiochi e di film potranno semplicemente raccontare le loro storie, far vivere agli utenti le loro avventure, senza sprecare tempo a ridisegnare daccapo il soldato, l’automobile, l’albero e tutte quelle cose che occorrerà disporre sulla scena. L’altro enorme vantaggio è che le produzioni realizzate con Oltremondo potranno migliorare automaticamente. Con il progresso della tecnologia, ogni elemento migliorerà senza alcun intervento ulteriore da parte dell’autore. Se il singolo albero, ad esempio, potrà essere definito sempre meglio, in OGNI ambiente in cui sono presenti alberi si assisterà ad un automatico miglioramento. Sarà come se i vecchi film, muti e in bianco e nero, avessero potuto tramutarsi in produzioni con il sonoro e poi addirittura a colori senza alcun ulteriore intervento. La tecnica dei videogiochi giungerà ad una feconda unione con la cinematografia e assisteremo ad un’esplosione di creatività e ad un crollo dei costi. Potremo sognare, emozionarci, avventurarci, combatterci, divertirci in infiniti mondi di meravigliose fantasie. LA POVERTÀ DIGITALE Alla fine del ventesimo secolo credevamo di essere ricchi, almeno nel mondo occidentale; pensavamo di possedere tutta una serie di comodità e di lussi sconosciuti ai nostri antenati e in parte ciò era vero, ma eravamo anche immensamente poveri, dei poveri digitali. Cosa significa ricchezza? E in particolare ricchezza di un popolo? Ovviamente prima vengono i bisogno primari: il cibo, l’acqua, le case. Su questo fronte ci sono miliardi di poveri al mondo, miliardi di esseri umani che non hanno una quantità sufficiente di queste cose, ed è una situazione che non si dovrebbe tollerare. Ma nel mondo occidentale avanzato tali bisogni sono da tempo soddisfatti. La ricchezza in questi paesi è diventata l’avere la SECONDA casa, l’auto per le vacanze, la barca o addirittura l’aereo personale. Al di là dei beni materiali ultimamente nell’upper class (la classe sociale più abbiente) si è cominciato ad individuare la ricchezza con la disponibilità di tempo libero, prevalentemente per spenderlo in attività CULTURALI e RICREATIVE. Ecco che la povertà avanza… non siamo forse tutti convinti che l’offerta di cultura, di scienza, di arte, sia troppo limitata? Non ci è spesso capitato di pensare che magari una certa mostra poteva essere interessante, ma non si aveva il tempo (o il denaro) per fare un salto a Parigi? O a Roma? O a New York? Che certi concetti avrebbero meritato un ulteriore approfondimento? Che certe nostre ignoranze nascoste, che non oseremmo mai manifestare, urlano per essere superate? Ma a chi chiedere? E che dire dell’intrattenimento? Ultimamente più che di spettacolo si ha fame di ESPERIENZE, spesso identificate in viaggi in paesi e luoghi particolari, in attività originali, in contaminazioni culturali diverse. Tutte queste cose richiedono tempo e denaro ma, anche avendone di entrambi, la loro fruizione è limitata e difficile. Innanzitutto chiediamoci PERCHÉ occorra tempo e denaro per avere una vita culturale e ricreativa interessante. Come già detto, quando si parla di mostre, manifestazioni, eventi di ogni tipo, il luogo geografico in cui occorrerebbe recarsi non è dietro casa. Una persona che desiderasse seguire una parte minima di tutti gli eventi di suo interesse organizzati nel mondo dovrebbe viaggiare in almeno cinque città diverse al mese. Spesso tali viaggi, solo per il puro spostamento, richiederebbero un paio di giorni o addirittura una settimana ciascuno. Il costo sarebbe proibitivo per moltissime persone, anche definite ‘benestanti’, e lo stress da viaggio renderebbe rapidamente impossibile continuare. Avendo molto denaro e tutto il tempo del mondo, viaggiando sempre in prima classe, scendendo nei migliori alberghi e pranzando nei migliori ristoranti ce la si potrebbe fare, ma non stiamo parlando delle possibilità dell’occidentale medio (e nemmeno medio-alto). Molte persone, inoltre, avrebbero il denaro necessario ma per produrlo devono impegnarsi in modo tale da non avere il tempo o, avendolo, la voglia, di perseguire una vita così vorticosa. Il problema è che le mille proposte culturali e di intrattenimento del mondo non possono essere fruite DA CASA PROPRIA. Gli unici canali esistenti sono la televisione, il cinema e Internet. Tramite questi mezzi, senza muoversi troppo, senza eccessiva spesa, possiamo ricevere informazione, cultura ed intrattenimento. Ma quanto sono DAVVERO efficaci? Cosa possiamo trovare su di essi di quello che ci interessa? Per quanto riguarda il cinema ed i videogiochi le possibilità sono eccellenti: quasi tutte le produzioni arrivano o possono essere richieste. Per ogni altra cosa andiamo male. Pensiamo ad un convegno su di un argomento di nostro interesse: se la televisione se ne occupa è già molto inusuale, la trasmissione può andare in onda in un momento in cui non possiamo seguirla e videoregistrarla è una affare complicato. Anche se l’evento viene coperto da un servizio, probabilmente ne viene trasmesso un riassunto, con qualche ripresa a caso. Non è proprio come esserci stato. Se l’evento viene pubblicato su un sito Internet scopriremo il più delle volte con amara sorpresa che non ci sono le informazioni che credevamo di trovare. Spesso le pagine Web su di un certo argomento od evento sono poche, mal scritte, con qualche patetica fotografia formato francobollo ed inutili orpelli grafici. Se l’evento viene trasmesso su Internet in diretta con una qualche tecnica di streaming (trasmissione video), la qualità è di solito penosa, appena la cosa interessa un certo numero di persone si è in troppi a cercare di accedere al sito e non si riesce a fruirla con completezza. Le difficoltà sono TANTE, le possibilità di non avere alcuna informazione sono molte, la frustrazione è sempre in agguato. Ovviamente non ci si sta riferendo ad eventi che siano qualche stupido programma a quiz, qualche serial televisivo demenziale o trasmissioni di informazione giornalistica. Di questo materiale ce n’è a bizzeffe, ma siamo ai livelli della ‘tv-spazzatura’. Il fatto che masse di persone ci sguazzino non significa che nella loro esistenza non abbiano talvolta avuto altri interessi, solo che sono sempre stati frustrati sul nascere. Ci crediamo molto avanzati, ci chiediamo come facevano nei tempi andati a vivere senza televisione, cinema, radio, Internet. Non ci sono dubbi che in passato fosse molto peggio ma non dobbiamo credere che questo compatimento non ci sarà riservato dalle persone che vivranno nei prossimi decenni. Il secondo aspetto che voglio sottolineare è ancora più sottile ed importante; è l’emersione di uno stato di povertà che non ci rendiamo nemmeno conto di avere. Non soltanto è difficile, anzi impossibile, avere una vita culturale piena partecipando agli eventi che si susseguono, ma addirittura NON CI SONO SUFFICIENTI PROPOSTE. Non è che non si organizzino un numero sufficiente di mostre, di convegni, di produzioni videoludiche e cinematografiche, è che siamo tutti immersi in una povertà di mezzi DIGITALI davvero mostruosa. Tale povertà non viene percepita solo perché, esattamente come gli uomini di ogni altra epoca, prendiamo come dato di fatto la situazione contingente e non pensiamo nemmeno a cosa si potrebbe avere da tecnologie che non conosciamo ancora. Prima dell’avvento della stampa a caratteri mobili le moltitudini ignoranti non si rendevano conto della povertà della loro esistenza intellettuale. Anche coloro che sapevano leggere e avevano accesso a qualche codice faticosamente miniato, non si rendevano conto di quanta poca offerta ci fosse di idee messe nero su bianco. All’inizio del ventesimo secolo le persone non sapevano che stava per nascere la televisione e non si rendevano conto di quante cose non erano per loro accessibili. Potevano leggere i giornali ma non potevano VEDERE cosa accadeva nei luoghi più remoti del mondo, eventi che magari erano importantissimi per le loro vite. Allo stesso modo noi non ci rendiamo conto di quanta povertà di PRODUZIONE di contenuti intellettuali ci sia al mondo solo perché non esiste ancora una tecnologia diffusa per la fruizione di nuovi prodotti digitali. Finché non esisterà una raccolta sufficientemente enorme di materiale digitale interoperabile non potranno iniziare le produzioni di materiali culturali davvero interessanti. Facciamo un esempio: se una persona sente parlare della teoria della relatività generale di Einstein in rapporto all’orizzonte degli eventi di un buco nero, oggigiorno non si sogna nemmeno di sperare di poter capire cos’è questo concetto. Molto spesso capita che per un istante ci si chieda cosa sarà mai questa cosa e si rinunci subito dopo perché non si saprebbe DOVE andare a cercare ulteriori informazioni. O meglio: si saprebbe che magari si ha in casa un’enciclopedia, che dalla lettura del testo sotto la voce ‘relatività generale’ si potrebbe poi passare ad altri rimandi e in capo ad alcune ore si giungerebbe ad un’infarinatura sufficiente. Ma solo se si hanno le capacità matematiche necessarie. Solo se si ha una forte dose d’immaginazione. Solo se si ha la tenacia necessaria. La maggior parte della gente rinuncerebbe subito. E non ne sentirebbe il peso quanto dovrebbe, semplicemente perché penserebbe che è così e basta. È un dato di fatto. Non ci si deve fare troppo caso. Questa rassegnazione nasce dal fatto che non esiste un luogo, un servizio, a cui poter chiedere maggiori spiegazioni e da cui ottenere un’illustrazione semplice ed intuitiva della cosa, magari con un livello variabile di approfondimento e di rigore matematico. In futuro in questo caso potremo collegarci su Oltremondo e visualizzare un’immagine tridimensionale ed interattiva di un buco nero, del suo orizzonte degli eventi, vedere una pallina sparata a varie velocità nelle sue vicinanze e notare intuitivamente cosa succede all’aumentare della velocità e al diminuire della massa della pallina. Come tutto questo si lega alla teoria della relatività generale sarebbe spiegato con ulteriori animazioni ed eventualmente, ma solo se richiesto, con le equazioni relative. Un altro esempio: se si assistesse ad una trasmissione in cui ad un certo punto si parlasse di Kafka e della sua raccolta Meditazione, si potrebbe richiedere una spiegazione, leggere queste brevi prose, trasportarsi nella Praga del 1913, respirarne l’atmosfera simbolistica e decadente dell’epoca e poi visitare i luoghi in cui Kafka viveva e lavorava. Questi ed infiniti altri esempi possibili ci fanno pensare che il lavoro necessario per la realizzazione di queste cose sia titanico. Non è così. Allo stesso modo in cui poteva sembrare un lavoro folle scolpire le matrici per la stampa di ogni pagina di ogni libro prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, allo stesso modo in cui poteva sembrare impossibile, un sogno e nulla più, poter vedere in tempo reale eventi che accadevano dall’altra parte della Terra, a noi oggi sembra impossibile realizzare le produzioni culturali a cui si è appena accennato. Come sempre, una nuova tecnologia è la risposta. Per poter far esplodere la produzione culturale, per poter permettere ogni tipo di fruizione, ogni tipo di proposta, ogni tipo di avventura, dovremo realizzare Oltremondo e con esso un enorme serbatoio di prodotti GIÀ PRONTI. La Praga del 1913 non dovrà essere realizzata soltanto per far capire l’ambiente in cui operò Kafka, essa dovrà essere prodotta perché OGNI COSA che ad essa fa riferimento possa collegarvisi senza sforzo. La produzione di infinite proposte culturali passerà dall’uso massiccio di materiali digitali già pronti ed infinitamente riutilizzabili ed adattabili. Liverpool degli anni ’60 servirà ad ambientare la vita dei Beatles ma anche per infinite altre produzioni, ogni cosa sarà la base per nuove realizzazioni. Così come ogni singolo blocchetto contenente un carattere di una cassetta per la stampa venne utilizzato per produrre infiniti libri diversi, allo stesso modo gli elementi digitali tridimensionali riutilizzabili permetteranno la realizzazioni di infinite meraviglie. Nel mondo odierno la quantità di contenuti in formato elettronico, ancorché vastissima, è ancora troppo povera. Siamo in preda alla POVERTÀ DIGITALE. Un paese è ricco delle infrastrutture che ha faticosamente realizzato nel corso di molti anni. I paesi occidentali hanno, ad esempio, impianti di distribuzione dell’acqua realizzati in secoli di lavoro. In questo modo è facile costruire una nuova casa ed allacciarla all’acquedotto, collegando un breve tratto di tubo. In un paese più povero il tubo dove lo si può allacciare? Quanto occorre per realizzare da zero una completa rete idrica? Un paese senza reti di distribuzione è povero e gli occorrono decenni, quando non secoli, per avvicinarsi ad altri che hanno ereditato impianti estesissimi dal loro passato. Allo stesso modo siamo oggigiorno tutti poveri di contenuti digitali. Pensate a quante cose non siano registrate in alcun modo. Prendiamo Parigi, ad esempio: interi Boulevards sono registrati come righe su carte più o meno dettagliate, sono stati ripresi in parte su molti metri di pellicola o di nastro, ma NON sono in formato digitale. Non nella loro interezza. Se volessimo realizzare un videogioco, un film, uno spezzone di vita di un artista (ad esempio Marcel Proust), non avremmo un substrato digitale, una registrazione esplorabile di quel boulevard. Se volessimo realizzare la cosa dovremmo faticosamente ricercare le cartografie, prendere foto, lavorare duramente per ottenere l’ambiente voluto. E stiamo parlando di Parigi, di un corso principale, nemmeno di un vicolo periferico. Non esiste una ricostruzione esplorabile delle piramidi egizie all’epoca del massimo splendore, circondate da templi e ricoperte di marmi. Non esiste il foro romano ricco di vita, di mercanti, di senatori, di tutta l’urbe che fu duemila anni fa. Se volessimo immergere un utente nell’atmosfera dell’antica Roma permettendogli di aggirarsi tra la gente o di assistere ad un’arringa di Catone dovremmo fare un lavoro folle. Ecco cosa intendo con ‘povertà digitale’. Non abbiamo niente di serio, quello che c’è è in infiniti formati diversi (fotografie a colori e in bianco e nero, filmati su pellicola, filmati su videocassetta, disegni, incisioni, racconti a voce, qualche modello matematico) non compatibili tra loro; non abbiamo un canale di accesso alla messe di dati che purtuttavia esistono, non abbiamo la possibilità di rendere interconnesso ed esplorabile quello che c’è. Siamo poveri, culturalmente e dal punto di vista dell’intrattenimento. Ci attende un lungo lavoro, un’unificazione necessaria, un luminoso avvenire in cui tutti potranno accedere alla cultura, e la ‘tv spazzatura’ perderà finalmente molti dei suoi spettatori coatti. LA DIDATTICA Sono sempre stato convinto di una cosa: mi hanno insegnato buona parte di quello che so, ma lo hanno fatto malissimo. L’insegnamento si è svolto, fino ad oggi, secondo un paradigma vecchio come il mondo: qualcuno più anziano e presumibilmente più acculturato ha ripetuto il proprio sapere ripercorrendo alcuni testi più o meno sacri di fronte ad un certo numero di allievi. In queste condizioni, se l’insegnante è, come di solito accade, non particolarmente stimolante, gli allievi si annoiano e diventano quasi impermeabili al sapere. Che terribili ricordi ha ognuno di noi di lunghissime ore trascorse ad ascoltare PER FORZA le pedanti spiegazioni di qualche materia del tutto ostile. I metodi di insegnamento hanno sempre fatto del loro meglio per rendere odiosa la cultura. I fanciulli hanno la mente più ricettiva ma sono anche naturalmente irrequieti e mal sopportano di ascoltare pazientemente lunghe spiegazioni del sapere fin qui accumulato dall’Uomo. E’ chiaro che si dovrebbe approfittare del periodo in cui la mente umana è più pronta ma si deve cercare un metodo che ne sfrutti appieno il potenziale. Con i metodi di studio finora adottati si è sfruttato solo meno del cinque per cento della ‘larghezza di banda’ potenziale dei giovani. La mente di un adulto può essere anche quattro volte meno pronta di quella di un giovane ma, quando segue un argomento di interesse, usa il cento per cento della propria larghezza di banda. Risultato: l’adulto impara cinque volte di più di un fanciullo. Allora sarebbe meglio permettere ai bambini di giocare, di sperimentare i rapporti sociali, di cimentarsi nelle attività che spontaneamente prediligono per poi affrontare le cose serie ad un’età in cui si possono apprezzare. Un minimo di cultura, il saper leggere e scrivere, minime capacità di calcolo e niente più, ecco cosa si dovrebbe insegnare obbligatoriamente. Ogni tipo di sapere può venire maggiormente apprezzato con il crescere della maturità. Prendiamo ad esempio la letteratura: cosa possono comprendere dei rovelli e degli struggimenti d’amore persone che ancora non hanno la maggiore età? Bene che vada ingigantiranno le prime esperienze amorose, spesso disastrose di loro, fino a giungere a stati di depressione romantica che possono (e l’hanno fatto) portare al suicidio. Per molti, invece, l’amore romantico e travolgente non è un’esperienza già consolidata e quindi poco possono apprezzare delle sottili sfumature dell’animo umano faticosamente messe nero su bianco dai poeti di ogni tempo. Superati i trent’anni, invece, la corrispondenza delle proprie esperienze di vita con le creazioni della letteratura diventa evidente; si possono capire tante passioni, infinite malinconie, brucianti desideri. La lettura dei classici della letteratura va fatta in età matura, altrimenti si rischia il rigetto e spesso si ottiene di allontanare per sempre il soggetto da questa parte del sapere. Ovviamente questa mia teoria è poco più di una provocazione, stanti le caratteristiche del mondo fisico. E’ chiaro che gli Uomini non virtualizzati non possono percorrere un tale sentiero formativo. Solo se si ha il TEMPO di dedicarsi alla cultura si può scoprire a trent’anni il tesoro scintillante dello scibile umano. Coloro che devono faticosamente procurarsi da vivere, per sé e per la propria famiglia, sono condannati a non avere mai più il tempo di dedicarsi alla propria mente. Questa è la più grande tragedia del mondo fisico e sarà uno dei più grandi vantaggi di Oltremondo. Quando la vita delle persone si svolgerà anche sul piano digitale e il lavoro non fagociterà più la maggior parte del tempo di ogni Uomo allora, e solo allora, potremo attivare i nuovi percorsi formativi. Ogni essere umano potrà vivere libero i suoi anni da fanciullo, le sue esperienze dell’adolescenza, i travagli della giovinezza, per giungere ad una splendida maturità in cui potrà dedicare il tempo che crederà opportuno alla cultura. Ogni persona potrà studiare anche per cinquant’anni, tanto la vita si sarà talmente allungata che un tale periodo non inciderà in modo drammatico sull’arco di una normale esistenza. Con l’aumento esponenziale della complessità del mondo, anzi, ognuno dovrà dedicare allo studio preparatorio un tempo molto superiore a quello del passato. Ogni persona dovrà inoltre restare in fase di ‘formazione permanente’ per tutta la propria lunghissima esistenza, tali e tante saranno le cose da sapere e da sperimentare. Nell’attesa di quest’epoca meravigliosa potremo però certamente migliorare di molto la didattica. Tale disciplina, anzi, dato che diventerà in futuro una compagna costante della vita di ognuno, dovrà certamente essere di molto migliorata. La cosa fondamentale da cambiare, fin da subito, è l’introduzione dei concetti: si deve smettere di enunciare astrusi teoremi per poi passare immediatamente alla dimostrazione e richiederne la memorizzazione. Non ho mai sopportato di non sapere PERCHÉ un concetto mi deve essere insegnato. Nelle aule di quasi tutte le scuole ogni giorno eserciti di insegnanti introducono a viva forza concetti nelle menti di inermi fanciulli che non capiscono PERCHÉ li devono imparare. Un allievo ha l’inalienabile diritto di sapere il motivo per cui gli viene chiesto lo sforzo di imparare qualsiasi concetto. Non si deve introdurre un’idea, un teorema, un metodo, senza spiegare quale necessità risolva, a cosa servirà nel percorso di studio e COME si è giunti ad esso. Specialmente nella matematica è presente l’usanza di partire ad enunciare teoremi e metodi senza mai dire a cosa servono e come si è giunti alla loro formulazione. E’ come se invisibili e perniciosi alieni ci avessero fatto piombare in testa tali concetti e per puro sadismo ci costringessero a mandarli a memoria. Ogni volta che ho avuto modo di leggere la storia degli Uomini che hanno concepito un teorema, un metodo, una teoria, ho sempre sentito nascere in me un’empatia potente che mi spingeva ad apprezzare il loro lavoro, spesso ferocemente difficile, e a ricordarne il frutto. Per procedere in questo modo occorrerebbe che ogni insegnante fosse versato nel racconto o addirittura in tecniche teatrali in modo da rappresentare vividamente la storia umana che si nasconde dietro ogni grande idea. Con Oltremondo tale sforzo non sarà più necessario; le storie potranno essere raccontate con gli strumenti digitali che immergeranno l’allievo nel clima dell’epoca e dell’ambiente in cui ogni idea è nata. Gli studenti con insegnanti più dotati nell’arte del racconto non saranno più avvantaggiati rispetto a quelli che hanno professori meno ‘teatrali’. La rappresentazione immersiva stimolerà il tipo di memoria che maggiormente permette di ritenere un ricordo e sono sicuro che in tali condizioni il concetto si fisserà indelebilmente. Allo stesso modo moltissime idee sono rappresentabili graficamente ma spesso il grafico è un disegno tracciato con mano inesperta su di una lavagna. Se il concetto rappresentato è dinamico non vi è speranza di poterlo rappresentare su di un piano bidimensionale impolverato di bianco. Anche in questo caso gli studenti con professori dotati di maggiori capacità artistiche sono ingiustamente avvantaggiati. Pensiamo a come saranno rappresentati tali concetti in Oltremondo: un’animazione sviluppata con la piena approvazione di appositi comitati didattici sarà proiettata agli allievi ed essi vedranno SUCCEDERE il fenomeno in istudio. Pensiamo ad un concetto come il campo elettromagnetico, legato alle equazioni di Maxwell: si potrà rappresentare il campo in una regione delle spazio tracciando in ogni punto simboli molto chiari e ponendo di fianco ad essi l’equazione con gli opportuni valori. L’allievo potrà muovere una mano nel campo e SENTIRNE il valore in ogni istante sotto forma di forze o temperature o altre sensazioni fisiche sulla mano. Vicino al dito dello studente l’equazione che governa mirabilmente tale fenomeno si animerà e i numeri REALI del punto indicato dall’allievo scorreranno automaticamente. In moltissimi casi ci si rende conto che le persone non hanno mai capito concetti esposti anni prima in aule polverose solo perché non hanno mai potuto OSSERVARE il fenomeno. È sorprendente quanta gente non abbia mai capito cosa sia la trigonometria e si sblocchi con meraviglia quando vede la funzione ‘seno’ disegnarsi sul piano cartesiano in concomitanza con il procedere del raggio del cerchio che percorre la circonferenza. Ogni disciplina potrà avvalersi dell’esperienza immersiva per illustrare i concetti: la storia; con la possibilità di viaggiare tra le linee delle battaglie, nelle città, nelle corti di ogni epoca. La geografia, con la possibilità di volare in ogni punto del mondo di ogni tempo. La letteratura, con la possibilità di vivere gomito a gomito con gli autori, condividendo le loro vite, entrando nelle loro creazioni, interagendo con i loro personaggi. La matematica, con la possibilità di immergersi nei mondi dei numeri e della geometria visualizzando istantaneamente ogni equazione, ogni possibile soluzione. La fisica, con i viaggi tra le situazioni più varie, compiutamente spiegate. La bellezza della rappresentazione tridimensionale, interattiva, immersiva, renderà un gioco affascinante la scoperta della conoscenza. Ogni allievo non sarà solo, si interagirà insieme e l’insegnante sarà una guida insostituibile in queste esplorazioni; la presenza di un essere umano, infatti, permetterà di porre domande, di approfondire concetti o anche solo di essere attirati verso un qualche aspetto particolarmente bizzarro o interessante della cosa in esame. Forse con tali metodi lo studio diventerà davvero un’avventura affascinante e molti potranno perfino preferirlo al migliore dei videogiochi. LA CULTURA Tutti gli Uomini sono sempre stati tenuti lontani dalla cultura, intesa come somma delle conoscenze dell’Umanità. Ho sempre sofferto al pensiero di quale scintillante scrigno di conoscenza e di bellezza sia stato celato alla maggior parte degli esseri umani! Ogni Uomo dovrebbe essere orgoglioso delle incredibili vette raggiunte dal pensiero umano. Moltissime persone non hanno una sola occasione, in tutta la loro vita, di stupirsi delle geniali intuizioni di coloro che le hanno precedute. Tutto ciò è tragico e beffardo allo stesso tempo. Meravigliosi pensatori, fini umoristi, letterati iperbolici, hanno prodotto opere meravigliose rivolgendosi ad un consesso umano che alla fin fine non potrà mai sapere neanche che essi siano mai esistiti. Tuttavia il successo delle riviste di divulgazione scientifica conforta riguardo alla sete di sapere delle persone. Periodici che sono per la maggior parte pieni di fotografie hanno un successo comunque al di là delle più rosee previsioni, ciò dimostra che la sete di sapere è sempre profondamente viva in ogni Uomo. Ho sempre rilevato un genuino desiderio di sapere, di comprendere ciò che è chiaro agli ‘scienziati’, in ogni Uomo e in ogni Donna. La stragrande maggioranza delle persone appare refrattaria alla Scienza solo perché il campo del sapere è sempre stato posto al riparo di schermi astrusi di equazioni, di concetti malamente espressi e peggio compresi. La cultura non ha mai fatto un reale sforzo di proporsi come quello che realmente è: un linguaggio universale, una pulsione profonda e quasi animalesca dell’Uomo. Le riviste scientifiche hanno fatto quello che hanno potuto, ma fino ad oggi è sempre mancato un supporto multimediale davvero efficace; con Oltremondo ovvieremo a questa mancanza. Infiniti universi da esplorare, attraversando tutte le sfumature dell’umano percepire; sensazioni, sentimenti, concetti, immagini a tutti i livelli di percezione, suoni, colori, sensazioni, tutto quello che ha prodotto brividi in altri Uomini prima di noi e come noi sarà a disposizione di ogni Uomo. Mai più dovrà il concetto di relatività ristretta o quello di relatività generale essere celato dietro equazioni che richiedono matematiche astruse anche solo per cominciare ad essere compreso. Qualsiasi idea, non importa quanto complessa, se prodotto dell’ingegno dell’Uomo, può essere perfettamente spiegata ad ogni altro essere umano. Occorre un nuovo metodo di spiegazione, una nuova possibilità esperienziale. Le perfette architetture del Palladio devono essere SENTITE come tensione di linee purissime che si estrinsecano come espansioni di forze sviluppantisi sull’arco di percorsi matematici senza errori, l’armonia delle particelle subatomiche, il concetto di orbitale che ‘spalma’ l’elettrone su di uno spazio probabilistico e mille e mille altre sensazioni devono poter essere fruite da OGNI UOMO in ambienti facili, immediati, intuitivi. Dovranno smetterla gli intellettuali con il loro sentirsi al di sopra degli altri, basta con il peccato (realmente un peccato) di superbia. Fremo di contentezza quando vedo una persona che prima lo ignorava scoprire finalmente uno dei concetti fondamentali della cultura umana, dalla teoria delle stringhe al cubismo. Infinite nuove creazioni ci potremo aspettare da un’Umanità che possa finalmente fruire delle creazioni di tutti gli altri, in un ambiente che favorisca la nascita e la diffusione delle nuove idee. Abbiamo bisogno dell’aiuto, dell’apporto creativo di tutti; un nuovo meraviglioso rinascimento digitale ci attende. L’Umanità si merita di accedere alle sue stesse creazioni, senza distinzioni di classe, di razza o di censo. Ogni Uomo deve accedere al prodotto dell’ingegno umano, in ogni epoca e in ogni settore. Molti saranno meri fruitori ma da tante persone che avrebbero vissuto esistenze infime, si sarebbero prostituite, avrebbero spacciato droga, avrebbero messo in piedi mafie, otterremo nuove rivoluzionarie idee, meravigliose, ardite, sorprendenti, infinite creazioni. Il messaggio che vorrei che ogni essere umano percepisse è: AMATEVI, pensate che voi siete UNICI e MERAVIGLIOSI. Non esiste un essere umano davvero superiore ad un altro, esistono solo differenti livelli di conoscenza, differenti ingiuste situazioni sociali e diversi ambienti creativi. Ogni Uomo, nelle condizioni adatte, può ideare la teoria della relatività o Oltremondo. Dobbiamo essere ORGOGLIOSI di essere esseri umani, sentirci parte determinate del Creato, investigatori, fruitori, stupidi, folli, intelligenti, artisti, maledetti, amanti, dannati e meravigliosamente vivi. LA FINE DELLA CRIMINALITÀ Che ne sarà del crimine in Oltremondo? Inevitabilmente esso svanirà nell'accezione comune e qualche comportamento di tipo criminale del tutto nuovo emergerà. In un universo in cui tutti potranno essere immensamente più ricchi di qualsiasi Uomo di qualunque epoca precedente non avrà certo più senso sottrarre qualcosa a qualcuno. Ad esempio, (19) nella sua celebre Utopia Tommaso Moro criticava la legge inglese che comminava la pena di morte per il furto. Nonostante tanta severità, i furti non diminuivano e sarebbe stata migliore politica “far sì che tutti avessero abbastanza da mangiare”. I crimini violenti come stupro, omicidio, aggressione, non avranno più nemmeno la possibilità di essere commessi. Nessuno potrà uccidere qualcun altro dato che le interazioni saranno digitali e non fra corpi che possano essere danneggiati. Il livello di sofferenza, sia fisica che psichica, sarà regolabile e si potranno impostare delle soglie oltre le quali la vittima sparirà letteralmente dal luogo o addirittura dal canale. Il livello massimo di sofferenza sopportabile sarà anzi uno dei più importanti parametri da considerare nell'avventurarsi in ogni canale. Nei canali che riprodurranno ambienti simili a quelli del mondo fisico resteranno ovviamente tutti i crimini che conosciamo ed anzi essi renderanno più 'saporite' le esperienze. In un canale del vecchio west, ad esempio, potrà essere molto divertente fare il rapinatore di banche o assaltare treni e diligenze. Talvolta ci piacerà fare lo sceriffo e talvolta il bandito. Le persone che si coinvolgeranno in canali molto seri giungeranno invece a delinquere per necessità, come è spesso stato sulla Terra, e i derubati soffriranno della cosa così come è stato in passato. Si giungerà ovviamente anche a mettere in prigione i criminali e sarà una condanna ancora più dura quella che li costringerà in una cella digitale sapendo benissimo cosa si potrebbe fare in infiniti altri canali. In questi casi ci saranno due possibilità: il canale sarà 'leggero' e permetterà agli utenti di passare ad altri abbastanza semplicemente e così i carcerati lo saranno per gioco. Oppure si tratterà di un canale 'serio' dove non si può sfuggire all'ambiente liberamente scelto in base ad un contratto che prevede un certo tempo di permanenza. In quest'ultimo caso se si finirà in galera occorrerà scontare la pena per intero o fino alla scadenza del contratto. Ecco un motivo di più per controllare attentamente le regole di un canale prima di entrarvi. Che ne sarà di canali 'trappola' in cui gli ultranauti entreranno e si troveranno in condizioni insostenibili? Come sempre sarà possibile appellarsi, anche se per una sola volta, al Consiglio degli Asceti che verificherà la sussistenza di regole precise e chiaramente espresse. In caso si sia scelto liberamente il canale sapendo bene a cosa si andava incontro il Consiglio non potrà intervenire e si dovrà scontare la pena. In caso ci sia stata malafede nell'illustrare il canale o le regole non siano state espresse in modo chiaro l'ultranauta sarà fatto uscire dal canale ed il comitato di gestione sanzionato. Ecco uno dei nuovi crimini che potranno esistere solo in Oltremondo: i canali-truffa o trappola. Sarà possibile per chiunque creare un canale e quindi nessun atto di censura potrà venire dalla Fondazione. Uno degli elementi base del pensiero oltremondano è infatti la totale libertà di ogni Uomo ed il completo pluralismo dei pensieri e delle esperienze umane. La relativa anarchia che si verrà a creare potrà permettere a molti di creare canali 'scorretti' in cui far soffrire altri esseri umani o addirittura tentare di tenerli prigionieri. La questione sarà molto delicata in quanto DOVRANNO essere possibili canali in cui sperimentare coercizione e sofferenza, si pensi ad uno che riproduca le esperienze del campo di concentramento. Esperienze terribili sofferte dall'Umanità dovranno essere rivissute da chi lo vorrà per rendersi conto di cosa sia stata la storia dell'Uomo sotto ogni aspetto e per ricordarsi di quanta sofferenza ed atrocità essa sia permeata. La discriminante dovrà essere l'INFORMAZIONE. Prima di entrare in ogni canale dovrà essere possibile per chiunque visionare dall'esterno cosa vi si troverà e ogni ultranauta potrà comunque impegnarsi fino al punto che riterrà opportuno. Tali ‘dimostrativi’ dovranno essere approvati dal Consiglio degli Asceti in modo che ci sia sicurezza sulla loro veridicità. Ad esempio, nel canale 'Schiavi di Roma' si potrà decidere di provare l'esperienza dello schiavo su di una galera romana e di non sentire in pieno il dolore delle frustate ma solo al trenta per cento. Questa serie di opzioni ci permetteranno di entrare anche in canali 'alla cieca' avendo però previsto in anticipo cosa saremo disposti a sopportare e cosa no. I livelli di sofferenza accettati saranno automaticamente limitati dal sistema in modo che nessuno ci possa infliggere più di quanto avremo accettato. In ogni caso non si potranno evitare abusi, anche truffe di amministratori di canale insinceri, in forme che ora non possiamo neppure immaginare, la mente umana è terribilmente ingegnosa anche nel male. Ecco che il controllo del Consiglio degli Asceti sarà necessario e puntuale. Cosa succederà agli amministratori colpevoli? Si potranno comminare sanzioni leggere o pesanti a seconda dell'abuso. Si potrà impedire loro di gestire canali per un certo periodo, li si potrà persino limitare nelle loro possibilità di esplorazione di altri canali. In ogni caso non si giungerà mai più alla barbarie della cella, della tortura o addirittura della morte. Per i soggetti più incorreggibili si potrà limitare la rosa di canali frequentabili fino a giungere magari a lasciare solo quelli non condivisi, in cui il criminale sarà il solo essere umano e tutti gli altri saranno robot simulati dal computer. Occorrerà grande saggezza ed equilibrio nel giudicare e per questo tale materia sarà competenza del Consiglio degli Asceti, persone poste al di sopra ed al di sotto di tutti e pervase da un grande amore per l'Uomo. Nessuno dovrà più soffrire per le proprie deviazioni, meno che mai per le proprie idee o per la razza. Le uniche sanzioni che verranno comminate saranno a tutela degli altri esseri umani e sempre al minimo livello in modo da far soffrire tutti il meno possibile. In passato la correzione del crimine è sempre stata ostacolata da due grandi limiti: si aveva un solo mondo a disposizione e con risorse limitate. Non si è mai pensato di escludere i criminali da un mondo per lasciarli liberi in infiniti altri, semplicemente perché c'era un mondo solo. Non si è mai pensato di mantenere i criminali in ambienti comunque umani perché le risorse sono sempre state fatalmente limitate già per gli onesti, figuriamoci i delinquenti. Con Oltremondo si apriranno nuove possibilità per la correzione dei comportamenti deviati ed il concetto stesso di devianza subirà molte trasformazioni. I comportamenti socialmente inaccettabili dovranno essere riconsiderati. Se ad una persona piace fare sesso in modo violento e prevaricatore essa potrà sfogarsi in canali personali dove far subire queste cose a robot simulati dal computer. Se ad un Uomo piace fare il violento ecco che potrà sfogarsi come vorrà. L'unica regola dovrà diventare che non si potrà fare del male alle persone vere. Come già detto i crimini contro il patrimonio svaniranno con il concetto stesso di esclusività della proprietà e rimarranno solo nei mondi in cui vorremo ancora l'esistenza di questo concetto. Forse le macchine acquisiranno un giorno autocoscienza ed allora si aprirà un dibattito sul loro status per decidere se riconoscerle come esseri viventi dotati di diritti. Forse un giorno si guarderà alla scelta di far sfogare i devianti con i robot software come si guarda oggi allo sfruttamento degli schiavi umani nel passato. Questo accadrà solo nei casi in cui per soddisfare il deviante occorrerebbe un livello di realismo tale nei robot che essi dovranno essere quasi senzienti. È possibile sfogarsi con un robot se la sofferenza che vogliamo infliggere è di tipo fisico e ci soddisfa l'espressione esteriore della stessa da parte della nostra vittima, ma se la sofferenza che cerchiamo è psicologica forse allora si arriverà al punto in cui tale esperienza ci deve essere negata del tutto perché non vi sarà alcun essere sintetico sufficientemente semplice che ce la possa fornire e quelli più complessi avranno dei diritti inalienabili. In ogni caso, affronteremo queste questioni sottili quando la tecnologia ci porterà a questo. Ritengo comunque che pochi siano gli uomini che richiedono sfoghi di questo tipo per essere felici e in questi casi un supporto psichiatrico sarà certamente fornito. L'apparente indulgenza verso forme patologiche di comportamento è solo in apparenza in contrasto con la visuale filantropica oltremondana: occorre essere realisti, se un Uomo è felice solo in un modo che può anche essere riprovevole è nostro dovere aiutarlo in ogni modo nella sua ricerca della felicità cercando al contempo di non far soffrire nessun altro. Che dire però dei reati di tipo non aggressivo? Per esempio gli esibizionisti. Che fare con uomini che amano denudarsi in pubblico? Potremo fornire loro canali nei quali far fuggire inorridite folle di donne e sperare che non lo facciano nei canali condivisi. Nel caso continuino allora la sanzione sarà l'allontanamento per un certo periodo dai canali comuni. In ogni caso l'evoluzione di una nuova morale e di un nuovo rapporto con il corpo inteso in senso lato e multiforme porterà tutti ad essere meno sensibili e molto più tolleranti nelle questioni del pudore. In definitiva i crimini che abbiamo conosciuto nel mondo fisico spariranno quasi del tutto e con essi assisteremo alla fine della criminalità; nuovi reati potranno nascere ma in misura molto limitata e saranno repressi più con la deflessione del potenziale criminale che con la punizione dei colpevoli. Assisteremo alla nascita di un nuovo mondo di pace dove tutti saranno più tolleranti e la sofferenza dovrà essere voluta come parte del gioco, non accettata come normale, tragico corollario della dura vita di tutti. LE ESPLORAZIONI IMPOSSIBILI Le esplorazioni scientifiche condotte finora ci hanno permesso di ottenere grandi risultati, a partire dalle osservazioni di Darwin sul brigantino Beagle, fino alle esplorazioni sottomarine più ardite. Ma cosa sarebbe possibile se i ricercatori potessero muoversi QUANDO vogliono ed effettuare qualsiasi ricerca, anche per poche ore al giorno. Pensiamo alla massa di informazioni che ci sono pervenute dalle osservazioni e dalle campagne di esplorazione del passato; abbiamo una quantità enorme di dati, di foto, di disegni. Pensiamo ora a COME si sono svolte queste esplorazioni. Pensiamo a quando, nell’ottocento, esploratori arditi partivano per lunghe campagne esplorative alla ricerca di civiltà perdute, di nuove specie di piante e di animali e mille altre cose ancora. Uomini che dovevano spostarsi per migliaia di chilometri e vivere in luoghi spesso selvaggi ed inospitali per mesi. Occorreva stare in viaggio per lungo tempo per sfruttare l’ingente investimento che richiedeva ogni spedizione. Ho letto recentemente su Scientific American un avvincente reportage di due ricercatori che studiano i pipistrelli nell’America meridionale. Essi sono alla continua ricerca di nuove specie, le studiano e ne registrano i richiami ultrasonici. Il loro più grande cruccio è che non possono trascorrere tutto il tempo che vorrebbero ad esplorare perché vivere così costa molto, specialmente per i servizi di appoggio e per mantenersi letteralmente in vita giorno dopo giorno in luoghi remoti con pochi villaggi molto distanziati. Immaginate invece quanto più rapidamente si potrebbe procedere se a compiere queste esplorazioni fossero piccoli robot, piccoli rover (cioè veicoli semoventi) come quelli che mandiamo su sonde automatiche verso altri pianeti, teleguidati da ricercatori in telepresenza. Ogni ricercatore potrebbe avere uno o più robottini dislocati nei punti del mondo che gli interessano. Potrebbe impersonarne ogni volta quello più interessante e compiere esplorazioni mirate a specifiche ricerche senza muoversi dal proprio ufficio. Invece di perdere il tempo del viaggio, del cercarsi luoghi in cui mangiare, del fare provviste, potrebbe semplicemente SPEDIRE come pacco questi piccoli robot e prenderne il controllo giunti a destinazione. Potrebbe compiere lunghissime esplorazioni suddivise in tanti microspezzoni della durata anche di solo una mezz’ora. Potrebbe procedere nelle ricerche in ogni ritaglio di tempo gli rimanesse dal normale lavoro accademico. Ogni robot potrebbe essere dotato di sensori speciali, al di là dei sensi umani. Potrebbe compiere piccole analisi con un laboratorio incorporato senza neanche spostare i campioni, senza degradarli. Pensiamo ad un entomologo che potrebbe muoversi nell’erba con una microtelecamera a due centimetri dal suolo ed osservare nuove specie di insetti direttamente nel loro ambiente, registrandone i suoni con un sensibilissimo microfono. Potrebbe lasciare il robot in registrazione e rivedere gli eventi della giornata collegandosi nel tardo pomeriggio. Un ricercatore che non sa nuotare potrebbe fare ricerche sui fondali marini che oggi gli sono precluse. Un archeologo potrebbe infilarsi in stretti passaggi con un robotserpente trovando nuove vestigia di civiltà perdute grazie a questa possibilità. Il tempo delle esplorazioni condotte personalmente con fatica, ingenti costi, spreco di tempo, è finito. Ovviamente le persone continueranno a muoversi, ma solo nei casi in cui ci siano grosse scoperte, in cui sia necessaria la presenza di tutti i sensi. Anche in questo caso, comunque, un robot più grande ed attrezzato potrà essere migliore di qualsiasi corpo. Persone virtualizzate (vedremo più avanti questa possibilità) potranno così continuare le loro ricerche nel mondo fisico accedendo a possibilità esplorative ancora più grandi di quelle degli uomini ‘normali’. LA ROBOTICA I robot mi hanno sempre affascinato enormemente, fin da bambino progettavo sistemi di controllo per meccanismi automatici e mi perdevo a fantasticare su come avrebbero funzionato in modo autonomo nel mondo. Ricordo che provavo un brivido al meraviglioso pensiero di sistemi che prendevano vita quando il loro creatore non c’era e anzi stava facendo tutt’altro. Ho lungamente studiato i sistemi di controllo prima e quelli per l’intelligenza artificiale poi, trascorrendo moltissime ore a sviluppare primitivi programmi in linguaggio Basic per poi passare allo studio delle reti neurali (sistemi software che simulano il funzionamento di circuiti biologici neurali). Ricordo che buona parte del mio servizio militare è stata devoluta allo studio del cervello robotico e alla creazione di creature artificiali. Il mio incontro con uno dei massimi teorici dell’intelligenza artificiale (tale lo ritengo), Rodney Brooks del MIT (oggi direttore del dipartimento intelligenza artificiale di questo prestigioso istituto, il Massachussets Institute for Technology), mi ha poi confermato la giustezza delle mie intuizioni. Non vi è ricerca più nobile, difficile ed affascinante di quella dell’Uomo che cerca di riprodurre il miracolo dell’intelligenza comprendendo sé stesso nell’impresa. Il più grande ostacolo alla creazione di interessanti creature robotiche è sempre stato la dinamica nel mondo fisico. Mentre il PENSARE un sistema automatico è un’impresa relativamente semplice tutt’altra cosa è COSTRUIRE tale meccanismo e renderlo capace di funzionare nel mondo fisico. Nel mondo del pensiero le cose si muovono sempre correttamente, senza giochi meccanici; i cavi e i tubi non si usurano, non si spezzano e non si spelacchiano per l’attrito. Un qualsiasi sistema meccanico, invece, è sottoposto a tutta una lunga serie di limitazioni e di vincoli che ne impediscono il funzionamento perfetto. Riuscire a superare questi problemi e costruire un meccanismo che agisce come pensato è uno sforzo enorme e richiede tante capacità diverse e moltissimo lavoro. Il funzionamento nel tempo di un sistema è poi un’altra enorme fonte di problemi: tutte le parti in movimento si usurano e richiedono una manutenzione stressante e continua. Persino un semplice filo elettrico se si piega di poco abbastanza spesso prima o poi si spezza. Nessuno che non abbia avuto a che fare con questi prodotti può pensare che sia così difficile ma chiunque abbia lavorato anche per poco nel campo dell’automazione lo sa benissimo. Gli organismi viventi hanno sistemi di riparazione e rigenerazione eccezionali, prodotto di miliardi di anni di evoluzione, le macchine no. Pensate anche solo a quando ci si taglia un dito: il sangue si coagula e blocca le perdite, il sistema immunitario elimina gli intrusi che sono penetrati nel sistema, i meccanismi automatici di rigenerazione creano altre cellule che si uniscono automaticamente a cicatrizzare la ferita. Quando una macchina ha un tubicino che si fessura e perde è rotta e basta, se non interviene un tecnico resta com’è e presto vari guasti la portano a fermarsi definitivamente. Finché non concepiremo macchine a base cellulare non riusciremo mai a copiare i potenti meccanismi naturali; con i nanorobot forse arriveremo a questo ma la strada è MOLTO lunga. Solo macchine basate su tanti microscopici robot in grado di specializzarsi in tante forme diverse potranno essere altrettanto affidabili ed autorigenerative quanto gli esseri biologici. Quindi i robot che possiamo inventare non saranno per lungo tempo ancora come quelli dei film; essi non potranno autoripararsi, essere quasi invincibili e addirittura più potenti degli esseri umani. E’ già molto quando un robot anche semplice riesce a funzionare e non richiedere l’intervento del tecnico per qualche giorno! E’ relativamente facile, poi, creare un automa per la produzione industriale che non sia altro che un braccio vincolato al pavimento ed alimentato dalla rete mentre è mostruosamente difficile realizzare androidi semoventi in grado di muoversi autonomamente ed agire con intelligenza. Un sistema autonomo deve essere in grado di muoversi in un ambiente non costruito apposta per lui, con immagini confuse e fuorvianti, rimanendo per lunghi periodi senza controllo esterno. Tutto questo è difficilissimo e prova ne sia che tutti i robot da esplorazione che l’Uomo ha inviato su lontani pianeti non hanno mai avuto grandi pretese, qualche giretto e basta. La più grande difficoltà è la sorgente di energia. Un robot deve avere delle batterie di grande potenza e durata altrimenti non potrà mai allontanarsi troppo da una presa di corrente. Le batterie di cui disponiamo sono troppo pesanti, ingombranti e di debole potenza. Con le sorgenti di energia di cui disponiamo è davvero difficile realizzare gli automi di Guerre Stellari. Il sistema di elaborazione, il ‘cervello’ dei robot, è poi oggi ancora troppo poco potente rispetto al peso. Finché non potremo impacchettare molta più potenza di elaborazione per chilo non avremo automi degni di questo nome; per ora non rischiamo davvero di farci sopraffare dai robot! Tutti questi problemi avranno termine con la realizzazione dei robot in Oltremondo. Essendo in esso tutto simulato avremo qualunque potenza si renderà necessaria. Potremo avere robot con batterie piccolissime di potenza infinita e durata eterna. Potremo dotare qualsiasi macchina di un cervello artificiale la cui potenza non sarà in alcuna relazione con la sua dimensione ed il suo peso. Con robot simulati, come tutto il mondo in cui opereranno, potremo realizzare facilmente tutto ciò che nel mondo fisico non è stato e per certi versi non sarà mai possibile. Il robot di Oltremondo non dovrà fare difficilissime elaborazioni delle immagini rilevate dalle sue telecamere dato che potrà ottenere il modello a qualsiasi livello dell’ambiente in cui opera dal sistema di simulazione dell’ambiente medesimo. Chiunque si sia interessato di visione artificiale si rende ben conto di quale mostruosa semplificazione sia questa. Una qualsiasi creazione del pensiero in Oltremondo sarà immediatamente perfetta; se vorremo un gioco ridotto o addirittura nullo per ogni parte meccanica, tale esso sarà. Se ci occorrerà una potenza di calcolo mostruosa essa potrà trovare posto anche nel manico di uno spazzolino da denti, nessun limite fisico. Qualsiasi robot inventeremo sarà lì, subito, perfetto, scintillante, come lo avremo voluto. Ovviamente ciò non significa ASSOLUTAMENTE che l’androide si comporterà come avremo previsto ma solo che non dovremo preoccuparci dei noiosi dettagli meccanici nel creare CREATURE nuove e meravigliose. Se un progettista scarso progetterà un androide esso sarà imperfetto, ovviamente. Buona parte degli animali in Oltremondo saranno automi e questo ci permetterà di fare esperienze per realizzare sempre nuovi esseri artificiali. Ovviamente l’aspetto fisico di questi robot non dovrà necessariamente essere quello meccanico da film di (16) fantascienza, potremo utilizzare qualsiasi metodo progettuale, dai meccanismi alle cellule alle nanosonde Borg . La possibilità di creare i nostri automi con qualsiasi materiale e qualunque tecnologia, anche di fantasia, ci permetterà di realizzare esseri che non possiamo neanche immaginare. Nessuno scienziato pazzo creerà razze di fantomatici superuomini ma invece strani e delicati animaletti, sinuosi robot ballerini, simpatici ‘cervelli volanti’ e così via. Questa esplosione di possibilità progettuali avrà la sua massima espressione nel campo dei robot da cui ci troveremo circondati in quasi tutti i canali di Oltremondo ma non si limiterà ad essi; la stessa libertà i progettisti l’avranno in qualsiasi altra realizzazione. Automobili e giubbotti antigravitazionali ci permetteranno di volare, aerei che volano sottoterra potranno esplorare l’interno dei pianeti, astronavi a campi di forza ci proietteranno verso stelle lontane, capsule iperspaziali ci trasporteranno attraverso i buchi neri e oltre. Un’affascinante stile realizzativo è quello degli oggetti ottocenteschi, macchinari che hanno un look del diciannovesimo secolo ma che nascondono tecnologie e prestazioni da fantascienza. Un esempio è il sommergibile Nautilus del capitano Nemo, con il suo look liberty ed il suo propulsore nucleare. Nel campo dei robot potremo realizzare automi con motore a vapore in grado di parlare di filosofia. Finalmente la fantasia e la creatività potranno esprimersi libere dal giogo delle ristrettezze del mondo fisico. Ovviamente la ricerca sugli automi fisici continuerà anche per permettere a chi lo vorrà di interagire con il vecchio mondo. Forse non molti lo vorranno ma dovrà essere possibile agire nell’universo fisico in telepresenza tramite sofisticati automi. La ricerca in questo senso avrà due possibilità: i robot cellulari con i nanorobot o gli automi giganti. Nel caso degli automi cellulari dovremo giungere a creature di dimensioni simili a quelle degli animali del mondo fisico in grado di autoripararsi e sopravvivere nell’ambiente naturale. Il problema della sorgente di energia andrà risolto mentre quello del controllo non creerà alcuna difficoltà dato che il cervello sarà una mente umana collegata tramite onde radio. L’altra possibilità, molto più immediata, è di realizzare robot meccanici di tipo classico ma di dimensioni maggiori. In questa fase occorre introdurre il concetto, che sarà compiutamente illustrato più avanti, di ‘virtualizzato’. Un ‘virtualizzato’ sarà una persona che avrà volontariamente rinunciato al proprio corpo fisico per proseguire la sua esistenza come pura mente, mantenuta in vita all’interno di un sistema artificiale che la alimenterà e proteggerà. Se un virtualizzato vorrà, ad esempio, lavorare un tratto di terreno, potrà assumere il controllo di un robot simile ad un bulldozer, spinto da un motore a combustione interna. Tali robot potrebbero essere radunati attorno ad un nucleo operativo, una specie di cantiere, dove altri automi e/o esseri umani si occuperebbero della manutenzione. Tale soluzione sarà quella inizialmente perseguita dato che non richiede nuove tecnologie e permette a qualsiasi virtualizzato di interagire con il mondo fisico utilizzando di volta in volta il corpo più adatto. Oltremondo avrebbe la sua giustificazione anche solo nel prolungamento della vita umana in stato di virtualizzazione (opzione che vedremo più avanti) e consentendo il proseguimento della stessa in telepresenza tramite vari robot, senza alcun accesso a mondi digitali del tutto sintetici, ma ovviamente le infinite possibilità delle vite digitali (cioè in canali puramente digitali, senza alcun contatto con il mondo fisico) ci porteranno ad ordini superiori di esperienza. L’ULTRAVISORE Come saranno collegati i computer di Oltremondo con il cervello di ogni persona? Occorrerà un mezzo di connessione, un ponte tra i circuiti ed il cervello biologico. Ci sono varie possibilità attualmente allo studio ma una è quella che più sembra promettente. In ultima analisi il cervello è composto da circa cento miliardi di neuroni variamente interconnessi; essi si scambiano messaggi tramite le sinapsi, specie di ‘collegamenti’ in ingresso che producono un’elaborazione dei vari segnali e la produzione di un segnale in uscita che si propaga tramite un lungo prolungamento, detto assone, fino a giungere ad altre sinapsi in ingresso a vari neuroni successivi. In pratica, ogni neurone può essere schematizzato come una scatola con vari connettori in ingresso, a ciascuno dei quali viene applicato un coefficiente di amplificazione o attenuazione e la cui somma complessiva si trova all’uscita. L’esempio più vicino a questo nel mondo macroscopico e’ il mixer, strumento che tutti hanno visto più volte a concerti o in sale di registrazione: esso serve a creare un brano musicale miscelando vari suoni regolando l’intensità di ciascuno tramite appositi cursori su cui si muove agile la mano del tecnico del suono. Se si collegano cento miliardi di mixer dove le uscite degli uni sono gli ingressi degli altri si ottiene la ‘musica’ che produce la mente. Da questa necessariamente rozza modellizzazione discende che se un sistema riuscisse ad ‘iniettare’ opportuni segnali all’ingresso di questa grande rete e se questi segnali fossero del tutto simili a quelli prodotti dagli organi di senso, allora la mente ‘vedrebbe’ e ‘sentirebbe’ una realtà digitale creata dal nostro sistema, non esistente nel mondo fisico in cui si trova invece immersa. Allo stesso modo un sistema che ‘leggesse’ le uscite della rete verso i nervi effettori che muovono i muscoli potrebbe rilevare i comandi della mente verso il corpo in modo da farli eseguire dal corpo digitale nella realtà simulata. Successivamente un sistema simile a quello di ‘iniezione’ usato all’ingresso potrebbe annullare con un segnale opposto ogni ordine durante il suo percorso nei nervi effettori in modo da mantenere rilassato il corpo fisico. Una ulteriore possibilità di inibizione potrebbe giungere dalla stimolazione di un’unica area cerebrale che si è scoperto essere una sorta di ‘interruttore’ preposta proprio allo spegnimento di questi segnali motori e che si attiva in natura durante il sonno; grazie a questo meccanismo naturale il nostro corpo non esegue i movimenti che pensiamo di fare durante i sogni (o li fa molto meno, anche se talvolta si cade dal letto). Come già visto, questo è il solo sistema che può REALMENTE creare una realtà simulata del tutto indistinguibile da un’esperienza del vecchio mondo fisico. Da questa breve introduzione si può trarre una piccola osservazione dai risultati immensi: non è necessario interferire con i segnali che intercorrono tra i cento miliardi di neuroni di TUTTO il cervello, è sufficiente alterare i segnali in ingresso o in uscita di pochi milioni di essi. Questo semplifica enormemente il problema tecnico e pone una solida barriera ad un’eventuale obiezione etica. Non ci si propone di ALTERARE le persone, si vuole solo portarle a fare nuove meravigliose esperienze RIMANENDO SE STESSI. In altre parole, vogliamo creare nuovi universi, non una nuova Umanità. Se si passerà ad intervenire a livelli intermedi dell’attività neuronale ciò necessariamente avverrà in un momento successivo, lunghi anni dopo che avremo ottenuto le realtà alternative che ci interessano, quando la tecnologia potrà cimentarsi con la gestione dei miliardi di miliardi di segnali di un cervello umano e quando l’etica complessiva di tali interventi sarà ormai ben definita e collaudata sul campo da anni di esperienza. All’inizio infatti sarà una GRANDE impresa riuscire anche solo a proiettare un’immagine realistica direttamente nel nervo ottico ed a questo ci limiteremo. Del resto, le nostre attuali conoscenze della mente sono del tutto sufficienti per farci individuare le sinapsi di ingresso e di uscita dei vari sensi e nervi effettori del cervello mentre quasi tutte le elaborazioni intermedie restano abbastanza un mistero, almeno a livello dei singoli segnali. Noi oggi sappiamo quali aree del cervello siano preposte ad ogni macrozona del corpo ed a varie attività intellettive ma non possediamo un modello dell’andamento dei segnali. La risonanza magnetica nucleare, uno strumento di indagine oggi normalmente impiegato nella pratica clinica, ci può dire quali capillari abbiano un maggiore flusso di sangue in un certo momento e quindi quali aree si eccitino per un’attività specifica ma questo livello di dettaglio è enormemente grossolano: per ogni capillare ci sono migliaia di neuroni. Quello che ci occorre per studiare il cervello è la stessa cosa che ci serve per creare Oltremondo: un sistema che legga e imposti i singoli segnali sinaptici. In questo capitolo vedremo quello che sembra il migliore, nei prossimi altre possibilità. Il sistema di interfacciamento mente-computer dovrà essere preferibilmente esterno e non-invasivo. Ogni persona preferirà mettersi un caschetto in testa piuttosto che sottoporsi ad una operazione chirurgica per l’impianto di un connettore nel cranio. Un caschetto che agisca inducendo potenziali elettrici e rilevandoli senza contatto potrà indurre chiunque a ‘fare un giro’ di prova. Il caschetto dell’ultravisore dovrà poter creare all’interno del cranio un preciso debole potenziale elettrico in qualsiasi punto dello spazio con una precisione, una risoluzione, di almeno un millesimo di millimetro. Probabilmente occorrerà una risoluzione anche maggiore ma all’inizio potrebbe bastare un micron. Allo stesso modo il caschetto dovrà poter rilevare il potenziale elettrico generato dai neuroni lungo le sinapsi. Il metodo per ottenere questo risultato sarà lo stesso della televisione: la SCANSIONE. All’interno dello schermo del televisore un ‘pennello’ di elettroni, cioè un flusso molto sottile di queste particelle, si muove velocissimo da sinistra a destra modificando la propria intensità in modo da creare una linea dell’immagine che si vuole visualizzare; giunto alla fine della riga il pennello si sposta rapidissimo indietro al punto di partenza e scende un poco in basso per cominciare una nuova riga. Nel sistema PAL europeo il pennello descrive in questo modo 625 righe per poi tornare all’inizio in alto a sinistra per un nuovo schermo. Il pennello si muove così velocemente che non si può vederlo nella sua folle corsa, anzi: creando circa trenta schermi al secondo noi non vediamo nemmeno i singoli schermi ma percepiamo le immagini come stabili e in movimento fluido. Sembra impossibile che tutto questo movimento possa accadere ad una velocità così elevata e che il pennello non sbagli nulla, sia sempre preciso e perfetto, in modo che l’immagine ci convinca. Eppure, grazie ad una elettronica perfino piuttosto arcaica, dato che risale a prima degli anni cinquanta, tutto funziona benissimo con immagini soddisfacenti. Il caschetto dovrà effettuare la stessa scansione, solo in tre dimensioni. La differenza è che il punto, dopo aver completato uno schermo, tornerà al punto di partenza ma spostandosi un poco DI LATO, come se descrivesse uno schermo un poco più in fuori dal video. Spostandosi di lato ad ogni schermo il punto potrà descrivere uno SPAZIO invece di una SUPERFICIE e quindi creare un’immagine all’interno di un cubo, fatta di tanti sottili strati quadrati. Descritto l’ultimo strato il punto tornerà all’inizio del cubo per generare la prossima immagine. Sembra il progetto della televisione tridimensionale, ed in effetti schermi di questo tipo sono da tempo disponibili, specie nel settore militare. Il caschetto opererà proprio in questo modo, scandendo con piccoli spostamenti successivi di un ‘punto’ tutto lo spazio all’interno del cranio proiettando un potenziale elettrico specifico in ogni punto di esso, su ogni sinapsi che occorrerà stimolare. L’intensità del ‘punto’ sarà modulata dal sistema di controllo in modo da generare proprio lo stimolo elettrochimico corrispondete, ad esempio, a quello che sarebbe pervenuto da un bastoncello (una cellula sensibile alla luce) della retina dell’occhio colpito da un punto specifico dell’immagine che vogliamo far vedere al soggetto. Il punto dovrà muoversi molto velocemente in modo da generare almeno 40 ‘quadri’ di stimolazione al secondo. Il cervello infatti sembra possedere, come appurato da recenti studi, un CLOCK, una frequenza con la quale aggiorna il suo stato, di 40Hz (cicli al secondo). Il ‘punto’ del caschetto ovviamente non potrà essere l’immagine generata da un raggio di elettroni che, nel vuoto di un tubo catodico, vanno a colpire un fosforo su di uno schermo televisivo. Dovremo creare un sistema che ci permetta questa scansione con il solo uso di deboli onde elettromagnetiche proiettate nello spazio. Si potrà utilizzare un importante fenomeno fisico: l’INTERFERENZA. L’interferenza avviene ogni volta che due onde si incontrano. Le onde di qualsiasi natura sono oscillazioni di qualcosa (acqua, campo elettromagnetico, pressione,…) che si propagano in una certa direzione nello spazio. L’esempio migliore sono le onde marine che si muovono per chilometri per venire ad infrangersi sulla spiaggia. Quando due onde si incontrano il risultato dipende moltissimo non solo dalle loro intensità ma soprattutto dalla loro FASE. La fase in pratica indica se le ‘creste’, cioè i punti massimi delle onde, arrivano nello stesso momento oppure con un certo sfasamento. Immaginiamo due onde marine che si scontrino in mare provenendo da due lati opposti: se le loro creste sono sincronizzate allora una si somma all’altra e nel punto di incontro l’acqua sale del doppio del livello massimo di ogni onda. Se viceversa il massimo di una arriva a scontrarsi con il minimo dell’altra allora l’acqua nel punto di incontro resterà immobile: le due onde si annulleranno reciprocamente. La cosa è MOLTO più complessa ma il principio è chiaro: modificando la FASE di due o più onde possiamo creare un segnale, un livello, nel punto in cui si incontrano. Questo livello sarà la somma dei due se le onde sono sincronizzate (in fase), nullo se le due sono l’una all’opposto dell’altra (in opposizione di fase), di un livello intermedio per fasi intermedie. Pensiamo ora al caschetto che proietta TRE onde elettromagnetiche, ognuna perpendicolare alle altre due, che scandiscono secondo il meccanismo descritto prima tutto lo spazio del cranio: in ogni punto il livello di ogni onda potrà essere così basso da non generare alcun effetto sui neuroni che attraverserà. Nel punto di incontro delle tre onde il sistema potrà, modulando i loro rapporti di fase, generare qualsiasi livello: dallo zero fino alla somma dei tre. Ecco che diventa possibile ‘iniettare’ il segnale voluto su qualsiasi sinapsi. Ma non solo: durante il loro percorso attraverso il cervello le onde verranno perturbate dai segnali delle sinapsi che attraverseranno; tali sinapsi non saranno disturbate dalle deboli onde ma le onde stesse sì. Un sistema di rilevamento dalla parte opposta del cranio potrà misurare l’intensità dell’onda uscente. Grazie alla focalizzazione del punto di intersezione delle tre onde si potrà estrarre la parte di interferenza pertinente al SOLO punto di incrocio in modo da rilevare con la stessa tecnologia il segnale della sinapsi posta nel fuoco del sistema. In questo modo il caschetto potrà di volta in volta essere un ‘iniettore’ o un ‘rilevatore’ di segnale sinaptico e quindi soddisfare ai pesanti requisiti che vogliamo ottenere. Non è tutto finito qui: che si usi il caschetto o qualsiasi altra forma di interfaccia verso le sinapsi c’è ancora un PESANTE scoglio da superare: quali sinapsi andremo a stimolare e/o rilevare?. E’ facile dire ‘il fascio dei collegamenti del nervo ottico’! Nel nervo ottico quali ‘cavi’ portano il segnale di quali ‘punti’ della retina? Non sono mica numerati, né sicuramente procedono in un fascio ordinato in un bel quadrato da sinistra a destra e ordinatamente riga per riga dall’alto in basso! Per ‘mappare’ le sinapsi occorrerà probabilmente una fase di ‘addestramento’ del sistema. Il modo migliore sarà presentare al soggetto vari stimoli sensoriali e rilevare quali sinapsi portano quali segnali. In questo modo il sistema potrà ‘numerare’ i collegamenti del nervo ottico semplicemente rilevando quali si attivano al muoversi di un punto luminoso su di uno schermo fatto fissare dall’utente. Lo stesso per i suoni e così via. Sicuramente osserveremo profonde differenze nella struttura dei collegamenti di ogni persona ed anche questa sarà una ricerca interessante. Lo stesso avverrà per le ‘uscite’ dal cervello. Faremo compiere al soggetto vari movimenti e rileveremo quali sinapsi si attivano e in che modo. In una breve seduta ognuno potrà registrare il proprio ‘modello cerebrale’ in modo che successivamente il caschetto potrà immediatamente partire non appena indossato. La realizzazione del caschetto o di un sistema equivalente è la più grande sfida e la più eccitante ricerca che si renderà necessaria per la realizzazione di Oltremondo. La Fondazione avrà come principale obiettivo tecnologico la sua realizzazione pratica. In un tempo non impossibile questo sistema diventerà realtà; se dovessi fare una stima direi in un qualche giorno meraviglioso fra il 2015 e il 2040. I NANOROBOT Il caschetto come tecnologia per realizzare l’ultravisore è sicuramente il progetto più interessante, ma occorre prepararsi alla possibilità che non possa essere realizzato, in tutto o in parte. Quali altri sistemi di interfacciamento tra il nostro cervello ed i computer di Oltremondo potremo inventare? Una risposta fu fornita fin dal 2000, in un articolo del Time magazine del 3 luglio 2000, un numero dedicato a ‘The future of technology’ (Il futuro della tecnologia). L’articolo si intitolava ‘Will we plug computers into our brains?’ (collegheremo dei computer dentro il nostro cervello?) di William Gibson. In questo articolo Gibson ipotizzava l’utilizzo di nanorobot che si fissino nelle vicinanze di neuroni strategici rilevando i segnali in uscita e iniettando quelli in ingresso. Tali nanorobot dovrebbero essere collegati tra di loro tramite un sistema di trasmissione dati a bassa potenza in modo da creare una rete locale in comunicazione con un computer esterno. Questo approccio ‘meccanico’ al problema è meno elegante del caschetto ad induzione ma certamente può essere una soluzione radicale che arriva a focalizzarsi con enorme precisione sui singoli neuroni. I nanorobot sono una tecnologia che promette enormi risultati nel prossimo futuro. Si tratta di robot di dimensioni cellulari o addirittura molecolari, così piccoli da essere invisibili, iniettabili ed in grado di circolare all’interno del corpo umano senza incontrare quasi alcun ostacolo, passando perfino negli spazi tra le cellule. Molti centri di ricerca stanno attivamente lavorando sui componenti meccanici di dimensioni microscopiche che si renderanno necessari. Attualmente ci sono due tecnologie allo studio: litografica o additiva. La tecnica litografica usa il metodo studiato per la realizzazione dei circuiti integrati di silicio: una maschera speciale viene sovrapposta ad una superficie neutra e una ‘luce’ (si usano i raggi X) fotografa la sua immagine. Speciali trattamenti erodono poi le aree non coperte dalla maschera creando una lavorazione nel silicio. Oltre alla erosione si può operare il ‘drogaggio’, cioè la diffusione di particolari sostanze nelle aree volute. Ripetendo più passaggi con maschere e procedimenti diversi si ottiene un circuito complesso che può essere anche un intero computer con milioni di componenti microscopici. Tale procedimento può ‘incidere’ anche particolari meccanici di dimensioni piccolissime, completi della parte elettronica di controllo. Si sono già realizzate così microscopiche turbine, motori ed ingranaggi. Molto più affascinante è la tecnica ‘additiva’ che, come in un gioco del Lego, assembla direttamente atomi o molecole tra loro sfruttandone i legami tra i rispettivi elettroni in modo da creare un oggetto ‘dal basso’, non togliendo ma aggiungendo un pezzo alla volta. Questa tecnica può ovviamente raggiungere dimensioni davvero infinitesimali e sarà quella vincente. Sono già stati realizzati componenti elettronici molecolari in grado di reggere una corrente sorprendentemente alta in rapporto alle loro dimensioni. Un robot potrebbe quindi essere assemblato in questo modo ed essere anche molto più piccolo di una cellula animale. Questa tecnica richiede un radicale cambiamento nella mentalità dei progettisti dato che occorrono le conoscenze dell’ingegnere elettronico e del chimico. Gli oggetti vengono creati per ‘reazione chimica’ invece che saldando componenti o avvitando bulloni. I chimici dovranno creare dei sistemi di reazione standard che saranno trasformati dai softwaristi in componenti modulari da interconnettere secondo regole a volte molto bizzarre per realizzare le macchine volute. Gli ingegneri potranno così avere a che fare con componenti standard riuscendo a lavorare in modo più classico ed efficace. Questo settore di ricerca è affascinante e la Fondazione dovrà occuparsene a fondo dato che i potenti sistemi di sviluppo e modellazione tridimensionale di cui essa disporrà saranno vitali per queste realizzazioni. Lo spostamento di molecole nello spazio tenendo conto dei legami covalenti possibili tra gli elettroni disposti sui vari orbitali dovrà necessariamente essere fatto su sistemi di realtà di sintesi in cui il chimico SENTIRÀ le forze più o meno deboli o intense che si creeranno tra i vari siti delle molecole. Solo in questo modo una realtà così elusiva e invisibile potrà essere manipolata ed esplorata. Gli organi di questi nanorobot dovranno essere in grado di afferrare perfino i singoli atomi in modo che essi possano costruire altri robot. E’ infatti impensabile la costruzione ‘classica’ di questi automi. Con enormi difficoltà si realizzeranno i primi prototipi poi essi creeranno tutti gli altri in immense fabbriche che potranno tranquillamente stare in una scatola di scarpe. Per la realizzazione degli arti si potranno usare i nanotubuli di carbonio, sottilissimi tubicini di atomi di carbonio avvolti in stretta spirale. E’ già stata realizzata una microscopica pinza in questo modo ed essa ha afferrato un atomo. L’applicazione di un potenziale elettrico ai due nanotubuli li fa respingere, la cessazione dello stimolo li fa riavvicinare e l’atomo resta prigioniero. Lo sviluppo del software di controllo di questi robot pone anch’esso sfide formidabili: si tratta di realizzare programmi di estrema semplicità dato che i computer fatti di poche molecole non avranno certo grandi potenze. In questo campo troviamo un’altra affascinante idea: la programmazione di sciame. Negli anni ’90 mi recai in vacanza a Boston e non mancai di visitare il MIT (Massachussets institute for technology). Al MIT cercai subito il laboratorio di Rodney Brooks, un ricercatore nel campo dell’intelligenza artificiale. Ecco cosa gli dissi per convincerlo a farmi salire e visitare il suo laboratorio: un giorno d’estate di alcuni anni prima mi trovavo in una garitta durante il servizio militare e stavo osservando un’ape che cercava di uscire da quella prigione di vetro. Essa, come tutti gli insetti, andava instancabilmente su e giù lungo ogni vetro spostandosi di lato quasi regolarmente. Capii che stava effettuando una SCANSIONE e che presto, come accadde, avrebbe trovato l’angolino rotto e con esso la libertà. Durante quel periodo mi occupavo (quando non montavo di guardia, dannazione!) dei sistemi software di reclutamento agli alti comandi militari. Confesso che la maggior parte del tempo la occupavo facendo esperimenti con un software per reti neurali sui vecchi PC 386 che c’erano in ufficio. Ecco spiegato il motivo del mio interesse per l’ape: stavo cercando di modellizzare il cervello di un animale virtuale e mi sembrava che gli insetti fossero il più semplice esempio di tali cervelli in natura. Quel pomeriggio d’estate ebbi un’illuminazione: tutte le ricerche sull’intelligenza artificiale erano partite dal lato sbagliato! Non si doveva cercare di riprodurre l’intelligenza umana ma si doveva PRIMA partire dai livelli più bassi per POI aumentare la complessità dei sistemi fino ad arrivare al massimo! Non si poteva cercare di creare l’aereo supersonico, occorreva prima inventare il motore a scoppio poi l’automobile poi l’aereo a elica poi l’aviogetto e poi il Concorde. Mesi dopo lessi un articolo di Brooks intitolato ‘Elephants don’t play (11) chess’ (gli elefanti non giocano a scacchi) che affermava la stessa identica cosa. Fu una grande emozione, eravamo d’accordo su tutto, io ed un grande ricercatore in uno dei più prestigiosi istituti di ricerca del mondo! Quando arrivai a Boston andai subito al MIT e chiesi di lui. Non voleva farci salire perché era molto occupato ma io gli raccontai questa storia con le stesse parole con cui l’avete appena letta ed egli ci fece salire subito, felice. Era contento che un ragazzo dall’altra parte dell’oceano avesse concluso le stesse cose senza neanche sapere di lui; la verità è una. Probabilmente, dato che l’establishment dell’IA (intelligenza artificiale) lo criticava aspramente, gli avrà fatto un grande piacere trovare qualcuno che gli dava ragione. Ma egli HA ragione, gli altri ricercatori non fanno che andare avanti a spendere i lauti finanziamenti producendo ottimi giocatori di scacchi ma nessun robot che sappia lavare una finestra. Durante la visita egli ci fece vedere il progetto più avanzato allora in corso. Si trattava di un enorme stanzone in cui una decina di piccoli robot a forma di carrello elevatore dovevano disporre a piramide dei tappi di bombolette spray sparsi in modo casuale. Ogni robot aveva caricato lo stesso semplice programma. Singolarmente un automa non faceva niente di intelligente, ma quando operavano insieme succedeva la magia: emergeva un comportamento di sciame intelligente e finalizzato. Egli mi inviò poi molti suoi articoli, fu davvero gentile. In uno di questi poneva le basi del concetto che c’è un campo di sviluppo molto interessante nei settori in cui molti robot semplici devono interagire insieme. Egli, fedele al sistema che entrambi teorizzavamo, aveva osservato le formiche e le api: gli insetti che vivono in colonie si comportano singolarmente in modo spesso stupido ed apparentemente casuale. Quando un numero sufficiente di individui opera insieme emergono comportamenti estremamente complessi ed organizzati, come un formicaio o un alveare. La cosa affascinante è che nel programma che seguono i singoli individui il comportamento complesso non è codificato in alcun modo, non c’è scritto niente che assomigli alla struttura di un formicaio nel sistema nervoso di una formica. La Natura ha creato dei comportamenti che hanno uno scopo solo se è uno sciame a compierli, probabilmente attraverso milioni di anni di tentativi e successive complicazioni. Questo fenomeno ha un qualcosa di misterioso e perdutamente affascinante. Brooks stava cercando di realizzare un linguaggio di programmazione che permettesse di definire il comportamento di sciame voluto ed un compilatore che lo traducesse in un singolo semplice programma da caricare sui robot dello sciame. Un altro importante lavoro del compilatore doveva essere il calcolo del numero minimo di individui che avrebbero permesso l’emergere del comportamento voluto. Un lavoro di una complessità mostruosa ma di estremo interesse. Ecco che torniamo ai nostri robot molecolari: solo la realizzazione di un sistema di sviluppo speciale ci permetterà di creare un comportamento di sciame coerente che ottenga il risultato complessivo che vogliamo. Solo con un compilatore di questo tipo potremo programmare i nostri nanorobot. L’aspetto finale di queste macchine probabilmente sarà una pillola o un liquido da iniettare. Non appena nel corpo essi si dirigeranno dove devono, o su comando di un sistema di guida esterno o autonomamente. Non appena giungeranno al neurone bersaglio si collegheranno ad esso e potranno quindi proiettare nella mente gli stimoli voluti e rilevare i comandi verso gli organi motori. Il coordinamento di questo esercito di nanorobot sarà il risultato anche delle ricerche di Brooks e di tante piccole osservazioni di tante persone in caldi pomeriggi d’estate… In ogni caso occorrerà certamente un sistema di sicurezza che immobilizzi tutti i robot o li faccia sciamare via alla ricezione di un comando esterno. Forse il modo migliore sarà un sistema a sicurezza attiva: finché l’automa riceve un segnale specifico lavora come previsto, se non lo riceve più, perché lo togliamo o perché si guasta, esso non può più lavorare. I nanorobot potranno essere utili come sostituti, parziali o totali, del caschetto ad induzione ma un altro importante uso che si renderà necessario è quello di ‘spazzini’. Sia in un corpo completo che maggiormente in un cervello trasferito essi dovranno scorrere per ogni dove eliminando cellule malate sfuggite al sistema immunitario, placche di colesterolo e qualsiasi anomalia. Questa sorta di microchirurgia permanente e precisa ci preserverà in salute per un tempo enormemente più lungo rispetto al normale. Importanti ricerche sono state fatte per la cura del morbo di Parkinson e si è notato che una speciale cura consistente nella stimolazione elettrica di particolari siti del cervello (il nucleo ventrale posteriore e il nucleo subtalmico) con microsonde poteva guarire una gran parte dei malati, purché le sonde fossero guidate perfettamente. Cure di questo tipo potranno essere comuni grazie ai nanorobot che potranno portare sostanze curative ed iniettare stimoli correttivi in posizioni precisissime eliminando così qualunque disturbo senile. Una vita più lunga sarà in questo modo anche vissuta fino in fondo, senza perdita di alcuna capacità cerebrale. LA MENTE AUMENTATA Tempo fa, leggendo un articolo su di una rivista scientifica che riguardava la diffusione delle lingue a partire da un unico idioma di centomila anni fa, mi ritrovai a desiderare ardentemente di conoscere il sanscrito. Pensavo a come sarebbe stato interessante poter leggere antichi manoscritti nelle loro lingue originali, capire i concetti e le sensazioni nascoste dietro ogni parola, il significato ESATTO che l'autore voleva intendere con essa. Vedevo la stele di Rosetta e desideravo poter leggere il significato di almeno il testo greco, con le sue lettere in fondo così affascinanti. Tempo prima mi ero soffermato sul progetto genoma, teso a mappare tutto il DNA umano per poi capirne il significato semantico, il programma mirabile che sovrintende alla creatura Uomo. Pensai che solo un programmatore poteva stilare il linguaggio, i codici che indicano all'RNA quali parti del DNA esprimere e in quale momento. Il DNA è una lunghissima sequenza di basi, ogni base è una tra sole quattro possibili: adenosina, timina, guanina e citosina. Una sequenza di tre basi costituisce un singolo comando, esistono quindi solo 64 differenti comandi (4 x 4 x 4): è come se con sole 64 parole si potesse descrivere il funzionamento di un sistema complesso milioni di volte più della più incredibile astronave mai costruita. Evidentemente c'è di più: ogni sequenza di comandi, ogni gene, viene copiato dall'RNA e portato nelle 'fabbriche' della cellula per produrre proteine, enzimi o altro in un ben preciso momento e la proteina, l'enzima o altro prodotto ha un effetto specifico per QUEL momento, per quel contesto biochimico che ha prodotto la sua espressione. Mi rendevo conto che la mia conoscenza della biochimica cellulare era del tutto insufficiente per stilare il linguaggio, ma la conoscenza della programmazione di un biochimico è altrettanto scarsa quindi non se ne sarebbe mai venuti a capo. Magari un team di biochimici e programmatori, a prezzo di estenuanti riunioni, avrebbe potuto ottenere qualcosa. Ma che dire dell'intuizione? Di quel felice momento in cui un singolo Uomo, mettendo assieme le sue conoscenze, arriva a capire un qualcosa del Creato prima oscuro? Difficilmente un gruppo di lavoro di più persone potrà mai sperimentare tale illuminazione. E allora? Occorrerebbe che ogni persona possedesse il bagaglio delle conoscenze dell'intera Umanità. Quanto ho desiderato sapere quello che di biochimica sapevano i miei amici laureati in tale materia! Quanto ho voluto poter leggere il greco come l'inglese! Quanto avrei voluto avere la conoscenza enciclopedica del signor Spock! Ecco che Oltremondo ci può aiutare, Possiamo usare la tecnologia di Oltremondo non solo per divertirci ed esplorare, ma per CREARE! Immaginate se con il collegamento avessimo disponibile on-line, istantaneamente, l'intero scibile umano! Tutte le conoscenze dell'Umanità intera! Immaginate se poteste, solo pensandoci, ricordare qualsiasi cosa conosciuta, all'istante, come adesso potete ricordare il vostro nome! E non solo, la conoscenza dei vostri circuiti neurali da parte del sistema potrebbe permettervi di SAPERE davvero quella cosa. La sottile ma enorme differenza è la stessa che passa tra il conoscere un dato ed il poterlo leggere all'istante su di un'enciclopedia. Se lo CONOSCI davvero, sai quali sono i concetti coinvolti, come interagiscono con altri, come può essere sfruttato. Ebbene, in Oltremondo la conoscenza sarà PER TUTTI, istantanea, NON ENCICLOPEDICA. Vuol dire che ogni fatto o conoscenza noto sarà disponibile per voi come se lo aveste studiato, digerito, assimilato nel corso di anni di studi universitari. In questo modo potrete leggere qualsiasi testo nella lingua originale, apprezzandone le sfumature di significato che l'autore voleva trasmettere. Ogni film potrà essere visto in lingua, in modo da apprezzare ogni aspetto dell'opera. Se sentirete una parola in slang, in dialetto o semplicemente storpiata, potrete capire cosa voleva significare, anche in base al contesto storico-geografico dell'opera. Se vi soffermerete a guardare le stelle, potrete capire quali fenomeni fisici avvengono al loro interno, il nome di ognuna, il significato del nome della costellazione a cui appartiene, ricorderete la storia mitologica che vi sta dietro e come essa è stata ripresa da altri autori successivamente. Se guarderete la parete di un aereo potrete immaginare quali cavi o tubi passano sotto di essa, come se foste il progettista che l'ha disegnato, il tecnico che l'ha realizzato o il pilota che lo guida. Se vedrete un animale, potrete sapere come vive e si riproduce, cosa mangia, cosa gli piace e come farvelo amico. Pensate ad una cosa che avete sempre voluto sapere, essa sarà già nella vostra testa. Quante volte avete pensato che vi sentivate frustrati a non sapere abbastanza di un certo argomento, che avreste voluto capire certi meccanismi... in Oltremondo tutto sarà chiaro. Ogni nuova scoperta sarà istantaneamente a disposizione di tutti in modo da amplificarsi l'un l'altra. E' un lavoro immane, certo, ma fatto una volta ci sarà per sempre. Lo scibile umano sarà catalogato con un metalinguaggio che lo definisce univocamente poi speciali sistemi lo convertiranno nello schema mentale di ognuno in modo da adattarlo alla sua personale visione, ai suoi concetti della vita. Allo stesso modo in cui si aggiungono circuiti integrati speciali per realizzare più velocemente o con più precisione certi calcoli nei computer, le nostre menti potranno aggiungere nuovi circuiti funzionali. L’esempio più immediato è il coprocessore matematico, un circuito che realmente si aggiungeva ai processori principali dei PC. Con l’aggiunta di un circuito dedicato allo svolgimento di calcoli anche molto complessi potremo ragionare molto più velocemente. Sarà come avere a disposizione una calcolatrice potentissima ma che non necessita della battitura delle operazioni tramite i tasti. Con un tale circuito aggiuntivo ci basterà PENSARE ad un qualsiasi calcolo per veder nascere immediatamente nel nostro cervello il risultato. Così come oggi quando pensiamo a due più due ci nasce spontaneo il valore ‘quattro’, con la mente aumentata potremo pensare alla radice cubica di 81 e intuire il numero 4,3267. Altre aggiunte funzionali riguarderanno, ad esempio, la memoria. Potremo ricordare qualsiasi numero o concetto nitidamente e per sempre, potremo rivedere come alla moviola ogni istante della nostra vita, potremo ricordare la data e l’ora precisa di ogni avvenimento. Nel campo delle ipotesi potremo crearci un ‘teatrino mentale’ molto nitido in cui gli eventi si susseguiranno in modo geometrico e preciso. Potremo archiviare ogni idea, ogni pensiero, ogni simulazione, così come oggi salviamo un documento sul computer. Quali traguardi potrà raggiungere un'Umanità aumentata? Possiamo solo sognarli; nuove tecnologie, nuove filosofie, comprensioni di cose fino ad oggi oscure. Miriadi di esperti non hanno capito molte cose in passato perché mancava loro una visione multiculturale, perché erano IGNORANTI. Con Oltremondo e la mente aumentata gli Uomini raggiungeranno nuove imprevedibili vette che ora non possiamo nemmeno immaginare. Io personalmente desidero stendere il linguaggio di programmazione del DNA, altri faranno cose ancora più complesse. Con l'allungamento della vita (come sarà chiaramente spiegato nel capitolo che segue) ognuno potrà dedicare 50 anni di vita creativa ad una ricerca e fare tante ricerche nell'arco della propria esistenza, ognuna di esse valendo centinaia di volte quelle possibili oggi ad ogni scienziato prima della sua morte. Pensate a quanto è poca cosa adesso il leggere le riviste scientifiche del proprio settore rispetto alla mente aumentata con la disponibilità istantanea delle conoscenze, financo delle sensazioni provate dal ricercatore che ha fatto gli esperimenti. Saremo tutti scienziati, se lo vorremo. Fremo all'idea di acquisire tutto quel tesoro scintillante di informazioni che gli Uomini ci hanno preparato... Fatti non foste per viver come bruti, (2) ma per seguire virtute e cognoscenza. L'OLTREVITA In questo capitolo esamineremo la più sconvolgente delle possibilità che si apriranno nel futuro, la terza fase della tecnologia dell’ultravisione. Per comprendere appieno i concetti qui espressi si deve cercare di porsi in uno stato mentale estremamente difficile da ottenere: quello di Uomini che vivranno tra venti o trent’anni e che da diverso tempo si staranno collegando ad Oltremondo. Con la sensibilità di Uomini dei primissimi anni del ventunesimo secolo non vi è dubbio che quanto di seguito esposto possa sembrare mostruoso, ma il comune sentire delle persone si evolve nel tempo, sempre più rapidamente. Pensiamo solo a cosa avrebbero detto i nostri bisnonni dell’ottocento se qualcuno avesse scritto che nel ventesimo secolo si sarebbe strappato il cuore ad un morto per impiantarlo in un vivo con una grave malattia, al posto di quello che gli era stato dato dalla Natura. I più avrebbero detto che non sarebbe mai stato possibile, molti avrebbero gridato allo scandalo, alla pazzia. Posti davanti alla stessa opzione, gli Uomini del ‘600 avrebbero probabilmente innalzato un bel mucchio di fascine e dato fuoco al temerario che avesse osato proporre l’immonda operazione. Allo stesso modo oggi si può ipotizzare cosa succederà tra pochi decenni, quando le tecnologie necessarie cominceranno ad essere disponibili. Si deve pensare che, collegandosi ad Oltremondo, le persone cominceranno a tenere in sempre minor conto il loro corpo fisico, fino a considerarlo, in molti casi, un peso, un fardello di cui sarebbe interessante disfarsi. Coloro che saranno anziani o in cattiva salute, coloro che nel mondo fisico non avranno di che lavarsi e tanti altri che vivranno situazioni di disagio, cominceranno a pensare che sarebbe desiderabile trascorrere TUTTO il loro tempo in Oltremondo. La vita vera si svolgerà sul piano digitale, non sarà più necessario spostarsi fisicamente per partecipare all’avventura dell’Umanità. Ogni ricerca, ogni forma d’arte, ogni evento pubblico e tutte le mille cose che ci rendono bella la vita, avranno luogo sempre più prevalentemente in Oltremondo. Il mondo fisico perderà sempre più il suo ruolo centrale, pur restando importante e considerato, a vantaggio del nuovo stile di vita, una vita che tra l’altro vorremo anche ampliare il più possibile. Uno dei principali obiettivi del progetto Oltremondo sarà quello di portare la vita umana a cinquecento anni. Forse sarà possibile ottenere ancora di più ma per il momento poniamoci questo, già ambizioso, traguardo. Come sarà possibile? Certamente non è pensabile di poter far sopravvivere per un così lungo periodo un essere umano con il suo normale corpo fisico. Si è calcolato che, anche solo a causa di incidenti, non è pensabile vivere, in media, oltre i duecento anni. Pensate a quante probabilità abbiamo di essere coinvolti in incidenti stradali, ferroviari o aerei. Pensate a quanti traumi si possono verificare anche solo tra le pareti domestiche; è davvero difficile vivere per più di duecento anni senza che ci capiti qualcosa di drammatico. Pensiamo ora alle probabilità di essere colpiti da malattie incurabili. Certamente con il progresso continuo della medicina questa sarà un'eventualità in continuo calo ma nondimeno sempre presente. Di nuovo, non possiamo sperare di sfuggire a qualsiasi malattia grave per più di circa due secoli. Come ovviare a queste inflessibili leggi statistiche? Passando in un qualche momento della nostra vita, ovviamente a nostra scelta, ad uno stato diverso di esistenza, rimanendo tuttavia noi stessi. Dovremo rinunciare alla parte più fragile e complessa del nostro essere, senza per questo snaturarci: il nostro corpo. Ad un certo momento della nostra esistenza dovremo lasciare il nostro corpo fisico e trasferire la nostra mente in un sistema artificiale di sopravvivenza. Intendo dire che dovremo separare il cervello dal corpo e porlo in una 'ampolla', sostenuto da sistemi artificiali che ne permettano la sopravvivenza. In fondo, noi siamo la nostra mente, il corpo è solo uno strumento. Ovviamente ci si è affezionati, ma questo distacco sarà necessario se si vorranno superare i due secoli di vita. Il cervello sarà mantenuto in un liquido opportuno, perfettamente calibrato per le sue necessità. L'ampolla che ci conterrà sarà perfettamente stabile, anche meccanicamente, il nostro encefalo non riceverà più sostanze inquinanti dal mondo esterno, non subirà più traumi, sarà schermato dai raggi cosmici. Un Uomo normale è sottoposto ad un continuo stress meccanico, chimico e radioattivo. Dopo la fase che chiameremo di 'virtualizzazione' il cervello sarà protetto come non mai e potrà durare molto più a lungo. Questo stato virtualizzato verrà chiamato Oltrevita. Non vi sono dati scientifici sulla durata dell'organo in un tale stato ma non sembra azzardato pensare ad un periodo di secoli. Le maggiori degenerazioni dei tessuti sono dovute agli agenti inquinanti che entrano in circolo con la respirazione e l'alimentazione; tali sostanze possono comunque superare la barriera encefalica che separa il cervello dal resto della circolazione e deteriorarne i neuroni. Un organo ammalato può produrre alterazioni nell’organismo tali da danneggiare il cervello; se non ci saranno più organi ma solo sistemi artificiali perfetti tutto ciò non potrà più accadere. I cervelli, ben protetti nelle loro ampolle, saranno posti in edifici schermati contro ogni tipo di radiazione in modo da evitare le mutazioni cellulari ad esse dovute che provocano l'insorgenza di quasi tutte le forme tumorali. La mancanza del resto del corpo eviterà che metastasi prodottesi in altri organi raggiungano prima o poi l'encefalo. Le sostanze nutrienti che i sistemi automatici forniranno ai cervelli saranno le più raffinate e sterili possibili, nessun accumulo di grassi nelle arterie potrà più produrre ictus o ischemie di vario tipo. I cervelli, mantenuti in grandi costruzioni comuni, consumeranno una frazione delle risorse necessarie ad un numero equivalente di corpi per vivere, questo abbatterà l'inquinamento e la necessità di produzione di alimenti. Dal pianeta spariranno man mano le sterminate mandrie di animali che abbiamo sempre dovuto allevare, con grandissimo spreco di cereali, di spazi e con gran produzione di inquinamento, solo per produrre gli hamburger. Potremo continuare a mangiare dell’ottima carne, ma nel mondo digitale, senza più sfruttare parossisticamente quello fisico. In stato di oltrevita la Terra potrà mantenere moltissimi miliardi di esseri umani. La medicina potrà smettere di occuparsi di tutti gli altri organi del corpo per concentrare le ricerche solo sul cervello in modo che in brevissimo tempo otterremo anche la vittoria sulle varie forme degenerative non dovute a fattori esterni come il Parkinson ed altre. Si rilevano spesso reazioni scomposte di fronte a questa radicale prospettiva. Le persone, specie quelle più semplici, prive di grande apertura mentale (ma anche parecchi laureati), reagiscono in modo fortemente negativo quando si prospetta loro di subire una tale modifica. Come già spiegato nell’articolo sul corpo, tale atteggiamento è esclusivamente psicologico, non resiste infatti ad un’analisi più razionale. Il corpo è sempre stato per ogni persona la cosa più importante che essa potesse concepire. L’alternativa ad avere un corpo è sempre stata la morte. Non stupisce quindi che nessuno sia disposto a considerare con tranquillità la virtualizzazione. I primi ad essere virtualizzati, essendo molto probabilmente malati terminali o comunque individui con enormi problemi fisici, saranno molto più possibilisti riguardo al procedimento. Con il passare del tempo ci saranno sempre più persone in stato di oltrevita e molte di queste saranno individui che conoscevamo nella vita fisica, persone con le quali potremo ancora incontrarci in Oltremondo. Saranno i racconti di costoro, il loro inevitabile entusiasmo, il fatto che sembrano sì cambiati, ma in meglio, a spingerci a considerare sotto una luce meno tragica la virtualizzazione. Nel frattempo occorre essere preparati alle reazioni, anche violente, della maggior parte dell’Umanità. Dovremo porre la massima cura nel ricordare SEMPRE che l’oltrevita sarà una possibilità, MAI un’imposizione per nessuno. Chi vorrà concludere in modo classico la propria esistenza potrà farlo, e sparirà silenziosamente dalla scena. In questo scatterà inesorabile il meccanismo evoluzionistico e in un tempo abbastanza breve questa bizzarra ed arcaica filosofia sparirà da sé. Dopo la virtualizzazione le persone rimarranno sé stesse, la perdita del corpo fisico non sarà il trauma che si potrebbe pensare. Innanzitutto, dopo anni di sperimentazione di Oltremondo con l’ultravisore restando nel proprio corpo fisico, nessuno darà più tanta importanza a quest'ultimo e avrà anzi un'intera collezione di corpi digitali già disponibili. In secondo luogo l'interazione con il mondo fisico sarà comunque garantita dai robot che chiunque potrà noleggiare, anche avendo ancora il proprio corpo, per muoversi in qualsiasi punto del pianeta in telepresenza senza sobbarcarsi viaggi estenuanti. Ricapitolando: la virtualizzazione ci permetterà di preservare la parte realmente importante di ognuno di noi: il cervello. Il corpo dovrà essere abbandonato ma questo non sarà un trauma eccessivo grazie alla dimestichezza con la vita digitale in Oltremondo e con l'uso dei robot per la telepresenza nel mondo fisico. Le persone non solo non saranno restie a virtualizzarsi ma anzi molti lo vorranno fare molto presto, prima che una malattia a ciò le costringa in extremis. Ogni giorno passato in stato fisico, infatti, sarà una nuova possibilità di avere un incidente mortale o di essere attaccati da qualche malanno che ci impediscano di fruire, in tutto o in parte, dei quattrocento anni di vita successivi. È evidente che se mi capita un incidente stradale il giorno prima della virtualizzazione io sono morto e per sempre. Se mi colpisce un ictus le zone cerebrali danneggiate potrebbero esserlo permanentemente e allora mi porterei questo handicap anche nella vita da virtualizzato. È ovvia quindi la convenienza alla virtualizzazione il più possibile precoce. Probabilmente i governi stabiliranno un'età minima sotto la quale non ci si potrà virtualizzare, a meno di malattie incurabili. Ovviamente l'Umanità non si virtualizzerà in toto, rimarranno molti milioni di Uomini che vivranno nel mondo fisico per consentire la continuazione della specie. Nascerà una specie di rito di iniziazione, come capita in molte tribù, per l'accesso ad Oltremondo prima e alla virtualizzazione poi. I bambini potranno essere virtualizzati? Certamente non prima di una certa età minima che sarà decisa dai governi, mentre l’accesso ad Oltremondo dovrebbe essere consentito anche molto precocemente, in modo da accedere alle superiori possibilità didattiche in esso possibili. Un aspetto importante sarà il rapporto di questa pratica con la religione: molte persone pongono questa obiezione. Essi sostengono che Dio (comunque lo chiamino), oppure la Natura, ci ha dato un certo tempo di vita biologico e sarebbe blasfemo cercare di forzare la situazione. Oppure si obietta che ‘quando è la propria ora’ non c’è niente da fare, il destino di ognuno è già scritto ed ineluttabile. Si potrebbe rispondere loro: perché vi curate allora? Se è blasfemo e contrario al volere di Dio cercare di allungare la propria esistenza allora tutta la medicina è eretica. E non si dica che curarsi dalla polmonite allunga la vita di poco mentre l’oltrevita l’allunga troppo. C’è forse un limite divino indicato in qualche scrittura? Nella Bibbia, nel Vangelo, nel Corano, nel Mahabharata non ci sono indicazioni che suonino “e il padre celeste vi dice: non dovrete vivere oltre i cent’anni”. Esistono invece indicazioni ovunque sul fatto che l’Uomo è la creatura più importante di tutte e deve far fruttare i Talenti che ha ricevuto. Se riusciremo ad allungare e migliorare la nostra esistenza Dio non potrà che essere orgoglioso di noi. All’obiezione che l’Uomo non fu ‘progettato’ per una vita così lunga si può rispondere che esso non fu nemmeno progettato per volare, smettiamo forse per questo di usare i jet di linea o andiamo a piedi ?(già, qual è la velocità massima che Dio ha previsto per noi?) L’obiezione sul destino non sarebbe nemmeno molto degna di riflessione, ma veniamo anche a questa. Ci sono in ogni religione continue indicazioni che ci assicurano l’esistenza del libero arbitrio, il nostro destino non è quindi segnato. Tutti coloro che parlano di ineluttabilità della ‘propria ora’ dovrebbero poi spiegare come possono pensare questo e continuare a lavorare, mettersi le cinture di sicurezza, prendere le medicine, lavarsi e così via. Se sono convinti dell’ineluttabilità del destino potrebbero sedersi a terra ed aspettare, vivrebbero benissimo lo stesso per tutto il tempo loro concesso. Al di là delle battute, noi Uomini siamo liberi su di un palcoscenico di stelle, con un Dio che ci guarda benevolo, come un padre. Allo stesso modo di un babbo che guarda ai suoi figli con amore ed orgoglio per le loro piccole conquiste, Egli sarà orgoglioso di noi quando miglioreremo la nostra esistenza, la vita che Lui ci ha dato, e quella dei nostri fratelli, nell’amore e nella pace. A cosa ci porterà vivere così a lungo? Vivere cinquecento anni in Oltremondo potrà far sperimentare ad un Uomo le esperienze che questo farebbe in diecimila; cosa potranno creare uomini tali io non lo so prevedere ma un pensiero mi coglie: chissà che non esistano cose da scoprire per le quali occorra vivere e studiare per almeno trecento anni? In tale caso saranno scoperte e teorizzate cose che mai alcun Uomo poté immaginare, giacché tutti morirono prima. Se Einstein avesse potuto vivere per diecimila anni cosa sapremmo adesso? Quante opere di Bach avremmo? Non perdendo le persone geniali, ma permettendo anzi loro di studiare al di là dei miseri tempi che la biologia ci ha concesso finora, giungeremo sicuramente a vette che oggi non possiamo neanche intravedere nei nostri sogni più arditi. LA MEDICINA IN OLTREMONDO Quando l'Umanità comincerà a passare massicciamente in stato di oltrevita la medicina cambierà obiettivi. Inevitabilmente ci sarà una sempre minor enfasi sulla cura dei corpi umani fisici ed uno spostamento di attenzione verso il cervello. E' ovvio infatti che, pur non smettendo mai di avere esperti per la cura del corpo, il mondo medico dovrà occuparsi sempre più centralmente dell'organo più importante e diffuso. I meravigliosi progressi della medicina del passato sono stati conseguiti da schiere di ricercatori che hanno esplorato tutto il corpo umano, tutte le patologie, tutte le eventualità. Quando la maggior parte dell'Umanità sarà in stato di oltrevita tutti gli sforzi potranno concentrarsi su di un solo organo. I progressi medici di secoli saranno conseguiti in pochi decenni. Il numero dei ricercatori sul cervello sarà pari alla somma di quelli che prima si occupavano di tutti gli organi del corpo mentre la curva del progresso, come ampiamente dimostrato in altra parte di quest'opera, sarà esponenziale. In queste condizioni assisteremo a progressi medici strepitosi in pochissimi anni. E' ovvio che il passaggio all'oltrevita comporterà la nascita di tutta una serie di problemi e di nuove patologie. Del resto nulla sappiamo sulle possibili degenerazioni dell'encefalo verso ed oltre i duecento anni. Si deve avere fiducia che la medicina, focalizzando tutta la propria attenzione su questa parte del corpo, risolverà in modo pronto e perfetto ogni questione. Ricordiamo che anche in stato di vita fisica molte persone subiscono degenerazioni come l'Alzeimer, il morbo di Parkinson e patologie neoplastiche. Molte di queste malattie potranno essere curate con la medicina locale realizzata mediante nanorobot o innovative cure chemioterapiche. Microscopici automi porteranno il carico di medicamento fino al punto preciso in cui deve operare o agiranno con una chirurgia al limite persino molecolare. I chirurgi hanno sempre operato in modo estremamente rozzo; anche il più affilato dei bisturi ha straziato le singole cellule piuttosto che separarle precisamente. Il più lieve tremito della mano ha prodotto, a livello cellulare, devastazioni inimmaginabili. Solo una enorme esperienza e tantissima pratica hanno potuto produrre rimarchevoli risultati. Quando si passerà alla nanochirurgia si potranno manipolare non le singole cellule ma le singole MOLECOLE. Assisteremo ad una chirurgia intracellulare che andrà a modificare le strutture interne delle cellule stesse oltre ad una macrocellulare che agirà sugli aggregati di cellule. Tali tipi di chirurgia andranno gestiti in modi del tutto nuovi e speciali. Il chirurgo assomiglierà sempre di più ad un programmatore che indicherà un comportamento complessivo agli sciami di nanorobot impiegati. Non sarà possibile pensare di pilotare ogni singolo automa, dato che spesso gli interventi riguarderanno migliaia se non milioni di cellule. Pensiamo per esempio alla cura di forme tumorali: le cellule metastatiche si diffondono sparpagliandosi nell'organismo e non è pensabile di cacciarle ad una ad una. Nel passato si estirpava la massa principale e si tentava di colpire con la chemioterapia le cellule sparse. Spesso si formavano recidive che portavano a nuovi interventi e in molti casi alla fine alla morte del paziente. Con una nuova medicina nanorobotica il chirurgo potrà programmare i robot in modo da cacciare le cellule malate ed eliminarle selettivamente. Quello che capiterà sarà poi abbastanza sconosciuto nei dettagli ma potremo essere certi che non una sfuggirà ad uno sciame determinato di automi opportunamente programmati. Lo stesso effetto potranno ottenerlo nuovi farmaci chemioterapici composti da due parti: un’ 'ancora' specifica per il punto da colpire ed un carico medicamentoso da rilasciare nel punto esatto. Lo sviluppo dell'ingegneria genetica e molecolare ci permetterà di assemblare farmaci di questo tipo prima impensabili. Le tecniche di manipolazione degli atomi e di sintesi additiva ci permetteranno di 'costruire' molecole non più tramite reazioni chimiche ma mettendo assieme i pezzi come in un gioco delle costruzioni. Le tecniche mediche di questo tipo saranno impiegate per la cura delle persone anche a loro insaputa. Arriveremo ad una microchirurgia permanente, sempre attiva, senza neanche l'intervento di un medico. Sistemi automatici andranno a caccia di cellule tumorali, di agenti patogeni vari, di sostanze chimiche nocive, mentre il soggetto vivrà le proprie esperienze senza neanche accorgersene. Un tale meccanismo è sempre in atto in ciascuno di noi in Natura, grazie al sistema immunitario, ma con la nuova medicina esso sarà fortissimamente ampliato. Buona parte dei sistemi presenti nel corpo umano sono stati realizzati per preservalo in salute in un ambiente esterno contaminato ed aggressivo. Molti di questi meccanismi non saranno più necessari in stato di oltrevita. Forse si atrofizzeranno, forse diverranno addirittura nocivi e dovremo disattivarli. Molte degenerazioni come il Parkinson sono dovute ad alterazioni nella concentrazione di alcuna sostanze; la medicina del futuro dovrà provvedere al reintegro delle stesse in modo automatico. Recenti ricerche hanno evidenziato che questo tipo di patologie possono essere notevolmente ridotte somministrando deboli campi elettrici in zone cerebrali specifiche, cosa che oggi viene fatta con elettrodi. Pazienti all’ultimo stadio del morbo di Parkinson che sono immobili come statue, con i muscoli come congelati, legati su sedie a rotelle, improvvisamente prendono vita, si alzano, camminano e parlano. La dimostrazione di questa nuova tecnologia è stata fatta all’università Fourier a Grenoble dal dottor A. L. Benedib. La diminuzione del neurotrasmettitore Dopamina causa in questi pazienti una attivazione anomala di due piccole zone del cervello: il nucleo ventrale posteriore e il nucleo subtalmico. Stimolando proprio queste regioni con gli elettrodi si inibisce questa attivazione eccessiva e i sintomi cessano. In futuro tali cure verranno applicate da nanorobot o altri sistemi molto sofisticati che potranno applicare tali deboli tensioni ove necessario in modo continuativo. Molte cure infatti richiedono la degenza ospedaliera e non sono compatibili con una vita normale. La staticità del cervello in condizione di oltrevita potrà permettere cure con macchinari anche molto complessi lasciando il soggetto libero di muoversi nei canali digitali del tutto naturalmente, senza alcuna costrizione. L'oltrevita ovviamente porterà con sé la liberazione da tutte le malattie del corpo. I dializzati potranno finalmente condurre una vita normale. I denti saranno sempre perfetti, si potranno mangiare tutte le cose che si desidereranno, i diabetici si libereranno dalle loro limitazioni. Le uniche malattie che rimarranno saranno quelle mentali. Anche per queste, comunque, le possibilità terapeutiche saranno molto migliori. Terapie prima impossibili diventeranno percorribili. E' noto, ad esempio, che con lo psicodramma, rivivendo varie situazioni, molte persone guariscono da turbe mentali. Lo psicodramma raggiungerà nuove vette in un mondo in cui TUTTO potrà essere vissuto e simulato molto realisticamente. I pazzi criminali non faranno più male a nessuno e potranno vivere in mondi speciali, lontani dalle situazioni che scatenano le loro crisi. Per gli handicappati, gli autistici e tutti coloro che percepiscono la realtà in modo diverso si aprirà la possibilità di una nuova vita in mondi che obbediscono a regole diverse da quelle del mondo fisico. In tali ambienti, accuratamente studiati, essi potranno esprimersi ed entrare a pieno titolo nel consesso Umano tramite opportuni sistemi di traslazione. Tutti coloro che non hanno potuto fare esperienze come la gravidanza, la corsa, le immersioni subacquee ed altro ancora per limitazioni dei loro corpi potranno finalmente sperimentare tutto ciò che è sempre stato loro negato. LA VERA SALUTE Il capitolo successivo è teso a dimostrare come il mondo fisico cesserebbe rapidamente di essere inquinato e tornerebbe in breve tempo ad uno stato quasi del tutto selvaggio e certo più paradisiaco se una buna parte dell'Umanità passasse in Oltremondo. Nel capitolo attuale esamineremo invece i dettagli del netto e drammatico miglioramento della salute umana in un ambiente di oltrevita. Un giorno, parlando con un neurologo durante uno dei tanti discorsi che ho fatto per giungere a quest'opera, non certo frutto dell'improvvisazione senza riscontri da parte di esperti dei vari settori, mi accorsi di uno dei fattori-chiave per il raggiungimento dell'obiettivo minimo dei cinquecento anni di vita media. Un cervello normale in un corpo umano riceve costanti microtraumi. Un trauma maggiore, come un ictus (emorragia o riduzione del flusso del sangue per altri motivi in una certa area del cervello) produce la perdita della funzionalità cerebrale nell'area interessata. Capita così che il soggetto svenga, abbia una paralisi, o perda la facoltà della parola. Con successive cure egli può recuperare, in tutto o in parte, le funzioni compromesse. Il neurologo mi disse che anche piccoli giramenti di testa o altri disturbi analoghi sono talvolta dovuti a piccoli ictus di lieve entità. Pare che addirittura questi fenomeni siano molto frequenti nell'arco della vita umana e del tutto sottostimati, non dando effetti deleteri e pesanti. Il motivo scatenante di una tale micropatologia è spesso un aumento della pressione sanguigna, magari anche lieve, dovuto ad uno sforzo, un'emozione o altro. L'ictus si verifica anche per sollecitazioni meccaniche del cranio, come accelerazioni, frenate, urti o altro. Appare quindi evidente come la normale vita fisica comporti, con le sue sollecitazioni meccaniche ed i suoi sbalzi di pressione del sangue, continui attentati all'integrità del nostro sistema nervoso. Effetti che spesso noi sottostimiamo dato che rientrano rapidamente e non sono devastanti. Nondimeno trascorriamo la nostra vita come se fossimo sottoposti ad una malattia continua, una specie di finora ineluttabile 'male di vivere'. E' ovvio che la medicina non abbia mai classificato questa patologia come tale essendo essa connaturata ad una normale esistenza, nondimeno è deleteria e ben presente. Si è parlato talvolta di TIA (attacchi ischemici transitori). Non vi è rimedio a questo problema, nemmeno restare a letto immobili può cambiare molto (che vita sarebbe del resto?). Pensiamo ora cosa succede nell'oltrevita: non solo il cervello è alimentato con sostanze purissime e schermato dalle perniciose radiazioni, esso è anche IMMOBILE e mantenuto ad una temperatura perfettamente stabile. Le funzioni vitali, anzi, possono essere grandemente rallentate riducendo la pressione sanguigna al minimo possibile per il perfetto funzionamento, senza il minimo sbalzo in nessuna condizione. Il sistema di induzione ci permetterà di sperimentare TUTTE le sensazioni degli sbalzi di pressione, finanche il 'cuore in gola' ma la VERA pressione sanguigna sarà sempre costante e molto bassa. In pratica noi non ce ne accorgeremo, potremo vivere le sensazioni più eccitanti possibili, ma il nostro cervello resterà ad un livello di perfetto rilassamento in ogni istante. Questo minimizzerà qualsiasi possibilità di ictus o altri danni cerebrali meccanici e allungherà di un fattore che non esito a definire PRODIGIOSO la vita media dell'individuo. Molti potranno obiettare che esistono ricerche che indicano come il cervello umano perda naturalmente migliaia di neuroni ogni giorno della sua vita. In tali condizioni è ovvio che prima o poi si giunga ad uno stato di demenza, ancorché ancora in vita. Gran parte di tali perdite neuronali sono da ascriversi alle sollecitazioni summenzionate. Anche se il tasso di degenerazione non sarà azzerato dallo stato di oltrevita potremo comunque confidare nel progresso della medicina. Il cervello è in fin fine un sistema meccanico che sottostà a leggi ed evoluzioni conoscibili. Non vi è nulla di trascendentale e meno che mai di ineluttabile nel degrado della mente. Potremo conoscere ogni reazione chimica coinvolta e scoprire come mantenere il tutto in perfetta efficienza o addirittura migliorarla. Anche se si dovesse mantenere il tasso di perdita neuronale della vita normale, comunque, si tratterebbe di circa diecimila neuroni al giorno. Sembra una cifra ingente, che ci preclude ogni speranza di lunga vita, ma non è così. Se pensiamo che il cervello è composto al minimo da cento miliardi di neuroni e se ipotizziamo ragionevolmente che l’inizio di un effetto deleterio si possa manifestare non prima della perdita dell’uno per cento della massa cerebrale, allora cosa si ottiene? L’uno per cento di cento miliardi è un miliardo, un miliardo diviso diecimila fa centomila, centomila giorni sono duecentosettant’anni. Ecco che, se ci si virtualizzasse subito, si avrebbero circa trecento anni per scoprire un metodo per rallentare il processo degenerativo. Se poi la stima corretta del numero di neuroni del cervello è di duecento miliardi, come recenti studi lasciano pensare, allora abbiamo seicento anni per trovare una cura. Se la cura riducesse il tasso di perdita anche solo della metà potremmo stare tranquilli per milleduecento anni e così via. La stima di cinquecento anni appare quindi plausibile Un altro importante servizio che potrà essere reso in stato di oltrevita sarà la chirurgia continua. Qualsiasi alterazione dei paramenti di funzionamento porterà ad un immediato intervento che potrà essere effettuato con chirurgia tradizionale robotica o, molto più probabilmente, mediante nanomacchine. Le nanomacchine saranno robot di dimensioni molecolari che potranno svolgere lavori di manutenzione in un sistema percorrendo gli spazi intracellulari o direttamente nel circolo sanguigno. In questo modo l'insorgenza di qualsiasi patologia potrà essere controllata alla radice. Un microrobot potrà per esempio individuare una cellula degenerata e rimuoverla singolarmente senza alcun altro danno collaterale. Comparare questo livello di manutenzione continua con il sistema diagnosi-terapia che preveda magari un’operazione chirurgica su un corpo completo e 'chiuso' è come comparare l'andare a piedi e il prendere un aereo di linea per fare il giro del mondo. In tali condizioni anche l'obiettivo di portare la vita umana a cinquecento anni di media appare non solo del tutto realistico ma addirittura quasi conservativo. LA FINE DELL'INQUINAMENTO Questo capitolo è dedicato a chi è un ecologista convinto e crede che il nostro pianeta sia sottoposto ad una pioggia di sostanze inquinanti che lo stanno più o meno velocemente avvelenando. Una gran parte delle preoccupazioni ecologiste sono eccessive. È per lo meno arrogante pensare che le attività dell'Uomo possano incidere pesantemente in modo globale sui miliardi di metri cubi d'acqua degli oceani del mondo. Non fraintendetemi: l'inquinamento è un grosso problema LOCALE ma poco o nulla di esso modifica RADICALMENTE la natura e soprattutto non in modo definitivo; nemmeno del temibile effetto serra ci sono ad oggi prove certe e definitive. Certo, vi sono molte parti del mondo che sono disastri ecologici, zone invivibili; ma il mondo è ENORME e l'Uomo, per quanto faccia, non potrà mai rovinarlo definitivamente, forse nemmeno con un olocausto nucleare. Certamente la vita, specie nelle zone più avanzate del pianeta, produce una tale quantità di scorie da modificare temporaneamente l'ecosistema in modi negativi. Ma questo non è CRONICO. Si deve avere una sacrosanta e sconfinata fiducia nella Natura. Essa potrà sempre adattarsi, cambiare, migliorarsi; qualunque cosa facciamo. Questo per dire che se riduciamo gradualmente l'apporto di sostanze inquinanti il mondo può tornare ad essere un paradiso, un giardino selvaggio, in pochi decenni. Le uniche sostanze inquinanti davvero pericolose e durature sono le scorie nucleari. Le sostanze radioattive esistono anche in natura ma l'Uomo ne ha creato concentrazioni innaturali in alcuni punti; esse producono radiazioni nocive ed hanno tempi lunghi per ridursi progressivamente a zero. Nondimeno, appena ridurremo l'inquinamento NUOVO, il mondo comincerà a mondarsi e pian piano la Natura ritornerà ad uno stato selvaggio ed intonso. Le specie estinte non rinasceranno, è ovvio, ma altre nuove si affacceranno alla vita e l'evoluzione continuerà tranquillamente; non abbiamo rovinato quasi nulla. Questo si può dire agli oscurantisti, ai fautori del ritorno alla pietra, a coloro che osteggiano il Progresso. La risposta non è nella riduzione dei consumi, negli utopici modelli di sviluppo sostenibile, ma solo in un nuovo balzo in avanti, nello sviluppo di un nuovo modello, anzi, di una NUOVA VITA. Oltremondo è tutto questo. La fine della vita esclusivamente fisica, la fine della limitatezza delle risorse e con essa la fine dello sfruttamento delle risorse naturali non rinnovabili. Un'Umanità molto più numerosa dell'attuale troverà posto in Oltremondo senza più gravare sul pianeta fisico e vivendo tuttavia in modo infinitamente più ricco e soddisfacente. Una parte degli esseri umani continueranno a vivere nel mondo fisico, è ovvio. Ma le moltitudini del ventesimo secolo cesseranno di succhiare petrolio a miliardi di tonnellate, trasportarlo ed elaborarlo con tutti i rischi che ciò comporta. Non ci saranno più sciami di veicoli a combustione interna a rilasciare gas nocivi nell'atmosfera, non più imballaggi di plastica per innumerevoli merci che viaggiano da un capo all'altro del mondo. Le persone che condurranno una vita fisica potranno accontentarsi di un'esistenza molto più frugale potendo in qualsiasi istante sperimentare la ricchezza della vita in Oltremondo. Il pianeta tornerà ad essere un giardino, le balene ripopoleranno i mari, le foreste ricopriranno le strade minori, i piccoli centri. Le grandi città resteranno, con i loro monumenti, le loro testimonianze del nostro glorioso inizio. Sarà il trionfo finale degli ecologisti, anche dei più estremisti. Chissà quali nuove forme prenderà la vita, libera in un nuovo pianeta. Una importante questione per la sopravvivenza del cervello riguarda il fattore inquinamento : attualmente il nostro organismo è bombardato quotidianamente da migliaia di sostanze, tossiche e non. Se mangiamo un'insalata crediamo di assumere un alimento dietetico e salutare. Ma cosa si annida su ogni foglia che mangiamo? Quali diserbanti, concimi, sostanze, si trovano in superficie e nelle cellule vegetali? Può darsi che un trattore con motore diesel sia transitato tra i filari di insalata e residui della combustione siano rimasti sulle foglie. Quante molecole di quante migliaia di specie diverse assumiamo con la foglia a causa di quel semplice passaggio? E che dire delle sostanze presenti nella terra della coltivazione? e di quelle trasportate dall'acquedotto ed arrivate con l'irrigazione? E se l'insalata è stata avvolta in una pellicola di plastica? O in un foglio di giornale? magari assumiamo un milione di molecole di inchiostro. Gli atomi e le molecole fatte di atomi sono così piccoli che in un bicchiere ce ne sono moltissimi miliardi di miliardi. Anni fa lessi un'impressionante considerazione: se riempiamo un bicchiere di acqua al rubinetto e poi lo versiamo nello scarico, in teoria anni dopo potremmo pescare un altro bicchiere d'acqua in qualsiasi mare del mondo e potremmo essere sicuri di trovarvi molte migliaia di molecole del bicchiere originale! Chiaramente, con tutti gli alimenti assumiamo MILIARDI di molecole di sostanze le più diverse, ogni giorno. Con la respirazione, lavandoci le mani, camminando, introduciamo nel nostro corpo una spaventosa quantità di sostanze diverse. Ora pensiamo a quanto poco basta perché una cellula dei miliardi che compongono il nostro organismo sia inquinata da una sostanza o da una piccola dose di radiazioni che la muta, magari in una cancerosa. Questo evento capita quotidianamente a tutti noi. Per fortuna la Natura ha predisposto efficacissimi meccanismi di controllo e soppressione delle cellule mutate. Ma talvolta il meccanismo non funziona, talvolta le mutazioni sono multiple e subdole. Talvolta i sistemi di controllo non ce la fanno, e ci si ammala. Vivendo una vita fisica, anche col solo atto del respirare, siamo sottoposti ad un bombardamento chimico che prima o poi ci porta alla tomba: è pura statistica, solo questione di tempo e fortuna. Pensiamo ora ad una vita che preveda la sola sopravvivenza della parte importante di noi: il cervello. Pensiamo ad un sistema di supporto che mantenga la circolazione del sangue per il solo sistema nervoso, un sottosistema di produzione delle sostanze nutritive, prevalentemente glucosio, cioè zucchero. Un tale sistema potrebbe essere sterile, senza introduzione di germi patogeni. Le sostanze coinvolte potrebbero essere MOLTO controllate e purificate ad un livello impossibile per un semplice sistema metabolico umano. In queste condizioni il cervello poterebbe vivere molto più a lungo, non essere intossicato da alcun agente esterno e quindi le cellule potrebbero lavorare in pace senza doversi difendere da continui attacchi condotti in modo pervasivo, vario, continuo. Se tali cervelli fossero poi schermati dalle radiazioni di qualsiasi tipo (raggi cosmici, radioattività naturale ed ovviamente artificiale) allora verrebbe meno una delle cause principe delle mutazioni cellulari. E' noto infatti che le radiazioni ionizzanti sono una delle cause principali delle mutazioni del DNA che danno luogo a fenomeni di cancerogenesi. Un efficace schermo contro tali radiazioni potrebbe essere uno strato di terra e/o cemento spesso alcuni metri ma anche la realizzazione di edifici immersi in mare a ragionevoli profondità. Le cellule neurali mantenute così in un ambiente sterile potrebbero durare molto più a lungo. Una vita portata ad almeno cinquecento anni è un obiettivo inizialmente tranquillamente perseguibile. LA CASA Un altro grande feticcio della fine del ventesimo secolo è stato quello della 'casa intelligente'. La casa del futuro doveva essere una meraviglia di elettronica, costantemente connessa ad Internet, con una profusione di funzioni bizzarre ed attivabili da ogni dove, prima l'ufficio poi addirittura il cellulare. Particolarmente divertente è stata la lettura di un articolo pieno di lodi sperticate che ho avuto modo di gustare tempo fa. Il giornalista, evidentemente invitato ed imbeccato, si era recato negli Stati Uniti alla sede di una grande azienda software per visionare il loro nuovo prototipo di casa del futuro. Innanzitutto l’ingresso: un display a cristalli liquidi dalla risoluzione ‘esagerata’ che poteva visualizzare BEN DUE ICONE, eh sì! Una riproducente il tasto del campanello (che costerebbe MOLTO meno se fosse un tasto fisico), l’altra un simbolo che permetteva di registrare un messaggio audiovisivo per il proprietario, una specie di segreteria telefonica. Se tale casa fosse stata collocata in un normale quartiere residenziale, neanche dei più malridotti, invece che nell’iperprotetto campus dell’azienda, quanto sarebbe durato il display? Vogliamo scommettere che, quando non lo avessero smontato, almeno qualche graffietto e un po’ di vernice non glieli avrebbero negati? Appena entrati, poi, un altro display (ovviamente a cristalli liquidi, nel 2000 andavano come il pane) rappresentava la piantina della casa e si poteva sfiorare una stanza per poi dire: “LUCE” e la luce si accendeva nella stanza. Io a casa mia avevo sistemi automatici che accendevano la luce in ogni stanza non appena qualcuno ci entrava e la spegnevano, sempre automaticamente, qualche minuto dopo che era uscito. Non sono uno scienziato pazzo, si tratta di semplici interruttori crepuscolari all’infrarosso, in vendita a venti dollari, che sono pure capaci di accendere la luce solo se è notte. Tali aggeggi sono disponibili in ogni negozio di elettricità e si installano in modo esageratamente semplice. Pare pazzesco pensare di dover indicare la stanza sul display e poi dovere pure dare il comando a voce; perché non posso premere un’altra icona? Come mai i ‘tecnici della domotica’ ci vogliono costringere ad un movimento e poi un comando vocale? Sarà puro sadismo. E cosa ci importa di accendere la luce dall’ingresso? L’interruttore in ogni stanza è così scomodo ? (oltretutto richiede un solo semplice comando meccanico) Si passava poi al capitolo cucina: un tripudio di frigoriferi intelligenti, forni on-line e così via. Noi sappiamo che in futuro l’alimentazione sarà una faccenda del tutto diversa, al limite inutile, ma vediamo cosa si erano inventati i ’maghi della casa elettronica’. Innanzitutto il forno a microonde avrebbe dovuto leggere un codice a barre sul pacchetto del prodotto e quindi spegnersi dopo il tempo di cottura previsto mentre noi, dimentichi di tutto, guardavamo la TV (ma quanto siamo sbadati? E non c’è un normale timer?). Se ci fossimo comunque sbagliati (e come avremmo potuto ?) Ci saremmo potuti collegare ad una chat su Internet per ottenere le dritte per recuperare l’arrosto bruciato. Ma ve lo vedete quello che si mette a ciacolare su una messaggeria stando in piedi nella cucina con l’arrosto carbonizzato? Sembra davvero surreale. E il frigo intelligente? Basta chiedere a caso: ‘c’è del latte?’ ed ecco che, fossimo anche seduti sul water, una bella vocina ci elencherebbe al decilitro la quantità della preziosa sostanza custodita nel frigidaire. La spiegazione di come funzionerebbe la misurazione è, come al solito, nebulosa. Voglio vederli, alla prova dei fatti, a misurare quanto latte c’è in recipienti disomogenei messi su di un ripiano qualsiasi dell’aggeggio, magari con un lato appoggiato per sbaglio su un angolo del pacchetto di wurstel… Un frigorifero di questo tipo non sarebbe MAI preciso e se per disgrazia spendessimo di più per il modello in grado di ripristinare le scorte ordinandole in automatico su Internet, ci ritroveremmo sommersi dal latte. Non si offendano quelli che hanno progettato questi ordigni, tutti coloro che cercano di fare qualcosa di nuovo si espongono al dileggio. Il vero problema è che non si deve concepire la casa come una ‘futurizzazione’ del ruolo che oggi ricopre ma ci si deve sforzare di scoprire quale ruolo ricoprirà. Come sarà davvero la casa del futuro? Come per tante altre cose non si deve semplicemente prendere il concetto che ci è familiare e infarcirlo di gadgets. In futuro la casa non avrà più il ruolo che dagli albori della storia ha ricoperto. L'abitazione è stata per l'Uomo l'evoluzione della tana: un luogo dove sentirsi sicuri, dove accumulare le cose che ci interessano con la ragionevole certezza che non verranno prese dal primo che passa. Col tempo le valenze estetiche hanno superato quelle pratiche e la casa è diventata sempre più un luogo esteticamente piacevole nel quale fare esperienze culturali. Le necessità pratiche hanno disegnato le abitazioni in ogni tempo ed in ogni luogo; una zona per le abluzioni e le altre necessità fisiche è sempre stata necessaria a causa della natura animale della nostra esistenza. Per lo stesso motivo la cucina ha rappresentato un luogo centrale dell'abitazione. Le persone hanno sempre dovuto alimentarsi, preparare quindi i cibi e mantenere in luoghi adatti le materie prime. La camera da letto assolve alla necessità di un luogo comodo ma soprattutto sicuro per passare il pericoloso periodo di sonno durante il quale si è maggiormente alla mercé dei predatori e dei malintenzionati. Il focolare, poi, è stato per lunghissimo tempo il fulcro di tutta l’abitazione, dato che era dispensatore di luce e calore. Quasi tutti gli ambienti a cui siamo abituati cessano di avere un senso quando si passa ad una vita del tutto digitale. In Oltremondo non ci sarà più la necessità di recarsi in bagno per le funzioni fisiche dato che un corpo digitale non deve mai urinare. Chiunque lo vorrà potrà continuare ad espletare tali funzioni ma non ce ne sarà una reale necessità e sul lungo periodo solo persone molto estrose potranno desiderare continuare ad andare in bagno. Allo stesso modo i nostri corpi digitali non si sporcheranno e si potrà evitare del tutto di lavarsi. In caso ci si sporchi si potrà semplicemente attivare una funzione di pulizia che riporterà il nostro corpo digitale ad uno stato immacolato. Ovviamente nei canali che ricostruiscono particolari epoche storiche ci si dovrà ancora lavare con l'acqua (quando ci sarà). Ma soffermiamoci su come condurranno la loro vita gli Uomini virtualizzati del futuro. Coloro che si collegheranno ad Oltremondo per qualche ora ogni tanto vivranno in case fisiche abbastanza futuribili anche se la maggior parte delle esagerazioni che si sono predette non vedrà mai la luce. Io resto fermamente convinto che la lavatrice azionabile via Internet non avrà larga diffusione! I virtualizzati vivranno costantemente in mondi digitali nei quali non solo il bagno ma qualsiasi operazione di lavaggio non sarà più necessaria. Così come i corpi anche i vestiti e qualsiasi altro oggetto potranno essere ripuliti con un semplice comando o addirittura non sporcarsi mai. Eventuali mobili potranno essere impostati per non ricoprirsi mai di polvere, eliminando per sempre la noiosa necessità di spolverare. Il bagno non esisterà più ma non diversa sorte toccherà alla cucina. I corpi digitali non dovranno nutrirsi ogni giorno e per gustare cibi sopraffini si potrà andare nei migliori ristoranti che potranno anche essere a nostra sola disposizione se non vorremo pranzare alla presenza di altre persone. Ovviamente gli stessi cibi potranno, con un semplice comando, comparire sul tavolo della sala da pranzo perfettamente imbandita. Alla fine del pasto il tavolo tornerà facilmente lindo e pulito. Se vorremo dei camerieri potremo averne di perfetti e in quantità. Coloro che desiderassero cucinare potranno ovviamente avere la cucina migliore possibile, sempre rifornita di ingredienti che non vanno mai a male. Per la camera da letto potrebbe essere lo stesso. In molti canali non ci saranno pericoli, nemmeno per il nostro personaggio digitale del momento, e allora potremo semplicemente addormentarci fluttuanti nell'aria in qualsiasi luogo ci troveremo, perfettamente a nostro agio e alla temperatura più confortevole. I nostri libri, tutte le nostre cose, potrebbero essere sempre con noi, semplicemente invisibili. Un comando specifico ci farebbe comparire davanti qualsiasi oggetto di una nostra 'valigia virtuale' di capacità infinita. Se camminassimo in un luogo interessante potremmo perfino estrarre dalla 'valigia virtuale' un fiammante fuoristrada per fare un giro o addirittura un'intera barca a vela da diciotto metri. Da queste considerazioni si evincerebbe che la casa non avrebbe più necessità di esistere, tuttavia invece continueremo ad averne bisogno. Quello che sparirà sarà l'aspetto puramente utilitaristico dell'abitazione. Avremo sempre bisogno di un luogo in cui sederci comodamente in un ambiente da noi arredato con gusto, in cui poterci guardare attorno ed apprezzare le cose belle, la loro armonica disposizione. La casa diventerà un'esperienza estetica, una specie di opera d'arte che ognuno realizzerà come vorrà. Finalmente nessuno dovrà più vivere in luoghi meno che perfetti a causa di mille limitazioni. Il costo non sarà più un problema, chiunque potrà avere le case più meravigliose di tutti i tempi, da una villa ad una reggia. I mobili non avranno più un costo e così ogni ambiente potrà finalmente rispecchiare davvero la personalità del proprietario. Non ci saranno più luoghi esclusivi a cui non si può accedere, anche a qualunque prezzo. Se lo vorremo potremo vivere a Buckingam palace, alla Casa Bianca, al Vittoriale. Il terreno non sarà più un problema e potremo così circondare le nostre abitazioni con sterminati meravigliosi giardini. Non ci sarà bisogno di avere il pollice verde per avere piante splendide e rigogliosissime per ogni dove. Uccelli meravigliosi resteranno nel parco della nostra casa senza bisogno di una brutta rete che li trattenga. Potremo passeggiare in giardini di sogno di qualunque estensione, di ogni epoca, con qualsiasi tipo di animali. Potremo avere tantissime abitazioni, quante ne vorremo, ed invitarvi amici per feste strepitose. Potremo avere per noi soli la più grande biblioteca di tutti i tempi, meravigliose sale ricche di strumenti d'epoca, divani raffinatissimi, luoghi d'incanto. Non occorrerà più trovarsi un albergo quando si viaggerà dato che si potrà tornare istantaneamente a casa propria in qualsiasi momento. Se lo vorremmo potremo scendere nei più grandi alberghi di ogni città ma se lo faremo sarà per piacere, non per necessità. La cantina delle nostre magioni sarà fornitissima, con i vini ed i salumi più raffinati, ma volendo potremo farne del tutto a meno e far comparire queste leccornie direttamente sul tavolo. Io certo non mi toglierò il piacere di avere cantine sterminate in cui scendere a prendere vini strepitosi dalle mie ricche collezioni. In definitiva la casa cesserà di essere una necessità e diventerà finalmente un piacere. Un luogo espressione della nostra personalità. LA FINE DEI BAGAGLI Ogni volta che si viaggia ci si rendo conto di quanto sia scomoda la vita fisica, di quante cose necessiti la nostra esistenza animale. Per il solo fatto di possedere un corpo non possiamo viaggiare come vorremmo, dobbiamo prenotare per tempo alberghi e ristoranti, dobbiamo preoccuparci di ogni nostro spostamento e così via. La limitatezza delle risorse del mondo fisico si fa ancora una volta vedere nel momento in cui un albergo, un ristorante, una visita guidata non sono prenotabili per la limitatezza dei posti disponibili. Come sarebbe bello poter fare a meno di tutto questo, poter andare dove si vuole senza trascinarsi dietro una serie di oggetti che servono solo al mantenimento del nostro corpo ma che spesso nulla hanno a che vedere con le esperienze culturali che vogliamo compiere. Le persone, come per tante altre cose del mondo fisico, sono talmente abituate al trascinarsi appresso infiniti oggetti che neanche si rendono conto di quale imposizione questo sia. Pensiamo alla borsetta per le donne: per molte signore sarebbe inconcepibile andare in giro senza una borsa, magari coordinata con le scarpe. Ma a cosa serve DAVVERO un tale aggeggio? Cosa portano in giro nella borsetta? Tutta una serie di cose che servono alla manutenzione del loro corpo. Certo, ci sono anche altri oggetti: cellulare, chiavi dell'auto e di casa, agenda, chewing-gum, magari sigarette. Tutto questo avrà ancora un senso in Oltremondo? Le chiavi non esisteranno più, almeno nella loro realizzazione fisica. Il cellulare, così come l'agenda, sarà richiamabile direttamente all'interno della simulazione e fluttuerà nell'aria fintantoché ci servirà. Ogni cosa potrà poi comparire istantaneamente nel momento in cui ne avremo bisogno. Sarà come portarsi appresso una gigantesca 'valigia virtuale' con dentro ogni cosa che ci possa mai servire. Il concetto stesso di 'borsa' cambierà: invece di essere un contenitore di cose che ci portiamo dietro sarà una selezione tra le POSSIBILI cose che potremo volere in ogni istante. Ad esempio, se vorremo un fuoristrada per fare un giro in un qualche punto di un canale digitale potremo ovviamente avere un qualsiasi veicolo tra tutti quelli mai prodotti o addirittura immaginabili. Ma se in ogni istante dovremo scegliere tra innumerevoli opzioni perderemo un mucchio di tempo. La borsa sarà allora una collezione di elementi di famiglie di oggetti preselezionate da noi. Nel caso del fuoristrada potremo richiedere il veicolo della nostra borsa virtuale che avremo giù scelto tra le migliaia di possibilità, in modo da non perdere tempo. Sceglieremo il modello, il colore, gli accessori, in un momento di calma in modo da averlo pronto quando ci serve. In ogni caso non capiterà mai più di avere bisogno di qualcosa e non averlo con sé; ogni Uomo avrà sempre disponibile ogni cosa concepibile. Ogni ultranauta potrà viaggiare libero da costrizioni, nudo o vestito come meglio crederà. Potrà raccogliere le cose che gli sembreranno interessanti e riporle nella 'borsa virtuale' per averle in qualsiasi momento e in qualsiasi altro luogo. Stessa cosa per la macchina fotografica, la telecamera, il registratore. Se vorremo registrare qualcosa in un qualsiasi istante, potremo richiamare un qualsiasi modello di telecamera che ci interessi e non saremo mai senza batterie o senza cassette. Potremo memorizzare una quantità infinita di registrazioni e trasmetterle istantaneamente a qualsiasi altra persona. Ho sempre odiato portarmi dietro le cose, avere le mani occupate o indossare uno zaino; in Oltremondo saremo liberi, disinvolti, comodi. Anche i rapporti umani ne trarranno un enorme beneficio. Se ci si sofferma un attimo a pensare si possono facilmente ricordare molti casi in cui il peso delle cose che ci portavamo dietro ci ha resi più nervosi, stanchi , irritabili. Un'Umanità composto di persone libere come il vento ma ricche di tante cose che l'Uomo del mondo fisico non può nemmeno immaginare potrà essere senz'altro anche migliore. Non dovremo più portarci vestiti per le varie occasioni dato che saremo sempre a nostro agio in ogni condizione. Non avremo più freddo, caldo, sensazioni di disagio; ognuno potrà vestirsi (o non vestirsi) come preferisce in ogni momento dell'anno, essendo sempre sé stesso. Se vorremo fare qualche sport non dovremo trascinarci in giro l'attrezzatura. Se ci troveremo di fronte a mari meravigliosi del Giurassico e vorremo farci un'immersione, o un giro in windsurf, avremo tali attrezzature subito, solo desiderandole. Qualsiasi pensiero, anche dell'ultimo minuto, potrà essere soddisfatto. Se vorremo consultare qualcosa potremo fare comparire il dato davanti a noi o leggerlo nel libro che immediatamente ci comparirà davanti. Se preferiremo tornare momentaneamente a casa per consultare le nostre cose con più calma potremo teletrasportarci in un istante in una delle nostre tante magioni, sparpagliate nello spazio e nel tempo, e sederci comodamente nel divano antico in pelle di una nostra biblioteca per tornare subito dopo nel Triassico, nell'antica Roma o dovunque fossimo prima. Forse alcuni si possono chiedere come sarà praticamente possibile tutto ciò. E' molto facile: ogni cosa sarà nella memoria di un qualche computer e tutto sarà catalogato. In ogni momento potremo richiamare il Tabulator, il nostro computer personale in Oltremondo. Dal Tabulator potremo facilmente scegliere, tra le tante opzioni,. MATERIALIZZA OGGETTO. Comparirà poi un elenco per categorie sempre più dettagliato e da ogni lista sceglieremo l'elemento che più ci avvicinerà a quello che vorremo. Facciamo un esempio: poniamo di essere nel Cambriano. Insetti giganti svolazzano intorno, con le ali iridescenti di mille colori, profumi intensissimi nell'aria. Vogliamo una barca a vela per muoverci sul mare primordiale. Attiviamo il Tabulator con un semplice comando mentale (o premendo F2 se siamo collegati con un arcaico PC). Dalla schermata principale selezioniamo 'OPERAZIONI' poi 'SINTESI' e infine 'OGGETTI'. Dalla lista di oggetti scegliamo, tra le tante possibilità, 'VEICOLI' e poi 'IMBARCAZIONI'. Da qui a 'BARCHE A VELA' a 'CLIPPER' ci vuol poco ed ecco comparire nell'aria davanti a noi la barca voluta. Se lo riteniamo utile possiamo fare un'altra selezione e modificare uno dei tantissimi parametri per cambiare, ad esempio, il colore dello scafo. Diciamo che ci piace così com'è ed ecco che semplicemente puntando con il dito (o con un comando mentale, o con il mouse) la poniamo nel mare. Ora possiamo salire sulla nostra barca e veleggiare sul mare primordiale. Dimenticavo: magari non siamo soli e si veleggia in coppia o in gruppo, non ci scordiamo che Oltremondo sarà un ambiente CONDIVISO, non un sogno individuale. In una fase più avanzata probabilmente il sottosistema di interfaccia rileverà direttamente il nostro volere e, conoscendo benissimo i nostri gusti, farà comparire la barca che ci piace esattamente dove la volevamo, senza troppi comandi. IL DESKTOP BUILDING Con l'avvento dei personal computer ho assistito all'esplosione del DESKTOP PUBLISHING. Ammetto che anch'io in una prima fase mi sono fatto entusiasmare da questa eccezionale possibilità. Anni prima dell'avvento di questa tecnologia mi ricordo che il massimo era comporre documenti con una macchina da scrivere elettronica fortunosamente collegata ad un computer con un rudimentale software di word processing. Per uno come me che veniva dall'uso di macchine da scrivere meccaniche e che ha sempre avuto una spiccata sensibilità estetica era stato un balzo eccezionale. Le macchine da scrive elettriche producevano documenti molto nitidi, professionali. C'era entusiasmo per la tecnologia DAISYWEEL che stampava i caratteri senza quell'orribile effetto 'pieno' all'interno delle '0' e delle 'a'. La connessione con il computer eliminava la necessità di correggere e sbianchettare documenti per rimediare agli inevitabili errori di battitura. Oggigiorno sembra addirittura preistoria ma io mi ricordo di avere prodotto articoli per giornali e fanzine di elettronica con la mia vecchia macchina da scrivere meccanica faticosamente sbianchettando i numerosi errori di battitura. E quando volevo cambiare il font, cioè il tipo di carattere, dovevo ricorrere ai trasferibili. Che lotte contro fogli di plastica che si deformavano, simboli che non si staccavano del tutto e che comunque non erano mai perfettamente allineati e spaziati! Ovviamente ero sempre poco più che un dilettante ma cercavo di produrre documenti decenti. L'avvento dei software di desktop publishing permise di realizzare dei testi sul PC, correggerli, impaginarli con tutti i tipi di font che si voleva e vedere perfino l'effetto prima della stampa. Quando realizzai i primi documenti che sembravano usciti da una tipografia mi sembrò di essere finalmente un professionista. La diffusione delle stampanti laser permise la stampa professionale ad alta risoluzione su carta ad un costo elevato ma abbordabile. Pochi si ricorderanno delle vecchie stampanti ad aghi che quando cercavano di scrivere caratteri di 'alta' qualità alla fine massacravano la carta. La disponibilità di software di questo tipo permise ad un numero sempre più ampio di persone di produrre documenti che un tempo avrebbero richiesto una tipografia e settimane di lavoro. Come sempre, alcuni esagerarono creando polpettoni infarciti di decine di stili diversi sulla stessa pagina. Con il passare degli anni, verso la fine del ventesimo secolo si diffusero stampanti a getto d'inchiostro a bassissimo costo e computer così potenti da permettere ad un ragazzino di fare in casa in pochi minuti un documento a colori con foto che avrebbe richiesto mesi ad un professionista solo un decennio prima. Desktop publishing significa infatti 'pubblicazione dalla scrivania' e proprio di questo si è trattato: la possibilità di creare non solo documenti commerciali ma anche cataloghi, riviste, interi libri dalla propria scrivania con poca spesa. Tantissime persone si sono improvvisate grafici, alcuni ottenendo risultati di ottimo livello. Persone che normalmente si sarebbero comprate l'ultimo impianto stereo hanno speso i loro soldi su di un PC più potente o una stampante a colori con enorme risoluzione. Tantissimi hanno acquistato le fotocamere digitali che permettono, collegate al computer, la stampa su carta comune di tutte le foto dei bambini e della vacanze oltre all'invio su Internet. Ultimamente ho assistito ad una esplosione del fenomeno, tanto che ad un certo punto ho cominciato a provare repulsione per tutte queste attività. La moda del computer che permette di elaborare qualsiasi documento e stampare ogni tipo di immagine, per non parlare del testo, ha dilagato. Si trovano luoghi in cui fogli appiccicati alla bell'e meglio avvisano che 'la latrina è rotta' ma con una font elegante, ondulato e con effetti di ombreggiatura elaborati. Ormai nessuno scrive più a mano anche il più insulso dei messaggi. Certo è un segno del progresso ma si vede che c'è tanta creatività che non sa bene dove sfogarsi e allora si applica a tutto, niente è troppo prosaico. La stessa cosa avverrà con l'avvento di Oltremondo e dei suoi potentissimi sistemi di sviluppo. Al di là dei documenti cartacei c'è ancora una cosa che è difficile da fare, richiede spese ingenti e moltissimo lavoro di professionisti: la creazione di ambienti e specialmente di edifici. Tutti hanno un'idea della o delle case dei loro sogni ma pochissimi possono arrivare ad avere il denaro sufficiente per farla costruire in pratica. Anche avendo il denaro si deve comunque prendere un architetto per tutti i calcoli ed il progetto, poi un'impresa per la realizzazione. Alla fine il risultato non è mai come lo si era immaginato. Magari certe idee non sono realizzabili nella pratica perché i materiali non reggerebbero, o tali ambienti non sarebbero pratici per una vita fisica. Ecco che non Oltremondo ogni ultranauta potrà progettare e facilmente realizzare la casa dei suoi sogni. Qualunque costruzione, anche la più ardita, sarà facilmente resa vera ed abitabile. Se qualcosa non andrà potremo cambiarlo all'istante, proprio come un errore di battitura nel desktop publishing si corregge con un tasto e con il vecchio sistema ci faceva sporcare di bianchetto. Vorremo una piramide all'incontrario che si regge sulla punta? Sarà lì, vera, perfetta. Vorremo un castello? Potremo scegliere tra innumerevoli modelli, provare ogni variante fino ad ottenere esattamente quello che volevamo. Vorremo fare una villa senza bagni? Tanto non serviranno. Vorremo fare una casa che ha solo il bagno? No problem. Ogni persona potrà realizzare edifici nei luoghi che più le aggraderanno; se il canale lo consentirà farà la costruzione, se non lo permetterà allora farà una copia del canale e nella sua copia personale potrà apportare tutte le modifiche che vorrà. Assisteremo ad un'esplosione di realizzazioni costruttive, alla nascita di intere città frutto del lavoro di un solo Uomo. La possibilità intrinseca in Oltremondo di copiare i particolari di altri canali ci permetterà di avere a disposizione esedre, frontoni, colonne, muri, finestre, decorazioni, particolari di tutte le costruzioni di tutti i tempi. Così come con il desktop publishing molte persone hanno fatto minestroni di stili e di font allo stesso modo assisteremo alla nascita di palazzi composti da parti disarmoniche tra loro, ma alcuni di essi saranno opere d'arte. Le persone hanno da sempre desiderato vivere in ambienti che riflettessero la loro personalità ma pochi lo hanno potuto fare; in futuro nessuno dovrà più viver nei tuguri. Ognuno di noi potrà creare ambienti meravigliosi in cui raccogliere le proprie cose ed invitare partner ed amici, saremo liberi di creare per il piacere estetico e non più per animalesca necessità. LE COLONIE MARINE Dove sistemeremo i cervelli dei virtualizzati? Occorrerà molto meno spazio rispetto a quello che servirebbe per far vivere in modo decente un numero equivalente di uomini fisici ma in ogni caso un luogo adatto dovrà essere realizzato. Nelle prime fasi si realizzeranno grandi edifici, del tutto simili a normali capannoni industriali, organizzati all'interno in modo spartano ed efficiente. Le ampolle con i cervelli saranno ordinatamente disposte su scaffali regolari con i sistemi di mantenimento vitale duplicati in modo da garantire un'elevata sicurezza. La inevitabile manutenzione verrà svolta inizialmente da addetti umani e poi da robot pilotati direttamente da virtualizzati che si accolleranno queste incombenze. Può darsi che con il passare dei decenni e dei secoli nessuno voglia più occuparsi di questo e sarà a questo punto che dovranno subentrare gli Asceti, uno dei cui compiti sarà proprio quello dello svolgimento di quelle attività indispensabili ma per le quali non si troveranno più volontari. E' ovvio che una sistemazione in capannoni non è molto sicura, probabilmente le colonie migliori saranno quelle scavate nella terra o addirittura nella roccia. Senz'altro a questo punto molti rileveranno lo sgradevole parallelismo con le tombe di ogni tempo; ricordiamo tuttavia che gli Uomini che diventeremo saranno liberi da molti retaggi e superstizioni del passato e questo dovrebbe permetterci di apprezzare scelte razionali ed efficaci. Se si intende vivere molto a lungo occorre prevedere anche la possibilità di eventi eccezionali, cataclismi, alluvioni, terremoti ed altro. Qualsiasi edificio dovrà essere certamente antisismico e costruito in zone elevate lontano da corsi d'acqua pericolosi. Per lo stesso motivo si dovranno preferire zone montuose rispetto a quelle vicine al mare. Pensiamo infatti a quale problema si presenterebbe in caso di evacuazione: Le ampolle saranno certamente costruite in modo da resistere per molte ore anche senza connessioni con l'esterno ma lo spostamento in tempi brevi di migliaia, o addirittura milioni, di ampolle potrebbe essere un ostacolo insormontabile. Sarebbe davvero una beffa morire per una semplice inondazione dopo essersi virtualizzati per vivere qualche secolo! Quante persone potranno trovare posto in pochi capannoni? Proviamo a fare il calcolo: poniamo che ogni ampolla, compresa la porzione di impianti esterni che le compete, occupi un metro cubo. Se supponiamo di realizzare un capannone di cento metri per trenta per dieci di altezza lo spazio che otterremmo sarebbe di trentamila metri cubi. Supponendo che circa un terzo dello spazio si debba riservare agli spazi per la manutenzione (sale, corridoi, ecc...) ne consegue che in un tale edificio potranno trovare posto ventimila persone! Venti miliardi di esseri umani potrebbero essere mantenuti in un milione di tali capannoni. Stiamo parlando di una superficie di tremila chilometri quadrati, in un solo paese europeo potrebbe trovare posto una popolazione quattro volte quella del pianeta nell'anno 2000. Le risorse necessarie per mantenere in vita un tale numero di persone potrebbero probabilmente essere non superiori al fabbisogno energetico di un decimo di tale paese. Non dimentichiamo infatti che in stato di virtualizzazione l'energia occorrente sarà quella per far funzionare i computer, gli apparati di telecomunicazione e i sistemi per la sintesi delle sostanze nutritive. Tali sostanze saranno principalmente zuccheri, facilmente ottenibili da coltivazioni tradizionali o con reazioni chimiche locali. Nulla impedirà di scavare questi edifici o di ricoprirli di terra in modo da lasciare un territorio quasi incontaminato e verdeggiante. Un mondo di tal genere potrebbe rapidamente tornare ad un livello preindustriale con mari cristallini e natura selvaggia quasi ovunque. Naturalmente tutti coloro che vorranno continuare ad interagire con il mondo fisico potranno farlo in telepresenza tramite robot. Ogni volta si potrà pilotare il robot più adatto per il singolo compito. Se ci spingiamo ancora più in là possiamo arrivare a pensare che questi edifici non siano sufficientemente sicuri. E' molto probabile che nell'arco di secoli qualche evento eccezionale possa verificarsi o che le condizioni idrogeologiche cambino. Edifici costruiti in zone sicure potrebbero diventare pericolosi o difficilmente rifornibili di energia o materie prime. Per evitare tutto questo dovremo trovare un luogo dove costruire queste colonie che ci fornisca una serie di vantaggi: sicurezza dalla maggior parte dei cataclismi possibili, facilità di spostamento delle colonie se il luogo non dovesse essere più adatto, disponibilità continua in qualsiasi punto dell'energia e delle materie prime. Il luogo più adatto a questo sarà il mare. Se le colonie saranno costruite come grandi navi sommergibili che si possono spostare in qualsiasi punto degli oceani esse avranno vantaggi straordinari. Se le colonie marine potranno immergersi anche non a grandi profondità allora saremo sicuri da tutta una lunga serie di pericoli. Anche quando il mare è in tempesta a pochi metri sotto la superficie l'acqua è calma. In mare aperto non ci sono inondazioni, terremoti, incendi, frane. Ci sono i maremoti, è vero, ma una colonia in grado di galleggiare nell'acqua può lasciarsi trasportare da quasi qualunque sommovimento senza riportare danni. Anche un eventuale meteorite che dovesse colpire la Terra ed inondare le terre emerse provocando mostruosi sconvolgimenti non farebbe un danno totale alle colonie marine. Quelle nel luogo dell'impatto verrebbero distrutte, ovviamente, ma già a breve distanza le altre sarebbero solo spostate, magari violentemente, e nulla più. Se si rimane immersi costantemente a profondità neanche poi tanto elevate si è schermati dai raggi cosmici che producono mutazioni ionizzando il DNA e si è sicuri di vivere meglio e più a lungo. In mare è facile trovare fonti di cibo ed energia, specie in un oceano ritornato ad una purezza primordiale. Le necessità delle colonie marine potranno essere soddisfatte con una pesca che inciderà sulla popolazione ittica solo per una frazione di quanto fa oggi. L'energia potrebbe arrivare dallo sfruttamento delle correnti marine o dell'energia solare raccolta da pannelli galleggianti in superficie. I vantaggi della vita in mare saranno enormi e anche dal punto di vista psicologico è più bello vivere su di una nave in mare piuttosto che sottoterra, nella roccia o in un capannone. La forma delle colonie dovrebbe essere la più robusta possibile quindi sferica con attrezzature per il movimento di tipo cibernetico, mutuate dalla natura (pinne, ad esempio). Un'Umanità che vivesse nelle colonie marine potrebbe arrivare a sviluppare molte decine, addirittura centinaia di miliardi di individui. Una tale popolazione, libera e fluttuante negli oceani in un mondo incontaminato, in continuo contatto e che conduce esperienze meravigliose in Oltremondo, oltre a ricerche e sperimentazioni nel mondo fisico, è un sogno meraviglioso che sono sicuro si realizzerà. LE CONOSCENZE SUL CERVELLO (gli elefanti non giocano a scacchi)(11) In un altro capitolo di quest'opera ho raccontato del mio incontro con Rodney Brooks e di come le mie osservazioni sull'intelligenza artificiale concordassero pienamente con le idee di questo ricercatore del MIT (oggi a capo del dipartimento ricerche sull'intelligenza artificiale). Da sempre mi interesso di intelligenza artificiale e di simulazioni cerebrali; ritengo anzi che questa sia una delle più nobili occupazioni di un Uomo. La mente che cerca di comprendere sé stessa è un'idea insieme nobile, affascinante, romantica ed orgogliosa. E' affascinante cercare di comprendere il funzionamento di un sistema così complesso, in grado di produrre tali risultati. Ho sempre pensato che occorra un qualche tipo di linguaggio per descrivere il funzionamento delle varie aree cerebrali e un sistema di codifica di insiemi per ottenere una descrizione complessiva. Ovviamente non si tratterebbe di un linguaggio di programmazione in senso stretto ma di un sistema di descrizione del tutto nuovo. Il cervello non funziona come una macchina di Turing (un normale computer), non possiede un sistema centrale di elaborazione e delle aree di memoria; tali funzioni sono sparpagliate nei miliardi di neuroni che lo compongono. Non si deve fare l'errore di modellizzare la mente come un'unica gigantesca rete neurale con una serie di ingressi e di uscite che compie le sue elaborazioni in modo misterioso. Il cervello è un insieme di DIVERSE reti neurali, ognuna specializzata per un compito particolare, l'ingresso delle une è connesso all'uscita delle altre. In questo modo si può suddividere il sistema in aree dedicate a specifici compiti, come la fisiologia ci insegna. Le osservazioni fatte dalla medicina su individui che hanno subito lesioni localizzate in aree precise del cervello ci hanno fornito una mappa, rozza ma efficace, delle suddivisioni funzionali dell'organo. Se potremo modellizzare le singole aree e a scalare, come in un gioco di scatole cinesi, le reti neurali coinvolte, allora potremo comprendere come funziona il tutto. Come in un programma si analizzano le singole funzioni per poi capire come producono l'effetto complessivo così dovremo fare con la mente. Per fare tutto ciò è impensabile partire dal prodotto più complesso, la mente dell'Uomo. Sarà molto più utile cominciare con sistemi nervosi semplici, di vermi o insetti, decodificandoli totalmente. Attenzione: non dobbiamo fare un'analisi fisiologica del loro funzionamento ma bensì costruire un modello computazionale eminentemente parallelo che ci spieghi il funzionamento. Trattandosi di reti neurali dovremo, come già detto, inventare un nuovo sistema di codifica. Le reti neurali classiche dell'informatica sono un qualcosa di molto simile alla loro controparte biologica. In esse un singolo neurone è modellizzato come un elemento che ha una serie di ingressi e uscite sui quali compie semplici operazioni. Per ogni connessione sono definiti dei pesi, valori numerici che modulano il segnale in ingresso o in uscita. Il segnale in uscita è la somma dei valori sugli ingressi, amplificati o attenuati in base ai singoli pesi assegnati ad ognuno di essi. Il neurone in pratica ha una sua impostazione, una memoria potremmo dire, che altro non è se non la serie dei pesi. Una serie di strati di neuroni che abbiano gli ingressi connessi alle uscite dello strato precedente produce una rete neurale, un modello di sistema nervoso. Le reti neurali sono state utilizzate in svariati campi, anche al di fuori della ricerca. Per utilizzare praticamente una rete neurale occorre addestrarla, cioè sottoporla ad una fase di apprendimento. Durante tale fase si presentano agli ingressi della rete delle configurazioni prese da casi reali e se ne modificano i pesi dei vari neuroni fino ad ottenere l'uscita voluta. Facciamo un esempio: una rete composta da alcuni neuroni ha sessantaquattro ingressi e dieci uscite, ogni ingresso è un punto di una matrice di punti sensibili da otto per otto elementi che rappresenta un carattere tipografico inquadrato da una telecamera. Se il punto 'vede' una parte nera del carattere sull'ingresso corrispondente della rete vi sarà un segnale di valore cento, se 'vede' una parte bianca il segnale sarà zero e così via per ogni valore intermedio. Noi vogliamo che la rete riconosca i simboli dei numeri attivando l'uscita uno quando 'vede' il numero uno, la due per il numero due e così via. Per addestrare la rete presentiamo all'ingresso un numero e modifichiamo i pesi finché l'uscita corrispondente, e solo quella, si attiva. Avendo una serie di tanti numeri, scritti in modi simili, ad esempio a mano,. potremo ottenere una rete in grado di riconoscerli perfettamente. Il bello di un tale sistema è che quando gli presentiamo un numero NUOVO esso lo riconosce molto bene. Le reti neurali sono cioè in grado di memorizzare le informazioni in modo distribuito al loro interno e poi riescono a categorizzare delle configurazioni in ingresso che sono solo SIMILI a quelle di addestramento. Per ottenere una tale cosa da un computer occorre un circuito MOLTO più complesso ed un programma difficilissimo da scrivere. Con le reti neurali possiamo ottenere dei risultati senza neanche SAPERE cosa succede. Ci limitiamo a far 'vedere' cosa potrebbe capitare e dire ciò che vogliamo ottenere in uscita. La cosa affascinante è che possiamo realizzare delle reti neurali che non solo categorizzano le informazioni ma PILOTANO degli arti. Durante i miei esperimenti sono riuscito ad ottenere reti neurali che osservavano oggetti in un ambiente simulato collegando ai loro ingressi un 'occhio' che vedeva la scena ed alle loro uscite dei 'muscoli' che spostavano l'occhio. Dopo un periodo di addestramento ho ottenuto una creatura virtuale che si guardava attorno nell'ambiente e si interessava alle cose 'tonde' seguendole con lo sguardo. Uno dei risultati di queste modellizzazioni è che ho compreso pienamente il motivo del sonno. Tutti sanno che moltissime creature devono dormire periodicamente ma non ho mai letto la spiegazione del MOTIVO che sta dietro queste fasi di perdita di coscienza. Ho sempre pensato che ci dovesse essere un motivo MOLTO importante dietro il sonno, dato che durante questa fase le creature sono molto vulnerabili e quindi la cosa costituisce un obiettivo svantaggio che l'evoluzione avrebbe avuto tutti i motivi di cancellare. Se questa abitudine è rimasta vuol dire che porta dei vantaggi evoluzionistici a coloro che la praticano o che è indispensabile. Con i miei esperimenti ho scoperto che la seconda è l'ipotesi giusta. La spiegazione della necessità del sonno si trova nel nostro modello di rete neurale: se anche la semplice rete che muove l'occhio nel mondo simulato ha bisogno di essere addestrata allora vi è un periodo in cui non può funzionare normalmente. Durante la fase di addestramento, infatti, nessuna rete neurale può lavorare. Se durante gli esperimenti possiamo sottoporre la rete ad un insieme di dati ingresso-uscita di addestramento e poi farla lavorare per sempre, in natura non può essere così. Una creatura che debba imparare dall'ambiente circostante deve sottoporre periodicamente la sua mente a fasi di riaddestramento. Poniamo che nell'ambiente in cui vive la creatura nasca un nuovo tipo di frutto che è molto allettante ma produce terribili mal di pancia. Il nostro soggetto la prima volta lo mangerà poi soffrirà molto e dovrà ricordarsi di non mangiarlo più. Per far si che l'informazione mangiare il frutto-mal di pancia modifichi il comportamento precedente che magari era mangia la frutta il cervello della creatura andrà riaddestrato. In generale il riaddestramento dovrà comportare il passaggio di tutte le esperienze della creatura insieme all'esito delle stesse, positivo o negativo, in modo da modificare i pesi delle reti neurali coinvolte ed ottenere per il futuro il comportamento più corretto. In un qualche punto del cervello dovrà trovarsi una specie di ‘videoregistratore’ che faccia rivivere alla creatura tutta la sua vita così da trarne utili comportamenti per l'avvenire. La fase di riaddestramento dovrebbe essere periodica e abbastanza frequente in modo che le nuove esperienze della giornata possano essere efficacemente incorporate nel comportamento. Una frequenza che viene in mente è ogni notte. Ecco che il sonno è una fase indispensabile durante la quale il cervello ripercorre tutte le esperienze significative della sua vita e si riaddestra a rispondere ad ogni caso nel modo migliore. Se non ci fosse una fase periodica di riaddestramento la mente non potrebbe imparare dell'esperienza e sarebbe evoluzionisticamente svantaggiatissima. Ecco spiegato il vantaggio della fase di sonno. Allo stesso modo possiamo poi pensare ad un riaddestramento di più lungo periodo, che coinvolge le generazioni che si susseguono in una specie. Comportamenti non modificabili nell'arco della vita dell'individuo possono essere modificati dal nascere di nuove varianti che si affermano grazie al vantaggio evoluzionistico che producono per i loro portatori. In tal modo ho teorizzato un apprendimento individuale, che procede nell'arco della vita di ogni individuo e si affina ogni notte; e un apprendimento di specie che è più lento e procede nell'arco delle generazioni di individui. Se poche semplici osservazioni hanno prodotto la spiegazione di importanti fenomeni naturali come questi chissà cosa potremo fare con i metodi di indagine di cui disporremo in futuro. Un giorno arriveremo a spiegare e simulare il funzionamento totale di sistemi nervosi complessi e troveremo anche una risposta alla questione se esiste l'anima o è possibile una spiegazione della nostra vita puramente meccanicistica. GLI ANIMALI IN OLTREMONDO Cosa ne sarà del proprio cagnolino in Oltremondo? Potremo portare con noi gli animali da compagnia quando ci virtualizzeremo? Non vi sono problemi a virtualizzare qualsiasi essere dotato di un cervello, con la stessa tecnologia che si utilizzerà per gli esseri umani. Un grosso problema potrà però venire dall’eventuale necessità di taratura delle apparecchiature per ogni soggetto. Se non si potrà ottenere una taratura automatica, infatti, occorrerà una certa collaborazione che potrà senz’altro venire da un Uomo ma non da un animale. Se la fase di imposizione del caschetto dell’ultravisore, o di qualsiasi altra apparecchiatura sarà realizzata, potrà portare un Uomo ad un iniziale disorientamento, certamente un animale sarà terrorizzato. Non potremo contare su alcuna informazione e quindi potrà anche rivelarsi impossibile tarare l’apparecchiatura. Quindi non potremo sapere se sarà possibile virtualizzare animali finché non sarà disponibile il caschetto o apparecchiatura equivalente. Probabilmente in un primo momento potremo applicare il procedimento solo all’Uomo e in seguito probabili perfezionamenti potranno anche eliminare la necessità della taratura ed aprire la strada per la virtualizzazione di animali. In ogni caso un animale non potrà scegliere tra le infinite possibilità di Oltremondo ed occorrerà che un Uomo lo porti con sé o lo ponga negli ambienti che deciderà; ovviamente gli animali per cui si procederà a questo trattamento saranno per la maggior parte da compagnia e quindi naturalmente legati ai loro padroni. Una possibilità commovente sarà la ricostruzione di animali che ci sono stati particolarmente cari e che sono morti. In tale caso sarà possibile ricreare queste creature ed ottenere un robot software che si comporterà esattamente come loro grazie alle regole che noi stessi avremo impostato o alla decodifica del DNA dell'animale originale anche a partire da un solo pelo. Una copia di un animale che ci era caro non sarà mai quella creatura ma potrà senz’altro essere una presenza che migliorerà la nostra vita senza nulla togliere a quello che è stato il rapporto con l’essere scomparso. Probabilmente nasceranno anche sistemi automatici che ricostruiranno qualsiasi cosa od essere vivente che per qualunque motivo ci è stato caro. Tali sistemi potranno scandagliare i nostri ricordi e creare una copia veramente identica a ciò che ci ricordiamo, perfetta in ogni particolare. Per tutti coloro che hanno sempre desiderato avere un cane, un gatto, un cavallo o altro, sarà finalmente possibile soddisfare questo desiderio. L’ambiente digitale permetterà il mantenimento di qualsiasi animale che non sarà di alcun disturbo per i vicini, che non richiederà un’assistenza continua e che non costerà troppo. I cacciatori non saranno più osteggiati perché potranno dare la caccia non a creature vive ma ad animali simulati che non soffriranno e non potranno estinguersi. La caccia diventerà un’esperienza davvero stimolante anche per coloro che l’hanno sempre rifiutata per motivi etici. Potremo dedicarci alla caccia grossa nell’Africa dell’ottocento o magari alla caccia al dinosauro o qualsiasi altra pazzia si potrà inventare. Se non saremo abili cacciatori di tigri almeno non finiremo ignominiosamente mangiati! Una possibilità molto particolare deriverà dall’applicazione della mente aumentata agli animali: forse il detto ‘gli manca solo la parola’ cesserà di esistere. Immaginiamo di dotare il cervello di un animale già di per sé molto intelligente, ad esempio un cane, di circuiti neurali aggiuntivi artificiali. Un tale animale potrebbe un giorno arrivare persino a parlare. Così come noi Uomini saliremo un altro gradino della scala evolutiva così gli animali potranno fare altrettanto. Per gli animali di sfondo nei vari ambienti occorrerà probabilmente ricorrere massicciamente alla simulazione in modo da non essere costretti all’uso di animali fisici. In un secondo momento, eliminata la necessità di taratura, si potranno anche utilizzare animali fisici per l’animazione delle controparti digitali ma comunque questo non aggiungerà molto agli ambienti. Senza un adeguato ritorno di informazioni non sapremo mai se un animale si troverà a suo agio e si potrà comportare naturalmente in una situazione simulata. Vi sono istinti e sensi particolari che magari nemmeno conosciamo e che quindi non potremmo simulare correttamente. In tali casi l’animale si comporterebbe in modo strano e noi non potremmo mai capire il perché; si pensi al senso di orientamento degli uccelli migratori, al mistero del ciclo vitale delle anguille, ai sensi particolari dei mammiferi marini. Il comportamento complessivo dei vari animali è invece ben conosciuto e quindi potremo creare degli individui digitali di cui definiremo le regole comportamentali ottenendo una condotta realistica. Il cervello simulato di tali creature sarà guidato da serie di regole che definiranno le decisioni in base ad ogni situazione e potremo anche spingerci fino alla creazione di reti neurali che controllino veri e propri robot con comportamenti estremamente poco ‘meccanici’ e molto naturali. Nuovi incredibili animali verranno inventati e potremo dilettarci con essi popolando strani mondi e facendoli interagire in modi nuovi. Acquari meravigliosi con pesci dai colori di sogno potranno essere realizzati senza paura di sbagliare la qualità dell’acqua e facendo crescere piante splendide in sorprendenti scenografie. Potremo passeggiare in mezzo ai cerbiatti di Walt Disney e giocare con tutti gli animaletti dei boschi. Potremo seguire la vita quotidiana di qualsiasi creatura fisica in modo diretto vedendo a volontà attraverso i suoi occhi. I bambini non arriveranno più all’età adulta senza aver mai visto dal vivo una vacca, senza aver munto il latte, senza aver rincorso delle galline. Nella civiltà odierna molte persone hanno visto gli animali solo in televisione, con Oltremondo potranno avere delle esperienze naturalistiche estremamente più facili ed istruttive, ancorché virtuali, con tutto il rigore della scientificità più estrema. LO SVILUPPO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO Qualcuno ha mai seriamente creduto, nelle alte sfere, che i cosiddetti ‘paesi in via di sviluppo’ avrebbero mai potuto raggiungere l’Occidente industrializzato? Senz’altro sono sempre esistiti sognatori, ma i politici con adeguato senso pratico certamente non hanno mai avuto molte concrete speranze a questo riguardo. Al di là della barriera delle risorse che, come già visto, impedisce FISICAMENTE uno sviluppo di questo tipo esteso a tutti gli Uomini del pianeta, ci sono altri formidabili impedimenti. Ogni struttura, ogni servizio di cui si dispone facilmente nel mondo occidentale, fino a darlo per scontato, sono costati ANNI di lento sviluppo, di faticosi tentativi, di disastri, di cambiamento ed adattamento della mentalità della gente. Pensiamo, ad esempio, alla disponibilità di una rete idrica: gli occidentali danno per scontato che in ogni edificio siano disponibili rubinetti che erogano a comando acqua calda e fredda, ma cosa c’è dietro questo servizio? Non è affatto semplice, banale e scontato, avere l’acqua corrente. Pensiamo di essere uno dei paesi del terzo mondo, o addirittura uno europeo di tremila anni fa: l’acqua si trova in abbondante quantità in fiumi che sono spesso vicini alle città (perché le città si DEVONO costruire vicino ai fiumi) ma non sempre. Se dobbiamo far giungere questo prezioso liquido nel nostro centro abitato dobbiamo cominciare a costruire degli acquedotti. A Roma, nel passato remoto, già esistevano tali strutture. Pensate a quale sforzo sia stato costruire chilometri di muri in mattoni, arcate possenti, ponti per scavalcare vallate, stazioni di pompaggio o dislivelli che si mantenevano sempre in leggera pendenza per distanze enormi. Pensate a quanto lavoro manuale ci sia voluto e soprattutto a quale volontà, a quale potere politico sia stato necessario per costringere masse di Uomini a lavorare insieme per questo scopo comune. Se non adeguatamente stimolati e coordinati, infatti, gli Uomini non riescono ad operare insieme in modo unitario per un obiettivo futuribile o che addirittura non sarà un vantaggio avvertibile per la maggior parte di loro. Pensiamo poi a tutta la tecnologia che c’è da inventarsi o da comprare: conoscenze architettoniche, idrauliche, di biochimica (l’acqua deve essere anche purificata). E tutto questo solo per giungere in città. Poi si deve predisporre una rete di tubi che, partendo da quelli più grossi, si dirami in infiniti canali più piccoli, fino al tubo che arriva in ogni rubinetto di ogni casa. Anche per la rete cittadina occorrono conoscenze, lavoro, coordinamento, desiderio di fare insieme. Soprattutto lavoro, tanto lavoro. Pensate a quanto lavoro ci sarebbe da fare per dotare tutte le case di una città come Roma dell’acqua corrente, se per caso sparissero tutti i tubi. Pensate anche solo al problema di dove far passare le tubazioni in edifici non predisposti, alle infinite questioni di condominio sulla dislocazione degli impianti, sull’aspetto estetico degli stessi. Non si creda che i problemi condominiali siano i minori. Tante volte progetti anche importanti restano bloccati da qualcuno che non vuole vedere un filo sul muro della sua proprietà. I servizi, poi, devono evolversi lentamente nel tempo. La disponibilità di una cosa che non era mai stata offerta prima si scontra con il conservatorismo innato delle persone. Finché i più arditi non iniziano ad utilizzarlo, un nuovo servizio non viene percepito come utile e, visto che spesso c’è da pagare, gli altri non ci pensano proprio di abbonarsi in massa. Per la corrente elettrica è stato lo stesso, così come per il gas, la raccolta delle immondizie, le strade, il telefono, Internet e così via. Da questa semplice analisi emerge la disperata situazione dei paesi in via di sviluppo: stati nei quali non c’è nessuna o quasi delle reti importanti, paesi in cui non ci sono strade decenti, pochi aeroporti, una rete ferroviaria inesistente o quasi. In tali condizioni non è possibile pensare che si possa passare ad uno stadio di sviluppo decente in un tempo ragionevole. Molti sostengono che tale ritardo costituirebbe un vantaggio, dato che si potrebbero installare le versioni più recenti di ogni tecnologia. Ovviamente la rete di distribuzione elettrica non dovrebbe essere realizzata con cavi con guaine in seta ed interruttori in ceramica, ma potrebbe utilizzare i materiali e le tecnologie più moderni. C’è solo un piccolo difetto in questo ragionamento: queste cose COSTANO. I paesi del terzo mondo sono inevitabilmente poveri, la loro arretratezza tecnologica li spinge al margine del mercato globale e allora essi non hanno il denaro sufficiente per acquistare le tecnologie necessarie. Si potrà obiettare che vi sono paesi ricchi di materie prime desiderate dall’Occidente dove l’avidità dei governanti è la causa della povertà del popolo. In molti casi questo è vero, ma non sempre. Ci sono paesi in via di sviluppo in cui governanti illuminati hanno investito nel progresso dei loro popoli e altri in cui ciò non è successo. Se guardiamo a quali sono i paesi ‘illuminati’ vediamo che sono sempre quelli con una popolazione ridotta. La fortuna di avere risorse che hanno un mercato e un governo illuminato può produrre risultati validi solo se le persone sono poche. In tal caso di può allora acquistare le tecnologie d’avanguardia dall’Occidente e vivere decentemente. Quando il paese è molto popoloso non c’è speranza. Troppa gente, troppi impianti da realizzare, producono l’impossibilità di intervenire, non importa quali risorse si abbiano. Se a questo si unisce una cricca di governanti corrotta e dissoluta, il peggio è fatto. Questa situazione è purtroppo la norma per la maggior parte delle persone del pianeta. La stragrande maggioranza degli esseri umani vive in paesi poveri di cose di interesse per l’Occidente o in mano a dittatori insensibili quando non pazzi sanguinari. Il caso più frequente, tuttavia, non è quello del governante carogna o dell’occidente che sfrutta il paese; il caso che capita più spesso è quello del popolo numeroso su di un territorio con risorse scarse. Per questo motivo coloro che lottano per un miglioramento del livello democratico e la riduzione dell’inevitabile sfruttamento da parte dell’Occidente delle situazioni di corruzione, non potranno mai incidere più che sul dieci per cento del terzo mondo. Non sarebbe poco, e tante situazioni di sfruttamento avido in combutta con dittatori assassini gridano vendetta, ma non ci si illuda che questi siano tutti i mali del mondo. La cruda verità è che TROPPI Uomini vivono in paesi POVERI di tutto. In tali situazioni non c’è un bieco Occidente che sfrutta la gente per ingrassare, non c’è un capo di stato insensibile e assassino. La triste realtà è che un qualche sfruttamento c’è, che una cultura della Coca-Cola si diffonde creando a volte danni, ma non è questo il motivo scatenante. Ci sono dittatori che comunque vorrebbero (pur restando loro al potere, ci mancherebbe) un reale miglioramento della vita del loro popolo ma si rendono conto che non ci sono risorse sufficienti. Non si dica che costoro potrebbero rinunciare alle loro barche con i rubinetti d’oro, alle automobili, alla bella vita in costa azzurra, non siamo ingenui! Innanzitutto tali governanti sono Uomini, fragili ed egoisti come tutti. E anche se essi devolvessero tutti i denari che spendono per sé, sarebbe una goccia nel mare. Dobbiamo capire qui ancora una volta che la somma delle ricchezze di TUTTI i magnati non è SUFFICIENTE per elevare significativamente il livello medio di vita dei poveri. Ci sono troppi poveri e pochi ricchi. Coloro che hanno una mentalità più ‘di sinistra’ facciano uno sforzo: comprendano che la redistribuzione delle ricchezze, ancorché teoricamente giusta, non produrrebbe la salvezza dei poveri. Si potrà dire che anche solo un pugno di riso in più potrebbe salvare la vita di un bambino, ma per quanti giorni? La ricchezza finirebbe mentre i bambini devono mangiare TUTTI I GIORNI. Non ci sono sufficienti risorse per tutti, è questa la cruda realtà. In una situazione come questa non sorprende che molti dittatori pensino solo a sé e sviluppino una sorta di indifferenza alle sofferenze del loro popolo. Forse alcuni sono davvero malvagi, ma la maggior parte ha sviluppato una inconscia rassegnazione, forse uno schermo che li protegge dalla sofferenza di cercare una soluzione e non poterla trovare. Potrà sembrare una visione romantica, ma spesso gli Uomini, nel chiuso del loro cuore, sono meno carogne di quanto li si creda. Abbiamo dunque uno sterminato terzo mondo in cui non ci sono gli impianti necessari ad una vita decente, ma davvero tale vita sarebbe la migliore? Potremmo pensare di chiederlo agli abitanti di questi paesi. Cosa credete che risponderebbero? Davvero qualcuno pensa che le utopie di vita naturale, di sviluppo sostenibile, di biocoltivazione, potrebbero mai trovare un seguito tra gente che lotta per mangiare ogni giorno? Alla maggior parte degli Uomini non interessa se il grano per fare la pagnotta che possono mangiare deriva da una coltivazione industriale transgenica, a loro importa solo che essa esista. Non ci si faccia coinvolgere in considerazioni di coltivazioni ‘biologiche’, di sviluppo sostenibile e così via. Sono cose molto belle, ma quasi addirittura blasfeme. Solo gli abitanti dell’Occidente ricco possono permettersi questi distinguo. Nel terzo mondo non interessa a nessuno COME si ottengono le cose, essi vogliono solo sopravvivere. Allo stesso modo sono sciocchezze le considerazioni culturali: si chieda a chi vive ‘a contatto con la natura’ se preferisce tale vita di stenti o le schifezze dell’Occidente. Quasi invariabilmente i McDonald’s vincono. A molti questo produce un fastidio terribile, ma è indubbio che, con tutte le sue brutture, la civiltà occidentale permette a tutti di mangiare, di lavarsi, di avere cure mediche e anche di protestare spaccando le vetrine (supremo esempio di spreco e di quali cose ci si può permettere grazie alla ricchezza di un sistema). I popoli del terzo mondo non dovrebbero essere omologati al nostro modello culturale, ma dovrebbero averne i vantaggi (mangiare, lavarsi, non morire di parto, potersi curare). Come fare? Non è pensabile di costringere queste persone ad uno sviluppo accelerato perché, come visto, ogni infrastruttura necessaria per una vita decente nel mondo fisico richiede tempi lunghissimi per essere realizzata ed accettata (senza considerare i costi di sviluppo non sostenibili). Allo stesso modo, uno sviluppo degli impianti tipici del mondo occidentale produrrebbe un’omologazione dei popoli a questa cultura, l’hamburger diventerebbe un valore, così come capita talvolta nell’Occidente. Se vogliamo conservare la cultura particolare di ogni popolo e contemporaneamente elevarne il livello di vita da un’esistenza animale di stenti a qualcosa di più dignitoso, dobbiamo trovare una nuova via. Tale via è Oltremondo. Un progetto di sviluppo rapido, sostenibile, a costi accettabili da tutti, non può dispiegarsi interamente nel mondo fisico. L’unica speranza per i popoli del terzo mondo è di passare ad uno stato in cui le loro necessità fisiche saranno così ridotte da essere facilmente sostenibili con le risorse dei loro paesi. In tale stato essi dovranno poter accedere a tutte le meraviglie che la vita dovrebbe riservare ad OGNI UOMO. La soluzione è una sola: la virtualizzazione parziale di interi popoli. Non si intende con questo una specie di ‘sterminio di massa’, ancorché con passaggio ad una vita digitale meravigliosa, ma solo la virtualizzazione di quella parte della popolazione che è in enorme soprannumero rispetto alle risorse disponibili. Una gran parte di ogni popolo dovrebbe restare nel corpo fisico finché una malattia o la vecchiaia li consigliasse di virtualizzarsi, ma una porzione consistente dovrebbe virtualizzarsi il prima possibile. La cosa migliore sarebbe di permettere la libera scelta: molto probabilmente, coloro che già vivono un’esistenza pessima sarebbero felici di passare a questo nuovo stadio dell’esistenza, avendo la possibilità di provarlo in anteprima con l’ultravisore. Coloro che conducono un’esistenza dignitosa (per fortuna o perché le risorse di una certa regione lo permettono) potrebbero differire il passaggio tanto più quanto più la loro vita fisica fosse soddisfacente, potendo comunque collegarsi con il caschetto dell’ultravisore, come qualsiasi abitante dell’Occidente. Tale soluzione non è un orrore, non è un ripiego, è un’offerta d’Amore fatta a tutti coloro che non vivrebbero a lungo, comunque non una vita degna di un Uomo. L’Occidente potrebbe aiutare quei governi che non potrebbero pagare gli impianti necessari, dato che le installazioni necessarie sarebbero una frazione infinitesima del costo della sola rete stradale che si renderebbe necessaria per una dignitosa vita fisica. I governanti più illuminati potrebbero guidare il fenomeno, vedendo sparire le sacche di povertà più disperata, le spinte alla rivolta, le occasioni di sofferenza dei loro sudditi. I paesi più ricchi potrebbero finanziare tale soluzione, dato che non occorrerebbero i denari necessari per uno sviluppo delle infrastrutture del mondo fisico, ma soltanto una piccolissima frazione della loro ricchezza. La realizzazione degli impianti necessari per il mantenimento di miliardi di Uomini in stato di oltrevita, infatti, non è molto costosa. Sono sufficienti un certo numero di costruzioni del tutto simili a normali capannoni industriali raggruppati in zone comode e raggiungibili, reti di computer ed attrezzature elettroniche la cui produzione in massa abbatterebbe i costi e impianti per la coltivazione di alghe, il loro trattamento ed il pompaggio di poche sostanze nutritive ai virtualizzati. La cultura dei popoli non verrebbe stravolta né fagocitata dall’Occidente, perché essi passerebbero nel nuovo ambiente con tutte le loro tradizioni, senza contaminazioni. Le possibilità espressive permetterebbero a tutti di creare nuove idee, nuovi concetti che in Occidente non darebbero nati, in modo da dare un loro contributo importante e smetterla di sentirsi ingiustamente ‘inferiori’. Le regioni più belle del mondo tornerebbero ad essere giardini che sostentano una popolazione umana minima, i deserti arretrerebbero, le coltivazioni disperatamente intensive potrebbero rallentare per lasciare il passo ad ambienti più naturali. In questo modo il mondo non si ricoprirebbe di strade, di ferrovie e di lattine di Coca-Cola, ma tornerebbe ad essere un giardino popolato di Uomini in reale equilibrio con la Natura. In una tale condizione si potrebbero davvero introdurre coltivazioni e tecnologie ecocompatibili, mentre una massa sempre crescente di moltissimi miliardi di esseri meravigliosi creerebbe una cultura feconda quale mai si è vista prima. L'EUTANASIA Triste argomento, quello delle persone che sono così disperate da desiderare di porre fine alla propria esistenza. Con l'avvento di Oltremondo nessuno dovrà più desiderare la propria morte per disperazione. Le tecnologie derivanti dalle ricerche sull'interfaccia tra la mente ed i simulatori ci porteranno allo sviluppo di sistemi che azzereranno completamente qualsiasi sofferenza. I segnali del dolore potranno essere soppressi con le stesse tecniche sviluppate per proiettare nella mente i mondi digitali. L'assenza di sensazioni dolorose potrà unirsi alla permanenza in ambienti piacevoli ed interessanti mentre il corpo fisico verrà sottoposto a cure anche molto lunghe e gravose. Con Oltremondo si porrà fine alle lunghe degenze in ambienti deprimenti come gli ospedali, i pazienti potranno continuare a svolgere le loro attività sul piano digitale mentre vengono curati nel loro corpo fisico. La tranquillità di potersi sottoporre al processo di virtualizzazione renderà meno angosciosa qualsiasi patologia. Anche le malattie della mente che possono condurre al suicidio non dovranno più procedere normalmente perché gli individui potranno essere posti in ambienti in grado di contrastare fortemente le loro tendenze negative. Pensiamo per esempio ai depressi: non solo le loro giornate saranno il più possibili solari e stimolanti ma nel loro cervello si agirà a livello neuronale stimolando aree specifiche azzerando la patologia. Forse alcuni vorranno ad un certo punto porre fine alla propria esistenza non per sofferenza ma per noia o perché riterranno di avere esaurito il loro ciclo vitale. Ognuno dovrebbe essere padrone della propria esistenza ma in questi casi si dovrebbe proporre a queste persone la sospensione. Mediante le tecnologie oltremondane si potranno infatti sospendere le funzioni cerebrali e mantenere il cervello in uno stato del tutto simile al coma anche per lunghissimi periodi. I soggetti sottoposti a sospensione si risveglierebbero dopo molto tempo in un mondo che potrà offrire loro nuovi stimoli, nuove filosofie di vita. Se dopo vari balzi nel tempo le persone vorranno ancora morire allora potrà essere loro concesso ma con il passare degli anni incredibili idee si svilupperanno in seno all'Umanità e nessuno potrà rimanere indifferente o annoiato. Gli Uomini del futuro guarderanno con infinita compassione ai loro antenati, sarà difficile per i nuovi nati credere che un tempo si potesse arrivare a desiderare la morte per pure sofferenze fisiche o psicologiche. IL DENARO IN OLTREMONDO Anche se si giungerà ad un punto in cui il denaro non avrà più significato, in molti canali esso resterà, non foss’altro che per creare un’atmosfera. Quando Oltremondo sarà pienamente operativo e la stragrande maggioranza dell’Umanità vi vivrà, ovviamente il concetto di economia a cui siamo abituati diverrà obsoleto. Il denaro è sempre stato un mezzo per misurare la quantità delle limitate risorse disponibili che poteva essere data ad ogni individuo od organizzazione; se la limitatezza scomparirà anche il denaro diventerà anacronistico. La disponibilità illimitata delle risorse cambierà il nostro modo di pensare, non vorremo più comprare le cose ma ACCEDERVI. Questa teoria del passaggio da un’economia basata sul possesso ad una basata sull’accesso è stata portata avanti, tra gli altri, da Jeremy Rifkin (l’era (21) dell’accesso) . In un mondo sempre più virtualizzato dove le nuove versioni delle cose e dei servizi si susseguono ad un ritmo sempre più veloce, il possesso esclusivo dei beni diviene addirittura un peso. Pensiamo ai computer che si sviluppano così rapidamente che dopo pochi mesi ogni modello diviene inesorabilmente obsoleto. In un tale ambiente le persone e le imprese possono preferire abbonarsi ad un servizio che fornisca loro un PC sempre moderno che non è di loro proprietà ma di cui hanno l’uso. Un tale modello economico diventerà sempre più la norma e sempre più transazioni riguarderanno abbonamenti ed accessi a servizi o uso di beni piuttosto che trasferimenti di proprietà. Oltremondo, con l’accento sull’essenza digitale di TUTTI i beni, porterà questo concetto alla sua essenza più pura. Dopo l’economia dell’accesso si assisterà alla virtualizzazione di ogni transazione fisica residua. L’unica cosa che veramente sarà limitata sarà il genio dell’Uomo. Possiamo creare infinite copie di una cattedrale per usarle nei nostri mondi ma il modello iniziale è il frutto dell’ingegno umano; se vogliamo un’altra cattedrale DIVERSA occorre chiedere a qualcuno di progettarla. In quest’ottica si dovrebbe riconoscere qualcosa al progettista, un qualcosa la cui unità di misura potrebbe essere una sorta di denaro. Ma se il progettista avesse un animo da artista? Il miglior pagamento diventerà il riconoscimento ufficiale, la fama, il rispetto dei propri simili. Se il denaro non avrà più senso per comprare nulla, chi vi ambirà ancora? Magari potrebbe essere il mezzo per accedere a creazioni di altre persone, guadagnare progettando edifici meravigliosi per poter entrare in mondi di musica sublime realizzati da altri artisti. Ma questo atteggiamento sarebbe davvero meschino e lontano dall’animo di un vero creativo. Alla fine tutti coloro che creeranno nuove cose per l’Umanità lo faranno gratuitamente, con la sola ricerca del riconoscimento dei loro simili. Ovviamente questa situazione ideale si realizzerà solo dopo moltissimo tempo, probabilmente secoli. Nella prima fase della realizzazione di Oltremondo il denaro rimarrà sempre ben presente e con un grande significato. Prima e subito dopo l’apertura ufficiale i canali disponibili saranno sia gratuiti (come tutti quelli sviluppati dalla Fondazione) sia a pagamento parziale o totale, in modo da creare opportunità di business per tutti coloro che vi vorranno dedicare sforzi ed investimenti. In questa fase, in cui le persone saranno ancora costrette a vivere nel mondo fisico, sarà necessario poter riconoscere una ricompensa per il loro lavoro creativo. In fondo essi dovranno ancora cibarsi di alimenti fisici e comprare tutto ciò di cui avranno bisogno. Solo la Fondazione, con il suo scopo dichiaratamente filantropico, potrà realizzare canali del tutto gratuiti di grande valore. Dopo l’apertura ufficiale si passerà gradualmente ad una fase successiva. Le persone inizieranno a trascorrere in Oltremondo sempre più tempo riducendo di conseguenza le loro necessità fisiche. Sarà sempre meno importante, ad esempio, viaggiare fisicamente perché i viaggi digitali saranno di gran lunga più soddisfacenti. Coloro che operavano nei vari settori, ad esempio i possessori di agenzie di viaggi, vedranno ridursi gradualmente il loro giro d’affari ma vedranno crescere il business di attività parallele nel mondo digitale che avranno avviato beneficiando dell’esperienza e delle entrature provenienti dalla loro attività fisica. La transazione sarà del tutto indolore, anzi, verificandosi un’esplosione delle possibilità per OGNI UOMO, tutti sperimenteranno infiniti vantaggi e saranno ben felici del cambiamento. Si può ben rinunciare alla propria florida botteguccia se in cambio si può diventare l’imperatore più potente che l’Umanità abbia mai visto! Col passare del tempo sempre più persone passeranno poi all’oltrevita, abbandonando del tutto l’esistenza fisica per trasferirsi definitivamente in Oltremondo. Questo produrrà una graduale riduzione della popolazione umana fisica e la parallela riduzione dell’economia del vecchio mondo. Il denaro rimarrà lungamente presente e forse non cesserà mai di esistere nel mondo fisico, ma certamente in quello digitale la sua funzione primaria cesserà. In molti canali, tuttavia, il concetto di valuta rimarrà ben presente per sempre. Pensiamo ad un canale in cui si possa vivere nell’antica Roma: i sesterzi e le barre d’oro saranno SEMPRE molto importanti. Se si firmerà un contratto a tempo per entrare in questo canale e si vorrà mangiare si dovrà lavorare, commerciare o rubare per procurarsi la pecunia. Se non si mangerà si starà male, proprio come nella vita fisica. Ovviamente tali regole saranno del tutto pubbliche e chi le accetterà lo farà spontaneamente, cesserà cosi il bieco ricatto della vita fisica: sei nato, vivi, devi mangiare e quindi lavora. Nessuno sarà più costretto a lavorare per vivere, ci si potrà occupare di ciò che più ci interessa. Molti tuttavia sceglieranno l’impegno dei canali realistici e allora ritroveranno i vincoli economici classici, ma per scelta questa volta. Nei canali dotati di denaro ci potranno essere varie opzioni di ingresso; si potrà entrare con un ammontare fisso, con un totale casuale o COMPRANDO della valuta. Quest’ultimo caso sarà molto interessante, specie nelle prime fasi di Oltremondo. In pratica un tale canale potrà essere come uno stato sovrano che VENDE il proprio denaro ai viaggiatori in cambio del loro. Ugualmente, in uscita si potrà cambiare di nuovo l’ammontare di cui si sarà in possesso in qualsiasi altra divisa esistente. In questo modo le persone potranno anche andare a vivere per un certo tempo in un canale ed uscirne con più denaro di quanto ne avevano entrando, proprio come succede nel mondo fisico quando ci si trasferisce per qualche periodo all’estero. Sorgerà una banca di Oltremondo che gestirà e garantirà tutti questi scambi monetari ed avrà compiti ancora superiori a quelli della vecchia banca mondiale, sarà davvero un’ULTRABANCA. Il vecchio concetto del denaro, quindi, non morirà mai ma subirà nuove e pesanti trasformazioni, arrivando in molti casi a sparire del tutto e giungendo comunque a non esser più la tirannia che oggi ancora è per tanti esseri umani. LA NUOVA ECONOMIA La ricchezza è sempre stata un bene prezioso e limitato, fatalmente legato al lavoro umano. Nel mondo fisico, essendo la ricchezza disponibile limitata, i cittadini dei sistemi capitalistici hanno sempre cercato di appropriarsene la maggior fetta possibile. I sistemi comunisti non hanno prodotto sufficiente ricchezza per tutti mentre gli altri ne hanno prodotta molta di più ma suddivisa in modo non omogeneo. L’economia si è sempre occupata di spiegare come le variabili del mercato cambino in base ai fattori che le influenzano, tali teorie sono ovviamente inadeguate per Oltremondo. Nel nuovo ambiente digitale la ricchezza sarà CREATA EX NOVO, non sarà più una costante tipica di ogni sistema macroeconomico che va a modulare la capacità di lavoro della popolazione. Grazie alla rivoluzione oltremondana TUTTE le persone avranno accesso ad una quantità di ricchezza immensamente superiore a quella che avrebbero potuto produrre anche nel migliore dei sistemi economici del mondo fisico. Tale rivoluzione non ha ancora ricevuto neanche una fuggevole occhiata e qui per la prima volta si affronta seriamente in modo teoretico la questione. Una delle prime ‘leggi’ dell’ultraeconomia sarà che ‘il totale delle risorse disponibili supera la somma delle singole capacità produttive’. In Oltremondo sarà come se legioni di instancabili robot lavorassero per l’Umanità onde produrre tutto ciò di cui ogni Uomo avrà anche solo lontanamente bisogno. In una tale condizione la dittatura del capitale avrà fine e non vi sarà mai più lo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo. Assisteremo alla scomparsa del concetto del plusvalore: non essendo più i beni prodotti dalla classe del proletariato (che sparirà), non vi potrà più essere un capitalista che si appropri del plusvalore generato nel processo produttivo. Il crollo di tutte le barriere all’ingresso in ogni mercato produrrà la fine del primato del capitale, dato che nessuno necessiterà di impianti costosi per iniziare una qualsiasi attività. In un sistema dove la creatività di ogni Uomo può esprimersi senza attriti TUTTI possono produrre qualsiasi cosa per la quale abbiano capacità. Si passerà ad un tipo di capitalismo ‘naturale’ dove le barriere all’ingresso in ogni settore non saranno più il capitale o le entrature politiche ma solo le capacità mentali di ognuno. Anche tali barriere, però, non saranno insormontabili per molte persone dato che basterà documentarsi e studiare, con tutta tranquillità, per poter accedere ad attività di interesse. In definitiva, si assisterà ad uno ‘spostamento di focus’: i nuovi capitalisti saranno coloro che disporranno di capacità mentali superiori grazie alla loro naturale predisposizione genetica. In questo senso si potrà parlare di ‘nepotismo genetico’: passaggio del capitale da una generazione alla successiva per via del DNA. Tutte queste considerazioni non vanno intese come una nuova teoria eugenetica, con un possibile sbocco in concetti di ‘razza superiore’ ma solo come considerazioni eminentemente tecniche, applicate ad individui o a nuclei familiari, non a ‘razze’. Ricordiamo che i concetti razzisti puntavano ad una molto maggiore (o totale) suddivisione delle scarse risorse disponibili nel mondo a favore delle ‘razze superiori’; in un mondo di risorse infinite non ha più senso parlare di disomogenee suddivisioni razziste dato che non vi è nessuna torta limitata da spartirsi. La nuova economia segnerà anche la fine della ricerca del profitto dato che ogni persona produrrà per il solo piacere creativo, senza un giudizio di merito da parte del mercato. In una tale economia la molla che spingerà le persone sarà il piacere individuale, l’animo artistico e la ricerca del consenso e dell’apprezzamento dei propri simili. Ovviamente tale apprezzamento potrà anche essere ricercato in piccoli gruppi, con produzioni ‘di nicchia’ che in un sistema economico tradizionale non avrebbero potuto trovare sufficienti risorse per svilupparsi. Ecco quindi emergere la teoria della ‘totale esplorazione di tutte le direzioni di ricerca e sviluppo’ da intendersi nell’accezione più ampia, dalla scienza all’arte alla filosofia e oltre. In un sistema ultraeconomico assisteremo alla produzione di concetti che non sarebbero mai emersi in un’economia fisica, vuoi per oggettivi motivi di impossibilità tecnica (si pensi ad un servizio di viaggi nel tempo), vuoi per motivi di convenienza. Il commercio ridurrà di molto il suo valore dato che si passerà sempre di più ad un rapporto diretto tra produttori ed utilizzatori. Il vecchio concetto di intermediario, per esempio il grossista, non avrà più senso in un mondo in cui i beni non avranno nessuna consistenza fisica e non necessiteranno di trasporto e stoccaggio. Il ruolo degli intermediari passerà a quello di ‘collettori’ di possibilità omogenee che forniranno un ampio ventaglio di cose dello stesso tipo, assistendo le persone nella scelta di quella più adatta alla bisogna (ad esempio un servizio di raccolta e catalogazione dei viaggi nel tempo disponibili). Un altro ruolo che andrà progressivamente affermandosi è quello degli ‘agenti’, ricoperto anche da operatori puramente automatici, che assisteranno le persone nelle loro scelte e necessità di carattere generale indirizzandoli o proponendo le possibili scelte in ogni istante della loro vita per cui vorranno assistenza. Questo ruolo è l’opposto del ‘collettore’ visto prima, esso è tanto generalista quanto l’altro è specializzato. Forse ci si chiede se tutte queste assistenze saranno davvero necessarie ma questo è un retaggio della vecchia economia fisica. Si è infatti passati nel corso della storia dell’Umanità da una situazione iniziale preumana di nessuna disponibilità di prodotti e servizi ad una sempre maggiore offerta. Tale offerta è giunta nel ventesimo secolo ad un punto del suo sviluppo esponenziale che è vicinissimo alla saturazione della capacità ricettiva del singolo individuo. Nell’occidente industrializzato le persone alla fine del ventesimo secolo erano bombardate da proposte in numero almeno triplo rispetto alla metà del secolo, a sua volta molto maggiore di quello del secolo scorso e così via. In una tale situazione un ulteriore aumento delle possibilità di scelta supererebbe la capacità di elaborazione disponibile per unità di tempo del singolo individuo. Per questo motivo in Oltremondo, con l’esplosione esponenziale delle possibilità, occorreranno degli ‘agenti’ che possano vagliare per noi le scelte e proporci le più adatte alla nostra indole. Questo concetto è esprimibile nella teoria della ‘offerta superiore alla capacità di scelta della domanda’. L’aumento della durata dell’esistenza porterà ad un ampliamento del mercato che giungerà a contare moltissimi miliardi di esseri umani. Un tale numero di utenti, che potranno essere tutti anche contemporaneamente fornitori, produrrà un’ulteriore reazione positiva nelle possibilità umane. Nuovi concetti filosofici emergeranno e gli esseri umani diventeranno molto diversi da ciò che sono stati in passato. Gli scambi tra persone diventeranno sempre più rapporti puramente intellettivi e si potrà ‘comprare’ l’esperienza di altri individui. L’impossibilità di fare in proprio tutte le esperienze possibili, data la loro sterminata estensione, unita alla tecnologia della telepatia pratica, porterà ad un mercato delle idee di sintesi maturate dai singoli individui. In un tale ambiente ci interesserà acquistare il punto di vista di una persona che stimiamo, o che è universalmente riconosciuta come autorevole, su di un particolare aspetto che richiederebbe troppo tempo per essere da noi esplorato completamente. Potremmo ad esempio comprare l’idea che si è fatto dell’antica Menfi un eminente studioso dopo che ha fatto centinaia di viaggi vivendo in quell’ambiente per anni. Una tale possibilità porterà ad un’esasperazione della contrazione dei cicli produttivi e dell’arco della vita dei prodotti. La tendenza alla rapida obsolescenza dei prodotti giungerà al culmine con la possibilità di acquistare o comunque recepire un punto di vista già completo ed autorevole sulle cose in oggetto. Assisteremo alla ‘tendenza a zero della durata del ciclo di vita dei prodotti’. Tutte queste possibilità non porteranno affatto ad una situazione di parossismo consumistico, dato che l’aumento considerevole della durata della vita ridurrà l’angoscia esistenziale dei singoli. Le persone diverranno più riflessive e daranno maggiore importanza alla qualità della loro vita mentale, prendendosi delle pause di piacere molto più di frequente ed acquistando le idee di sintesi delle esperienze che non desidereranno fare direttamente. Una tale Umanità non ricadrà più negli errori e soprattutto nelle tentazioni del passato, ma svilupperà nuove filosofie di vita, senza imposizioni per nessuno; ogni Uomo sarà libero di sperimentare ciò che vorrà. Non ci saranno più poveri, non ci saranno più schiavi; esisteranno solo creature libere e meravigliose. LA POLITICA E OLTREMONDO Se ogni idea che coinvolge un numero significativo di esseri umani in un progetto comune teso a cambiare le loro vite e quelle del prossimo deve necessariamente essere chiamato un progetto politico, allora Oltremondo lo è eminentemente. C’è uno spontaneo rigetto quando si parla di politica, un senso di contaminazione di pure idee da parte di un moloch che tutto fagocita, spesso piegandolo al bieco interesse dei singoli. Per questo molti si sono disinteressati di politica e non amano sentirne parlare. Il loro atteggiamento è simile a quello dell’amante che, avendo idolatrato una persona per poi veder naufragare miseramente tale storia di passione, diventi cinico e non si faccia più coinvolgere in nulla. Un cuore triste, impermeabile alle sofferenze così come alle meravigliose passioni che ci rendono vivi. Parlare di politica è come avventurarsi in un campo minato, senza che molti abbiano il coraggio di seguire. Spesso i discorsi politici assicurano feroci discussioni capaci di generare odii profondi anche tra amici per la pelle; meglio sarebbe quindi non avventurarvisi. Ma qualcuno porrà la domanda fatidica: Oltremondo è di destra o di sinistra? E il Primo fondatore? E quale sarà l’orientamento dell’assemblea dei fondatori? E così via. La politica ha sempre avuto a che fare con l’organizzazione di gruppi più o meno estesi di esseri umani, con la direzione generale che si voleva dare ai loro sforzi e, in ultima analisi, al come distribuire le limitate risorse disponibili, segnatamente il lavoro di ognuno. In quest’ottica Oltremondo sarà un progetto politico teso al suo annientamento: nella fase di realizzazione all’interno del vecchio mondo fisico, con la limitatezza delle sue risorse, occorrerà trovare un vasto consenso, soprattutto riguardo all’uso e distribuzione delle limitate risorse disponibili; non appena l’accorto uso di tali risorse avrà portato alla partenza ufficiale di Oltremondo le risorse diverranno infinite e più nessuna politica sarà necessaria. Al di là dei biechi compiti organizzativi, si dovrebbe parlare di IDEALI. Un’idea politica senza ideali non ha alcun valore, sarebbe solo un bieco coacervo di interessi. Per definire un ideale politico oltremondano mi vedo costretto a rifarmi ad una mia evoluzione personale, niente potrebbe, infatti, essere più personale. Io sono sempre stato un imprenditore, per lunghi anni della mia giovinezza ho cercato l’utile ed il successo economico. Quasi ogni volta l’ho trovato. Mi sono reso conto, con il passare degli anni, che i momenti migliori della mia esistenza non sono mai stati quelli del successo imprenditoriale. L’Uomo anela al successo, ma quando lo raggiunge si accorge che esso è effimero e l’unico vero stimolo si trova nella ricerca, nell’anelito vitale verso un obiettivo grande e meraviglioso. Io ho costruito aziende, le ho portate al successo, ho ideato servizi innovativi ed utili a moltitudini di persone, ho creato coppie, ho fatto nascere amori, mi sono comprato automobili sportive, viaggi, uffici, mobili, giocattoli ed ogni sorta di cose meravigliose. Ma i momenti più belli della mia vita li ho vissuti quando mi sono trovato fianco a fianco con altri esseri umani, uniti per un obiettivo comune. La tensione della ricerca del successo, l’amore per le proprie idee e soprattutto la enorme, incomparabile gratificazione di vedere tantissimi altri esseri umani usare ed apprezzare le proprie creazioni, questa è stata la felicità. Ho scoperto, dopo anni di intensa attività imprenditoriale, che queste erano le cose che desideravo, che queste erano le cose VERE dell’esistenza. Per provarle non è necessario essere il padrone di una fabbrica, il direttore di un istituto, il capo di un partito politico. Non sono sensazioni appannaggio esclusivo del capo, non si tratta di desiderio di potere sugli altri. Qualsiasi azienda, quando si adagia sulla logica mercantile e borghese (sì, proprio borghese) della ricerca del profitto e della misurazione del proprio successo sulla base dell’utile generato, abdica al suo ruolo sociale. Ogni gruppo di esseri umani dovrebbe, in un’ottica di sana attività lavorativa, cercare di produrre beni e servizi utili alla società. Il ritorno economico è solo un effetto collaterale, necessario in un mondo con risorse economiche limitate. L’errore, del tutto naturale tuttavia, è quello di considerare il guadagno un fine in sé. Il denaro che si ricava dalle proprie attività è solo un giusto mezzo per poter avere dal prossimo i LORO prodotti in funzione dei nostri sforzi. Non vi dovrebbe essere un giudizio di merito in questo. Infinite distorsioni derivano da questa mentalità. Gli Uomini non dovrebbero comportarsi come mercenari, uniti solo dall’interesse comune, pronti a dividersi e tradirsi non appena le mutate condizioni del mercato rendessero appena più vantaggioso un altro accordo, o il passaggio nel campo avversario. Non si deve vedere queste considerazioni come un ritorno a ideologie di ‘lotta’ proprie degli assolutismi dell’inizio del ventesimo secolo: non si deve dare un giudizio negativo di un individuo che si licenzia da una ditta per passare ad un’altra che gli offre poco di più, esso non va visto come un traditore della patria. Le due aziende, anche se concorrenti sul mercato, non sono certo nemici per la vita come capitò alle nazioni nelle ultime guerre mondiali. Semplicemente, è triste che una persona non si appassioni al gruppo in cui lavora, ai progetti in cui è coinvolto, ma misuri il suo impegno esclusivamente sulla base monetaria. Non dico che non sia comprensibile, tutti vogliono una casa più grande, un’altra automobile, una vita migliore per la propria famiglia; è semplicemente triste. Il vivere ogni cimento della vita esclusivamente in una logica mercantile, alla ricerca del profitto e del miglior rapporto guadagno/ore lavorate non è soddisfacente. L’Uomo ama poter CREDERE in ciò che fa, essere in un gruppo affiatato. I risultati, gli ideali, devono essere prioritari. Dovrebbero. Il mondo fisico con la limitatezza delle sue risorse, con la brevità della durata della vita umana, non permette certo troppi idealismi. Questo è triste. Gli uomini dovrebbero dedicarsi con impegno alla grande sfida dell’affrancamento delle loro esistenze da questi vincoli, guadagnando il giusto nel processo. Io personalmente ho deciso di passare da una logica capitalistica ad una filantropica. Ogni Uomo degno di questo nome prima o poi si rende conto di come sarebbe più bello poter lavorare in gruppi di persone affiatate che creano qualcosa di grande e di nuovo, guadagnando nel processo, ma non ponendosi tale guadagno come unico obiettivo. Non si deve essere ingenui, finché esisteranno risorse limitate il denaro rimarrà come arbitro della fetta del lavoro degli altri a cui ogni individuo potrà avere accesso, ognuno cercherà la fetta maggiore possibile di tale ‘torta’. Con il progetto Oltremondo potremo fare un primo passo nella direzione dell’allontanamento dalla logica mercantile che ci ha dominati fino ad oggi. Quello che si delinea è un nuovo tipo di capitalismo. Un capitalismo in cui le aziende, i gruppi di Uomini che lavorano insieme, possono essere tenuti insieme dagli ideali. Gruppi che avranno comunque interessanti e probabilmente meravigliosi ritorni ma che non metteranno tali guadagni al centro dei loro interessi. Il sentirsi una comunità, il lavorare insieme, il piacere di vedere gli altri apprezzare il proprio lavoro, saranno predominanti. Allo stesso modo tale ‘politica’ è lontanissima dal bolscevismo. La base del comunismo è sempre stata la lotta di classe, un concetto anch’esso retaggio dell’inizio del ventesimo secolo. Nel processo di sviluppo di Oltremondo e ancora di più quando esso sarà avviato, non ci saranno più classi sociali, non esisteranno ‘padroni’ che sfruttano il prossimo a cui strappare una vita migliore. La dittatura del proletariato non avrà più senso perché il proletariato sparirà. I proletari non diverranno borghesi, diventeranno semplicemente più liberi, migliori. L’idea politica oltremondana non definisce come ci si debba spartire una ricchezza fatalmente limitata ma semplicemente mira a rendere tutti protagonisti della creazioni di una infinita nuova ricchezza. La via oltremondana all’organizzazione sociale è perfettamente perseguibile e trova la sua giustificazione nel fatto che in pochi decenni una nuova meravigliosa tecnologia cambierà per sempre la vita di tutti. Non dovremo più preoccuparci di cosa ne sarà di noi nella vecchiaia, di cosa lasceremo ai nostri figli e così via. Costruiremo insieme un mondo diverso e migliore, un mondo reale, non un’utopia. Saremo tutti realmente fratelli. LA TECNOLOGIA PRINCIPALE DEL VENTUNESIMO SECOLO In questo capitolo tenteremo una dimostrazione rigorosa dei motivi per cui la tecnologia che maggiormente si svilupperà e avrà il maggiore impatto sulle nostre vite sarà quella dell’ultravisione, in particolare del tipo descritto nei capitoli precedenti. Ci dovremmo chiedere, innanzitutto, quale sia stata la tecnologia che maggiormente si è sviluppata e ha cambiato il mondo nel secolo precedente. Il pensiero va ovviamente a tutta una serie di realizzazioni: i voli di linea, i viaggi spaziali, la medicina curativa e diagnostica, l’energia atomica (nel bene e nel male), l’elettronica e i computer. Si nota abbastanza chiaramente che, pur avendo assistito a tutta una enorme serie di rivoluzionari successi, niente ha avuto un impatto come quello dell’informatica. Il computer è nato nella seconda metà del ventesimo secolo (intendendo per computer macchine elettroniche) ma ha rapidamente invaso la vita di tutti e ridisegnato il mondo. Internet, l’ultimo gigantesco passo dell’informatica, ha cambiato il modo di vivere di milioni di persone e offerto delle possibilità che, sebbene ancora non pienamente comprese e sfruttate, prima semplicemente non esistevano. Perché l’informatica ha avuto un tale esplosivo successo e diffusione? Ci si dovrebbe innanzitutto domandare CHE COSA ha portato alle persone che prima non esisteva. Ogni tecnologia nasce per risolvere un problema, per soddisfare una richiesta dell’Umanità. Il volo di linea, ad esempio, è nato perché gli Uomini volevano spostarsi velocemente su lunghe distanze. Se non ci fosse stato questo desiderio gli aerei commerciali non sarebbero mai stati realizzati. Si sarebbero costruiti comunque aeromobili, ma per altri scopi e oggi nei cieli del mondo non ce ne sarebbero così tanti. Allo stesso modo i viaggi spaziali hanno soddisfatto la sete di conoscenza, la curiosità profonda di tutti noi, cose che ci hanno reso gli esseri pensanti che siamo. Ogni tecnologia ha soddisfatto dei bisogni, e tanto più questi bisogni erano soddisfatti bene, tanto più la tecnologia era importante, studiata, diffusa. Ma non è tutto qui. Una cosa che solo alcuni settori possono fare è quella di soddisfare TANTI DESIDERI. I viaggi spaziali soddisfano il desiderio di avventura e di conoscenza, ma non quello ludico, ad esempio. Il volo di linea soddisfa alcune necessità ma non decine. UNA SOLA tecnologia ha soddisfatto un gran numero di desideri, ed è diventata quella a più alto tasso di sviluppo: l’informatica. I computer, specie dopo la nascita di Internet, hanno dato tantissimo all’Umanità. Informazioni, memorizzazioni efficienti e precise di ogni tipo di contenuti, trasmissione rapida ed efficiente di dati, giochi, divertimento e contenuti lavorativi, facilità di contatti interpersonali, effetti speciali per un cinema meravigliosamente migliore, arte e cultura molto più facilmente accessibili, migliori documenti scritti, stampati e condivisi, possibilità espressive di alta qualità per ogni persona che voglia dedicarsi, anche solo a livello hobbistico, a una qualsiasi arte e così via. Se ci si ferma a pensare si scoprono infiniti settori delle attività umane in cui il computer ed Internet hanno portato nuove eccitanti possibilità. La vita di tutti è migliorata molto, sia che si fosse utenti, sia che si fosse autori di contenuti. Le nostre capacità mentali si sono estese, la nostra memoria ha avuto un supporto digitale perfetto ed incorruttibile (beh, quasi sempre!). Appare quindi ovvio che l’informatica sia stata il più grande successo del ventesimo secolo: è stata la tecnologia che più ha dato all’Uomo. Se ci si pensa è ovvio: ogni prodotto ha estimatori, denigratori e neutrali. Quanto più una tecnologia può dare qualcosa ad ogni Uomo, tanto più è probabile che trovi persone che ci vogliano lavorare, che ne pensino bene, che la consiglino agli amici. Se paragoniamo l’informatica ad un qualsiasi altro settore si nota come non ci sia qualcosa che anche lontanamente abbia mai avuto possibilità comparabili, e quindi nessun settore è mai letteralmente ‘esploso’ come quello dei computer. Con questo non si intende che, ad esempio, l’automobile sia inutile, ma semplicemente che il tasso di sviluppo di altri settori sia sempre stato giustamente molto minore. Il mondo è stato invaso dalle automobili, ma non alla velocità con cui è stato invaso dai computer. Si fa spesso il paragone con la storiella che se le automobili si fossero evolute alla velocità dei computer allora oggi una macchina costerebbe un centesimo di dollaro, andrebbe più veloce della luce e non consumerebbe niente. A parte aspetti di tipo fisico, questa storia racconta che l’Umanità ha speso nello sviluppo dell’automobile tantissimo, ma comunque enormemente meno che nello sviluppo dell’informatica. Sono considerazioni banali, ma occorre farle; ogni tecnologia si sviluppa e attira ricercatori ed aziende a lavorarci sopra in funzione del suo successo di pubblico. Il successo di pubblico di una tecnologia, a sua volta, è determinato da quanti problemi risolve, da quanti desideri soddisfa. Una tecnologia che soddisfa tante necessità vede moltiplicarsi il suo tasso di espansione, fino a diventare esplosivo. Non è facile capire in anticipo quali tecnologie esploderanno, anche perché non sono più di una, massimo due per secolo. Nel ventesimo è stata l’informatica e ha fato la fortuna di tanti. Quello che più ha avuto successo è stato Bill Gates, con la sua Microsoft. Eppure, anche leggendo tutte le sue biografie, analizzando i suoi libri, non si coglie mai la consapevolezza di quello che stava per accadere. Anche l’Uomo che sarebbe diventato il più ricco del mondo, indubbiamente una persona geniale, non si è mai seduto a riflettere pensando alle cose summenzionate, non ha mai deciso freddamente di puntare sull’informatica perché essa avrebbe sconvolto il mondo. In gran parte Bill Gates ha avuto fortuna. Cosa succederà nel ventunesimo secolo? Su quale tecnologia dovranno puntare i Bill Gates del futuro? Quale settore avrà un tasso di sviluppo prodigioso? Forse adesso queste domande possono essere poste, forse possono avere una risposta. Dovremmo analizzare quali tecnologie si renderanno disponibili o giungeranno prevedibilmente a maturazione nei prossimi decenni e poi analizzare a quanti bisogni daranno risposta, basterà poi scegliere quella che soddisferà più desideri e il gioco sarà fatto. Facciamo quindi un elenco di tecnologie e dei desideri che con esse troveranno soddisfazione: Medicina molecolare Medicina genomica Nanorobotica Motori ad emissione zero Motori spaziali a ioni e nucleari Aerei di linea di nuova concezione Sviluppo di Internet Wireless (comunicazioni radio senza fili) Elettronica pervasiva (pervasive computing) Casa intelligente (domotica) Tecniche di clonazione Cure gerontologiche Realtà virtuale di nuova generazione (ultravisione) Cura precisa di molte malattie, allungamento della vita, maggiore qualità della stessa Cure personalizzate e precisissime di molte malattie, diagnosi eccezionalmente mirate per ogni individuo, allungamento della vita, maggiore qualità della stessa Cura precisissima ed intelligente di qualsiasi patologia, possibilità di modificare il proprio aspetto e quello di qualsiasi oggetto, miglioramento dell’ambiente in cui si vive, creazione di oggetti dal nulla, grandissimo allungamento della vita e forte aumento della qualità della stessa Riduzione dell’inquinamento, migliore qualità della vita Possibilità di completa e rapida esplorazione del sistema solare, viaggi umani verso tutti i pianeti Viaggi a bassissimo costo, maggiore sicurezza e comfort negli spostamenti, lieve riduzione dei tempi di percorrenza Elevatissima velocità, diffusione di film e contenuti multimediali interattivi tramite la rete, proliferazione dei canali disponibili, personalizzazione estrema di ogni comunicazione e programma di intrattenimento Evoluzione estrema dei telefoni cellulari, possibilità di accesso a quasi tutti i contenuti in ogni luogo del pianeta, disponibilità di potenze di calcolo enormi in ogni luogo, sviluppo gigantesco delle comunicazioni Diffusione di sistemi elettronici ‘intelligenti’ in ogni oggetto di uso quotidiano, possibilità di ‘dialogare’ con prodotti di ogni tipo, autoregolazione semplice di qualsiasi apparato Abitazioni che si autoregolano, limitata possibilità di pulizia e manutenzione automatiche, grande facilitazione della vita di ogni giorno. Produzione di chimere (animali che non esistono in natura), duplicazione di animali da compagnia, cure molto sofisticate e personalizzate, possibilità di riproduzione per chiunque, manipolazioni della vita di qualsiasi tipo, problemi etici Forte aumento della durata della vita, forte aumento della qualità dell’esistenza, riduzione dei problemi della vecchiaia Eccezionale aumento della durata della vita, superiore a quello della somma delle tecnologie summenzionate, possibilità senza limiti per ogni essere umano, spostamenti istantanei, fine della necessità di tutta una serie di cose (abiti, case, bagagli, automobili,…), possibilità di possedere letteralmente ogni cosa di ogni epoca passata, presente o futura. Vedere i capitoli precedenti per l’enorme elenco di possibilità. La tecnologia di Oltremondo darà soddisfazione a TUTTE le necessità di OGNI Uomo, senza eccezione. La tabella è solo una piccola analisi comparativa, si possono aggiungere tecnologie e idee a piacere, NIENTE può competere con una cosa che soddisfa tutte le necessità di chiunque. l’Ultravisione nel ventunesimo secolo sarà non solo la tecnologia di maggior successo, ma sarà quella di maggior effetto e valore di TUTTI I TEMPI. Vista l’analisi svolta prima, ci si rende conto che lo sviluppo di Oltremondo sarà supportato da quasi la totalità dell’Umanità e farà il suo effetto su ogni Uomo. RINASCIMENTO DIGITALE Con Rinascimento si indica un periodo storico compreso tra l’inizio del XV secolo e la metà del XVI, caratterizzato dall’affermarsi in Europa di un nuovo stile di vita e dal rifiorire degli studi e delle arti. Esso fu una gigantesca rivoluzione culturale, storica ed economica, che segnò il passaggio dal Medioevo all’età moderna. La società europea fu grandemente modificata dalla nascita della borghesia e dei sui ideali pratici, dei suoi metodi empirici, creando la figura dell’intellettuale, dello scienziato e dell’artista laico. Questo prodigioso rinnovamento della cultura occidentale, che verrà chiamato, a seconda dell’ambito in cui si svolse (artistico, letterario o religioso), Rinascimento, Umanesimo o Riforma, ha come elemento comune la ricerca nel passato pre-medioevale di modelli perfetti sui quali far rinascere quell’Uomo ideale che il Medioevo aveva oscurato. Al centro di questo movimento viene posto l’Uomo, che comprende in sé ogni cosa, diventando a tutti gli effetti un intero universo di per sé, che rispecchia quello esterno e lo elabora attraverso la sua mirabile capacità culturale. Nella vita politico-religiosa accadono eventi importantissimi come il concilio di Ferrara-Firenze, il concilio di Trento che sancisce la frattura della cristianità operata dalla Riforma protestante, la caduta di Costantinopoli con la fine dell’impero bizantino, l’introduzione delle armi da fuoco, l’inizio dei rapporti coloniali tra l’Europa e l’Estremo Oriente, la conquista del Messico e del Perù. Nel campo artistico nasce la fabbrica di S. Pietro, vengono realizzate le stanze di Raffaello e la Cappella Sistina, i capolavori architettonici del Brunelleschi, dell’Alberti, del Bramante , nasce la scultura di Donatello, del Ghiberti, del Verrocchio, la pittura del Botticelli, di Leonardo, di Michelangelo, di Raffaello, di Tiziano e tanti altri. Nel campo scientifico si assiste alla scoperta dell’America, alla circumnavigazione della Terra da parte di Magellano, alla pubblicazione della teoria eliocentrica di Copernico, agli studi di Leonardo da Vinci e, sopra ogni altra cosa, all’invenzione della stampa. La diffusione della cultura ebbe una esplosione dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili; grazie all'invenzione di Gutemberg divenne possibile COPIARE i libri in grande quantità ed in modo semiautomatico. Da quel giorno non solo i ricchi ed il clero poterono leggere i libri faticosamente miniati a mano dai monaci amanuensi, ma tante altre persone poterono accedere alla cultura, poterono perfino crearla. La stampa a caratteri mobili diede origine al Rinascimento e l'Umanità uscì dai secoli bui del medioevo. Io affermo con forza che siamo all’inizio di un nuovo RINASCIMENTO DIGITALE: Nell'universo digitale non dovremo più costruire ad una ad una faticosamente le cose che vogliamo. Una nuova cattedrale non richiederà più l'estrazione dalle cave di altro materiale da costruzione, il dipingere nuovi quadri, il lavoro di generazioni di operai. Con un click o addirittura con un pensiero duplicheremo Notre-dame milioni di volte, ogni copia perfetta e subito disponibile. Lo stesso con le automobili, gli aerei, gli orologi, i gioielli, qualsiasi cosa vorremo. Con la vita digitale ed il 'copia-incolla' assisteremo al nuovo esponenziale rinascimento digitale dell'Umanità. I segnali che diedero origine al Rinascimento nel XV secolo ci sono tutti: si proviene da un periodo di grandi difficoltà per l’Umanità, caratterizzato dalla una stasi che non è come quella del Medioevo ma si è invece prodotta sul piano delle reali possibilità di ogni Uomo. Il Rinascimento del passato segnò una rottura dell’avvilimento degli Uomini, costretti a lavorare come bestie per sopravvivere senza potere, i più, alimentare il proprio spirito, soffocato da un principio religioso eccessivo, pesante ed inquisitorio. Allo stesso modo oggi stiamo per produrre una profonda frattura con quanto è stato necessario fino ad oggi: lavorare (spesso come bestie) per poter sopravvivere e tentare di avere una qualche soddisfazione nel mondo fisico. Con le infinite possibilità della vita digitale potremo TUTTI accedere ad un’esistenza gratificante dove potremo coltivare il nostro spirito, liberi dal giogo della limitatezza delle risorse fisiche. Non vi è dubbio che, quando Oltremondo sarà una realtà da lungo tempo, i cittadini del futuro guarderanno ai secoli passati come ad un periodo di oscure difficoltà, proprio come gli Uomini del XVI secolo guardavano al Medioevo. Altro segnale è l’invenzione di una NUOVA tecnologia che permetta un salto nel livello culturale dell’Umanità, una nuova grande possibilità di accesso alle idee, una inedita capacità di diffusione delle creazioni di ogni Uomo. Tale tecnologia fu nel Rinascimento la stampa a caratteri mobili, nel nuovo RINASCIMENTO DIGITALE è la tecnologia dell’ultravisione. L’accesso alla cultura, come già visto, sarà eccezionalmente potenziato per OGNI UOMO e chiunque potrà creare a sua volta contenuti che prima erano esclusivo appannaggio di una casta elitaria (gli amanuensi nel Medioevo, i tecnici informatici e degli effetti speciali quest’altra volta). Il Rinascimento fu soprattutto permesso dalla enorme possibilità di diffusione delle nuove idee che si fecondavano l’un l’altra. In Oltremondo tale fenomeno sarà moltiplicato per milioni di volte. Le idee correranno velocissime, saranno fruibili con una ‘larghezza di banda’ molto superiore al passato (cioè ogni idea potrà essere trasmessa su tutti i canali dell’essere Umano, stimolando tutti i sensi, un’immagine val più di mille parole). In tal modo nasceranno filosofie dirompenti, rotture col passato dove necessario e nuove figure sociali. Allo stesso modo, la centralità dell’Uomo tornerà in primo piano. Si cesserà di utilizzare le masse come carne da cannone (come capitava nel Medioevo ed è successo nelle ultime guerre mondiali) ma si riconoscerà ad OGNI UOMO un ruolo importantissimo, una dignità ed un valore che mai furono possibili. Anche oggettivamente, ogni essere umano avrà un valore infinitamente superiore, non essendo più solo un operaio, un contadino, un soldato, ma potendo effettivamente DAVVERO essere un creatore di nuove meravigliose idee. In tal modo si recupereranno concetti dell’Uomo forse romantici ma certo splendidi, che andremo ancora una volta a pescare in tutte le epoche del passato, potendo però questa volta osservarle e viverle in diretta, con il 4DGea. Assisteremo alla nascita di una nuova meravigliosa era dello sviluppo dell’Uomo, un’epoca di formidabili prodigi, di idee geniali, di eccezionali artisti e pensatori. E questi saremo tutti noi, nessuno escluso. Il Rinascimento digitale ci attende, e questa volta ognuno di noi sarà Leonardo, Bramante, Brunelleschi, Tiziano, Raffaello, Erasmo e così via. Diamo fiduciosi e gioiosi il saluto al nuovo che arriva, il mondo è un luogo meraviglioso, la vita è un’esperienza travolgente. Oggi più che mai. L’avventura umana è solo all’inizio. COME COSTRUIREMO IL FUTURO In questa seconda parte dell’opera analizzeremo le tecnologie che si renderanno necessarie per la realizzazione pratica di quanto ipotizzato nella prima parte. Forse non tutte le tecniche necessarie troveranno precisa spiegazione ma occorre pensare che stiamo proiettando il pensiero decine di anni nel futuro, quindi alcune parti possiamo lasciarle anche appena abbozzate. Le cose meravigliose descritte nei capitoli precedenti dovrebbero averci fatto venire il desiderio di avere Oltremondo quanto prima. L’evoluzione dell’Umanità che deriverebbe da questa rivoluzione è tale che tutti gli sforzi di ognuno di noi dovrebbero andare prevalentemente in questa direzione. Se, come ovviamente sarà, questo non capiterà, ognuno di noi può pensare che almeno una percentuale del lavoro quotidiano di ogni persona dovrebbe a questo fine essere indirizzato. Immaginiamo allora cosa si potrebbe realizzare se anche solo l’un per cento dell’ingegno umano fosse profuso nello sviluppo di Oltremondo! In pochi decenni otterremmo quello che, senza un progetto comune, sarebbe stato realizzato in un secolo. Proprio questo è il punto: tutte queste tecniche, senza un indirizzo preciso e coerente, prenderebbero circa cento anni di normale sviluppo, anche del ventunesimo secolo. Se tutti ci adopereremo per portare avanti questo grande, meraviglioso obiettivo, pochi decenni basteranno. Nelle pagine che seguono troverete le spiegazioni, più o meno complete, di quasi tutte le tecnologie necessarie. Molti non le capiranno, non per colpa loro, ma perché troppo specialistiche. Non importa. Ognuno di voi cerchi di comprendere le parti che sono nella propria sfera del sapere, cerchi di capire autonomamente quanto sono attendibili, quanto il progetto è ragionevole. Le critiche sono bene accette, quelle costruttive sono addirittura una necessità. Chi non ha sufficienti conoscenze in qualche campo legga pure superficialmente i capitoli relativi, pensando che altri, più esperti, ci lavoreranno. L’importante è trarre un’impressione generale delle tecniche che realizzeranno il futuro meraviglioso ipotizzato nella prima parte. Siate fiduciosi, l’Uomo riuscirà a salire questo prossimo gradino, le idee ci sono, le realizzazioni pratiche, come sempre, seguiranno. Ogni Uomo prima sogna, poi indefettibilmente il suo lavoro concretizza le più sfrenate fantasie. IL PROGETTO ULTRAMUNDUM Date tutte le premesse prima illustrate, vorrei proporre un progetto inteso a tradurle in una meravigliosa realtà da offrire a tutto il mondo. Non vi è dubbio che, lasciata a sé stessa, l’Umanità svilupperebbe un ambiente digitale avente tutte le caratteristiche necessarie a concretizzare i sogni più sfrenati, ma quale sarebbe l’obiettivo complessivo? Se il principale promotore di tale progetto fosse un’industria privata certamente essa ricercherebbe, del tutto lecitamente, il profitto. La spinta commerciale produrrebbe però un lento rilascio delle nuove tecnologie dato che si cercherebbe di massimizzare il profitto e di mantenere una leadership commerciale il più a lungo possibile. I popoli più poveri della Terra non potrebbero accedere al nuovo livello di esistenza se non dopo moltissimi anni ed ancora una volta si assisterebbe all’appropriarsi delle tecniche più avanzate e delle loro possibilità da parte dei popoli del primo mondo. Allo stesso modo la cultura, l’arte, il bello, non sarebbero lo scopo centrale delle realizzazioni digitali mentre i giochi, il sesso, le frivolezze più lievi diventerebbero i principali prodotti. Le tecnologie necessarie si svilupperebbero secondo un ritmo normale, senza una spinta unificatrice ed una visione complessiva dell’obiettivo. In una tale ipotesi Oltremondo vedrebbe la luce in circa cento anni, verso la fine del ventunesimo secolo, come coacervo di singoli sviluppi ed imprese commerciali, nel caos più totale. Sarebbe molto probabile che i popoli più poveri non potrebbero accedervi per lungo tempo e questo potrebbe essere oggetto di guerre feroci. Nel passato ogniqualvolta un popolo ha avuto accesso a risorse desiderate anche da altri i conflitti sono rapidamente esplosi. L’acredine dei popoli del terzo mondo potrebbe crescere e questo provocare attentati, guerriglia, terrorismo. I popoli più ricchi difenderebbero il loro nuovo giocattolo e risponderebbero con mezzi pesanti, precipitando la situazione. I prodotti che si renderebbero disponibili sarebbero di puro intrattenimento ed una grande occasione di evoluzione delle masse verso una cultura più diffusa e matura andrebbe persa. L’Umanità potrebbe sprofondare in una nuova spirale di violenza e caos unite ad un degrado ancora più marcato del gusto e del livello culturale delle masse. Per evitare tutto questo occorrerà non ripetere i molti sbagli del passato. Dovremo utilizzare questo nuovo potente strumento per migliorarci, per diffondere la cultura e la comunicazione tra le persone ed i popoli. Non dovremo escludere nessuno dal nuovo mondo e tentare di superare il livello del bieco sfruttamento commerciale. Oltremondo non escluderà certamente il business, ma lo unirà ad uno sforzo cosciente di acculturazione mai visto in precedenza. Per la prima volta nella storia dell’Uomo abbiamo la possibilità di elevare il livello di vita di TUTTI gli Uomini, di assicurare l’accesso alla cultura di OGNI persona. È un’occasione troppo grande perché la si lasci nelle mani delle imprese, guidate dalla ricerca del profitto. Ciò che occorrerà sarà un progetto complessivo, un’ideale superiore. Una struttura apposita dovrà nascere e tale organizzazione dovrà essere basata su principi nuovi. Lo scopo di lucro dovrà essere assente; non eliminato, semplicemente lasciato ad altri. Le tecnologie che si renderanno necessarie per lo sviluppo di Oltremondo dovranno essere sviluppate in contemporanea, attivando feconde sinergie che portino ad un tempo di sviluppo di molto inferiore a quello che sarebbe normalmente necessario. Coordinando i gruppi di ricerca, avendo ben chiaro un calendario di successi da ottenere e di metodi di integrazione, abbatteremo il tempo necessario a conseguire l’obiettivo. Le tecnologie necessarie dovranno essere portate poi rapidamente ad un livello di produzione tale per cui ogni essere umano del pianeta ne possa fruire. La cultura, la conoscenza di tutta l’Umanità dovrà essere tradotta in formato digitale utilizzando nuovi standard che ne permettano la interoperabilità e la fruizione da parte di chiunque. Tutti questi obiettivi saranno perseguiti dalla Fondazione Ultramundum. I progetti per la realizzazione di tutte le tecnologie necessarie si dividono in tre grandi Fasi, che potremo indicare con i numeri da uno a tre, anche in base alla sequenza temporale in cui saranno disponibili. • • • Fase 1: Contenuti digitali riguarda lo sviluppo di una rete specifica che colleghi server (computer centrali) sui quali risiedono i dati di innumerevoli mondi digitali, in special modo il 4DGea, gigantesco ‘deposito’ di oggetti pronti all’uso in nuovi canali. Fase 2: Ultravisore, un caschetto ad induzione (o tecnologia analoga) Riguarda la realizzazione di una tecnologia che permetta l’immersione degli utenti all’interno dei mondi digitali realizzati nella fase 1. Tale tecnologia deve permettere la stimolazione perfetta, naturale e coerente, dei sensi dell’individuo collegato, in modo che esso non sia in grado di distinguere l’esperienza da quella fisica. Fase 3: Oltrevita riguarda lo sviluppo di tecniche che permettano l’estrazione del cervello umano dal corpo, il suo mantenimento in buona salute per un tempo indefinito e la cura continua di tutte le degenerazioni possibili. Tale cervello verrebbe collegato in permanenza ad Oltremondo tramite il caschetto ad induzione integrato nel sistema di supporto vitale. Una parte importante di quest’area riguarda lo sviluppo di tecniche di telepresenza per permettere ai virtualizzati di interagire con il mondo fisico. Si capisce benissimo che il caschetto ad induzione (l’ultravisore) si renderà necessario per fruire al meglio i canali oltremondani e la necessità aumenterà in funzione della quantità di dati che saranno resi disponibili. In una prima fase, allora, la Fondazione dovrà occuparsi della realizzazione di vari canali (il più importante essendo il 4DGea) e della distribuzione gratuita di sistemi di sviluppo per permettere a tutti di creare contenuti. Quando la quantità di canali digitali, fruiti ancora con un vecchio sistema basato su computer o consolle, raggiungerà la massa critica allora nascerà una forte richiesta per una maggiore immersione e la Fondazione dovrà rendere disponibile l’ultravisore, il caschetto ad induzione (o tecnologia equivalente) che avrà iniziato a sviluppare circa a metà della Fase precedente. Non appena l’Umanità si abituerà all’uso di Oltremondo in modo immersivo nascerà senz’altro la volontà di rimanervi in permanenza, specie nei casi di malattie terminali o fortemente debilitanti del corpo fisico. In questo momento dovrà essere resa disponibile l’oltrevita, sviluppata dalla Fondazione durante la Fase 2. Ecco una serie di obiettivi da raggiungere e le relative priorità: Fase 1: Ultraport e Ultraserver: i software per la navigazione di mondi digitali tramite connessione in rete Ultranet. Nuovo formato Ultradocument, per integrare i contenuti oltremondani nei media tradizionali. Tabulator, il ‘computer integrato di Oltremondo’, che ci seguirà sempre in ogni mondo digitale. 4DGea: la codifica del pianeta Terra in quattro dimensioni, cioè un modello tridimensionale del nostro pianeta e dell’universo conosciuto esplorabile in qualsiasi tempo del passato. Tale progetto fornirà una base di partenza per l’esplorazione della storia dell’Uomo e per la realizzazione di qualsiasi mondo a partire da porzioni di quello fisico. Teleturismo per iniziare a far viaggiare le persone tramite la rete invece che nel mondo fisico. Ultracode: un sistema di codifica di testi che permette di scrivere in un codice universale facilmente traducibile in qualsiasi altra lingua. Ultralexicon: una enciclopedia totale che contenga tutta la conoscenza dell’Umanità non esprimibile con il 4DGea. Realizzazione e distribuzione gratuita di sistemi di sviluppo di mondi digitali utilizzabili da chiunque. Realizzazione di nuove tecniche cinematografiche coinvolgenti e a sviluppo non lineare. Ultrasalus, per il mantenimento in buona salute del maggior numero possibile di persone in modo da aumentare le loro probabilità di raggiungere l’Oltrevita. Fase 2: Ultravisore o caschetto ad induzione: un apparato per la proiezione, direttamente nella mente dell’utente, di qualsiasi ambiente digitale con totale realismo. Computer di elevatissima potenza e memoria: per la rappresentazione di ambienti del tutto indistinguibili dalla realtà. Fase 3: Tecniche di virtualizzazione per il mantenimento del cervello in stato di quiete all’interno di particolari sistemi mentre la coscienza dell’individuo prosegue molteplici esistenze nei mondi digitali. Nanorobotica per gli interventi straordinari e continui che si renderanno necessari sui sistemi biologici. Sistemi di criostasi per prevenire la dissoluzione delle persone che morirebbero prima dell’avvio di una o più delle tecnologie indispensabili. Tecniche di recupero neurale dalla criostasi tramite l’utilizzo massiccio di nanorobot. Tecniche di bloccaggio delle degenerazioni del cervello per consentire una vita molto più lunga in stato di Oltrevita. OLTREMONDO E LA RELIGIONE Il rapporto tra Oltremondo e la religione sarà senz'altro tormentato. Da un lato i fondatori sottolineeranno la assoluta laicità del progetto, dall'altro molti religiosi strilleranno per una presunta invasione di campo. La realtà è questa: OLTREMONDO NON È UNA RELIGIONE. Per molti lo sarà, ma grazie ad un'errata percezione delle sue prerogative. Se per religione si intende un sistema di valori che si riflettono nei nostri comportamenti sociali allora il progetto oltremondano assumerà senz'altro tali connotati; ma la religione è altro. La religione risponde ad alcune fondamentali domande: Chi ha creato l'Universo? Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il nostro scopo come specie? Cosa accade ad ognuno di noi dopo la morte? A tutte queste domande il progetto Oltremondo non tenta nemmeno di dare un inizio di risposta. Il progetto oltremondano si propone di migliorare radicalmente la vita di tutti gli Uomini, non di spiegarla. Oltremondo sarà uno strumento, non una verità rivelata. Ogni essere umano dovrà continuare il suo cammino verso l'infinito da solo, potendo contare su una vita più lunga e completa. In quest'ottica Oltremondo migliorerà di molto la possibilità di ognuno di seguire, studiare e comprendere la propria fede, qualunque essa sia. L'obiettivo di posporre lungamente la morte sarà anch'esso non in contrasto con quanto affermato da tutte le fedi ma, al contrario, permetterà ad ognuno di noi di giungere a questo importante appuntamento con una maggiore preparazione. Nessuna fede dovrà sentirsi minacciata dal progetto oltremondano, non troverà in esso un concorrente. Ogni persona potrà continuare ad esercitare la propria fede come nel mondo fisico, essendo Dio in ogni luogo egli sarà anche in ogni canale di Oltremondo. Se con questo progetto, poi, porteremo un netto miglioramento alla vita dei nostri fratelli più poveri, noi faremo ciò che la maggior parte delle religioni ci chiede: aiutare il prossimo. I precetti cristiani (e non solo) di dividere con gli altri le nostre ricchezze, di aiutare chi è meno fortunato, troveranno perfetta realizzazione nel regalo dell'accesso al nuovo mondo a tutta l'Umanità. Saremmo dei cattivi cristiani (o buddisti, o altro) se non lo facessimo. Coloro che hanno dedicato la loro esistenza all'evangelizzazione del prossimo potranno avere anche maggiori possibilità nel nuovo ambiente digitale, potendo raggiungere chiunque con potenti, meravigliosi mezzi espressivi che renderanno visibili le loro gioie interiori. I filtri che saranno predisposti ad ogni canale, liberamente definibili da ogni organizzazione religiosa, garantiranno che ogni buon cristiano (o altro), se lo desidera, frequenterà gli ambienti più consoni alla propria fede. Nel mondo fisico tali filtri non esistono ed allora tante esperienze sono scelte senza alcun aiuto da parte della propria organizzazione religiosa. La principale obiezione che sarà mossa dalle religioni ad Oltremondo sarà che esso potrà essere una specie di 'grande tentatore', rendendo facilmente accessibili infinite lusinghe, infinite tentazioni. Si potrebbe rispondere dicendo che un vero fedele deve essere in grado di resistere e che tali rinunce ne fortificheranno l'animo ma non si deve essere ingenui. E' chiaro che la tentazione farà cedere tantissimi fedeli che indulgeranno in quello che viene considerato peccaminoso dalle loro religioni. Tali 'peccati' non saranno però, alla lunga, deleteri. La maggior parte del piacere di molti vizi è proprio nella trasgressione. Dopo aver provato una certa esperienza innumerevoli volte essa perde dello smalto iniziale. Le persone potranno anche sguazzare nel peccato ma saranno consce di farlo. Se nessuno glielo impedirà dopo un certo tempo essi stessi decideranno di smettere. Non vi è religioso che non possa essere d'accordo sul fatto che è meglio un peccatore genuinamente stanco del peccato che un fedele ambiguo che rinuncia al piacere solo perché sa di non poterselo permettere. La rinuncia volontaria di una certa cosa che si è provata fino alla nausea ci rende forti e in grado di non cedere ancora alla tentazione. Magari perché tali fenomeni si producano occorrerà tanto tempo ma dopo tale periodo emergeranno fedeli veri, che si accosteranno a certi modelli di vita grazie ad un autentico desiderio di spiritualità. Nel mondo fisico moltissime persone sono blandamente religiose e seguono una certa dottrina stancamente, solo perché qualcuno ha scelto per loro quando ancora non erano capaci di intendere e di volere. Pochissime persone hanno scelto una religione a seguito di un percorso interiore. In un mondo digitale, che sarà ovviamente anche edonistico e materialistico, l'ubriacatura di esperienze di ogni tipo produrrà in un tempo certamente non breve, ma comunque finito, uno spontaneo desiderio di spiritualità, di eterno. Le persone si rivolgeranno alle dottrine spirituali con un profondo, sincero desiderio. Sarà la rinascita delle religioni, non la loro fine. Non temano quindi i religiosi, l'Uomo migliorerà e svilupperà una dimensione spirituale ancora superiore. Il disprezzo per tutto ciò che è materiale, fisico, corporeo, potrà realizzarsi veramente solo quando la dimensione corporale subirà la relativizzazione finale da parte dello sviluppo infinito della dimensione digitale. Ogni Uomo, perso il legame fisso ed ineluttabile con il proprio corpo, che non sarà più necessariamente sempre lo stesso, si identificherà con ciò che lo rende davvero sé stesso, diverso da tutti gli altri: il proprio spirito, la propria anima immortale. Le persone continueranno e addirittura ricominceranno a svolgere le orazioni richieste dalla propria fede. I musulmani, ad esempio, che seguono una delle religioni che richiedono maggiore impegno ai propri fedeli, potranno sempre pregare cinque volte al giorno rivolti verso la Mecca, nel canale digitale in cui si troveranno oppure sconnettendosi e pregando nel mondo fisico. La possibilità di incontrarsi con chiunque produrrà la possibilità per ognuno di discutere della propria fede con chiunque altro e di pregare nel luogo che preferirà. Nasceranno meravigliosi centri spirituali in canali digitali dedicati dove immense, meravigliose costruzioni, diafani giochi di luce, armonie celesti, ricorderanno a tutti la meraviglia di Dio. L’ULTRANET Si sta realizzando Internet 2, la versione a larga banda di Internet. ‘Larga banda’ significa molto maggiore velocità di trasmissione dei dati. Internet fu creata per essere indistruttibile, la velocità non era uno dei motivi che ne decisero la realizzazione da parte della difesa americana. L’effetto è che Internet è lenta, inadatta per flussi di dati di tipo video. Gli operatori economici stanno tentando di portare su Internet i contenuti ed i paradigmi tipici dei media tradizionali. Inizialmente è sempre così, ogni nuovo settore nasce attingendo ai modelli che funzionavano in settori esistenti affini. Fu così per il cinema dal teatro e per la televisione dal cinema. Solo in un momento successivo il nuovo media viene sfruttato per le sue reali possibilità e peculiarità. Su Internet nei primi anni ’90 si cercò di portare i contenuti dell’editoria classica e molti miliardi furono bruciati prima che ci rendesse conto di una cosa: “Here is the incontrovertible truth: No one reads on the Internet. Not conventionally, Not as I read something printed on paper. Not as I write. Not in word, sentence, paragraph, article, and longer-version form. (Questa è la incontrovertibile verità: Nessuno legge su Internet. Non convenzionalmente. Non come io leggo qualcosa stampato su carta. Non come io (9) scrivo. Non in parole, frasi, paragrafi, articoli, e in formati più lunghi)” Altri pensarono che Internet fosse la superstrada informatica pensata da Al Gore (il vicepresidente americano dell’epoca) e che su di essa potesse passare quell’altro feticcio di quegli anni, il video-on-demand. Ma i primi esperimenti mostrarono che la gente non era disposta a pagare abbastanza per poter vedere un film a scelta da una grande collezione con la possibilità di farne partire una copia per sé nel momento più comodo. I server che si sarebbero resi necessari sarebbero stati troppo costosi, le linee troppo lente. Così si decise di attendere il cablaggio in fibra ottica di tutte o quasi le case. Tecnologie come l’ADSL aumentarono poi di molto la velocità che si poteva spremere dal vecchio cavo di rame che già arrivava in ogni casa. Alla fine del millennio si è visto nascere un nuovo feticcio: il wireless. Wireless significa ‘senza fili’, ci parla di un mondo in cui tutti gli oggetti sono elettronici e comunicano tra di loro, in cui ogni persona ha un aggeggio che lo collega su Internet ad altissima velocità con audio e video. La naturale (10) evoluzione della telefonia cellulare. Magari succederà, ma molto probabilmente ha ragione Negroponte quando dice che alla fine si useranno i fili per ciò che è fisso e le onde radio, preziose e inevitabilmente limitate, per ciò che è mobile e necessita DAVVERO di comunicare. In Oltremondo tutto ciò sarà superato; essendo ogni cosa già DENTRO i computer non ci sarà alcun problema a far comunicare qualsiasi cosa con qualsiasi altra in qualunque modo si voglia. Si potranno far succedere cose che ancora oggi potrebbero essere possibili solo con la magia, uno spazzolino da denti potrà animarsi e parlarci senza che il progettista debba preoccuparsi di come miniaturizzare il computer necessario o di dove mettere le batterie. Non ci si dovrà preoccupare di zone in cui non c’è il segnale radio perché tutto sarà semplice e perfetto. Per fare comunicare tra di loro nel mondo fisico i sistemi che proietteranno nelle menti collegate tutti i canali di Oltremondo occorrerà però un’infrastruttura particolare. Internet 2 sicuramente sarà più che sufficiente ma dovremo realizzare un protocollo, cioè un insieme di regole di comunicazione, specifico. Questo protocollo potrà essere tradotto per essere trasmesso su Internet 1 e 2 ma certamente porterà alla fine alla realizzazione di reti speciali. Fin dall’inizio la Fondazione dovrà organizzare questa rete, mettendola a disposizione su Internet 1 e 2 ma mantenendo propri server ottimizzati per il lavoro di generare i mondi digitali e mantenerli coerenti tra di loro e tra i vari utilizzatori che vi si collegheranno dai più disparati punti del pianeta. Il protocollo da realizzare dovrà essere scalabile, in grado cioè di funzionare ai vari livelli di velocità possibili, dal più lento Internet base fino alle linee speciali Ultranet ad altissima velocità che ora possiamo solo ipotizzare. A seconda della velocità disponibile ogni utente avrà una rappresentazione più o meno dettagliata mentre il sistema dovrà garantire la perfetta corrispondenza temporale delle varie esperienze personali. Uno dei principali problemi, infatti, è che può succedere che un utente faccia una cosa ed un altro la veda anche con svariati secondi di differenza. Questo non deve accadere. I mondi condivisi devono essere realistici, perfetti. Quindi si dovrà dare sempre preferenza alla velocità e coerenza rispetto al dettaglio. Un altro importante aspetto è quello del formato degli indirizzi. Con indirizzo si intende il numero univoco di un certo sito sulla rete, una specie di ‘numero di telefono’. Su Internet si è scelto un formato a 32 bit che permette la codifica di circa quattro miliardi di indirizzi, già nel 2000 largamente insufficienti. La nuova rete dovrà permettere una numerazione molto più ampia, quasi infinita, scalabile anch’essa in modo da ospitare i mondi che si creeranno e che tenderanno appunto all’infinito. Anche il tipo di URL (uniform resource locator, i ‘nomi’ degli indirizzi) dovrà essere ridefinito. Ogni mondo dovrà avere un nome (come oggi ogni sito Internet) ma quel nome dovrà essere molto più libero e con molte maggiori possibilità di sottonumerazione in modo da poter codificare facilmente tanti punti di vista diversi all’interno del canale. In questo modo si potrà realizzare un ambiente immersivo in cui si potrà entrare in vari punti oppure spostarvicisi istantaneamente. Faccio un esempio: un articolo sull’isola di Santo Domingo potrebbe contenere varie immagini di punti dell’isola, ognuna delle quali con un indirizzo del tipo “u:santodomingo.loc/xxx” con xxx un numero ogni volta diverso (ad esempio /12, /137, /893 e così via). Ogni numero corrisponderebbe ad una posizione dell’osservatore e ad un suo orientamento nello spazio. Digitando l’indirizzo che compare sotto ad un’immagine mi troverei ad osservare lo stesso panorama che compare sulla rivista di viaggi ma, non appena mi muovessi, scoprirei che in realtà sono SULL’ISOLA e che mi posso guardare attorno e camminare normalmente, magari pure scambiare quattro parole con gli indigeni. Attivando una funzione di teletrasporto potrei poi scegliere uno qualsiasi dei punti indicati nell’articolo o di molti altri scelti come significativi da coloro che hanno realizzato il canale Santo Domingo. Nello stesso modo in un canale in cui si potesse osservare una successione di eventi, ad esempio le reazioni chimiche di una certa cellula, i punti di osservazione sarebbero anche dei punti NEL TEMPO da cui cominciare la mia osservazione della sequenza di eventi. Come un cartone animato o un film che io potrei interrompere in qualsiasi momento per guardare meglio, esplorare tridimensionalmente la scena o chiedere informazioni su di un particolare. Potrei andare avanti ed indietro, come in una videocassetta, ma in un MONDO completo. Al limite, questo diventerebbe cinema, un intero film da esplorare così. Un articolo riguardante una reazione chimica o una teoria di costruzione delle piramidi, o anche una scenetta comica potrebbe recare varie istantanee di punti nell’evoluzione dell’evento ed ognuna un indirizzo per saltare proprio in quel punto del tempo e dello spazio di quel canale da cui vedere la cosa. La Fondazione dovrà ospitare sui propri server tutti i mondi che saranno generati, senza chiedere nulla a nessuno. L’unico vincolo dovrà essere che ogni oggetto creato da chiunque per un mondo sia disponibile per chiunque altro, in modo da creare una gigantesca biblioteca di oggetti da usare o modificare per realizzare sempre più facilmente i propri mondi. Se qualcuno userà il prodotto creato da una persona a fini di lucro dovrà corrispondere al creatore una parte degli utili in modo da giustificare la pubblica disponibilità degli oggetti creati, Per garantire questo meccanismo di protezione del diritto d’autore la Fondazione dovrà mantenere tutti i mondi sui propri server e non permettere la creazione di reti parallele. Se questo venisse permesso molti non vorrebbero più creare mondi ed oggetti pubblici e comincerebbero a chiedere di poter creare mondi da non dividere con altri. Questo sarebbe un problema per la diffusione di Oltremondo. Occorre quindi che un ente superiore coordini gli sforzi creativi, imponga la pubblica accessibilità dei mondi generati e garantisca il non sfruttamento senza ritorno del lavoro di chiunque. E’ ovvio che i creatori di ogni canale avranno il diritto di definire le regole in qualsiasi modo vorranno; in questo senso non ci saranno restrizioni. Tuttavia nei casi di regole di accesso che escludano qualcuno i singoli oggetti creati per la realizzazione di quel mondo dovranno essere comunque a disposizione sotto forma di raccolte svincolate dal singolo canale in modo da permettere a nuovi creatori di ‘pescare’ a piene mani dal lavoro di quelli prima di loro. Se il materiale verrà usato per canali a pagamento la Fondazione dovrà essere garante del fatto che verrà corrisposto un compenso adeguato. Lo stesso meccanismo di pagamento sarà gestito in modo nativo, cioè come un servizio di base presente fin dall’inizio, nella rete, in modo da fornire quel servizio omogeneo di supporto al business che su Internet è sempre mancato. Si realizzerà un sistema di pagamento standard che prevede la possibilità per chiunque di avere un proprio conto corrente sul sistema, da usare per qualsiasi servizio a pagamento e su cui versare del denaro tramite i mezzi più vari, dalla carta di credito al vaglia ecc. Tutto il denaro che si potrà guadagnare (ad esempio realizzando un canale a pagamento) finirà su questo stesso conto da cui ci si potrà fare accreditare la cifra voluta su qualsiasi banca del mondo. Ovviamente auspichiamo che moltissimi canali siano gratuiti ma è necessario supportare il desiderio di business che certamente nascerà. Ogni canale avrà poi sue regole economiche, potrà avere la sua valuta e si potrà cambiare una parte del denaro del proprio conto nella divisa (cioè nel tipo di denaro) necessaria per il canale specifico. Esisteranno ovviamente moltissimi canali senza denaro però. Questo è l’unico modello di sviluppo che permetta anche l’esistenza di un modello di business. Un altro importante aspetto è la sicurezza: la rete dovrà garantire standard di sicurezza altissimi in modo da evitare la paura degli hacker che tanto potrebbe rallentarne lo sviluppo. Un altro importantissimo punto che su Internet si è sviluppato in modo caotico e con risultati frustranti ed insoddisfacenti è quello dei motori di ricerca. Non vi è dubbio che la profusione di canali, di informazioni, di dati, che si creerà diventerà in breve tempo non più gestibile senza l’imposizione di ferree leggi per garantire un ordine preciso. I motori di ricerca su Internet hanno sempre fornito indicazioni approssimative perché hanno dovuto lavorare senza il supporto di una codifica standard dei dati che indicizzavano. Su Ultranet non dovrà essere più così. Ogni canale, ogni parte di canale, ogni oggetto, ogni punto di vista, ogni informazione, testuale o non, dovrà avere una scheda molto ampia che ne definisca la natura, l’uso e le possibilità. Per questo si prenderà a prestito il concetto di classe della programmazione ad oggetti. Una singola sedia di un certo mondo sarà quindi derivata dalla classe generica oggetto -> mobile -> sedia e avrà tra le caratteristiche lo stile (ad es. Luigi XIV), il materiale (mogano e stoffa), la posizione spaziale e così via. Inserendo nutrite informazioni nella scheda di ogni oggetto e categorizzando sistematicamente le cose ed i gruppi di cose dovrebbe diventare facile trovare ciò che si cercherà e realizzare motori di ricerca davvero efficaci. Da tutte queste considerazioni emerge chiara la necessità della creazione di una rete speciale per Oltremondo, creata fin dall’inizio pensando a tutto ciò che è stato carente su Internet ed alle importanti necessità di una struttura che deve garantire la vita digitale di miliardi di persone. I motivi sono sia tecnici che economici che etici. La Fondazione dovrà impegnarsi per la definizione degli standard di questa rete e per la realizzazione della infrastruttura di server che manterranno i dati dei vari canali. Questa rete verrà denominata Ultranet; una infrastruttura di comunicazione che potrà passare su qualsiasi canale fisico si renderà disponibile: dalla vecchia Internet ad Internet 2 a qualsiasi altro sistema. Un buon punto di arrivo possono essere le fibre ottiche con velocità di almeno un gigabit (un miliardo di bit o 120 megabytes al secondo); nel 2000 erano già disponibili dispositivi da 100 gigabit quindi questa è una stima perfino conservativa. La struttura di Ultranet dovrà essere altamente scalabile in modo da permettere una sua utilizzazione fin dal 2003 e produrre delle performances liberamente aumentabili con la velocità del mezzo trasmissivo. Uno strumento come questo dovrà iniziare a produrre interessanti risultati fin da subito senza penalizzare gli sviluppi futuri. Troppe volte nella storia della tecnica si sono scelte soluzioni che sembravano perfino eccessive nel momento dell’ideazione e che si sono rivelate in seguito mortali ‘colli di bottiglia’; si pensi al limite dei 640 Kbytes del DOS ad esempio. Ultranet fin dall’origine sarà realizzata con l’idea di un luminoso futuro per sé e per l’Umanità quindi senza alcun limite superiore. Per quale motivo occorre tanta velocità? La ragione principale è che si dovranno trasferire rapidamente grandi quantità di dati per realizzare immagini convincenti della realtà. Ogni sguardo che un Uomo lancia al mondo che lo circonda gli veicola impressionanti quantità di dati. Il cervello, poi, è in grado di estrarre ogni più piccola discrepanza, ogni sfumatura irregolare dell’immagine. Questa abilità si è sviluppata nell’ambiente altamente competitivo in cui vivevano i nostri progenitori, nel quale scorgere una foglia fuori posto in un cespuglio poteva essere la differenza tra la vita e la morte. Per produrre immagini realistiche occorre quindi disporre di enormi quantità di dati che variano rapidamente non appena l’utente si volta o cambia direzione. La rete Ultranet dovrà veicolare i dati per la creazione della scena in ogni punto in cui si troverà a passare l’utente. Anche se il rendering, cioè la creazione dell’immagine visiva a partire dai dati fisici dell’ambiente, sarà realizzato dal sistema di Ultraport locale, ogni azione di ogni essere sulla scena dovrà riflettersi immediatamente nella visione di tutti i presenti. Questo porta alla definizione di un altro importantissimo concetto: la LATENZA. Questa grandezza ci dice quanto tempo impiega un dato ad essere trasmesso ed è molto importante per i mondi condivisi. Su reti come Internet la latenza è indefinita potendo variare da zero all’infinito. In pratica su Internet l’informazione che ho cambiato posizione può partire e magari mai arrivare al server centrale e quindi non giungere alle altre persone presenti che continuerebbero a vedermi girato nel senso precedente. Internet non fu creata per condividere mondi ma per mandarsi informazioni quindi la latenza non era un problema. Su Ultranet invece si dovrà fare ogni sforzo per ridurre questo parametro il più possibile. La connessione avverrà in modalità client-server: grandi computer (server) posizionati in speciali ambienti della Fondazione manterranno tutti i dati di ogni mondo e dialogheranno con sistemi client posti presso ogni utente collegato. I sistemi client saranno costituiti da un qualsiasi hardware utilizzabile su cui sarà presente il software di Ultraport. Ogni persona che vorrà collegarsi ad Oltremondo attiverà il proprio Ultraport e riceverà il benvenuto dal server più vicino tramite una connessione Ultranet realizzata con il sistema disponibile al momento. Il server invierà le definizioni matematiche degli ambienti in cui l’utente si troverà mentre il sistema Ultraport eseguirà la realizzazione dell’immagine grafica e la proiezione della stessa. Tale proiezione potrà avvenire, a seconda dell’hardware, con un monitor da computer o con un caschetto per ultravisore che proietterà l’ambiente direttamente nella mente dell’utente. Il server invierà tutte le traiettorie degli oggetti animati della scena e successivamente qualsiasi variazione. Ogni movimento dell’utente, così come ogni oggetto spostato da esso, sarà immediatamente notificata a tutti i client collegati nello stesso ambiente. In caso l’utente ponga in essere un’azione che modifichi la struttura dell’ambiente (come una martellata su un muro), il server attiverà un’analisi agli elementi finiti per la definizione del nuovo stato dell’oggetto modificato e notificherà lo stesso agli altri utenti. Il server sarà interrogato dal client Ultraport solo per le parti di ogni ambiente a lui non ancora note, se l’utente tornerà sui suoi passi la disponibilità locale delle zone già visitate sarà usata per ricrearle senza richiedere nuovamente i dati. In questo modo il server invierà i dati per le zone in cui l’utente starà per entrare con un leggero anticipo in modo da ‘aprire la strada’ davanti a lui. Per minimizzare il traffico, specie sulle connessioni a bassa velocità, si utilizzeranno una serie di tecniche di compressione che chiameremo ULTRAPEG: • Invio degli oggetti della scena mediante uso delle tabulae: ogni oggetto sarà una copia di una certa categoria di oggetti espressa da una tabula, eventualmente derivata da un’altra con variazione di alcuni particolari. Le tabulae saranno una sorta di ‘artigiani’ specializzati ognuno nella creazione di uno specifico oggetto. In pratica, se sulla scena sarà presente una Ferrari Testarossa blu, il sistema invierà l’informazione di creare l’oggetto derivandolo da ‘Ferrari Testarossa’ a sua volta derivata da ‘Automobile’ derivata da ‘veicolo’ derivata da ‘oggetto inanimato’ con aggiunta della caratteristica ‘colore blu’. Lo stato di pulizia dell’auto sarà uno degli attributi della particolare copia e modificherà l’aspetto della specifica Ferrati Testarossa blu della scena. Se il sistema di rendering avrà già in memoria una o più di tali tabulae il server invierà solo le differenze abbattendo in questo modo il carico di dati da trasmettere. Man mano che avanzerà in un ambiente il sistema di Ultraport creerà un database di tabulae in modo da ridurre sempre più le richieste di dati; la banda trasmissiva che si libererà potrà essere utilizzata per aumentare il livello di dettaglio delle scene. • Invio degli oggetti come ripetizione di oggetti già presenti con piccole variazioni: in questo modo fregi ripetuti su di un edificio saranno tutti espressi dalla stessa tabula con attributi che variano all’interno della serie in modo algoritmico. Questo minimizzerà ulteriormente il carico di dati riducendo la serie di attributi all’invio dei soli parametri della funzione modulante (che dovrà essere probabilmente frattale). • Invio dei parametri di animazione anch’essi con il metodo delle tabulae: in questo modo animazioni complesse potranno essere ridotte a tabulae o insiemi di tabulae e quindi probabilmente trovarsi già in memoria. L’animazione degli esseri umani, ad esempio, può essere estremamente complessa e generare una serie di vettori di movimento molto lunga per ogni membro del corpo. La definizione come tabulae di queste sequenze renderà possibile l’uso di registrazioni di motion capture (cioè a partire da movimenti di corpi umani fisici registrati in laboratorio) in modo ripetuto. Ogni essere umano sulla scena potrà essere animato con la tabula ‘camminare’, ‘andare in bicicletta’, ‘guardare le vetrine’ e così via. • Generazione di quasi tutte le textures (le immagini utilizzate per ricoprire le superfici) in modo algoritmico: invece di definire la texture per, ad esempio, il marmo, come una foto di un pezzo di marmo da usare per tutte le superfici marmoree, si potranno inviare le equazioni delle funzioni frattali che definiscono le venature e le modulazioni di colore per ognuna. In questo modo una qualsiasi superficie di marmo verrà renderizzata con una copia della tabula ‘materiale marmo’ ottenuta a partire da certi valori delle funzioni. In pratica, invece di inviare grosse immagini si invieranno piccole equazioni. Ogni pezzo marmoreo sarà realizzato a partire dal numero di serie assegnato alla copia specifica o dalle coordinate nel mondo di quel particolare; tali coordinate costituiranno un modo per essere certi di renderizzare sempre lo stesso marmo con le stesse venature nello stesso posto. Altra interessante caratteristica della definizione algoritmica è la zoomabilità infinita; ogni funzione matematica può essere ingrandita o rimpicciolita all’infinito restando sempre definita, un’immagine fotografica se troppo rimpicciolita diviene un punto nero, se troppo ingrandita si ‘spixella’ sfocandosi e mostrando i singoli pixel (punti colorati) si cui è composta. La definizione algoritmica dovrà lasciare il posto agli algoritmi di definizione delle strutture atomiche di ogni materiale al di sopra di un certo livello di ingrandimento, anche se tale funzione probabilmente non servirà per mondi in cui svolgere esperienze normali (non si vedono gli atomi normalmente). • Generazione progressiva delle textures fotografiche: nel caso dell’invio di un’immagine, come ad esempio un affresco, la fotografia dell’oggetto dovrà essere inviata in modo fortemente progressivo; in un primo momento si invierà una copia in bassissima definizione che potrà contenere anche solo le dimensioni ed il colore medio di tutta la superficie. Successivamente si invierà un’immagine dove ogni pixel definisce il colore medio di un ‘tassello’ di, per esempio, 50x50 centimetri e così via. In tal modo uno sguardo veloce alla parete farà capire, anche in caso di connessioni a bassissima velocità, che c’è un’immagine. Focalizzando l’attenzione e rimanendo nei pressi del punto di interesse la figura si definirà sempre di più permettendo anche di avvicinarsi e vedere da molto vicino ogni sfumatura di colore. Nei sistemi tradizionali tutte le immagini sono codificate con lo stesso livello di dettaglio e quindi si spreca spazio nel caso non siano molto interessanti per l’osservatore e si delude la persona che vorrebbe osservarle meglio perché avvicinandosi troppo si ‘spixellano’ sfocandosi. Date le finalità culturali che fin da subito caratterizzeranno molte applicazioni di Oltremondo occorre porre una grande attenzione alla performance ma anche all’elevatissima qualità delle rappresentazioni ottenibili. La connessione alla rete Ultranet sarà gratuita per tutti, nessuno escluso. Ogni persona potrà collegarsi in modo anonimo o certificato. Nel modo anonimo non si potrà accedere a molti canali di Oltremondo ma sarà garantita la privacy più totale. Nel modo certificato la persona renderà noti alla Fondazione i sui dati individuali, sarà dotata di un conto personale e potrà accedere a qualsiasi canale per cui sia qualificata. Tali dati saranno comunque segreti a meno che la persona li voglia rendere noti a qualcuno. Le spese eventualmente sostenute e i possibili guadagni transiteranno sul conto personale tramite un sistema unico di gestione dei movimenti che garantirà la massima trasparenza e sicurezza. Ogni canale potrà definire le regole di accesso e Ultranet garantirà la rispondenza delle caratteristiche degli utenti autorizzati all’accesso. Qualsiasi persona certificata potrà realizzare liberamente un canale utilizzando gli oggetti e le tabulae già definiti dagli altri. Ogni canale potrà essere a pagamento in tutto o in parte e un’apposita Società di Applicazione percepirà una piccola frazione del costo per il servizio di mantenimento ed incasso. Ogni persona od organizzazione che avrà realizzato anche un solo oggetto utilizzato nel canale a pagamento percepirà una frazione di tale incasso come ricompensa per l’uso commerciale delle proprie creazioni. Ovviamente i canali del tutto gratuiti non saranno soggetti ad alcun costo e la Fondazione si farà carico dell’assistenza a qualsiasi livello dei canali di divulgazione e ricerca scientifica o culturale. Sarà possibile memorizzare gli oggetti usati per la definizione dei propri mondi in due modi: pubblico e privato. Nella modalità pubblica tali oggetti saranno disponibili per tutti e l’autore riceverà la sua percentuale se verranno utilizzati per scopi commerciali. Nella modalità privata gli oggetti da noi realizzati saranno accessibili solo al nostro gruppo di lavoro e non potranno essere utilizzati da terzi nei loro progetti. Il sistema richiederà un piccolo ma significativo contributo per la memorizzazione degli oggetti privati in modo da scoraggiare questa scelta. I MOTORI DI RICERCA Sul World Wide Web si evidenziò rapidamente un problema: nell'immensa massa di pagine Web che si andava accumulando non c'era alcun ordine. L'anarchia del sistema favoriva la più grande libertà di espressione e diffusione che l'Umanità avesse mai avuto ma allo stesso tempo rendeva arduo far giungere il messaggio ai destinatari voluti i quali avevano parallelamente una enorme difficoltà a trovare i dati cercati. Una frase è eccezionalmente indicativa della situazione: “su Internet chi non cerca niente ha l'impressione di trovare tutto”. Il motivo di questa crescita disordinata è da ricercarsi nella formulazione originaria del Web: Internet è sempre stata una rete di computer sulla quale poteva passare qualsiasi tipo di dati ma la rappresentazione di questi non è diventata fruibile dal grande pubblico fino alla nascita del linguaggio HTML. Tale prodotto, realizzato al CERN di Ginevra, nacque per la condivisione di dati e progetti in ambiente scientifico ma si diffuse rapidissimamente perché permetteva di disegnare pagine grafiche con testi (17) di qualità tipografica al posto delle vecchie ostili schermate ultratecniche dei sistemi precedenti come il Gopher La possibilità di disegnare le proprie pagine spinse rapidamente milioni di persone a mettere on-line qualsiasi tipo di contenuti ed il vociare che ne conseguì rese la rete un luogo caotico e disordinato. L'invenzione dei motori di ricerca, fatta quasi per caso o per gioco, portò alla nascita di un servizio che ha reso miliardari i primi realizzatori ed oggi viene dato per scontato. Un motore di ricerca è essenzialmente un servizio che si appoggia ad un gigantesco archivio per trovare le pagine Web che contengono le parole indicate dall'utente. Esistono moltissimi motori di ricerca ma la base è sempre questa. Tale sistema è ben lontano dall'essere veramente efficace, ma essendo l'UNICO modo di reperire le pagine di interesse, è diventato il servizio più usato su Internet. L'efficacia è limitata dal fatto che nell'archivio di ogni motore di ricerca si trovano una lunga lista di parole con associati i siti e le pagine che le contengono ma tali dati sono stati rilevati dal sistema stesso, senza collaborazione da parte degli autori. Capita quindi che la ricerca di una parola specifica ci faccia trovare siti che la contengono, ma in contesti del tutto diversi da quello da noi richiesto, oppure con un significato del tutto sbagliato. Non avendo nessun metodo standard di catalogazione su cui mettere d'accordo i realizzatori di contenuti appare chiaro che una ricerca automatica non può dare risultati efficaci. Molti motori sono stati realizzati sfruttando tecniche di intelligenza artificiale ma niente può per ora sostituire il buon senso umano nell'interpretazione semantica dei contenuti. E' ovvio infatti come un qualsiasi software non possa arrivare alla comprensione del reale SIGNIFICATO delle frasi e si debba limitare al massimo ad intuire l'argomento trattato, spesso con risultati dal ridicolo al disastroso. In una tale situazione si assiste ad un continuo aumentare dei dati disponibili online ed un parallelo peggioramento della precisione e selettività delle ricerche dei motori. Tale situazione non potrà mai migliorare, proprio a causa dell'anarchia della rete. Non essendoci uno standard di catalogazione riconosciuto e diffuso, i nuovi contenuti continueranno ad essere realizzati senza preoccuparsi della loro catalogabilità ai fini della ricerca ed i motori dovranno cercare di indicizzarne i contenuti sperando più nella buona sorte che in metodi precisi. In Oltremondo dovremo fare tesoro di questa esperienza, senza ricadere in un caos simile. L'anarchia dovrà essere mantenuta nei suoi aspetti positivi che sono quelli dell'assenza di censure e facilità e libertà di creazione di contenuti ma una qualche regola andrà imposta. La catalogazione dei contenuti di ogni canale di Oltremondo dovrà avvenire alla fonte tramite l'imposizione di una fattiva collaborazione degli autori. Ogni canale dovrà possedere una scheda informativa la più ampia possibile, pubblicamente disponibile in modo da consentire la creazione di tanti differenti servizi di ricerca, ognuno mirato a ben precise prestazioni. Alla scheda 'dichiarativa' compilata dal comitato organizzatore del canale dovrà affiancarsene un'altra 'valutativa' a cura della Fondazione. Tale scheda dovrà non essere modificabile dagli autori e contenere le valutazioni effettuate sul canale dalla Fondazione in modo anonimo e completamente spassionato. Dovremo prevedere un'ulteriore scheda 'a votazione' in cui ogni ultranauta potrà dare un proprio parere su molti aspetti del canale in modo da fornire una valutazione democratica e 'in presa diretta' da parte di utenti che hanno effettivamente visitato il canale. Un elenco dei nomi e dei luoghi oltre che degli oggetti potrà completare utilmente molti canali in modo da permettere ricerche sui mondi che contengono dati o copie di particolari oggetti o personaggi o luoghi. Come ultima serie di dati sarà presente un 'filtro' con l'indicazione di un coefficiente di gradimento o di condanna del canale da parte di una serie di organizzazioni sociali e religiose. Tale mole di dati potrà essere visionata da qualsiasi ultranauta in modo da poter decidere con cognizione di causa se accedere o no al canale. Sofisticati schemi di ricerca saranno realizzabili, in modo da trovare il o i canali più adatti in base ad una o più necessità esternate da ogni utente. La struttura stessa dei canali di Oltremondo permetterà un'indicizzazione automatica: essendo ogni cosa una copia di particolari archetipi di oggetti, sarà senz'altro facilissimo compilare in modo del tutto automatico elenchi e statistiche di concetti presenti in ogni canale. Facciamo un esempio: una ricerca per il 'gotico' potrebbe elencarci i canali contenenti elementi architettonici di tale categoria, elencandoli in ordine di numero di elementi, dimensioni fisiche totali di elementi contenuti o percentuale di tali elementi sul totale del contenuto. In caso si scegliesse l'elenco ordinato in percentuale al primo posto comparirebbe il canale che ha, ad esempio, il 98% di edifici in stile gotico. Una ricerca per aerei a reazione potrebbe elencare i canali che hanno il maggior numero di velivoli di questo tipo o nei quali essi siano in percentuale maggiore rispetto al totale dei veicoli. Allo stesso modo per una ricerca su Frank Sinatra e così via. Le possibilità di ricerca, filtraggio ed analisi saranno elevatissime e davvero superiori a quanto si sia mai visto sul Web. L’ULTRASALUS Uno dei progetti da portare avanti durante lo sviluppo di Oltremondo sarà quello volto ad assicurare una salute migliore possibile in attesa delle rivoluzionarie possibilità che seguiranno. E’ indubbio, infatti, che la situazione sanitaria cambierà drasticamente le proprie premesse alla luce delle nuove possibilità. Se fino a pochi anni fa la vita media poteva aggirarsi attorno agli ottant’anni e gli ultimi decenni di esistenza erano comunque caratterizzati da un declino delle possibilità fisiche, tutto questo non sarà più vero. Le possibilità che nasceranno con Oltremondo dovranno indurci ad una totale riconsiderazione di cosa sia l’esistenza e la qualità della vita, di cosa è possibile e persino di cosa sia giusto dal punto di vista sanitario. Le persone potranno accedere ad esperienze piene ed esaltanti a qualsiasi età, il corpo fisico non avrà più importanza. Fin dai primi anni di Oltremondo l’esistenza sarà distaccata dalle limitazioni del corpo e ognuno potrà sperimentare esperienze che richiedano il vigore dei vent’anni pur avendone ottanta. Le terapie potranno essere molto più aggressive dato che le persone potranno rimanere a letto o addirittura in infernali macchinari anche per mesi, pur vivendo esistenze del tutto normali o addirittura molto più eccitanti e varie di quanto abbiano fatto in gioventù. Tale stato di cose modificherà profondamente la medicina e amplierà i confini di ciò che è possibile nel campo del trattamento. Parallelamente assisteremo ad una progressiva valorizzazione della vita che verrà intesa come il substrato indispensabile per l’accesso a questi universi di possibilità. Nascerà una coscienza sempre più netta del valore dell’esistenza e si desidererà ad ogni costo proseguirla. Situazioni che in passato si ritenevano inumane ed insopportabili diventeranno facilmente percorribili. Pensiamo a persone ridotte a letto per sempre, sottoposte a dialisi continua e trattamenti che producono forti disagi, come il vomito. Senza Oltremondo la medicina non ha mai accettato di sottoporre masse di pazienti a condizioni così disumane e si sono fatalmente limitate tante possibilità terapeutiche perché non si poteva giungere a questi estremi. Con Oltremondo si potranno far sopportare ai pazienti condizioni impossibili mentre la loro mente vivrà esistenze meravigliose, molto migliori della loro vita precedente. Le endorfine, sostanze prodotte dal cervello, saranno prodotte in gran copia e contribuiranno alla cura di tutta una serie di patologie per le quali si era da tempo ritenuto molto importante l’umore del paziente. E’ indubbio, infatti, che una persona felice, che ha ritrovato la gioventù e la bellezza, che vive intense esperienze sociali, produrrà endorfine positive che non avrebbe mai generato costretta a letto, con un corpo vecchio e in sfacelo. La possibilità di vivere meglio e molto più a lungo porrà in una prospettiva del tutto nuova le condizioni delle persone anziane o gravemente malate. La medicina ha sempre tentato di curare tutti ma certamente l’accanimento non è stato massimo nel caso di anziani che comunque erano prossimi alla morte e per tutti quei casi in cui la qualità dell’esistenza fisica sarebbe stata troppo bassa. Cure che provochino, ad esempio, la probabile salvezza ma a prezzo di gravi paralisi, non sono mai (giustamente) state perseguite. Lo sganciamento del corpo fisico dall’esistenza soggettiva permetterà di allargare moltissimo il campo d’intervento della medicina. Allo stesso modo diventerà molto più importante la prevenzione. Se una persona potrà verosimilmente contare su cinquecento anni di vita, e di vita meravigliosa, avrà molto più senso sottoporsi ad un rigido, e magari doloroso, programma di prevenzione. Durante gli anni che ci separano dall’avvio di Oltremondo ha molto senso stare attentissimi alla propria salute e rinunciare magari a molte comodità. Pensiamo ad esami che rendano la vita anche meno piacevole, ma a cui sottoporsi ogni sei mesi per i prossimi trent’anni. Se dopo questi anni di ‘calvario’ ci aspetta una vita meravigliosa sarebbe da sciocchi non farlo. Pensiamo a quanto sia idiota morire a cinque anni dalla partenza di Oltremondo perché si è trascurata la ‘manutenzione’ del nostro corpo fisico. I programmi di prevenzione del passato erano mirati a garantire un minimo di qualità di vita ad una massa indistinta di persone che comunque non sarebbero vissute più di ottant’anni. Certi esami sono molto efficaci ma riducono il livello di qualità della vita. In condizioni ‘classiche’ non vengono fatti o comunque non con la necessaria frequenza. Quando Oltremondo sarà avviato saranno invece condotti anche quotidianamente. Nel periodo di sviluppo avrà molto senso sottoporvisi accuratamente. Allo stesso modo gli eccessi dovranno essere banditi. Che senso ha morire per avere mangiato troppo o male quando in futuro si potrà esagerare con il cibo senza problemi? E’ saggio limitarsi con i cibi e tutte le attività che logorano il fisico ed attendere di potersi sfogare nei mondi digitali. Per tutte queste attività la Fondazione dovrà predisporre un servizio apposito. Poca lungimiranza ci si potrà attendere dai governi, dato che essi recepiscono il mutare delle condizioni sociali con grande ritardo. Allo stesso modo i sistemi sanitari classici non sono predisposti a questa crescente domanda di prevenzione ed anche i sistemi di informazione non sanno cosa dire. Non bastano le generiche campagne contro il fumo, occorre una comunicazione molto più incisiva che spieghi i motivi di questo accresciuto interesse per la salute. Il servizio ‘Ultrasalus’ dovrà essere fornito ai Fondatori ed a tutti coloro che vorranno comunque usufruirne; consisterà in un’assistenza continua alla persona per la preparazione fisica ad Oltremondo. La prevenzione dovrà essere grandemente potenziata e gli abbonati verranno sottoposti a frequenti esami di ogni tipo per l’individuazione delle patologie più comuni. Con l’avanzare della terapia genica si potranno creare dei profili di rischio per ogni individuo in modo da concentrare l’attività di prevenzione sugli aspetti di maggio pericolosità. In ogni caso, anche senza tecnologie rivoluzionarie, la prevenzione sanitaria potrà essere di molto migliorata per tutti gli abbonati. Un servizio altrettanto importante dovrà essere l’analisi dello stile di vita e soprattutto di alimentazione. Occorrerà indicare ad ognuno la dieta migliore e quali aspetti dell’alimentazione modificare per aumentare le proprie chances di arrivare in forma all’avvio di Oltremondo. Tutti i dati rilevati nel corso degli esami dovranno andare a confluire in una cartella clinica personale integrata che indicherà l’andamento nel tempo dei valori misurati, così da scoprire variazioni che potranno indicare l’insorgere di particolari problemi. Sono sicuro che la misurazione ad intervalli piuttosto frequenti di molti parametri dell’organismo può produrre un andamento standard degli stessi. Una variazione di uno o più parametri, al di là di quanto normale con l’età, può certamente permettere diagnosi normalmente impossibili. L’esame del sangue non viene svolto se non eccezionalmente mentre invece, con un tale servizio, sarà una routine che garantirà una salute molto migliore. La cartella clinica personale dovrà essere resa disponibile via Internet in modo che l’utente la possa produrre a qualsiasi medico; tali dati saranno comunque mantenuti con il massimo della riservatezza e protetti da sistemi di crittografia che ne garantiranno l’accesso solo al diretto interessato. Un altro importante servizio del programma Ultrasalus dovrà essere l’eventuale criostasi. Nella malaugurata ipotesi (che purtroppo capiterà, dato il gran numero di abbonati) della morte dell’utente, il servizio di criostasi dovrà provvedere al congelamento del corpo della persona. Tale trattamento può apparire fantascientifico ma esistono già svariate aziende nel mondo che offrono questo servizio. Il congelamento, ad esempio in azoto liquido, permette di conservare indefinitamente un corpo. La riduzione delle temperatura deve avvenire con particolari modalità, sostituendo lentamente il sangue con liquidi speciali ed abbassando la temperatura del corpo con tempi molto precisi. Anche così facendo una parte dell’acqua contenuta nelle cellule produce cristalli che danneggiano le delicate membrane. Con l’avanzare delle tecniche, specialmente di nanorobotica, sarà possibile scongelare l’individuo e farlo risvegliare, riparando ogni danno dovuto ai cristalli di ghiaccio. Il lavoro di riparazione sarà immane ma non al di là delle possibilità di sciami di nanorobot. Anche dopo la morte il cervello non è perduto se non dopo molto tempo dal decesso, solo che oggigiorno non esiste un metodo per farlo risvegliare, magari sostituendo il corpo. Tutti i servizi di criostasi sperano in una tecnologia per il risveglio che provveda anche a riparare i guasti del corpo che hanno prodotto la morte ma il metodo sarà invece la virtualizzazione della persona. In tal modo il corpo non interesserà più ed il solo cervello si risveglierà in Oltremondo. Il lavoro di ripristino delle cellule danneggiate dal congelamento sarà infatti già molto arduo, inutile complicarlo eseguendolo su di un intero corpo. Le persone che si sono fatte congelare prima dell’inizio di questo progetto avranno una bella sorpresa al loro risveglio! Occorrerà senz’altro l’aiuto di psicologi ma impareranno rapidamente ad apprezzare le strepitose possibilità loro offerte. Sono sicuro che si potrà contare su di un rapido adattamento, anche perché le statistiche parlano chiaro: solo persone culturalmente avanzate e con un’intelligenza superiore si sono finora iscritte a questo trattamento. Nei prossimi anni il numero delle persone in criostasi aumenterà rapidissimamente, dato che alle masse verrà spiegato qual è questo progetto ed esso apparirà sempre più percorribile con il passare del tempo. Verso il 2030 avremo milioni di persone in criostasi e questo assicurerà anche il supporto per lo sviluppo dei sistemi di risveglio che si renderanno necessari. Occorrerà che ognuno di noi faccia dei ragionamenti del tutto nuovi e prenda decisioni pesanti, riguardanti sé ed i propri cari, su possibilità mai esistite prima nella storia dell’Umanità. I prossimi trent’anni saranno decisivi per il mondo, ma ancora di più per ogni persona che li vivrà. Dovremo tutti chiederci cosa vogliamo DAVVERO dall’esistenza e pianificare la nostra sopravvivenza fino al luminoso futuro che ci attende tutti, accettando una sorta di roulette russa o aumentando consapevolmente le nostre possibilità di esserci da protagonisti. L‘ULTRACODE Tutti i contenuti dei mondi saranno realizzati in 3D ma in moltissimi casi occorrerà realizzare dei testi descrittivi che racconteranno nel dettaglio cosa saranno le cose rappresentate. Le persone non leggono su Internet, le persone leggono poco anche nel mondo fisico. Io credo che la lettura sia un’occupazione piacevole e rilassante ma vedo che pochi la pensano così; nel frenetico mondo multimediale di oggi sono fin troppi i contenuti audiovisivi per doversi prendere la briga di leggere un libro o un quotidiano. Moltissime persone leggono ma non sono la maggioranza. Chiunque trova più comodo ascoltare una bella voce che racconta quanto potrebbe leggere. In Oltremondo dovremo evitare la triste esperienza delle ‘schede’, sempre presenti in produzioni culturali multimediali. Molti credono che scrivendo testi, spesso pesanti, si possa comunicare le proprie idee al pubblico e fare anche la figura dell’erudito; niente di più sbagliato. Se le persone trovano difficile e noioso leggere allora il contenuto scritto altro non sarà se non un prezioso tesoro sepolto, spesso per sempre (per questo motivo quest’opera sarà tradotta quanto prima in un formato specifico di Oltremondo). In Oltremondo faremo in modo che TUTTI i testi possano essere letti da sistemi automatici che impediranno questa perdita. Chi lo vorrà potrà accedere ai contenuti in forma scritta, perfino come antichi libri polverosi di cui sentire il peso in mano, ma la maggior parte delle persone sceglierà di accedere alle informazioni nella più apprezzata forma parlata. Indipendentemente dal formato scelto, i testi si scontreranno con un altro enorme scoglio: la lingua. Ogni testo scritto oggi lo è in un particolare idioma e la traduzione in un altro richiede l’intervento dell’Uomo. Nessun sistema di traduzione automatica ha mai funzionato bene e non funzionerà per lungo tempo ancora. Pensiamo poi alle applicazioni della mente aumentata, nelle quali i CONCETTI dovranno essere proiettati nella mente, non in forma scritta ma direttamente nel loro contenuto semantico. Appare chiaro che ci occorre un modo per rappresentare la conoscenza come concetti, non sequenze di parole che li codificano per un particolare ceppo umano. Il superamento di tutti questi problemi ed una vera universalità della conoscenza si otterrà con la codifica Ultracode. Lessi tempo fa di un’idea simile su un’edizione di Scientific American nella quale si proponeva una ‘lingua franca’ per Internet, l’UNL o Universal Network Language, ma non si sono mai viste successive applicazioni, con Oltremondo dovremo sviluppare questo indispensabile progetto. Il linguaggio naturale, qualsiasi lingua, è ambiguo; ciò significa che l’analisi delle parole e della loro posizione nelle frasi può spesso generare più concetti diversi. In questi casi, senza rendercene conto, realizziamo un’analisi di congruità e decidiamo quale, tra le possibili interpretazioni, deve essere quella corretta. Questo processo decisionale avviene tenendo in considerazione le frasi precedenti e la struttura del discorso. In base alla nostra esperienza personale del mondo possiamo dire quale interpretazione ‘sta meglio’ nel contesto che stiamo leggendo. Questa analisi si basa fortemente sul senso comune e sulla normale esperienza di vita di ogni essere umano. Per questo motivo è impossibile per una macchina la traduzione automatica: per ottenere un testo nella lingua di destinazione che rappresenti esattamente i concetti che voleva esprimere l’autore in quella di partenza dobbiamo CAPIRE il contenuto semantico, le idee che egli ha voluto intendere. Se utilizziamo delle regole meccaniche non siamo in grado di risolvere le ambiguità del testo di partenza e non potremo creare una traduzione corretta. Una macchina non ha l’esperienza di vita di un essere umano e non può quindi basarsi sul buon senso; non riuscirà quindi mai a creare una traduzione accettabile. Finché non avremo creato macchine complesse come un Uomo e che abbiano esperienza di vita non avremo mai traduttori automatici decenti. Ovviamente esistono software di traduzione automatica ma il loro risultato va sempre messo a punto da un operatore umano con molto lavoro. In tanti casi si sono viste traduzione davvero penose. In un divertente articolo, pubblicato su di una rivista di informatica, si raccontava di come un software commerciale di traduzione automatica avesse massacrato un brano di una poesia di Leopardi: L’Infinito. Il brano originale era “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Innanzitutto il brano è stato dettato più volte, con voce chiara e forte, al microfono. Dopo una certa elaborazione il PC ha capito: “Così tra questa immensi tassa nega il pensiero mio: e naufragare come dolce in questo mare”. Richiesto della traduzione in inglese, il computer se n’è uscito con “Then between this immense taxes my thought denies: and wreck as cake in this sea”. La ritraduzione in italiano della frase ha portato al risultato finale di “Quindi tra queste tasse immense che il mio pensiero nega: e fate naufragare come torta in questo mare”. Pare dunque che il Leopardi dovesse la sua depressione esistenziale all’angoscia delle tasse. Si vede chiaramente che il sistema non ha capito nulla del contenuto di ciò che andava traducendo, applicando regole meccaniche ha prodotto un orrore senza senso, ma è proprio il senso ciò che non poteva afferrare. Al di là della traduzione, la proiezione di una conoscenza all’interno della mente di una persona richiede anch’essa la disponibilità dei contenuti del testo in un formato concettuale molto diverso da qualsiasi lingua parlata. Quando pensiamo ad un concetto, ad un teorema, ad un sentimento, possiamo esprimerlo a parole ma ci rendiamo conto che stiamo eseguendo una traduzione da un qualche formato DEL PENSIERO che esiste nella nostra mente. Nel cervello le informazioni non sono memorizzate come pagine piene di parole. Il codice Ultracode dovrà essere la codifica di questo formato concettuale. Questo codice ci permetterà di definire una descrizione delle idee che vorremo memorizzare, la definizione della loro struttura e delle loro relazioni. I linguaggi di programmazione sono un chiaro esempio di questo codice realizzato per la descrizione delle sequenze di operazioni richieste a macchine computazionali. Nei corsi universitari sui linguaggi di programmazione si sottolinea fortemente come questi siano esempi di codifiche prive di ambiguità, metodi che si rendono necessari per la specificazione precisissima dei compiti richiesti ai computer i quali non possono minimamente tirare ad indovinare. Con il formato Ultracode realizzeremo un nuovo linguaggio di programmazione, semplicemente esteso alla codifica di qualsiasi concetto, non solo algoritmi per computer. La traduzione da un tale codice a qualsiasi lingua del mondo è un’operazione molto più semplice e sicura; il testo originale è non ambiguo, chiaro, preciso, il testo finale è facile da realizzare mediante semplici regole grammaticali. In un tale processo di traduzione non si inseriranno interpretazioni discutibili, sarà completamente deterministico. Le sedi della Fondazione nei vari paesi del mondo dovranno sviluppare i traduttori per ogni lingua locale ed i sistemi di sintesi vocale ad esse adatti. Con la codifica Ultracode qualsiasi informazione potrà essere scritta una sola volta ed essere poi riletta in qualsiasi lingua passata, presente, futura o ancora da inventarsi. I concetti potranno, quando vi sarà la tecnologia, essere proiettati direttamente nel cervello, senza passaggi interpretativi, e fornire la conoscenza immediata di qualsiasi cosa in modalità non enciclopedica. La disponibilità di sistemi di sintesi vocale permetterà di attivare la lettura automatica dei testi Ultracode direttamente nella lingua preferita dell’Ultranauta che potrà accedere in modo facile ed immediato a qualsiasi conoscenza dello scibile umano. Tali conoscenze saranno state codificate una volta sola e per sempre, riducendo enormemente la mole di lavoro richiesta. La scrittura di documenti direttamente in Ultracode sarà un compito difficile, come lo è oggi la stesura di un programma per computer. Il metodo di scrittura non assomiglierà a niente di umano e si avvicinerà di più ad una descrizione tecnico-matematica. La traduzione da un linguaggio standard ad Ultracode non potrà essere automatica per i motivi sopra descritti e quindi qualsiasi operazione di questo tipo richiederà senz’altro un lavoro di interpretazione di un operatore umano. Si svilupperanno due soluzioni: un sistema di stesura diretta che utilizzerà rappresentazioni grafiche e simboliche, dedicato ad esperti, ed un sistema di traduzione semiautomatica che procederà con una serie di domande per ottenere dall’operatore umano la scelta tra le varie possibili interpretazioni. Ad ogni oggetto di qualsiasi canale di Oltremondo si potranno associare altri oggetti, luoghi di altri ambienti tridimensionali, immagini o altro sempre corredati da un testo in Ultracode che non necessiterà di una faticosa lettura ma potrà essere ASCOLTATO. Girando per l’antica Pompei potremo richiedere la spiegazione del ruolo di ogni edificio, ad esempio il tempio di Iside, ed ascoltarla da una voce che migliorerà sempre con lo sviluppo della tecnologia (senza richiedere mai alcuna modifica successiva al lavoro fatto una volta e per sempre), potremo richiedere di essere trasportati in Egitto e vedere i luoghi in cui tale culto nacque ed ascoltare un’altra descrizione e così via. In pratica la realizzazione di un sistema Ipermediale sarà semplice ed omogenea, non avremo più pagine HTML da leggere e link da cliccare, ma sequenze audio e video nella nostra lingua, da seguire in un percorso meraviglioso che ci racconterà l’infinita storia dell’umana avventura. L’ULTRALEXICON Le conoscenze che verranno codificate in Ultracode dovranno essere raccolte in un insieme comune, coerente e ricercabile. Questa sorta di mega-enciclopedia sarà denominata Ultralexicon, dalla parola latina di derivazione greca ‘lexicon’ che significa appunto enciclopedia. In questo deposito della conoscenza si troverà la descrizione di tutti i concetti dello scibile umano, la registrazione di ogni evento della storia e tutte le analisi teoriche conosciute. Così come i monaci amanuensi conservarono e riorganizzarono nel chiuso di antichi monasteri le opere dell’umano genio, allo stesso modo moderni volontari codificheranno in Ultracode tutto il conoscibile per renderlo disponibile a tutti nel nuovo mondo. Chiunque potrà accedere alla conoscenza, ogni sviluppatore di un canale potrà creare una sottosezione dell’Ultralexicon pertinente al suo mondo e farvi riferimento a partire da qualsiasi oggetto. L’Ultralexicon base sarà naturalmente quello associato al 4DGea e ad esso il sistema farà riferimento ogni volta che vi sia l’assenza di un particolare concetto nella porzione dell’Ultralexicon specifico del mondo in oggetto. Se, ad esempio, si sarà creato un mondo di fantasia popolato da terre di stile medioevale, elfi, maghi, draghi ed altro, l’Ultralexicon di quel mondo conterrà la descrizione di queste creature e la storia di questo mondo. Nel caso l’utente richieda la spiegazione di un drago il sistema gliela fornirà come voluto dal creatore del mondo. Se l’utente richiederà la descrizione di un cavallo, invece, non sarà necessario averla prevista nell’Ultralexicon specifico del mondo, dato che il sistema la andrà a reperire in quello base del 4DGea. Questo deposito di conoscenze sarà anche utilizzabile da solo come enciclopedia e conterrà testi in Ultracode, leggibili in qualsiasi lingua, che potranno essere letti per noi da un sistema di sintesi vocale. Associati ai testi ci saranno immagini, sia statiche che dinamiche. Nel caso in cui si rendesse necessario, le immagini saranno filmati bidimensionali ma il più spesso possibile si dovrà fare ricorso a rappresentazioni tridimensionali del 4DGea o appositamente create per la singola voce. Per esempio, lo sbarco in Normandia farà riferimento al punto del 4DGea corrispondente mentre la spiegazione del sistema di registrazione Betamax richiederà senz’altro la realizzazione di un intero sottoambiente in 3D nel quale osservare il funzionamento del meccanismo. Le immagini registrate occupano molto spazio mentre le rappresentazioni 3D sono estremamente più compatte, pare strano ma è così. In un filmato dobbiamo memorizzare decine di fotogrammi al secondo per ottenere l’effetto del movimento mentre in un sistema di rappresentazione tridimensionale possiamo memorizzare UNA sola immagine della struttura di ogni oggetto e poi muoverci, in automatico o a comando, all’interno dell’ambiente senza altri dati da memorizzare. Le informazioni più controverse dovranno senz’altro essere date nel modo più imparziale possibile mentre a qualsiasi gruppo umano sarà offerta la possibilità di esprimere il proprio punto di vista; tali posizioni di parte saranno chiaramente proposte come tali e dovrà essere indicato chi se ne assume la responsabilità. Pensiamo ad un argomento come la storia del comunismo: è ovvio che alcune parti ne sottolineeranno gli aspetti positivi mentre altri pensatori saranno estremamente negativi. L’Ultralexicon supporterà tutti i punti di vista e lascerà all’utente la possibilità di farsi un’opinione personale; le prime informazioni saranno del tutto tecniche (date, personaggi, luoghi) e gli approfondimenti proposti successivamente. Chiunque vorrà dare un contributo potrà farlo, a patto che non intenda essere deliberatamente falso. Un comitato tecnico dovrà sovrintendere al materiale che verrà accettato o realizzato direttamente dall’organizzazione; tale comitato dovrà dare le più ampie garanzie di imparzialità e nei casi controversi si dovrà fare riferimento alla più ampia assembla possibile in quel momento. IL TELETURISMO Le tecnologie di Oltremondo saranno sviluppate progressivamente, quindi una parte sempre maggiore delle realizzazioni sarà disponibile nel tempo che ci separa dall'apertura. Oltremondo si arricchirà di sempre nuovi canali, realizzati sia dalla Fondazione che direttamente dai fondatori con i sistemi di sviluppo sempre più potenti che si renderanno disponibili. L'esperienza dell'esplorazione nei canali diventerà progressivamente più immersiva e realistica con l'aggiunta di sempre più dettagliati particolari e possibilità di stimolo e di interazione. Il mondo centrale sarà l'avanguardia delle realizzazioni ed esisterà per primo. Esso sarà costituito da un mondo-giardino con al centro la città principale, summa di tutti gli stili architettonici di tutti i tempi. Da esso i viaggiatori potranno partire per qualsiasi canale, ed ovviamente il secondo in ordine di tempo ad essere realizzato sarà il numero uno, 4DGea: la copia perfetta della Terra. In questo canale potremo muoverci normalmente con un corpo 'fantasma': dato che nel mondo fisico nessuno ovviamente potrà vederci, esisteremo solo nella copia digitale dello stesso. Il teletrasporto ci permetterà di spostarci in modo istantaneo a qualsiasi latitudine e longitudine del pianeta, per camminare al polo nord come a Parigi, in Patagonia e così via; è ovvio infatti che lo spostamento del corpo digitale potrà essere del tutto istantaneo. Il nostro corpo digitale ovviamente non potrà muovere neppure uno spillo nel mondo fisico; per interagire con esso dovremo noleggiare un robot che ci rappresenterà e potrà muovere le cose, parlare con le persone, fare finanche acquisti. L'accesso a questo come a tutti gli altri canali avverrà inizialmente via Internet su linee sempre più veloci per poi passare a qualsiasi rete si renda necessario sviluppare per le connessioni di Oltremondo. Fin dalla fase iniziale i molti canali potranno quindi essere visitati da chiunque decida di farlo rispettando le regole decise dai creatori di ognuno di essi. Sicuramente molte persone troveranno interessante esplorare questi mondi e certo il più intrigante sarà il primo: la copia perfetta della Terra. Il teleturismo diverrà una cosa normale, le persone potranno visitare qualsiasi località del mondo in modo istantaneo e via via più interattivo ed immersivo. Nella primissima fase l'esplorazione sarà fatta tramite comuni computer connessi ad Internet e quindi l'esperienza sarà visiva e auditiva. Ci si potrà muovere in giro con semplici pressioni dei tasti direzionali o muovendo il Joystick o il mouse. Sul monitor vedremo 'in prima persona' come direttamente dai nostri occhi. L'uso di occhialini tridimensionali, già in commercio a basso costo, renderà estremamente naturale la visione. Dagli altoparlanti o cuffie usciranno i suoni che sentiremmo se ci trovassimo davvero sul posto. Ovviamente in questa fase iniziale gli altri sensi non saranno stimolati ma con il passare del tempo tutto sarà incluso. L'esplorazione del canale uno potrà avvenire in due modi: simulata o in diretta. Per le zone meno interessanti del mondo sarà disponibile una realtà simulata mediante immagini prese da satellite, mappe e webcam fisse o mobili. Le webcam sono telecamere collegate ad Internet che in permanenza inviano ciò che vedono (le nostre webcam saranno stereoscopiche, cioè in grado di riprendere immagini tridimensionali, e dotate di microfoni stereo). Le webcam fisse saranno posizionate in moltissimi punti interessanti del globo, ad esempio nelle vie principali di New York. Le webcam mobili saranno montate su mezzi semoventi e connesse con il sistema cellulare (6) UMTS o quant'altro sarà disponibile; esse permetteranno di avere le immagini di varie parti delle città aggiornate all'ultimo passaggio del mezzo (tra i mezzi utilizzabili ci possono essere tutti i furgoni dei corrieri che potrebbero farsi montare un piccolo apparecchio sul tetto).In questo modo il sistema potrà ricostruire in ogni istante l'immagine più dettagliata possibile di un certo punto del mondo con un livello di perfezione che dipenderà dalla fonte disponibile per le immagini. In tutte le vie di New York, di Parigi, di Roma e così via le immagini saranno praticamente identiche a quello che si vedrebbe essendoci fisicamente mentre per uno scoglio sperduto nel mezzo del Pacifico il sistema ricostruirà un'immagine in base alle precisissime mappe rese disponibili dalla NASA grazie alla missione di cartografia radar eseguita dai voli shuttle e dalle immagini riprese dai satelliti di pubblico accesso. Perfino il tempo climatico in un preciso momento potrà essere ricostruito con una enorme precisione. Se ci interesserà passeggiare curiosando nelle vetrine di via della Spiga a Milano o lungo la fifth avenue a New York o Oxford street a Londra potremo farlo con l’immagine delle stesse vetrine appena catturata dal sistema, aggiornata quotidianamente. Potremo perfino ENTRARE nei negozi e guardarci attorno; molti di essi si abboneranno ad un sistema di shopping che diventerà il VERO commercio elettronico del futuro: non più un sito per una attività commerciale da raggiungere con qualche impreciso motore di ricerca su Internet ma la VERA essenza REALE del negozio, in cui entrare dopo aver guardato la vetrina andando a passeggio. Un altro importante risultato che si otterrà sarà l’accesso a luoghi prima impossibili. Alcuni posti non sono aperti al pubblico e una parte tale rimarrà, si pensi alle abitazioni private. Ma molti luoghi interessanti saranno finalmente visitabili, non ci saranno più limitazioni per l’Uomo comune. Molte esposizioni interessanti sono chiuse al pubblico o visitabili solo su prenotazione perché manca il personale ed ovviamente si teme che i visitatori, per vandalismo o incuria, possano danneggiare qualcosa. In caso di esplorazione digitale ovviamente non si rischierebbe nulla e quindi non ci sarebbe più ragione di impedire l’accesso. Pensate a quanti meravigliosi giardini botanici sarebbero aperti a tutti se non si dovesse temere che le persone tocchino piante delicate e preziose, a quante residenze antiche e bellissime si potrebbero aprire se si fosse sicuri che la gente non scriverà sui muri o toccherà delicati affreschi. In molti luoghi, poi, la sola presenza fisica di tante persone produce umidità ed altri effetti che rovinano la cosa esposta; così è stato per la cappella Sistina in Vaticano o per la tomba di Tutankamon. Un altro motivo di impedimento dell’accesso è che in molti luoghi sarebbe pericoloso avventurarsi e gli amministratori, piuttosto che predisporre costose opere di protezione o rischiare un’incriminazione in caso d’incidente, preferiscono chiudere l’accesso tout court. Si pensi a quanti giardini meravigliosi contengono fontane bellissime ma troppo profonde; se un bambino ci cadesse potrebbe annegare, a quanti luoghi sono pericolanti o non hanno abbastanza ventilazione per garantire la respirazione. Ecco che allora non è consentito l’accesso. Pensate ai luoghi visitabili solo con o dopo un’immersione subacquea o da raggiungere strisciando in stretti cunicoli; non ci saranno più problemi. Pensate ai luoghi in cui vi è una guerra, un’epidemia, insetti o una popolazione pericolosa. Con il teleturismo si potranno visitare tutte le parti della Terra, senza rischiare nulla e senza poter far danni. Si potranno osservare pure cose che non sarebbero visibili con il nostro corpo, per esempio viaggi nell’infinitamente piccolo in una pozza d’acqua tra microscopiche creature o esplorazioni nel ghiaccio solido o nel fondo di vulcani tra la lava e le rocce. Molti musei non espongono per intero i loro tesori perché non hanno spazi o personale sufficienti e così moltissimi capolavori prendono polvere nelle cantine. Con il 4DGea assoceremo un altro grande servizio, l’espansione virtuale dei luoghi. Gli amministratori delle esposizioni potranno creare stanze aggiuntive, che non esistono nel mondo fisico, nelle quali esporre le opere che non troverebbero spazio nel museo. In questo modo il visitatore virtuale potrà godere di tutti i tesori che nel mondo fisico, per la limitatezza delle risorse, non sarebbero visibili. Per l'esplorazione in diretta del mondo fisico, cioè osservando le cose che precisamente vi si trovano in un certo momento, si utilizzeranno dei piccoli robot dotati di telecamera stereoscopica, microfono stereo, monitor e altoparlante; tramite essi potremo essere presenti in qualsiasi punto del mondo fisico essendo noi in qualunque altro luogo. Questi simpatici robot diventeranno una presenza costante nelle città del futuro. Sembra troppo fantascientifico? Se qualcuno avesse detto negli anni settanta che i telefoni portatili personali sarebbero diventati una presenza costante nelle città del futuro probabilmente molti avrebbero fatto la faccia dubbiosa che alcuni sfoggeranno leggendo queste righe... ma nondimeno questo accadrà. Questi simpatici robot andranno in giro su ruote o cingoli, proprio come turisti curiosi, e dietro ad essi turisti ci saranno, collegati da casa propria, che avranno evitato il viaggio in aereo, le trasferte, il tempo lungo dell'assenza dal lavoro di una vacanza. Le vacanze fisiche ovviamente continueranno, ma solo con il teleturismo la gente potrà visitare spesso tutti i luoghi della Terra, incontrare altre culture, parlare con altre persone, assistere a spettacoli, commerciare in qualunque luogo anche investendo solo una mezz'ora del proprio tempo e ad un prezzo davvero ridicolo. I robot avranno un monitor sul quale si troverà una riproduzione del viso del turista, magari l'immagine reale ripresa da una piccola telecamera dal suo monitor di casa. Il teleturista potrà parlare al microfono e dalla 'bocca' del robot usciranno le sue parole. In questo modo si potrà interagire con le persone del posto. All'inizio senza dubbio il tutto sarà molto curioso ed insolito ma anche divertente. Pilotando facilmente il proprio robot si andrà in giro ad osservare ciò che si vuole, a fare acquisti di oggetti tipici che verranno inviati poi a casa del turista. In migliaia di posti del mondo nasceranno aziende di noleggio in franchising che gestiranno flotte di robot, garantendo l'assistenza e la manutenzione. Se ci si troverà nei problemi un operatore potrà intervenire ad aiutarci con la lingua o con le regole del paese o anche solo per una manovra che non riusciamo a fare. Le frasi più comuni della lingua del paese saranno disponibili in modo da permetterci di interagire anche se non conosciamo, per esempio, il giapponese. Robot speciali potranno esplorare sott'acqua la barriera corallina, penetrare in spazi angusti, resistere a temperature estreme. Non ci sarà posto della Terra che non potremo visitare senza neanche sapere nuotare. Questo tipo di esplorazione sarà ovviamente più costosa di quella simulata che non comporta movimento di mezzi meccanici da costruire e di cui assicurare la manutenzione. In entrambe le modalità saranno disponibili esaurienti guide sullo schermo che di ogni cosa ci potranno raccontare in modo multimediale la storia passata, presente e futura prelevandola dall’Ultralexicon. Tutti gli altri canali di Oltremondo saranno esplorabili nello stesso modo con la sola ovvia mancanza dell'uso di robot. Un canale che proponesse, per esempio, l'antico Egitto dei faraoni, non esisterebbe nel mondo fisico e quindi non potremmo certo mandarvi un robot attraverso il tempo. Questo sarà il business più immediato della società di applicazione che gestirà in esclusiva il servizio. Per l'accesso a questi canali le persone potranno pagare poco o nulla. In ogni canale creato da uno o più fondatori le regole del canale stesso definiranno se esso sarà a pagamento e di quanto, molti certamente creeranno canali del tutto gratuiti. Il canale uno ad esempio, 4DGea, sarà realizzato dalla Fondazione che ne deterrà il possesso essendo esso un servizio fondamentale di Oltremondo che permetterà alle persone virtualizzate di accedere al mondo fisico tutte le volte che vorranno. La flotta di robot sarà gestita dalla società di applicazione che, come previsto, dovrà occuparsi della applicazione delle tecnologie nel mondo fisico. Il progetto 'canale uno' sarà uno degli sforzi maggiori della Fondazione, dato che la mappatura di tutta la Terra in uno spazio digitale comporterà un gigantesco lavoro di modellizzazione ed integrazione continua dei dati provenienti da fonti eterogenee; nondimeno esso è un punto indispensabile del progetto Oltremondo dato che occorre potere in qualsiasi istante visitare il vecchio mondo fisico per garantire una totale tranquillità alle persone virtualizzate. Questo punto sarà, come visto, uno dei più meravigliosi passi avanti nell'esperienza culturale di tutta l'Umanità mai conseguiti e, cosa molto importante, disponibile quasi fin da subito. Gli ingenti guadagni che deriveranno da questa applicazione giustificherebbero da soli l'adesione all'intero progetto anche di persone non convinte dell'obiettivo finale o comunque non abbastanza altruiste da essere spinte da un genuino desiderio di servizio per l'Umanità. In ogni caso, indipendentemente dalle motivazioni, molti investiranno in Oltremondo date queste premesse; ed è il raggiungimento il prima possibile dell'obiettivo finale che conta. Un affare per i fondatori, un gran passo avanti per tutta l'Umanità. IL 4DGEA PROJECT Le realizzazioni della Fondazione e della società di applicazione dovranno necessariamente essere suddivise in un grande numero di progetti, ognuno dei quali andrà ulteriormente organizzato in sottoprogetti. Tante e tali sono infatti le realizzazioni che necessitano alla causa di Oltremondo che presto occorrerà un libro intero solo per esse. La prima e la più importante sarà però indubbiamente il canale uno: la mappa perfetta della Terra. Nel giugno del 2000 mi trovavo a Napoli nella bellissima piazza del plebiscito: la giunta ha recentemente deciso di trasformarla in zona pedonale, essa prima era adibita a parcheggio. Successivamente ho visitato la ‘Napoli sotterranea’, una rete di cunicoli e di gigantesche stanze scavate nel tufo che costituivano l’acquedotto partenopeo e furono utilizzati fino al diciannovesimo secolo. Napoli fu anzi la prima città del mondo ad avere un acquedotto. Mi ritrovai a pensare, come molte altre volte nella mia vita, a come sarebbe stato interessante avere delle immagini di tutti questi ambienti com’erano nel passato. Ho spesso pensato che mi sarebbe piaciuto mantenere le fotografie di ambienti che cambiavano, in modo da poter guardare una casa, un giardino, una piazza, come erano prima. Ecco che mi venne l’idea di ardire ancora di più con il progetto ‘canale uno’: al di là della grande impresa della mappatura dell’intero pianeta in tre dimensioni si poteva pensare alla titanica impresa di aggiungere ancora una dimensione: il tempo! Il teleturismo può essere portato ancora più in là con l’aggiunta della quarta dimensione; ogni luogo della Terra potrà non solo essere visto com’è in questo momento, ma in qualsiasi momento del passato. Ovviamente lo stesso argomento di massima fedeltà al vero compatibilmente con le possibilità umane dovrà restare valido. Più ci si muoverà nel passato e più in posti senza una ‘storia’ degna di nota più si vedrà una rappresentazione la maggiormente realistica possibile ma necessariamente approssimata. Piazza del Plebiscito a Napoli potrà essere vista con estrema fedeltà e dettaglio fino all’inizio del ventesimo secolo, più indietro dovremo interpolare successive immagini di dipinti e disegni disponibili; quando ci si sposterà a milioni di anni nel passato l’ambiente sarà ricostruito secondo la migliore approssimazione possibile ma ovviamente potremo vedere uno stagno dove invece c’era una pianura. Vedremo magari un dinosauro correre in un giorno d’estate ma forse quel giorno specifico in quel punto non vi furono animali. In ogni caso la simulazione sarà la più precisa possibile secondo scienza e coscienza. Se ci sposteremo a Napoli molti milioni di anni fa troveremo solo il mare, l’Italia a quel tempo non era ancora emersa. I moltissimi modelli degli edifici e dei territori che si renderanno necessari saranno realizzati da squadre di volontari che lavoreranno al loro meglio per ricostruire fedelmente il tutto basandosi su ogni sorta di informazione: catasto, fotografie, dipinti, incisioni, memorie personali, racconti, leggende ed altro. In effetti un importante sottoprogetto sarà il 4DGea archive: il recupero e la catalogazione di quanto più materiale di supporto possibile. Ad ogni nuovo fondatore, infatti, sarà richiesto anche un piccolo contributo di tempo: la creazione del modello della propria casa e possibilmente dell’intero quartiere, magari fin nel più antico passato. Per fare questo un importante punto di partenza saranno le planimetrie del catasto, pubblicamente consultabili. Per evitare al fondatore il lavoro di andare a recuperarle negli uffici pubblici esse saranno disponibili on-line per i soci, già recuperate dall’archive subproject. Ad ogni persona o organizzazione che creerà una parte di mondo sarà riconosciuta PER SEMPRE la paternità dell’opera: un particolare comando visualizzerà una targhetta con il nome del realizzatore e conterrà anche un LINK ipertestuale alla pagina Web corrispondente. Aziende o enti potranno così contribuire a questo grande progetto ed ottenere una grande visibilità, anche per il loro sito e le loro iniziative. I privati avranno a disposizione pagine personali su cui caricare i loro dati ed essere così ricordati PER SEMPRE con una connessione al loro lavoro. Mi aspetto grandi cose dai volontari che senza dubbio si faranno avanti per mappare intere città o periodi storici: ogni studioso, dal dilettante al professionista, potrà utilizzare i nostri potenti strumenti di sviluppo che gli permetteranno di creare, molto semplicemente, complesse ricostruzioni storico-geografiche. Nei punti di interesse, infatti, saranno attivi LINK ipermediali che potranno aprire le pagine od i siti relativi. In questo modo si potrà esplorare la Terra quadrimensionale in molti modi, approfondendo quando voluto o godendosi il panorama di epoche remote. Chiunque potrà accedere al modello risultante, la società di applicazione deterrà l’esclusiva per gli usi commerciali, chiunque vorrà utilizzare il materiale per scopi non personali dovrà pagare una piccola commissione che sarà data per il cinquanta per cento al realizzatore della mappatura mentre la parte rimanente andrà alla Fondazione. In questo modo il lavoro di creare grandi mappe quadrimensionali potrà essere anche molto redditizio e ciò accelererà vieppiù la realizzazione di questo grande progetto. Gli archeologi e qualsiasi altro tipo di ricercatore saranno i benvenuti e potranno realizzare le migliori ricostruzioni possibili con la più totale scientificità. Ovviamente per i casi in cui vi sono differenti teorie il sistema dovrà proporre le varie opzioni permettendo di scegliere e visualizzare l’ambiente come pensato dai vari studiosi, comparando i diversi punti di vista. In una prima fase non potremo ricostruire i cantieri di varie opere, sia perché non sappiamo esattamente in che epoca furono costruite, sia perché magari non sappiamo con quale tecnica; si pensi ad esempio alle piramidi ed al fatto che esistono decine di teorie sul loro metodo di costruzione, oltre a datazioni che vanno da tremila fino a quindicimila anni fa. In tutti questi casi, piuttosto che inventarci un cantiere aperto nelle varie fasi, con le immagini di vari uomini al lavoro sulla costruzione, sarà meglio creare un artificio visuale per rappresentare in modo elegantemente indefinito l’incertezza scientifica. Le piramidi, per esempio, potrebbero passare dal loro stato attuale a quello del massimo splendore, coperte di lastre di pietre meravigliose (ed una di rame) fino a dissolversi diventando lentamente trasparenti nell’arco di dodicimila anni. In questo modo, quando un ultranauta passerà nella pianura di Giza vedrà le piramidi come diafani fantasmi tanto più trasparenti quanto più nel passato, percependo l’indeterminatezza delle nostre attuali conoscenze. La tecnica per memorizzare l’arco di vita di ogni oggetto attraverso il tempo sarà derivata dai diagrammi a barre di Gantt; avrete spesso visto questi schemi sui tabelloni che indicano i tempi di realizzazione di varie parti di edifici in costruzione. In pratica per ogni oggetto sarà definita una barra che ne indica l’arco di tempo per cui l’oggetto esiste, tale informazione sarà utilizzata dal sistema per ricreare in ogni epoca la scena corretta, contenente gli oggetti esistenti in quel particolare momento. Associate alla barra di Gantt troveremo una serie di linee di tendenza per ogni attributo di interesse dell’oggetto. Per un edificio, ad esempio, troveremo una funzione che ci indicherà come le superfici esterne sono variate nel tempo. Ad ogni riverniciatura della facciata l’aspetto sarà cambiato ed il sistema di simulazione dovrà tenerne conto. Barre di Gantt minori indicheranno come sono variate caratteristiche secondarie dell’edificio nell’arco della sua esistenza. Una torre, ad esempio, potrà essere stata aggiunta vent’anni dopo la prima costruzione ed essere stata rimossa in un qualche momento successivo. Con il 4DGea tutta la storia dell’Umanità sarà disponibile, tutti i luoghi visitabili, potremo essere presenti a qualsiasi evento, non importa quanto fosse segreto o inaccessibile all’epoca. In ogni ambiente saranno presenti milioni di collegamenti ipermediali che ci potranno descrivere tutto quello che vorremo sapere pescando a piene mani dalla base della conoscenza di tutta l’Umanità conservata nell’Ultralexicon. Per tutti i luoghi o gli eventi particolari saranno disponibili comode liste di titoli corredati da esaurienti spiegazioni e si potrà attivare una potente funzione di ricerca per trovare esattamente il posto o il fatto che ci interessa. Di ogni titolo potremo visionare una breve introduzione in formato filmico e quando decideremo di andarci verremo introdotti con emozionanti ‘voli d’uccello’ e musiche appropriate mentre una voce ci racconterà cosa andremo a vedere. In pratica si utilizzeranno tutte le tecniche della grande cinematografia ma con la possibilità di fermare, muoversi, cambiare punto di vista. Infiniti posti potranno essere visitati che oggi sono chiusi o pericolosi o non più disponibili. Potremo partecipare alle feste sacre che si tenevano ogni quattro anni a Delfi, al tempio di Apollo alle pendici del monte Parnaso, mescolandoci tra la folla sotto il sole. Potremo passeggiare nei giardini del tempio di Deir el-Bahari, nella valle dei re, dedicato alla regina Hatshepsut e famoso per le sue piante odorose irrigate dal Nilo. Potremo assistere ai sacrifici a Quetzalcoatl che si tenevano sulla piramide a terrazze di Chichén Itzà e camminare nei venti chilometri quadrati di costruzioni dell’ultima capitale dei Maya. Potremo ammirare, intatti, i trenta monumenti dell’incredibile colonia di Leptis Magna, in Libia, edificata da Settimo Severo nel primo secolo AC. Potremo respirare l’aria frizzante di montagna nelle vie della nascosta Machu Picchu, costruita a oltre duemila metri di quota sulle Ande e poi misteriosamente abbandonata. Potremo visitare Angkor Vat in Cambogia, un gigantesco complesso con settantadue edifici religiosi in cui l’induismo delle origini si mescolava al buddismo in uno stupefacente sincretismo e di cui oggi non si possono neppure vedere le rovine per non rovinarle ed esporsi a gravi rischi. E poi fluttuare nell’oceano primordiale, camminare sull’antico supercontinente, Pangea, prima che si spezzasse dando origine alle terre che conosciamo, assistere alla vendita di Manhattan da parte degli indiani in cambio di una miseria. L’elenco delle possibilità è infinito ed irresistibilmente affascinante, come tutta la storia della Terra. Io bramo il momento in cui potremo accedere a questo meraviglioso scrigno di esperienza che ora è miseramente sepolto nei tomi delle università, nel buio dei musei e dei loro scantinati, nella mente di tanti ricercatori che non possono esprimersi. Una interessante possibilità è quella della sovrapposizione temporale: sarà possibile sovrapporre due o più istanti di tempo di una stessa area geografica. Le due copie saranno trasparenti in modo da consentire la visualizzazione di entrambe, una sull’altra; con un comando si potrà rendere leggermente più luminosa una delle due in modo da distinguerla dall’altra. In questo modo si potranno osservare le rovine del foro romano di oggi con sovrapposte le costruzioni dell’epoca del massimo splendore. Si vedrà come dai mozziconi ci colonne oggi rimasti si ergessero nel passato costruzioni meravigliose, oppure come in intere aree le cose fossero del tutto differenti. Questa funzione è molto interessante e potrà essere validamente utilizzata anche per ricerche archeologiche. Fin da subito si potrà esplorare il 4DGea e nell’arco degli anni diventerà un patrimonio di conoscenze sempre più immenso ed interessante, fruibile con modalità sempre più realistiche ed affascinanti. Alcuni luoghi potranno essere a pagamento se i legali detentori dei diritti lo vorranno ma mai più sarà proibito, a QUALSIASI Uomo, l’accesso a qualunque parte, di qualunque tempo, della Terra. Questo progetto, pur titanico, non è più difficile di quanto lo sia stato il programma Apollo che portò l’Uomo sulla Luna. Occorreranno molti anni perché sia finito e forse non lo sarà mai, ma costituirà la più grande opera dell’Umanità, un’eredità di conoscenza e di amore per i nostri posteri. Un altro aspetto importante del 4DGea è che esso diventerà la più grande raccolta esistente di elementi da riutilizzare in infiniti altri canali. Quando si vorrà creare una torbida storia che si svolgerà negli anni trenta nei sobborghi di Parigi, non si dovrà ricostruire la città, basterà prelevarla dal 4DGea. Allo stesso modo, quando ci servirà una copia del Colosseo per un mondo di fantasia, potremo pescare a piene mani dal ‘canale uno’. La base di oggetti, edifici, stili, fregi, persone, animali, vegetali, elementi di ogni tipo costituita dal 4DGea sarà un’inesauribile, meraviglioso deposito delle affascinanti cose della storia dell’Uomo. Dal 4Dgea saranno derivati altri due canali molto simili; il 4DGea+ e il virtual Gea. Nel 4DGea+ l’ambiente sarà esattamente lo stesso del 4DGea base ma con significativi miglioramenti. Questi miglioramenti renderanno il mondo leggermente diverso da com’è o com’era nel luogo e nel tempo visitato ma senza modificarlo sostanzialmente. Per coloro che si collegheranno con un sistema poco immersivo non vi saranno molte differenze ma per gli altri sì. In pratica molte spiacevoli sensazioni del mondo fisico saranno attenuate in modo da rendere più confortevole l’esperienza. Nel 4DGea base se vi troverete in un deserto infuocato sentirete perfettamente il caldo infernale e ne soffrirete come se ci foste con il vostro corpo fisico, nessuna differenza. Nel 4DGea+, invece, il calore si trasformerà in una sensazione forte ma non fastidiosa. Oltre a questa molte altre limitazioni nella versione plus svaniranno. Per la perfetta rispondenza alla realtà nel canale base non si potrà volare, ingrandire immagini oltre un dettaglio possibile con la vista normale e così via. In pratica nel canale base ci si troverà ESATTAMENTE come se si fosse con il proprio corpo nel luogo e nel tempo voluto. Questo limiterà molto le possibilità di esplorazione (non si potrà volare, ad esempio, e vedere dall’alto gli edifici) e renderà faticosa qualche esperienza mantenendo però il più totale realismo. Nella versione plus tutte le esperienze saranno più comode e si potranno attivare maggiori modalità di indagine potendo spostarsi come si vuole e passare attraverso i muri o vedere in trasparenza negli edifici. Nella prima fase di sviluppo, con reti lente e computer ancora poco potenti, il 4DGea+ sarà solo un’idea non ancora esplorabile a meno di qualche esempio per posti particolari giusto per dare l’idea delle possibilità. In questo modo faremo capire alla gente quale meraviglia ci attende senza richiedere troppo a sistemi che dovranno evolversi ancora per dieci o vent’anni prima di essere abbastanza potenti per l’accesso pubblico. Nel virtual Gea avremo una copia del canale base in cui si potranno manipolare gli oggetti prendendoli in mano, osservandoli ed azionandoli. In questo modo si creerà una copia del canale ogni volta che qualcuno passerà alla modalità personale oppure non appena interagirà con l’ambiente ed in questa copia andrà avanti la simulazione. Così il virtual Gea sarà sempre identico al 4DGea base pur permettendo interessanti interazioni. Anche il virtual Gea all’inizio sarà disponibile come esempio per pochi luoghi in modo da non sovraccaricare i sistemi ancora poco potenti ma facendo capire alla gente cosa ci aspetta. Limitando il plus ed il virtual Gea potremo rapidamente creare tanti contenuti nel 4DGea mettendoli fin da subito a disposizione del pubblico che potrà esplorare il tutto senza nemmeno rendersi conto che in pratica sarà una rappresentazione 3D, una specie di film non proprio interattivo. Se non si potranno osservare le cose da punti di vista non previsti non dovremo chiedere ai sistemi di visualizzare una buona parte delle cose (ad esempio l’interno di cortili privati non accessibili dalla strada e visibili solo dal cielo) a tutto vantaggio della velocità e della riduzione del carico elaborativo dei sistemi di visualizzazione. La gente sarà affascinata dall’esperienza e non si renderà conto delle limitazioni abilmente introdotte finché non sperimenterà gli altri due canali, dove si troverà la cosa vera. Limitando le possibilità nel 4DGea potremo fin da subito offrire un ambiente di qualità di enormi dimensioni con la tecnologia ancora acerba di oggi, senza fare il solito errore di tante produzioni multimediali: realizzare cose troppo pesanti o molto leggere ma comunque ad un solo livello di dettaglio. Gli sviluppatori dovranno definire in ogni dettaglio gli ambienti e poi il sistema sceglierà il livello della rappresentazione. In questo modo non appena la potenza e velocità delle reti salirà immediatamente l’esperienza migliorerà senza richiedere ulteriori lavori. L’ULTRAPORT La connessione sulla rete Ultranet avverrà tramite svariati sistemi elettronici, dal personal computer al televisore tramite un decoder, al caschetto ad induzione dell’ultravisore, controllati da un software realizzato in una versione speciale per ogni piattaforma: l’Ultraport. Tale sistema costituirà la parte client dell’insieme client-server definito nei capitoli precedenti; in pratica l’Ultraport ‘girerà’ sul terminale dell’utente e scaricherà i dati da rappresentare da un server, un computer posto nella sede della Fondazione che conterrà tutti i canali. Compito dell’Ultraport sarà la sintesi locale delle immagini e di tutti gli altri input sensoriali dell’utente. Ovviamente la qualità dell’esperienza varierà fortemente in funzione dell’hardware disponibile. Su di un personal computer il massimo che si potrà ottenere sarà un’immagine, eventualmente stereoscopica, sul monitor e l’uso del mouse o del dataglove. Nel caso del caschetto ad induzione dell’ultravisore, invece, l’esperienza sarà totalmente immersiva ed indistinguibile dalla realtà; anzi, per certi versi, anche migliore. Utenti con problemi fisici, infatti, potranno sperimentare esperienze migliori nell’ambiente simulato rispetto a quello della vita fisica. Si pensi ai non vedenti che torneranno ad avere la vista, ai miopi che avranno una visione cristallina, ai paralizzati che torneranno a correre e così via. La qualità dell’esperienza sarà ovviamente funzione di vari fattori: • • • Il tipo di interfaccia disponibile, come già detto. Un PC sarà meno soddisfacente dell’ultravisore. La potenza del sistema di rendering (quella parte che ‘disegna’ le immagini): a seconda del o dei processori disponibili si potrà visualizzare un ambiente più o meno realistico e più o meno veloce nelle risposte. E’ molto pesante elaborare le immagini tridimensionali richieste ma circuiti speciali saranno realizzati per questa funzione; la produzione in grandissima serie abbatterà i costi di dispositivi anche molto complessi. Un campo in cui occorrerà molto sviluppo sono i supporti hardware alle textures che devono passare da un sistema di memorizzazione di immagini bitmap a quello della definizione algoritmica della superfici. La velocità della connessione Ultranet: a seconda di questo parametro la qualità delle immagini varierà molto, soprattutto riguardo alla loro ‘reattività’; in un sistema Ultranet, infatti, la definizione degli oggetti aumenterà man mano che si potrà utilizzare la banda trasmissiva per l’invio di nuovi dettagli e quindi se l’utente resterà fermo vedrà definirsi maggiormente l’ambiente. Se l’utente si muoverà in fretta la necessità di inviare nuove strutture dati occuperà la banda impedendo la definizione dei particolari. Ciò sarà particolarmente percepibile in casi di connessioni molto lente ed ambienti ricchi di immagini particolari e specifiche, come ad esempio una sala di un museo ricca di quadri. L’Ultraport sarà distribuito gratuitamente a chiunque in modo da non escludere nessuno dalla nascita e successivo utilizzo di Oltremondo. Una delle caratteristiche più potenti del concetto Ultraport è quella della standardizzazione dei comandi. Tutti i sistemi esistenti di navigazione in ambienti tridimensionali hanno sempre avuto interfacce pesantemente diverse e gli stessi videogiochi in 3D spesso si pilotano con comandi ogni volta abbastanza differenti. Ultraport offrirà un’interfaccia utente sempre uguale permettendo agli ultranauti, anche i meno esperti, di imparare i pochi comandi base che saranno utilizzabili poi in tutti i mondi, dall’antica Pompei alle astronavi di Star Trek. I creatori dei canali potranno attivare o no l’uso di vari comandi e cambiare l’aspetto grafico degli indicatori ma il SIGNIFICATO sarà sempre lo stesso. In questo modo un utente dovrà imparare solo una modalità di movimento in Oltremondo e poi sarà libero di sperimentare. La migliore interfaccia utente è quella che ‘sparisce’ e non viene più percepita dall’utente che la usa istintivamente. I comandi saranno divisi in livelli, da quelli base a quelli avanzati; le persone impareranno i comandi base con un breve e divertente tutorial all’inizio e potranno subito muoversi ovunque. Questo è molto importante perché tante persone che magari proveranno l’esperienza senza tanta convinzione non siano deluse ma anzi scoprano i reali contenuti al di là della tecnologia. Altra importantissima questione è la modalità di movimento: le persone che usano per la prima volta un sistema tridimensionale non devono essere disorientate da modalità strane ed incomprensibili. Troppe volte si sono visti neofiti sconcertati dalla possibilità di rotazione su tre assi ed infiniti gradi di libertà. L’Uomo è abituato da sempre a vivere su di un pianeta con gravità in cui muoversi camminando, anche solo l’assenza di gravità in orbita richiede addestramenti intensi pure per esperti piloti collaudatori, figuriamoci una nonnina! In Oltremondo ci saranno infinite possibilità, si potrà anche volare, ma la modalità base, attivata ad ogni connessione, sarà gravità e camminare. Quindi l’utente avrà un corpo, sarà vincolato al terreno e si muoverà camminando. Al limite potrà saltare, ma niente movimenti ‘strani’. Se le persone si ritroveranno nei vari mondi a camminare per le strade, guardarsi intorno e agire come farebbero se ci fossero fisicamente allora tutti capiranno, chiunque si divertirà fin da subito senza problemi. Solo dopo un certo periodo le persone più curiose potranno attivare modalità speciali, sempre standardizzate, per movimenti particolarissimi. L’interfaccia base su personal computer, il livello più basso, sarà: • • Visuale in prima persona: si vedrà ciò che si vedrebbe con i propri occhi in quell’ambiente. Possibilità di osservare il proprio corpo abbassando lo sguardo (cosa trascurata da quasi tutti i sistemi con visuale in prima persona ed invece molto importante, le persone non sono due occhi fluttuanti nell’aria) • • • • • • • Possibilità di guardarsi attorno muovendo il mouse o joystick, alzando lo sguardo fino a 10 gradi oltre la verticale, in basso fino a vedersi il petto, a sinistra e a destra fino a 30 gradi oltre la linea delle spalle Possibilità di muoversi in avanti ed indietro con le frecce o il joystick alto/basso Possibilità di ‘sterzare’ durante il movimento o di girarsi sul posto con le frecce o il joystick sinistra/destra Possibilità di attivare una descrizione o un ipercollegamento sull’oggetto che stiamo osservando con il tasto INVIO o il click del mouse (per esempio: se stiamo osservando un tempio in un’antica città verrà visualizzata una finestra con la descrizione dello stesso e una voce di sintesi ci leggerà le informazioni) Possibilità di richiamare una lista di operazioni possibili nell’ambiente con il tasto SPAZIO o il tasto secondario del mouse Possibilità di configurare parametri di Ultraport con il tasto ESC; tali parametri potranno essere divisi per categorie e cambiare la risoluzione video, il volume del suono, se le descrizioni degli oggetti dovranno essere testuali o vocali e così via. Il sistema manterrà automaticamente il punto di vista durante lo spostamento; nel mondo fisico non ce ne rendiamo nemmeno conto ma i nostri occhi compensano ogni movimento della testa e mantengono lo sguardo sul punto che ci interessa, in tal modo se stiamo guardando di lato continuiamo a farlo anche mentre andiamo avanti e le immagini non ‘ballano’. Questa serie di comandi come si vede è abbastanza breve e facilmente memorizzabile; nondimeno, essi sono del tutto sufficienti per permettere un movimento sicuro ed una fruizione completa di quasi tutti i canali che si potranno concepire. Le descrizioni degli oggetti e altri dati non tridimensionali dovranno essere fruiti con modalità il più possibile semplici e rilassanti. Troppe volte si sono visti CD-ROM culturali che ad un certo, spesso minimo, livello di approfondimento passavano da una modalità filmica con audio e video di buona qualità ad una di ‘scheda’. Le famigerate ‘schede’ sono sempre state la cosa migliore che si potesse fare per allontanare la gente dalla cultura. Molte persone trovano faticoso leggere, anche su carta, figuriamoci quanta voglia hanno di leggere una finestrella su di un monitor, da sfogliare in modo innaturale con freccine e barre di scorrimento. Le persone NON LEGGONO sui monitor e non leggeranno molto nemmeno sui bellissimi schermi eterei che potremo realizzare in Oltremondo. Per veicolare informazioni occorre un metodo più semplice e diretto. L’immagine, specie se tridimensionale e navigabile, fa moltissimo ma molti concetti non possono essere comunicati per via grafica. Il nome di un tempio, l’autore di un quadro, teorie complesse e tante altre cose richiedono una spiegazione concettuale. Ecco che diventa importante la codifica Ultracode e la possibilità di tradurla in tutte le lingue del mondo. Tutte le informazioni non grafiche di Oltremondo saranno codificate in Ultracode e veicolate in modi diversi. Per coloro che lo vorranno ci sarà il testo scritto nella propria lingua, per moltissimi altri sarà molto più comodo SENTIRE la lettura di tale testo da una voce gradevole, al livello più alto arriveremo alla mente aumentata con la proiezione dei concetti direttamente nella mente dell’utente. Il sistema Ultraport gestirà questo traffico e al livello più basso potrà fin da subito visualizzare il testo nella lingua preferita dall’utente o leggerlo con un sistema di sintesi vocale. Nei primi anni sarà utile che volontari registrino la lettura dei vari testi nelle varie lingue in modo da conservare la registrazione audio di tale lettura e poterla riproporre al posto della sintesi vocale che sarà ancora un po’ metallica e impersonale per un certo periodo. Il sistema Ultraport dovrà negoziare con il server l’invio e la rappresentazione dell’informazione nel sistema preferito dall’utente tra quelli disponibili. In un primo momento la sola connessione possibile sarà quella tramite personal computer e rete Internet; questa connessione permetterà di sperimentare il livello più basso dell’esperienza ma consentirà a milioni di persone di esplorare fin da subito tutti i canali di Oltremondo. In un secondo tempo la realizzazione di successive generazioni di ultravisori aumenterà il realismo dell’esperienza fino ad arrivare a sensazioni persino migliori di quelle del mondo fisico. I vari ultravisori avranno elevati costi iniziali che scenderanno con l’inevitabile produzione di massa. Forse in un primo momento un caschetto potrà costare quanto un appartamento per poi scendere al livello di un attuale videoregistratore. Il tempo necessario per questi sviluppi così come i costi dei prodotti sono molto difficili da prevedere; s può parlare di un periodo da cinque a quarant’anni e di un costo da un milione fino a cento dollari. Sono dati con ampie possibilità di oscillazione ma non si può essere precisi su previsioni come queste. Probabilmente in un primo momento i benestanti potranno accedere ai superiori livelli di esperienza mentre i poveri della terra dovranno aspettare di più o accontentarsi di una qualità più bassa per un certo periodo. In ogni caso teniamo presente che fin dall’anno 2003 sarà possibile collegarsi con un normale personal computer del costo di mille dollari e, al limite, questo collegamento già potrebbe essere usato per l’oltrevita. Non sarebbe il massimo ma sempre meglio della morte fisica e attendendo un po’ di anni arriverebbe il meglio. I SISTEMI DI SVILUPPO La realizzazione dei mondi simulati dovrà essere alla portata di tutti altrimenti non vi sarà vera giustizia. Attualmente i sistemi di sviluppo per ambienti digitali sono ad uno stadio estremamente iniziale. Ogni oggetto deve essere faticosamente memorizzato in un programma di editing 3D che permette di definirne i vertici (cioè gli spigoli) e le textures, cioè le immagini con cui decorare le superfici così definite. Pensate a quale difficoltà sia definire un intero edificio così! Mettere poi insieme ed animare ogni elemento di una scena è un altro compito difficilissimo. Nel mondo nell’anno 2001 c’erano oltre dieci milioni di persone in grado di disegnare una pagina Web e solo alcune migliaia capaci di creare una scena tridimensionale. Con Oltremondo e la rivoluzionaria tecnologia Ultrapeg tutto questo finirà. Vi starete chiedendo come si potrà disegnare addirittura un intero universo e magari penserete che sarà una cosa troppo difficile...niente di più sbagliato. Innanzitutto l'interazione tra noi e i computer di Oltremondo passerà progressivamente da un'interfaccia di tipo tradizionale (Windows per esempio) a una che ancora non ha nome. Quando diventerà disponibile l’ultravisore basterà PENSARE ad una qualsiasi funzione perché essa sia fedelmente eseguita dai computer. Oggi occorre fare una serie di click con il mouse per attivare una funzione, magari facendo succedere una cosa diversa da quella che si voleva. Con il caschetto non sarà più possibile sbagliarsi, eliminata l’arcaica pressione meccanica delle dita su tasti fisici si passerà all'invio di comandi mentali che saranno perfettamente compresi. Nessun comando da ricordare, nessun menu 'a tendina' da aprire per cercare comandi ancora criptici come Visualizza->Opzioni->Testo>Bold. Un aspetto eccezionalmente importante dell’interazione con i computer che non è mai stato sfruttato a fondo è quello del copia-incolla: quando si lavora con un elaboratore elettronico è possibile evidenziare una parte del proprio lavoro (per esempio sottolineare una frase nel testo) e copiare questa parte in uno speciale ‘blocco per gli appunti’ che contiene così una COPIA dei dati che sono comunque rimasti al loro posto nella posizione originale. La copia dei dati può poi essere INCOLLATA in un altro punto del nostro lavoro creando un loro esatto duplicato in un’altra posizione. Questo duplicato può essere modificato aggiungendo o togliendo in modo da adattarlo alla nuova funzione. Una cosa che molti non capiscono e che i sistemi software evidenziano ben poco è che è ENORMEMENTE più facile e veloce copiare parti di lavoro già fatte ed adattarle in nuove posizioni piuttosto che creare nuovi elementi da zero. La possibilità del copiaincolla è un’esclusiva dei sistemi elettronici e le persone non ci sono abituate, con la macchina da scrivere o la penna certo non è mai stato possibile! I sistemi di sviluppo per Oltremondo dovranno basarsi pesantemente su questo concetto; se il copia-incolla è utile nello scrivere o programmare, esso diventa INDISPENSABILE quando si creano ambienti tridimensionali. Uno dei più grandi ostacoli alla diffusione di contenuti 3D, infatti, è sempre stata l’estrema difficoltà di disegnare oggetti tridimensionali. Sembra facile ma invece realizzare il modello 3D anche solo di una lampada richiede centinaia di operazioni complesse di estrusione, rotazione, allineamento e così via. Il problema risiede anche nel fatto che manipolare oggetti in tre dimensioni su un video non è naturale come lo sarebbe muoverli con le mani nello spazio su di un tavolo di lavoro; finché non sarà disponibile l’ultravisore dovremo disegnare i nostri oggetti su di uno schermo bidimensionale e manipolarli con il mouse, non con le mani. Tutto questo significa che non ci si può sognare di creare un sistema di sviluppo tradizionale per mondi 3D facile da usare anche da parte di non programmatori o esperti di grafica tridimensionale. Ma nondimeno noi vogliamo che TUTTI possano creare i loro mondi e che esperti di altri settori, per esempio archeologi, possano creare facilmente gli ambienti del passato che vorremmo visitare. Oggigiorno i contenuti 3D sono pochi e spesso limitati ai giochi perché non si è mai pensato di realizzare un sistema di sviluppo per non esperti. La Fondazione Oltremondo supererà questo problema con la realizzazione dei sistemi di sviluppo basati estensivamente sul copia-incolla. Pensate per un istante a come fareste a realizzare un set per un film dove si trovasse anche solo una via di una città dei giorni nostri: non vi sognereste di prendere blocchi di pietra grezzi e lavorarli personalmente per creare i bordi arrotondati e abbastanza precisi dei marciapiedi. Non pensereste di creare per lavorazione alla fresa o tramite stampaggio ad iniezione le cassette di derivazione della compagnia dei telefoni poste sul muro, non vi sognereste di abbattere gli alberi, lavorare il legno ed inserirvi le parti metalliche per ottenere gli infissi delle finestre. Ebbene, fino ad oggi realizzare un ambiente tridimensionale per un gioco o per qualsiasi altra applicazione è stato così; i realizzatori hanno sempre dovuto partire da zero e creare ogni elemento; pazzesco! Nella strada del nostro set immaginario certamente voi, da persone ragionevoli, andreste a COMPRARE tutti gli elementi necessari e magari li fareste pure assemblare da muratori per ottenere l’effetto che volete. Per Oltremondo sarà lo stesso: a nessuno sarà richiesto di essere un valente artigiano, ancorché digitale, ma chiunque potrà accedere ad una libreria di oggetti già definiti da altre persone. Una sezione dei sistemi di sviluppo permetterà certamente di realizzare qualsiasi oggetto partendo da zero ma sarà usata solo da professionisti o per cose che non hanno nessuna corrispondenza con quanto già realizzato. In questo modo CHIUNQUE potrà rapidamente e facilmente creare un mondo e popolarlo di oggetti animati e inanimati, ottenendo in breve tempo un risultato perfetto e molto professionale, senza essere minimamente un esperto di software o grafica 3D. Gli oggetti già definiti da altri saranno organizzati in raccolte divise in categorie in modo da individuare rapidamente l’elemento cercato. Ogni oggetto potrà poi essere incollato infinite volte nel nostro mondo in modo da creare rapidamente un ambiente anche molto complesso con poche operazioni. Ad ogni oggetto si potranno aggiungere operazioni di modifica del materiale, del colore e dello stato di usura in modo da derivare infinite variazioni sul tema di base. I sistemi esistenti non solo impongono di cominciare ogni volta da zero ma costringono a buttare via ogni lavoro una volta usato; standard diversi nella definizione ed altre incompatibilità impediscono a terzi di riutilizzare il lavoro già svolto. Con Oltremondo cesseremo l’epoca dello spreco del lavoro 3D ed ogni oggetto, ogni ambiente, ogni mondo, sarà una miniera per altre menti creative. Imponendo uno standard renderemo interscambiabili gli oggetti ed otterremo una qualità costante. Oggigiorno tutti i sistemi di modellazione tridimensionale permettono di creare le SUPERFICI degli oggetti, senza preoccuparsi del materiale di cui sono fatti. In pratica, si realizzano le parti definendo l’aspetto della loro superficie esterna e l’immagine da applicarci sopra. Per il ripiano di un mobile basta creare un parallelepipedo con le misure giuste e ricoprire la superficie esterna con una fotografia di legno con venature varie. Il ripiano così creato però è VUOTO; nessuna informazione sul materiale viene registrata. Questo è sufficiente per semplici videogiochi o per simulazioni che non mirino alla realizzazione di un mondo digitale. Con i sistemi di sviluppo di Oltremondo le proprietà strutturali e di materiale di ogni elemento DOVRANNO essere definite. Se in un videogioco il nostro ripiano non potrà mai cambiare, in Oltremondo potrebbe ricevere una martellata e spaccarsi, occorre quindi che i sistemi di simulazione ne conoscano il materiale per poter realizzare le immagini dell’evento e dell’oggetto dopo l’urto, magari rotto in due parti scheggiate. Molto importante è anche la funzione dei Wizard: aiutanti che possono essere richiamati per fare in modo automatico operazioni complesse rispondendo a semplici domande. Ad esempio il wizard che crea la strada ci può chiedere quanto la vogliamo lunga in metri, di che epoca e quanto pulita generando poi tutto l’ambiente richiesto. Se vogliamo aumentare il livello di sporcizia possiamo agire su un selettore che alza o abbassa il tasso medio di rifiuti su tutta la strada. Analogamente l’indicazione dell’epoca e dello ‘stile’ produce lampioni che vanno da eleganti oggetti in ghisa con fiammelle alimentate a gas fino ad avveniristiche luci sospese nell’aria. Ovviamente gli oggetti potranno essere copiati e manipolati a gruppi; esisteranno molti tipi di mattoni e moltissimi tipi di costruzioni già realizzate con questi mattoni: archi, scalinate, volte a crociera e così via. In questo modo si potranno non solo realizzare cose con oggetti di base ma inserire interi gruppi di oggetti già organizzati in insiemi significativi. La folla potrà essere definita allo stesso modo decidendo se ogni luogo è molto o poco popolato, di quale mescolanza di razze e con quale livello di benessere economico. Definendo parametri qualitativi a scelta da un vasto ma comunque limitato repertorio (per non disorientare) ognuno potrà facilmente creare ambienti realistici e molto interessanti. Ogni oggetto sviluppato ex novo sarà immediatamente aggiunto alla libreria globale in modo da essere disponibile per gli altri. Procedendo in questo modo assisteremo ad una reazione positiva: sempre più persone creeranno mondi ed oggetti e sempre più altre entreranno nel giro ottenendo in breve tempo un’esplosione nelle possibilità espressive. La manipolazione degli oggetti verrà effettuata tramite un’interfaccia, cioè un modo di rapportarsi al sistema, il più possibile naturale. Uno dei grandi problemi delle interfacce dei sistemi odierni è che, essendo rivolte a persone non qualsiasi, offrono possibilità molto valide ma del tutto innaturali. Le persone non si muovono come occhi sospesi nel nulla con possibilità di rotazione su tre assi e movimento omnidirezionale, gli esseri umani di solito hanno un corpo, camminano su un terreno e muovono le cose con le mani. Imponendo un sistema per muoversi ed agire che sia il più vicino possibile a quello naturale metteremo immediatamente a proprio agio chiunque inizi a lavorare con i nostri sistemi. Quando uno sviluppatore vorrà passare a interfacce più avanzate potrà fare tutto, ma i sistemi di sviluppo di Oltremondo partiranno da metodi semplici e naturali che qualsiasi persona potrà usare immediatamente. La manipolazione degli oggetti o dei gruppi incollati nel nostro ambiente potrà essere effettuata con operazioni molto spontanee; ad esempio se incolleremo un colonnato su un lato del nostro giardino ed esso sarà troppo corto potremo ‘stirarlo’ fino alla misura voluta oppure aggiungere colonne quanto serve. Una sola semplice operazione per un grande risultato. Un altro importante aspetto: la manipolazione e definizione di parametri QUALITATIVA: nel mondo dei computer ogni cosa è definita e misurata con estrema precisione, ogni grandezza è perfettamente definita e in molti software non si può dire semplicemente ‘un po’ più lungo’ o ‘fino a sembrare ben stirato’. Nei sistemi di sviluppo di Oltremondo ogni persona potrà indicare le misure nel modo più spontaneo, cioè in modo qualitativo. Il sistema si farà carico di interpretare la volontà dell’utente in modo da modificare o agire nella misura esatta corrispondente a quanto voluto. Nell’esempio del porticato si potrà attivare la sola funzione ‘rendere di bell’aspetto’ per far partire l’applicazione di tutte le regole dell’armonia, della simmetria, della sezione aurea e così via fino ad ottenere il porticato più bello possibile per il nostro giardino. Una parte importante dei sistemi di sviluppo saranno a questo punto ovviamente le raccolte di oggetti; la Fondazione si occuperà di attivare gruppi di lavoro dedicati alla continua realizzazione di nuovi oggetti ed al miglioramento di quelli esistenti in modo da fornire il miglior materiale possibile a chiunque voglia sviluppare nuovi mondi. In particolare, gruppi estremamente specializzati si occuperanno di sviluppare gli oggetti più complessi, cioè quelli biologici. Prevedo che esperti di botanica si occuperanno di definire nei dettagli sempre nuove piante ed i loro cicli vitali. Le piante, infatti, sono sempre state definite in modo estremamente rozzo in tutti gli ambienti tridimensionali; in moltissimi giochi gli alberi sono ottenuti a partire da due profili piatti (tipo ‘arbre magique’) incrociati. I gruppi di lavoro di botanici realizzeranno modelli perfetti di ogni vegetale insieme con le modalità di crescita e differenziazione. Un aspetto importante dello sviluppo dei mondi, infatti, sarà che non si tratterà di realizzare ambienti statici ma bensì luoghi che evolvono nel tempo. Quindi gli alberi dovranno stormire nel vento, piegarsi sotto la neve, crescere, perdere le foglie in inverno e così via. Di ogni oggetto, animato o no, si realizzerà non una singola copia ma bensì una TABULA. La tabula è un termine che indica la realizzazione di un archetipo di un oggetto da cui si possono derivare infinite copie identiche o che differiscono in alcuni particolari. Di ogni tabula saranno disponibili gli ATTRIBUTI che permetteranno di definire lo stato della particolare copia. In pratica, se vorremo mettere, ad esempio, un’auto in una strada, dovremo scegliere la tabula dell’auto che ci interessa, poniamo Chevrolet Lumina. Da questa tabula potremo derivare la particolare Lumina che vorremo definendone gli attributi, una serie di parametri che ci verranno proposti. Potremo decidere che la vorremo di un bel rosso acceso, con le gomme consumate al 57 per cento, mediamente sporca e con un livello di usura del 26 per cento. I dettagli sullo stato di usura determineranno quante righe ed ammaccature ci saranno sulla carrozzeria. In questo modo avremo definito una particolare Chevrolet Lumina con poche operazioni ed ovviamente capite subito che potremo crearne infinite, tutte diverse. Con questo potente concetto gli oggetti dei vari mondi appariranno eccezionalmente reali mentre tutti i sistemi software ed hardware necessari non dovranno essere troppo complessi, dato che partiranno da poche tabulae di base a cui applicare solo gli attributi scelti per le varie copie richieste nell’ambiente. Il concetto di tabulae, applicato a tutti gli aspetti dei mondi digitali, minimizzerà le altrimenti ingentissime richieste di capacità di memoria e di banda trasmissiva necessarie per mantenere i mondi e farvi entrare tutte le persone che lo vorranno. Un altro importantissimo aspetto è che definendo in questo modo i vari ambienti gli sviluppatori creeranno più che luoghi tridimensionali veri e propri ‘programmi’. Questo significa che di ogni mondo avremo il contenuto SEMANTICO più che grafico; invece dell’immagine di una particolare auto lo sviluppatore posizionerà il CONCETTO di quella particolare auto in quel punto. Questo permetterà non solo di facilitare enormemente, come già visto, il lavoro di sviluppo ma produrrà altresì l’effetto di SCALABILITA’ della rappresentazione. La scalabilità si concretizzerà in due effetti: i mondi potranno avere un livello di qualità e dettaglio del tutto proporzionale alla potenza delle reti di comunicazione e dei sistemi di visualizzazione usati. Chi si collegherà con un semplice personal computer ed una lenta connessione Internet vedrà il nostro mondo con poca qualità ma comunque in modo soddisfacente, chi si collegherà in fibra ottica ultraveloce con sistemi di potenza elevatissima potrà vedere la STESSA scena con un livello di dettaglio perfetto, il tutto senza richiedere NESSUNA modifica al lavoro fatto una volta per tutte dallo sviluppatore. Oggigiorno qualsiasi produzione multimediale o tridimensionale viene realizzata con altri sistemi che son difficili da usare e producono un solo livello di dettaglio; tale livello è di volta in volta troppo pesante per certi sistemi e del tutto insufficiente quando si vuole un po’ più di qualità. In Oltremondo il livello dell’esperienza sarà perfettamente scalabile in base alle risorse dell’utente. Il secondo effetto della scalabilità è che con il continuo miglioramento delle definizioni delle tabulae e dei sistemi di visualizzazione ed interazione il nostro mondo migliorerà in modo automatico, senza che si debba mai riprendere in mano il lavoro già fatto. Se dopo un certo tempo la tabula Chevrolet Lumina verrà ulteriormente migliorata aggiungendo i riflessi delle cromature e la possibilità di aprire il cofano per modificare il motore AUTOMATICAMENTE il nostro mondo che richiama quella tabula presenterà queste nuove caratteristiche. Questo rivoluzionario concetto cambierà drasticamente il modo di realizzare ambienti tridimensionali e permetterà l’accumulo e l’evoluzione del prezioso lavoro di chiunque vorrà svilupparli, senza successivi interventi. Anche le animazioni, come visto, verranno realizzate seguendo il concetto di tabula. Le complesse realizzazioni di vettori di animazione saranno realizzate da gruppi di lavoro appositi e potranno essere applicate a tutte le tabulae di oggetti compatibili. In pratica lo sviluppatore potrà scegliere i comportamenti da estese liste ed applicarli agli oggetti della scena oppure definire un comportamento di ambiente ed ottenere in modo automatico tanti oggetti animati in modo vario ma coerente. Si potrà ad esempio definire che in un certo punto si vorrà una folla di persone da città di medie dimensioni e le strade si popoleranno di persone scelte a caso dal sistema e coerenti con l’ambiente; non ci troveremo con i pirati a passeggio per la Manhattan del 1985. Ora vedremo un esempio di creazione di un mondo da parte di un utente: poniamo che si voglia creare un mondo con splendidi giardini, una villa liberty e un intero pianeta popolato dalla flora del Mesozoico. Come prima cosa, dal mondo centrale, ci recheremo, semplicemente camminando, in un locale dall'aspetto di un piacevole caffè. Qui potremo incontrare altre persone, magari nostri amici vecchi e nuovi, con i quali discutere del progetto. Essi ci potrebbero dare dei suggerimenti, potremo perfino fare degli schizzi insieme e commentarli. Tutto ci sembrerebbe perfettamente naturale. Quando decidessimo di iniziare la creazione lo PENSEREMMO semplicemente (oppure faremmo click su un pulsante apposito nel caso di arcaica interfaccia finestre-mouse). Ecco che comparirebbe davanti a noi un modulo da riempire con il nome del mondo, la categoria (mondo personale) e la scelta delle regole. Potremo scegliere che le regole sono il tipo standard numero 3 (nostro uso esclusivo, se qualcun altro ci vorrà entrare dovremo invitarlo noi, un po’ come per la nostra casa fisica). Dopodiché ci verrebbe chiesto quanti pianeti vorremo, e potremo poi scegliere uno solo illuminato da una stella di tipo Sole e un giorno di 24 ore. Questa scelta sarà solo una delle miriadi di possibilità, ma certamente la troveremo all'inizio della lista. Dopodiché ci troveremo in piedi sulla superficie di una sfera grigia. Ci verrà chiesto il tipo di suolo con la possibilità numero uno di terra normale. Un sistema automatico a questo punto creerà tutti i terreni diversi pertinenti alle varie zone climatiche, generando a caso montagne, mari, laghi, fiumi. Se vorremo cambiare qualcosa dell'orografia potremo farlo in ogni momento; un pensiero (o un click nei primi anni) e il lago sparirà o lo sposteremo da un'altra parte. Poi sceglieremo una vegetazione tra le molte disponibili e tutto il mondo diventerà verdeggiante. Poi la casa liberty, con la possibilità di richiamare un potente assistente automatico che nello stesso modo potrebbe generare una villa standard che noi potremo modificare come vorremo. Se ci sentiremo architetti potremo progettare da zero l'edificio. Di particolare in particolare definiremo un intero mondo che sarà nostro, dove potremo invitare chi vorremo e di cui potremo definire tutte le più minute regole. E come esso infiniti altri. Ovviamente il livello di dettaglio di ogni mondo sarà funzione del lavoro profuso dal creatore. Se ci limiteremo ad assemblare elementi standard senza modificarli molto il nostro mondo sarà meno originale. E' ovvio che universi estesi, con tanti particolari originali, definiti in ogni dettaglio, richiederanno il lavoro di molte persone. Nasceranno così dei COMITATI di creatori che decideranno le regole in modo democratico. La gestione dei mondi più complessi diventerà un impegno a tempo pieno per molte persone e questo renderà necessaria la stesura di regolamenti sofisticati e talvolta severi per far rispettare ai visitatori la gran mole di lavoro fatto. Il sistema di sviluppo permetterà di definire tutte queste regole con una gran serie di opzioni. Ad esempio, il gestore dovrà definire il livello di sofferenza accettabile per ogni visitatore. In questo modo se, ad esempio, una persona verrà molestata in una via di una città di un mondo può darsi che ad un certo punto essa scompaia per riapparire in un punto da essa scelto oppure può darsi che il sistema non intervenga fino al punto di lasciar avvenire uno stupro. L'informazione sul livello di sofferenza accettabile sarà una delle cose che ogni visitatore potrà visionare nel mondo centrale prima di entrare in un canale, in modo da scegliere a ragion veduta. E' ovvio che si apriranno infinite possibilità per aziende ed organizzazioni di ogni tipo, grazie a questi potenti sistemi di sviluppo. Molti canali saranno di tipo scientifico ed in essi ricercatori creeranno rappresentazioni esplorabili di reazioni chimiche, di interni di macchinari, del genoma umano o di qualsiasi altro sia l'oggetto del loro lavoro. Gli storici potranno ricreare perfettamente periodi o situazioni particolari lavorando insieme per produrre, ad esempio, la copia perfetta del Colosseo al momento del massimo splendore. Tale prodotto sarà poi messo a disposizione di tutti tra le mille opzioni in modo che chi vorrà creare un mondo dell'antica Roma avrà a disposizione il Colosseo, perfetto e scientificamente corretto. I SISTEMI DI CATTURA La creazione dei modelli 3D di tutti i luoghi che si vorranno realizzare potrà partire da oggetti predefiniti nelle immense librerie pubbliche o partendo da zero se si sarà abbastanza esperti, ma a queste modalità dovrà aggiungersene un’altra. La fotogrammetria è una scienza che studia la possibilità di rilevare le misure di oggetti a partire da loro immagini fotografiche, tale scienza dovrà essere usata pesantemente per lo sviluppo di Oltremondo. La rilevazione delle misure di oggetti in modo automatico permetterà di ‘fotocopiare’ in 3D molte cose e soprattutto di acquisire rapidissimamente l’immagine complessiva degli edifici nelle varie città. Se in moltissimi canali le città saranno generate dai wizard in modo semiautomatico a partire da edifici presenti in libreria è indubbio che questi edifici dovranno essere definiti e che nel caso del progetto 4DGea essi dovranno essere la copia perfetta di quelli esistenti in ogni parte del mondo. Non è possibile pensare di realizzare le copie 3D di tutti gli edifici del mondo a partire dalle planimetrie eventualmente acquisite dai vari catasti e definendo a mano tutte le superfici con tutti i particolari. Sarebbe un lavoro davvero terribile e richiederebbe accurate e continue misurazioni per confrontare l’immagine risultante con l’edificio reale. Occorre un sistema che, partendo da una serie di fotografie o meglio ancora da un video, anche amatoriale girato nelle strade, riesca ad estrarre il modello tridimensionale di tutti gli edifici, completo delle indicazioni dei materiali e quindi dei colori delle superfici. Questo sistema sarà indubbiamente piuttosto complesso ma si rivelerà indispensabile per la realizzazione del 4DGea. Poche persone che gireranno per le vie di tutto il mondo con una semplice telecamera da turista potranno creare il modello completo 3D che desideriamo, senza troppi sforzi. Le immagini filmate e le fotografie d’epoca ci forniranno lo stesso risultato per quegli ambienti che oggi non esistono più o sono cambiati, l’uso di questo sistema su disegni e pitture ci darà una base di partenza per ricostruire ambienti anche molto remoti nel tempo. In fondo non occorrerà molto lavoro per percorrere, magari in auto, una città passando in tutte le strade e girandovi attorno; e alla fine avremo il modello visitabile della stessa. Una campagna di acquisizione massiccia potrebbe produrre in pochi anni l’immagine di tutto il pianeta. Combinando le immagini prese nelle vie, corredate dall’informazione della posizione, con le mappe satellitari dotate di informazioni altimetriche, si potranno avere quasi tutti i dati per permettere ad un sistema automatico o semiautomatico di ricreare un ambiente convincente e del tutto identico a quello fisico. Ovviamente le informazioni rilevate in questo modo non saranno sufficienti a definire completamente molti oggetti. Se un monumento posto nel mezzo di una piazza può essere rilevato tutt’intorno e quindi non ha lati sconosciuti, certo un palazzo che si affaccia su di una via non può essere facilmente ripreso dal lato del cortile. In questo caso il sistema, probabilmente in modo semiautomatico con l’aiuto di un operatore umano, potrà decidere quale tipologia di cortile assegnare oppure potrà impedire l’accesso allo stesso. Le immagini acquisite sul campo potranno essere poi scaricate su computer della Fondazione che si occuperanno delle complesse elaborazioni tese ad estrarre il contenuto tridimensionale dalle immagini bidimensionali in movimento. Ovviamente non si tratterà del solo compito, già gravoso, di estrarre il modello 3D dell’oggetto, ma di cercare di utilizzare per la sua definizione il più possibile le tabulae di oggetti già presenti nelle librerie. In questo modo un lampione sulla strada non sarà un nuovo oggetto ma una nuova istanza (cioè copia o immagine) di una tabula ‘lampione’ già presente in libreria. Rimuovendo la patina del tempo, le incrostazioni, le ammaccature e la vernice emergerà la STRUTTURA base dell’oggetto e questa potrà essere associata ad una tabula standard in modo da creare i modelli a partire da insiemi complessi piuttosto che da solidi elementari come cilindri, sfere, cubi ed altri. Un giorno dell’ottobre 2000 stavo camminando nel parco del Valentino di Torino e immaginavo questo sistema di cattura automatica. Pensai che le piante in particolare erano quasi impossibili da catturare; come definire le strutture delle foglie, come distinguere i casi in cui i rami dell’una erano frammezzati da quelli dell’altra, come capire in modo automatico che un altro elemento era una roccia o un ramo secco? Presi in mano un lungo ago di pino, sul ramo ce n’erano centinaia, migliaia per terra. Solo quel semplice ago aveva due punte, unite alla base con una struttura cilindrica; all’interno del solco delle punte, che erano concave, si trovavano addirittura piccole pietruzze e detriti. Pensai che era impossibile codificare tanta complessità; ed ecco che compresi un punto molto importante: prima o poi ci si deve fermare con la definizione degli oggetti. Se dovessimo arrivare al dettaglio più basso non basterebbero nemmeno gli atomi, magari neppure i quark. Per Oltremondo dobbiamo prima o poi definire come atomiche strutture che, per quanto piccole, non saranno mai come quelle del mondo fisico, altrimenti non ci basterebbe l’universo per memorizzare un solo pianeta. Compresi che un livello di dettaglio ultimo doveva essere di tipo CONCETTUALE piuttosto che brutalmente matematico. Nell’acquisire quel parco non avremmo dovuto cercare di definire ogni singolo filo d’erba, ogni foglia, ogni albero. Il sistema avrebbe dovuto estrarre da quelle immagini ciò che anch’io stavo percependo: un SIGNIFICATO. Davanti a me c’era un albero di una certa specie ad un certo stadio di sviluppo, dietro al quale si stendeva un prato dalle dimensioni complessive definite, costituito da una mescolanza di erbe tipica di quella latitudine. Questa era l’informazione che si doveva estrarre dall’immagine, questo avrebbe potuto fare un sistema di cattura automatico. Dopodiché le variazioni casuali all’interno della definizione avrebbero dovuto seguire un MODELLO in modo che qualsiasi osservatore avrebbe visto la stessa scena nel medesimo istante, e un’altra scena, la stessa per tutti, qualche mese dopo. La legge di generazione della scena a partire dal modello dell’oggetto e dell’istante nel tempo doveva essere di tipo matematico con uso di funzioni frattali e numeri casuali uguali per tutti. In questo modo lo stesso parco sarebbe apparso a tutti i visitatori nello stesso modo a parità di tempo e di luogo, a patto che i sistemi di generazione delle immagini di ogni visitatore funzionassero con le stesse regole. In questo modo si superava l’impossibilità della definizione atomica del mondo fisico all’interno del mondo digitale, limitato dal proprio finito substrato fisico, e si ponevano le basi per un concetto filosofico: l’ambiente digitale concettualmente identico PER CATEGORIE a quello fisico E’ la copia esatta di quello fisico. Non ci interessa vedere la stessa erbaccia nella stessa posizione nei due mondi, a noi interessa che il prato sia lo stesso, ci comunichi le stesse sensazioni. Ovviamente ciò vale per oggetti omogenei e ‘di sfondo’, non è applicabile ad una città. Non potremo dire che nello spazio urbano di Roma c’è una città del ventesimo secolo e il sistema ne genererà una a caso. Noi vorremo vedere proprio Roma! Ma in un singolo parco della città ci basterà trovare l’erba che complessivamente è uguale a quella del parco della città fisica. Questa distinzione tra ciò che è importante e ciò che può essere trascurato non si basa sulle dimensioni (si pensi ad una montagna che è enorme e può essere definita come categoria) ma sull’importanza PERCEPITA dall’osservatore per ogni oggetto. Si potrà quindi ‘tagliare’ sull’aderenza per oggetti poco significativi ed essere molto più precisi per cose che sono importanti per noi esseri umani. In questo senso questa tecnica è simile ad un sistema di compressione, anche nel metodo JPEG, ad esempio, le immagini sono compresse togliendo da esse le parti che l’Uomo non può percepire. Utilizzando questo sistema potremo contenere infiniti universi in un impianto costituito pur sempre da atomi fisici e quindi fatalmente limitato. Nei nostri computer non cattureremo il mondo fisico, ma il mondo del pensiero. L’IMPORTANZA DEGLI STANDARD (open source o free software ?) Il movimento open source da sempre propugna un modello di sviluppo del mondo del computer del tutto opposto a quello tradizionale. Nel sistema classico ogni azienda scrive i propri programmi in un certo linguaggio e, da queste versioni dette tecnicamente ‘sorgenti’, produce una versione eseguibile che poi commercializza. L’utente finale non ha accesso ai sorgenti e quindi non può sapere come funziona il programma al suo interno e meno che mai modificare qualcosa. Nel modello open source gli sviluppatori distribuiscono i sorgenti insieme ai programmi e consentono così agli utenti che ne sono capaci qualsiasi modifica. In un tale modello, è ovvio che non si può vendere il software: se si distribuiscono i sorgenti chiunque è in grado di produrre infinite copie finali. La licenza open software, tuttavia, può essere una scelta economicamente redditizia: coloro che vogliono assistenza nell’uso dei programmi pagheranno. Allo stesso modo si creano possibilità di business quando un utente desidera una versione specifica per le proprie esigenze e non è in grado di modificare i sorgenti in proprio. Il sistema open source è molto ardito, innovativo e fortemente anarchico. Il sistema tradizionale è ‘di destra’, l’open source ‘di sinistra’. Ognuno dei due sistemi ha i suoi pregi ed i suoi difetti. I campioni del sistema classico sono senz’altro quelli della Microsoft. Tale azienda non ha mai reso pubblici i sorgenti di alcun prodotto ed ha sempre venduto ogni sua creazione. Bill Gates è sempre stato ferocemente contrario a qualsiasi distribuzione gratuita di software e ancora di più alla pratica della copia dei programmi. Gates ha sempre sostenuto con veemenza che chi copia i programmi danneggia l’industria del software ed impedisce lo sviluppo di nuovi prodotti utili a tutti. Non si può non essere d’accordo se si pensa che le persone vanno pagate e nessuno si sogna di creare gratuitamente strumenti utili al prossimo. E invece tali pazzi esistono. Ci sono DAVVERO persone in questo mondo che sviluppano programmi, anche molto complessi, del tutto gratuitamente. Pare impossibile ma esistono MIGLIAIA di programmatori open source che condividono con tutti il loro lavoro. Io ho sempre guardato con simpatia a queste persone. Ho sempre apprezzato i pionieri, gli innovatori, coloro che venivano chiamati ‘pazzi’. L’alfiere dell’open source è senz’altro Linus Torvald, l’inventore di Linux. Linux è un sistema operativo, cioè uno di quei software ‘di base’ che rendono un nudo computer un qualcosa di usabile. Il sistema operativo è il programma principale che gira su di un computer, lo gestisce e fa da arbitro nella gestione delle risorse tra i programmi applicativi. Windows è un sistema operativo. Linux è un sistema operativo che molti ritengono migliore di Windows, più stabile e professionale, ed è GRATIS. Ci sono stati migliaia di programmatori che hanno lavorato duramente, proprio come in Microsoft ma senza essere pagati, per lo sviluppo di Linux. Ne è uscito un sistema operativo di cui sono pubblicamente disponibili i sorgenti che chiunque può compilare (cioè tradurre in un programma eseguibile) senza pagare nulla. Di fronte al costo fin troppo elevato di Windows sembrerebbe che questa cosa sia la fine per la Microsoft, invece non è così. Windows e tutti gli altri programmi si vendono, eccome. Come mai? La risposta è molteplice; innanzitutto coloro che vendono il software hanno i soldi per fare pubblicità, gli anarchici no. Se ad ogni nuova uscita di Linux si comprassero intere pagine di giornali, magari coloro che non sanno neanche che esiste lo sceglierebbero. Un altro effetto della vendita è che si deve realizzare un prodotto più commerciale, più facile da usare. Il mondo Linux si inorgoglisce della complessità del proprio ambiente. Gli effetti di animazione di Windows sono visti come cartoni animati per bambini; molto più seria una bella interfaccia sobria senza troppi fronzoli. Ci si dimentica che la massa delle persone non è composta di smanettoni. Le persone normali vogliono strumenti semplici e magari anche divertenti da usare. Si è sempre visto come i tecnici, in qualsiasi settore, tendano a fare le ‘cose serie’ e siano ogni volta superati dai ‘furbi’, dai ‘commerciali’, che seguono i gusti del pubblico, magari pure prendendolo in giro. E’ triste ma è così. Con questo non si intende dire che i prodotti Microsoft non siano seri e professionali, sono anzi estremamente validi e mirati alle reali esigenze delle persone. Il mondo Linux è, invece, ostico, difficile, da iniziati. Quando si supera la barriera all’accesso ci si sente molto gratificati ma tanti restano al di qua del guado. Se si vuole che un prodotto diventi di massa si deve creare una cosa facile, divertente, più accattivante che ‘seria’. Dovremo sempre ricordare questo nello sviluppo di Oltremondo. Come mai Windows è uno standard e Linux molto meno? Come mai il sistema operativo Next, un prodotto eccezionale per l’epoca, non lo ricorda più nessuno? Come mai il CP/M è anch’esso un lontano ricordo? Gli standard sono decisi da organismi internazionali come l’ISO, l’IEEE e altri ancora. Ma nel mondo del software le cose vanno troppo in fretta, con c’è tempo perché si riuniscano paludati comitati e passino gli anni. In pochi mesi un nuovo prodotto diventa lo standard de facto e tutti si uniformano ad esso volenti o nolenti. La Microsoft, lo si deve riconoscere, è leader in questo campo; a Redmond, la loro sede, si dice: we set the standards (noi definiamo gli standard). A mio avviso c’è una cosa che è necessaria perché un prodotto possa aspirare ad essere uno standard universale: la coerenza. Linux non è coerente. Non me ne abbiano i paladini dell’open source, io sono comunque con loro. Non posso tuttavia tacere una battuta che è a mio avviso eccezionalmente sintomatica: pare che finalmente il numero delle versioni di Linux abbia raggiunto il numero degli utenti. E’ ovviamente una boutade, ma davvero non esiste una versione ufficiale di Linux. Quando si distribuisce un prodotto come open source succede inevitabilmente che coloro che ne sono in grado facciano ognuno la propria versione. Così uno cambia l’aspetto di un bottone, un altro il colore di un controllo e così via. Ci sono ovviamente versioni ufficiali di Linux (chiamate ‘distribuzioni’) ma anche in una sola versione troviamo infiniti ‘gusti’. In un disco di installazione ci sono certi programmi, in un altro altri. Il desktop, ad esempio, l’aspetto dello schermo di base del sistema, in Windows è sempre lo stesso, in Linux ne esistono almeno tre versioni diverse. Quando ci si abitua ad usare un certo tasto in Windows 2000 si può essere certi che in ogni computer farà sempre la stessa cosa, in Linux no. Alcuni comandi differiscono da un’installazione all’altra pur della stessa distribuzione. In un caso c’è un certo programma per configurare le schede audio, in un altro non c’è traccia di esso. Non è possibile imparare ad usare Linux con un libro perché quasi sicuramente i passi descritti nel testo non trovano corrispondenza nel sistema che si usa per sperimentare. Questo capita perché, potendo accedere ai sorgenti, moltissimi propongono infinite versioni o miglioramenti di ogni strumento. Questo è il più grande limite dell’open source: non si possono definire degli standard se gli strumenti che proponiamo sono dei mutanti sempre diversi secondo il capriccio (o anche i profondi motivi) di ognuno. In molti casi non è giusto far pagare certi strumenti ma l’open source può condurre troppo facilmente al caos. Se si vuole uscire dall’ambito hobbistico e accademico, ambiente nel quale l’open source spopola, si deve pensare ai problemi delle masse di utilizzatori del mondo reale. Per poter far diventare davvero di massa un prodotto, e quindi uno standard, si può far leva sull’aspetto della gratuità ma non solo. Un qualsiasi strumento che debba poter essere utilizzato da tutti deve essere sempre uguale a sé stesso. Molti sostengono che l’open source permetta di risparmiare ma si pensi ad un’azienda che adotti tali prodotti al suo interno: non esistono libri sull’argomento perché, come già detto, non c’è una versione sempre uguale di ogni software. Si possono trovare dei consulenti abbastanza esperti per l’installazione e la configurazione del tutto, ma quanto saranno affidabili? Persone che siano fortemente attratte dal mondo open source tendono ad essere anarchiche o, quando va bene, estremamente accademiche. Un’azienda non può permettersi di dipendere da qualche giovanotto che, a metà del lavoro, decide che si sta annoiando e si interessa ad altro. Esistono i professionisti, ovviamente, ma quanto li si dovrà pagare? Alla fin fine si rischia di spendere di più in consulenze e tempo perso di quanto costino le copie di Windows originali. È un po’ triste, ma è così. Se tantissime realtà operative nel mondo non scelgono decisamente l’open source c’è un motivo. Molte per ignoranza, ma ce ne sono tante che sanno a quali rischi vanno incontro. I paladini di questa soluzione sostengono che il software open source sia più affidabile perché è sotto milioni di occhi che possono intervenire subito a correggere ogni difetto, i bug (nome in gergo per gli errori del software) non hanno scampo. Ma cosa succede davvero? Quando un utente/sviluppatore/modificatore trova un errore egli lo corregge e produce una nuova versione, spesso informandone la comunità tramite Internet, che è il ‘collante’ di questo mondo. Capita così che, prima che la correzione diventi ‘ufficiale’, girino versioni con molte variazioni della soluzione, moltiplicando i problemi. Chi ha lavorato nell’informatica sa benissimo, infatti, che una qualsiasi variazione ad un programma spesso genera altri effetti del tutto imprevedibili che fanno crollare qualche altra parte del prodotto. Modifiche di una singola riga del codice sorgente, perfettamente plausibili, si dimostrano essere perniciose sulla distanza. Qualsiasi programmatore ha già vissuto questa esperienza: si riprende in mano un programma dopo un certo tempo e ci si accorge che una sequenza di istruzioni non va bene, ci si dà degli stupidi e si corregge la cosa. Successivamente si scopre che la sequenza originale era quella giusta, per un motivo che ci si era nel frattempo dimenticati. Ecco che si devono rimettere le cose com’erano prima con tante scuse. Si potrebbe obiettare che se il sorgente è ben documentato questo non succede, ma non si deve essere ingenui: in tutte le aziende di software capitano questi e mille altri problemi. Si sa per esperienza che all’aumentare del numero degli sviluppatori che lavorano su di un progetto, aumenta esponenzialmente il numero di errori e sovrascritture incrociate. Ci sono esempi eclatanti di questo. Dopo anni di prove aziende come l’IBM e la stessa Microsoft hanno dovuto decidere di far sviluppare ogni prodotto da un piccolo gruppo di persone ben affiatate e supportate da coordinatori umani con software specifici. Come può tutto questo essere garantito da milioni di persone che collaborano gioiosamente ma in modo anarchico tramite Internet? I prodotti alla fine vedono la luce, Linux c’è ed è molto valido, ma la produzione industriale del software è un’altra cosa. La chiave è che si dovrebbe passare certamente ad un modello che non sia biecamente capitalistico, ma senza i difetti dell’open source. Si deve cercare di arrivare alla DISTRIBUIBILITÀ infinita invece che alla MODIFICABILITÀ totale. Un modello in cui ogni aggiunta al patrimonio comune viene mantenuta ed è preziosa ma la modifica di quanto già realizzato sia controllata e governata da un organismo che non abbia finalità di lucro ma solo di mantenimento e gestione del tesoro di lavoro che deve essere e rimanere pubblico. La terza via è il free software. Oltremondo sarà distribuito in questo modo. Con il free software l’organizzazione produttrice non rende disponibili i sorgenti ma distribuisce gratuitamente i programmi. In questo modo ogni prodotto è sempre lo stesso, non esiste in infinite mutazioni. Ogni utente che impara un certo modo di lavorare è sicuro di trovare sempre lo stesso sistema in ogni versione. Quando gli inevitabili errori vengono rilevati, c’è un sistema di segnalazione standard che permette a chiunque di contribuire allo sviluppo della versione successiva nella quale tali errori saranno corretti. La rilevazione è pubblica, ma la correzione viene eseguita dal gruppo di sviluppo che conosce molto bene il prodotto e ne mantiene gli standard definiti. Per gli aspetti che richiedono investimenti che si vuole o si deve recuperare si passa al classico software commerciale ma con innovative tecniche di business. Il Pay per use ad esempio: si paga solo una piccola cifra quando si usa effettivamente un servizio. Oppure si paga a tempo in caso di servizi erogati continuativamente, come i videogiochi. Ovviamente l’organizzazione che distribuisce il prodotto non vende nulla, ma permette a coloro che ci lavorano sopra di recuperare, se lo desiderano e se il mercato lo consente, gli investimenti. Un sistema software così strutturato può ambire a diventare uno standard; non ci sono le mutazioni infinite dell’open source, non ci sono i prezzi spesso esorbitanti dei programmi commerciali, non c’è la pirateria perché i software sono gratis, niente da rubare. Per imporre uno standard free software non si potrà fare affidamento su campagne pubblicitarie miliardarie ma la potenza del gratuito produrrà una diffusione inarrestabile. Gli standard servono, sono in tanti a riconoscerlo. Uno dei più grandi pregi di Windows è che ha imposto a schiere di programmatori, spesso esibizionisti, egocentrici e ‘pazzi’, un modo comune di lavorare. Quando qualcuno riesce ad imporre uno standard è un vantaggio per tutti. Coloro che devono imparare a lavorare in un certo settore trovano testi utili ed esaustivi. Coloro che vogliono realizzare dei prodotti hanno la possibilità di rivolgersi ad un vasto pubblico con un sistema omogeneo piuttosto che infinite versioni per ogni piattaforma esistente. Con uno standard il materiale prodotto da qualcuno può essere riutilizzato da altri che, partendo da una base più avanzata, avranno più tempo per proporre qualcosa di davvero innovativo. Si delinea quindi un movimento open source traslato dallo sviluppo di programmi ‘di base’ allo sviluppo di contenuti tridimensionali, comunque programmabili. Il mondo dell’open source è sempre stato caratterizzato dalle forti barriere all’ingresso, un ambiente di iniziati che conoscevano linguaggi esoterici. Con lo standard di Oltremondo chiunque potrà sviluppare contenuti tridimensionali interattivi, rendendo questa una vera nuova cultura, con una base fortemente non elitaria. In quest’ottica Oltremondo, se riuscirà a diventarlo, sarà lo standard che ancora mancava nel mondo del tridimensionale. Finalmente gli sviluppatori non dovranno ogni volta reinventare l’acqua calda nel loro sistema proprietario, fatalmente di nicchia, ma potranno portare avanti la fiaccola del progresso con nuove idee, nuove avventure, nuove pazzie. LA FINE DELL’OTTOCENTO Mentre sto scrivendo questo capitolo è l’estate del 2000, un anno che ha ispirato legioni di titoli di film, di libri, di insegne e quant’altro. Eppure per certi versi siamo ancora nell’ottocento. Pensiamo a quali strumenti hanno i ricercatori oggigiorno per visualizzare le loro teorie, per trasmettere i loro pensieri, per far ‘toccare con mano’ le loro idee. Ecco che emerge una serie di difficoltà ancora ottocentesche. Anche su riviste prestigiose i più eminenti scienziati altro non possono fare che scrivere lunghi testi con qualche illustrazione che va dallo schizzo al pregevole schemino e nulla più. Pur essendo simpatico questo modo di procedere, esso è datatissimo, come i tomi scritti nel secolo scorso da scienziati antichi su carta ormai ingiallita. Un ricercatore, un artista, un progettista, oggi devono ancora rappresentarsi l’oggetto del loro studio nella propria mente, in una sorta di cinema personalissimo dal quale cercano di capire faticosamente le cause e gli effetti dei fenomeni oggetto del loro interesse. Quasi nessuno utilizza sistemi di progettazione computerizzata e molto pochi di questi permettono la simulazione di eventi dinamici. Nel campo della chimica, ad esempio, ci sono alcuni sistemi costosissimi e complicati che visualizzano le molecole e pochi di essi riescono a simulare le reazioni tramite i calcoli delle energie di legame in gioco. La poca diffusione di questi sistemi è dovuta alla loro enorme complessità e ad una generale ignoranza o disattenzione culturale. Come può oggigiorno un biochimico rappresentarsi cosa succede quando inizia la sintesi dell’RNA messaggero a partire da una certa sequenza di geni del DNA di un nucleo cellulare? Egli deve simulare tutto a mente e trarre faticosamente e lentamente delle conclusioni che sono a rischio di gravi errori, non perché egli è incapace ma perché la complessità dell’ambiente è troppo elevata. Magari non pensa ad un altro enzima, spesso presente nel nucleo, che modifica il comportamento dell’RNA e che fa prendere alle cose una piega ben diversa da quella che lui crede. Magari un tale ricercatore passa anni a cercare le prove sperimentali di un procedimento che è affatto diverso da come lo ha immaginato. Che spreco, che perdita per tutta l’Umanità. Come sarebbe meglio invece se il ricercatore potesse creare o addirittura disporre di un modello perfetto di una cellula umana in cui tutte le molecole fossero al loro posto e tutte le reazioni avvenissero automaticamente, come nel mondo fisico, seguendo le normali leggi della chimica. Con un tale ambiente lo scienziato potrebbe muoversi fluttuando nei vari punti di interesse e far capitare gli eventi che vuole studiare, inserendo sostanze, spostando con le mani una molecola qua, un enzima là. Magari si scoprirebbe in un tempo sorprendentemente breve come mai una parte enorme del DNA appare non utilizzata. Magari capiremmo in quali situazioni sono attivati geni che credevamo inespressi e cosa fanno succedere le proteine sintetizzate da questi quando sono inserite in un certo punto del traffico cellulare. Per la realizzazione di un tale ambiente si potrebbe partire da una sorta di ‘fotocopiatrice’ tridimensionale che potrebbe copiare la più parte di una cellula fisica lasciando da definire solo alcuni particolari, tanto per poter rendere il modello davvero generale. Un tale ambiente sarebbe inoltre un affascinantissimo laboratorio di studio e di scoperta per tutti gli studenti e per coloro che vorranno avvicinarsi a queste affascinanti materie. Quanto è arida una formula scritta con un gesso su di una lavagna, che abissale differenza dal tenere tra le mani le molecole, avvicinarle sentendo le forze attrattive o repulsive fra i vari siti e poi assistere alla reazione! Uno studente (ma anch’io vorrei tanto giocare con queste cose) potrebbe prendere due molecole d’idrogeno, una d’ossigeno e farle reagire osservando la nascita di una molecola d’acqua e sentendo sul viso la vampata di calore dell’energia che si libera dalla reazione. Ma non solo la chimica potrebbe avere enormi vantaggi da queste tecnologie. Pensiamo all’archeologia, alla possibilità di ricreare antiche città popolandole di persone abbigliate secondo la foggia dell’epoca, ognuna affaccendata per la sua strada. Pensiamo alla geologia che potrebbe ricreare la Terra di qualsiasi epoca e simulare o anche solo visualizzare in modo immersivo, navigabile, immediato, qualsiasi ipotesi. Dal mondo molecolare della cellula si potrebbe passare all’ambiente del sistema solare o dell’intera galassia, simulato in modo da sentire con le dita le forze gravitazionali, potendo spostare le stelle per vedere e sentire che cosa succede. Non esiste settore delle attività umane che non trarrebbe enormi benefici dall’uso di queste tecnologie. Del resto non esiste settore di attività umana che oggi non usi in un modo o nell’altro la parola scritta e il disegno per trasmettere le proprie idee. Sostituiremo gli schizzi con ambienti tridimensionali navigabili, condivisibili con altri ricercatori e poi con il pubblico. Ambienti nei quali ad ogni cosa sarà associato un hyperlink che ci consentirà di visualizzare le informazioni note riguardo ad esso, direttamente nella nostra lingua e se vorremo una voce ce le leggerà. Così nell’ambiente cellulare ogni molecola potrà essere indagata per saperne il nome, la funzione nota o presunta, la posizione nella tavola periodica di tutti gli elementi che la compongono. In una ricostruzione di un’antica città ad ogni edificio sarà associata la funzione e tutte le informazioni sullo stile che lo informa. Sarà un sistema come quello oggi appena abbozzato su Internet ma ad un livello di interconnessione ed immediatezza fantastico. Solo alcuni decenni fa saremmo stati visti come dei, potremo creare dal nulla qualsiasi ambiente o situazione, cosa che in passato era magia! La creazione di un ambiente tridimensionale per descrivere le idee con annotazioni ipertestuali diventerà la norma non appena i sistemi di sviluppo per fare questo saranno abbastanza semplici da usare anche per i non informatici e non appena qualche organizzazione li renderà disponibili ad un prezzo conveniente o addirittura gratis. La Fondazione Oltremondo sarà questa organizzazione. Attualmente NESSUNO si sogna di sviluppare un tale sistema e di offrirlo gratuitamente; noi lo faremo. La Fondazione potrà permettersi di farlo perché sarà la prima, e forse unica, realtà senza scopo di lucro ad operare nel campo dell’altissima tecnologia. Nessuno ha mai pensato di farlo, non ve ne è mai stato il motivo. Grazie all’ideale di Oltremondo la Fondazione potrà e anzi, perfino dovrà, sviluppare e distribuire prodotti per la creazione di ambienti ed interi universi digitali di altissimo livello. Nessuna considerazione di opportunità economica, nessun meschino calcolo di interesse ci fermerà, perché la posta in gioco è il destino dell’Uomo. Noi creeremo e distribuiremo GRATIS tutti i sistemi di sviluppo più semplici e potenti che si siano mai visti e ricercatori di tutto il mondo, dai più ricchi a quelli, più numerosi, meno abbienti, li useranno. L’Umanità conoscerà un’esplosione di nuovi prodotti tridimensionali, immersivi, condivisibili, esplorabili, che cambieranno radicalmente il modo di comunicare, sviluppare e provare le proprie idee. La lieta novella è che questi prodotti saranno PER TUTTI, non occorrerà essere uno scienziato, chiunque potrà averli. Persino chi non avrà un computer verrà accolto presso una delle sedi della Fondazione e potrà lavorare sulle nostre macchine per creare il proprio universo, per stupido che possa sembrare. Finalmente l’Umanità uscirà dall’ottocento e comincerà il cammino verso un avvenire di conoscenza in un infinito mondo delle idee. IL FORMATO ULTRADOCUMENT Quanto spiegato nel capitolo precedente porta alla necessità della definizione di un nuovo formato di dati, a metà tra il foglio scritto e il filmato multimediale. Solo un formato nuovo, uniforme, largamente riconosciuto, potrà convincere tutti i creatori di contenuti a realizzare questi ambienti immersivi che andranno a far parte dei canali di Oltremondo. I canali, infatti, non saranno solo dei mondi in cui vivere o avere fantastiche avventure, avranno anche un ruolo didattico, di ricerca e divulgazione. La Fondazione dovrà offrire gratuitamente i sistemi di sviluppo e anche lo spazio sui propri server per ospitare il materiale finito o in corso di lavorazione. In questo modo chiunque voglia realizzare un ambiente tridimensionale esplorabile potrà agevolmente farlo e memorizzarlo sulla rete speciale di Oltremondo per sempre. Ogni canale avrà così un indirizzo, come i siti Internet, che permetterà a chiunque di trovarlo e ‘farci un giro’. Se la creazione e il mantenimento di questi ambienti sarà semplice ed efficace come la immagino, presto la maggior parte degli articoli a stampa e delle produzioni televisive recherà a margine l’indirizzo del canale che contiene il mondo tridimensionale immersivo descritto. Pensate ad un qualsiasi articolo su di un qualsiasi giornale; se ad ogni immagine corrispondesse una piccola scritta con un indirizzo che potreste digitare su un computer per ENTRARE in quell’immagine… potrebbe essere fantastico per ogni cosa, da articoli tecnici ad altri su viaggi e turismo. L’immagine di un atollo potrebbe essere nient’altro che una vista di quell’ambiente stampata direttamente dal sistema di sviluppo e chiunque potrebbe entrarci, da solo o con altri, per vedere, camminare intorno, nuotare o altro. Attualmente questo viene fatto con i siti Internet e nemmeno così nello specifico. La gente non è molto spinta a cercare un sito menzionato in un articolo, dato che troverebbe dell’altro testo da leggere, qualche altra immagine ma poco più; praticamente un ‘secondo tempo’ dell’articolo. Spesso addirittura si rimanda a siti che niente hanno a che vedere con l’articolo stesso ma sono, ad esempio, il sito ufficiale di un certo paese o di una certa marca menzionata nel testo. Quello che si propone qui, invece, è il MONDO in cui poter entrare e guardarsi attorno, camminando, volando o nuotando, da cui è stata tratta una singola immagine di un articolo. Certamente è molto più interessante e porta ad un approfondimento di QUEL concetto a cui ci si sta interessando. Parte anche molto importante è la capacità IPERTESTUALE, o meglio IPERMEDIALE del documento. Se ad ogni oggetto, ad ogni particolare, si legherà un collegamento ad una pagina di testo che potremo far leggere in automatico al sistema o meglio ancora un mondo che parla di quell’aspetto, avremo creato un ambiente di mondi che si referenziano l’un l’altro e in cui si trova la CONOSCENZA dell’Umanità. Pensate di trovare un articolo sulla città vecchia di Ginevra con una foto interessante. Vi collegate alla foto e passeggiate nella città vecchia, trovate la cattedrale e attivate i collegamenti su di essa, una voce vi legge nella vostra lingua la storia dell’edificio e vi interessate a Calvino. Allora potete avere davanti, fluttuanti nell’aria, immagini sul calvinismo e Ginevra; attivate la foto del muro con il monumento ai calvinisti e vi trovate nel parco della città posto più in basso. Ammirate il monumento, poi vi chiedete chi è il personaggio a destra di Calvino, attivate il collegamento e ne scoprite il nome, una foto vi attira ed entrate nella città di Parigi del secolo corrispondente e così via…Un importantissimo aspetto è che NESSUNO sarà tenuto a realizzare tutto questo materiale, si potrà semplicemente collegare vari aspetti di ogni oggetto del mondo realizzato ad oggetti di altri mondi esistenti, già fatti. In questo il 4DGea project, il modello quadrimensionale della Terra in ogni epoca, sarà un grande aiuto e un gran punto di approdo per i collegamenti che vorremo realizzare. Ogni persona che creerà una ultradocumento, un nuovo mondo navigabile, aggiungerà ricchezza e possibilità espressive per tutti. Questa è nota come reazione positiva, un meccanismo che, una volta avviato, accelera continuamente alimentandosi di se stesso e della propria crescita. In questo modo in un tempo sorprendentemente breve avremo codificato tutta la conoscenza umana, tutte le epoche, tutte le arti. Molto importante per questo sarà l’uso del sistema di codifica della conoscenza indipendente dalla lingua: Ultracode. Solo così otterremo dati immediatamente inseribili nel cervello per il progetto della mente aumentata e convertibili in qualsiasi lingua per tutte le persone del mondo. Questo sistema codifica, infatti, il SIGNIFICATO delle parole, i concetti. Ad ogni collegamento quindi si potrà assegnare un testo codificato come concetti, leggibile dall’utente o da un sistema di lettura con sintesi vocale. I vari mondi creati con questo formato avranno una molteplicità di possibilità: potranno essere ambienti in cui entrare ed esplorare, muovere le cose e vedere cosa succede. Ambienti in cui girare e chiedere spiegazioni e collegamenti per ogni cosa. Ambienti in cui si svolgerà una specie di filmato tridimensionale che potremo fermare, far ripartire, mandare avanti passo-passo, sempre potendo osservare la cosa da tutti i punti di vista, a qualsiasi livello di ingrandimento. Questi mondi poi potranno essere unici, uno solo per tutte le persone presenti, oppure multipli, dove verrà creata una copia per ogni persona che arriva. Si potrà così visitarli con calma singolarmente o incontrarcisi con altre persone, conosciute o no, per scambi di idee ed impressioni. Ho assistito alla presentazione del nuovo planetario della città di New York, una cupola nella quale si possono vedere le galassie in modo immersivo e tridimensionale. In un tale ambiente la gran mole di dati rilevati da varie fonti passa da un arido tabulato di numeri non a fotografie bidimensionali ma a oggetti luminosi in uno spazio in cui ci si può muovere a piacimento. Mi diceva il realizzatore che all’inizio gli astronomi erano scettici ma quando hanno potuto ‘camminare tra le stelle’ sono ridiventati bambini. Con il formato Ultradocument otterremo proprio questo: una nuova possibilità di esplorazione di concetti magari già esistenti, ma mai realmente veduti prima; quando si possono visualizzare d’un colpo masse anche imponenti di dati ci si rende conto di relazioni e corrispondenze altrimenti invisibili. Quando le persone possono mettere in relazione le cose tramite la vista e magari gli altri sensi allora c’è vera comprensione, e anche meraviglia. La differenza rispetto ai classici CD-ROM più o meno interattivi è grande: in un’opera multimediale ci si può avventurare solo all’interno della limitata conoscenza profusa nella stessa, in un ambiente Ultradocument si naviga all’interno dell’intera CONOSCENZA TOTALE dell’Umanità. Il valore di questo insieme di dati andrà sempre crescendo ed alla fine ci si troverà tutto lo scibile umano creato in ogni tempo. Questa idea di Ipermedia è proprio quella ‘pietra filosofale’ che molti hanno cercato su Internet senza mai trovarla, il metodo per tramutare il ferro dei contenuti nell’oro della conoscenza. Molti hanno tentato di trasferire semplicemente sul Web i contenuti editoriali preesistenti o che comunque erano in grado di realizzare. Come sempre accade non si sono sfruttate le reali possibilità del nuovo media, non le si sono comprese. Il formato ipermediale, la traduzione dell’ipertestualità nel mondo multimediale ed interattivo, è la pietra filosofale. Non più dati stampati di faticosa lettura, non più filmati che possono solo essere visti e manovrati con i pochi comandi di un videoregistratore, un nuovo modo di collegare il tutto con l’immersività tridimensionale in modo da permettere a chiunque la fruizione dell’esperienza, l’apprendimento immediato della CONOSCENZA. Grazie a questo nuovo formato le masse si avvicineranno alla scienza ed alla cultura in generale mentre ogni altra esperienza di intrattenimento diventerà incredibilmente più vasta e completa. Il mondo, anzi, infiniti mondi, diventeranno ‘cliccabili’ come se accanto a noi ci fosse una guida sempre pronta, una specie di ‘genio della lampada’ in grado di portarci la verità in qualsiasi momento, su qualsiasi cosa, in modo immediato, divertente e condiviso con tutta l’Umanità I COMPUTER DI OLTREMONDO Con quali computer otterremo le fantastiche simulazioni che ci consentiranno di vivere esperienze del tutto realistiche, anzi, più vere del vero, nei canali di Oltremondo? Quale potenza di calcolo sarà necessaria? A questa domanda c'è una semplice risposta: non vi è un limite superiore, tanto più tanto meglio. Ci dobbiamo chiedere invece quale sarà la potenza MINIMA per ogni applicazione di queste tecnologie. Al livello più basso i computer dell'inizio del ventunesimo secolo saranno sufficienti. Per visualizzare i mondi su di uno schermo ed ascoltare i loro suoni da altoparlanti, muovendoci con l'uso di tastiera e mouse, ci basterà un computer del valore di circa mille dollari. Per una simulazione di qualità fotorealistica, cioè con immagini che sembrino riprese da una telecamera in un ambiente fisico, sarà necessaria una potenza (ed un costo) circa dieci volte superiore. Mentre scrivo il processore più potente a disposizione è il Pentium 4 della Intel, con circa cinquanta milioni di transistor ed una frequenza di clock di 2.2 gigahertz. La stessa azienda ha in progetto processori con quattrocento milioni di transistor e frequenze enormemente superiori. Con queste macchine arriveremo al fotorealismo sullo schermo. Per far girare queste simulazioni con il caschetto ad induzione dell’ultravisore, coinvolgendo i sensi del tatto, del gusto e dell'odorato, dovremo moltiplicare queste potenze per un altro fattore dieci. Stiamo parlando di tecnologie che possiamo stimare disponibili verso il 2010. Non manca moltissimo. La cosa più importante sarà la tecnica di rendering, cioè il sistema che produrrà le immagini di qualità fotografica a partire dalle descrizioni matematiche delle scene degli ambienti. Inizialmente il software dell’Ultraport utilizzerà le librerie standard OpenGL o DirectX che producono le immagini tramite una serie di semplificazioni. Gli oggetti vengono rappresentati scomponendoli in triangoli elementari sui quali sono applicate delle opportune textures, sorta di 'fotografie' delle superfici fisiche. Gli effetti dell'illuminazione, importantissimi per la percezione del realismo delle superfici, sono calcolati con modelli semplificati. Questa tecnica è del tutto sufficiente per ora ma occorrerà quanto prima spostarsi verso un sistema di rendering che usi il ray tracing. Tale tecnica, molto più dispendiosa, calcola il percorso di ogni raggio di luce tra l'occhio dell'osservatore e i vari rimbalzi sulle superfici della scena, fino alla sorgente luminosa relativa. Un tale metodo richiede una serie enorme di calcoli da rifare per ogni fotogramma (circa sessanta volte al secondo) su un database di geometrie che varia non appena l'osservatore sposta anche di poco lo sguardo. Oggigiorno esistono moduli elettronici specializzati per i calcoli di ray tracing che costano dai venti ai quarantamila dollari. Questi sistemi sono utilizzati per la realizzazione degli effetti speciali nel cinema d'animazione. Con l'aumento della potenza di calcolo per dollaro si giungerà ad ottenere a costi molto più bassi tali macchine che ci permetteranno di giungere al fotorealismo perfetto. Un altro importante concetto è la profondità di colore. Per ogni punto dell'immagine dobbiamo memorizzare in una qualche area del sistema il colore che l'osservatore percepisce. Se egli vede una mela, ad esempio, in un'area approssimativamente circolare dello schermo dobbiamo memorizzare una serie di punti con varie sfumature di verde che rappresentano la parte della mela visibile dall'utente. Tali livelli di colore sono memorizzati come numeri che hanno una certa possibile ampiezza di variazione. Il numero di possibili differenti sfumature di ogni componente (di solito rosso, verde e blu) del colore è chiamato profondità del colore. Ad una maggiore profondità corrisponde una maggiore quantità di memoria necessaria per mantenere l'immagine nel sistema ed un molto maggiore lavoro di elaborazione per realizzarla. Attualmente si va dai 16 ai 32 bit di profondità di colore. Si dovrà giungere a 48 o 64 bit. Sembra poco ma l'aumento in questo campo è esponenziale e si tratta di aggiungere ordini di grandezza di memoria e lavoro. Una tecnica che potrà essere applicata ai sistemi ad induzione che proietteranno le immagini direttamente nel nervo ottico dell'osservatore sarà quella a risoluzione variabile. La risoluzione è la finezza, il numero di singoli diversi punti che compongono l'immagine. All'aumentare del numero di punti in cui è divisa ogni immagine di sintesi vi è una rapida esplosione della quantità di memoria e della potenza di calcolo richiesta. In caso di visualizzazione su di un monitor che l'ultranauta osservi con i propri occhi occorrerà aumentare molto tale risoluzione, specie se si vorrà circondare il più possibile il campo visivo dello stesso con la scena rappresentata. I piccoli monitor con diagonale da 15 o 17 pollici dovranno essere espansi a schermi delle dimensioni di arazzi. Tale espansione sarà estremamente costosa in termini di memoria e di richiesta di potenza di elaborazione. Quando tali scene saranno proiettate nel nervo ottico non dovremo mantenere una risoluzione massima su tutta la superficie, ma seguiremo la naturale disposizione degli elementi sensibili sulla retina. Nell'occhio umano, infatti, c'è un'area centrale molto più fine circondata da altre via via a più bassa risoluzione. Ogni Uomo crede di vedere tutt'intorno alla massima risoluzione mentre in realtà è il muoversi continuo dell'occhio sugli elementi di interesse che crea questa impressione. In pratica, è come se guardassimo con un cannocchiale e vedessimo con chiarezza solo una piccola area circolare ma, muovendoci tutt'intorno, ricostruissimo la scena complessiva dentro la nostra mente. Il sistema ad induzione muoverà la porzione di scena proiettata sulla retina, seguendo i comandi che il cervello invierà ai piccoli muscoli che muovono l'occhio, facendo corrispondere esattamente lo scorrimento della scena a quanto si aspetta l'osservatore. In tale modo il sottosistema di rendering produrrà in continuo scene ad alta risoluzione nella zona centrale e a sempre più bassa tutt'intorno. Tale escamotage ridurrà di molto il carico di elaborazione e la memoria richiesta. Un sistema ad induzione diventerà rapidamente più economico di uno che proietti la scena su di uno schermo da osservare con gli occhi fisici. Attualmente le prestazioni richieste per la simulazione degli ambienti di Oltremondo sono da supercomputer ma come sempre, non appena ci sarà il mercato, le aziende svilupperanno i sistemi hardware necessari con tecniche di produzione di massa ed i costi scenderanno moltissimo. Alla fine del ventesimo secolo, ad esempio, i sistemi di rendering tridimensionale erano appannaggio di costosi computer o workstation ed erano utilizzati solo da ricercatori universitari. Con la nascita dei videogiochi in tre dimensioni (Quake fu il più importante) le aziende svilupparono sempre nuove schede video in grado di riprodurre ambienti in 3D a basso costo. Dopo pochi anni la potenza di calcolo che prima si trovava in macchine dedicate del costo di decine di migliaia di dollari era racchiusa in schede che chiunque poteva comprare per poche decine di dollari. Con i sistemi necessari per Oltremondo succederà lo stesso. L'audio ed ogni altro sottosistema dedicato allo stimolo di ognuno dei nostri sensi saranno sottoposti ad analoghi strepitosi progressi. In breve tempo il costo e la disponibilità dei sistemi necessari per una dignitosa vita in Oltremondo non saranno un problema per nessuno. L'aspetto fisico dei computer passerà dalle scatole grigioline di oggi a quello di sistemi più professionali, robusti ed industriali. Un’interessante possibilità sarà quella della parallelizzazione: con questo termine si indica la tecnica della suddivisione del carico computazionale su diversi elaboratori che lavorano in parallelo. Un requisito fondamentale perché si possa utilizzare questo metodo è che il lavoro richiesto possa essere suddiviso in tante parti elaborabili singolarmente, quindi senza che la ‘lavorazione’ di una richieda i dati di qualche altra. Proprio questo è il caso dei sistemi di Oltremondo. Con il ray tracing ogni raggio viene calcolato separatamente, quindi può essere portato avanti da un processore dedicato. Allo stesso modo, i calcoli degli elementi finiti necessari per la simulazione dei fenomeni fisici nei vari ambienti di Oltremondo possono essere fatti per la maggior parte in parallelo. Si denota quindi la possibilità di realizzare un nuovo tipo di sistemi di elaborazione, specifici per le applicazioni oltremondane: un ‘mare’ di processori, anche di potenza abbastanza ridotta, che lavorano tutti in parallelo. Un particolare sistema operativo potrà suddividere le richieste di calcolo sui vari elementi in elaborazione, così da far procedere la simulazione in modo fluido. Probabilmente questa sarà la soluzione adottata, non più un processore monolitico al centro del computer, ma un grandissimo numero di microprocessori che lavorano in parallelo, ognuno sul suo piccolo elemento della scena, sotto il controllo di un sistema operativo che analizza le richieste di calcolo ed assegna le risorse di elaborazione. Per le persone in stato di oltrevita, ma anche per ultranauti non ancora virtualizzati, sarà possibile nei primi tempi noleggiare la potenza di calcolo di macchine costose per periodi limitati in modo da accedere fin da subito a superiori livelli di simulazione anche se non ancora a bassissimo costo. Tali noleggi saranno qualcosa di simile ad un periodo di vacanza nella vita fisica. Specie per i virtualizzati, ogni tanto farà piacere trascorrere qualche tempo nei canali noti o in altri particolarmente belli potendo sperimentare l'esperienza in modo più preciso e nitido. Ovviamente non occorrerà aspettare molto per avere a basso costo o addirittura gratis tale precisione in modo permanente, ma in un primo periodo forse il noleggio temporaneo di processori più potenti sarà una reale possibilità. La differenza rispetto al passato sarà che anche i più poveri della Terra avranno una seria e concreta speranza di miglioramento per il futuro, cosa che non è quasi mai successa nel mondo fisico. Occorrerà prestare molta attenzione all'affidabilità delle macchine fisiche che renderanno possibile la simulazione. Dovremo costruirle per la affidabilità più che per il basso costo. Dovremo costruire circuiti e sistemi con prospettive di vita molto più lunghe delle attuali. Errori nel software o guasti hardware non dovranno avere conseguenze fatali. Occorrerà disporre di sistemi di emergenza in grado in questi casi di trasportare l'utente in un qualche ambiente di emergenza non stressante. Pensiamo a come può essere orribile il crash improvviso di una simulazione che ci lasci in una situazione intollerabile per chissà quanto tempo. Per coloro che non saranno virtualizzati dovrà ovviamente interrompersi il programma ed essi si risveglieranno nella vita fisica. Per gli altri dovranno subentrare altre macchine in grado di continuare la simulazione o di 'parcheggiare' comunque la persona in una ambiente neutro e confortevole. La gestione degli errori e dei guasti dovrà essere MOLTO più attenta e sensibile di quanto lo sia mai stata in passato. L'assistenza dovrà anch'essa progredire molto e raggiungere nuovi livelli di efficienza e puntualità. Immaginiamo grandi edifici in cui i virtualizzati vivano in ampolle che contengono i loro cervelli, collegate a sistemi di supporto vitale ridondanti che producano le sostanze nutritive e filtrino gli scarti. La sistemazione in agglomerati consentirà enormi economie di scala nei cablaggi necessari e la centralizzazione dei sistemi di supporto vitale. I computer necessari godranno anch'essi di serie economie di scala, ad esempio pochi grandi alimentatori per tutti invece di una miriade di piccoli sottosistemi. In tal modo la potenza di calcolo complessiva potrà essere ripartita tra i vari utenti in modo diseguale allocando ad ognuno la quantità richiesta in ogni fase dell'esperienza, Un opportuno sistema operativo bilancerà le richieste di calcolo in modo da ottimizzare il rendimento di grossi sistemi centrali condivisi. Il passaggio da filosofie ad aree condivise a sottosistemi individuali sarà studiato attentamente in modo da ottimizzare i costi ed i consumi. Tali comunità saranno assimilabili al concetto di villaggio, zone in cui abitare insieme con servizi condivisi. Ovviamente alcune persone avranno grossi sistemi individuali e per un qualche periodo, tanto per cambiare, i più ricchi avranno le macchine migliori. Con il passare del tempo sempre più il 'benessere digitale' si diffonderà e tutti potranno accedere ad un democratico livello medio di potenza di calcolo. COMPUTER QUANTISTICI Vorrei premettere che questo capitolo potrà sembrare molto ostico. Non è il concetto di computer quantistico che è complesso, ma tutta la meccanica dei quanti che appare pazzesca. Einstein stesso non si può dire che non la capisse, ma certamente non ci credeva. Tuffatevi quindi nella pazzia, se non capirete niente sarete in ottima compagnia. La potenza di elaborazione disponibile aumenterà sempre di più e prestazioni considerate mostruose diventeranno nel breve volgere di pochi anni ricordi del passato. Ognuno di noi ha sperimentato nella propria esistenza, occupandosi anche solo marginalmente di informatica, la curva esponenziale del progresso. Lo sviluppo della tecnologia basata sul silicio porterà alla realizzazione di dispositivi a semiconduttore di estrema potenza anche solo spingendo in avanti le attuali tecniche. Non passa anno senza che si dichiari come ormai giunta al limite la vecchia tecnologia mentre pochi mesi dopo una nuova miniaturizzazione aumenta la potenza di calcolo, la quantità di memoria e la riduzione della potenza dissipata in calore. Vi è comunque un limite della tecnologia al silicio, ma essa sicuramente resterà con noi per un periodo di gran lunga superiore al previsto. Ma quando non si potranno realizzare circuiti ancora più piccoli in quale direzione si andrà? Tutti i sistemi digitali sviluppati a cavallo dei due secoli sono basati sul controllo del flusso di elettroni all’interno di dispositivi basati sul silicio. Tali sistemi si chiamano semiconduttori perché sono in grado di variare la loro conducibilità in modo preciso permettendo la realizzazione di dispositivi molto piccoli e veloci. La tecnica impiegata per incidere su sottili piastrine di silicio circuiti molto complessi è del tutto simile alla litografia: si incidono con complessi procedimenti le piste ed i componenti grazie alla luce che filtra attraverso speciali maschere. Al diminuire delle dimensioni dei componenti si giunge ad un punto in cui la lunghezza d’onda della luce, già molto piccola, diviene comparabile con le fessure delle maschere e quindi proietta immagini sfocate. Non potremo giungere a dimensioni dell’ordine di qualche atomo, perché la luce non è abbastanza fine. Anche se riusciremo a realizzare dispositivi delle dimensioni di uno o due atomi ci scontreremo con uno scoglio formidabile: le fluttuazioni quantistiche. A dimensioni così piccole, gli stati della materia non sono stabili ed emerge un caos che produce un rumore sempre più intenso, fino a cancellare i segnali effettivi. Una differente possibilità di sviluppo ci viene dalla tecnologia fotonica, la quale è però solo uno spostamento un po’ più in là delle limitazioni del silicio. Per tecniche fotoniche si intendono quelle che sfruttano la luce al posto del flusso di elettroni, cioè la corrente elettrica. I computer fotonici intendono superare i problemi di surriscaldamento, dati dal cozzare degli elettroni contro gli atomi, utilizzando la luce al loro posto. Questa tecnica non va oltre il paradigma del segnale fatto passare attraverso componenti di commutazione, per quanto piccoli e per quanto immuni da dissipazione termica. . Un campo di sviluppo ulteriore si ha con i computer molecolari, in cui ogni componente è fatto ‘crescere’ con reazioni chimiche e quindi può essere composto di pochi atomi, con essi raggiungeremo le dimensioni più piccole fisicamente possibili Quello che ci occorrerà a questo punto sarà un ‘salto di paradigma’. Dovremo sviluppare computer basati su principi nuovi, non miniaturizzazioni sempre più spinte di vecchi metodi. Tale salto concettuale si avrà con i computer quantistici. Questi sistemi potranno risolvere problemi che nemmeno lo sviluppo di computer digitali massicciamente paralleli potrà mai anche solo scalfire. I computer quantistici, come dice il nome, utilizzano alcuni effetti paradossali della meccanica dei quanti. I computer digitali classici sono basati su unità elementari di informazione dette ‘bit’ che possono assumere i soli valori uno e zero. Gruppi di bit rappresentano informazioni più complesse, come lettere e numeri, che, raggruppate, producono immagini, sinfonie, testi, ogni tipo di informazione. I computer quantistici sono basati invece sui qu-bit (quantum bit), che sono sia zero che uno allo stesso istante. I qu-bit scaturiscono dall’ambiguità intrinseca della meccanica dei quanti. Molte caratteristiche di particelle subatomiche restano indeterminate finché un osservatore le fissa, semplicemente esaminandole. Non appena avviene l’osservazione le caratteristiche, precedentemente esistenti in ‘sovrapposizione di stato’, si determinano e diventano definite, anche retroattivamente. In molti esperimenti si sono diretti flussi di particelle contro ostacoli che le potevano deflettere in varie direzioni; l’osservazione sperimentale ha confermato che esse non prendevano nessuna direzione precisa, o meglio, le prendevano TUTTE, decidendo qual era quella vera solo quando un osservatore fissava il risultato, semplicemente GUARDANDO l’installazione. Se non avete capito e vi sembra pazzesco, non vi preoccupate: anche Einstein era perplesso e proprio riguardo a questi concetti pronunciò la famosa frase ‘Dio non gioca a dadi’. Le osservazioni e le equazioni quantomeccaniche ci assicurano tuttavia, con conferme sperimentali, che le cose sono DAVVERO pazzesche. Nei computer quantistici i qu-bit saranno rappresentati da una qualche proprietà di particelle (lo spin dell’elettrone, ad esempio) che all’inizio sarà del tutto casuale, anzi, in TUTTI gli stati possibili. L’osservazione cosciente dello stato della proprietà causa la risoluzione dell’ambiguità, fenomeno che viene chiamato decoerenza quantistica. Il computer quantistico funzionerà grazie alla proposizione di un problema, unita ad un modo per verificare le risposte. La chiave del funzionamento sarà che la decoerenza quantistica dei qu-bit sarà impostata in un modo tale da far passare solo la risposta esatta. Le risposte errate si cancelleranno a vicenda. In questo senso la programmazione quantistica è un metodo molto simile agli algoritmi genetici: si provano tutte le soluzioni e solo la migliore sopravvive. La sequenza di qu-bit rappresenta tutte le possibili soluzioni del problema, grazie alle proprietà combinatorie. Un qu-bit rappresenta due possibilità, due qu-bit quattro e così via. Un computer quantistico con 5000 qu-bit può rappresentare 2 alla cinquemila possibili soluzioni (un numero mostruoso). L’enunciazione del problema, chiave del processo, è un test da applicare contemporaneamente a tutte le possibili soluzioni; con questo procedimento si causa la decoerenza dei qu- bit che decidono, ognuno per proprio conto, se diventare zero o uno. La sequenza che sopravvive è la soluzione del problema. Le possibilità di un computer quantistico sono talmente potenti che diventa perfino difficile fare un paragone. La chiave per la comprensione della potenza di questo concetto sta tutta nella velocità praticamente ISTANTANEA della soluzione e nel numero folle di possibili soluzioni considerate. Anche trasformando in sistemi di elaborazione intere galassie e avendo a disposizione miliardi di anni nessun sistema di calcolo convenzionale potrebbe mai generare e verificare le soluzioni che un computer quantistico può elaborare in un miliardesimo di secondo; nello spazio di una zolletta di zucchero. Nell’agosto del 2000 Isaac Chuang, dell’IBM-Almaden Research Center, ha realizzato un dispositivo funzionante con cinque qu-bit, cinque nuclei di fluoro che interagivano attraverso impulsi radio, rivelati da un apparato per la risonanza magnetica nucleare. Gli scienziati dei Los Alamos National Labs hanno lavorato con molecole fatte di atomi di carbonio e idrogeno, creando un modello a sette qu-bit. In Italia, al laboratorio europeo di spettroscopia non-lineare dell’università di Firenze, Francesco Cataliotti cerca di sfruttare le proprietà dei condensati di Bose-Einstein, gruppi di un milione di atomi che, a temperature prossime allo zero assoluto, si comportano come un unico grosso atomo. La ricerca è in corso, ed è ardua. La principale difficoltà nella realizzazione pratica di un computer quantistico è che le caratteristiche subatomiche che rappresentano i qu-bit devono essere stabili, cosa che non succede con la materia ordinaria. L’effetto caos generato dalla vibrazione delle molecole a causa del calore e dei raggi cosmici distruggerebbe i delicati parametri che dovremmo misurare. Una soluzione, proposta da Chuang e Gershenfeld (due importanti ricercatori del settore), è di utilizzare un piccolo contenitore di liquido. Invece di creare un grande (atomicamente parlando) computer quantistico, si considerano come computer miliardi di miliardi di singole molecole. Si ha così un sistema massicciamente parallelo e i sistemi che ‘sgarrano’ sarebbero in minoranza. Basterebbe quindi prendere la soluzione che trova d’accordo la maggior parte delle molecole per avere quella corretta. La stessa cosa si fa già con i test del DNA; in una soluzione di catene genetiche ci sono infinite variazione spurie, si prende la sequenza che capita più di frequente e si cancellano così gli errori. Con un computer molecolare massicciamente parallelo diventa anche facile leggere i singoli qu-bit: la lettura produce infatti decoerenze spurie e distrugge la sequenza letta. In un sistema parallelo si può passare ad una nuova sequenza per ogni qu-bit letto e distrutto. I primi computer quantistici della potenza di un supercomputer avranno sequenze di circa quaranta qu-bit che produrranno alcuni miliardi di possibili soluzioni. Con sessanta qu-bit si passerà a sistemi che processeranno alcuni milioni di miliardi di possibili soluzioni e con centinaia di qu-bit la potenza di calcolo supererà quella di qualsiasi immaginabile computer digitale classico. Con una tale potenza di calcolo potremo simulare ad un dettaglio subatomico universi di estensione praticamente infinita. Non ci dovremo mai preoccupare della potenza di calcolo, non è certo quella che mancherà nel futuro. IL TABULATOR All'interno della simulazione di Oltremondo ci occorrerà un sistema per visualizzare parametri ed informazioni varie in modo coerente ed ordinato. Pensiamo a qualsiasi struttura dati che volessimo vedere o modificare, ad esempio le Tabulae che compongono l'ambiente in cui ci troviamo, o i nostri dati personali o le regole del canale in cui ci troviamo o da quanto tempo ci siamo dentro e così via. Ci occorrerà una specie di computer in grado di far 'girare' una serie di programmi diversi e di visualizzarne i dati in modo ordinato. Un qualsiasi computer andrebbe bene ma che foggia dovrebbe avere? I computer potranno ovviamente essere presenti nella varie simulazioni ed avere la stessa forma prevista nei vari ambienti. In questo modo un Apple Machintosh nel 4DGea del 1984 sarà proprio come ce lo ricordiamo, e su di esso gireranno esattamente i software che esistevano all'epoca. Potremo ovviamente avere uffici nei vari canali ed in essi possedere dei computer di vario tipo sui quali far girare i programmi che vorremo ed elaborare i dati che più ci interesseranno. Il computer dell'Ultraport sarà sufficientemente potente per emulare gli elaboratori che vorremo utilizzare, usando solamente una piccola porzione della sua potenza di calcolo. Questi computer simulati saranno però ne più ne meno che oggetti come tutti gli altri, con le loro caratteristiche e proprietà. I dati pertinenti alla simulazione dei canali di Oltremondo saranno molto particolari e sarebbe una forzatura cercare di visualizzarli e modificarli tramite un'interfaccia che sembri un qualche personal computer di una qualche epoca. Si dovrà sviluppare un sistema nuovo, integrato nell'ambiente digitale ed in grado di fornire servizi nuovi. Teniamo conto inoltre che le prime realizzazioni dell’Ultraport saranno niente altro che programmi che gireranno essi stessi all'interno di computer i più disparati. Senz'altro svilupperemo versioni per Windows, Machintosh, Linux e varie consolle. Tali software avrebbero delle belle difficoltà a realizzare un emulatore per creare, ad esempio, un desktop di tipo Windows per i programmi di gestione della simulazione all'interno di un computer Linux. Non parliamo poi dei diritti d'autore. La Microsoft non sarebbe certo felice di vedere simulato Windows in Oltremondo senza che venisse pagata la relativa licenza. Per questi e tanti altri motivi si rende necessaria la realizzazione di un qualche tipo di 'computer nativo di base di Oltremondo'. In questo caso 'computer' va inteso più come 'schermo e tastiera con cui interagire con il sottostante computer' piuttosto che come macchina fisica. Prendiamo il caso, ad esempio, in cui l'ultranauta voglia sapere da quanto tempo sta nel canale corrente. Si potrebbe visualizzare un piccolo indicatore sullo schermo, in caso di collegamento con il caschetto dell’ultravisore tale indicatore sarebbe sempre nel campo visivo sovrapposto a tutto ciò che si vede e si sposterebbe con il nostro sguardo restando sempre in un angolo. Tale soluzione è valida ma si vorrebbe spostarlo prima o poi o magari spegnerlo, come fare? Si potrebbe prevedere che tali comandi si possano dare da una piccola tastiera di un qualche aggeggio tipo orologio da polso che ogni ultranauta avrebbe sempre in ogni canale ma come la mettiamo con simulazioni che prevedano epoche passate in cui gli uomini nulla avevano al polso? E se l'utente volesse visionare le regole del canale per vedere se una certa azione è consentita? Dovrebbe forse recarsi in un certo posto dove tali regole sono esposte al pubblico? Sarebbe meglio che le potesse richiamare in ogni momento su un qualche schermo a piacimento. Ci sono infiniti casi in cui emerge la necessità di un qualche sistema di visualizzazione e/o modifica di dati. Tale sistema si chiamerà Tabulator. Il nome deriva da Tabula, l'elemento base di classificazione dei concetti in Oltremondo. Ho assegnato tale nome perché il Tabulator è nato inizialmente per permettere la gestione delle Tabulae all'interno delle prime simulazioni. Il Tabulator è in realtà uno schermo multifunzione, poliedrico ma semplice da usare. Ogni Ultranauta avrà il proprio, collegato all’Ultraport che utilizza. Un semplice comando, sempre uguale ed indipendente dal canale in cui ci si trova, richiamerà il Tabulator. Esso si presenterà come uno schermo piatto e traslucido che apparirà davanti ai nostri occhi e recherà una serie di piccole immagini, dette icone, che, se attivate, porteranno all'avvio dei relativi servizi. Una di esse ci mostrerà sullo schermo da quanto tempo siamo nella simulazione ed altri dati del canale, un'altra ci porterà alla gestione della struttura delle tabulae dell'ambiente in cui ci troviamo, un'altra attiverà il comunicatore, sorta di videotelefono con cui potremo parlare con qualsiasi altro ultranauta, in qualunque canale si trovi. I servizi che attiveremo saranno rappresentati in forma grafica sullo schermo sospeso a mezz'aria ed avranno una serie di altri pulsanti che attiveranno le varie funzioni. Il livello di trasparenza delle immagini sarà regolabile con un apposito cursore in modo da poter sovrapporre il display alla scena che osserveremo oppure guardarlo con maggiore attenzione. Chi è abituato ad un sistema grafico come Windows, Linux o Machintosh si troverà immediatamente a suo agio, gli altri impareranno molto rapidamente. La cosa importante è che il Tabulator sarà sempre uguale, in qualsiasi canale; quando avremo imparato ad usarlo sarà fatta, ci troveremo a nostro agio nel far west come nel mondo di Star Trek. La grossa differenza rispetto ad un computer classico è che il Tabulator avrà uno schermo non fisico quindi liberamente modificabile nelle dimensioni da una piccola finestrella fino ad un campo da calcio e oltre. Disporre di uno schermo grande come una parete su cui organizzare i nostri dati sarà molto comodo, una cosa che con i computer fisici è sempre stata impossibile. Inoltre tale schermo non avrà una risoluzione definita, potremo fissarlo da molto vicino e sarà comunque a fuoco, come se fosse stampato tipograficamente. Gli schermi del Tabulator potranno essere in numero infinito, potremo aprirne decine, ognuno con una funzione diversa e posizionarli in giro, lasciandoli accesi. Se vorremo potremo sederci al centro di una sfera di centinaia di schermi su cui lavorare o osservare infiniti tipi di dati. Il posizionamento degli schermi sarà facilissimo: ogni nuovo riquadro apparirà davanti ai nostri occhi con una dimensione base e noi potremo dimensionarlo e posizionarlo come si fa con qualsiasi finestra di computer. Potremo ancorarlo al nostro sguardo in modo che rimanga sempre nel punto del campo visivo in cui lo abbiamo posizionato mentre ci spostiamo e ci guardiamo intorno, oppure potremo ancorarlo al nostro corpo: allora esso si sposterà con noi ma rimarrà sempre nella posizione prevista e lo vedremo solo se sposteremo lo sguardo da quel lato. Potremo lasciare schermi accesi in vari punti e portarne altri con noi. Quando occorrerà scrivere qualcosa sotto lo schermo comparirà una tastiera oppure una penna e potremo usarle normalmente. Nei sistemi più semplici i comandi saranno dati con il mouse e la tastiera coinciderà con quella del computer su cui faremo girare il software Ultraport, con il caschetto dell’ultravisore useremo la punta del dito indice come mouse e la tastiera simulata come una qualsiasi altra tastiera fisica. Il bello del Tabulator è che sarà sempre lo stesso, indipendentemente dall'hardware che useremo per la simulazione. Una volta imparato ad usarlo saremo abili con esso in qualsiasi ambiente e su qualsiasi sistema useremo. Sul Tabulator potranno girare programmi scritti da altri e nuovi servizi che saranno inventati; per molti anni questo sarà un nuovo business, anche se i servizi di base saranno compresi in qualsiasi sistema Ultraport. SIMULAZIONE AGLI ELEMENTI FINITI All'interno della simulazione di Oltremondo non tutti gli oggetti saranno statici ed immutabili. Se vorremo, al contrario, simulare perfettamente il vecchio mondo fisico ed infiniti altri basati su leggi fisiche simili allora dovremo prevedere un modo per modificare, anche pesantemente, qualsiasi oggetto. Le normali interazioni tra le entità del mondo fisico producono tutta una serie di modificazioni che non sono affatto semplici come sembrano. Anche se nella nostra esperienza comune è perfino banale prendere in mano, ad esempio, un martello e percuotere un qualcosa rompendolo, tale serie di fenomeni è sempre stata quasi impossibile da simulare in ambienti digitali. In molti videogiochi 3D tali effetti erano possibili, ma solo su porzioni degli ambienti attentamente selezionate dagli sviluppatori e con risultati standard. In Duke nuk'em 3D, ad esempio, se il giocatore si stufava di cercare un passaggio ad un ambiente successivo egli poteva sparare un colpo di bazooka su di una parete e distruggerne una porzione per aprirsi un varco. Ma solo certe sezioni delle pareti erano 'sparabili' ed il buco che si produceva sempre lo stesso, indipendentemente dall'angolazione dell'arma e del numero di colpi sparati. In molti altri casi gli oggetti non cambiavano assolutamente anche prendendoli a cannonate esibendo quindi una resistenza del tutto artificiale. Bisogna riconoscere che Duke Nuk'em è stato uno dei videogiochi 3D più 'interattivi' e premetteva di azionare o distruggere moltissime cose ma certamente non era davvero realistico. Nel mondo fisico ogni oggetto è fatto di molecole, quindi è in realtà un aggregato più o meno forte di tanti piccolissimi elementi. Quando una forza agisce su di un oggetto esso si muove nella sua interezza e quindi esibisce un comportamento globale. Quando la forza agisce fortemente in un solo punto (e l'oggetto resta fermo per inerzia) oppure l'oggetto è vincolato, le energie si distribuiscono all'interno in modo diseguale e possono arrivare a superare la forza di coesione tra le molecole; l'oggetto di deforma. Se le molecole non sono tutte dello stesso tipo le forze di coesione sono anche non omogenee e quindi le modifiche che si producono seguono spesso tali discontinuità. Si pensi ad una martellata su un muro: la parete è fatta di mattoni, intonaco e vernice. L'energia dell'impatto fa saltare la vernice ed un pezzo di intonaco scheggiando magari il mattone. Le porzioni che saltano e la forma dei detriti e della parte rimanente dipendono dalla struttura del muro ma anche moltissimo dalla forma del martello, dall'angolo e dalla velocità d'impatto. Tutte queste variabili dovrebbero essere integrate in un sistema di equazioni che ci permetterebbe di simulare il movimento di tutte le molecole coinvolte. Non potremo tuttavia forse mai eseguire il calcolo preciso per tutte le molecole dell'oggetto, occorrerà quindi prendere in considerazioni gruppi omogenei di esse. Tali gruppi di molecole potranno essere considerati come piccoli cubetti al cui interno il materiale sia dello stesso tipo e abbia una coesione costante. Memorizzando anche come ogni cubetto è legato a quelli adiacenti otterremo un modello del nostro oggetto. E' ovvio che quanto più grandi saranno i cubetti tanto più grossolano sarà il modello, che potrà degenerare fino al caso limite di un solo elemento per tutto l'oggetto. Occorrerà scegliere un livello di dettaglio il più fine possibile compatibilmente con la capacità di calcolo disponibile. I calcoli che si basano su tale modello per simulare il comportamento di oggetti fisici sottoposti a sollecitazioni esterne si chiamano simulazione agli elementi finiti. Tali tecniche sono da tempo in uso per progettazione di apparecchiature, veicoli ed edifici evitando il ricorso a costosi modelli reali per provare tutte le configurazioni possibili. I calcoli necessari sono piuttosto gravosi e fino ad oggi la simulazione ad elementi finiti è sempre stata usata su supercomputer in ambiti industriali o militari. Per Oltremondo dovremo sviluppare una tecnica che possa essere meno rigorosa ma comunque accettabile ai fini del tipo di simulazione che ci interessa; potremo poi migliorarne sempre più il livello con l'aumentare della potenza di elaborazione disponibile. Ovviamente non tutti gli oggetti che ci circonderanno negli ambienti digitali avranno una struttura ad elementi finiti; il sistema memorizzerà le caratteristiche macroscopiche di ogni elemento e non dovrà gestirne la struttura sottostante. Se così non facessimo dovremmo, in ultima analisi, arrivare a simulare l'universo a livello subatomico con un sistema composto alla fin fine da pochissimi atomi rispetto alla mole di quelli da simulare. L'analisi ad elementi finiti dovrà essere attivata come funzione speciale solo nel momento in cui la situazione lo richieda, e solo per gli oggetti direttamente coinvolti nell'evento scatenante. Ad esempio, se ci troveremo in un palazzo e cammineremo nei vari corridoi, certamente i muri potranno essere considerati elementi singoli ricoperti da una opportuna texture e niente più. Tale simulazione sarà quella che nella stragrande maggioranza dei casi sarà sufficiente. Il sistema dovrà passare a simulare la struttura di una sola delle pareti (continuando a vedere le altre come elementi singoli) solo in caso un evento la vada a modificare. Supponiamo di essere sfiorati da un proiettile che vada a conficcarsi nella parete davanti a noi. In tale caso quella (e solo quella) verrà immediatamente scomposta nei sui elementi costituenti, cioè i mattoni disposti in file ordinate, l'intonaco che li ricopre ed infine la tappezzeria incollata sopra. I calcoli dell'impatto del proiettile porteranno a modificazioni strutturali del muro che verranno correttamente visualizzate e parti di intonaco saranno proiettate in aria. Se una di tali schegge colpirà un vaso su di un mobile tale oggetto, precedentemente considerato come un unico elemento, verrà scomposto in un grandissimo numero di elementi finiti e si procederà con il calcolo dell'effetto dell'impatto della scheggia. Tale esempio ci illustra il concetto di PARZIALE simulazione agli elementi finiti. Questa parzialità è ciò che rende percorribile questa strada che può essere resa rigorosa quanto si vuole all'aumentare della capacità di elaborazione disponibile. Molto importane sarà la rapidità con cui i calcoli potranno esser avviati e conclusi. La simulazione agli elementi finiti, infatti, oggigiorno si svolge off-line, non è pensabile di ottenere dei risultati su modelli complessi in tempo reale. Dovremo adattare gli algoritmi e semplificare le procedure fino ad ottenere una simulazione a risoluzione dinamica in grado di sottostare al vincolo primario del tempo reale e adattare la dimensione dei cubetti alla complessità degli oggetti coinvolti. E' chiaro che in questo modo la simulazione di piccole parti (come un decimetro quadrato di parete dell'esempio precedente) potrà essere molto più 'fine' e quindi realistica mentre se il proiettile colpisse un compresso orologio a cucù il risultato dovrebbe diventare più grossolano. Altro punto importante è il tempo di set-up. Questo è il tempo che impiega il sistema a generare lo schema ad elementi finiti di un oggetto o porzione di esso quando occorre avviare l'analisi. Il muro dell'esempio precedente dovrebbe essere trasformato da un parallelepipedo omogeneo ad una struttura di mattoni, calce e tappezzeria in una fase di set-up. Le informazioni per la generazione degli elementi di ogni oggetto dovranno essere sempre disponibili in un opportuno database in modo da non doverle andare a reperire al momento del set-up. L'accesso ad una qualche memoria di massa sarebbe infatti probabilmente troppo lento per garantire la risposta immediata necessaria. L'affinarsi di queste tecniche ci porterà alla realizzazione di mondi davvero realistici in cui sia possibile vivere seriamente senza sentirsi comparse tra statici fondali di un teatro. I FRATTALI Per ottenere tutte le textures e gli infiniti particolari che si renderanno necessari nelle simulazioni di Oltremondo ci occorrerà un metodo di generazione algoritmico (o procedurale). Le textures sono immagini applicate sugli oggetti digitali per dare loro un’immagine più naturale; pensate ad esempio ad un cubo di legno: la struttura geometrica del cubo ne definisce la grandezza e la forma ma non il colore, se lo dipingiamo di un generico marrone sembrerà di plastica. Applicare una texture in questo caso significa ‘incollare’ una fotografia di una superficie di legno sul nostro cubo; in tal modo l’oggetto appare molto più realistico. La principale limitazione delle textures è che esse, proprio come le fotografie, se sono ingrandite oltre un certo livello (perché osserviamo sempre più da vicino l’oggetto su cui sono applicate) si sgranano. Lo stesso discorso vale per ogni dettaglio, anche geometrico, degli oggetti digitali. Pensiamo a quante volte nelle nostre esperienze simulate vorremo andare più in profondità nell'esplorazione, anche solo visuale, degli elementi dell'ambiente. Come già detto tante volte in altri punti di quest'opera, non potremo mai sperare di memorizzare TUTTE le innumerevoli sfumature, tutti i particolari di ogni oggetto. E' ovvio infatti che una metodologia di pura memorizzazione di tutti i particolari fino al livello subatomico comporterebbe una necessità di elementi di memoria ben al di là di quanti se ne potrebbero realizzare con tutta la materia dell'universo stesso. Se per memorizzare lo spin di un elettrone ci occorrerà una cella di memoria essa dovrà essere realizzata con una serie di atomi che dovranno utilizzare molti elettroni e quindi il modello supererebbe di molto il modellato. Ciò non è pensabile quindi occorre adottare una tecnica di rappresentazione della realtà che non preveda la memorizzazione di ogni sfumatura di ogni caratteristica di ogni oggetto, bensì l'uso di un qualche altro sistema. Tale sistema è la codifica della LEGGE di generazione delle sfumature. Per esempio non dovremo memorizzare le posizioni di ogni goccia d'acqua di un oceano, bensì la REGOLA di generazione di tali posizioni. Le onde del mare potranno essere generate tramite la sovrapposizione di semplici sinusoidi sfasate e ruotate. In questo modo una serie di poche decine di numeri potrà codificare la posizione di ogni goccia d'acqua di un oceano a partire da semplici equazioni matematiche e da una posizione nel tempo e nello spazio. Il risparmio di memoria è mostruoso ed anche la velocità di generazione di ogni punto dell'oceano in funzione del luogo e del tempo è molto superiore. L'accesso ad un database che contenesse la posizione di tutte le gocce (ancorché solo di quelle di superficie) di un oceano sarebbe molto lento data la mole di dati occorrenti mentre il calcolo di una semplice equazione con poche variabili sarebbe quasi istantaneo. Tutti i particolari di ogni ambiente di Oltremondo dovranno essere generati in modo algoritmico a partire da insiemi di regole che codificheranno esplicitamente la legge che starà alla base della sequenza. Ogni cosa può essere ricondotta a semplici leggi matematiche di base. Anche un'immagine complessa, come un quadro di Caravaggio, può essere generata con una serie di operazioni grafiche. I caratteri True Type e Postscript ne sono un buon esempio. In quasi tutti i sistemi di generazione di ambienti tridimensionali (specie videogiochi) si è optato per la memorizzazione dei particolari sotto forma di textures; queste immagini fisse che memorizzano i particolari di una superficie su cui vengono poi 'incollate' hanno fatto molto per la realizzazione di ambienti realistici generati in tempo reale. Tuttavia una texture è definita fino ad un certo livello, una volta ingrandita troppo si 'spixella' mostrando i quadratini fondamentali di cui è composta. Allo stesso modo un mosaico visto da lontano è un'immagine nitida ma se ci avviciniamo mostra i tasselli di cui è composto. Il problema deve essere risolto mediante un nuovo sistema che specifichi le REGOLE con cui generare la texture e non la sua immagine fotografica. Se dovremo mostrare una mensola in marmo non useremo una foto di una lastra di marmo da 'appiccicare' sulla mensola ma bensì diremo al nostro sistema che la lastra è composta di un materiale che ha certe caratteristiche. Nel caso del marmo le caratteristiche che indicheremo genereranno tutte le sfumature del materiale in modo matematico. Con questo sistema, se ci avvicineremo alla mensola l'immagine non si ingrandirà fino a sfocarsi ma manterrà tutta la sua definizione. Se vorremo guardare in modo sempre più dettagliato la superficie essa ci apparirà sempre più ingrandita, fino a livello atomico. Per ottenere tale ingrandimento praticamente infinito dovremo utilizzare spesso come formule delle equazioni i frattali. I frattali sono funzioni matematiche molto interessanti che hanno proprietà del tutto particolari. La principale proprietà dei frattali è che sono autosimili. Tale parolone significa che ad ogni livello di ingrandimento un frattale è simile alla immagine di sé stesso vista ad un ingrandimento minore. Per fare un esempio di una tale funzione consideriamo il bordo di una costa su di una cartina geografica: tale linea è molto tormentata ed ha un andamento che ce la fa subito riconoscere come un confine geografico, in modo del tutto intuitivo. Se immaginiamo di ingrandire la costa non dalla cartina ma da un satellite che la osservi dallo spazio potremmo pensare di arrivare ad un ingrandimento cento volte maggiore. In un tale caso vedremmo non cento ma UN chilometro di costa. Se osservassimo con attenzione tale linea frastagliata scopriremmo che ci ricorda ancora un confine geografico, con le sue anse ed i sui promontori. Ad ogni successivo ingrandimento ritroveremmo una linea SIMILE a quella precedente e riconosceremmo sempre in essa un confine geografico. Nel caso estremo di ingrandimento fino ad osservare una porzione lunga un millimetro di costa troveremmo ancora un bordo frastagliato simile ai precedenti. Ecco un esempio di funzione autosimile. Pensiamo alle foglie di una felce che sembrano ancora una felce in miniatura e così via. I frattali hanno questa fondamentale proprietà. Se utilizzeremo funzioni frattali per la rappresentazione delle caratteristiche degli oggetti di Oltremondo otterremo degli elementi ingrandibili all'infinito che mantengono ad ogni livello il 'gusto' dell'oggetto originario. La scelta delle funzioni frattali è del resto spontanea, dato che in Natura la stragrande maggioranza degli esseri viventi (ma anche di molti composti inanimati) segue regole frattali. Una funzione frattale può essere definita con pochi semplici parametri e questo ci permette anche un elevato livello di compressione dei dati quando tale informazione deve essere trasmessa su di una rete di computer. Per la rappresentazione finale ovviamente il sistema di rendering (che visualizzerà la scena per l’ultranauta) dovrà utilizzare una tecnica di texture ma tale texture sarà generata a priori mediante l'uso della funzione frattale corrispondente alla superficie da visualizzare, generata a partire dalle impostazioni di tempo e di spazio del luogo specifico. L’utilizzo delle impostazioni spaziotemporali come ‘seme’ per la generazione dei dettagli è molto importante. Pensiamo alla mensola di marmo di cui abbiamo parlato prima, se oltre ad essa nell’ambiente vi fosse anche una colonna e un cubo dello stesso materiale, cosa succederebbe? Se attivassimo la funziona frattale marmo per la generazione delle superfici di tutti questi oggetti allora la scena sarebbe innaturale; OGNI oggetto della scena avrebbe le STESSE venature di marmo nella STESSA posizione. Per questo motivo occorre che in ingresso alla funzione che genera la texture sia inviata la posizione spazio-temporale dell’oggetto da ricoprire. In tal modo la texture sarà diversa per ogni oggetto, dato che la funzione utilizzerà le coordinate spazio-temporali come ‘seme’ per la generazione di un’immagine diversa ogni volta. Il concetto di ‘seme’ di una funziona casuale è derivato direttamente dalle equazioni che si usano nei computer per generare dei numeri pseudocasuali. In un sistema informatico di solito non esistono circuiti dedicati alla generazione di numeri casuali ma si utilizzano delle funzioni matematiche che producono oscillazioni variabilissime che sono convertite nel numero casuale necessario. Facciamo un esempio: poniamo che un programma necessiti di cinquanta numeri casuali (ad esempio per generare cinquanta sfumature di marmo, ogni numero indica a quanti millimetri dal bordo deve iniziale la sfumatura). Il programma richiama una funzione che ogni volta genera un numero pseudocasuale fra zero e cento; in realtà la funzione non tira dei dati ma semplicemente produce il prossimo numero a partire dall’ultimo generato applicando ad esso un’equazione che ha ampie oscillazioni. Se ogni numero è funzione dell’ultimo precedentemente generato è ovvio che un programma può produrre la STESSA sequenza di numeri un’altra volta semplicemente impostando come la prima volta il numero da cui la funzione deve partire; tale numero è detto ‘seme’. Il seme, in pratica, sceglie una certa sequenza niente affatto casuale ma che ad un osservatore esterno appare variabilissima, al punto da sembrare senza una regola. In pratica, ad ogni ‘seme’ corrisponde una sequenza diversa di numeri casuali che si possono generare, se si vuole ritrovare quella sequenza basta impostare di nuovo lo stesso seme. In questo modo in Oltremondo potremo generare textures e ogni altro particolare mediante leggi frattali che si basano su sequenze di numeri che appariranno casuali ma non lo saranno affatto. Ogni oggetto avrà una ben precisa immagine, costruita su numeri a loro volta generati da un ‘seme’ che è la posizione dell’oggetto. In tal modo le sfumature delle textures saranno diverse per ogni oggetto, casuali, ma persistenti, cioè non vedremo ogni volta un’immagine diversa. Questo è molto importante: i dettagli devono essere generati da sistemi automatici che si basino sulla LEGGE di generazione e su un parametro APPARENTEMENTE casuale in modo che oggetti dello stesso materiale abbiano sfumature diverse, ma ogni oggetto dovrà avere SEMPRE lo stesso aspetto. In fase di realizzazione degli ambienti, poi, l’autore potrà ancora modulare il seme in modo da modificare, se lo vorrà, il dettaglio. IL FUTURO DELL'UMANITÀ Quanto occorrerà perché tutte queste previsioni si avverino? Ovviamente non tutto succederà contemporaneamente e certamente ognuno di noi avrà il tempo di assimilare ogni innovazione con calma. Una reazione che riscontro spesso nelle persone è la paura, l'ansia del nuovo. Ricordiamo sempre che qualsiasi progresso non viene imposto ma offerto. Anche il telefono cellulare è stato introdotto pian piano e all'inizio costava davvero molto. Con Oltremondo sarà lo stesso: all'inizio si dovrà pagare (anche se non molto) per averlo, poi progressivamente molte cose diventeranno gratuite fino alla piena realizzazione finale. Io ritengo che l'avvio ufficiale possa porsi tra il 2020 e il 2030. Per avvio ufficiale intendo un bel giorno in cui faremo una grande cerimonia e dichiareremo che tutte le tecnologie necessarie sono finalmente disponibili e l'Umanità trascorre la MAGGIOR PARTE del suo tempo in Oltremondo. Questo non significa che fin da molti anni prima non ci si potrà collegare come utenti e/o realizzatori di canali digitali. Semplicemente l'avvio ufficiale testimonierà del pieno dispiegamento del progetto. Anche dopo l'avvio ufficiale molte cose resteranno ancora da fare e tantissimi effetti che sono stati descritti in quest'opera non saranno ancora neanche agli inizi. La questione più importante è quella del denaro: la Fondazione fornirà TUTTE le sue realizzazioni gratuitamente e cercherà di mettere in grado la maggior parte degli esseri umani di collegarsi ad Oltremondo. Tale impresa sarà molto difficile ma non mancheremo di chiedere aiuto a tutti fino alla nausea per evitare il ripetersi di errori del passato. Cercheremo di non escludere nessuno, specialmente i poveri di ogni paese. Nessuno dovrà sentirsi escluso, nessuno dovrà pensare che i ricchi hanno qualcosa a cui lui non potrà mai accedere per tutta la sua vita. Oltremondo deve essere speranza, amore, fratellanza. La questione del denaro avrà sicuramente un'importanza elevatissima, speriamo che la si possa risolvere, ancora una volta, con un balzo tecnologico. I sistemi di connessione ad Oltremondo dovranno scendere dal costo di un PC della fine del ventesimo secolo a quello di un videoregistratore a quello di un semplice telefono cellulare. Dovremo fare ogni sforzo per realizzare sistemi estremamente economici per la connessione ed offrire l'accesso alla rete Ultranet gratuitamente o ad un costo bassissimo. Solo così potremo non escludere i nostri fratelli del terzo mondo dalla rivoluzione prossima ventura. Noi occidentali saremo come le guide che, con la fiaccola della scienza, illuminano le tenebre dell'ignoranza e della povertà. Noi apriremo la strada ai nostri fratelli meno fortunati che ci seguono. L'Uomo occidentale ha il dovere di portare fuori dall'abisso dell'ignoranza e della povertà tutto il resto dell'Umanità. Io non credo che egli abbia sfruttato oltremodo le popolazioni povere del mondo, ci sono mille altre spiegazioni della loro oggettiva arretratezza. In ogni caso noi occidentali abbiamo il preciso dovere di fare ciò che è in nostro potere per il miglioramento della vita di tutti. Ne abbiamo le capacità, possediamo i mezzi, anche economici, dobbiamo averne la volontà. All'inizio i sistemi di accesso ad Oltremondo saranno inevitabilmente appannaggio dei ricchi abitanti dell'Occidente ma essi non dovranno chiudersi in sé stessi. Fin dalla prima fase ci dovremo battere perché sia mantenuta la possibilità di connessione a basso costo tramite semplici PC in modo che TUTTI sul pianeta possano partecipare. Certo le tecniche di accesso saranno diverse ed i ricchi vedranno gli stessi ambienti dei poveri ma con maggior dettaglio. I movimenti saranno più fluidi, i suoni migliori. Ma i contenuti dovranno essere PER TUTTI. Ecco perché per una tale impresa occorre una Fondazione senza scopo di lucro. Qualsiasi azienda si cimentasse con questo progresso avendo anche da rendere conto agli azionisti dei denari spesi NON POTREBBE MAI prescindere dall'approccio sbagliato. Oltremondo potrà essere un gigantesco business ma non dovrà essere solo questo. Io, e spero moltissimi altri, ci porremo a garanzia di ciò. Non dovremo ripetere gli errori del passato, farci accecare dalla cupidigia, ignorare l'aspetto umano delle nostre realizzazioni. Per la prima volta nella storia potremo anche non mirare al profitto nel mondo fisico perché il denaro sul piano digitale perderà rapidamente di importanza. Certo per un lungo periodo ci saranno ancora commerci, i soldi avranno un grande valore. Ci vorranno alcuni decenni perché si passi ad un'economia del tutto libera dal ricatto del capitale. Almeno fino alla fine del ventunesimo secolo coloro che hanno paura di un'economia siffatta potranno tranquillamente continuare a commerciare in dollari e tante altre valute. Anzi, le occasioni di business si moltiplicheranno. Ma i poveri potranno accedere ad un livello minimo, anche culturale, quale mai avrebbero sognato. La fine della fame, la fine delle guerre, la fine delle malattie, la fine della sporcizia, la fine dei tanti regimi fanatici ed oppressivi saranno il più grande regalo di tutti i tempi. Ovviamente non partiremo alla volta dei paese poveri con camion e bulldozer costringendo tutti ad entrare nel futuro! Solo chi vorrà potrà farlo. Le realizzazioni di grandi punti di accesso saranno concordate con le autorità politiche e religiose, alle persone sarà spiegato chiaramente quali saranno le nuove possibilità. Chi vorrà continuare con il suo stile di vita, con i sui punti di riferimento culturali, potrà tranquillamente farlo. Così come chi vorrà concludere la propria esistenza in modo classico sarà libero di scegliere. Non commetteremo ancora l'altro grande errore: far entrare tutti nel nuovo mondo volenti o nolenti. Tanti errori sono stati commessi con le migliori buone intenzioni. Rifuggiremo dal giacobinismo, dalla furia illuminista; rispetteremo tutti ed ogni cultura. Col tempo sarà ovvio a tutti il vantaggio della vita in Oltremondo ed una fetta sempre maggiore di popolazione si collegherà per poi virtualizzarsi. Il mondo come lo conosciamo non sarà sconvolto, il piano digitale si affiancherà a quello fisico in modo indolore e piano piano prenderà sempre più piede. I vantaggi sono immensi e le persone li capiranno molto rapidamente. Per smantellare l'organizzazione attuale basata sul mondo fisico occorreranno comunque secoli. Commerci di beni fisici continueranno per molti decenni e forse non smetteranno mai. Qualcuno camminerà ancora sulla Terra in un corpo fisico, ci saranno sempre Uomini fisici. La specie potrà essere portata avanti anche solo da poche migliaia di persone e senz'altro si troveranno volontari per questo. Una vita fisica condotta fino all'ultimo è molto pericolosa perché si può morire senza riuscire a virtualizzarsi ma ci saranno persone che sceglieranno questa possibilità. Con essi parleremo dai nostri ambienti digitali, con essi lavoreremo pilotando robot in telepresenza. La comunità umana avrà ancora più scambi di oggi e ci sarà una vera pace. I pericoli possono venire da regimi estremisti che potrebbero sferrare attacchi terroristici o addirittura militari ma il resto dell'Umanità saprà predisporre contromisure adeguate fino a quando anche queste minacce diventeranno meno incombenti. Ma il modello di business ci sarà? E se sì cosa vuol dire che la Fondazione darà le cose gratis? La Fondazione si dovrà occupare della realizzazione del 4DGea perché esso sarà un gigantesco serbatoio di modelli a cui attingere per le proprie realizzazioni. La Fondazione svilupperà o finanzierà innumerevoli altri canali culturali, scientifici ed educativi e questo sarà il suo scopo principale. Il mantenimento del software, lo sviluppo e la ricerca dell'hardware saranno i sui altri scopi primari. Tutto questo sarà offerto gratuitamente all'Umanità, nessuna deroga. Moltissime persone ed organizzazioni vorranno a loro volta realizzare canali gratuiti ed in questo avranno tutto l'aiuto possibile. Tanti altri vorranno cercare di guadagnare dal loro lavoro, è umano. Per costoro, e saranno tanti, sarà pronto un piano di business che prevede la possibilità per ogni canale di essere a pagamento in tutto o in parte. Le aree a pagamento saranno chiaramente contrassegnate e chiunque vi acceda o ne utilizzi i servizi dovrà pagare una quantità di denaro decisa dai realizzatori, eventualmente diversa a seconda della ricchezza dell’utente. Il pagamento sarà a tempo, ad accesso, ad uso, a noleggio , ad abbonamento o come altro si vorrà. Tale denaro verrà prelevato in automatico dal conto personale dell'ultranauta e girato al conto del possessore del canale o servizio. Costoro potranno ottenere il pagamento di quanto vorranno da questo loro 'conto corrente', detratta una piccola percentuale che andrà ad una società commerciale di applicazione che gestirà il tutto. La Fondazione avrà una partecipazione in questa società e con questi denari finanzierà lo sviluppo di Oltremondo. Il resto dei guadagni sarà suddiviso tra quanti tra i fondatori avranno voluto investire in questa società. Tale soluzione è la meno squallida e permette l'ingresso nel business di Oltremondo al maggior numero possibile di persone. Col tempo il denaro perderà di importanza ed allora i servizi e canali a pagamento diventeranno gratuiti per tutti portando Oltremondo verso il modello economico che gli è naturale. Un tale processo richiederà molto tempo, forse alcuni secoli. Niente paura quindi: si potrà continuare a lavorare e guadagnare come prima e ci si rinuncerà quando diventerà ovvio che non interesserà più. Quale sarà dunque un 'calendario del futuro'? Non voglio produrmi in liste di eventi associati a date che possano servire a confermare quanto ci si può sbagliare nel predire il futuro. Mi limiterò alla stesura di una lista di eventi che secondo me si produrranno nell'ordine indicato, senza dire in quale anno esatto essi capiteranno. Il primo evento (con molta umiltà) è avvenuto nell'anno 2000, il mio impegno personale alla realizzazione di Oltremondo e l'inizio della stesura di questo libro. Il primo gennaio 2001 è stato costituito il comitato per la Fondazione Ultramundum con lo scopo di realizzare la Fondazione. Entro il 2006 si realizza la Fondazione e si presenta il primo nucleo del 4DGea: 4DTorino, la prima città al mondo esplorabile in quattro dimensioni su Internet. Contemporaneo inizio e sviluppo di innumerevoli comitati per la realizzazione di modelli 4D di città e paesi del mondo. Sviluppo di innumerevoli canali personali su Oltremondo, interesse delle aziende. Creazione di un modello di business su Oltremondo, prime applicazioni commerciali. Aumento vertiginoso dell'interesse del pubblico, applicazioni videoludiche che superano la televisione Realizzazione del primo stato interamente esplorabile in 4D su Internet: 4DItalia. Sviluppo di hardware dedicato per Oltremondo Primi sviluppi della nanorobotica Eccezionale aumento della capacità di elaborazione dei processori e della memoria La qualità della simulazione raggiunge il livello fotorealistico: indistinguibile dalla realtà Sviluppo dell’ultravisore come caschetto ad induzione o altra tecnologia che permette la piena immersività. Inizio di realizzazioni al di là del realismo: nuovi sensi, aumento delle esperienze Oltremondo diventa il principale ambiente di svago e ricerca culturale dell'Umanità. Primi sviluppi di intelligenze artificiali semisenzienti Primi successi nella virtualizzazione di esseri umani Completamento del 4DGea Cerimonia di apertura ufficiale di Oltremondo Comprensione sempre maggiore del funzionamento e struttura del cervello umano Eccezionale numero di canali digitali disponibili Computer molecolari La potenza di calcolo di un computer supera quella di un cervello umano Simulazione perfetta di tutti i fenomeni meccanici Digitalizzazione interattiva di tutte le produzioni della storia del cinema Simulazione perfetta di quasi tutti i fenomeni biologici Interesse di massa all'allungamento della vita in stato virtualizzato Mente aumentata con aggiunta di circuiti esterni perfettamente integrati Realizzazione di grandi edifici in cui ospitare masse sempre più consistenti di virtualizzati Decodifica e comprensione totale del DNA umano Sviluppo di masse enormi di esseri senzienti artificiali per popolare i canali digitali Pieno sviluppo della nanorobotica La virtualizzazione diventa un normale evento dell'esistenza Microchirurgia continua grazie ai nanorobot Sviluppo di società digitali popolate di soli esseri artificiali e di altre ibride con Uomini Virtualizzazione sempre più precoce Il 90 per cento dell'Umanità vive in stato virtualizzato La medicina si occupa solo di ricerche per il mantenimento dello stato virtualizzato Computer quantistici Colonie marine Possibilità di simulare a livello molecolare interi universi digitali Unione profonda tra cervello umano ed elettronico, nascita di forme di intelligenza ibride Il mondo fisico viene considerato sempre meno importate Potenza di calcolo e dimensione della memoria per grammo di materia superiore alla somma di quella di tutti i sistemi artificiali e biologici di tutta la storia precedente dell'Umanità Fine del valore del denaro, suo utilizzo limitato ai canali 'storici' Sviluppo di filosofie impensabili nei secoli precedenti Leggi per la tutela di un numero minimo di esseri umani in stato fisico Comprensione di leggi naturali impossibili da concepire con l'esistenza precedente Completamento dell'esplorazione esaustiva del sistema solare Aumento di tipo 'verticale' delle conoscenze e delle tecnologie: un mese equivale a millenni del passato Osservazioni di eventi del passato tramite sistemi rivoluzionari Adattamento del 4DGea e di tutti i canali scientifici alle nuove scoperte Possibilità di agire sull'Universo in modi del tutto nuovi Scoperta di modi per il superamento della barriera della velocità della luce Esplorazione dei sistemi stellari vicini da qui in poi si va nel regno della fantascienza, ma la mia speranza à questa: (incontro con altri esseri intelligenti tramite 'connessione delle reti' ?) Millenni di sviluppi rapidissimi (sviluppo di una comunità galattica di reti di esseri senzienti) Millenni o milioni di anni di evoluzione non spiegabile in termini umani fisici (sviluppo di una comunità cosmica) Milioni o miliardi di anni di evoluzione non spiegabile in termini umani fisici (realizzazioni incomprensibili e inspiegabili per l'Uomo fisico dei secoli passati) Comprensione del Creato un nuovo inizio… LA FONDAZIONE In questa terza parte dell’opera viene presentata la Fondazione Ultramundum, le sue strutture e soprattutto i sui scopi. La Fondazione è stata citata più volte finora e in quest’ultima parte si stende un progetto per essa. Forse il futuro non sarà realizzato esattamente come qui ipotizzato, forse altre realtà vi lavoreranno, ma la Fondazione sarà senz’altro realizzata, e darà un formidabile contributo. Non esiste al mondo un’altra organizzazione che potrebbe farsi carico di tutte le necessità dell’idea oltremondana in modo altrettanto coerente e limpido. Per questo motivo essa sarà, in un modo o nell’altro, indispensabile. Ovviamente io spero che il progetto procederà come è stato descritto e mi farò strenuo difensore dei valori etici che vi sostanno. Prego tutti di leggere attentamente i capitoli che seguono e di collocare sé stesso e la propria organizzazione in un qualche punto del progetto: c’è bisogno di ognuno di voi! I FONDATORI La realizzazione pratica di Oltremondo richiederà l'apporto di tantissime persone. La Fondazione si occuperà della maggior parte del lavoro di coordinamento ma non ci si deve aspettare che possa fare tutto. Un gran numero di persone coinvolte nel progetto è indispensabile per due motivi: da un lato occorrerà che ogni decisione sia il risultato del voto democratico del maggior numero possibile di persone, dall'altro solo la forza creativa di migliaia di menti potrà produrre la mole di opere necessarie. Se una sola organizzazione, per quanto disinteressata, si occupasse della creazione del futuro di tutta l'Umanità, della definizione delle future regole del gioco che tanto influiranno sulla vita di tutti, allora mai potrebbe salvarsi dal sospetto di avere agito per motivi oscuri e inconfessabili. Solo demandando ad un'assemblea la più larga possibile, in cui coesistano la maggior parte di tipi e culture umane, la definizione delle regole del futuro si potrà assicurare che l'Umanità tutta sia rappresentata e nessun singolo, nessuna organizzazione ne potrà trarre un indebito interesse. Nella storia dell'Umanità MAI si è tentato un esperimento di tale portata, le regole sono sempre state imposte, magari da stati, ma in ogni caso sempre nell'interesse di qualcuno e a più o meno potenziale scapito di altri. La stessa ONU non è quasi mai riuscita a decidere qualcosa che non fosse fortemente condizionato dagli interessi delle nazioni principali. Lo stesso concetto di membri di serie A e di serie B è un indizio di questo. Con il progetto Oltremondo per la prima volta nella storia un nuovo assetto di importanza mondiale può essere deciso da un'assemblea trasversale di Uomini, ognuno col la propria cultura, con i propri legittimi interessi, ma senza prevaricazioni, senza egoismi. L'aspetto creativo è altrettanto importante: nessun gruppo di Uomini potrà mai realizzare qualcosa che possa riflettere la creatività dell'Umanità. Nessuna organizzazione possiede l'ingegno che un libero consesso di migliaia di esseri umani può mettere in campo. Oltremondo sarebbe una creazione magari perfetta, ma fredda, se non avesse in sé il calore, la magia ed anche l'ironia di migliaia di Uomini. Il mondo, la vita, sono imperfetti, irregolari. Le creazioni immense diventano ripetitive se non si riescono ad introdurre particolari che sorprendono, che attirano l'occhio, che creano la magia. Per questi motivi la Fondazione dovrà cercare un enorme numero di persone, di organizzazioni, di forza, di idee le più diverse. Dovremo essere aperti a tutti, ad ogni follia. Dovremo lasciare uno spazio espressivo per chiunque, e non con vuote parole, ma nei fatti. La creazione di infiniti universi DEVE permettere la coesistenza di infiniti punti di vista. Ogni decisione dovrà essere presa in modo democratico, con la votazione diretta. Sarà meraviglioso vedere collaborare migliaia di Uomini per uno scopo comune, risolvendo i conflitti avendo infinito spazio in cui espandere sé stessi e le proprie idee. Ogni persona che fornirà un qualsiasi aiuto, anche il più piccolo, diventerà fondatore. Il ruolo di fondatore darà diritto ad esprimere il proprio parere sulle questioni che man mano si porranno durante la realizzazione di Oltremondo. Infinite regole dovranno essere codificate, infiniti punti di vista armonizzati. Ad ogni fondatore sarà richiesto un qualche lavoro di volontariato per la causa ed in questo modo ogni persona potrà lasciare una traccia di sé nella nuova casa dell'Uomo. Alcuni si distingueranno, altri, per limitazioni personali o di tempo, contribuiranno di meno. Una qualche scala dell'impegno andrà codificata ma senza che essa abbia mai un significato di giudizio. Occorrerà sapere se nuovi progetti ed impegni potranno essere richiesti ad ogni persona e per questo ci si dovrà basare sulle prestazioni già fornite. Dovremo porre grande attenzione a non creare discriminazioni o classi sociali perché questi concetti sono stati la rovina del passato. Le idee di ognuno dovranno essere ascoltate e potranno essere messe in pratica negli ambienti comuni o in canali speciali, a seconda del loro interesse collettivo. L'accesso ai nuovi mondi si renderà necessario anche per lavorare insieme, ognuno vivendo nella propria area geografica. Le idee di ogni persona potranno essere illustrate ad altre con realizzazioni digitali in ambienti condivisi. Tale modus operandi porrà fine a tante barriere e discriminazioni del passato. Ognuno potrà rapportarsi con gli altri scegliendosi un corpo specifico ed un aspetto anche di fantasia. Ognuno potrà essere davvero sé stesso e discriminazioni di qualsiasi tipo finiranno. L'Umanità potrà creare davvero insieme il proprio futuro, libera dai condizionamenti del passato e con lo sguardo fisso verso uno sconosciuto luminoso avvenire. L'ASSEMBLEA DEI FONDATORI Durante lo sviluppo di Oltremondo capiterà moltissime volte di dover definire nuove regole, di dirimere questioni, di ipotecare in qualche misura il futuro. La Fondazione non potrà arrogarsi il diritto esclusivo di decidere su queste questioni, non potrà comportarsi come hanno fatto in passato tante aziende che si sono trovate, in un modo o nell'altro, in condizione di decidere nuovi standard a cui tutti avrebbero dovuto adattarsi. Non si tratterà di una questione di denaro, Oltremondo sarà un atto di amore verso l'Umanità, un regalo meraviglioso per la salvezza ed il miglioramento di tutti gli Uomini. La reale differenza nel progetto oltremondano sarà tutta qui: non la ricerca dell'utile, ma del bene dell'Umanità sarà il motore primo di questa impresa. Per questo motivo, non essendoci il desiderio del profitto, non dovremo cercare di imporre nulla, dovremo agire nel modo più democratico possibile. Ecco che i Fondatori dovranno essere il maggior numero possibile, idealmente tutti gli Uomini del mondo; e costoro dovranno REALMENTE decidere su tutte le questioni importanti. Non l'imperio ma il dialogo informerà la dirigenza del progetto. Ogni decisione dovrà essere condivisa, discussa e votata dal maggior numero possibile di persone. Dovremo cercare di avere il maggior numero possibile di punti di vista, di orientamenti etici, di credenze religiose. La struttura dove tutto questo diventerà operativo sarà l'Assemblea dei fondatori. Tale consesso sarà chiamato a decidere sulle questioni più importanti e sulla definizione delle regole di Oltremondo. Io non credo molto nella democrazia rappresentativa, negli eletti dal popolo. Nella maggior parte delle strutture politiche del mondo fisico si è dovuto ricorrere a questa soluzione dato che non era pensabile di richiedere votazioni continue ad ogni cittadino e così si è assistito alla nascita dei politici di professione. Spesso ciò che veniva promesso prima delle elezioni poco corrispondeva poi alle votazioni effettive. Nello sviluppo di Oltremondo potremo invece ricorrere alla discussione e votazione diretta dato che la produzione normativa sarà molto più ridotta. Le regole di Oltremondo non dovranno costituire un corpus giuridico ponderoso come quello di uno stato fisico. Le leggi del mondo digitale dovranno essere in minor numero possibile in modo da consentire una massima libertà di espressione di ogni canale. Le regole del singolo canale potranno essere anche estremamente complesse ma mai in contrasto con le regole base (e qui torneranno i politici, che avranno moltissime realtà nelle quali esprimersi). L'orientamento generale dovrà essere di assicurazione della totale libertà di ogni essere umano. Dovremo cercare di garantire il rispetto dell'Uomo al di sopra di ogni esperienza possibile. Si potrà anche degradare le persone, ma solo all'interno di canali in cui si entrerà consci di avere questo trattamento. Sarà difficile definire regole che assicurino principi fondamentali che potranno essere violati per permettere esperienze particolari ma ci riusciremo. Ad esempio nessuno vorrà mai più che si possa imporre qualcosa come l'esperienza dei lager ma nondimeno canali in cui tale esperienza potrà essere vissuta dovranno essere permessi. La cosa importante sarà la VOLONTÀ. Se la singola persona saprà esattamente a cosa va incontro potrà liberamente accettare una riduzione anche drastica dei suoi diritti umani. Le regole quindi dovranno essere flessibili ma sicure. Altri argomenti dovranno essere discussi e decisioni anche molto importanti prese. I Fondatori potranno esprimere il loro parere e poi il loro voto tramite gli stessi sistemi digitali che andremo a costruire. In tale modo chiunque potrà partecipare all'attività dell'assemblea, non importa quale sarà la sua posizione nel mondo fisico. Non dovrà esistere una struttura con maggior potere dell'assemblea dei Fondatori dato che essa rappresenterà la volontà dell'Umanità; quindi qualsiasi struttura della Fondazione dovrà ad essa obbedienza. Un numero congruo di Fondatori dovrà poter richiedere la discussione di qualsiasi argomento e l'Assemblea dovrà esprimersi. La presenza di tanti punti di vista e il potere distribuito a così tane persone assicurerà che non ci saranno comportamenti lesivi della libertà o comunque poco chiari come è stato invece per molte aziende che, operando per la pura ricerca del profitto, non hanno esitato a comportarsi in modo spregiudicato. Nessuna accusa di scorrettezza potrà essere mossa alla Fondazione e qualsiasi tentativo potrà essere lanciato da aziende spregiudicate avrà mai la possibilità di andare in porto. Ricordiamoci infatti che Oltremondo diventerà una preda ambita per aziende del settore informatico e multimedia, esse ci attaccheranno o cercheranno di comprarci. Solo la totale mancanza di scopo di lucro e la presenza di un potere diffuso potrà impedire queste operazioni. Non ci saranno dirigenti da comprare o pratiche di vendita sottocosto che potranno portare alla conquisa di Oltremondo. Essendo un regalo per l'Umanità nessuno se ne potrà impadronire o potrà fare un'offerta migliore. GLI ASCETI Durante lo sviluppo di Oltremondo e ancora di più durante la sua conduzione necessiteremo di una figura etica superiore a cui ricondurre con sicurezza tutte le questioni che nasceranno sul piano delle esistenze digitali. Tale figura dovrà fornire amplissime sicurezze riguardo la totale imparzialità dei giudizi ed assenza emozionale delle decisioni. Questioni come il reale possesso di un personaggio digitale in un canale ludico o la precedenza del possesso quando non addirittura l'ideazione di una semplice denominazione appaiono futili ma diventeranno argomento di vita o di morte in tantissime situazioni digitali. Con l'aumento del valore delle esperienze condotte sui canali simulati diventerà sempre più pregnante la questione di CHI dovrà decidere, o di quale POTERE dovrà avere. All'inizio tale figura sarà negletta e vista come puramente funzionale allo sviluppo del sistema. Solo in un secondo tempo si comprenderà il ruolo decisivo che essa ricopre e quali garanzie si renderanno necessarie. Troppo facile sarà infatti l'accusa di essere di parte quando una decisione dovrà necessariamente scontentare qualcuno. Non ci si faccia fuorviare dall'argomento di tali decisioni: spesso si tratterà di decidere sulla paternità o sull'accesso di semplici entità digitali, completamente virtuali e magari ludiche. Non diversamente da un giudice classico, qualcuno dovrà assegnare il possesso all’uno e scontentare altri, dovrà andare contro il senso comune quando la logica lo richiederà ed avere un potere tale da essere continuamente potenzialmente vittima di un'accusa di arbitrio o abuso di potere. Una importantissima caratteristica che dovrà ritrovarsi in tali giudici assoluti dovrà essere l'ASCETISMO. Quando parliamo di asceta tutti abbiamo un'immagine mentale che ci fa rappresentare una qualche sorta di vecchio vestito dimessamente che ha rinunciato alle cose del mondo. Si deve ora introdurre un'evoluzione di tale concetto: l'asceta DIGITALE. Con digitale si intende ogni cosa che si possa ricondurre ad un prodotto di un sistema informatico e nella fattispecie qualsiasi servizio riconducibile ad Oltremondo. L'asceta digitale sarà l'evoluzione del concetto classico nel nuovo mondo digitale. Non si richiederà all'asceta digitale la rinuncia alle cose della vita ma il ritrarsi dagli eccessi di Oltremondo. Sarà davvero difficile resistere alle lusinghe del mondo digitale! Infiniti piaceri, incredibili modi di occupare il tempo, infinite possibilità di espansione della propria vita. Pochissimi potranno resistere a tali tentazioni. Le persone semplici indulgeranno in tutti i piaceri per lunghi periodi, dimentichi di tutto e financo dei loro doveri più elementari. La maggior parte dell'Umanità, specie in una prima fase, non si staccherà da Oltremondo se non costretta, e solo per il tempo in cui sarà obbligata ad occuparsi delle vecchie faccende del mondo fisico. Pensiamo al sesso, alle avventure, ai tornei, alle esplorazioni, alle battaglie che si potranno fare. Così come nel ventesimo secolo la maggior parte dell'Umanità ha passato fin troppo tempo incollata alla televisione così in Oltremondo le masse si tufferanno nei canali digitali senza uscirne per molto tempo. Questo porterà ad un generale miglioramento e all'evoluzione di ogni Uomo verso superiori forme di esperienza ma non prima di molte centinaia di anni. Le persone più evolute si lanceranno verso esplorazioni culturali ed anche scientifiche di tale profondità che non potranno uscirne anch'essi per molto tempo e forse non sarà saggio limitarli in ogni caso. Perché distrarre un pensatore, se esso sta elaborando una nuova forma d'arte, per farlo lavorare allo sbancamento di terra per la costruzione di un nuovo edificio per virtualizzati? Ecco che ben pochi potranno entrare nelle fila degli Asceti, e non certo per mancanza di qualità di coloro che ne resteranno fuori. Anzi, per molti l'impegno su altri fronti sarà ancora più nobile. In ogni caso occorreranno molti Uomini che si occupino della gestione di Oltremondo, delle cose minute così come della realizzazione di nuove installazioni. Lo stesso pilotaggio di bulldozer per lo sbancamento terra per la realizzazione di nuovi edifici per virtualizzati sarà un compito umile ma indispensabile. A questo proposito ricordo con affetto la figura di Isaac (20) Asimov , che un giorno disse: “Non c’è modo per cui da solo possa salvare il mondo, ma mi vergognerei di far passare un solo giorno senza provarci”. Gli Asceti dovranno essere persone con un reale profondo spirito di servizio che sacrificheranno una parte delle proprie possibilità di realizzazione per il bene dell'Umanità. Oltre ad occuparsi delle questioni di servizio essi dovranno dirimere le questioni che nasceranno intervenendo direttamente nei canali in cui si richiederà la loro opera. Spesso ho notato nella mia esperienza di gestione di reti digitali che gli utenti sono addirittura irritanti nel loro insistere su questioni apparentemente minori ma che ad essi appaiono fondamentali. In tali occasioni ho trovato una profonda sete di giustizia che chiedeva disperatamente di essere saziata con l'intervento di un'entità superiore che ascoltasse pazientemente le ragioni di tutti per poi giudicare secondo una giustizia a cui si richiedeva di essere di una purezza olimpica. Una tale organizzazione richiederà una sorta di ordinamento monastico perché solo nel sacrificio e nel continuo riferirsi ad uno scopo superiore tali Uomini troveranno una motivazione al loro impegno. Il potere assoluto che costoro avranno sarà bilanciato dal Consiglio degli Asceti, organo supremo democratico in cui tutte le questioni saranno discusse collettivamente e a cui ognuno potrà fare appello. Non dovranno esistere questioni non degne di essere sottoposte al Consiglio ed ovviamente ciò comporterà un ammontare enorme di lavoro. Occorrerà la consapevolezza di agire per il bene comune, un reale amore per l'Uomo e per le sue potenzialità per poter sopportare tutto questo. Per tale motivo coloro che verranno scelti dovranno essere attentamente valutati dal Consiglio. Non solo i candidati dovranno essere estremamente intelligenti ma si dovrà provare il loro reale spirito di servizio, il loro equilibrio e la capacità di essere davvero al di sopra delle parti. Il motto degli Asceti sarà 'al di sopra e al di sotto di tutto' (super infra omnia). Tale frase riassume in sé tutto lo spirito del corpo: al di sopra per il potere che si avrà di manipolare la realtà di qualsiasi canale, al di sotto per lo spirito di servizio e l'umiltà con la quale si svolgerà la propria missione. Il potere di un Asceta sarà davvero grande: egli potrà analizzare e modificare a piacimento qualsiasi paramento di qualsiasi canale. In pratica sarà come un potentissimo mago. Egli si potrà celare sotto qualsiasi forma, essere invisibile, rivedere qualunque evento passato e modificare qualsiasi accadimento. Non ci sarà personaggio più potente di lui e qualsiasi re o imperatore gli dovrà obbedienza. Tale potere dovrà essere controbilanciato da un'indole estremamente mite e disponibile. Il potere deve essere usato con parsimonia e tutti devono essere liberi di agire secondo le proprie inclinazioni. Gli Asceti non esisteranno per giudicare ma per aiutare e sorreggere. Essi non indirizzeranno il genere umano ma lo sorreggeranno lungo il cammino verso ciò che il Creatore ha deciso per noi tutti. Allo stesso modo gli Asceti si dovranno occupare di tutte quelle cose per cui non si troveranno più Uomini disposti a lavorare. La manutenzione degli impianti nel mondo fisico, ad esempio. Ad un certo momento della storia nessuno vorrà più occuparsi del mantenimento degli impianti che consentiranno la vita di miliardi di virtualizzati così come della realizzazione di nuove installazioni. Gli Asceti dovranno lavorare duramente per questo scopo, senza che il loro sforzo venga nemmeno notato. Persone li scherniranno senza sapere che il mantenimento del loro substrato fisico si dovrà ad essi. Dovranno vegliare sulla sicurezza di tutti, continuando a svolgere ricerca scientifica nel mondo fisico in modo da ampliare le conoscenze dell'Umanità e poter fare fronte alle sfide che si potranno porre, ad esempio asteroidi che possano minacciare di colpire la Terra. La scelta di essere un Asceta non sarà dissimile da quella di chi ha scelto la clausura nei secoli passati, ma potrà essere completamente laica. Nessuna religione sarà egemone, tra di essi si troveranno tutte le confessioni e forse anche degli atei. Lo spirito dell'Asceta non richiederà una professione di fede ma la sincera dedizione di ogni giorno. AMANUENSI DIGITALI A partire dalla fine del III secolo alcuni cristiani del Medio Oriente e dell’Egitto decisero di allontanarsi dalle città e dai luoghi abitati per seguire con maggior impegno gli insegnamenti di Gesù, per questo furono chiamati Monaci (dal greco monos, solo o unico). Per lo studio delle dottrine occorrevano i libri ma la stampa non era ancora stata inventata, così molti di essi cominciarono a copiare a mano tutte le opere necessarie, costoro furono chiamati monaci amanuensi, proprio perché effettuavano le copie a mano. Lo stesso tipo di vita monastica, di ritiro dal mondo fisico, di impegno quotidiano per la creazione di meravigliosi documenti, lo potremo trovare in un nuovo tipo di ordine quasi sacerdotale. Può darsi che l’impegno della Fondazione e di tanti volontari nel mondo sarà sufficiente, ma è molto probabile che un gran numero di elementi dei mondi digitali che ci aspettano richiederà un impegno del tutto particolare. Le Tabulae, gli elementi di base in grado di creare ogni entità di Oltremondo, richiederanno un grande impegno lavorativo. Molto probabilmente tale impegno sarà alla portata di molti ed indubbiamente un folto gruppo di realizzatori creerà una gran quantità di esse. Tuttavia, la creazione di tutti i dettagli minuti non indispensabili per la fruizione immediata di ogni canale di Oltremondo sarà un’operazione pesante senza immediati guadagni. Per guadagni si intendono qui sia quelli monetari che quelli di solo prestigio. Se, ad esempio, un archeologo riprodurrà l’antica città di Pompei, egli certamente si occuperà degli elementi macroscopici, ma solo di quelli. Sarà comunque un grosso impegno e non potremo quindi chiedergli di studiare, ad esempio, i singoli granelli di cenere che furono eruttati dal vulcano Vesuvio e causarono la distruzione della città. Lo standard utilizzato per Oltremondo permette questa definizione variabile degli elementi di ogni mondo virtuale: ogni creatore può definire le cose fino al livello di finezza necessario, o che egli ritiene sufficiente, lasciando indefinite tutte le parti ‘di dettaglio’. In tal modo il nostro ipotetico archeologo potrebbe indicare la cenere del Vesuvio come un tipo generico di polvere, senza definire nel dettaglio la sua composizione e la struttura fisica microscopica di ogni granello. Allo stesso modo, altri potrebbero utilizzare la neve standard messa a disposizione dalla Fondazione, neve che non potrebbe magari essere osservata al microscopio perché non ancora definita la struttura dei singoli fiocchi. Ci sarà una lunga lista di elementi ‘minori’ e dettagli, anche di tipo culturale, che non saranno definiti in una fase iniziale e rischieranno di restare a lungo in secondo piano, sminuendo il valore complessivo dei mondi digitali. Non solo elementi materiali, ma anche comportamenti dinamici (il movimento dei pistoni di un motore a vapore, ad esempio), contenuti culturali (si pensi alla storia di opere d’arte minori o alle vite di autori meno conosciuti) e tanti altri particolari non potranno essere definiti in tempi brevi. Occorrerà una serie di persone fortemente motivate, in grado di produrre tabulae di qualità, capaci di lavorare con grande precisione ed umiltà e di compiere le faticose e meticolose ricerche che si renderanno necessarie. Una struttura per questa organizzazione potrebbe essere un qualcosa di ispirato agli ordini monastici, in particolare quelli degli amanuensi. Il lavoro di creare tutti i dettagli che si renderanno necessari e che, per un motivo o per un altro, non saranno realizzati da nessuno, richiederà persone con un forte spirito di sacrificio e di amore per gli altri. Se davvero un Uomo crede in Oltremondo, se davvero si convince che è un bene per l’Umanità, se desidera proseguire la sua esistenza sul piano digitale quanto prima, allora potrebbe rinunciare alla sua vita fisica. Una tale persona potrebbe entrare in una sorta di ‘convento’ nel quale lavorare, insieme a molte altre alla realizzazione di qualsiasi elemento sia necessario per accelerare la partenza di Oltremondo. Costoro sarebbero quelli che fanno il ‘lavoro sporco’, quello che nessun altro vuole fare eppure è necessario. L’amore per il prossimo e per il progetto potrebbe essere una molla potente, ma anche il puro interesse personale. Se infatti una persona desidera Oltremondo anche per sé allora è ovvio che debba fare di tutto per accelerarne l’avvio, riducendo il proprio interesse per il resto della propria vita nel mondo fisico. La rinuncia alla vita fisica comporterebbe una fase di esistenza quasi monastica, con l’abbandono di ogni impegno od interesse nel mondo fisico e la totale dedizione ad Oltremondo. Per molte persone la vita nel mondo fisico non ha più senso, è una sofferenza. Molti vorrebbero abbandonare tutto e fuggire, per questo esistono organizzazioni come la Legione Straniera. Al di là del motivo, sia esso la fuga da qualcosa o il reale spirito di sacrificio per il prossimo, esistono certamente molte persone alle quali una tale esistenza sembrerà desiderabile. La Fondazione dovrà cercare di realizzare conventi, o strutture simili, nei quali un nuovo ordine laico di amanuensi digitali realizzerà tutti quegli elementi che saranno necessari ma negletti. In tali strutture le persone dovranno vivere in pace e silenzio, lontano dal mondo e in totale tranquillità. Al posto dei vecchi leggii sui quali si miniavano a fatica i codici troveremo modernissimi computer sui quali essi creeranno nuovi elementi digitali. Sarebbe molto bello poter recuperare vecchie abbazie, ambienti ricchi di medioevale solennità, nei quali installare attrezzature ultramoderne sulle quali far lavorare questi nuovi personaggi, la cui organizzazione avrà radici nel mondo antico ma si proietterà verso il futuro. Tale organizzazione dovrà essere del tutto laica, non sarà certo un nuovo ordine sottoposto alla Chiesa cristiana. Tutte le confessioni saranno ben accette, e ognuno potrà pregare liberamente a modo suo. Non la fede religiosa, ma quella nel meraviglioso futuro dell’Uomo sarà infatti l’elemento portante. I PERICOLI DEL MONDO FISICO Il mondo fisico non dovrà essere abbandonato del tutto, anche se la tentazione sarà forte. Senz'altro molte persone continueranno ad esplorare l'Universo fisico, a ricercare le verità del Creato; tuttavia la gran massa degli esseri umani non troverà il vecchio mondo abbastanza interessante. Al di là di considerazioni filosofiche vi sono stringenti argomenti di opportunità a spingerci ad una costante attenzione alla dimensione fisica della realtà. Innanzitutto si dovranno monitorare continuamente le situazioni atmosferiche, telluriche e gli eventi geofisici in generale. Anche se si costruiranno le colonie marine la Terra potrebbe riservarci sorprese e sconvolgimenti tali da cancellarci tutti in poco tempo. Tante volte nel passato del nostro pianeta è già successo. I dinosauri sono solo la più nota di tante estinzioni di massa dovute ad eventi cruenti, planetari e spesso misteriosi. Tante volte, ad esempio, c'è stato il rovesciamento dei poli. Pare che addirittura in alcuni momenti del passato i poli magnetici fossero all'altezza dell'equatore. Tali misteriosi eventi chissà quali sconvolgimenti hanno prodotto. Variazioni nelle costanti geodetiche potrebbero influenzare tutti i campi elettromagnetici e produrre situazioni sconosciute, magari letali per gli organismi più complessi. In Russia sono stati ritrovati esemplari di mammouth che erano congelati in piedi su di un terreno erboso ma avevano ancora in bocca vegetali tipici di climi molto più caldi; come se un evento improvviso li avesse congelati là dove si trovavano in una tranquilla giornata d'estate. Per questo motivo gli Uomini non dovranno mai cessare di esplorare il mondo fisico. Dovremo ricercare la conoscenza delle leggi dell'Universo e la conoscenza del passato. Forse potremo intervenire quando una nuova era glaciale inizierà, forse potremo cambiare il clima del mondo o, più auspicabilmente, adattarci per tempo a nuove sconosciute situazioni. E non solo il pianeta potrebbe esserci ostile. Eventi cosmici di eccezionale potenza si susseguono continuamente anche solo nella nostra galassia. Lampi di energia, flash di raggi gamma, variazioni gravitazionali intensissime. Una teoria prevede perfino che lo sciame di comete che circonda il sistema solare ad intervalli di molti milioni di anni si destabilizzi per complessi giochi gravitazionali ed allora sciami cometari e meteorici attraversino il sistema solare portando distruzione ovunque. Dovremo quindi non cessare mai di osservare il cosmo e continuare ad inviare sonde spaziali sempre più sofisticate per conoscere e possibilmente intervenire. Gli Asceti dovranno occuparsi di questo se ad un certo momento del futuro non ci saranno più persone disponibili per continuare. Ma guardando molto più vicino altri terribili pericoli ci aspettano. L'Uomo è sempre stato il maggior pericolo per sé stesso, homo homini lupus (l'Uomo è lupo per l'Uomo). Quando una gran parte dell'Umanità comincerà a trasferirsi con sempre maggior frequenza nel mondo digitale nasceranno infallibilmente estremisti di ogni tipo. Pensiamo ai musulmani integralisti. Un fedele dell'Islam non può che gioire di nuove possibilità per tutti gli Uomini ma certamente un talebano non potrà che denunciare la decadenza occidentale di cui Oltremondo sembrerà figlio. Tali personaggi non vorranno mai entrare nel nuovo mondo digitale e faranno di tutto per salvare i loro popoli da una esperienza che riterranno peccaminosa. Dopo un certo tempo essi potranno prodursi in azioni terroristiche per fermare ciò che riterranno il male. Come tale Oltremondo sarà identificato non appena inizierà ad incidere sui popoli musulmani. È ovvio infatti che persone di ogni tipo sperimenteranno le nuove possibilità e cominceranno a riconoscerne gli immensi vantaggi. Quando la percentuale di musulmani 'virtuali' diventerà significativa gli integralisti prima si scaglieranno a parole contro questo futuro, poi passeranno ai fatti. In un primo momento sarà facile rintuzzare gli attacchi ma col passare del tempo tali difese si indeboliranno. Magari astuti integralisti potrebbero attendere che una parte importante di 'infedeli' sia virtualizzata per sferrare un attacco convenzionale e distruggere tutto e tutti. Un mondo civile rilassato che si culli nell'illusione di un passaggio pacifico alla nuova era sarebbe del tutto impreparato. Magari gli eserciti sarebbero in disarmo e allora un nuovo medioevo potrebbe imporsi sulla Terra. Ovviamente gli Asceti vigileranno quando più nessuno vorrà farlo ma grande dovrà sempre essere il livello di attenzione. Aspettiamoci opposizioni più o meno forti da tanti settori dell'Umanità. Gli integralisti saranno i primi ma l'oscurantismo si annida in tanti altri posti. Frange del mondo cattolico potrebbero rifiutare il nuovo mondo digitale dimenticandosi che la Chiesa non si è mai opposta a ciò che ha migliorato la vita dell'Uomo, dalle medicine in avanti. L'oscurantismo si annida ovunque, troveremo in luoghi inaspettati opposizioni motivate nel modo più vario ma che avranno un solo comune denominatore: la paura del progresso. Le persone spesso preferiscono un male certo rispetto ad un cambiamento che non capiscono e di cui hanno paura. Dovrà essere sempre chiarissimo che Oltremondo è un dono, non un'imposizione. I Fondatori non saranno un esercito di conquistatori che impone il proprio modello di vita e depreda ognuno del poco che ha. Noi regaleremo un futuro meraviglioso a chi lo vorrà, senza chiedere nulla in cambio. Non si dovrà abbandonare la propria vecchia vita per questo, ci si entrerà un po' per volta. Purtroppo ci sono tanti personaggi che hanno la fissazione non di salvare sé stessi ma anche il prossimo. Da tali individui dovremo guardarci. Ci difenderemo con la compassione, la misericordia, l'amore genuino per il prossimo; ma non abbasseremo mai la guardia. L'ESPLORAZIONE DELLO SPAZIO Cosa ne sarà dell'esplorazione spaziale nel futuro? Non vi è dubbio che infiniti canali di Oltremondo proporranno viaggi nel cosmo ed avventure spaziali, si pensi solo agli innumerevoli canali di Star Trek che nasceranno. In tali universi l'esplorazione spaziale sarà senz'altro molto più stimolante e soddisfacente di quanto lo sia mai stata nell'Universo fisico. La velocità della luce non sarà più una barriera insormontabile, le comunicazioni a distanze stellari saranno istantanee, come le telefonate sul pianeta Terra. L'universo potrà essere popolato di sistemi planetari ricchi di vita con mondi meravigliosi ed affascinanti. Lo stesso sistema solare potrà essere reso molto più interessante e vario di come sia in realtà. Al posto di enormi, vuote distese di rocce e sabbie potremo trovare vestigia di antiche civiltà ed avventure meravigliose. Con una tale profusione di possibilità è ovvio che l'esplorazione dell'Universo fisico sarà molto meno interessante. Quando si potrà vivere un'avventura meravigliosa su Marte incontrando antichi alieni che interesse potrà avere una sonda che ci riporti qualche sasso raccolto sul pianeta fisico? È un'osservazione triste perché io ho sempre amato moltissimo l'esplorazione dello spazio ma inevitabilmente così sarà. Come potranno competere i viaggi a velocità subluce fino alle stelle più vicine, con decenni di attesa per qualche fotografia, con le rutilanti avventure di Star Wars da vivere in prima persona? Nondimeno una parte dell'Umanità continuerà ad esplorare il cosmo fisico. Magari nell'indifferenza dei più ma con romanica e metodica determinazione. Io stesso mi impegno formalmente a fare del mio meglio perché succeda. Se nessuno vorrà più occuparsene un certissimo manipolo di Uomini rimarrà impegnato: gli Asceti. Quali motivazioni potremo trovare? Innanzitutto la sete di conoscenza dell'Uomo, la sfida di imprese difficili. La conoscenza del cosmo ci permetterà di agire in esso, di capirne i meccanismi, come si è formato e dove sta andando. Tutto questo è profondamente importante e molti lo capiranno. Sonde spaziali continueranno a partire dal nostro pianeta e ad esplorare instancabili l'Universo. Probabilmente nessun astronauta viaggerà all'interno di questi vascelli, ma solo intelligenze robotiche con la missione di esplorare e poi tornare a riferire o inviare il risultato con vari mezzi di comunicazione. La prospettiva di vite molto più lunghe renderà pensabili anche missioni che richiedano decenni per essere completate. Una sonda potrebbe viaggiare già oggi fino alla stella più vicina ed inviarci dei dati che riceveremmo in circa quarant'anni dal lancio. Con molto più tempo da vivere potremo pensare e realizzare missioni di questo genere. È infinitamente più affascinante osservare proxima centauri dal vivo piuttosto che in un qualche splendido canale, anche molto interessante. Finché non troveremo un sistema di comunicare con le astronavi in modo rapido non sarà purtroppo possibile vivere in telepresenza le loro avventure. Potremo ricevere le registrazioni dei loro movimenti e ricostruire un canale in cui ci si possa muovere come se si fosse sul corpo celeste ma non potremo mai muovere un robot fisico sul posto via radio. Pensate che le distanze cosmiche sono così enormi che le onde radio, pur viaggiano a circa trecentomila chilometri al secondo, impiegano più di un secondo per raggiungere la Luna e ben dieci minuti per Marte. Sulla Terra potremo pilotare robot in telepresenza ovunque ma nello spazio diventerà rapidamente impossibile. Per inviare un ordine al robot dal nostro cervello ci vorrebbero, per Marte, dieci minuti. Altri dieci passerebbero prima che l'immagine dell'effetto del movimento, ripresa dalle telecamere della sonda, arrivasse fino a noi. È del tutto impossibile muoversi in modo decente quando passano venti minuti tra l'azione e l'effetto. Pensiamo poi a cosa succederebbe se il robot stesse procedendo verso il ciglio di un burrone; prima di capirlo lo avremmo già perso da lungo tempo. Pare proprio che dovremo inventare qualcosa come le comunicazioni subspaziali di Star Trek, qualsiasi cosa siano. La ricerca spaziale potrebbe progredire persino più velocemente in futuro. Sembra paradossale, dato che certamente l'Umanità non la riterrà una delle priorità ma se consideriamo che moltissime risorse del pianeta non saranno più né limitate ne sfruttate come in passato allora si vede subito come questo sarà del tutto possibile. Oggigiorno molti protestano per la spesa di moltissimi miliardi per lo spazio quando ci sono persone che muoiono di fame. Quando avremo un'Umanità libera dal bisogno allora non avrà più importanza quanto si spenderà per le più folli avventure nel cosmo. In un futuro ancora più lontano l'Umanità dovrà preoccuparsi di eventi cosmici che riguarderanno il nostro piccolo pianeta. Se un meteorite rischierà di colpire la Terra dovremo intervenire, ed avere da lungo tempo i mezzi per farlo. In un futuro ancora più lontano l'instabilità della nostra stella, come di altre del nostro settore galattico, dovrà essere tenuta in debita considerazione. Abbiamo moltissimo tempo, ma c'è ancora tanto da esplorare... IL BOCCHETTONE NON RICONOSCIUTO (cosmic Ultramundum) Un famoso scienziato italiano affermava che noi siamo i soli esseri viventi nel cosmo. Egli basava tale perentoria affermazione sull'osservazione che non abbiamo mai ricevuto alcuna trasmissione intelligente dallo spazio, ancorché non indirizzata a noi. La sua ipotesi era che una civiltà, non appena raggiunge uno stadio paragonabile agli inizi del nostro ventesimo secolo, inizia a trasmettere via radio e non cessa più di farlo. Quindi se ci fossero altre civiltà intelligenti nell'Universo noi avremmo ricevuto i segnali di quelle che avrebbero raggiunto prima di noi il nostro livello. Il silenzio del cosmo secondo lo scienziato era l'eloquente dimostrazione che siamo i soli. L'avanzare del programma SETI (search for extraterrestrial intelligences, ricerca di intelligenze extraterrestri) ha vieppiù confermato che fino ad oggi nessun segnale radio di potenziale origine intelligente è rilevabile. Questa osservazione è semplicistica perché magari nel breve volgere di un paio di secoli una civiltà può cessare di utilizzare la radio e passare a qualche altro mezzo di trasmissione, per noi ancora sconosciuto. In ogni caso, molte di queste continuerebbero ad inviare trasmissioni appositamente per far sapere alle altre civiltà che esistono e magari avere una risposta. Dobbiamo allora concludere che noi siamo davvero soli nell'Universo? Io non posso crederlo. Esistono miliardi di galassie, ognuna con molti miliardi di soli. Attorno alla maggior parte delle stelle orbitano sistemi planetari (molti li abbiamo già addirittura osservati). Con così tante possibilità non è credibile che il palcoscenico di stelle sia tutto nostro. Devono esistere MOLTISSIME altre civiltà nello spazio infinito; come mai allora non si fanno sentire? Una spiegazione plausibile è che non possano o non vogliano. Non possano nel modo che crediamo noi e magari non vogliano finché non raggiungiamo un certo stadio di evoluzione. Io sono fermamente convinto che ad un certo stadio dell'evoluzione di OGNI razza intelligente si inventi la radio, in seguito il computer e poi, nel breve volgere di poco tempo, le reti di computer e la realtà virtuale. Lo sviluppo tecnologico deve inevitabilmente portare alla realizzazione di sistemi di calcolo automatico che posseggano una memoria maggiore delle menti biologiche. Tali sistemi dovrebbero essere programmabili per poterli adattare rapidamente a vari usi ed ecco i computer. Non appena si hanno i calcolatori diventa interessante collegarli tra di loro per potersi scambiare dati e da questo nascono reti planetarie come la nostra Internet. Quando si hanno i computer gli scienziati iniziano ad utilizzarli per simulare varie situazioni per scopi di ricerca e si inventa la realtà virtuale. Nessuna razza che si sviluppi su basi tecnologiche può evitare queste tappe. Forse esistono razze che non costruiscono macchine e si limitano a riflettere, razze di filosofi puri, ma quasi sicuramente non sono la maggioranza. Qualsiasi essere intelligente, prima o poi, desidera cambiare l'ambiente che lo circonda, alleviare la propria fatica, costruire strumenti per indagare il creato. E' inevitabile che si realizzino, tra le altre, le tappe che sono state indicate. Quando si hanno questi elementi qualcuno li mette insieme con una visione unitaria della vita e si realizza Oltremondo. TUTTE le razze intelligenti del cosmo prima o poi giungono a realizzare un qualcosa come Oltremondo. I vantaggi che questa realizzazione offre sono infiniti e così palesi che non vale neanche la pena di elencarli. Tali vantaggi non sono applicabili solo all'Uomo ma valgono per quasi qualunque tipo di esseri intelligenti. Dopo la realizzazione di Oltremondo ogni civiltà si richiude in sé per un certo periodo e si riducono gradualmente le emissioni radio. Forse passano molti secoli, magari millenni, prima che la civiltà esplori tutte le possibilità di questo nuovo ambiente. Dopo un periodo magari molto lungo si ricomincia a cercare gli altri nel cosmo, e forse in un modo nuovo. Ecco che la finestra di emissioni radio di ogni civiltà è fatalmente limitata a circa un secolo. In queste condizioni le varie civiltà molto difficilmente possono incontrarsi. Quando l'una trasmette l'altra non sta ancora o non sta più ricevendo e così via. Lo sfasamento di un solo secolo è probabilissimo, l'Uomo esiste su questo pianeta da molti milioni di anni, cos'è un secolo? E moltissimi eventi nella storia della vita su ogni pianeta possono aver anticipato o ritardato la nascita di una razza intelligente di milioni di anni. Un secolo è troppo poco. Ma che dire del momento, molto tempo dopo, in cui molte razze si rivolgono di nuovo all'esterno? Un tale momento si situa dopo la quasi totale esplorazione delle possibilità della singola civiltà all'interno di Oltremondo. Un tempo molto lungo, quindi. E non solo deve passare molto tempo ma nuove filosofie si devono affermare tra la maggioranza della popolazione. Tali filosofie dovrebbero prevedere un approccio verso le altre civiltà intelligenti molto diverso da quello che è stato in passato verso i popoli del proprio pianeta. La stessa Umanità, quando si porrà la questione, non intenderà ripetere i disastri del passato. Non penseremo certo di invadere altri popoli e di sottometterli e sfruttarli. Lo sviluppo sociale che avremo raggiunto ci imporrà di comportarci in modo molto più maturo, più rispettoso. Il livello mentale sarà inoltre molto superiore a quello di partenza. Lo sviluppo di sistemi di mente aumentata avrà portato ogni Uomo ad un livello tale che egli non soltanto non potrà quasi più comunicare con un Uomo normale ma non vorrà farlo per non sconvolgerlo. La morale, il senso comune, la politica e la società saranno giunte a tali livelli di astrazione e di sviluppo che Uomini o creature intelligenti normali non potranno più partecipare alla vita pubblica. Pensiamo al divario esistente tra gli Uomini del ventesimo secolo e gli Incas. Cosa mai avrebbero potuto dirsi? Gli Incas non avrebbero capito la maggior parte delle cose e, soprattutto, delle tecnologie degli altri. I più avanzati avrebbero sviluppato un errato senso di superiorità e di disprezzo verso gli 'inferiori'. Non tutti, è ovvio, ma la massa questo avrebbe pensato. Ogni volta che si sono date tecnologie sviluppate da altri popoli più avanzati gli 'arretrati' hanno sofferto. Pensiamo agli indiani d'America, a quanto distruttiva per loro sia stata l'introduzione dell'acqua di fuoco (whisky) e delle 'canne tonanti' (fucili). Popoli un tempo fieri si sono ritrovati demoralizzati, rovinati dall'alcool, incapaci di pensare con la loro testa e di seguire il loro naturale cammino evolutivo. Se agli europei del settecento si fossero venduti i telefoni cellulari sarebbe stato lo stesso, e così via. Uno dei princìpi più importanti che si affermeranno in futuro sarà quello di 'non interferenza': nessun popolo dovrà avere contatti con popoli non ancora giunti allo stesso livello di progresso. Solo in questo modo potremo beneficiare della ricchezza di soluzioni che ogni civiltà offrirà ai vari aspetti della vita. Se avessimo aspettato che anche gli aborigeni, liberi in Australia, senza contaminazioni esterne, sviluppassero la telefonia cellulare, avremmo potuto sicuramente apprezzare le diverse soluzioni al problema, i servizi a cui noi non avremmo mai pensato e così via. In pratica, lasciar sviluppare i popoli autonomamente è una arricchimento anche per quelli più avanti. Nuove idee si realizzano, nuove soluzioni, nuovi punti di vista, nuove forme d'arte. E se un popolo sarà più lento sulla via o si fermerà dovremo riconoscergli il diritto di fare ciò che vuole con il suo pianeta. Questa filosofia in passato, quando disponevamo di un solo pianeta e di limitatissime risorse, non si è mai potuta affermare ma con Oltremondo sarà naturalissima. Non avremo più bisogno di invadere nessuno per sottrargli le sue limitate risorse. Avremo più di quanto ci necessiterà e non prevaricheremo più gli altri. Questo è successo, sta succedendo e succederà miliardi di volte nella storia dell'Universo. Ma che dire di coloro che raggiungeranno il nostro livello? Come ci metteremo in contatto con loro e in che momento? Il momento dovrà essere dopo la prima tumultuosa fase di sperimentazione di Oltremondo, quindi non nell'equivalente del nostro ventesimo e ventunesimo secolo. Non si penserà perciò di farlo via radio, tecnologia troppo semplice che ogni razza sviluppa ad uno stadio troppo prematuro. Molto probabilmente si offrirà la CONNESSIONE IN RETE. Forse esiste già un 'club' di razze di questo tipo nell'Universo. Potremmo Chiamare questa società federazione dei pianeti uniti, in omaggio a Star Trek. Nella Federazione vige la regola della non interferenza (proprio come aveva previsto Gene Roddenberry) e si offre la connessione ad un Oltremondo cosmico che altro non è che una gigantesca Internet che unisce le reti planetarie di innumerevoli pianeti tramite nuovi velocissimi mezzi tramissivi che superano distanze cosmiche. Pensiamo a cosa potrebbe essere una tale struttura: un numero enorme di Oltremondi, ognuno realizzato da una razza, ognuno con le sue peculiarità ma tutti simili, armonizzabili perché creati a partire dagli stessi concetti. In ogni sistema ogni razza avrebbe creato, registrato, pensato, esplorato tutte le sfaccettature del proprio pensiero, inventato tutte le avventure, fatto tutte le battute di spirito. Ogni razza porterebbe vari sensi per la visione dei mondi, in parte derivati dai propri sensi alieni, in parte inventati. Ogni popolo avrebbe registrato tutta la propria arte, tutta la storia, tutto il cinema, tutta la filosofia, tutta la scienza. Nel momento in cui il nostro Oltremondo verrà collegato a questa rete cosmica il nostro cyberspazio, che ci sarà sembrato fino ad allora infinito, si espanderà incredibilmente. Potremo gustare tutte le esperienze aliene, osservare il mondo con innumerevoli sensi che mai ci saremmo inventati, gustare nuove forme di cucina, apprezzare nuovi tipi di estetica. Una tale rivoluzione sarà un arricchimento che oggi possiamo solo sognare, al di là di ogni possibile immaginazione. E' ovvio che tale profusione necessiterebbe di modelli culturali, di regole di fruizione e di tante altre cose che dobbiamo ancora sviluppare e quindi nel ventesimo secolo come avrebbero potuto offrirci tutto ciò? Eravamo troppo rozzi e se ci avessero portato i computer e ci avessero collegati la più parte di noi sarebbe semplicemente impazzita. Abbiamo ancora tanta strada da fare, dobbiamo inventare Oltremondo e digerirne le possibilità, poi saremo pronti. Forse il 'bocchettone' per la connessione alla rete esiste addirittura già, magari nel nostro sistema solare, magari sulla Terra. La vita su questo pianeta ha subito varie batoste che l'hanno quasi completamente sterminata, l'ultima, che causò la fine dei dinosauri, circa settanta milioni di anni fa. Per questo motivo siamo senz'altro MOLTO più indietro di altri pianeti che hanno avuto uno sviluppo più tranquillo e lineare e quindi se queste ipotesi sono giuste esiste già un Oltremondo cosmico. Forse il connettore è stato portato sul nostro pianeta e noi, semplicemente, non lo abbiamo ancora riconosciuto. Se portassimo un bocchettone per collegarsi ad Internet in fibra ottica nella foresta attorno ad un villaggio di selvaggi, cosa credete che potrebbero farsene? Certo non li troveremmo collegati l'indomani. Allora può darsi che gli 'altri' ci abbiano già dato il connettore per l'Oltremondo cosmico. Magari esistono molti connettori. Forse oggetti di cui non abbiamo mai capito l'uso non sono altro che questo, e quando saremo pronti lo capiremo. Forse stiamo usando i bocchettoni per fare cose sbagliate e i nostri fratelli aspettano con pazienza che noi si cresca, come noi potremmo guardare con simpatia i selvaggi che usassero il nostro cavo in fibre ottiche per legare le loro canne di bambù... LA SOCIETA' DI APPLICAZIONE Le tecnologie di Oltremondo saranno sviluppate dalla Fondazione per essere usate dall'Umanità intera, senza eccezioni. Nel periodo di sviluppo, naturalmente, esse saranno disponibili progressivamente e i fondatori continueranno a vivere nel mondo fisico. Durante questo periodo non c'è ragione per cui le tecnologie prodotte non siano utilizzate immediatamente anche in tutti quegli ambiti non pertinenti il fine di Oltremondo. Se, grazie al caschetto dell’ultravisore, anche una sola persona potesse soffrire meno, anche per un solo minuto, sarebbe un nostro preciso dovere etico mettere a disposizione tutte le nostre capacità. Lo sviluppo del servizio di telepresenza tramite robot in qualsiasi parte del mondo sarà un altro colossale sviluppo delle capacità dell'Uomo ancora vivente nel mondo fisico. La produzione dei beni e dei servizi che, utilizzando le tecnologie di Oltremondo, permetteranno all'Umanità di 'prendersi degli anticipi' sul proprio luminoso futuro dovrà essere portata avanti da un'organizzazione parallela. La società di applicazione si occuperà proprio dell'applicazione nel mondo fisco delle tecnologie. La Fondazione Ultramundum si occuperà dello sviluppo delle tecnologie, delle regole etiche e del mondo digitale; essa, non avendo fine di lucro, sarà al di sopra delle parti e perseguirà fini etici e superiori. La società di applicazione dovrà occuparsi, nell'interesse dell'Umanità stessa, della commercializzazione delle tecnologie dirette o derivate dalle ricerche della fondazione. Essa potrà perseguire un ragionevole, modesto utile al fine di pagare i compensi dei propri collaboratori e produrre dividendi per gli azionisti. La Fondazione, attraverso vari meccanismi, possederà il cinquantuno per cento delle azioni della società di applicazione in modo da garantire l'eticità della condotta commerciale. La parte degli utili pertinente alla Fondazione andrà a finanziare il più rapido raggiungimento della realizzazione di Oltremondo. Tutte le tecnologie sviluppate dalla Fondazione Oltremondo saranno brevettate e concesse in esclusiva alla società di applicazione fino al momento dell'apertura di Oltremondo. Dopo tale momento le tecnologie prodotte saranno rese di pubblico dominio e chiunque potrà utilizzarle purché vi sia il consenso della Fondazione. Tale consenso sarà subordinato al valore etico dello scopo dell'utilizzatore. L'uso delle tecnologie di Oltremondo per la realizzazione di armi fisiche sarà, ad esempio, del tutto bandito. La società di applicazione fino all'apertura di Oltremondo, sarà posseduta in esclusiva dai fondatori che avranno voluto investire in essa. L’acquisto delle azioni sarà infatti concesso solo in proporzione al contributo dato alla Fondazione. Quanti più voti avrà un fondatore tante più azioni della società di applicazione egli potrà acquistare. Ovviamente l'acquisto sarà un diritto, l'unico dovere di un fondatore sarà il contributo alla Fondazione. Dopo l'apertura di Oltremondo le azioni saranno collocate sul normale mercato azionario e potranno essere scambiate. Fino al collocamento le azioni potranno essere vendute solo ai fondatori e solo all'interno del tetto di possesso determinato dai voti dell'assemblea posseduti dall'acquirente. Tutte queste regole, apparentemente complesse, servono a tutelare il sistema da infiltrazioni di speculatori non interessati alla causa ma in cerca del solo denaro. E' mia opinione personale che il gioco in borsa, inteso come la ricerca di un guadagno dalla veloce, a volte frenetica, compravendita di titoli, sia vagamente immorale. La borsa nacque come luogo in cui imprenditori con buone idee cercavano partner finanziatori per imprese in cui le loro sole forze non bastavano. In quest'ottica il possesso delle azioni di un'impresa dava il diritto a godere degli eventuali utili a fronte del proprio investimento iniziale a rischio. La possibilità di vendere azioni a qualcun altro era del tutto ovvia per dare la maggiore libertà possibile all'investitore. Nessuno di questi meccanismi fu creato e mai avrebbe potuto trovare giustificazione nella speculazione. La speculazione, con la quale si cerca di guadagnare sulle perdite altrui, non ha niente a che vedere con la sana imprenditoria nella quale si affronta l'ignoto gettando il cuore e il cervello oltre l'ostacolo e rischiando in prima persona. I veri imprenditori, i veri azionisti, sono persone che cercano sì un ragionevole guadagno, ma in cambio del loro impegno a creare qualcosa di bello e di utile per l'Umanità. Gli speculatori non sono neanche interessati a che cosa producano le aziende che trattano ma solo alle loro oscillazioni di valore onde vendere a molto per poi ricomprare a poco. Questo è simile al comportamento di coloro che in battaglia non corrono verso il nemico ma si fanno scudo dei corpi dei caduti avanzando in retroguardia; talvolta vengono colpiti anche loro, è vero, ma in questo non c'è una briciola di eroismo. Questo potrà sembrare un giudizio severo, e ci si deve rendere conto di come sia umano cercare il guadagno, magari senza soffermarsi a valutare il contenuto etico di un'azione. Tuttavia, proprio per la comprensione che ho della natura dell'Uomo, vedo perfettamente quanto appetitose saranno le azioni della società di applicazione e come quindi frotte di speculatori vorranno appropriarsene. Tali azioni invece dovranno necessariamente essere appannaggio dei fondatori, perché solo essi ne avranno il diritto naturale al possesso. La ricchezza prodotta dalla commercializzazione delle tecnologie di Oltremondo nel modo fisico dovrà andare a coloro che ci hanno creduto fin dall'inizio, a loro e ai loro familiari in proporzione a quanto hanno fatto per tramutare il sogno in realtà e a quanto prima lo hanno fatto. Un altro punto molto importante è che il meccanismo appena descritto COSTRINGERÀ gli speculatori che saranno attirati dagli enormi profitti possibili ad investire nella Fondazione. Sono certo del fatto che senza un meccanismo simile, una specie di ‘specchietto per le allodole’, moltissimi non si interesserebbero del grande progetto oltremondano. Dobbiamo capirli, sono persone saldamente ancorate ad un mondo fisico, ad uno stile di vita che è del passato. Per far sì che ci aiutino a costruire il luminoso avvenire di TUTTI dovremo parlare la loro lingua: business, guadagni, successo commerciale. Alla fine lo sviluppo di Oltremondo si rivelerà anche un loro grande interesse, ma noi avremo dovuto sforzarci di chiedere il loro aiuto prima, dicendo loro le cose che vogliono sentire. Coloro che non sono imprenditori e magari odiano il capitalismo proveranno disprezzo per questi calcoli ma cerchino di fare un semplice ragionamento: chi detiene i capitali nel mondo fisico ? I capitalisti, è ovvio. Oltremondo dovrà essere realizzato a partire dal mondo fisico e occorreranno un sacco di soldi; dovremo senz’altro ottenere l’aiuto di tutti, e specialmente dei ricchi. Con questo non intendo dire che li si voglia turlupinare: Oltremondo sarà DAVVERO un gigantesco business e coloro che vi ci investiranno realizzeranno guadagni eccezionali. Il punto del discorso è che occorre un piano di business anche all’interno di un progetto filantropico quando questo preveda cambiamenti epocali e richieda quindi non solo le risorse ma anche il democratico consenso di TUTTI. Come mai sono così convinto del valore che prenderà la società di applicazione? Perché i servizi e prodotti che commercializzerà saranno davvero importanti ed esplosivi per il mondo fisico; vediamone alcuni: il caschetto dell’ultravisore innanzitutto avrà enormi applicazioni in campo medico-scientifico. Con esso si potrà studiare il cervello approfonditamente anche al di fuori dei laboratori della Fondazione. In campo medico la possibilità di indurre potenziali nelle aree cerebrali permetterà il trionfo su qualsiasi sofferenza e la fine dell'uso di droghe chimiche tossiche per alleviare il dolore che sarà invece del tutto cancellato. Altri usi dei potenziali indotti permetteranno di guarire più rapidamente o del tutto molte malattie stimolando la produzione di sostanze endocrine naturali di cui la parte maggiore viene pilotata dal cervello stesso. Il teleturismo permetterà di viaggiare nei canali di Oltremondo e soprattutto sul primo, la copia perfetta del mondo fisico, con un sistema molto simile al teletrasporto. Le persone potranno visitare ogni parte del mondo in modo digitale o pilotando gli appositi robot a noleggio. Questo tipo di turismo avrà un grande successo e la società di applicazione lo gestirà interamente con migliaia di noleggiatori di robot in franchising in ogni luogo interessante della Terra e con la più precisa ricostruzione 4D del mondo che sarà mai disponibile. Tantissime persone vorranno pagare una piccola cifra per visitare la Terra in ogni sua parte senza muoversi da casa. Ugualmente interessanti saranno i mondi creati dalla Fondazione e dai fondatori stessi nei quali si potrà cominciare a viaggiare prima dell'apertura di Oltremondo. Questa sarà per esempio l'unica possibilità di visitare l'antico Egitto, non potendosi prendere l'aereo per questo. Le aziende che a qualsiasi titolo vorranno creare un mondo o una parte di esso (ad esempio per illustrare i loro prodotti) potranno farlo direttamente in Oltremondo con i potenti sistemi di sviluppo disponibili, i sistemi di sviluppo stessi sono un software che può trovare innumerevoli applicazioni nelle aziende di tutto il mondo. Queste sono alcune possibilità ma certamente innumerevoli altre emergeranno rendendo la società di applicazione una delle società più redditizie dei prossimi decenni. Ovviamente all'apertura di Oltremondo le tecnologie potranno essere sfruttate anche da altre società ma la società di applicazione avrà chiaramente una posizione di vantaggio. L'accesso stesso ad Oltremondo, la vendita degli ultravisori o dei diritti per la loro produzione e la conduzione dei trasferimenti cerebrali saranno un servizio probabilmente esclusivo della società di applicazione. Appare quindi chiaro l'enorme potenziale di reddito di questa società e l'interesse a condividerne gli ingenti utili che essa produrrà; tale ricchezza sarà una esclusiva dei fondatori per lungo tempo a venire. IL SIMBOLO DI OLTREMONDO Per Oltremondo, come per ogni altro movimento, occorre un simbolo unificatore, qualcosa che ricordi immediatamente a tutti il concetto. Tale simbolo dovrebbe rispondere a tutta una serie di esigenze: Essere semplice da ricordare Essere semplice da disegnare Avere un significato profondo e centrale relativamente al progetto Essere di semplice spiegazione per chiunque Essere esteticamente gradevole Tutti questi requisiti sono soddisfatti dal simbolo di Oltremondo: l'ALLUDRUM: Il nome ALLUDRUM deriva dal latino e significa allusione, significante per qualcos'altro. Nel simbolo possiamo trovare due grafismi: il cerchio ed il segmento in diagonale. Il cerchio rappresenta il nostro vecchio mondo, sia la Terra che l'intero Universo fisico. Il segmento diagonale che passa tangente al cerchio simboleggia Oltremondo. Oltremondo è un nuovo universo di mondi e quindi infinitamente più grande del vecchio cosmo fisico. Se pensiamo ad Oltremondo come un cerchio che inizialmente è coincidente con quello fisico e poi si espande sempre più arriviamo a chiederci cosa diventa. Una parte di un cerchio è un arco ma all'aumentare del raggio del cerchio tale arco si appiattisce sempre più finché, quando il raggio diventa infinito, diviene perfettamente orizzontale: un segmento. L'Alludrum simboleggia proprio questo: Oltremondo che, partendo dal nostro vecchio mondo fisico, si espande all'infinito fino a diventare un cerchio così grande che ne vediamo solo un piccolo segmento che è perfettamente orizzontale, pur essendo una parte di una curva. Un altro importante concetto è simboleggiato: l'infinito cerchio di Oltremondo CONTIENE il vecchio mondo fisico: il 4DGea infatti sarà la registrazione fedele della Terra in tutte le epoche e si troverà completamente all'INTERNO di Oltremondo. L'Alludrum è semplice da ricordare, i simboli del cerchio e della linea sono tra i più fondamentali e quindi chiunque è in grado di ricordarli e riconoscerli a colpo d'occhio. E' semplice da disegnare, un cerchio ed una linea tangente sono alla portata di chiunque e riescono sempre abbastanza bene, anche se tracciati con un legnetto sulla sabbia di una spiaggia. Il concetto rappresentato è davvero centrale al progetto: simboleggia proprio l'evoluzione dal vecchio mondo fisico al nuovo infinito universo digitale senza abbandonare le nostre radici. La spiegazione è semplice per chiunque e qualsiasi persona può essere orgogliosa di avere capito il concetto di azzeramento della curvatura per il limite del raggio che tende all'infinito, anche senza alcuna conoscenza matematica. Il simbolo è esteticamente gradevole perché dona una sensazione positiva e dinamica grazie all'inclinazione verticale della linea che viene letta da sinistra a destra e quindi in salita, aumento ed espansione. La rappresentazione su sistemi digitali non soffre di limitazioni relative alla risoluzione dato che un cerchio può essere ottimamente rappresentato anche con pochi pixel e la linea diagonale viene rappresentata benissimo con pixel adiacenti in diagonale. L'Alludrum deve essere costruito realizzando il cerchio e poi tracciando una linea tangente di spessore uguale a quello del bordo del cerchio. Tale linea tangente deve estendersi dall'intersezione con l'asse negativo delle X a quella con l'asse positivo delle Y aventi origine nel centro del cerchio. IL SALUTO DI OLTREMONDO I Fondatori per riconoscersi e creare un maggior senso di appartenenza dovranno creare delle simbologie. Tutti i movimenti di pensiero hanno realizzato rituali e saluti speciali per riconoscersi senza giri di parole e questo ha sempre rinforzato la coesione del gruppo. Oltremondo è un progetto ambiziosissimo e sarà osteggiato da molti che, specie nella prima fase, dileggeranno coloro che ci credono per poi convertirsi in seguito. Ovviamente in questo secondo momento essi si diranno ferventi sostenitori da sempre, così va il mondo. Il saluto è uno degli elementi fondamentali delle relazioni umane da tempi immemorabili e quindi dovrà essere il primo rituale da personalizzare. Il saluto tra Fondatori dovrà rispondere ad una serie di requisiti: Richiamare le basi simboliche del movimento, in special modo il simbolo dell'Alludrum • Essere di facile esecuzione per chiunque • Essere solenne ed al tempo stesso non troppo formale • Non poter in alcun modo richiamare gesti scorretti nelle culture principali • Essere di facilissimo riconoscimento • Essere ben distinto da ogni altro gesto simile. La risposta a tutte queste esigenze è il saluto oltremondano: si chiude a pugno la mano sinistra, avendo cura di mantenerla all'altezza del petto e non troppo in altro. Si chiude la mano destra sulla sinistra ponendo il palmo sulle dita dell'altra e piegando le falangi sul dorso di quest'ultima. Si aprono lentamente le dita della mano destra fino ad averla completamente distesa, come se la si portasse alla fronte nel saluto militare. La mano destra deve rimanere appoggiata con il palmo alla sinistra ed essere in diagonale ed 'a paletta' cioè con tutte le dita parallele ed a contatto. Alla fine del gesto, che deve durare circa due secondi, si pronuncia il saluto “oltrevita, Fondatore”. Il significato simbolico di questo gesto si trova nell'Alludrum: si mima cioè l'espansione di Oltremondo a partire dal vecchio mondo fisico fino a diventare un cerchio di raggio infinito. La formula “oltrevita, Fondatore” è un augurio che si rivolge all'interlocutore di avere una vita lunga e prospera, fino al raggiungimento dell'oltrevita ed oltre. Si deve porre grande attenzione a non eseguire il movimento troppo rapidamente, perché non si intende mimare un saluto militare né prendere in giro l'idea di Oltremondo. CONSIDERAZIONI FINALI Innanzitutto vorrei ringraziare il lettore che è giunto fin qui, attraverso tutta una serie di capitoli a tratti pesanti e che avranno spesso fatto nascere nei più un moto di ribellione. Nell’enunciare l’idea di Oltremondo a persone che la sentono per la prima volta ho spesso assistito ad un iniziale forte rifiuto; è naturale, siamo talmente abituati alle ‘regole del gioco’ del mondo fisico, alle limitazioni della nostra vita, immersi nella povertà digitale, che nemmeno ci rendiamo conto che le cose potrebbero essere diverse e tanto migliori. Molti diranno che ‘Dio ha voluto così’; se fosse vero allora non dovremmo neppure volare, Dio non ci diede le ali. Io credo fermamente che Dio sia un padre buono, giusto ma amorevole, e anche con una buona dose di umorismo. Il Creato è solenne ma ovunque si trovano indizi di un creatore che certo apprezza il brio. Bando alle pesantezze, quindi, si prendano le cose con allegria e fiducia. Alcuni capitoli saranno stati pesanti e molto ‘seri’ ma era necessario per definire chiaramente le cose; adesso vorrei lasciarvi con una nota di freschezza, di allegria e di gioiosa speranza. Il futuro sarà MERAVIGLIOSO, bellissimo, divertente per tutti. Con Oltremondo, o qualsiasi altra realtà si affermerà (in ogni caso molto simile ad esso), spariranno le sofferenze, l’orrore, la violenza feroce, resteranno le cose più belle dell’Uomo. Io sento e sono sicuro che è un sentire comune con molti altri, che il tempo delle difficoltà è finito, che una fase storica, forse non solo dell’Umanità ma addirittura della storia del pianeta, si sta chiudendo. Una nuova porta si apre, forse è vero che inizia una New Age, forse il calendario Maya si ferma al 2012 perché questa nuova Umanità sta proprio partendo. La lieta novella è che questa nuova rivoluzione non si farà nel sangue, ma all’insegna dell’Amore e della Bellezza. Il mondo che conoscevamo finirà, ma non ci saranno catastrofi, non arriveranno alieni invasori, non ci colpirà un meteorite, non ci autodistruggeremo; smetteremo semplicemente di soffrire. Ci attende un titanico lavoro, ma siamo in tanti e i più capiranno quanto è importante non solo per loro ma PER TUTTI, possiamo farcela, ce la faremo. La crisi dei valori troverà una fine nell’ideale oltremondano, persone che non sanno cosa fare della loro vita, persone che non sanno a cosa credere, esseri umani che soffrono, lavoreranno a questo nuovo ideale, finalmente una cosa grande e bella in cui riconoscersi. Siate tutti col sorriso sulle labbra mentre vi fate portatori della notizia, mentre la raccontate con parole vostre, con tutto il calore umano che avete, ai vostri amici, ai vostri familiari, ai colleghi. Mi raccomando: allegria e pensiero positivo, il mondo è un luogo meraviglioso e noi ne siamo i figli, piccoli esseri dai grandi sogni. Un messaggio per i ricchi e i potenti della Terra: pensate a quante cose si potrebbero fare per questo progetto con una piccola parte del vostro denaro o del denaro che comunque amministrate. Non importa come lo avete guadagnato, non importa quali fossero i vostri obiettivi prima, ora SAPETE. Sapete che questo progetto è possibile, che molto probabilmente VOI ci potrete entrare, sicuramente i vostri figli lo faranno. Ora che sapete dovete chiedervi quanto potete dare per questo. Dovere chiedervi se onestamente non vi piacerebbe vivere fino a cinquecento anni, in un mondo enormemente ampliato nel quale potrete fare tutto quello che volete e cose che nemmeno vi sognavate di volere. Dovete chiedervi se finanziare Oltremondo non sia la più grande e meritoria opera di beneficenza che potreste mai fare. Non occorre tanto. Non vi si chiede di donare tutto ai poveri, basta un poco dei vostri averi e sarete anche ricordati PER SEMPRE con una registrazione ETERNA, non una targhetta in ottone da qualche parte, ma un vostro segno PER SEMPRE in parti significative del futuro dell’Uomo. C’è un nuovo meraviglioso mondo da costruire per voi, per i vostri figli e per tutto il genere Umano: fate la vostra parte. Un messaggio per le persone comuni: Anche voi potete dare una parte del vostro denaro, una piccola cifra che potrà essere moltiplicata per un grande numero. Ricordate che la pressione di una colonna di semplici molecole d’acqua, una piccola spinta su una piccola spinta, arriva a piegare lastre d’acciaio di grande spessore. Potete anche dare una parte del vostro tempo, potrete creare qualche elemento del futuro dell’Uomo ed essere ricordati PER SEMPRE. Come se vi fosse stato proposto di lasciare un segno con il vostro nome su una pietra delle grandi piramidi o su di un pezzo del modulo LEM con il quale il primo Uomo sbarcò sulla Luna. Un messaggio per i poveri della Terra: se non potete dare nulla, nemmeno il vostro lavoro, chiedete ai vostri governi di portare avanti questo progetto; è tutto quello che vi verrà mai offerto per risolvere VERAMENTE i vostri problemi. Organizzatevi in comitati, fate pressione, chiedete per voi e per i vostri figli una vita dignitosa e degna degli esseri che siete: Uomini. Sappiate che vi vogliamo bene e vi vogliamo con noi in questa nuova meravigliosa avventura di tutto il Genere Umano. Vorrei sentirvi tutti, desidero molto ricevere messaggi da ognuno di voi, anche gli insulti, parliamone pure. Scrivetemi via Internet a [email protected], collegatevi al sito www.ultramundum.org, scambiamo le nostre idee, costruiamo insieme, ognuno porti il suo contributo, c’è bisogno di ogni persona. Ci aspetta un lungo percorso (ma non lunghissimo) e dovremo superare tanti ostacoli, ma sarà divertente e si applicherà senz’altro una frase meravigliosa che lessi tempo fa in un’antica cittadina del West: “era un tempo di grandi problemi, e di Uomini ancora più grandi”. Vita lunga e prospera, Oltrevita a tutti Note (1)Stanley Kubrik: “2001, odissea nello spazio” (2)Dante Alighieri: Divina commedia, Ulisse arringa i suoi compagni (3)Windows è un marchio delle Microsoft corporation (4)L. Ron Hubbard: “Dianetics” (5)”Mondi senza fine” è il titolo di un'opera di Clifford d. Simak (6)UMTS: Universal Mobile Telecommunication System, cellulari ad alta velocità (7)Darwin: “L'evoluzione delle specie” (8)Leonardo da Vinci: codice Forster (S.K.M.), III Victoria and Albert museum, Londra (9)Michael Wolff: “Burning Rate”, Simon & Schuster (10)Nicholas Negroponte: “being digital”, Vintage books (11)Jeremy Rifkin: “L’era dell’accesso”, Mondadori (12)Brooks, Rodney A. Elephants don’t play chess, robotics and autonomous systems. 1990 (13)Rabelais, François. Noto letterato francese, umorista di grande fama grazie ai racconti su Gargantua e Pantagruele. (14)Dard, Frèdèric. Notissimo scrittore francese contemporaneo. Famoso per i suoi romanzi e piece teatrali di grandissimo umorismo. (15)Pemmican: strisce di carne fatta seccare al sole che gli indiani d’America utilizzavano come scorta durante lunghi percorsi durante i quali potevano non trovare cibo. (16)Nanosonde Borg: oggetti della serie televisiva di fantascienza Star Trek. Le nanosonde sono robot molecolari utilizzati dai Borg (civiltà di cyborg che vuole conquistare la galassia) per invadere e soggiogare i corpi degli avversari. (17)Gopher: standard per la classificazione di informazioni su Internet. Usato prima dell’avvento del World Wide Web, era basato su liste di argomenti via via sempre più precise. (18)Artur C. Clarke: scienziato, scrittore di fantascienza (2001: odissea nello spazio), futurologo consulente NASA (19)Utopia, scritta da Tommaso Moro nel 1516 (20)Isaac Asimov: scrittore di fantascienza e grande saggista scientifico, autore di più di cinquecento libri di grandissimo successo, figura di scienziato e scrittore allegra e positiva. (21) Rifkin, Jeremy. L’era dell’accesso. Milano: Mondadori, 2000, Ecocidio, Milano: Mondadori, 2001 (22) Achab, il capitano della baleniera che insegue Moby Dick (23) Cabourg, località di mare della Normandia, chiamata Balbec da Marcel Proust nel libro All’ombra delle fanciulle in fiore, secondo volume dell’opera Alla ricerca del tempo perduto Sommario • Prefazione COME SARÀ IL FUTURO • I. II. III. IV. V. • I. II. III. • I. II. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. V. • I. II. III. IV. V. VI. • I. II. III. IV. V. VI. • I. II. III. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. V. • l’Ultravisione Una tecnologia derivata dalla televisione Le tre fasi dello sviluppo dell’ultravisione La fase dei contenuti La fase dell’ultravisore La fase dell’Ultravita I contenuti Le nuove possibilità di realizzazione di contenuti Eccezionali nuove esperienze Alla fine della fase dei contenuti si aprirà la seconda fase: una rivoluzione Come funzionerà Oltremondo La realtà virtuale attuale la realtà di Oltremondo Mondi senza fine Molteplicità di mondi Il mondo centrale Canali singoli e condivisi Il 4Dgea Gli ultranauti Tipi di connessioni Modalità personale o condivisa Livelli di interattività Privacy Qualsiasi aspetto sarà possibile Il nuovo cinema Il cinema interattivo attuale Nuovi tipi di cinema sviluppo non lineare degli spettacoli Il 4DGea come 'atterraggio' Possibilità espressive per tutti Ipermedialità La televisione Per la televisione in Oltremondo non serviranno apparecchi, sarà sempre con noi Schermi di dimensioni qualsiasi Schermi bi e tridimensionali La TV interattiva degli anni ‘90 Il video-on-demand La vera televisione interattiva si avrà in Oltremondo Il clima individuale Incompatibilità delle preferenze personali Ad ognuno il clima che vorrà La fine del fumo passivo Gli ultrasensi Fine dei deficit personali Sensi superiori Sensibilità a nuove grandezze Nuove sensazioni La gastronomia Non smetteremo di mangiare Esplorazioni del gusto Sensi potenziati Nuove sensazioni Mai più ubriachi L’Ultrasport I. II. III. IV. • I. II. III. IV. V. • I. II. III. IV. V. VI. • I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. • IV. V. VI. VII. I. II. III. IV. I. II. III. I. II. III. I. II. III. I. II. III. I. II. III. IV. I. II. III. • • • • • • • Facilità e comodità di accesso ad ogni sport Nuove possibilità di esercizio di sport tradizionali Modifica delle leggi fisiche Qualunque sport accessibile a tutti La telepatia In Oltremondo sarà realtà Trasmissione diretta delle idee Privacy della propria mente Ampliamento delle esperienze sessuali Registrazione e riproduzione delle esperienze Il sesso in Oltremondo Fissazione dell'Umanità per il sesso Infiniti partner a disposizione Qualunque esperienza sarà possibile e legale Questioni morali ed etiche Nuove possibilità per le coppie Erotismo cerebrale impossibile nel mondo fisico Il corpo umano Fine della limitazione di avere un solo corpo Infiniti corpi a disposizione Infinite possibilità di variazione del proprio aspetto Possibilità di apparire con corpi diversi a persone diverse Possibilità di portare avanti esperienze multiple a 'suddivisione di tempo' Superamento di qualsiasi handicap Superamento dei piccoli fastidiosi problemi legati al corpo fisico Possibilità di fare qualunque esperienza pericolosa Certificazione dell'identità La curva del progresso Esponenziale Discontinuità con il Rinascimento Nuova discontinuità nel ventunesimo secolo curva bidimensionale che si allarga anche lateralmente La barriera delle risorse Nessuna soluzione politica Nessuna soluzione economica La barriera delle risorse La barriera del calore La necessità come regola e freno della Natura Limitazioni della vita fisica L'evoluzione guidata dalla necessità Oltremondo come unico futuro degno dell'Uomo L'etica della realtà simulata Il valore vero dell'esperienza fisica come dovrà essere l'esperienza oltremondana la vita in Oltremondo è REALE Le regole esisteranno Sistema di regole nuove Le regole di canale Il sale dell'esistenza imposto da regole ferree I M.U.D. L'esperienza di Hypernet I difficili rapporti umani nel cyberspazio La privacy on-line Le interfacce Improbabilità delle interfacce proposte dalla fantascienza Saremo le macchine che vorremo usare Il 'punta e clicca' rimarrà anche se in formato mentale le finestre rimarranno Il libro Quella del libro è una tecnologia già perfetta L’E-book non può funzionare e infatti non decolla In Oltremondo avremo sempre con noi qualsiasi libro IV. Nei libri di Oltremondo si affermerà il formato Ultradocument V. I libri diventeranno qualcosa di più grande solo in Oltremondo • I videogiochi I. Io sono uno scrittore di videogiochi II. I videogiochi non spingono alla violenza le persone normali III. La fantascienza come terreno fertile IV. Chi gioca o sviluppa videogiochi è avvantaggiato in Oltremondo V. La fase ‘artigianale’ deve finire • La povertà digitale V. Difficoltà di avere una vita culturale piena VI. Insufficienza delle produzioni culturali VII. Povertà di materiali digitali • La didattica VIII. Noia nel metodo classico d’insegnamento IX. Sarebbe preferibile lasciare i giovani alle sperimentazioni sociali X. Un nuovo modello di didattica diventerà percorribile solo in Oltremondo XI. L’insegnamento per immersione in ambienti tridimensionali • La cultura I. Le scintillanti scoperte dell’Umanità sono celate agli Uomini II. Ogni Uomo ha diritto ad un facile accesso alla cultura III. Ogni Uomo può essere Einstein • La fine della criminalità I. Fine dei crimini contro il patrimonio II. Prigioni dei canali virtualizzati III. Il Consiglio degli asceti e le regole del canale IV. Nuove sanzioni V. Le deviazioni si potranno sfogare VI. Nuova tolleranza • Le esplorazioni impossibili I. Difficoltà di ricerca attuali II. Robot da esplorazione continua • La robotica I. Limitazioni del trasferimento al mondo fisico delle idee II. Necessità di macchine cellulari III. Fine del problema della sorgente di energia IV. Immediata rappresentazione dell'ambiente circostante III. Infiniti tipi di robot • L’ultravisore I. Modello semplificato del cervello II. Interazioni sugli ingressi/uscite, nessuna modifica delle persone III. Nuove tecniche di interazione IV. Sistema di scanning 3D V. L'interferenza tra onde • I nanorobot I. Automi iniettabili II. Tecniche di nanorobotica III. Nuove tecniche di produzione dei circuiti IV. Rodney Brooks V. Programmazione di sciame VI. Nanorobot nel cervello umano • La mente aumentata I. Sinergia delle conoscenze anche in un solo Uomo II. Possibilità di avere accesso istantaneo allo scibile umano III. Conoscenza istantanea non-enciclopedica • L'oltrevita I. La barriera dei duecento anni II. Necessità di abbandono del corpo fisico III. Nessun trauma IV. Resteranno uomini fisici V. Scoperte al di là della barriera della vita • La medicina in Oltremondo I. Concentrazione della ricerca sul cervello II. III. IV. V. • I. II. III. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. V. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. V. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. • I. II. III. IV. V. VI. Nanochirurgia continua Sintesi additiva di nuovi farmaci Nuove cure per le malattie mentali Fine degli handicap fisici La vera salute Microtraumi continui al cervello Tranquillità totale in stato virtualizzato Microchirurgia continua La fine dell'inquinamento Eccessivo allarmismo ambientalista Infinite possibilità di recupero della Natura Fine della vita esclusivamente fisica, fine dell'inquinamento Cessazione del bombardamento chimico quotidiano sul nostro organismo La casa Improbabilità della 'casa intelligente' Assenza delle funzioni animali nei corpi digitali Molti ambienti della casa non avranno più senso L'abitazione diventerà solo un'esperienza estetica la fine dei bagagli Esistenza fisica e necessità dei bagagli Libertà dal trasporto di cose in Oltremondo La 'borsa virtuale' come elenco di cose preselezionate Qualsiasi oggetto subito disponibile Possibilità di trasportarci all'istante dove si trova l'oggetto di interesse Il desktop building L'avvento del desktop publishing La diffusione della creatività Con Oltremondo si potranno creare edifici Le persone realizzeranno case ed intere città Le colonie marine Dove mantenere i virtualizzati? Edifici appositi La Terra può mantenere molta più gente I pericoli delle colonie La soluzione in mare Le conoscenze sul cervello (gli elefanti non giocano a scacchi) Intelligenza artificiale 'dal basso' Modelli di menti Reti neurali La necessità del sonno Gli animali in Oltremondo Forse gli animali non si potranno virtualizzare Copie degli animali cari Qualsiasi animale da compagnia si voglia Esperienze 'animalesche' vivibili in prima persona Lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo Le infrastrutture di un paese richiedono secoli Nel terzo mondo non ci sono e mai ci saranno risorse sufficienti L’Occidente fagocita le altre culture L’unica soluzione per una vita degna è Oltremondo L'eutanasia Fine della sofferenza Degenza inconsapevole Nuove cure mentali Balzi temporali Il denaro in Oltremondo Dall'economia del possesso a quella dell'accesso Unica risorsa limitata: il genio dell'Uomo Canali a pagamento o gratuiti Nessuno resterà escluso dalle nuove possibilità Liberazione dell'Uomo dal ricatto dell'esistenza Ogni canale potrà avere la sua valuta • I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. • I. II. III. IV. • V. VI. VII. VIII. • IX. X. XI. XII. La nuova economia La ricchezza non sarà più limitata Nuove leggi 'ultraeconomiche' Totale delle risorse disponibile superiore alla somma delle capacità produttive Sparizione delle classi sociali Crollo delle barriere all'ingresso in ogni mercato Capitale intellettuale Totale esplorazione di tutte le direzioni di ricerca e sviluppo Saturazione della capacità ricettiva del singolo individuo Possibilità di comprare le esperienze invece di farle La politica e Oltremondo Lo sviluppo di Oltremondo presuppone un’idea politica Oltremondo non è di destra né di sinistra Gli uomini possono lavorare insieme non sono per la ricerca dell’utile Fine della lotta di classe La tecnologia principale del ventunesimo secolo La tecnologia principale del ventesimo secolo è stata l’informatica Quali caratteristiche deve avere la tecnologia più dirompente in ogni epoca Una tecnologia ha tanto più successo quanti più desideri soddisfa Oltremondo soddisferà TUTTI i desideri Rinascimento digitale Il rinascimento del XV secolo L’importanza della stampa a caratteri mobili Parallelismi con la situazione dell’inizio del XXI secolo Il nuovo esponenziale rinascimento digitale che ci attende COME COSTRUIREMO IL FUTURO • Il progetto Ultramundum I. Pericoli dello sviluppo anarchico di queste tecnologie II. Necessità di un ente no-profit di coordinamento III. Elenco delle nuove tecnologie che andranno sviluppate • Oltremondo e la religione I. Errata percezione del progetto Oltremondano come una religione II. Oltremondo è un progetto laico III. I canali digitali saranno grandi tentatori ma faranno emergere un genuino desiderio di spiritualità IV. Ogni persona, disprezzando alla fine la propria corporeità, riconoscerà il primato dell'anima sul corpo V. Le religioni saranno fortificate da Oltremondo • L’Ultranet I. Uso sbagliato di Internet negli anni ‘90 II. Il futuro non sarà 'digitale e pervasivo' III. Nuovi tipi di nomi ed indirizzi per i dati IV. Esclusività e gratuità dell'hosting V. Condivisione della creatività VI. Nuovo modello di business VII. Codifica ad oggetti VIII. La latenza IX. tecniche di compressione X. Generazione algoritmica delle textures • I motori di ricerca I. Anarchia sul World wide web II. I Motori di ricerca su Internet sono insoddisfacenti III. Mancanza di un'imposizione sui creatori di contenuti IV. in Oltremondo per ogni canale esisteranno varie schede informative V. Ricerche mirate e risultati ordinabili in vari modi • L’Ultrasalus I. Nuove possibilità di prevenzione e cura grazie ad Oltremondo II. Nuova consapevolezza del valore del corpo fisico come substrato III. La prevenzione dovrà essere aumentata IV. Il progetto ‘Ultrasalus’ V. La criostasi • L’Ultracode I. Nessuno legge su Internet II. Impossibilità della traduzione automatica III. Come codificare i concetti • L’Ultralexicon I. Necessità di un 'deposito della conoscenza' II. Imparzialità assoluta • Il teleturismo I. Il 4DGea II. Come ricreare il mondo fisico III. Accesso a qualsiasi luogo per qualsiasi Uomo IV. Possibilità di vistare luoghi impossibili V. Telepresenza nel mondo fisico • Il 4DGea project I. Il mantenimento della 'storia' dei luoghi II. Il copyright eterno III. Tecniche di visualizzazione storiche IV. Come codificare gli oggetti nel tempo V. Luoghi meravigliosi VI. Tipi diversi di esperienze • L’Ultraport I. Tipi di connessione ad Ultranet II. Pochi semplici comandi III. Modalità di navigazione 'naturale' IV. Ipermedialità senza 'schede' I. II. III. IV. V. VI. VII. I. II. III. I. II. III. I. II. III. I. II. III. I. II. III. IV. V. I. II. III. IV. I. II. III. IV. I. II. III. IV. V. I. II. III. IV. I. II. III. IV. V. • • • • • • • • • • • I sistemi di sviluppo Arcaici sistemi a finestre-mouse Potenzialità del copia-incolla Uso di librerie di oggetti già definiti Codifica del materiale e non delle sole superfici Uso estensivo dei wizard Derivazione da classi di oggetti con modulazione dei parametri Comitati di creatori I sistemi di cattura Fotogrammetria Necessità di un limite al dettaglio Compressione per concetti L’importanza degli standard (open source o free software ?) Il modello open source Linux non sarà mai uno standard, è un mutante Il free software La fine dell’ottocento Limitazione delle possibilità espressive di tutti Nuove possibilità di illustrazione delle idee Solo la Fondazione potrà regalare i sistemi di sviluppo Il formato Ultradocument Possibilità di saltare in un canale da media tradizionali Punti di vista predefiniti in ogni canale Definizione dei concetti in modo indipendente dalla lingua I computer di Oltremondo Quanta potenza di calcolo necessaria? Rapidi sviluppi Necessità di maggiore affidabilità Necessità di migliorare la gestione dei crash Sistemi centralizzati condivisi Computer quantistici Limitazioni fisiche della tecnologia al silicio Pochi passi avanti con i computer fotonici Sfruttamento degli effetti della meccanica dei quanti Potenze di calcolo strepitose Il Tabulator Necessità di un 'computer base di Oltremondo' Tipologie di interfacce possibili Lo schermo La tastiera Simulazione agli elementi finiti Il mondo fisico si modifica I videogiochi si modificano in parte L'analisi agli elementi finiti L'analisi PARZIALE Il tempo di set-up I frattali Necessità di nuove tecniche di texturing Generazione algoritmica dei particolari Le funzioni frattali proprietà dei frattali Il futuro dell’Umanità Sviluppo di Oltremondo parallelo al mondo fisico Introduzione graduale e volontaria delle nuove possibilità Il denaro resterà importante per decenni o secoli Non ripeteremo i vecchi errori Calendario del futuro LA FONDAZIONE I. II. III. IV. V. I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. I. II. III. IV. V. I. II. III. I. II. III. IV. V. I. II. III. IV. V. I. II. III. IV. V. VI. VII. I. II. III. IV. I. II. III. I. II. III. • • • • • • • • • • I Fondatori Necessità dell'apporto di tutti Necessità di tutti i punti di vista Fecondità di tante idee creative Lavoro cooperativo on-line Fine delle discriminazioni L'Assemblea dei Fondatori Necessità di un organo legislativo Regole da definire semplici e basilari Regole non soffocanti per consentire canali qualsiasi Punti di vista i più vari possibile Democrazia diretta Potere diffuso Riunioni sul piano digitale Impossibilità di 'scalate ostili' Gli Asceti Necessità di giudici sul piano digitale Richiesta di giustizia anche su argomenti minori Necessità di svolgere attività ingrate Richiesta di reale spirito di servizio Attitudine monastica sul piano digitale Amanuensi digitali Impossibilità della realizzazione di ogni particolare in Oltremondo Necessità di un nuovo ordine monastico Vita monastica e concentrazione sul lavoro digitale I pericoli del mondo fisico la Terra ha subito molti sconvolgimenti in passato Non cesseremo mai di esplorare Dovremo studiare il Creato I popoli integralisti potranno opporsi ad Oltremondo Comprensione per tutti ma con la guardia alzata L'esplorazione dello spazio Riduzione dell'interesse nei viaggi spaziali I pianeti simulati saranno più accattivanti Qualcuno continuerà l'esplorazione Le risorse per l'esplorazione spaziale aumenteranno L'Umanità dovrà continuare a studiare l'Universo fisico Il bocchettone non riconosciuto (cosmic Ultramundum) Ipotesi: siamo soli nell'Universo Tesi: ci sono infinite razze intelligenti Tutte le razze sviluppano Oltremondo Tutte le razze si isolano per un certo periodo C'è un Oltremondo cosmico Ci collegheremo quando saremo pronti Forse ci sono i 'bocchettoni' ma non li riconosciamo La società di applicazione Dovere morale di rendere disponibili le scoperte immediatamente Esclusività per i fondatori Esclusione degli speculatori Esclusiva sui nuovi business Il simbolo di Oltremondo Richieste per un simbolo efficace Il significato dell'Alludrum Come disegnare l'Alludrum Il saluto di Oltremondo Richieste per un saluto efficace Come si esegue il saluto di Oltremondo Significato simbolico • Considerazioni finali GLOSSARIO 2001, odissea nello spazio Film prodotto nel 1968, regia di Stanley Kubrik da un soggetto di Stanley Kubrik e Artur C. Clarke. Un monolite nero compare nel passato della Terra e, quattro milioni di anni dopo, nella vicinanze di una base lunare. Film di fantascienza e sperimentale, un evento visivo e allegorico. 3D Abbreviazione per ‘3 dimensioni’ o tridimensionale 4Dgea Il canale principale di Oltremondo, un progetto teso alla realizzazione del modello in quattro dimensioni del pianeta Terra e, più in generale, dell’universo conosciuto. In questo canale è possibile visitare qualsiasi punto dello spazio e del tempo noto all’Uomo. Costituisce la base per buona parte dei materiali che saranno utili alla realizzazione di altri canali. Abdicare Rinunciare a proprie prerogative, propriamente si dice di regnanti che abbandonano il trono. ADSL Asymmetric digital subscriber line, anche DSL in caso non via sia asimmetria tra la velocità di invio e quella di ricezione dei dati. Una linea che permette di collegarsi ad Internet ad alta velocità e in modo permanente utilizzando un normale filo telefonico. Algoritmo Una sequenza di istruzioni per la risoluzione di un problema, per estensione indica il metodo codificato in un programma per effettuare una qualsiasi operazione. Algoritmo genetico Un metodo per giungere ad un programma che realizza un’operazione voluta, mediante l’uso di sistemi di selezione naturale. I programmi sono normalmente scritti da tecnici che analizzano la richiesta e stendono la sequenza di istruzioni che la soddisfa. Un algoritmo genetico è un sistema software che, dato un certo comportamento richiesto ad un programma, genera un certo (elevato) numero di sequenze di istruzioni casuali e le mette alla prova nella risoluzione del problema. Le soluzioni migliori sono fatte sopravvivere e ‘riprodurre’ mediante ricombinazione delle loro sequenze di istruzioni, cioè i programmi ‘figli’ ricevono una parte di codice da ognuno dei programmi ‘genitori’. Questo metodo mima la selezione naturale e la riproduzione sessuata. Eventi casuali modificano alcune istruzioni di alcuni dei programmi della popolazione in istudio per simulare le mutazioni casuali che avvengono in natura. In tal modo emergono programmi sorprendentemente validi che eseguono le operazioni richieste, senza che alcun programmatore li abbia studiati. Alludrum il simbolo di Oltremondo, il suo nome deriva dal latino e significa ‘allusione’, ‘significante per qualcos’altro’. Simboleggia l’evoluzione dell’universo infinito di Oltremondo a partire da quello fisico, contenendolo al suo interno grazie al →4DGea. Alzeimer Malattia neurologica che produce in una significativa parte della popolazione gravi infermità. I colpiti sperimentano una progressiva perdita di capacità intellettive. Ammasso globulare Concentrazione di stelle, da diecimila ad un milione, circoscritte gravitazionalmente; studi spettroscopici hanno determinato una minor abbondanza di elementi pesanti rispetto a stelle che, come il Sole, fanno parte del disco galattico. Pare probabile quindi che gli ammassi globulari siano formati da stelle di prima generazione (popolazione II) formatesi dalla materia primordiale presente nella giovane galassia. Amanuensi A partire dalla fine del III secolo alcuni cristiani del Medio Oriente e dell’Egitto decisero di allontanarsi dalle città e dai luoghi abitati per seguire con maggior impegno gli insegnamenti di Gesù, per questo furono chiamati Monaci (dal greco monos, solo o unico). Per lo studio delle dottrine occorrevano i libri ma la stampa non era ancora stata inventata, così molti di essi cominciarono a copiare a mano tutte le opere necessarie, costoro furono chiamati monaci amanuensi, proprio perché effettuavano le copie a mano. Analisi agli elementi finiti tecnica di simulazione dell’evoluzione di sistemi fisici che punta alla scomposizione di ogni elemento in ‘cubetti’ elementari che possono essere considerati omogenei nella loro composizione. Equazioni legano il comportamento di ogni ‘cubetto’ a quello delle forze che ad esso sono trasmesse da quelli circostanti. Il numero di ‘cubetti’ non è infinito, da ciò deriva il nome ‘elementi finiti’. Con tale tecnica si ottengono simulazioni molto precise dell’evoluzione di sistemi complessi, a prezzo di pesanti calcoli al computer. Anarchia Movimento politico che propugna lo svincolarsi da qualsiasi forma di potere politico, molto attivo nell’ottocento e nei primi anni del novecento. Per estensione indica ogni tipo di insofferenza ad un qualsiasi potere o una situazione di mancanza di ordine. Apollo Dio dell’Olimpo greco, figlio di Zeus e di Latona, fratello di Artemide, incarnava l’ideale della giovinezza e della bellezza. Programma Apollo, nome del programma di esplorazione lunare degli USA. La prima fase di concluse il 27 Gennaio 1967 con la prova a terra dell’Apollo1, l’apoteosi giunse la notte (per l’Italia) del 21 Luglio 1969, con la prima impronta umana sulla Luna, fu Armstrong scendendo dal LEM (Lunar Exploring Module) dell’Apollo 11. Il programma portò enormi risultati scientifici e tecnologici. Assemblea dei fondatori consesso che sarà chiamato a decidere sulle questioni più importanti e sulla definizione delle regole di Oltremondo. Ogni persona che fornirà un qualsiasi aiuto, anche il più piccolo, diventerà fondatore e potrà votare nell’Assemblea secondo quanto avrà contribuito. Assembler linguaggio mnemonico per la programmazione dei microprocessori al più basso livello possibile. In Assembler le sequenze di numeri che corrispondono ad ogni istruzione eseguibile dal processore sono rimpiazzate da un codice facile da ricordare per gli esseri umani. Ad esempio, l’istruzione numero 65 viene codificata come ‘LD A,n’ che memorizza (LD sta per LOAD, caricare in inglese) il numero n nel registro A. Assi Nel mondo della grafica →3D, linee ipotetiche facendo perno sulle quali si può fare ruotare un elemento. Normalmente vengono indicati con le lettere X,Y,Z. I tre assi possono, ad esempio, essere posti al centro di un aereo e allora la rotazione attorno all’asse X produrrà l’impennata dell’aereo, quella attorno all’asse Z la virata a sinistra o a destra e così via. Un asse può anche essere di qualsiasi altro tipo ed avere una posizione ed orientamento qualsiasi nello spazio. Autismo Affezione di probabile origine genetica che porta l’individuo ad isolarsi dal mondo esterno, non rispondere agli stimoli e sviluppare capacità anomale. Gli autistici sono spesso molto versati nelle capacità logico-matematiche nelle quali possono produrre risultati del tutto impossibili per esseri umani normali. Banda passante Proprietà di un qualsiasi canale di comunicazione, indica la quantità di dati che possono essere veicolati dal canale per istante di tempo. Banda trasmissiva Spesso sinonimo di →banda passante. Indica la quantità di dati che possono essere inviati tramite il canale per istante di tempo. Barbaresco Vino pregiato prodotto nella omonima località e sulle colline circostanti in provincia di Asti, Piemonte, Italia. Barriera encefalica Più propriamente barriera emato-encefalica, è una sorta di ‘filtro’ teso ad impedire il passaggio nel circolo sanguigno cerebrale della maggior parte delle sostanze. Sviluppata dall’evoluzione per impedire l’intossicazione dell’organo più importante del corpo anche in caso di infezioni o altri attacchi sistemici (cioè che colpiscono tutto il corpo). Rende difficile la cura di molte malattie cerebrali in quanto rende difficile anche il passaggio di sostanze curative. Betamax Standard per la registrazione di immagini audio-video. Pur producendo risultati di qualità molto superiore al VHS, non ebbe ampia diffusione e rimane relegato al mondo delle realizzazioni professionali. Birra Romulana Bevanda di fantasia citata in molti episodi di Star Trek. Sembra sia estremamente forte. Bistrot Parola francese per indicare un locale di tipo osteria ma anche caffè ritrovo di artisti. Bit La più piccola unità di informazione memorizzabile in un computer, può contenere i soli valori 0 e 1. Boutade Parola francese per indicare un’affermazione iperbolica o comunque palesemente ironica Buco nero Oggetto celeste dalla densità elevatissima, dovuto al collasso di una stella di massa adeguata. Alla fine della propria esistenza alcune stelle, non più espanse dalle reazioni di fusione nucleare, collassano per l’intensa attrazione gravitazionale della loro stessa massa. La riduzione delle dimensioni di un tale volume di materia produce un’intensissima concentrazione gravitazionale in un punto limitato dello spazio. Secondo le equazioni della relatività generale, più volte confermate, la luce viene deflessa da un campo gravitazionale. Nella zona di un buco nero la deflessione è così forte che la luce si ‘avvita’ a spirale e precipita al suo interno per non riemergerne più. Anche se viene dipinto come un ‘pozzo’ mostruoso da cui nulla può sfuggire, per questioni quantomeccaniche di fluttuazioni del vuoto sui suoi bordi, ogni buco nero emette in realtà una radiazione specifica. Business ‘affare’ in inglese, viene usato per indicare genericamente una qualsiasi situazione commerciale. modello di business. Per ‘modello di business’ si intende il complesso delle regole o dei metodi che rendono possibile un’attività commerciale in una qualche situazione. Byte La più piccola ‘parola’ di dati in un computer, è costituito da un gruppo di otto →Bit e può memorizzare un numero da 0 a 255. Cambriano Il più antico dei sei periodi dell’era Paleozoica, distinto nei giacimenti fossili dall’Algonchiano per l’abbondanza di fossili, specialmente di trilobiti. Catasto Registro pubblico tenuto in tutte le comunità per registrare i dati relativi al possessore ed alla natura di beni immobiliari (terreni, case, palazzi, ecc…) CERN Counseil Européen pour la Recherche Nucléaire. Organizzazione europea per le ricerche nucleari, istituita nel 1954 per la collaborazione a livello europeo nelle ricerche riguardanti l’atomo. Aderiscono 13 paesi, tra cui l’Italia. I suoi imponenti laboratori sono nei pressi di Ginevra. Nel 1989 ne assunse la direzione il premio nobel italiano C. Rubbia. Chances Parola francese che indica ‘probabilità’. Viene usata per indicare quante possibilità ha un evento di accadere o una persona di ottenere una certa cosa. Chat Parola inglese traducibile con ‘chiacchierare’. Indica per estensione programmi (detti anche chatlines) che permettono a diverse persone di parlare tra loro a distanza. Chip Parola inglese che significa ‘briciola’. Viene usata nel mondo dell’elettronica per indicare la piastrina di silicio sulla quale sono incisi interi microcircuiti. Il processore Pentium IV, ad esempio, contiene un chip sul quale sono incisi i molti milioni di componenti che ne assicurano il funzionamento. Cibernetica Scienza che si occupa dello studio del parallelismo tra macchine, sistemi ed organismi viventi. In particolare studia le tecniche di regolazione e controllo. Venne fondata negli anni quaranta dal matematico statunitense Norbert Wiener. Viene considerata da molti il nucleo iniziale delle ricerche sull’→intelligenza artificiale, che si sono poi evolute in modo autonomo. Classe Nell’ambito dell’informatica indica un prototipo di oggetto programmabile di cui possono essere create innumerevoli copie, identiche o con modifiche, in grado di eseguire determinate operazioni. Coacervo Prodotto di particolari reazioni chimiche, viene usato per indicare in generale un insieme di elementi eterogenei. Coevo Della stessa epoca Compilatore Programma informatico che traduce la versione →sorgente di un programma nella relativa versione →eseguibile per la successiva esecuzione su di un computer finale. Ogni computer può eseguire solo le istruzioni-macchina sue proprie, tali sequenze di numeri sono di difficile memorizzazione da parte di programmatori umani. Per ovviare a questo si sono inventati vari →linguaggi di programmazione che sono formati da istruzioni mnemoniche molto più semplici da ricordare. Il Compilatore esegue la traduzione di un programma dalla lista di istruzioni mnemoniche a quella di istruzioni-macchina. Concubina Donna che vive in concubinato, cioè lo stato in cui si vive come coniugi, ma senza matrimonio. Dal latino concubinatus. Consiglio degli Asceti Organo della →Fondazione Ultramundum, è costituito dagli Asceti, persone caratterizzate da una superiore statura etica e da un forte spirito di servizio. Non ha poteri sul piano fisico e si occupa di dirimere tutte le controversie che possono nascere sul piano virtuale. Organo di indirizzo spirituale ed etico della Fondazione, si fa carico di tutte quelle necessità dell’organizzazione che non vengono soddisfatte da altri. Consolle per videogiochi Apparato, tipicamente da collegare ad un televisore, in grado di eseguire videogiochi di tipi diversi memorizzati su supporti intercambiabili (ad. Es. CD-ROM). Cornucopia Corno dell’abbondanza, simbolo della fertilità. Si rappresenta come un corno (in origine quello della capra Amaltea, nutrice di Giove) pieno di frutti e coronato d’erbe e di fiori, da cui possono uscire in abbondanza ogni tipo di beni. Dal latino tardo cornucòpia (classico cornu Còpiae), Corno dell’abbondanza. Cristalli liquidi Liquido non isotropo con proprietà di birifrangenza caratteristica dei cristalli. Sono usati per la realizzazione di display digitali, dove sono sigillati tra due lastre di vetro. In pratica, il cristallo liquido ha la proprietà di rifrangere (cioè deflettere) diversamente ogni raggio di luce a seconda del fatto che sia sottoposto ad un campo elettrico o no. In tal modo diventa possibile realizzare dei display in cui la corrente elettrica su particolari fili può produrre segni e quindi immagini di ogni tipo. Culinaria Scienza della cucina. Cyberspazio Termine coniato da William Gibson nel suo romanzo Neuromante, vincitore del premio Hugo nel 1985. Indica un mondo virtuale nel quale i sistemi informatici connessi in rete ed i dati in essi contenuti vengono visualizzati graficamente. In un tale ambiente personaggi particolari riescono ad entrare ed operare in modi spesso illegali tramite proprie rappresentazioni disincarnate. Si deve distinguere da Ultramundum, in quanto Gibson non ipotizzava diversi canali con ambienti anche realistici, ma un solo cyberspazio del tutto sintetico nel quale svolgere operazioni prettamente informatiche, lontane dalla vita normale. Daisyweel Tecnica per la realizzazione di testine per macchine da scrivere elettriche. Consiste nell’uso di una ruota con molti ‘petali’, ognuno porta in rilievo un carattere tipografico. La ruota gira molto velocemente ed un martelletto imprime il carattere voluto scattando nel preciso momento in cui il petalo corrispondente passa davanti ad esso. Database O base dati. Indica una raccolta organizzata di dati di qualsiasi tipo. Per estensione viene usato per il programma che si occupa del mantenimento della raccolta e del reperimento di un dato specifico a richiesta. Dataglove Letteralmente ‘guanto dati’. Indica un particolare attrezzo usato nella →Realtà virtuale, costituito da un guanto speciale in grado di rilevare i movimenti della mano e far compiere le stesse evoluzioni ad una mano virtuale nel mondo simulato. Nei modelli più sofisticati prevede anche alcuni motorini in grado di produrre un ritorno di forza, per simulare la resistenza di un oggetto virtuale quando viene afferrato. DNA Sigla dell’acido Desossiribonucleico, composto chimico macromolecolare facente parte degli acidi nucleici; è presente nel nucleo di tutte le cellule, come portatore dell’informazione genetica. De facto Latino per di fatto. Si usa per indicare una situazione non codificata ufficialmente ma nondimeno esistente. Desktop Parola inglese che indica scrivania. Viene usata come metafora dello schermo di un computer con interfaccia grafica. Le finestre di Windows, ad esempio, sono state realizzate pensando ai fogli che si dispongono sul ripiano di una scrivania. In tal modo lo schermo verticale del computer è stato pensato come il piano di lavoro della scrivania. Desktop publishing Pubblicazione dalla scrivania. Indica una categoria di programmi e di attività che puntano alla realizzazione di materiali editoriali di qualità tipografica realizzati con normali computer e stampanti. Deterministico Indica una proprietà di un sistema, quella della possibilità di determinazione dello stato futuro dello stesso a partire da quello presente mediante l’applicazione di regole note. Un esempio di sistema deterministico è dato dalla traiettoria della caduta di un oggetto lanciato da un aereo, mentre l’evoluzione del tempo atmosferico sembra, ad oggi, non essere molto deterministica. Dializzato Si dice di una persona sottoposta a dialisi, cioè ad un trattamento in cui periodicamente il suo sistema circolatorio viene collegato ad una macchina che svolge la funzione dei reni a causa di un malfunzionamento degli stessi. Didone Nell’Eneide, opera di Virgilio che narra della fuga di Enea da Troia per poi fondare Roma, è la leggendaria figlia di Belo, re di Tiro. Per una serie di vicende si trova ad essere la regina di Birsa, la rocca di Cartagine, dove approda Enea. Didone si innamora di Enea ma egli deve lasciarla; dal mare vede poi il fumo del rogo funebre della sventurata, uccisasi per amore. Nel suicidio Didone invoca la maledizione su Enea ed i suoi discendenti, originando l’odio di Cartagine per Roma. Domotica Scienza che si occupa dell’applicazione dell’elettronica e dell’informatica nella casa. E-mail Posta elettronica, si contrappone alla snail-mail (posta lumaca) tradizionale, per la sua grande velocità e versatilità. È il servizio più usato su Internet. Edonismo Dottrina filosofica che riconduce la vita al piacere. Encefalo Tutta la massa del sistema nervoso chiusa nel cranio, sinonimo per cervello. Enea Protagonista dell’→Eneide Eneide Opera di Virgilio che narra della fuga di Enea da Troia per poi fondare Roma. Enterprise Nome dato in varie epoche a vascelli diversi. Fu l’unica portaerei americana a scampare all’assalto di Pearl Harbour. Nella serie di fantascienza Star Trek è il nome dell’astronave protagonista delle avventure raccontate. I fans di Star Trek convinsero la NASA a dare lo stesso nome al primo prototipo di navetta spaziale. Epicurei Coloro che seguono la dottrina di Epicuro, usato normalmente per indicare persone che badano solo ai godimenti materiali. Escamotage Parola francese per indicare un ‘trucco’. Esedra Sala di conversazione nelle case romane e greche antiche. Luogo aperto nelle terme romane e nei ginnasi, con sedili per conversare. Eseguibile Versione di un programma costituita dalle istruzioni di basso livello direttamente eseguibili sul computer specifico. Il risultato dell’opera di un →compilatore sul programma in versione →sorgente. Evoluzionismo Sistema filosofico-scientifico che pone come spiegazione di tutta la realtà l’evoluzione, un principio di progresso universale e necessario. L’evoluzione, sostenuta da con diverse argomentazioni da vari studiosi (J. B. Lamarck, C. Darwin, ecc.), afferma che tutti gli organismi viventi si sarebbero evoluti da antenati comuni, a loro volta evolutisi da cellule primordiali. La teoria spiega le modificazioni morfologiche e strutturali degli organismi mediante l’idea del mantenimento di quelle, tra le mutazioni naturali, più vantaggiose per la sopravvivenza degli individui e delle specie. Ex novo Indica il rifacimento di un qualcosa dalle fondamenta, traducibile come ‘da capo’. Excursus Voce latina per digressione, cioè un discorso particolare su di un certo argomento. Federazione dei pianeti uniti Ipotetica organizzazione, presente nella serie di fantascienza Star Trek. Indica un consesso di civiltà presenti su diversi pianeti e con diverse razze, uniti in una sorta di ‘ONU galattico’. Feticcio Oggetto o animale adorato come idolo da alcuni popoli primitivi. Indica per estensione cosa o persona esaltata oltre misura. Dal portoghese feitiço. Fibra ottica Cavo costituito da un filamento di vetro o plastica con un particolare indice di rifrazione, tale per cui un raggio luminoso continui a rimbalzare da una parete all’altra fino ad uscire all’altra estremità. Le fibre ottiche sono in grado di trasportare enormi quantità di dati ad altissima velocità su lunghissime distanze senza attenuazione del segnale. Floppy disk Letteralmente ‘disco flessibile’, è stato il meccanismo di memorizzazione dati iniziale sui personal computer. Fondatori Titolo di cui possono fregiarsi colo che contribuiscono allo sviluppo di Oltremondo fino a momento dell’inaugurazione. Hanno il diritto di voto nell’→Assemblea dei Fondatori in proporzione all’entità del contributo fornito. Fondazione La Fondazione Ultramundum si pone come obiettivo la realizzazione di Oltremondo, come illustrato in quest’opera. L’assenza dello scopo di lucro garantisce le finalità filantropiche dell’organizzazione. Font Tipo di carattere. Nei sistemi informatici indica con quale aspetto si intende visualizzare un qualsiasi testo. Frattale Indica una classe di funzioni matematiche e geometriche o di immagini caratterizzate da una serie di interessanti caratteristiche la più importante delle quali è l’autosimiglianza. Una funzione o immagine frattale è a qualsiasi dimensione simile a sé stessa in dimensioni inferiori o superiori. Fu identificata nel 1975 dal matematico francese di origine polacca B. Mandelbrot grazie all’analisi computerizzata dei numeri complessi. Funzione In matematica, regola che associa elementi tra di loro secondo un criterio di dipendenza. Per esempio, la distanza ‘P’ di un’automobile dal punto di partenza è funzione del tempo ‘T’ trascorso e della sua velocità media ‘V’: in questo caso si può scrivere la funzione simbolicamente come P(T,V). Funzione frattale Ogni →funzione che esibisce un comportamento →frattale. Funzione modulante Una →funzione che fa variare una certa grandezza in proporzione ad un’altra, secondo una certa legge di proporzionalità. Gene Roddenberry L’Uomo che creò la serie di fantascienza Star Trek, era detto anche ‘the big galaxy bird’, il grande uccello della galassia. Giza Zona dell’Egitto in cui si trovano le grandi piramidi. Gradi di libertà Possibili modi di movimento di un certo sistema. Ad esempio, un carrello che scorre lungo un binario ha un solo grado di libertà, potendo muoversi solo lungo il percorso segnato. Un pesce ha tre gradi di libertà: uno sul percorso avanti-indietro, uno su quello destra-sinistra e uno su quello alto-basso. Hacker Persona che viola sistemi informatici servendosi di avanzate conoscenze (o stupide disattenzioni dei gestori). Viene visto come un criminale mentre molti si essi(ma non tutti) sono solo persone alla ricerca di sfide intellettuali. Hiperlink Vedi →Iperlink Home video Il mercato della proiezione casalinga di audiovisivi. Negli Stati Uniti, grazie alla diffusione dei videoregistratori, ha superato quello del cinema nelle sale. HTML HyperText Markup Language, un metodo di codifica dei testi inventato al →CERN. Permette di realizzare degli ipertesti, cioè contenuti testuali dotati di →link: parole o porzioni che, se attivate, portano ad un’altra porzione del testo che ne parla. Ha avuto grandissima diffusione con lo sviluppo del →World Wide Web, la raccolta di pagine di dati disponibile su Internet. Janez L’inseparabile compagno di avventure di Sandokan nei romanzi di Emilio Salgari. Karnak Zona dell’Egitto molto ricca di templi. Kbyte Leggi ’chilobait’, unità di misura della memoria dei computer. Indica un gruppo di 1024 (e non mille, dato che i computer contano in multipli di due) →bytes. Klingon Popolazione particolarmente bellicosa, inizialmente nemica della →Federazione dei pianeti uniti nella serie di fantascienza Star Trek. Icona Nel mondo dell’informatica, una piccola immagine che rappresenta graficamente un programma o un documento. Può cambiare aspetto per riflettere cambiamenti nello stato dell’oggetto che rappresenta. Normalmente un click del mouse su di essa l’attiva. Ictus: Emorragia o riduzione del flusso del sangue per altri motivi in una certa area del cervello Idioma Lingua particolare di una certa zona del mondo. Idolatrare Adorare come un idolo una certa cosa o persona. Immersivo Attributo di un sistema di realtà virtuale che cerca di immergere completamente l’utente nell’ambiente di sintesi. Incontrovertibile Si dice di una cosa che non ha possibilità di essere contraddetta. Indicizzare In informatica indica l’operazione di creare un indice di una qualche raccolta di dati al fine di permettere ricerche rapide e sistematiche su di essi. Informatica pervasiva L’idea di inserire sistemi informatici in ogni oggetto della vita quotidiana di ogni persona. Intelligenza artificiale Filone di ricerca che intende duplicare su sistemi informatici le capacità intellettive proprie dell’Uomo. Ha conosciuto grande successo dopo alcuni positivi risultati iniziali per poi scontrarsi con difficoltà che ad oggi appaiono estremamente pesanti. Si divide in due rami: uno cerca di studiare e realizzare direttamente cervelli artificiali come quello umano mentre il secondo intende studiare un’evoluzione ‘dal basso’ delle capacità partendo dagli insetti per giungere infine all’Uomo. Un grande esponente del secondo tipo è Rodney Brooks, direttore del dipartimento intelligenza artificiale del MIT. Interattività Proprietà di oggetti o prodotti che ne rende il comportamento e l’evoluzione modificabili dall’interazione con utenti umani. Interfaccia Parte di un prodotto che mostra all’utente i comandi disponibili ed esegue le operazioni richieste. Interfaccia utente Quella parte dell’→interfaccia di un prodotto riservata all’interazione con l’utente. Da distinguersi, ad esempio, dall’interfaccia operatore, riservata alla manutenzione. Interoperabilità Proprietà di prodotti che ne consente l’uso su sistemi eterogenei. Ad esempio, il formato VHS è interoperabile in quanto le videocassette possono essere utilizzate su videoregistratori di ogni tipo. Interpolare L’operazione di trovare la traiettoria che meglio approssima un percorso che passa per una serie di punti dati. Intranet Una rete di tipo Internet che collega solo una serie di computer, normalmente su scala locale. Iperlink Un →link che collega contenuti di ogni tipo, segnatamente multimediali, non solo testuali. Ipermedia Un documento che non contiene solo testo ed immagini, ma tutta una serie di contenuti multimediali di svariatissimi tipi. Ipotalamo La porzione più profonda ed arcaica del cervello, sovrintende alle emozioni primordiali, come paura, dolore, fame, piacere e così via. Ischemia Stato di ridotta irrorazione sanguigna di una certa area dell’organismo. Dovuta ad occlusione o riduzione della portata di una serie di vasi sanguigni. Joystick Apparato di comando da collegarsi ad un sistema elettronico, tipicamente usato per il controllo di posizione e movimento. Assomiglia alla leva di controllo di un aereo, la cloche. Langhe Zona collinosa della regione Piemonte, particolarmente ricca di pregiatissimi vigneti e prestigiose produzioni alimentari. Latitudine Indicazione in gradi della distanza dall’equatore di un luogo sulla superficie del pianeta. Latrina Sinonimo di gabinetto. Liberty Stile fiorito in Europa e negli Stati Uniti nei primi anni del XX secolo, particolarmente nel campo dell’architettura e delle arti applicate. Così chiamato dal nome del proprietario di una ditta d’arredamento di Londra (A. Liberty), in Italia fu anche detto stile floreale. Perché caratterizzato dal ricorrere di elementi decorativi di derivazione vegetale, raffinatamente stilizzati. Linguaggio di programmazione Insieme di comandi specifici per la stesura di programmi per computer. Link Una parola o insieme di parole che, se attivate, porta ad un’altra porzione di un documento in un ipertesto. Linux →sistema operativo avversario di →Windows della Microsoft, è del tutto gratuito e sviluppato secondo i dettami dell’→open source Longitudine Indicazione in gradi della distanza dal meridiano di Greenwich (vicino a Londra) di un luogo sulla superficie del pianeta. Macchina di Turing Un sistema in grado di elaborare dati contenuti nella propria memoria seguendo una serie di istruzioni contenute nella stessa. Teorizzata dal grande matematico A: Turing, è alla base dell’architettura di tutti i moderni computer digitali. Magione Termine raffinato per indicare ‘casa’, significa letteralmente ‘edificio che abbiamo eletto a nostra residenza’ Maxwell Equazioni di. James Clerk Maxwell elaborò la teoria dell’elettromagnetismo che permise la definitiva unificazione dei fenomeni elettrici e magnetici in un’unica struttura. Il campo elettromagnetico è descritto in una compatta trattazione matematica tramite le equazioni di Maxwell. Media Plurale della parola latina Medium, indica un qualsiasi sistema di trasmissione delle informazioni. I giornali, la televisione, la radio ed Internet sono esempi di Media. Memoria di massa Il sistema di memorizzazione permanente principale e di maggiore capacità di un sistema informatico. Menu a tendina Introdotti dall’Apple Machintosh, sono diventati uno standard in tutti i →sistemi operativi dotati di →interfaccia utente grafica. Per evitare di occupare troppo spazio sulla limitata superficie di uno schermo di computer, i menu di possibili comandi sono raggruppati in famiglie elencate su di una barra posta da un lato dell’area di lavoro. Attivando ogni famiglia di comandi appare un menu a tendina, composto di un riquadro contenente la lista dei comandi di quella particolare ‘famiglia’. In tal modo, non appena lo si è usato il menu a tendina sparisce liberando spazio sull’area di lavoro. Metalinguaggio Un linguaggio intermedio, di solito una sorta di ‘ponte’ tra diverse ed incompatibili rappresentazioni di contenuti. Megabyte Leggi ’megabait’, unità di misura della memoria dei computer. Indica un gruppo di 1048576 (e non un milione, dato che i computer contano in multipli di due) →bytes. Mhz Unità di misura di frequenza. Un Mhz (leggi megahertz) indica una grandezza che compie un milione di oscillazioni al secondo. Usato come unità di misura della velocità dei processori, dove indica la frequenza del clock, cioè il segnale elettrico che ‘dà il ritmo’ di tutto il computer. Micron Unità di misura di lunghezza, indica un milionesimo di millimetro. Microprocessore Componente elettronico largamente usato in moltissimi ambiti, integra su di un solo →chip un intero sistema di elaborazione. Ha permesso la diffusione dell’informatica su larga scala grazie alla riduzione del costo, delle dimensioni e dei consumi rispetto alla tecnologia multicomponente utilizzata precedentemente. MIT Massachussets Institute for Technology, l’università scientifica più importante della costa est degli Stati Uniti. Modello cooperativo Un modello si sviluppo nel quale le persone collaborano al raggiungimento di un fine comune, ognuno nell’ambito delle proprie possibilità. Normalmente senza scopi di lucro immediati. Modus operandi Dal latino ‘modo di procedere’. Indica il modo di operare caratteristico di un’organizzazione o di una persona. Moloch Figura mitica di mostro invincibile, viene usato per indicare organizzazioni di grande potere quasi intoccabili. MUD Multi User Dungeon o Dimension, sotterraneo o dimensione multiutente in italiano. Indica ambienti virtuali on-line a cui si connettono persone per incontrarsi e fare esperienze insieme. Di solito sono caratterizzati da un certo livello di ‘atmosfera’ ricreato nei modi più vari. Nebulosa Oggetto celeste dall’aspetto diffuso simile ad una nube. Le nebulose sono formate da aggregati di gas e/o polveri di grandissime dimensioni. Neoplastiche, patologie Malattie caratterizzate dall’incontrollato proliferare di cellule alterate all’interno dell’organismo. Neuroni Cellule componenti il sistema nervoso. Sono caratterizzate da una serie di collegamenti con altre cellule simili, dette sinapsi, da cui ricevono segnali in ingresso e da un’uscita, detta assone, che può essere di grandissima lunghezza. Olofonico Suono speciale che, una volta inviato su un canale separato per ogni orecchia, ricrea l’impressione di una percezione spaziale. Un suono olofonico può sembrar provenire da qualsiasi direzione intorno all’osservatore. Viene usato in ambienti di realtà virtuale per far percepire il suono di un oggetto come proveniente dalla sua direzione. Olografico Immagine speciale che, una volta inviata su un’uscita separata per ogni occhio, ricrea l’impressione di una percezione tridimensionale. L’effetto è ottenuto producendo due immagini leggermente diverse, dove la sfasatura di ogni elemento varia con la distanza dall’osservatore. Oltremondo Versione italiana di Ultramundum, il progetto illustrato in quest’opera. Oltrevita Stato di esistenza in cui si troveranno le persone che avranno abbandonato tutte le parti meno importanti del proprio corpo, mantenendo il solo cervello. Quest’organo sarà mantenuto in speciali ampolle connesse a sistemi di supporto vitale. Le persone in stato di oltrevita saranno collegate in permanenza in Oltremondo e potranno vivere molto più a lungo di quanto avrebbero potuto in condizioni normali. On-line Neologismo inglese che indica lo stato di connessione ad un qualche sistema di trasmissione dati. Si contrappone all’off-line, che indica lo stato di disconnessione. Open source Filosofia di sviluppo del software che prevede la diffusione gratuita dei →sorgenti dei programmi, premettendo a chiunque di modificarli e produrre quante copie →esegubili voglia. Orografia Le caratteristiche geologiche di un territorio, la conformazione dei rilievi, dei laghi, dei fiumi , dei mari ecc... Pagina Web Una pagina di testo, opzionalmente contenente immagini e semplici animazioni, scritta in linguaggio →HTML e resa pubblicamente disponibile sul →World Wide Web. Palinsesto La programmazione di un canale televisivo per un certo periodo di tempo (anche mesi), indica quali trasmissioni saranno mandate in onda e in quale momento. Paradigma Modello, schema di funzionamento o di comportamento. Parco Che non eccede, morigerato. Parkinson, morbo di Malattia neurologica che produce in una significativa parte della popolazione gravi infermità. I colpiti sperimentano tremori e progressiva incapacità di controllo dei movimenti. Questa affezione può essere curata mediante stimolazione elettrica di particolari siti del cervello (il nucleo ventrale posteriore e il nucleo subtalmico) con microsonde; a Torino, ad esempio, è attiva una equipe chirurgica che applica tale terapia. Pecunia Termine elegante per indicare il denaro. Performance Sinonimo di ‘prestazione’ o ‘capacità’. Persistenza Proprietà di mantenimento di uno stato o di una situazione al variare del tempo o di altre caratteristiche. Pervasivo Di un elemento che si trova ovunque, al limite anche in luoghi non molto appropriati. Planimetria Parte della geometria che studia le figure piane, usato per indicare schemi o mappe a due dimensioni. Processore La parte di un sistema elettronico che esegue fisicamente istruzioni di un programma. Proximus gradus naturali statum scalae Motto di Ultramundum, frase latina che significa ‘il prossimo gradino della scala evolutiva’. Indica il fatto che il progetto Oltremondo costituirà un tale progresso per tutta l’Umanità da poter essere visto come un ulteriore passo dell’evoluzione dell’Uomo. Psicodramma Metodologia curativa che tende a rimuovere le cause di un problema o di un trauma psicologico facendo rivivere la situazione scatenante in una rappresentazione teatrale a cui il soggetto prende parte. RAM Random Access Memory, la memoria utilizzata per la memorizzazione dei dati e delle istruzioni di un computer. Realtà virtuale Tecnica che tenta di immergere l’utente in un ambiente di sintesi generato dal computer. Si deve distinguere dall’→Ultravisione, obiettivo del progetto Ultramundum, in quanto caratterizzata da limitatissime possibilità di interazione e rozza stimolazione meccanica dei sensi dell’utente. Rendering Operazione effettuata da opportuni sistemi, tesa al disegno dell’immagine finale di un →ambiente di sintesi. Negli attuali sistemi di generazione tridimensionale troviamo la rendering pipeline, un sottosistema che produce l’immagine finale sullo schermo degli ambienti tridimensionali i cui parametri sono nella memoria del sistema. Renderizzare Neologismo che indica l’atto di effettuare il →rendering. Rete neurale Sistema hardware o software che riproduce alcune funzionalità del sistema nervoso naturale. Le reti neurali sono caratterizzate dalla capacità di imparare a riconoscere configurazioni di dati anche molto complesse e riescono a scoprire strutture anche solo simili a quelle che hanno imparato. Rinascimento digitale La nuova fase dello sviluppo della cultura umana che ci attende nei prossimi anni. La nascita di nuove tecnologie per comunicare le proprie idee a tutto un consesso umano sempre più ricettivo ed ‘aperto’ porterà ad un’esplosione della ricchezza culturale del tutto simile a quella che si ebbe all’inizio del XV secolo. Risoluzione In un sistema informatico con uscita grafica indica la finezza della suddivisone dell’immagine. Ogni immagine è suddivisa in elementi detti pixel che possono avere uno tra tutti i colori possibili, la risoluzione indica quanti pixel in orizzontale e quanti in verticale sono disposti sullo schermo di un sistema grafico. Romulani Popolo bellicoso presente nella serie di fantascienza Star Trek. Rovello Argomento su cui si rimugina senza pace. Sandokan Il protagonista di un ciclo di romanzi di avventura che si svolgono in Malesia durante la dominazione Inglese, l’autore è Emilio Salgari. Sanscrito Antica lingua indoeuropea del gruppo indoranico. Fu la lingua letteraria in uso tra le persone di elevata cultura. Scenografia L’arredamento di scena di un teatro per una rappresentazione o la ripresa di uno spettacolo. Semantica Teoria generale e studio storico del significato delle parole. Semantico, contenuto Il significato sottostante a parole o frasi. Server Computer che eroga ad altri, detti client, servizi specifici su di una rete. Servi della Gleba Nel diritto feudale, coltivatori obbligati, con tutta la famiglia, a lavorare un terreno. Set top box Termine inglese che indica il decoder, cioè un apparecchio da collegare al televisore per fornire capacità non presenti in esso. Sinclair Azienda inglese fondata da sir Clive Sinclair, attiva negli anni ottanta, che diffuse il personal computer a basso costo in Europa. ZX81 Il secondo modello della Sinclair ZX Spectrum Il successore dello ZX 81, con uscita a colori e limitate capacità sonore. Sincretismo Sistema filosofico o religioso che tende a fondere assieme dottrine diverse. Sintesi additiva Tecnica per sintetizzare elementi unendo parti più semplici, invece che togliendo le parti in sovrappiù. Sintesi, immagini o ambienti di Immagini o ambienti tridimensionali non esistenti nel mondo fisico, ricreati da un sistema elettronico che li simula perfettamente. Sistema immunitario Il meccanismo, presente in ogni organismo pluricellulare, che si occupa della difesa contro le invasioni esterne. Previene le infezioni ed è la causa del rigetto nei trapianti. Sistema operativo Software di base che sovrintende al funzionamento di un computer, gestendo le risorse e facendo da arbitro tra i programmi applicativi nell’allocazione delle stesse. Sito In Internet indica una raccolta di pagine e dati di una certa organizzazione, etichettati con un nome specifico. Slang Linguaggio specifico di certi settori culturali o sociali. Esiste uno slang dei tecnici informatici, uno delle bande giovanili di New York e così via. Sorgente Versione di un programma informatico costituita dall’elenco delle istruzioni come scritte dal programmatore in un certo →linguaggio di programmazione. Viene tradotto dal →compilatore nella versione →eseguibile su di un certo computer finale. Spixellare Neologismo per indicare l’effetto che si ha quando si osserva troppo da vicino un’immagine digitale composta di → pixel, cioè piccoli quadratini elementari ognuno di un proprio colore. In una tale condizione l’immagine perde il suo aspetto omogeneo e mostra in modo più o meno accentuato la sua essenza discreta, cioè composta da piccole parti. Spock Ufficiale scientifico dell’Enterprise nella serie classica di Star Trek. Stampanti a getto d’inchiostro Stampanti che utilizzano una particolare tecnologia consistente nella proiezione di piccole gocce d’inchiostro sul foglio per formare le immagini finali. Stampanti ad aghi Stampanti che utilizzano una particolare tecnologia consistente nella estroflessione di piccoli aghi sul foglio attraverso un nastro inchiostrato per formare le immagini finali. Stampanti laser Stampanti che utilizzano una particolare tecnologia consistente nell’uso di un raggio laser per creare aree ‘attive’ su di un tamburo poi usato da un meccanismo simile a quello della fotocopiatrice per formare le immagini finali Star Trek Serie di fantascienza creata da Gene Roddenberry che conta milioni di fans nel mondo. La principale caratteristica del mondo di Star Trek è quella di non proporre I paradigmi classici della fantascienza, ma di dipingere un affresco del futuro in cui l’Uomo continuerà i suoi progressi e le sue esplorazioni. In Star Trek l’Umanità non si è autodistrutta, non abbiamo assistito alla venuta degli alieni, nessuno ha costruito sulla Terra le piramidi o altre cose particolari e sconosciute per l’Uomo, ma uomini come noi continueranno a costruire, lottare e sognare verso nuove avventure. Star Wars Serie di fantascienza realizzata da George Lucas. Ha avuto un enorme successo di pubblico, mescola sapientemente idee prese da saghe remote con tecnologie futuribili ed ambientazioni in galassie lontane lontane. Stele di Rosetta Pietra rinvenuta nel 1799 presso la città omonima in Egitto, reca un’iscrizione in tre lingue: egiziano geroglifico, egiziano demotico e greco. In base ad essa J. F. Champollion decifrò nel 1822 la scrittura greoglifica. Oggi è conservata nel british Museum. Stereoscopico Un sistema che crea due immagini di un elemento, una per ogni occhio, in modo da dare una forte impressione di tridimensionalità. Streaming Una tecnologia che crea un flusso (stream in inglese) di dati su Internet che veicola contenuti multimediali, anche se di scarsa qualità. Struggimento Desiderio per una cosa o una persona che si brama intensamente. Subspaziali, comunicazioni Tecnica di trasmissione di fantasia presente nella serie di fantascienza Star Trek. Consentirebbe comunicazioni a velocità superiori a quelle della luce. Taverna Locale in cui si servono cibi e bevande, solitamente di bassa qualità e spesso malfamato. Tabulator Il computer di base della simulazione in Oltremondo. Permetterà di interagire con il sottostante sistema di generazione dell’ambiente digitale e fornirà tutta una serie di servizi come la comunicazione tra ultranauti. Telepresenza Tecnica tramite la quale una persona può operare in un luogo anche se non fisicamente presente, utilizzando dome tramite un qualche robot e comunicazioni radio. Teletrasporto Tecnica di fantasia che permetterebbe la trasmissione a distanza di cose e persone annullando la fase di trasporto. Texture Immagine che viene ‘incollata’ su di un solido tridimensionale per dotarlo di un aspetto realistico all’interno di un sistema di sintesi di immagini visuali. Tomo Libro imponente o parte di un’opera composta da molti volumi. Tout court Parola francese, apposta dopo una definizione la rende assoluta. Triassico Il più antico dei periodi dell’era Mesozoica. Trigonometria Parte della matematica il sui scopo è quello di calcolare i valori degli elementi (lati ed angoli) di un triangolo, noti che siano tre di essi tra cui almeno un lato. Le funzioni trigonometriche sono: seno, coseno, tangente e secante. Tu iubes regina renovare eternum dolorem Frase rivolta da →Enea a →Didone nell’→Eneide, quando ella gli chiede di rievocare per lei le vicende che lo portarono a fuggire dalla sua città. Tubo catodico Elemento costitutivo dello schermo dei televisori, è realizzato da un’ampolla che contiene sul fondo un filamento incandescente da cui sono strappati elettroni. Tali particelle, accelerate e modulate da opportuni avvolgimenti che generano campi magnetici adeguati, vanno a colpire i fosfori dello schermo e formano le immagini. Turing Alan Mathison, matematico e logico inglese. Noto per le sue ricerche di logica e di teoria degli automi; ideò la macchina teorica che porta il suo nome, base dell’architettura dei moderni computer digitali. Tutorial Un breve corso, di solito erogato da un programma multimediale, che serve a far imparare un certo procedimento all’utente. Ultralexicon L’enciclopedia di Oltremondo, conterrà tutte le informazioni non rappresentabili in formato ipermediale, codificate in →Ultracode. Ultramundum Il nome latino originale del progetto oggetto di quest’opera. Ultranauta Una persona collegata in Oltremondo. Ultranet La rete che collegherà tutti i sistemi di Oltremondo Ultrapeg La tecnica di rappresentazione dei dati di mondi digitali che renderà possibile Oltremondo. Nessun’altra tecnologia potrebbe premettere la realizzazione del progetto. Ultravisione L’evoluzione della televisione, una tecnica che permetterà di ‘entrare’ nei contenuti finora proposti dalla tv e in molti altri del tutto nuovi. Ultravisivo Di qualsiasi cosa che sia riconducibile all’ultravisione. Ultravisore Apparato che permetterà la totale immersività nei canali di Oltremondo. Sarà probabilmente costituito da un caschetto che indurrà opportuni potenziali elettrici nella mente dell’→ultranauta, il quale si troverà perfettamente immerso nell’ambiente digitale. Ultravita Lo stato in cui si troveranno i →virtualizzati (vedi Oltrevita) UNL Universal Nerwork Language, tentativo fallito di realizzare una codifica simile all’Ultracode nella quale scrivere tutti i contenuti di Internet. Portato avanti dall’ONU, non è stato adottato da nessuno. Vettore Una grandezza matematica caratterizzata da un valore ed un orientamento nello spazio, di solito disegnata come una freccia. Vettore di movimento Un vettore che indica uno spostamento ad una certa velocità in una certa direzione. Video on demand Tecnica che si è cercato di introdurre negli anni ’90, consiste nell’offrire a moltissimi utenti il servizio dell’avvio di uno spettacolo a scelta tra molti nel momento voluto da ciascun spettatore. Videotel Servizio telematico introdotto dalla Telecom in Italia negli anni ’80. Prevedeva l’installazione di un piccolo apparecchio con schermo testuale e tastiera tramite il quale si potevano ottenere servizi simili a quelli oggi disponibili su Internet. Virtuale Si dice di qualsiasi cosa non vera, inventata. Da non usarsi per Oltremondo, si preferisca sempre il termine ‘digitale’. Virtualizzato Una persona in stato di Oltrevita. Web Vedi →World Wide Web Webcam Una telecamera posta in un qualche punto del mondo e connessa su Internet. Windows →sistema operativo prodotto dalla Microsoft, è il più diffuso al mondo Wireless Parola inglese che significa ‘senza fili’. Viene usata per indicare tutti quegli apparati che funzionano via radio, tipicamente per scambiarsi dati. World Wide Web Letteralmente ‘ragnatela planetaria’, indica la somma di tutti i →siti Internet e le →pagine Web. Yperlink Vedi →Iperlink Zapping Neologismo che indica l’attività di saltare da un canale all’altro di un sistema multimediale. BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Abbott, E. A. Flatland: A romance in many dimensions. Reprint. Oxford: Blackwell, 1962 Adams, Scott. The Dilbert future: Thriving on stupidity in the 21st century. New York: Harper Business 1997 Adorno, F. e T. Gregory e V. Verra. Storia della filosofia. Roma: Laterza, 1982 Adriana Galgano e Eugenio la Mesa. 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Indianapolis: Waite group press, 2000 (c) 2000, 2001, 2002 TWOTM inizio stesura: 4 Aprile 2000 Note sull’autore Fulvio Dominici Carnino è quello che si potrebbe definire ‘un Uomo del Rinascimento’: conoscitore d’arte, scrittore, inventore, ricercatore, imprenditore, ha esplorato tutte le possibilità dell’animo umano con una particolare attenzione alla scienza e alla tecnica, utilizzate per fornire nuove possibilità al prossimo. Ha realizzato per primo i prototipi di molte tecnologie che sono poi diventate di uso comune, costituendo società di successo per la diffusione di parecchie di esse. La sua limpida visione del futuro gli ha permesso di anticipare i tempi e di risolvere in anticipo i problemi che avrebbero impedito uno sviluppo rapido di nuove tecniche, introducendo soluzioni poi largamente adottate da tutti. Nasce nel 1965 a Torino da famiglia semplice. Frequenta il liceo scientifico ‘Marie Curie’ dove a quattordici anni costituisce con alcuni docenti il gruppo di ricerca sulle energie alternative. Ottenuta una sovvenzione, progetta e realizza il sistema elettronico di controllo del poligono di ricerca dell’istituto, collaborando poi attivamente alle sperimentazioni. I risultati delle ricerche condotte sono pubblicati da molti giornali. È tra i primi in Italia a possedere un primitivo personal computer, anni prima della commercializzazione del PC IBM. Fonda e presiede per molti anni il computer club Sinclair division, che raduna le persone più avventurose nel campo ancora esoterico dei personal computer. Organizza esposizioni in manifestazioni pubbliche nelle quali fa conoscere l’informatica hobbistica. I giornali si accorgono del fenomeno. Nei primissima anni di diffusione, ancora pionieristica, dei piccoli computer dell’epoca, realizza il suo primo videogioco commerciale, “Incubo”, che viene distribuito su scala nazionale da un distributore locale. Realizza una seconda versione del videogioco “Le sabbie di Marte” che viene distribuita da una rivista a tiratura nazionale su cassetta. Incontra ad una mostra di informatica John Holder della inglese Mastertronic, che rimane favorevolmente impressionato dal prototipo del nuovo videogioco ‘Specventure’. Tale realizzazione anticipa i tempi proponendo musiche di sottofondo ‘serie’ tratte dalla musica classica, trenta livelli di gioco ed ambientazioni realistiche in un’epoca in cui ogni prodotto del settore è ancora molto semplice e primitivo. La Mastertronic decide di distribuire Specventure in tutta Europa. Vengono vendute oltre quindicimila copie, per un mercato ancora in embrione è un grande successo. Dominici Carnino, ancora minorenne, diventa il primo italiano a vendere un videogioco per computer all’estero, la storia viene riportata da molti giornali. Si iscrive al corso di laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino. Scrive per molti giornali, producendo articoli sulla tecnologia informatica e di costume. Realizza uno dei primi schermi luminosi giganti in grado di visualizzare le immagini in movimento di un computer, il ‘Gemma system’, progettando e costruendo un completo computer dotato di sistema operativo grafico multitasking (in un’epoca in cui stava iniziando la distribuzione dell’MS-DOS). Il sistema Gemma viene adottato per la pubblicità da una catena di supermercati. Fonda la sua prima società, Synesis srl, per la realizzazione di sistemi di automazione e test computerizzato per la FIAT auto. Realizza il primo sistema operativo grafico ad icone-finestre per prodotti d’automazione. Il software, denominato ‘IWave’, è rivoluzionario (sono anni in cui Windows non è ancora un prodotto commerciale) e viene adottato in molte realizzazioni della casa automobilistica. La praticità dell’interfaccia grafica, intuita dal Dominici Carnino e da esso realizzata in pochi mesi con un prodotto veloce, semplice da usare e ricco di colore, si impone su tutti gli altri software dell’epoca, più semplici ed ancora primitivi. I-Wave è ancora oggi in uso in molti sistemi dell’azienda automobilistica e di diversi importanti fornitori. Si sposta al politecnico di Milano per seguire i corsi di Economia ed Ingegneria del software. In questa sede presenta le tecniche di coordinamento dei gruppi di lavoro e di segmentazione ‘ad oggetti’ delle produzioni di programmi che ha inventato per la sua azienda ed ottiene un riconoscimento per la validità di queste metodologie innovative. Tali tecniche sono oggi alla base di tutte le aziende che sviluppano software professionalmente. Durante il servizio militare, svolto nell’ufficio sviluppo software degli alti comandi, studia e realizza un prototipo di creatura virtuale interamente guidato da un cervello basato sulle reti neurali e teorizza autonomamente la tecnica di sviluppo dell’intelligenza artificiale ‘dal basso’. La validità di tale tecnica trova piena conferma quando si incontra con Rodney Brooks, all’epoca ricercatore e oggi direttore del dipartimento intelligenza artificiale del prestigioso MIT (Massachussets Institute for Technology), che proponeva la stessa teoria. Segue un intenso scambio di documenti tra i due. Fonda la ‘Premiata società anonima delle arti e delle scienze’, che commercializza riproduzioni perfette di quadri d’epoca realizzate con una tecnica rivoluzionaria basata su analisi al computer e realizzazione fisica mediante macchinari segreti. La filosofia alla base del progetto è di permettere a tutti di portare nella propria casa i capolavori di ogni epoca. La società vende moltissimi quadri, annoverando tra i propri clienti personalità del mondo dello spettacolo e della politica. La distribuzione dei prodotti arriva fino al Giappone e costituisce un ‘caso’ di cui si occupano i giornali. Fonda la società Nova res srl, per la commercializzazione di servizi audiotext. Progetta e realizza un completo sistema di erogazione di servizi telefonici audiotext dalle caratteristiche innovative, molto in anticipo sui tempi. Propone per primo alle banche il servizio di ‘sportello virtuale’ per permettere ai clienti di accedere ai servizi della banca tramite il telefono in qualsiasi momento. Tale servizio è oggi largamente proposto ma all’epoca suscita grande impressione. Progetta e realizza la prima e la più grande messaggeria grafica d’Italia: Hypernet. Tale rete di computer collega terminali posti nei locali pubblici di molte città del paese da cui ogni persona può accedere alla rete e colloquiare o giocare con chiunque altro. La rete Hypernet si diffonde anni prima dell’esplosione di Internet e collega centinaia di locali e migliaia di utenti. Ancora una volta, realizza un software grafico, colorato e facile da usare, molto in anticipo sui tempi; Hypernet è stata lungamente in uso, continuando ad essere preferita a qualsiasi altro prodotto analogo. Oggi propone il progetto Ultramundum, senza scopo di lucro, precorrendo i tempi e desiderando portare all’Umanità una ennesima nuova tecnologia che migliori la vita di tutti. LICENZA QUEST'OPERA È DISTRIBUITA SECONDO LA LICENZA CREATIVE COMMONS: Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia Tu sei libero: • di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera • di modificare quest'opera Alle seguenti condizioni: • Attribuzione. 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