Scarica e leggi il libro di Ultramundum per conoscere le basi

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Scarica e leggi il libro di Ultramundum per conoscere le basi
ULTRAMUNDUM
proximus gradus naturali statum scalae
http://www.ultramundum.org
OLTREMONDO
il prossimo gradino della scala evolutiva
di Fulvio Dominici Carnino
Torino, 4 Aprile 2000 – 12 Settembre 2002
I diritti letterari di quest’opera sono disciplinati dalla licenza CreativeCommons
A mia madre, che fece nascere l’idea
A mio padre, che mi ha sempre sostenuto
A tutti coloro che in ogni tempo sono stati sempre meravigliosamente umani
...una scimmia preumana trovò un osso lungo e pesante nella savana, lo raccolse e lo usò per farne uno strumento di
offesa ed imporre così il predominio del suo gruppo su quello dei nemici. Vinta la battaglia, batté più volte l'osso in
terra per saggiare il potere della sua nuova scoperta; poi, ebbra della vittoria, lanciò l'arma nel cielo dove essa salì
volteggiando, roteando, sempre più in alto, verso le nuvole ed oltre, trasformandosi con un balzo di millenni in una
stazione orbitante dalla forma pressoché identica, abitata da scimmie più erudite ma fondamentalmente le stesse,
(1)
curiose creature del remoto passato...
Un'immagine meravigliosa, quando la vidi la prima volta nel film “2001, odissea nello spazio” sentii quel brivido che
solo i concetti veramente grandi e solenni sanno dare, lo stesso brivido che provai quando per la prima volta pensai ad
Oltremondo.
L'intelligenza non è un incidente di percorso, è il frutto di miliardi di anni di tentativi, di evoluzione cieca, di grandi
estinzioni, di una forza che modifica il Creato, di infinite piccole vite palpitanti che sono nate, tenere ignare creature,
che hanno vissuto, amato, lottato ciecamente, per fare sì che infinite avventure accadano e anche che ora tu stia
leggendo queste righe e che qualcuno le abbia scritte. Tutto questo è nobile, tragico, beffardo, spesso squallido, tutto
fuorché stupidamente cieco. C'è un disegno nella Creazione? Se si, lo scopriremo, abbiamo solo bisogno di tempo.
Ogni specie deve partecipare sul teatro della vita, apportare cambiamenti, migliorarsi, fare esperienze, cercare...
e noi lo abbiamo fatto. Uomini costruirono le grandi piramidi, Uomini crearono sinfonie immortali, Uomini sono
andati sulla Luna; Uomini come noi, con i quali abbiamo in comune la voglia di vivere, di sperimentare, di giocare,
combattere, amare, ricercare. Oltremondo è il prossimo passo; facciamolo insieme, adesso.
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L'Uomo non può andare molto oltre su questo piccolo pianeta, con le sue risorse limitate, con l'egoismo che questa
limitatezza genera, con la violenza che fa a se stesso. Non si parla qui di fine del mondo, di immane disastro ecologico,
venuta degli alieni o altre sciocchezze. Il mondo potrebbe andare avanti come ora per centinaia di anni ancora senza
incontrare problemi insuperabili, non siamo ingenui. Ma è questo il nostro DESTINO? E' forse per questo che vogliamo
vivere? Per passare avanti la fiaccola della vita ai nostri figli e così ancora all'infinito senza creare nulla di grande per
noi e per loro? Di cosa siamo DAVVERO capaci? Non siamo tutti sicuri che si potrebbe fare di più, che non si ha il
TEMPO per migliorarsi individualmente, per creare, per studiare, perfino per vivere? Queste ed altre sensazioni si sono
sicuramente affacciate alla mente di tutti noi, magari spesso. Pensate cosa sarebbe possibile all'Uomo se egli vivesse
molto più a lungo, se avesse il proprio tempo tutto per sé e non dovesse produrre affannosamente il cibo ed i servizi per
sopravvivere, se fosse libero di pensare, di divertirsi, di creare. Quale giocosa fucina di idee sarebbe un'Umanità libera
dal bisogno, con risorse infinite, senza barriere, in grado di sperimentare tutto, di godere e soffrire come se ogni Uomo
vivesse molteplici vite, comunicando le proprie idee ed esperienze! Questo è Oltremondo, il nostro prossimo gradino
della scala evolutiva.
Indice generale
COME SARÀ IL FUTURO...................................................................................................................
L’ULTRAVISIONE................................................................................................................................
I CONTENUTI.......................................................................................................................................
COME FUNZIONERÀ OLTREMONDO.............................................................................................
MONDI SENZA FINE...........................................................................................................................
GLI ULTRANAUTI...............................................................................................................................
IL NUOVO CINEMA............................................................................................................................
LA TELEVISIONE................................................................................................................................
IL CLIMA INDIVIDUALE....................................................................................................................
GLI ULTRASENSI................................................................................................................................
LA GASTRONOMIA............................................................................................................................
L’ULTRASPORT....................................................................................................................................
LA TELEPATIA.....................................................................................................................................
IL SESSO IN OLTREMONDO..............................................................................................................
IL CORPO UMANO..............................................................................................................................
LA CURVA DEL PROGRESSO............................................................................................................
LA BARRIERA DELLE RISORSE.......................................................................................................
LA NECESSITÀ COME REGOLA E FRENO DELLA NATURA......................................................
L'ETICA DELLA REALTÀ SIMULATA..............................................................................................
LE REGOLE ESISTERANNO..............................................................................................................
I M.U.D..................................................................................................................................................
LE INTERFACCE..................................................................................................................................
IL LIBRO...............................................................................................................................................
I VIDEOGIOCHI...................................................................................................................................
LA POVERTÀ DIGITALE....................................................................................................................
LA DIDATTICA.....................................................................................................................................
LA CULTURA.......................................................................................................................................
LA FINE DELLA CRIMINALITÀ........................................................................................................
LE ESPLORAZIONI IMPOSSIBILI.....................................................................................................
LA ROBOTICA......................................................................................................................................
L’ULTRAVISORE..................................................................................................................................
I NANOROBOT.....................................................................................................................................
LA MENTE AUMENTATA...................................................................................................................
L'OLTREVITA.......................................................................................................................................
LA MEDICINA IN OLTREMONDO....................................................................................................
LA VERA SALUTE...............................................................................................................................
LA FINE DELL'INQUINAMENTO......................................................................................................
LA CASA...............................................................................................................................................
LA FINE DEI BAGAGLI......................................................................................................................
IL DESKTOP BUILDING.....................................................................................................................
LE COLONIE MARINE........................................................................................................................
LE CONOSCENZE SUL CERVELLO
(gli elefanti non giocano a scacchi)(11)..................................................................................................
GLI ANIMALI IN OLTREMONDO.....................................................................................................
LO SVILUPPO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO.............................................................................
L'EUTANASIA......................................................................................................................................
IL DENARO IN OLTREMONDO.........................................................................................................
LA NUOVA ECONOMIA......................................................................................................................
LA POLITICA E OLTREMONDO........................................................................................................
LA TECNOLOGIA PRINCIPALE DEL VENTUNESIMO SECOLO..................................................
RINASCIMENTO DIGITALE...............................................................................................................
COME COSTRUIREMO IL FUTURO.................................................................................................
IL PROGETTO ULTRAMUNDUM......................................................................................................
OLTREMONDO E LA RELIGIONE.....................................................................................................
L’ULTRANET........................................................................................................................................
I MOTORI DI RICERCA.......................................................................................................................
L’ULTRASALUS...................................................................................................................................
L‘ULTRACODE....................................................................................................................................
L’ULTRALEXICON..............................................................................................................................
IL TELETURISMO................................................................................................................................
IL 4DGEA PROJECT.............................................................................................................................
L’ULTRAPORT......................................................................................................................................
I SISTEMI DI SVILUPPO.....................................................................................................................
I SISTEMI DI CATTURA......................................................................................................................
L’IMPORTANZA DEGLI STANDARD
(open source o free software ?)..............................................................................................................
LA FINE DELL’OTTOCENTO.............................................................................................................
IL FORMATO ULTRADOCUMENT....................................................................................................
I COMPUTER DI OLTREMONDO......................................................................................................
COMPUTER QUANTISTICI................................................................................................................
IL TABULATOR....................................................................................................................................
SIMULAZIONE AGLI ELEMENTI FINITI.........................................................................................
I FRATTALI...........................................................................................................................................
IL FUTURO DELL'UMANITÀ.............................................................................................................
LA FONDAZIONE................................................................................................................................
I FONDATORI.......................................................................................................................................
L'ASSEMBLEA DEI FONDATORI......................................................................................................
GLI ASCETI...........................................................................................................................................
AMANUENSI DIGITALI......................................................................................................................
I PERICOLI DEL MONDO FISICO.....................................................................................................
L'ESPLORAZIONE DELLO SPAZIO..................................................................................................
IL BOCCHETTONE NON RICONOSCIUTO
(cosmic Ultramundum)...........................................................................................................................
LA SOCIETA' DI APPLICAZIONE......................................................................................................
IL SIMBOLO DI OLTREMONDO........................................................................................................
IL SALUTO DI OLTREMONDO..........................................................................................................
CONSIDERAZIONI FINALI................................................................................................................
GLOSSARIO..........................................................................................................................................
BIBLIOGRAFIA....................................................................................................................................
LICENZA...............................................................................................................................................
COME SARÀ IL FUTURO
In questa parte del libro di Oltremondo vedremo insieme come sarà il futuro. Ogni previsione dell’avvenire è sempre
stata basata sulla tecnologia dell’epoca in cui è stata prodotta; così il futuro visto dall’ottocento era pieno di aerei con ali
da pipistrello e dirigibili svolazzanti su città piene di palazzi altissimi… Non si deve più fare questo errore. Si deve
tentare di vedere il futuro usando le tecnologie che in esso saranno disponibili, non estendendo quelle attuali. I capitoli
che seguono tentano proprio questo: una visione dei decenni che ci aspettano estrapolata dai probabili sviluppi di
tecnologie che promettono vere rivoluzioni. Le case intelligenti, il wireless (cioè la tecnologia dei servizi elettronici
onnipresenti e ‘senza fili’), l’informatica pervasiva (con microprocessori persino nelle scarpe) e altri feticci del
ventesimo secolo non saranno probabilmente il determinante dei decenni che verranno.
La teoria che si intende portare avanti è che UNA SOLA tecnologia del ventunesimo secolo si svilupperà fino al punto
da modificare ogni aspetto della vita dell’Uomo: l’ultravisione. Nel ventesimo secolo è nata la televisione, uno
strumento che ci ha permesso esperienze che, non molti decenni prima, sarebbero state bollate come ‘magia’. La tv ha
prodotto un formidabile innalzamento della cultura e della coscienza stessa dell’Umanità oltre a, come tante altre cose,
incredibili quantità di ‘spazzatura’. L’evoluzione della televisione sarà l’ultravisione, una tecnologia che proporrà
contenuti molto simili, ma con la enorme differenza che essa permetterà agli spettatori di ENTRARE nei propri canali,
con una tecnica che ricorderà quella della realtà virtuale, anche se sarà una cosa estremamente diversa. Nel ventesimo
secolo è nato anche questo concetto di simulazione di ambienti immaginari non esistenti nel mondo fisico, ma la
tecnologia per realizzarli in modo convincente era ancora acerba, nel ventunesimo secolo tale tecnologia giungerà a
simulare in modo perfettamente realistico qualsiasi ambiente fisico immaginabile e tale possibilità cambierà per sempre
la vita di tutti gli Uomini. Cose che nei millenni precedenti hanno sempre richiesto infinito lavoro, o semplicemente non
erano possibili, da ora in poi saranno immediate, ovvie, perfino banali. Basterà accendere il proprio ultravisore e
letteralmente ENTRARE nel canale preferito. Tutte le produzioni che abbiamo sempre visto sullo schermo piatto delle
nostre tv saranno disponibili in modo del tutto nuovo ed immersivo. Potremo non solo VEDERE, ma VIVERE le
esperienze, le sensazioni, le avventure che ci hanno sempre interessato, emozionato, avvinto. Tale ‘liberazione’ delle
aspirazioni umane, compresse per secoli, unita ad un eccezionale allungamento della vita umana, ancorché solo
mentale, porterà ad una incredibile evoluzione della società. Tutte le filosofie, tutte le ideologie, tutte le cose che si sono
sempre date per scontate (ad esempio l’idea di avere un solo corpo) saranno sconvolte. Nel ventunesimo secolo
subiremo TUTTI una tale meravigliosa accelerazione e liberazione che ogni idea preesistente dovrà essere rivista e
reinventata.
La realtà virtuale di cui si parla in quest’opera, si badi bene, non è certo quella a cui ci si è abituati nel corso del
ventesimo secolo. Il concetto sarà molto simile: l’immersione di un utente in un ambiente di sintesi che non esiste nella
realtà fisica, ma la tecnologia, le attrezzature che si useranno e quindi l’esperienza che se ne trarrà, saranno del tutto
rivoluzionarie. Per questo motivo da ora in poi non parleremo più di realtà virtuale, ma di ultravisione. Dovremo sempre
ricordarci che la tecnologia di cui vedremo le meravigliose applicazioni potrà essere simile al vecchio concetto di realtà
virtuale, ma sarà una cosa del tutto nuova, molto più vicina alla televisione, di cui infatti sarà l’evoluzione, che a
quell’altra faccenda arcana e complicata di computer, sensori, caschi, tute e altre strane diavolerie. Mutuando uno
slogan del recente passato: IL FUTURO SARÀ FACILE.
Fin dal titolo, è bene che lo sappiate subito, quest’opera si pone in un’ottica partigiana: la visione del futuro
dell’Umanità non è generica, ma fortemente determinata dal progetto Ultramundum. Tale progetto è un’invenzione
dell’autore e si concretizzerà in una fondazione della quale sarà l’unico obiettivo. Le visioni del futuro che seguiranno
saranno quindi descritte attraverso le suddivisioni in sottoprogetti di questo grande piano. Oltremondo (il nome italiano
di Ultramundum) non è l’unica proposta possibile; se ne possono inventare infinite altre, con tutte le possibili
sfumature. Il futuro, indipendentemente da che lo si realizzi come qui proposto o attraverso qualsiasi altro percorso, sarà
comunque lo stesso. l’Ultravisione diventerà l’elemento dominante della vita di ognuno di noi, troppi e troppo grandi
sono i vantaggi che ne deriveranno: la fine della guerra, la fine della fame, una formidabile elevazione del livello
culturale di ogni Uomo, la fine della criminalità, l’allungamento eccezionale della vita umana, la fine
dell’inquinamento, solo per citarne alcuni. Oltremondo è una proposta, la sua concreta attuazione ci farà raggiungere
questi obiettivi molti decenni prima di quanto occorrerebbe se le tecniche necessarie fossero lasciate evolvere in modo
autonomo e disordinato. Leggete quindi le pagine che seguono con occhio critico, dubitate pure, cercate le prove, non
prendete nulla per sicuro. Se Oltremondo sarà realizzato come qui proposto quasi tutti i lettori potranno entrare nel
futuro che sarà descritto, altrimenti occorrerà solo un po’ più di tempo, ma prima o poi le cose meravigliose qui
raccontate indefettibilmente accadranno.
Nei capitoli che seguono esploreremo insieme i concetti filosofici e tecnici che saranno il substrato delle prossime
rivoluzioni, nonché tutti gli affascinanti (e divertenti) sviluppi che ne deriveranno, con le radicali modificazioni che
produrranno nella vita di tutti. Nella seconda parte dell’opera vedremo come costruiremo il futuro, cioè le tecnologie
che saranno necessarie. Coloro che affronteranno la prima parte con scetticismo siano fiduciosi: nella seconda metà di
questo libro le tecnologie che si renderanno necessarie per tradurre in realtà le meravigliose, eccitanti fantasie della
prima parte troveranno puntuale spiegazione. È ovvio che non tutto sarà spiegato nei dettagli, ma le tecniche generali,
talvolta le specifiche singole caratteristiche, saranno esposte. Coloro che non hanno una preparazione tecnica sufficiente
nelle svariate discipline che saranno chiamate in causa (elettronica, informatica, biologia, sociologia e tante altre) non si
scoraggino: quest’opera è leggibile a vari livelli, ognuno può seguire il suo percorso. Tutti possono leggere questa prima
parte e rallegrarsi delle meraviglie che ci aspettano, alcuni potranno seguire la seconda parte, ma non occorre che
TUTTI la capiscano. Nondimeno vi invito a leggere ogni capitolo: ognuno di voi potrà trovare qualcosa di interessante
e, spesso, comprensibile. Non occorre essere esperti di elettronica per contribuire al futuro dell’Uomo; anzi: gli artisti , i
creativi, saranno i più necessari.
Avanti dunque a tutti coloro che non capiscono, e mai vorranno capire nulla, di informatica: vostro è il futuro. Create,
comunicate, inventate infiniti nuovi universi, tutti gli altri saranno con voi. Sarà eccitante e tremendo, ma siamo esseri
eccezionali, tanto quanto le nostre idee, e saliremo con fermezza ed orgoglio questo ‘prossimo gradino della scala
evolutiva’.
L’ULTRAVISIONE
La nuova tecnologia che renderà possibile il progetto Oltremondo è qualcosa che, pur partendo da una serie di elementi
che ci sono già ben noti, si svilupperà in modo da diventare progressivamente sempre più importante e rivoluzionaria
per la vita di tutti. Alla base dell’ultravisione ci sarà la simulazione di qualsiasi ambiente tramite un sistema elettronico
che sarà sì un computer che si occuperà di generare ‘al volo’ tutte le immagini che vedremo, ma non assomiglierà a ciò
che fino ad oggi si è visto. Il computer dell’ultravisore sarà del tutto invisibile, così come, ad esempio, la sezione
elettronica di controllo dell’oscillatore di quadro di un televisore non ci è per niente visibile. Ogni tipo di ultravisione ci
presenterà un insieme di effetti e di comandi quasi identici a quelli della televisione classica: niente desktop, icone,
menu a tendina o altri concetti complicati. Ci saranno tre livelli di successiva evoluzione: Contenuti. Ultravisore e
Ultravita.
Il primo livello, quello dei Contenuti, ha già iniziato il suo sviluppo. Molte persone stanno già lavorando alla
realizzazione del materiale che sarà disponibile in Oltremondo. I contenuti che saranno fruibili avranno infatti tutta una
serie di peculiarità. Se è vero che l’ultravisione sarà l’evoluzione della televisione, è altrettanto vero che tutto il
materiale già esistente in formato audiovisivo dovrà essere riscritto o quantomeno tradotto in un nuovo formato
ultravisivo. Con l’ultravisione le persone potranno ENTRARE nei contenuti, potranno accedere ad un superiore livello
di libertà. Si passerà dalla visione passiva, che resterà comunque possibile, all’esplorazione attiva, con vari livelli di
interattività. Per entrare si intende, in questa fase, il fatto di poter guardare, sullo schermo di un apparecchio molto
simile ad un televisore, qualsiasi parte di un ambiente. Invece di vedere sullo schermo solo quanto ripreso dal regista,
poter guardare di lato ogni particolare che ci interessi, o in alto per vedere il cielo e così via, semplicemente premendo
pochi tasti sul telecomando. Oltre al guardare ci si potrà anche muovere a piacere, proprio come se si fosse sul posto e si
volesse, ad esempio, andare a vedere cosa c’è dietro una colonna. Pensiamo a tutti i contenuti realizzati per la
televisione e per il cinema in ogni epoca, immaginiamo di poterci letteralmente entrare dentro, di poter esplorare ogni
ambiente, ogni situazione, ogni trasmissione a piacimento. Ovviamente in alcuni casi tale esplorazione non avrà senso,
si pensi ad esempio alle trasmissioni didattiche nelle quali sono visualizzati pannelli piatti con scritte o schemi: non
sarebbe certo interessante poter ‘guardare dietro’ tali lavagne. La maggior parte dei film potrà invece diventare
un’esperienza esaltante. Pensiamo a come sarà interessante potersi trovare sugli spalti del Colosseo durante le scene del
film “Il gladiatore” o potersi trovare nell’arena a combattere. Poter voltare lo sguardo ed osservare il cielo della Roma
di millenni nel passato, guardarsi attorno tra la folla e persino poter uscire a fare un bel giro nell’urbe! In moltissimi
casi, anche senza impersonare il protagonista, anche solo ESSENDOCI, tante produzioni potranno essere fruite in modo
del tutto nuovo. Per permetterci di entrare nelle scene i contenuti dovranno essere convertiti in un formato
TRIDIMENSIONALE, dovranno passare dall’essere immagini piatte su di uno schermo all’essere mondi o porzioni di
mondi in cui tantissime altre cose dovranno essere create per poter essere guardate, toccate, persino prese in mano,
gustate, annusate. I contenuti già realizzati potranno essere tridimensionalizzati e tantissimi nuovi potranno essere
realizzati da zero. Del resto, anche la televisione è partita dal cinema e ha poi prodotto materiali del tutto particolari.
Un’altra importantissima caratteristica dell’ultravisione sarà la possibilità per chiunque di accedere a qualsiasi
contenuto in ogni momento. Questo concetto è molto simile a quello del vecchio video-on-demand: mentre nella
televisione classica le trasmissioni si susseguono in modo indipendente dal telespettatore, nel video-on-demand si
voleva rendere possibile a chiunque la fruizione di uno spettacolo dal momento che più interessava. In pratica, invece di
far partire un film per tutti alle 20:00, far partire una copia separata dello stesso film (o di qualunque altro) per ogni
spettatore proprio nel momento in cui si fosse seduto davanti al televisore. Tale servizio non è mai decollato a causa di
enormi problemi tecnici che sono analizzati dettagliatamente in un altro capitolo di quest’opera. Con l’Ultravisione
potremo offrire un servizio ancora più sofisticato: non un film a scelta da una certa ampia ma limitata lista, ma TUTTI i
contenuti ultravisivi saranno immediatamente disponibili a comando per chiunque. La precedente disponibilità di un
canale per ogni utente che si trovi su Internet e riguardi pagine piuttosto statiche di informazioni si unirà
all’immediatezza degli spettacoli audiovisivi. La differenza sostanziale è che i contenuti ultravisivi saranno
COSTRUITI al momento dall’ultravisore, non RIPRODOTTI da registrazioni, questo permette un’enorme aumento
della velocità di trasmissione e rende possibile l’avvio simultaneo di tantissimi canali, uno per ogni spettatore. Pensate a
quante produzioni televisive esistono nel mondo, registrate e messe da parte in immensi archivi, a quante di esse
potrebbero essere di vostro interesse e a come sia impossibile vederle nel momento voluto. Esistono canali della
televisione satellitare dedicati ad argomenti specifici, come ad esempio Discovery channel che trasmette solo
documentari, ma è quasi impossibile che parta la trasmissione sull’argomento che ci interessa in un dato momento,
talvolta il palinsesto non la prevede per anni. Se, ad esempio, ci interessasse il gotico e volessimo vedere un
documentario su questo stile particolare, credete che lo troveremmo? Nell’epoca di Internet non si pensa più di aprire
l’enciclopedia, ma bensì di cercare sulla rete le informazioni. Sul gotico troveremmo molte pagine di testo, qualche
immagine e probabilmente NESSUN filmato, in ogni caso nessuno ci PARLEREBBE del gotico. Con l’ultravisione
potremo ricercare l’argomento ed assistere all’istante ad uno di molti documentari disponibili, con la possibilità di
fermare lo spettacolo per ‘fare un giro’ tra i palazzi illustrati, con la voce narrante che ci seguirà fedelmente
raccontandoci ogni cosa. Sarà una possibilità talmente rivoluzionaria che non si riescono nemmeno ad immaginare le
infinite meravigliose applicazioni se non dopo averla ben ‘digerita’. Sarà l’unione degli elementi migliori di Internet e
della televisione con in più l’esplorazione libera tridimensionale.
Un’importante novità si renderà disponibile nel MODO in cui fruiremo delle informazioni. Con la televisione classica,
ogni tipo di trasmissione culturale si è sempre avvalsa di una voce narrante che ci spiegava quello che andavamo a
vedere; in ultravisione sarà lo stesso per tutte le parti in cui saremo introdotti in un nuovo ambiente o assisteremo a
scene che si svolgeranno davanti a noi, nessuna differenza. Il reale vantaggio, da questo punto di vista, scatterà nel
momento in cui cominceremo ad esplorare per nostro conto: non appena la nostra attenzione si poserà su qualsiasi
oggetto, monumento o personaggio, la stessa voce ci dirà il suo nome. Potremo quindi attivare una descrizione breve,
una lunga, un’analisi completa e così via. In pratica, mentre con la televisione classica venivamo trascinati in giro, con
l’ultravisione sarà essa a stare pazientemente al nostro fianco, come una guida informatissima ed efficiente. Sarà una
rivoluzione nel modo di fruire la televisione. Badate bene che queste saranno comunque possibilità AGGIUNTIVE, la
fruizione base sarà quasi identica al metodo classico.
Il vantaggio di vedere immagini generate ‘al volo’ da un computer, invece che proiettate da una pellicola immutabile, si
noterà anche perché TUTTE le produzioni saranno automaticamente multilingue: ogni testo, ogni voce, non saranno
REGISTRATE, ma bensì GENERATE al momento. Lo stesso varrà per ogni immagine ed ogni altro stimolo sensoriale.
Visto che sarà il computer del nostro ultravisore a parlare, piuttosto che uno speaker registrato magari anni prima, sarà
possibile ascoltare la STESSA trasmissione in OGNI lingua del mondo. I concetti da esprimere saranno registrati in uno
speciale formato che sarà letteralmente tradotto e letto al momento dal singolo ultravisore. Basta con le pagine e pagine
di testo di Internet di faticosa lettura, basta con la ‘dittatura del punto di vista del regista’, con l’Ultravisione saremo
liberi e rilassati.
I contenuti dell’ultravisione potranno essere anche molto diversi dalle trasmissioni televisive a cui siamo abituati. Per
capire quali produzioni saranno realizzate possiamo guardare al mondo dei videogiochi; tanti prodotti di questo tipo
propongono MONDI, più che spettacoli. Non appena si passa al tridimensionale, infatti, sorge spontanea l’idea di creare
mondi da esplorare e nei quali far accadere le cose. Ecco che molti degli infiniti canali dell’ultravisione saranno veri e
propri mondi paralleli, simili alla Terra in una qualche epoca della sua storia o del tutto di fantasia. In tali mondi si
potranno fare esperienze di ogni tipo: avventure, guerre, esplorazioni, sport e altro ancora. l’Ultravisione permetterà di
fare tutto questo da soli o in compagnia: entreremo in ogni canale, volendo, anche con altre persone, sconosciute o
amici. Sarà molto bello esplorare con persone che apprezziamo, anche collegate da un’altra città, luoghi interessanti;
sarà molto simile all’andare in vacanza tutti i giorni con gli amici in posti meravigliosi.
Una delle caratteristiche che la televisione non ha mai avuto è quella della PERSISTENZA: molti dei canali di
Oltremondo saranno mondi molto reali, in cui le cose andranno avanti anche senza di noi; quando ci ritorneremo
troveremo che molti accadimenti sono avvenuti mentre non stavamo guardando. L’unica trasmissione abbastanza simile
nel mondo della tv è stato “Il grande fratello”, discutibile quanto si vuole, ma che ha proposto un canale in cui c’era un
piccolo mondo con le sue regole, che evolveva autonomamente, non era un film che poteva solo ogni volta ripartire da
capo e svolgersi sempre uguale, non era uno spettacolo, era un ambiente in evoluzione, che lo si guardasse o no. In
Oltremondo, con l’ultravisione, esisteranno infiniti canali in cui miriadi di mondi diversi saranno in evoluzione e ci
appariranno come luoghi in cui recarci quando vorremo per farci ogni tipo di esperienze, volendo anche solo delle belle
passeggiate. l’Ultravisione, quindi, partirà dal patrimonio di contenuti e paradigmi della televisione ed evolverà verso
un tipo di spettacoli che diventeranno qualcosa di molto particolare e coinvolgente. L’importante è ricordarsi che ogni
cosa, pur essendo simile a quanto già visto nella tv, potrà essere toccata ed esplorata a piacimento. La grande differenza
con la televisione sarà infatti che la libertà dell’osservatore sarà grandemente maggiore: un documentario televisivo su
Singapore, ad esempio, presenta una serie di sequenze registrate che ci portano in giro per la città secondo quanto
voluto dal regista. Lo stesso documentario su Singapore, in ultravisione, ci porterà in giro, ma potremo in ogni istante
decidere di svoltare a destra in un punto in cui il regista ha svoltato a sinistra e proseguire l’esplorazione per conto
nostro. Ogni documentario su luoghi lontani sarà più simile ad una vacanza in quei luoghi che ad un filmato. Pensate
alla meraviglia di poter esplorare, guidati o secondo il proprio estro, qualsiasi luogo, anche di fantasia, anche del
lontano passato, proposto in qualsiasi canale ultravisivo.
Lo sviluppo dei contenuti produrrà la necessità di migliorare l’esperienza dell’esplorazione. All’inizio ci dovremo per
forza di cose limitare ad una visione molto simile a quella della televisione: uno schermo piatto dentro cui guardare e
suoni da sentire. Il vantaggio dell’esplorazione libera sarà fin da subito disponibile, permettendoci di curiosare come e
dove vorremo, ma l’immersione nell’ambiente non sarà perfetta. Per poter usare anche gli altri sensi (olfatto, tatto,
gusto) dovremo avere un apparecchio molto diverso, un ultravisore, che ci ponga DAVVERO al centro della scena, che
ci permetta di prendere in mano ogni cosa, di assaggiare i cibi e le bevande, di annusare il vento, di sentire il calore del
sole sul viso. Tale apparecchio costituirà il secondo passo dello sviluppo del progetto di Oltremondo. La forma sarà
probabilmente quella di un caschetto che proietterà le sensazioni direttamente nel nostro cervello. La fruizione su
schermo piatto di ogni cosa sarà sempre possibile, ma tutti vorranno l’immersione completa nelle scene. Sarà molto più
bello e coinvolgente trovarsi, quasi per magia, DAVVERO in ogni ambiente che si visiterà. La tecnologia per
l’ultravisore sarà spiegata in capitoli successivi e sarà disponibile abbastanza presto (ci vorranno dai cinque ai quindici
anni). Non appena l’ultravisore sarà disponibile per tutti, la tecnologia dell’ultravisione potrà dirsi davvero matura.
Nasceranno contenuti ancora più particolari, ancora più adatti alle nuove possibilità. Si potranno finalmente fare le cose
che si sono sempre sognate, qualunque esse siano.
La fruizione dei contenuti ultravisivi segnerà un ‘salto di qualità’ nel momento in cui tutti cominceranno a comprendere
che i mondi, più che gli spettacoli, diventeranno una concreta presenza, disponibile con la stessa facilità di un qualsiasi
canale televisivo. Le persone cominceranno ad entrare nei canali di Oltremondo per VIVERE, non per divertirsi
soltanto. La vita possibile nei canali che ci piaceranno sarà talmente intensa, migliore, più soddisfacente di quella fisica,
da farci fare un enorme salto in avanti. I canali di Oltremondo diventeranno un modo alternativo e meravigliosamente
soddisfacente di passare il nostro tempo, non GUARDANDO soltanto, ma FACENDO le cose. Diventerà più bello
incontrarsi con gli amici in meravigliosi luoghi digitali, piuttosto che nella piazzetta del paese. Saranno sempre i nostri
amici, saremo sempre le stesse persone, ma il mondo, anzi, i mondi, intorno a noi saranno eccezionalmente più belli e
comodi. A questo punto l’Umanità si renderà conto che quasi tutte le cose che ha sempre desiderato saranno disponibili
in Oltremondo, immediatamente e facilmente. Pensate a com’è difficile produrre ogni cosa nel mondo fisico e a com’è
facile crearla in un canale ultravisivo: se piacerà la Ferrari 550, la si potrà avere molto facilmente, sarà digitale ma si
potrà toccarla, salirci sopra e correrci in qualsiasi mondo. Sarà come e perfino più bello che averla nel mondo fisico,
senza che ci sembri mai minimamente finta.
Le infinite possibilità che si apriranno cambieranno in modo radicale l’Umanità e ogni aspetto della vita. Ognuno potrà
avere tutte le macchine sportive che avrà sempre desiderato, si potranno possedere castelli, essere imperatori,
impegnarsi validamente in qualsiasi sport. La maggior parte dei problemi che hanno sempre afflitto l’Umanità
cominceranno a svanire. La criminalità, ad esempio, rapidamente non avrà più ragione di esistere: perché rubare
qualcosa a qualcuno quando chiunque potrà avere OGNI cosa con il proprio ultravisore? Nasceranno infinite questioni
etiche del tutto rivoluzionarie, una parte di esse verrà affrontata nei capitoli che seguono, dove troverete anche
anticipazioni delle eccitanti possibilità che si apriranno.
Dopo un certo periodo di sperimentazione, ci si renderà conto che l’unica reale limitazione diventerà la fragilità
dell’esistenza fisica e la limitatezza della durata della vita umana. In Oltremondo potremo morire mille volte senza
smettere davvero di fare esperienze. Quando il corpo fisico smetterà di funzionare, invece, sarà diverso. La terza fase
del progetto Oltremondo permetterà, in un futuro più lontano, di allungare in modo formidabile la vita di ogni Uomo e
di renderla meravigliosamente attiva ed utile per sé e per gli altri. Non diventeremo immortali, ma vivremo per
moltissimo tempo e con pienezza. Quella di ognuno di noi diventerà davvero una vita lunga e prospera.
Le tre fasi del progetto di Oltremondo si svolgeranno in modo molto tranquillo, con serenità. Ogni fase preparerà alla
successiva ed ognuno di noi avrà tutto il tempo per adattarsi ai cambiamenti, che saranno comunque positivi e nella
direzione di una maggiore libertà per ogni persona. Tutti potranno essere contemporaneamente utenti e protagonisti di
ogni creazione, un periodo formidabile e bellissimo ci attende; vediamo quindi come sarà questo futuro…
I CONTENUTI
La nuova tecnologia dell’ultravisione non si affermerà finché non saranno disponibili nuovi contenuti in quantità
sufficiente. Lo sviluppo stesso dell’ultravisore e quindi della possibilità di entrare veramente nei canali di Oltremondo
sarà portato avanti con tanta più determinazione quanti più saranno i canali già disponibili, allo stesso modo in cui il
successo di una consolle per videogiochi è stato determinato dal numero di titoli su di essa disponibili. I meravigliosi
vantaggi di Oltremondo saranno chiari quando la seconda fase sarà pienamente realizzata ma negli anni che mancando
al raggiungimento di questo meraviglioso obiettivo la prima fase, lo sviluppo dei contenuti, sarà non solo un necessario
impegno ma una concreta possibilità di fruizione di nuovi prodotti e di ottenimento di eccezionali guadagni. Ogni
canale di Oltremondo, infatti, sarà sempre fruibile con mezzi inferiori all’ultravisore. La necessità di potersi muovere in
ambienti tridimensionali da esplorare con libertà potrà essere soddisfatta da qualsiasi normale computer e certamente
speciali decoder saranno sviluppati per permetterne la fruizione con normali televisori. Tali apparecchi, chiamati anche
set-top box, hanno la foggia di un normale videoregistratore e fanno da tramite tra il televisore e un nuovo servizio; le
consolle per videogiochi sono apparecchi molto simili a quanto servirà. Fino ad oggi i set-top box sono stati sviluppati
per permettere la navigazione su Internet ed hanno avuto incerte fortune. I canali in ultravisione non saranno noiosi e
statici come le pagine Web, ma ambienti attivi, dinamici, ricchi di suoni e di musiche, la vera evoluzione della
televisione. La tecnologia di Oltremondo, alla base dell’ultravisione, non solo consente l’esplorazione libera di ogni
canale ma porta con sé un’altra interessantissima possibilità: la capacità di realizzare contenuti facilmente. Con la
vecchia televisione è sempre stato piuttosto difficile girare un qualsiasi filmato: si dovevano cercare gli attori, poi le
location, cioè i luoghi in cui ambientare le scene, poi i materiali di scena e così via. Solo chi non ha mai tentato di girare
anche un semplice filmetto casalingo ignora quali immani difficoltà ci siano a tradurre in immagini una piccola
sceneggiatura. Poniamo, per esempio, che si voglia girare una scenetta che si svolge in farmacia. La parola scritta
‘farmacia’ è sufficiente a rievocarci un’immagine mentale piuttosto nitida, ma quando si tratta di film, invece che di un
romanzo o un articolo, le immagini mentali non bastano. Pensate a quant’è difficile anche solo trovare una farmacia che
ci permetta di fare le nostre riprese: se non conosciamo nessun farmacista non ne convinceremo facilmente uno a
‘prestarci’ il suo negozio. Innanzitutto in orario diurno i negozi devono lavorare, poi, se non si è Fellini, le persone sono
sempre diffidenti, magari temono si studino i locali per chissà quale losco affare. Poi si deve tener conto che i materiali
per le riprese non si possono montare e smontare in pochi minuti. Ecco che sarebbe meglio avere un teatro, un luogo
apposta dove ricreare la scena. Ma gli arredi di una farmacia costano. Se si monta una scenografia approssimativa il
filmetto sarà davvero brutto. Emerge tutta la difficoltà delle produzioni televisive: non sembrano proprio affare
semplice. Se invece i contenuti fossero immagini di sintesi (cioè generate da un computer ‘al volo’), come per
l’ultravisione, non avremmo bisogno di riprendere alcun ambiente reale. La differenza è profonda. Con la televisione ed
il cinema si fanno RIPRESE, cioè fotografie in sequenza, di ambienti fisici che devono faticosamente essere trovati e/o
preparati; con l’ultravisione si DESCRIVONO ambienti che poi il sistema di visualizzazione dell’utente, o meglio: il
computer che esso contiene, traduce in immagini generate al momento. È molto più simile allo scrivere un romanzo.
Con l’ultravisione l’autore descrive cosa vuole sia visualizzato, al limite basta che dica ‘Farmacia’, e il sistema
elettronico genererà le immagini inventandosi tutti i particolari. Per il momento non approfondiremo la tecnologia
(chiamata Ultrapeg) che sta dietro questa rivoluzionaria possibilità, la vedremo nella seconda parte di quest’opera, ma
essa è già stata definita. Con questa tecnica ognuno di noi può creare dei contenuti di ottima qualità per l’ultravisione.
Non solo tali contenuti sono interattivi ed esplorabili liberamente, ma possono essere realizzati con enorme facilità.
Allo stesso modo, produzioni culturali che fino ad oggi si sono dovute limitare ad una voce narrante e schizzi o quadri
bidimensionali fatti ‘scorrere’ sullo schermo potranno finalmente diventare davvero avvincenti. La difficoltà nel ricreare
ambienti particolari, come una città nel quattordicesimo secolo, ha sempre portato a compromessi tecnici piuttosto
deludenti. Non essendo disponibile la città dell’epoca per farvi le riprese, si è sempre optato per quadri, incisioni e
disegni d’epoca. In questo modo le produzioni culturali sono sempre state piuttosto noiose. La vita di un artista, uno
scienziato o altro personaggio, è sempre stata illustrata con quadri o fotografie della persona, variamente ripresi. Con
l’ultravisione potremo fare cose meravigliose. Quando si parlerà di un personaggio particolare potremo proporre le città
in cui è vissuto, il suo studio, il suo laboratorio e così via. Essendo in ultravisione, ognuno di questi ambienti potrà
essere esplorato dall’utente in completa libertà. Se egli lo vorrà, potrà uscire dal laboratorio e farsi un giro nella città in
cui esso si trovava per vedere com’era l’ambiente in cui è vissuto il personaggio. Tutto il lavoro di creazione dei
contenuti accessori, come ad esempio la Parigi del tredicesimo secolo, non sarà svolto dall’autore del documentario
sulla vita del personaggio, ma sarà già disponibile perché realizzato dalla Fondazione. Oltremondo sarà un ambiente di
lavoro cooperativo ed ogni contenuto potrà liberamente fare riferimento ad altri per permettere all’utente
un’esplorazione completamente libera. Questa è un’altra interessante peculiarità dei contenuti ultravisivi: essi non sono
prodotti ‘stagni’, con un inizio e una fine, senza possibilità di uscita. Ogni produzione ultravisiva potrà fare riferimento
a qualsiasi altra, senza soluzione di continuità. Ogni utente potrà seguire il percorso tracciato o suggerito dall’autore ma
potrà in ogni momento esplorare altri punti di suo interesse o addirittura partire verso nuove direzioni. Un qualcosa di
molto simile allo ‘zapping’ con il telecomando, ma molto più vicino ad un’esperienza intellettuale che a quella
meccanica della televisione. Lo sviluppo dei contenuti ultravisivi sarà così facile da portare ad un’esplosione dei canali
disponibili e ad un grande aumento della qualità degli stessi. Con la televisione si sono prodotti milioni di ore di ‘tv
spazzatura’, contenitori per la pubblicità senza grandi significati. Con l’ultravisione i paradigmi commerciali noti
potranno essere ancora applicati, ma ne nasceranno altri del tutto nuovi, soprattutto la qualità delle produzioni
aumenterà. Sarà molto bello scoprire le meraviglie della storia dell’Uomo, dell’arte e della scienza, in un modo
avvincente, spontaneo, coinvolgente e meravigliosamente nuovo.
Tutti questi nuovi contenuti saranno sviluppati nei prossimi anni e costituiranno la base per la realizzazione della fase
due, l’ultravisore, che ci permetterà di entrare davvero in essi. l’Ultravisione è il primo esempio di contenuti che
PRECEDONO la tecnologia che li visualizzerà, sarà come se si fossero realizzati i telefilm, gli spettacoli e i
telegiornali molti anni prima di avere il televisore. Negli anni che ci separano dalla fase successiva l’ultravisione ,
ancorché fruita in modo non perfetto, sarà comunque un business. La possibilità di creare nuovi contenuti
immediatamente utilizzabili, ancora più avvincenti con il passare degli anni grazie al progresso delle apparecchiature
elettroniche, farà nascere un nuovo grande mercato. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i contenuti ultravisivi non
saranno pellicole con successioni di immagini da trasmettere, ma ambienti completi, sempre disponibili, inviati ad ogni
utente singolarmente tramite la rete Internet. Si realizzerà così un qualcosa di simile al vecchio concetto di ‘video on
demand’, cioè la possibilità di far partire il proprio film nel momento in cui più ci piaccia. Ogni canale di Oltremondo
sarà un’avventura che potrà partire solo per noi nel momento in cui più ci piacerà. Pian piano le produzioni si
sposteranno sempre più verso la creazione di mondi interi nei quali vivere avvincenti avventure da soli o con altri,
qualcosa di molto simile ai videogiochi. In questi canali le cose andranno avanti autonomamente ed allora potremo
collegarci nel momento che vorremo ma vedremo cosa starà succedendo, senza possibilità di essere ‘padroni del
tempo’. In tali canali vivremo storie insieme ad altre persone, persino realizzazioni di imperi, di esplorazioni infinite, di
commerci, di avventure di ogni tipo. Tali canali saranno come i videogiochi classici, semplicemente immensamente più
grandi e più belli.
Lo sviluppo di sempre nuovi contenuti per l’ultravisione dovrà rivolgersi a formule già affermate sui media che l’hanno
preceduta. Una sorgente di ispirazione sarà ovviamente la televisione; la maggior parte dei programmi tv potranno
essere convertiti nel nuovo formato senza troppi problemi. L’altra fonte di ispirazione saranno i videogiochi. La
diffusione di mondi digitali per l’intrattenimento ha iniziato uno sviluppo vorticoso alla fine del ventesimo secolo e ha
creato nuovi generi. Le tecniche cinematografiche, caratteristiche di persone che hanno sempre lavorato
nell’audiovisivo, non hanno filtrato molto nel mondo dei videogiochi. La barriera è sempre stata quella della sostanziale
differenza nel modo di fruizione dei due tipi di contenuti: immediata, di massa e spesso ‘in diretta’ della televisione;
registrata, spesso singola e quasi sempre ripetitiva nei videogiochi. La diffusione della tecnologia dell’ultravisione
permetterà di unire tutte queste caratteristiche. In tal modo assisteremo alla nascita di contenuti costituiti da mondi veri
e propri in cui le cose accadono nel momento stesso in cui l’utente si collega e dove egli trova che l’ambiente è ‘in
diretta’, essendosi evoluto autonomamente dall’ultimo collegamento. I controlli possibili, i metodi per interagire e per
comunicare con gli altri utenti, saranno tutti derivati dalle soluzioni elaborate nel mondo dei videogiochi. Se l’industria
dell’home video , quella del cinema e quella dei videogiochi sono state tra le principali e con il più alto tasso di sviluppo
negli ultimi anni, pensiamo a cosa sarà la somma delle tre!
Con la tecnica proposta in quest’opera e descritta compiutamente nei capitoli che seguono, ogni persona potrà essere
non solo un utente ma anche un AUTORE di contenuti ultravisivi. Il fatto che tutti gli oggetti dell’ultravisione saranno
una sorta di ‘mattoncini di un gioco di costruzioni’, liberamente utilizzabili da chiunque, libererà il potenziale creativo
di milioni di persone. Letteralmente chiunque potrà realizzare degli ambienti ultravisivi, per gioco o sul serio. Un nuovo
modello di lavoro si affermerà, proprio in questo settore che, come abbiamo visto, raggiungerà dimensioni
importantissime: il modello cooperativo. Con questa metodica, il lavoro di ogni autore non è confinato all’interno delle
sue realizzazioni, ma può essere riutilizzato da tutti. Le fasi più pesanti dello sviluppo di nuovi contenuti saranno rese
semplicissime: non si dovrà più lavorare moltissimo, con l’aiuto di tante persone, per ricreare qualsiasi scena. Ogni
persona che desidererà produrre una storia ambientata in qualsiasi luogo, reale o di fantasia, potrà ottenere un risultato
di ottimo livello anche solo con le proprie forze. Inquadrature impossibili con i vecchi metodi diventeranno persino
banali. Pensiamo a come sia difficile, ad esempio, riprendere un’automobile che sfreccia su un lungomare, ponendosi da
un punto di vista cento metri al largo della costa e quaranta metri al di sopra del mare. Tali riprese hanno sempre
richiesto la costruzione di impalcature costose o il noleggio di elicotteri. In mondi sintetizzati dai computer degli
ultravisori, invece, si potrà porre lo spettatore in qualsiasi posizione e fargli compiere ogni tipo di evoluzioni.
Vi è un numero enorme di contenuti da rendere ultravisivi: tutti i film, tutti i documentari e ogni tipo di produzione del
passato che si presti a tale evoluzione. Oltre a quanto già prodotto, esistono moltissimi argomenti che non sono mai stati
affrontati in modo esauriente per le limitazioni dei media disponibili. Si pensi, ad esempio, a tutti i documentari
ultravisivi che sarebbero possibili sulle epoche del passato: anche solo l’antica Roma costituirebbe una meravigliosa,
lunghissima esperienza. Quasi nessuna produzione audiovisiva classica ci ha mai rappresentato in modo
scientificamente corretto una giornata all’epoca di Augusto. Con l’ultravisione creeremo la città di Roma dell’epoca
augustea nella quale si potrà andare in giro, guardandosi attorno, persino parlando con i passanti. E come Roma lo
stesso avverrà per ogni altra città del mondo in ogni epoca. Pensate a come sarà eccitante poter passeggiare tra le grandi
piramidi in Egitto, tra un tempio ed un altro. l’Ultravisione ci permetterà anche di chiedere, con la pressione di un
semplice tasto, la descrizione di qualsiasi oggetto staremo vedendo. Sarà interessantissimo poter saper tutto di ogni
statua, di ogni affresco, di ogni edificio. l’Ultravisione non sarà assolutamente simile alle vecchie enciclopedie
multimediali. Nel momento in cui chiederemo una qualsiasi spiegazione, infatti, essa ci sarà data da una gradevole voce,
non tramite un riquadro con del testo da leggere. Ogni nostra domanda avrà una risposta tramite una bella voce, della
musica e delle immagini in movimento.
C’è un numero infinito di giovani con tanta voglia di creare meravigliose storie ed avvincenti avventure, ma fino ad
oggi hanno quasi sempre dovuto tenere a freno la loro fantasia. Se si leggono riviste di qualsiasi settore si nota quanti
siano i contributi per qualsiasi tipo di contenuti. Con gli strumenti attuali solo pochissimi possono consacrarsi a questa
attività e ricavarne di che vivere. Con la tecnologia dell’ultravisione si apriranno enormi spazi del tutto nuovi in cui
creare ogni sorta di contenuti e nascerà una tecnologia per lo sviluppo di essi del tutto rivoluzionaria. Ogni essere
umano potrà esprimersi, creare mondi meravigliosi e divertenti per sé e per gli altri. Ognuno di noi con l’avvento
dell’ultravisione potrà fare esperienze del tutto incredibili o ripercorrerne di già fatte ma da un nuovo punto di vista. La
fase dello sviluppo dei contenuti per l’ultravisione sarà eccitante e meravigliosa, alla fine saremo tutti più ricchi di
possibilità.
Alla fine della prima fase dello sviluppo dei contenuti realizzeremo l’ultravisore, con il quale potremo entrare in essi
con un livello di immersione totale. Ci sembrerà di ESSERE nei luoghi che prima avremo visto ed esplorato a piacere,
potremo annusare, toccare, gustare tutte le cose che fino a quel momento avremo solo visto e sentito. Tali possibilità
porteranno alla più incredibile rivoluzione che abbia mai colpito il genere umano. Se le meravigliose novità della prima
fase dell’ultravisione vi hanno ingolosito, la rivoluzione che si scatenerà quando la seconda fase quella dell’ultravisore,
inizierà vi sconvolgerà positivamente. Quando tutti parleranno delle meraviglie dell’ultravisione voi saprete che esse
saranno solo il necessario prologo alla più grande rivoluzione sociale, economica, culturale, politica e mentale della
storia dell’Umanità. Questa seconda fase e soprattutto le incredibili possibilità che ci offrirà sono descritte nei capitoli
che seguono…
COME FUNZIONERÀ OLTREMONDO
In questo capitolo cominceremo a vedere COME si realizzeranno le meraviglie che ci aspettano. Scopriremo come la
tecnologia della realtà virtuale si evolverà in un qualcosa del tutto diverso da quello che si è visto alla fine del
ventesimo secolo: l’ultravisione, evoluzione della televisione e soprattutto l’ultravisore. Dopo tale definizione non
parleremo più di quella vecchia tecnica, potrebbe essere fuorviante, ma in questo capitolo dobbiamo analizzarla per
capire cos’era davvero. Innanzitutto definiamo cosa si intende per realtà virtuale: un complesso di tecniche tese alla
creazione di ambienti artificiali che non esistono altro che nella memoria di un sistema di computer. Tali ambienti,
variabilissimi in base alla fantasia o necessità degli sviluppatori, vengono poi riprodotti con svariate tecniche in modo il
più possibile realistico, cercando di far credere all’utente che egli è DAVVERO nell’ambiente artificiale, che percepisce
quindi come una realtà.
Tutte le realizzazioni della realtà virtuale hanno sempre deluso coloro i quali credevano che si potesse fare come nei
film di fantascienza: vivere in un mondo simulato che sembrasse a tutti gli effetti come quello vero. Ciò è impossibile
con i mezzi finora impiegati; vediamo come mai. Si distinguono due tipi di realtà virtuale: immersiva e non immersiva.
Quella immersiva è la più completa, essendo l'altra niente di più che un'immagine interattiva sul monitor di un
computer, eventualmente tridimensionale mediante l’uso di opportuni occhialini. La realtà virtuale immersiva prevede
l'uso di speciali caschi che proiettano un'immagine leggermente diversa per ogni occhio, creando una visione
stereoscopica, cioè tridimensionale. In questi caschi si trovano cuffie che generano un suono detto olofonico, cioè
anch'esso tridimensionale. Il casco ha dei sensori di movimento in modo che, se si gira la testa, l'immagine che vediamo
si muove sugli schermi che abbiamo davanti agli occhi in modo naturale, dandoci l'impressione di guardarci realmente
intorno nel mondo simulato. Se guardiamo in basso vedremo rappresentato il prato, se guardiamo in alto il cielo, se di
lato gli oggetti che lì si trovano. In pratica, il mondo artificiale scorre davanti ai nostri occhi nella direzione contraria a
quella in cui muoviamo lo sguardo, proprio come nel mondo fisico, con perfetto sincronismo. Possiamo poi indossare
uno o più guanti, detti dataglove, che rilevano il movimento delle dita e fanno compiere gli stessi movimenti ad una
mano virtuale che vediamo nel mondo simulato mediante la quale possiamo interagire con esso. I modelli più avanzati
di questi aggeggi possiedono piccoli motori che frenano le nostre dita nel guanto in modo che, se afferriamo per
esempio un oggetto solido, sentiamo la resistenza alla pressione. I modelli di simulatore più esoterici hanno anche una
tuta da indossare che ci può dare varie sensazioni in parti del corpo. Per evitare che l'utente cammini come un
sonnambulo e vada a sbattere contro un muro o magari sia strattonato dai cavi quando supera la loro lunghezza, si sono
realizzati dei trabiccoli che sospendono il corpo in aria al centro di stilose strutture di metallo.
Questo è tutto, e più di così difficilmente si otterrà. Sono stati realizzati vari software che producono mondi simulati in
cui fare qualcosa con la realtà virtuale; per la maggior parte sono penosi esercizi di estetica non interessanti, con muri di
colori omogenei e suoni falsamente 'spaziali'. Noia e niente da fare. Negli ultimi anni si sono sviluppate molte utili
applicazioni, specialmente nel campo dell’industria, del design e dell’architettura, ma molto poco di valido per
l’intrattenimento o la didattica. Andiamo molto meglio con i videogiochi 'in soggettiva', dove sul monitor del computer
o sul televisore collegato alla consolle vediamo, come da una telecamera sulla nostra testa, un mondo ben simulato. In
questi giochi possiamo correre, saltare, camminare o nuotare, spesso sparando a tutto quello che si muove. Tali
realizzazioni sono da usarsi con un comune computer o consolle, quindi monitor e tastiera, nessuna immersione ma
tutto è molto divertente. Per guardarsi intorno nel mondo del gioco si usa di solito il mouse, spostandolo avanti si
guarda in alto, di lato si osserva cosa c’è su quel lato e così via. Per muoversi avanti si preme di solito la ‘freccia su’
della tastiera e così per tutti gli altri movimenti. I videogiochi ben fatti non sono realizzati per le bardature 'immersive'
perché gli attrezzi visti prima costano centinaia di migliaia o addirittura milioni di dollari, la gente non può certo averli.
In ogni caso, anche con eccezionali aggeggi addosso, proprio nessuno può credere nemmeno per un istante di essere
DAVVERO in un mondo reale. Il problema è che tutti questi sistemi cercano di stimolare in modo meccanico i nostri
sensi, che sono molto più raffinati e colgono l'inganno. Se si cammina appesi in aria, ad esempio, non si sente la
pressione del proprio corpo sul terreno quando si appoggia un piede e si capisce subito che si sta sgambettando
stupidamente. Si potrebbe ovviare con un costosissimo pavimento mobile ma dovrebbe potersi muovere in tutte le
direzioni, dato che il soggetto potrebbe decidere di svoltare di lato in qualsiasi istante. Come sarebbe poi possibile
simulare vari tipi di terreno? Come potremmo mai rendere la sensazione dell'erba sotto i piedi, delle onde che ci
accarezzano le caviglie, del calore che sale da una via di New York in pieno Agosto? E questo solo per i piedi, per il
resto del corpo è ancora peggio. Se vogliamo creare mondi digitali che sembrino perfettamente veri, con tutte le
sensazioni della vita e magari altre che ora sono impossibili occorre creare qualcosa di nuovo, occorre
l’ULTRAVISIONE.
Chiediamoci qual è la parte più importante del nostro corpo, chi dobbiamo 'ingannare'.
Il cervello, è ovvio. Se riuscissimo a mandare le sensazioni direttamente al cervello, saltando gli organi di senso, allora
potremmo davvero creare qualsiasi ambiente, qualsiasi sensazione. Tutti i sensi sarebbe coerenti, se sento qualcosa col
piede quadra con la pelle del polpaccio e con la vista, l'olfatto e così via. Con un computer abbastanza potente che
conosca il mio schema mentale di ingresso, potrei ricevere l'immagine sensoriale di un mondo continuamente
aggiornata, coerente e nitida. Sarebbe perfetto, e indistinguibile da un'esperienza fisica. Ma c'è di più: lo stesso sistema
potrebbe rilevare i comandi in uscita dal cervello verso i muscoli del corpo e far così muovere il mio corpo simulato nel
mondo virtuale con incredibile naturalezza. Sarei io, o qualsiasi altro essere volessi diventare, mi sentirei lì, presente,
VIVO. Lo stesso sistema dovrebbe occuparsi di attenuare o azzerare i comandi in uscita dopo averli rilevati, in modo
che il mio corpo fisico, comodamente sdraiato o seduto, non si muova in modo sconclusionato e davvero poco elegante.
Questa attenuazione si può ottenere inviando ai nervi motori un segnale uguale ed opposto a quello rilevato o
stimolando un’apposita area del cervello che normalmente funge da interruttore per evitare eccessivi movimenti durante
il sonno. Tutto questo ovviamente dovrà essere perfettamente reversibile e scollegabile senza il benché minimo danno in
qualsiasi momento. Per il momento non parliamo del funzionamento dell’ultravisore, un apparecchio probabilmente con
la forma di un caschetto, che sarà necessario, lo vedremo più avanti nei capitoli della seconda parte dove tutto verrà
spiegato. Per ora soffermiamoci sulle meravigliose realizzazioni che diventeranno possibili.
MONDI SENZA FINE
Immaginate mondi in cui potete volare, essere istantaneamente a Parigi e il momento dopo a New York o su una
sperduta isola della Polinesia. Immaginate mondi in cui potete vivere come un attore di uno qualsiasi dei film prodotti
fino ad oggi e di qualunque a venire. Un mondo medioevale, un mondo primitivo, un mondo di Star Trek, un mondo
come il nostro ma in cui non si debba mai soffrire la fame, la sete, il caldo, il freddo, nessun disagio. Immaginate
l'affrancamento da quasi tutte le malattie, poter avere qualsiasi corpo, essere un animale, un albero, il vento o altre
sensazioni che ancora non hanno nome. Infinite possibilità espressive, qualsiasi arte a vostra disposizione, tutto lo
scibile umano come se aveste studiato attentamente tutti i libri del mondo, infiniti giochi, piaceri, idee. Una quantità
illimitata dei migliori vini di tutti i tempi, cibi strepitosi e la possibilità di mangiarne quanto volete senza ingrassare.
Sembra il paradiso? Non è per questa vita? Invece vi dico che è possibile, si può fare, possiamo arrivarci lavorando
insieme. Non è più difficile di quanto lo sia stato andare sulla Luna, possiamo averlo e nell'arco della nostra esistenza!
La fondazione Ultramundum ha come scopo lo sviluppo dei sistemi elettronici e software per la creazione di un
universo digitale contenente l’attuale cosmo conosciuto ed infiniti altri mondi in cui l’Uomo possa vivere
esistenze del tutto simili a quella fisica ma senza alcune o nessuna delle sue limitazioni.
Oltremondo sarà un universo di mondi, ognuno con proprie caratteristiche, come i tanti canali della televisione
satellitare. Più che di mondi si tratterà di veri e propri universi paralleli, ognuno avrà una diversa estensione che potrà
anche essere infinita. Così avremo un canale che consisterà unicamente di una sola isola sospesa in un mare di nuvole e
altri che si potranno esplorare all'infinito con stelle, galassie, nebulose, ammassi globulari e buchi neri, ma senza la
noiosa limitazione della velocità della luce. Quanti canali saranno realizzabili? Un numero infinito, che aumenterà alla
stessa velocità dei siti Internet, ogni persona potrà aggiungere il proprio e dotarlo di tutte le caratteristiche che vorrà.
Esisteranno sistemi di sviluppo, semplici ma potenti, con i quali chiunque potrà creare un nuovo universo aggiungendo
e modificando qualsiasi elemento; nel proprio universo si potrà essere soli in mezzo ad una natura bizzarra e
meravigliosa oppure invitare gli amici, come si fa con la propria casa. Come ci si potrà collegare? La Fondazione
svilupperà un apparecchio, l’ultravisore, che probabilmente avrà la foggia di un caschetto, del costo di un normale
videoregistratore, con il quale ogni essere umano potrà entrare in Oltremondo. Non appena si indosserà il caschetto e lo
si attiverà, la realtà fisica sparirà e ci si ritroverà nel canale di partenza prescelto, come se si fosse varcata una porta e si
fosse entrati in un nuovo ambiente. Il nostro corpo fisico resterà comodamente sdraiato o seduto, mentre la nostra mente
inizierà a muoversi con il corpo digitale che avremo scelto, e che comanderemo nello stesso identico modo di quello
fisico. La sensazione sarà come quella del chiudere gli occhi, poi riaprirli e trovarsi in un altro luogo, perfettamente a
proprio agio e con una normale sensazione di realtà. In qualsiasi momento lo si vorrà si potrà, con un semplice comando
(ad esempio dicendo a voce alta ‘USCITA’), spegnere l’apparecchio e ritrovarsi nel corpo fisico, togliersi il caschetto ed
andare via, come si fa quando si spegne il televisore. L’uso del caschetto non produrrà alcun effetto collaterale, lo si
potrà usare per il tempo che si vorrà senza alcuna imposizione e diverse persone, per esempio un’intera famiglia,
potranno collegarsi nello stesso momento, ognuno con il suo caschetto, per esplorare insieme nuovi mondi (come per la
televisione).
Oltremondo avrà un mondo centrale, comodo punto di partenza per qualsiasi altro canale, perfetto e confortevole. Il
mondo centrale sarà una meraviglia di architettura e natura selvaggia, il meglio di tutte le epoche dell'Umanità. Qui
ognuno potrà comodamente studiare tutti i mondi a disposizione, il clima sarà perfetto e regolato singolarmente sulle
esigenze di ognuno. In un gigantesco 'atrio partenze' si potrà scegliere la propria destinazione in totale libertà. In caso di
non gradimento si potrà sempre tornare in qualsiasi istante al mondo centrale dove si sarà certi di trovare un ambiente
confortevole, sicuro e rilassante. Infiniti spazi variamente arredati sul gusto di ognuno permetteranno di discutere delle
caratteristiche di ogni canale con altre persone che ci sono già state o che lo hanno creato. Nel cuore del mondo centrale
si ergerà la stele di granito che recherà incisi i nomi dei Fondatori di Oltremondo, ad imperitura memoria; voi potrete
essere uno di essi.
I vari canali disponibili dovranno essere in qualche modo suddivisi ed organizzati per facilitare la scelta. Questa
importante decisione, come tutte le altre di Oltremondo, sarà stata presa dall'assemblea dei Fondatori, coloro che hanno
contribuito alla realizzazione dell'Idea. Vedremo più avanti il tipo di democrazia di Oltremondo e come tutti saranno
coinvolti nelle decisioni importanti che occorrerà prendere. Si può qui solo accennare ad una possibile organizzazione
che sembra logica ed efficace, la decisione finale spetterà all'Assemblea. Una prima distinzione importante dovrà essere
tra i canali condivisi e quelli individuali. Un canale condiviso è un universo digitale in cui gli esseri intelligenti presenti
sono i corpi digitali di persone vere il cui cervello pilota il corpo di sintesi. In un tale universo vigono leggi sociali
molto simili a quelle del mondo fisico: non tutto è permesso, la vostra libertà personale finisce dove inizia quella degli
altri. I canali condivisi possono essere 'puri' o ibridi. In un canale ibrido non tutti gli esseri intelligenti sono proiezioni di
cervelli umani, alcuni possono essere robot pilotati dai computer, magari per fare le comparse. I canali individuali sono
mondi in cui TUTTI gli esseri viventi presenti sono robot generati dai computer. In un tale canale si è l'unico essere
umano e quindi tutto ci è teoricamente permesso. Un tale canale non è così interessante come quelli condivisi ma può
essere molto divertente.
I canali individuali diventeranno ciò che oggi è la televisione, strumenti di svago e di evasione. La vera vita si svolgerà
sicuramente nei canali condivisi, con maggiori responsabilità e maggiori interessi. Fra i canali condivisi i primi tre
dovranno essere speciali: il primo sarà 4DGea, la copia PERFETTA del mondo fisico, con aggiornamenti istantanei di
tutte le sue parti in modo da riflettere il più precisamente possibile il vero stato di ogni punto del nostro vecchio mondo.
In questo canale si potrà essere spettatori passivi, sorta di fantasmi che potranno in alcuni casi anche passare attraverso i
muri ma non riusciranno a muovere nemmeno uno spillo. Per ragioni di privacy, però, certamente non tutti i muri
potranno essere varcati! Se si vorrà interagire con il mondo fisico si potrà prendere a noleggio un robot meccanico che,
anche se goffamente, ci potrà permettere un’interazione con la realtà. Questi robot saranno disponibili nelle maggiori
città della Terra e saranno noleggiabili come si fa oggi con un tassì. Un tale servizio ci permetterà una sorta di semplice
teletrasporto permettendoci di essere in ogni punto della Terra istantaneamente; questo solo servizio già giustificherebbe
il progetto Oltremondo. Il 4D del nome indica che oltre alle tre dimensioni normali esisterà la possibilità di muoversi
lungo la quarta dimensione: il tempo. Potremo così esplorare la Terra in uno qualsiasi dei sui periodi passati, ricostruita
nel più fedele dei modi. Il secondo canale, 4DGea+, sarà la copia perfetta del mondo fisico ma con alcune
personalizzazioni. In essa non dovremo soffrire il caldo se, per esempio, attraverseremo un deserto sotto il sole. Nel
secondo canale le sensazioni del mondo fisico saranno attenuate e migliorate per renderlo molto più confortevole di
com'è ora o di com’è stato in ogni tempo. Sarà anche possibile volare ed esplorare la Terra come mai si potrebbe nel
mondo reale. Il terzo canale infine, virtual Gea, sarà come il secondo ma permetterà un’interazione che ci metterà in
grado di modificare il mondo e spostare qualunque oggetto. In questo modo si potrà prendere in mano o manipolare le
cose che ci interesseranno per esaminarle meglio. Ovviamente una tale interazione modificherà lo stato di virtual Gea
facendolo differire da quello della Terra fisica dell’epoca e pertanto ogni persona o gruppo di persone partirà da una
copia del mondo e in quella copia potrà operare facendola alla fine differire anche significativamente dal mondo fisico.
Questi tre mondi condivisi saranno necessari per avere sempre un'immagine personale ed esplorabile della realtà fisica e
come punto di partenza per i neofiti che vorranno prendere contatto con le enormi possibilità di Oltremondo partendo da
punti di riferimento esistenti e ben conosciuti. Nei primi tre mondi, infatti, ognuno ritroverà la propria casa del mondo
fisico, perfettamente uguale in ogni dettaglio, ritroverà la sua città, la sua auto e così via. Il vero divertimento, la grande
meraviglia, inizieranno con i mondi successivi. I sistemi di sviluppo consentiranno di partire da qualsiasi mondo
esistente, la Terra fisica ad esempio, e modificarlo come si vuole. Esisteranno canali condivisi per ogni tendenza umana,
esistente o di là da venire. Il canale nudisti consisterà di un intero universo dove non esistono i vestiti, il canale
dell'Amore conterrà solo persone in perfetta armonia e felicità, il canale della guerra permetterà di prendere parte alle
più grandi battaglie senza farsi alcun male ed essendo lo stratega, il soldato, il colonnello, il comandante di portaerei o
di una legione. Ogni tendenza potrà essere espressa e soddisfatta con infinite sfumature e variazioni. Infiniti saranno i
canali dedicati alla fantascienza, a cominciare da innumerevoli mondi di Star Wars, Star Trek con Federazione dei
pianeti uniti, Klingon, serie classica e altri (se non conoscete già questi elementi ‘classici’ sarà ancora più divertente
scoprirli personalmente). Ci starete già pensando... il sesso. Il sesso è argomento di un capitolo più avanti ma
ovviamente TUTTO sarà possibile, a cominciare da un mondo individuale pieno dei partner che desideriamo, tutti
desiderosi di compiacerci. Pensate ad un mondo dove potete fare una capatina a vedere l'alba nella savana del
giurassico, tra dinosauri incredibili e profumi mai sentiti, saltare per l'ora di pranzo nella Roma dei Cesari, aggirarvi per
la Suburra e il Foro, pranzare in una Taberna per poi controllare l'avanzamento della nuova stazione spaziale in vetro
che state realizzando in orbita attorno al pianeta dei campanelli e poi finire con una deliziosa cenetta a lume di candela
in un ristorante della Parigi dell'800 in compagnia di Cleopatra che ammirerete trasportando il vostro tavolo sulla cima
della Tour Eiffel a mezzanotte, onde godervi il fresco venticello della primavera francese, a 300 metri di altezza sulla
Ville Lumiere...
I canali immaginabili non hanno limiti, tutto diventerà possibile, grandiose architetture saranno realizzate, edifici prima
impensabili potranno stare in piedi e sfidare il cielo. Esplorare pianeti lontani o remote civiltà della Terra perfettamente
riprodotte da eminenti studiosi sarà alla portata di tutti. Chi non vorrebbe provare la vita di ogni giorno dell'antico
Egitto? Potremo passeggiare tra le piramidi ed i templi di Karnak vedendoli nell'antico splendore, coperti di marmo e
pietre meravigliose. Potremo essere Sandokan, o Janez, il corsaro nero o qualsiasi personaggio di qualsiasi libro scritto
o ancora da pensare. Chi ha sempre sognato di essere un campione di basket sarà il migliore, il più veloce, il più
osannato. Hai un sogno? Esso sarà vero, vivo, esattamente come lo hai sempre immaginato, perfino migliore. Vuoi
visitare un qualsiasi luogo della Terra, dello spazio o del tempo? Ci sarai istantaneamente. Vuoi un mondo di mucche
parlanti ? Crea la tua pazzia.
GLI ULTRANAUTI
Occorre una definizione per coloro che si avventureranno nei canali di Oltremondo, Ultranauti sarà un termine adatto.
Gli ultranauti si collegheranno con i metodi più vari alla rete e godranno di possibilità diverse a seconda del tipo di
connessione; si andrà da coloro che disporranno di un semplice personal computer con schermo e mouse fino a quelli
che saranno completamente immersi grazie all’ultravisore. Gli ultranauti potranno accedere ad ogni canale con due
modalità: esclusiva o condivisa. Infatti, non solo ogni canale potrà proporre la connessione in cui l’utente è l’unico
essere vivente dell’ambiente oppure quella ‘a mondo pubblico’ in cui incontrare altre persone, ma il singolo collegato
potrà scegliere la modalità che preferisce. Nel caso del 4Dgea, ad esempio, ogni ultranauta si collegherà in modalità
condivisa e in ogni punto della Terra troverà altre persone pertinenti all’epoca ricostruita mescolati ad altri come lui.
Sarà possibile distinguere gli ultranauti dalle ‘comparse’ relative all’epoca visualizzata grazie ad un indicatore visivo
che ci segnalerà a colpo d’occhio se la persona è un collegato. Tale artificio potrebbe essere una brillante spilla che
ognuno potrà scegliere come indossare ma che sarà del tutto obbligatoria. In caso non si intenda interagire con gli altri
oppure si voglia vedere solo le persone dell’epoca, con un semplice comando si disabiliterà la visualizzazione degli altri
ultranauti. In una tale modalità anche noi spariremo alla vista degli altri ed in pratica ci ritroveremo in una copia del
mondo per noi soltanto. Tale modalità non sarà facilmente reversibile in caso di mondi condivisi interattivi. In tali canali
infatti ognuno potrà spostare o modificare gli oggetti e se lo facesse in modalità condivisa gli altri vedrebbero il nuovo
stato dell’ambiente che sarebbe il risultato delle interazioni con tutti, mentre al passaggio in modalità personale ogni
modifica avrebbe effetto solo alla copia del mondo in cui si trova il singolo ultranauta. Nasce il problema di come
gestire il ritorno alla modalità condivisa; se l’utente ha fatto delle modifiche che ne sarà di esse? Dovrebbe esistere una
copia di ogni mondo condiviso che sia quella ‘ufficiale’, risultato delle interazioni con tutti. Al momento del passaggio
in modalità personale si creerà una copia dell’ambiente in cui l’ultranauta potrà agire come crede e in cui potrà accettare
altri ultranauti a suo comando. Nel momento in cui decidesse di tornare in modalità condivisa si ritroverebbe nella copia
‘ufficiale’ e la sua ‘personale’ andrebbe distrutta oppure sarebbe congelata per poterla riprendere in seguito. In questo
modo ogni ultranauta avrebbe tutta una serie di copie di vari mondi in cui poter tornare in qualsiasi istante da solo o con
altri di sua scelta, un po’ come se avesse varie residenze di cui possedesse le chiavi ed un uso esclusivo ed in cui potesse
invitare chi vuole. Con un sistema di e-mail potrebbe poi, se lo volesse, inviare una copia di questi ambienti ad un altro,
in modo che egli abbia lo stesso ambiente per sé. Le ingenti necessità di memoria ci spingeranno in una prima fase alla
limitazione ad un numero massimo di, ad esempio, dieci mondi personali per ogni ultranauta ma con l’inevitabile
sviluppo futuro questo limite potrà essere molto ampliato. Ricapitolando, le varie modalità possibili con cui un
ultranauta potrà visitare un mondo saranno:
•
•
personale: tutto l’ambiente per sé, nessuna interazione con altri se non invitati
condivisa: ambiente pubblico, presenza di altri, possibilità di passare ad una copia personale
•
•
•
in entrambe le modalità ci saranno tre possibili livelli di interattività:
nessuna: il mondo è solo visitabile, non è concesso modificare nulla
manipolatoria: si possono prendere gli oggetti, esaminarli ed eventualmente azionarli
totale: qualsiasi interazione è possibile, si possono modificare gli oggetti
Ogni ultranauta potrà visitare un mondo, a qualsiasi livello vorrà, fra quelli messi a disposizione dai creatori del canale.
Il 4DGea ad esempio sarà visitabile in modalità personale o condivisa con una interattività di livello ‘nessuna’; E’ ovvio
infatti che non si potrà muovere neanche uno spillo nel mondo fisico, specie del passato.
Ogni Ultranauta avrà a disposizione un efficiente sistema di comunicazione, del tutto paragonabile ad un ultrapotente
telefono cellulare. Con un tale apparecchio, che assumerà le fogge più varie a seconda del canale e del suo stile (ad
esempio un monile in bronzo per l’epoca pompeiana), si potrà comunicare con qualsiasi altro ultranauta,
indipendentemente dal canale in cui egli si trova. Grande attenzione sarà posta nel non introdurre attrezzi che nell’epoca
storica simulata non erano disponibili. Ci saranno due possibilità: nei canali storicamente ambientati ma meno ‘seri’ gli
sviluppatori realizzeranno apparecchi, anche di vari tipi all’interno dello stesso canale, che forniranno tutta una serie di
funzioni di comunicazione standard, mentre nei canali che simuleranno un’epoca in modo rigoroso nessuno strumento
che non fosse disponibile all’epoca potrà essere usato. Nascerà quindi il problema di come fornire le funzioni di
comunicazione all’interno di canali ‘seri’. La soluzione sarà nell’uso di una versione del ‘telefono cellulare ultrapotente’
realizzata direttamente nel Tabulator, il computer personale. Il Tabulator è oggetto di un capitolo più avanti, si può qui
accennare al fatto che esso sarà il ‘computer della simulazione’, in grado di generare degli schermi elettronici fluttuanti
nell’aria davanti ad ogni ultranauta. Tali schermi potranno essere visibili solo da lui oppure anche da altri. Nel caso il
mondo in cui ci si trovi non consenta l’uso del comunicatore, si potrà comunque richiamare un ‘comunicatore base’
all’interno del proprio Tabulator e con esso comunicare con chi si vorrà. Nei canali di ‘serietà estrema’ nessun
ultranauta potrà rendere visibile il proprio comunicatore gestito dal tabulator e allora gli altri non vedranno la persona
mentre lo usa. Molto probabilmente la soluzione sarà quella di far restare immobile l’ultranauta alla vista degli altri,
mentre egli, all’interno del proprio simulatore, usa il comunicatore. Cosa si potrà fare con il comunicatore? Pensate a
tutte le funzioni del più avanzato telefono cellulare e ne avrete una pallida idea. Si potrà comunicare a voce, come con
una normale telefonata, si potrà vedere ciò che l’interlocutore vede (se egli lo vorrà), si potranno inviare messaggi
scritti, immagini, riprese ed ogni tipo di dati. Con il sistema di e-mail si potrà inviare della posta senza che l’altra
persona ci debba rispondere immediatamente e questa sarà conservata e leggibile anche nel mondo fisico mediante una
normale connessione Internet. Pensiamo inoltre ad una moda che si sta sempre più affermando: l’uso degli auricolari. Si
incontrano sempre più persone per strada che sembrano parlare da sole, mentre tengono il telefono in tasca. Questa
funzione sarà ancora più potente in Oltremondo: il telefono potrà sparire del tutto e un ultranauta potrà parlare
normalmente mentre uno o più altri sentiranno ciò che dice e potranno parlare a loro volta direttamente nel suo
orecchio. Il telefono non ci sarà più, tutta la cosa si attiverà semplicemente selezionando un’opzione. Allo stesso modo i
nostri interlocutori potranno anche vedere ciò che noi vediamo, senza che si debba indossare strane telecamere nascoste
negli occhiali o in qualche altro posto.
E’ ovvio che se la persona non sarà collegata ad Oltremondo in quel momento o se le regole del canale in cui si troverà
non lo consentiranno, la comunicazione sarà impossibile; in tale caso si potrà lasciargli un messaggio con un sistema
molto simile all’e-mail. La posta elettronica, di tipo sia testuale che vocale, rimarrà infatti quasi del tutto simile a quello
che era su Internet e permetterà un collegamento attraverso i canali, lo spazio e il tempo. Grande cura andrà posta a cosa
il sistema comunicherà al chiamante. Sarebbe infatti utile che potesse sapere se il chiamato si trova in un canale in cui
non può ricevere comunicazioni, se vi rimarrà ancora a lungo, o se è semplicemente scollegato. Ma tali informazioni
potrebbero creare problemi di privacy (pensiamo ad un’amante che scopre che il partner si diverte di nascosto).
Occorrerà quindi che il destinatario possa impostare una risposta personalizzata in base al codice del chiamante. In tale
modo, avendo a disposizione una estesa serie di possibilità, chiunque potrà gestire al meglio le comunicazioni. Si potrà
impostare il comunicatore in modo che, in caso di chiamata da parte di una lista di amici di livello ‘n’, mostri una nostra
registrazione in cui avvisiamo che siamo nel canale ‘X’ e ci rimarremo ancora per venti minuti mentre tutti gli altri
otterranno un generico segnale di occupato.
Ogni ultranauta potrà scegliere come apparire, con quale corpo e sotto quale aspetto. Tempo fa parlavo di questo con un
amico ed egli mi dipinse una gustosa immagine di qualche pazzo che magari avrebbe voluto essere un distributore di
benzina per vedere la vita passargli attorno, non c’è motivo per cui ciò non dovrebbe essere possibile. Si potrà essere
qualsiasi Uomo, donna, bambino o animale. Si potranno avere le dimensioni e gli organi di senso che si vorranno.
L’unico limite saranno le regole del canale che potranno imporre delle limitazioni (magari nessun distributore di
benzina!) In questo modo molti potranno provare la vita dell’altro sesso o magari le tradizioni di altre razze umane.
Potrà essere ,ad esempio, molto interessante diventare un falco e volare alto nel cielo. Ovviamente si potrà essere
atletici, bellissimi, agili; prevedo però che presto nascerà un nuovo modo di essere raffinati: scegliere corpi un po’
obesi, imperfetti, che saranno molto più originali della massa di esseri perfetti che senza dubbio sarà presente in ogni
canale.
IL NUOVO CINEMA
Come sarà il cinema in Oltremondo? Fino ad oggi quest'arte è stato quanto di più vicino all’esperienza dei canali
oltremondani si sia potuto realizzare. Il cinema ci ha fatto vivere ogni emozione, meravigliose avventure, ci ha fatto
ridere, piangere, sospirare. L'unico modo per vivere uno scorcio della vita delle epoche passate è stato finora la
ricostruzione su di un magico schermo. Molti esperimenti sono stati tentati per realizzare un nuovo cinema. Alcuni
hanno sviluppato sistemi più avvolgenti e realistici: l'Imax, ad esempio, è un sistema che utilizza pellicole dai
fotogrammi enormi per proiettare luminosissime e dettagliatissime immagini su schermi grandi come più campi da
calcio. Altri hanno creato sedili mobili o veicoli che si muovono in sincronia con le immagini per dare l’illusione del
movimento utilizzando accelerazioni momentanee o la stessa forza di gravità. Il più fallimentare esperimento di cinema
‘nuovo’ è stato il cosiddetto cinema interattivo. Con questo nome si sono chiamati vari sistemi che dovrebbero
permettere agli spettatori di interagire con la storia che si dipana sullo schermo. In tutte le applicazioni si è finiti a
proporre una trama ‘ad albero’: in vari punti cruciali della storia lo spettatore può decidere quale strada imboccare tra le
(poche) opzioni disponibili; in questo modo una trama altrimenti lineare si biforca spesso creando un albero di scelte
che può portare a vari finali, anche molto diversi. Nei modelli più semplici la scelta avviene pigiando un pulsante su tre
per scegliere una direzione o un comportamento, in quelli più sofisticati si ‘pilota’ il protagonista come in un
videogioco. In caso di sale con tanti spettatori, ovviamente, la scelta avviene in modo democratico, la maggioranza
vince. I primi esperimenti sono stati sospesi per le risse tra le fazioni opposte in cui si sono immediatamente divisi gli
spettatori! Gli esperimenti con spettatori singoli non hanno prodotto spargimenti di sangue ma solo la noia del soggetto
dopo una breve euforia iniziale. Il fatto è che se non si è protagonisti non interessa decidere gli atti di altri tramite
sistemi macchinosi e burocratici. Se non ci sei tu sulla scena è molto più divertente stare a vedere cosa fa il personaggio
per poi magari criticarlo. Quindi il vero cinema interattivo potrà esserci solo in Oltremondo, in canali tematici o in cui
ogni mese si riparte dallo stesso punto in modo da potersi cimentare con la stessa situazione ripetutamente e magari
ogni volta dal punto di vista di un diverso protagonista. Un canale-film potrà ad esempio prevedere il titolo la battaglia
delle Midway con durata di due ore o venti giorni, come si vorrà. Potrete interpretare l’imperatore del Giappone, un
ammiraglio americano, un pilota da caccia o quello che vi sembrerà meglio. Nasceranno infiniti canali-film in cui una
situazione, una storia, un vecchio film su pellicola o altre forme di arte saranno riproposte in continuazione o su
richiesta. Essendo DAVVERO uno dei protagonisti sarà molto divertente interagire e modificare all’infinito le trame.
Pensate ad un film in cui non avreste voluto che il protagonista lasciasse la donna, in cui avreste voluto dare una lezione
a qualcuno o semplicemente vedere cosa c’era nel bar in cui gli attori non entrano… io vorrei vedere dove vanno
Humphrey Bogart e il suo nuovo amico in divisa alla fine di Casablanca: in quale fumoso bar berranno cosa?
L’esperienza sarà ancora più divertente quando nelle trame ci inseriremo in gruppi di amici per divertirci o ricostruire
insieme situazioni ‘serie’.
I vecchi film saranno trasformati in tre dimensioni da sistemi semiautomatici di modo che si potranno vedere le scene
da ogni punto di vista, non solo quello del regista. Il procedimento sarà simile a quello con cui già oggi si colorano
vecchie pellicole in bianco e nero. Nel caso allo spettatore saltasse in mente di allontanarsi dalla scena si potranno
prevedere varie possibilità: una forza invisibile ma ferma non lo farà andare oltre un certo raggio tutt’intorno oppure
egli uscirà dal film e si ritroverà nel punto e nel tempo in cui esattamente si sarebbe trovato nella realtà. Come è
possibile questo? Ovviamente non si richiederà ai creatori degli ‘Ultrafilm’ di realizzare anche il modello
tridimensionale di tutta la terra di quell’epoca… semplicemente si potrà ‘far cadere’ l’utente nel punto
quadrimensionale preciso del mondo del canale uno. Il canale uno, 4DGea, contenente il modello perfetto della Terra in
ogni epoca, potrà fare da preciso ‘punto di atterraggio’ per ogni spettatore troppo curioso che potrà così lasciare il film
Ercole a Roma per farsi un giro nell’urbe di quell’epoca. Con un semplice comando, o un pensiero, potrà poi rientrare
nella trama del film in qualsiasi momento. Questo approfondimento ovviamente potrà essere del tutto ludico oppure
dovuto a curiosità intellettuale. In quest’ultimo caso lo spettatore potrà sospendere un film sull’antico Egitto per
osservare meglio la piramide di Cheope dell’epoca, esaminare le informazioni sul costruttore, la struttura odierna e
quella ricostruita dagli esperti oltre a tutte le possibili interpretazioni alternative. La possibilità di vedere il film ‘dal di
dentro’ permetterà infinite interazioni allo spettatore. Ovviamente la maggior parte del tempo egli sceglierà il punto di
vista consigliato dal regista ottenendo una visione molto simile a quella di oggi ma niente gli impedirà di guardarsi
attorno. Oggi al cinema lo schermo è molto ampio ma non possiamo mai guardare di lato, se vediamo passare qualcosa
di interessante non possiamo seguirlo con lo sguardo, se vogliamo vedere bene un ambiente dobbiamo sperare che il
regista abbia fatto una panoramica con la macchina da presa. Ovviamente la possibilità di guardarsi intorno obbligherà i
registi a ricreare TUTTO l’ambiente delle scene, non ci saranno più fondali di cartone. Occorre però capire che un
cinema di questo tipo potrà contare su una galleria sterminata di oggetti tridimensionali già pronti da cui attingere: il
risultato sarà perfetto ed il lavoro molto minore rispetto ad oggi. Nuove forme di cinema nasceranno e tutti potranno
esprimersi con questo mezzo creando storie rapidamente e semplicemente. Chiaramente i professionisti avranno una
‘marcia in più’ ma ognuno potrà realizzare film perfetti e molto convincenti. Già oggi si fa uso di immagini di sintesi
nel cinema e si stanno per introdurre gli attori digitali; questo in Oltremondo sarà la norma. Gli attori continueranno ad
esistere beninteso, anzi, ognuno di loro potrà esprimere al meglio la propria arte dato che il ‘trucco digitale’ permetterà
loro di impersonare infiniti corpi.
Un’altra interessante possibilità è la fruizione in prima persona non attiva; tale modalità permetterà di entrare nel corpo
e nella mente del personaggio che ci interesserà e sentirne tutte le sensazioni, magari i pensieri stessi. In questo modo
potremo vivere una storia dal di dentro senza prendervi parte attiva ma sperimentando le sensazioni e capendo i
sentimenti e le motivazioni dei personaggi; non saremo noi ma diventeremo loro per quel breve periodo. Un tale tipo di
cinema permetterà di sperimentare storie molto più vere e consentirà al regista di farci capire le cose senza troppi artifici
cinematografici. Potremo magari vivere la storia dall’interno di diversi personaggi, non uno solo, andando dall’uno
all’altro e vedendo alcune parti dal di fuori nella modalità tridimensionale prima descritta. Tali oscillazioni tra i vari
punti di vista potranno essere a nostra scelta oppure, in modo molto più comodo, sotto comando del regista che ci farà
passare dai vari punti nel modo migliore.
Dal cinema di tutti i tempi trarranno un’ispirazione più o meno precisa infiniti canali dove la vita scorrerà normalmente
ma con i paradigmi dell’opera ispiratrice. Esisteranno INFINITI canali di Star Trek in ognuno dei quali l’intero universo
sarà ricreato, con la Federazione dei pianeti, i Klingon, i Romulani e così via. In questi canali i fans potranno
comandare l’Enterprise oppure fare l’ufficiale scientifico o un ruolo che non c’era nella serie originale, al fianco dei
loro beniamini. Si potrà vivere in qualsiasi film per un’ora o per tutta la vita, a piacimento. Le possibilità espressive,
poi, si svilupperanno molto al di là della trama lineare interrompibile solo su di un piano. Prevedo che nasceranno
nuove forme d’arte, soprattutto nel campo dei documentari, che svilupperanno le possibilità ipermediali di Oltremondo.
Per ipermedia si intende un contenuto multimediale (come un semplice filmato oppure un qualsiasi ambiente 3D) che
presenta iperlink, cioè collegamenti attivabili, verso altri contenuti simili logicamente correlati. In pratica la versione
multimediale del concetto di ipertesto che è alla base del World Wide Web. Fino ad oggi si sono sviluppate produzioni
filmiche del tutto lineari; un qualsiasi spettacolo ha un inizio ed una fine e nel mezzo può anche essere interrotto,
mandato avanti e indietro, accelerato o rallentato, ma mai si è pensato di partire in UN’ALTRA DIREZIONE a fronte di
una specifica richiesta dell’osservatore. Per fare un esempio pensiamo ad un documentario sull’antica Roma: lo
spettatore segue una descrizione della città di Roma nel 50 dopo Cristo e può ovviamente fermare la cosa e farsi un giro
in qualsiasi ambiente perché si trova in Oltremondo. Nel momento in cui la sua attenzione viene catturata da un
qualsiasi elemento della scena, ad esempio una donna che passa in un vicolo, egli può attivare la descrizione di
quell’elemento. Nell’esempio il sistema potrebbe raccontare chi è quella persona e come mai ha un abbigliamento così
particolare. Lo spettatore allora si potrebbe incuriosire riguardo all’attività di questa donna poeta e seguirla dal suo
cliente; qui potrebbe assistere alla rappresentazione di un capitolo dell’Eneide cantata con accompagnamento d’arpa,
alla moda di Roma antica. Il capitolo dell’Eneide potrebbe essere quello dell’incontro tra Enea e Didone dove egli dice
‘tu iubes regina renovare eternum dolorem’ e si potrebbe apprezzare l’antica arte delle declamazione con allitterazione,
la forma di poesia dell’epoca. Allora lo spettatore potrebbe andare a vedere il luogo dell’Africa in cui regnava Didone in
un’altra epoca e scoprire l’antica città di… e così via. Il concetto è chiaro. Con queste nuove possibilità un’opera può
spaziare in tutte le direzioni, secondo l’interesse dello spettatore, non è più limitata ad una trama lineare. Si potranno
preparare tanti spezzoni filmici attivabili in punti precisi oppure creare una serie di opere all’interno del vortice dello
scibile umano, agendo in modo cooperativo con altri artisti, scambiando con le loro opere gli spettatori, ognuno
conducendone molti attraverso varie storie ed esperienze che ha sapientemente preparato. Chissà quali nuove arti
emergeranno, chissà come gli artisti useranno questi incredibili strumenti, come cambieranno le nostre menti
evolvendosi e spaziando in infinite direzioni.
LA TELEVISIONE
Come diventerà la vecchia, classica televisione nel futuro? Esisterà ancora il concetto di apparecchio da guardare per
osservare eventi lontani o immaginari standosene comodamente seduti? Nel mondo fisico che tutti conosciamo la tv
esisterà ancora, così come l’avvento della televisione non ha spazzato via tutte le radio dalle nostre case, ma
l’ultravisore, quando sarà disponibile, diventerà l’apparecchio principale, quello sul quale (o per meglio dire NEL
QUALE) trascorreremo la maggior parte del nostro tempo libero. E allora la vecchia televisione cosa diventerà, vista
dall’interno della nuova ultravisione? Innanzitutto occorre pensare all’eventuale aspetto del vecchio marchingegno: è
ovvio che, in un ambiente in cui tutto è simulato, sarebbe stupido appesantire il sistema con il compito di simulare
un’apparecchiatura al solo fine di generare un’immagine e un suono. Nel mondo digitale TUTTO sarà composto da
immagini e suoni generati direttamente dal simulatore. Nel mondo fisico è sempre stato necessario costruire e far
funzionare un apparecchio per questo ma in Oltremondo le immagini potranno semplicemente apparire a mezz’aria,
come sul telo di un cinema del tutto personale teso davanti a noi. Se lo si vorrà, o addirittura se il canale lo richiederà, è
chiaro che qualsiasi apparecchio televisivo potrà apparire come lo si è sempre visto, magari anche in bianco e nero. Per
la visualizzazione di qualsiasi immagine video potremo richiamare in ogni istante il Tabulator, un computer personale
che ci seguirà costantemente in Oltremondo. Con esso avremo la possibilità di ingrandire e posizionare il riquadro
dell’immagine come vorremo e anche di agire su di essa con i comandi che appariranno fluttuanti nell’aria. Il Tabulator
sarà una presenza continua, che chiunque saprà utilizzare facilmente, proprio come il telefono cellulare. La differenza è
che con esso potremo generare uno schermo di qualsiasi dimensione, anche grande come un campo da calcio,
posizionarlo dove vorremo e regolarlo a piacere. La nitidezza delle immagini sarà eccezionale, dato che non si tratterà
di uno schermo fisico. Potremo quindi osservare da vicino un particolare e vederlo perfettamente nitido, anche
all’interno di uno schermo da migliaia di metri quadrati. Ciò non potrà valere, ovviamente, per le vecchie produzioni
(ad esempio i vecchi film in bianco e nero); in tal caso ci sarà un limite alla nitidezza possibile.
La televisione, così come il cinema, diventerà poi davvero tridimensionale. Lo schermo potrà essere non un rettangolo
ma un parallelepipedo che ‘ritaglierà’ una porzione di spazio all’interno della quale gli eventi si svolgeranno come in un
acquario che potremo fare girare a piacere e nel quale potremo anche entrare. Questa possibilità sarà del tutto nuova:
potremo entrare nelle scene che vedremo, non solo osservarle dall’esterno. Quando tutto l’ambiente sarà simulato, non
ci vorrà molto per istruire il simulatore in modo che ricrei attorno a noi la scena che staremo osservando. Questo sarà
possibile a patto che l’immagine originale sia già in formato tridimensionale. Quindi potremo entrare solo nelle scene
che saranno originate in Oltremondo stesso, con la tecnologia dell’ultravisione. Facciamo un esempio: se nel nostro
Tabulator attiveremo la visione di un vecchio film di John Wayne, magari in bianco e nero, vedremo uno schermo
grande a piacere fluttuante nell’aria davanti a noi, potremo regolarlo in ogni modo e poi sederci dove ci troveremo (a
casa nostra, in un prato del Giurassico, sul fondo del mare,…) e gustarcelo. Non potremo vederlo in tre dimensioni (a
meno che sia stato reso tridimensionale con una opportuna elaborazione in laboratorio) né entrarci dentro. Sarà
un’esperienza del tutto simile ad avere il proprio cinema personale sempre con noi con la possibilità di montarlo
all’istante ovunque ci si trovi. Se osserveremo una scena ripresa da un qualche telegiornale nel mondo fisico, anche in
questo caso potremo vederla solo sullo schermo piatto. Se, viceversa, osserveremo una scena di un ‘telegiornale di
Oltremondo’, ripresa con telecamere speciali in un canale ultravisivo, potremo vederla a due o a tre dimensioni, farla
ruotare, entrarvi dentro e guardare o anche trasportarci istantaneamente sul luogo dell’evento. Ovviamente esisterà la
possibilità della diretta e potremo ‘saltare’ sul posto, ma anche il caso di riproduzione di eventi già accaduti (ad esempio
la festa di capodanno dell’anno prima) e in questo caso potremo solo entrare nella scena registrata ma non trasportarci
sul posto. In pratica, sarà la stessa cosa della televisione classica: eventi registrati potranno essere solo rivisti, mentre le
trasmissioni in diretta staranno avvenendo nello stesso istante in cui le guarderemo. Nella vecchia televisione lo
spettatore poteva intervenire nella diretta con pochi mezzi, ad esempio telefonando da casa, nell’ultravisione sarà
disponibile il teletrasporto e allora potremo entrare immediatamente in qualsiasi evento che staremo vedendo in diretta,
se le regole del canale ce lo consentiranno.
Le trasmissioni della televisione del futuro saranno molto simili a quelle della televisione classica. Esisteranno i canali
del mondo fisico, ne nasceranno di nuovi che proporranno servizi specifici per Oltremondo, ma potremo ancora vedere
tutti i vecchi spettacoli, tutti i film del passato. Sarà semplicemente tutto più comodo, coinvolgente, spettacolare e
spesso migliorato. Chiunque potrà produrre la propria televisione, non si dovranno acquistare costose telecamere, tutti
avranno gli strumenti per produrre immagini. Gli stessi canali di Oltremondo diventeranno un qualcosa che soppianterà
rapidamente la televisione. Creare un canale in cui si può essere un personaggio particolare equivale a produrre un film
o un serial TV. In molti casi, però, le persone vogliono guardare cosa succede ad altri e allora il vecchio paradigma dello
stare seduti comodi e guardare cosa succede avrà ancora valore.
Un discorso a parte merita quell’altro grande, fallimentare progetto del ventesimo secolo: la TV interattiva. All’inizio
degli anni ’90 si fecero costosissime sperimentazioni nelle quali milioni di famiglie vennero connesse a servizi di videoon-demand (video a richiesta). L’idea era di permettere a tutti di accedere a qualsiasi film di un grande deposito
centrale, con la possibilità di far partire una copia di esso per sé nel momento che più interessava. Dopo poco tempo ci
si rese conto che la disponibilità di linee ad alta velocità per il flusso dei dati ad ogni casa non era facile da ottenere e
che i server (cioè i computer centrali che fanno da ‘deposito’) necessari non potevano essere costruiti. Per quanto
riguarda le linee, con la televisione tradizionale su ogni canale viene trasmesso qualcosa che è uguale per tutti,
occorrono quindi un numero di canali, radio o via cavo, uguale al numero di canali televisivi, mentre per il video-ondemand occorre un canale per OGNI utente. Se un milione di persone guardano Tarzan la sera occorre un solo canale
per trasmettere tale film a tutti, che lo vedono nello stesso momento. L’aggiunta di un altro utente non aumenta il costo
di trasmissione. Nel video-on-demand, invece, se un milione di utenti vuole vedere Tarzan, ognuno facendo partire il
film quando vuole, servono un milione di canali. Se sul canale uno l’utente A fa partire il film alle 20:03, sul canale due
deve andare avanti la trasmissione partita per l’utente B alle 19:58, un’altra deve partire quando la richiede l’utente C
alle 20:04 e così via. Il flusso di dati video è estremamente pesante, occorrono quindi dei canali molto veloci e costosi.
Il risultato delle sperimentazioni fu che sarebbe stato quasi impossibile portare avanti il servizio. Fu per questo motivo
che si cominciò a traforare le città per la posa dei cavi in fibra ottica che servono proprio a trasportare milioni di flussi
di dati veloci. L’altro problema fu quello dei server: i computer che dovevano mandare il film a tutti gli utenti. Se un
milione di persone voleva vedere lo stesso film il server doveva avere un milione di copie di Tarzan (e di ogni altro
film), oppure essere capace di leggere un disco in un milione di punti contemporaneamente. Negli anni ’90 non c’erano
molte soluzioni e la cosa si rivelò antieconomica. Con lo sviluppo della tecnica si potrà realizzare questi servizi,
semplicemente leggendo il disco o il nastro con il film richiesto su di una memoria elettronica. La memoria elettronica
può essere letta (quasi) contemporaneamente in moltissimi punti diversi e supportare il video-on-demand. Ma occorre
molta memoria per ogni film e quindi solo con l’attuale riduzione del prezzo dei chip di memoria questo comincia ad
essere fattibile. Per quanto riguarda il video-on-demand, quindi, tale tecnica potrà realizzarsi in Oltremondo ed essere
economicamente vantaggiosa.
L’altra sperimentazione di quegli anni fu la televisione interattiva propriamente detta, quella nella quale l’utente non
sceglie una tra diverse possibilità classiche, ma naviga tra contenuti complessi. Nel Marzo ’93 ad Orlando, in Florida,
Bill Gates della Microsoft presentò il Wallet PC ed altre tecnologie che avrebbero dovuto rivoluzionare il futuro della
società. La Microsoft si accorse tardi del fenomeno Internet (però recuperò rapidamente posizioni) e tentò la strada del
rendere più ‘intelligente’ il televisore di casa. Negli anni successivi acquistò alcune società che avevano realizzato set
top box (sorta di videoregistratori che si collegavano alla rete) per far navigare su Internet con il normale apparecchio
televisivo domestico. Tutte queste sperimentazioni e molte altre tentate in ogni parte del mondo da altre società (si veda
anche il caso di Freedomland in Italia) non ebbero l’esplosivo successo preventivato. Si sono spese molte risorse nel
tentativo di adattare la pessima qualità dello schermo di un televisore alle necessità di nitidezza delle pagine Web.
Alcuni risultati sono stati anche interessanti, ma mai si potrà competere con la qualità del monitor di un computer. Non
è solo per le difficoltà visive che la televisione interattiva non ha avuto successo. Il risultato di qualunque prodotto di
questo tipo è determinato anche moltissimo dai CONTENUTI. Si dice spesso nei convegni che su Internet ‘content is
king’, il contenuto è re. Se le pagine di un sito Web sono scarse in contenuti, nessuno lo degnerà di una seconda
occhiata. Ma non basta. La cosa meno compresa da tutti coloro che hanno operato in questo settore è che i contenuti di
Internet non sono molto interessanti già sul monitor di un computer, figuriamoci sul televisore! Le trasmissioni
televisive classiche sono animate, colorate, hanno tutte un sonoro, cambiano in fretta e non c’è da aspettare. Sia le
pagine di Internet che qualsiasi altro servizio basato su uno standard diverso si sia realizzato sono invece lente, statiche,
mute, senza verve. Il fallimento di tantissime imprese di diffusione di contenuti via Internet sta tutto qui. Il formato
HTML con cui si scrivono le pagine Web, così come qualsiasi altro standard per altri esperimenti di TV interattiva, è
NOIOSO. Le persone possono usarlo, come si faceva con il vecchio videotel, per consultare gli orari dei treni, per
mandare e ricevere posta elettronica, per avere un’informazione fugace su qualche evento, ma non passeranno MAI ore
a guardare questi contenuti. Le trasmissioni televisive sono MOLTO più interessanti e divertenti. Le prime
sperimentazioni hanno evidenziato proprio questo, anche se tanti non l’hanno capito (o non l’hanno detto). Se si vuole
coinvolgere le persone con nuovi servizi si deve attentamente studiare il lato ‘interattivo’ delle cose e si devono poi
realizzare contenuti in rapido movimento, senza scatti, SEMPRE con un sonoro, anche di una certa qualità. Non si
devono mai proporre testi oltre le due righe, e anche quelli vanno comunque accompagnati da una voce che li legge. Le
persone sono pigre per quanto riguarda la lettura dei testi, occorre SEMPRE fornire un’uscita audio che sollevi da
questa necessità. Il testo deve essere un supporto che permetta all’utente di rileggere un passaggio, un numero di
telefono, un orario o un indirizzo, ma non deve essere un’imposizione. I siti Web che propongono i giornali in formato
elettronico sono tutti in difficoltà, proprio per questo motivo.
Qual è la soluzione? Con gli strumenti attuali qualsiasi pagina Web è noiosa e non adatta alla diffusione di massa, su PC
o su televisore. Si sono fatti molti sforzi per creare programmi che danno una certa animazione alle pagine HTML, ma
non si va molto al di là di qualche fotogramma a cartone animato. La soluzione è nella nascita di un nuovo standard,
questo si avrà con Oltremondo. Solo mediante la simulazione di ambienti digitali tridimensionali, completi di suoni e
musiche, si potranno realizzare dei contenuti interamente digitali, interattivi e coinvolgenti. Le persone potranno
accedere all’interattività che più interessa, che più è vicina alla natura dell’Uomo: l’esplorazione. Ogni contenuto potrà
essere veicolato e fruito in formato molto simile alla classica visione televisiva o cinematografica, ma con la possibilità
di sospendere in ogni istante la sequenza e di esplorarla come si vuole, non solo nello spazio tridimensionale, ma anche
in quello concettuale. La possibilità di attivare iperlink sulle aree di interesse e di essere trasportati nell’ambiente che
maggiormente le spiega (si pensi, ad esempio, ad una trasmissione sulla Roma del XX secolo da cui partire per andare a
vedere il Colosseo all’epoca di Traiano) permetterà un’esplorazione concettuale potentissima, lasciando allo spettacolo
‘di base’ coloro che lo desidereranno. Anche dal lato della fruizione personale tutto questo avrà grandi possibilità. Se
ogni ambiente digitale potrà essere esplorato personalmente, essendo esso generato dal simulatore individuale, allora si
potrà fermare qualsiasi sequenza, farla ripetere, tornare indietro a piacimento. Allo stesso modo si potranno esplorare i
contenuti non da soli ma insieme alle persone di nostro interesse, collegate anche da altre parti del mondo. Questa è
l’interattività che DAVVERO può avere successo. In tal modo la televisione del futuro manterrà tutti i contenuti di
quella del mondo fisico a cui affiancherà nuovi contenuti ancora più ricchi ed interessanti a cui tutti potranno dare un
contributo. Ricapitoliamo i vantaggi della tecnologia di Oltremondo applicata alla vecchia televisione, quando la si
vuole guardare all’interno dell’ultravisione:
• Apparecchi virtuali sempre presenti al seguito di ogni utente
• Schermi di qualsiasi estensione e posizionabili a piacere
• Schermi bi e tridimensionali
• Possibilità di entrare nelle scene ed eventualmente di trasportarsi sul luogo
• Possibilità di fruizione personale di qualsiasi contenuto del passato (video-on-demand)
• Possibilità di esplorazione dell’ambiente rappresentato al di là di quanto visibile sullo schermo
• Possibilità, per chi lo desideri, di fruizione ‘classica’ non interattiva
• Capacità di fermare, riprendere, registrare la propria personale visione della trasmissione
• Possibilità di visione ed esplorazione condivisa con persone di ogni parte del mondo
• Possibilità di iniziare ad interagire con una vicenda in qualsiasi momento (attivazione di una sorta di videogioco
ambientato nella vicenda al momento prescelto)
• Grande riduzione della banda passante (capacità di trasmissione) richiesta per portare i contenuti agli utenti
(vedere poi il capitolo sull’Ultranet)
• Possibilità di diventare realizzatori di contenuti di ottima qualità
• Possibilità di ‘tridimensionalizzare’ i vecchi film del passato
IL CLIMA INDIVIDUALE
C’è chi soffre molto il caldo, voi magari odierete il freddo, ognuno di noi ha le sue preferenze in fatto di clima. La
percezione del comfort varia molto da persona a persona ed in ultima analisi dipende da segnali che ci mandano vari
sensori del nostro corpo per avvisarci di come il metabolismo sta lavorando. In caso di gran freddo, ad esempio, certe
vitali reazioni metaboliche rallentano e quindi occorre fare qualcosa per aumentare il calore naturalmente prodotto dal
nostro corpo. Arrivano quindi i brividi, la chiusura dei capillari superficiali e un segnale di disagio che induca la mente
a prendersi cura del corpo spostandosi in un luogo almeno più riparato dal vento. In casi estremi le sensazioni arrivano
al dolore, come per le mani in principio di congelamento. Tutti questi meccanismi sono stati realizzati dalla Natura per
fare in modo di difendere le creature dalle condizioni dell'ambiente esterno che spesso è ostile. L'Uomo molto ha fatto
per migliorare il clima: ha inventato il riscaldamento, i condizionatori, i vestiti; ma il clima del pianeta è sempre rimasto
fuori controllo. Da un certo punto di vista questa è una questione irresolubile dato che ogni individuo ha una
regolazione sua propria che spesso va in contrasto con quella dei suoi vicini. Le donne, poi, mediamente sono più
freddolose degli uomini per motivi ormonali con il risultato che spesso per galanteria si suda in una stanza che pare una
sauna. Nel mondo fisico non c'è soluzione a questo. Ovviamente, come sempre quando si ha a che fare con il mondo
fisico, ogni soluzione porta nuovi problemi, complessità strutturali, limitatezza delle fonti d'energia (spesso in caso di
sistemi portatili) e necessità di varie complesse sostanze.
Cosa sarà di tutto ciò in Oltremondo? Essendo l'ambiente perfettamente simulato dai computer e poi proiettato
direttamente nella mente di ognuno è ovvio che si cercherà di fare in modo che due persone diverse nello stesso posto
sperimentino lo stesso ambiente. Ma per il clima? Sarà ovviamente possibile far sentire alle persone la STESSA
temperatura e umidità, ma non certamente necessario. Se i gestori di un canale lo vorranno si potranno attivare diverse
opzioni che permetteranno ad ognuno di sentirsi a proprio agio in qualsiasi ambiente. Sarà possibile, ad esempio,
attraversare un deserto e sentire il calore infuocato del sole sul viso senza però sudare selvaggiamente, senza sentirsi
venir meno per lo stress. In altre parole potremo SPERIMENTARE le sensazioni ma senza SOFFRIRLE. In fondo, gli
stimoli di troppo caldo o troppo freddo sono segnali inviati al cervello da vari sensori metabolici in funzione del livello
di varie reazioni chimiche, mentre il calore sulla pelle arriva da altri canali che nulla hanno a che vedere con gli 'allarmi'
per problemi di funzionamento. I primi giungono ai centri del piacere nell'ipotalamo, gli ultimi a quelli del dolore. E' del
tutto evidente che si potranno far passare gli uni e bloccare gli altri. Se le regole del canale lo prevederanno ci sentiremo
sempre perfettamente a nostro agio oppure potremo attivare vari sistemi di 'climatizzazione' personale nel momento che
lo riterremo più opportuno, senza che gli altri presenti nemmeno se ne accorgano. Questa sarà una vera 'democrazia del
clima': ad ognuno la propria. Pare una cosa futile ma pensate a quante volte nella vostra vita avete sofferto per il clima,
a quante volte non vi siete goduta un'esperienza, una vacanza, un hobby, una storia d'amore per questo problema. Dal
clima si passerà poi a tutti quei parametri ambientali che ci avvelenano, tanto o poco, l'esistenza.
Un altro aspetto importante è il fumo: quante volte abbiamo subito il fumo passivo di una persona che non potevamo
evitare oppure quante volte non ci siamo gustati un sigaro per il mugugno dei vicini? Io sono un non fumatore, ma
talvolta apprezzo un buon sigaro. Non mi sognerei mai e poi mai di fumarlo in pubblico tra gente che potrebbe provarne
fastidio e nemmeno penserei di cavarmela con l'ipocrita foglia di fico del 'a qualcuno dà fastidio se fumo?'. Spesso
tuttavia mi sono trovato a subire puzzolenti fumi di sigarette, sigari o pipe nel bel mezzo della degustazione di superbi
vini e pietanze. Ho sempre ODIATO subire questi vili attacchi alla mia salute ed al mio piacere culinario ma ho presto
capito che nulla può il non fumatore a questo riguardo. Io, come già detto, apprezzo il piacere del fumo ma ritengo
scandalosa la mancanza di civiltà della maggior parte dei fumatori. Non esistono i 'fumatori cortesi' propugnati da
fantomatiche associazioni e spesso si prende un ascensore-camera a gas o si va in una toilette come per una esecuzione
capitale. Non c'è uscita da questo e del resto forse non è nemmeno molto democratico proibire un piacere a cui molti
disperatamente aspirano (in ogni senso). L'unica soluzione è, come sempre, Oltremondo. Qui il fumatore potrà aspirare
in piena voluttà mentre il non fumatore non avvertirà la minima traccia di fumo; entrambi vedranno bene cosa
succederà ma il fumo resterà, puzza compresa, nella mente del o dei fumatori. Così come oggi si sceglie un posto non
fumatori sull'aereo, così in Oltremondo si potrà scegliere il non-fumatori come vita e allora addio per sempre a questo
problema. Per il fumatore inoltre non solo sparirà la (per molti inesistente) angoscia di dar fastidio ai vicini, ma non ci
sarà alcuna conseguenza sulla salute. Il fumo proiettato nella mente non perderà di gusto (anzi, ce ne saranno di nuovi e
meravigliosi) ma non inquinerà i polmoni.
In generale, tutti gli aspetti comuni dell'esperienza di vita nei canali potranno essere abilitati, attenuati a vari livelli o
eliminati con semplici selezioni. Così chi vorrà un aspetto più 'vissuto' degli ambienti potrà vedere più crepe,
incrostazioni, sporcizia, elementi arrugginiti. Chi all'opposto è un igienista e un esteta potrà camminare al fianco del
primo nelle stesse strade vedendo ogni cosa con lo splendore del nuovo. E' ovvio che in moltissimi canali queste
opzioni saranno disabilitate onde ricreare certi ambienti. Se un canale prevederà l'esperienza dello schiavo su di una
galera è ovvio che non si potrà ridurre la sofferenza data dal caldo, dalla puzza dei vicini mal lavati, dal dolore delle
nerbate. Se si potessero spegnere queste sensazioni l'esperienza non sarebbe più abbastanza reale. Come detto, ogni
canale, tra le molte regole del gioco, avrà un'intera sezione dedicata a quali opzioni si potranno attivare e quali no;
ognuno potrà visionarle a priori e decidere liberamente se sottostare ad una esperienza così intransigente.
GLI ULTRASENSI
Chi non ha mai voluto avere la vista a raggi x di Superman? Quante persone sono state prese in giro dagli occhialini che
avrebbero dovuto permettere di vedere attraverso i vestiti? Da sempre l’Umanità ha immaginato come sarebbe cambiata
la vita se si fosse potuto accedere a sensi potenziati rispetto ai normali; in Oltremondo tutto questo diventerà
semplicissimo. Gli occhialini per vedere attraverso i vestiti saranno senz’altro una possibilità ma già questa stupida idea
fa nascere la fondamentale obiezione: saresti disponibile ad essere visibile anche tu a chiunque? Le estensioni dei
normali sensi dovranno essere chiaramente indicate nelle regole di canale che chiunque potrà visionare prima di entrarvi
in modo da permettere una scelta consapevole. Se si vorrà entrare in un canale con un livello ridotto di privacy si dovrà
accettare di essere anche potenziali vittime di questa riduzione.
Ma cosa sarà possibile? Praticamente tutto, molte estensioni sono perfino ancora da immaginare. La cosa più normale
che si potrà avere a disposizione, sempre se le regole del canale lo permetteranno, sarà la vista potenziata. Innanzitutto,
chiunque abbia una qualsiasi disfunzione nella visione potrà avere una vista perfetta, senza bisogno di occhiali. Quasi
tutti i ciechi vedranno perfettamente, tutti potremo guardare da vicino qualsiasi oggetto a qualunque distanza come se
avessimo un cannocchiale negli occhi. Potremo ingrandire ogni cosa a qualsiasi livello, fino a vedere le particelle
subatomiche, senza nessuna apparecchiatura. Potremo persino vedere dietro gli ostacoli naturali. Nella vita fisica una
montagna non ti lascia guardare cosa c’è dietro, non importa se hai un cannocchiale; in Oltremondo si potrà andare a
vedere qualsiasi cosa, come se si mandassero in esplorazione i propri occhi, mentre si sta comodamente seduti in un
altro punto. Potremo guardare sott’acqua senza l’uso di maschere, senza nemmeno bagnarci. Potremo effettuare
misurazioni precisissime di qualsiasi cosa semplicemente pensandolo. Potremo vedere grandezze fisiche oggi invisibili
come i campi elettromagnetici, il campo gravitazionale, il flusso della corrente in qualsiasi conduttore. Potremo vedere
a falsi colori in modo da renderci conto di come una qualsiasi grandezza è distribuita nello spazio o sulla superficie di
un oggetto; ad esempio la temperatura in ogni punto di un solido sotto forma di gradazioni di rosso. Potremo accelerare
o rallentare il tempo in modo soggettivo così da seguire lo sbocciare di un fiore o il proiettile che colpisce un oggetto
senza l’uso di telecamere speciali.
L’udito sarà ugualmente potenziabile; potremo ascoltare a qualsiasi livello di amplificazione, a qualsiasi distanza, in
qualsiasi posto. Potremo attivare sofisticati filtri per analizzare lo spettro dei segnali, potremo sentire suoni al di fuori
della gamma di frequenze dell’udibile. Il tatto potrà comunicarci sensazioni nuove, potremo sentire se gli atomi sono
morbidi o rugosi e da questo percepire proprietà particolarmente sfuggenti delle molecole. Nel sesso le sensazioni tattili
faranno provare emozioni incredibili mai nemmeno immaginate. Sentiremo i profumi più sottili, potremo percepire
odori che il migliore segugio non rileverebbe.
Il gusto sarà un’esperienza sempre nuova ed intensa; avete mai notato come anche un semplice panino al prosciutto
abbia un gusto diverso e più inteso all’aria aperta di montagna? In Oltremondo ogni esperienza culinaria sarà sempre
così. Il connubio dei sensi stimolati in modo diverso e in unioni inedite porterà a tutta una serie di nuove esperienze
sensoriali che da un lato ci emozioneranno e dall’altro potranno veicolarci nuove conoscenze in tanti settori, specie
della scienza. Nasceranno esperti in stimolazioni sensoriali non convenzionali che creeranno ambienti particolari i quali
ci lasceranno senza parole, esperienze che ancora non hanno nome e non abbiamo mai immaginato. Nasceranno nuovi
sensi, possibilità di sentire aspetti della realtà per cui la natura non ci aveva predisposti.
Potremo sentire come qualsiasi animale, vedere come gli insetti, orientarci come i piccioni. Potremo sperimentare la
vita dei delfini nel mare ed utilizzare sensi molto simili ai loro; magari potremo persino comunicare direttamente con
essi un giorno. Ovviamente la vista a raggi x, la possibilità di vedere sotto i vestiti, all’interno dei corpi e degli oggetti,
al di là dei muri, sarà una cosa banale. Le regole di canale dovranno essere molto chiare su questo. Probabilmente si
definiranno sofisticatissimi corpus di regole per decidere cosa sarà lecito in ogni situazione di un canale e cosa no.
Molti non vorranno permettere a nessuno di guardare attraverso i muri della loro casa, ma gli esibizionisti ne saranno
felici. Tanti monumenti potranno concedere la visione della loro struttura, una tale esperienza sarà estremamente
preziosa e permetterà ai visitatori la comprensione più totale di molti luoghi, pensiamo ad esempio alle piramidi. Nel
campo della tecnica la possibilità di osservare l’interno dei dispositivi a qualsiasi livello di dettaglio e durante il loro
funzionamento avrà un enorme valore didattico e per la ricerca. Pensate a come diventa immediatamente comprensibile
a chiunque il funzionamento del motore a combustione interna se si può osservarlo 'da dentro' in qualsiasi modo e
rallentando il tempo a piacere. Vedere le reazioni chimiche tra le molecole e poter sentire le forze di legame
muovendole a piacere rende parimenti comprensibile una scienza che altrimenti rimane sempre una serie di aride
formule che richiedono intensi sforzi di immaginazione.
LA GASTRONOMIA
Argomento frivolo ma percepito come davvero importante da tutti, la gastronomia in Oltremondo potrà raggiungere
vette ineguagliabili nel mondo fisico. Innanzitutto ci sarà da mangiare per tutti, nessuno soffrirà mai più la fame a meno
che le regole del canale in cui si troverà lo prevedano. Addirittura, non sarà più necessario mangiare; coloro che si
troveranno in stato di oltrevita, cioè avranno abbandonato il loro corpo fisico mantenendo solo il cervello (vedremo in
un capitolo successivo questa futuribile possibilità), saranno alimentati da sistemi automatici e non dovranno più
procedere con il vecchio sistema di alimentazione. Tuttavia l’atto del mangiare, così profondamente connaturato
all’essere umano, non potrà sparire. Troppe opere sublimi, troppa ricerca, troppi profondi significati sociali sono stati
legati all’alimentazione e quindi questa attività rimarrà. Ovviamente non mangeremo più per alimentarci ma per puro
piacere o per motivi sociali. Si potrà mangiare più di frequente oppure di meno e nasceranno canali nei quali
l’occupazione costante sarà pranzare. Immaginate un ambiente raffinato e lussuoso, ricco di ogni possibile pietanza, dei
più grandi vini, con servitori perfetti al nostro comando, dove si ha sempre fame ed ogni boccone è una gioia per il
palato ma non sazia mai. In un ambiente del genere si potrebbe andare avanti a mangiare per ore, senza nessun disturbo,
si potrebbe bere qualsiasi cosa senza ubriacarsi. E’ una cosa poco seria, una vera crapula, ma l’Uomo può divertirsi
anche con queste bassezze. Si potrebbero assaggiare in un tale mondo tutti i cibi che l’Umanità ha inventato nel corso
dei secoli, mangiandone di ognuno quanto si vuole, fino ad averne ben apprezzato ogni più piccola sfumatura, per poi
passare al prossimo. Si potrebbero fare tutte le degustazioni di vini possibili, orizzontali, verticali, in diagonale,
esplorando ogni sfumatura di gusto, ogni sentore di ogni bouquet. Organizzazioni del gusto, club culinari, associazioni
del sigaro, tutti potrebbero creare il loro canale per fantastiche avventure culinarie. Qualcuno potrebbe assaggiare
infiniti tipi di, per esempio, cioccolato e poi realizzarne una galleria oppure nuove qualità da porre a disposizione del
pubblico. Si potranno associare grandi contenuti culturali creando gallerie del gusto da cui partire per l’esplorazione
delle terre che tali gusti hanno creato, oppure permettere la fruizione dei prodotti a partire dall’esplorazione dei luoghi.
Per esempio un viaggio nelle Langhe attraverso i tempi potrà portare sulle colline del Barbaresco e di ogni collina,
esplorata a volo d’uccello, gustare il vino specifico, oppure il tartufo, o i formaggi. Nel caso di degustazione orizzontale
di vini, invece, si potrà esplorare la galleria del Brunello e dal gusto di ognuno andare a vedere il luogo di produzione e
gli altri frutti di quella terra. Tutto questo in modo conviviale; si possono immaginare con allegria brigate di epicurei
che vagano per meravigliose cantine onde poi ritrovarsi trasportati sulle colline del Chianti con ancora in mano il loro
bel bicchiere. Si parla molto del vino perché esso è un simbolo della civiltà attraverso i tempi e perché la cultura del
vino ha prodotto una mole di opere e di studi tale da permettere di considerare questo prodotto quasi più un’esperienza
culturale che una banale bevanda alcolica. Ovviamente tutto questo varrà per la frutta, i formaggi e ogni altro prodotto
alimentare.
Facciamo un appello: chi ha in qualche cantina antiche bottiglie di vini pregiati non le beva. La possibilità di
REGISTRARE la composizione di qualsiasi cibo per poterlo poi riprodurre all’infinito in quantità illimitate ci porterà a
campagne di acquisizione per salvare la struttura di ogni alimento. Se di un vino meraviglioso rimarrà l’ultima bottiglia
sarà senz’altro meglio registrarla in laboratorio per poterne poi tutti bere per sempre piuttosto che perderla. In questo
modo ogni sfumatura di gusto, ogni meraviglia di cuochi eccezionali rimarrà con noi per sempre, per poterne gioire
secoli nel futuro. Nasceranno nuovi tipi di cibi che stimoleranno i nostri sensi in modi nuovi. La birra romulana dei film
di Star Trek è un esempio, qualcuno ne creerà l’essenza e potremo così accedere a cibi che daranno sensazioni nuove,
impossibili da sperimentare nel mondo fisico. Potremo alimentarci come animali e sentire cosa prova un erbivoro a
mangiare in un prato, potremo sentire gli odori in modo più forte e mangiare con il naso, come i cani. Manipolando il
funzionamento dei vari sensi l’esperienza dell’assunzione di cibi tradizionali potrà divenire una cosa nuova, migliore o
peggiore. Pensiamo a formaggi con odori intensi, pensiamo a cosa diventerebbe il mangiarli con un senso dell’olfatto
moltiplicato per dieci.
Il senso estetico trarrà grande giovamento dalle possibilità del digitale. Non vi è niente di più deprimente del mangiare
in qualche ristorante di pessima qualità, con un servizio scadente e tristi tavoli economici e banali. L’esperienza del
ristorante è anche il servizio e l’ambiente. In Oltremondo potremo mangiare anche con gli occhi, potremo recarci in
luoghi meravigliosi, mangiare in lussuosissime tende da campo nel deserto, con schiere di odalische intenzionate a
soddisfare ogni nostro volere, mentre il vento delle sabbie fa dondolare le tende (ma nessun dannato granello di sabbia
si ficca tra i denti). Potremo pranzare nella Parigi dell’ottocento e discorrere di arte e filosofia nei vari bistrot tanto
(15)
caratteristici. Potremo cavalcare nei canyons e fermarci a mangiare il pemmican
(che non sarà troppo duro)
ammirando un tramonto infuocato respirando l’aria particolare delle grandi alture. Le infinite esperienze possibili, tutte
da vivere in modo conviviale, con tanti amici, renderanno davvero gradevole ritrovarsi per mangiare, anche se non ce ne
sarà un reale bisogno.
Un grande annuncio: NON SI INGRASSERÀ’ PIÙ’. Basta con le diete, mai più limitazioni, mai più disfunzioni. Le
persone potranno mangiare quanto vogliono, limitandosi solo se vorranno fare altre esperienze più interessanti. Si potrà
mangiare TUTTO, bere quanto si vuole senza ubriacarsi, gustare qualsiasi dolce. Gli effetti dell’alcool saranno azzerati
ma se si vorrà rimarranno, anche se non sarà una scelta sana. Chi beve per stordirsi, per darsi coraggio o per
ammorbidire il mondo, non fa una cosa giusta. L’alcool, come qualsiasi droga, altera la percezione della realtà e un
essere intelligente non dovrebbe rifugiarsi nell’alterazione di se stesso per rendere sopportabile il mondo esterno. Con
Oltremondo tale esterno potrà essere quello che più vorremo, quindi mai più qualcuno dovrà alterarsi per sopportare
l’esistenza. L’alcool dà un gusto particolare alle bevande e questo rimarrà ma molte persone sceglieranno di non essere
alterate a livello mentale. Coloro che sono abituati a bere per ubriacarsi sappiano che potranno smettere. Per ottenere lo
stesso effetto basterà volerlo, anche se questi magari preferiranno il metodo classico. Non posso credere però che gli
alcolisti siano interessati davvero a provare il gusto delle pessime bevande che assumono di solito. Comunque, come
sempre in Oltremondo, ci sarà una totale libertà per tutti. Le nuove possibilità faranno superare agli alcolisti le tristezze
che li spingono a bere e li porteranno verso una vita più felice e realizzata. In ogni caso tutti i disturbi associati all’abuso
di alcool spariranno e come minimo si soffrirà di meno, almeno nel fisico.
Tutti coloro che hanno sempre voluto possedere un vigneto, una tenuta, una qualsiasi organizzazione per produrre del
cibo, potranno finalmente averla. Tutti questi sogni diventeranno realtà e chiunque lo vorrà potrà avere il suo marchio e
creare nuovi sapori per la gioia dell’Umanità.
L’ULTRASPORT
Con le tecnologie di Oltremondo anche lo sport diventerà un’esperienza superiore a qualsiasi cosa sia mai stato prima.
Io sono un surfer, amo correre in windsurf e snowboard, ma, come tante persone, non riesco a praticare questi sport così
spesso come vorrei. Innanzitutto, per andare in windsurf devo recarmi in qualche luogo di mare o in qualche lago dalle
acque pulite e magari tiepide, poi ci vuole un vento teso e costante, poi devo spostare attrezzature scomode ed
ingombranti. Ogni viaggio è un’esperienza lunga e faticosa per poi surfare sulle onde per qualche ora. In Oltremondo
potrò entrare in uno dei canali windsurf e ritrovarmi istantaneamente tra le onde dei Caraibi, in una giornata di sole con
un vento perfetto. Potrei divertirmi anche solo per mezz’ora per poi tornare a qualsiasi altra occupazione, niente tempi
di trasferimento, nessuna attrezzatura da riporre. Per correre sullo snowboard sarebbe lo stesso: non dovrei partire in
macchina verso le montagne, fare la coda del rientro domenicale d’inverno dalle località alpine, preoccuparmi
dell’attrezzatura e così via. Nei canali per snowboarder mi troverei subito in piedi sulla tavola, in cima alle piste più
belle, pronto alla discesa. Una delle cose più belle con lo snowboard è scendere velocissimo su una distesa di neve
fresca e farinosa, piegarsi di lato in equilibrio su un’onda di neve e sfiorare con un dito la distesa immacolata. Quando
trovi una distesa su cui è già sceso qualcuno non è a stessa cosa. In Oltremondo si potrà scendere su distese perfette
immacolate e vergini che non nascondono alcun sasso sotto la neve, solo una massa soffice e perfetta. In tali condizioni
ci si diverte tantissimo. Purtroppo, però, sciando si arriva alla fine della pista e si deve fare la coda ad un impianto di
risalita che ci riporta lentamente in quota. E’ una pausa che può far piacere ma i muscoli si raffreddano, il vento ti taglia
le orecchie e tu non puoi fare niente altro che aspettare. Ogni volta il tempo passato in seggiovia è molto superiore a
quello in cui ci si diverte a scendere. In Oltremondo diventerà possibile l’impianto che ho sempre sognato: il
teletrasporto per sciatori. Immaginate che alla fine della pista ci sia una specie di larghissimo arco in cui infilarsi senza
rallentare e che ci teletrasporti istantaneamente di nuovo in cima alla pista in cui si esce da un altro arco identico
mantenendo la stessa velocità e direzione. Sarebbe la pista infinita! Potremmo sciare sempre senza mai fermarci.
Magari subito dopo l’uscita ci potrebbe essere uno svincolo con tante possibili piste in modo che ogni volta potremmo
sceglierne una diversa. Se ci vorremo fermare potremo farlo in uno dei tanti chalet che si trovano lungo le piste per
prendere il sole, riposarsi o gustare una cioccolata (o un irish coffee). Un impianto di questo tipo forse non sarà mai
possibile nel mondo fisico ma in Oltremondo sarà una realtà. E poi si potranno realizzare piste lunghissime e perfette,
senza sassi, con passaggi naturali mozzafiato, con discese da altezze di ventimila o più metri, con tante possibilità di
competizione in cui sfidarsi con amici e nuove conoscenze in qualsiasi momento dell’anno. Se di solito avete freddo in
questi ambienti non soffrirete più, potrete persino scendere senza vestiti speciali dato che la neve potrà non essere
neanche bagnata e altri disagi potranno essere eliminati.
Un altro importante vantaggio deriverà dalla possibilità, inesistente nel mondo fisico, di modificare alcuni parametri
dell’ambiente o del nostro corpo. L’equilibrio sulla tavola, ad esempio, potrà essere più semplice da ottenere grazie a
stabilizzazioni artificiali. Se lo si vorrà il windsurf ci scaricherà in acqua esattamente come nel mondo fisico, ma se un
neofita vorrà divertirsi fin da subito potrà impostare un valore di autostabilizzazione in modo da poter stare più
facilmente in piedi. Allo stesso modo potremo modificare i nostri tempi di reazione, la coordinazione ed altri aspetti del
nostro corpo in modo da facilitarci nella pratica di qualsiasi attività. Potremo rallentare il tempo e così semplificare il
tennis, potremo aumentare la presa delle mani per essere più bravi a basket. Tali modifiche non potranno però essere
usate di nascosto, sennò l’agonismo finirebbe. Allo stesso modo potremo rendere tutto più difficile in modo da
estremizzare ogni prestazione.
Tutti gli sport potranno essere praticati in qualsiasi momento, senza disagi, senza preoccuparsi dell’attrezzatura, anche
se non si era capaci nel mondo fisico. Potrete nuotare in mari meravigliosi senza prendere l’aereo, potrete immergervi
trattenendo il fiato per ore, esplorare gli oceani, le profondità marine, i tesori sommersi, tutto senza bombole di sorta.
Potremo nuotare nudi con i delfini e parlare con loro, sentire la pressione spaventosa delle profondità abissali senza
esserne schiacciati. Potremo ridurre la gravità e sperimentare nuove variazioni degli sport abituali; pensate al salto con
l’asta fino ad un’altezza di cento metri! Avendo più tempo per sé stessi gli Uomini si dedicheranno più spesso allo sport
e nasceranno nuove continue sfide agonistiche, squadre e tornei. Potremo sperimentare nuovi sport orbitali che
permetteranno sfide interessanti in assenza di gravità nello spazio. Potremo giocare a calcio sulla Luna. Tutti gli sport
diventeranno accessibili per tutti, non ci vorranno più tanti soldi per fare il pilota di formula uno o per le gare di offshore. Non avremo più paura di farci male e quindi proveremo tante attività che prima ci facevano paura. Le possibilità
di immersione nell’ambiente digitale di Oltremondo ci permetteranno di vivere tutti gli sport da vicino, seguendo i
nostri beniamini, diventando loro. Se ci piace la formula uno potremo vivere le gare dall’interno del pilota che ci
interessa, sentendo le sue sensazioni, percependo la velocità di decisione, l’esperienza nelle scelte. Sarà un modo nuovo
di seguire lo sport fatto da altri, un modo che ci permetterà anche di imparare dai campioni.
LA TELEPATIA
Poche cose dell’esistenza sono così affascinanti, pensate come reali ma mai sperimentate come la telepatia. Nonostante
infiniti esperimenti tale trasmissione del pensiero non è mai stata dimostrata ma il fatto stesso che enti di ricerca
importanti come la NASA abbiano fatto esperimenti in questo senso ci fa pensare. Infinite sono le testimonianze di
fenomeni di questo genere, ma tutte soggettive e non ripetibili. In Oltremondo la telepatia diventerà realtà. La
proiezione di immagini mentali direttamente nel cervello di un’altra persona sarà ovviamente possibile. Se il caschetto
dell’ultravisore permetterà di rilevare i comandi che vorremo inviare ai muscoli motori e farà eseguire al nostro corpo
digitale i movimenti relativi, allora similmente potrà rilevare delle immagini, dei concetti che noi ci formeremo nella
mente. Tali concetti potranno essere proiettati con un comando mentale e quando il sistema diventerà abbastanza
intuitivo da capire il destinatario voluto di tali concetti ecco che il messaggio potrà essere inviato. Il destinatario del
messaggio vedrà ricostruirsi l’immagine nella propria mente avendo piena coscienza di chi l’ha inviata e perché.
Ovviamente tale tecnologia potrà svilupparsi DOPO che avremo compreso il funzionamento della mente negli strati
profondi di elaborazione; in un primo momento, producendo gli input sensoriali e rilevando gli output di movimento,
l’ultravisore si fermerà solo sull’orlo di questa complessità. Quando i meccanismi di elaborazione del cervello saranno
ad un buon grado di comprensione potremo passare ad applicazioni più complesse come la mente aumentata e la
telepatia. Con questi sistemi supereremo la barriera delle lingue. Quando una persona parlerà nella sua lingua madre ad
un’altra il sistema rileverà i comandi inviati alla laringe, alle labbra e alla lingua ma leggerà anche il CONCETTO che
con tali suoni essa vorrà esprimere. Il concetto sarà proiettato nella mente dell’ascoltatore che si troverà così a
comprendere una lingua che non conosce. Il traduttore universale dei film di fantascienza diverrà così realtà. Potremo
rendere partecipe un interlocutore dei nostri stati d’animo non descrivendoli a parole ma facendoglieli proprio
PROVARE. Quando vorremo spiegare un concetto complesso o un progetto in embrione non dovremo fare infiniti giri
di parole o uno schizzo ma potremo proiettare la nostra idea nella mente dell’altro. Le comunicazioni che diverranno
possibili non si possono neppure immaginare ma certamente saranno affascinanti. Probabilmente le persone si
chiederanno come abbiamo fatto a sviluppare una civiltà con il rozzo strumento della lingua scritta e parlata.
Alcuni avranno paura di questi sviluppi ma ricordiamo che, come per il telefono, nessuno sarà costretto a comunicare
nulla. Chi non vorrà inviare i propri pensieri se li terrà ben chiusi nella propria mente e da lì non sfuggiranno.
NESSUNO dovrà avere accesso a questi livelli se non su precisa volontà dell’individuo altrimenti rischieremmo
pericolosissime forme di controllo del pensiero. La Fondazione vigilerà strettissimamente su tali tecnologie e dovrà
porsi come adamantino garante al massimo grado dell’uso etico di queste enormi possibilità espressive.
In ogni caso ricordiamoci tutti che la comunicazione tra gli Uomini non è mai stata una cosa negativa, infinite guerre e
sofferenze sono state il frutto dell’incomprensione. Le possibilità che si aprono per la tecnologia della comunicazione
telepatica portano anche alla CONDIVISIONE di esperienze; in tale settore le sensazioni di un individuo possono
essere condivise con uno o più altri, in modo che tutti sentano le sensazioni di tutti e che vedano la cosa da ogni punto
di vista. Tale possibilità si presta ad infinite applicazioni che cambieranno la vita di tutti. Le esperienze culturali, ad
esempio, potranno essere davvero collettive e la gestalt (unione) di menti che ne deriverà potrà basarsi sul bagaglio di
esperienza di ciascuno in modo da fruire contemporaneamente di un’opera d’arte da tutti i punti di vista e ad ogni
livello di analisi estetica. Nel sesso le possibilità sono eccezionali: due amanti potranno sperimentare un rapporto da
entrambi i punti di vista esplorando il partner in modo davvero completo ed eccitante. Forse finalmente ogni Uomo
potrà capire fino in fondo l’erotismo femminile e viceversa. Una nuova tecnologia deriverà da questa: la registrazione di
esperienze. Tale idea è già stata proposta nel film ‘Strange days’ in cui si ipotizzava la realizzazione di caschetti che
registravano su supporti rimovibili le sensazioni di una persona in modo da poter poi far rivivere la situazione ad
un’altra successivamente. In Oltremondo un tale ‘videoregistratore di esperienze’ potrà essere davvero realizzato. Fin
dalla prima fase in cui ci limiteremo a proiettare le sensazioni sugli ingressi del cervello senza andare oltre potremo
registrare tutte le esperienze di una persona ed eventualmente riproiettarle sugli ingressi sensoriali di un’atra. Quando ci
spingeremo oltre fino a rilevare ciò che la persona realmente SENTIRÀ dati questi input sensoriali allora potremo
registrare davvero le sensazioni del soggetto. Quindi realizzeremo due diversi meccanismi di registrazione delle
esperienze. Uno più rozzo ed immediatamente disponibile che sarà come una specie di telecamera che registrerà tutti i
sensi; uno più raffinato che registrerà le esperienze. Cosa si potrà fare con tali sistemi? Per esempio registrare una
discesa in snowboard estremo su di una parete quasi verticale in neve fresca con salti di decine di metri. Con il sistema
primitivo un’altra persona potrà avviare il play della registrazione e sentirsi al posto dello sciatore senza ovviamente
poter muovere lui i muscoli. In questo modo potrà sentire il vento sul viso, la sensazione di caduta libera nei salti e
financo il freddo della neve lungo la schiena in caso di caduta. Con la registrazione più avanzata lo spettatore potrà
sentire anche l’eccitazione dello sciatore, la paura in caso di caduta, i pensieri che ha fatto nello scegliere una via di
discesa piuttosto che un’altra e così via. In caso di produzioni filmiche queste tecnologie permetteranno di vivere i film
‘dal di dentro’ dei personaggi ed arrivare a capire le motivazioni ed i sentimenti che li spingono a comportarsi nei vari
modi. Ovviamente anche per questo il sesso sarà un’interessante fonte di materiale. Nel caso in cui si incontreranno
nuove forme di vita, alieni o anche solo i cetacei, tali tecnologie ci permetteranno di saltare le barriere delle differenze
fisiche e culturali fino a fonderci nell'altro e CAPIRE le sue sensazioni e motivazioni. Nuove relazioni e scambi
diventeranno possibili e questo forse sarà il futuro dell'Uomo quando incontreremo gli altri esseri intelligenti del
Cosmo.
IL SESSO IN OLTREMONDO
Poche attività umane subiranno dall’avvento di Oltremondo un impatto come il sesso. La vita degli Uomini è sempre
stata condizionata da questa attività ad un livello che la più parte non ha mai nemmeno immaginato; guerre, avventure,
movimenti di denaro, politica, rivoluzioni, invenzioni, poesia, musica e mille altre cose sono state fatte solo per ottenere
i favori sessuali di altre persone. Nella maggior parte dei casi ci si è ipocritamente nascosti dietro il comodo paravento
dell’Amore, ma spesso i sentimenti c’entravano ben poco. L’Amore deve essere fortemente disgiunto dal sesso quando
quest’ultimo è inteso come attività ricreativa. La maggior parte della vita dei maschi è spesa nella ricerca continua di
femmine da ingravidare, suona volgare ma è così. I maschi che avevano prevalentemente altri interessi si sono riprodotti
meno e la loro stirpe non è mai andata lontano, coloro che pensavano solo a fornicare hanno avuto tanti figli, gli altri
pochi o nessuno. Quando una mutazione casuale ha fatto nascere un Uomo più propenso alla riflessione, alla cultura ed
alla filosofia, indefettibilmente l’avvicendarsi delle generazioni ha cancellato i suoi geni, non immediatamente ma in
modo statisticamente sicuro. Non deve sorprendere quindi l’attenzione davvero patologica verso il sesso, siamo tutti
figli dei figli dei figli degli assatanati. Con Oltremondo la spirale si spezzerà e l’Umanità avrà due vie di miglioramento:
le persone meno inclini agli istinti e più riflessive potranno sopravvivere molto più a lungo e quindi incideranno
percentualmente di più sulle sorti del tempo mentre tutti gli altri potranno sfogarsi molto più facilmente e quindi
dedicarsi di più alle attività dell’intelletto. E’ indubbio infatti che il sesso diventerà un’attività davvero semplice da
esercitare con partner meravigliosi. Non solo le donne e gli uomini miglioreranno moltissimo sotto l’aspetto fisico
grazie all’uso di corpi digitali perfetti, ma infinite schiere di robot saranno ai nostri ordini. Qualsiasi Uomo potrà avere
numeri immensi di concubine pronte a soddisfarlo, tutte le attrici e le modelle che potrà desiderare, qualsiasi tipo di
donna, o numero di donne. Qualsiasi Uomo potrà essere conosciuto da qualsiasi donna e se ella vorrà correre in moto
con un tipo muscoloso e un po’ rozzo dovrà solo desiderarlo.
Dissolutezza? Inevitabilmente così sarà per moltissime persone, ma senza alcun strascico fisico. Con il sesso digitale,
indistinguibile ed anzi migliore di quello fisico, non si contraggono malattie, non si resta incinta, non ci si fa male
nemmeno nei rapporti sadomaso più estremi. È meglio avere una vita sessuale soddisfacente, ancorché simulata, che
non averne nessuna. Un argomento spinoso sono i pervertiti, i maniaci di qualsiasi tipo. Le perversioni più lievi
potranno essere praticate molto più tranquillamente ed efficacemente, pensiamo a quelli che amano l’abbigliamento di
gomma; si inventeranno cose davvero strane in questo campo. Ma cosa dire dei maniaci gravi? Dovremo permettere
loro di indulgere nelle loro bassezze? Se un Uomo ama uccidere prostitute dovremo permettergli di soddisfarsi in un
canale apposito, ovviamente con donne robot? E per i pedofili? E’ ovvio che un moto di orrore ci prende al pensare un
Uomo con un bambino ma se il bambino è finto? Non sarebbe forse meglio far sfogare questi individui in mondi
simulati dove non possono far del male a nessuno? Ma questi sfoghi non potranno viceversa portare ad una eccitazione
ed un desiderio ancora maggiore di farlo nel mondo fisico? A queste domande dovrà rispondere un’assemblea la più
ampia possibile con l’aiuto del parere di esperti. Tali esperti per ora nemmeno si sognano di applicare la loro scienza a
queste possibilità ma la Fondazione dovrà promuovere serissimi studi in tal senso.
Tante solitudini, anche fisiche, del mondo attuale troveranno comunque una fine, magari solo grazie ai partner digitali.
La pornografia conoscerà nuove possibilità e chissà cosa si inventeranno quei signori che a questo si dedicano, certo
non manca loro la fantasia! La prostituzione sparirà o almeno quella più squallida. Se i partner digitali non saranno
abbastanza soddisfacenti forse qualcuno potrà prostituirsi ma in modo più ‘pulito’ evitando un eccessivo
coinvolgimento fisico regolando opportunamente gli input sensoriali. I partner digitali diverranno rapidamente perfetti
mentre i corpi delle persone saranno così eccezionali che difficilmente qualcuno avrà problemi con l'altro sesso.
E’ ovvio che tutte queste possibilità non saranno esplorate in modo frenetico da tutti. Anche nel mondo fisico si può
sciare, ad esempio, ma non tutti lo fanno. Il concetto di fedeltà avrà ancora un significato, inteso come desiderio di
rapportarsi con un essere umano che davvero si apprezza. In questo senso molte persone rimarranno fedeli al partner
fisico e con esso esploreranno nuove infinite possibilità. Se i single potranno sbizzarrirsi in avventure sfrenate, infatti,
certo le coppie affiatate trarranno forse i frutti migliori dalle possibilità del sesso digitale. Non solo i corpi potranno
migliorare e ringiovanire ma si potranno esplorare insieme infinite eccitanti possibilità. Una coppia potrà ad esempio
scambiarsi i corpi e provare un rapporto dal punto di vista dell’altro, oppure si potranno variare particolari anatomici di
ogni tipo per vedere l’effetto che fa. L’impotenza sarà debellata, le donne frigide potranno impostare una maggiore
stimolazione esterna dei centri dell’ipotalamo preposti alla libido in modo da correggere il loro comportamento e
trovare finalmente piacere nell’attività sessuale. Si potrà fare l’amore in luoghi meravigliosi, eccitanti, che si sono
magari sempre solo sognati. Volete una suite a Las Vegas con un lettone rotondo? Ci sarà. Volete fare sesso in assenza di
gravità? Sulla Luna? Nell’antico Egitto? Su un altare durante un rito pagano druidico? Infinite fantasie diventeranno
realtà ed anzi un’attività fiorente sarà quella di coloro che offriranno ambienti originali per fare sesso con il partner. Il
collegamento telepatico permetterà ad ogni persona di SENTIRE cosa prova l’altra durante il rapporto e così nuove
incredibili esperienze saranno possibili. Una speciale possibilità, poi, sarà riservata agli Uomini: non ci saranno più
problemi ‘meccanici’ per avere orgasmi multipli come le donne e nuove interessanti possibilità si apriranno. Nelle
relazioni, così come oggi si esplora il corpo del partner, in Oltremondo si potranno inventare nuovi stimoli, come
accarezzare una donna con il vento, o passare tra i capelli mani di vapori profumati. Infinite nuove tecniche erotiche si
potranno inventare e se da un lato certo si approfondirà la bassezza del sesso volgare e gratuito, dall’altro le persone che
hanno un erotismo cerebrale giungeranno a sublimi vette oggi impossibili.
IL CORPO UMANO
L'avvento di Oltremondo ci regalerà anche l'affrancamento da una limitazione che non è mai stata sentita a livello
conscio ma tante sofferenze e frustrazioni ha generato: la disponibilità di un solo corpo. Tale è la nostra abitudine di
tutta una vita che nemmeno ci rendiamo contro di quali ristrettezze ciò comporti. Moltissimo denaro è da sempre stato
speso per apparire migliori agli altri e a noi stessi, la cosmetica è una delle industrie principali eppure i risultati sono
deludenti su moltissimi fronti. Le persone non si piacciono e tutti abbiamo qualche parte del nostro aspetto fisico che ci
piacerebbe cambiare. Non solo, molti di noi vorrebbero poter interpretare altri personaggi, altri sessi, anche solo per
gioco. In Oltremondo tutto questo sarà finalmente possibile. Le donne, quando gliene si parla, sono affascinate dal
'trucco infinito', intendendo con ciò la possibilità di modificare qualunque caratteristica del proprio aspetto con enorme
facilità. Nel mondo digitale qualsiasi persona potrà cambiare istantaneamente il colore dei capelli, degli occhi, della
pelle, delle unghie. Ogni variazione potrà essere immediatamente visionata in uno specchio o tramite un manichino
olografico che ci rappresenterà perfettamente. Una donna potrà variare tutti questi e mille altri parametri (lunghezza
delle unghie, dimensioni del seno, profilo del sedere...) allineando lungo un muro una copia perfetta di sé con le
impostazioni di ogni configurazione per poi scegliere quella che piacerà di più. Allo stesso modo in cui si sceglie un
vestito si potrà scegliere un corpo e poi rifinirlo con infinite variazioni. Si potrà cambiare l'odore di sé stessi, la
flessuosità, il modo di camminare, i riflessi degli occhi e dei denti. Una stravagante possibilità sarà quella di apparire
diversamente ad ogni persona. In tal modo ci si potrà recare ad una festa e sembrare bionda per una persona, rossa per
un altro gruppo e completamente diversa per un altro ancora. Questo ovviamente faciliterà di molto gli adulteri ma
permetterà nuovi eccitanti giochi. Le persone non si potranno più stancare dell'aspetto del proprio partner e potranno
anzi far scegliere ad esso l'aspetto che preferiranno. Non si pensi che questo produrrà fastidio: al massimo si potrà
sembrare in un modo al partner ed essere un corpo completamente diverso ai propri occhi, in modo da sentirsi a proprio
agio.
Molti si sentiranno a disagio e, come per molti altri concetti rivoluzionari di Oltremondo, reagiranno con il rifiuto, a
volte persino violento. È curioso osservare come, non appena si descrivono le meraviglie e le eccezionali possibilità che
deriveranno da questo progetto, moltissime persone reagiscano con una feroce chiusura mentale. Sembra davvero
stupido questo abbarbicarsi ai paradigmi del passato, persino quelli che tanta sofferenza hanno sempre prodotto. In
special modo le persone sembrano gelose della loro fisicità, considerando lo stato in cui sono vissute come intoccabile e
da difendersi, anche dialetticamente, ad ogni costo. La spiegazione non può che derivare da meccanismi psicologici,
spesso inconsci. Innanzitutto, si osserva spesso un effetto mentale frequentissimo nelle persone, di intensità crescente
con il ridursi del livello culturale: un qualcosa che chiamerei sindrome ‘la mia macchina è eccezionale’. Avrete avuto
modo di notare come, all’aumentare della semplicità mentale, le persone tendano sempre di più a definire le cose della
loro vita come perfette e migliori di quelle delle altre. L’esempio più eclatante è quello dell’automobile. Quante volte si
sente decantare modelli modesti come essere veicoli dalle prestazioni eccezionali e dai consumi impossibilmente
parchi! Allo stesso modo ogni persona, tanto più quanto maggiormente semplice, tenderà a dire che il proprio corpo è il
migliore, perfetto, eccezionale. Gli eventuali difetti saranno ridotti, quando non nascosti, anche a livello inconscio. Ogni
persona, insomma, essendo stata costretta ad accontentarsi del corpo che ha ricevuto, si è costruita un sistema di
accettazione mentale e i propri eventuali difetti, anche se non nascosti almeno a sé stessa, non li ammetterà mai con il
prossimo. La possibilità di avere un corpo qualsiasi scardina questo modello mentale ed occorre molta intelligenza, o
molto tempo, per accettare serenamente questa opportunità. L’altro motivo è dato da un semplice ragionamento
pragmatico: ogni persona ha sempre visto con orrore, fin dall’infanzia, l’abbandono del corpo fisico, perché questa è
sempre stata la morte. Se ci si pensa ogni essere umano è sempre stato consapevole di questa eventualità: perdere il
corpo fisico che gli è stato assegnato ha sempre significato la semplice cessazione dell’esistenza, ed è
conseguentemente stata vista come una cosa terribile, da evitare in ogni modo. Non si deve dimenticare un ultimo,
romantico motivo. Ci si affeziona alle cose che si sono avute vicino per molto tempo, ed il proprio corpo non fa
eccezione.
Tutto questo richiederà un grosso sforzo culturale, siamo da sempre abituati ad avere un solo corpo ed essere visti da
tutti con lo stesso. Le possibilità che si apriranno porteranno molta confusione ma il divertimento sarà superiore. Del
resto, chi fosse affezionato ad un certo corpo, magari quello che aveva a vent'anni, potrà avere sempre quello in ogni
occasione, apportando solo piccole correzioni una volta per tutte. Pensate alle possibilità: finalmente basta con l'obesità!
Si potrà mangiare tutto quello che si vuole senza ingrassare, ci si potrà ubriacare a volontà senza rischiare alcun danno
al fegato. Ovviamente non sarà solo per queste becere voluttà che si utilizzeranno queste nuove possibilità. L'occasione
di 'indossare' corpi diversi ci verrà anche dalla nostra partecipazione a ricostruzioni storiche o di fantasia. Una bella
fanciulla potrà voler impersonare mago Merlino ed allora potrà darsi il corpo di un vecchio signore dalla lunga barba.
Un Uomo potrà recitare nel ruolo di Cleopatra e si ritroverà ad avere uno splendido corpo di donna. I transessuali
potranno finalmente avere un corpo adatto alla loro personalità senza sottoporsi a operazioni chirurgiche.
Un’altra grande rivoluzione verrà da una sorta di ‘teoria della relatività corporea’. Così come la Teoria della relatività di
Einstein ha minato il nostro concetto di scorrere del tempo, allo stesso modo il corpo digitale rivoluzionerà la
percezione del nostro tempo cosciente. Un’altra delle limitazioni che abbiamo sempre avuto e di cui non ci possiamo
rendere contro finché non ci vengono prospettate nuove possibilità è quella della ‘fissità temporale’. Pensiamo ad una
qualsiasi situazione della nostra vita in cui abbiamo dovuto aspettare per qualcosa; talvolta tale attesa è stata anche
dolorosa, si pensi ad esempio ad un arto ingessato. Il fatto di avere un solo corpo ha sempre comportato l’effetto di
dover PER FORZA passare attraverso tutte le difficoltà che si presentavano allo stesso. Quando la nostra coscienza sarà
libera dal soffocante legame con un solo corpo, casualmente datoci dalla Natura, potremo balzare da un involucro
all’altro a seconda dell’estro del momento. Se per un qualsiasi motivo un corpo dovesse aspettare un qualche tempo,
magari soffrendo o semplicemente annoiandosi, la nostra coscienza potrebbe abbandonarlo per indossarne un altro e in
quest’ultimo proseguire i propri studi, le proprie esperienze o semplicemente svagarsi. Fino al momento in cui nel corpo
precedente non si producesse una situazione di interesse, o almeno la cessazione della sofferenza, non saremmo costretti
ad essergli presenti. In tal modo le cose più spiacevoli dell’esistenza saranno evitate e tanti sprechi del nostro prezioso
tempo verranno evitati. Le situazioni che si produrranno da questa possibilità sono talmente esoteriche ed innovative
che sgomentano, e ci fanno riflettere su quanto, ancora una volta, siamo stati miserabilmente poveri fino ad oggi.
L'attenzione spasmodica che abbiamo sempre dovuto tributare al vecchio corpo fisico troverà rilassamento. Molte
attività che non abbiamo mai fatto potranno essere affrontate con un corpo digitale grazie al quale non dovremo avere la
solita paura di farci del male. Il motociclismo, lo sci, il paracadutismo, le immersioni subacquee e tantissimi altri sport
diventeranno praticabili senza paura. Sarà bellissimo rischiare la vita in esperienze che nella vita fisica non avremmo
avuto il coraggio di affrontare. Inoltre diventerà possibile partecipare ad avventure di lunga durata senza interrompere le
altre nostre attività. Ad esempio si potrà esplorare l'Africa dell'ottocento partecipando ad una spedizione di persone che
andrà avanti tutti i mercoledì pomeriggio per sei ore. Il resto della settimana lo trascorreremo con altri corpi (o altre
copie dello stesso corpo base) nelle nostre altre attività mentre il nostro corpo di esploratore resterà 'congelato' là dove
lo avremo lasciato nella giungla. L'assenza di tempi morti di trasferimento renderà possibile la partecipazione a più
esperienze in contemporanea suddividendo il nostro tempo tra di esse a piacimento. In ogni esperienza potremo avere
corpi diversi che rimarranno equipaggiati, vestiti, posizionati nel punto esatto in cui li avremo lasciati. Potremo
scambiarci i corpi con altre persone e questo aprirà eccitanti nuove prospettive nel sesso, potremo entrare nello stesso
corpo in più persone per condividere esperienze di gruppo altrimenti impossibili. Potremo superare qualsiasi limitazione
del nostro vecchio corpo fisico, saremo più forti, più grandi o più piccoli, più agili, più belli o più terribili.
Coloro che sono handicappati nel mondo fisico torneranno a camminare, a sentire, a vedere, come e meglio degli altri; i
vecchi torneranno giovani, i malati sani. Se vorremo mai sperimentare gli effetti di qualsiasi sostanza o addirittura di
una malattia potremo farlo con un corpo di prova potendo in ogni istante tornare come prima. Un effetto che potrebbe
essere sottovalutato, ma sarà invece uno dei motivi che spingeranno ogni persona a preferire ferocemente la vita digitale
a quella fisica, sarà la fine dei ‘piccoli fastidi’. Tutti abbiamo sempre dato per scontato la loro esistenza, ma sarà solo
con la loro scomparsa che ci renderemo conto di quanto bestiale e difficile sia sempre stata la vita dell’Uomo. Se ci
pensate un attimo, vi verranno certo in mente infinite occasioni in cui piccoli disturbi vi hanno avvelenato la vita:
momenti di spossatezza, piccoli fastidiosi episodi di tosse, il naso chiuso o che cola e così via. Pur non potendo essere
catalogati nella casella ‘malattie’, questi piccoli disagi sono sempre stati un compagno costante di ognuno di noi. Un
fastidioso mal di testa può aver rovinato intere giornate, un senso di stanchezza può averci impedito uno slancio
positivo altre volte. Nella maggior parte dei casi questi sono piccoli allarmi che l’organismo ci manda per farci stare
tranquilli, per non sforzarlo troppo, oppure anche solo per segnalare in modo sibillino situazioni di disagio biologico
che tanto non sappiamo come affrontare. Tutto questo in Oltremondo sparirà. I corpi digitali saranno non solo più
robusti, ma anche molto meno ‘chiacchieroni’. La maggior parte delle vie sensorie saranno mantenute ad un livello di
‘spento’ e solo selezionati input sensoriali saranno attivati di volta in volta, in ben precise combinazioni. Ovviamente si
darà la precedenza alle sensazioni piacevoli, a meno che il canale non richieda altrimenti per consentire un’esperienza
più realistica. In ogni caso, nella vita normale non saremo più soggetti a difficoltà e disturbi che appariranno niente più
che arcaismi pretestuosi. L’esperienza digitale si rapporterà a quella fisica in modo estremamente netto proprio riguardo
a questo e certamente molti non capiranno come mai, ma si renderanno conto che sul piano digitale la vita sarà
migliore, più ‘gagliarda’, più attiva, più interessante e piacevole. Oltre a qualsiasi corpo potremo avere qualunque tipo
di vestito, divertirci ad essere guerrieri Apache, maghi medievali, sacerdoti fenici, gentiluomini vittoriani, prostitute
arabe o qualunque altra bizzarria ci verrà in mente. Potremo DAVVERO vivere innumerevoli vite e sperimentare tutto
diventando pienamente umani.
Una grande possibilità, che potrebbe portare anche ad eccessi, è quella di entrare nel corpo di altre persone. Se la
tecnologia del caschetto ad induzione per l’ultravisore permetterà l’isolamento del cervello dal corpo in modo da far
vivere al primo esperienze digitali molto realistiche mentre il secondo è in quiete, allora diventerà possibile anche uno
SCAMBIO. Tutte le sensazioni di un corpo potrebbero essere inviate ad un cervello posto fisicamente in un altro. Si
aprono diverse possibilità: una persona vive con il proprio cervello in un ambiente digitale mentre un’altra pilota il suo
corpo nel mondo fisico, le due persone si scambiano i corpi o possono addirittura nascere ‘banche’ di corpi per questo
tipo di scambi. I corpi ‘affittati’ ad un’altra persona andrebbero in giro con il caschetto sulla testa e il proprietario non si
renderebbe conto di cosa succede (ma dovrebbe averlo comunque autorizzato). Oppure il proprietario potrebbe essere
presente alla situazione ed osservare cosa starebbe facendo fare l’altro al proprio corpo, potendo intervenire e prendere
il controllo in ogni momento. La gestione di queste situazioni sarà piuttosto delicata, dovremo garantire certi livelli di
sicurezza minimi. Le persone a cui si ‘presterà’ il corpo potranno essere, ad esempio, il proprio partner, per giochi
erotici rivoluzionari, oppure ricercatori, per poter comprendere le sensazioni ed i punti di vista degli altri. Ricordiamoci
che l’importanza e la sacralità del corpo andranno attenuandosi e quindi queste pratiche non sembreranno più così
sacrileghe come potrebbero apparire. Un punto molto importante andrà comunque sempre garantito: tale tecnica dovrà
essere applicata solo tra persone consenzienti, con tutte le garanzie del caso.
Un solo grosso problema nascerà, una difficoltà che ho già affrontato gestendo ambienti digitali: l'incertezza
dell'identità e l'usurpazione della stessa. La fissità del corpo è sempre stata un efficace mezzo di riconoscimento e grazie
ad essa si poteva esser certi dell'identità di una persona. Relativizzando l'aspetto fisico è ovvio che concetti come le foto
sui documenti, le impronte digitali, persino la firma, non avranno più senso. Allo stesso modo si potrà (e tanti lo
faranno) assumere l'identità di qualcun altro per scherzo o per danno. Ho assistito a tante 'mistificazioni digitali' nei
mondi digitali ed invariabilmente le vittime si sentivano improvvisamente impotenti di fronte a questo comportamento
mentre tanti mascalzoni si sono divertiti a creare problemi al prossimo. Le persone che si collegano ad un ambiente
digitale tendono a credere in modo perfino patetico a quanto viene loro detto e quando qualcuno dice di essere Mario
Rossi questo non viene mai messo in dubbio. Il vero Mario Rossi si potrebbe poi trovare di fronte folle inferocite per il
'suo' comportamento senza nemmeno capire che qualcun altro si è fatto passare per lui. Non si deve credere che queste
cose non succedano, sono in realtà estremamente frequenti e producono tantissimi danni, talvolta anche gravi.
Per evitare tutto ciò occorre che si predisponga un metodo per l'identificazione CERTA dell'identità di ogni persona.
Allo stesso tempo si deve permettere la connessione anonima per tutta una serie di motivi, segnalando però chiaramente
tale stato. Dovrebbe essere sempre possibile visualizzare una sorta di 'targhetta' su ogni personaggio di qualsiasi
ambiente digitale in modo da sapere chi egli sia. Tale segnale potrebbe essere attivato da un comando dell'ultranauta in
modo da far comparire tali targhette di identificazione nell'ambiente e rendendole visibili solo a lui. Tale funzione non
presenterà alcuna difficoltà dato che ogni ambiente, anche se ospiterà più ultranauti, sarà disegnato per ognuno di essi
dal proprio sistema di visualizzazione e creerà quindi una percezione di tale realtà che potrà essere diversa per ognuno
di essi. Colui che attiverà la visualizzazione potrà così anche sapere se ci sono altri ultranauti indipendentemente dal
corpo che si saranno scelti. Al limite uno potrebbe anche essere invisibile, oppure essere un filo d'erba, ma la sua
targhetta sarà comunque visualizzata. Su tale indicatore dovrà trovarsi il nome in codice, lo pseudonimo che ognuno si
sceglierà per entrare nel singolo canale digitale. Oltre a questo dovrà essere possibile risalire alle reali generalità della
persona. Tale funzione dovrà ovviamente essere disabilitabile in modo da garantire la privacy di ognuno. Ogni persona
dovrà registrarsi con i propri dati, associare ad essi uno pseudonimo globale (capitan chiardiluna, azzurro, la farfalla,...)
e poi scegliere uno pseudonimo locale all'ingresso in un canale. In tale modo si potrà trovare 'il mago verde' in un
castello di un certo canale ma si saprà che ad esso corrisponde in realtà 'la farfalla' e che essa è nel mondo fisico ' Maria
Bianchi, residente in ....'. Tali informazioni dovranno poter essere rese segrete dall'ultranauta ed al loro posto dovrà
comparire uno speciale numero di serie che sarà ad esse associato ma generato al momento in modo da essere sempre
diverso. In tal modo non si potrà nemmeno sapere che la persona è sempre il numero '12567' dato che tale numero
varierà ogni volta. Solo al Consiglio degli Asceti sarà possibile ricollegare il numero alla persona in modo da dirimere
con sicurezza qualsiasi controversia. La funzionalità di esposizione dei dati personali sarà realizzata in modo da non
poter esser manomessa da nessuno. Un altro aspetto è la certificazione dell'identità. Infatti non solo si vorrà sapere chi è
la persona che abbiamo di fronte ma talvolta si vorrà poter provare di essere davvero noi stessi. Per tale scopo basterà
rendere palesi i dati della 'targhetta' che manterremo invece segreti per gli altri.
LA CURVA DEL PROGRESSO
In questo capitolo effettuiamo un excursus sullo stato dell’Umanità alle soglie di Oltremondo. La tesi che si vuole
dimostrare è che siamo giunti ad un punto di svolta nell’evoluzione umana e ci aspetta un ‘salto di qualità’ che si può
tranquillamente vedere come la salita di un nuovo gradino della nostra storia evolutiva. Inizieremo quindi con l’analisi
delle possibilità del progresso umano e di come queste eccezionali potenzialità ci faranno letteralmente volare nel
ventunesimo secolo, realizzando cose che al suo inizio potrebbero essere etichettate come ‘fantascienza’.
La definizione di progresso è sempre stata molto aleatoria, ciò che per alcuni lo era per altri si identificava con una
iattura. La migliore definizione è stata data da Henry Ford: “non vi è vero progresso finché i vantaggi di una nuova
tecnologia non sono per tutti”. In questo senso progresso è sempre stato ciò che ha migliorato la vita di tutti gli uomini.
Non quindi una nuova tecnica, magari con esoteriche applicazioni comprese da pochi esperti, ma gli effetti di questa
sulla vita della maggior parte degli Uomini. Il progresso in quest'ottica può essere quantificato misurando l'impatto che
ha sulla vita degli esseri umani e di quanto la migliora. Ovviamente tali misure sono soggettive ma spesso le persone
hanno una chiara immagine di quanto le riguarda direttamente. E' indubbio che in una tale prospettiva l'aumento del
benessere e della qualità della vita degli ultimi secoli, specie riguardo alla facilità di rapportarsi con gli altri, sia stato
esponenziale. Per esponenziale si intende un andamento che aumenta sempre più il tasso di incremento col passare del
tempo e quindi parte lentamente ma si impenna sempre più rapidamente fino a diventare quasi verticale. Il
miglioramento della vita dell'Umanità si è mosso molto lentamente al tempo dei nostri progenitori, molte migliaia di
anni fa, giungendo ad un tasso frenetico proprio alla fine del ventesimo secolo. All'epoca preistorica lunghi secoli
passavano tra un'innovazione e l'altra, producendo un lentissimo miglioramento della vita dei nostri avi. Il medioevo ha
segnato, pur con la sua stagnazione, un’accelerazione del processo. Con il rinascimento si è avuto un punto di
discontinuità e la curva del progresso ha avuto un'impennata quale mai si era vista. Con il barocco, l'illuminismo ed il
romanticismo si è continuato con il miglioramento scoprendo una via l'altra le leggi del mondo fisico. Il ventesimo
secolo ha raggiunto vette ineguagliabili di modificazione della vita delle masse e miglioramento della stessa.
Ovviamente questo secolo ha prodotto le ultime grandi guerre, combattute con le più sofisticate tecnologie applicate ad
un paradigma, la guerra, retaggio delle epoche precedenti. L'esplosione delle bombe atomiche sul Giappone, alla fine
della seconda guerra mondiale, ha segnato il culmine dell'uso della tecnologia per scopi bellici e la fine sostanziale delle
guerre come metodo di risoluzione dei conflitti tra i principali paesi. Tutto il lungo periodo intercorso tra i mitici anni
sessanta e l'inizio del ventunesimo secolo è stato di rielaborazione sociale e sviluppo estremo delle nuove tecnologie. Il
computer è il figlio di quest'epoca formidabile ed ha prodotto risultati impensabili per le generazioni precedenti.
Siamo ora di fronte ad una nuova frattura nella curva del progresso, ad una nuova discontinuità. L'evoluzione delle idee
liberiste, del concetto della sacralità della vita, dell'antirazzismo, può ora unirsi ad una tecnologia informatica
finalmente matura ed autenticamente liberale e planetaria. Oltremondo rappresenterà la prossima discontinuità del
sistema. L'andamento esponenziale del progresso deve produrre una nuova impennata della curva che lo definisce,
impennata che non può più prodursi nel vecchio mondo fisico da cui è inevitabilmente soffocata e limitata. La domanda
di migliori esperienze, di una vita più piena, di un nuovo livello di relazione con tutto il consesso umano non può più
trovare sfogo con paradigmi vincolati al vecchio mondo fisico, fossero anche Internet ed il World Wide Web. Un nuovo
livello di esperienza umana ed un nuovo tipo di interrelazione con gli altri si impongono. L'evoluzione deve giungere a
modificare la nostra stessa essenza e il modo in cui ci relazioniamo con il mondo esterno. Dobbiamo superare tutte le
vecchie limitazioni per proiettarci verso un nuovo livello di esperienza che permetta lo sviluppo delle nostre personalità
al di là del progetto originario limitato che ha ormai fatto il suo tempo.
La mente dell'Uomo sembra essere stata progettata fin dall'origine per accedere a superiori livelli di coscienza che non
le sono permessi dal corpo fisico. I nostri progenitori hanno lavorato, lottato e combattuto per questo, senza saperlo,
portando dentro di loro un anelito che nemmeno comprendevano pienamente e che collocavano nella sfera delle
esperienze fisiche (un mondo di pace, pane e lavoro per tutti, amore e fratellanza) mentre la vera destinazione è
trascendente, in un'ottica, volendo anche laica, di superamento dei nostri vincoli biologici per giungere a far progredire
ancora l'Umanità su di un piano puramente intellettuale dove TUTTO è letteralmente possibile.
Cosa ci aspetta non possiamo neanche immaginarlo a questo stadio iniziale, così come gli Uomini primitivi che
scavavano i tronchi per ottenerne imbarcazioni non avrebbero potuto prevedere Internet, ma indubbiamente gli obiettivi
che raggiungeremo saranno molto brillanti. La curva del progresso si inarcherà ancora di più verso l'alto ma si sposterà
anche di lato dato che il piano su cui l'abbiamo sempre tracciata era previsto per rappresentare il miglioramento delle
condizioni fisiche dell'Uomo nel mondo fisico. I miglioramenti che andremo ad ottenere si collocheranno su nuovi piani
delle possibilità umane, esplorando direzioni forse solo abbozzate o neanche immaginate fino ad oggi. La curva, che è
sempre stata una linea su di un piano bidimensionale, si allargherà di lato in tutte le direzioni, diventando una
meravigliosa cornucopia che era ridotta ad un filo nel passato ma avvolgerà cose meravigliose nel nostro luminoso
avvenire. Certo le tecnologie necessarie per la piena realizzazione di questo grande progetto sono di una tale
complessità che la necessaria mole di lavoro e ricerca sgomenta. Non dobbiamo tuttavia fare l'errore di proiettare nel
futuro il tasso di sviluppo degli ultimi anni.
Se si progredisse con la velocità degli ultimi anni del ventesimo secolo allora certamente occorrerebbero cento e più
anni per giungere alla piena realizzazione di Oltremondo. Ma il tasso di sviluppo aumenta in continuazione. Le cose che
otterremo nei primi venticinque anni del ventunesimo secolo avrebbero richiesto cento anni di sviluppo degli anni
novanta. Allo stesso modo tutto lo sviluppo del ventesimo secolo si sarebbe potuto ottenere negli anni dal 2000 al 2010.
Questo è l'andamento esponenziale del progresso. Dobbiamo ricordarci sempre che la velocità con cui aumenta il tasso
di sviluppo della tecnologia è essa stessa accelerata di continuo. In matematica si dice che c'è una derivata seconda
positiva; ecco, lo sviluppo tecnologico ha una derivata seconda molto positiva. Quando ci diranno che Oltremondo è un
progetto troppo ambizioso ricordiamo a tutti che alla fine dell'ottocento si credeva che l'Uomo non potesse volare... e
tutto il ventesimo secolo lo otterremo in dieci anni.
(18)
A questo proposito, si possono ricordare le tre leggi della tecnologia di Arthur C. Clarke
:
• Quando uno scienziato dice che qualcosa è possibile, ha quasi certamente ragione, quando dice che qualcosa è
impossibile, ha molto probabilmente torto.
• Il solo mezzo per scoprire i limiti del possibile è quello di avventurarsi per un piccolo tratto oltre di essi
nell’impossibile.
• Qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia
Ma tutta questa fiducia nello sviluppo della tecnologia è davvero dimostrabile? Come si calcola la curva del progresso?
Cominciamo con il considerare l’andamento di diverse possibilità umane. Prendiamo, ad esempio, la possibilità di
movimento: nel passato dell’Uomo si andava a piedi, l’introduzione del cavallo ha portato ad un incredibile aumento
della possibilità di spostamento degli esseri umani. Tale introduzione si è avuta con l’avvento della pastorizia, quindi
molte migliaia di anni dopo che il primo Homo sapiens camminò sulla Terra. Si dovette attendere ancora molto perché
nascesse il carro al traino di diversi cavalli, che aumentò grandemente la velocità e la possibilità di trasporto di cose e
persone. Fino all’ottocento non si ebbero più progressi significativi. Con la nascita del motore a vapore diventò
realizzabile il treno e le possibilità di spostamento ebbero un’impennata. All’inizio del ventesimo secolo, solo pochi
decenni dopo, il motore a scoppio fornisce una potenza per unità di peso davvero straordinaria, e l’Uomo può volare.
Gli spostamenti aerei divengono molto più rapidi con l’introduzione del motore a reazione alla fine della seconda guerra
mondiale, addirittura supersonici con il Concorde. Negli anni sessanta l’Uomo raggiunge la Luna e sonde automatiche
iniziano a diffondersi nel sistema solare. Con Oltremondo il teletrasporto istantaneo diventerà una realtà, ancorché sul
piano digitale. Se poniamo l’andamento delle possibilità di spostamento dell’Uomo su di un piano con il tempo
sull’asse X e i chilometri percorribili in un’ora sull’asse Y otteniamo circa questo:
Si nota chiaramente l’andamento esponenziale, cioè che ad ogni passo aumenta l’ammontare di quanto si incrementa la
grandezza in istudio e che riduce il tempo che intercorre tra un passo ed il successivo.
Consideriamo ora la potenza di calcolo dei computer, intesa come numero di calcoli matematici eseguibili dalla
tecnologia dell’epoca per mille dollari spesi:
Questo grafico comprende congegni che vanno dalla Macchina analitica di Babbage, al Tabulatore di Hollerith,
all’ENIAC, all’IBM 7090 fino al Pentium 2. Da questa carrellata di computer del ventesimo secolo si nota ancora un
andamento esponenziale. L’andamento è qui meno impressionante solo perché questo grafico è logaritmico, cioè lungo
l’asse delle Y ad ogni scatto corrispondono aumenti via via sempre maggiori, altrimenti i puntini più in alto sarebbero
stati così lontani da quelli più in basso che il grafico non sarebbe stato più leggibile. Per dare un’idea di quale
formidabile crescita sia rappresentata si noti che se l’industria dell’automobile avesse prodotto un progresso simile a
quello dei computer dal 1950 al 2000, un’automobile oggi costerebbe un centesimo di centesimo di dollaro e andrebbe
più veloce della luce!
Grafici come questi possono essere realizzati per ogni aspetto della tecnologia e anche per molti aspetti della cultura
dell’Uomo. Da tutti si evince come l’andamento dello sviluppo delle tecniche, e più in generale della cultura, sia
esponenziale. Non può essere altrimenti, dato che ogni prodotto parte dal formidabile patrimonio di tecniche e di
concetti che lo precedono. Quando si studia un nuovo veicolo non ci si preoccupa di inventare la ruota, ma essa ha
richiesto millenni per essere messa a punto. In tal modo si assiste all’introduzione di nuovi prodotti ad intervalli sempre
più ravvicinati; tali prodotti sono poi sempre più ‘performanti’, cioè forniscono un aumento delle prestazioni rispetto al
modello precedente che è molto superiore a quello che questo ha fornito rispetto alla versione ancora prima. In tal modo
il tempo sembra addirittura accelerare, con un effetto quasi da Relatività di Einstein; soggettivamente sembra che le
cose accadano in meno tempo di prima, esattamente come una qualsiasi persona percepisce da adulto lo scorrere del
tempo come molto più veloce di quando era bambino.
Tutti questi fenomeni produrranno un effetto ancora più sorprendente nel ventunesimo secolo. In questi anni
l’accelerazione soggettiva del tempo produrrà cambiamenti epocali non più nell’arco di molte o poche generazioni,
come nel passato, ma nell’arco della vita di un solo Uomo. Nuove tecnologie, e a loro volta nuovi stili di vita, nuove
eccitanti possibilità, non si produrranno più al passaggio da una generazione all’altra ma addirittura più volte nell’arco
della vita di ciascuno di noi. Questo effetto è del tutto nuovo e rivoluzionario: è la prima volta che esso accade nella
storia dell’Umanità; è una conseguenza della matematica della curva del progresso ma sarà dirompente per ogni Uomo.
Ognuno di noi dovrà sapersi adattare a questo mondo in enorme fermento, dovendo volente o nolente accantonare molti
concetti in cui ci si potrebbe cullare, specialmente la stabilità dell’esistenza. La vita cambierà, anche più volte, nell’arco
della nostra esistenza e dovremo essere capaci di adattarci a questo. I cambiamenti saranno positivi però, quindi non
dovremo temerli ma anzi anticiparli e parteciparvi da protagonisti. Leggendo questo libro potrete dare uno sguardo in
anteprima a molti di essi.
LA BARRIERA DELLE RISORSE
In questo secondo capitolo ci occuperemo dei modelli politici e sociali. La tesi che intendo portare avanti è che sul
pianeta Terra NON È POSSIBILE realizzare un sistema politico autenticamente equo, solidale, ricco e soddisfacente.
Non importa quale sia la propria idea politica, ognuno dovrà spogliarsene per vedere le cose con l’occhio puro del
fanciullo. Dimenticatevi di essere di destra, di sinistra, o di non avere un’idea politica. Pensate in modo asettico e senza
pregiudizi, scoprirete che non ci sono soluzioni, non sul piano della vita fisica.
Molti credono che sia possibile, in un qualche modo che l'Umanità non ha ancora inventato, vivere felici in miliardi di
Uomini sul pianeta Terra. Schiere di contestatori hanno protestato, in modo spesso violento, contro il sistema
capitalistico uscito vincente dal ventesimo secolo. Gli ideali di uguaglianza e di non sfruttamento portati avanti dal
comunismo hanno fallito alla prova della Storia ma il capitalismo non ha certo dimostrato di essere il sistema migliore.
Io non credo CHE ESISTA un sistema politico e/o economico capace di far vivere l'Uomo in modo felice e solidale su
questo Pianeta. Comunque la si metta, le risorse disponibili semplicemente non sono sufficienti per portare sette o più
miliardi di Uomini al livello di vita medio occidentale della fine del ventesimo secolo. Qualcuno potrà obiettare che
esistono altri stili di vita, più semplici, più vicini alla natura, meno alla ricerca continua del possesso ma che mirano al
miglioramento dell’individuo. Sono belle parole, esprimono concetti elevati e meravigliosi, ma… non chiedete a
nessuno di andare a dire alle persone di rinunciare all’acqua calda. O di non accendere più la televisione, o di andare a
piedi.
Non siamo ingenui, le persone VOGLIONO tutte le cose realizzate dal progresso degli ultimi secoli, l’Uomo ama la vita
occidentale e molti, pur disprezzandola, la desiderano. Troppi ecologisti alla fin fine non si farebbero mai la doccia con
l’acqua fredda. Non si dica che ci sono altri sistemi per avere tutto quello che ci serve, come ad esempio l’agricoltura
biologica, lo ‘sviluppo sostenibile’ ed altre meravigliose utopie. Se non si utilizzano sistemi industriali non si nutrono
milioni di persone, non le si tiene pulite, non le si fa viaggiare come vorrebbero. Anche se si è ecologisti, si ama la
natura, si dovrebbe essere tuttavia ferocemente ancorati al buon senso e alla CERTEZZA che la gente non vuole
veramente il ritorno alla natura ma spesso invece un’altra auto, magari più potente. Non solo non ci sono altri sistemi
più naturali ed ecocompatibili per realizzare i prodotti di massa che ci necessitano, ma neppure i sistemi attuali sono
sufficienti. Non importa quali strategie produttive e/o distributive ci inventiamo, semplicemente non ci sarà mai
abbastanza di tutto. Nessuna contestazione convincerà mai i ricchi del pianeta a dividere le loro ampie ma fatalmente
limitate risorse con i poveri e anche se lo facessero non ci sarebbero abbastanza ricchi per la massa enorme dei
disperati.
Questo è uno dei punti più chiari e meno compresi, specie dai contestatori. La somma delle risorse possedute da tutti i
ricchi del mondo è di MOLTO inferiore al totale di cui avrebbero bisogno i poveri per giungere tutti allo standard di vita
occidentale. In contrasto con questi dati di fatto, moltissimi anelano ad un mondo più giusto, dove nessuno abbia più di
ogni altro e non ci sia sfruttamento tra gli Uomini. Tale ideale utopico è un bellissimo sogno, perseguito anche con
violenza nei secoli. Fino all'avvento di Oltremondo, sul pianeta Terra tale sogno meraviglioso è sempre stato del tutto
impossibile. Non solo l'Umanità non possiede le risorse necessarie alla vita civile di alcuni miliardi di persone, ma
l'intero sistema Terra non è in grado di produrle. Si pensi allo sfruttamento intensivo dei mari con la pesca: ci sono
continui allarmi che tale sfruttamento stia desertificando gli oceani. Le reti a strascico arano i fondali che poi impiegano
molti anni per tornare al livello precedente, ma una nuova pescata li depaupera molto prima. Molte specie di pesci non
sono più in grado di riprodursi adeguatamente, dato che vengono pescati anche nei periodi dell'accoppiamento.
Moltissimi animali marini sono pescati in taglie sempre più piccole, ad indicare che non hanno il tempo di crescere e gli
esemplari più adulti non esistono più. Ettari di foresta vengono distrutti ogni anno per le necessità dell'Uomo e spesso
non vengono ripiantati, solo alcuni paesi hanno una pianificazione per la rotazione di questi cicli. L'inquinamento,
inevitabile sottoprodotto di qualunque sistema produttivo, è in continuo aumento e produce sempre nuove calamità. Le
petroliere che devono faticosamente trasportare l'energia per il funzionamento della civiltà spesso creano immani
disastri. Tali naufragi sono spesso determinati dalla vetustà delle navi, a sua volta determinata dall'avidità degli Uomini,
naturalmente generata dalla limitatezza delle risorse (anche l'avidità bieca di molti armatori è un prodotto della
scarsezza delle risorse). In questo scenario si vede benissimo che il pianeta già non può quasi più sostenere l'attuale
Umanità, ancorché con una piccola parte che vive decentemente ed un enorme disperato terzo mondo. Figuriamoci cosa
potrebbe succedere con l'aumento demografico in atto, senz'altro meno catastrofico delle fosche previsioni degli anni
settanta ma comunque pressante.
(11)
Rifkin, un analista di successo dell’economia mondiale e dei nuovi fenomeni, scrive:
”Il diritto di non essere escluso
da una vita piena rappresenta il diritto di proprietà più importante per ogni individuo…Tale visione, però, deve essere
temperata da un’oculata considerazione dei giganteschi ostacoli che ancora si frappongono al raggiungimento di questo
livello superiore di progresso: l’aumento della popolazione, la diminuzione delle risorse naturali, la perdita della
biodiversità, l’incontrollata diffusione dell’inquinamento ambientale che minaccia la biosfera, sostegno di tutte le forme
di vita. Se questi problemi non verranno risolti qualunque discussione su una nuova visione sociale basata
sull’abbondanza materiale e sull’emancipazione dell’Uomo è destinata a rimanere, per la maggior parte degli abitanti
del pianeta, fantasia più che realtà.”
E non basta: c'è ancora un aspetto, e questo definitivo: la barriera del calore. Un esperto negli anni settanta provò a
calcolare cosa sarebbe successo se una popolazione di svariati miliardi di esseri umani fosse vissuta al livello
dell'americano medio di quell’epoca. Per capire il concetto occorre pensare al fatto che qualsiasi attività umana produce
vari sottoprodotti e fra questi vi è il semplice calore. Un Uomo, semplicemente vivendo, dissipa dal suo corpo circa
cento watt di calore, equivalenti ad una lampadina media. Ogni attività che egli intraprende produce qualche tipo di
surriscaldamento. Ma quando tali attività diventano di tipo industriale la cosa peggiora di molto. Per la produzione dei
beni e servizi necessari al tipo di vita del mondo occidentale si dissipa nell'ambiente non solo inquinamento ma molto
calore. Pensiamo alla produzione di un'automobile: già solo la fonderia che produce le parti metalliche necessita di un
altoforno che disperde tantissimo calore. L'automobile nel suo funzionamento normale si surriscalda alquanto, come si
può facilmente sperimentare anche solo appoggiando una mano sul cofano. Tutta la serie di necessità dell'Uomo civile
comporta una tale dissipazione di calore nell'ambiente che questa dissipazione diventa il vincolo più importante. Il
ricercatore calcolò che il pianeta stesso si surriscalderebbe alquanto, anche solo per il calore di scarto, e la massa di
miliardi di consumatori produrrebbe disastri ecologici enormi, fino a far bollire l'acqua stessa degli oceani. Ovviamente
non si pensa che gli oceani arriverebbero a bollire, ma la vita dell'americano medio della fine del ventesimo secolo
produce un tale calore di scarto che, moltiplicato per vari miliardi di individui, sarebbe in teoria in grado di far bollire i
mari.
Un altro punto importante per la dimostrazione della tesi è quello della produttività: per produttività si intende la
quantità di prodotti generata per ora lavorata da un Uomo. L’aumento della produttività è stato impressionante durante
la rivoluzione industriale. Lo sviluppo di macchinari sempre più perfezionati ha permesso di produrre sempre più cose,
e di qualità sempre migliore, utilizzando un sempre più piccolo numero di persone. Ma l’aumento della produttività ha
un limite. Il tasso di aumento è sceso di molto negli ultimi decenni e non si vede come potrebbe ancora mantenersi. Una
via potrebbe essere l’automazione sempre più spinta, ma questa, ancora una volta, è un’utopia. Da tempo ormai non si
parla più seriamente delle ‘fabbriche automatiche’, in grado di realizzare un intero ciclo produttivo senza l’apporto
umano. L’esperienza ci ha insegnato che i robot possono produrre ma non rimpiazzeranno mai completamente l’Uomo,
inoltre si guastano spesso e non si riparano tra di loro. Si è passati al concetto di fabbrica semiautomatica, poi a quello
di fabbrica integrata. La triste realtà è che non si riesce a far manipolare gli oggetti del mondo fisico da sistemi
automatici in grado di svolgere compiti anche solo simili a quelli possibili all’Uomo. In condizioni fortemente
controllate, con linee in cui ogni pezzo si presenta sempre uguale e sempre dallo stesso lato, i robot possono operare.
Ma non appena qualcosa va storto non sanno cosa fare. Alle macchine manca il buon senso, una conoscenza del mondo
che può derivare solo dall’avere avuto un corpo e aver vissuto per anni nel mondo fisico. Purtroppo la realtà fisica è
sempre più complessa ed imprevedibile di qualsiasi asettica simulazione software industriale. Questo impedisce
ulteriori seri sviluppi della produttività. Cosa significa ciò? Significa che OGNI bene, ogni prodotto, ogni servizio,
richiede l’intervento dell’Uomo. Se per produrre faticosamente ogni cosa serve un apporto umano, anche piccolo, allora
ogni Uomo non potrà avere, in media, tutto quello che vuole. È matematico: se si vuole essere equi, se nessuno ruba
nulla, allora ogni bene che un Uomo desidera dovrebbe poter essere, in teoria, prodotto da quell’Uomo stesso. Se si
pensa a quante automobili, barche, aerei, case, cibi, divertimenti vorrebbe ognuno di noi ci appare chiaro che tutto
questo ben di Dio non potrebbe MAI essere prodotto da noi stessi. E per ‘prodotto’ non si intende fisicamente realizzato
dal soggetto ma come una parte di quanto realizzato in ambienti specializzati da altri uomini. In pratica, per tentare di
visualizzare la situazione, non dobbiamo pensare che se ci interessa la Lamborghini Murcielago dobbiamo immaginare
di costruirne una tutto da soli, ma dobbiamo pensare a quante ore di lavoro umano di moltissime persone diverse
occorrono, in media, per produrne una. In tal modo si tiene conto del fatto che la produzione avviene in stabilimenti
attrezzati, con produzione di serie, non con un Uomo solo che, partendo dal minerale e lavorando di fucina e di lima,
ottenga il prodotto finito. Se pensiamo alle ore-Uomo necessarie per la Lamborghini, poi per un aereo personale (anche
un piccolo Cessna), poi per una barca a vela, poi per inventarsi, girare e distribuire un film, ci rendiamo conto di quanto
lavoro occorra. Già oggi, con le capacità produttive del mondo occidentale, sfruttando anche spesso manodopera del
terzo mondo sottopagata, l’Uomo medio europeo non ha quanto vorrebbe. Siamo inseriti all’interno di un sistema
produttivo formidabile, che ha moltiplicato per milioni di volte le nostre singole limitate capacità personali, ma non
siamo soddisfatti. Ogni Uomo medio dell’occidente ha una o addirittura due automobili, ma le vorrebbe più potenti, ne
vorrebbe magari ancora un’altra per andare a sciare. Ogni occidentale vorrebbe avere ancora un’altra casa per le
vacanze, o andare più spesso in viaggio in paesi lontani. Tutte queste ed infinite altre aspirazioni, alcune più ambiziose,
altre meno, non riescono a trovare soddisfazione; e già produrre un’automobile per ognuno di noi in cambio del nostro
limitato impegno nella società è stato un eccezionale risultato. Il punto è che NON SI POTRÀ MAI produrre ancora
molto di più, non potremo mai avere tutte le cose che desideriamo. Non si devono considerare in questo le distorsioni (o
i vantaggi, dipende dai punti di vista) tipiche del sistema capitalistico: è ovvio che molti la Lamborghini ce l’hanno, ma
non l’hanno certo prodotta con il loro lavoro. Non interessa risollevare qui vecchie questioni, non stiamo analizzando se
questo sia giusto o no, il punto è che MAI tutti potranno avere ciò che desiderano. Non importa di quanto si aumenti la
produttività, non importa quali nuovi macchinari si inventino. Se per ogni prodotto occorre una, anche piccola, fetta di
lavoro umano, allora la produzione totale dell’Umanità sarà SEMPRE fatalmente limitata.
Se spingessimo questa analisi fino a comprendere la totalità dell’Umanità la quantità di cose disponibili in media per
ogni Uomo diminuirebbe. Non è del tutto vero che l’occidente cattivo sfrutti il terzo mondo, ma certo qualcosa di reale
c’è. Se si estendesse a tutto il pianeta il sistema capitalistico, creando per magia milioni di nuovi stabilimenti, chilometri
di strade e reti di distribuzione, affermando la democrazia in infiniti paesi, allora ogni Uomo avrebbe qualcosa ma per
gli occidentali questo produrrebbe una leggera DIMINUZIONE dei beni disponibili. E non si pensi che un tale aumento
del mercato produrrebbe un incremento della ricchezza: aumenterebbe il mercato, aumenterebbero legittimamente i
profitti per tanti capitalisti vecchi e nuovi, ma il livello di vita dell’Uomo medio non salirebbe. Ci sarebbero solo tanti
più Uomini medi, in un mondo in corsa verso una catastrofe a scelta tra mille che diventerebbero drammaticamente
probabili.
Non c'è nulla da fare, nel mondo fisico non solo non si troverà mai un modo davvero equo di spartire una ricchezza
fatalmente limitata, ma, quand'anche si trovassero le risorse, miliardi di Uomini non potrebbero MAI vivervi
decentemente. Oltremondo è la sola via per superare le barriere insormontabili che si frappongono tra un'Umanità
prospera e davvero felice e lo stato degli ultimi meravigliosi e terribili secoli della nostra Storia.
LA NECESSITÀ COME REGOLA E FRENO DELLA NATURA
(8)
La necessità è maestra e tutrice della natura. La necessità è tema e inventrice della natura, è freno e regola eterna
.
Quando lessi questa frase di Leonardo da Vinci provai una sensazione meravigliosa, come se dall’abisso del tempo due
intelligenze si fossero strette la mano concependo esattamente lo stesso pensiero. Lungi da me l’idea di paragonarmi al
genio del rinascimento, intendo anzi esprimere il mio estremo piacere nell’aver concepito un pensiero umilmente in
sintonia con il suo. Leonardo aveva senz’altro tratto dalle sue lunghe osservazioni della Natura una deduzione che poi
avrebbe informato tutta l’opera di Darwin sulla selezione delle specie e l’evoluzionismo. Ogni organismo vivente ha
come scopo supremo la propria sopravvivenza e riproduzione in un ambiente con risorse limitate. Questo concetto si
ritrova anche in un altro pensatore, L. Ron Hubbard, che in Dianetics scrive: ‘Se tutta la saggezza del mondo fosse
concentrata in una sola parola, quale sarebbe? ‘SOPRAVVIVI !’ (non faccio parte e non ho mai fatto parte di Dianetics,
ma ho letto molte cose di Hubbard e molti concetti, anche se non tutti, sono davvero importanti). Questa ‘frenesia’ della
vita riguardo alla sopravvivenza non avrebbe motivo se non esistesse una grande limitatezza delle risorse fisiche
disponibili, cosa che Leonardo pose come maestra, tutrice, tema, inventrice, freno e regola. Tutti gli organismi hanno
sempre avuto bisogno di risorse fatalmente limitate: lo spazio, il cibo, temperature confortevoli, compagni per
riprodursi e così via. Ovviamente questa estrema necessità e la limitatezza delle risorse hanno sempre inevitabilmente
portato a conflitti tra individui e tra specie. La fine per le creature meno aggressive o meno ‘furbe’ è sempre stata la
morte, dell’individuo o addirittura della specie. Tali conflitti hanno portato, nel caso dell’Uomo, a guerre spaventose
combattute per reali o immaginari vantaggi. Ogni organismo quando trova delle risorse deve usurparle immediatamente
e completamente, se un singolo batterio non incontrasse limiti esso si riprodurrebbe infinite volte in modo esponenziale
tanto che si è calcolato che in poche ore i suoi discendenti supererebbero la massa della Terra. Questo ‘accaparramento’
degli organismi è dato dall’instabilità dell’ambiente che va sfruttato finché è positivo e dalla necessità di non ‘lasciare
spazio’ ad altre creature potenzialmente concorrenti quando non predatrici. Il comportamento vincente in Natura non è
certo quello improntato alla cortesia e alla convivenza civile. Non intendo negare che talvolta si osservino, tra animali,
comportamenti solidali o addirittura anche adozioni di cuccioli di razze diverse, ma tali situazioni sono date da impulsi
funzionali alla sopravvivenza della specie. L’aiutare un proprio simile, solo se se ne ha la possibilità senza privarsi di
nulla, è un comportamento che si è dimostrato essere utile alla sopravvivenza globale della specie. L’adozione di
cuccioli di altre specie è dovuta allo stesso meccanismo, solo esteso a specie somiglianti o all’incapacità della creatura
che adotta di distinguere l’adottato da un proprio simile. Non si è mai visto infatti adottare un piccolo serpente da una
mamma lupo. La Natura ha quindi programmato tutte le sue creature in modo brutale, tanto che la violenza e la
sopraffazione sono all’ordine del giorno in ogni sistema biologico. Questo è una conseguenza inevitabile della struttura
stessa dell’Universo; le regole di causa-effetto, la natura atomica della materia, la proporzione reciproca degli elementi,
portano tutti alla conclusione che c’è limitatezza, inevitabilmente ed in ogni cosa; una limitatezza magari in un’enorme
quantità, come per le stelle, ma indubbiamente vi è sempre un limite. Noi, come ogni altra creatura della Terra, siamo il
frutto di miliardi di anni, di generazioni, di aggressioni, di combattimenti. Fermatevi un attimo a pensare: visualizzate
ogni istante di questo remoto passato: gli uomini primitivi che dovevano procurarsi il cibo per se e per i figli mentre
vengono aggrediti da una fiera che ne sbrana uno mentre gli altri fuggono, gli stessi che uccidono un bufalo; pensate ai
piccoli topi che erano i primi mammiferi, ad uno che ruba un uovo dal nido di un dinosauro e scappa con il piccolo
cuore che batte all’impazzata mentre il terreno trema per l’arrivo del genitore; pensate ancora più indietro a quando
eravamo esili creature marine e la tragedia dell’essere mangiati poteva capitare in un millimetro cubo d’acqua. Talvolta
fantastico per ore visualizzando le infinite storie che sono capitate su questo pianeta in miliardi di luoghi e per miliardi
di anni…affascinante. E ora pensate che voi siete i figli dei figli dei figli dei figli di coloro che hanno vinto, di quelli
che non sono stati mangiati, di quelli che hanno mangiato gli altri. E’ stupefacente la catena di eventi che ci ha fatto
giungere qui, che ci ha fatti vivi. Ed è ovvio che quindi si abbiano pensieri meschini, che talvolta si sia egoisti, si voglia
prendere ciò che non ci appartiene, che talvolta si desideri la donna d’altri. I precetti religiosi e le convenzioni civili
sono delle forzature enormi sulla programmazione del nostro cervello e quindi molto difficili da seguire. Tutti abbiamo
un senso della giustizia innato, esso risiede anzi in una specifica area cerebrale ed è funzionale alla sopravvivenza della
specie; siamo quindi in grado di riconoscere la giustezza delle regole civili. Tuttavia l’applicarle ci costa fatica,
sacrificio. Applicando le regole dobbiamo spesso limitarci e questo ci fa soffrire. Se guardiamo anzi all’applicazione
delle regole civili e morali nel mondo ci rendiamo conto che, facendo una media, siamo ancora lontani da una civiltà
seria e matura. Tanti uomini vivono in modo animalesco, non hanno acqua pulita per bere, non hanno cibo, come
possono essere superiori allo stato naturale? Eppure tra loro ci sono dei Leonardo, ci sono meravigliosi musicisti,
scultori, umoristi, fini pensatori; ed essi si uccidono per un pezzo di pane, mettono in piedi mafie, fanno prostituire
donne e bambini. Invece di pensare sconsolati a quanto marcio c’è nel mondo, a quanto è cattivo l’Uomo, pensiamo a
come si potrebbe portare ad un livello superiore questi nostri fratelli.
L’unica causa di tutto questo è la limitatezza delle risorse fisiche. Questo problema ricorre sempre ed è quello che
spinge l’Uomo in giù, verso lo stato animale. Stato non da disprezzarsi beninteso, perché esso è naturale ed ha creato il
mondo come lo vediamo. Se vogliamo però per l’Uomo uno sviluppo verso una civiltà etica, corretta, con grandi
emozioni, non ingessata, democratica, superiore, allora dobbiamo dare a TUTTI gli uomini le risorse necessarie, questo
non può essere fatto nel mondo fisico né ora né forse mai. La Natura, come visto, si basa sulla necessità, ne è anzi la
figlia. Non potremo mai creare tutte le cose che ogni Uomo vorrà in quantità sufficiente per tutti gli Uomini. Le risorse
del pianeta non sono sufficienti e lo stiamo già inquinando troppo già così. Eppoi l’Uomo vorrebbe volare, anche
letteralmente, magari senza bardature meccaniche scoppiettanti; questo non si potrà forse mai fare nel mondo fisico.
L’Uomo vuole esplorare, muoversi da un luogo ad un altro senza tediosi viaggi di puro spostamento, tuttavia il
teletrasporto non sarà probabilmente mai disponibile. L’unico modo per portare ancora più avanti lo sviluppo etico e
intellettuale dell’Umanità, l’unico modo per garantirsi la felicità, è di accedere ad un mondo del pensiero, dove TUTTO
è possibile, dove ci sono risorse per tutti perché non devono essere faticosamente realizzate fisicamente. Oltremondo è
il prossimo gradino, per noi come per tutta l’Umanità.
L'ETICA DELLA REALTÀ SIMULATA
Moltissimi quando si parla loro di Oltremondo dicono: 'ma una realtà simulata, anche se perfetta, non sarebbe mai vera'.
Ci sono in realtà due tipi di obiezioni: la prima dice: 'capirei che non è vera, non sarebbe perfetta'. Questa obiezione è
un piccolo peccato di superbia; il nostro cervello è comunque un’entità fisica che registra un'immagine del mondo
esterno che è quella rilevata dai nostri sensi, non c'è verso di percepire altri aspetti della realtà. In questo momento, per
esempio, voi siete immersi in un campo elettromagnetico perturbato da innumerevoli onde radio che trasportano di
tutto: musica, documentari, pubblicità, conversazioni e altro. Eppure non ve ne accorgete: vedete forse qualcosa
nell'aria? Tuttavia, se accendete il televisore un abisso di realtà vi viene svelato; semplicemente non la percepivate.
Dobbiamo riconoscere con umiltà che noi vediamo e SENTIAMO una piccola porzione di ciò che esiste, quindi non è
impossibile che questa porzione sia simulata in modo perfetto senza che riusciamo più a capire se è un prodotto dei
nostri sensi o arriva dal computer; non siamo dei. In Oltremondo vedremo, sentiremo il profumo, udremo il suono,
sentiremo il vento sul viso, raccoglieremo un filo d'erba e ne sentiremo il gusto in bocca, correremo nel prato e godremo
del calore del sole sulla pelle, non ci accorgeremo del lavoro del nostro buon computer, e non vorremo neanche
accorgercene.
L'importante è che la simulazione sia COERENTE: se raccogliamo il filo d'erba, nell'istante preciso in cui lo stringiamo
tra le mani dobbiamo sentirlo tra le dita, nessuna incertezza, assolutamente reale. Il cervello secondo recenti studi ha un
clock, cioè una frequenza con cui acquisisce nuove sensazioni, di circa 40 Hz, basterà così che il computer aggiorni con
assoluta coerenza tutti i sensi almeno 40 volte al secondo: anche i lenti computer di oggi lavorano milioni di volte più
velocemente.
La seconda obiezione è: 'ma non sarebbe comunque la realtà VERA'. In questo caso occorre capire cosa è la REALTÀ',
la VERITÀ. Se io posso visitare quando voglio un'isola dei mari del sud, prendendo l'aereo ad esempio, sono sicuro che
essa è VERA anche quando lavoro in una giornata piovosa a Parigi. So che l'isola ESISTE; che essa è là e sono certo
che se ci torno ritroverò le stesse scogliere e il mio bungalow, a meno di eventi eccezionali. Cosa mi convince che
l'aereo mi ha DAVVERO portato in un posto che ESISTE? Cosa mi convince che l'isola è lì adesso, mentre sono a
Parigi? La PERSISTENZA. Ecco cosa caratterizza la realtà. Il fatto che un posto esiste e continua normalmente ad
esistere, più o meno uguale ogni volta che ci vado. Il fatto che posso telefonare al mio buon amico pescatore e farmi
raccontare come vanno le cose laggiù. Se io prendessi una cabina di teletrasporto, come quelle di Star Trek, ed arrivassi
subito sull'isola, se ogni volta essa fosse più o meno come prima, se potessi da Parigi chiamare i suoi abitanti e parlare
con loro, chi potrebbe sostenere che NON ESISTE? E se la cabina fosse un casco che mi calo sulla testa e con esso
potessi muovere un robot del tutto simile a me che istantaneamente mi rappresentasse laggiù? Che cosa è REALE? Se
in Oltremondo si creeranno mondi coerenti, statici, che non svaniscono quando spengo il monitor come fanno invece i
videogiochi, se essi si evolveranno per conto loro, con o senza di me, se ci vivranno delle persone con le quali potessi
essere amico, a cui potessi voler bene, allora io non accetterei mai che non esistano!
Un'altra obiezione è che tali mondi sarebbero una specie di droga, di sogno evanescente che ci distoglierebbe dalla
realtà vera. Non è così, saranno creati infiniti mondi più interessanti di quello fisico, con possibilità nuove, dove l'Uomo
potrà essere creativo, fare esperienze, creare nuove teorie e nuove forme di arte. Tutto questo, badate bene, non da solo,
ma con tante altre persone vere, non sarà un sogno da drogato, chiuso nel suo piccolo mondo onirico. Saranno mondi
CONDIVISI. Il mondo fisico trarrà vantaggio dalle esperienze maturate in mondi dove esse non saranno costate sangue,
pericoli o compromessi abietti. Ricordate che oggi stesso moltissime persone vivono avventure e nuove esperienze in
mondi di fantasia, tutti i giorni. E lo fanno per interposta persona, guardando passivamente cosa accade ad altra gente
come tanti voyeur; con la televisione.
LE REGOLE ESISTERANNO
Anarchia? Non vi è dubbio che probabilmente i mondi individuali avranno poche o nessuna regola; dovremo tuttavia
stabilire se proprio tutto potrà essere permesso. Che dire di una persona che voglia un mondo dove essere liberamente
pedofilo? Dovremo permettergli di indulgere nella sua perversione, anche se con bambini simulati via software? Oppure
una tale abiezione disgusta a tal punto l'Umanità da decidere di impedirla sempre e comunque? Ecco un altro
delicatissimo punto su cui dovrà pronunciarsi l'Assemblea.
Si può qui proporre un sistema di regole che potrebbe costituire la base di una 'costituzione' di Oltremondo.
Innanzitutto alcuni concetti andranno asseriti e conseguentemente garantiti. Concetti che, pur maturati in un mondo
fisico con risorse limitate, affondano la loro ragion d'essere nell'intima natura dell'Uomo e nella sua dignità che va
messa avanti ad ogni altra considerazione, come ogni religione e molte culture diverse ci dicono.
Quali sono i concetti che l'Uomo dovrebbe portare ovunque con sé, in qualsiasi mondo?
La pietas, la solidarietà con il prossimo, di qualsiasi delitto sia responsabile. Siamo tutti esseri umani, chi è senza
peccato scagli la prima pietra.
La garanzia di esprimere la propria gioiosa curiosità di fanciullo.
Il disprezzo di diversità di qualsiasi tipo di fronte all'unica cosa che davvero rende unico ognuno di noi: il proprio
spirito.
L'Amore. A disprezzo di ogni aridità o disillusione esso è perenne come l'erba.
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Il Buonumore, Rabelais
e Dard
rimarranno sempre dei grandi.
Potremmo aggiungerne migliaia, ma dovrebbe essere chiaro. Stiamo parlando di ciò che è politically correct, ma non il
buonismo peloso, qualcosa di più semplice e profondo, che si potrebbe esemplificare in: vogliamoci bene.
Voi avrete probabilmente delle categorie umane che odiate, chiunque ne ha. Non vi si chiede di diventare Asceti, ma
pensate che in un nuovo mondo, lucido e pulito, ognuno di noi dovrebbe fare uno sforzo per portare la parte più bella di
sé. la più elevata. Siate come bambini…
Le regole dunque. Non siamo ingenui, le righe sopra sono magari belle ma gli Uomini possono essere carogne
incredibili e quindi si rendono necessarie delle regole, non foss'altro che per capirci e sapere che cosa ci aspetta.
Come già visto, la tecnologia di Oltremondo permetterebbe ovviamente una totale anarchia, la follia più estrema e la più
totale banalizzazione della vita. Se ogni cosa è disponibile subito e in quantità illimitata, cosa ha senso?
Innanzitutto, dovremmo mettere in chiaro che la disponibilità illimitata di beni materiali è una cosa positiva e l'unico
bene scarso dell'universo è la creazione della mente intelligente. Si possono avere infinite Ferrari Testarossa, ma
qualcuno deve averla disegnata questa macchina!
Quindi la creatività non è un bene riproducibile in Oltremondo; possiamo solo copiare il suoi frutti. È come con la
musica: possiamo produrre infinite copie di un disco di Bach, ma non più nuove sinfonie. Quindi le basi per
un’economia di Oltremondo ci sono: i frutti della creatività degli Uomini. Non tutto sarà banale e scontato.
Una ragionevole organizzazione dovrebbe prevedere che Oltremondo sia una specie di 'sistema operativo', come il buon
(3)
vecchio Windows . Esso deve mettere a disposizione dei servizi di base che poi ogni canale potrà sfruttare per
realizzare un mondo particolare. Il sistema base imporrà anche alcune semplici regole, le più generali, banali e
condivise possibile, che dovranno valere per qualsiasi canale realizzato al suo interno. Una di queste regole potrà per
esempio prevedere che nessun canale potrà contenere della pedofilia o altre cose ritenute abbiette dall'Assemblea (Non
si sta affermando che per la pedofilia così dovrà essere, beninteso). L'insieme delle regole base dovrà essere il più
semplice e ristretto possibile perché nessuno dovrà sentirsi limitato nella sua libertà personale. La vera parte importante
riguarderà le REGOLE DI CANALE:
Come detto, qualsiasi mondo immaginabile potrà essere realizzato da chiunque con semplici e potenti strumenti di
sviluppo. All'atto della creazione di un canale un comitato realizzatore dovrà definirne la natura e le regole. Tali regole
caratterizzeranno il canale per sempre fino a cambiamento deciso dal comitato stesso. Ovviamente tale comitato potrà
essere costituito da una sola persona. CHIUNQUE decida di entrare nel canale dovrà sottostare rigidamente a tali
regole. Ognuno potrà, dal mondo base, prendere visione delle regole di ogni canale, fare eventuali giri di prova e parlare
con altri utenti dello stesso. Ovviamente tali possibilità saranno controllate dal comitato organizzatore. La decisione di
ingresso nel canale sarà del tutto libera e volontaria. Una delle poche regole di base di Oltremondo dovrà prevedere che
chiunque potrà accedere a qualsiasi canale ma dovrà conoscerne perfettamente le regole e dovrà poi seguirle
rigidamente, senza eccezione.
In questo modo saranno realizzati dei canali 'frivoli' con regole semplici ma anche poco interessanti, dove, per esempio,
si potrà correre come pazzi in auto, sbattere contro i muri e morire per resuscitare subito dopo. In tali canali la vita varrà
poco ed ovviamente coloro che vogliono del cimento, dell'impegno dalla loro esistenza, non potranno trovarvi del vero
interesse. Essi saranno utilizzati come svago e l'ingresso e l'uscita saranno del tutto liberi, in qualsiasi momento. Se tutti
i mondi possibili fossero così allora rischieremmo che l'Umanità si riducesse ad un branco di neuropatici alla ricerca di
emozioni sempre più forti, senza nessun interesse. Ma così non sarà. Nasceranno canali molto più impegnativi, con
regole serie e precise. In tali mondi ci si dovrà comportare con impegno e coerenza, non si potrà entrare ed uscire a
piacere. Le regole, anche quelle della fisica, potranno essere molto simili a quelle del mondo reale in un certo periodo
della storia. In un tale canale ognuno potrà creare o distruggere imperi, interagendo con altre persone reali ed eventuali
comparse simulate dai computer, basandosi sulla propria personalità e sulla fortuna.
Un concetto importante dei 'contratti' di ingresso in tali mondi sarà quello di DURATA. In un mondo serio si dovrà
stabilire una durata minima che potrà essere anche di molti anni. Chi entrerà non potrà uscirne per un tempo minimo,
magari anche cinquant'anni, e dovrà comportarsi con serietà. Così come al gioco del Monopoli, quando qualcuno ha
tanti terreni e case capita spesso che il perdente ribalti la tavola e rovini il gioco, in questi canali ci sarà ovviamente chi,
non avendo fatto strada e ritrovandosi a spezzarsi la schiena nei campi, vorrà uscirne quanto prima, magari
suicidandosi. Il suicidio, pur tecnicamente possibile, non potrà ovviamente comportare la morte fisica del soggetto. E’
ovvio che chi morirà in un canale semplicemente ne uscirà per ritrovarsi nel mondo base. La morte, il massimo
spauracchio di una vita fisica, dovrà essere sostituito da un'esperienza altrettanto insopportabile nei canali più seri di
Oltremondo.
La durata è un concetto complicato dal fatto che molte persone si collegheranno ad Oltremondo con l’ultravisore e
quindi potranno scollegarsi in qualsiasi istante; per costoro si svilupperanno soluzioni specifiche che andranno dal
pagamento di multe al divieto di accesso ai canali più ‘seri’. Col passare del tempo sempre più saranno invece coloro
collegati in permanenza, cosa che vedremo in capitoli successivi, e per costoro il concetto di durata avrà un forte
significato.
Nei canali 'seri' non potremo tollerare che tutti i servi della gleba si suicidino per sfuggire alla loro condizione, a costo
di fare un'orribile fine sul patibolo dato che la sofferenza, anche se atroce, sarebbe di breve durata. No, non ci si deve
risvegliare nelle comodità del mondo centrale per passare ad un comodo canale 'tutto sesso'. Pensiamo a quanti atti di
puro eroismo l'Umanità ha conosciuto. Che ne sarebbe di un soldato che trasporta sulla schiena un commilitone nel
mezzo di una battaglia per salvarlo a costo della propria vita? Che ne sarebbe della tragedia di Romeo e Giulietta? Non
possiamo permettere che la morte perda di valore e la vita sia così banalizzata. Cosa ci spaventa nel mondo fisico
riguardo alla morte? L'ignoto. La fine delle esperienze, positive o no. Ecco, dobbiamo riprodurre questa sensazione in
Oltremondo per dare significato alla vita. Una possibile approssimazione potrebbe essere che se una persona muore in
un canale 'serio' egli non possa comunque uscirne prima della fine del periodo che ha sottoscritto, della DURATA del
contratto. Cosa gli capiterà in questo frattempo? Questo dovrà essere spesso incognito, in modo da generare un genuino
terrore dell'ignoto. Comitati fantasiosi si sbizzarriranno nella creazione di inferni danteschi, mentre altri opteranno per
un puro e semplice fluttuare in un vuoto grigio per tutto il tempo. Fa paura vero? Non sapere che cosa ci aspetta...
magari quarant'anni di fluttuare nel grigio... ecco che la morte fa di nuovo paura. Ecco che se ci troveremo a fare i
soldati cercheremo di sopravvivere ad ogni costo: mors tua, vita mea.
Una delle poche regole di base decise dall'Assemblea dovrà essere che esisterà una durata MASSIMA dei contratti;
diciamo circa cinquant'anni. In questo modo comunque vadano le cose si saprà che prima o poi se ne potrà uscire.
Un'altra caratteristica importante dovrebbe essere il concetto di sofferenza massima: quarant’anni di fluttuazione nel
vuoto potrebbero condurre molti soggetti alla pazzia. Un coefficiente di 'sofferenza' dovrà essere calcolato istante per
istante per ogni persona; se esso supererà un livello massimo allora sistemi automatici sottrarranno il soggetto ad un
destino di demenza certa . Ovviamente non è detto che l'esperienza dopo la morte digitale sia negativa, si può prevedere
un paradiso e un inferno. Si potranno stabilire dei 'punti' che il soggetto accumulerà comportandosi in modo positivo per
il canale. In ogni caso i mondi più importanti saranno retti da regole severe ma non insopportabili. Ricordate che
nessuno vi costringerà mai ad entrare in un canale, lo farete di vostra spontanea volontà, ecco il rispetto per l'Uomo. I
canali più completi, sterminati, ricchi di particolari, con molti pianeti, saranno necessariamente la creazione di tanti
uomini e quindi anche le regole saranno il frutto di decisioni collegiali e ci sarà magari un comitato a cui appellarsi. Un
solo Uomo, infatti, anche se molto creativo, non potrà in tempi decenti sviluppare un canale complesso fin nei minimi
particolari. Anche se esisteranno strumenti di sviluppo potenti che creeranno fino all'ultima crepa di ogni strada di ogni
città del vostro mondo di fantasia, essi saranno necessariamente ripetitivi; solo la creatività di tanti esseri umani potrà
realizzare tutti i particolari che renderanno unico ogni mondo. La presenza di tanti uomini nel comitato realizzatore sarà
una garanzia di affidabilità e, in ultima analisi, di magnanimità.
Cosa succederà se una persona, entrata in un canale, scoprirà che non è come illustrato e magari si ritroverà a fluttuare
nel vuoto senza poter far valere le proprie ragioni? Dovrà essere sempre possibile appellarsi ad un comitato superiore,
composto di Asceti (lo vedremo più avanti), che potrà valutare ogni caso ed eventualmente far uscire la persona da un
'canale truffa'. Ovviamente tale comitato sarà del tutto 'super partes' e dovrà dare importanti garanzie di indipendenza,
rigore e saggezza.
Terminiamo questo capitolo un po’ pesante con una nota di allegria: ricordiamo sempre che i canali ‘seri’ emergeranno e
troveranno sempre più utenti solo dopo un lungo periodo di divertimento nei canali ‘frivoli’. Le persone non
stipuleranno certamente i pesanti contratti summenzionati se non dopo aver esaurito tutte le possibilità di esperienze più
leggere. Le previsioni di questo capitolo si spingono forse fin troppo avanti nel futuro, ma nondimeno andavano fatte,
per assicurare le persone più serie che Oltremondo non sarà un circo, un baraccone volgare e demente. In Oltremondo
ognuno troverà esattamente ciò che desidera, dalle esperienze più stupide e folli fino all’estremo di ascetismo mistico
purissimo. La scelta sarà per ogni Uomo esclusivamente nelle sue mani.
I M.U.D.
Per MUD si intende un ambiente virtuale condiviso da vari utenti (il nome è l’acronimo di Multi User Dungeon o
Dimension, sotterraneo o dimensione multiutente in italiano), proprio quello che saranno i canali condivisi di
Oltremondo. L’idea dei MUD è stata sviluppata molti anni fa su sistemi rozzi e puramente testuali. Con grande fantasia
e l’uso di ogni possibile trucco di ASCII art (la tecnica per visualizzare immagini con disegni realizzati usando soltanto
i simboli alfabetici ASCII, cioè i caratteri disponibili sui terminali di computer) si realizzarono ambienti con
caratteristiche precise nei quali le persone connesse ad un sistema potessero incontrarsi. Ricordo ancora le molte serate
trascorse su Surfers, un MUD particolarmente simpatico e frequentato da persone disponibili e gentili. Trovai molti
amici negli Stati Uniti con questo ambiente e sperimentai, fin dai primi anni di Internet, tutte le possibili esperienze e
relazioni on-line. La vita virtuale, le comunità di sintesi che si costituiscono negli ambienti digitali, sono tutte
evoluzioni delle relazioni sociali di vecchio tipo. La piazza, centro sociale delle vecchie città, viene sostituita dai MUD
e diviene davvero la piazzetta del villaggio globale. Paradossalmente, Oltremondo riporterà molte di queste comunità in
un ambiente urbano, ancorché simulato, dove ritrovarsi come ai vecchi tempi. La reale differenza sarà che ognuno di
noi non avrà più solo sempre la stessa piazza del paesello per ritrovarsi con i soliti amici ma bensì tutte le piazze di tutti
i mondi di ogni tempo per fare esperienze con miriadi di nuove conoscenze.
Avendo gestito per molti anni un sistema di chat basato su intranet nei locali pubblici, ho sviluppato una vastissima
esperienza al riguardo. Non solo ho sperimentato fra i primi in Italia le chat su Internet ma ho poi realizzato Hypernet,
la più grande messaggeria grafica d’Italia. A differenza delle chat su Internet, Hypernet ha collegato per tanti anni
migliaia di persone tramite terminali grafici posti in molti locali pubblici del nord Italia. La principale differenza
rispetto ad Internet è stata che i nostri utenti non erano smanettoni di computer ma persone che mai prima avevano
provato ad usare uno strumento informatico. La realizzazione dei software necessari mi ha fatto fare un’enorme
esperienza nello sviluppo di sistemi di interazione tra computer ed utilizzatori inesperti e poco disposti a perdere tempo;
gran parte delle idee espresse al riguardo in quest’opera originano da questa esperienza.
Una delle cose che si notano subito è che non si possono proporre delle fasi di istruzione più lunghe di cento secondi,
altrimenti troppe persone desistono anche se avevano una buona motivazione a collegarsi. I sistemi devono essere molto
ricchi di grafica, curati ed accattivanti perché tutti ormai siamo abituati a documenti e schermate professionali dalla
marea di grafica che ci circonda. La conduzione di un sistema MUD evidenzia poi che spesso più che di cyberspazio
occorre parlare di psicospazio. Tante persone hanno un pessimo carattere e tendono ad arrabbiarsi ed offendersi troppo
facilmente, spesso con altri utenti che volevano magari solo scherzare. La possibilità di utilizzare gli emoticon, piccole
icone che indicano il proprio umore, nell’inviare il messaggio all’interlocutore, non è quasi per nulla sfruttata dai non
smanettoni. Su Internet invece lo smile : ) viene usato continuamente e quando qualcuno scrive : (
si capisce subito
che è deluso, mentre con
>: (
è arrabbiato (guardate questi simboli girati di novanta gradi e vedrete che
simboleggiano delle faccine). Il non uso delle faccine e la permalosità producono spesso tensioni e litigi tra i collegati in
un MUD e può sfociare in aggressioni e denunce. In tutti questi casi se un utente è protetto dall’anonimato si sente
molto più forte e irresponsabile, occorre quindi predisporre un qualche sistema di livelli di anonimato; in questo modo
un utente potrebbe attivare dei filtri per visualizzare ed interagire solo con gli utenti non anonimi. Tale escamotage
funziona abbastanza ma spesso ci sono utenti che vivono l’utilizzo dei filtri come una fuga e non vogliono fare la figura
dei vigliacchi. I cavalier serventi sono i peggiori in questo senso. Io definisco ‘cavalier serventi’ coloro i quali, facendo
la corte ad una donna collegata, si ergono a paladini della stessa contro qualsiasi torto, vero o presunto. Non vi è utente
più tignoso ed aggressivo del cavalier servente e a nulla valgono i richiami alla ragione in questo caso. Occorre
un’autorità super partes che possa dirimere i casi e il cui giudizio sia inappellabile. Tale autorità potranno essere i
comitati di gestione di ogni canale. Le regole del canale poi costituiranno una base giuridica molto seria per il
discrimine delle dispute. Dovrà essere possibile la registrazione di tutte le conversazioni, se le regole lo prevederanno,
in modo da permettere il controllo successivo, di esclusiva pertinenza del comitato, e la decisione sul da farsi. E’
impossibile infatti decidere chi avesse ragione in caso di disputa perché ognuna delle parti giurerà sulla propria buona
fede affermando ovviamente il contrario degli altri. Si potrà anche decidere per la più totale anarchia e questa scelta
dovrà essere ben chiara a chi si collega in modalità condivisa su di un canale, in modo che non possa poi lamentarsi se
si ritiene insultato o diffamato.
Tutte queste questioni sembrano davvero eccessive per semplici ambienti digitali in cui incontrarsi per divertimento, ma
posso assicurare che le dispute, che inevitabilmente insorgono, spesso portano a tali contrasti da far rischiare fatti di
sangue. Per evitare violenze nel mondo fisico la regola principale è che MAI il sistema potrà dare la reale identità di
chiunque, anche se è perfettamente conosciuta. La regola d’oro è che ogni persona può comunicare qualsiasi dato
personale a terzi, ma solo di sua iniziativa. A tale riguardo molta attenzione va posta riguardo i numeri di telefono, sia
fisici che di Oltremondo. MAI tali numeri devono poter essere liberamente comunicati ma sempre tramite un
meccanismo di mailbox che limiti alle comunicazioni uno-a-uno tali informazioni e solo se il mittente ha certificato con
la direzione tale numero. Troppo spesso, infatti, capita che idioti diano a terzi i dati di persone che odiano a qualsiasi
titolo, spesso futile, per procurare loro disturbo.
LE INTERFACCE
Quando vedo film di fantascienza, o comunque ambientati in un prossimo futuro, che propongono schermi piatti a
cristalli liquidi, ora che sono disponibili mentre prima il massimo erano schermi tradizionali a tubo catodico, non posso
reprimere una certa tenerezza. Notiamo come le rappresentazioni del futuro siano sempre state pesantemente figlie della
loro epoca. Pensiamo ai telefilm di Star Trek serie classica: sulla modernissima Enterprise immaginata negli anni
sessanta nemmeno si vedevano schermi di computer. In realtà appaiono terminali vagamente simili ad un vecchio
computer PET CBM ma astutamente non si fanno mai vedere dal lato dell'operatore. Gene Roddenberry se la cavò
elegantemente dotando le macchine di un sistema in grado di interagire con la voce. Negli anni sessanta, infatti,
pochissimi computer avevano un'uscita video, la maggior parte produceva e leggeva schede perforate di cartoncino.
Non dimentichiamo HAL 9000 di ‘2001: odissea nello spazio’ che parlava, sentiva e vedeva ma non si manifestava in
forma grafica. Negli anni settanta troviamo Spazio 1999, prodotto in Europa, che fa sfoggio di schermi rigorosamente a
tubo catodico e in bianco e nero (ma almeno i telefilm sono a colori) usati però solo per il videotelefono mentre il
gigantesco computer della base lunare Alpha produce i sui responsi oracolari su una striscia di carta del tutto simile ad
uno scontrino di supermercato. In molti casi come questo tali strisce venivano poi interpretate da un tecnico che fungeva
da 'sacerdote' della macchina. Negli anni successivi vediamo finalmente le astronavi popolarsi di schermi anche grafici
dove i computer di bordo rappresentano i loro dati con improbabili immagini davvero impressionanti. Alla fine del
ventesimo secolo lo schermo a cristalli liquidi vede il suo avvento nel cinema in contemporanea con la disponibilità sul
mercato. A cavallo dei due secoli ha fatto la sua comparsa il televisore piatto con grande schermo al plasma. Non solo in
ogni manifestazione fieristica si sono viste decine di tali apparecchi ma nei film coevi sono stati utilizzati all’infinito. Ci
fu anche un serial televisivo sulle streghe in cui addirittura i demoni all’inferno (un inferno molto hi-tech) usavano
schermi tv al plasma!
E' persino puerile osservare che ogni rappresentazione del futuro è inevitabilmente figlia della sua epoca ma da questa
base dobbiamo partire per cercare di capire come saranno DAVVERO le astronavi e più in generale le macchine del
futuro. Non dobbiamo cadere anche noi nella trappola di rappresentarci un mondo che verrà semplicemente
modificando un poco l'aspetto delle tecnologie di oggi. Se vogliamo davvero capire come saranno gli strumenti dei
prossimi decenni dobbiamo inevitabilmente prevedere le tecnologie che allora si renderanno disponibili. Uno dei più
clamorosi errori di tutti i futurologi è stato il non aver previsto la nascita e la diffusione del telefono cellulare. Tale
strumento sembrava talmente un'enormità che perfino il padre di Star Trek, pur avendo avuto da una grande azienda un
disegno di un prototipo, lo mette in mano ai membri dell'equipaggio con grande parsimonia. Nessuno poteva
immaginarsi, prima degli anni novanta, che si sarebbe potuto avere un telefono personale con le prestazioni a cui ormai
ci si è abituati.
A proposito di interfacce talvolta ostiche, come è sempre stata quella dei videoregistratori, c’è una divertente storiella
(10)
nel libro “Being digital” di Negroponte
: “A casa un tempo avevo un videoregistratore molto intelligente con un
sistema di riconoscimento vocale quasi perfetto e una buona conoscenza di me. Gli potevo chiedere di registrare i
programmi semplicemente dicendone il nome e, in alcuni casi, anche aspettarmi che lo facesse automaticamente, senza
che glielo chiedessi. Poi, tutt’a un tratto, mio figlio se ne andò al college”.
Come saranno le interfacce del futuro allora? Le astronavi che sfrecceranno nel cosmo saranno come in Star Trek?
Come in Alien? Come in Guerre stellari? Voi lettori di quest'opera avete una 'marcia in più' per poter intuire cosa
succederà. La diffusione degli ambienti digitali porterà ad una radicale differenza rispetto al passato per quanto riguarda
le interfacce. Ovviamente, in ogni canale di Oltremondo le macchine rappresentate funzioneranno esattamente allo
stesso modo in cui lo facevano nell'epoca relativa. Per azionare una locomotiva a vapore in un canale ottocentesco si
dovranno manovrare leve, valvole, pomelli, spalare il carbone dal tender alla caldaia e così via. Ma cosa ne sarà delle
macchine NUOVE? Come si piloterà un'astronave in un canale fantascientifico o durante un'esplorazione del mondo
fisico? Se invieremo una sonda su Giove cosa vedremo di essa? Come parteciperemo all'impresa? Innanzitutto è ovvio
che non sarà molto intelligente spostarsi fisicamente con l'astronave. A meno che si debba pilotare in prima persona non
ci troveremo con il nostro corpo o anche solo con il nostro cervello fisico a bordo. Si diffonderà immensamente la
TELEPRESENZA. Con tale termine si intende la sensazione di essere presenti in un dato luogo pur essendo in realtà
fisicamente da tutt'altra parte. Pensate ad una sonda che stia esplorando la superficie della Luna: noi potremo essere
collegati con essa su di un canale di Oltremondo e sentire tutto ciò che la sonda sente, ESSENDO la sonda. Le
telecamere dell'ordigno proietterebbero l'immagine del mondo esterno direttamente nei nostri occhi, guardando
tutt'intorno nella direzione da noi voluta muovendosi in modo perfettamente sincrono con i comandi che noi invieremo
ai nostri bulbi oculari. Così come nella vita fisica quando vogliamo osservare un particolare sulla destra semplicemente
PENSIAMO di guardare a destra così la sonda muoverà le sue telecamere su comando del nostro cervello. I comandi di
movimento che esso invierebbe ai muscoli effettori degli occhi saranno tradotti in analoghi spostamenti delle
telecamere. In realtà sarà ancora più complesso: la sonda si guarderà attorno di continuo, scansionando tutto il campo
visivo, e il sistema di visione avrà una proiezione 'a cupola' di tutto ciò che si trova nel raggio visivo della sonda. Da
tale cupola il software preleverà la porzione che noi staremo guardando in ogni dato istante e ce la proietterà nel nervo
ottico. Tale soluzione si renderà necessaria quando il meccanismo si troverà troppo lontano da noi. Anche solo per
arrivare sulla Luna, a circa 380.000 chilometri dalla Terra, qualsiasi segnale radio impiega più di un secondo; un
comando 'guarda a destra' produrrebbe un reale spostamento delle telecamere e quindi il risultato voluto solo dopo circa
tre secondi. E' ovvio che non sarebbe usabile un sistema che seguisse il nostro sguardo con ritardi di questo tipo. Se
pensiamo ad una sonda su Marte è ancora peggio: dieci minuti solo per l'arrivo del comando, altri dieci per vederne
l'effetto. Solo in questo caso, viaggi in luoghi remoti del cosmo, si giustificherà la presenza fisica a bordo di esseri
umani. In caso le decisioni da prendere non siano demandabili a sistemi automatici la presenza dell’Uomo sarà ancora
indispensabile.
Oltre alla vista potremo percepire altre grandezze fisiche in modo del tutto naturale: la temperatura, ad esempio. Una
sonda sulla Luna passa da circa -270 a +300 gradi viaggiando da zone in ombra ad altre al sole. La temperatura esterna
potrebbe essere tradotta in una sensazione di freddo o caldo sulla pelle tramite un opportuno adattamento per evitare di
sentirsi congelare o ustionare. Tale rappresentazione di grandezze sarà molto più immediata ed intuitiva di una semplice
indicazione su di un quadrante. Lo stesso potrà essere per gli altri sensi. La composizione chimica del suolo o di
un'atmosfera potrà essere resa con il gusto e l'odorato. In pratica non ci saranno le astronavi con centinaia di schermi e
indicatori dei film di fantascienza: NOI stessi saremo le astronavi. Qualunque sensazione dello scafo potrà essere
tradotta in un'equivalente sulla nostra pelle. Un pilota si siederà ad un posto di comando molto semplice, si calerà un
caschetto di ultravisore sulla testa e DIVENTERÀ l'astronave. Oppure farà trasferire a bordo il proprio cervello in un
apposito contenitore ed assumerà come nuovo corpo l'intera macchina. Non ci saranno schermi da osservare ma solo
sensazioni da sentire. Non ci saranno interruttori e leve da azionare ma decisioni da prendere, movimenti da eseguire
che corrisponderanno ad analoghi spostamenti del mezzo o di una sua parte. Una sonda che dovesse prelevare campioni
del suolo potrà avere un braccio robotico azionato dal pilota come il suo normale braccio del corpo fisico.
Quando il cinema, o qualsiasi cosa sarà diventata l’arte del raccontare storie, dovrà rappresentare queste nuove
esperienze, sarà tutto molto difficile. Il linguaggio cinematografico ha creato tanti artifici per rappresentare esperienze
normali (i ricordi, i sogni,…) o del tutto artificiali (i flashback, gli eventi che si svolgono in luoghi diversi nello stesso
momento,…), ma deve ancora attrezzarsi per trasmettere le sensazioni di Uomini così intimamente connessi con le
macchine e le cose. Alla fine non ci sarà altra possibilità che quella di proiettare le sensazioni direttamente nella mente
degli spettatori. In tal modo tantissime cose, anche del vecchio cinema, potranno non richiedere più alcun artificio ma
solo una sentita partecipazione. Nel campo dello spettacolo, così come quello della didattica, della ricerca scientifica e
molti altri ancora, una nuova eccitante possibilità si offrirà: ogni persona potrà diventare LEI STESSA, con il proprio
corpo, una cosa in istudio. Pensiamo ad una galassia, all’immensa quantità di spazio che essa ricopre, pensiamo alle
attrazioni reciproche con altri elementi celesti (relativamente) vicini, se il nostro corpo diventasse la galassia stessa, se
potessimo percepire i miliardi di stelle che ci compongono così come percepiamo ogni millimetro della nostra pelle,
chissà quali cose accadrebbero. Può sembrare quasi un ‘viaggio’ da drogato, e magari così sarà per molti, ma pensiamo
alle possibilità ‘serie’. Uno studente potrebbe percepire quei concetti che oggi sono faticosamente abbozzati con pochi
segni su di una lavagna, o con qualche foto, meravigliosa ma limitata, di un telescopio. Un ricercatore potrebbe scoprire
realtà nascoste. L’impersonificare fenomeni naturali ed artificiali ci aprirà immense possibilità fino a ieri impensabili.
L’Uomo è abituato a rapportarsi con l’esterno tramite il proprio corpo, far diventare propria carne fenomeni di ogni tipo
farà nascere una nuova scienza, una nuova didattica, una nuova filosofia. Altra possibilità sarà quella di rappresentare
insiemi complessi di dati in modo collettivo ed interagibile. Pensiamo ad insiemi enormi di dati statistici: fino ad oggi
sono stati rappresentati su schermi bidimensionali con grafici pseudo-tridimensionali. Passeremo a rappresentazioni
ESPERIENZIALI. Insiemi di dati potranno essere sfere nello spazio, toccabili, che emaneranno odori, temperature,
suoni. Un valore particolare di un insieme potrà essere percepito come un punto molto più caldo, o più freddo, mentre
passeremo la nostra mano attraverso di esso. Oppure un dato che si stacca dagli altri potrà essere un punto appena più
ruvido di una superficie che si potrà accarezzare. Supereremo d’un balzo secoli di cecità e VEDREMO con sensi nuovi
inesplorati abissi di conoscenza.
Ovviamente molte grandezze dovranno essere indicate in precise unità di misura ed in questo caso un qualche schermo
o indicatore dovrà essere rappresentato nel campo visivo del pilota ma, come si vede nel capitolo sul Tabulator (il
computer integrato nella simulazione di Oltremondo), sarà facilmente realizzabile. Ogni schermo o indicatore
necessario sarà una finestra del 'computer della simulazione stessa' e quindi liberamente posizionabile e controllabile,
non vincolato ad un pannello interno del mezzo. Lo stesso sarà per ogni altro tipo di macchina: un bulldozer, un aereo,
anche semplici strumenti di misura. Potremo SENTIRE ciò che sente la macchina, azionarla solo pensando cosa
vogliamo che succeda, esattamente come con il nostro corpo fisico non azioniamo leve e bottoni ma pensiamo ciò che
vogliamo che esso faccia. Una facile obiezione è che occorrono molti anni ad un Uomo per imparare ad usare il proprio
corpo e all'inizio i neonati sono del tutto scoordinati ed incapaci di qualsiasi operazione. Non occorrerà una lunga fase
di analogo addestramento per le macchine del futuro: i sistemi che tradurranno i nostri normali comandi muscolari in
azioni del mezzo si occuperanno di effettuare la migliore mappatura possibile delle sequenze di movimento dei muscoli
in sequenze di azionamento dei meccanismi. Una piccola fase iniziale di addestramento sarà in alcuni casi necessaria
ma non presenterà particolari difficoltà. Il pilotaggio di qualsiasi sistema sarà molto simile all'uso di una nuova
automobile per chi è già un provetto guidatore: all'inizio qualche difficoltà nasce per la disposizione di alcuni comandi
ma rapidamente ci si fa l'abitudine. Per i comandi non di movimento occorrerà sempre un qualche 'pannello di controlli'.
Tale pannello sarà comunque sempre diverso da quello che abbiamo visto in tanti film: esso sarà posizionabile a
piacimento attorno a noi o in un punto preciso del nostro campo visivo e là rimarrà finché lo vorremo. Per
l'azionamento dei singoli comandi la tecnica del 'punta e clicca' rimarrà sempre valida. Fin dagli albori delle interfacce
grafiche per computer si è vista la validità di tale sistema che prevede una serie di immagini (icone) di comandi
possibili sulle quali si può 'cliccare' muovendoci sopra un qualche indicatore (la freccia del mouse) e poi pigiando un
tasto. Anche in caso di interfaccia mentale tale rappresentazione può rimanere. Fintantoché avremo la disponibilità di
sole connessioni tramite normali computer tale sistema è del tutto funzionale, quando sarà disponibile il caschetto
dell’ultravisore l'indicatore si potrà spostare semplicemente guardando in un certo punto. Il click con il tasto potrà
essere la rilevazione di un particolare comando mentale da parte del caschetto dell’ultravisore, comando magari
associato alla contrazione di un qualche muscolo, ad esempio lo sbattere delle palpebre. In una fase successiva si potrà
inserire nella mente dell'ultranauta il CONCETTO dei comandi disponibili ed egli potrà attivarli senza nemmeno più
guardare una particolare icona ma pensando di desiderare eseguire un particolare comando.
Allo stesso modo le finestre dei sistemi grafici rimarranno, dato che esse sono un ottimo paradigma per illustrare
concetti che non possono essere espressi con i cinque sensi tradizionali. Anche per questi indicatori in una fase più
avanzata i dati in essi rappresentati potranno essere semplicemente inseriti nel cervello dell'utente in modo che non
appena egli necessitasse, ad esempio, della temperatura esterna, essa gli verrebbe immediatamente in mente, come fosse
un qualsiasi dato da esso da sempre conosciuto, così come chiunque di noi se ci pensa si ricorda della propria altezza in
centimetri senza doverla leggere da nessuna parte. Tale percezione del mondo, non più mediata da innumerevoli
strumenti, ci permetterà di percepire meglio cosa succede e prendere decisioni migliori. Potremo comprendere come
sono le cose anche al loro interno senza doverle sezionare, avendo una sorta di vista ai raggi X. Potremo percepire una
situazione complessa, ad esempio i processi metabolici di un'intera cellula, come se fossimo al suo centro ed essa fosse
un nostro pensiero ad occhi chiusi. Potremo avventurarci in qualsiasi luogo come se ci fossimo fisicamente, con sensi
infinitamente superiori a quelli del nostro corpo fisico. E per fare tutto questo non azioneremo leve e pulsanti, non
guarderemo indicatori e schermi, saremo lì, anche in gruppo, a vivere pienamente ogni situazione.
IL LIBRO
Molto presto, nella storia dell’Uomo, è nata la necessità di raccogliere una serie di documenti in un compendio organico
che si potesse sfogliare e fosse dotato di alcuni strumenti di ricerca. Tale tecnologia si è talmente evoluta nei secoli da
diventare praticamente perfetta, come ha giustamente osservato Umberto Eco. Sarebbe davvero difficile inventarsi un
qualsiasi miglioramento del libro e tutti coloro che ci hanno provato hanno in una qualche misura fallito. Se si pensa
alla comodità d’uso di un pacco di pagine da sfogliare come si vuole, dotato di un indice per pagine, per argomenti ed
analitico, non si riesce proprio a pensare a qualcosa di meglio. La maggior parte di coloro che ha lavorato seriamente su
computer ha scoperto quanto sia faticoso da usare il famigerato ‘help integrato sensibile al contesto’; a parte poche
eccezioni, infatti, si scopre ben presto che è MOLTO più semplice da usare un bel manuale cartaceo. Ultimamente molti
software hanno cominciato ad essere distribuiti su CD-ROM senza i manuali, che spesso sono venduti a parte.
Chiaramente questo sistema fa risparmiare parecchio al produttore, dato che un dischetto di plastica costa molto meno
di spessi volumi cartacei. Ovviamente, i produttori sostengono che il sistema di manuale integrato è molto più efficace.
In realtà, si tratta di programmi che permettono di visualizzare pagine di testo e di ricercare in esse delle parole
specifiche. Se, per esempio, stiamo utilizzando un programma di fotoritocco, potremo richiamare il manuale con un
tasto, attivare la finestra di ricerca, scrivere sulla tastiera il nome della funzione che cerchiamo (ad esempio
“regolazione contrasto”), premere il tasto di ricerca ed ottenere la lista delle pagine che ne parlano. Di solito quello che
succede nella realtà è che si ottengono alcune centinaia di pagine e si deve passarle tutte per trovare quella che ci dice
quale sia il tastino che dobbiamo attivare. Se si dispone del manuale cartaceo, invece, basta andare sull’indice analitico
o sul sommario, che è già diviso per argomenti in modo gerarchico, e sfogliare poi le poche pagine indicate. Sfogliare le
pagine di carta è un’attività MOLTO più semplice di quella che si fa con le pagine di aiuto dei manuali elettronici. La
differenza sta tutta nel fatto che una pagina di carta si manipola con le dita, cosa in cui siamo molto bravi grazie ad anni
di esperienza, mentre le finestrelle in cui far scorrere il testo su di uno schermo hanno di solito una serie di controlli
come tasti speciali, barre di scorrimento e quant’altro, che sono piuttosto scomodi da usare e poco intuitivi. Questo è
uno dei motivi per cui il libro elettronico, il famoso E-book, non ha avuto successo. L’altro è che comunque uno
schermo, per quanto di ottima qualità, non è mai nitido come un foglio di carta stampato. L’E-book è stato uno dei tanti
feticci degli ultimi anni: si tratta di una specie di un apparecchio grande come un’agenda con uno schermo a cristalli
liquidi. In tale ordigno possono essere memorizzati un certo numero di libri che si possono poi leggere facendo apparire
le pagine una alla volta sullo schermo. Premendo un pulsante si può passare alla pagina precedente o alla successiva e
anche effettuare semplici ricerche, come già spiegato in questo capitolo. La cosa interessante dell’E-book è che diventa
possibile scaricare i libri da Internet senza doverli andare a comprare in un negozio, senza rischiare di trovare esaurita
l’opera che interessa e potendo, in teoria, avere sempre con sé un’intera biblioteca. C’è stato tanto fermento attorno a
questa tecnologia, con le solite sparate entusiastiche da parte di esperti e grandi aziende, ma, come spesso accade, i
risultati sono stati finora molto deludenti. La gente non compra gli E-book e continua a preferire quelli di carta. Leggere
del testo su di uno schermo elettronico, che sia un monitor di computer o uno a cristalli liquidi, è molto faticoso, per
questo l’E-book non convince nonostante un’altra tecnologia Microsoft che dovrebbe rendere più nitidi i caratteri, detta
ClearType. Se si aggiunge il fatto che i pochi editori che hanno tentato di produrli li hanno spesso fatti pagare di più
della versione cartacea non stupisce che abbiano fatto fiasco. Pare impossibile e spesso viene da chiedersi se certi
comportamenti siano dovuti ad un qualche calcolo segreto astutissimo che non si può nemmeno intuire data la sua
eccezionale furbizia, ma in molti casi si tratta di pura stupidità. Uno dei vantaggi dell’E-book è che la versione
elettronica di un titolo può essere fatta scaricare dal sito Internet dell’editore senza dover passare dalla fase di stampa,
che comporta costi molto elevati, rischi di resa dell’invenduto con necessità di smaltimento delle copie che non hanno
reso nulla, sono costate per la produzione e costano ancora per il riciclaggio. Inoltre la vendita on-line salta i costi di
distribuzione, l’utente non compra in una libreria, che a sua volta ha comprato dal grossista, ma direttamente dal
produttore, che incassa il cento per cento della cifra. E in una tale idilliaca situazione, partecipando a convegni e lanci
roboanti della nuova tecnologia, cosa hanno fatto molti editori? Hanno fissato un prezzo per la versione elettronica di
certi libri ad un livello superiore a quello dell’edizione cartacea!
In un convegno un esperto (!) di marketing ha detto che ‘forse’ questo è uno dei motivi dell’insuccesso dell’E-book.
Che analisi!
In ogni caso, il libro sembra che non possa essere migliorato nel mondo fisico e che rimarrà una presenza costante.
Certo, molti non leggono e questa è una delle cose più tristi del mondo attuale, ma è abbastanza comprensibile, data la
spietata concorrenza della televisione.
E in Oltremondo?
Il libro resterà così com’è, anche in Oltremondo. Il vantaggio sarà che potremo realizzare il VERO E-book. In ogni
canale in cui si troverà una biblioteca i volumi saranno ovviamente esattamente identici alla loro versione fisica, fino
all’odore di carta vecchia dei libri antichi e alla fragilità della pagine che andranno sfogliate con cura. I libri ‘nuovi’
potranno invece essere del tutto rivoluzionari, restando sempre dei libri. Innanzitutto potremo far comparire in ogni
momento qualsiasi opera che ci interesserà, data la possibilità di sintesi istantanea di qualsiasi cosa in Oltremondo.
Potremo anche, invece, portarci dietro un solo libro, le cui pagine diventeranno quelle dell’opera che ci interessa. Il
nostro libro sarà quindi in realtà una copertina e un pacco di pagine bianche. Quando ci interesserà un certo libro ecco
che le pagine si ricopriranno del testo dell’opera voluta. Una tale tecnologia è già allo studio alla Xerox: stanno
elaborando l’inchiostro elettronico, una carta che contiene micropalline che possono ruotare e mostrare il lato bianco o
quello nero. In tal modo un libro può essere riprogrammato e mostrare il testo voluto che viene scaricato in formato
elettronico e memorizzato nei circuiti nascosti nella copertina. La Xerox sta sviluppando una versione dell’E-book
veramente interessante e molto valida, solo che la versione di Oltremondo sarà molto superiore. Il libro Xerox, infatti,
avrà fatalmente un numero fisso (e non molto grande, dato il costo) di pagine, mentre in Oltremondo il nostro libro
elettronico potrà crescere o diminuire di dimensioni facilmente. In ogni caso, al di là di un certo attaccamento agli
oggetti personali, non avrà molto senso possedere un libro elettronico, ma sarà molto più bello poter far comparire tra le
proprie mani il volume che ci interessa, con la sua copertina, le sue pagine con gli eventuali appunti e perfino le
‘orecchie’ che vi avremo fatto. La nostra biblioteca personale, che potremo anche ordinatamente raccogliere in diverse
magioni di vari canali di Oltremondo, sarà sempre con noi e potremo prelevare l’opera voluta in qualsiasi posto e
momento. Oltre a questo, i nuovi libri potranno essere scritti nel formato Ultradocument, oggetto di un altro capitolo di
quest’opera, e contenere così immagini, riferimenti a sequenze multimediali o a luoghi o canali di Oltremondo. Con
Ultradocument potremo leggere libri nei quali le immagini saranno in grado di essere animate, come sequenze di film o
interi ambienti tridimensionali di Oltremondo. La stampa di testi con immagini in movimento è spesso stata ipotizzata
in film di fantascienza, ma fino ad oggi (e probabilmente anche nell’immediato futuro) non è mai stata possibile.
Essendo poi, al livello più basso, ogni testo in Oltremondo codificato in Ultracode, potremo ASCOLTARE qualsiasi
opera letta nella nostra lingua. Se vorremo leggere le pagine potremo farlo, ma sarà anche possibile accomodarsi in
poltrona ed ascoltare il libro mentre verremo trasportati nei luoghi indicati, volando con la nostra poltrona accanto alla
(22)
baleniera di Achab
, sulle anime dannate dell’inferno dantesco o sulla spiaggia ottocentesca di Cabourg, la Balbec di
(23)
Proust
. Con una tale evoluzione, forse, molti di coloro che oggi non leggono libri e guardano solo la televisione
potranno interessarsi alle opere che hanno da sempre appassionato l’animo di ogni Uomo di lettere. L’evoluzione del
libro si collocherà quindi nella sfera delle possibilità oltremondane, essendo la sua evoluzione nel mondo fisico ormai
completata. Probabilmente assisteremo poi ad una lenta integrazione tra le forme di produzione di contenuti, arrivando
ad un prodotto finale che secondo me conterrà ancora della pagine, probabilmente sfogliabili a mano, ma che potranno
far nascere attorno a noi infinite avvincenti meraviglie.
I VIDEOGIOCHI
Lo dirò subito: il mio è un parere di parte. Mi scuso se qualcuno troverà queste note eccessivamente autobiografiche ma
sono necessarie per inquadrare il mio punto di vista e lasciare ad ognuno la propria possibilità di giudizio. Ho iniziato a
programmare computer a sedici anni, con il Sinclair ZX81. Il mio primo computer disponeva di un processore da 4
Mhz, 1 kbyte di RAM (subito espansi al vertiginoso valore di 16 kbyte) e un'uscita video bianco e nero. Il mio monitor
è stato per lunghi anni un vecchio televisore sfocato di mio nonno. L'epoca era, come dice il nome dell'ordigno, il 1981.
Con questa rudimentale macchina iniziai finalmente a smanettare con l'informatica, dopo anni di pura teoria sulle riviste
di elettronica sperimentale. Fondai nella mia città il computer club Sinclair division dove il lunedì sera ci ritrovavamo
tra fissati a sperimentare cose che ai più sembravano (e forse erano) da piccoli scienziati pazzi. Imparai, con persone di
anche quarant'anni più vecchie di me, il linguaggio assembler scoprendo che la giovinezza è uno stato della mente.
Quando uscì il Sinclair zx Spectrum finalmente disposi di un computer A COLORI e con IL SUONO! Ovviamente
continuavo a dover usare come monitor il vecchio televisore bianco e nero sfocato di mio nonno; programmavo
distinguendo i colori come scale di grigio. Come memoria di massa non avevo neanche i floppy disk, solo un
registratore a cassette che ricaricava i dati una volta su tre. Sviluppai il mio primo videogioco, INCUBO, e lo presentai a
diverse aziende in occasione di una fiera di informatica a Milano. Incontrai John Holder della inglese Mastertronic che
fu subito interessato al mio successivo progetto: Specventure; si trattava di un'avventura grafica attraverso trenta livelli
con musiche di sottofondo liberamente selezionabili tra dieci diversi brani di musica classica. Piazzai Incubo ad un
piccolo distributore e una versione con ambiente diverso ad una rivista su cassette a tiratura nazionale. Nel 1984
vendetti Specventure alla Mastertronic che lo distribuì in tutta Europa. Fui il primo italiano a vendere sul mercato estero
un videogioco, ne furono acquistate più di quindicimila copie. Ricordo ancora l'orgoglio quando lessi su una delle
riviste inglesi di home computer la lettera entusiasta di un giocatore che elencava le trenta password di accesso ai livelli
del mio videogioco, password che conservo ancora nella stesura originale scritte a pennarello su di un vecchio
quaderno. La prima delle dieci musiche era 'per Elisa' di Beethoven, dedicata al mio primo amore; lei non lo ha mai
saputo. La Mastertronic mi regalò anche lo Spectrum plus e i mitici microdrive, sorta di floppy disk a nastro. Fu
bellissimo vedere la faccia perplessa di mio padre, che aveva dovuto firmare i contratti al mio posto dato che ero
minorenne, alla vista di un assegno di milioni per un semplice gioco. Successivamente realizzai molti videogiochi per la
piattaforma Hypernet, la più grande messaggeria grafica d'Italia, di cui ero comproprietario. Tali giochi si potevano
giocare MENTRE si parlava con gli altri collegati e sfidando persone connesse anche a chilometri di distanza. Oggi
sembra banale ma per l'epoca era una tecnologia avanzatissima.
Sono sempre stato un accanito videogiocatore, fin dai tempi di Space Invaders. Come sviluppatore ho analizzato a
fondo migliaia di giochi per scoprirne i dettagli tecnici, i 'dietro le quinte', gli aspetti che un normale utente non coglie. I
videogiochi sono le applicazioni più complesse che si possano far girare su di una piattaforma informatica e ne sfruttano
allo spasimo ogni possibilità. Per sviluppare videogiochi si deve sapere come funzionano i computer ad un livello
davvero profondo e mettere in campo 'sporchi trucchi' splendidamente ingegnosi. Non posso che dire tutto il bene
possibile dei videogiochi, e so di essere di parte. Trovo ridicoli gli attacchi a cui sono stati sottoposti questi prodotti da
svariatissime associazioni di 'mamme' e 'psicologi' che affermano spingano i giovani alla violenza. Tante cose possono
essere la molla scatenante di comportamenti patogeni, ma solo per soggetti che sarebbero esplosi comunque per un
motivo o per un altro. Se un'automobile investe un bambino che attraversa la strada correndo dietro al pallone la colpa è
dei genitori che non lo hanno educato a guardarsi sempre attorno, non ha senso criminalizzare l'automobilismo. Se un
pazzo, perché di questo si tratta, stermina la propria classe a scuola non è colpa del videogioco violento, è il pazzo che
ha una percezione patologica della realtà. Gli ambienti digitali ricreati nei videogiochi sono stati un Oltremondo ante
litteram e come tali vanno guardati con simpatia. Hanno permesso a schiere di esseri umani di evadere da una realtà
grigia e monotona verso nuovi mondi in cui tutto era possibile, in cui potevano essere diversi, migliori. L'interazione
resa possibile dai videogiochi on-line ha creato le basi per una percezione nuova del rapporto interpersonale, mediato da
alter ego digitali in ambienti con regole nuove.
Un altrettanto fondamentale ruolo lo ha svolto la fantascienza. Forse non esistono videogiocatori (e meno che mai
sviluppatori) che non siano lettori di fantascienza. Tale genere letterario abitua a considerare tutte le possibilità, per
pazzesche che possano sembrare. Il lettore di fantascienza ha una preparazione, un'agilità mentale che mancano a tutti
gli altri. Nella letteratura di altro genere i limiti delle possibilità umane sono quelli noti, non ci possono essere radicali
rovesciamenti di punti di vista, le cose sono , se vogliamo, banali. Nella fantascienza si può leggere un intero romanzo
credendo di essere un combattente dell'Umanità per scoprire solo alla fine che si stava guardando la storia dagli occhi
dell'alieno. Il lettore di fantascienza ha un 'allenamento mentale' che si traduce in una flessibilità utile a scrivere o anche
solo usare i videogiochi. Queste persone accedono ad una nuova forma d'arte che riunisce in sé quasi tutte le possibilità
espressive di ogni tempo: grafica, musica, sceneggiatura, narrativa, psicologia e tante altre. Coloro che potranno pensare
per primi fattivamente alla realizzazione di Oltremondo non possono non essere videogiocatori o sviluppatori. Lo
sviluppo di questo settore negli ultimi anni ha superato quello dell'home video ed è ovvio che sia così: alla possibilità di
immedesimarsi in altre vite, altri tempi, altre avventure, tipica del cinema, si è aggiunta l'interattività in prima persona
che rende il tutto più eccitante. L'unico appunto veramente serio a queste attività è che spesso esse dovrebbero essere
condivise da più persone in modo da evitare la deriva onirica del singolo. Solo nel confronto con gli altri, anche in
ambienti di sogno, si può definire chiaramente sé stessi, e conseguire vittorie davvero esaltanti.
Tra tutte le tipologie di videogiochi, una è assurta alla ribalta alla fine del ventesimo secolo: il FPS (First Person
Shooter); pur con mille varianti, tale tecnica prevede l’uso della rappresentazione tridimensionale di ambienti digitali
per portare avanti la trama del gioco. Il successo di questo filone è stato immediato ed eccezionale. I videogiochi
precedenti hanno sempre usato svariatissime tecniche per rappresentare i loro ambienti, talvolta anche uno pseudo-3D,
ma non avevano mai dato la reale possibilità di immergersi seriamente in ambienti digitali. Uno dei filoni principali è
sempre stato, ad esempio, quello denominato platforms and ladders (piattaforme e scale); in questa ‘famiglia’ di giochi
gli ambienti bidimensionali si dipanavano sullo schermo del sistema proponendo varie piattaforme su cui l’utente
faceva muovere, saltare ed arrampicare un qualche omino. Tale tecnica, pur molto divertente, non poteva neanche
cominciare a proporre avventure con un qualche spessore. Solo l’avvento della grafica tridimensionale ha permesso un
vero coinvolgimento del giocatore in situazioni credibili che possono svilupparsi in un ambito filmico con tecniche
cinematografiche. L’industria dei videogiochi nell’anno 2000 ha superato quella dell’home video (noleggio di
videocassette per uso casalingo) ed è diventata sempre più importante, muovendo capitali per ogni nuovo titolo che
sono diventati rapidamente uguali a quelli necessari per le produzioni cinematografiche. Nella produzione di un singolo
videogioco si spendono ormai molti milioni di dollari e lavorano migliaia di persone, proprio come per un kolossal di
Hollywood. La lavorazione di un videogioco è ancora una faccenda complessa ed artigianale, in cui sono coinvolte
molte persone con tante capacità differenti. Non bastano più alcuni programmatori per realizzare un prodotto decente,
oggigiorno occorre l’intervento di grafici, musicisti, sceneggiatori, esperti di ‘effetti speciali’, segretarie di produzione e
quant’altro. Il costo elevatissimo è dato anche dal fatto che ogni volta occorre realizzare tutto da zero. È molto raro,
infatti, che il lavoro di un videogioco precedente possa essere riutilizzato. Non solo perché le ambientazioni sono
diverse, ma soprattutto perché la tecnologia evolve rapidissimamente. La parte principale di ogni gioco moderno è il
motore grafico 3D, ovvero quella serie di programmi che traducono dati digitali in immagini tridimensionali realistiche
sullo schermo, gestendo tutta l’interazione dell’utente. Tale ‘motore’ è un prodotto software estremamente complesso,
ogni azienda se ne realizza uno proprio o ne compra uno già fatto (il costo è attorno al milione di dollari). Non appena il
gioco viene pubblicato, nuovi progressi nella tecnica rendono il motore grafico obsoleto. Spesso non si possono
facilmente adattare i programmi ma occorre addirittura riscriverne una parte molto consistente. Se non ci si adatta allo
sviluppo tumultuoso dell’informatica il prossimo prodotto potrebbe essere già obsoleto e decretare il fallimento
dell’intera azienda. I costi di produzione, infatti, sono così alti che non ci si può permettere un flop dato che ogni società
riesce a finanziare solo una o poche produzioni per volta. Allo stesso modo, i contenuti grafici non sono spesso
recuperabili. Ogni mese un avanzamento della tecnica rende un po’ più dettagliati gli aspetti degli elementi dei
videogiochi e in questo modo il modello matematico di , ad esempio, un soldato, non è più sufficientemente dettagliato
per la produzione successiva. Cosa si fa? Lo si ridisegna da zero. Tutto questo lavoro è necessario per tenere il passo
con lo sviluppo del settore e per reggere la concorrenza agguerritissima che ci si trova. Siamo in questo settore in
un’epoca paragonabile a quella dell’inizio dell’industria dell’auto. In quel tempo ogni automobile era un prodotto
artigianale, che coinvolgeva moltissime capacità diverse e costava quindi tantissimo. Ancora oggi lo sviluppo di un
nuovo modello di automobile richiede miliardi e se tale costo non fosse diluito su molte migliaia (o milioni) di pezzi
prodotti sarebbe del tutto insostenibile. Le Bugatti d’epoca sono pezzi meravigliosi ma non hanno la qualità che oggi
contraddistingue ogni automobile economica prodotta in serie. L’avvento dell’industrializzazione ha migliorato il
prodotto e ne ha aumentato i volumi di produzione, abbattendone i costi. Nel campo dei videogiochi comunque come, in
misura minore, in quello della cinematografia, siamo ancora all’epoca artigianale.
Questo è un modo di procedere un po’ stupido. È come se per la produzione di un nuovo film si dovessero ogni volta
non solo creare nuovi costumi, fondali ed effetti speciali, ma si dovesse anche produrre la pellicola, costruire le
cineprese, aprire da zero i cinema necessari. La fase veramente importante di ogni opera, sia ‘seria’ che da
intrattenimento, è l’idea creativa, la storia. Non è realmente importante la tecnica. Nel campo delle produzioni di
videogiochi, e rapidamente poi quelle cinematografiche, dato che presto le si realizzerà con gli stessi metodi, occorrerà
un sistema STANDARD per realizzare le cose. Non si dovrà più faticosamente realizzare a mano, con costi spaventosi,
tutti i particolari necessari ma fatalmente secondari. La tecnica proposta per la realizzazione di Oltremondo permetterà
di concentrarsi sulle storie, sui concetti, piuttosto che sulla tecnica. Avendo a disposizione immense raccolte di oggetti
già realizzati, gli autori di videogiochi e di film potranno semplicemente raccontare le loro storie, far vivere agli utenti
le loro avventure, senza sprecare tempo a ridisegnare daccapo il soldato, l’automobile, l’albero e tutte quelle cose che
occorrerà disporre sulla scena. L’altro enorme vantaggio è che le produzioni realizzate con Oltremondo potranno
migliorare automaticamente. Con il progresso della tecnologia, ogni elemento migliorerà senza alcun intervento
ulteriore da parte dell’autore. Se il singolo albero, ad esempio, potrà essere definito sempre meglio, in OGNI ambiente
in cui sono presenti alberi si assisterà ad un automatico miglioramento. Sarà come se i vecchi film, muti e in bianco e
nero, avessero potuto tramutarsi in produzioni con il sonoro e poi addirittura a colori senza alcun ulteriore intervento.
La tecnica dei videogiochi giungerà ad una feconda unione con la cinematografia e assisteremo ad un’esplosione di
creatività e ad un crollo dei costi. Potremo sognare, emozionarci, avventurarci, combatterci, divertirci in infiniti mondi
di meravigliose fantasie.
LA POVERTÀ DIGITALE
Alla fine del ventesimo secolo credevamo di essere ricchi, almeno nel mondo occidentale; pensavamo di possedere tutta
una serie di comodità e di lussi sconosciuti ai nostri antenati e in parte ciò era vero, ma eravamo anche immensamente
poveri, dei poveri digitali. Cosa significa ricchezza? E in particolare ricchezza di un popolo? Ovviamente prima
vengono i bisogno primari: il cibo, l’acqua, le case. Su questo fronte ci sono miliardi di poveri al mondo, miliardi di
esseri umani che non hanno una quantità sufficiente di queste cose, ed è una situazione che non si dovrebbe tollerare.
Ma nel mondo occidentale avanzato tali bisogni sono da tempo soddisfatti. La ricchezza in questi paesi è diventata
l’avere la SECONDA casa, l’auto per le vacanze, la barca o addirittura l’aereo personale. Al di là dei beni materiali
ultimamente nell’upper class (la classe sociale più abbiente) si è cominciato ad individuare la ricchezza con la
disponibilità di tempo libero, prevalentemente per spenderlo in attività CULTURALI e RICREATIVE. Ecco che la
povertà avanza… non siamo forse tutti convinti che l’offerta di cultura, di scienza, di arte, sia troppo limitata? Non ci è
spesso capitato di pensare che magari una certa mostra poteva essere interessante, ma non si aveva il tempo (o il denaro)
per fare un salto a Parigi? O a Roma? O a New York? Che certi concetti avrebbero meritato un ulteriore
approfondimento? Che certe nostre ignoranze nascoste, che non oseremmo mai manifestare, urlano per essere superate?
Ma a chi chiedere? E che dire dell’intrattenimento? Ultimamente più che di spettacolo si ha fame di ESPERIENZE,
spesso identificate in viaggi in paesi e luoghi particolari, in attività originali, in contaminazioni culturali diverse. Tutte
queste cose richiedono tempo e denaro ma, anche avendone di entrambi, la loro fruizione è limitata e difficile.
Innanzitutto chiediamoci PERCHÉ occorra tempo e denaro per avere una vita culturale e ricreativa interessante. Come
già detto, quando si parla di mostre, manifestazioni, eventi di ogni tipo, il luogo geografico in cui occorrerebbe recarsi
non è dietro casa. Una persona che desiderasse seguire una parte minima di tutti gli eventi di suo interesse organizzati
nel mondo dovrebbe viaggiare in almeno cinque città diverse al mese. Spesso tali viaggi, solo per il puro spostamento,
richiederebbero un paio di giorni o addirittura una settimana ciascuno. Il costo sarebbe proibitivo per moltissime
persone, anche definite ‘benestanti’, e lo stress da viaggio renderebbe rapidamente impossibile continuare. Avendo
molto denaro e tutto il tempo del mondo, viaggiando sempre in prima classe, scendendo nei migliori alberghi e
pranzando nei migliori ristoranti ce la si potrebbe fare, ma non stiamo parlando delle possibilità dell’occidentale medio
(e nemmeno medio-alto). Molte persone, inoltre, avrebbero il denaro necessario ma per produrlo devono impegnarsi in
modo tale da non avere il tempo o, avendolo, la voglia, di perseguire una vita così vorticosa. Il problema è che le mille
proposte culturali e di intrattenimento del mondo non possono essere fruite DA CASA PROPRIA. Gli unici canali
esistenti sono la televisione, il cinema e Internet. Tramite questi mezzi, senza muoversi troppo, senza eccessiva spesa,
possiamo ricevere informazione, cultura ed intrattenimento. Ma quanto sono DAVVERO efficaci? Cosa possiamo
trovare su di essi di quello che ci interessa? Per quanto riguarda il cinema ed i videogiochi le possibilità sono eccellenti:
quasi tutte le produzioni arrivano o possono essere richieste. Per ogni altra cosa andiamo male. Pensiamo ad un
convegno su di un argomento di nostro interesse: se la televisione se ne occupa è già molto inusuale, la trasmissione può
andare in onda in un momento in cui non possiamo seguirla e videoregistrarla è una affare complicato. Anche se
l’evento viene coperto da un servizio, probabilmente ne viene trasmesso un riassunto, con qualche ripresa a caso. Non è
proprio come esserci stato. Se l’evento viene pubblicato su un sito Internet scopriremo il più delle volte con amara
sorpresa che non ci sono le informazioni che credevamo di trovare. Spesso le pagine Web su di un certo argomento od
evento sono poche, mal scritte, con qualche patetica fotografia formato francobollo ed inutili orpelli grafici. Se l’evento
viene trasmesso su Internet in diretta con una qualche tecnica di streaming (trasmissione video), la qualità è di solito
penosa, appena la cosa interessa un certo numero di persone si è in troppi a cercare di accedere al sito e non si riesce a
fruirla con completezza. Le difficoltà sono TANTE, le possibilità di non avere alcuna informazione sono molte, la
frustrazione è sempre in agguato. Ovviamente non ci si sta riferendo ad eventi che siano qualche stupido programma a
quiz, qualche serial televisivo demenziale o trasmissioni di informazione giornalistica. Di questo materiale ce n’è a
bizzeffe, ma siamo ai livelli della ‘tv-spazzatura’. Il fatto che masse di persone ci sguazzino non significa che nella loro
esistenza non abbiano talvolta avuto altri interessi, solo che sono sempre stati frustrati sul nascere. Ci crediamo molto
avanzati, ci chiediamo come facevano nei tempi andati a vivere senza televisione, cinema, radio, Internet. Non ci sono
dubbi che in passato fosse molto peggio ma non dobbiamo credere che questo compatimento non ci sarà riservato dalle
persone che vivranno nei prossimi decenni.
Il secondo aspetto che voglio sottolineare è ancora più sottile ed importante; è l’emersione di uno stato di povertà che
non ci rendiamo nemmeno conto di avere. Non soltanto è difficile, anzi impossibile, avere una vita culturale piena
partecipando agli eventi che si susseguono, ma addirittura NON CI SONO SUFFICIENTI PROPOSTE. Non è che non
si organizzino un numero sufficiente di mostre, di convegni, di produzioni videoludiche e cinematografiche, è che
siamo tutti immersi in una povertà di mezzi DIGITALI davvero mostruosa. Tale povertà non viene percepita solo
perché, esattamente come gli uomini di ogni altra epoca, prendiamo come dato di fatto la situazione contingente e non
pensiamo nemmeno a cosa si potrebbe avere da tecnologie che non conosciamo ancora. Prima dell’avvento della stampa
a caratteri mobili le moltitudini ignoranti non si rendevano conto della povertà della loro esistenza intellettuale. Anche
coloro che sapevano leggere e avevano accesso a qualche codice faticosamente miniato, non si rendevano conto di
quanta poca offerta ci fosse di idee messe nero su bianco. All’inizio del ventesimo secolo le persone non sapevano che
stava per nascere la televisione e non si rendevano conto di quante cose non erano per loro accessibili. Potevano leggere
i giornali ma non potevano VEDERE cosa accadeva nei luoghi più remoti del mondo, eventi che magari erano
importantissimi per le loro vite. Allo stesso modo noi non ci rendiamo conto di quanta povertà di PRODUZIONE di
contenuti intellettuali ci sia al mondo solo perché non esiste ancora una tecnologia diffusa per la fruizione di nuovi
prodotti digitali. Finché non esisterà una raccolta sufficientemente enorme di materiale digitale interoperabile non
potranno iniziare le produzioni di materiali culturali davvero interessanti.
Facciamo un esempio: se una persona sente parlare della teoria della relatività generale di Einstein in rapporto
all’orizzonte degli eventi di un buco nero, oggigiorno non si sogna nemmeno di sperare di poter capire cos’è questo
concetto. Molto spesso capita che per un istante ci si chieda cosa sarà mai questa cosa e si rinunci subito dopo perché
non si saprebbe DOVE andare a cercare ulteriori informazioni. O meglio: si saprebbe che magari si ha in casa
un’enciclopedia, che dalla lettura del testo sotto la voce ‘relatività generale’ si potrebbe poi passare ad altri rimandi e in
capo ad alcune ore si giungerebbe ad un’infarinatura sufficiente. Ma solo se si hanno le capacità matematiche
necessarie. Solo se si ha una forte dose d’immaginazione. Solo se si ha la tenacia necessaria. La maggior parte della
gente rinuncerebbe subito. E non ne sentirebbe il peso quanto dovrebbe, semplicemente perché penserebbe che è così e
basta.
È un dato di fatto. Non ci si deve fare troppo caso.
Questa rassegnazione nasce dal fatto che non esiste un luogo, un servizio, a cui poter chiedere maggiori spiegazioni e da
cui ottenere un’illustrazione semplice ed intuitiva della cosa, magari con un livello variabile di approfondimento e di
rigore matematico. In futuro in questo caso potremo collegarci su Oltremondo e visualizzare un’immagine
tridimensionale ed interattiva di un buco nero, del suo orizzonte degli eventi, vedere una pallina sparata a varie velocità
nelle sue vicinanze e notare intuitivamente cosa succede all’aumentare della velocità e al diminuire della massa della
pallina. Come tutto questo si lega alla teoria della relatività generale sarebbe spiegato con ulteriori animazioni ed
eventualmente, ma solo se richiesto, con le equazioni relative. Un altro esempio: se si assistesse ad una trasmissione in
cui ad un certo punto si parlasse di Kafka e della sua raccolta Meditazione, si potrebbe richiedere una spiegazione,
leggere queste brevi prose, trasportarsi nella Praga del 1913, respirarne l’atmosfera simbolistica e decadente dell’epoca
e poi visitare i luoghi in cui Kafka viveva e lavorava. Questi ed infiniti altri esempi possibili ci fanno pensare che il
lavoro necessario per la realizzazione di queste cose sia titanico.
Non è così. Allo stesso modo in cui poteva sembrare un lavoro folle scolpire le matrici per la stampa di ogni pagina di
ogni libro prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, allo stesso modo in cui poteva sembrare impossibile, un
sogno e nulla più, poter vedere in tempo reale eventi che accadevano dall’altra parte della Terra, a noi oggi sembra
impossibile realizzare le produzioni culturali a cui si è appena accennato. Come sempre, una nuova tecnologia è la
risposta. Per poter far esplodere la produzione culturale, per poter permettere ogni tipo di fruizione, ogni tipo di
proposta, ogni tipo di avventura, dovremo realizzare Oltremondo e con esso un enorme serbatoio di prodotti GIÀ
PRONTI. La Praga del 1913 non dovrà essere realizzata soltanto per far capire l’ambiente in cui operò Kafka, essa
dovrà essere prodotta perché OGNI COSA che ad essa fa riferimento possa collegarvisi senza sforzo. La produzione di
infinite proposte culturali passerà dall’uso massiccio di materiali digitali già pronti ed infinitamente riutilizzabili ed
adattabili. Liverpool degli anni ’60 servirà ad ambientare la vita dei Beatles ma anche per infinite altre produzioni, ogni
cosa sarà la base per nuove realizzazioni. Così come ogni singolo blocchetto contenente un carattere di una cassetta per
la stampa venne utilizzato per produrre infiniti libri diversi, allo stesso modo gli elementi digitali tridimensionali
riutilizzabili permetteranno la realizzazioni di infinite meraviglie.
Nel mondo odierno la quantità di contenuti in formato elettronico, ancorché vastissima, è ancora troppo povera. Siamo
in preda alla POVERTÀ DIGITALE. Un paese è ricco delle infrastrutture che ha faticosamente realizzato nel corso di
molti anni. I paesi occidentali hanno, ad esempio, impianti di distribuzione dell’acqua realizzati in secoli di lavoro. In
questo modo è facile costruire una nuova casa ed allacciarla all’acquedotto, collegando un breve tratto di tubo. In un
paese più povero il tubo dove lo si può allacciare? Quanto occorre per realizzare da zero una completa rete idrica? Un
paese senza reti di distribuzione è povero e gli occorrono decenni, quando non secoli, per avvicinarsi ad altri che hanno
ereditato impianti estesissimi dal loro passato. Allo stesso modo siamo oggigiorno tutti poveri di contenuti digitali.
Pensate a quante cose non siano registrate in alcun modo. Prendiamo Parigi, ad esempio: interi Boulevards sono
registrati come righe su carte più o meno dettagliate, sono stati ripresi in parte su molti metri di pellicola o di nastro, ma
NON sono in formato digitale. Non nella loro interezza. Se volessimo realizzare un videogioco, un film, uno spezzone
di vita di un artista (ad esempio Marcel Proust), non avremmo un substrato digitale, una registrazione esplorabile di
quel boulevard. Se volessimo realizzare la cosa dovremmo faticosamente ricercare le cartografie, prendere foto,
lavorare duramente per ottenere l’ambiente voluto. E stiamo parlando di Parigi, di un corso principale, nemmeno di un
vicolo periferico. Non esiste una ricostruzione esplorabile delle piramidi egizie all’epoca del massimo splendore,
circondate da templi e ricoperte di marmi. Non esiste il foro romano ricco di vita, di mercanti, di senatori, di tutta l’urbe
che fu duemila anni fa. Se volessimo immergere un utente nell’atmosfera dell’antica Roma permettendogli di aggirarsi
tra la gente o di assistere ad un’arringa di Catone dovremmo fare un lavoro folle. Ecco cosa intendo con ‘povertà
digitale’. Non abbiamo niente di serio, quello che c’è è in infiniti formati diversi (fotografie a colori e in bianco e nero,
filmati su pellicola, filmati su videocassetta, disegni, incisioni, racconti a voce, qualche modello matematico) non
compatibili tra loro; non abbiamo un canale di accesso alla messe di dati che purtuttavia esistono, non abbiamo la
possibilità di rendere interconnesso ed esplorabile quello che c’è. Siamo poveri, culturalmente e dal punto di vista
dell’intrattenimento. Ci attende un lungo lavoro, un’unificazione necessaria, un luminoso avvenire in cui tutti potranno
accedere alla cultura, e la ‘tv spazzatura’ perderà finalmente molti dei suoi spettatori coatti.
LA DIDATTICA
Sono sempre stato convinto di una cosa: mi hanno insegnato buona parte di quello che so, ma lo hanno fatto malissimo.
L’insegnamento si è svolto, fino ad oggi, secondo un paradigma vecchio come il mondo: qualcuno più anziano e
presumibilmente più acculturato ha ripetuto il proprio sapere ripercorrendo alcuni testi più o meno sacri di fronte ad un
certo numero di allievi. In queste condizioni, se l’insegnante è, come di solito accade, non particolarmente stimolante,
gli allievi si annoiano e diventano quasi impermeabili al sapere. Che terribili ricordi ha ognuno di noi di lunghissime ore
trascorse ad ascoltare PER FORZA le pedanti spiegazioni di qualche materia del tutto ostile. I metodi di insegnamento
hanno sempre fatto del loro meglio per rendere odiosa la cultura. I fanciulli hanno la mente più ricettiva ma sono anche
naturalmente irrequieti e mal sopportano di ascoltare pazientemente lunghe spiegazioni del sapere fin qui accumulato
dall’Uomo. E’ chiaro che si dovrebbe approfittare del periodo in cui la mente umana è più pronta ma si deve cercare un
metodo che ne sfrutti appieno il potenziale. Con i metodi di studio finora adottati si è sfruttato solo meno del cinque per
cento della ‘larghezza di banda’ potenziale dei giovani. La mente di un adulto può essere anche quattro volte meno
pronta di quella di un giovane ma, quando segue un argomento di interesse, usa il cento per cento della propria
larghezza di banda. Risultato: l’adulto impara cinque volte di più di un fanciullo. Allora sarebbe meglio permettere ai
bambini di giocare, di sperimentare i rapporti sociali, di cimentarsi nelle attività che spontaneamente prediligono per poi
affrontare le cose serie ad un’età in cui si possono apprezzare. Un minimo di cultura, il saper leggere e scrivere, minime
capacità di calcolo e niente più, ecco cosa si dovrebbe insegnare obbligatoriamente. Ogni tipo di sapere può venire
maggiormente apprezzato con il crescere della maturità. Prendiamo ad esempio la letteratura: cosa possono
comprendere dei rovelli e degli struggimenti d’amore persone che ancora non hanno la maggiore età? Bene che vada
ingigantiranno le prime esperienze amorose, spesso disastrose di loro, fino a giungere a stati di depressione romantica
che possono (e l’hanno fatto) portare al suicidio. Per molti, invece, l’amore romantico e travolgente non è un’esperienza
già consolidata e quindi poco possono apprezzare delle sottili sfumature dell’animo umano faticosamente messe nero su
bianco dai poeti di ogni tempo. Superati i trent’anni, invece, la corrispondenza delle proprie esperienze di vita con le
creazioni della letteratura diventa evidente; si possono capire tante passioni, infinite malinconie, brucianti desideri. La
lettura dei classici della letteratura va fatta in età matura, altrimenti si rischia il rigetto e spesso si ottiene di allontanare
per sempre il soggetto da questa parte del sapere. Ovviamente questa mia teoria è poco più di una provocazione, stanti
le caratteristiche del mondo fisico. E’ chiaro che gli Uomini non virtualizzati non possono percorrere un tale sentiero
formativo. Solo se si ha il TEMPO di dedicarsi alla cultura si può scoprire a trent’anni il tesoro scintillante dello scibile
umano. Coloro che devono faticosamente procurarsi da vivere, per sé e per la propria famiglia, sono condannati a non
avere mai più il tempo di dedicarsi alla propria mente. Questa è la più grande tragedia del mondo fisico e sarà uno dei
più grandi vantaggi di Oltremondo. Quando la vita delle persone si svolgerà anche sul piano digitale e il lavoro non
fagociterà più la maggior parte del tempo di ogni Uomo allora, e solo allora, potremo attivare i nuovi percorsi formativi.
Ogni essere umano potrà vivere libero i suoi anni da fanciullo, le sue esperienze dell’adolescenza, i travagli della
giovinezza, per giungere ad una splendida maturità in cui potrà dedicare il tempo che crederà opportuno alla cultura.
Ogni persona potrà studiare anche per cinquant’anni, tanto la vita si sarà talmente allungata che un tale periodo non
inciderà in modo drammatico sull’arco di una normale esistenza. Con l’aumento esponenziale della complessità del
mondo, anzi, ognuno dovrà dedicare allo studio preparatorio un tempo molto superiore a quello del passato. Ogni
persona dovrà inoltre restare in fase di ‘formazione permanente’ per tutta la propria lunghissima esistenza, tali e tante
saranno le cose da sapere e da sperimentare. Nell’attesa di quest’epoca meravigliosa potremo però certamente
migliorare di molto la didattica. Tale disciplina, anzi, dato che diventerà in futuro una compagna costante della vita di
ognuno, dovrà certamente essere di molto migliorata.
La cosa fondamentale da cambiare, fin da subito, è l’introduzione dei concetti: si deve smettere di enunciare astrusi
teoremi per poi passare immediatamente alla dimostrazione e richiederne la memorizzazione. Non ho mai sopportato di
non sapere PERCHÉ un concetto mi deve essere insegnato. Nelle aule di quasi tutte le scuole ogni giorno eserciti di
insegnanti introducono a viva forza concetti nelle menti di inermi fanciulli che non capiscono PERCHÉ li devono
imparare. Un allievo ha l’inalienabile diritto di sapere il motivo per cui gli viene chiesto lo sforzo di imparare qualsiasi
concetto. Non si deve introdurre un’idea, un teorema, un metodo, senza spiegare quale necessità risolva, a cosa servirà
nel percorso di studio e COME si è giunti ad esso. Specialmente nella matematica è presente l’usanza di partire ad
enunciare teoremi e metodi senza mai dire a cosa servono e come si è giunti alla loro formulazione. E’ come se
invisibili e perniciosi alieni ci avessero fatto piombare in testa tali concetti e per puro sadismo ci costringessero a
mandarli a memoria.
Ogni volta che ho avuto modo di leggere la storia degli Uomini che hanno concepito un teorema, un metodo, una teoria,
ho sempre sentito nascere in me un’empatia potente che mi spingeva ad apprezzare il loro lavoro, spesso ferocemente
difficile, e a ricordarne il frutto. Per procedere in questo modo occorrerebbe che ogni insegnante fosse versato nel
racconto o addirittura in tecniche teatrali in modo da rappresentare vividamente la storia umana che si nasconde dietro
ogni grande idea. Con Oltremondo tale sforzo non sarà più necessario; le storie potranno essere raccontate con gli
strumenti digitali che immergeranno l’allievo nel clima dell’epoca e dell’ambiente in cui ogni idea è nata. Gli studenti
con insegnanti più dotati nell’arte del racconto non saranno più avvantaggiati rispetto a quelli che hanno professori
meno ‘teatrali’. La rappresentazione immersiva stimolerà il tipo di memoria che maggiormente permette di ritenere un
ricordo e sono sicuro che in tali condizioni il concetto si fisserà indelebilmente. Allo stesso modo moltissime idee sono
rappresentabili graficamente ma spesso il grafico è un disegno tracciato con mano inesperta su di una lavagna. Se il
concetto rappresentato è dinamico non vi è speranza di poterlo rappresentare su di un piano bidimensionale impolverato
di bianco. Anche in questo caso gli studenti con professori dotati di maggiori capacità artistiche sono ingiustamente
avvantaggiati. Pensiamo a come saranno rappresentati tali concetti in Oltremondo: un’animazione sviluppata con la
piena approvazione di appositi comitati didattici sarà proiettata agli allievi ed essi vedranno SUCCEDERE il fenomeno
in istudio. Pensiamo ad un concetto come il campo elettromagnetico, legato alle equazioni di Maxwell: si potrà
rappresentare il campo in una regione delle spazio tracciando in ogni punto simboli molto chiari e ponendo di fianco ad
essi l’equazione con gli opportuni valori. L’allievo potrà muovere una mano nel campo e SENTIRNE il valore in ogni
istante sotto forma di forze o temperature o altre sensazioni fisiche sulla mano. Vicino al dito dello studente l’equazione
che governa mirabilmente tale fenomeno si animerà e i numeri REALI del punto indicato dall’allievo scorreranno
automaticamente.
In moltissimi casi ci si rende conto che le persone non hanno mai capito concetti esposti anni prima in aule polverose
solo perché non hanno mai potuto OSSERVARE il fenomeno. È sorprendente quanta gente non abbia mai capito cosa
sia la trigonometria e si sblocchi con meraviglia quando vede la funzione ‘seno’ disegnarsi sul piano cartesiano in
concomitanza con il procedere del raggio del cerchio che percorre la circonferenza. Ogni disciplina potrà avvalersi
dell’esperienza immersiva per illustrare i concetti: la storia; con la possibilità di viaggiare tra le linee delle battaglie,
nelle città, nelle corti di ogni epoca. La geografia, con la possibilità di volare in ogni punto del mondo di ogni tempo. La
letteratura, con la possibilità di vivere gomito a gomito con gli autori, condividendo le loro vite, entrando nelle loro
creazioni, interagendo con i loro personaggi. La matematica, con la possibilità di immergersi nei mondi dei numeri e
della geometria visualizzando istantaneamente ogni equazione, ogni possibile soluzione. La fisica, con i viaggi tra le
situazioni più varie, compiutamente spiegate. La bellezza della rappresentazione tridimensionale, interattiva, immersiva,
renderà un gioco affascinante la scoperta della conoscenza.
Ogni allievo non sarà solo, si interagirà insieme e l’insegnante sarà una guida insostituibile in queste esplorazioni; la
presenza di un essere umano, infatti, permetterà di porre domande, di approfondire concetti o anche solo di essere
attirati verso un qualche aspetto particolarmente bizzarro o interessante della cosa in esame. Forse con tali metodi lo
studio diventerà davvero un’avventura affascinante e molti potranno perfino preferirlo al migliore dei videogiochi.
LA CULTURA
Tutti gli Uomini sono sempre stati tenuti lontani dalla cultura, intesa come somma delle conoscenze dell’Umanità. Ho
sempre sofferto al pensiero di quale scintillante scrigno di conoscenza e di bellezza sia stato celato alla maggior parte
degli esseri umani! Ogni Uomo dovrebbe essere orgoglioso delle incredibili vette raggiunte dal pensiero umano.
Moltissime persone non hanno una sola occasione, in tutta la loro vita, di stupirsi delle geniali intuizioni di coloro che le
hanno precedute. Tutto ciò è tragico e beffardo allo stesso tempo. Meravigliosi pensatori, fini umoristi, letterati
iperbolici, hanno prodotto opere meravigliose rivolgendosi ad un consesso umano che alla fin fine non potrà mai sapere
neanche che essi siano mai esistiti. Tuttavia il successo delle riviste di divulgazione scientifica conforta riguardo alla
sete di sapere delle persone. Periodici che sono per la maggior parte pieni di fotografie hanno un successo comunque al
di là delle più rosee previsioni, ciò dimostra che la sete di sapere è sempre profondamente viva in ogni Uomo. Ho
sempre rilevato un genuino desiderio di sapere, di comprendere ciò che è chiaro agli ‘scienziati’, in ogni Uomo e in
ogni Donna. La stragrande maggioranza delle persone appare refrattaria alla Scienza solo perché il campo del sapere è
sempre stato posto al riparo di schermi astrusi di equazioni, di concetti malamente espressi e peggio compresi. La
cultura non ha mai fatto un reale sforzo di proporsi come quello che realmente è: un linguaggio universale, una pulsione
profonda e quasi animalesca dell’Uomo. Le riviste scientifiche hanno fatto quello che hanno potuto, ma fino ad oggi è
sempre mancato un supporto multimediale davvero efficace; con Oltremondo ovvieremo a questa mancanza. Infiniti
universi da esplorare, attraversando tutte le sfumature dell’umano percepire; sensazioni, sentimenti, concetti, immagini
a tutti i livelli di percezione, suoni, colori, sensazioni, tutto quello che ha prodotto brividi in altri Uomini prima di noi e
come noi sarà a disposizione di ogni Uomo. Mai più dovrà il concetto di relatività ristretta o quello di relatività generale
essere celato dietro equazioni che richiedono matematiche astruse anche solo per cominciare ad essere compreso.
Qualsiasi idea, non importa quanto complessa, se prodotto dell’ingegno dell’Uomo, può essere perfettamente spiegata
ad ogni altro essere umano. Occorre un nuovo metodo di spiegazione, una nuova possibilità esperienziale. Le perfette
architetture del Palladio devono essere SENTITE come tensione di linee purissime che si estrinsecano come espansioni
di forze sviluppantisi sull’arco di percorsi matematici senza errori, l’armonia delle particelle subatomiche, il concetto di
orbitale che ‘spalma’ l’elettrone su di uno spazio probabilistico e mille e mille altre sensazioni devono poter essere
fruite da OGNI UOMO in ambienti facili, immediati, intuitivi. Dovranno smetterla gli intellettuali con il loro sentirsi al
di sopra degli altri, basta con il peccato (realmente un peccato) di superbia. Fremo di contentezza quando vedo una
persona che prima lo ignorava scoprire finalmente uno dei concetti fondamentali della cultura umana, dalla teoria delle
stringhe al cubismo. Infinite nuove creazioni ci potremo aspettare da un’Umanità che possa finalmente fruire delle
creazioni di tutti gli altri, in un ambiente che favorisca la nascita e la diffusione delle nuove idee. Abbiamo bisogno
dell’aiuto, dell’apporto creativo di tutti; un nuovo meraviglioso rinascimento digitale ci attende. L’Umanità si merita di
accedere alle sue stesse creazioni, senza distinzioni di classe, di razza o di censo. Ogni Uomo deve accedere al prodotto
dell’ingegno umano, in ogni epoca e in ogni settore. Molti saranno meri fruitori ma da tante persone che avrebbero
vissuto esistenze infime, si sarebbero prostituite, avrebbero spacciato droga, avrebbero messo in piedi mafie, otterremo
nuove rivoluzionarie idee, meravigliose, ardite, sorprendenti, infinite creazioni. Il messaggio che vorrei che ogni essere
umano percepisse è: AMATEVI, pensate che voi siete UNICI e MERAVIGLIOSI. Non esiste un essere umano davvero
superiore ad un altro, esistono solo differenti livelli di conoscenza, differenti ingiuste situazioni sociali e diversi
ambienti creativi. Ogni Uomo, nelle condizioni adatte, può ideare la teoria della relatività o Oltremondo. Dobbiamo
essere ORGOGLIOSI di essere esseri umani, sentirci parte determinate del Creato, investigatori, fruitori, stupidi, folli,
intelligenti, artisti, maledetti, amanti, dannati e meravigliosamente vivi.
LA FINE DELLA CRIMINALITÀ
Che ne sarà del crimine in Oltremondo? Inevitabilmente esso svanirà nell'accezione comune e qualche comportamento
di tipo criminale del tutto nuovo emergerà. In un universo in cui tutti potranno essere immensamente più ricchi di
qualsiasi Uomo di qualunque epoca precedente non avrà certo più senso sottrarre qualcosa a qualcuno. Ad esempio,
(19)
nella sua celebre Utopia
Tommaso Moro criticava la legge inglese che comminava la pena di morte per il furto.
Nonostante tanta severità, i furti non diminuivano e sarebbe stata migliore politica “far sì che tutti avessero abbastanza
da mangiare”. I crimini violenti come stupro, omicidio, aggressione, non avranno più nemmeno la possibilità di essere
commessi. Nessuno potrà uccidere qualcun altro dato che le interazioni saranno digitali e non fra corpi che possano
essere danneggiati. Il livello di sofferenza, sia fisica che psichica, sarà regolabile e si potranno impostare delle soglie
oltre le quali la vittima sparirà letteralmente dal luogo o addirittura dal canale. Il livello massimo di sofferenza
sopportabile sarà anzi uno dei più importanti parametri da considerare nell'avventurarsi in ogni canale. Nei canali che
riprodurranno ambienti simili a quelli del mondo fisico resteranno ovviamente tutti i crimini che conosciamo ed anzi
essi renderanno più 'saporite' le esperienze. In un canale del vecchio west, ad esempio, potrà essere molto divertente
fare il rapinatore di banche o assaltare treni e diligenze. Talvolta ci piacerà fare lo sceriffo e talvolta il bandito. Le
persone che si coinvolgeranno in canali molto seri giungeranno invece a delinquere per necessità, come è spesso stato
sulla Terra, e i derubati soffriranno della cosa così come è stato in passato. Si giungerà ovviamente anche a mettere in
prigione i criminali e sarà una condanna ancora più dura quella che li costringerà in una cella digitale sapendo
benissimo cosa si potrebbe fare in infiniti altri canali. In questi casi ci saranno due possibilità: il canale sarà 'leggero' e
permetterà agli utenti di passare ad altri abbastanza semplicemente e così i carcerati lo saranno per gioco. Oppure si
tratterà di un canale 'serio' dove non si può sfuggire all'ambiente liberamente scelto in base ad un contratto che prevede
un certo tempo di permanenza. In quest'ultimo caso se si finirà in galera occorrerà scontare la pena per intero o fino alla
scadenza del contratto. Ecco un motivo di più per controllare attentamente le regole di un canale prima di entrarvi. Che
ne sarà di canali 'trappola' in cui gli ultranauti entreranno e si troveranno in condizioni insostenibili? Come sempre sarà
possibile appellarsi, anche se per una sola volta, al Consiglio degli Asceti che verificherà la sussistenza di regole precise
e chiaramente espresse. In caso si sia scelto liberamente il canale sapendo bene a cosa si andava incontro il Consiglio
non potrà intervenire e si dovrà scontare la pena. In caso ci sia stata malafede nell'illustrare il canale o le regole non
siano state espresse in modo chiaro l'ultranauta sarà fatto uscire dal canale ed il comitato di gestione sanzionato.
Ecco uno dei nuovi crimini che potranno esistere solo in Oltremondo: i canali-truffa o trappola. Sarà possibile per
chiunque creare un canale e quindi nessun atto di censura potrà venire dalla Fondazione. Uno degli elementi base del
pensiero oltremondano è infatti la totale libertà di ogni Uomo ed il completo pluralismo dei pensieri e delle esperienze
umane. La relativa anarchia che si verrà a creare potrà permettere a molti di creare canali 'scorretti' in cui far soffrire
altri esseri umani o addirittura tentare di tenerli prigionieri. La questione sarà molto delicata in quanto DOVRANNO
essere possibili canali in cui sperimentare coercizione e sofferenza, si pensi ad uno che riproduca le esperienze del
campo di concentramento. Esperienze terribili sofferte dall'Umanità dovranno essere rivissute da chi lo vorrà per
rendersi conto di cosa sia stata la storia dell'Uomo sotto ogni aspetto e per ricordarsi di quanta sofferenza ed atrocità
essa sia permeata.
La discriminante dovrà essere l'INFORMAZIONE. Prima di entrare in ogni canale dovrà essere possibile per chiunque
visionare dall'esterno cosa vi si troverà e ogni ultranauta potrà comunque impegnarsi fino al punto che riterrà
opportuno. Tali ‘dimostrativi’ dovranno essere approvati dal Consiglio degli Asceti in modo che ci sia sicurezza sulla
loro veridicità. Ad esempio, nel canale 'Schiavi di Roma' si potrà decidere di provare l'esperienza dello schiavo su di
una galera romana e di non sentire in pieno il dolore delle frustate ma solo al trenta per cento. Questa serie di opzioni ci
permetteranno di entrare anche in canali 'alla cieca' avendo però previsto in anticipo cosa saremo disposti a sopportare e
cosa no. I livelli di sofferenza accettati saranno automaticamente limitati dal sistema in modo che nessuno ci possa
infliggere più di quanto avremo accettato. In ogni caso non si potranno evitare abusi, anche truffe di amministratori di
canale insinceri, in forme che ora non possiamo neppure immaginare, la mente umana è terribilmente ingegnosa anche
nel male. Ecco che il controllo del Consiglio degli Asceti sarà necessario e puntuale. Cosa succederà agli amministratori
colpevoli? Si potranno comminare sanzioni leggere o pesanti a seconda dell'abuso. Si potrà impedire loro di gestire
canali per un certo periodo, li si potrà persino limitare nelle loro possibilità di esplorazione di altri canali. In ogni caso
non si giungerà mai più alla barbarie della cella, della tortura o addirittura della morte. Per i soggetti più incorreggibili
si potrà limitare la rosa di canali frequentabili fino a giungere magari a lasciare solo quelli non condivisi, in cui il
criminale sarà il solo essere umano e tutti gli altri saranno robot simulati dal computer. Occorrerà grande saggezza ed
equilibrio nel giudicare e per questo tale materia sarà competenza del Consiglio degli Asceti, persone poste al di sopra
ed al di sotto di tutti e pervase da un grande amore per l'Uomo.
Nessuno dovrà più soffrire per le proprie deviazioni, meno che mai per le proprie idee o per la razza. Le uniche sanzioni
che verranno comminate saranno a tutela degli altri esseri umani e sempre al minimo livello in modo da far soffrire tutti
il meno possibile. In passato la correzione del crimine è sempre stata ostacolata da due grandi limiti: si aveva un solo
mondo a disposizione e con risorse limitate. Non si è mai pensato di escludere i criminali da un mondo per lasciarli
liberi in infiniti altri, semplicemente perché c'era un mondo solo. Non si è mai pensato di mantenere i criminali in
ambienti comunque umani perché le risorse sono sempre state fatalmente limitate già per gli onesti, figuriamoci i
delinquenti. Con Oltremondo si apriranno nuove possibilità per la correzione dei comportamenti deviati ed il concetto
stesso di devianza subirà molte trasformazioni. I comportamenti socialmente inaccettabili dovranno essere riconsiderati.
Se ad una persona piace fare sesso in modo violento e prevaricatore essa potrà sfogarsi in canali personali dove far
subire queste cose a robot simulati dal computer. Se ad un Uomo piace fare il violento ecco che potrà sfogarsi come
vorrà. L'unica regola dovrà diventare che non si potrà fare del male alle persone vere. Come già detto i crimini contro il
patrimonio svaniranno con il concetto stesso di esclusività della proprietà e rimarranno solo nei mondi in cui vorremo
ancora l'esistenza di questo concetto. Forse le macchine acquisiranno un giorno autocoscienza ed allora si aprirà un
dibattito sul loro status per decidere se riconoscerle come esseri viventi dotati di diritti. Forse un giorno si guarderà alla
scelta di far sfogare i devianti con i robot software come si guarda oggi allo sfruttamento degli schiavi umani nel
passato. Questo accadrà solo nei casi in cui per soddisfare il deviante occorrerebbe un livello di realismo tale nei robot
che essi dovranno essere quasi senzienti. È possibile sfogarsi con un robot se la sofferenza che vogliamo infliggere è di
tipo fisico e ci soddisfa l'espressione esteriore della stessa da parte della nostra vittima, ma se la sofferenza che
cerchiamo è psicologica forse allora si arriverà al punto in cui tale esperienza ci deve essere negata del tutto perché non
vi sarà alcun essere sintetico sufficientemente semplice che ce la possa fornire e quelli più complessi avranno dei diritti
inalienabili. In ogni caso, affronteremo queste questioni sottili quando la tecnologia ci porterà a questo. Ritengo
comunque che pochi siano gli uomini che richiedono sfoghi di questo tipo per essere felici e in questi casi un supporto
psichiatrico sarà certamente fornito. L'apparente indulgenza verso forme patologiche di comportamento è solo in
apparenza in contrasto con la visuale filantropica oltremondana: occorre essere realisti, se un Uomo è felice solo in un
modo che può anche essere riprovevole è nostro dovere aiutarlo in ogni modo nella sua ricerca della felicità cercando al
contempo di non far soffrire nessun altro. Che dire però dei reati di tipo non aggressivo? Per esempio gli esibizionisti.
Che fare con uomini che amano denudarsi in pubblico? Potremo fornire loro canali nei quali far fuggire inorridite folle
di donne e sperare che non lo facciano nei canali condivisi. Nel caso continuino allora la sanzione sarà l'allontanamento
per un certo periodo dai canali comuni. In ogni caso l'evoluzione di una nuova morale e di un nuovo rapporto con il
corpo inteso in senso lato e multiforme porterà tutti ad essere meno sensibili e molto più tolleranti nelle questioni del
pudore. In definitiva i crimini che abbiamo conosciuto nel mondo fisico spariranno quasi del tutto e con essi assisteremo
alla fine della criminalità; nuovi reati potranno nascere ma in misura molto limitata e saranno repressi più con la
deflessione del potenziale criminale che con la punizione dei colpevoli. Assisteremo alla nascita di un nuovo mondo di
pace dove tutti saranno più tolleranti e la sofferenza dovrà essere voluta come parte del gioco, non accettata come
normale, tragico corollario della dura vita di tutti.
LE ESPLORAZIONI IMPOSSIBILI
Le esplorazioni scientifiche condotte finora ci hanno permesso di ottenere grandi risultati, a partire dalle osservazioni di
Darwin sul brigantino Beagle, fino alle esplorazioni sottomarine più ardite. Ma cosa sarebbe possibile se i ricercatori
potessero muoversi QUANDO vogliono ed effettuare qualsiasi ricerca, anche per poche ore al giorno. Pensiamo alla
massa di informazioni che ci sono pervenute dalle osservazioni e dalle campagne di esplorazione del passato; abbiamo
una quantità enorme di dati, di foto, di disegni. Pensiamo ora a COME si sono svolte queste esplorazioni. Pensiamo a
quando, nell’ottocento, esploratori arditi partivano per lunghe campagne esplorative alla ricerca di civiltà perdute, di
nuove specie di piante e di animali e mille altre cose ancora. Uomini che dovevano spostarsi per migliaia di chilometri e
vivere in luoghi spesso selvaggi ed inospitali per mesi. Occorreva stare in viaggio per lungo tempo per sfruttare
l’ingente investimento che richiedeva ogni spedizione. Ho letto recentemente su Scientific American un avvincente
reportage di due ricercatori che studiano i pipistrelli nell’America meridionale. Essi sono alla continua ricerca di nuove
specie, le studiano e ne registrano i richiami ultrasonici. Il loro più grande cruccio è che non possono trascorrere tutto il
tempo che vorrebbero ad esplorare perché vivere così costa molto, specialmente per i servizi di appoggio e per
mantenersi letteralmente in vita giorno dopo giorno in luoghi remoti con pochi villaggi molto distanziati. Immaginate
invece quanto più rapidamente si potrebbe procedere se a compiere queste esplorazioni fossero piccoli robot, piccoli
rover (cioè veicoli semoventi) come quelli che mandiamo su sonde automatiche verso altri pianeti, teleguidati da
ricercatori in telepresenza. Ogni ricercatore potrebbe avere uno o più robottini dislocati nei punti del mondo che gli
interessano. Potrebbe impersonarne ogni volta quello più interessante e compiere esplorazioni mirate a specifiche
ricerche senza muoversi dal proprio ufficio. Invece di perdere il tempo del viaggio, del cercarsi luoghi in cui mangiare,
del fare provviste, potrebbe semplicemente SPEDIRE come pacco questi piccoli robot e prenderne il controllo giunti a
destinazione. Potrebbe compiere lunghissime esplorazioni suddivise in tanti microspezzoni della durata anche di solo
una mezz’ora. Potrebbe procedere nelle ricerche in ogni ritaglio di tempo gli rimanesse dal normale lavoro accademico.
Ogni robot potrebbe essere dotato di sensori speciali, al di là dei sensi umani. Potrebbe compiere piccole analisi con un
laboratorio incorporato senza neanche spostare i campioni, senza degradarli. Pensiamo ad un entomologo che potrebbe
muoversi nell’erba con una microtelecamera a due centimetri dal suolo ed osservare nuove specie di insetti direttamente
nel loro ambiente, registrandone i suoni con un sensibilissimo microfono. Potrebbe lasciare il robot in registrazione e
rivedere gli eventi della giornata collegandosi nel tardo pomeriggio. Un ricercatore che non sa nuotare potrebbe fare
ricerche sui fondali marini che oggi gli sono precluse. Un archeologo potrebbe infilarsi in stretti passaggi con un robotserpente trovando nuove vestigia di civiltà perdute grazie a questa possibilità. Il tempo delle esplorazioni condotte
personalmente con fatica, ingenti costi, spreco di tempo, è finito. Ovviamente le persone continueranno a muoversi, ma
solo nei casi in cui ci siano grosse scoperte, in cui sia necessaria la presenza di tutti i sensi. Anche in questo caso,
comunque, un robot più grande ed attrezzato potrà essere migliore di qualsiasi corpo. Persone virtualizzate (vedremo
più avanti questa possibilità) potranno così continuare le loro ricerche nel mondo fisico accedendo a possibilità
esplorative ancora più grandi di quelle degli uomini ‘normali’.
LA ROBOTICA
I robot mi hanno sempre affascinato enormemente, fin da bambino progettavo sistemi di controllo per meccanismi
automatici e mi perdevo a fantasticare su come avrebbero funzionato in modo autonomo nel mondo. Ricordo che
provavo un brivido al meraviglioso pensiero di sistemi che prendevano vita quando il loro creatore non c’era e anzi
stava facendo tutt’altro. Ho lungamente studiato i sistemi di controllo prima e quelli per l’intelligenza artificiale poi,
trascorrendo moltissime ore a sviluppare primitivi programmi in linguaggio Basic per poi passare allo studio delle reti
neurali (sistemi software che simulano il funzionamento di circuiti biologici neurali). Ricordo che buona parte del mio
servizio militare è stata devoluta allo studio del cervello robotico e alla creazione di creature artificiali. Il mio incontro
con uno dei massimi teorici dell’intelligenza artificiale (tale lo ritengo), Rodney Brooks del MIT (oggi direttore del
dipartimento intelligenza artificiale di questo prestigioso istituto, il Massachussets Institute for Technology), mi ha poi
confermato la giustezza delle mie intuizioni. Non vi è ricerca più nobile, difficile ed affascinante di quella dell’Uomo
che cerca di riprodurre il miracolo dell’intelligenza comprendendo sé stesso nell’impresa. Il più grande ostacolo alla
creazione di interessanti creature robotiche è sempre stato la dinamica nel mondo fisico. Mentre il PENSARE un
sistema automatico è un’impresa relativamente semplice tutt’altra cosa è COSTRUIRE tale meccanismo e renderlo
capace di funzionare nel mondo fisico. Nel mondo del pensiero le cose si muovono sempre correttamente, senza giochi
meccanici; i cavi e i tubi non si usurano, non si spezzano e non si spelacchiano per l’attrito. Un qualsiasi sistema
meccanico, invece, è sottoposto a tutta una lunga serie di limitazioni e di vincoli che ne impediscono il funzionamento
perfetto. Riuscire a superare questi problemi e costruire un meccanismo che agisce come pensato è uno sforzo enorme e
richiede tante capacità diverse e moltissimo lavoro. Il funzionamento nel tempo di un sistema è poi un’altra enorme
fonte di problemi: tutte le parti in movimento si usurano e richiedono una manutenzione stressante e continua. Persino
un semplice filo elettrico se si piega di poco abbastanza spesso prima o poi si spezza. Nessuno che non abbia avuto a
che fare con questi prodotti può pensare che sia così difficile ma chiunque abbia lavorato anche per poco nel campo
dell’automazione lo sa benissimo. Gli organismi viventi hanno sistemi di riparazione e rigenerazione eccezionali,
prodotto di miliardi di anni di evoluzione, le macchine no. Pensate anche solo a quando ci si taglia un dito: il sangue si
coagula e blocca le perdite, il sistema immunitario elimina gli intrusi che sono penetrati nel sistema, i meccanismi
automatici di rigenerazione creano altre cellule che si uniscono automaticamente a cicatrizzare la ferita. Quando una
macchina ha un tubicino che si fessura e perde è rotta e basta, se non interviene un tecnico resta com’è e presto vari
guasti la portano a fermarsi definitivamente. Finché non concepiremo macchine a base cellulare non riusciremo mai a
copiare i potenti meccanismi naturali; con i nanorobot forse arriveremo a questo ma la strada è MOLTO lunga. Solo
macchine basate su tanti microscopici robot in grado di specializzarsi in tante forme diverse potranno essere altrettanto
affidabili ed autorigenerative quanto gli esseri biologici. Quindi i robot che possiamo inventare non saranno per lungo
tempo ancora come quelli dei film; essi non potranno autoripararsi, essere quasi invincibili e addirittura più potenti
degli esseri umani. E’ già molto quando un robot anche semplice riesce a funzionare e non richiedere l’intervento del
tecnico per qualche giorno! E’ relativamente facile, poi, creare un automa per la produzione industriale che non sia altro
che un braccio vincolato al pavimento ed alimentato dalla rete mentre è mostruosamente difficile realizzare androidi
semoventi in grado di muoversi autonomamente ed agire con intelligenza. Un sistema autonomo deve essere in grado di
muoversi in un ambiente non costruito apposta per lui, con immagini confuse e fuorvianti, rimanendo per lunghi periodi
senza controllo esterno. Tutto questo è difficilissimo e prova ne sia che tutti i robot da esplorazione che l’Uomo ha
inviato su lontani pianeti non hanno mai avuto grandi pretese, qualche giretto e basta.
La più grande difficoltà è la sorgente di energia. Un robot deve avere delle batterie di grande potenza e durata altrimenti
non potrà mai allontanarsi troppo da una presa di corrente. Le batterie di cui disponiamo sono troppo pesanti,
ingombranti e di debole potenza. Con le sorgenti di energia di cui disponiamo è davvero difficile realizzare gli automi di
Guerre Stellari. Il sistema di elaborazione, il ‘cervello’ dei robot, è poi oggi ancora troppo poco potente rispetto al peso.
Finché non potremo impacchettare molta più potenza di elaborazione per chilo non avremo automi degni di questo
nome; per ora non rischiamo davvero di farci sopraffare dai robot!
Tutti questi problemi avranno termine con la realizzazione dei robot in Oltremondo. Essendo in esso tutto simulato
avremo qualunque potenza si renderà necessaria. Potremo avere robot con batterie piccolissime di potenza infinita e
durata eterna. Potremo dotare qualsiasi macchina di un cervello artificiale la cui potenza non sarà in alcuna relazione
con la sua dimensione ed il suo peso. Con robot simulati, come tutto il mondo in cui opereranno, potremo realizzare
facilmente tutto ciò che nel mondo fisico non è stato e per certi versi non sarà mai possibile. Il robot di Oltremondo non
dovrà fare difficilissime elaborazioni delle immagini rilevate dalle sue telecamere dato che potrà ottenere il modello a
qualsiasi livello dell’ambiente in cui opera dal sistema di simulazione dell’ambiente medesimo. Chiunque si sia
interessato di visione artificiale si rende ben conto di quale mostruosa semplificazione sia questa. Una qualsiasi
creazione del pensiero in Oltremondo sarà immediatamente perfetta; se vorremo un gioco ridotto o addirittura nullo per
ogni parte meccanica, tale esso sarà. Se ci occorrerà una potenza di calcolo mostruosa essa potrà trovare posto anche nel
manico di uno spazzolino da denti, nessun limite fisico. Qualsiasi robot inventeremo sarà lì, subito, perfetto, scintillante,
come lo avremo voluto. Ovviamente ciò non significa ASSOLUTAMENTE che l’androide si comporterà come avremo
previsto ma solo che non dovremo preoccuparci dei noiosi dettagli meccanici nel creare CREATURE nuove e
meravigliose. Se un progettista scarso progetterà un androide esso sarà imperfetto, ovviamente. Buona parte degli
animali in Oltremondo saranno automi e questo ci permetterà di fare esperienze per realizzare sempre nuovi esseri
artificiali. Ovviamente l’aspetto fisico di questi robot non dovrà necessariamente essere quello meccanico da film di
(16)
fantascienza, potremo utilizzare qualsiasi metodo progettuale, dai meccanismi alle cellule alle nanosonde Borg
. La
possibilità di creare i nostri automi con qualsiasi materiale e qualunque tecnologia, anche di fantasia, ci permetterà di
realizzare esseri che non possiamo neanche immaginare. Nessuno scienziato pazzo creerà razze di fantomatici
superuomini ma invece strani e delicati animaletti, sinuosi robot ballerini, simpatici ‘cervelli volanti’ e così via. Questa
esplosione di possibilità progettuali avrà la sua massima espressione nel campo dei robot da cui ci troveremo circondati
in quasi tutti i canali di Oltremondo ma non si limiterà ad essi; la stessa libertà i progettisti l’avranno in qualsiasi altra
realizzazione. Automobili e giubbotti antigravitazionali ci permetteranno di volare, aerei che volano sottoterra potranno
esplorare l’interno dei pianeti, astronavi a campi di forza ci proietteranno verso stelle lontane, capsule iperspaziali ci
trasporteranno attraverso i buchi neri e oltre. Un’affascinante stile realizzativo è quello degli oggetti ottocenteschi,
macchinari che hanno un look del diciannovesimo secolo ma che nascondono tecnologie e prestazioni da fantascienza.
Un esempio è il sommergibile Nautilus del capitano Nemo, con il suo look liberty ed il suo propulsore nucleare. Nel
campo dei robot potremo realizzare automi con motore a vapore in grado di parlare di filosofia. Finalmente la fantasia e
la creatività potranno esprimersi libere dal giogo delle ristrettezze del mondo fisico. Ovviamente la ricerca sugli automi
fisici continuerà anche per permettere a chi lo vorrà di interagire con il vecchio mondo. Forse non molti lo vorranno ma
dovrà essere possibile agire nell’universo fisico in telepresenza tramite sofisticati automi. La ricerca in questo senso
avrà due possibilità: i robot cellulari con i nanorobot o gli automi giganti. Nel caso degli automi cellulari dovremo
giungere a creature di dimensioni simili a quelle degli animali del mondo fisico in grado di autoripararsi e sopravvivere
nell’ambiente naturale. Il problema della sorgente di energia andrà risolto mentre quello del controllo non creerà alcuna
difficoltà dato che il cervello sarà una mente umana collegata tramite onde radio. L’altra possibilità, molto più
immediata, è di realizzare robot meccanici di tipo classico ma di dimensioni maggiori. In questa fase occorre introdurre
il concetto, che sarà compiutamente illustrato più avanti, di ‘virtualizzato’. Un ‘virtualizzato’ sarà una persona che avrà
volontariamente rinunciato al proprio corpo fisico per proseguire la sua esistenza come pura mente, mantenuta in vita
all’interno di un sistema artificiale che la alimenterà e proteggerà.
Se un virtualizzato vorrà, ad esempio, lavorare un tratto di terreno, potrà assumere il controllo di un robot simile ad un
bulldozer, spinto da un motore a combustione interna. Tali robot potrebbero essere radunati attorno ad un nucleo
operativo, una specie di cantiere, dove altri automi e/o esseri umani si occuperebbero della manutenzione. Tale
soluzione sarà quella inizialmente perseguita dato che non richiede nuove tecnologie e permette a qualsiasi virtualizzato
di interagire con il mondo fisico utilizzando di volta in volta il corpo più adatto. Oltremondo avrebbe la sua
giustificazione anche solo nel prolungamento della vita umana in stato di virtualizzazione (opzione che vedremo più
avanti) e consentendo il proseguimento della stessa in telepresenza tramite vari robot, senza alcun accesso a mondi
digitali del tutto sintetici, ma ovviamente le infinite possibilità delle vite digitali (cioè in canali puramente digitali, senza
alcun contatto con il mondo fisico) ci porteranno ad ordini superiori di esperienza.
L’ULTRAVISORE
Come saranno collegati i computer di Oltremondo con il cervello di ogni persona? Occorrerà un mezzo di connessione,
un ponte tra i circuiti ed il cervello biologico. Ci sono varie possibilità attualmente allo studio ma una è quella che più
sembra promettente. In ultima analisi il cervello è composto da circa cento miliardi di neuroni variamente interconnessi;
essi si scambiano messaggi tramite le sinapsi, specie di ‘collegamenti’ in ingresso che producono un’elaborazione dei
vari segnali e la produzione di un segnale in uscita che si propaga tramite un lungo prolungamento, detto assone, fino a
giungere ad altre sinapsi in ingresso a vari neuroni successivi. In pratica, ogni neurone può essere schematizzato come
una scatola con vari connettori in ingresso, a ciascuno dei quali viene applicato un coefficiente di amplificazione o
attenuazione e la cui somma complessiva si trova all’uscita. L’esempio più vicino a questo nel mondo macroscopico e’
il mixer, strumento che tutti hanno visto più volte a concerti o in sale di registrazione: esso serve a creare un brano
musicale miscelando vari suoni regolando l’intensità di ciascuno tramite appositi cursori su cui si muove agile la mano
del tecnico del suono. Se si collegano cento miliardi di mixer dove le uscite degli uni sono gli ingressi degli altri si
ottiene la ‘musica’ che produce la mente.
Da questa necessariamente rozza modellizzazione discende che se un sistema riuscisse ad ‘iniettare’ opportuni segnali
all’ingresso di questa grande rete e se questi segnali fossero del tutto simili a quelli prodotti dagli organi di senso, allora
la mente ‘vedrebbe’ e ‘sentirebbe’ una realtà digitale creata dal nostro sistema, non esistente nel mondo fisico in cui si
trova invece immersa. Allo stesso modo un sistema che ‘leggesse’ le uscite della rete verso i nervi effettori che
muovono i muscoli potrebbe rilevare i comandi della mente verso il corpo in modo da farli eseguire dal corpo digitale
nella realtà simulata. Successivamente un sistema simile a quello di ‘iniezione’ usato all’ingresso potrebbe annullare
con un segnale opposto ogni ordine durante il suo percorso nei nervi effettori in modo da mantenere rilassato il corpo
fisico. Una ulteriore possibilità di inibizione potrebbe giungere dalla stimolazione di un’unica area cerebrale che si è
scoperto essere una sorta di ‘interruttore’ preposta proprio allo spegnimento di questi segnali motori e che si attiva in
natura durante il sonno; grazie a questo meccanismo naturale il nostro corpo non esegue i movimenti che pensiamo di
fare durante i sogni (o li fa molto meno, anche se talvolta si cade dal letto). Come già visto, questo è il solo sistema che
può REALMENTE creare una realtà simulata del tutto indistinguibile da un’esperienza del vecchio mondo fisico.
Da questa breve introduzione si può trarre una piccola osservazione dai risultati immensi: non è necessario interferire
con i segnali che intercorrono tra i cento miliardi di neuroni di TUTTO il cervello, è sufficiente alterare i segnali in
ingresso o in uscita di pochi milioni di essi. Questo semplifica enormemente il problema tecnico e pone una solida
barriera ad un’eventuale obiezione etica. Non ci si propone di ALTERARE le persone, si vuole solo portarle a fare
nuove meravigliose esperienze RIMANENDO SE STESSI. In altre parole, vogliamo creare nuovi universi, non una
nuova Umanità. Se si passerà ad intervenire a livelli intermedi dell’attività neuronale ciò necessariamente avverrà in un
momento successivo, lunghi anni dopo che avremo ottenuto le realtà alternative che ci interessano, quando la tecnologia
potrà cimentarsi con la gestione dei miliardi di miliardi di segnali di un cervello umano e quando l’etica complessiva di
tali interventi sarà ormai ben definita e collaudata sul campo da anni di esperienza. All’inizio infatti sarà una GRANDE
impresa riuscire anche solo a proiettare un’immagine realistica direttamente nel nervo ottico ed a questo ci limiteremo.
Del resto, le nostre attuali conoscenze della mente sono del tutto sufficienti per farci individuare le sinapsi di ingresso e
di uscita dei vari sensi e nervi effettori del cervello mentre quasi tutte le elaborazioni intermedie restano abbastanza un
mistero, almeno a livello dei singoli segnali. Noi oggi sappiamo quali aree del cervello siano preposte ad ogni
macrozona del corpo ed a varie attività intellettive ma non possediamo un modello dell’andamento dei segnali. La
risonanza magnetica nucleare, uno strumento di indagine oggi normalmente impiegato nella pratica clinica, ci può dire
quali capillari abbiano un maggiore flusso di sangue in un certo momento e quindi quali aree si eccitino per un’attività
specifica ma questo livello di dettaglio è enormemente grossolano: per ogni capillare ci sono migliaia di neuroni. Quello
che ci occorre per studiare il cervello è la stessa cosa che ci serve per creare Oltremondo: un sistema che legga e imposti
i singoli segnali sinaptici.
In questo capitolo vedremo quello che sembra il migliore, nei prossimi altre possibilità. Il sistema di interfacciamento
mente-computer dovrà essere preferibilmente esterno e non-invasivo. Ogni persona preferirà mettersi un caschetto in
testa piuttosto che sottoporsi ad una operazione chirurgica per l’impianto di un connettore nel cranio. Un caschetto che
agisca inducendo potenziali elettrici e rilevandoli senza contatto potrà indurre chiunque a ‘fare un giro’ di prova. Il
caschetto dell’ultravisore dovrà poter creare all’interno del cranio un preciso debole potenziale elettrico in qualsiasi
punto dello spazio con una precisione, una risoluzione, di almeno un millesimo di millimetro. Probabilmente occorrerà
una risoluzione anche maggiore ma all’inizio potrebbe bastare un micron. Allo stesso modo il caschetto dovrà poter
rilevare il potenziale elettrico generato dai neuroni lungo le sinapsi.
Il metodo per ottenere questo risultato sarà lo stesso della televisione: la SCANSIONE. All’interno dello schermo del
televisore un ‘pennello’ di elettroni, cioè un flusso molto sottile di queste particelle, si muove velocissimo da sinistra a
destra modificando la propria intensità in modo da creare una linea dell’immagine che si vuole visualizzare; giunto alla
fine della riga il pennello si sposta rapidissimo indietro al punto di partenza e scende un poco in basso per cominciare
una nuova riga. Nel sistema PAL europeo il pennello descrive in questo modo 625 righe per poi tornare all’inizio in alto
a sinistra per un nuovo schermo. Il pennello si muove così velocemente che non si può vederlo nella sua folle corsa,
anzi: creando circa trenta schermi al secondo noi non vediamo nemmeno i singoli schermi ma percepiamo le immagini
come stabili e in movimento fluido. Sembra impossibile che tutto questo movimento possa accadere ad una velocità
così elevata e che il pennello non sbagli nulla, sia sempre preciso e perfetto, in modo che l’immagine ci convinca.
Eppure, grazie ad una elettronica perfino piuttosto arcaica, dato che risale a prima degli anni cinquanta, tutto funziona
benissimo con immagini soddisfacenti. Il caschetto dovrà effettuare la stessa scansione, solo in tre dimensioni. La
differenza è che il punto, dopo aver completato uno schermo, tornerà al punto di partenza ma spostandosi un poco DI
LATO, come se descrivesse uno schermo un poco più in fuori dal video. Spostandosi di lato ad ogni schermo il punto
potrà descrivere uno SPAZIO invece di una SUPERFICIE e quindi creare un’immagine all’interno di un cubo, fatta di
tanti sottili strati quadrati. Descritto l’ultimo strato il punto tornerà all’inizio del cubo per generare la prossima
immagine. Sembra il progetto della televisione tridimensionale, ed in effetti schermi di questo tipo sono da tempo
disponibili, specie nel settore militare. Il caschetto opererà proprio in questo modo, scandendo con piccoli spostamenti
successivi di un ‘punto’ tutto lo spazio all’interno del cranio proiettando un potenziale elettrico specifico in ogni punto
di esso, su ogni sinapsi che occorrerà stimolare. L’intensità del ‘punto’ sarà modulata dal sistema di controllo in modo
da generare proprio lo stimolo elettrochimico corrispondete, ad esempio, a quello che sarebbe pervenuto da un
bastoncello (una cellula sensibile alla luce) della retina dell’occhio colpito da un punto specifico dell’immagine che
vogliamo far vedere al soggetto. Il punto dovrà muoversi molto velocemente in modo da generare almeno 40 ‘quadri’ di
stimolazione al secondo. Il cervello infatti sembra possedere, come appurato da recenti studi, un CLOCK, una
frequenza con la quale aggiorna il suo stato, di 40Hz (cicli al secondo). Il ‘punto’ del caschetto ovviamente non potrà
essere l’immagine generata da un raggio di elettroni che, nel vuoto di un tubo catodico, vanno a colpire un fosforo su di
uno schermo televisivo. Dovremo creare un sistema che ci permetta questa scansione con il solo uso di deboli onde
elettromagnetiche proiettate nello spazio.
Si potrà utilizzare un importante fenomeno fisico: l’INTERFERENZA. L’interferenza avviene ogni volta che due onde
si incontrano. Le onde di qualsiasi natura sono oscillazioni di qualcosa (acqua, campo elettromagnetico, pressione,…)
che si propagano in una certa direzione nello spazio. L’esempio migliore sono le onde marine che si muovono per
chilometri per venire ad infrangersi sulla spiaggia. Quando due onde si incontrano il risultato dipende moltissimo non
solo dalle loro intensità ma soprattutto dalla loro FASE. La fase in pratica indica se le ‘creste’, cioè i punti massimi
delle onde, arrivano nello stesso momento oppure con un certo sfasamento. Immaginiamo due onde marine che si
scontrino in mare provenendo da due lati opposti: se le loro creste sono sincronizzate allora una si somma all’altra e nel
punto di incontro l’acqua sale del doppio del livello massimo di ogni onda. Se viceversa il massimo di una arriva a
scontrarsi con il minimo dell’altra allora l’acqua nel punto di incontro resterà immobile: le due onde si annulleranno
reciprocamente. La cosa è MOLTO più complessa ma il principio è chiaro: modificando la FASE di due o più onde
possiamo creare un segnale, un livello, nel punto in cui si incontrano. Questo livello sarà la somma dei due se le onde
sono sincronizzate (in fase), nullo se le due sono l’una all’opposto dell’altra (in opposizione di fase), di un livello
intermedio per fasi intermedie. Pensiamo ora al caschetto che proietta TRE onde elettromagnetiche, ognuna
perpendicolare alle altre due, che scandiscono secondo il meccanismo descritto prima tutto lo spazio del cranio: in ogni
punto il livello di ogni onda potrà essere così basso da non generare alcun effetto sui neuroni che attraverserà. Nel punto
di incontro delle tre onde il sistema potrà, modulando i loro rapporti di fase, generare qualsiasi livello: dallo zero fino
alla somma dei tre. Ecco che diventa possibile ‘iniettare’ il segnale voluto su qualsiasi sinapsi. Ma non solo: durante il
loro percorso attraverso il cervello le onde verranno perturbate dai segnali delle sinapsi che attraverseranno; tali sinapsi
non saranno disturbate dalle deboli onde ma le onde stesse sì. Un sistema di rilevamento dalla parte opposta del cranio
potrà misurare l’intensità dell’onda uscente. Grazie alla focalizzazione del punto di intersezione delle tre onde si potrà
estrarre la parte di interferenza pertinente al SOLO punto di incrocio in modo da rilevare con la stessa tecnologia il
segnale della sinapsi posta nel fuoco del sistema. In questo modo il caschetto potrà di volta in volta essere un ‘iniettore’
o un ‘rilevatore’ di segnale sinaptico e quindi soddisfare ai pesanti requisiti che vogliamo ottenere.
Non è tutto finito qui: che si usi il caschetto o qualsiasi altra forma di interfaccia verso le sinapsi c’è ancora un
PESANTE scoglio da superare: quali sinapsi andremo a stimolare e/o rilevare?. E’ facile dire ‘il fascio dei collegamenti
del nervo ottico’! Nel nervo ottico quali ‘cavi’ portano il segnale di quali ‘punti’ della retina? Non sono mica numerati,
né sicuramente procedono in un fascio ordinato in un bel quadrato da sinistra a destra e ordinatamente riga per riga
dall’alto in basso! Per ‘mappare’ le sinapsi occorrerà probabilmente una fase di ‘addestramento’ del sistema. Il modo
migliore sarà presentare al soggetto vari stimoli sensoriali e rilevare quali sinapsi portano quali segnali. In questo modo
il sistema potrà ‘numerare’ i collegamenti del nervo ottico semplicemente rilevando quali si attivano al muoversi di un
punto luminoso su di uno schermo fatto fissare dall’utente. Lo stesso per i suoni e così via. Sicuramente osserveremo
profonde differenze nella struttura dei collegamenti di ogni persona ed anche questa sarà una ricerca interessante. Lo
stesso avverrà per le ‘uscite’ dal cervello. Faremo compiere al soggetto vari movimenti e rileveremo quali sinapsi si
attivano e in che modo. In una breve seduta ognuno potrà registrare il proprio ‘modello cerebrale’ in modo che
successivamente il caschetto potrà immediatamente partire non appena indossato.
La realizzazione del caschetto o di un sistema equivalente è la più grande sfida e la più eccitante ricerca che si renderà
necessaria per la realizzazione di Oltremondo. La Fondazione avrà come principale obiettivo tecnologico la sua
realizzazione pratica. In un tempo non impossibile questo sistema diventerà realtà; se dovessi fare una stima direi in un
qualche giorno meraviglioso fra il 2015 e il 2040.
I NANOROBOT
Il caschetto come tecnologia per realizzare l’ultravisore è sicuramente il progetto più interessante, ma occorre prepararsi
alla possibilità che non possa essere realizzato, in tutto o in parte. Quali altri sistemi di interfacciamento tra il nostro
cervello ed i computer di Oltremondo potremo inventare? Una risposta fu fornita fin dal 2000, in un articolo del Time
magazine del 3 luglio 2000, un numero dedicato a ‘The future of technology’ (Il futuro della tecnologia).
L’articolo si intitolava ‘Will we plug computers into our brains?’ (collegheremo dei computer dentro il nostro cervello?)
di William Gibson. In questo articolo Gibson ipotizzava l’utilizzo di nanorobot che si fissino nelle vicinanze di neuroni
strategici rilevando i segnali in uscita e iniettando quelli in ingresso. Tali nanorobot dovrebbero essere collegati tra di
loro tramite un sistema di trasmissione dati a bassa potenza in modo da creare una rete locale in comunicazione con un
computer esterno. Questo approccio ‘meccanico’ al problema è meno elegante del caschetto ad induzione ma
certamente può essere una soluzione radicale che arriva a focalizzarsi con enorme precisione sui singoli neuroni. I
nanorobot sono una tecnologia che promette enormi risultati nel prossimo futuro. Si tratta di robot di dimensioni
cellulari o addirittura molecolari, così piccoli da essere invisibili, iniettabili ed in grado di circolare all’interno del corpo
umano senza incontrare quasi alcun ostacolo, passando perfino negli spazi tra le cellule. Molti centri di ricerca stanno
attivamente lavorando sui componenti meccanici di dimensioni microscopiche che si renderanno necessari. Attualmente
ci sono due tecnologie allo studio: litografica o additiva. La tecnica litografica usa il metodo studiato per la
realizzazione dei circuiti integrati di silicio: una maschera speciale viene sovrapposta ad una superficie neutra e una
‘luce’ (si usano i raggi X) fotografa la sua immagine. Speciali trattamenti erodono poi le aree non coperte dalla
maschera creando una lavorazione nel silicio. Oltre alla erosione si può operare il ‘drogaggio’, cioè la diffusione di
particolari sostanze nelle aree volute. Ripetendo più passaggi con maschere e procedimenti diversi si ottiene un circuito
complesso che può essere anche un intero computer con milioni di componenti microscopici. Tale procedimento può
‘incidere’ anche particolari meccanici di dimensioni piccolissime, completi della parte elettronica di controllo. Si sono
già realizzate così microscopiche turbine, motori ed ingranaggi. Molto più affascinante è la tecnica ‘additiva’ che, come
in un gioco del Lego, assembla direttamente atomi o molecole tra loro sfruttandone i legami tra i rispettivi elettroni in
modo da creare un oggetto ‘dal basso’, non togliendo ma aggiungendo un pezzo alla volta. Questa tecnica può
ovviamente raggiungere dimensioni davvero infinitesimali e sarà quella vincente. Sono già stati realizzati componenti
elettronici molecolari in grado di reggere una corrente sorprendentemente alta in rapporto alle loro dimensioni. Un robot
potrebbe quindi essere assemblato in questo modo ed essere anche molto più piccolo di una cellula animale. Questa
tecnica richiede un radicale cambiamento nella mentalità dei progettisti dato che occorrono le conoscenze
dell’ingegnere elettronico e del chimico. Gli oggetti vengono creati per ‘reazione chimica’ invece che saldando
componenti o avvitando bulloni. I chimici dovranno creare dei sistemi di reazione standard che saranno trasformati dai
softwaristi in componenti modulari da interconnettere secondo regole a volte molto bizzarre per realizzare le macchine
volute. Gli ingegneri potranno così avere a che fare con componenti standard riuscendo a lavorare in modo più classico
ed efficace. Questo settore di ricerca è affascinante e la Fondazione dovrà occuparsene a fondo dato che i potenti sistemi
di sviluppo e modellazione tridimensionale di cui essa disporrà saranno vitali per queste realizzazioni. Lo spostamento
di molecole nello spazio tenendo conto dei legami covalenti possibili tra gli elettroni disposti sui vari orbitali dovrà
necessariamente essere fatto su sistemi di realtà di sintesi in cui il chimico SENTIRÀ le forze più o meno deboli o
intense che si creeranno tra i vari siti delle molecole. Solo in questo modo una realtà così elusiva e invisibile potrà
essere manipolata ed esplorata.
Gli organi di questi nanorobot dovranno essere in grado di afferrare perfino i singoli atomi in modo che essi possano
costruire altri robot. E’ infatti impensabile la costruzione ‘classica’ di questi automi. Con enormi difficoltà si
realizzeranno i primi prototipi poi essi creeranno tutti gli altri in immense fabbriche che potranno tranquillamente stare
in una scatola di scarpe. Per la realizzazione degli arti si potranno usare i nanotubuli di carbonio, sottilissimi tubicini di
atomi di carbonio avvolti in stretta spirale. E’ già stata realizzata una microscopica pinza in questo modo ed essa ha
afferrato un atomo. L’applicazione di un potenziale elettrico ai due nanotubuli li fa respingere, la cessazione dello
stimolo li fa riavvicinare e l’atomo resta prigioniero. Lo sviluppo del software di controllo di questi robot pone
anch’esso sfide formidabili: si tratta di realizzare programmi di estrema semplicità dato che i computer fatti di poche
molecole non avranno certo grandi potenze. In questo campo troviamo un’altra affascinante idea: la programmazione di
sciame.
Negli anni ’90 mi recai in vacanza a Boston e non mancai di visitare il MIT (Massachussets institute for technology). Al
MIT cercai subito il laboratorio di Rodney Brooks, un ricercatore nel campo dell’intelligenza artificiale. Ecco cosa gli
dissi per convincerlo a farmi salire e visitare il suo laboratorio: un giorno d’estate di alcuni anni prima mi trovavo in una
garitta durante il servizio militare e stavo osservando un’ape che cercava di uscire da quella prigione di vetro. Essa,
come tutti gli insetti, andava instancabilmente su e giù lungo ogni vetro spostandosi di lato quasi regolarmente. Capii
che stava effettuando una SCANSIONE e che presto, come accadde, avrebbe trovato l’angolino rotto e con esso la
libertà. Durante quel periodo mi occupavo (quando non montavo di guardia, dannazione!) dei sistemi software di
reclutamento agli alti comandi militari. Confesso che la maggior parte del tempo la occupavo facendo esperimenti con
un software per reti neurali sui vecchi PC 386 che c’erano in ufficio. Ecco spiegato il motivo del mio interesse per
l’ape: stavo cercando di modellizzare il cervello di un animale virtuale e mi sembrava che gli insetti fossero il più
semplice esempio di tali cervelli in natura. Quel pomeriggio d’estate ebbi un’illuminazione: tutte le ricerche
sull’intelligenza artificiale erano partite dal lato sbagliato! Non si doveva cercare di riprodurre l’intelligenza umana ma
si doveva PRIMA partire dai livelli più bassi per POI aumentare la complessità dei sistemi fino ad arrivare al massimo!
Non si poteva cercare di creare l’aereo supersonico, occorreva prima inventare il motore a scoppio poi l’automobile poi
l’aereo a elica poi l’aviogetto e poi il Concorde. Mesi dopo lessi un articolo di Brooks intitolato ‘Elephants don’t play
(11)
chess’ (gli elefanti non giocano a scacchi)
che affermava la stessa identica cosa. Fu una grande emozione, eravamo
d’accordo su tutto, io ed un grande ricercatore in uno dei più prestigiosi istituti di ricerca del mondo! Quando arrivai a
Boston andai subito al MIT e chiesi di lui. Non voleva farci salire perché era molto occupato ma io gli raccontai questa
storia con le stesse parole con cui l’avete appena letta ed egli ci fece salire subito, felice. Era contento che un ragazzo
dall’altra parte dell’oceano avesse concluso le stesse cose senza neanche sapere di lui; la verità è una. Probabilmente,
dato che l’establishment dell’IA (intelligenza artificiale) lo criticava aspramente, gli avrà fatto un grande piacere trovare
qualcuno che gli dava ragione. Ma egli HA ragione, gli altri ricercatori non fanno che andare avanti a spendere i lauti
finanziamenti producendo ottimi giocatori di scacchi ma nessun robot che sappia lavare una finestra. Durante la visita
egli ci fece vedere il progetto più avanzato allora in corso. Si trattava di un enorme stanzone in cui una decina di piccoli
robot a forma di carrello elevatore dovevano disporre a piramide dei tappi di bombolette spray sparsi in modo casuale.
Ogni robot aveva caricato lo stesso semplice programma. Singolarmente un automa non faceva niente di intelligente,
ma quando operavano insieme succedeva la magia: emergeva un comportamento di sciame intelligente e finalizzato.
Egli mi inviò poi molti suoi articoli, fu davvero gentile. In uno di questi poneva le basi del concetto che c’è un campo di
sviluppo molto interessante nei settori in cui molti robot semplici devono interagire insieme. Egli, fedele al sistema che
entrambi teorizzavamo, aveva osservato le formiche e le api: gli insetti che vivono in colonie si comportano
singolarmente in modo spesso stupido ed apparentemente casuale. Quando un numero sufficiente di individui opera
insieme emergono comportamenti estremamente complessi ed organizzati, come un formicaio o un alveare. La cosa
affascinante è che nel programma che seguono i singoli individui il comportamento complesso non è codificato in alcun
modo, non c’è scritto niente che assomigli alla struttura di un formicaio nel sistema nervoso di una formica. La Natura
ha creato dei comportamenti che hanno uno scopo solo se è uno sciame a compierli, probabilmente attraverso milioni di
anni di tentativi e successive complicazioni.
Questo fenomeno ha un qualcosa di misterioso e perdutamente affascinante.
Brooks stava cercando di realizzare un linguaggio di programmazione che permettesse di definire il comportamento di
sciame voluto ed un compilatore che lo traducesse in un singolo semplice programma da caricare sui robot dello sciame.
Un altro importante lavoro del compilatore doveva essere il calcolo del numero minimo di individui che avrebbero
permesso l’emergere del comportamento voluto. Un lavoro di una complessità mostruosa ma di estremo interesse. Ecco
che torniamo ai nostri robot molecolari: solo la realizzazione di un sistema di sviluppo speciale ci permetterà di creare
un comportamento di sciame coerente che ottenga il risultato complessivo che vogliamo. Solo con un compilatore di
questo tipo potremo programmare i nostri nanorobot. L’aspetto finale di queste macchine probabilmente sarà una pillola
o un liquido da iniettare. Non appena nel corpo essi si dirigeranno dove devono, o su comando di un sistema di guida
esterno o autonomamente. Non appena giungeranno al neurone bersaglio si collegheranno ad esso e potranno quindi
proiettare nella mente gli stimoli voluti e rilevare i comandi verso gli organi motori. Il coordinamento di questo esercito
di nanorobot sarà il risultato anche delle ricerche di Brooks e di tante piccole osservazioni di tante persone in caldi
pomeriggi d’estate…
In ogni caso occorrerà certamente un sistema di sicurezza che immobilizzi tutti i robot o li faccia sciamare via alla
ricezione di un comando esterno. Forse il modo migliore sarà un sistema a sicurezza attiva: finché l’automa riceve un
segnale specifico lavora come previsto, se non lo riceve più, perché lo togliamo o perché si guasta, esso non può più
lavorare. I nanorobot potranno essere utili come sostituti, parziali o totali, del caschetto ad induzione ma un altro
importante uso che si renderà necessario è quello di ‘spazzini’. Sia in un corpo completo che maggiormente in un
cervello trasferito essi dovranno scorrere per ogni dove eliminando cellule malate sfuggite al sistema immunitario,
placche di colesterolo e qualsiasi anomalia. Questa sorta di microchirurgia permanente e precisa ci preserverà in salute
per un tempo enormemente più lungo rispetto al normale.
Importanti ricerche sono state fatte per la cura del morbo di Parkinson e si è notato che una speciale cura consistente
nella stimolazione elettrica di particolari siti del cervello (il nucleo ventrale posteriore e il nucleo subtalmico) con
microsonde poteva guarire una gran parte dei malati, purché le sonde fossero guidate perfettamente. Cure di questo tipo
potranno essere comuni grazie ai nanorobot che potranno portare sostanze curative ed iniettare stimoli correttivi in
posizioni precisissime eliminando così qualunque disturbo senile. Una vita più lunga sarà in questo modo anche vissuta
fino in fondo, senza perdita di alcuna capacità cerebrale.
LA MENTE AUMENTATA
Tempo fa, leggendo un articolo su di una rivista scientifica che riguardava la diffusione delle lingue a partire da un
unico idioma di centomila anni fa, mi ritrovai a desiderare ardentemente di conoscere il sanscrito. Pensavo a come
sarebbe stato interessante poter leggere antichi manoscritti nelle loro lingue originali, capire i concetti e le sensazioni
nascoste dietro ogni parola, il significato ESATTO che l'autore voleva intendere con essa. Vedevo la stele di Rosetta e
desideravo poter leggere il significato di almeno il testo greco, con le sue lettere in fondo così affascinanti. Tempo
prima mi ero soffermato sul progetto genoma, teso a mappare tutto il DNA umano per poi capirne il significato
semantico, il programma mirabile che sovrintende alla creatura Uomo. Pensai che solo un programmatore poteva stilare
il linguaggio, i codici che indicano all'RNA quali parti del DNA esprimere e in quale momento. Il DNA è una
lunghissima sequenza di basi, ogni base è una tra sole quattro possibili: adenosina, timina, guanina e citosina. Una
sequenza di tre basi costituisce un singolo comando, esistono quindi solo 64 differenti comandi (4 x 4 x 4): è come se
con sole 64 parole si potesse descrivere il funzionamento di un sistema complesso milioni di volte più della più
incredibile astronave mai costruita. Evidentemente c'è di più: ogni sequenza di comandi, ogni gene, viene copiato
dall'RNA e portato nelle 'fabbriche' della cellula per produrre proteine, enzimi o altro in un ben preciso momento e la
proteina, l'enzima o altro prodotto ha un effetto specifico per QUEL momento, per quel contesto biochimico che ha
prodotto la sua espressione. Mi rendevo conto che la mia conoscenza della biochimica cellulare era del tutto
insufficiente per stilare il linguaggio, ma la conoscenza della programmazione di un biochimico è altrettanto scarsa
quindi non se ne sarebbe mai venuti a capo. Magari un team di biochimici e programmatori, a prezzo di estenuanti
riunioni, avrebbe potuto ottenere qualcosa. Ma che dire dell'intuizione? Di quel felice momento in cui un singolo Uomo,
mettendo assieme le sue conoscenze, arriva a capire un qualcosa del Creato prima oscuro? Difficilmente un gruppo di
lavoro di più persone potrà mai sperimentare tale illuminazione.
E allora? Occorrerebbe che ogni persona possedesse il bagaglio delle conoscenze dell'intera Umanità. Quanto ho
desiderato sapere quello che di biochimica sapevano i miei amici laureati in tale materia! Quanto ho voluto poter
leggere il greco come l'inglese! Quanto avrei voluto avere la conoscenza enciclopedica del signor Spock! Ecco che
Oltremondo ci può aiutare, Possiamo usare la tecnologia di Oltremondo non solo per divertirci ed esplorare, ma per
CREARE! Immaginate se con il collegamento avessimo disponibile on-line, istantaneamente, l'intero scibile umano!
Tutte le conoscenze dell'Umanità intera! Immaginate se poteste, solo pensandoci, ricordare qualsiasi cosa conosciuta,
all'istante, come adesso potete ricordare il vostro nome! E non solo, la conoscenza dei vostri circuiti neurali da parte del
sistema potrebbe permettervi di SAPERE davvero quella cosa. La sottile ma enorme differenza è la stessa che passa tra
il conoscere un dato ed il poterlo leggere all'istante su di un'enciclopedia. Se lo CONOSCI davvero, sai quali sono i
concetti coinvolti, come interagiscono con altri, come può essere sfruttato. Ebbene, in Oltremondo la conoscenza sarà
PER TUTTI, istantanea, NON ENCICLOPEDICA. Vuol dire che ogni fatto o conoscenza noto sarà disponibile per voi
come se lo aveste studiato, digerito, assimilato nel corso di anni di studi universitari. In questo modo potrete leggere
qualsiasi testo nella lingua originale, apprezzandone le sfumature di significato che l'autore voleva trasmettere. Ogni
film potrà essere visto in lingua, in modo da apprezzare ogni aspetto dell'opera. Se sentirete una parola in slang, in
dialetto o semplicemente storpiata, potrete capire cosa voleva significare, anche in base al contesto storico-geografico
dell'opera. Se vi soffermerete a guardare le stelle, potrete capire quali fenomeni fisici avvengono al loro interno, il nome
di ognuna, il significato del nome della costellazione a cui appartiene, ricorderete la storia mitologica che vi sta dietro e
come essa è stata ripresa da altri autori successivamente. Se guarderete la parete di un aereo potrete immaginare quali
cavi o tubi passano sotto di essa, come se foste il progettista che l'ha disegnato, il tecnico che l'ha realizzato o il pilota
che lo guida. Se vedrete un animale, potrete sapere come vive e si riproduce, cosa mangia, cosa gli piace e come farvelo
amico.
Pensate ad una cosa che avete sempre voluto sapere, essa sarà già nella vostra testa. Quante volte avete pensato che vi
sentivate frustrati a non sapere abbastanza di un certo argomento, che avreste voluto capire certi meccanismi... in
Oltremondo tutto sarà chiaro. Ogni nuova scoperta sarà istantaneamente a disposizione di tutti in modo da amplificarsi
l'un l'altra. E' un lavoro immane, certo, ma fatto una volta ci sarà per sempre. Lo scibile umano sarà catalogato con un
metalinguaggio che lo definisce univocamente poi speciali sistemi lo convertiranno nello schema mentale di ognuno in
modo da adattarlo alla sua personale visione, ai suoi concetti della vita.
Allo stesso modo in cui si aggiungono circuiti integrati speciali per realizzare più velocemente o con più precisione certi
calcoli nei computer, le nostre menti potranno aggiungere nuovi circuiti funzionali. L’esempio più immediato è il
coprocessore matematico, un circuito che realmente si aggiungeva ai processori principali dei PC. Con l’aggiunta di un
circuito dedicato allo svolgimento di calcoli anche molto complessi potremo ragionare molto più velocemente. Sarà
come avere a disposizione una calcolatrice potentissima ma che non necessita della battitura delle operazioni tramite i
tasti. Con un tale circuito aggiuntivo ci basterà PENSARE ad un qualsiasi calcolo per veder nascere immediatamente
nel nostro cervello il risultato. Così come oggi quando pensiamo a due più due ci nasce spontaneo il valore ‘quattro’,
con la mente aumentata potremo pensare alla radice cubica di 81 e intuire il numero 4,3267. Altre aggiunte funzionali
riguarderanno, ad esempio, la memoria. Potremo ricordare qualsiasi numero o concetto nitidamente e per sempre,
potremo rivedere come alla moviola ogni istante della nostra vita, potremo ricordare la data e l’ora precisa di ogni
avvenimento. Nel campo delle ipotesi potremo crearci un ‘teatrino mentale’ molto nitido in cui gli eventi si
susseguiranno in modo geometrico e preciso. Potremo archiviare ogni idea, ogni pensiero, ogni simulazione, così come
oggi salviamo un documento sul computer.
Quali traguardi potrà raggiungere un'Umanità aumentata? Possiamo solo sognarli; nuove tecnologie, nuove filosofie,
comprensioni di cose fino ad oggi oscure. Miriadi di esperti non hanno capito molte cose in passato perché mancava
loro una visione multiculturale, perché erano IGNORANTI. Con Oltremondo e la mente aumentata gli Uomini
raggiungeranno nuove imprevedibili vette che ora non possiamo nemmeno immaginare. Io personalmente desidero
stendere il linguaggio di programmazione del DNA, altri faranno cose ancora più complesse. Con l'allungamento della
vita (come sarà chiaramente spiegato nel capitolo che segue) ognuno potrà dedicare 50 anni di vita creativa ad una
ricerca e fare tante ricerche nell'arco della propria esistenza, ognuna di esse valendo centinaia di volte quelle possibili
oggi ad ogni scienziato prima della sua morte. Pensate a quanto è poca cosa adesso il leggere le riviste scientifiche del
proprio settore rispetto alla mente aumentata con la disponibilità istantanea delle conoscenze, financo delle sensazioni
provate dal ricercatore che ha fatto gli esperimenti. Saremo tutti scienziati, se lo vorremo. Fremo all'idea di acquisire
tutto quel tesoro scintillante di informazioni che gli Uomini ci hanno preparato... Fatti non foste per viver come bruti,
(2)
ma per seguire virtute e cognoscenza.
L'OLTREVITA
In questo capitolo esamineremo la più sconvolgente delle possibilità che si apriranno nel futuro, la terza fase della
tecnologia dell’ultravisione. Per comprendere appieno i concetti qui espressi si deve cercare di porsi in uno stato
mentale estremamente difficile da ottenere: quello di Uomini che vivranno tra venti o trent’anni e che da diverso tempo
si staranno collegando ad Oltremondo. Con la sensibilità di Uomini dei primissimi anni del ventunesimo secolo non vi è
dubbio che quanto di seguito esposto possa sembrare mostruoso, ma il comune sentire delle persone si evolve nel
tempo, sempre più rapidamente. Pensiamo solo a cosa avrebbero detto i nostri bisnonni dell’ottocento se qualcuno
avesse scritto che nel ventesimo secolo si sarebbe strappato il cuore ad un morto per impiantarlo in un vivo con una
grave malattia, al posto di quello che gli era stato dato dalla Natura. I più avrebbero detto che non sarebbe mai stato
possibile, molti avrebbero gridato allo scandalo, alla pazzia. Posti davanti alla stessa opzione, gli Uomini del ‘600
avrebbero probabilmente innalzato un bel mucchio di fascine e dato fuoco al temerario che avesse osato proporre
l’immonda operazione. Allo stesso modo oggi si può ipotizzare cosa succederà tra pochi decenni, quando le tecnologie
necessarie cominceranno ad essere disponibili. Si deve pensare che, collegandosi ad Oltremondo, le persone
cominceranno a tenere in sempre minor conto il loro corpo fisico, fino a considerarlo, in molti casi, un peso, un fardello
di cui sarebbe interessante disfarsi. Coloro che saranno anziani o in cattiva salute, coloro che nel mondo fisico non
avranno di che lavarsi e tanti altri che vivranno situazioni di disagio, cominceranno a pensare che sarebbe desiderabile
trascorrere TUTTO il loro tempo in Oltremondo. La vita vera si svolgerà sul piano digitale, non sarà più necessario
spostarsi fisicamente per partecipare all’avventura dell’Umanità. Ogni ricerca, ogni forma d’arte, ogni evento pubblico
e tutte le mille cose che ci rendono bella la vita, avranno luogo sempre più prevalentemente in Oltremondo. Il mondo
fisico perderà sempre più il suo ruolo centrale, pur restando importante e considerato, a vantaggio del nuovo stile di
vita, una vita che tra l’altro vorremo anche ampliare il più possibile.
Uno dei principali obiettivi del progetto Oltremondo sarà quello di portare la vita umana a cinquecento anni. Forse sarà
possibile ottenere ancora di più ma per il momento poniamoci questo, già ambizioso, traguardo. Come sarà possibile?
Certamente non è pensabile di poter far sopravvivere per un così lungo periodo un essere umano con il suo normale
corpo fisico. Si è calcolato che, anche solo a causa di incidenti, non è pensabile vivere, in media, oltre i duecento anni.
Pensate a quante probabilità abbiamo di essere coinvolti in incidenti stradali, ferroviari o aerei. Pensate a quanti traumi
si possono verificare anche solo tra le pareti domestiche; è davvero difficile vivere per più di duecento anni senza che ci
capiti qualcosa di drammatico. Pensiamo ora alle probabilità di essere colpiti da malattie incurabili. Certamente con il
progresso continuo della medicina questa sarà un'eventualità in continuo calo ma nondimeno sempre presente. Di
nuovo, non possiamo sperare di sfuggire a qualsiasi malattia grave per più di circa due secoli.
Come ovviare a queste inflessibili leggi statistiche? Passando in un qualche momento della nostra vita, ovviamente a
nostra scelta, ad uno stato diverso di esistenza, rimanendo tuttavia noi stessi. Dovremo rinunciare alla parte più fragile e
complessa del nostro essere, senza per questo snaturarci: il nostro corpo. Ad un certo momento della nostra esistenza
dovremo lasciare il nostro corpo fisico e trasferire la nostra mente in un sistema artificiale di sopravvivenza. Intendo
dire che dovremo separare il cervello dal corpo e porlo in una 'ampolla', sostenuto da sistemi artificiali che ne
permettano la sopravvivenza. In fondo, noi siamo la nostra mente, il corpo è solo uno strumento. Ovviamente ci si è
affezionati, ma questo distacco sarà necessario se si vorranno superare i due secoli di vita. Il cervello sarà mantenuto in
un liquido opportuno, perfettamente calibrato per le sue necessità. L'ampolla che ci conterrà sarà perfettamente stabile,
anche meccanicamente, il nostro encefalo non riceverà più sostanze inquinanti dal mondo esterno, non subirà più
traumi, sarà schermato dai raggi cosmici.
Un Uomo normale è sottoposto ad un continuo stress meccanico, chimico e radioattivo. Dopo la fase che chiameremo di
'virtualizzazione' il cervello sarà protetto come non mai e potrà durare molto più a lungo. Questo stato virtualizzato
verrà chiamato Oltrevita. Non vi sono dati scientifici sulla durata dell'organo in un tale stato ma non sembra azzardato
pensare ad un periodo di secoli. Le maggiori degenerazioni dei tessuti sono dovute agli agenti inquinanti che entrano in
circolo con la respirazione e l'alimentazione; tali sostanze possono comunque superare la barriera encefalica che separa
il cervello dal resto della circolazione e deteriorarne i neuroni. Un organo ammalato può produrre alterazioni
nell’organismo tali da danneggiare il cervello; se non ci saranno più organi ma solo sistemi artificiali perfetti tutto ciò
non potrà più accadere. I cervelli, ben protetti nelle loro ampolle, saranno posti in edifici schermati contro ogni tipo di
radiazione in modo da evitare le mutazioni cellulari ad esse dovute che provocano l'insorgenza di quasi tutte le forme
tumorali. La mancanza del resto del corpo eviterà che metastasi prodottesi in altri organi raggiungano prima o poi
l'encefalo. Le sostanze nutrienti che i sistemi automatici forniranno ai cervelli saranno le più raffinate e sterili possibili,
nessun accumulo di grassi nelle arterie potrà più produrre ictus o ischemie di vario tipo. I cervelli, mantenuti in grandi
costruzioni comuni, consumeranno una frazione delle risorse necessarie ad un numero equivalente di corpi per vivere,
questo abbatterà l'inquinamento e la necessità di produzione di alimenti. Dal pianeta spariranno man mano le sterminate
mandrie di animali che abbiamo sempre dovuto allevare, con grandissimo spreco di cereali, di spazi e con gran
produzione di inquinamento, solo per produrre gli hamburger. Potremo continuare a mangiare dell’ottima carne, ma nel
mondo digitale, senza più sfruttare parossisticamente quello fisico. In stato di oltrevita la Terra potrà mantenere
moltissimi miliardi di esseri umani. La medicina potrà smettere di occuparsi di tutti gli altri organi del corpo per
concentrare le ricerche solo sul cervello in modo che in brevissimo tempo otterremo anche la vittoria sulle varie forme
degenerative non dovute a fattori esterni come il Parkinson ed altre.
Si rilevano spesso reazioni scomposte di fronte a questa radicale prospettiva. Le persone, specie quelle più semplici,
prive di grande apertura mentale (ma anche parecchi laureati), reagiscono in modo fortemente negativo quando si
prospetta loro di subire una tale modifica. Come già spiegato nell’articolo sul corpo, tale atteggiamento è
esclusivamente psicologico, non resiste infatti ad un’analisi più razionale. Il corpo è sempre stato per ogni persona la
cosa più importante che essa potesse concepire. L’alternativa ad avere un corpo è sempre stata la morte. Non stupisce
quindi che nessuno sia disposto a considerare con tranquillità la virtualizzazione. I primi ad essere virtualizzati, essendo
molto probabilmente malati terminali o comunque individui con enormi problemi fisici, saranno molto più possibilisti
riguardo al procedimento. Con il passare del tempo ci saranno sempre più persone in stato di oltrevita e molte di queste
saranno individui che conoscevamo nella vita fisica, persone con le quali potremo ancora incontrarci in Oltremondo.
Saranno i racconti di costoro, il loro inevitabile entusiasmo, il fatto che sembrano sì cambiati, ma in meglio, a spingerci
a considerare sotto una luce meno tragica la virtualizzazione. Nel frattempo occorre essere preparati alle reazioni, anche
violente, della maggior parte dell’Umanità. Dovremo porre la massima cura nel ricordare SEMPRE che l’oltrevita sarà
una possibilità, MAI un’imposizione per nessuno. Chi vorrà concludere in modo classico la propria esistenza potrà
farlo, e sparirà silenziosamente dalla scena. In questo scatterà inesorabile il meccanismo evoluzionistico e in un tempo
abbastanza breve questa bizzarra ed arcaica filosofia sparirà da sé.
Dopo la virtualizzazione le persone rimarranno sé stesse, la perdita del corpo fisico non sarà il trauma che si potrebbe
pensare. Innanzitutto, dopo anni di sperimentazione di Oltremondo con l’ultravisore restando nel proprio corpo fisico,
nessuno darà più tanta importanza a quest'ultimo e avrà anzi un'intera collezione di corpi digitali già disponibili. In
secondo luogo l'interazione con il mondo fisico sarà comunque garantita dai robot che chiunque potrà noleggiare, anche
avendo ancora il proprio corpo, per muoversi in qualsiasi punto del pianeta in telepresenza senza sobbarcarsi viaggi
estenuanti.
Ricapitolando: la virtualizzazione ci permetterà di preservare la parte realmente importante di ognuno di noi: il cervello.
Il corpo dovrà essere abbandonato ma questo non sarà un trauma eccessivo grazie alla dimestichezza con la vita digitale
in Oltremondo e con l'uso dei robot per la telepresenza nel mondo fisico. Le persone non solo non saranno restie a
virtualizzarsi ma anzi molti lo vorranno fare molto presto, prima che una malattia a ciò le costringa in extremis. Ogni
giorno passato in stato fisico, infatti, sarà una nuova possibilità di avere un incidente mortale o di essere attaccati da
qualche malanno che ci impediscano di fruire, in tutto o in parte, dei quattrocento anni di vita successivi. È evidente che
se mi capita un incidente stradale il giorno prima della virtualizzazione io sono morto e per sempre. Se mi colpisce un
ictus le zone cerebrali danneggiate potrebbero esserlo permanentemente e allora mi porterei questo handicap anche nella
vita da virtualizzato. È ovvia quindi la convenienza alla virtualizzazione il più possibile precoce. Probabilmente i
governi stabiliranno un'età minima sotto la quale non ci si potrà virtualizzare, a meno di malattie incurabili. Ovviamente
l'Umanità non si virtualizzerà in toto, rimarranno molti milioni di Uomini che vivranno nel mondo fisico per consentire
la continuazione della specie. Nascerà una specie di rito di iniziazione, come capita in molte tribù, per l'accesso ad
Oltremondo prima e alla virtualizzazione poi. I bambini potranno essere virtualizzati? Certamente non prima di una
certa età minima che sarà decisa dai governi, mentre l’accesso ad Oltremondo dovrebbe essere consentito anche molto
precocemente, in modo da accedere alle superiori possibilità didattiche in esso possibili.
Un aspetto importante sarà il rapporto di questa pratica con la religione: molte persone pongono questa obiezione. Essi
sostengono che Dio (comunque lo chiamino), oppure la Natura, ci ha dato un certo tempo di vita biologico e sarebbe
blasfemo cercare di forzare la situazione. Oppure si obietta che ‘quando è la propria ora’ non c’è niente da fare, il
destino di ognuno è già scritto ed ineluttabile. Si potrebbe rispondere loro: perché vi curate allora? Se è blasfemo e
contrario al volere di Dio cercare di allungare la propria esistenza allora tutta la medicina è eretica. E non si dica che
curarsi dalla polmonite allunga la vita di poco mentre l’oltrevita l’allunga troppo. C’è forse un limite divino indicato in
qualche scrittura? Nella Bibbia, nel Vangelo, nel Corano, nel Mahabharata non ci sono indicazioni che suonino “e il
padre celeste vi dice: non dovrete vivere oltre i cent’anni”. Esistono invece indicazioni ovunque sul fatto che l’Uomo è
la creatura più importante di tutte e deve far fruttare i Talenti che ha ricevuto. Se riusciremo ad allungare e migliorare la
nostra esistenza Dio non potrà che essere orgoglioso di noi. All’obiezione che l’Uomo non fu ‘progettato’ per una vita
così lunga si può rispondere che esso non fu nemmeno progettato per volare, smettiamo forse per questo di usare i jet di
linea o andiamo a piedi ?(già, qual è la velocità massima che Dio ha previsto per noi?) L’obiezione sul destino non
sarebbe nemmeno molto degna di riflessione, ma veniamo anche a questa. Ci sono in ogni religione continue
indicazioni che ci assicurano l’esistenza del libero arbitrio, il nostro destino non è quindi segnato. Tutti coloro che
parlano di ineluttabilità della ‘propria ora’ dovrebbero poi spiegare come possono pensare questo e continuare a
lavorare, mettersi le cinture di sicurezza, prendere le medicine, lavarsi e così via. Se sono convinti dell’ineluttabilità del
destino potrebbero sedersi a terra ed aspettare, vivrebbero benissimo lo stesso per tutto il tempo loro concesso. Al di là
delle battute, noi Uomini siamo liberi su di un palcoscenico di stelle, con un Dio che ci guarda benevolo, come un
padre. Allo stesso modo di un babbo che guarda ai suoi figli con amore ed orgoglio per le loro piccole conquiste, Egli
sarà orgoglioso di noi quando miglioreremo la nostra esistenza, la vita che Lui ci ha dato, e quella dei nostri fratelli,
nell’amore e nella pace.
A cosa ci porterà vivere così a lungo? Vivere cinquecento anni in Oltremondo potrà far sperimentare ad un Uomo le
esperienze che questo farebbe in diecimila; cosa potranno creare uomini tali io non lo so prevedere ma un pensiero mi
coglie: chissà che non esistano cose da scoprire per le quali occorra vivere e studiare per almeno trecento anni? In tale
caso saranno scoperte e teorizzate cose che mai alcun Uomo poté immaginare, giacché tutti morirono prima. Se Einstein
avesse potuto vivere per diecimila anni cosa sapremmo adesso? Quante opere di Bach avremmo? Non perdendo le
persone geniali, ma permettendo anzi loro di studiare al di là dei miseri tempi che la biologia ci ha concesso finora,
giungeremo sicuramente a vette che oggi non possiamo neanche intravedere nei nostri sogni più arditi.
LA MEDICINA IN OLTREMONDO
Quando l'Umanità comincerà a passare massicciamente in stato di oltrevita la medicina cambierà obiettivi.
Inevitabilmente ci sarà una sempre minor enfasi sulla cura dei corpi umani fisici ed uno spostamento di attenzione verso
il cervello. E' ovvio infatti che, pur non smettendo mai di avere esperti per la cura del corpo, il mondo medico dovrà
occuparsi sempre più centralmente dell'organo più importante e diffuso. I meravigliosi progressi della medicina del
passato sono stati conseguiti da schiere di ricercatori che hanno esplorato tutto il corpo umano, tutte le patologie, tutte le
eventualità. Quando la maggior parte dell'Umanità sarà in stato di oltrevita tutti gli sforzi potranno concentrarsi su di un
solo organo. I progressi medici di secoli saranno conseguiti in pochi decenni. Il numero dei ricercatori sul cervello sarà
pari alla somma di quelli che prima si occupavano di tutti gli organi del corpo mentre la curva del progresso, come
ampiamente dimostrato in altra parte di quest'opera, sarà esponenziale. In queste condizioni assisteremo a progressi
medici strepitosi in pochissimi anni. E' ovvio che il passaggio all'oltrevita comporterà la nascita di tutta una serie di
problemi e di nuove patologie. Del resto nulla sappiamo sulle possibili degenerazioni dell'encefalo verso ed oltre i
duecento anni. Si deve avere fiducia che la medicina, focalizzando tutta la propria attenzione su questa parte del corpo,
risolverà in modo pronto e perfetto ogni questione. Ricordiamo che anche in stato di vita fisica molte persone subiscono
degenerazioni come l'Alzeimer, il morbo di Parkinson e patologie neoplastiche. Molte di queste malattie potranno
essere curate con la medicina locale realizzata mediante nanorobot o innovative cure chemioterapiche. Microscopici
automi porteranno il carico di medicamento fino al punto preciso in cui deve operare o agiranno con una chirurgia al
limite persino molecolare. I chirurgi hanno sempre operato in modo estremamente rozzo; anche il più affilato dei bisturi
ha straziato le singole cellule piuttosto che separarle precisamente. Il più lieve tremito della mano ha prodotto, a livello
cellulare, devastazioni inimmaginabili. Solo una enorme esperienza e tantissima pratica hanno potuto produrre
rimarchevoli risultati. Quando si passerà alla nanochirurgia si potranno manipolare non le singole cellule ma le singole
MOLECOLE. Assisteremo ad una chirurgia intracellulare che andrà a modificare le strutture interne delle cellule stesse
oltre ad una macrocellulare che agirà sugli aggregati di cellule. Tali tipi di chirurgia andranno gestiti in modi del tutto
nuovi e speciali. Il chirurgo assomiglierà sempre di più ad un programmatore che indicherà un comportamento
complessivo agli sciami di nanorobot impiegati. Non sarà possibile pensare di pilotare ogni singolo automa, dato che
spesso gli interventi riguarderanno migliaia se non milioni di cellule. Pensiamo per esempio alla cura di forme tumorali:
le cellule metastatiche si diffondono sparpagliandosi nell'organismo e non è pensabile di cacciarle ad una ad una. Nel
passato si estirpava la massa principale e si tentava di colpire con la chemioterapia le cellule sparse. Spesso si
formavano recidive che portavano a nuovi interventi e in molti casi alla fine alla morte del paziente. Con una nuova
medicina nanorobotica il chirurgo potrà programmare i robot in modo da cacciare le cellule malate ed eliminarle
selettivamente. Quello che capiterà sarà poi abbastanza sconosciuto nei dettagli ma potremo essere certi che non una
sfuggirà ad uno sciame determinato di automi opportunamente programmati. Lo stesso effetto potranno ottenerlo nuovi
farmaci chemioterapici composti da due parti: un’ 'ancora' specifica per il punto da colpire ed un carico medicamentoso
da rilasciare nel punto esatto. Lo sviluppo dell'ingegneria genetica e molecolare ci permetterà di assemblare farmaci di
questo tipo prima impensabili. Le tecniche di manipolazione degli atomi e di sintesi additiva ci permetteranno di
'costruire' molecole non più tramite reazioni chimiche ma mettendo assieme i pezzi come in un gioco delle costruzioni.
Le tecniche mediche di questo tipo saranno impiegate per la cura delle persone anche a loro insaputa. Arriveremo ad
una microchirurgia permanente, sempre attiva, senza neanche l'intervento di un medico. Sistemi automatici andranno a
caccia di cellule tumorali, di agenti patogeni vari, di sostanze chimiche nocive, mentre il soggetto vivrà le proprie
esperienze senza neanche accorgersene. Un tale meccanismo è sempre in atto in ciascuno di noi in Natura, grazie al
sistema immunitario, ma con la nuova medicina esso sarà fortissimamente ampliato. Buona parte dei sistemi presenti
nel corpo umano sono stati realizzati per preservalo in salute in un ambiente esterno contaminato ed aggressivo. Molti
di questi meccanismi non saranno più necessari in stato di oltrevita. Forse si atrofizzeranno, forse diverranno addirittura
nocivi e dovremo disattivarli. Molte degenerazioni come il Parkinson sono dovute ad alterazioni nella concentrazione di
alcuna sostanze; la medicina del futuro dovrà provvedere al reintegro delle stesse in modo automatico. Recenti ricerche
hanno evidenziato che questo tipo di patologie possono essere notevolmente ridotte somministrando deboli campi
elettrici in zone cerebrali specifiche, cosa che oggi viene fatta con elettrodi. Pazienti all’ultimo stadio del morbo di
Parkinson che sono immobili come statue, con i muscoli come congelati, legati su sedie a rotelle, improvvisamente
prendono vita, si alzano, camminano e parlano. La dimostrazione di questa nuova tecnologia è stata fatta all’università
Fourier a Grenoble dal dottor A. L. Benedib. La diminuzione del neurotrasmettitore Dopamina causa in questi pazienti
una attivazione anomala di due piccole zone del cervello: il nucleo ventrale posteriore e il nucleo subtalmico.
Stimolando proprio queste regioni con gli elettrodi si inibisce questa attivazione eccessiva e i sintomi cessano.
In futuro tali cure verranno applicate da nanorobot o altri sistemi molto sofisticati che potranno applicare tali deboli
tensioni ove necessario in modo continuativo. Molte cure infatti richiedono la degenza ospedaliera e non sono
compatibili con una vita normale. La staticità del cervello in condizione di oltrevita potrà permettere cure con
macchinari anche molto complessi lasciando il soggetto libero di muoversi nei canali digitali del tutto naturalmente,
senza alcuna costrizione. L'oltrevita ovviamente porterà con sé la liberazione da tutte le malattie del corpo. I dializzati
potranno finalmente condurre una vita normale. I denti saranno sempre perfetti, si potranno mangiare tutte le cose che si
desidereranno, i diabetici si libereranno dalle loro limitazioni. Le uniche malattie che rimarranno saranno quelle
mentali. Anche per queste, comunque, le possibilità terapeutiche saranno molto migliori. Terapie prima impossibili
diventeranno percorribili. E' noto, ad esempio, che con lo psicodramma, rivivendo varie situazioni, molte persone
guariscono da turbe mentali. Lo psicodramma raggiungerà nuove vette in un mondo in cui TUTTO potrà essere vissuto
e simulato molto realisticamente. I pazzi criminali non faranno più male a nessuno e potranno vivere in mondi speciali,
lontani dalle situazioni che scatenano le loro crisi. Per gli handicappati, gli autistici e tutti coloro che percepiscono la
realtà in modo diverso si aprirà la possibilità di una nuova vita in mondi che obbediscono a regole diverse da quelle del
mondo fisico. In tali ambienti, accuratamente studiati, essi potranno esprimersi ed entrare a pieno titolo nel consesso
Umano tramite opportuni sistemi di traslazione. Tutti coloro che non hanno potuto fare esperienze come la gravidanza,
la corsa, le immersioni subacquee ed altro ancora per limitazioni dei loro corpi potranno finalmente sperimentare tutto
ciò che è sempre stato loro negato.
LA VERA SALUTE
Il capitolo successivo è teso a dimostrare come il mondo fisico cesserebbe rapidamente di essere inquinato e tornerebbe
in breve tempo ad uno stato quasi del tutto selvaggio e certo più paradisiaco se una buna parte dell'Umanità passasse in
Oltremondo. Nel capitolo attuale esamineremo invece i dettagli del netto e drammatico miglioramento della salute
umana in un ambiente di oltrevita. Un giorno, parlando con un neurologo durante uno dei tanti discorsi che ho fatto per
giungere a quest'opera, non certo frutto dell'improvvisazione senza riscontri da parte di esperti dei vari settori, mi
accorsi di uno dei fattori-chiave per il raggiungimento dell'obiettivo minimo dei cinquecento anni di vita media. Un
cervello normale in un corpo umano riceve costanti microtraumi. Un trauma maggiore, come un ictus (emorragia o
riduzione del flusso del sangue per altri motivi in una certa area del cervello) produce la perdita della funzionalità
cerebrale nell'area interessata. Capita così che il soggetto svenga, abbia una paralisi, o perda la facoltà della parola. Con
successive cure egli può recuperare, in tutto o in parte, le funzioni compromesse. Il neurologo mi disse che anche
piccoli giramenti di testa o altri disturbi analoghi sono talvolta dovuti a piccoli ictus di lieve entità. Pare che addirittura
questi fenomeni siano molto frequenti nell'arco della vita umana e del tutto sottostimati, non dando effetti deleteri e
pesanti. Il motivo scatenante di una tale micropatologia è spesso un aumento della pressione sanguigna, magari anche
lieve, dovuto ad uno sforzo, un'emozione o altro. L'ictus si verifica anche per sollecitazioni meccaniche del cranio,
come accelerazioni, frenate, urti o altro. Appare quindi evidente come la normale vita fisica comporti, con le sue
sollecitazioni meccaniche ed i suoi sbalzi di pressione del sangue, continui attentati all'integrità del nostro sistema
nervoso. Effetti che spesso noi sottostimiamo dato che rientrano rapidamente e non sono devastanti. Nondimeno
trascorriamo la nostra vita come se fossimo sottoposti ad una malattia continua, una specie di finora ineluttabile 'male di
vivere'.
E' ovvio che la medicina non abbia mai classificato questa patologia come tale essendo essa connaturata ad una normale
esistenza, nondimeno è deleteria e ben presente. Si è parlato talvolta di TIA (attacchi ischemici transitori). Non vi è
rimedio a questo problema, nemmeno restare a letto immobili può cambiare molto (che vita sarebbe del resto?).
Pensiamo ora cosa succede nell'oltrevita: non solo il cervello è alimentato con sostanze purissime e schermato dalle
perniciose radiazioni, esso è anche IMMOBILE e mantenuto ad una temperatura perfettamente stabile. Le funzioni
vitali, anzi, possono essere grandemente rallentate riducendo la pressione sanguigna al minimo possibile per il perfetto
funzionamento, senza il minimo sbalzo in nessuna condizione. Il sistema di induzione ci permetterà di sperimentare
TUTTE le sensazioni degli sbalzi di pressione, finanche il 'cuore in gola' ma la VERA pressione sanguigna sarà sempre
costante e molto bassa. In pratica noi non ce ne accorgeremo, potremo vivere le sensazioni più eccitanti possibili, ma il
nostro cervello resterà ad un livello di perfetto rilassamento in ogni istante. Questo minimizzerà qualsiasi possibilità di
ictus o altri danni cerebrali meccanici e allungherà di un fattore che non esito a definire PRODIGIOSO la vita media
dell'individuo.
Molti potranno obiettare che esistono ricerche che indicano come il cervello umano perda naturalmente migliaia di
neuroni ogni giorno della sua vita. In tali condizioni è ovvio che prima o poi si giunga ad uno stato di demenza,
ancorché ancora in vita. Gran parte di tali perdite neuronali sono da ascriversi alle sollecitazioni summenzionate. Anche
se il tasso di degenerazione non sarà azzerato dallo stato di oltrevita potremo comunque confidare nel progresso della
medicina. Il cervello è in fin fine un sistema meccanico che sottostà a leggi ed evoluzioni conoscibili. Non vi è nulla di
trascendentale e meno che mai di ineluttabile nel degrado della mente. Potremo conoscere ogni reazione chimica
coinvolta e scoprire come mantenere il tutto in perfetta efficienza o addirittura migliorarla. Anche se si dovesse
mantenere il tasso di perdita neuronale della vita normale, comunque, si tratterebbe di circa diecimila neuroni al giorno.
Sembra una cifra ingente, che ci preclude ogni speranza di lunga vita, ma non è così. Se pensiamo che il cervello è
composto al minimo da cento miliardi di neuroni e se ipotizziamo ragionevolmente che l’inizio di un effetto deleterio si
possa manifestare non prima della perdita dell’uno per cento della massa cerebrale, allora cosa si ottiene? L’uno per
cento di cento miliardi è un miliardo, un miliardo diviso diecimila fa centomila, centomila giorni sono
duecentosettant’anni. Ecco che, se ci si virtualizzasse subito, si avrebbero circa trecento anni per scoprire un metodo per
rallentare il processo degenerativo. Se poi la stima corretta del numero di neuroni del cervello è di duecento miliardi,
come recenti studi lasciano pensare, allora abbiamo seicento anni per trovare una cura. Se la cura riducesse il tasso di
perdita anche solo della metà potremmo stare tranquilli per milleduecento anni e così via. La stima di cinquecento anni
appare quindi plausibile
Un altro importante servizio che potrà essere reso in stato di oltrevita sarà la chirurgia continua. Qualsiasi alterazione
dei paramenti di funzionamento porterà ad un immediato intervento che potrà essere effettuato con chirurgia
tradizionale robotica o, molto più probabilmente, mediante nanomacchine. Le nanomacchine saranno robot di
dimensioni molecolari che potranno svolgere lavori di manutenzione in un sistema percorrendo gli spazi intracellulari o
direttamente nel circolo sanguigno. In questo modo l'insorgenza di qualsiasi patologia potrà essere controllata alla
radice. Un microrobot potrà per esempio individuare una cellula degenerata e rimuoverla singolarmente senza alcun
altro danno collaterale. Comparare questo livello di manutenzione continua con il sistema diagnosi-terapia che preveda
magari un’operazione chirurgica su un corpo completo e 'chiuso' è come comparare l'andare a piedi e il prendere un
aereo di linea per fare il giro del mondo. In tali condizioni anche l'obiettivo di portare la vita umana a cinquecento anni
di media appare non solo del tutto realistico ma addirittura quasi conservativo.
LA FINE DELL'INQUINAMENTO
Questo capitolo è dedicato a chi è un ecologista convinto e crede che il nostro pianeta sia sottoposto ad una pioggia di
sostanze inquinanti che lo stanno più o meno velocemente avvelenando. Una gran parte delle preoccupazioni ecologiste
sono eccessive. È per lo meno arrogante pensare che le attività dell'Uomo possano incidere pesantemente in modo
globale sui miliardi di metri cubi d'acqua degli oceani del mondo. Non fraintendetemi: l'inquinamento è un grosso
problema LOCALE ma poco o nulla di esso modifica RADICALMENTE la natura e soprattutto non in modo
definitivo; nemmeno del temibile effetto serra ci sono ad oggi prove certe e definitive. Certo, vi sono molte parti del
mondo che sono disastri ecologici, zone invivibili; ma il mondo è ENORME e l'Uomo, per quanto faccia, non potrà mai
rovinarlo definitivamente, forse nemmeno con un olocausto nucleare. Certamente la vita, specie nelle zone più avanzate
del pianeta, produce una tale quantità di scorie da modificare temporaneamente l'ecosistema in modi negativi. Ma
questo non è CRONICO. Si deve avere una sacrosanta e sconfinata fiducia nella Natura. Essa potrà sempre adattarsi,
cambiare, migliorarsi; qualunque cosa facciamo. Questo per dire che se riduciamo gradualmente l'apporto di sostanze
inquinanti il mondo può tornare ad essere un paradiso, un giardino selvaggio, in pochi decenni. Le uniche sostanze
inquinanti davvero pericolose e durature sono le scorie nucleari. Le sostanze radioattive esistono anche in natura ma
l'Uomo ne ha creato concentrazioni innaturali in alcuni punti; esse producono radiazioni nocive ed hanno tempi lunghi
per ridursi progressivamente a zero. Nondimeno, appena ridurremo l'inquinamento NUOVO, il mondo comincerà a
mondarsi e pian piano la Natura ritornerà ad uno stato selvaggio ed intonso. Le specie estinte non rinasceranno, è ovvio,
ma altre nuove si affacceranno alla vita e l'evoluzione continuerà tranquillamente; non abbiamo rovinato quasi nulla.
Questo si può dire agli oscurantisti, ai fautori del ritorno alla pietra, a coloro che osteggiano il Progresso. La risposta
non è nella riduzione dei consumi, negli utopici modelli di sviluppo sostenibile, ma solo in un nuovo balzo in avanti,
nello sviluppo di un nuovo modello, anzi, di una NUOVA VITA. Oltremondo è tutto questo. La fine della vita
esclusivamente fisica, la fine della limitatezza delle risorse e con essa la fine dello sfruttamento delle risorse naturali
non rinnovabili. Un'Umanità molto più numerosa dell'attuale troverà posto in Oltremondo senza più gravare sul pianeta
fisico e vivendo tuttavia in modo infinitamente più ricco e soddisfacente. Una parte degli esseri umani continueranno a
vivere nel mondo fisico, è ovvio. Ma le moltitudini del ventesimo secolo cesseranno di succhiare petrolio a miliardi di
tonnellate, trasportarlo ed elaborarlo con tutti i rischi che ciò comporta. Non ci saranno più sciami di veicoli a
combustione interna a rilasciare gas nocivi nell'atmosfera, non più imballaggi di plastica per innumerevoli merci che
viaggiano da un capo all'altro del mondo. Le persone che condurranno una vita fisica potranno accontentarsi di
un'esistenza molto più frugale potendo in qualsiasi istante sperimentare la ricchezza della vita in Oltremondo. Il pianeta
tornerà ad essere un giardino, le balene ripopoleranno i mari, le foreste ricopriranno le strade minori, i piccoli centri. Le
grandi città resteranno, con i loro monumenti, le loro testimonianze del nostro glorioso inizio. Sarà il trionfo finale degli
ecologisti, anche dei più estremisti. Chissà quali nuove forme prenderà la vita, libera in un nuovo pianeta.
Una importante questione per la sopravvivenza del cervello riguarda il fattore inquinamento : attualmente il nostro
organismo è bombardato quotidianamente da migliaia di sostanze, tossiche e non. Se mangiamo un'insalata crediamo di
assumere un alimento dietetico e salutare. Ma cosa si annida su ogni foglia che mangiamo? Quali diserbanti, concimi,
sostanze, si trovano in superficie e nelle cellule vegetali? Può darsi che un trattore con motore diesel sia transitato tra i
filari di insalata e residui della combustione siano rimasti sulle foglie. Quante molecole di quante migliaia di specie
diverse assumiamo con la foglia a causa di quel semplice passaggio? E che dire delle sostanze presenti nella terra della
coltivazione? e di quelle trasportate dall'acquedotto ed arrivate con l'irrigazione? E se l'insalata è stata avvolta in una
pellicola di plastica? O in un foglio di giornale? magari assumiamo un milione di molecole di inchiostro. Gli atomi e le
molecole fatte di atomi sono così piccoli che in un bicchiere ce ne sono moltissimi miliardi di miliardi. Anni fa lessi
un'impressionante considerazione: se riempiamo un bicchiere di acqua al rubinetto e poi lo versiamo nello scarico, in
teoria anni dopo potremmo pescare un altro bicchiere d'acqua in qualsiasi mare del mondo e potremmo essere sicuri di
trovarvi molte migliaia di molecole del bicchiere originale! Chiaramente, con tutti gli alimenti assumiamo MILIARDI
di molecole di sostanze le più diverse, ogni giorno. Con la respirazione, lavandoci le mani, camminando, introduciamo
nel nostro corpo una spaventosa quantità di sostanze diverse. Ora pensiamo a quanto poco basta perché una cellula dei
miliardi che compongono il nostro organismo sia inquinata da una sostanza o da una piccola dose di radiazioni che la
muta, magari in una cancerosa. Questo evento capita quotidianamente a tutti noi. Per fortuna la Natura ha predisposto
efficacissimi meccanismi di controllo e soppressione delle cellule mutate. Ma talvolta il meccanismo non funziona,
talvolta le mutazioni sono multiple e subdole. Talvolta i sistemi di controllo non ce la fanno, e ci si ammala. Vivendo
una vita fisica, anche col solo atto del respirare, siamo sottoposti ad un bombardamento chimico che prima o poi ci
porta alla tomba: è pura statistica, solo questione di tempo e fortuna. Pensiamo ora ad una vita che preveda la sola
sopravvivenza della parte importante di noi: il cervello. Pensiamo ad un sistema di supporto che mantenga la
circolazione del sangue per il solo sistema nervoso, un sottosistema di produzione delle sostanze nutritive,
prevalentemente glucosio, cioè zucchero. Un tale sistema potrebbe essere sterile, senza introduzione di germi patogeni.
Le sostanze coinvolte potrebbero essere MOLTO controllate e purificate ad un livello impossibile per un semplice
sistema metabolico umano. In queste condizioni il cervello poterebbe vivere molto più a lungo, non essere intossicato
da alcun agente esterno e quindi le cellule potrebbero lavorare in pace senza doversi difendere da continui attacchi
condotti in modo pervasivo, vario, continuo. Se tali cervelli fossero poi schermati dalle radiazioni di qualsiasi tipo
(raggi cosmici, radioattività naturale ed ovviamente artificiale) allora verrebbe meno una delle cause principe delle
mutazioni cellulari. E' noto infatti che le radiazioni ionizzanti sono una delle cause principali delle mutazioni del DNA
che danno luogo a fenomeni di cancerogenesi. Un efficace schermo contro tali radiazioni potrebbe essere uno strato di
terra e/o cemento spesso alcuni metri ma anche la realizzazione di edifici immersi in mare a ragionevoli profondità. Le
cellule neurali mantenute così in un ambiente sterile potrebbero durare molto più a lungo. Una vita portata ad almeno
cinquecento anni è un obiettivo inizialmente tranquillamente perseguibile.
LA CASA
Un altro grande feticcio della fine del ventesimo secolo è stato quello della 'casa intelligente'. La casa del futuro doveva
essere una meraviglia di elettronica, costantemente connessa ad Internet, con una profusione di funzioni bizzarre ed
attivabili da ogni dove, prima l'ufficio poi addirittura il cellulare. Particolarmente divertente è stata la lettura di un
articolo pieno di lodi sperticate che ho avuto modo di gustare tempo fa. Il giornalista, evidentemente invitato ed
imbeccato, si era recato negli Stati Uniti alla sede di una grande azienda software per visionare il loro nuovo prototipo
di casa del futuro. Innanzitutto l’ingresso: un display a cristalli liquidi dalla risoluzione ‘esagerata’ che poteva
visualizzare BEN DUE ICONE, eh sì! Una riproducente il tasto del campanello (che costerebbe MOLTO meno se fosse
un tasto fisico), l’altra un simbolo che permetteva di registrare un messaggio audiovisivo per il proprietario, una specie
di segreteria telefonica. Se tale casa fosse stata collocata in un normale quartiere residenziale, neanche dei più
malridotti, invece che nell’iperprotetto campus dell’azienda, quanto sarebbe durato il display? Vogliamo scommettere
che, quando non lo avessero smontato, almeno qualche graffietto e un po’ di vernice non glieli avrebbero negati?
Appena entrati, poi, un altro display (ovviamente a cristalli liquidi, nel 2000 andavano come il pane) rappresentava la
piantina della casa e si poteva sfiorare una stanza per poi dire: “LUCE” e la luce si accendeva nella stanza. Io a casa mia
avevo sistemi automatici che accendevano la luce in ogni stanza non appena qualcuno ci entrava e la spegnevano,
sempre automaticamente, qualche minuto dopo che era uscito. Non sono uno scienziato pazzo, si tratta di semplici
interruttori crepuscolari all’infrarosso, in vendita a venti dollari, che sono pure capaci di accendere la luce solo se è
notte. Tali aggeggi sono disponibili in ogni negozio di elettricità e si installano in modo esageratamente semplice. Pare
pazzesco pensare di dover indicare la stanza sul display e poi dovere pure dare il comando a voce; perché non posso
premere un’altra icona? Come mai i ‘tecnici della domotica’ ci vogliono costringere ad un movimento e poi un
comando vocale? Sarà puro sadismo. E cosa ci importa di accendere la luce dall’ingresso? L’interruttore in ogni stanza
è così scomodo ? (oltretutto richiede un solo semplice comando meccanico) Si passava poi al capitolo cucina: un
tripudio di frigoriferi intelligenti, forni on-line e così via. Noi sappiamo che in futuro l’alimentazione sarà una faccenda
del tutto diversa, al limite inutile, ma vediamo cosa si erano inventati i ’maghi della casa elettronica’. Innanzitutto il
forno a microonde avrebbe dovuto leggere un codice a barre sul pacchetto del prodotto e quindi spegnersi dopo il tempo
di cottura previsto mentre noi, dimentichi di tutto, guardavamo la TV (ma quanto siamo sbadati? E non c’è un normale
timer?). Se ci fossimo comunque sbagliati (e come avremmo potuto ?) Ci saremmo potuti collegare ad una chat su
Internet per ottenere le dritte per recuperare l’arrosto bruciato. Ma ve lo vedete quello che si mette a ciacolare su una
messaggeria stando in piedi nella cucina con l’arrosto carbonizzato? Sembra davvero surreale. E il frigo intelligente?
Basta chiedere a caso: ‘c’è del latte?’ ed ecco che, fossimo anche seduti sul water, una bella vocina ci elencherebbe al
decilitro la quantità della preziosa sostanza custodita nel frigidaire. La spiegazione di come funzionerebbe la
misurazione è, come al solito, nebulosa. Voglio vederli, alla prova dei fatti, a misurare quanto latte c’è in recipienti
disomogenei messi su di un ripiano qualsiasi dell’aggeggio, magari con un lato appoggiato per sbaglio su un angolo del
pacchetto di wurstel… Un frigorifero di questo tipo non sarebbe MAI preciso e se per disgrazia spendessimo di più per
il modello in grado di ripristinare le scorte ordinandole in automatico su Internet, ci ritroveremmo sommersi dal latte.
Non si offendano quelli che hanno progettato questi ordigni, tutti coloro che cercano di fare qualcosa di nuovo si
espongono al dileggio. Il vero problema è che non si deve concepire la casa come una ‘futurizzazione’ del ruolo che
oggi ricopre ma ci si deve sforzare di scoprire quale ruolo ricoprirà.
Come sarà davvero la casa del futuro? Come per tante altre cose non si deve semplicemente prendere il concetto che ci
è familiare e infarcirlo di gadgets. In futuro la casa non avrà più il ruolo che dagli albori della storia ha ricoperto.
L'abitazione è stata per l'Uomo l'evoluzione della tana: un luogo dove sentirsi sicuri, dove accumulare le cose che ci
interessano con la ragionevole certezza che non verranno prese dal primo che passa. Col tempo le valenze estetiche
hanno superato quelle pratiche e la casa è diventata sempre più un luogo esteticamente piacevole nel quale fare
esperienze culturali. Le necessità pratiche hanno disegnato le abitazioni in ogni tempo ed in ogni luogo; una zona per le
abluzioni e le altre necessità fisiche è sempre stata necessaria a causa della natura animale della nostra esistenza. Per lo
stesso motivo la cucina ha rappresentato un luogo centrale dell'abitazione. Le persone hanno sempre dovuto alimentarsi,
preparare quindi i cibi e mantenere in luoghi adatti le materie prime. La camera da letto assolve alla necessità di un
luogo comodo ma soprattutto sicuro per passare il pericoloso periodo di sonno durante il quale si è maggiormente alla
mercé dei predatori e dei malintenzionati. Il focolare, poi, è stato per lunghissimo tempo il fulcro di tutta l’abitazione,
dato che era dispensatore di luce e calore.
Quasi tutti gli ambienti a cui siamo abituati cessano di avere un senso quando si passa ad una vita del tutto digitale. In
Oltremondo non ci sarà più la necessità di recarsi in bagno per le funzioni fisiche dato che un corpo digitale non deve
mai urinare. Chiunque lo vorrà potrà continuare ad espletare tali funzioni ma non ce ne sarà una reale necessità e sul
lungo periodo solo persone molto estrose potranno desiderare continuare ad andare in bagno. Allo stesso modo i nostri
corpi digitali non si sporcheranno e si potrà evitare del tutto di lavarsi. In caso ci si sporchi si potrà semplicemente
attivare una funzione di pulizia che riporterà il nostro corpo digitale ad uno stato immacolato. Ovviamente nei canali
che ricostruiscono particolari epoche storiche ci si dovrà ancora lavare con l'acqua (quando ci sarà). Ma soffermiamoci
su come condurranno la loro vita gli Uomini virtualizzati del futuro. Coloro che si collegheranno ad Oltremondo per
qualche ora ogni tanto vivranno in case fisiche abbastanza futuribili anche se la maggior parte delle esagerazioni che si
sono predette non vedrà mai la luce. Io resto fermamente convinto che la lavatrice azionabile via Internet non avrà larga
diffusione! I virtualizzati vivranno costantemente in mondi digitali nei quali non solo il bagno ma qualsiasi operazione
di lavaggio non sarà più necessaria. Così come i corpi anche i vestiti e qualsiasi altro oggetto potranno essere ripuliti
con un semplice comando o addirittura non sporcarsi mai. Eventuali mobili potranno essere impostati per non ricoprirsi
mai di polvere, eliminando per sempre la noiosa necessità di spolverare. Il bagno non esisterà più ma non diversa sorte
toccherà alla cucina. I corpi digitali non dovranno nutrirsi ogni giorno e per gustare cibi sopraffini si potrà andare nei
migliori ristoranti che potranno anche essere a nostra sola disposizione se non vorremo pranzare alla presenza di altre
persone. Ovviamente gli stessi cibi potranno, con un semplice comando, comparire sul tavolo della sala da pranzo
perfettamente imbandita. Alla fine del pasto il tavolo tornerà facilmente lindo e pulito. Se vorremo dei camerieri
potremo averne di perfetti e in quantità. Coloro che desiderassero cucinare potranno ovviamente avere la cucina
migliore possibile, sempre rifornita di ingredienti che non vanno mai a male. Per la camera da letto potrebbe essere lo
stesso. In molti canali non ci saranno pericoli, nemmeno per il nostro personaggio digitale del momento, e allora
potremo semplicemente addormentarci fluttuanti nell'aria in qualsiasi luogo ci troveremo, perfettamente a nostro agio e
alla temperatura più confortevole. I nostri libri, tutte le nostre cose, potrebbero essere sempre con noi, semplicemente
invisibili. Un comando specifico ci farebbe comparire davanti qualsiasi oggetto di una nostra 'valigia virtuale' di
capacità infinita. Se camminassimo in un luogo interessante potremmo perfino estrarre dalla 'valigia virtuale' un
fiammante fuoristrada per fare un giro o addirittura un'intera barca a vela da diciotto metri. Da queste considerazioni si
evincerebbe che la casa non avrebbe più necessità di esistere, tuttavia invece continueremo ad averne bisogno. Quello
che sparirà sarà l'aspetto puramente utilitaristico dell'abitazione. Avremo sempre bisogno di un luogo in cui sederci
comodamente in un ambiente da noi arredato con gusto, in cui poterci guardare attorno ed apprezzare le cose belle, la
loro armonica disposizione.
La casa diventerà un'esperienza estetica, una specie di opera d'arte che ognuno realizzerà come vorrà. Finalmente
nessuno dovrà più vivere in luoghi meno che perfetti a causa di mille limitazioni. Il costo non sarà più un problema,
chiunque potrà avere le case più meravigliose di tutti i tempi, da una villa ad una reggia. I mobili non avranno più un
costo e così ogni ambiente potrà finalmente rispecchiare davvero la personalità del proprietario. Non ci saranno più
luoghi esclusivi a cui non si può accedere, anche a qualunque prezzo. Se lo vorremo potremo vivere a Buckingam
palace, alla Casa Bianca, al Vittoriale. Il terreno non sarà più un problema e potremo così circondare le nostre abitazioni
con sterminati meravigliosi giardini. Non ci sarà bisogno di avere il pollice verde per avere piante splendide e
rigogliosissime per ogni dove. Uccelli meravigliosi resteranno nel parco della nostra casa senza bisogno di una brutta
rete che li trattenga. Potremo passeggiare in giardini di sogno di qualunque estensione, di ogni epoca, con qualsiasi tipo
di animali. Potremo avere tantissime abitazioni, quante ne vorremo, ed invitarvi amici per feste strepitose. Potremo
avere per noi soli la più grande biblioteca di tutti i tempi, meravigliose sale ricche di strumenti d'epoca, divani
raffinatissimi, luoghi d'incanto. Non occorrerà più trovarsi un albergo quando si viaggerà dato che si potrà tornare
istantaneamente a casa propria in qualsiasi momento. Se lo vorremmo potremo scendere nei più grandi alberghi di ogni
città ma se lo faremo sarà per piacere, non per necessità. La cantina delle nostre magioni sarà fornitissima, con i vini ed
i salumi più raffinati, ma volendo potremo farne del tutto a meno e far comparire queste leccornie direttamente sul
tavolo. Io certo non mi toglierò il piacere di avere cantine sterminate in cui scendere a prendere vini strepitosi dalle mie
ricche collezioni. In definitiva la casa cesserà di essere una necessità e diventerà finalmente un piacere. Un luogo
espressione della nostra personalità.
LA FINE DEI BAGAGLI
Ogni volta che si viaggia ci si rendo conto di quanto sia scomoda la vita fisica, di quante cose necessiti la nostra
esistenza animale. Per il solo fatto di possedere un corpo non possiamo viaggiare come vorremmo, dobbiamo prenotare
per tempo alberghi e ristoranti, dobbiamo preoccuparci di ogni nostro spostamento e così via. La limitatezza delle
risorse del mondo fisico si fa ancora una volta vedere nel momento in cui un albergo, un ristorante, una visita guidata
non sono prenotabili per la limitatezza dei posti disponibili. Come sarebbe bello poter fare a meno di tutto questo, poter
andare dove si vuole senza trascinarsi dietro una serie di oggetti che servono solo al mantenimento del nostro corpo ma
che spesso nulla hanno a che vedere con le esperienze culturali che vogliamo compiere. Le persone, come per tante altre
cose del mondo fisico, sono talmente abituate al trascinarsi appresso infiniti oggetti che neanche si rendono conto di
quale imposizione questo sia. Pensiamo alla borsetta per le donne: per molte signore sarebbe inconcepibile andare in
giro senza una borsa, magari coordinata con le scarpe. Ma a cosa serve DAVVERO un tale aggeggio? Cosa portano in
giro nella borsetta? Tutta una serie di cose che servono alla manutenzione del loro corpo. Certo, ci sono anche altri
oggetti: cellulare, chiavi dell'auto e di casa, agenda, chewing-gum, magari sigarette. Tutto questo avrà ancora un senso
in Oltremondo? Le chiavi non esisteranno più, almeno nella loro realizzazione fisica. Il cellulare, così come l'agenda,
sarà richiamabile direttamente all'interno della simulazione e fluttuerà nell'aria fintantoché ci servirà. Ogni cosa potrà
poi comparire istantaneamente nel momento in cui ne avremo bisogno. Sarà come portarsi appresso una gigantesca
'valigia virtuale' con dentro ogni cosa che ci possa mai servire.
Il concetto stesso di 'borsa' cambierà: invece di essere un contenitore di cose che ci portiamo dietro sarà una selezione
tra le POSSIBILI cose che potremo volere in ogni istante. Ad esempio, se vorremo un fuoristrada per fare un giro in un
qualche punto di un canale digitale potremo ovviamente avere un qualsiasi veicolo tra tutti quelli mai prodotti o
addirittura immaginabili. Ma se in ogni istante dovremo scegliere tra innumerevoli opzioni perderemo un mucchio di
tempo. La borsa sarà allora una collezione di elementi di famiglie di oggetti preselezionate da noi. Nel caso del
fuoristrada potremo richiedere il veicolo della nostra borsa virtuale che avremo giù scelto tra le migliaia di possibilità,
in modo da non perdere tempo. Sceglieremo il modello, il colore, gli accessori, in un momento di calma in modo da
averlo pronto quando ci serve. In ogni caso non capiterà mai più di avere bisogno di qualcosa e non averlo con sé; ogni
Uomo avrà sempre disponibile ogni cosa concepibile. Ogni ultranauta potrà viaggiare libero da costrizioni, nudo o
vestito come meglio crederà. Potrà raccogliere le cose che gli sembreranno interessanti e riporle nella 'borsa virtuale' per
averle in qualsiasi momento e in qualsiasi altro luogo. Stessa cosa per la macchina fotografica, la telecamera, il
registratore. Se vorremo registrare qualcosa in un qualsiasi istante, potremo richiamare un qualsiasi modello di
telecamera che ci interessi e non saremo mai senza batterie o senza cassette. Potremo memorizzare una quantità infinita
di registrazioni e trasmetterle istantaneamente a qualsiasi altra persona. Ho sempre odiato portarmi dietro le cose, avere
le mani occupate o indossare uno zaino; in Oltremondo saremo liberi, disinvolti, comodi.
Anche i rapporti umani ne trarranno un enorme beneficio. Se ci si sofferma un attimo a pensare si possono facilmente
ricordare molti casi in cui il peso delle cose che ci portavamo dietro ci ha resi più nervosi, stanchi , irritabili.
Un'Umanità composto di persone libere come il vento ma ricche di tante cose che l'Uomo del mondo fisico non può
nemmeno immaginare potrà essere senz'altro anche migliore. Non dovremo più portarci vestiti per le varie occasioni
dato che saremo sempre a nostro agio in ogni condizione. Non avremo più freddo, caldo, sensazioni di disagio; ognuno
potrà vestirsi (o non vestirsi) come preferisce in ogni momento dell'anno, essendo sempre sé stesso. Se vorremo fare
qualche sport non dovremo trascinarci in giro l'attrezzatura. Se ci troveremo di fronte a mari meravigliosi del Giurassico
e vorremo farci un'immersione, o un giro in windsurf, avremo tali attrezzature subito, solo desiderandole. Qualsiasi
pensiero, anche dell'ultimo minuto, potrà essere soddisfatto. Se vorremo consultare qualcosa potremo fare comparire il
dato davanti a noi o leggerlo nel libro che immediatamente ci comparirà davanti. Se preferiremo tornare
momentaneamente a casa per consultare le nostre cose con più calma potremo teletrasportarci in un istante in una delle
nostre tante magioni, sparpagliate nello spazio e nel tempo, e sederci comodamente nel divano antico in pelle di una
nostra biblioteca per tornare subito dopo nel Triassico, nell'antica Roma o dovunque fossimo prima.
Forse alcuni si possono chiedere come sarà praticamente possibile tutto ciò. E' molto facile: ogni cosa sarà nella
memoria di un qualche computer e tutto sarà catalogato. In ogni momento potremo richiamare il Tabulator, il nostro
computer personale in Oltremondo. Dal Tabulator potremo facilmente scegliere, tra le tante opzioni,. MATERIALIZZA
OGGETTO. Comparirà poi un elenco per categorie sempre più dettagliato e da ogni lista sceglieremo l'elemento che più
ci avvicinerà a quello che vorremo. Facciamo un esempio: poniamo di essere nel Cambriano. Insetti giganti svolazzano
intorno, con le ali iridescenti di mille colori, profumi intensissimi nell'aria. Vogliamo una barca a vela per muoverci sul
mare primordiale. Attiviamo il Tabulator con un semplice comando mentale (o premendo F2 se siamo collegati con un
arcaico PC). Dalla schermata principale selezioniamo 'OPERAZIONI' poi 'SINTESI' e infine 'OGGETTI'. Dalla lista di
oggetti scegliamo, tra le tante possibilità, 'VEICOLI' e poi 'IMBARCAZIONI'. Da qui a 'BARCHE A VELA' a
'CLIPPER' ci vuol poco ed ecco comparire nell'aria davanti a noi la barca voluta. Se lo riteniamo utile possiamo fare
un'altra selezione e modificare uno dei tantissimi parametri per cambiare, ad esempio, il colore dello scafo. Diciamo che
ci piace così com'è ed ecco che semplicemente puntando con il dito (o con un comando mentale, o con il mouse) la
poniamo nel mare. Ora possiamo salire sulla nostra barca e veleggiare sul mare primordiale. Dimenticavo: magari non
siamo soli e si veleggia in coppia o in gruppo, non ci scordiamo che Oltremondo sarà un ambiente CONDIVISO, non
un sogno individuale. In una fase più avanzata probabilmente il sottosistema di interfaccia rileverà direttamente il nostro
volere e, conoscendo benissimo i nostri gusti, farà comparire la barca che ci piace esattamente dove la volevamo, senza
troppi comandi.
IL DESKTOP BUILDING
Con l'avvento dei personal computer ho assistito all'esplosione del DESKTOP PUBLISHING. Ammetto che anch'io in
una prima fase mi sono fatto entusiasmare da questa eccezionale possibilità. Anni prima dell'avvento di questa
tecnologia mi ricordo che il massimo era comporre documenti con una macchina da scrivere elettronica fortunosamente
collegata ad un computer con un rudimentale software di word processing. Per uno come me che veniva dall'uso di
macchine da scrivere meccaniche e che ha sempre avuto una spiccata sensibilità estetica era stato un balzo eccezionale.
Le macchine da scrive elettriche producevano documenti molto nitidi, professionali. C'era entusiasmo per la tecnologia
DAISYWEEL che stampava i caratteri senza quell'orribile effetto 'pieno' all'interno delle '0' e delle 'a'. La connessione
con il computer eliminava la necessità di correggere e sbianchettare documenti per rimediare agli inevitabili errori di
battitura. Oggigiorno sembra addirittura preistoria ma io mi ricordo di avere prodotto articoli per giornali e fanzine di
elettronica con la mia vecchia macchina da scrivere meccanica faticosamente sbianchettando i numerosi errori di
battitura. E quando volevo cambiare il font, cioè il tipo di carattere, dovevo ricorrere ai trasferibili. Che lotte contro
fogli di plastica che si deformavano, simboli che non si staccavano del tutto e che comunque non erano mai
perfettamente allineati e spaziati! Ovviamente ero sempre poco più che un dilettante ma cercavo di produrre documenti
decenti. L'avvento dei software di desktop publishing permise di realizzare dei testi sul PC, correggerli, impaginarli con
tutti i tipi di font che si voleva e vedere perfino l'effetto prima della stampa. Quando realizzai i primi documenti che
sembravano usciti da una tipografia mi sembrò di essere finalmente un professionista. La diffusione delle stampanti
laser permise la stampa professionale ad alta risoluzione su carta ad un costo elevato ma abbordabile. Pochi si
ricorderanno delle vecchie stampanti ad aghi che quando cercavano di scrivere caratteri di 'alta' qualità alla fine
massacravano la carta.
La disponibilità di software di questo tipo permise ad un numero sempre più ampio di persone di produrre documenti
che un tempo avrebbero richiesto una tipografia e settimane di lavoro. Come sempre, alcuni esagerarono creando
polpettoni infarciti di decine di stili diversi sulla stessa pagina. Con il passare degli anni, verso la fine del ventesimo
secolo si diffusero stampanti a getto d'inchiostro a bassissimo costo e computer così potenti da permettere ad un
ragazzino di fare in casa in pochi minuti un documento a colori con foto che avrebbe richiesto mesi ad un professionista
solo un decennio prima. Desktop publishing significa infatti 'pubblicazione dalla scrivania' e proprio di questo si è
trattato: la possibilità di creare non solo documenti commerciali ma anche cataloghi, riviste, interi libri dalla propria
scrivania con poca spesa. Tantissime persone si sono improvvisate grafici, alcuni ottenendo risultati di ottimo livello.
Persone che normalmente si sarebbero comprate l'ultimo impianto stereo hanno speso i loro soldi su di un PC più
potente o una stampante a colori con enorme risoluzione. Tantissimi hanno acquistato le fotocamere digitali che
permettono, collegate al computer, la stampa su carta comune di tutte le foto dei bambini e della vacanze oltre all'invio
su Internet. Ultimamente ho assistito ad una esplosione del fenomeno, tanto che ad un certo punto ho cominciato a
provare repulsione per tutte queste attività. La moda del computer che permette di elaborare qualsiasi documento e
stampare ogni tipo di immagine, per non parlare del testo, ha dilagato. Si trovano luoghi in cui fogli appiccicati alla
bell'e meglio avvisano che 'la latrina è rotta' ma con una font elegante, ondulato e con effetti di ombreggiatura elaborati.
Ormai nessuno scrive più a mano anche il più insulso dei messaggi. Certo è un segno del progresso ma si vede che c'è
tanta creatività che non sa bene dove sfogarsi e allora si applica a tutto, niente è troppo prosaico. La stessa cosa avverrà
con l'avvento di Oltremondo e dei suoi potentissimi sistemi di sviluppo. Al di là dei documenti cartacei c'è ancora una
cosa che è difficile da fare, richiede spese ingenti e moltissimo lavoro di professionisti: la creazione di ambienti e
specialmente di edifici. Tutti hanno un'idea della o delle case dei loro sogni ma pochissimi possono arrivare ad avere il
denaro sufficiente per farla costruire in pratica. Anche avendo il denaro si deve comunque prendere un architetto per
tutti i calcoli ed il progetto, poi un'impresa per la realizzazione. Alla fine il risultato non è mai come lo si era
immaginato. Magari certe idee non sono realizzabili nella pratica perché i materiali non reggerebbero, o tali ambienti
non sarebbero pratici per una vita fisica. Ecco che non Oltremondo ogni ultranauta potrà progettare e facilmente
realizzare la casa dei suoi sogni. Qualunque costruzione, anche la più ardita, sarà facilmente resa vera ed abitabile. Se
qualcosa non andrà potremo cambiarlo all'istante, proprio come un errore di battitura nel desktop publishing si corregge
con un tasto e con il vecchio sistema ci faceva sporcare di bianchetto. Vorremo una piramide all'incontrario che si regge
sulla punta? Sarà lì, vera, perfetta. Vorremo un castello? Potremo scegliere tra innumerevoli modelli, provare ogni
variante fino ad ottenere esattamente quello che volevamo. Vorremo fare una villa senza bagni? Tanto non serviranno.
Vorremo fare una casa che ha solo il bagno? No problem. Ogni persona potrà realizzare edifici nei luoghi che più le
aggraderanno; se il canale lo consentirà farà la costruzione, se non lo permetterà allora farà una copia del canale e nella
sua copia personale potrà apportare tutte le modifiche che vorrà.
Assisteremo ad un'esplosione di realizzazioni costruttive, alla nascita di intere città frutto del lavoro di un solo Uomo.
La possibilità intrinseca in Oltremondo di copiare i particolari di altri canali ci permetterà di avere a disposizione
esedre, frontoni, colonne, muri, finestre, decorazioni, particolari di tutte le costruzioni di tutti i tempi. Così come con il
desktop publishing molte persone hanno fatto minestroni di stili e di font allo stesso modo assisteremo alla nascita di
palazzi composti da parti disarmoniche tra loro, ma alcuni di essi saranno opere d'arte. Le persone hanno da sempre
desiderato vivere in ambienti che riflettessero la loro personalità ma pochi lo hanno potuto fare; in futuro nessuno dovrà
più viver nei tuguri. Ognuno di noi potrà creare ambienti meravigliosi in cui raccogliere le proprie cose ed invitare
partner ed amici, saremo liberi di creare per il piacere estetico e non più per animalesca necessità.
LE COLONIE MARINE
Dove sistemeremo i cervelli dei virtualizzati? Occorrerà molto meno spazio rispetto a quello che servirebbe per far
vivere in modo decente un numero equivalente di uomini fisici ma in ogni caso un luogo adatto dovrà essere realizzato.
Nelle prime fasi si realizzeranno grandi edifici, del tutto simili a normali capannoni industriali, organizzati all'interno in
modo spartano ed efficiente. Le ampolle con i cervelli saranno ordinatamente disposte su scaffali regolari con i sistemi
di mantenimento vitale duplicati in modo da garantire un'elevata sicurezza. La inevitabile manutenzione verrà svolta
inizialmente da addetti umani e poi da robot pilotati direttamente da virtualizzati che si accolleranno queste
incombenze. Può darsi che con il passare dei decenni e dei secoli nessuno voglia più occuparsi di questo e sarà a questo
punto che dovranno subentrare gli Asceti, uno dei cui compiti sarà proprio quello dello svolgimento di quelle attività
indispensabili ma per le quali non si troveranno più volontari.
E' ovvio che una sistemazione in capannoni non è molto sicura, probabilmente le colonie migliori saranno quelle
scavate nella terra o addirittura nella roccia. Senz'altro a questo punto molti rileveranno lo sgradevole parallelismo con
le tombe di ogni tempo; ricordiamo tuttavia che gli Uomini che diventeremo saranno liberi da molti retaggi e
superstizioni del passato e questo dovrebbe permetterci di apprezzare scelte razionali ed efficaci. Se si intende vivere
molto a lungo occorre prevedere anche la possibilità di eventi eccezionali, cataclismi, alluvioni, terremoti ed altro.
Qualsiasi edificio dovrà essere certamente antisismico e costruito in zone elevate lontano da corsi d'acqua pericolosi.
Per lo stesso motivo si dovranno preferire zone montuose rispetto a quelle vicine al mare. Pensiamo infatti a quale
problema si presenterebbe in caso di evacuazione: Le ampolle saranno certamente costruite in modo da resistere per
molte ore anche senza connessioni con l'esterno ma lo spostamento in tempi brevi di migliaia, o addirittura milioni, di
ampolle potrebbe essere un ostacolo insormontabile. Sarebbe davvero una beffa morire per una semplice inondazione
dopo essersi virtualizzati per vivere qualche secolo! Quante persone potranno trovare posto in pochi capannoni?
Proviamo a fare il calcolo: poniamo che ogni ampolla, compresa la porzione di impianti esterni che le compete, occupi
un metro cubo. Se supponiamo di realizzare un capannone di cento metri per trenta per dieci di altezza lo spazio che
otterremmo sarebbe di trentamila metri cubi. Supponendo che circa un terzo dello spazio si debba riservare agli spazi
per la manutenzione (sale, corridoi, ecc...) ne consegue che in un tale edificio potranno trovare posto ventimila persone!
Venti miliardi di esseri umani potrebbero essere mantenuti in un milione di tali capannoni. Stiamo parlando di una
superficie di tremila chilometri quadrati, in un solo paese europeo potrebbe trovare posto una popolazione quattro volte
quella del pianeta nell'anno 2000. Le risorse necessarie per mantenere in vita un tale numero di persone potrebbero
probabilmente essere non superiori al fabbisogno energetico di un decimo di tale paese. Non dimentichiamo infatti che
in stato di virtualizzazione l'energia occorrente sarà quella per far funzionare i computer, gli apparati di
telecomunicazione e i sistemi per la sintesi delle sostanze nutritive. Tali sostanze saranno principalmente zuccheri,
facilmente ottenibili da coltivazioni tradizionali o con reazioni chimiche locali. Nulla impedirà di scavare questi edifici
o di ricoprirli di terra in modo da lasciare un territorio quasi incontaminato e verdeggiante.
Un mondo di tal genere potrebbe rapidamente tornare ad un livello preindustriale con mari cristallini e natura selvaggia
quasi ovunque. Naturalmente tutti coloro che vorranno continuare ad interagire con il mondo fisico potranno farlo in
telepresenza tramite robot. Ogni volta si potrà pilotare il robot più adatto per il singolo compito. Se ci spingiamo ancora
più in là possiamo arrivare a pensare che questi edifici non siano sufficientemente sicuri. E' molto probabile che
nell'arco di secoli qualche evento eccezionale possa verificarsi o che le condizioni idrogeologiche cambino. Edifici
costruiti in zone sicure potrebbero diventare pericolosi o difficilmente rifornibili di energia o materie prime. Per evitare
tutto questo dovremo trovare un luogo dove costruire queste colonie che ci fornisca una serie di vantaggi: sicurezza
dalla maggior parte dei cataclismi possibili, facilità di spostamento delle colonie se il luogo non dovesse essere più
adatto, disponibilità continua in qualsiasi punto dell'energia e delle materie prime.
Il luogo più adatto a questo sarà il mare. Se le colonie saranno costruite come grandi navi sommergibili che si possono
spostare in qualsiasi punto degli oceani esse avranno vantaggi straordinari. Se le colonie marine potranno immergersi
anche non a grandi profondità allora saremo sicuri da tutta una lunga serie di pericoli. Anche quando il mare è in
tempesta a pochi metri sotto la superficie l'acqua è calma. In mare aperto non ci sono inondazioni, terremoti, incendi,
frane. Ci sono i maremoti, è vero, ma una colonia in grado di galleggiare nell'acqua può lasciarsi trasportare da quasi
qualunque sommovimento senza riportare danni. Anche un eventuale meteorite che dovesse colpire la Terra ed inondare
le terre emerse provocando mostruosi sconvolgimenti non farebbe un danno totale alle colonie marine. Quelle nel luogo
dell'impatto verrebbero distrutte, ovviamente, ma già a breve distanza le altre sarebbero solo spostate, magari
violentemente, e nulla più. Se si rimane immersi costantemente a profondità neanche poi tanto elevate si è schermati dai
raggi cosmici che producono mutazioni ionizzando il DNA e si è sicuri di vivere meglio e più a lungo. In mare è facile
trovare fonti di cibo ed energia, specie in un oceano ritornato ad una purezza primordiale. Le necessità delle colonie
marine potranno essere soddisfatte con una pesca che inciderà sulla popolazione ittica solo per una frazione di quanto fa
oggi. L'energia potrebbe arrivare dallo sfruttamento delle correnti marine o dell'energia solare raccolta da pannelli
galleggianti in superficie. I vantaggi della vita in mare saranno enormi e anche dal punto di vista psicologico è più bello
vivere su di una nave in mare piuttosto che sottoterra, nella roccia o in un capannone. La forma delle colonie dovrebbe
essere la più robusta possibile quindi sferica con attrezzature per il movimento di tipo cibernetico, mutuate dalla natura
(pinne, ad esempio). Un'Umanità che vivesse nelle colonie marine potrebbe arrivare a sviluppare molte decine,
addirittura centinaia di miliardi di individui.
Una tale popolazione, libera e fluttuante negli oceani in un mondo incontaminato, in continuo contatto e che
conduce esperienze meravigliose in Oltremondo, oltre a ricerche e sperimentazioni nel mondo fisico, è un sogno
meraviglioso che sono sicuro si realizzerà.
LE CONOSCENZE SUL CERVELLO
(gli elefanti non giocano a scacchi)(11)
In un altro capitolo di quest'opera ho raccontato del mio incontro con Rodney Brooks e di come le mie osservazioni
sull'intelligenza artificiale concordassero pienamente con le idee di questo ricercatore del MIT (oggi a capo del
dipartimento ricerche sull'intelligenza artificiale). Da sempre mi interesso di intelligenza artificiale e di simulazioni
cerebrali; ritengo anzi che questa sia una delle più nobili occupazioni di un Uomo. La mente che cerca di comprendere
sé stessa è un'idea insieme nobile, affascinante, romantica ed orgogliosa. E' affascinante cercare di comprendere il
funzionamento di un sistema così complesso, in grado di produrre tali risultati. Ho sempre pensato che occorra un
qualche tipo di linguaggio per descrivere il funzionamento delle varie aree cerebrali e un sistema di codifica di insiemi
per ottenere una descrizione complessiva. Ovviamente non si tratterebbe di un linguaggio di programmazione in senso
stretto ma di un sistema di descrizione del tutto nuovo. Il cervello non funziona come una macchina di Turing (un
normale computer), non possiede un sistema centrale di elaborazione e delle aree di memoria; tali funzioni sono
sparpagliate nei miliardi di neuroni che lo compongono. Non si deve fare l'errore di modellizzare la mente come
un'unica gigantesca rete neurale con una serie di ingressi e di uscite che compie le sue elaborazioni in modo misterioso.
Il cervello è un insieme di DIVERSE reti neurali, ognuna specializzata per un compito particolare, l'ingresso delle une è
connesso all'uscita delle altre. In questo modo si può suddividere il sistema in aree dedicate a specifici compiti, come la
fisiologia ci insegna. Le osservazioni fatte dalla medicina su individui che hanno subito lesioni localizzate in aree
precise del cervello ci hanno fornito una mappa, rozza ma efficace, delle suddivisioni funzionali dell'organo. Se
potremo modellizzare le singole aree e a scalare, come in un gioco di scatole cinesi, le reti neurali coinvolte, allora
potremo comprendere come funziona il tutto. Come in un programma si analizzano le singole funzioni per poi capire
come producono l'effetto complessivo così dovremo fare con la mente. Per fare tutto ciò è impensabile partire dal
prodotto più complesso, la mente dell'Uomo. Sarà molto più utile cominciare con sistemi nervosi semplici, di vermi o
insetti, decodificandoli totalmente. Attenzione: non dobbiamo fare un'analisi fisiologica del loro funzionamento ma
bensì costruire un modello computazionale eminentemente parallelo che ci spieghi il funzionamento. Trattandosi di reti
neurali dovremo, come già detto, inventare un nuovo sistema di codifica.
Le reti neurali classiche dell'informatica sono un qualcosa di molto simile alla loro controparte biologica. In esse un
singolo neurone è modellizzato come un elemento che ha una serie di ingressi e uscite sui quali compie semplici
operazioni. Per ogni connessione sono definiti dei pesi, valori numerici che modulano il segnale in ingresso o in uscita.
Il segnale in uscita è la somma dei valori sugli ingressi, amplificati o attenuati in base ai singoli pesi assegnati ad
ognuno di essi. Il neurone in pratica ha una sua impostazione, una memoria potremmo dire, che altro non è se non la
serie dei pesi. Una serie di strati di neuroni che abbiano gli ingressi connessi alle uscite dello strato precedente produce
una rete neurale, un modello di sistema nervoso. Le reti neurali sono state utilizzate in svariati campi, anche al di fuori
della ricerca. Per utilizzare praticamente una rete neurale occorre addestrarla, cioè sottoporla ad una fase di
apprendimento. Durante tale fase si presentano agli ingressi della rete delle configurazioni prese da casi reali e se ne
modificano i pesi dei vari neuroni fino ad ottenere l'uscita voluta. Facciamo un esempio: una rete composta da alcuni
neuroni ha sessantaquattro ingressi e dieci uscite, ogni ingresso è un punto di una matrice di punti sensibili da otto per
otto elementi che rappresenta un carattere tipografico inquadrato da una telecamera. Se il punto 'vede' una parte nera del
carattere sull'ingresso corrispondente della rete vi sarà un segnale di valore cento, se 'vede' una parte bianca il segnale
sarà zero e così via per ogni valore intermedio. Noi vogliamo che la rete riconosca i simboli dei numeri attivando
l'uscita uno quando 'vede' il numero uno, la due per il numero due e così via. Per addestrare la rete presentiamo
all'ingresso un numero e modifichiamo i pesi finché l'uscita corrispondente, e solo quella, si attiva. Avendo una serie di
tanti numeri, scritti in modi simili, ad esempio a mano,. potremo ottenere una rete in grado di riconoscerli
perfettamente. Il bello di un tale sistema è che quando gli presentiamo un numero NUOVO esso lo riconosce molto
bene. Le reti neurali sono cioè in grado di memorizzare le informazioni in modo distribuito al loro interno e poi
riescono a categorizzare delle configurazioni in ingresso che sono solo SIMILI a quelle di addestramento. Per ottenere
una tale cosa da un computer occorre un circuito MOLTO più complesso ed un programma difficilissimo da scrivere.
Con le reti neurali possiamo ottenere dei risultati senza neanche SAPERE cosa succede. Ci limitiamo a far 'vedere' cosa
potrebbe capitare e dire ciò che vogliamo ottenere in uscita. La cosa affascinante è che possiamo realizzare delle reti
neurali che non solo categorizzano le informazioni ma PILOTANO degli arti. Durante i miei esperimenti sono riuscito
ad ottenere reti neurali che osservavano oggetti in un ambiente simulato collegando ai loro ingressi un 'occhio' che
vedeva la scena ed alle loro uscite dei 'muscoli' che spostavano l'occhio. Dopo un periodo di addestramento ho ottenuto
una creatura virtuale che si guardava attorno nell'ambiente e si interessava alle cose 'tonde' seguendole con lo sguardo.
Uno dei risultati di queste modellizzazioni è che ho compreso pienamente il motivo del sonno. Tutti sanno che
moltissime creature devono dormire periodicamente ma non ho mai letto la spiegazione del MOTIVO che sta dietro
queste fasi di perdita di coscienza. Ho sempre pensato che ci dovesse essere un motivo MOLTO importante dietro il
sonno, dato che durante questa fase le creature sono molto vulnerabili e quindi la cosa costituisce un obiettivo
svantaggio che l'evoluzione avrebbe avuto tutti i motivi di cancellare. Se questa abitudine è rimasta vuol dire che porta
dei vantaggi evoluzionistici a coloro che la praticano o che è indispensabile. Con i miei esperimenti ho scoperto che la
seconda è l'ipotesi giusta. La spiegazione della necessità del sonno si trova nel nostro modello di rete neurale: se anche
la semplice rete che muove l'occhio nel mondo simulato ha bisogno di essere addestrata allora vi è un periodo in cui non
può funzionare normalmente. Durante la fase di addestramento, infatti, nessuna rete neurale può lavorare. Se durante gli
esperimenti possiamo sottoporre la rete ad un insieme di dati ingresso-uscita di addestramento e poi farla lavorare per
sempre, in natura non può essere così. Una creatura che debba imparare dall'ambiente circostante deve sottoporre
periodicamente la sua mente a fasi di riaddestramento. Poniamo che nell'ambiente in cui vive la creatura nasca un
nuovo tipo di frutto che è molto allettante ma produce terribili mal di pancia. Il nostro soggetto la prima volta lo
mangerà poi soffrirà molto e dovrà ricordarsi di non mangiarlo più. Per far si che l'informazione mangiare il frutto-mal
di pancia modifichi il comportamento precedente che magari era mangia la frutta il cervello della creatura andrà
riaddestrato. In generale il riaddestramento dovrà comportare il passaggio di tutte le esperienze della creatura insieme
all'esito delle stesse, positivo o negativo, in modo da modificare i pesi delle reti neurali coinvolte ed ottenere per il
futuro il comportamento più corretto. In un qualche punto del cervello dovrà trovarsi una specie di ‘videoregistratore’
che faccia rivivere alla creatura tutta la sua vita così da trarne utili comportamenti per l'avvenire. La fase di
riaddestramento dovrebbe essere periodica e abbastanza frequente in modo che le nuove esperienze della giornata
possano essere efficacemente incorporate nel comportamento. Una frequenza che viene in mente è ogni notte.
Ecco che il sonno è una fase indispensabile durante la quale il cervello ripercorre tutte le esperienze significative della
sua vita e si riaddestra a rispondere ad ogni caso nel modo migliore. Se non ci fosse una fase periodica di
riaddestramento la mente non potrebbe imparare dell'esperienza e sarebbe evoluzionisticamente svantaggiatissima. Ecco
spiegato il vantaggio della fase di sonno. Allo stesso modo possiamo poi pensare ad un riaddestramento di più lungo
periodo, che coinvolge le generazioni che si susseguono in una specie. Comportamenti non modificabili nell'arco della
vita dell'individuo possono essere modificati dal nascere di nuove varianti che si affermano grazie al vantaggio
evoluzionistico che producono per i loro portatori. In tal modo ho teorizzato un apprendimento individuale, che procede
nell'arco della vita di ogni individuo e si affina ogni notte; e un apprendimento di specie che è più lento e procede
nell'arco delle generazioni di individui. Se poche semplici osservazioni hanno prodotto la spiegazione di importanti
fenomeni naturali come questi chissà cosa potremo fare con i metodi di indagine di cui disporremo in futuro. Un giorno
arriveremo a spiegare e simulare il funzionamento totale di sistemi nervosi complessi e troveremo anche una risposta
alla questione se esiste l'anima o è possibile una spiegazione della nostra vita puramente meccanicistica.
GLI ANIMALI IN OLTREMONDO
Cosa ne sarà del proprio cagnolino in Oltremondo? Potremo portare con noi gli animali da compagnia quando ci
virtualizzeremo? Non vi sono problemi a virtualizzare qualsiasi essere dotato di un cervello, con la stessa tecnologia che
si utilizzerà per gli esseri umani. Un grosso problema potrà però venire dall’eventuale necessità di taratura delle
apparecchiature per ogni soggetto. Se non si potrà ottenere una taratura automatica, infatti, occorrerà una certa
collaborazione che potrà senz’altro venire da un Uomo ma non da un animale. Se la fase di imposizione del caschetto
dell’ultravisore, o di qualsiasi altra apparecchiatura sarà realizzata, potrà portare un Uomo ad un iniziale
disorientamento, certamente un animale sarà terrorizzato. Non potremo contare su alcuna informazione e quindi potrà
anche rivelarsi impossibile tarare l’apparecchiatura. Quindi non potremo sapere se sarà possibile virtualizzare animali
finché non sarà disponibile il caschetto o apparecchiatura equivalente. Probabilmente in un primo momento potremo
applicare il procedimento solo all’Uomo e in seguito probabili perfezionamenti potranno anche eliminare la necessità
della taratura ed aprire la strada per la virtualizzazione di animali. In ogni caso un animale non potrà scegliere tra le
infinite possibilità di Oltremondo ed occorrerà che un Uomo lo porti con sé o lo ponga negli ambienti che deciderà;
ovviamente gli animali per cui si procederà a questo trattamento saranno per la maggior parte da compagnia e quindi
naturalmente legati ai loro padroni.
Una possibilità commovente sarà la ricostruzione di animali che ci sono stati particolarmente cari e che sono morti. In
tale caso sarà possibile ricreare queste creature ed ottenere un robot software che si comporterà esattamente come loro
grazie alle regole che noi stessi avremo impostato o alla decodifica del DNA dell'animale originale anche a partire da un
solo pelo. Una copia di un animale che ci era caro non sarà mai quella creatura ma potrà senz’altro essere una presenza
che migliorerà la nostra vita senza nulla togliere a quello che è stato il rapporto con l’essere scomparso. Probabilmente
nasceranno anche sistemi automatici che ricostruiranno qualsiasi cosa od essere vivente che per qualunque motivo ci è
stato caro. Tali sistemi potranno scandagliare i nostri ricordi e creare una copia veramente identica a ciò che ci
ricordiamo, perfetta in ogni particolare. Per tutti coloro che hanno sempre desiderato avere un cane, un gatto, un cavallo
o altro, sarà finalmente possibile soddisfare questo desiderio. L’ambiente digitale permetterà il mantenimento di
qualsiasi animale che non sarà di alcun disturbo per i vicini, che non richiederà un’assistenza continua e che non costerà
troppo. I cacciatori non saranno più osteggiati perché potranno dare la caccia non a creature vive ma ad animali simulati
che non soffriranno e non potranno estinguersi. La caccia diventerà un’esperienza davvero stimolante anche per coloro
che l’hanno sempre rifiutata per motivi etici. Potremo dedicarci alla caccia grossa nell’Africa dell’ottocento o magari
alla caccia al dinosauro o qualsiasi altra pazzia si potrà inventare. Se non saremo abili cacciatori di tigri almeno non
finiremo ignominiosamente mangiati!
Una possibilità molto particolare deriverà dall’applicazione della mente aumentata agli animali: forse il detto ‘gli manca
solo la parola’ cesserà di esistere. Immaginiamo di dotare il cervello di un animale già di per sé molto intelligente, ad
esempio un cane, di circuiti neurali aggiuntivi artificiali. Un tale animale potrebbe un giorno arrivare persino a parlare.
Così come noi Uomini saliremo un altro gradino della scala evolutiva così gli animali potranno fare altrettanto.
Per gli animali di sfondo nei vari ambienti occorrerà probabilmente ricorrere massicciamente alla simulazione in modo
da non essere costretti all’uso di animali fisici. In un secondo momento, eliminata la necessità di taratura, si potranno
anche utilizzare animali fisici per l’animazione delle controparti digitali ma comunque questo non aggiungerà molto
agli ambienti. Senza un adeguato ritorno di informazioni non sapremo mai se un animale si troverà a suo agio e si potrà
comportare naturalmente in una situazione simulata. Vi sono istinti e sensi particolari che magari nemmeno conosciamo
e che quindi non potremmo simulare correttamente. In tali casi l’animale si comporterebbe in modo strano e noi non
potremmo mai capire il perché; si pensi al senso di orientamento degli uccelli migratori, al mistero del ciclo vitale delle
anguille, ai sensi particolari dei mammiferi marini. Il comportamento complessivo dei vari animali è invece ben
conosciuto e quindi potremo creare degli individui digitali di cui definiremo le regole comportamentali ottenendo una
condotta realistica. Il cervello simulato di tali creature sarà guidato da serie di regole che definiranno le decisioni in
base ad ogni situazione e potremo anche spingerci fino alla creazione di reti neurali che controllino veri e propri robot
con comportamenti estremamente poco ‘meccanici’ e molto naturali. Nuovi incredibili animali verranno inventati e
potremo dilettarci con essi popolando strani mondi e facendoli interagire in modi nuovi. Acquari meravigliosi con pesci
dai colori di sogno potranno essere realizzati senza paura di sbagliare la qualità dell’acqua e facendo crescere piante
splendide in sorprendenti scenografie. Potremo passeggiare in mezzo ai cerbiatti di Walt Disney e giocare con tutti gli
animaletti dei boschi. Potremo seguire la vita quotidiana di qualsiasi creatura fisica in modo diretto vedendo a volontà
attraverso i suoi occhi. I bambini non arriveranno più all’età adulta senza aver mai visto dal vivo una vacca, senza aver
munto il latte, senza aver rincorso delle galline. Nella civiltà odierna molte persone hanno visto gli animali solo in
televisione, con Oltremondo potranno avere delle esperienze naturalistiche estremamente più facili ed istruttive,
ancorché virtuali, con tutto il rigore della scientificità più estrema.
LO SVILUPPO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Qualcuno ha mai seriamente creduto, nelle alte sfere, che i cosiddetti ‘paesi in via di sviluppo’ avrebbero mai potuto
raggiungere l’Occidente industrializzato? Senz’altro sono sempre esistiti sognatori, ma i politici con adeguato senso
pratico certamente non hanno mai avuto molte concrete speranze a questo riguardo. Al di là della barriera delle risorse
che, come già visto, impedisce FISICAMENTE uno sviluppo di questo tipo esteso a tutti gli Uomini del pianeta, ci sono
altri formidabili impedimenti.
Ogni struttura, ogni servizio di cui si dispone facilmente nel mondo occidentale, fino a darlo per scontato, sono costati
ANNI di lento sviluppo, di faticosi tentativi, di disastri, di cambiamento ed adattamento della mentalità della gente.
Pensiamo, ad esempio, alla disponibilità di una rete idrica: gli occidentali danno per scontato che in ogni edificio siano
disponibili rubinetti che erogano a comando acqua calda e fredda, ma cosa c’è dietro questo servizio? Non è affatto
semplice, banale e scontato, avere l’acqua corrente. Pensiamo di essere uno dei paesi del terzo mondo, o addirittura uno
europeo di tremila anni fa: l’acqua si trova in abbondante quantità in fiumi che sono spesso vicini alle città (perché le
città si DEVONO costruire vicino ai fiumi) ma non sempre. Se dobbiamo far giungere questo prezioso liquido nel
nostro centro abitato dobbiamo cominciare a costruire degli acquedotti. A Roma, nel passato remoto, già esistevano tali
strutture. Pensate a quale sforzo sia stato costruire chilometri di muri in mattoni, arcate possenti, ponti per scavalcare
vallate, stazioni di pompaggio o dislivelli che si mantenevano sempre in leggera pendenza per distanze enormi. Pensate
a quanto lavoro manuale ci sia voluto e soprattutto a quale volontà, a quale potere politico sia stato necessario per
costringere masse di Uomini a lavorare insieme per questo scopo comune. Se non adeguatamente stimolati e coordinati,
infatti, gli Uomini non riescono ad operare insieme in modo unitario per un obiettivo futuribile o che addirittura non
sarà un vantaggio avvertibile per la maggior parte di loro. Pensiamo poi a tutta la tecnologia che c’è da inventarsi o da
comprare: conoscenze architettoniche, idrauliche, di biochimica (l’acqua deve essere anche purificata). E tutto questo
solo per giungere in città. Poi si deve predisporre una rete di tubi che, partendo da quelli più grossi, si dirami in infiniti
canali più piccoli, fino al tubo che arriva in ogni rubinetto di ogni casa. Anche per la rete cittadina occorrono
conoscenze, lavoro, coordinamento, desiderio di fare insieme. Soprattutto lavoro, tanto lavoro. Pensate a quanto lavoro
ci sarebbe da fare per dotare tutte le case di una città come Roma dell’acqua corrente, se per caso sparissero tutti i tubi.
Pensate anche solo al problema di dove far passare le tubazioni in edifici non predisposti, alle infinite questioni di
condominio sulla dislocazione degli impianti, sull’aspetto estetico degli stessi. Non si creda che i problemi condominiali
siano i minori. Tante volte progetti anche importanti restano bloccati da qualcuno che non vuole vedere un filo sul muro
della sua proprietà. I servizi, poi, devono evolversi lentamente nel tempo. La disponibilità di una cosa che non era mai
stata offerta prima si scontra con il conservatorismo innato delle persone. Finché i più arditi non iniziano ad utilizzarlo,
un nuovo servizio non viene percepito come utile e, visto che spesso c’è da pagare, gli altri non ci pensano proprio di
abbonarsi in massa. Per la corrente elettrica è stato lo stesso, così come per il gas, la raccolta delle immondizie, le
strade, il telefono, Internet e così via. Da questa semplice analisi emerge la disperata situazione dei paesi in via di
sviluppo: stati nei quali non c’è nessuna o quasi delle reti importanti, paesi in cui non ci sono strade decenti, pochi
aeroporti, una rete ferroviaria inesistente o quasi. In tali condizioni non è possibile pensare che si possa passare ad uno
stadio di sviluppo decente in un tempo ragionevole. Molti sostengono che tale ritardo costituirebbe un vantaggio, dato
che si potrebbero installare le versioni più recenti di ogni tecnologia. Ovviamente la rete di distribuzione elettrica non
dovrebbe essere realizzata con cavi con guaine in seta ed interruttori in ceramica, ma potrebbe utilizzare i materiali e le
tecnologie più moderni. C’è solo un piccolo difetto in questo ragionamento: queste cose COSTANO. I paesi del terzo
mondo sono inevitabilmente poveri, la loro arretratezza tecnologica li spinge al margine del mercato globale e allora
essi non hanno il denaro sufficiente per acquistare le tecnologie necessarie. Si potrà obiettare che vi sono paesi ricchi di
materie prime desiderate dall’Occidente dove l’avidità dei governanti è la causa della povertà del popolo. In molti casi
questo è vero, ma non sempre. Ci sono paesi in via di sviluppo in cui governanti illuminati hanno investito nel
progresso dei loro popoli e altri in cui ciò non è successo. Se guardiamo a quali sono i paesi ‘illuminati’ vediamo che
sono sempre quelli con una popolazione ridotta. La fortuna di avere risorse che hanno un mercato e un governo
illuminato può produrre risultati validi solo se le persone sono poche. In tal caso di può allora acquistare le tecnologie
d’avanguardia dall’Occidente e vivere decentemente. Quando il paese è molto popoloso non c’è speranza. Troppa gente,
troppi impianti da realizzare, producono l’impossibilità di intervenire, non importa quali risorse si abbiano. Se a questo
si unisce una cricca di governanti corrotta e dissoluta, il peggio è fatto. Questa situazione è purtroppo la norma per la
maggior parte delle persone del pianeta. La stragrande maggioranza degli esseri umani vive in paesi poveri di cose di
interesse per l’Occidente o in mano a dittatori insensibili quando non pazzi sanguinari. Il caso più frequente, tuttavia,
non è quello del governante carogna o dell’occidente che sfrutta il paese; il caso che capita più spesso è quello del
popolo numeroso su di un territorio con risorse scarse. Per questo motivo coloro che lottano per un miglioramento del
livello democratico e la riduzione dell’inevitabile sfruttamento da parte dell’Occidente delle situazioni di corruzione,
non potranno mai incidere più che sul dieci per cento del terzo mondo. Non sarebbe poco, e tante situazioni di
sfruttamento avido in combutta con dittatori assassini gridano vendetta, ma non ci si illuda che questi siano tutti i mali
del mondo. La cruda verità è che TROPPI Uomini vivono in paesi POVERI di tutto. In tali situazioni non c’è un bieco
Occidente che sfrutta la gente per ingrassare, non c’è un capo di stato insensibile e assassino. La triste realtà è che un
qualche sfruttamento c’è, che una cultura della Coca-Cola si diffonde creando a volte danni, ma non è questo il motivo
scatenante. Ci sono dittatori che comunque vorrebbero (pur restando loro al potere, ci mancherebbe) un reale
miglioramento della vita del loro popolo ma si rendono conto che non ci sono risorse sufficienti. Non si dica che costoro
potrebbero rinunciare alle loro barche con i rubinetti d’oro, alle automobili, alla bella vita in costa azzurra, non siamo
ingenui! Innanzitutto tali governanti sono Uomini, fragili ed egoisti come tutti. E anche se essi devolvessero tutti i
denari che spendono per sé, sarebbe una goccia nel mare. Dobbiamo capire qui ancora una volta che la somma delle
ricchezze di TUTTI i magnati non è SUFFICIENTE per elevare significativamente il livello medio di vita dei poveri. Ci
sono troppi poveri e pochi ricchi. Coloro che hanno una mentalità più ‘di sinistra’ facciano uno sforzo: comprendano
che la redistribuzione delle ricchezze, ancorché teoricamente giusta, non produrrebbe la salvezza dei poveri. Si potrà
dire che anche solo un pugno di riso in più potrebbe salvare la vita di un bambino, ma per quanti giorni? La ricchezza
finirebbe mentre i bambini devono mangiare TUTTI I GIORNI. Non ci sono sufficienti risorse per tutti, è questa la
cruda realtà.
In una situazione come questa non sorprende che molti dittatori pensino solo a sé e sviluppino una sorta di indifferenza
alle sofferenze del loro popolo. Forse alcuni sono davvero malvagi, ma la maggior parte ha sviluppato una inconscia
rassegnazione, forse uno schermo che li protegge dalla sofferenza di cercare una soluzione e non poterla trovare. Potrà
sembrare una visione romantica, ma spesso gli Uomini, nel chiuso del loro cuore, sono meno carogne di quanto li si
creda.
Abbiamo dunque uno sterminato terzo mondo in cui non ci sono gli impianti necessari ad una vita decente, ma davvero
tale vita sarebbe la migliore? Potremmo pensare di chiederlo agli abitanti di questi paesi. Cosa credete che
risponderebbero? Davvero qualcuno pensa che le utopie di vita naturale, di sviluppo sostenibile, di biocoltivazione,
potrebbero mai trovare un seguito tra gente che lotta per mangiare ogni giorno? Alla maggior parte degli Uomini non
interessa se il grano per fare la pagnotta che possono mangiare deriva da una coltivazione industriale transgenica, a loro
importa solo che essa esista. Non ci si faccia coinvolgere in considerazioni di coltivazioni ‘biologiche’, di sviluppo
sostenibile e così via. Sono cose molto belle, ma quasi addirittura blasfeme. Solo gli abitanti dell’Occidente ricco
possono permettersi questi distinguo. Nel terzo mondo non interessa a nessuno COME si ottengono le cose, essi
vogliono solo sopravvivere. Allo stesso modo sono sciocchezze le considerazioni culturali: si chieda a chi vive ‘a
contatto con la natura’ se preferisce tale vita di stenti o le schifezze dell’Occidente. Quasi invariabilmente i McDonald’s
vincono. A molti questo produce un fastidio terribile, ma è indubbio che, con tutte le sue brutture, la civiltà occidentale
permette a tutti di mangiare, di lavarsi, di avere cure mediche e anche di protestare spaccando le vetrine (supremo
esempio di spreco e di quali cose ci si può permettere grazie alla ricchezza di un sistema). I popoli del terzo mondo non
dovrebbero essere omologati al nostro modello culturale, ma dovrebbero averne i vantaggi (mangiare, lavarsi, non
morire di parto, potersi curare).
Come fare? Non è pensabile di costringere queste persone ad uno sviluppo accelerato perché, come visto, ogni
infrastruttura necessaria per una vita decente nel mondo fisico richiede tempi lunghissimi per essere realizzata ed
accettata (senza considerare i costi di sviluppo non sostenibili). Allo stesso modo, uno sviluppo degli impianti tipici del
mondo occidentale produrrebbe un’omologazione dei popoli a questa cultura, l’hamburger diventerebbe un valore, così
come capita talvolta nell’Occidente. Se vogliamo conservare la cultura particolare di ogni popolo e
contemporaneamente elevarne il livello di vita da un’esistenza animale di stenti a qualcosa di più dignitoso, dobbiamo
trovare una nuova via.
Tale via è Oltremondo.
Un progetto di sviluppo rapido, sostenibile, a costi accettabili da tutti, non può dispiegarsi interamente nel mondo fisico.
L’unica speranza per i popoli del terzo mondo è di passare ad uno stato in cui le loro necessità fisiche saranno così
ridotte da essere facilmente sostenibili con le risorse dei loro paesi. In tale stato essi dovranno poter accedere a tutte le
meraviglie che la vita dovrebbe riservare ad OGNI UOMO. La soluzione è una sola: la virtualizzazione parziale di interi
popoli. Non si intende con questo una specie di ‘sterminio di massa’, ancorché con passaggio ad una vita digitale
meravigliosa, ma solo la virtualizzazione di quella parte della popolazione che è in enorme soprannumero rispetto alle
risorse disponibili. Una gran parte di ogni popolo dovrebbe restare nel corpo fisico finché una malattia o la vecchiaia li
consigliasse di virtualizzarsi, ma una porzione consistente dovrebbe virtualizzarsi il prima possibile. La cosa migliore
sarebbe di permettere la libera scelta: molto probabilmente, coloro che già vivono un’esistenza pessima sarebbero felici
di passare a questo nuovo stadio dell’esistenza, avendo la possibilità di provarlo in anteprima con l’ultravisore. Coloro
che conducono un’esistenza dignitosa (per fortuna o perché le risorse di una certa regione lo permettono) potrebbero
differire il passaggio tanto più quanto più la loro vita fisica fosse soddisfacente, potendo comunque collegarsi con il
caschetto dell’ultravisore, come qualsiasi abitante dell’Occidente. Tale soluzione non è un orrore, non è un ripiego, è
un’offerta d’Amore fatta a tutti coloro che non vivrebbero a lungo, comunque non una vita degna di un Uomo.
L’Occidente potrebbe aiutare quei governi che non potrebbero pagare gli impianti necessari, dato che le installazioni
necessarie sarebbero una frazione infinitesima del costo della sola rete stradale che si renderebbe necessaria per una
dignitosa vita fisica. I governanti più illuminati potrebbero guidare il fenomeno, vedendo sparire le sacche di povertà
più disperata, le spinte alla rivolta, le occasioni di sofferenza dei loro sudditi. I paesi più ricchi potrebbero finanziare
tale soluzione, dato che non occorrerebbero i denari necessari per uno sviluppo delle infrastrutture del mondo fisico, ma
soltanto una piccolissima frazione della loro ricchezza. La realizzazione degli impianti necessari per il mantenimento di
miliardi di Uomini in stato di oltrevita, infatti, non è molto costosa. Sono sufficienti un certo numero di costruzioni del
tutto simili a normali capannoni industriali raggruppati in zone comode e raggiungibili, reti di computer ed attrezzature
elettroniche la cui produzione in massa abbatterebbe i costi e impianti per la coltivazione di alghe, il loro trattamento ed
il pompaggio di poche sostanze nutritive ai virtualizzati. La cultura dei popoli non verrebbe stravolta né fagocitata
dall’Occidente, perché essi passerebbero nel nuovo ambiente con tutte le loro tradizioni, senza contaminazioni. Le
possibilità espressive permetterebbero a tutti di creare nuove idee, nuovi concetti che in Occidente non darebbero nati,
in modo da dare un loro contributo importante e smetterla di sentirsi ingiustamente ‘inferiori’. Le regioni più belle del
mondo tornerebbero ad essere giardini che sostentano una popolazione umana minima, i deserti arretrerebbero, le
coltivazioni disperatamente intensive potrebbero rallentare per lasciare il passo ad ambienti più naturali. In questo modo
il mondo non si ricoprirebbe di strade, di ferrovie e di lattine di Coca-Cola, ma tornerebbe ad essere un giardino
popolato di Uomini in reale equilibrio con la Natura. In una tale condizione si potrebbero davvero introdurre
coltivazioni e tecnologie ecocompatibili, mentre una massa sempre crescente di moltissimi miliardi di esseri
meravigliosi creerebbe una cultura feconda quale mai si è vista prima.
L'EUTANASIA
Triste argomento, quello delle persone che sono così disperate da desiderare di porre fine alla propria esistenza. Con
l'avvento di Oltremondo nessuno dovrà più desiderare la propria morte per disperazione. Le tecnologie derivanti dalle
ricerche sull'interfaccia tra la mente ed i simulatori ci porteranno allo sviluppo di sistemi che azzereranno
completamente qualsiasi sofferenza. I segnali del dolore potranno essere soppressi con le stesse tecniche sviluppate per
proiettare nella mente i mondi digitali. L'assenza di sensazioni dolorose potrà unirsi alla permanenza in ambienti
piacevoli ed interessanti mentre il corpo fisico verrà sottoposto a cure anche molto lunghe e gravose. Con Oltremondo si
porrà fine alle lunghe degenze in ambienti deprimenti come gli ospedali, i pazienti potranno continuare a svolgere le
loro attività sul piano digitale mentre vengono curati nel loro corpo fisico. La tranquillità di potersi sottoporre al
processo di virtualizzazione renderà meno angosciosa qualsiasi patologia. Anche le malattie della mente che possono
condurre al suicidio non dovranno più procedere normalmente perché gli individui potranno essere posti in ambienti in
grado di contrastare fortemente le loro tendenze negative. Pensiamo per esempio ai depressi: non solo le loro giornate
saranno il più possibili solari e stimolanti ma nel loro cervello si agirà a livello neuronale stimolando aree specifiche
azzerando la patologia. Forse alcuni vorranno ad un certo punto porre fine alla propria esistenza non per sofferenza ma
per noia o perché riterranno di avere esaurito il loro ciclo vitale. Ognuno dovrebbe essere padrone della propria
esistenza ma in questi casi si dovrebbe proporre a queste persone la sospensione. Mediante le tecnologie oltremondane
si potranno infatti sospendere le funzioni cerebrali e mantenere il cervello in uno stato del tutto simile al coma anche per
lunghissimi periodi. I soggetti sottoposti a sospensione si risveglierebbero dopo molto tempo in un mondo che potrà
offrire loro nuovi stimoli, nuove filosofie di vita. Se dopo vari balzi nel tempo le persone vorranno ancora morire allora
potrà essere loro concesso ma con il passare degli anni incredibili idee si svilupperanno in seno all'Umanità e nessuno
potrà rimanere indifferente o annoiato. Gli Uomini del futuro guarderanno con infinita compassione ai loro antenati,
sarà difficile per i nuovi nati credere che un tempo si potesse arrivare a desiderare la morte per pure sofferenze fisiche o
psicologiche.
IL DENARO IN OLTREMONDO
Anche se si giungerà ad un punto in cui il denaro non avrà più significato, in molti canali esso resterà, non foss’altro che
per creare un’atmosfera. Quando Oltremondo sarà pienamente operativo e la stragrande maggioranza dell’Umanità vi
vivrà, ovviamente il concetto di economia a cui siamo abituati diverrà obsoleto. Il denaro è sempre stato un mezzo per
misurare la quantità delle limitate risorse disponibili che poteva essere data ad ogni individuo od organizzazione; se la
limitatezza scomparirà anche il denaro diventerà anacronistico. La disponibilità illimitata delle risorse cambierà il
nostro modo di pensare, non vorremo più comprare le cose ma ACCEDERVI. Questa teoria del passaggio da
un’economia basata sul possesso ad una basata sull’accesso è stata portata avanti, tra gli altri, da Jeremy Rifkin (l’era
(21)
dell’accesso)
. In un mondo sempre più virtualizzato dove le nuove versioni delle cose e dei servizi si susseguono ad
un ritmo sempre più veloce, il possesso esclusivo dei beni diviene addirittura un peso. Pensiamo ai computer che si
sviluppano così rapidamente che dopo pochi mesi ogni modello diviene inesorabilmente obsoleto. In un tale ambiente le
persone e le imprese possono preferire abbonarsi ad un servizio che fornisca loro un PC sempre moderno che non è di
loro proprietà ma di cui hanno l’uso. Un tale modello economico diventerà sempre più la norma e sempre più
transazioni riguarderanno abbonamenti ed accessi a servizi o uso di beni piuttosto che trasferimenti di proprietà.
Oltremondo, con l’accento sull’essenza digitale di TUTTI i beni, porterà questo concetto alla sua essenza più pura.
Dopo l’economia dell’accesso si assisterà alla virtualizzazione di ogni transazione fisica residua. L’unica cosa che
veramente sarà limitata sarà il genio dell’Uomo. Possiamo creare infinite copie di una cattedrale per usarle nei nostri
mondi ma il modello iniziale è il frutto dell’ingegno umano; se vogliamo un’altra cattedrale DIVERSA occorre chiedere
a qualcuno di progettarla. In quest’ottica si dovrebbe riconoscere qualcosa al progettista, un qualcosa la cui unità di
misura potrebbe essere una sorta di denaro. Ma se il progettista avesse un animo da artista? Il miglior pagamento
diventerà il riconoscimento ufficiale, la fama, il rispetto dei propri simili. Se il denaro non avrà più senso per comprare
nulla, chi vi ambirà ancora? Magari potrebbe essere il mezzo per accedere a creazioni di altre persone, guadagnare
progettando edifici meravigliosi per poter entrare in mondi di musica sublime realizzati da altri artisti. Ma questo
atteggiamento sarebbe davvero meschino e lontano dall’animo di un vero creativo. Alla fine tutti coloro che creeranno
nuove cose per l’Umanità lo faranno gratuitamente, con la sola ricerca del riconoscimento dei loro simili.
Ovviamente questa situazione ideale si realizzerà solo dopo moltissimo tempo, probabilmente secoli. Nella prima fase
della realizzazione di Oltremondo il denaro rimarrà sempre ben presente e con un grande significato. Prima e subito
dopo l’apertura ufficiale i canali disponibili saranno sia gratuiti (come tutti quelli sviluppati dalla Fondazione) sia a
pagamento parziale o totale, in modo da creare opportunità di business per tutti coloro che vi vorranno dedicare sforzi
ed investimenti. In questa fase, in cui le persone saranno ancora costrette a vivere nel mondo fisico, sarà necessario
poter riconoscere una ricompensa per il loro lavoro creativo. In fondo essi dovranno ancora cibarsi di alimenti fisici e
comprare tutto ciò di cui avranno bisogno. Solo la Fondazione, con il suo scopo dichiaratamente filantropico, potrà
realizzare canali del tutto gratuiti di grande valore. Dopo l’apertura ufficiale si passerà gradualmente ad una fase
successiva. Le persone inizieranno a trascorrere in Oltremondo sempre più tempo riducendo di conseguenza le loro
necessità fisiche. Sarà sempre meno importante, ad esempio, viaggiare fisicamente perché i viaggi digitali saranno di
gran lunga più soddisfacenti. Coloro che operavano nei vari settori, ad esempio i possessori di agenzie di viaggi,
vedranno ridursi gradualmente il loro giro d’affari ma vedranno crescere il business di attività parallele nel mondo
digitale che avranno avviato beneficiando dell’esperienza e delle entrature provenienti dalla loro attività fisica. La
transazione sarà del tutto indolore, anzi, verificandosi un’esplosione delle possibilità per OGNI UOMO, tutti
sperimenteranno infiniti vantaggi e saranno ben felici del cambiamento. Si può ben rinunciare alla propria florida
botteguccia se in cambio si può diventare l’imperatore più potente che l’Umanità abbia mai visto!
Col passare del tempo sempre più persone passeranno poi all’oltrevita, abbandonando del tutto l’esistenza fisica per
trasferirsi definitivamente in Oltremondo. Questo produrrà una graduale riduzione della popolazione umana fisica e la
parallela riduzione dell’economia del vecchio mondo. Il denaro rimarrà lungamente presente e forse non cesserà mai di
esistere nel mondo fisico, ma certamente in quello digitale la sua funzione primaria cesserà. In molti canali, tuttavia, il
concetto di valuta rimarrà ben presente per sempre. Pensiamo ad un canale in cui si possa vivere nell’antica Roma: i
sesterzi e le barre d’oro saranno SEMPRE molto importanti. Se si firmerà un contratto a tempo per entrare in questo
canale e si vorrà mangiare si dovrà lavorare, commerciare o rubare per procurarsi la pecunia. Se non si mangerà si starà
male, proprio come nella vita fisica. Ovviamente tali regole saranno del tutto pubbliche e chi le accetterà lo farà
spontaneamente, cesserà cosi il bieco ricatto della vita fisica: sei nato, vivi, devi mangiare e quindi lavora. Nessuno sarà
più costretto a lavorare per vivere, ci si potrà occupare di ciò che più ci interessa. Molti tuttavia sceglieranno l’impegno
dei canali realistici e allora ritroveranno i vincoli economici classici, ma per scelta questa volta.
Nei canali dotati di denaro ci potranno essere varie opzioni di ingresso; si potrà entrare con un ammontare fisso, con un
totale casuale o COMPRANDO della valuta. Quest’ultimo caso sarà molto interessante, specie nelle prime fasi di
Oltremondo. In pratica un tale canale potrà essere come uno stato sovrano che VENDE il proprio denaro ai viaggiatori
in cambio del loro. Ugualmente, in uscita si potrà cambiare di nuovo l’ammontare di cui si sarà in possesso in qualsiasi
altra divisa esistente. In questo modo le persone potranno anche andare a vivere per un certo tempo in un canale ed
uscirne con più denaro di quanto ne avevano entrando, proprio come succede nel mondo fisico quando ci si trasferisce
per qualche periodo all’estero. Sorgerà una banca di Oltremondo che gestirà e garantirà tutti questi scambi monetari ed
avrà compiti ancora superiori a quelli della vecchia banca mondiale, sarà davvero un’ULTRABANCA. Il vecchio
concetto del denaro, quindi, non morirà mai ma subirà nuove e pesanti trasformazioni, arrivando in molti casi a sparire
del tutto e giungendo comunque a non esser più la tirannia che oggi ancora è per tanti esseri umani.
LA NUOVA ECONOMIA
La ricchezza è sempre stata un bene prezioso e limitato, fatalmente legato al lavoro umano. Nel mondo fisico, essendo
la ricchezza disponibile limitata, i cittadini dei sistemi capitalistici hanno sempre cercato di appropriarsene la maggior
fetta possibile. I sistemi comunisti non hanno prodotto sufficiente ricchezza per tutti mentre gli altri ne hanno prodotta
molta di più ma suddivisa in modo non omogeneo. L’economia si è sempre occupata di spiegare come le variabili del
mercato cambino in base ai fattori che le influenzano, tali teorie sono ovviamente inadeguate per Oltremondo. Nel
nuovo ambiente digitale la ricchezza sarà CREATA EX NOVO, non sarà più una costante tipica di ogni sistema
macroeconomico che va a modulare la capacità di lavoro della popolazione. Grazie alla rivoluzione oltremondana
TUTTE le persone avranno accesso ad una quantità di ricchezza immensamente superiore a quella che avrebbero potuto
produrre anche nel migliore dei sistemi economici del mondo fisico. Tale rivoluzione non ha ancora ricevuto neanche
una fuggevole occhiata e qui per la prima volta si affronta seriamente in modo teoretico la questione.
Una delle prime ‘leggi’ dell’ultraeconomia sarà che ‘il totale delle risorse disponibili supera la somma delle singole
capacità produttive’. In Oltremondo sarà come se legioni di instancabili robot lavorassero per l’Umanità onde produrre
tutto ciò di cui ogni Uomo avrà anche solo lontanamente bisogno. In una tale condizione la dittatura del capitale avrà
fine e non vi sarà mai più lo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo. Assisteremo alla scomparsa del concetto del
plusvalore: non essendo più i beni prodotti dalla classe del proletariato (che sparirà), non vi potrà più essere un
capitalista che si appropri del plusvalore generato nel processo produttivo.
Il crollo di tutte le barriere all’ingresso in ogni mercato produrrà la fine del primato del capitale, dato che nessuno
necessiterà di impianti costosi per iniziare una qualsiasi attività. In un sistema dove la creatività di ogni Uomo può
esprimersi senza attriti TUTTI possono produrre qualsiasi cosa per la quale abbiano capacità. Si passerà ad un tipo di
capitalismo ‘naturale’ dove le barriere all’ingresso in ogni settore non saranno più il capitale o le entrature politiche ma
solo le capacità mentali di ognuno. Anche tali barriere, però, non saranno insormontabili per molte persone dato che
basterà documentarsi e studiare, con tutta tranquillità, per poter accedere ad attività di interesse. In definitiva, si
assisterà ad uno ‘spostamento di focus’: i nuovi capitalisti saranno coloro che disporranno di capacità mentali superiori
grazie alla loro naturale predisposizione genetica. In questo senso si potrà parlare di ‘nepotismo genetico’: passaggio del
capitale da una generazione alla successiva per via del DNA. Tutte queste considerazioni non vanno intese come una
nuova teoria eugenetica, con un possibile sbocco in concetti di ‘razza superiore’ ma solo come considerazioni
eminentemente tecniche, applicate ad individui o a nuclei familiari, non a ‘razze’. Ricordiamo che i concetti razzisti
puntavano ad una molto maggiore (o totale) suddivisione delle scarse risorse disponibili nel mondo a favore delle ‘razze
superiori’; in un mondo di risorse infinite non ha più senso parlare di disomogenee suddivisioni razziste dato che non vi
è nessuna torta limitata da spartirsi.
La nuova economia segnerà anche la fine della ricerca del profitto dato che ogni persona produrrà per il solo piacere
creativo, senza un giudizio di merito da parte del mercato. In una tale economia la molla che spingerà le persone sarà il
piacere individuale, l’animo artistico e la ricerca del consenso e dell’apprezzamento dei propri simili. Ovviamente tale
apprezzamento potrà anche essere ricercato in piccoli gruppi, con produzioni ‘di nicchia’ che in un sistema economico
tradizionale non avrebbero potuto trovare sufficienti risorse per svilupparsi. Ecco quindi emergere la teoria della ‘totale
esplorazione di tutte le direzioni di ricerca e sviluppo’ da intendersi nell’accezione più ampia, dalla scienza all’arte alla
filosofia e oltre. In un sistema ultraeconomico assisteremo alla produzione di concetti che non sarebbero mai emersi in
un’economia fisica, vuoi per oggettivi motivi di impossibilità tecnica (si pensi ad un servizio di viaggi nel tempo), vuoi
per motivi di convenienza.
Il commercio ridurrà di molto il suo valore dato che si passerà sempre di più ad un rapporto diretto tra produttori ed
utilizzatori. Il vecchio concetto di intermediario, per esempio il grossista, non avrà più senso in un mondo in cui i beni
non avranno nessuna consistenza fisica e non necessiteranno di trasporto e stoccaggio. Il ruolo degli intermediari
passerà a quello di ‘collettori’ di possibilità omogenee che forniranno un ampio ventaglio di cose dello stesso tipo,
assistendo le persone nella scelta di quella più adatta alla bisogna (ad esempio un servizio di raccolta e catalogazione
dei viaggi nel tempo disponibili). Un altro ruolo che andrà progressivamente affermandosi è quello degli ‘agenti’,
ricoperto anche da operatori puramente automatici, che assisteranno le persone nelle loro scelte e necessità di carattere
generale indirizzandoli o proponendo le possibili scelte in ogni istante della loro vita per cui vorranno assistenza.
Questo ruolo è l’opposto del ‘collettore’ visto prima, esso è tanto generalista quanto l’altro è specializzato.
Forse ci si chiede se tutte queste assistenze saranno davvero necessarie ma questo è un retaggio della vecchia economia
fisica. Si è infatti passati nel corso della storia dell’Umanità da una situazione iniziale preumana di nessuna disponibilità
di prodotti e servizi ad una sempre maggiore offerta. Tale offerta è giunta nel ventesimo secolo ad un punto del suo
sviluppo esponenziale che è vicinissimo alla saturazione della capacità ricettiva del singolo individuo. Nell’occidente
industrializzato le persone alla fine del ventesimo secolo erano bombardate da proposte in numero almeno triplo rispetto
alla metà del secolo, a sua volta molto maggiore di quello del secolo scorso e così via. In una tale situazione un ulteriore
aumento delle possibilità di scelta supererebbe la capacità di elaborazione disponibile per unità di tempo del singolo
individuo. Per questo motivo in Oltremondo, con l’esplosione esponenziale delle possibilità, occorreranno degli ‘agenti’
che possano vagliare per noi le scelte e proporci le più adatte alla nostra indole. Questo concetto è esprimibile nella
teoria della ‘offerta superiore alla capacità di scelta della domanda’. L’aumento della durata dell’esistenza porterà ad
un ampliamento del mercato che giungerà a contare moltissimi miliardi di esseri umani. Un tale numero di utenti, che
potranno essere tutti anche contemporaneamente fornitori, produrrà un’ulteriore reazione positiva nelle possibilità
umane.
Nuovi concetti filosofici emergeranno e gli esseri umani diventeranno molto diversi da ciò che sono stati in passato. Gli
scambi tra persone diventeranno sempre più rapporti puramente intellettivi e si potrà ‘comprare’ l’esperienza di altri
individui. L’impossibilità di fare in proprio tutte le esperienze possibili, data la loro sterminata estensione, unita alla
tecnologia della telepatia pratica, porterà ad un mercato delle idee di sintesi maturate dai singoli individui. In un tale
ambiente ci interesserà acquistare il punto di vista di una persona che stimiamo, o che è universalmente riconosciuta
come autorevole, su di un particolare aspetto che richiederebbe troppo tempo per essere da noi esplorato
completamente. Potremmo ad esempio comprare l’idea che si è fatto dell’antica Menfi un eminente studioso dopo che
ha fatto centinaia di viaggi vivendo in quell’ambiente per anni. Una tale possibilità porterà ad un’esasperazione della
contrazione dei cicli produttivi e dell’arco della vita dei prodotti. La tendenza alla rapida obsolescenza dei prodotti
giungerà al culmine con la possibilità di acquistare o comunque recepire un punto di vista già completo ed autorevole
sulle cose in oggetto. Assisteremo alla ‘tendenza a zero della durata del ciclo di vita dei prodotti’. Tutte queste
possibilità non porteranno affatto ad una situazione di parossismo consumistico, dato che l’aumento considerevole della
durata della vita ridurrà l’angoscia esistenziale dei singoli. Le persone diverranno più riflessive e daranno maggiore
importanza alla qualità della loro vita mentale, prendendosi delle pause di piacere molto più di frequente ed acquistando
le idee di sintesi delle esperienze che non desidereranno fare direttamente. Una tale Umanità non ricadrà più negli errori
e soprattutto nelle tentazioni del passato, ma svilupperà nuove filosofie di vita, senza imposizioni per nessuno; ogni
Uomo sarà libero di sperimentare ciò che vorrà. Non ci saranno più poveri, non ci saranno più schiavi; esisteranno solo
creature libere e meravigliose.
LA POLITICA E OLTREMONDO
Se ogni idea che coinvolge un numero significativo di esseri umani in un progetto comune teso a cambiare le loro vite e
quelle del prossimo deve necessariamente essere chiamato un progetto politico, allora Oltremondo lo è eminentemente.
C’è uno spontaneo rigetto quando si parla di politica, un senso di contaminazione di pure idee da parte di un moloch che
tutto fagocita, spesso piegandolo al bieco interesse dei singoli. Per questo molti si sono disinteressati di politica e non
amano sentirne parlare. Il loro atteggiamento è simile a quello dell’amante che, avendo idolatrato una persona per poi
veder naufragare miseramente tale storia di passione, diventi cinico e non si faccia più coinvolgere in nulla. Un cuore
triste, impermeabile alle sofferenze così come alle meravigliose passioni che ci rendono vivi.
Parlare di politica è come avventurarsi in un campo minato, senza che molti abbiano il coraggio di seguire. Spesso i
discorsi politici assicurano feroci discussioni capaci di generare odii profondi anche tra amici per la pelle; meglio
sarebbe quindi non avventurarvisi. Ma qualcuno porrà la domanda fatidica: Oltremondo è di destra o di sinistra? E il
Primo fondatore? E quale sarà l’orientamento dell’assemblea dei fondatori? E così via.
La politica ha sempre avuto a che fare con l’organizzazione di gruppi più o meno estesi di esseri umani, con la direzione
generale che si voleva dare ai loro sforzi e, in ultima analisi, al come distribuire le limitate risorse disponibili,
segnatamente il lavoro di ognuno. In quest’ottica Oltremondo sarà un progetto politico teso al suo annientamento: nella
fase di realizzazione all’interno del vecchio mondo fisico, con la limitatezza delle sue risorse, occorrerà trovare un vasto
consenso, soprattutto riguardo all’uso e distribuzione delle limitate risorse disponibili; non appena l’accorto uso di tali
risorse avrà portato alla partenza ufficiale di Oltremondo le risorse diverranno infinite e più nessuna politica sarà
necessaria.
Al di là dei biechi compiti organizzativi, si dovrebbe parlare di IDEALI. Un’idea politica senza ideali non ha alcun
valore, sarebbe solo un bieco coacervo di interessi. Per definire un ideale politico oltremondano mi vedo costretto a
rifarmi ad una mia evoluzione personale, niente potrebbe, infatti, essere più personale. Io sono sempre stato un
imprenditore, per lunghi anni della mia giovinezza ho cercato l’utile ed il successo economico. Quasi ogni volta l’ho
trovato. Mi sono reso conto, con il passare degli anni, che i momenti migliori della mia esistenza non sono mai stati
quelli del successo imprenditoriale. L’Uomo anela al successo, ma quando lo raggiunge si accorge che esso è effimero e
l’unico vero stimolo si trova nella ricerca, nell’anelito vitale verso un obiettivo grande e meraviglioso. Io ho costruito
aziende, le ho portate al successo, ho ideato servizi innovativi ed utili a moltitudini di persone, ho creato coppie, ho
fatto nascere amori, mi sono comprato automobili sportive, viaggi, uffici, mobili, giocattoli ed ogni sorta di cose
meravigliose. Ma i momenti più belli della mia vita li ho vissuti quando mi sono trovato fianco a fianco con altri esseri
umani, uniti per un obiettivo comune. La tensione della ricerca del successo, l’amore per le proprie idee e soprattutto la
enorme, incomparabile gratificazione di vedere tantissimi altri esseri umani usare ed apprezzare le proprie creazioni,
questa è stata la felicità. Ho scoperto, dopo anni di intensa attività imprenditoriale, che queste erano le cose che
desideravo, che queste erano le cose VERE dell’esistenza. Per provarle non è necessario essere il padrone di una
fabbrica, il direttore di un istituto, il capo di un partito politico. Non sono sensazioni appannaggio esclusivo del capo,
non si tratta di desiderio di potere sugli altri. Qualsiasi azienda, quando si adagia sulla logica mercantile e borghese (sì,
proprio borghese) della ricerca del profitto e della misurazione del proprio successo sulla base dell’utile generato,
abdica al suo ruolo sociale. Ogni gruppo di esseri umani dovrebbe, in un’ottica di sana attività lavorativa, cercare di
produrre beni e servizi utili alla società. Il ritorno economico è solo un effetto collaterale, necessario in un mondo con
risorse economiche limitate. L’errore, del tutto naturale tuttavia, è quello di considerare il guadagno un fine in sé. Il
denaro che si ricava dalle proprie attività è solo un giusto mezzo per poter avere dal prossimo i LORO prodotti in
funzione dei nostri sforzi. Non vi dovrebbe essere un giudizio di merito in questo. Infinite distorsioni derivano da questa
mentalità. Gli Uomini non dovrebbero comportarsi come mercenari, uniti solo dall’interesse comune, pronti a dividersi
e tradirsi non appena le mutate condizioni del mercato rendessero appena più vantaggioso un altro accordo, o il
passaggio nel campo avversario. Non si deve vedere queste considerazioni come un ritorno a ideologie di ‘lotta’ proprie
degli assolutismi dell’inizio del ventesimo secolo: non si deve dare un giudizio negativo di un individuo che si licenzia
da una ditta per passare ad un’altra che gli offre poco di più, esso non va visto come un traditore della patria. Le due
aziende, anche se concorrenti sul mercato, non sono certo nemici per la vita come capitò alle nazioni nelle ultime guerre
mondiali. Semplicemente, è triste che una persona non si appassioni al gruppo in cui lavora, ai progetti in cui è
coinvolto, ma misuri il suo impegno esclusivamente sulla base monetaria. Non dico che non sia comprensibile, tutti
vogliono una casa più grande, un’altra automobile, una vita migliore per la propria famiglia; è semplicemente triste. Il
vivere ogni cimento della vita esclusivamente in una logica mercantile, alla ricerca del profitto e del miglior rapporto
guadagno/ore lavorate non è soddisfacente. L’Uomo ama poter CREDERE in ciò che fa, essere in un gruppo affiatato. I
risultati, gli ideali, devono essere prioritari.
Dovrebbero.
Il mondo fisico con la limitatezza delle sue risorse, con la brevità della durata della vita umana, non permette certo
troppi idealismi. Questo è triste. Gli uomini dovrebbero dedicarsi con impegno alla grande sfida dell’affrancamento
delle loro esistenze da questi vincoli, guadagnando il giusto nel processo. Io personalmente ho deciso di passare da una
logica capitalistica ad una filantropica. Ogni Uomo degno di questo nome prima o poi si rende conto di come sarebbe
più bello poter lavorare in gruppi di persone affiatate che creano qualcosa di grande e di nuovo, guadagnando nel
processo, ma non ponendosi tale guadagno come unico obiettivo. Non si deve essere ingenui, finché esisteranno risorse
limitate il denaro rimarrà come arbitro della fetta del lavoro degli altri a cui ogni individuo potrà avere accesso, ognuno
cercherà la fetta maggiore possibile di tale ‘torta’. Con il progetto Oltremondo potremo fare un primo passo nella
direzione dell’allontanamento dalla logica mercantile che ci ha dominati fino ad oggi. Quello che si delinea è un nuovo
tipo di capitalismo. Un capitalismo in cui le aziende, i gruppi di Uomini che lavorano insieme, possono essere tenuti
insieme dagli ideali. Gruppi che avranno comunque interessanti e probabilmente meravigliosi ritorni ma che non
metteranno tali guadagni al centro dei loro interessi. Il sentirsi una comunità, il lavorare insieme, il piacere di vedere gli
altri apprezzare il proprio lavoro, saranno predominanti. Allo stesso modo tale ‘politica’ è lontanissima dal bolscevismo.
La base del comunismo è sempre stata la lotta di classe, un concetto anch’esso retaggio dell’inizio del ventesimo secolo.
Nel processo di sviluppo di Oltremondo e ancora di più quando esso sarà avviato, non ci saranno più classi sociali, non
esisteranno ‘padroni’ che sfruttano il prossimo a cui strappare una vita migliore. La dittatura del proletariato non avrà
più senso perché il proletariato sparirà. I proletari non diverranno borghesi, diventeranno semplicemente più liberi,
migliori. L’idea politica oltremondana non definisce come ci si debba spartire una ricchezza fatalmente limitata ma
semplicemente mira a rendere tutti protagonisti della creazioni di una infinita nuova ricchezza.
La via oltremondana all’organizzazione sociale è perfettamente perseguibile e trova la sua giustificazione nel fatto che
in pochi decenni una nuova meravigliosa tecnologia cambierà per sempre la vita di tutti. Non dovremo più preoccuparci
di cosa ne sarà di noi nella vecchiaia, di cosa lasceremo ai nostri figli e così via. Costruiremo insieme un mondo diverso
e migliore, un mondo reale, non un’utopia. Saremo tutti realmente fratelli.
LA TECNOLOGIA PRINCIPALE DEL VENTUNESIMO SECOLO
In questo capitolo tenteremo una dimostrazione rigorosa dei motivi per cui la tecnologia che maggiormente si
svilupperà e avrà il maggiore impatto sulle nostre vite sarà quella dell’ultravisione, in particolare del tipo descritto nei
capitoli precedenti.
Ci dovremmo chiedere, innanzitutto, quale sia stata la tecnologia che maggiormente si è sviluppata e ha cambiato il
mondo nel secolo precedente. Il pensiero va ovviamente a tutta una serie di realizzazioni: i voli di linea, i viaggi
spaziali, la medicina curativa e diagnostica, l’energia atomica (nel bene e nel male), l’elettronica e i computer. Si nota
abbastanza chiaramente che, pur avendo assistito a tutta una enorme serie di rivoluzionari successi, niente ha avuto un
impatto come quello dell’informatica. Il computer è nato nella seconda metà del ventesimo secolo (intendendo per
computer macchine elettroniche) ma ha rapidamente invaso la vita di tutti e ridisegnato il mondo. Internet, l’ultimo
gigantesco passo dell’informatica, ha cambiato il modo di vivere di milioni di persone e offerto delle possibilità che,
sebbene ancora non pienamente comprese e sfruttate, prima semplicemente non esistevano.
Perché l’informatica ha avuto un tale esplosivo successo e diffusione? Ci si dovrebbe innanzitutto domandare CHE
COSA ha portato alle persone che prima non esisteva. Ogni tecnologia nasce per risolvere un problema, per soddisfare
una richiesta dell’Umanità. Il volo di linea, ad esempio, è nato perché gli Uomini volevano spostarsi velocemente su
lunghe distanze. Se non ci fosse stato questo desiderio gli aerei commerciali non sarebbero mai stati realizzati. Si
sarebbero costruiti comunque aeromobili, ma per altri scopi e oggi nei cieli del mondo non ce ne sarebbero così tanti.
Allo stesso modo i viaggi spaziali hanno soddisfatto la sete di conoscenza, la curiosità profonda di tutti noi, cose che ci
hanno reso gli esseri pensanti che siamo. Ogni tecnologia ha soddisfatto dei bisogni, e tanto più questi bisogni erano
soddisfatti bene, tanto più la tecnologia era importante, studiata, diffusa. Ma non è tutto qui.
Una cosa che solo alcuni settori possono fare è quella di soddisfare TANTI DESIDERI. I viaggi spaziali soddisfano il
desiderio di avventura e di conoscenza, ma non quello ludico, ad esempio. Il volo di linea soddisfa alcune necessità ma
non decine. UNA SOLA tecnologia ha soddisfatto un gran numero di desideri, ed è diventata quella a più alto tasso di
sviluppo: l’informatica. I computer, specie dopo la nascita di Internet, hanno dato tantissimo all’Umanità. Informazioni,
memorizzazioni efficienti e precise di ogni tipo di contenuti, trasmissione rapida ed efficiente di dati, giochi,
divertimento e contenuti lavorativi, facilità di contatti interpersonali, effetti speciali per un cinema meravigliosamente
migliore, arte e cultura molto più facilmente accessibili, migliori documenti scritti, stampati e condivisi, possibilità
espressive di alta qualità per ogni persona che voglia dedicarsi, anche solo a livello hobbistico, a una qualsiasi arte e
così via. Se ci si ferma a pensare si scoprono infiniti settori delle attività umane in cui il computer ed Internet hanno
portato nuove eccitanti possibilità. La vita di tutti è migliorata molto, sia che si fosse utenti, sia che si fosse autori di
contenuti. Le nostre capacità mentali si sono estese, la nostra memoria ha avuto un supporto digitale perfetto ed
incorruttibile (beh, quasi sempre!). Appare quindi ovvio che l’informatica sia stata il più grande successo del ventesimo
secolo: è stata la tecnologia che più ha dato all’Uomo. Se ci si pensa è ovvio: ogni prodotto ha estimatori, denigratori e
neutrali. Quanto più una tecnologia può dare qualcosa ad ogni Uomo, tanto più è probabile che trovi persone che ci
vogliano lavorare, che ne pensino bene, che la consiglino agli amici.
Se paragoniamo l’informatica ad un qualsiasi altro settore si nota come non ci sia qualcosa che anche lontanamente
abbia mai avuto possibilità comparabili, e quindi nessun settore è mai letteralmente ‘esploso’ come quello dei computer.
Con questo non si intende che, ad esempio, l’automobile sia inutile, ma semplicemente che il tasso di sviluppo di altri
settori sia sempre stato giustamente molto minore. Il mondo è stato invaso dalle automobili, ma non alla velocità con
cui è stato invaso dai computer. Si fa spesso il paragone con la storiella che se le automobili si fossero evolute alla
velocità dei computer allora oggi una macchina costerebbe un centesimo di dollaro, andrebbe più veloce della luce e
non consumerebbe niente. A parte aspetti di tipo fisico, questa storia racconta che l’Umanità ha speso nello sviluppo
dell’automobile tantissimo, ma comunque enormemente meno che nello sviluppo dell’informatica.
Sono considerazioni banali, ma occorre farle; ogni tecnologia si sviluppa e attira ricercatori ed aziende a lavorarci sopra
in funzione del suo successo di pubblico. Il successo di pubblico di una tecnologia, a sua volta, è determinato da quanti
problemi risolve, da quanti desideri soddisfa. Una tecnologia che soddisfa tante necessità vede moltiplicarsi il suo tasso
di espansione, fino a diventare esplosivo.
Non è facile capire in anticipo quali tecnologie esploderanno, anche perché non sono più di una, massimo due per
secolo. Nel ventesimo è stata l’informatica e ha fato la fortuna di tanti. Quello che più ha avuto successo è stato Bill
Gates, con la sua Microsoft. Eppure, anche leggendo tutte le sue biografie, analizzando i suoi libri, non si coglie mai la
consapevolezza di quello che stava per accadere. Anche l’Uomo che sarebbe diventato il più ricco del mondo,
indubbiamente una persona geniale, non si è mai seduto a riflettere pensando alle cose summenzionate, non ha mai
deciso freddamente di puntare sull’informatica perché essa avrebbe sconvolto il mondo. In gran parte Bill Gates ha
avuto fortuna.
Cosa succederà nel ventunesimo secolo? Su quale tecnologia dovranno puntare i Bill Gates del futuro? Quale settore
avrà un tasso di sviluppo prodigioso? Forse adesso queste domande possono essere poste, forse possono avere una
risposta. Dovremmo analizzare quali tecnologie si renderanno disponibili o giungeranno prevedibilmente a maturazione
nei prossimi decenni e poi analizzare a quanti bisogni daranno risposta, basterà poi scegliere quella che soddisferà più
desideri e il gioco sarà fatto.
Facciamo quindi un elenco di tecnologie e dei desideri che con esse troveranno soddisfazione:
Medicina molecolare
Medicina genomica
Nanorobotica
Motori ad emissione zero
Motori spaziali a ioni e nucleari
Aerei di linea di nuova concezione
Sviluppo di Internet
Wireless
(comunicazioni radio senza fili)
Elettronica pervasiva
(pervasive computing)
Casa intelligente (domotica)
Tecniche di clonazione
Cure gerontologiche
Realtà virtuale di nuova generazione
(ultravisione)
Cura precisa di molte malattie, allungamento della vita,
maggiore qualità della stessa
Cure personalizzate e precisissime di molte malattie,
diagnosi eccezionalmente mirate per ogni individuo,
allungamento della vita, maggiore qualità della stessa
Cura precisissima ed intelligente di qualsiasi patologia,
possibilità di modificare il proprio aspetto e quello di
qualsiasi oggetto, miglioramento dell’ambiente in cui si
vive, creazione di oggetti dal nulla, grandissimo
allungamento della vita e forte aumento della qualità della
stessa
Riduzione dell’inquinamento, migliore qualità della vita
Possibilità di completa e rapida esplorazione del sistema
solare, viaggi umani verso tutti i pianeti
Viaggi a bassissimo costo, maggiore sicurezza e comfort
negli spostamenti, lieve riduzione dei tempi di percorrenza
Elevatissima velocità, diffusione di film e contenuti
multimediali interattivi tramite la rete, proliferazione dei
canali disponibili, personalizzazione estrema di ogni
comunicazione e programma di intrattenimento
Evoluzione estrema dei telefoni cellulari, possibilità di
accesso a quasi tutti i contenuti in ogni luogo del pianeta,
disponibilità di potenze di calcolo enormi in ogni luogo,
sviluppo gigantesco delle comunicazioni
Diffusione di sistemi elettronici ‘intelligenti’ in ogni
oggetto di uso quotidiano, possibilità di ‘dialogare’ con
prodotti di ogni tipo, autoregolazione semplice di qualsiasi
apparato
Abitazioni che si autoregolano, limitata possibilità di
pulizia e manutenzione automatiche, grande facilitazione
della vita di ogni giorno.
Produzione di chimere (animali che non esistono in
natura), duplicazione di animali da compagnia, cure molto
sofisticate e personalizzate, possibilità di riproduzione per
chiunque, manipolazioni della vita di qualsiasi tipo,
problemi etici
Forte aumento della durata della vita, forte aumento della
qualità dell’esistenza, riduzione dei problemi della
vecchiaia
Eccezionale aumento della durata della vita, superiore a
quello della somma delle tecnologie summenzionate,
possibilità senza limiti per ogni essere umano, spostamenti
istantanei, fine della necessità di tutta una serie di cose
(abiti, case, bagagli, automobili,…), possibilità di
possedere letteralmente ogni cosa di ogni epoca passata,
presente o futura. Vedere i capitoli precedenti per l’enorme
elenco di possibilità.
La tecnologia di Oltremondo darà soddisfazione a TUTTE le necessità di OGNI Uomo, senza eccezione. La tabella è
solo una piccola analisi comparativa, si possono aggiungere tecnologie e idee a piacere, NIENTE può competere con
una cosa che soddisfa tutte le necessità di chiunque. l’Ultravisione nel ventunesimo secolo sarà non solo la tecnologia di
maggior successo, ma sarà quella di maggior effetto e valore di TUTTI I TEMPI.
Vista l’analisi svolta prima, ci si rende conto che lo sviluppo di Oltremondo sarà supportato da quasi la totalità
dell’Umanità e farà il suo effetto su ogni Uomo.
RINASCIMENTO DIGITALE
Con Rinascimento si indica un periodo storico compreso tra l’inizio del XV secolo e la metà del XVI, caratterizzato
dall’affermarsi in Europa di un nuovo stile di vita e dal rifiorire degli studi e delle arti. Esso fu una gigantesca
rivoluzione culturale, storica ed economica, che segnò il passaggio dal Medioevo all’età moderna. La società europea fu
grandemente modificata dalla nascita della borghesia e dei sui ideali pratici, dei suoi metodi empirici, creando la figura
dell’intellettuale, dello scienziato e dell’artista laico. Questo prodigioso rinnovamento della cultura occidentale, che
verrà chiamato, a seconda dell’ambito in cui si svolse (artistico, letterario o religioso), Rinascimento, Umanesimo o
Riforma, ha come elemento comune la ricerca nel passato pre-medioevale di modelli perfetti sui quali far rinascere
quell’Uomo ideale che il Medioevo aveva oscurato. Al centro di questo movimento viene posto l’Uomo, che comprende
in sé ogni cosa, diventando a tutti gli effetti un intero universo di per sé, che rispecchia quello esterno e lo elabora
attraverso la sua mirabile capacità culturale. Nella vita politico-religiosa accadono eventi importantissimi come il
concilio di Ferrara-Firenze, il concilio di Trento che sancisce la frattura della cristianità operata dalla Riforma
protestante, la caduta di Costantinopoli con la fine dell’impero bizantino, l’introduzione delle armi da fuoco, l’inizio dei
rapporti coloniali tra l’Europa e l’Estremo Oriente, la conquista del Messico e del Perù. Nel campo artistico nasce la
fabbrica di S. Pietro, vengono realizzate le stanze di Raffaello e la Cappella Sistina, i capolavori architettonici del
Brunelleschi, dell’Alberti, del Bramante , nasce la scultura di Donatello, del Ghiberti, del Verrocchio, la pittura del
Botticelli, di Leonardo, di Michelangelo, di Raffaello, di Tiziano e tanti altri. Nel campo scientifico si assiste alla
scoperta dell’America, alla circumnavigazione della Terra da parte di Magellano, alla pubblicazione della teoria
eliocentrica di Copernico, agli studi di Leonardo da Vinci e, sopra ogni altra cosa, all’invenzione della stampa.
La diffusione della cultura ebbe una esplosione dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili; grazie all'invenzione
di Gutemberg divenne possibile COPIARE i libri in grande quantità ed in modo semiautomatico. Da quel giorno non
solo i ricchi ed il clero poterono leggere i libri faticosamente miniati a mano dai monaci amanuensi, ma tante altre
persone poterono accedere alla cultura, poterono perfino crearla. La stampa a caratteri mobili diede origine al
Rinascimento e l'Umanità uscì dai secoli bui del medioevo.
Io affermo con forza che siamo all’inizio di un nuovo RINASCIMENTO DIGITALE:
Nell'universo digitale non dovremo più costruire ad una ad una faticosamente le cose che vogliamo. Una nuova
cattedrale non richiederà più l'estrazione dalle cave di altro materiale da costruzione, il dipingere nuovi quadri, il lavoro
di generazioni di operai. Con un click o addirittura con un pensiero duplicheremo Notre-dame milioni di volte, ogni
copia perfetta e subito disponibile. Lo stesso con le automobili, gli aerei, gli orologi, i gioielli, qualsiasi cosa vorremo.
Con la vita digitale ed il 'copia-incolla' assisteremo al nuovo esponenziale rinascimento digitale dell'Umanità.
I segnali che diedero origine al Rinascimento nel XV secolo ci sono tutti: si proviene da un periodo di grandi difficoltà
per l’Umanità, caratterizzato dalla una stasi che non è come quella del Medioevo ma si è invece prodotta sul piano delle
reali possibilità di ogni Uomo. Il Rinascimento del passato segnò una rottura dell’avvilimento degli Uomini, costretti a
lavorare come bestie per sopravvivere senza potere, i più, alimentare il proprio spirito, soffocato da un principio
religioso eccessivo, pesante ed inquisitorio. Allo stesso modo oggi stiamo per produrre una profonda frattura con quanto
è stato necessario fino ad oggi: lavorare (spesso come bestie) per poter sopravvivere e tentare di avere una qualche
soddisfazione nel mondo fisico. Con le infinite possibilità della vita digitale potremo TUTTI accedere ad un’esistenza
gratificante dove potremo coltivare il nostro spirito, liberi dal giogo della limitatezza delle risorse fisiche. Non vi è
dubbio che, quando Oltremondo sarà una realtà da lungo tempo, i cittadini del futuro guarderanno ai secoli passati come
ad un periodo di oscure difficoltà, proprio come gli Uomini del XVI secolo guardavano al Medioevo.
Altro segnale è l’invenzione di una NUOVA tecnologia che permetta un salto nel livello culturale dell’Umanità, una
nuova grande possibilità di accesso alle idee, una inedita capacità di diffusione delle creazioni di ogni Uomo. Tale
tecnologia fu nel Rinascimento la stampa a caratteri mobili, nel nuovo RINASCIMENTO DIGITALE è la tecnologia
dell’ultravisione. L’accesso alla cultura, come già visto, sarà eccezionalmente potenziato per OGNI UOMO e chiunque
potrà creare a sua volta contenuti che prima erano esclusivo appannaggio di una casta elitaria (gli amanuensi nel
Medioevo, i tecnici informatici e degli effetti speciali quest’altra volta). Il Rinascimento fu soprattutto permesso dalla
enorme possibilità di diffusione delle nuove idee che si fecondavano l’un l’altra. In Oltremondo tale fenomeno sarà
moltiplicato per milioni di volte. Le idee correranno velocissime, saranno fruibili con una ‘larghezza di banda’ molto
superiore al passato (cioè ogni idea potrà essere trasmessa su tutti i canali dell’essere Umano, stimolando tutti i sensi,
un’immagine val più di mille parole). In tal modo nasceranno filosofie dirompenti, rotture col passato dove necessario e
nuove figure sociali.
Allo stesso modo, la centralità dell’Uomo tornerà in primo piano. Si cesserà di utilizzare le masse come carne da
cannone (come capitava nel Medioevo ed è successo nelle ultime guerre mondiali) ma si riconoscerà ad OGNI UOMO
un ruolo importantissimo, una dignità ed un valore che mai furono possibili. Anche oggettivamente, ogni essere umano
avrà un valore infinitamente superiore, non essendo più solo un operaio, un contadino, un soldato, ma potendo
effettivamente DAVVERO essere un creatore di nuove meravigliose idee. In tal modo si recupereranno concetti
dell’Uomo forse romantici ma certo splendidi, che andremo ancora una volta a pescare in tutte le epoche del passato,
potendo però questa volta osservarle e viverle in diretta, con il 4DGea.
Assisteremo alla nascita di una nuova meravigliosa era dello sviluppo dell’Uomo, un’epoca di formidabili prodigi, di
idee geniali, di eccezionali artisti e pensatori. E questi saremo tutti noi, nessuno escluso. Il Rinascimento digitale ci
attende, e questa volta ognuno di noi sarà Leonardo, Bramante, Brunelleschi, Tiziano, Raffaello, Erasmo e così via.
Diamo fiduciosi e gioiosi il saluto al nuovo che arriva, il mondo è un luogo meraviglioso, la vita è un’esperienza
travolgente. Oggi più che mai.
L’avventura umana è solo all’inizio.
COME COSTRUIREMO IL FUTURO
In questa seconda parte dell’opera analizzeremo le tecnologie che si renderanno necessarie per la realizzazione pratica
di quanto ipotizzato nella prima parte. Forse non tutte le tecniche necessarie troveranno precisa spiegazione ma occorre
pensare che stiamo proiettando il pensiero decine di anni nel futuro, quindi alcune parti possiamo lasciarle anche appena
abbozzate. Le cose meravigliose descritte nei capitoli precedenti dovrebbero averci fatto venire il desiderio di avere
Oltremondo quanto prima. L’evoluzione dell’Umanità che deriverebbe da questa rivoluzione è tale che tutti gli sforzi di
ognuno di noi dovrebbero andare prevalentemente in questa direzione. Se, come ovviamente sarà, questo non capiterà,
ognuno di noi può pensare che almeno una percentuale del lavoro quotidiano di ogni persona dovrebbe a questo fine
essere indirizzato. Immaginiamo allora cosa si potrebbe realizzare se anche solo l’un per cento dell’ingegno umano
fosse profuso nello sviluppo di Oltremondo! In pochi decenni otterremmo quello che, senza un progetto comune,
sarebbe stato realizzato in un secolo.
Proprio questo è il punto: tutte queste tecniche, senza un indirizzo preciso e coerente, prenderebbero circa cento anni di
normale sviluppo, anche del ventunesimo secolo. Se tutti ci adopereremo per portare avanti questo grande, meraviglioso
obiettivo, pochi decenni basteranno. Nelle pagine che seguono troverete le spiegazioni, più o meno complete, di quasi
tutte le tecnologie necessarie. Molti non le capiranno, non per colpa loro, ma perché troppo specialistiche. Non importa.
Ognuno di voi cerchi di comprendere le parti che sono nella propria sfera del sapere, cerchi di capire autonomamente
quanto sono attendibili, quanto il progetto è ragionevole. Le critiche sono bene accette, quelle costruttive sono
addirittura una necessità. Chi non ha sufficienti conoscenze in qualche campo legga pure superficialmente i capitoli
relativi, pensando che altri, più esperti, ci lavoreranno. L’importante è trarre un’impressione generale delle tecniche che
realizzeranno il futuro meraviglioso ipotizzato nella prima parte. Siate fiduciosi, l’Uomo riuscirà a salire questo
prossimo gradino, le idee ci sono, le realizzazioni pratiche, come sempre, seguiranno.
Ogni Uomo prima sogna, poi indefettibilmente il suo lavoro concretizza le più sfrenate fantasie.
IL PROGETTO ULTRAMUNDUM
Date tutte le premesse prima illustrate, vorrei proporre un progetto inteso a tradurle in una meravigliosa realtà da offrire
a tutto il mondo. Non vi è dubbio che, lasciata a sé stessa, l’Umanità svilupperebbe un ambiente digitale avente tutte le
caratteristiche necessarie a concretizzare i sogni più sfrenati, ma quale sarebbe l’obiettivo complessivo? Se il principale
promotore di tale progetto fosse un’industria privata certamente essa ricercherebbe, del tutto lecitamente, il profitto. La
spinta commerciale produrrebbe però un lento rilascio delle nuove tecnologie dato che si cercherebbe di massimizzare il
profitto e di mantenere una leadership commerciale il più a lungo possibile. I popoli più poveri della Terra non
potrebbero accedere al nuovo livello di esistenza se non dopo moltissimi anni ed ancora una volta si assisterebbe
all’appropriarsi delle tecniche più avanzate e delle loro possibilità da parte dei popoli del primo mondo. Allo stesso
modo la cultura, l’arte, il bello, non sarebbero lo scopo centrale delle realizzazioni digitali mentre i giochi, il sesso, le
frivolezze più lievi diventerebbero i principali prodotti. Le tecnologie necessarie si svilupperebbero secondo un ritmo
normale, senza una spinta unificatrice ed una visione complessiva dell’obiettivo. In una tale ipotesi Oltremondo
vedrebbe la luce in circa cento anni, verso la fine del ventunesimo secolo, come coacervo di singoli sviluppi ed imprese
commerciali, nel caos più totale. Sarebbe molto probabile che i popoli più poveri non potrebbero accedervi per lungo
tempo e questo potrebbe essere oggetto di guerre feroci. Nel passato ogniqualvolta un popolo ha avuto accesso a risorse
desiderate anche da altri i conflitti sono rapidamente esplosi. L’acredine dei popoli del terzo mondo potrebbe crescere e
questo provocare attentati, guerriglia, terrorismo. I popoli più ricchi difenderebbero il loro nuovo giocattolo e
risponderebbero con mezzi pesanti, precipitando la situazione. I prodotti che si renderebbero disponibili sarebbero di
puro intrattenimento ed una grande occasione di evoluzione delle masse verso una cultura più diffusa e matura andrebbe
persa. L’Umanità potrebbe sprofondare in una nuova spirale di violenza e caos unite ad un degrado ancora più marcato
del gusto e del livello culturale delle masse.
Per evitare tutto questo occorrerà non ripetere i molti sbagli del passato. Dovremo utilizzare questo nuovo potente
strumento per migliorarci, per diffondere la cultura e la comunicazione tra le persone ed i popoli. Non dovremo
escludere nessuno dal nuovo mondo e tentare di superare il livello del bieco sfruttamento commerciale. Oltremondo non
escluderà certamente il business, ma lo unirà ad uno sforzo cosciente di acculturazione mai visto in precedenza. Per la
prima volta nella storia dell’Uomo abbiamo la possibilità di elevare il livello di vita di TUTTI gli Uomini, di assicurare
l’accesso alla cultura di OGNI persona. È un’occasione troppo grande perché la si lasci nelle mani delle imprese,
guidate dalla ricerca del profitto. Ciò che occorrerà sarà un progetto complessivo, un’ideale superiore. Una struttura
apposita dovrà nascere e tale organizzazione dovrà essere basata su principi nuovi. Lo scopo di lucro dovrà essere
assente; non eliminato, semplicemente lasciato ad altri. Le tecnologie che si renderanno necessarie per lo sviluppo di
Oltremondo dovranno essere sviluppate in contemporanea, attivando feconde sinergie che portino ad un tempo di
sviluppo di molto inferiore a quello che sarebbe normalmente necessario. Coordinando i gruppi di ricerca, avendo ben
chiaro un calendario di successi da ottenere e di metodi di integrazione, abbatteremo il tempo necessario a conseguire
l’obiettivo. Le tecnologie necessarie dovranno essere portate poi rapidamente ad un livello di produzione tale per cui
ogni essere umano del pianeta ne possa fruire. La cultura, la conoscenza di tutta l’Umanità dovrà essere tradotta in
formato digitale utilizzando nuovi standard che ne permettano la interoperabilità e la fruizione da parte di chiunque.
Tutti questi obiettivi saranno perseguiti dalla Fondazione Ultramundum.
I progetti per la realizzazione di tutte le tecnologie necessarie si dividono in tre grandi Fasi, che potremo indicare con i
numeri da uno a tre, anche in base alla sequenza temporale in cui saranno disponibili.
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Fase 1: Contenuti digitali
riguarda lo sviluppo di una rete specifica che colleghi server (computer centrali) sui quali risiedono i dati di
innumerevoli mondi digitali, in special modo il 4DGea, gigantesco ‘deposito’ di oggetti pronti all’uso in
nuovi canali.
Fase 2: Ultravisore, un caschetto ad induzione (o tecnologia analoga)
Riguarda la realizzazione di una tecnologia che permetta l’immersione degli utenti all’interno dei mondi
digitali realizzati nella fase 1. Tale tecnologia deve permettere la stimolazione perfetta, naturale e coerente,
dei sensi dell’individuo collegato, in modo che esso non sia in grado di distinguere l’esperienza da quella
fisica.
Fase 3: Oltrevita
riguarda lo sviluppo di tecniche che permettano l’estrazione del cervello umano dal corpo, il suo
mantenimento in buona salute per un tempo indefinito e la cura continua di tutte le degenerazioni possibili.
Tale cervello verrebbe collegato in permanenza ad Oltremondo tramite il caschetto ad induzione integrato
nel sistema di supporto vitale. Una parte importante di quest’area riguarda lo sviluppo di tecniche di
telepresenza per permettere ai virtualizzati di interagire con il mondo fisico.
Si capisce benissimo che il caschetto ad induzione (l’ultravisore) si renderà necessario per fruire al meglio i canali
oltremondani e la necessità aumenterà in funzione della quantità di dati che saranno resi disponibili. In una prima fase,
allora, la Fondazione dovrà occuparsi della realizzazione di vari canali (il più importante essendo il 4DGea) e della
distribuzione gratuita di sistemi di sviluppo per permettere a tutti di creare contenuti.
Quando la quantità di canali digitali, fruiti ancora con un vecchio sistema basato su computer o consolle, raggiungerà la
massa critica allora nascerà una forte richiesta per una maggiore immersione e la Fondazione dovrà rendere disponibile
l’ultravisore, il caschetto ad induzione (o tecnologia equivalente) che avrà iniziato a sviluppare circa a metà della Fase
precedente.
Non appena l’Umanità si abituerà all’uso di Oltremondo in modo immersivo nascerà senz’altro la volontà di rimanervi
in permanenza, specie nei casi di malattie terminali o fortemente debilitanti del corpo fisico. In questo momento dovrà
essere resa disponibile l’oltrevita, sviluppata dalla Fondazione durante la Fase 2.
Ecco una serie di obiettivi da raggiungere e le relative priorità:
Fase 1:
Ultraport e Ultraserver: i software per la navigazione di mondi digitali tramite connessione in rete Ultranet.
Nuovo formato Ultradocument, per integrare i contenuti oltremondani nei media tradizionali.
Tabulator, il ‘computer integrato di Oltremondo’, che ci seguirà sempre in ogni mondo digitale.
4DGea: la codifica del pianeta Terra in quattro dimensioni, cioè un modello tridimensionale del nostro pianeta e
dell’universo conosciuto esplorabile in qualsiasi tempo del passato. Tale progetto fornirà una base di partenza per
l’esplorazione della storia dell’Uomo e per la realizzazione di qualsiasi mondo a partire da porzioni di quello fisico.
Teleturismo per iniziare a far viaggiare le persone tramite la rete invece che nel mondo fisico.
Ultracode: un sistema di codifica di testi che permette di scrivere in un codice universale facilmente traducibile in
qualsiasi altra lingua.
Ultralexicon: una enciclopedia totale che contenga tutta la conoscenza dell’Umanità non esprimibile con il 4DGea.
Realizzazione e distribuzione gratuita di sistemi di sviluppo di mondi digitali utilizzabili da chiunque.
Realizzazione di nuove tecniche cinematografiche coinvolgenti e a sviluppo non lineare.
Ultrasalus, per il mantenimento in buona salute del maggior numero possibile di persone in modo da aumentare le loro
probabilità di raggiungere l’Oltrevita.
Fase 2:
Ultravisore o caschetto ad induzione: un apparato per la proiezione, direttamente nella mente dell’utente, di qualsiasi
ambiente digitale con totale realismo.
Computer di elevatissima potenza e memoria: per la rappresentazione di ambienti del tutto indistinguibili dalla realtà.
Fase 3:
Tecniche di virtualizzazione per il mantenimento del cervello in stato di quiete all’interno di particolari sistemi mentre
la coscienza dell’individuo prosegue molteplici esistenze nei mondi digitali.
Nanorobotica per gli interventi straordinari e continui che si renderanno necessari sui sistemi biologici.
Sistemi di criostasi per prevenire la dissoluzione delle persone che morirebbero prima dell’avvio di una o più delle
tecnologie indispensabili.
Tecniche di recupero neurale dalla criostasi tramite l’utilizzo massiccio di nanorobot.
Tecniche di bloccaggio delle degenerazioni del cervello per consentire una vita molto più lunga in stato di Oltrevita.
OLTREMONDO E LA RELIGIONE
Il rapporto tra Oltremondo e la religione sarà senz'altro tormentato. Da un lato i fondatori sottolineeranno la assoluta
laicità del progetto, dall'altro molti religiosi strilleranno per una presunta invasione di campo. La realtà è questa:
OLTREMONDO NON È UNA RELIGIONE. Per molti lo sarà, ma grazie ad un'errata percezione delle sue prerogative.
Se per religione si intende un sistema di valori che si riflettono nei nostri comportamenti sociali allora il progetto
oltremondano assumerà senz'altro tali connotati; ma la religione è altro. La religione risponde ad alcune fondamentali
domande: Chi ha creato l'Universo? Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il nostro scopo come specie? Cosa accade ad
ognuno di noi dopo la morte? A tutte queste domande il progetto Oltremondo non tenta nemmeno di dare un inizio di
risposta. Il progetto oltremondano si propone di migliorare radicalmente la vita di tutti gli Uomini, non di spiegarla.
Oltremondo sarà uno strumento, non una verità rivelata. Ogni essere umano dovrà continuare il suo cammino verso
l'infinito da solo, potendo contare su una vita più lunga e completa. In quest'ottica Oltremondo migliorerà di molto la
possibilità di ognuno di seguire, studiare e comprendere la propria fede, qualunque essa sia. L'obiettivo di posporre
lungamente la morte sarà anch'esso non in contrasto con quanto affermato da tutte le fedi ma, al contrario, permetterà ad
ognuno di noi di giungere a questo importante appuntamento con una maggiore preparazione. Nessuna fede dovrà
sentirsi minacciata dal progetto oltremondano, non troverà in esso un concorrente. Ogni persona potrà continuare ad
esercitare la propria fede come nel mondo fisico, essendo Dio in ogni luogo egli sarà anche in ogni canale di
Oltremondo. Se con questo progetto, poi, porteremo un netto miglioramento alla vita dei nostri fratelli più poveri, noi
faremo ciò che la maggior parte delle religioni ci chiede: aiutare il prossimo. I precetti cristiani (e non solo) di dividere
con gli altri le nostre ricchezze, di aiutare chi è meno fortunato, troveranno perfetta realizzazione nel regalo dell'accesso
al nuovo mondo a tutta l'Umanità. Saremmo dei cattivi cristiani (o buddisti, o altro) se non lo facessimo. Coloro che
hanno dedicato la loro esistenza all'evangelizzazione del prossimo potranno avere anche maggiori possibilità nel nuovo
ambiente digitale, potendo raggiungere chiunque con potenti, meravigliosi mezzi espressivi che renderanno visibili le
loro gioie interiori.
I filtri che saranno predisposti ad ogni canale, liberamente definibili da ogni organizzazione religiosa, garantiranno che
ogni buon cristiano (o altro), se lo desidera, frequenterà gli ambienti più consoni alla propria fede. Nel mondo fisico tali
filtri non esistono ed allora tante esperienze sono scelte senza alcun aiuto da parte della propria organizzazione
religiosa.
La principale obiezione che sarà mossa dalle religioni ad Oltremondo sarà che esso potrà essere una specie di 'grande
tentatore', rendendo facilmente accessibili infinite lusinghe, infinite tentazioni. Si potrebbe rispondere dicendo che un
vero fedele deve essere in grado di resistere e che tali rinunce ne fortificheranno l'animo ma non si deve essere ingenui.
E' chiaro che la tentazione farà cedere tantissimi fedeli che indulgeranno in quello che viene considerato peccaminoso
dalle loro religioni. Tali 'peccati' non saranno però, alla lunga, deleteri. La maggior parte del piacere di molti vizi è
proprio nella trasgressione. Dopo aver provato una certa esperienza innumerevoli volte essa perde dello smalto iniziale.
Le persone potranno anche sguazzare nel peccato ma saranno consce di farlo. Se nessuno glielo impedirà dopo un certo
tempo essi stessi decideranno di smettere. Non vi è religioso che non possa essere d'accordo sul fatto che è meglio un
peccatore genuinamente stanco del peccato che un fedele ambiguo che rinuncia al piacere solo perché sa di non
poterselo permettere. La rinuncia volontaria di una certa cosa che si è provata fino alla nausea ci rende forti e in grado
di non cedere ancora alla tentazione. Magari perché tali fenomeni si producano occorrerà tanto tempo ma dopo tale
periodo emergeranno fedeli veri, che si accosteranno a certi modelli di vita grazie ad un autentico desiderio di
spiritualità. Nel mondo fisico moltissime persone sono blandamente religiose e seguono una certa dottrina stancamente,
solo perché qualcuno ha scelto per loro quando ancora non erano capaci di intendere e di volere. Pochissime persone
hanno scelto una religione a seguito di un percorso interiore. In un mondo digitale, che sarà ovviamente anche
edonistico e materialistico, l'ubriacatura di esperienze di ogni tipo produrrà in un tempo certamente non breve, ma
comunque finito, uno spontaneo desiderio di spiritualità, di eterno. Le persone si rivolgeranno alle dottrine spirituali con
un profondo, sincero desiderio. Sarà la rinascita delle religioni, non la loro fine. Non temano quindi i religiosi, l'Uomo
migliorerà e svilupperà una dimensione spirituale ancora superiore. Il disprezzo per tutto ciò che è materiale, fisico,
corporeo, potrà realizzarsi veramente solo quando la dimensione corporale subirà la relativizzazione finale da parte
dello sviluppo infinito della dimensione digitale. Ogni Uomo, perso il legame fisso ed ineluttabile con il proprio corpo,
che non sarà più necessariamente sempre lo stesso, si identificherà con ciò che lo rende davvero sé stesso, diverso da
tutti gli altri: il proprio spirito, la propria anima immortale. Le persone continueranno e addirittura ricominceranno a
svolgere le orazioni richieste dalla propria fede. I musulmani, ad esempio, che seguono una delle religioni che
richiedono maggiore impegno ai propri fedeli, potranno sempre pregare cinque volte al giorno rivolti verso la Mecca,
nel canale digitale in cui si troveranno oppure sconnettendosi e pregando nel mondo fisico. La possibilità di incontrarsi
con chiunque produrrà la possibilità per ognuno di discutere della propria fede con chiunque altro e di pregare nel luogo
che preferirà. Nasceranno meravigliosi centri spirituali in canali digitali dedicati dove immense, meravigliose
costruzioni, diafani giochi di luce, armonie celesti, ricorderanno a tutti la meraviglia di Dio.
L’ULTRANET
Si sta realizzando Internet 2, la versione a larga banda di Internet. ‘Larga banda’ significa molto maggiore velocità di
trasmissione dei dati. Internet fu creata per essere indistruttibile, la velocità non era uno dei motivi che ne decisero la
realizzazione da parte della difesa americana. L’effetto è che Internet è lenta, inadatta per flussi di dati di tipo video. Gli
operatori economici stanno tentando di portare su Internet i contenuti ed i paradigmi tipici dei media tradizionali.
Inizialmente è sempre così, ogni nuovo settore nasce attingendo ai modelli che funzionavano in settori esistenti affini.
Fu così per il cinema dal teatro e per la televisione dal cinema. Solo in un momento successivo il nuovo media viene
sfruttato per le sue reali possibilità e peculiarità. Su Internet nei primi anni ’90 si cercò di portare i contenuti
dell’editoria classica e molti miliardi furono bruciati prima che ci rendesse conto di una cosa:
“Here is the incontrovertible truth: No one reads on the Internet. Not conventionally, Not as I read something printed on
paper. Not as I write. Not in word, sentence, paragraph, article, and longer-version form. (Questa è la incontrovertibile
verità: Nessuno legge su Internet. Non convenzionalmente. Non come io leggo qualcosa stampato su carta. Non come io
(9)
scrivo. Non in parole, frasi, paragrafi, articoli, e in formati più lunghi)”
Altri pensarono che Internet fosse la superstrada informatica pensata da Al Gore (il vicepresidente americano
dell’epoca) e che su di essa potesse passare quell’altro feticcio di quegli anni, il video-on-demand. Ma i primi
esperimenti mostrarono che la gente non era disposta a pagare abbastanza per poter vedere un film a scelta da una
grande collezione con la possibilità di farne partire una copia per sé nel momento più comodo. I server che si sarebbero
resi necessari sarebbero stati troppo costosi, le linee troppo lente. Così si decise di attendere il cablaggio in fibra ottica
di tutte o quasi le case. Tecnologie come l’ADSL aumentarono poi di molto la velocità che si poteva spremere dal
vecchio cavo di rame che già arrivava in ogni casa. Alla fine del millennio si è visto nascere un nuovo feticcio: il
wireless. Wireless significa ‘senza fili’, ci parla di un mondo in cui tutti gli oggetti sono elettronici e comunicano tra di
loro, in cui ogni persona ha un aggeggio che lo collega su Internet ad altissima velocità con audio e video. La naturale
(10)
evoluzione della telefonia cellulare. Magari succederà, ma molto probabilmente ha ragione Negroponte
quando
dice che alla fine si useranno i fili per ciò che è fisso e le onde radio, preziose e inevitabilmente limitate, per ciò che è
mobile e necessita DAVVERO di comunicare.
In Oltremondo tutto ciò sarà superato; essendo ogni cosa già DENTRO i computer non ci sarà alcun problema a far
comunicare qualsiasi cosa con qualsiasi altra in qualunque modo si voglia. Si potranno far succedere cose che ancora
oggi potrebbero essere possibili solo con la magia, uno spazzolino da denti potrà animarsi e parlarci senza che il
progettista debba preoccuparsi di come miniaturizzare il computer necessario o di dove mettere le batterie. Non ci si
dovrà preoccupare di zone in cui non c’è il segnale radio perché tutto sarà semplice e perfetto. Per fare comunicare tra
di loro nel mondo fisico i sistemi che proietteranno nelle menti collegate tutti i canali di Oltremondo occorrerà però
un’infrastruttura particolare. Internet 2 sicuramente sarà più che sufficiente ma dovremo realizzare un protocollo, cioè
un insieme di regole di comunicazione, specifico. Questo protocollo potrà essere tradotto per essere trasmesso su
Internet 1 e 2 ma certamente porterà alla fine alla realizzazione di reti speciali. Fin dall’inizio la Fondazione dovrà
organizzare questa rete, mettendola a disposizione su Internet 1 e 2 ma mantenendo propri server ottimizzati per il
lavoro di generare i mondi digitali e mantenerli coerenti tra di loro e tra i vari utilizzatori che vi si collegheranno dai più
disparati punti del pianeta. Il protocollo da realizzare dovrà essere scalabile, in grado cioè di funzionare ai vari livelli di
velocità possibili, dal più lento Internet base fino alle linee speciali Ultranet ad altissima velocità che ora possiamo solo
ipotizzare. A seconda della velocità disponibile ogni utente avrà una rappresentazione più o meno dettagliata mentre il
sistema dovrà garantire la perfetta corrispondenza temporale delle varie esperienze personali. Uno dei principali
problemi, infatti, è che può succedere che un utente faccia una cosa ed un altro la veda anche con svariati secondi di
differenza. Questo non deve accadere. I mondi condivisi devono essere realistici, perfetti. Quindi si dovrà dare sempre
preferenza alla velocità e coerenza rispetto al dettaglio. Un altro importante aspetto è quello del formato degli indirizzi.
Con indirizzo si intende il numero univoco di un certo sito sulla rete, una specie di ‘numero di telefono’. Su Internet si è
scelto un formato a 32 bit che permette la codifica di circa quattro miliardi di indirizzi, già nel 2000 largamente
insufficienti. La nuova rete dovrà permettere una numerazione molto più ampia, quasi infinita, scalabile anch’essa in
modo da ospitare i mondi che si creeranno e che tenderanno appunto all’infinito. Anche il tipo di URL (uniform
resource locator, i ‘nomi’ degli indirizzi) dovrà essere ridefinito.
Ogni mondo dovrà avere un nome (come oggi ogni sito Internet) ma quel nome dovrà essere molto più libero e con
molte maggiori possibilità di sottonumerazione in modo da poter codificare facilmente tanti punti di vista diversi
all’interno del canale. In questo modo si potrà realizzare un ambiente immersivo in cui si potrà entrare in vari punti
oppure spostarvicisi istantaneamente. Faccio un esempio: un articolo sull’isola di Santo Domingo potrebbe contenere
varie immagini di punti dell’isola, ognuna delle quali con un indirizzo del tipo “u:santodomingo.loc/xxx” con xxx un
numero ogni volta diverso (ad esempio /12, /137, /893 e così via). Ogni numero corrisponderebbe ad una posizione
dell’osservatore e ad un suo orientamento nello spazio. Digitando l’indirizzo che compare sotto ad un’immagine mi
troverei ad osservare lo stesso panorama che compare sulla rivista di viaggi ma, non appena mi muovessi, scoprirei che
in realtà sono SULL’ISOLA e che mi posso guardare attorno e camminare normalmente, magari pure scambiare quattro
parole con gli indigeni. Attivando una funzione di teletrasporto potrei poi scegliere uno qualsiasi dei punti indicati
nell’articolo o di molti altri scelti come significativi da coloro che hanno realizzato il canale Santo Domingo. Nello
stesso modo in un canale in cui si potesse osservare una successione di eventi, ad esempio le reazioni chimiche di una
certa cellula, i punti di osservazione sarebbero anche dei punti NEL TEMPO da cui cominciare la mia osservazione
della sequenza di eventi. Come un cartone animato o un film che io potrei interrompere in qualsiasi momento per
guardare meglio, esplorare tridimensionalmente la scena o chiedere informazioni su di un particolare. Potrei andare
avanti ed indietro, come in una videocassetta, ma in un MONDO completo. Al limite, questo diventerebbe cinema, un
intero film da esplorare così. Un articolo riguardante una reazione chimica o una teoria di costruzione delle piramidi, o
anche una scenetta comica potrebbe recare varie istantanee di punti nell’evoluzione dell’evento ed ognuna un indirizzo
per saltare proprio in quel punto del tempo e dello spazio di quel canale da cui vedere la cosa.
La Fondazione dovrà ospitare sui propri server tutti i mondi che saranno generati, senza chiedere nulla a nessuno.
L’unico vincolo dovrà essere che ogni oggetto creato da chiunque per un mondo sia disponibile per chiunque altro, in
modo da creare una gigantesca biblioteca di oggetti da usare o modificare per realizzare sempre più facilmente i propri
mondi. Se qualcuno userà il prodotto creato da una persona a fini di lucro dovrà corrispondere al creatore una parte
degli utili in modo da giustificare la pubblica disponibilità degli oggetti creati, Per garantire questo meccanismo di
protezione del diritto d’autore la Fondazione dovrà mantenere tutti i mondi sui propri server e non permettere la
creazione di reti parallele. Se questo venisse permesso molti non vorrebbero più creare mondi ed oggetti pubblici e
comincerebbero a chiedere di poter creare mondi da non dividere con altri. Questo sarebbe un problema per la
diffusione di Oltremondo. Occorre quindi che un ente superiore coordini gli sforzi creativi, imponga la pubblica
accessibilità dei mondi generati e garantisca il non sfruttamento senza ritorno del lavoro di chiunque. E’ ovvio che i
creatori di ogni canale avranno il diritto di definire le regole in qualsiasi modo vorranno; in questo senso non ci saranno
restrizioni. Tuttavia nei casi di regole di accesso che escludano qualcuno i singoli oggetti creati per la realizzazione di
quel mondo dovranno essere comunque a disposizione sotto forma di raccolte svincolate dal singolo canale in modo da
permettere a nuovi creatori di ‘pescare’ a piene mani dal lavoro di quelli prima di loro. Se il materiale verrà usato per
canali a pagamento la Fondazione dovrà essere garante del fatto che verrà corrisposto un compenso adeguato. Lo stesso
meccanismo di pagamento sarà gestito in modo nativo, cioè come un servizio di base presente fin dall’inizio, nella rete,
in modo da fornire quel servizio omogeneo di supporto al business che su Internet è sempre mancato. Si realizzerà un
sistema di pagamento standard che prevede la possibilità per chiunque di avere un proprio conto corrente sul sistema, da
usare per qualsiasi servizio a pagamento e su cui versare del denaro tramite i mezzi più vari, dalla carta di credito al
vaglia ecc. Tutto il denaro che si potrà guadagnare (ad esempio realizzando un canale a pagamento) finirà su questo
stesso conto da cui ci si potrà fare accreditare la cifra voluta su qualsiasi banca del mondo. Ovviamente auspichiamo
che moltissimi canali siano gratuiti ma è necessario supportare il desiderio di business che certamente nascerà. Ogni
canale avrà poi sue regole economiche, potrà avere la sua valuta e si potrà cambiare una parte del denaro del proprio
conto nella divisa (cioè nel tipo di denaro) necessaria per il canale specifico. Esisteranno ovviamente moltissimi canali
senza denaro però. Questo è l’unico modello di sviluppo che permetta anche l’esistenza di un modello di business.
Un altro importante aspetto è la sicurezza: la rete dovrà garantire standard di sicurezza altissimi in modo da evitare la
paura degli hacker che tanto potrebbe rallentarne lo sviluppo. Un altro importantissimo punto che su Internet si è
sviluppato in modo caotico e con risultati frustranti ed insoddisfacenti è quello dei motori di ricerca. Non vi è dubbio
che la profusione di canali, di informazioni, di dati, che si creerà diventerà in breve tempo non più gestibile senza
l’imposizione di ferree leggi per garantire un ordine preciso. I motori di ricerca su Internet hanno sempre fornito
indicazioni approssimative perché hanno dovuto lavorare senza il supporto di una codifica standard dei dati che
indicizzavano. Su Ultranet non dovrà essere più così. Ogni canale, ogni parte di canale, ogni oggetto, ogni punto di
vista, ogni informazione, testuale o non, dovrà avere una scheda molto ampia che ne definisca la natura, l’uso e le
possibilità. Per questo si prenderà a prestito il concetto di classe della programmazione ad oggetti. Una singola sedia di
un certo mondo sarà quindi derivata dalla classe generica oggetto -> mobile -> sedia e avrà tra le caratteristiche lo stile
(ad es. Luigi XIV), il materiale (mogano e stoffa), la posizione spaziale e così via. Inserendo nutrite informazioni nella
scheda di ogni oggetto e categorizzando sistematicamente le cose ed i gruppi di cose dovrebbe diventare facile trovare
ciò che si cercherà e realizzare motori di ricerca davvero efficaci.
Da tutte queste considerazioni emerge chiara la necessità della creazione di una rete speciale per Oltremondo, creata fin
dall’inizio pensando a tutto ciò che è stato carente su Internet ed alle importanti necessità di una struttura che deve
garantire la vita digitale di miliardi di persone. I motivi sono sia tecnici che economici che etici. La Fondazione dovrà
impegnarsi per la definizione degli standard di questa rete e per la realizzazione della infrastruttura di server che
manterranno i dati dei vari canali. Questa rete verrà denominata Ultranet; una infrastruttura di comunicazione che potrà
passare su qualsiasi canale fisico si renderà disponibile: dalla vecchia Internet ad Internet 2 a qualsiasi altro sistema. Un
buon punto di arrivo possono essere le fibre ottiche con velocità di almeno un gigabit (un miliardo di bit o 120
megabytes al secondo); nel 2000 erano già disponibili dispositivi da 100 gigabit quindi questa è una stima perfino
conservativa. La struttura di Ultranet dovrà essere altamente scalabile in modo da permettere una sua utilizzazione fin
dal 2003 e produrre delle performances liberamente aumentabili con la velocità del mezzo trasmissivo.
Uno strumento come questo dovrà iniziare a produrre interessanti risultati fin da subito senza penalizzare gli sviluppi
futuri. Troppe volte nella storia della tecnica si sono scelte soluzioni che sembravano perfino eccessive nel momento
dell’ideazione e che si sono rivelate in seguito mortali ‘colli di bottiglia’; si pensi al limite dei 640 Kbytes del DOS ad
esempio. Ultranet fin dall’origine sarà realizzata con l’idea di un luminoso futuro per sé e per l’Umanità quindi senza
alcun limite superiore. Per quale motivo occorre tanta velocità? La ragione principale è che si dovranno trasferire
rapidamente grandi quantità di dati per realizzare immagini convincenti della realtà. Ogni sguardo che un Uomo lancia
al mondo che lo circonda gli veicola impressionanti quantità di dati. Il cervello, poi, è in grado di estrarre ogni più
piccola discrepanza, ogni sfumatura irregolare dell’immagine. Questa abilità si è sviluppata nell’ambiente altamente
competitivo in cui vivevano i nostri progenitori, nel quale scorgere una foglia fuori posto in un cespuglio poteva essere
la differenza tra la vita e la morte. Per produrre immagini realistiche occorre quindi disporre di enormi quantità di dati
che variano rapidamente non appena l’utente si volta o cambia direzione. La rete Ultranet dovrà veicolare i dati per la
creazione della scena in ogni punto in cui si troverà a passare l’utente. Anche se il rendering, cioè la creazione
dell’immagine visiva a partire dai dati fisici dell’ambiente, sarà realizzato dal sistema di Ultraport locale, ogni azione di
ogni essere sulla scena dovrà riflettersi immediatamente nella visione di tutti i presenti. Questo porta alla definizione di
un altro importantissimo concetto: la LATENZA. Questa grandezza ci dice quanto tempo impiega un dato ad essere
trasmesso ed è molto importante per i mondi condivisi. Su reti come Internet la latenza è indefinita potendo variare da
zero all’infinito. In pratica su Internet l’informazione che ho cambiato posizione può partire e magari mai arrivare al
server centrale e quindi non giungere alle altre persone presenti che continuerebbero a vedermi girato nel senso
precedente. Internet non fu creata per condividere mondi ma per mandarsi informazioni quindi la latenza non era un
problema. Su Ultranet invece si dovrà fare ogni sforzo per ridurre questo parametro il più possibile.
La connessione avverrà in modalità client-server: grandi computer (server) posizionati in speciali ambienti della
Fondazione manterranno tutti i dati di ogni mondo e dialogheranno con sistemi client posti presso ogni utente collegato.
I sistemi client saranno costituiti da un qualsiasi hardware utilizzabile su cui sarà presente il software di Ultraport. Ogni
persona che vorrà collegarsi ad Oltremondo attiverà il proprio Ultraport e riceverà il benvenuto dal server più vicino
tramite una connessione Ultranet realizzata con il sistema disponibile al momento. Il server invierà le definizioni
matematiche degli ambienti in cui l’utente si troverà mentre il sistema Ultraport eseguirà la realizzazione dell’immagine
grafica e la proiezione della stessa. Tale proiezione potrà avvenire, a seconda dell’hardware, con un monitor da
computer o con un caschetto per ultravisore che proietterà l’ambiente direttamente nella mente dell’utente. Il server
invierà tutte le traiettorie degli oggetti animati della scena e successivamente qualsiasi variazione. Ogni movimento
dell’utente, così come ogni oggetto spostato da esso, sarà immediatamente notificata a tutti i client collegati nello stesso
ambiente. In caso l’utente ponga in essere un’azione che modifichi la struttura dell’ambiente (come una martellata su un
muro), il server attiverà un’analisi agli elementi finiti per la definizione del nuovo stato dell’oggetto modificato e
notificherà lo stesso agli altri utenti. Il server sarà interrogato dal client Ultraport solo per le parti di ogni ambiente a lui
non ancora note, se l’utente tornerà sui suoi passi la disponibilità locale delle zone già visitate sarà usata per ricrearle
senza richiedere nuovamente i dati. In questo modo il server invierà i dati per le zone in cui l’utente starà per entrare
con un leggero anticipo in modo da ‘aprire la strada’ davanti a lui. Per minimizzare il traffico, specie sulle connessioni a
bassa velocità, si utilizzeranno una serie di tecniche di compressione che chiameremo ULTRAPEG:
• Invio degli oggetti della scena mediante uso delle tabulae: ogni oggetto sarà una copia di una certa categoria di
oggetti espressa da una tabula, eventualmente derivata da un’altra con variazione di alcuni particolari. Le tabulae
saranno una sorta di ‘artigiani’ specializzati ognuno nella creazione di uno specifico oggetto. In pratica, se sulla
scena sarà presente una Ferrari Testarossa blu, il sistema invierà l’informazione di creare l’oggetto derivandolo da
‘Ferrari Testarossa’ a sua volta derivata da ‘Automobile’ derivata da ‘veicolo’ derivata da ‘oggetto inanimato’ con
aggiunta della caratteristica ‘colore blu’. Lo stato di pulizia dell’auto sarà uno degli attributi della particolare copia
e modificherà l’aspetto della specifica Ferrati Testarossa blu della scena. Se il sistema di rendering avrà già in
memoria una o più di tali tabulae il server invierà solo le differenze abbattendo in questo modo il carico di dati da
trasmettere. Man mano che avanzerà in un ambiente il sistema di Ultraport creerà un database di tabulae in modo
da ridurre sempre più le richieste di dati; la banda trasmissiva che si libererà potrà essere utilizzata per aumentare il
livello di dettaglio delle scene.
• Invio degli oggetti come ripetizione di oggetti già presenti con piccole variazioni: in questo modo fregi ripetuti su
di un edificio saranno tutti espressi dalla stessa tabula con attributi che variano all’interno della serie in modo
algoritmico. Questo minimizzerà ulteriormente il carico di dati riducendo la serie di attributi all’invio dei soli
parametri della funzione modulante (che dovrà essere probabilmente frattale).
• Invio dei parametri di animazione anch’essi con il metodo delle tabulae: in questo modo animazioni complesse
potranno essere ridotte a tabulae o insiemi di tabulae e quindi probabilmente trovarsi già in memoria. L’animazione
degli esseri umani, ad esempio, può essere estremamente complessa e generare una serie di vettori di movimento
molto lunga per ogni membro del corpo. La definizione come tabulae di queste sequenze renderà possibile l’uso di
registrazioni di motion capture (cioè a partire da movimenti di corpi umani fisici registrati in laboratorio) in modo
ripetuto. Ogni essere umano sulla scena potrà essere animato con la tabula ‘camminare’, ‘andare in bicicletta’,
‘guardare le vetrine’ e così via.
• Generazione di quasi tutte le textures (le immagini utilizzate per ricoprire le superfici) in modo algoritmico: invece
di definire la texture per, ad esempio, il marmo, come una foto di un pezzo di marmo da usare per tutte le superfici
marmoree, si potranno inviare le equazioni delle funzioni frattali che definiscono le venature e le modulazioni di
colore per ognuna. In questo modo una qualsiasi superficie di marmo verrà renderizzata con una copia della tabula
‘materiale marmo’ ottenuta a partire da certi valori delle funzioni. In pratica, invece di inviare grosse immagini si
invieranno piccole equazioni. Ogni pezzo marmoreo sarà realizzato a partire dal numero di serie assegnato alla
copia specifica o dalle coordinate nel mondo di quel particolare; tali coordinate costituiranno un modo per essere
certi di renderizzare sempre lo stesso marmo con le stesse venature nello stesso posto. Altra interessante
caratteristica della definizione algoritmica è la zoomabilità infinita; ogni funzione matematica può essere ingrandita
o rimpicciolita all’infinito restando sempre definita, un’immagine fotografica se troppo rimpicciolita diviene un
punto nero, se troppo ingrandita si ‘spixella’ sfocandosi e mostrando i singoli pixel (punti colorati) si cui è
composta. La definizione algoritmica dovrà lasciare il posto agli algoritmi di definizione delle strutture atomiche di
ogni materiale al di sopra di un certo livello di ingrandimento, anche se tale funzione probabilmente non servirà per
mondi in cui svolgere esperienze normali (non si vedono gli atomi normalmente).
• Generazione progressiva delle textures fotografiche: nel caso dell’invio di un’immagine, come ad esempio un
affresco, la fotografia dell’oggetto dovrà essere inviata in modo fortemente progressivo; in un primo momento si
invierà una copia in bassissima definizione che potrà contenere anche solo le dimensioni ed il colore medio di tutta
la superficie. Successivamente si invierà un’immagine dove ogni pixel definisce il colore medio di un ‘tassello’ di,
per esempio, 50x50 centimetri e così via. In tal modo uno sguardo veloce alla parete farà capire, anche in caso di
connessioni a bassissima velocità, che c’è un’immagine. Focalizzando l’attenzione e rimanendo nei pressi del punto
di interesse la figura si definirà sempre di più permettendo anche di avvicinarsi e vedere da molto vicino ogni
sfumatura di colore. Nei sistemi tradizionali tutte le immagini sono codificate con lo stesso livello di dettaglio e
quindi si spreca spazio nel caso non siano molto interessanti per l’osservatore e si delude la persona che vorrebbe
osservarle meglio perché avvicinandosi troppo si ‘spixellano’ sfocandosi. Date le finalità culturali che fin da subito
caratterizzeranno molte applicazioni di Oltremondo occorre porre una grande attenzione alla performance ma anche
all’elevatissima qualità delle rappresentazioni ottenibili.
La connessione alla rete Ultranet sarà gratuita per tutti, nessuno escluso. Ogni persona potrà collegarsi in modo
anonimo o certificato. Nel modo anonimo non si potrà accedere a molti canali di Oltremondo ma sarà garantita la
privacy più totale. Nel modo certificato la persona renderà noti alla Fondazione i sui dati individuali, sarà dotata di un
conto personale e potrà accedere a qualsiasi canale per cui sia qualificata. Tali dati saranno comunque segreti a meno
che la persona li voglia rendere noti a qualcuno. Le spese eventualmente sostenute e i possibili guadagni transiteranno
sul conto personale tramite un sistema unico di gestione dei movimenti che garantirà la massima trasparenza e
sicurezza. Ogni canale potrà definire le regole di accesso e Ultranet garantirà la rispondenza delle caratteristiche degli
utenti autorizzati all’accesso. Qualsiasi persona certificata potrà realizzare liberamente un canale utilizzando gli oggetti
e le tabulae già definiti dagli altri. Ogni canale potrà essere a pagamento in tutto o in parte e un’apposita Società di
Applicazione percepirà una piccola frazione del costo per il servizio di mantenimento ed incasso. Ogni persona od
organizzazione che avrà realizzato anche un solo oggetto utilizzato nel canale a pagamento percepirà una frazione di
tale incasso come ricompensa per l’uso commerciale delle proprie creazioni. Ovviamente i canali del tutto gratuiti non
saranno soggetti ad alcun costo e la Fondazione si farà carico dell’assistenza a qualsiasi livello dei canali di
divulgazione e ricerca scientifica o culturale. Sarà possibile memorizzare gli oggetti usati per la definizione dei propri
mondi in due modi: pubblico e privato. Nella modalità pubblica tali oggetti saranno disponibili per tutti e l’autore
riceverà la sua percentuale se verranno utilizzati per scopi commerciali. Nella modalità privata gli oggetti da noi
realizzati saranno accessibili solo al nostro gruppo di lavoro e non potranno essere utilizzati da terzi nei loro progetti. Il
sistema richiederà un piccolo ma significativo contributo per la memorizzazione degli oggetti privati in modo da
scoraggiare questa scelta.
I MOTORI DI RICERCA
Sul World Wide Web si evidenziò rapidamente un problema: nell'immensa massa di pagine Web che si andava
accumulando non c'era alcun ordine. L'anarchia del sistema favoriva la più grande libertà di espressione e diffusione che
l'Umanità avesse mai avuto ma allo stesso tempo rendeva arduo far giungere il messaggio ai destinatari voluti i quali
avevano parallelamente una enorme difficoltà a trovare i dati cercati. Una frase è eccezionalmente indicativa della
situazione: “su Internet chi non cerca niente ha l'impressione di trovare tutto”. Il motivo di questa crescita disordinata è
da ricercarsi nella formulazione originaria del Web: Internet è sempre stata una rete di computer sulla quale poteva
passare qualsiasi tipo di dati ma la rappresentazione di questi non è diventata fruibile dal grande pubblico fino alla
nascita del linguaggio HTML. Tale prodotto, realizzato al CERN di Ginevra, nacque per la condivisione di dati e
progetti in ambiente scientifico ma si diffuse rapidissimamente perché permetteva di disegnare pagine grafiche con testi
(17)
di qualità tipografica al posto delle vecchie ostili schermate ultratecniche dei sistemi precedenti come il Gopher
La
possibilità di disegnare le proprie pagine spinse rapidamente milioni di persone a mettere on-line qualsiasi tipo di
contenuti ed il vociare che ne conseguì rese la rete un luogo caotico e disordinato. L'invenzione dei motori di ricerca,
fatta quasi per caso o per gioco, portò alla nascita di un servizio che ha reso miliardari i primi realizzatori ed oggi viene
dato per scontato. Un motore di ricerca è essenzialmente un servizio che si appoggia ad un gigantesco archivio per
trovare le pagine Web che contengono le parole indicate dall'utente. Esistono moltissimi motori di ricerca ma la base è
sempre questa. Tale sistema è ben lontano dall'essere veramente efficace, ma essendo l'UNICO modo di reperire le
pagine di interesse, è diventato il servizio più usato su Internet. L'efficacia è limitata dal fatto che nell'archivio di ogni
motore di ricerca si trovano una lunga lista di parole con associati i siti e le pagine che le contengono ma tali dati sono
stati rilevati dal sistema stesso, senza collaborazione da parte degli autori. Capita quindi che la ricerca di una parola
specifica ci faccia trovare siti che la contengono, ma in contesti del tutto diversi da quello da noi richiesto, oppure con
un significato del tutto sbagliato. Non avendo nessun metodo standard di catalogazione su cui mettere d'accordo i
realizzatori di contenuti appare chiaro che una ricerca automatica non può dare risultati efficaci. Molti motori sono stati
realizzati sfruttando tecniche di intelligenza artificiale ma niente può per ora sostituire il buon senso umano
nell'interpretazione semantica dei contenuti. E' ovvio infatti come un qualsiasi software non possa arrivare alla
comprensione del reale SIGNIFICATO delle frasi e si debba limitare al massimo ad intuire l'argomento trattato, spesso
con risultati dal ridicolo al disastroso. In una tale situazione si assiste ad un continuo aumentare dei dati disponibili online ed un parallelo peggioramento della precisione e selettività delle ricerche dei motori. Tale situazione non potrà mai
migliorare, proprio a causa dell'anarchia della rete. Non essendoci uno standard di catalogazione riconosciuto e diffuso,
i nuovi contenuti continueranno ad essere realizzati senza preoccuparsi della loro catalogabilità ai fini della ricerca ed i
motori dovranno cercare di indicizzarne i contenuti sperando più nella buona sorte che in metodi precisi.
In Oltremondo dovremo fare tesoro di questa esperienza, senza ricadere in un caos simile. L'anarchia dovrà essere
mantenuta nei suoi aspetti positivi che sono quelli dell'assenza di censure e facilità e libertà di creazione di contenuti ma
una qualche regola andrà imposta. La catalogazione dei contenuti di ogni canale di Oltremondo dovrà avvenire alla
fonte tramite l'imposizione di una fattiva collaborazione degli autori. Ogni canale dovrà possedere una scheda
informativa la più ampia possibile, pubblicamente disponibile in modo da consentire la creazione di tanti differenti
servizi di ricerca, ognuno mirato a ben precise prestazioni. Alla scheda 'dichiarativa' compilata dal comitato
organizzatore del canale dovrà affiancarsene un'altra 'valutativa' a cura della Fondazione. Tale scheda dovrà non essere
modificabile dagli autori e contenere le valutazioni effettuate sul canale dalla Fondazione in modo anonimo e
completamente spassionato. Dovremo prevedere un'ulteriore scheda 'a votazione' in cui ogni ultranauta potrà dare un
proprio parere su molti aspetti del canale in modo da fornire una valutazione democratica e 'in presa diretta' da parte di
utenti che hanno effettivamente visitato il canale. Un elenco dei nomi e dei luoghi oltre che degli oggetti potrà
completare utilmente molti canali in modo da permettere ricerche sui mondi che contengono dati o copie di particolari
oggetti o personaggi o luoghi. Come ultima serie di dati sarà presente un 'filtro' con l'indicazione di un coefficiente di
gradimento o di condanna del canale da parte di una serie di organizzazioni sociali e religiose. Tale mole di dati potrà
essere visionata da qualsiasi ultranauta in modo da poter decidere con cognizione di causa se accedere o no al canale.
Sofisticati schemi di ricerca saranno realizzabili, in modo da trovare il o i canali più adatti in base ad una o più necessità
esternate da ogni utente. La struttura stessa dei canali di Oltremondo permetterà un'indicizzazione automatica: essendo
ogni cosa una copia di particolari archetipi di oggetti, sarà senz'altro facilissimo compilare in modo del tutto automatico
elenchi e statistiche di concetti presenti in ogni canale. Facciamo un esempio: una ricerca per il 'gotico' potrebbe
elencarci i canali contenenti elementi architettonici di tale categoria, elencandoli in ordine di numero di elementi,
dimensioni fisiche totali di elementi contenuti o percentuale di tali elementi sul totale del contenuto. In caso si
scegliesse l'elenco ordinato in percentuale al primo posto comparirebbe il canale che ha, ad esempio, il 98% di edifici in
stile gotico. Una ricerca per aerei a reazione potrebbe elencare i canali che hanno il maggior numero di velivoli di
questo tipo o nei quali essi siano in percentuale maggiore rispetto al totale dei veicoli. Allo stesso modo per una ricerca
su Frank Sinatra e così via. Le possibilità di ricerca, filtraggio ed analisi saranno elevatissime e davvero superiori a
quanto si sia mai visto sul Web.
L’ULTRASALUS
Uno dei progetti da portare avanti durante lo sviluppo di Oltremondo sarà quello volto ad assicurare una salute migliore
possibile in attesa delle rivoluzionarie possibilità che seguiranno. E’ indubbio, infatti, che la situazione sanitaria
cambierà drasticamente le proprie premesse alla luce delle nuove possibilità. Se fino a pochi anni fa la vita media
poteva aggirarsi attorno agli ottant’anni e gli ultimi decenni di esistenza erano comunque caratterizzati da un declino
delle possibilità fisiche, tutto questo non sarà più vero. Le possibilità che nasceranno con Oltremondo dovranno indurci
ad una totale riconsiderazione di cosa sia l’esistenza e la qualità della vita, di cosa è possibile e persino di cosa sia
giusto dal punto di vista sanitario. Le persone potranno accedere ad esperienze piene ed esaltanti a qualsiasi età, il corpo
fisico non avrà più importanza. Fin dai primi anni di Oltremondo l’esistenza sarà distaccata dalle limitazioni del corpo e
ognuno potrà sperimentare esperienze che richiedano il vigore dei vent’anni pur avendone ottanta. Le terapie potranno
essere molto più aggressive dato che le persone potranno rimanere a letto o addirittura in infernali macchinari anche per
mesi, pur vivendo esistenze del tutto normali o addirittura molto più eccitanti e varie di quanto abbiano fatto in
gioventù. Tale stato di cose modificherà profondamente la medicina e amplierà i confini di ciò che è possibile nel
campo del trattamento. Parallelamente assisteremo ad una progressiva valorizzazione della vita che verrà intesa come il
substrato indispensabile per l’accesso a questi universi di possibilità. Nascerà una coscienza sempre più netta del valore
dell’esistenza e si desidererà ad ogni costo proseguirla. Situazioni che in passato si ritenevano inumane ed
insopportabili diventeranno facilmente percorribili. Pensiamo a persone ridotte a letto per sempre, sottoposte a dialisi
continua e trattamenti che producono forti disagi, come il vomito. Senza Oltremondo la medicina non ha mai accettato
di sottoporre masse di pazienti a condizioni così disumane e si sono fatalmente limitate tante possibilità terapeutiche
perché non si poteva giungere a questi estremi. Con Oltremondo si potranno far sopportare ai pazienti condizioni
impossibili mentre la loro mente vivrà esistenze meravigliose, molto migliori della loro vita precedente. Le endorfine,
sostanze prodotte dal cervello, saranno prodotte in gran copia e contribuiranno alla cura di tutta una serie di patologie
per le quali si era da tempo ritenuto molto importante l’umore del paziente. E’ indubbio, infatti, che una persona felice,
che ha ritrovato la gioventù e la bellezza, che vive intense esperienze sociali, produrrà endorfine positive che non
avrebbe mai generato costretta a letto, con un corpo vecchio e in sfacelo. La possibilità di vivere meglio e molto più a
lungo porrà in una prospettiva del tutto nuova le condizioni delle persone anziane o gravemente malate. La medicina ha
sempre tentato di curare tutti ma certamente l’accanimento non è stato massimo nel caso di anziani che comunque erano
prossimi alla morte e per tutti quei casi in cui la qualità dell’esistenza fisica sarebbe stata troppo bassa. Cure che
provochino, ad esempio, la probabile salvezza ma a prezzo di gravi paralisi, non sono mai (giustamente) state
perseguite. Lo sganciamento del corpo fisico dall’esistenza soggettiva permetterà di allargare moltissimo il campo
d’intervento della medicina. Allo stesso modo diventerà molto più importante la prevenzione. Se una persona potrà
verosimilmente contare su cinquecento anni di vita, e di vita meravigliosa, avrà molto più senso sottoporsi ad un rigido,
e magari doloroso, programma di prevenzione. Durante gli anni che ci separano dall’avvio di Oltremondo ha molto
senso stare attentissimi alla propria salute e rinunciare magari a molte comodità. Pensiamo ad esami che rendano la vita
anche meno piacevole, ma a cui sottoporsi ogni sei mesi per i prossimi trent’anni. Se dopo questi anni di ‘calvario’ ci
aspetta una vita meravigliosa sarebbe da sciocchi non farlo. Pensiamo a quanto sia idiota morire a cinque anni dalla
partenza di Oltremondo perché si è trascurata la ‘manutenzione’ del nostro corpo fisico. I programmi di prevenzione del
passato erano mirati a garantire un minimo di qualità di vita ad una massa indistinta di persone che comunque non
sarebbero vissute più di ottant’anni. Certi esami sono molto efficaci ma riducono il livello di qualità della vita. In
condizioni ‘classiche’ non vengono fatti o comunque non con la necessaria frequenza. Quando Oltremondo sarà avviato
saranno invece condotti anche quotidianamente. Nel periodo di sviluppo avrà molto senso sottoporvisi accuratamente.
Allo stesso modo gli eccessi dovranno essere banditi. Che senso ha morire per avere mangiato troppo o male quando in
futuro si potrà esagerare con il cibo senza problemi? E’ saggio limitarsi con i cibi e tutte le attività che logorano il fisico
ed attendere di potersi sfogare nei mondi digitali. Per tutte queste attività la Fondazione dovrà predisporre un servizio
apposito. Poca lungimiranza ci si potrà attendere dai governi, dato che essi recepiscono il mutare delle condizioni
sociali con grande ritardo. Allo stesso modo i sistemi sanitari classici non sono predisposti a questa crescente domanda
di prevenzione ed anche i sistemi di informazione non sanno cosa dire. Non bastano le generiche campagne contro il
fumo, occorre una comunicazione molto più incisiva che spieghi i motivi di questo accresciuto interesse per la salute.
Il servizio ‘Ultrasalus’ dovrà essere fornito ai Fondatori ed a tutti coloro che vorranno comunque usufruirne; consisterà
in un’assistenza continua alla persona per la preparazione fisica ad Oltremondo. La prevenzione dovrà essere
grandemente potenziata e gli abbonati verranno sottoposti a frequenti esami di ogni tipo per l’individuazione delle
patologie più comuni. Con l’avanzare della terapia genica si potranno creare dei profili di rischio per ogni individuo in
modo da concentrare l’attività di prevenzione sugli aspetti di maggio pericolosità. In ogni caso, anche senza tecnologie
rivoluzionarie, la prevenzione sanitaria potrà essere di molto migliorata per tutti gli abbonati. Un servizio altrettanto
importante dovrà essere l’analisi dello stile di vita e soprattutto di alimentazione. Occorrerà indicare ad ognuno la dieta
migliore e quali aspetti dell’alimentazione modificare per aumentare le proprie chances di arrivare in forma all’avvio di
Oltremondo. Tutti i dati rilevati nel corso degli esami dovranno andare a confluire in una cartella clinica personale
integrata che indicherà l’andamento nel tempo dei valori misurati, così da scoprire variazioni che potranno indicare
l’insorgere di particolari problemi. Sono sicuro che la misurazione ad intervalli piuttosto frequenti di molti parametri
dell’organismo può produrre un andamento standard degli stessi. Una variazione di uno o più parametri, al di là di
quanto normale con l’età, può certamente permettere diagnosi normalmente impossibili. L’esame del sangue non viene
svolto se non eccezionalmente mentre invece, con un tale servizio, sarà una routine che garantirà una salute molto
migliore. La cartella clinica personale dovrà essere resa disponibile via Internet in modo che l’utente la possa produrre a
qualsiasi medico; tali dati saranno comunque mantenuti con il massimo della riservatezza e protetti da sistemi di
crittografia che ne garantiranno l’accesso solo al diretto interessato.
Un altro importante servizio del programma Ultrasalus dovrà essere l’eventuale criostasi. Nella malaugurata ipotesi (che
purtroppo capiterà, dato il gran numero di abbonati) della morte dell’utente, il servizio di criostasi dovrà provvedere al
congelamento del corpo della persona. Tale trattamento può apparire fantascientifico ma esistono già svariate aziende
nel mondo che offrono questo servizio. Il congelamento, ad esempio in azoto liquido, permette di conservare
indefinitamente un corpo. La riduzione delle temperatura deve avvenire con particolari modalità, sostituendo lentamente
il sangue con liquidi speciali ed abbassando la temperatura del corpo con tempi molto precisi. Anche così facendo una
parte dell’acqua contenuta nelle cellule produce cristalli che danneggiano le delicate membrane. Con l’avanzare delle
tecniche, specialmente di nanorobotica, sarà possibile scongelare l’individuo e farlo risvegliare, riparando ogni danno
dovuto ai cristalli di ghiaccio. Il lavoro di riparazione sarà immane ma non al di là delle possibilità di sciami di
nanorobot. Anche dopo la morte il cervello non è perduto se non dopo molto tempo dal decesso, solo che oggigiorno
non esiste un metodo per farlo risvegliare, magari sostituendo il corpo. Tutti i servizi di criostasi sperano in una
tecnologia per il risveglio che provveda anche a riparare i guasti del corpo che hanno prodotto la morte ma il metodo
sarà invece la virtualizzazione della persona. In tal modo il corpo non interesserà più ed il solo cervello si risveglierà in
Oltremondo. Il lavoro di ripristino delle cellule danneggiate dal congelamento sarà infatti già molto arduo, inutile
complicarlo eseguendolo su di un intero corpo. Le persone che si sono fatte congelare prima dell’inizio di questo
progetto avranno una bella sorpresa al loro risveglio! Occorrerà senz’altro l’aiuto di psicologi ma impareranno
rapidamente ad apprezzare le strepitose possibilità loro offerte. Sono sicuro che si potrà contare su di un rapido
adattamento, anche perché le statistiche parlano chiaro: solo persone culturalmente avanzate e con un’intelligenza
superiore si sono finora iscritte a questo trattamento. Nei prossimi anni il numero delle persone in criostasi aumenterà
rapidissimamente, dato che alle masse verrà spiegato qual è questo progetto ed esso apparirà sempre più percorribile
con il passare del tempo. Verso il 2030 avremo milioni di persone in criostasi e questo assicurerà anche il supporto per
lo sviluppo dei sistemi di risveglio che si renderanno necessari. Occorrerà che ognuno di noi faccia dei ragionamenti del
tutto nuovi e prenda decisioni pesanti, riguardanti sé ed i propri cari, su possibilità mai esistite prima nella storia
dell’Umanità. I prossimi trent’anni saranno decisivi per il mondo, ma ancora di più per ogni persona che li vivrà.
Dovremo tutti chiederci cosa vogliamo DAVVERO dall’esistenza e pianificare la nostra sopravvivenza fino al luminoso
futuro che ci attende tutti, accettando una sorta di roulette russa o aumentando consapevolmente le nostre possibilità di
esserci da protagonisti.
L‘ULTRACODE
Tutti i contenuti dei mondi saranno realizzati in 3D ma in moltissimi casi occorrerà realizzare dei testi descrittivi che
racconteranno nel dettaglio cosa saranno le cose rappresentate. Le persone non leggono su Internet, le persone leggono
poco anche nel mondo fisico. Io credo che la lettura sia un’occupazione piacevole e rilassante ma vedo che pochi la
pensano così; nel frenetico mondo multimediale di oggi sono fin troppi i contenuti audiovisivi per doversi prendere la
briga di leggere un libro o un quotidiano. Moltissime persone leggono ma non sono la maggioranza. Chiunque trova più
comodo ascoltare una bella voce che racconta quanto potrebbe leggere. In Oltremondo dovremo evitare la triste
esperienza delle ‘schede’, sempre presenti in produzioni culturali multimediali. Molti credono che scrivendo testi,
spesso pesanti, si possa comunicare le proprie idee al pubblico e fare anche la figura dell’erudito; niente di più
sbagliato. Se le persone trovano difficile e noioso leggere allora il contenuto scritto altro non sarà se non un prezioso
tesoro sepolto, spesso per sempre (per questo motivo quest’opera sarà tradotta quanto prima in un formato specifico di
Oltremondo). In Oltremondo faremo in modo che TUTTI i testi possano essere letti da sistemi automatici che
impediranno questa perdita. Chi lo vorrà potrà accedere ai contenuti in forma scritta, perfino come antichi libri
polverosi di cui sentire il peso in mano, ma la maggior parte delle persone sceglierà di accedere alle informazioni nella
più apprezzata forma parlata. Indipendentemente dal formato scelto, i testi si scontreranno con un altro enorme scoglio:
la lingua. Ogni testo scritto oggi lo è in un particolare idioma e la traduzione in un altro richiede l’intervento dell’Uomo.
Nessun sistema di traduzione automatica ha mai funzionato bene e non funzionerà per lungo tempo ancora. Pensiamo
poi alle applicazioni della mente aumentata, nelle quali i CONCETTI dovranno essere proiettati nella mente, non in
forma scritta ma direttamente nel loro contenuto semantico. Appare chiaro che ci occorre un modo per rappresentare la
conoscenza come concetti, non sequenze di parole che li codificano per un particolare ceppo umano. Il superamento di
tutti questi problemi ed una vera universalità della conoscenza si otterrà con la codifica Ultracode. Lessi tempo fa di
un’idea simile su un’edizione di Scientific American nella quale si proponeva una ‘lingua franca’ per Internet, l’UNL o
Universal Network Language, ma non si sono mai viste successive applicazioni, con Oltremondo dovremo sviluppare
questo indispensabile progetto.
Il linguaggio naturale, qualsiasi lingua, è ambiguo; ciò significa che l’analisi delle parole e della loro posizione nelle
frasi può spesso generare più concetti diversi. In questi casi, senza rendercene conto, realizziamo un’analisi di congruità
e decidiamo quale, tra le possibili interpretazioni, deve essere quella corretta. Questo processo decisionale avviene
tenendo in considerazione le frasi precedenti e la struttura del discorso. In base alla nostra esperienza personale del
mondo possiamo dire quale interpretazione ‘sta meglio’ nel contesto che stiamo leggendo. Questa analisi si basa
fortemente sul senso comune e sulla normale esperienza di vita di ogni essere umano. Per questo motivo è impossibile
per una macchina la traduzione automatica: per ottenere un testo nella lingua di destinazione che rappresenti
esattamente i concetti che voleva esprimere l’autore in quella di partenza dobbiamo CAPIRE il contenuto semantico, le
idee che egli ha voluto intendere. Se utilizziamo delle regole meccaniche non siamo in grado di risolvere le ambiguità
del testo di partenza e non potremo creare una traduzione corretta. Una macchina non ha l’esperienza di vita di un
essere umano e non può quindi basarsi sul buon senso; non riuscirà quindi mai a creare una traduzione accettabile.
Finché non avremo creato macchine complesse come un Uomo e che abbiano esperienza di vita non avremo mai
traduttori automatici decenti. Ovviamente esistono software di traduzione automatica ma il loro risultato va sempre
messo a punto da un operatore umano con molto lavoro. In tanti casi si sono viste traduzione davvero penose. In un
divertente articolo, pubblicato su di una rivista di informatica, si raccontava di come un software commerciale di
traduzione automatica avesse massacrato un brano di una poesia di Leopardi: L’Infinito. Il brano originale era “Così tra
questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Innanzitutto il brano è stato dettato
più volte, con voce chiara e forte, al microfono. Dopo una certa elaborazione il PC ha capito: “Così tra questa immensi
tassa nega il pensiero mio: e naufragare come dolce in questo mare”. Richiesto della traduzione in inglese, il computer
se n’è uscito con “Then between this immense taxes my thought denies: and wreck as cake in this sea”. La ritraduzione
in italiano della frase ha portato al risultato finale di “Quindi tra queste tasse immense che il mio pensiero nega: e fate
naufragare come torta in questo mare”. Pare dunque che il Leopardi dovesse la sua depressione esistenziale all’angoscia
delle tasse. Si vede chiaramente che il sistema non ha capito nulla del contenuto di ciò che andava traducendo,
applicando regole meccaniche ha prodotto un orrore senza senso, ma è proprio il senso ciò che non poteva afferrare.
Al di là della traduzione, la proiezione di una conoscenza all’interno della mente di una persona richiede anch’essa la
disponibilità dei contenuti del testo in un formato concettuale molto diverso da qualsiasi lingua parlata. Quando
pensiamo ad un concetto, ad un teorema, ad un sentimento, possiamo esprimerlo a parole ma ci rendiamo conto che
stiamo eseguendo una traduzione da un qualche formato DEL PENSIERO che esiste nella nostra mente. Nel cervello le
informazioni non sono memorizzate come pagine piene di parole. Il codice Ultracode dovrà essere la codifica di questo
formato concettuale. Questo codice ci permetterà di definire una descrizione delle idee che vorremo memorizzare, la
definizione della loro struttura e delle loro relazioni. I linguaggi di programmazione sono un chiaro esempio di questo
codice realizzato per la descrizione delle sequenze di operazioni richieste a macchine computazionali. Nei corsi
universitari sui linguaggi di programmazione si sottolinea fortemente come questi siano esempi di codifiche prive di
ambiguità, metodi che si rendono necessari per la specificazione precisissima dei compiti richiesti ai computer i quali
non possono minimamente tirare ad indovinare. Con il formato Ultracode realizzeremo un nuovo linguaggio di
programmazione, semplicemente esteso alla codifica di qualsiasi concetto, non solo algoritmi per computer. La
traduzione da un tale codice a qualsiasi lingua del mondo è un’operazione molto più semplice e sicura; il testo originale
è non ambiguo, chiaro, preciso, il testo finale è facile da realizzare mediante semplici regole grammaticali. In un tale
processo di traduzione non si inseriranno interpretazioni discutibili, sarà completamente deterministico. Le sedi della
Fondazione nei vari paesi del mondo dovranno sviluppare i traduttori per ogni lingua locale ed i sistemi di sintesi vocale
ad esse adatti. Con la codifica Ultracode qualsiasi informazione potrà essere scritta una sola volta ed essere poi riletta in
qualsiasi lingua passata, presente, futura o ancora da inventarsi. I concetti potranno, quando vi sarà la tecnologia, essere
proiettati direttamente nel cervello, senza passaggi interpretativi, e fornire la conoscenza immediata di qualsiasi cosa in
modalità non enciclopedica. La disponibilità di sistemi di sintesi vocale permetterà di attivare la lettura automatica dei
testi Ultracode direttamente nella lingua preferita dell’Ultranauta che potrà accedere in modo facile ed immediato a
qualsiasi conoscenza dello scibile umano. Tali conoscenze saranno state codificate una volta sola e per sempre,
riducendo enormemente la mole di lavoro richiesta.
La scrittura di documenti direttamente in Ultracode sarà un compito difficile, come lo è oggi la stesura di un programma
per computer. Il metodo di scrittura non assomiglierà a niente di umano e si avvicinerà di più ad una descrizione
tecnico-matematica. La traduzione da un linguaggio standard ad Ultracode non potrà essere automatica per i motivi
sopra descritti e quindi qualsiasi operazione di questo tipo richiederà senz’altro un lavoro di interpretazione di un
operatore umano. Si svilupperanno due soluzioni: un sistema di stesura diretta che utilizzerà rappresentazioni grafiche e
simboliche, dedicato ad esperti, ed un sistema di traduzione semiautomatica che procederà con una serie di domande per
ottenere dall’operatore umano la scelta tra le varie possibili interpretazioni. Ad ogni oggetto di qualsiasi canale di
Oltremondo si potranno associare altri oggetti, luoghi di altri ambienti tridimensionali, immagini o altro sempre
corredati da un testo in Ultracode che non necessiterà di una faticosa lettura ma potrà essere ASCOLTATO. Girando per
l’antica Pompei potremo richiedere la spiegazione del ruolo di ogni edificio, ad esempio il tempio di Iside, ed ascoltarla
da una voce che migliorerà sempre con lo sviluppo della tecnologia (senza richiedere mai alcuna modifica successiva al
lavoro fatto una volta e per sempre), potremo richiedere di essere trasportati in Egitto e vedere i luoghi in cui tale culto
nacque ed ascoltare un’altra descrizione e così via. In pratica la realizzazione di un sistema Ipermediale sarà semplice
ed omogenea, non avremo più pagine HTML da leggere e link da cliccare, ma sequenze audio e video nella nostra
lingua, da seguire in un percorso meraviglioso che ci racconterà l’infinita storia dell’umana avventura.
L’ULTRALEXICON
Le conoscenze che verranno codificate in Ultracode dovranno essere raccolte in un insieme comune, coerente e
ricercabile. Questa sorta di mega-enciclopedia sarà denominata Ultralexicon, dalla parola latina di derivazione greca
‘lexicon’ che significa appunto enciclopedia. In questo deposito della conoscenza si troverà la descrizione di tutti i
concetti dello scibile umano, la registrazione di ogni evento della storia e tutte le analisi teoriche conosciute. Così come
i monaci amanuensi conservarono e riorganizzarono nel chiuso di antichi monasteri le opere dell’umano genio, allo
stesso modo moderni volontari codificheranno in Ultracode tutto il conoscibile per renderlo disponibile a tutti nel nuovo
mondo. Chiunque potrà accedere alla conoscenza, ogni sviluppatore di un canale potrà creare una sottosezione
dell’Ultralexicon pertinente al suo mondo e farvi riferimento a partire da qualsiasi oggetto. L’Ultralexicon base sarà
naturalmente quello associato al 4DGea e ad esso il sistema farà riferimento ogni volta che vi sia l’assenza di un
particolare concetto nella porzione dell’Ultralexicon specifico del mondo in oggetto. Se, ad esempio, si sarà creato un
mondo di fantasia popolato da terre di stile medioevale, elfi, maghi, draghi ed altro, l’Ultralexicon di quel mondo
conterrà la descrizione di queste creature e la storia di questo mondo. Nel caso l’utente richieda la spiegazione di un
drago il sistema gliela fornirà come voluto dal creatore del mondo. Se l’utente richiederà la descrizione di un cavallo,
invece, non sarà necessario averla prevista nell’Ultralexicon specifico del mondo, dato che il sistema la andrà a reperire
in quello base del 4DGea.
Questo deposito di conoscenze sarà anche utilizzabile da solo come enciclopedia e conterrà testi in Ultracode, leggibili
in qualsiasi lingua, che potranno essere letti per noi da un sistema di sintesi vocale. Associati ai testi ci saranno
immagini, sia statiche che dinamiche. Nel caso in cui si rendesse necessario, le immagini saranno filmati bidimensionali
ma il più spesso possibile si dovrà fare ricorso a rappresentazioni tridimensionali del 4DGea o appositamente create per
la singola voce. Per esempio, lo sbarco in Normandia farà riferimento al punto del 4DGea corrispondente mentre la
spiegazione del sistema di registrazione Betamax richiederà senz’altro la realizzazione di un intero sottoambiente in 3D
nel quale osservare il funzionamento del meccanismo. Le immagini registrate occupano molto spazio mentre le
rappresentazioni 3D sono estremamente più compatte, pare strano ma è così. In un filmato dobbiamo memorizzare
decine di fotogrammi al secondo per ottenere l’effetto del movimento mentre in un sistema di rappresentazione
tridimensionale possiamo memorizzare UNA sola immagine della struttura di ogni oggetto e poi muoverci, in
automatico o a comando, all’interno dell’ambiente senza altri dati da memorizzare.
Le informazioni più controverse dovranno senz’altro essere date nel modo più imparziale possibile mentre a qualsiasi
gruppo umano sarà offerta la possibilità di esprimere il proprio punto di vista; tali posizioni di parte saranno
chiaramente proposte come tali e dovrà essere indicato chi se ne assume la responsabilità. Pensiamo ad un argomento
come la storia del comunismo: è ovvio che alcune parti ne sottolineeranno gli aspetti positivi mentre altri pensatori
saranno estremamente negativi. L’Ultralexicon supporterà tutti i punti di vista e lascerà all’utente la possibilità di farsi
un’opinione personale; le prime informazioni saranno del tutto tecniche (date, personaggi, luoghi) e gli approfondimenti
proposti successivamente. Chiunque vorrà dare un contributo potrà farlo, a patto che non intenda essere deliberatamente
falso. Un comitato tecnico dovrà sovrintendere al materiale che verrà accettato o realizzato direttamente
dall’organizzazione; tale comitato dovrà dare le più ampie garanzie di imparzialità e nei casi controversi si dovrà fare
riferimento alla più ampia assembla possibile in quel momento.
IL TELETURISMO
Le tecnologie di Oltremondo saranno sviluppate progressivamente, quindi una parte sempre maggiore delle
realizzazioni sarà disponibile nel tempo che ci separa dall'apertura. Oltremondo si arricchirà di sempre nuovi canali,
realizzati sia dalla Fondazione che direttamente dai fondatori con i sistemi di sviluppo sempre più potenti che si
renderanno disponibili. L'esperienza dell'esplorazione nei canali diventerà progressivamente più immersiva e realistica
con l'aggiunta di sempre più dettagliati particolari e possibilità di stimolo e di interazione. Il mondo centrale sarà
l'avanguardia delle realizzazioni ed esisterà per primo. Esso sarà costituito da un mondo-giardino con al centro la città
principale, summa di tutti gli stili architettonici di tutti i tempi. Da esso i viaggiatori potranno partire per qualsiasi
canale, ed ovviamente il secondo in ordine di tempo ad essere realizzato sarà il numero uno, 4DGea: la copia perfetta
della Terra. In questo canale potremo muoverci normalmente con un corpo 'fantasma': dato che nel mondo fisico
nessuno ovviamente potrà vederci, esisteremo solo nella copia digitale dello stesso. Il teletrasporto ci permetterà di
spostarci in modo istantaneo a qualsiasi latitudine e longitudine del pianeta, per camminare al polo nord come a Parigi,
in Patagonia e così via; è ovvio infatti che lo spostamento del corpo digitale potrà essere del tutto istantaneo.
Il nostro corpo digitale ovviamente non potrà muovere neppure uno spillo nel mondo fisico; per interagire con esso
dovremo noleggiare un robot che ci rappresenterà e potrà muovere le cose, parlare con le persone, fare finanche
acquisti. L'accesso a questo come a tutti gli altri canali avverrà inizialmente via Internet su linee sempre più veloci per
poi passare a qualsiasi rete si renda necessario sviluppare per le connessioni di Oltremondo. Fin dalla fase iniziale i
molti canali potranno quindi essere visitati da chiunque decida di farlo rispettando le regole decise dai creatori di
ognuno di essi. Sicuramente molte persone troveranno interessante esplorare questi mondi e certo il più intrigante sarà il
primo: la copia perfetta della Terra.
Il teleturismo diverrà una cosa normale, le persone potranno visitare qualsiasi località del mondo in modo istantaneo e
via via più interattivo ed immersivo. Nella primissima fase l'esplorazione sarà fatta tramite comuni computer connessi
ad Internet e quindi l'esperienza sarà visiva e auditiva. Ci si potrà muovere in giro con semplici pressioni dei tasti
direzionali o muovendo il Joystick o il mouse. Sul monitor vedremo 'in prima persona' come direttamente dai nostri
occhi. L'uso di occhialini tridimensionali, già in commercio a basso costo, renderà estremamente naturale la visione.
Dagli altoparlanti o cuffie usciranno i suoni che sentiremmo se ci trovassimo davvero sul posto. Ovviamente in questa
fase iniziale gli altri sensi non saranno stimolati ma con il passare del tempo tutto sarà incluso. L'esplorazione del canale
uno potrà avvenire in due modi: simulata o in diretta.
Per le zone meno interessanti del mondo sarà disponibile una realtà simulata mediante immagini prese da satellite,
mappe e webcam fisse o mobili. Le webcam sono telecamere collegate ad Internet che in permanenza inviano ciò che
vedono (le nostre webcam saranno stereoscopiche, cioè in grado di riprendere immagini tridimensionali, e dotate di
microfoni stereo). Le webcam fisse saranno posizionate in moltissimi punti interessanti del globo, ad esempio nelle vie
principali di New York. Le webcam mobili saranno montate su mezzi semoventi e connesse con il sistema cellulare
(6)
UMTS
o quant'altro sarà disponibile; esse permetteranno di avere le immagini di varie parti delle città aggiornate
all'ultimo passaggio del mezzo (tra i mezzi utilizzabili ci possono essere tutti i furgoni dei corrieri che potrebbero farsi
montare un piccolo apparecchio sul tetto).In questo modo il sistema potrà ricostruire in ogni istante l'immagine più
dettagliata possibile di un certo punto del mondo con un livello di perfezione che dipenderà dalla fonte disponibile per
le immagini. In tutte le vie di New York, di Parigi, di Roma e così via le immagini saranno praticamente identiche a
quello che si vedrebbe essendoci fisicamente mentre per uno scoglio sperduto nel mezzo del Pacifico il sistema
ricostruirà un'immagine in base alle precisissime mappe rese disponibili dalla NASA grazie alla missione di cartografia
radar eseguita dai voli shuttle e dalle immagini riprese dai satelliti di pubblico accesso. Perfino il tempo climatico in un
preciso momento potrà essere ricostruito con una enorme precisione. Se ci interesserà passeggiare curiosando nelle
vetrine di via della Spiga a Milano o lungo la fifth avenue a New York o Oxford street a Londra potremo farlo con
l’immagine delle stesse vetrine appena catturata dal sistema, aggiornata quotidianamente. Potremo perfino ENTRARE
nei negozi e guardarci attorno; molti di essi si abboneranno ad un sistema di shopping che diventerà il VERO
commercio elettronico del futuro: non più un sito per una attività commerciale da raggiungere con qualche impreciso
motore di ricerca su Internet ma la VERA essenza REALE del negozio, in cui entrare dopo aver guardato la vetrina
andando a passeggio.
Un altro importante risultato che si otterrà sarà l’accesso a luoghi prima impossibili. Alcuni posti non sono aperti al
pubblico e una parte tale rimarrà, si pensi alle abitazioni private. Ma molti luoghi interessanti saranno finalmente
visitabili, non ci saranno più limitazioni per l’Uomo comune. Molte esposizioni interessanti sono chiuse al pubblico o
visitabili solo su prenotazione perché manca il personale ed ovviamente si teme che i visitatori, per vandalismo o
incuria, possano danneggiare qualcosa. In caso di esplorazione digitale ovviamente non si rischierebbe nulla e quindi
non ci sarebbe più ragione di impedire l’accesso. Pensate a quanti meravigliosi giardini botanici sarebbero aperti a tutti
se non si dovesse temere che le persone tocchino piante delicate e preziose, a quante residenze antiche e bellissime si
potrebbero aprire se si fosse sicuri che la gente non scriverà sui muri o toccherà delicati affreschi. In molti luoghi, poi,
la sola presenza fisica di tante persone produce umidità ed altri effetti che rovinano la cosa esposta; così è stato per la
cappella Sistina in Vaticano o per la tomba di Tutankamon. Un altro motivo di impedimento dell’accesso è che in molti
luoghi sarebbe pericoloso avventurarsi e gli amministratori, piuttosto che predisporre costose opere di protezione o
rischiare un’incriminazione in caso d’incidente, preferiscono chiudere l’accesso tout court. Si pensi a quanti giardini
meravigliosi contengono fontane bellissime ma troppo profonde; se un bambino ci cadesse potrebbe annegare, a quanti
luoghi sono pericolanti o non hanno abbastanza ventilazione per garantire la respirazione. Ecco che allora non è
consentito l’accesso. Pensate ai luoghi visitabili solo con o dopo un’immersione subacquea o da raggiungere strisciando
in stretti cunicoli; non ci saranno più problemi. Pensate ai luoghi in cui vi è una guerra, un’epidemia, insetti o una
popolazione pericolosa. Con il teleturismo si potranno visitare tutte le parti della Terra, senza rischiare nulla e senza
poter far danni. Si potranno osservare pure cose che non sarebbero visibili con il nostro corpo, per esempio viaggi
nell’infinitamente piccolo in una pozza d’acqua tra microscopiche creature o esplorazioni nel ghiaccio solido o nel
fondo di vulcani tra la lava e le rocce.
Molti musei non espongono per intero i loro tesori perché non hanno spazi o personale sufficienti e così moltissimi
capolavori prendono polvere nelle cantine. Con il 4DGea assoceremo un altro grande servizio, l’espansione virtuale dei
luoghi. Gli amministratori delle esposizioni potranno creare stanze aggiuntive, che non esistono nel mondo fisico, nelle
quali esporre le opere che non troverebbero spazio nel museo. In questo modo il visitatore virtuale potrà godere di tutti i
tesori che nel mondo fisico, per la limitatezza delle risorse, non sarebbero visibili.
Per l'esplorazione in diretta del mondo fisico, cioè osservando le cose che precisamente vi si trovano in un certo
momento, si utilizzeranno dei piccoli robot dotati di telecamera stereoscopica, microfono stereo, monitor e altoparlante;
tramite essi potremo essere presenti in qualsiasi punto del mondo fisico essendo noi in qualunque altro luogo. Questi
simpatici robot diventeranno una presenza costante nelle città del futuro. Sembra troppo fantascientifico? Se qualcuno
avesse detto negli anni settanta che i telefoni portatili personali sarebbero diventati una presenza costante nelle città del
futuro probabilmente molti avrebbero fatto la faccia dubbiosa che alcuni sfoggeranno leggendo queste righe... ma
nondimeno questo accadrà. Questi simpatici robot andranno in giro su ruote o cingoli, proprio come turisti curiosi, e
dietro ad essi turisti ci saranno, collegati da casa propria, che avranno evitato il viaggio in aereo, le trasferte, il tempo
lungo dell'assenza dal lavoro di una vacanza. Le vacanze fisiche ovviamente continueranno, ma solo con il teleturismo
la gente potrà visitare spesso tutti i luoghi della Terra, incontrare altre culture, parlare con altre persone, assistere a
spettacoli, commerciare in qualunque luogo anche investendo solo una mezz'ora del proprio tempo e ad un prezzo
davvero ridicolo. I robot avranno un monitor sul quale si troverà una riproduzione del viso del turista, magari
l'immagine reale ripresa da una piccola telecamera dal suo monitor di casa. Il teleturista potrà parlare al microfono e
dalla 'bocca' del robot usciranno le sue parole. In questo modo si potrà interagire con le persone del posto. All'inizio
senza dubbio il tutto sarà molto curioso ed insolito ma anche divertente. Pilotando facilmente il proprio robot si andrà in
giro ad osservare ciò che si vuole, a fare acquisti di oggetti tipici che verranno inviati poi a casa del turista. In migliaia
di posti del mondo nasceranno aziende di noleggio in franchising che gestiranno flotte di robot, garantendo l'assistenza
e la manutenzione. Se ci si troverà nei problemi un operatore potrà intervenire ad aiutarci con la lingua o con le regole
del paese o anche solo per una manovra che non riusciamo a fare. Le frasi più comuni della lingua del paese saranno
disponibili in modo da permetterci di interagire anche se non conosciamo, per esempio, il giapponese. Robot speciali
potranno esplorare sott'acqua la barriera corallina, penetrare in spazi angusti, resistere a temperature estreme. Non ci
sarà posto della Terra che non potremo visitare senza neanche sapere nuotare. Questo tipo di esplorazione sarà
ovviamente più costosa di quella simulata che non comporta movimento di mezzi meccanici da costruire e di cui
assicurare la manutenzione. In entrambe le modalità saranno disponibili esaurienti guide sullo schermo che di ogni cosa
ci potranno raccontare in modo multimediale la storia passata, presente e futura prelevandola dall’Ultralexicon.
Tutti gli altri canali di Oltremondo saranno esplorabili nello stesso modo con la sola ovvia mancanza dell'uso di robot.
Un canale che proponesse, per esempio, l'antico Egitto dei faraoni, non esisterebbe nel mondo fisico e quindi non
potremmo certo mandarvi un robot attraverso il tempo. Questo sarà il business più immediato della società di
applicazione che gestirà in esclusiva il servizio. Per l'accesso a questi canali le persone potranno pagare poco o nulla. In
ogni canale creato da uno o più fondatori le regole del canale stesso definiranno se esso sarà a pagamento e di quanto,
molti certamente creeranno canali del tutto gratuiti. Il canale uno ad esempio, 4DGea, sarà realizzato dalla Fondazione
che ne deterrà il possesso essendo esso un servizio fondamentale di Oltremondo che permetterà alle persone
virtualizzate di accedere al mondo fisico tutte le volte che vorranno. La flotta di robot sarà gestita dalla società di
applicazione che, come previsto, dovrà occuparsi della applicazione delle tecnologie nel mondo fisico. Il progetto
'canale uno' sarà uno degli sforzi maggiori della Fondazione, dato che la mappatura di tutta la Terra in uno spazio
digitale comporterà un gigantesco lavoro di modellizzazione ed integrazione continua dei dati provenienti da fonti
eterogenee; nondimeno esso è un punto indispensabile del progetto Oltremondo dato che occorre potere in qualsiasi
istante visitare il vecchio mondo fisico per garantire una totale tranquillità alle persone virtualizzate. Questo punto sarà,
come visto, uno dei più meravigliosi passi avanti nell'esperienza culturale di tutta l'Umanità mai conseguiti e, cosa
molto importante, disponibile quasi fin da subito. Gli ingenti guadagni che deriveranno da questa applicazione
giustificherebbero da soli l'adesione all'intero progetto anche di persone non convinte dell'obiettivo finale o comunque
non abbastanza altruiste da essere spinte da un genuino desiderio di servizio per l'Umanità. In ogni caso,
indipendentemente dalle motivazioni, molti investiranno in Oltremondo date queste premesse; ed è il raggiungimento il
prima possibile dell'obiettivo finale che conta. Un affare per i fondatori, un gran passo avanti per tutta l'Umanità.
IL 4DGEA PROJECT
Le realizzazioni della Fondazione e della società di applicazione dovranno necessariamente essere suddivise in un
grande numero di progetti, ognuno dei quali andrà ulteriormente organizzato in sottoprogetti. Tante e tali sono infatti le
realizzazioni che necessitano alla causa di Oltremondo che presto occorrerà un libro intero solo per esse. La prima e la
più importante sarà però indubbiamente il canale uno: la mappa perfetta della Terra.
Nel giugno del 2000 mi trovavo a Napoli nella bellissima piazza del plebiscito: la giunta ha recentemente deciso di
trasformarla in zona pedonale, essa prima era adibita a parcheggio. Successivamente ho visitato la ‘Napoli sotterranea’,
una rete di cunicoli e di gigantesche stanze scavate nel tufo che costituivano l’acquedotto partenopeo e furono utilizzati
fino al diciannovesimo secolo. Napoli fu anzi la prima città del mondo ad avere un acquedotto. Mi ritrovai a pensare,
come molte altre volte nella mia vita, a come sarebbe stato interessante avere delle immagini di tutti questi ambienti
com’erano nel passato. Ho spesso pensato che mi sarebbe piaciuto mantenere le fotografie di ambienti che cambiavano,
in modo da poter guardare una casa, un giardino, una piazza, come erano prima. Ecco che mi venne l’idea di ardire
ancora di più con il progetto ‘canale uno’: al di là della grande impresa della mappatura dell’intero pianeta in tre
dimensioni si poteva pensare alla titanica impresa di aggiungere ancora una dimensione: il tempo! Il teleturismo può
essere portato ancora più in là con l’aggiunta della quarta dimensione; ogni luogo della Terra potrà non solo essere visto
com’è in questo momento, ma in qualsiasi momento del passato. Ovviamente lo stesso argomento di massima fedeltà al
vero compatibilmente con le possibilità umane dovrà restare valido. Più ci si muoverà nel passato e più in posti senza
una ‘storia’ degna di nota più si vedrà una rappresentazione la maggiormente realistica possibile ma necessariamente
approssimata. Piazza del Plebiscito a Napoli potrà essere vista con estrema fedeltà e dettaglio fino all’inizio del
ventesimo secolo, più indietro dovremo interpolare successive immagini di dipinti e disegni disponibili; quando ci si
sposterà a milioni di anni nel passato l’ambiente sarà ricostruito secondo la migliore approssimazione possibile ma
ovviamente potremo vedere uno stagno dove invece c’era una pianura. Vedremo magari un dinosauro correre in un
giorno d’estate ma forse quel giorno specifico in quel punto non vi furono animali. In ogni caso la simulazione sarà la
più precisa possibile secondo scienza e coscienza. Se ci sposteremo a Napoli molti milioni di anni fa troveremo solo il
mare, l’Italia a quel tempo non era ancora emersa.
I moltissimi modelli degli edifici e dei territori che si renderanno necessari saranno realizzati da squadre di volontari
che lavoreranno al loro meglio per ricostruire fedelmente il tutto basandosi su ogni sorta di informazione: catasto,
fotografie, dipinti, incisioni, memorie personali, racconti, leggende ed altro. In effetti un importante sottoprogetto sarà il
4DGea archive: il recupero e la catalogazione di quanto più materiale di supporto possibile. Ad ogni nuovo fondatore,
infatti, sarà richiesto anche un piccolo contributo di tempo: la creazione del modello della propria casa e possibilmente
dell’intero quartiere, magari fin nel più antico passato. Per fare questo un importante punto di partenza saranno le
planimetrie del catasto, pubblicamente consultabili. Per evitare al fondatore il lavoro di andare a recuperarle negli uffici
pubblici esse saranno disponibili on-line per i soci, già recuperate dall’archive subproject. Ad ogni persona o
organizzazione che creerà una parte di mondo sarà riconosciuta PER SEMPRE la paternità dell’opera: un particolare
comando visualizzerà una targhetta con il nome del realizzatore e conterrà anche un LINK ipertestuale alla pagina Web
corrispondente. Aziende o enti potranno così contribuire a questo grande progetto ed ottenere una grande visibilità,
anche per il loro sito e le loro iniziative. I privati avranno a disposizione pagine personali su cui caricare i loro dati ed
essere così ricordati PER SEMPRE con una connessione al loro lavoro.
Mi aspetto grandi cose dai volontari che senza dubbio si faranno avanti per mappare intere città o periodi storici: ogni
studioso, dal dilettante al professionista, potrà utilizzare i nostri potenti strumenti di sviluppo che gli permetteranno di
creare, molto semplicemente, complesse ricostruzioni storico-geografiche. Nei punti di interesse, infatti, saranno attivi
LINK ipermediali che potranno aprire le pagine od i siti relativi. In questo modo si potrà esplorare la Terra
quadrimensionale in molti modi, approfondendo quando voluto o godendosi il panorama di epoche remote.
Chiunque potrà accedere al modello risultante, la società di applicazione deterrà l’esclusiva per gli usi commerciali,
chiunque vorrà utilizzare il materiale per scopi non personali dovrà pagare una piccola commissione che sarà data per il
cinquanta per cento al realizzatore della mappatura mentre la parte rimanente andrà alla Fondazione. In questo modo il
lavoro di creare grandi mappe quadrimensionali potrà essere anche molto redditizio e ciò accelererà vieppiù la
realizzazione di questo grande progetto. Gli archeologi e qualsiasi altro tipo di ricercatore saranno i benvenuti e
potranno realizzare le migliori ricostruzioni possibili con la più totale scientificità. Ovviamente per i casi in cui vi sono
differenti teorie il sistema dovrà proporre le varie opzioni permettendo di scegliere e visualizzare l’ambiente come
pensato dai vari studiosi, comparando i diversi punti di vista. In una prima fase non potremo ricostruire i cantieri di
varie opere, sia perché non sappiamo esattamente in che epoca furono costruite, sia perché magari non sappiamo con
quale tecnica; si pensi ad esempio alle piramidi ed al fatto che esistono decine di teorie sul loro metodo di costruzione,
oltre a datazioni che vanno da tremila fino a quindicimila anni fa. In tutti questi casi, piuttosto che inventarci un cantiere
aperto nelle varie fasi, con le immagini di vari uomini al lavoro sulla costruzione, sarà meglio creare un artificio visuale
per rappresentare in modo elegantemente indefinito l’incertezza scientifica. Le piramidi, per esempio, potrebbero
passare dal loro stato attuale a quello del massimo splendore, coperte di lastre di pietre meravigliose (ed una di rame)
fino a dissolversi diventando lentamente trasparenti nell’arco di dodicimila anni. In questo modo, quando un ultranauta
passerà nella pianura di Giza vedrà le piramidi come diafani fantasmi tanto più trasparenti quanto più nel passato,
percependo l’indeterminatezza delle nostre attuali conoscenze.
La tecnica per memorizzare l’arco di vita di ogni oggetto attraverso il tempo sarà derivata dai diagrammi a barre di
Gantt; avrete spesso visto questi schemi sui tabelloni che indicano i tempi di realizzazione di varie parti di edifici in
costruzione. In pratica per ogni oggetto sarà definita una barra che ne indica l’arco di tempo per cui l’oggetto esiste, tale
informazione sarà utilizzata dal sistema per ricreare in ogni epoca la scena corretta, contenente gli oggetti esistenti in
quel particolare momento. Associate alla barra di Gantt troveremo una serie di linee di tendenza per ogni attributo di
interesse dell’oggetto. Per un edificio, ad esempio, troveremo una funzione che ci indicherà come le superfici esterne
sono variate nel tempo. Ad ogni riverniciatura della facciata l’aspetto sarà cambiato ed il sistema di simulazione dovrà
tenerne conto. Barre di Gantt minori indicheranno come sono variate caratteristiche secondarie dell’edificio nell’arco
della sua esistenza. Una torre, ad esempio, potrà essere stata aggiunta vent’anni dopo la prima costruzione ed essere
stata rimossa in un qualche momento successivo. Con il 4DGea tutta la storia dell’Umanità sarà disponibile, tutti i
luoghi visitabili, potremo essere presenti a qualsiasi evento, non importa quanto fosse segreto o inaccessibile all’epoca.
In ogni ambiente saranno presenti milioni di collegamenti ipermediali che ci potranno descrivere tutto quello che
vorremo sapere pescando a piene mani dalla base della conoscenza di tutta l’Umanità conservata nell’Ultralexicon. Per
tutti i luoghi o gli eventi particolari saranno disponibili comode liste di titoli corredati da esaurienti spiegazioni e si
potrà attivare una potente funzione di ricerca per trovare esattamente il posto o il fatto che ci interessa. Di ogni titolo
potremo visionare una breve introduzione in formato filmico e quando decideremo di andarci verremo introdotti con
emozionanti ‘voli d’uccello’ e musiche appropriate mentre una voce ci racconterà cosa andremo a vedere. In pratica si
utilizzeranno tutte le tecniche della grande cinematografia ma con la possibilità di fermare, muoversi, cambiare punto di
vista.
Infiniti posti potranno essere visitati che oggi sono chiusi o pericolosi o non più disponibili. Potremo partecipare alle
feste sacre che si tenevano ogni quattro anni a Delfi, al tempio di Apollo alle pendici del monte Parnaso, mescolandoci
tra la folla sotto il sole. Potremo passeggiare nei giardini del tempio di Deir el-Bahari, nella valle dei re, dedicato alla
regina Hatshepsut e famoso per le sue piante odorose irrigate dal Nilo. Potremo assistere ai sacrifici a Quetzalcoatl che
si tenevano sulla piramide a terrazze di Chichén Itzà e camminare nei venti chilometri quadrati di costruzioni
dell’ultima capitale dei Maya. Potremo ammirare, intatti, i trenta monumenti dell’incredibile colonia di Leptis Magna,
in Libia, edificata da Settimo Severo nel primo secolo AC. Potremo respirare l’aria frizzante di montagna nelle vie della
nascosta Machu Picchu, costruita a oltre duemila metri di quota sulle Ande e poi misteriosamente abbandonata. Potremo
visitare Angkor Vat in Cambogia, un gigantesco complesso con settantadue edifici religiosi in cui l’induismo delle
origini si mescolava al buddismo in uno stupefacente sincretismo e di cui oggi non si possono neppure vedere le rovine
per non rovinarle ed esporsi a gravi rischi. E poi fluttuare nell’oceano primordiale, camminare sull’antico
supercontinente, Pangea, prima che si spezzasse dando origine alle terre che conosciamo, assistere alla vendita di
Manhattan da parte degli indiani in cambio di una miseria. L’elenco delle possibilità è infinito ed irresistibilmente
affascinante, come tutta la storia della Terra. Io bramo il momento in cui potremo accedere a questo meraviglioso
scrigno di esperienza che ora è miseramente sepolto nei tomi delle università, nel buio dei musei e dei loro scantinati,
nella mente di tanti ricercatori che non possono esprimersi.
Una interessante possibilità è quella della sovrapposizione temporale: sarà possibile sovrapporre due o più istanti di
tempo di una stessa area geografica. Le due copie saranno trasparenti in modo da consentire la visualizzazione di
entrambe, una sull’altra; con un comando si potrà rendere leggermente più luminosa una delle due in modo da
distinguerla dall’altra. In questo modo si potranno osservare le rovine del foro romano di oggi con sovrapposte le
costruzioni dell’epoca del massimo splendore. Si vedrà come dai mozziconi ci colonne oggi rimasti si ergessero nel
passato costruzioni meravigliose, oppure come in intere aree le cose fossero del tutto differenti. Questa funzione è molto
interessante e potrà essere validamente utilizzata anche per ricerche archeologiche. Fin da subito si potrà esplorare il
4DGea e nell’arco degli anni diventerà un patrimonio di conoscenze sempre più immenso ed interessante, fruibile con
modalità sempre più realistiche ed affascinanti. Alcuni luoghi potranno essere a pagamento se i legali detentori dei
diritti lo vorranno ma mai più sarà proibito, a QUALSIASI Uomo, l’accesso a qualunque parte, di qualunque tempo,
della Terra.
Questo progetto, pur titanico, non è più difficile di quanto lo sia stato il programma Apollo che portò l’Uomo sulla
Luna. Occorreranno molti anni perché sia finito e forse non lo sarà mai, ma costituirà la più grande opera dell’Umanità,
un’eredità di conoscenza e di amore per i nostri posteri. Un altro aspetto importante del 4DGea è che esso diventerà la
più grande raccolta esistente di elementi da riutilizzare in infiniti altri canali. Quando si vorrà creare una torbida storia
che si svolgerà negli anni trenta nei sobborghi di Parigi, non si dovrà ricostruire la città, basterà prelevarla dal 4DGea.
Allo stesso modo, quando ci servirà una copia del Colosseo per un mondo di fantasia, potremo pescare a piene mani dal
‘canale uno’. La base di oggetti, edifici, stili, fregi, persone, animali, vegetali, elementi di ogni tipo costituita dal 4DGea
sarà un’inesauribile, meraviglioso deposito delle affascinanti cose della storia dell’Uomo.
Dal 4Dgea saranno derivati altri due canali molto simili; il 4DGea+ e il virtual Gea. Nel 4DGea+ l’ambiente sarà
esattamente lo stesso del 4DGea base ma con significativi miglioramenti. Questi miglioramenti renderanno il mondo
leggermente diverso da com’è o com’era nel luogo e nel tempo visitato ma senza modificarlo sostanzialmente. Per
coloro che si collegheranno con un sistema poco immersivo non vi saranno molte differenze ma per gli altri sì. In
pratica molte spiacevoli sensazioni del mondo fisico saranno attenuate in modo da rendere più confortevole
l’esperienza. Nel 4DGea base se vi troverete in un deserto infuocato sentirete perfettamente il caldo infernale e ne
soffrirete come se ci foste con il vostro corpo fisico, nessuna differenza. Nel 4DGea+, invece, il calore si trasformerà in
una sensazione forte ma non fastidiosa. Oltre a questa molte altre limitazioni nella versione plus svaniranno. Per la
perfetta rispondenza alla realtà nel canale base non si potrà volare, ingrandire immagini oltre un dettaglio possibile con
la vista normale e così via. In pratica nel canale base ci si troverà ESATTAMENTE come se si fosse con il proprio
corpo nel luogo e nel tempo voluto. Questo limiterà molto le possibilità di esplorazione (non si potrà volare, ad
esempio, e vedere dall’alto gli edifici) e renderà faticosa qualche esperienza mantenendo però il più totale realismo.
Nella versione plus tutte le esperienze saranno più comode e si potranno attivare maggiori modalità di indagine potendo
spostarsi come si vuole e passare attraverso i muri o vedere in trasparenza negli edifici. Nella prima fase di sviluppo,
con reti lente e computer ancora poco potenti, il 4DGea+ sarà solo un’idea non ancora esplorabile a meno di qualche
esempio per posti particolari giusto per dare l’idea delle possibilità. In questo modo faremo capire alla gente quale
meraviglia ci attende senza richiedere troppo a sistemi che dovranno evolversi ancora per dieci o vent’anni prima di
essere abbastanza potenti per l’accesso pubblico. Nel virtual Gea avremo una copia del canale base in cui si potranno
manipolare gli oggetti prendendoli in mano, osservandoli ed azionandoli. In questo modo si creerà una copia del canale
ogni volta che qualcuno passerà alla modalità personale oppure non appena interagirà con l’ambiente ed in questa copia
andrà avanti la simulazione. Così il virtual Gea sarà sempre identico al 4DGea base pur permettendo interessanti
interazioni. Anche il virtual Gea all’inizio sarà disponibile come esempio per pochi luoghi in modo da non
sovraccaricare i sistemi ancora poco potenti ma facendo capire alla gente cosa ci aspetta. Limitando il plus ed il virtual
Gea potremo rapidamente creare tanti contenuti nel 4DGea mettendoli fin da subito a disposizione del pubblico che
potrà esplorare il tutto senza nemmeno rendersi conto che in pratica sarà una rappresentazione 3D, una specie di film
non proprio interattivo. Se non si potranno osservare le cose da punti di vista non previsti non dovremo chiedere ai
sistemi di visualizzare una buona parte delle cose (ad esempio l’interno di cortili privati non accessibili dalla strada e
visibili solo dal cielo) a tutto vantaggio della velocità e della riduzione del carico elaborativo dei sistemi di
visualizzazione. La gente sarà affascinata dall’esperienza e non si renderà conto delle limitazioni abilmente introdotte
finché non sperimenterà gli altri due canali, dove si troverà la cosa vera. Limitando le possibilità nel 4DGea potremo fin
da subito offrire un ambiente di qualità di enormi dimensioni con la tecnologia ancora acerba di oggi, senza fare il solito
errore di tante produzioni multimediali: realizzare cose troppo pesanti o molto leggere ma comunque ad un solo livello
di dettaglio. Gli sviluppatori dovranno definire in ogni dettaglio gli ambienti e poi il sistema sceglierà il livello della
rappresentazione. In questo modo non appena la potenza e velocità delle reti salirà immediatamente l’esperienza
migliorerà senza richiedere ulteriori lavori.
L’ULTRAPORT
La connessione sulla rete Ultranet avverrà tramite svariati sistemi elettronici, dal personal computer al televisore tramite
un decoder, al caschetto ad induzione dell’ultravisore, controllati da un software realizzato in una versione speciale per
ogni piattaforma: l’Ultraport. Tale sistema costituirà la parte client dell’insieme client-server definito nei capitoli
precedenti; in pratica l’Ultraport ‘girerà’ sul terminale dell’utente e scaricherà i dati da rappresentare da un server, un
computer posto nella sede della Fondazione che conterrà tutti i canali. Compito dell’Ultraport sarà la sintesi locale delle
immagini e di tutti gli altri input sensoriali dell’utente. Ovviamente la qualità dell’esperienza varierà fortemente in
funzione dell’hardware disponibile. Su di un personal computer il massimo che si potrà ottenere sarà un’immagine,
eventualmente stereoscopica, sul monitor e l’uso del mouse o del dataglove. Nel caso del caschetto ad induzione
dell’ultravisore, invece, l’esperienza sarà totalmente immersiva ed indistinguibile dalla realtà; anzi, per certi versi,
anche migliore. Utenti con problemi fisici, infatti, potranno sperimentare esperienze migliori nell’ambiente simulato
rispetto a quello della vita fisica. Si pensi ai non vedenti che torneranno ad avere la vista, ai miopi che avranno una
visione cristallina, ai paralizzati che torneranno a correre e così via. La qualità dell’esperienza sarà ovviamente funzione
di vari fattori:
•
•
•
Il tipo di interfaccia disponibile, come già detto. Un PC sarà meno soddisfacente dell’ultravisore.
La potenza del sistema di rendering (quella parte che ‘disegna’ le immagini): a seconda del o dei processori
disponibili si potrà visualizzare un ambiente più o meno realistico e più o meno veloce nelle risposte. E’ molto
pesante elaborare le immagini tridimensionali richieste ma circuiti speciali saranno realizzati per questa funzione;
la produzione in grandissima serie abbatterà i costi di dispositivi anche molto complessi. Un campo in cui
occorrerà molto sviluppo sono i supporti hardware alle textures che devono passare da un sistema di
memorizzazione di immagini bitmap a quello della definizione algoritmica della superfici.
La velocità della connessione Ultranet: a seconda di questo parametro la qualità delle immagini varierà molto,
soprattutto riguardo alla loro ‘reattività’; in un sistema Ultranet, infatti, la definizione degli oggetti aumenterà man
mano che si potrà utilizzare la banda trasmissiva per l’invio di nuovi dettagli e quindi se l’utente resterà fermo
vedrà definirsi maggiormente l’ambiente. Se l’utente si muoverà in fretta la necessità di inviare nuove strutture
dati occuperà la banda impedendo la definizione dei particolari. Ciò sarà particolarmente percepibile in casi di
connessioni molto lente ed ambienti ricchi di immagini particolari e specifiche, come ad esempio una sala di un
museo ricca di quadri.
L’Ultraport sarà distribuito gratuitamente a chiunque in modo da non escludere nessuno dalla nascita e successivo
utilizzo di Oltremondo. Una delle caratteristiche più potenti del concetto Ultraport è quella della standardizzazione dei
comandi. Tutti i sistemi esistenti di navigazione in ambienti tridimensionali hanno sempre avuto interfacce
pesantemente diverse e gli stessi videogiochi in 3D spesso si pilotano con comandi ogni volta abbastanza differenti.
Ultraport offrirà un’interfaccia utente sempre uguale permettendo agli ultranauti, anche i meno esperti, di imparare i
pochi comandi base che saranno utilizzabili poi in tutti i mondi, dall’antica Pompei alle astronavi di Star Trek. I creatori
dei canali potranno attivare o no l’uso di vari comandi e cambiare l’aspetto grafico degli indicatori ma il SIGNIFICATO
sarà sempre lo stesso. In questo modo un utente dovrà imparare solo una modalità di movimento in Oltremondo e poi
sarà libero di sperimentare. La migliore interfaccia utente è quella che ‘sparisce’ e non viene più percepita dall’utente
che la usa istintivamente. I comandi saranno divisi in livelli, da quelli base a quelli avanzati; le persone impareranno i
comandi base con un breve e divertente tutorial all’inizio e potranno subito muoversi ovunque. Questo è molto
importante perché tante persone che magari proveranno l’esperienza senza tanta convinzione non siano deluse ma anzi
scoprano i reali contenuti al di là della tecnologia.
Altra importantissima questione è la modalità di movimento: le persone che usano per la prima volta un sistema
tridimensionale non devono essere disorientate da modalità strane ed incomprensibili. Troppe volte si sono visti neofiti
sconcertati dalla possibilità di rotazione su tre assi ed infiniti gradi di libertà. L’Uomo è abituato da sempre a vivere su
di un pianeta con gravità in cui muoversi camminando, anche solo l’assenza di gravità in orbita richiede addestramenti
intensi pure per esperti piloti collaudatori, figuriamoci una nonnina! In Oltremondo ci saranno infinite possibilità, si
potrà anche volare, ma la modalità base, attivata ad ogni connessione, sarà gravità e camminare. Quindi l’utente avrà un
corpo, sarà vincolato al terreno e si muoverà camminando. Al limite potrà saltare, ma niente movimenti ‘strani’. Se le
persone si ritroveranno nei vari mondi a camminare per le strade, guardarsi intorno e agire come farebbero se ci fossero
fisicamente allora tutti capiranno, chiunque si divertirà fin da subito senza problemi. Solo dopo un certo periodo le
persone più curiose potranno attivare modalità speciali, sempre standardizzate, per movimenti particolarissimi.
L’interfaccia base su personal computer, il livello più basso, sarà:
•
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Visuale in prima persona: si vedrà ciò che si vedrebbe con i propri occhi in quell’ambiente.
Possibilità di osservare il proprio corpo abbassando lo sguardo (cosa trascurata da quasi tutti i sistemi con visuale
in prima persona ed invece molto importante, le persone non sono due occhi fluttuanti nell’aria)
•
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Possibilità di guardarsi attorno muovendo il mouse o joystick, alzando lo sguardo fino a 10 gradi oltre la verticale,
in basso fino a vedersi il petto, a sinistra e a destra fino a 30 gradi oltre la linea delle spalle
Possibilità di muoversi in avanti ed indietro con le frecce o il joystick alto/basso
Possibilità di ‘sterzare’ durante il movimento o di girarsi sul posto con le frecce o il joystick sinistra/destra
Possibilità di attivare una descrizione o un ipercollegamento sull’oggetto che stiamo osservando con il tasto
INVIO o il click del mouse (per esempio: se stiamo osservando un tempio in un’antica città verrà visualizzata una
finestra con la descrizione dello stesso e una voce di sintesi ci leggerà le informazioni)
Possibilità di richiamare una lista di operazioni possibili nell’ambiente con il tasto SPAZIO o il tasto secondario
del mouse
Possibilità di configurare parametri di Ultraport con il tasto ESC; tali parametri potranno essere divisi per
categorie e cambiare la risoluzione video, il volume del suono, se le descrizioni degli oggetti dovranno essere
testuali o vocali e così via.
Il sistema manterrà automaticamente il punto di vista durante lo spostamento; nel mondo fisico non ce ne
rendiamo nemmeno conto ma i nostri occhi compensano ogni movimento della testa e mantengono lo sguardo sul
punto che ci interessa, in tal modo se stiamo guardando di lato continuiamo a farlo anche mentre andiamo avanti e
le immagini non ‘ballano’.
Questa serie di comandi come si vede è abbastanza breve e facilmente memorizzabile; nondimeno, essi sono del tutto
sufficienti per permettere un movimento sicuro ed una fruizione completa di quasi tutti i canali che si potranno
concepire.
Le descrizioni degli oggetti e altri dati non tridimensionali dovranno essere fruiti con modalità il più possibile semplici
e rilassanti. Troppe volte si sono visti CD-ROM culturali che ad un certo, spesso minimo, livello di approfondimento
passavano da una modalità filmica con audio e video di buona qualità ad una di ‘scheda’.
Le famigerate ‘schede’ sono sempre state la cosa migliore che si potesse fare per allontanare la gente dalla cultura.
Molte persone trovano faticoso leggere, anche su carta, figuriamoci quanta voglia hanno di leggere una finestrella su di
un monitor, da sfogliare in modo innaturale con freccine e barre di scorrimento. Le persone NON LEGGONO sui
monitor e non leggeranno molto nemmeno sui bellissimi schermi eterei che potremo realizzare in Oltremondo. Per
veicolare informazioni occorre un metodo più semplice e diretto. L’immagine, specie se tridimensionale e navigabile, fa
moltissimo ma molti concetti non possono essere comunicati per via grafica. Il nome di un tempio, l’autore di un
quadro, teorie complesse e tante altre cose richiedono una spiegazione concettuale. Ecco che diventa importante la
codifica Ultracode e la possibilità di tradurla in tutte le lingue del mondo. Tutte le informazioni non grafiche di
Oltremondo saranno codificate in Ultracode e veicolate in modi diversi. Per coloro che lo vorranno ci sarà il testo scritto
nella propria lingua, per moltissimi altri sarà molto più comodo SENTIRE la lettura di tale testo da una voce gradevole,
al livello più alto arriveremo alla mente aumentata con la proiezione dei concetti direttamente nella mente dell’utente. Il
sistema Ultraport gestirà questo traffico e al livello più basso potrà fin da subito visualizzare il testo nella lingua
preferita dall’utente o leggerlo con un sistema di sintesi vocale. Nei primi anni sarà utile che volontari registrino la
lettura dei vari testi nelle varie lingue in modo da conservare la registrazione audio di tale lettura e poterla riproporre al
posto della sintesi vocale che sarà ancora un po’ metallica e impersonale per un certo periodo. Il sistema Ultraport dovrà
negoziare con il server l’invio e la rappresentazione dell’informazione nel sistema preferito dall’utente tra quelli
disponibili.
In un primo momento la sola connessione possibile sarà quella tramite personal computer e rete Internet; questa
connessione permetterà di sperimentare il livello più basso dell’esperienza ma consentirà a milioni di persone di
esplorare fin da subito tutti i canali di Oltremondo. In un secondo tempo la realizzazione di successive generazioni di
ultravisori aumenterà il realismo dell’esperienza fino ad arrivare a sensazioni persino migliori di quelle del mondo
fisico. I vari ultravisori avranno elevati costi iniziali che scenderanno con l’inevitabile produzione di massa. Forse in un
primo momento un caschetto potrà costare quanto un appartamento per poi scendere al livello di un attuale
videoregistratore. Il tempo necessario per questi sviluppi così come i costi dei prodotti sono molto difficili da prevedere;
s può parlare di un periodo da cinque a quarant’anni e di un costo da un milione fino a cento dollari. Sono dati con
ampie possibilità di oscillazione ma non si può essere precisi su previsioni come queste. Probabilmente in un primo
momento i benestanti potranno accedere ai superiori livelli di esperienza mentre i poveri della terra dovranno aspettare
di più o accontentarsi di una qualità più bassa per un certo periodo. In ogni caso teniamo presente che fin dall’anno
2003 sarà possibile collegarsi con un normale personal computer del costo di mille dollari e, al limite, questo
collegamento già potrebbe essere usato per l’oltrevita. Non sarebbe il massimo ma sempre meglio della morte fisica e
attendendo un po’ di anni arriverebbe il meglio.
I SISTEMI DI SVILUPPO
La realizzazione dei mondi simulati dovrà essere alla portata di tutti altrimenti non vi sarà vera giustizia. Attualmente i
sistemi di sviluppo per ambienti digitali sono ad uno stadio estremamente iniziale. Ogni oggetto deve essere
faticosamente memorizzato in un programma di editing 3D che permette di definirne i vertici (cioè gli spigoli) e le
textures, cioè le immagini con cui decorare le superfici così definite. Pensate a quale difficoltà sia definire un intero
edificio così! Mettere poi insieme ed animare ogni elemento di una scena è un altro compito difficilissimo. Nel mondo
nell’anno 2001 c’erano oltre dieci milioni di persone in grado di disegnare una pagina Web e solo alcune migliaia
capaci di creare una scena tridimensionale. Con Oltremondo e la rivoluzionaria tecnologia Ultrapeg tutto questo finirà.
Vi starete chiedendo come si potrà disegnare addirittura un intero universo e magari penserete che sarà una cosa troppo
difficile...niente di più sbagliato. Innanzitutto l'interazione tra noi e i computer di Oltremondo passerà progressivamente
da un'interfaccia di tipo tradizionale (Windows per esempio) a una che ancora non ha nome. Quando diventerà
disponibile l’ultravisore basterà PENSARE ad una qualsiasi funzione perché essa sia fedelmente eseguita dai computer.
Oggi occorre fare una serie di click con il mouse per attivare una funzione, magari facendo succedere una cosa diversa
da quella che si voleva. Con il caschetto non sarà più possibile sbagliarsi, eliminata l’arcaica pressione meccanica delle
dita su tasti fisici si passerà all'invio di comandi mentali che saranno perfettamente compresi. Nessun comando da
ricordare, nessun menu 'a tendina' da aprire per cercare comandi ancora criptici come Visualizza->Opzioni->Testo>Bold.
Un aspetto eccezionalmente importante dell’interazione con i computer che non è mai stato sfruttato a fondo è quello
del copia-incolla: quando si lavora con un elaboratore elettronico è possibile evidenziare una parte del proprio lavoro
(per esempio sottolineare una frase nel testo) e copiare questa parte in uno speciale ‘blocco per gli appunti’ che contiene
così una COPIA dei dati che sono comunque rimasti al loro posto nella posizione originale. La copia dei dati può poi
essere INCOLLATA in un altro punto del nostro lavoro creando un loro esatto duplicato in un’altra posizione. Questo
duplicato può essere modificato aggiungendo o togliendo in modo da adattarlo alla nuova funzione. Una cosa che molti
non capiscono e che i sistemi software evidenziano ben poco è che è ENORMEMENTE più facile e veloce copiare parti
di lavoro già fatte ed adattarle in nuove posizioni piuttosto che creare nuovi elementi da zero. La possibilità del copiaincolla è un’esclusiva dei sistemi elettronici e le persone non ci sono abituate, con la macchina da scrivere o la penna
certo non è mai stato possibile! I sistemi di sviluppo per Oltremondo dovranno basarsi pesantemente su questo concetto;
se il copia-incolla è utile nello scrivere o programmare, esso diventa INDISPENSABILE quando si creano ambienti
tridimensionali. Uno dei più grandi ostacoli alla diffusione di contenuti 3D, infatti, è sempre stata l’estrema difficoltà di
disegnare oggetti tridimensionali. Sembra facile ma invece realizzare il modello 3D anche solo di una lampada richiede
centinaia di operazioni complesse di estrusione, rotazione, allineamento e così via. Il problema risiede anche nel fatto
che manipolare oggetti in tre dimensioni su un video non è naturale come lo sarebbe muoverli con le mani nello spazio
su di un tavolo di lavoro; finché non sarà disponibile l’ultravisore dovremo disegnare i nostri oggetti su di uno schermo
bidimensionale e manipolarli con il mouse, non con le mani. Tutto questo significa che non ci si può sognare di creare
un sistema di sviluppo tradizionale per mondi 3D facile da usare anche da parte di non programmatori o esperti di
grafica tridimensionale.
Ma nondimeno noi vogliamo che TUTTI possano creare i loro mondi e che esperti di altri settori, per esempio
archeologi, possano creare facilmente gli ambienti del passato che vorremmo visitare. Oggigiorno i contenuti 3D sono
pochi e spesso limitati ai giochi perché non si è mai pensato di realizzare un sistema di sviluppo per non esperti. La
Fondazione Oltremondo supererà questo problema con la realizzazione dei sistemi di sviluppo basati estensivamente sul
copia-incolla. Pensate per un istante a come fareste a realizzare un set per un film dove si trovasse anche solo una via di
una città dei giorni nostri: non vi sognereste di prendere blocchi di pietra grezzi e lavorarli personalmente per creare i
bordi arrotondati e abbastanza precisi dei marciapiedi. Non pensereste di creare per lavorazione alla fresa o tramite
stampaggio ad iniezione le cassette di derivazione della compagnia dei telefoni poste sul muro, non vi sognereste di
abbattere gli alberi, lavorare il legno ed inserirvi le parti metalliche per ottenere gli infissi delle finestre. Ebbene, fino ad
oggi realizzare un ambiente tridimensionale per un gioco o per qualsiasi altra applicazione è stato così; i realizzatori
hanno sempre dovuto partire da zero e creare ogni elemento; pazzesco! Nella strada del nostro set immaginario
certamente voi, da persone ragionevoli, andreste a COMPRARE tutti gli elementi necessari e magari li fareste pure
assemblare da muratori per ottenere l’effetto che volete. Per Oltremondo sarà lo stesso: a nessuno sarà richiesto di
essere un valente artigiano, ancorché digitale, ma chiunque potrà accedere ad una libreria di oggetti già definiti da altre
persone. Una sezione dei sistemi di sviluppo permetterà certamente di realizzare qualsiasi oggetto partendo da zero ma
sarà usata solo da professionisti o per cose che non hanno nessuna corrispondenza con quanto già realizzato. In questo
modo CHIUNQUE potrà rapidamente e facilmente creare un mondo e popolarlo di oggetti animati e inanimati,
ottenendo in breve tempo un risultato perfetto e molto professionale, senza essere minimamente un esperto di software
o grafica 3D. Gli oggetti già definiti da altri saranno organizzati in raccolte divise in categorie in modo da individuare
rapidamente l’elemento cercato. Ogni oggetto potrà poi essere incollato infinite volte nel nostro mondo in modo da
creare rapidamente un ambiente anche molto complesso con poche operazioni. Ad ogni oggetto si potranno aggiungere
operazioni di modifica del materiale, del colore e dello stato di usura in modo da derivare infinite variazioni sul tema di
base.
I sistemi esistenti non solo impongono di cominciare ogni volta da zero ma costringono a buttare via ogni lavoro una
volta usato; standard diversi nella definizione ed altre incompatibilità impediscono a terzi di riutilizzare il lavoro già
svolto. Con Oltremondo cesseremo l’epoca dello spreco del lavoro 3D ed ogni oggetto, ogni ambiente, ogni mondo,
sarà una miniera per altre menti creative. Imponendo uno standard renderemo interscambiabili gli oggetti ed otterremo
una qualità costante.
Oggigiorno tutti i sistemi di modellazione tridimensionale permettono di creare le SUPERFICI degli oggetti, senza
preoccuparsi del materiale di cui sono fatti. In pratica, si realizzano le parti definendo l’aspetto della loro superficie
esterna e l’immagine da applicarci sopra. Per il ripiano di un mobile basta creare un parallelepipedo con le misure giuste
e ricoprire la superficie esterna con una fotografia di legno con venature varie. Il ripiano così creato però è VUOTO;
nessuna informazione sul materiale viene registrata. Questo è sufficiente per semplici videogiochi o per simulazioni che
non mirino alla realizzazione di un mondo digitale. Con i sistemi di sviluppo di Oltremondo le proprietà strutturali e di
materiale di ogni elemento DOVRANNO essere definite. Se in un videogioco il nostro ripiano non potrà mai cambiare,
in Oltremondo potrebbe ricevere una martellata e spaccarsi, occorre quindi che i sistemi di simulazione ne conoscano il
materiale per poter realizzare le immagini dell’evento e dell’oggetto dopo l’urto, magari rotto in due parti scheggiate.
Molto importante è anche la funzione dei Wizard: aiutanti che possono essere richiamati per fare in modo automatico
operazioni complesse rispondendo a semplici domande. Ad esempio il wizard che crea la strada ci può chiedere quanto
la vogliamo lunga in metri, di che epoca e quanto pulita generando poi tutto l’ambiente richiesto. Se vogliamo
aumentare il livello di sporcizia possiamo agire su un selettore che alza o abbassa il tasso medio di rifiuti su tutta la
strada. Analogamente l’indicazione dell’epoca e dello ‘stile’ produce lampioni che vanno da eleganti oggetti in ghisa
con fiammelle alimentate a gas fino ad avveniristiche luci sospese nell’aria. Ovviamente gli oggetti potranno essere
copiati e manipolati a gruppi; esisteranno molti tipi di mattoni e moltissimi tipi di costruzioni già realizzate con questi
mattoni: archi, scalinate, volte a crociera e così via. In questo modo si potranno non solo realizzare cose con oggetti di
base ma inserire interi gruppi di oggetti già organizzati in insiemi significativi. La folla potrà essere definita allo stesso
modo decidendo se ogni luogo è molto o poco popolato, di quale mescolanza di razze e con quale livello di benessere
economico. Definendo parametri qualitativi a scelta da un vasto ma comunque limitato repertorio (per non disorientare)
ognuno potrà facilmente creare ambienti realistici e molto interessanti. Ogni oggetto sviluppato ex novo sarà
immediatamente aggiunto alla libreria globale in modo da essere disponibile per gli altri. Procedendo in questo modo
assisteremo ad una reazione positiva: sempre più persone creeranno mondi ed oggetti e sempre più altre entreranno nel
giro ottenendo in breve tempo un’esplosione nelle possibilità espressive.
La manipolazione degli oggetti verrà effettuata tramite un’interfaccia, cioè un modo di rapportarsi al sistema, il più
possibile naturale. Uno dei grandi problemi delle interfacce dei sistemi odierni è che, essendo rivolte a persone non
qualsiasi, offrono possibilità molto valide ma del tutto innaturali. Le persone non si muovono come occhi sospesi nel
nulla con possibilità di rotazione su tre assi e movimento omnidirezionale, gli esseri umani di solito hanno un corpo,
camminano su un terreno e muovono le cose con le mani. Imponendo un sistema per muoversi ed agire che sia il più
vicino possibile a quello naturale metteremo immediatamente a proprio agio chiunque inizi a lavorare con i nostri
sistemi. Quando uno sviluppatore vorrà passare a interfacce più avanzate potrà fare tutto, ma i sistemi di sviluppo di
Oltremondo partiranno da metodi semplici e naturali che qualsiasi persona potrà usare immediatamente. La
manipolazione degli oggetti o dei gruppi incollati nel nostro ambiente potrà essere effettuata con operazioni molto
spontanee; ad esempio se incolleremo un colonnato su un lato del nostro giardino ed esso sarà troppo corto potremo
‘stirarlo’ fino alla misura voluta oppure aggiungere colonne quanto serve. Una sola semplice operazione per un grande
risultato.
Un altro importante aspetto: la manipolazione e definizione di parametri QUALITATIVA: nel mondo dei computer ogni
cosa è definita e misurata con estrema precisione, ogni grandezza è perfettamente definita e in molti software non si può
dire semplicemente ‘un po’ più lungo’ o ‘fino a sembrare ben stirato’. Nei sistemi di sviluppo di Oltremondo ogni
persona potrà indicare le misure nel modo più spontaneo, cioè in modo qualitativo. Il sistema si farà carico di
interpretare la volontà dell’utente in modo da modificare o agire nella misura esatta corrispondente a quanto voluto.
Nell’esempio del porticato si potrà attivare la sola funzione ‘rendere di bell’aspetto’ per far partire l’applicazione di
tutte le regole dell’armonia, della simmetria, della sezione aurea e così via fino ad ottenere il porticato più bello
possibile per il nostro giardino.
Una parte importante dei sistemi di sviluppo saranno a questo punto ovviamente le raccolte di oggetti; la Fondazione si
occuperà di attivare gruppi di lavoro dedicati alla continua realizzazione di nuovi oggetti ed al miglioramento di quelli
esistenti in modo da fornire il miglior materiale possibile a chiunque voglia sviluppare nuovi mondi. In particolare,
gruppi estremamente specializzati si occuperanno di sviluppare gli oggetti più complessi, cioè quelli biologici. Prevedo
che esperti di botanica si occuperanno di definire nei dettagli sempre nuove piante ed i loro cicli vitali. Le piante, infatti,
sono sempre state definite in modo estremamente rozzo in tutti gli ambienti tridimensionali; in moltissimi giochi gli
alberi sono ottenuti a partire da due profili piatti (tipo ‘arbre magique’) incrociati. I gruppi di lavoro di botanici
realizzeranno modelli perfetti di ogni vegetale insieme con le modalità di crescita e differenziazione. Un aspetto
importante dello sviluppo dei mondi, infatti, sarà che non si tratterà di realizzare ambienti statici ma bensì luoghi che
evolvono nel tempo. Quindi gli alberi dovranno stormire nel vento, piegarsi sotto la neve, crescere, perdere le foglie in
inverno e così via. Di ogni oggetto, animato o no, si realizzerà non una singola copia ma bensì una TABULA. La tabula
è un termine che indica la realizzazione di un archetipo di un oggetto da cui si possono derivare infinite copie identiche
o che differiscono in alcuni particolari. Di ogni tabula saranno disponibili gli ATTRIBUTI che permetteranno di definire
lo stato della particolare copia. In pratica, se vorremo mettere, ad esempio, un’auto in una strada, dovremo scegliere la
tabula dell’auto che ci interessa, poniamo Chevrolet Lumina. Da questa tabula potremo derivare la particolare Lumina
che vorremo definendone gli attributi, una serie di parametri che ci verranno proposti. Potremo decidere che la vorremo
di un bel rosso acceso, con le gomme consumate al 57 per cento, mediamente sporca e con un livello di usura del 26 per
cento. I dettagli sullo stato di usura determineranno quante righe ed ammaccature ci saranno sulla carrozzeria. In questo
modo avremo definito una particolare Chevrolet Lumina con poche operazioni ed ovviamente capite subito che potremo
crearne infinite, tutte diverse. Con questo potente concetto gli oggetti dei vari mondi appariranno eccezionalmente reali
mentre tutti i sistemi software ed hardware necessari non dovranno essere troppo complessi, dato che partiranno da
poche tabulae di base a cui applicare solo gli attributi scelti per le varie copie richieste nell’ambiente. Il concetto di
tabulae, applicato a tutti gli aspetti dei mondi digitali, minimizzerà le altrimenti ingentissime richieste di capacità di
memoria e di banda trasmissiva necessarie per mantenere i mondi e farvi entrare tutte le persone che lo vorranno.
Un altro importantissimo aspetto è che definendo in questo modo i vari ambienti gli sviluppatori creeranno più che
luoghi tridimensionali veri e propri ‘programmi’. Questo significa che di ogni mondo avremo il contenuto
SEMANTICO più che grafico; invece dell’immagine di una particolare auto lo sviluppatore posizionerà il CONCETTO
di quella particolare auto in quel punto. Questo permetterà non solo di facilitare enormemente, come già visto, il lavoro
di sviluppo ma produrrà altresì l’effetto di SCALABILITA’ della rappresentazione. La scalabilità si concretizzerà in due
effetti: i mondi potranno avere un livello di qualità e dettaglio del tutto proporzionale alla potenza delle reti di
comunicazione e dei sistemi di visualizzazione usati. Chi si collegherà con un semplice personal computer ed una lenta
connessione Internet vedrà il nostro mondo con poca qualità ma comunque in modo soddisfacente, chi si collegherà in
fibra ottica ultraveloce con sistemi di potenza elevatissima potrà vedere la STESSA scena con un livello di dettaglio
perfetto, il tutto senza richiedere NESSUNA modifica al lavoro fatto una volta per tutte dallo sviluppatore.
Oggigiorno qualsiasi produzione multimediale o tridimensionale viene realizzata con altri sistemi che son difficili da
usare e producono un solo livello di dettaglio; tale livello è di volta in volta troppo pesante per certi sistemi e del tutto
insufficiente quando si vuole un po’ più di qualità. In Oltremondo il livello dell’esperienza sarà perfettamente scalabile
in base alle risorse dell’utente. Il secondo effetto della scalabilità è che con il continuo miglioramento delle definizioni
delle tabulae e dei sistemi di visualizzazione ed interazione il nostro mondo migliorerà in modo automatico, senza che si
debba mai riprendere in mano il lavoro già fatto. Se dopo un certo tempo la tabula Chevrolet Lumina verrà
ulteriormente migliorata aggiungendo i riflessi delle cromature e la possibilità di aprire il cofano per modificare il
motore AUTOMATICAMENTE il nostro mondo che richiama quella tabula presenterà queste nuove caratteristiche.
Questo rivoluzionario concetto cambierà drasticamente il modo di realizzare ambienti tridimensionali e permetterà
l’accumulo e l’evoluzione del prezioso lavoro di chiunque vorrà svilupparli, senza successivi interventi. Anche le
animazioni, come visto, verranno realizzate seguendo il concetto di tabula. Le complesse realizzazioni di vettori di
animazione saranno realizzate da gruppi di lavoro appositi e potranno essere applicate a tutte le tabulae di oggetti
compatibili. In pratica lo sviluppatore potrà scegliere i comportamenti da estese liste ed applicarli agli oggetti della
scena oppure definire un comportamento di ambiente ed ottenere in modo automatico tanti oggetti animati in modo
vario ma coerente. Si potrà ad esempio definire che in un certo punto si vorrà una folla di persone da città di medie
dimensioni e le strade si popoleranno di persone scelte a caso dal sistema e coerenti con l’ambiente; non ci troveremo
con i pirati a passeggio per la Manhattan del 1985.
Ora vedremo un esempio di creazione di un mondo da parte di un utente: poniamo che si voglia creare un mondo con
splendidi giardini, una villa liberty e un intero pianeta popolato dalla flora del Mesozoico. Come prima cosa, dal mondo
centrale, ci recheremo, semplicemente camminando, in un locale dall'aspetto di un piacevole caffè. Qui potremo
incontrare altre persone, magari nostri amici vecchi e nuovi, con i quali discutere del progetto. Essi ci potrebbero dare
dei suggerimenti, potremo perfino fare degli schizzi insieme e commentarli. Tutto ci sembrerebbe perfettamente
naturale. Quando decidessimo di iniziare la creazione lo PENSEREMMO semplicemente (oppure faremmo click su un
pulsante apposito nel caso di arcaica interfaccia finestre-mouse). Ecco che comparirebbe davanti a noi un modulo da
riempire con il nome del mondo, la categoria (mondo personale) e la scelta delle regole. Potremo scegliere che le regole
sono il tipo standard numero 3 (nostro uso esclusivo, se qualcun altro ci vorrà entrare dovremo invitarlo noi, un po’
come per la nostra casa fisica). Dopodiché ci verrebbe chiesto quanti pianeti vorremo, e potremo poi scegliere uno solo
illuminato da una stella di tipo Sole e un giorno di 24 ore. Questa scelta sarà solo una delle miriadi di possibilità, ma
certamente la troveremo all'inizio della lista. Dopodiché ci troveremo in piedi sulla superficie di una sfera grigia. Ci
verrà chiesto il tipo di suolo con la possibilità numero uno di terra normale. Un sistema automatico a questo punto
creerà tutti i terreni diversi pertinenti alle varie zone climatiche, generando a caso montagne, mari, laghi, fiumi. Se
vorremo cambiare qualcosa dell'orografia potremo farlo in ogni momento; un pensiero (o un click nei primi anni) e il
lago sparirà o lo sposteremo da un'altra parte. Poi sceglieremo una vegetazione tra le molte disponibili e tutto il mondo
diventerà verdeggiante. Poi la casa liberty, con la possibilità di richiamare un potente assistente automatico che nello
stesso modo potrebbe generare una villa standard che noi potremo modificare come vorremo. Se ci sentiremo architetti
potremo progettare da zero l'edificio. Di particolare in particolare definiremo un intero mondo che sarà nostro, dove
potremo invitare chi vorremo e di cui potremo definire tutte le più minute regole. E come esso infiniti altri. Ovviamente
il livello di dettaglio di ogni mondo sarà funzione del lavoro profuso dal creatore. Se ci limiteremo ad assemblare
elementi standard senza modificarli molto il nostro mondo sarà meno originale. E' ovvio che universi estesi, con tanti
particolari originali, definiti in ogni dettaglio, richiederanno il lavoro di molte persone. Nasceranno così dei COMITATI
di creatori che decideranno le regole in modo democratico. La gestione dei mondi più complessi diventerà un impegno a
tempo pieno per molte persone e questo renderà necessaria la stesura di regolamenti sofisticati e talvolta severi per far
rispettare ai visitatori la gran mole di lavoro fatto. Il sistema di sviluppo permetterà di definire tutte queste regole con
una gran serie di opzioni. Ad esempio, il gestore dovrà definire il livello di sofferenza accettabile per ogni visitatore. In
questo modo se, ad esempio, una persona verrà molestata in una via di una città di un mondo può darsi che ad un certo
punto essa scompaia per riapparire in un punto da essa scelto oppure può darsi che il sistema non intervenga fino al
punto di lasciar avvenire uno stupro. L'informazione sul livello di sofferenza accettabile sarà una delle cose che ogni
visitatore potrà visionare nel mondo centrale prima di entrare in un canale, in modo da scegliere a ragion veduta. E'
ovvio che si apriranno infinite possibilità per aziende ed organizzazioni di ogni tipo, grazie a questi potenti sistemi di
sviluppo. Molti canali saranno di tipo scientifico ed in essi ricercatori creeranno rappresentazioni esplorabili di reazioni
chimiche, di interni di macchinari, del genoma umano o di qualsiasi altro sia l'oggetto del loro lavoro. Gli storici
potranno ricreare perfettamente periodi o situazioni particolari lavorando insieme per produrre, ad esempio, la copia
perfetta del Colosseo al momento del massimo splendore. Tale prodotto sarà poi messo a disposizione di tutti tra le
mille opzioni in modo che chi vorrà creare un mondo dell'antica Roma avrà a disposizione il Colosseo, perfetto e
scientificamente corretto.
I SISTEMI DI CATTURA
La creazione dei modelli 3D di tutti i luoghi che si vorranno realizzare potrà partire da oggetti predefiniti nelle immense
librerie pubbliche o partendo da zero se si sarà abbastanza esperti, ma a queste modalità dovrà aggiungersene un’altra.
La fotogrammetria è una scienza che studia la possibilità di rilevare le misure di oggetti a partire da loro immagini
fotografiche, tale scienza dovrà essere usata pesantemente per lo sviluppo di Oltremondo. La rilevazione delle misure di
oggetti in modo automatico permetterà di ‘fotocopiare’ in 3D molte cose e soprattutto di acquisire rapidissimamente
l’immagine complessiva degli edifici nelle varie città. Se in moltissimi canali le città saranno generate dai wizard in
modo semiautomatico a partire da edifici presenti in libreria è indubbio che questi edifici dovranno essere definiti e che
nel caso del progetto 4DGea essi dovranno essere la copia perfetta di quelli esistenti in ogni parte del mondo. Non è
possibile pensare di realizzare le copie 3D di tutti gli edifici del mondo a partire dalle planimetrie eventualmente
acquisite dai vari catasti e definendo a mano tutte le superfici con tutti i particolari. Sarebbe un lavoro davvero terribile
e richiederebbe accurate e continue misurazioni per confrontare l’immagine risultante con l’edificio reale. Occorre un
sistema che, partendo da una serie di fotografie o meglio ancora da un video, anche amatoriale girato nelle strade, riesca
ad estrarre il modello tridimensionale di tutti gli edifici, completo delle indicazioni dei materiali e quindi dei colori delle
superfici. Questo sistema sarà indubbiamente piuttosto complesso ma si rivelerà indispensabile per la realizzazione del
4DGea. Poche persone che gireranno per le vie di tutto il mondo con una semplice telecamera da turista potranno creare
il modello completo 3D che desideriamo, senza troppi sforzi. Le immagini filmate e le fotografie d’epoca ci forniranno
lo stesso risultato per quegli ambienti che oggi non esistono più o sono cambiati, l’uso di questo sistema su disegni e
pitture ci darà una base di partenza per ricostruire ambienti anche molto remoti nel tempo. In fondo non occorrerà molto
lavoro per percorrere, magari in auto, una città passando in tutte le strade e girandovi attorno; e alla fine avremo il
modello visitabile della stessa. Una campagna di acquisizione massiccia potrebbe produrre in pochi anni l’immagine di
tutto il pianeta. Combinando le immagini prese nelle vie, corredate dall’informazione della posizione, con le mappe
satellitari dotate di informazioni altimetriche, si potranno avere quasi tutti i dati per permettere ad un sistema
automatico o semiautomatico di ricreare un ambiente convincente e del tutto identico a quello fisico. Ovviamente le
informazioni rilevate in questo modo non saranno sufficienti a definire completamente molti oggetti. Se un monumento
posto nel mezzo di una piazza può essere rilevato tutt’intorno e quindi non ha lati sconosciuti, certo un palazzo che si
affaccia su di una via non può essere facilmente ripreso dal lato del cortile. In questo caso il sistema, probabilmente in
modo semiautomatico con l’aiuto di un operatore umano, potrà decidere quale tipologia di cortile assegnare oppure
potrà impedire l’accesso allo stesso. Le immagini acquisite sul campo potranno essere poi scaricate su computer della
Fondazione che si occuperanno delle complesse elaborazioni tese ad estrarre il contenuto tridimensionale dalle
immagini bidimensionali in movimento. Ovviamente non si tratterà del solo compito, già gravoso, di estrarre il modello
3D dell’oggetto, ma di cercare di utilizzare per la sua definizione il più possibile le tabulae di oggetti già presenti nelle
librerie. In questo modo un lampione sulla strada non sarà un nuovo oggetto ma una nuova istanza (cioè copia o
immagine) di una tabula ‘lampione’ già presente in libreria. Rimuovendo la patina del tempo, le incrostazioni, le
ammaccature e la vernice emergerà la STRUTTURA base dell’oggetto e questa potrà essere associata ad una tabula
standard in modo da creare i modelli a partire da insiemi complessi piuttosto che da solidi elementari come cilindri,
sfere, cubi ed altri.
Un giorno dell’ottobre 2000 stavo camminando nel parco del Valentino di Torino e immaginavo questo sistema di
cattura automatica. Pensai che le piante in particolare erano quasi impossibili da catturare; come definire le strutture
delle foglie, come distinguere i casi in cui i rami dell’una erano frammezzati da quelli dell’altra, come capire in modo
automatico che un altro elemento era una roccia o un ramo secco? Presi in mano un lungo ago di pino, sul ramo ce
n’erano centinaia, migliaia per terra. Solo quel semplice ago aveva due punte, unite alla base con una struttura
cilindrica; all’interno del solco delle punte, che erano concave, si trovavano addirittura piccole pietruzze e detriti. Pensai
che era impossibile codificare tanta complessità; ed ecco che compresi un punto molto importante: prima o poi ci si
deve fermare con la definizione degli oggetti. Se dovessimo arrivare al dettaglio più basso non basterebbero nemmeno
gli atomi, magari neppure i quark. Per Oltremondo dobbiamo prima o poi definire come atomiche strutture che, per
quanto piccole, non saranno mai come quelle del mondo fisico, altrimenti non ci basterebbe l’universo per memorizzare
un solo pianeta. Compresi che un livello di dettaglio ultimo doveva essere di tipo CONCETTUALE piuttosto che
brutalmente matematico. Nell’acquisire quel parco non avremmo dovuto cercare di definire ogni singolo filo d’erba,
ogni foglia, ogni albero. Il sistema avrebbe dovuto estrarre da quelle immagini ciò che anch’io stavo percependo: un
SIGNIFICATO. Davanti a me c’era un albero di una certa specie ad un certo stadio di sviluppo, dietro al quale si
stendeva un prato dalle dimensioni complessive definite, costituito da una mescolanza di erbe tipica di quella latitudine.
Questa era l’informazione che si doveva estrarre dall’immagine, questo avrebbe potuto fare un sistema di cattura
automatico. Dopodiché le variazioni casuali all’interno della definizione avrebbero dovuto seguire un MODELLO in
modo che qualsiasi osservatore avrebbe visto la stessa scena nel medesimo istante, e un’altra scena, la stessa per tutti,
qualche mese dopo. La legge di generazione della scena a partire dal modello dell’oggetto e dell’istante nel tempo
doveva essere di tipo matematico con uso di funzioni frattali e numeri casuali uguali per tutti. In questo modo lo stesso
parco sarebbe apparso a tutti i visitatori nello stesso modo a parità di tempo e di luogo, a patto che i sistemi di
generazione delle immagini di ogni visitatore funzionassero con le stesse regole. In questo modo si superava
l’impossibilità della definizione atomica del mondo fisico all’interno del mondo digitale, limitato dal proprio finito
substrato fisico, e si ponevano le basi per un concetto filosofico: l’ambiente digitale concettualmente identico PER
CATEGORIE a quello fisico E’ la copia esatta di quello fisico. Non ci interessa vedere la stessa erbaccia nella stessa
posizione nei due mondi, a noi interessa che il prato sia lo stesso, ci comunichi le stesse sensazioni. Ovviamente ciò
vale per oggetti omogenei e ‘di sfondo’, non è applicabile ad una città. Non potremo dire che nello spazio urbano di
Roma c’è una città del ventesimo secolo e il sistema ne genererà una a caso. Noi vorremo vedere proprio Roma! Ma in
un singolo parco della città ci basterà trovare l’erba che complessivamente è uguale a quella del parco della città fisica.
Questa distinzione tra ciò che è importante e ciò che può essere trascurato non si basa sulle dimensioni (si pensi ad una
montagna che è enorme e può essere definita come categoria) ma sull’importanza PERCEPITA dall’osservatore per
ogni oggetto. Si potrà quindi ‘tagliare’ sull’aderenza per oggetti poco significativi ed essere molto più precisi per cose
che sono importanti per noi esseri umani. In questo senso questa tecnica è simile ad un sistema di compressione, anche
nel metodo JPEG, ad esempio, le immagini sono compresse togliendo da esse le parti che l’Uomo non può percepire.
Utilizzando questo sistema potremo contenere infiniti universi in un impianto costituito pur sempre da atomi fisici e
quindi fatalmente limitato. Nei nostri computer non cattureremo il mondo fisico, ma il mondo del pensiero.
L’IMPORTANZA DEGLI STANDARD
(open source o free software ?)
Il movimento open source da sempre propugna un modello di sviluppo del mondo del computer del tutto opposto a
quello tradizionale. Nel sistema classico ogni azienda scrive i propri programmi in un certo linguaggio e, da queste
versioni dette tecnicamente ‘sorgenti’, produce una versione eseguibile che poi commercializza. L’utente finale non ha
accesso ai sorgenti e quindi non può sapere come funziona il programma al suo interno e meno che mai modificare
qualcosa. Nel modello open source gli sviluppatori distribuiscono i sorgenti insieme ai programmi e consentono così
agli utenti che ne sono capaci qualsiasi modifica. In un tale modello, è ovvio che non si può vendere il software: se si
distribuiscono i sorgenti chiunque è in grado di produrre infinite copie finali. La licenza open software, tuttavia, può
essere una scelta economicamente redditizia: coloro che vogliono assistenza nell’uso dei programmi pagheranno. Allo
stesso modo si creano possibilità di business quando un utente desidera una versione specifica per le proprie esigenze e
non è in grado di modificare i sorgenti in proprio. Il sistema open source è molto ardito, innovativo e fortemente
anarchico. Il sistema tradizionale è ‘di destra’, l’open source ‘di sinistra’. Ognuno dei due sistemi ha i suoi pregi ed i
suoi difetti. I campioni del sistema classico sono senz’altro quelli della Microsoft. Tale azienda non ha mai reso pubblici
i sorgenti di alcun prodotto ed ha sempre venduto ogni sua creazione. Bill Gates è sempre stato ferocemente contrario a
qualsiasi distribuzione gratuita di software e ancora di più alla pratica della copia dei programmi. Gates ha sempre
sostenuto con veemenza che chi copia i programmi danneggia l’industria del software ed impedisce lo sviluppo di nuovi
prodotti utili a tutti. Non si può non essere d’accordo se si pensa che le persone vanno pagate e nessuno si sogna di
creare gratuitamente strumenti utili al prossimo.
E invece tali pazzi esistono. Ci sono DAVVERO persone in questo mondo che sviluppano programmi, anche molto
complessi, del tutto gratuitamente. Pare impossibile ma esistono MIGLIAIA di programmatori open source che
condividono con tutti il loro lavoro. Io ho sempre guardato con simpatia a queste persone. Ho sempre apprezzato i
pionieri, gli innovatori, coloro che venivano chiamati ‘pazzi’. L’alfiere dell’open source è senz’altro Linus Torvald,
l’inventore di Linux. Linux è un sistema operativo, cioè uno di quei software ‘di base’ che rendono un nudo computer
un qualcosa di usabile. Il sistema operativo è il programma principale che gira su di un computer, lo gestisce e fa da
arbitro nella gestione delle risorse tra i programmi applicativi. Windows è un sistema operativo. Linux è un sistema
operativo che molti ritengono migliore di Windows, più stabile e professionale, ed è GRATIS. Ci sono stati migliaia di
programmatori che hanno lavorato duramente, proprio come in Microsoft ma senza essere pagati, per lo sviluppo di
Linux. Ne è uscito un sistema operativo di cui sono pubblicamente disponibili i sorgenti che chiunque può compilare
(cioè tradurre in un programma eseguibile) senza pagare nulla. Di fronte al costo fin troppo elevato di Windows
sembrerebbe che questa cosa sia la fine per la Microsoft, invece non è così. Windows e tutti gli altri programmi si
vendono, eccome. Come mai?
La risposta è molteplice; innanzitutto coloro che vendono il software hanno i soldi per fare pubblicità, gli anarchici no.
Se ad ogni nuova uscita di Linux si comprassero intere pagine di giornali, magari coloro che non sanno neanche che
esiste lo sceglierebbero. Un altro effetto della vendita è che si deve realizzare un prodotto più commerciale, più facile da
usare. Il mondo Linux si inorgoglisce della complessità del proprio ambiente. Gli effetti di animazione di Windows
sono visti come cartoni animati per bambini; molto più seria una bella interfaccia sobria senza troppi fronzoli. Ci si
dimentica che la massa delle persone non è composta di smanettoni. Le persone normali vogliono strumenti semplici e
magari anche divertenti da usare. Si è sempre visto come i tecnici, in qualsiasi settore, tendano a fare le ‘cose serie’ e
siano ogni volta superati dai ‘furbi’, dai ‘commerciali’, che seguono i gusti del pubblico, magari pure prendendolo in
giro. E’ triste ma è così. Con questo non si intende dire che i prodotti Microsoft non siano seri e professionali, sono anzi
estremamente validi e mirati alle reali esigenze delle persone. Il mondo Linux è, invece, ostico, difficile, da iniziati.
Quando si supera la barriera all’accesso ci si sente molto gratificati ma tanti restano al di qua del guado. Se si vuole che
un prodotto diventi di massa si deve creare una cosa facile, divertente, più accattivante che ‘seria’. Dovremo sempre
ricordare questo nello sviluppo di Oltremondo.
Come mai Windows è uno standard e Linux molto meno? Come mai il sistema operativo Next, un prodotto eccezionale
per l’epoca, non lo ricorda più nessuno? Come mai il CP/M è anch’esso un lontano ricordo? Gli standard sono decisi da
organismi internazionali come l’ISO, l’IEEE e altri ancora. Ma nel mondo del software le cose vanno troppo in fretta,
con c’è tempo perché si riuniscano paludati comitati e passino gli anni. In pochi mesi un nuovo prodotto diventa lo
standard de facto e tutti si uniformano ad esso volenti o nolenti. La Microsoft, lo si deve riconoscere, è leader in questo
campo; a Redmond, la loro sede, si dice: we set the standards (noi definiamo gli standard). A mio avviso c’è una cosa
che è necessaria perché un prodotto possa aspirare ad essere uno standard universale: la coerenza. Linux non è coerente.
Non me ne abbiano i paladini dell’open source, io sono comunque con loro. Non posso tuttavia tacere una battuta che è
a mio avviso eccezionalmente sintomatica: pare che finalmente il numero delle versioni di Linux abbia raggiunto il
numero degli utenti. E’ ovviamente una boutade, ma davvero non esiste una versione ufficiale di Linux. Quando si
distribuisce un prodotto come open source succede inevitabilmente che coloro che ne sono in grado facciano ognuno la
propria versione. Così uno cambia l’aspetto di un bottone, un altro il colore di un controllo e così via. Ci sono
ovviamente versioni ufficiali di Linux (chiamate ‘distribuzioni’) ma anche in una sola versione troviamo infiniti ‘gusti’.
In un disco di installazione ci sono certi programmi, in un altro altri. Il desktop, ad esempio, l’aspetto dello schermo di
base del sistema, in Windows è sempre lo stesso, in Linux ne esistono almeno tre versioni diverse. Quando ci si abitua
ad usare un certo tasto in Windows 2000 si può essere certi che in ogni computer farà sempre la stessa cosa, in Linux
no. Alcuni comandi differiscono da un’installazione all’altra pur della stessa distribuzione. In un caso c’è un certo
programma per configurare le schede audio, in un altro non c’è traccia di esso. Non è possibile imparare ad usare Linux
con un libro perché quasi sicuramente i passi descritti nel testo non trovano corrispondenza nel sistema che si usa per
sperimentare. Questo capita perché, potendo accedere ai sorgenti, moltissimi propongono infinite versioni o
miglioramenti di ogni strumento.
Questo è il più grande limite dell’open source: non si possono definire degli standard se gli strumenti che proponiamo
sono dei mutanti sempre diversi secondo il capriccio (o anche i profondi motivi) di ognuno. In molti casi non è giusto
far pagare certi strumenti ma l’open source può condurre troppo facilmente al caos. Se si vuole uscire dall’ambito
hobbistico e accademico, ambiente nel quale l’open source spopola, si deve pensare ai problemi delle masse di
utilizzatori del mondo reale. Per poter far diventare davvero di massa un prodotto, e quindi uno standard, si può far leva
sull’aspetto della gratuità ma non solo. Un qualsiasi strumento che debba poter essere utilizzato da tutti deve essere
sempre uguale a sé stesso. Molti sostengono che l’open source permetta di risparmiare ma si pensi ad un’azienda che
adotti tali prodotti al suo interno: non esistono libri sull’argomento perché, come già detto, non c’è una versione sempre
uguale di ogni software. Si possono trovare dei consulenti abbastanza esperti per l’installazione e la configurazione del
tutto, ma quanto saranno affidabili? Persone che siano fortemente attratte dal mondo open source tendono ad essere
anarchiche o, quando va bene, estremamente accademiche. Un’azienda non può permettersi di dipendere da qualche
giovanotto che, a metà del lavoro, decide che si sta annoiando e si interessa ad altro. Esistono i professionisti,
ovviamente, ma quanto li si dovrà pagare? Alla fin fine si rischia di spendere di più in consulenze e tempo perso di
quanto costino le copie di Windows originali. È un po’ triste, ma è così. Se tantissime realtà operative nel mondo non
scelgono decisamente l’open source c’è un motivo. Molte per ignoranza, ma ce ne sono tante che sanno a quali rischi
vanno incontro. I paladini di questa soluzione sostengono che il software open source sia più affidabile perché è sotto
milioni di occhi che possono intervenire subito a correggere ogni difetto, i bug (nome in gergo per gli errori del
software) non hanno scampo. Ma cosa succede davvero? Quando un utente/sviluppatore/modificatore trova un errore
egli lo corregge e produce una nuova versione, spesso informandone la comunità tramite Internet, che è il ‘collante’ di
questo mondo. Capita così che, prima che la correzione diventi ‘ufficiale’, girino versioni con molte variazioni della
soluzione, moltiplicando i problemi. Chi ha lavorato nell’informatica sa benissimo, infatti, che una qualsiasi variazione
ad un programma spesso genera altri effetti del tutto imprevedibili che fanno crollare qualche altra parte del prodotto.
Modifiche di una singola riga del codice sorgente, perfettamente plausibili, si dimostrano essere perniciose sulla
distanza. Qualsiasi programmatore ha già vissuto questa esperienza: si riprende in mano un programma dopo un certo
tempo e ci si accorge che una sequenza di istruzioni non va bene, ci si dà degli stupidi e si corregge la cosa.
Successivamente si scopre che la sequenza originale era quella giusta, per un motivo che ci si era nel frattempo
dimenticati. Ecco che si devono rimettere le cose com’erano prima con tante scuse. Si potrebbe obiettare che se il
sorgente è ben documentato questo non succede, ma non si deve essere ingenui: in tutte le aziende di software capitano
questi e mille altri problemi. Si sa per esperienza che all’aumentare del numero degli sviluppatori che lavorano su di un
progetto, aumenta esponenzialmente il numero di errori e sovrascritture incrociate. Ci sono esempi eclatanti di questo.
Dopo anni di prove aziende come l’IBM e la stessa Microsoft hanno dovuto decidere di far sviluppare ogni prodotto da
un piccolo gruppo di persone ben affiatate e supportate da coordinatori umani con software specifici. Come può tutto
questo essere garantito da milioni di persone che collaborano gioiosamente ma in modo anarchico tramite Internet? I
prodotti alla fine vedono la luce, Linux c’è ed è molto valido, ma la produzione industriale del software è un’altra cosa.
La chiave è che si dovrebbe passare certamente ad un modello che non sia biecamente capitalistico, ma senza i difetti
dell’open source. Si deve cercare di arrivare alla DISTRIBUIBILITÀ infinita invece che alla MODIFICABILITÀ
totale. Un modello in cui ogni aggiunta al patrimonio comune viene mantenuta ed è preziosa ma la modifica di quanto
già realizzato sia controllata e governata da un organismo che non abbia finalità di lucro ma solo di mantenimento e
gestione del tesoro di lavoro che deve essere e rimanere pubblico.
La terza via è il free software. Oltremondo sarà distribuito in questo modo. Con il free software l’organizzazione
produttrice non rende disponibili i sorgenti ma distribuisce gratuitamente i programmi. In questo modo ogni prodotto è
sempre lo stesso, non esiste in infinite mutazioni. Ogni utente che impara un certo modo di lavorare è sicuro di trovare
sempre lo stesso sistema in ogni versione. Quando gli inevitabili errori vengono rilevati, c’è un sistema di segnalazione
standard che permette a chiunque di contribuire allo sviluppo della versione successiva nella quale tali errori saranno
corretti. La rilevazione è pubblica, ma la correzione viene eseguita dal gruppo di sviluppo che conosce molto bene il
prodotto e ne mantiene gli standard definiti. Per gli aspetti che richiedono investimenti che si vuole o si deve recuperare
si passa al classico software commerciale ma con innovative tecniche di business. Il Pay per use ad esempio: si paga
solo una piccola cifra quando si usa effettivamente un servizio. Oppure si paga a tempo in caso di servizi erogati
continuativamente, come i videogiochi. Ovviamente l’organizzazione che distribuisce il prodotto non vende nulla, ma
permette a coloro che ci lavorano sopra di recuperare, se lo desiderano e se il mercato lo consente, gli investimenti. Un
sistema software così strutturato può ambire a diventare uno standard; non ci sono le mutazioni infinite dell’open
source, non ci sono i prezzi spesso esorbitanti dei programmi commerciali, non c’è la pirateria perché i software sono
gratis, niente da rubare. Per imporre uno standard free software non si potrà fare affidamento su campagne pubblicitarie
miliardarie ma la potenza del gratuito produrrà una diffusione inarrestabile.
Gli standard servono, sono in tanti a riconoscerlo. Uno dei più grandi pregi di Windows è che ha imposto a schiere di
programmatori, spesso esibizionisti, egocentrici e ‘pazzi’, un modo comune di lavorare. Quando qualcuno riesce ad
imporre uno standard è un vantaggio per tutti. Coloro che devono imparare a lavorare in un certo settore trovano testi
utili ed esaustivi. Coloro che vogliono realizzare dei prodotti hanno la possibilità di rivolgersi ad un vasto pubblico con
un sistema omogeneo piuttosto che infinite versioni per ogni piattaforma esistente. Con uno standard il materiale
prodotto da qualcuno può essere riutilizzato da altri che, partendo da una base più avanzata, avranno più tempo per
proporre qualcosa di davvero innovativo.
Si delinea quindi un movimento open source traslato dallo sviluppo di programmi ‘di base’ allo sviluppo di contenuti
tridimensionali, comunque programmabili. Il mondo dell’open source è sempre stato caratterizzato dalle forti barriere
all’ingresso, un ambiente di iniziati che conoscevano linguaggi esoterici. Con lo standard di Oltremondo chiunque potrà
sviluppare contenuti tridimensionali interattivi, rendendo questa una vera nuova cultura, con una base fortemente non
elitaria. In quest’ottica Oltremondo, se riuscirà a diventarlo, sarà lo standard che ancora mancava nel mondo del
tridimensionale. Finalmente gli sviluppatori non dovranno ogni volta reinventare l’acqua calda nel loro sistema
proprietario, fatalmente di nicchia, ma potranno portare avanti la fiaccola del progresso con nuove idee, nuove
avventure, nuove pazzie.
LA FINE DELL’OTTOCENTO
Mentre sto scrivendo questo capitolo è l’estate del 2000, un anno che ha ispirato legioni di titoli di film, di libri, di
insegne e quant’altro. Eppure per certi versi siamo ancora nell’ottocento. Pensiamo a quali strumenti hanno i ricercatori
oggigiorno per visualizzare le loro teorie, per trasmettere i loro pensieri, per far ‘toccare con mano’ le loro idee. Ecco
che emerge una serie di difficoltà ancora ottocentesche. Anche su riviste prestigiose i più eminenti scienziati altro non
possono fare che scrivere lunghi testi con qualche illustrazione che va dallo schizzo al pregevole schemino e nulla più.
Pur essendo simpatico questo modo di procedere, esso è datatissimo, come i tomi scritti nel secolo scorso da scienziati
antichi su carta ormai ingiallita. Un ricercatore, un artista, un progettista, oggi devono ancora rappresentarsi l’oggetto
del loro studio nella propria mente, in una sorta di cinema personalissimo dal quale cercano di capire faticosamente le
cause e gli effetti dei fenomeni oggetto del loro interesse. Quasi nessuno utilizza sistemi di progettazione
computerizzata e molto pochi di questi permettono la simulazione di eventi dinamici. Nel campo della chimica, ad
esempio, ci sono alcuni sistemi costosissimi e complicati che visualizzano le molecole e pochi di essi riescono a
simulare le reazioni tramite i calcoli delle energie di legame in gioco. La poca diffusione di questi sistemi è dovuta alla
loro enorme complessità e ad una generale ignoranza o disattenzione culturale. Come può oggigiorno un biochimico
rappresentarsi cosa succede quando inizia la sintesi dell’RNA messaggero a partire da una certa sequenza di geni del
DNA di un nucleo cellulare? Egli deve simulare tutto a mente e trarre faticosamente e lentamente delle conclusioni che
sono a rischio di gravi errori, non perché egli è incapace ma perché la complessità dell’ambiente è troppo elevata.
Magari non pensa ad un altro enzima, spesso presente nel nucleo, che modifica il comportamento dell’RNA e che fa
prendere alle cose una piega ben diversa da quella che lui crede. Magari un tale ricercatore passa anni a cercare le prove
sperimentali di un procedimento che è affatto diverso da come lo ha immaginato. Che spreco, che perdita per tutta
l’Umanità. Come sarebbe meglio invece se il ricercatore potesse creare o addirittura disporre di un modello perfetto di
una cellula umana in cui tutte le molecole fossero al loro posto e tutte le reazioni avvenissero automaticamente, come
nel mondo fisico, seguendo le normali leggi della chimica. Con un tale ambiente lo scienziato potrebbe muoversi
fluttuando nei vari punti di interesse e far capitare gli eventi che vuole studiare, inserendo sostanze, spostando con le
mani una molecola qua, un enzima là. Magari si scoprirebbe in un tempo sorprendentemente breve come mai una parte
enorme del DNA appare non utilizzata. Magari capiremmo in quali situazioni sono attivati geni che credevamo
inespressi e cosa fanno succedere le proteine sintetizzate da questi quando sono inserite in un certo punto del traffico
cellulare. Per la realizzazione di un tale ambiente si potrebbe partire da una sorta di ‘fotocopiatrice’ tridimensionale che
potrebbe copiare la più parte di una cellula fisica lasciando da definire solo alcuni particolari, tanto per poter rendere il
modello davvero generale. Un tale ambiente sarebbe inoltre un affascinantissimo laboratorio di studio e di scoperta per
tutti gli studenti e per coloro che vorranno avvicinarsi a queste affascinanti materie. Quanto è arida una formula scritta
con un gesso su di una lavagna, che abissale differenza dal tenere tra le mani le molecole, avvicinarle sentendo le forze
attrattive o repulsive fra i vari siti e poi assistere alla reazione! Uno studente (ma anch’io vorrei tanto giocare con queste
cose) potrebbe prendere due molecole d’idrogeno, una d’ossigeno e farle reagire osservando la nascita di una molecola
d’acqua e sentendo sul viso la vampata di calore dell’energia che si libera dalla reazione. Ma non solo la chimica
potrebbe avere enormi vantaggi da queste tecnologie. Pensiamo all’archeologia, alla possibilità di ricreare antiche città
popolandole di persone abbigliate secondo la foggia dell’epoca, ognuna affaccendata per la sua strada. Pensiamo alla
geologia che potrebbe ricreare la Terra di qualsiasi epoca e simulare o anche solo visualizzare in modo immersivo,
navigabile, immediato, qualsiasi ipotesi. Dal mondo molecolare della cellula si potrebbe passare all’ambiente del
sistema solare o dell’intera galassia, simulato in modo da sentire con le dita le forze gravitazionali, potendo spostare le
stelle per vedere e sentire che cosa succede. Non esiste settore delle attività umane che non trarrebbe enormi benefici
dall’uso di queste tecnologie. Del resto non esiste settore di attività umana che oggi non usi in un modo o nell’altro la
parola scritta e il disegno per trasmettere le proprie idee.
Sostituiremo gli schizzi con ambienti tridimensionali navigabili, condivisibili con altri ricercatori e poi con il pubblico.
Ambienti nei quali ad ogni cosa sarà associato un hyperlink che ci consentirà di visualizzare le informazioni note
riguardo ad esso, direttamente nella nostra lingua e se vorremo una voce ce le leggerà. Così nell’ambiente cellulare ogni
molecola potrà essere indagata per saperne il nome, la funzione nota o presunta, la posizione nella tavola periodica di
tutti gli elementi che la compongono. In una ricostruzione di un’antica città ad ogni edificio sarà associata la funzione e
tutte le informazioni sullo stile che lo informa. Sarà un sistema come quello oggi appena abbozzato su Internet ma ad un
livello di interconnessione ed immediatezza fantastico. Solo alcuni decenni fa saremmo stati visti come dei, potremo
creare dal nulla qualsiasi ambiente o situazione, cosa che in passato era magia!
La creazione di un ambiente tridimensionale per descrivere le idee con annotazioni ipertestuali diventerà la norma non
appena i sistemi di sviluppo per fare questo saranno abbastanza semplici da usare anche per i non informatici e non
appena qualche organizzazione li renderà disponibili ad un prezzo conveniente o addirittura gratis. La Fondazione
Oltremondo sarà questa organizzazione. Attualmente NESSUNO si sogna di sviluppare un tale sistema e di offrirlo
gratuitamente; noi lo faremo. La Fondazione potrà permettersi di farlo perché sarà la prima, e forse unica, realtà senza
scopo di lucro ad operare nel campo dell’altissima tecnologia. Nessuno ha mai pensato di farlo, non ve ne è mai stato il
motivo. Grazie all’ideale di Oltremondo la Fondazione potrà e anzi, perfino dovrà, sviluppare e distribuire prodotti per
la creazione di ambienti ed interi universi digitali di altissimo livello. Nessuna considerazione di opportunità
economica, nessun meschino calcolo di interesse ci fermerà, perché la posta in gioco è il destino dell’Uomo. Noi
creeremo e distribuiremo GRATIS tutti i sistemi di sviluppo più semplici e potenti che si siano mai visti e ricercatori di
tutto il mondo, dai più ricchi a quelli, più numerosi, meno abbienti, li useranno. L’Umanità conoscerà un’esplosione di
nuovi prodotti tridimensionali, immersivi, condivisibili, esplorabili, che cambieranno radicalmente il modo di
comunicare, sviluppare e provare le proprie idee. La lieta novella è che questi prodotti saranno PER TUTTI, non
occorrerà essere uno scienziato, chiunque potrà averli. Persino chi non avrà un computer verrà accolto presso una delle
sedi della Fondazione e potrà lavorare sulle nostre macchine per creare il proprio universo, per stupido che possa
sembrare. Finalmente l’Umanità uscirà dall’ottocento e comincerà il cammino verso un avvenire di conoscenza in un
infinito mondo delle idee.
IL FORMATO ULTRADOCUMENT
Quanto spiegato nel capitolo precedente porta alla necessità della definizione di un nuovo formato di dati, a metà tra il
foglio scritto e il filmato multimediale. Solo un formato nuovo, uniforme, largamente riconosciuto, potrà convincere
tutti i creatori di contenuti a realizzare questi ambienti immersivi che andranno a far parte dei canali di Oltremondo. I
canali, infatti, non saranno solo dei mondi in cui vivere o avere fantastiche avventure, avranno anche un ruolo didattico,
di ricerca e divulgazione. La Fondazione dovrà offrire gratuitamente i sistemi di sviluppo e anche lo spazio sui propri
server per ospitare il materiale finito o in corso di lavorazione. In questo modo chiunque voglia realizzare un ambiente
tridimensionale esplorabile potrà agevolmente farlo e memorizzarlo sulla rete speciale di Oltremondo per sempre. Ogni
canale avrà così un indirizzo, come i siti Internet, che permetterà a chiunque di trovarlo e ‘farci un giro’. Se la creazione
e il mantenimento di questi ambienti sarà semplice ed efficace come la immagino, presto la maggior parte degli articoli
a stampa e delle produzioni televisive recherà a margine l’indirizzo del canale che contiene il mondo tridimensionale
immersivo descritto. Pensate ad un qualsiasi articolo su di un qualsiasi giornale; se ad ogni immagine corrispondesse
una piccola scritta con un indirizzo che potreste digitare su un computer per ENTRARE in quell’immagine… potrebbe
essere fantastico per ogni cosa, da articoli tecnici ad altri su viaggi e turismo. L’immagine di un atollo potrebbe essere
nient’altro che una vista di quell’ambiente stampata direttamente dal sistema di sviluppo e chiunque potrebbe entrarci,
da solo o con altri, per vedere, camminare intorno, nuotare o altro. Attualmente questo viene fatto con i siti Internet e
nemmeno così nello specifico. La gente non è molto spinta a cercare un sito menzionato in un articolo, dato che
troverebbe dell’altro testo da leggere, qualche altra immagine ma poco più; praticamente un ‘secondo tempo’
dell’articolo. Spesso addirittura si rimanda a siti che niente hanno a che vedere con l’articolo stesso ma sono, ad
esempio, il sito ufficiale di un certo paese o di una certa marca menzionata nel testo. Quello che si propone qui, invece,
è il MONDO in cui poter entrare e guardarsi attorno, camminando, volando o nuotando, da cui è stata tratta una singola
immagine di un articolo. Certamente è molto più interessante e porta ad un approfondimento di QUEL concetto a cui ci
si sta interessando. Parte anche molto importante è la capacità IPERTESTUALE, o meglio IPERMEDIALE del
documento. Se ad ogni oggetto, ad ogni particolare, si legherà un collegamento ad una pagina di testo che potremo far
leggere in automatico al sistema o meglio ancora un mondo che parla di quell’aspetto, avremo creato un ambiente di
mondi che si referenziano l’un l’altro e in cui si trova la CONOSCENZA dell’Umanità.
Pensate di trovare un articolo sulla città vecchia di Ginevra con una foto interessante. Vi collegate alla foto e
passeggiate nella città vecchia, trovate la cattedrale e attivate i collegamenti su di essa, una voce vi legge nella vostra
lingua la storia dell’edificio e vi interessate a Calvino. Allora potete avere davanti, fluttuanti nell’aria, immagini sul
calvinismo e Ginevra; attivate la foto del muro con il monumento ai calvinisti e vi trovate nel parco della città posto più
in basso. Ammirate il monumento, poi vi chiedete chi è il personaggio a destra di Calvino, attivate il collegamento e ne
scoprite il nome, una foto vi attira ed entrate nella città di Parigi del secolo corrispondente e così via…Un
importantissimo aspetto è che NESSUNO sarà tenuto a realizzare tutto questo materiale, si potrà semplicemente
collegare vari aspetti di ogni oggetto del mondo realizzato ad oggetti di altri mondi esistenti, già fatti. In questo il
4DGea project, il modello quadrimensionale della Terra in ogni epoca, sarà un grande aiuto e un gran punto di approdo
per i collegamenti che vorremo realizzare. Ogni persona che creerà una ultradocumento, un nuovo mondo navigabile,
aggiungerà ricchezza e possibilità espressive per tutti. Questa è nota come reazione positiva, un meccanismo che, una
volta avviato, accelera continuamente alimentandosi di se stesso e della propria crescita. In questo modo in un tempo
sorprendentemente breve avremo codificato tutta la conoscenza umana, tutte le epoche, tutte le arti. Molto importante
per questo sarà l’uso del sistema di codifica della conoscenza indipendente dalla lingua: Ultracode. Solo così otterremo
dati immediatamente inseribili nel cervello per il progetto della mente aumentata e convertibili in qualsiasi lingua per
tutte le persone del mondo. Questo sistema codifica, infatti, il SIGNIFICATO delle parole, i concetti. Ad ogni
collegamento quindi si potrà assegnare un testo codificato come concetti, leggibile dall’utente o da un sistema di lettura
con sintesi vocale. I vari mondi creati con questo formato avranno una molteplicità di possibilità: potranno essere
ambienti in cui entrare ed esplorare, muovere le cose e vedere cosa succede. Ambienti in cui girare e chiedere
spiegazioni e collegamenti per ogni cosa. Ambienti in cui si svolgerà una specie di filmato tridimensionale che potremo
fermare, far ripartire, mandare avanti passo-passo, sempre potendo osservare la cosa da tutti i punti di vista, a qualsiasi
livello di ingrandimento. Questi mondi poi potranno essere unici, uno solo per tutte le persone presenti, oppure multipli,
dove verrà creata una copia per ogni persona che arriva. Si potrà così visitarli con calma singolarmente o incontrarcisi
con altre persone, conosciute o no, per scambi di idee ed impressioni.
Ho assistito alla presentazione del nuovo planetario della città di New York, una cupola nella quale si possono vedere le
galassie in modo immersivo e tridimensionale. In un tale ambiente la gran mole di dati rilevati da varie fonti passa da un
arido tabulato di numeri non a fotografie bidimensionali ma a oggetti luminosi in uno spazio in cui ci si può muovere a
piacimento. Mi diceva il realizzatore che all’inizio gli astronomi erano scettici ma quando hanno potuto ‘camminare tra
le stelle’ sono ridiventati bambini. Con il formato Ultradocument otterremo proprio questo: una nuova possibilità di
esplorazione di concetti magari già esistenti, ma mai realmente veduti prima; quando si possono visualizzare d’un colpo
masse anche imponenti di dati ci si rende conto di relazioni e corrispondenze altrimenti invisibili. Quando le persone
possono mettere in relazione le cose tramite la vista e magari gli altri sensi allora c’è vera comprensione, e anche
meraviglia. La differenza rispetto ai classici CD-ROM più o meno interattivi è grande: in un’opera multimediale ci si
può avventurare solo all’interno della limitata conoscenza profusa nella stessa, in un ambiente Ultradocument si naviga
all’interno dell’intera CONOSCENZA TOTALE dell’Umanità. Il valore di questo insieme di dati andrà sempre
crescendo ed alla fine ci si troverà tutto lo scibile umano creato in ogni tempo. Questa idea di Ipermedia è proprio
quella ‘pietra filosofale’ che molti hanno cercato su Internet senza mai trovarla, il metodo per tramutare il ferro dei
contenuti nell’oro della conoscenza. Molti hanno tentato di trasferire semplicemente sul Web i contenuti editoriali
preesistenti o che comunque erano in grado di realizzare. Come sempre accade non si sono sfruttate le reali possibilità
del nuovo media, non le si sono comprese. Il formato ipermediale, la traduzione dell’ipertestualità nel mondo
multimediale ed interattivo, è la pietra filosofale. Non più dati stampati di faticosa lettura, non più filmati che possono
solo essere visti e manovrati con i pochi comandi di un videoregistratore, un nuovo modo di collegare il tutto con
l’immersività tridimensionale in modo da permettere a chiunque la fruizione dell’esperienza, l’apprendimento
immediato della CONOSCENZA. Grazie a questo nuovo formato le masse si avvicineranno alla scienza ed alla cultura
in generale mentre ogni altra esperienza di intrattenimento diventerà incredibilmente più vasta e completa. Il mondo,
anzi, infiniti mondi, diventeranno ‘cliccabili’ come se accanto a noi ci fosse una guida sempre pronta, una specie di
‘genio della lampada’ in grado di portarci la verità in qualsiasi momento, su qualsiasi cosa, in modo immediato,
divertente e condiviso con tutta l’Umanità
I COMPUTER DI OLTREMONDO
Con quali computer otterremo le fantastiche simulazioni che ci consentiranno di vivere esperienze del tutto realistiche,
anzi, più vere del vero, nei canali di Oltremondo? Quale potenza di calcolo sarà necessaria? A questa domanda c'è una
semplice risposta: non vi è un limite superiore, tanto più tanto meglio. Ci dobbiamo chiedere invece quale sarà la
potenza MINIMA per ogni applicazione di queste tecnologie. Al livello più basso i computer dell'inizio del ventunesimo
secolo saranno sufficienti. Per visualizzare i mondi su di uno schermo ed ascoltare i loro suoni da altoparlanti,
muovendoci con l'uso di tastiera e mouse, ci basterà un computer del valore di circa mille dollari. Per una simulazione
di qualità fotorealistica, cioè con immagini che sembrino riprese da una telecamera in un ambiente fisico, sarà
necessaria una potenza (ed un costo) circa dieci volte superiore. Mentre scrivo il processore più potente a disposizione è
il Pentium 4 della Intel, con circa cinquanta milioni di transistor ed una frequenza di clock di 2.2 gigahertz. La stessa
azienda ha in progetto processori con quattrocento milioni di transistor e frequenze enormemente superiori. Con queste
macchine arriveremo al fotorealismo sullo schermo.
Per far girare queste simulazioni con il caschetto ad induzione dell’ultravisore, coinvolgendo i sensi del tatto, del gusto
e dell'odorato, dovremo moltiplicare queste potenze per un altro fattore dieci. Stiamo parlando di tecnologie che
possiamo stimare disponibili verso il 2010. Non manca moltissimo. La cosa più importante sarà la tecnica di rendering,
cioè il sistema che produrrà le immagini di qualità fotografica a partire dalle descrizioni matematiche delle scene degli
ambienti. Inizialmente il software dell’Ultraport utilizzerà le librerie standard OpenGL o DirectX che producono le
immagini tramite una serie di semplificazioni. Gli oggetti vengono rappresentati scomponendoli in triangoli elementari
sui quali sono applicate delle opportune textures, sorta di 'fotografie' delle superfici fisiche. Gli effetti
dell'illuminazione, importantissimi per la percezione del realismo delle superfici, sono calcolati con modelli
semplificati. Questa tecnica è del tutto sufficiente per ora ma occorrerà quanto prima spostarsi verso un sistema di
rendering che usi il ray tracing. Tale tecnica, molto più dispendiosa, calcola il percorso di ogni raggio di luce tra
l'occhio dell'osservatore e i vari rimbalzi sulle superfici della scena, fino alla sorgente luminosa relativa. Un tale metodo
richiede una serie enorme di calcoli da rifare per ogni fotogramma (circa sessanta volte al secondo) su un database di
geometrie che varia non appena l'osservatore sposta anche di poco lo sguardo. Oggigiorno esistono moduli elettronici
specializzati per i calcoli di ray tracing che costano dai venti ai quarantamila dollari. Questi sistemi sono utilizzati per la
realizzazione degli effetti speciali nel cinema d'animazione. Con l'aumento della potenza di calcolo per dollaro si
giungerà ad ottenere a costi molto più bassi tali macchine che ci permetteranno di giungere al fotorealismo perfetto.
Un altro importante concetto è la profondità di colore. Per ogni punto dell'immagine dobbiamo memorizzare in una
qualche area del sistema il colore che l'osservatore percepisce. Se egli vede una mela, ad esempio, in un'area
approssimativamente circolare dello schermo dobbiamo memorizzare una serie di punti con varie sfumature di verde
che rappresentano la parte della mela visibile dall'utente. Tali livelli di colore sono memorizzati come numeri che hanno
una certa possibile ampiezza di variazione. Il numero di possibili differenti sfumature di ogni componente (di solito
rosso, verde e blu) del colore è chiamato profondità del colore. Ad una maggiore profondità corrisponde una maggiore
quantità di memoria necessaria per mantenere l'immagine nel sistema ed un molto maggiore lavoro di elaborazione per
realizzarla. Attualmente si va dai 16 ai 32 bit di profondità di colore. Si dovrà giungere a 48 o 64 bit. Sembra poco ma
l'aumento in questo campo è esponenziale e si tratta di aggiungere ordini di grandezza di memoria e lavoro. Una tecnica
che potrà essere applicata ai sistemi ad induzione che proietteranno le immagini direttamente nel nervo ottico
dell'osservatore sarà quella a risoluzione variabile. La risoluzione è la finezza, il numero di singoli diversi punti che
compongono l'immagine. All'aumentare del numero di punti in cui è divisa ogni immagine di sintesi vi è una rapida
esplosione della quantità di memoria e della potenza di calcolo richiesta. In caso di visualizzazione su di un monitor che
l'ultranauta osservi con i propri occhi occorrerà aumentare molto tale risoluzione, specie se si vorrà circondare il più
possibile il campo visivo dello stesso con la scena rappresentata. I piccoli monitor con diagonale da 15 o 17 pollici
dovranno essere espansi a schermi delle dimensioni di arazzi. Tale espansione sarà estremamente costosa in termini di
memoria e di richiesta di potenza di elaborazione. Quando tali scene saranno proiettate nel nervo ottico non dovremo
mantenere una risoluzione massima su tutta la superficie, ma seguiremo la naturale disposizione degli elementi sensibili
sulla retina. Nell'occhio umano, infatti, c'è un'area centrale molto più fine circondata da altre via via a più bassa
risoluzione. Ogni Uomo crede di vedere tutt'intorno alla massima risoluzione mentre in realtà è il muoversi continuo
dell'occhio sugli elementi di interesse che crea questa impressione. In pratica, è come se guardassimo con un
cannocchiale e vedessimo con chiarezza solo una piccola area circolare ma, muovendoci tutt'intorno, ricostruissimo la
scena complessiva dentro la nostra mente. Il sistema ad induzione muoverà la porzione di scena proiettata sulla retina,
seguendo i comandi che il cervello invierà ai piccoli muscoli che muovono l'occhio, facendo corrispondere esattamente
lo scorrimento della scena a quanto si aspetta l'osservatore. In tale modo il sottosistema di rendering produrrà in
continuo scene ad alta risoluzione nella zona centrale e a sempre più bassa tutt'intorno. Tale escamotage ridurrà di molto
il carico di elaborazione e la memoria richiesta. Un sistema ad induzione diventerà rapidamente più economico di uno
che proietti la scena su di uno schermo da osservare con gli occhi fisici. Attualmente le prestazioni richieste per la
simulazione degli ambienti di Oltremondo sono da supercomputer ma come sempre, non appena ci sarà il mercato, le
aziende svilupperanno i sistemi hardware necessari con tecniche di produzione di massa ed i costi scenderanno
moltissimo. Alla fine del ventesimo secolo, ad esempio, i sistemi di rendering tridimensionale erano appannaggio di
costosi computer o workstation ed erano utilizzati solo da ricercatori universitari. Con la nascita dei videogiochi in tre
dimensioni (Quake fu il più importante) le aziende svilupparono sempre nuove schede video in grado di riprodurre
ambienti in 3D a basso costo. Dopo pochi anni la potenza di calcolo che prima si trovava in macchine dedicate del costo
di decine di migliaia di dollari era racchiusa in schede che chiunque poteva comprare per poche decine di dollari. Con i
sistemi necessari per Oltremondo succederà lo stesso. L'audio ed ogni altro sottosistema dedicato allo stimolo di ognuno
dei nostri sensi saranno sottoposti ad analoghi strepitosi progressi. In breve tempo il costo e la disponibilità dei sistemi
necessari per una dignitosa vita in Oltremondo non saranno un problema per nessuno. L'aspetto fisico dei computer
passerà dalle scatole grigioline di oggi a quello di sistemi più professionali, robusti ed industriali.
Un’interessante possibilità sarà quella della parallelizzazione: con questo termine si indica la tecnica della suddivisione
del carico computazionale su diversi elaboratori che lavorano in parallelo. Un requisito fondamentale perché si possa
utilizzare questo metodo è che il lavoro richiesto possa essere suddiviso in tante parti elaborabili singolarmente, quindi
senza che la ‘lavorazione’ di una richieda i dati di qualche altra. Proprio questo è il caso dei sistemi di Oltremondo. Con
il ray tracing ogni raggio viene calcolato separatamente, quindi può essere portato avanti da un processore dedicato.
Allo stesso modo, i calcoli degli elementi finiti necessari per la simulazione dei fenomeni fisici nei vari ambienti di
Oltremondo possono essere fatti per la maggior parte in parallelo. Si denota quindi la possibilità di realizzare un nuovo
tipo di sistemi di elaborazione, specifici per le applicazioni oltremondane: un ‘mare’ di processori, anche di potenza
abbastanza ridotta, che lavorano tutti in parallelo. Un particolare sistema operativo potrà suddividere le richieste di
calcolo sui vari elementi in elaborazione, così da far procedere la simulazione in modo fluido. Probabilmente questa
sarà la soluzione adottata, non più un processore monolitico al centro del computer, ma un grandissimo numero di
microprocessori che lavorano in parallelo, ognuno sul suo piccolo elemento della scena, sotto il controllo di un sistema
operativo che analizza le richieste di calcolo ed assegna le risorse di elaborazione.
Per le persone in stato di oltrevita, ma anche per ultranauti non ancora virtualizzati, sarà possibile nei primi tempi
noleggiare la potenza di calcolo di macchine costose per periodi limitati in modo da accedere fin da subito a superiori
livelli di simulazione anche se non ancora a bassissimo costo. Tali noleggi saranno qualcosa di simile ad un periodo di
vacanza nella vita fisica. Specie per i virtualizzati, ogni tanto farà piacere trascorrere qualche tempo nei canali noti o in
altri particolarmente belli potendo sperimentare l'esperienza in modo più preciso e nitido. Ovviamente non occorrerà
aspettare molto per avere a basso costo o addirittura gratis tale precisione in modo permanente, ma in un primo periodo
forse il noleggio temporaneo di processori più potenti sarà una reale possibilità. La differenza rispetto al passato sarà
che anche i più poveri della Terra avranno una seria e concreta speranza di miglioramento per il futuro, cosa che non è
quasi mai successa nel mondo fisico.
Occorrerà prestare molta attenzione all'affidabilità delle macchine fisiche che renderanno possibile la simulazione.
Dovremo costruirle per la affidabilità più che per il basso costo. Dovremo costruire circuiti e sistemi con prospettive di
vita molto più lunghe delle attuali. Errori nel software o guasti hardware non dovranno avere conseguenze fatali.
Occorrerà disporre di sistemi di emergenza in grado in questi casi di trasportare l'utente in un qualche ambiente di
emergenza non stressante. Pensiamo a come può essere orribile il crash improvviso di una simulazione che ci lasci in
una situazione intollerabile per chissà quanto tempo. Per coloro che non saranno virtualizzati dovrà ovviamente
interrompersi il programma ed essi si risveglieranno nella vita fisica. Per gli altri dovranno subentrare altre macchine in
grado di continuare la simulazione o di 'parcheggiare' comunque la persona in una ambiente neutro e confortevole. La
gestione degli errori e dei guasti dovrà essere MOLTO più attenta e sensibile di quanto lo sia mai stata in passato.
L'assistenza dovrà anch'essa progredire molto e raggiungere nuovi livelli di efficienza e puntualità. Immaginiamo
grandi edifici in cui i virtualizzati vivano in ampolle che contengono i loro cervelli, collegate a sistemi di supporto
vitale ridondanti che producano le sostanze nutritive e filtrino gli scarti. La sistemazione in agglomerati consentirà
enormi economie di scala nei cablaggi necessari e la centralizzazione dei sistemi di supporto vitale. I computer
necessari godranno anch'essi di serie economie di scala, ad esempio pochi grandi alimentatori per tutti invece di una
miriade di piccoli sottosistemi. In tal modo la potenza di calcolo complessiva potrà essere ripartita tra i vari utenti in
modo diseguale allocando ad ognuno la quantità richiesta in ogni fase dell'esperienza, Un opportuno sistema operativo
bilancerà le richieste di calcolo in modo da ottimizzare il rendimento di grossi sistemi centrali condivisi. Il passaggio da
filosofie ad aree condivise a sottosistemi individuali sarà studiato attentamente in modo da ottimizzare i costi ed i
consumi. Tali comunità saranno assimilabili al concetto di villaggio, zone in cui abitare insieme con servizi condivisi.
Ovviamente alcune persone avranno grossi sistemi individuali e per un qualche periodo, tanto per cambiare, i più ricchi
avranno le macchine migliori. Con il passare del tempo sempre più il 'benessere digitale' si diffonderà e tutti potranno
accedere ad un democratico livello medio di potenza di calcolo.
COMPUTER QUANTISTICI
Vorrei premettere che questo capitolo potrà sembrare molto ostico. Non è il concetto di computer quantistico che è
complesso, ma tutta la meccanica dei quanti che appare pazzesca. Einstein stesso non si può dire che non la capisse, ma
certamente non ci credeva. Tuffatevi quindi nella pazzia, se non capirete niente sarete in ottima compagnia.
La potenza di elaborazione disponibile aumenterà sempre di più e prestazioni considerate mostruose diventeranno nel
breve volgere di pochi anni ricordi del passato. Ognuno di noi ha sperimentato nella propria esistenza, occupandosi
anche solo marginalmente di informatica, la curva esponenziale del progresso. Lo sviluppo della tecnologia basata sul
silicio porterà alla realizzazione di dispositivi a semiconduttore di estrema potenza anche solo spingendo in avanti le
attuali tecniche. Non passa anno senza che si dichiari come ormai giunta al limite la vecchia tecnologia mentre pochi
mesi dopo una nuova miniaturizzazione aumenta la potenza di calcolo, la quantità di memoria e la riduzione della
potenza dissipata in calore. Vi è comunque un limite della tecnologia al silicio, ma essa sicuramente resterà con noi per
un periodo di gran lunga superiore al previsto. Ma quando non si potranno realizzare circuiti ancora più piccoli in quale
direzione si andrà? Tutti i sistemi digitali sviluppati a cavallo dei due secoli sono basati sul controllo del flusso di
elettroni all’interno di dispositivi basati sul silicio. Tali sistemi si chiamano semiconduttori perché sono in grado di
variare la loro conducibilità in modo preciso permettendo la realizzazione di dispositivi molto piccoli e veloci. La
tecnica impiegata per incidere su sottili piastrine di silicio circuiti molto complessi è del tutto simile alla litografia: si
incidono con complessi procedimenti le piste ed i componenti grazie alla luce che filtra attraverso speciali maschere. Al
diminuire delle dimensioni dei componenti si giunge ad un punto in cui la lunghezza d’onda della luce, già molto
piccola, diviene comparabile con le fessure delle maschere e quindi proietta immagini sfocate. Non potremo giungere a
dimensioni dell’ordine di qualche atomo, perché la luce non è abbastanza fine. Anche se riusciremo a realizzare
dispositivi delle dimensioni di uno o due atomi ci scontreremo con uno scoglio formidabile: le fluttuazioni quantistiche.
A dimensioni così piccole, gli stati della materia non sono stabili ed emerge un caos che produce un rumore sempre più
intenso, fino a cancellare i segnali effettivi.
Una differente possibilità di sviluppo ci viene dalla tecnologia fotonica, la quale è però solo uno spostamento un po’ più
in là delle limitazioni del silicio. Per tecniche fotoniche si intendono quelle che sfruttano la luce al posto del flusso di
elettroni, cioè la corrente elettrica. I computer fotonici intendono superare i problemi di surriscaldamento, dati dal
cozzare degli elettroni contro gli atomi, utilizzando la luce al loro posto. Questa tecnica non va oltre il paradigma del
segnale fatto passare attraverso componenti di commutazione, per quanto piccoli e per quanto immuni da dissipazione
termica. . Un campo di sviluppo ulteriore si ha con i computer molecolari, in cui ogni componente è fatto ‘crescere’ con
reazioni chimiche e quindi può essere composto di pochi atomi, con essi raggiungeremo le dimensioni più piccole
fisicamente possibili Quello che ci occorrerà a questo punto sarà un ‘salto di paradigma’. Dovremo sviluppare computer
basati su principi nuovi, non miniaturizzazioni sempre più spinte di vecchi metodi.
Tale salto concettuale si avrà con i computer quantistici. Questi sistemi potranno risolvere problemi che nemmeno lo
sviluppo di computer digitali massicciamente paralleli potrà mai anche solo scalfire. I computer quantistici, come dice il
nome, utilizzano alcuni effetti paradossali della meccanica dei quanti. I computer digitali classici sono basati su unità
elementari di informazione dette ‘bit’ che possono assumere i soli valori uno e zero. Gruppi di bit rappresentano
informazioni più complesse, come lettere e numeri, che, raggruppate, producono immagini, sinfonie, testi, ogni tipo di
informazione. I computer quantistici sono basati invece sui qu-bit (quantum bit), che sono sia zero che uno allo stesso
istante. I qu-bit scaturiscono dall’ambiguità intrinseca della meccanica dei quanti. Molte caratteristiche di particelle
subatomiche restano indeterminate finché un osservatore le fissa, semplicemente esaminandole. Non appena avviene
l’osservazione le caratteristiche, precedentemente esistenti in ‘sovrapposizione di stato’, si determinano e diventano
definite, anche retroattivamente. In molti esperimenti si sono diretti flussi di particelle contro ostacoli che le potevano
deflettere in varie direzioni; l’osservazione sperimentale ha confermato che esse non prendevano nessuna direzione
precisa, o meglio, le prendevano TUTTE, decidendo qual era quella vera solo quando un osservatore fissava il risultato,
semplicemente GUARDANDO l’installazione. Se non avete capito e vi sembra pazzesco, non vi preoccupate: anche
Einstein era perplesso e proprio riguardo a questi concetti pronunciò la famosa frase ‘Dio non gioca a dadi’. Le
osservazioni e le equazioni quantomeccaniche ci assicurano tuttavia, con conferme sperimentali, che le cose sono
DAVVERO pazzesche. Nei computer quantistici i qu-bit saranno rappresentati da una qualche proprietà di particelle (lo
spin dell’elettrone, ad esempio) che all’inizio sarà del tutto casuale, anzi, in TUTTI gli stati possibili. L’osservazione
cosciente dello stato della proprietà causa la risoluzione dell’ambiguità, fenomeno che viene chiamato decoerenza
quantistica. Il computer quantistico funzionerà grazie alla proposizione di un problema, unita ad un modo per verificare
le risposte. La chiave del funzionamento sarà che la decoerenza quantistica dei qu-bit sarà impostata in un modo tale da
far passare solo la risposta esatta. Le risposte errate si cancelleranno a vicenda. In questo senso la programmazione
quantistica è un metodo molto simile agli algoritmi genetici: si provano tutte le soluzioni e solo la migliore sopravvive.
La sequenza di qu-bit rappresenta tutte le possibili soluzioni del problema, grazie alle proprietà combinatorie. Un qu-bit
rappresenta due possibilità, due qu-bit quattro e così via. Un computer quantistico con 5000 qu-bit può rappresentare 2
alla cinquemila possibili soluzioni (un numero mostruoso). L’enunciazione del problema, chiave del processo, è un test
da applicare contemporaneamente a tutte le possibili soluzioni; con questo procedimento si causa la decoerenza dei qu-
bit che decidono, ognuno per proprio conto, se diventare zero o uno. La sequenza che sopravvive è la soluzione del
problema. Le possibilità di un computer quantistico sono talmente potenti che diventa perfino difficile fare un paragone.
La chiave per la comprensione della potenza di questo concetto sta tutta nella velocità praticamente ISTANTANEA
della soluzione e nel numero folle di possibili soluzioni considerate. Anche trasformando in sistemi di elaborazione
intere galassie e avendo a disposizione miliardi di anni nessun sistema di calcolo convenzionale potrebbe mai generare e
verificare le soluzioni che un computer quantistico può elaborare in un miliardesimo di secondo; nello spazio di una
zolletta di zucchero. Nell’agosto del 2000 Isaac Chuang, dell’IBM-Almaden Research Center, ha realizzato un
dispositivo funzionante con cinque qu-bit, cinque nuclei di fluoro che interagivano attraverso impulsi radio, rivelati da
un apparato per la risonanza magnetica nucleare. Gli scienziati dei Los Alamos National Labs hanno lavorato con
molecole fatte di atomi di carbonio e idrogeno, creando un modello a sette qu-bit. In Italia, al laboratorio europeo di
spettroscopia non-lineare dell’università di Firenze, Francesco Cataliotti cerca di sfruttare le proprietà dei condensati di
Bose-Einstein, gruppi di un milione di atomi che, a temperature prossime allo zero assoluto, si comportano come un
unico grosso atomo. La ricerca è in corso, ed è ardua.
La principale difficoltà nella realizzazione pratica di un computer quantistico è che le caratteristiche subatomiche che
rappresentano i qu-bit devono essere stabili, cosa che non succede con la materia ordinaria. L’effetto caos generato dalla
vibrazione delle molecole a causa del calore e dei raggi cosmici distruggerebbe i delicati parametri che dovremmo
misurare. Una soluzione, proposta da Chuang e Gershenfeld (due importanti ricercatori del settore), è di utilizzare un
piccolo contenitore di liquido. Invece di creare un grande (atomicamente parlando) computer quantistico, si considerano
come computer miliardi di miliardi di singole molecole. Si ha così un sistema massicciamente parallelo e i sistemi che
‘sgarrano’ sarebbero in minoranza. Basterebbe quindi prendere la soluzione che trova d’accordo la maggior parte delle
molecole per avere quella corretta. La stessa cosa si fa già con i test del DNA; in una soluzione di catene genetiche ci
sono infinite variazione spurie, si prende la sequenza che capita più di frequente e si cancellano così gli errori. Con un
computer molecolare massicciamente parallelo diventa anche facile leggere i singoli qu-bit: la lettura produce infatti
decoerenze spurie e distrugge la sequenza letta. In un sistema parallelo si può passare ad una nuova sequenza per ogni
qu-bit letto e distrutto. I primi computer quantistici della potenza di un supercomputer avranno sequenze di circa
quaranta qu-bit che produrranno alcuni miliardi di possibili soluzioni. Con sessanta qu-bit si passerà a sistemi che
processeranno alcuni milioni di miliardi di possibili soluzioni e con centinaia di qu-bit la potenza di calcolo supererà
quella di qualsiasi immaginabile computer digitale classico. Con una tale potenza di calcolo potremo simulare ad un
dettaglio subatomico universi di estensione praticamente infinita. Non ci dovremo mai preoccupare della potenza di
calcolo, non è certo quella che mancherà nel futuro.
IL TABULATOR
All'interno della simulazione di Oltremondo ci occorrerà un sistema per visualizzare parametri ed informazioni varie in
modo coerente ed ordinato. Pensiamo a qualsiasi struttura dati che volessimo vedere o modificare, ad esempio le
Tabulae che compongono l'ambiente in cui ci troviamo, o i nostri dati personali o le regole del canale in cui ci troviamo
o da quanto tempo ci siamo dentro e così via. Ci occorrerà una specie di computer in grado di far 'girare' una serie di
programmi diversi e di visualizzarne i dati in modo ordinato. Un qualsiasi computer andrebbe bene ma che foggia
dovrebbe avere? I computer potranno ovviamente essere presenti nella varie simulazioni ed avere la stessa forma
prevista nei vari ambienti. In questo modo un Apple Machintosh nel 4DGea del 1984 sarà proprio come ce lo
ricordiamo, e su di esso gireranno esattamente i software che esistevano all'epoca. Potremo ovviamente avere uffici nei
vari canali ed in essi possedere dei computer di vario tipo sui quali far girare i programmi che vorremo ed elaborare i
dati che più ci interesseranno. Il computer dell'Ultraport sarà sufficientemente potente per emulare gli elaboratori che
vorremo utilizzare, usando solamente una piccola porzione della sua potenza di calcolo. Questi computer simulati
saranno però ne più ne meno che oggetti come tutti gli altri, con le loro caratteristiche e proprietà. I dati pertinenti alla
simulazione dei canali di Oltremondo saranno molto particolari e sarebbe una forzatura cercare di visualizzarli e
modificarli tramite un'interfaccia che sembri un qualche personal computer di una qualche epoca. Si dovrà sviluppare
un sistema nuovo, integrato nell'ambiente digitale ed in grado di fornire servizi nuovi. Teniamo conto inoltre che le
prime realizzazioni dell’Ultraport saranno niente altro che programmi che gireranno essi stessi all'interno di computer i
più disparati. Senz'altro svilupperemo versioni per Windows, Machintosh, Linux e varie consolle. Tali software
avrebbero delle belle difficoltà a realizzare un emulatore per creare, ad esempio, un desktop di tipo Windows per i
programmi di gestione della simulazione all'interno di un computer Linux. Non parliamo poi dei diritti d'autore. La
Microsoft non sarebbe certo felice di vedere simulato Windows in Oltremondo senza che venisse pagata la relativa
licenza. Per questi e tanti altri motivi si rende necessaria la realizzazione di un qualche tipo di 'computer nativo di base
di Oltremondo'. In questo caso 'computer' va inteso più come 'schermo e tastiera con cui interagire con il sottostante
computer' piuttosto che come macchina fisica. Prendiamo il caso, ad esempio, in cui l'ultranauta voglia sapere da quanto
tempo sta nel canale corrente. Si potrebbe visualizzare un piccolo indicatore sullo schermo, in caso di collegamento
con il caschetto dell’ultravisore tale indicatore sarebbe sempre nel campo visivo sovrapposto a tutto ciò che si vede e si
sposterebbe con il nostro sguardo restando sempre in un angolo. Tale soluzione è valida ma si vorrebbe spostarlo prima
o poi o magari spegnerlo, come fare? Si potrebbe prevedere che tali comandi si possano dare da una piccola tastiera di
un qualche aggeggio tipo orologio da polso che ogni ultranauta avrebbe sempre in ogni canale ma come la mettiamo
con simulazioni che prevedano epoche passate in cui gli uomini nulla avevano al polso? E se l'utente volesse visionare
le regole del canale per vedere se una certa azione è consentita? Dovrebbe forse recarsi in un certo posto dove tali
regole sono esposte al pubblico? Sarebbe meglio che le potesse richiamare in ogni momento su un qualche schermo a
piacimento. Ci sono infiniti casi in cui emerge la necessità di un qualche sistema di visualizzazione e/o modifica di dati.
Tale sistema si chiamerà Tabulator. Il nome deriva da Tabula, l'elemento base di classificazione dei concetti in
Oltremondo. Ho assegnato tale nome perché il Tabulator è nato inizialmente per permettere la gestione delle Tabulae
all'interno delle prime simulazioni. Il Tabulator è in realtà uno schermo multifunzione, poliedrico ma semplice da usare.
Ogni Ultranauta avrà il proprio, collegato all’Ultraport che utilizza. Un semplice comando, sempre uguale ed
indipendente dal canale in cui ci si trova, richiamerà il Tabulator. Esso si presenterà come uno schermo piatto e
traslucido che apparirà davanti ai nostri occhi e recherà una serie di piccole immagini, dette icone, che, se attivate,
porteranno all'avvio dei relativi servizi. Una di esse ci mostrerà sullo schermo da quanto tempo siamo nella simulazione
ed altri dati del canale, un'altra ci porterà alla gestione della struttura delle tabulae dell'ambiente in cui ci troviamo,
un'altra attiverà il comunicatore, sorta di videotelefono con cui potremo parlare con qualsiasi altro ultranauta, in
qualunque canale si trovi. I servizi che attiveremo saranno rappresentati in forma grafica sullo schermo sospeso a
mezz'aria ed avranno una serie di altri pulsanti che attiveranno le varie funzioni. Il livello di trasparenza delle immagini
sarà regolabile con un apposito cursore in modo da poter sovrapporre il display alla scena che osserveremo oppure
guardarlo con maggiore attenzione. Chi è abituato ad un sistema grafico come Windows, Linux o Machintosh si troverà
immediatamente a suo agio, gli altri impareranno molto rapidamente. La cosa importante è che il Tabulator sarà sempre
uguale, in qualsiasi canale; quando avremo imparato ad usarlo sarà fatta, ci troveremo a nostro agio nel far west come
nel mondo di Star Trek. La grossa differenza rispetto ad un computer classico è che il Tabulator avrà uno schermo non
fisico quindi liberamente modificabile nelle dimensioni da una piccola finestrella fino ad un campo da calcio e oltre.
Disporre di uno schermo grande come una parete su cui organizzare i nostri dati sarà molto comodo, una cosa che con i
computer fisici è sempre stata impossibile. Inoltre tale schermo non avrà una risoluzione definita, potremo fissarlo da
molto vicino e sarà comunque a fuoco, come se fosse stampato tipograficamente.
Gli schermi del Tabulator potranno essere in numero infinito, potremo aprirne decine, ognuno con una funzione diversa
e posizionarli in giro, lasciandoli accesi. Se vorremo potremo sederci al centro di una sfera di centinaia di schermi su
cui lavorare o osservare infiniti tipi di dati. Il posizionamento degli schermi sarà facilissimo: ogni nuovo riquadro
apparirà davanti ai nostri occhi con una dimensione base e noi potremo dimensionarlo e posizionarlo come si fa con
qualsiasi finestra di computer. Potremo ancorarlo al nostro sguardo in modo che rimanga sempre nel punto del campo
visivo in cui lo abbiamo posizionato mentre ci spostiamo e ci guardiamo intorno, oppure potremo ancorarlo al nostro
corpo: allora esso si sposterà con noi ma rimarrà sempre nella posizione prevista e lo vedremo solo se sposteremo lo
sguardo da quel lato. Potremo lasciare schermi accesi in vari punti e portarne altri con noi. Quando occorrerà scrivere
qualcosa sotto lo schermo comparirà una tastiera oppure una penna e potremo usarle normalmente. Nei sistemi più
semplici i comandi saranno dati con il mouse e la tastiera coinciderà con quella del computer su cui faremo girare il
software Ultraport, con il caschetto dell’ultravisore useremo la punta del dito indice come mouse e la tastiera simulata
come una qualsiasi altra tastiera fisica. Il bello del Tabulator è che sarà sempre lo stesso, indipendentemente
dall'hardware che useremo per la simulazione. Una volta imparato ad usarlo saremo abili con esso in qualsiasi ambiente
e su qualsiasi sistema useremo. Sul Tabulator potranno girare programmi scritti da altri e nuovi servizi che saranno
inventati; per molti anni questo sarà un nuovo business, anche se i servizi di base saranno compresi in qualsiasi sistema
Ultraport.
SIMULAZIONE AGLI ELEMENTI FINITI
All'interno della simulazione di Oltremondo non tutti gli oggetti saranno statici ed immutabili. Se vorremo, al contrario,
simulare perfettamente il vecchio mondo fisico ed infiniti altri basati su leggi fisiche simili allora dovremo prevedere un
modo per modificare, anche pesantemente, qualsiasi oggetto. Le normali interazioni tra le entità del mondo fisico
producono tutta una serie di modificazioni che non sono affatto semplici come sembrano. Anche se nella nostra
esperienza comune è perfino banale prendere in mano, ad esempio, un martello e percuotere un qualcosa rompendolo,
tale serie di fenomeni è sempre stata quasi impossibile da simulare in ambienti digitali. In molti videogiochi 3D tali
effetti erano possibili, ma solo su porzioni degli ambienti attentamente selezionate dagli sviluppatori e con risultati
standard. In Duke nuk'em 3D, ad esempio, se il giocatore si stufava di cercare un passaggio ad un ambiente successivo
egli poteva sparare un colpo di bazooka su di una parete e distruggerne una porzione per aprirsi un varco. Ma solo certe
sezioni delle pareti erano 'sparabili' ed il buco che si produceva sempre lo stesso, indipendentemente dall'angolazione
dell'arma e del numero di colpi sparati. In molti altri casi gli oggetti non cambiavano assolutamente anche prendendoli a
cannonate esibendo quindi una resistenza del tutto artificiale. Bisogna riconoscere che Duke Nuk'em è stato uno dei
videogiochi 3D più 'interattivi' e premetteva di azionare o distruggere moltissime cose ma certamente non era davvero
realistico. Nel mondo fisico ogni oggetto è fatto di molecole, quindi è in realtà un aggregato più o meno forte di tanti
piccolissimi elementi. Quando una forza agisce su di un oggetto esso si muove nella sua interezza e quindi esibisce un
comportamento globale. Quando la forza agisce fortemente in un solo punto (e l'oggetto resta fermo per inerzia) oppure
l'oggetto è vincolato, le energie si distribuiscono all'interno in modo diseguale e possono arrivare a superare la forza di
coesione tra le molecole; l'oggetto di deforma. Se le molecole non sono tutte dello stesso tipo le forze di coesione sono
anche non omogenee e quindi le modifiche che si producono seguono spesso tali discontinuità. Si pensi ad una
martellata su un muro: la parete è fatta di mattoni, intonaco e vernice. L'energia dell'impatto fa saltare la vernice ed un
pezzo di intonaco scheggiando magari il mattone. Le porzioni che saltano e la forma dei detriti e della parte rimanente
dipendono dalla struttura del muro ma anche moltissimo dalla forma del martello, dall'angolo e dalla velocità d'impatto.
Tutte queste variabili dovrebbero essere integrate in un sistema di equazioni che ci permetterebbe di simulare il
movimento di tutte le molecole coinvolte. Non potremo tuttavia forse mai eseguire il calcolo preciso per tutte le
molecole dell'oggetto, occorrerà quindi prendere in considerazioni gruppi omogenei di esse. Tali gruppi di molecole
potranno essere considerati come piccoli cubetti al cui interno il materiale sia dello stesso tipo e abbia una coesione
costante. Memorizzando anche come ogni cubetto è legato a quelli adiacenti otterremo un modello del nostro oggetto.
E' ovvio che quanto più grandi saranno i cubetti tanto più grossolano sarà il modello, che potrà degenerare fino al caso
limite di un solo elemento per tutto l'oggetto. Occorrerà scegliere un livello di dettaglio il più fine possibile
compatibilmente con la capacità di calcolo disponibile. I calcoli che si basano su tale modello per simulare il
comportamento di oggetti fisici sottoposti a sollecitazioni esterne si chiamano simulazione agli elementi finiti. Tali
tecniche sono da tempo in uso per progettazione di apparecchiature, veicoli ed edifici evitando il ricorso a costosi
modelli reali per provare tutte le configurazioni possibili. I calcoli necessari sono piuttosto gravosi e fino ad oggi la
simulazione ad elementi finiti è sempre stata usata su supercomputer in ambiti industriali o militari. Per Oltremondo
dovremo sviluppare una tecnica che possa essere meno rigorosa ma comunque accettabile ai fini del tipo di simulazione
che ci interessa; potremo poi migliorarne sempre più il livello con l'aumentare della potenza di elaborazione disponibile.
Ovviamente non tutti gli oggetti che ci circonderanno negli ambienti digitali avranno una struttura ad elementi finiti; il
sistema memorizzerà le caratteristiche macroscopiche di ogni elemento e non dovrà gestirne la struttura sottostante. Se
così non facessimo dovremmo, in ultima analisi, arrivare a simulare l'universo a livello subatomico con un sistema
composto alla fin fine da pochissimi atomi rispetto alla mole di quelli da simulare. L'analisi ad elementi finiti dovrà
essere attivata come funzione speciale solo nel momento in cui la situazione lo richieda, e solo per gli oggetti
direttamente coinvolti nell'evento scatenante. Ad esempio, se ci troveremo in un palazzo e cammineremo nei vari
corridoi, certamente i muri potranno essere considerati elementi singoli ricoperti da una opportuna texture e niente più.
Tale simulazione sarà quella che nella stragrande maggioranza dei casi sarà sufficiente. Il sistema dovrà passare a
simulare la struttura di una sola delle pareti (continuando a vedere le altre come elementi singoli) solo in caso un evento
la vada a modificare. Supponiamo di essere sfiorati da un proiettile che vada a conficcarsi nella parete davanti a noi. In
tale caso quella (e solo quella) verrà immediatamente scomposta nei sui elementi costituenti, cioè i mattoni disposti in
file ordinate, l'intonaco che li ricopre ed infine la tappezzeria incollata sopra. I calcoli dell'impatto del proiettile
porteranno a modificazioni strutturali del muro che verranno correttamente visualizzate e parti di intonaco saranno
proiettate in aria. Se una di tali schegge colpirà un vaso su di un mobile tale oggetto, precedentemente considerato come
un unico elemento, verrà scomposto in un grandissimo numero di elementi finiti e si procederà con il calcolo dell'effetto
dell'impatto della scheggia. Tale esempio ci illustra il concetto di PARZIALE simulazione agli elementi finiti. Questa
parzialità è ciò che rende percorribile questa strada che può essere resa rigorosa quanto si vuole all'aumentare della
capacità di elaborazione disponibile.
Molto importane sarà la rapidità con cui i calcoli potranno esser avviati e conclusi. La simulazione agli elementi finiti,
infatti, oggigiorno si svolge off-line, non è pensabile di ottenere dei risultati su modelli complessi in tempo reale.
Dovremo adattare gli algoritmi e semplificare le procedure fino ad ottenere una simulazione a risoluzione dinamica in
grado di sottostare al vincolo primario del tempo reale e adattare la dimensione dei cubetti alla complessità degli oggetti
coinvolti. E' chiaro che in questo modo la simulazione di piccole parti (come un decimetro quadrato di parete
dell'esempio precedente) potrà essere molto più 'fine' e quindi realistica mentre se il proiettile colpisse un compresso
orologio a cucù il risultato dovrebbe diventare più grossolano. Altro punto importante è il tempo di set-up. Questo è il
tempo che impiega il sistema a generare lo schema ad elementi finiti di un oggetto o porzione di esso quando occorre
avviare l'analisi. Il muro dell'esempio precedente dovrebbe essere trasformato da un parallelepipedo omogeneo ad una
struttura di mattoni, calce e tappezzeria in una fase di set-up. Le informazioni per la generazione degli elementi di ogni
oggetto dovranno essere sempre disponibili in un opportuno database in modo da non doverle andare a reperire al
momento del set-up. L'accesso ad una qualche memoria di massa sarebbe infatti probabilmente troppo lento per
garantire la risposta immediata necessaria. L'affinarsi di queste tecniche ci porterà alla realizzazione di mondi davvero
realistici in cui sia possibile vivere seriamente senza sentirsi comparse tra statici fondali di un teatro.
I FRATTALI
Per ottenere tutte le textures e gli infiniti particolari che si renderanno necessari nelle simulazioni di Oltremondo ci
occorrerà un metodo di generazione algoritmico (o procedurale). Le textures sono immagini applicate sugli oggetti
digitali per dare loro un’immagine più naturale; pensate ad esempio ad un cubo di legno: la struttura geometrica del
cubo ne definisce la grandezza e la forma ma non il colore, se lo dipingiamo di un generico marrone sembrerà di
plastica. Applicare una texture in questo caso significa ‘incollare’ una fotografia di una superficie di legno sul nostro
cubo; in tal modo l’oggetto appare molto più realistico. La principale limitazione delle textures è che esse, proprio come
le fotografie, se sono ingrandite oltre un certo livello (perché osserviamo sempre più da vicino l’oggetto su cui sono
applicate) si sgranano. Lo stesso discorso vale per ogni dettaglio, anche geometrico, degli oggetti digitali.
Pensiamo a quante volte nelle nostre esperienze simulate vorremo andare più in profondità nell'esplorazione, anche solo
visuale, degli elementi dell'ambiente. Come già detto tante volte in altri punti di quest'opera, non potremo mai sperare di
memorizzare TUTTE le innumerevoli sfumature, tutti i particolari di ogni oggetto. E' ovvio infatti che una metodologia
di pura memorizzazione di tutti i particolari fino al livello subatomico comporterebbe una necessità di elementi di
memoria ben al di là di quanti se ne potrebbero realizzare con tutta la materia dell'universo stesso. Se per memorizzare
lo spin di un elettrone ci occorrerà una cella di memoria essa dovrà essere realizzata con una serie di atomi che
dovranno utilizzare molti elettroni e quindi il modello supererebbe di molto il modellato. Ciò non è pensabile quindi
occorre adottare una tecnica di rappresentazione della realtà che non preveda la memorizzazione di ogni sfumatura di
ogni caratteristica di ogni oggetto, bensì l'uso di un qualche altro sistema.
Tale sistema è la codifica della LEGGE di generazione delle sfumature. Per esempio non dovremo memorizzare le
posizioni di ogni goccia d'acqua di un oceano, bensì la REGOLA di generazione di tali posizioni. Le onde del mare
potranno essere generate tramite la sovrapposizione di semplici sinusoidi sfasate e ruotate. In questo modo una serie di
poche decine di numeri potrà codificare la posizione di ogni goccia d'acqua di un oceano a partire da semplici equazioni
matematiche e da una posizione nel tempo e nello spazio. Il risparmio di memoria è mostruoso ed anche la velocità di
generazione di ogni punto dell'oceano in funzione del luogo e del tempo è molto superiore. L'accesso ad un database
che contenesse la posizione di tutte le gocce (ancorché solo di quelle di superficie) di un oceano sarebbe molto lento
data la mole di dati occorrenti mentre il calcolo di una semplice equazione con poche variabili sarebbe quasi istantaneo.
Tutti i particolari di ogni ambiente di Oltremondo dovranno essere generati in modo algoritmico a partire da insiemi di
regole che codificheranno esplicitamente la legge che starà alla base della sequenza. Ogni cosa può essere ricondotta a
semplici leggi matematiche di base. Anche un'immagine complessa, come un quadro di Caravaggio, può essere generata
con una serie di operazioni grafiche. I caratteri True Type e Postscript ne sono un buon esempio. In quasi tutti i sistemi
di generazione di ambienti tridimensionali (specie videogiochi) si è optato per la memorizzazione dei particolari sotto
forma di textures; queste immagini fisse che memorizzano i particolari di una superficie su cui vengono poi 'incollate'
hanno fatto molto per la realizzazione di ambienti realistici generati in tempo reale. Tuttavia una texture è definita fino
ad un certo livello, una volta ingrandita troppo si 'spixella' mostrando i quadratini fondamentali di cui è composta. Allo
stesso modo un mosaico visto da lontano è un'immagine nitida ma se ci avviciniamo mostra i tasselli di cui è composto.
Il problema deve essere risolto mediante un nuovo sistema che specifichi le REGOLE con cui generare la texture e non
la sua immagine fotografica. Se dovremo mostrare una mensola in marmo non useremo una foto di una lastra di marmo
da 'appiccicare' sulla mensola ma bensì diremo al nostro sistema che la lastra è composta di un materiale che ha certe
caratteristiche. Nel caso del marmo le caratteristiche che indicheremo genereranno tutte le sfumature del materiale in
modo matematico. Con questo sistema, se ci avvicineremo alla mensola l'immagine non si ingrandirà fino a sfocarsi ma
manterrà tutta la sua definizione. Se vorremo guardare in modo sempre più dettagliato la superficie essa ci apparirà
sempre più ingrandita, fino a livello atomico. Per ottenere tale ingrandimento praticamente infinito dovremo utilizzare
spesso come formule delle equazioni i frattali. I frattali sono funzioni matematiche molto interessanti che hanno
proprietà del tutto particolari. La principale proprietà dei frattali è che sono autosimili. Tale parolone significa che ad
ogni livello di ingrandimento un frattale è simile alla immagine di sé stesso vista ad un ingrandimento minore. Per fare
un esempio di una tale funzione consideriamo il bordo di una costa su di una cartina geografica: tale linea è molto
tormentata ed ha un andamento che ce la fa subito riconoscere come un confine geografico, in modo del tutto intuitivo.
Se immaginiamo di ingrandire la costa non dalla cartina ma da un satellite che la osservi dallo spazio potremmo pensare
di arrivare ad un ingrandimento cento volte maggiore. In un tale caso vedremmo non cento ma UN chilometro di costa.
Se osservassimo con attenzione tale linea frastagliata scopriremmo che ci ricorda ancora un confine geografico, con le
sue anse ed i sui promontori. Ad ogni successivo ingrandimento ritroveremmo una linea SIMILE a quella precedente e
riconosceremmo sempre in essa un confine geografico. Nel caso estremo di ingrandimento fino ad osservare una
porzione lunga un millimetro di costa troveremmo ancora un bordo frastagliato simile ai precedenti. Ecco un esempio di
funzione autosimile. Pensiamo alle foglie di una felce che sembrano ancora una felce in miniatura e così via.
I frattali hanno questa fondamentale proprietà. Se utilizzeremo funzioni frattali per la rappresentazione delle
caratteristiche degli oggetti di Oltremondo otterremo degli elementi ingrandibili all'infinito che mantengono ad ogni
livello il 'gusto' dell'oggetto originario. La scelta delle funzioni frattali è del resto spontanea, dato che in Natura la
stragrande maggioranza degli esseri viventi (ma anche di molti composti inanimati) segue regole frattali. Una funzione
frattale può essere definita con pochi semplici parametri e questo ci permette anche un elevato livello di compressione
dei dati quando tale informazione deve essere trasmessa su di una rete di computer. Per la rappresentazione finale
ovviamente il sistema di rendering (che visualizzerà la scena per l’ultranauta) dovrà utilizzare una tecnica di texture ma
tale texture sarà generata a priori mediante l'uso della funzione frattale corrispondente alla superficie da visualizzare,
generata a partire dalle impostazioni di tempo e di spazio del luogo specifico. L’utilizzo delle impostazioni spaziotemporali come ‘seme’ per la generazione dei dettagli è molto importante. Pensiamo alla mensola di marmo di cui
abbiamo parlato prima, se oltre ad essa nell’ambiente vi fosse anche una colonna e un cubo dello stesso materiale, cosa
succederebbe? Se attivassimo la funziona frattale marmo per la generazione delle superfici di tutti questi oggetti allora
la scena sarebbe innaturale; OGNI oggetto della scena avrebbe le STESSE venature di marmo nella STESSA posizione.
Per questo motivo occorre che in ingresso alla funzione che genera la texture sia inviata la posizione spazio-temporale
dell’oggetto da ricoprire. In tal modo la texture sarà diversa per ogni oggetto, dato che la funzione utilizzerà le
coordinate spazio-temporali come ‘seme’ per la generazione di un’immagine diversa ogni volta.
Il concetto di ‘seme’ di una funziona casuale è derivato direttamente dalle equazioni che si usano nei computer per
generare dei numeri pseudocasuali. In un sistema informatico di solito non esistono circuiti dedicati alla generazione di
numeri casuali ma si utilizzano delle funzioni matematiche che producono oscillazioni variabilissime che sono
convertite nel numero casuale necessario. Facciamo un esempio: poniamo che un programma necessiti di cinquanta
numeri casuali (ad esempio per generare cinquanta sfumature di marmo, ogni numero indica a quanti millimetri dal
bordo deve iniziale la sfumatura). Il programma richiama una funzione che ogni volta genera un numero pseudocasuale
fra zero e cento; in realtà la funzione non tira dei dati ma semplicemente produce il prossimo numero a partire
dall’ultimo generato applicando ad esso un’equazione che ha ampie oscillazioni. Se ogni numero è funzione dell’ultimo
precedentemente generato è ovvio che un programma può produrre la STESSA sequenza di numeri un’altra volta
semplicemente impostando come la prima volta il numero da cui la funzione deve partire; tale numero è detto ‘seme’. Il
seme, in pratica, sceglie una certa sequenza niente affatto casuale ma che ad un osservatore esterno appare
variabilissima, al punto da sembrare senza una regola. In pratica, ad ogni ‘seme’ corrisponde una sequenza diversa di
numeri casuali che si possono generare, se si vuole ritrovare quella sequenza basta impostare di nuovo lo stesso seme.
In questo modo in Oltremondo potremo generare textures e ogni altro particolare mediante leggi frattali che si basano su
sequenze di numeri che appariranno casuali ma non lo saranno affatto. Ogni oggetto avrà una ben precisa immagine,
costruita su numeri a loro volta generati da un ‘seme’ che è la posizione dell’oggetto. In tal modo le sfumature delle
textures saranno diverse per ogni oggetto, casuali, ma persistenti, cioè non vedremo ogni volta un’immagine diversa.
Questo è molto importante: i dettagli devono essere generati da sistemi automatici che si basino sulla LEGGE di
generazione e su un parametro APPARENTEMENTE casuale in modo che oggetti dello stesso materiale abbiano
sfumature diverse, ma ogni oggetto dovrà avere SEMPRE lo stesso aspetto. In fase di realizzazione degli ambienti, poi,
l’autore potrà ancora modulare il seme in modo da modificare, se lo vorrà, il dettaglio.
IL FUTURO DELL'UMANITÀ
Quanto occorrerà perché tutte queste previsioni si avverino? Ovviamente non tutto succederà contemporaneamente e
certamente ognuno di noi avrà il tempo di assimilare ogni innovazione con calma. Una reazione che riscontro spesso
nelle persone è la paura, l'ansia del nuovo. Ricordiamo sempre che qualsiasi progresso non viene imposto ma offerto.
Anche il telefono cellulare è stato introdotto pian piano e all'inizio costava davvero molto. Con Oltremondo sarà lo
stesso: all'inizio si dovrà pagare (anche se non molto) per averlo, poi progressivamente molte cose diventeranno gratuite
fino alla piena realizzazione finale. Io ritengo che l'avvio ufficiale possa porsi tra il 2020 e il 2030. Per avvio ufficiale
intendo un bel giorno in cui faremo una grande cerimonia e dichiareremo che tutte le tecnologie necessarie sono
finalmente disponibili e l'Umanità trascorre la MAGGIOR PARTE del suo tempo in Oltremondo. Questo non significa
che fin da molti anni prima non ci si potrà collegare come utenti e/o realizzatori di canali digitali. Semplicemente
l'avvio ufficiale testimonierà del pieno dispiegamento del progetto. Anche dopo l'avvio ufficiale molte cose resteranno
ancora da fare e tantissimi effetti che sono stati descritti in quest'opera non saranno ancora neanche agli inizi. La
questione più importante è quella del denaro: la Fondazione fornirà TUTTE le sue realizzazioni gratuitamente e
cercherà di mettere in grado la maggior parte degli esseri umani di collegarsi ad Oltremondo.
Tale impresa sarà molto difficile ma non mancheremo di chiedere aiuto a tutti fino alla nausea per evitare il ripetersi di
errori del passato. Cercheremo di non escludere nessuno, specialmente i poveri di ogni paese. Nessuno dovrà sentirsi
escluso, nessuno dovrà pensare che i ricchi hanno qualcosa a cui lui non potrà mai accedere per tutta la sua vita.
Oltremondo deve essere speranza, amore, fratellanza. La questione del denaro avrà sicuramente un'importanza
elevatissima, speriamo che la si possa risolvere, ancora una volta, con un balzo tecnologico. I sistemi di connessione ad
Oltremondo dovranno scendere dal costo di un PC della fine del ventesimo secolo a quello di un videoregistratore a
quello di un semplice telefono cellulare. Dovremo fare ogni sforzo per realizzare sistemi estremamente economici per la
connessione ed offrire l'accesso alla rete Ultranet gratuitamente o ad un costo bassissimo. Solo così potremo non
escludere i nostri fratelli del terzo mondo dalla rivoluzione prossima ventura. Noi occidentali saremo come le guide che,
con la fiaccola della scienza, illuminano le tenebre dell'ignoranza e della povertà. Noi apriremo la strada ai nostri fratelli
meno fortunati che ci seguono.
L'Uomo occidentale ha il dovere di portare fuori dall'abisso dell'ignoranza e della povertà tutto il resto dell'Umanità. Io
non credo che egli abbia sfruttato oltremodo le popolazioni povere del mondo, ci sono mille altre spiegazioni della loro
oggettiva arretratezza. In ogni caso noi occidentali abbiamo il preciso dovere di fare ciò che è in nostro potere per il
miglioramento della vita di tutti. Ne abbiamo le capacità, possediamo i mezzi, anche economici, dobbiamo averne la
volontà. All'inizio i sistemi di accesso ad Oltremondo saranno inevitabilmente appannaggio dei ricchi abitanti
dell'Occidente ma essi non dovranno chiudersi in sé stessi. Fin dalla prima fase ci dovremo battere perché sia mantenuta
la possibilità di connessione a basso costo tramite semplici PC in modo che TUTTI sul pianeta possano partecipare.
Certo le tecniche di accesso saranno diverse ed i ricchi vedranno gli stessi ambienti dei poveri ma con maggior
dettaglio. I movimenti saranno più fluidi, i suoni migliori. Ma i contenuti dovranno essere PER TUTTI. Ecco perché per
una tale impresa occorre una Fondazione senza scopo di lucro. Qualsiasi azienda si cimentasse con questo progresso
avendo anche da rendere conto agli azionisti dei denari spesi NON POTREBBE MAI prescindere dall'approccio
sbagliato. Oltremondo potrà essere un gigantesco business ma non dovrà essere solo questo. Io, e spero moltissimi altri,
ci porremo a garanzia di ciò. Non dovremo ripetere gli errori del passato, farci accecare dalla cupidigia, ignorare
l'aspetto umano delle nostre realizzazioni. Per la prima volta nella storia potremo anche non mirare al profitto nel
mondo fisico perché il denaro sul piano digitale perderà rapidamente di importanza. Certo per un lungo periodo ci
saranno ancora commerci, i soldi avranno un grande valore. Ci vorranno alcuni decenni perché si passi ad un'economia
del tutto libera dal ricatto del capitale. Almeno fino alla fine del ventunesimo secolo coloro che hanno paura di
un'economia siffatta potranno tranquillamente continuare a commerciare in dollari e tante altre valute. Anzi, le occasioni
di business si moltiplicheranno. Ma i poveri potranno accedere ad un livello minimo, anche culturale, quale mai
avrebbero sognato. La fine della fame, la fine delle guerre, la fine delle malattie, la fine della sporcizia, la fine dei tanti
regimi fanatici ed oppressivi saranno il più grande regalo di tutti i tempi.
Ovviamente non partiremo alla volta dei paese poveri con camion e bulldozer costringendo tutti ad entrare nel futuro!
Solo chi vorrà potrà farlo. Le realizzazioni di grandi punti di accesso saranno concordate con le autorità politiche e
religiose, alle persone sarà spiegato chiaramente quali saranno le nuove possibilità. Chi vorrà continuare con il suo stile
di vita, con i sui punti di riferimento culturali, potrà tranquillamente farlo. Così come chi vorrà concludere la propria
esistenza in modo classico sarà libero di scegliere. Non commetteremo ancora l'altro grande errore: far entrare tutti nel
nuovo mondo volenti o nolenti. Tanti errori sono stati commessi con le migliori buone intenzioni. Rifuggiremo dal
giacobinismo, dalla furia illuminista; rispetteremo tutti ed ogni cultura. Col tempo sarà ovvio a tutti il vantaggio della
vita in Oltremondo ed una fetta sempre maggiore di popolazione si collegherà per poi virtualizzarsi. Il mondo come lo
conosciamo non sarà sconvolto, il piano digitale si affiancherà a quello fisico in modo indolore e piano piano prenderà
sempre più piede. I vantaggi sono immensi e le persone li capiranno molto rapidamente. Per smantellare
l'organizzazione attuale basata sul mondo fisico occorreranno comunque secoli. Commerci di beni fisici continueranno
per molti decenni e forse non smetteranno mai. Qualcuno camminerà ancora sulla Terra in un corpo fisico, ci saranno
sempre Uomini fisici. La specie potrà essere portata avanti anche solo da poche migliaia di persone e senz'altro si
troveranno volontari per questo. Una vita fisica condotta fino all'ultimo è molto pericolosa perché si può morire senza
riuscire a virtualizzarsi ma ci saranno persone che sceglieranno questa possibilità. Con essi parleremo dai nostri
ambienti digitali, con essi lavoreremo pilotando robot in telepresenza. La comunità umana avrà ancora più scambi di
oggi e ci sarà una vera pace. I pericoli possono venire da regimi estremisti che potrebbero sferrare attacchi terroristici o
addirittura militari ma il resto dell'Umanità saprà predisporre contromisure adeguate fino a quando anche queste
minacce diventeranno meno incombenti.
Ma il modello di business ci sarà? E se sì cosa vuol dire che la Fondazione darà le cose gratis?
La Fondazione si dovrà occupare della realizzazione del 4DGea perché esso sarà un gigantesco serbatoio di modelli a
cui attingere per le proprie realizzazioni. La Fondazione svilupperà o finanzierà innumerevoli altri canali culturali,
scientifici ed educativi e questo sarà il suo scopo principale. Il mantenimento del software, lo sviluppo e la ricerca
dell'hardware saranno i sui altri scopi primari. Tutto questo sarà offerto gratuitamente all'Umanità, nessuna deroga.
Moltissime persone ed organizzazioni vorranno a loro volta realizzare canali gratuiti ed in questo avranno tutto l'aiuto
possibile. Tanti altri vorranno cercare di guadagnare dal loro lavoro, è umano. Per costoro, e saranno tanti, sarà pronto
un piano di business che prevede la possibilità per ogni canale di essere a pagamento in tutto o in parte. Le aree a
pagamento saranno chiaramente contrassegnate e chiunque vi acceda o ne utilizzi i servizi dovrà pagare una quantità di
denaro decisa dai realizzatori, eventualmente diversa a seconda della ricchezza dell’utente. Il pagamento sarà a tempo,
ad accesso, ad uso, a noleggio , ad abbonamento o come altro si vorrà. Tale denaro verrà prelevato in automatico dal
conto personale dell'ultranauta e girato al conto del possessore del canale o servizio. Costoro potranno ottenere il
pagamento di quanto vorranno da questo loro 'conto corrente', detratta una piccola percentuale che andrà ad una società
commerciale di applicazione che gestirà il tutto. La Fondazione avrà una partecipazione in questa società e con questi
denari finanzierà lo sviluppo di Oltremondo. Il resto dei guadagni sarà suddiviso tra quanti tra i fondatori avranno
voluto investire in questa società. Tale soluzione è la meno squallida e permette l'ingresso nel business di Oltremondo al
maggior numero possibile di persone. Col tempo il denaro perderà di importanza ed allora i servizi e canali a pagamento
diventeranno gratuiti per tutti portando Oltremondo verso il modello economico che gli è naturale. Un tale processo
richiederà molto tempo, forse alcuni secoli. Niente paura quindi: si potrà continuare a lavorare e guadagnare come
prima e ci si rinuncerà quando diventerà ovvio che non interesserà più.
Quale sarà dunque un 'calendario del futuro'? Non voglio produrmi in liste di eventi associati a date che possano servire
a confermare quanto ci si può sbagliare nel predire il futuro. Mi limiterò alla stesura di una lista di eventi che secondo
me si produrranno nell'ordine indicato, senza dire in quale anno esatto essi capiteranno.
Il primo evento (con molta umiltà) è avvenuto nell'anno 2000, il mio impegno personale alla realizzazione di
Oltremondo e l'inizio della stesura di questo libro.
 Il primo gennaio 2001 è stato costituito il comitato per la Fondazione Ultramundum con lo scopo di realizzare
la Fondazione.
 Entro il 2006 si realizza la Fondazione e si presenta il primo nucleo del 4DGea: 4DTorino, la prima città al
mondo esplorabile in quattro dimensioni su Internet.
 Contemporaneo inizio e sviluppo di innumerevoli comitati per la realizzazione di modelli 4D di città e paesi
del mondo.
 Sviluppo di innumerevoli canali personali su Oltremondo, interesse delle aziende.
 Creazione di un modello di business su Oltremondo, prime applicazioni commerciali.
 Aumento vertiginoso dell'interesse del pubblico, applicazioni videoludiche che superano la televisione
 Realizzazione del primo stato interamente esplorabile in 4D su Internet: 4DItalia.
 Sviluppo di hardware dedicato per Oltremondo
 Primi sviluppi della nanorobotica
 Eccezionale aumento della capacità di elaborazione dei processori e della memoria
 La qualità della simulazione raggiunge il livello fotorealistico: indistinguibile dalla realtà
 Sviluppo dell’ultravisore come caschetto ad induzione o altra tecnologia che permette la piena immersività.
 Inizio di realizzazioni al di là del realismo: nuovi sensi, aumento delle esperienze
 Oltremondo diventa il principale ambiente di svago e ricerca culturale dell'Umanità.
 Primi sviluppi di intelligenze artificiali semisenzienti
 Primi successi nella virtualizzazione di esseri umani
 Completamento del 4DGea
 Cerimonia di apertura ufficiale di Oltremondo
 Comprensione sempre maggiore del funzionamento e struttura del cervello umano
 Eccezionale numero di canali digitali disponibili
 Computer molecolari
 La potenza di calcolo di un computer supera quella di un cervello umano
 Simulazione perfetta di tutti i fenomeni meccanici
 Digitalizzazione interattiva di tutte le produzioni della storia del cinema
 Simulazione perfetta di quasi tutti i fenomeni biologici
 Interesse di massa all'allungamento della vita in stato virtualizzato
 Mente aumentata con aggiunta di circuiti esterni perfettamente integrati
 Realizzazione di grandi edifici in cui ospitare masse sempre più consistenti di virtualizzati
 Decodifica e comprensione totale del DNA umano
 Sviluppo di masse enormi di esseri senzienti artificiali per popolare i canali digitali
 Pieno sviluppo della nanorobotica
 La virtualizzazione diventa un normale evento dell'esistenza
 Microchirurgia continua grazie ai nanorobot
 Sviluppo di società digitali popolate di soli esseri artificiali e di altre ibride con Uomini
 Virtualizzazione sempre più precoce
 Il 90 per cento dell'Umanità vive in stato virtualizzato
 La medicina si occupa solo di ricerche per il mantenimento dello stato virtualizzato
 Computer quantistici
 Colonie marine
 Possibilità di simulare a livello molecolare interi universi digitali
 Unione profonda tra cervello umano ed elettronico, nascita di forme di intelligenza ibride
 Il mondo fisico viene considerato sempre meno importate
 Potenza di calcolo e dimensione della memoria per grammo di materia superiore alla somma di quella di tutti i
sistemi artificiali e biologici di tutta la storia precedente dell'Umanità
 Fine del valore del denaro, suo utilizzo limitato ai canali 'storici'
 Sviluppo di filosofie impensabili nei secoli precedenti
 Leggi per la tutela di un numero minimo di esseri umani in stato fisico
 Comprensione di leggi naturali impossibili da concepire con l'esistenza precedente
 Completamento dell'esplorazione esaustiva del sistema solare
 Aumento di tipo 'verticale' delle conoscenze e delle tecnologie: un mese equivale a millenni del passato
 Osservazioni di eventi del passato tramite sistemi rivoluzionari
 Adattamento del 4DGea e di tutti i canali scientifici alle nuove scoperte
 Possibilità di agire sull'Universo in modi del tutto nuovi
 Scoperta di modi per il superamento della barriera della velocità della luce
 Esplorazione dei sistemi stellari vicini

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da qui in poi si va nel regno della fantascienza, ma la mia speranza à questa:
(incontro con altri esseri intelligenti tramite 'connessione delle reti' ?)
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Millenni di sviluppi rapidissimi
(sviluppo di una comunità galattica di reti di esseri senzienti)
Millenni o milioni di anni di evoluzione non spiegabile in termini umani fisici
(sviluppo di una comunità cosmica)
Milioni o miliardi di anni di evoluzione non spiegabile in termini umani fisici
(realizzazioni incomprensibili e inspiegabili per l'Uomo fisico dei secoli passati)
Comprensione del Creato
un nuovo inizio…
LA FONDAZIONE
In questa terza parte dell’opera viene presentata la Fondazione Ultramundum, le sue strutture e soprattutto i sui scopi.
La Fondazione è stata citata più volte finora e in quest’ultima parte si stende un progetto per essa. Forse il futuro non
sarà realizzato esattamente come qui ipotizzato, forse altre realtà vi lavoreranno, ma la Fondazione sarà senz’altro
realizzata, e darà un formidabile contributo. Non esiste al mondo un’altra organizzazione che potrebbe farsi carico di
tutte le necessità dell’idea oltremondana in modo altrettanto coerente e limpido. Per questo motivo essa sarà, in un
modo o nell’altro, indispensabile. Ovviamente io spero che il progetto procederà come è stato descritto e mi farò
strenuo difensore dei valori etici che vi sostanno. Prego tutti di leggere attentamente i capitoli che seguono e di
collocare sé stesso e la propria organizzazione in un qualche punto del progetto: c’è bisogno di ognuno di voi!
I FONDATORI
La realizzazione pratica di Oltremondo richiederà l'apporto di tantissime persone. La Fondazione si occuperà della
maggior parte del lavoro di coordinamento ma non ci si deve aspettare che possa fare tutto. Un gran numero di persone
coinvolte nel progetto è indispensabile per due motivi: da un lato occorrerà che ogni decisione sia il risultato del voto
democratico del maggior numero possibile di persone, dall'altro solo la forza creativa di migliaia di menti potrà
produrre la mole di opere necessarie. Se una sola organizzazione, per quanto disinteressata, si occupasse della creazione
del futuro di tutta l'Umanità, della definizione delle future regole del gioco che tanto influiranno sulla vita di tutti, allora
mai potrebbe salvarsi dal sospetto di avere agito per motivi oscuri e inconfessabili. Solo demandando ad un'assemblea
la più larga possibile, in cui coesistano la maggior parte di tipi e culture umane, la definizione delle regole del futuro si
potrà assicurare che l'Umanità tutta sia rappresentata e nessun singolo, nessuna organizzazione ne potrà trarre un
indebito interesse. Nella storia dell'Umanità MAI si è tentato un esperimento di tale portata, le regole sono sempre state
imposte, magari da stati, ma in ogni caso sempre nell'interesse di qualcuno e a più o meno potenziale scapito di altri. La
stessa ONU non è quasi mai riuscita a decidere qualcosa che non fosse fortemente condizionato dagli interessi delle
nazioni principali. Lo stesso concetto di membri di serie A e di serie B è un indizio di questo.
Con il progetto Oltremondo per la prima volta nella storia un nuovo assetto di importanza mondiale può essere deciso
da un'assemblea trasversale di Uomini, ognuno col la propria cultura, con i propri legittimi interessi, ma senza
prevaricazioni, senza egoismi. L'aspetto creativo è altrettanto importante: nessun gruppo di Uomini potrà mai realizzare
qualcosa che possa riflettere la creatività dell'Umanità. Nessuna organizzazione possiede l'ingegno che un libero
consesso di migliaia di esseri umani può mettere in campo. Oltremondo sarebbe una creazione magari perfetta, ma
fredda, se non avesse in sé il calore, la magia ed anche l'ironia di migliaia di Uomini. Il mondo, la vita, sono imperfetti,
irregolari. Le creazioni immense diventano ripetitive se non si riescono ad introdurre particolari che sorprendono, che
attirano l'occhio, che creano la magia. Per questi motivi la Fondazione dovrà cercare un enorme numero di persone, di
organizzazioni, di forza, di idee le più diverse. Dovremo essere aperti a tutti, ad ogni follia. Dovremo lasciare uno
spazio espressivo per chiunque, e non con vuote parole, ma nei fatti. La creazione di infiniti universi DEVE permettere
la coesistenza di infiniti punti di vista. Ogni decisione dovrà essere presa in modo democratico, con la votazione diretta.
Sarà meraviglioso vedere collaborare migliaia di Uomini per uno scopo comune, risolvendo i conflitti avendo infinito
spazio in cui espandere sé stessi e le proprie idee. Ogni persona che fornirà un qualsiasi aiuto, anche il più piccolo,
diventerà fondatore. Il ruolo di fondatore darà diritto ad esprimere il proprio parere sulle questioni che man mano si
porranno durante la realizzazione di Oltremondo. Infinite regole dovranno essere codificate, infiniti punti di vista
armonizzati. Ad ogni fondatore sarà richiesto un qualche lavoro di volontariato per la causa ed in questo modo ogni
persona potrà lasciare una traccia di sé nella nuova casa dell'Uomo.
Alcuni si distingueranno, altri, per limitazioni personali o di tempo, contribuiranno di meno. Una qualche scala
dell'impegno andrà codificata ma senza che essa abbia mai un significato di giudizio. Occorrerà sapere se nuovi progetti
ed impegni potranno essere richiesti ad ogni persona e per questo ci si dovrà basare sulle prestazioni già fornite.
Dovremo porre grande attenzione a non creare discriminazioni o classi sociali perché questi concetti sono stati la rovina
del passato. Le idee di ognuno dovranno essere ascoltate e potranno essere messe in pratica negli ambienti comuni o in
canali speciali, a seconda del loro interesse collettivo.
L'accesso ai nuovi mondi si renderà necessario anche per lavorare insieme, ognuno vivendo nella propria area
geografica. Le idee di ogni persona potranno essere illustrate ad altre con realizzazioni digitali in ambienti condivisi.
Tale modus operandi porrà fine a tante barriere e discriminazioni del passato. Ognuno potrà rapportarsi con gli altri
scegliendosi un corpo specifico ed un aspetto anche di fantasia. Ognuno potrà essere davvero sé stesso e discriminazioni
di qualsiasi tipo finiranno. L'Umanità potrà creare davvero insieme il proprio futuro, libera dai condizionamenti del
passato e con lo sguardo fisso verso uno sconosciuto luminoso avvenire.
L'ASSEMBLEA DEI FONDATORI
Durante lo sviluppo di Oltremondo capiterà moltissime volte di dover definire nuove regole, di dirimere questioni, di
ipotecare in qualche misura il futuro. La Fondazione non potrà arrogarsi il diritto esclusivo di decidere su queste
questioni, non potrà comportarsi come hanno fatto in passato tante aziende che si sono trovate, in un modo o nell'altro,
in condizione di decidere nuovi standard a cui tutti avrebbero dovuto adattarsi. Non si tratterà di una questione di
denaro, Oltremondo sarà un atto di amore verso l'Umanità, un regalo meraviglioso per la salvezza ed il miglioramento
di tutti gli Uomini. La reale differenza nel progetto oltremondano sarà tutta qui: non la ricerca dell'utile, ma del bene
dell'Umanità sarà il motore primo di questa impresa. Per questo motivo, non essendoci il desiderio del profitto, non
dovremo cercare di imporre nulla, dovremo agire nel modo più democratico possibile. Ecco che i Fondatori dovranno
essere il maggior numero possibile, idealmente tutti gli Uomini del mondo; e costoro dovranno REALMENTE decidere
su tutte le questioni importanti. Non l'imperio ma il dialogo informerà la dirigenza del progetto. Ogni decisione dovrà
essere condivisa, discussa e votata dal maggior numero possibile di persone. Dovremo cercare di avere il maggior
numero possibile di punti di vista, di orientamenti etici, di credenze religiose.
La struttura dove tutto questo diventerà operativo sarà l'Assemblea dei fondatori. Tale consesso sarà chiamato a
decidere sulle questioni più importanti e sulla definizione delle regole di Oltremondo. Io non credo molto nella
democrazia rappresentativa, negli eletti dal popolo. Nella maggior parte delle strutture politiche del mondo fisico si è
dovuto ricorrere a questa soluzione dato che non era pensabile di richiedere votazioni continue ad ogni cittadino e così
si è assistito alla nascita dei politici di professione. Spesso ciò che veniva promesso prima delle elezioni poco
corrispondeva poi alle votazioni effettive. Nello sviluppo di Oltremondo potremo invece ricorrere alla discussione e
votazione diretta dato che la produzione normativa sarà molto più ridotta. Le regole di Oltremondo non dovranno
costituire un corpus giuridico ponderoso come quello di uno stato fisico. Le leggi del mondo digitale dovranno essere in
minor numero possibile in modo da consentire una massima libertà di espressione di ogni canale. Le regole del singolo
canale potranno essere anche estremamente complesse ma mai in contrasto con le regole base (e qui torneranno i
politici, che avranno moltissime realtà nelle quali esprimersi).
L'orientamento generale dovrà essere di assicurazione della totale libertà di ogni essere umano. Dovremo cercare di
garantire il rispetto dell'Uomo al di sopra di ogni esperienza possibile. Si potrà anche degradare le persone, ma solo
all'interno di canali in cui si entrerà consci di avere questo trattamento. Sarà difficile definire regole che assicurino
principi fondamentali che potranno essere violati per permettere esperienze particolari ma ci riusciremo. Ad esempio
nessuno vorrà mai più che si possa imporre qualcosa come l'esperienza dei lager ma nondimeno canali in cui tale
esperienza potrà essere vissuta dovranno essere permessi. La cosa importante sarà la VOLONTÀ. Se la singola persona
saprà esattamente a cosa va incontro potrà liberamente accettare una riduzione anche drastica dei suoi diritti umani. Le
regole quindi dovranno essere flessibili ma sicure.
Altri argomenti dovranno essere discussi e decisioni anche molto importanti prese. I Fondatori potranno esprimere il
loro parere e poi il loro voto tramite gli stessi sistemi digitali che andremo a costruire. In tale modo chiunque potrà
partecipare all'attività dell'assemblea, non importa quale sarà la sua posizione nel mondo fisico. Non dovrà esistere una
struttura con maggior potere dell'assemblea dei Fondatori dato che essa rappresenterà la volontà dell'Umanità; quindi
qualsiasi struttura della Fondazione dovrà ad essa obbedienza. Un numero congruo di Fondatori dovrà poter richiedere
la discussione di qualsiasi argomento e l'Assemblea dovrà esprimersi. La presenza di tanti punti di vista e il potere
distribuito a così tane persone assicurerà che non ci saranno comportamenti lesivi della libertà o comunque poco chiari
come è stato invece per molte aziende che, operando per la pura ricerca del profitto, non hanno esitato a comportarsi in
modo spregiudicato. Nessuna accusa di scorrettezza potrà essere mossa alla Fondazione e qualsiasi tentativo potrà
essere lanciato da aziende spregiudicate avrà mai la possibilità di andare in porto. Ricordiamoci infatti che Oltremondo
diventerà una preda ambita per aziende del settore informatico e multimedia, esse ci attaccheranno o cercheranno di
comprarci. Solo la totale mancanza di scopo di lucro e la presenza di un potere diffuso potrà impedire queste operazioni.
Non ci saranno dirigenti da comprare o pratiche di vendita sottocosto che potranno portare alla conquisa di Oltremondo.
Essendo un regalo per l'Umanità nessuno se ne potrà impadronire o potrà fare un'offerta migliore.
GLI ASCETI
Durante lo sviluppo di Oltremondo e ancora di più durante la sua conduzione necessiteremo di una figura etica
superiore a cui ricondurre con sicurezza tutte le questioni che nasceranno sul piano delle esistenze digitali. Tale figura
dovrà fornire amplissime sicurezze riguardo la totale imparzialità dei giudizi ed assenza emozionale delle decisioni.
Questioni come il reale possesso di un personaggio digitale in un canale ludico o la precedenza del possesso quando
non addirittura l'ideazione di una semplice denominazione appaiono futili ma diventeranno argomento di vita o di morte
in tantissime situazioni digitali. Con l'aumento del valore delle esperienze condotte sui canali simulati diventerà sempre
più pregnante la questione di CHI dovrà decidere, o di quale POTERE dovrà avere. All'inizio tale figura sarà negletta e
vista come puramente funzionale allo sviluppo del sistema. Solo in un secondo tempo si comprenderà il ruolo decisivo
che essa ricopre e quali garanzie si renderanno necessarie. Troppo facile sarà infatti l'accusa di essere di parte quando
una decisione dovrà necessariamente scontentare qualcuno.
Non ci si faccia fuorviare dall'argomento di tali decisioni: spesso si tratterà di decidere sulla paternità o sull'accesso di
semplici entità digitali, completamente virtuali e magari ludiche. Non diversamente da un giudice classico, qualcuno
dovrà assegnare il possesso all’uno e scontentare altri, dovrà andare contro il senso comune quando la logica lo
richiederà ed avere un potere tale da essere continuamente potenzialmente vittima di un'accusa di arbitrio o abuso di
potere. Una importantissima caratteristica che dovrà ritrovarsi in tali giudici assoluti dovrà essere l'ASCETISMO.
Quando parliamo di asceta tutti abbiamo un'immagine mentale che ci fa rappresentare una qualche sorta di vecchio
vestito dimessamente che ha rinunciato alle cose del mondo. Si deve ora introdurre un'evoluzione di tale concetto:
l'asceta DIGITALE. Con digitale si intende ogni cosa che si possa ricondurre ad un prodotto di un sistema informatico e
nella fattispecie qualsiasi servizio riconducibile ad Oltremondo. L'asceta digitale sarà l'evoluzione del concetto classico
nel nuovo mondo digitale. Non si richiederà all'asceta digitale la rinuncia alle cose della vita ma il ritrarsi dagli eccessi
di Oltremondo. Sarà davvero difficile resistere alle lusinghe del mondo digitale! Infiniti piaceri, incredibili modi di
occupare il tempo, infinite possibilità di espansione della propria vita. Pochissimi potranno resistere a tali tentazioni. Le
persone semplici indulgeranno in tutti i piaceri per lunghi periodi, dimentichi di tutto e financo dei loro doveri più
elementari. La maggior parte dell'Umanità, specie in una prima fase, non si staccherà da Oltremondo se non costretta, e
solo per il tempo in cui sarà obbligata ad occuparsi delle vecchie faccende del mondo fisico. Pensiamo al sesso, alle
avventure, ai tornei, alle esplorazioni, alle battaglie che si potranno fare. Così come nel ventesimo secolo la maggior
parte dell'Umanità ha passato fin troppo tempo incollata alla televisione così in Oltremondo le masse si tufferanno nei
canali digitali senza uscirne per molto tempo. Questo porterà ad un generale miglioramento e all'evoluzione di ogni
Uomo verso superiori forme di esperienza ma non prima di molte centinaia di anni. Le persone più evolute si
lanceranno verso esplorazioni culturali ed anche scientifiche di tale profondità che non potranno uscirne anch'essi per
molto tempo e forse non sarà saggio limitarli in ogni caso. Perché distrarre un pensatore, se esso sta elaborando una
nuova forma d'arte, per farlo lavorare allo sbancamento di terra per la costruzione di un nuovo edificio per virtualizzati?
Ecco che ben pochi potranno entrare nelle fila degli Asceti, e non certo per mancanza di qualità di coloro che ne
resteranno fuori. Anzi, per molti l'impegno su altri fronti sarà ancora più nobile. In ogni caso occorreranno molti
Uomini che si occupino della gestione di Oltremondo, delle cose minute così come della realizzazione di nuove
installazioni. Lo stesso pilotaggio di bulldozer per lo sbancamento terra per la realizzazione di nuovi edifici per
virtualizzati sarà un compito umile ma indispensabile. A questo proposito ricordo con affetto la figura di Isaac
(20)
Asimov
, che un giorno disse: “Non c’è modo per cui da solo possa salvare il mondo, ma mi vergognerei di far
passare un solo giorno senza provarci”.
Gli Asceti dovranno essere persone con un reale profondo spirito di servizio che sacrificheranno una parte delle proprie
possibilità di realizzazione per il bene dell'Umanità. Oltre ad occuparsi delle questioni di servizio essi dovranno
dirimere le questioni che nasceranno intervenendo direttamente nei canali in cui si richiederà la loro opera. Spesso ho
notato nella mia esperienza di gestione di reti digitali che gli utenti sono addirittura irritanti nel loro insistere su
questioni apparentemente minori ma che ad essi appaiono fondamentali. In tali occasioni ho trovato una profonda sete
di giustizia che chiedeva disperatamente di essere saziata con l'intervento di un'entità superiore che ascoltasse
pazientemente le ragioni di tutti per poi giudicare secondo una giustizia a cui si richiedeva di essere di una purezza
olimpica. Una tale organizzazione richiederà una sorta di ordinamento monastico perché solo nel sacrificio e nel
continuo riferirsi ad uno scopo superiore tali Uomini troveranno una motivazione al loro impegno. Il potere assoluto che
costoro avranno sarà bilanciato dal Consiglio degli Asceti, organo supremo democratico in cui tutte le questioni saranno
discusse collettivamente e a cui ognuno potrà fare appello. Non dovranno esistere questioni non degne di essere
sottoposte al Consiglio ed ovviamente ciò comporterà un ammontare enorme di lavoro. Occorrerà la consapevolezza di
agire per il bene comune, un reale amore per l'Uomo e per le sue potenzialità per poter sopportare tutto questo. Per tale
motivo coloro che verranno scelti dovranno essere attentamente valutati dal Consiglio. Non solo i candidati dovranno
essere estremamente intelligenti ma si dovrà provare il loro reale spirito di servizio, il loro equilibrio e la capacità di
essere davvero al di sopra delle parti.
Il motto degli Asceti sarà 'al di sopra e al di sotto di tutto' (super infra omnia). Tale frase riassume in sé tutto lo spirito
del corpo: al di sopra per il potere che si avrà di manipolare la realtà di qualsiasi canale, al di sotto per lo spirito di
servizio e l'umiltà con la quale si svolgerà la propria missione. Il potere di un Asceta sarà davvero grande: egli potrà
analizzare e modificare a piacimento qualsiasi paramento di qualsiasi canale. In pratica sarà come un potentissimo
mago. Egli si potrà celare sotto qualsiasi forma, essere invisibile, rivedere qualunque evento passato e modificare
qualsiasi accadimento. Non ci sarà personaggio più potente di lui e qualsiasi re o imperatore gli dovrà obbedienza. Tale
potere dovrà essere controbilanciato da un'indole estremamente mite e disponibile. Il potere deve essere usato con
parsimonia e tutti devono essere liberi di agire secondo le proprie inclinazioni. Gli Asceti non esisteranno per giudicare
ma per aiutare e sorreggere. Essi non indirizzeranno il genere umano ma lo sorreggeranno lungo il cammino verso ciò
che il Creatore ha deciso per noi tutti.
Allo stesso modo gli Asceti si dovranno occupare di tutte quelle cose per cui non si troveranno più Uomini disposti a
lavorare. La manutenzione degli impianti nel mondo fisico, ad esempio. Ad un certo momento della storia nessuno
vorrà più occuparsi del mantenimento degli impianti che consentiranno la vita di miliardi di virtualizzati così come della
realizzazione di nuove installazioni. Gli Asceti dovranno lavorare duramente per questo scopo, senza che il loro sforzo
venga nemmeno notato. Persone li scherniranno senza sapere che il mantenimento del loro substrato fisico si dovrà ad
essi. Dovranno vegliare sulla sicurezza di tutti, continuando a svolgere ricerca scientifica nel mondo fisico in modo da
ampliare le conoscenze dell'Umanità e poter fare fronte alle sfide che si potranno porre, ad esempio asteroidi che
possano minacciare di colpire la Terra. La scelta di essere un Asceta non sarà dissimile da quella di chi ha scelto la
clausura nei secoli passati, ma potrà essere completamente laica. Nessuna religione sarà egemone, tra di essi si
troveranno tutte le confessioni e forse anche degli atei. Lo spirito dell'Asceta non richiederà una professione di fede ma
la sincera dedizione di ogni giorno.
AMANUENSI DIGITALI
A partire dalla fine del III secolo alcuni cristiani del Medio Oriente e dell’Egitto decisero di allontanarsi dalle città e dai
luoghi abitati per seguire con maggior impegno gli insegnamenti di Gesù, per questo furono chiamati Monaci (dal greco
monos, solo o unico). Per lo studio delle dottrine occorrevano i libri ma la stampa non era ancora stata inventata, così
molti di essi cominciarono a copiare a mano tutte le opere necessarie, costoro furono chiamati monaci amanuensi,
proprio perché effettuavano le copie a mano.
Lo stesso tipo di vita monastica, di ritiro dal mondo fisico, di impegno quotidiano per la creazione di meravigliosi
documenti, lo potremo trovare in un nuovo tipo di ordine quasi sacerdotale. Può darsi che l’impegno della Fondazione e
di tanti volontari nel mondo sarà sufficiente, ma è molto probabile che un gran numero di elementi dei mondi digitali
che ci aspettano richiederà un impegno del tutto particolare. Le Tabulae, gli elementi di base in grado di creare ogni
entità di Oltremondo, richiederanno un grande impegno lavorativo. Molto probabilmente tale impegno sarà alla portata
di molti ed indubbiamente un folto gruppo di realizzatori creerà una gran quantità di esse. Tuttavia, la creazione di tutti i
dettagli minuti non indispensabili per la fruizione immediata di ogni canale di Oltremondo sarà un’operazione pesante
senza immediati guadagni. Per guadagni si intendono qui sia quelli monetari che quelli di solo prestigio. Se, ad
esempio, un archeologo riprodurrà l’antica città di Pompei, egli certamente si occuperà degli elementi macroscopici, ma
solo di quelli. Sarà comunque un grosso impegno e non potremo quindi chiedergli di studiare, ad esempio, i singoli
granelli di cenere che furono eruttati dal vulcano Vesuvio e causarono la distruzione della città. Lo standard utilizzato
per Oltremondo permette questa definizione variabile degli elementi di ogni mondo virtuale: ogni creatore può definire
le cose fino al livello di finezza necessario, o che egli ritiene sufficiente, lasciando indefinite tutte le parti ‘di dettaglio’.
In tal modo il nostro ipotetico archeologo potrebbe indicare la cenere del Vesuvio come un tipo generico di polvere,
senza definire nel dettaglio la sua composizione e la struttura fisica microscopica di ogni granello. Allo stesso modo,
altri potrebbero utilizzare la neve standard messa a disposizione dalla Fondazione, neve che non potrebbe magari essere
osservata al microscopio perché non ancora definita la struttura dei singoli fiocchi. Ci sarà una lunga lista di elementi
‘minori’ e dettagli, anche di tipo culturale, che non saranno definiti in una fase iniziale e rischieranno di restare a lungo
in secondo piano, sminuendo il valore complessivo dei mondi digitali. Non solo elementi materiali, ma anche
comportamenti dinamici (il movimento dei pistoni di un motore a vapore, ad esempio), contenuti culturali (si pensi alla
storia di opere d’arte minori o alle vite di autori meno conosciuti) e tanti altri particolari non potranno essere definiti in
tempi brevi. Occorrerà una serie di persone fortemente motivate, in grado di produrre tabulae di qualità, capaci di
lavorare con grande precisione ed umiltà e di compiere le faticose e meticolose ricerche che si renderanno necessarie.
Una struttura per questa organizzazione potrebbe essere un qualcosa di ispirato agli ordini monastici, in particolare
quelli degli amanuensi.
Il lavoro di creare tutti i dettagli che si renderanno necessari e che, per un motivo o per un altro, non saranno realizzati
da nessuno, richiederà persone con un forte spirito di sacrificio e di amore per gli altri. Se davvero un Uomo crede in
Oltremondo, se davvero si convince che è un bene per l’Umanità, se desidera proseguire la sua esistenza sul piano
digitale quanto prima, allora potrebbe rinunciare alla sua vita fisica.
Una tale persona potrebbe entrare in una sorta di ‘convento’ nel quale lavorare, insieme a molte altre alla realizzazione
di qualsiasi elemento sia necessario per accelerare la partenza di Oltremondo. Costoro sarebbero quelli che fanno il
‘lavoro sporco’, quello che nessun altro vuole fare eppure è necessario. L’amore per il prossimo e per il progetto
potrebbe essere una molla potente, ma anche il puro interesse personale. Se infatti una persona desidera Oltremondo
anche per sé allora è ovvio che debba fare di tutto per accelerarne l’avvio, riducendo il proprio interesse per il resto
della propria vita nel mondo fisico. La rinuncia alla vita fisica comporterebbe una fase di esistenza quasi monastica, con
l’abbandono di ogni impegno od interesse nel mondo fisico e la totale dedizione ad Oltremondo. Per molte persone la
vita nel mondo fisico non ha più senso, è una sofferenza. Molti vorrebbero abbandonare tutto e fuggire, per questo
esistono organizzazioni come la Legione Straniera. Al di là del motivo, sia esso la fuga da qualcosa o il reale spirito di
sacrificio per il prossimo, esistono certamente molte persone alle quali una tale esistenza sembrerà desiderabile. La
Fondazione dovrà cercare di realizzare conventi, o strutture simili, nei quali un nuovo ordine laico di amanuensi digitali
realizzerà tutti quegli elementi che saranno necessari ma negletti. In tali strutture le persone dovranno vivere in pace e
silenzio, lontano dal mondo e in totale tranquillità. Al posto dei vecchi leggii sui quali si miniavano a fatica i codici
troveremo modernissimi computer sui quali essi creeranno nuovi elementi digitali. Sarebbe molto bello poter recuperare
vecchie abbazie, ambienti ricchi di medioevale solennità, nei quali installare attrezzature ultramoderne sulle quali far
lavorare questi nuovi personaggi, la cui organizzazione avrà radici nel mondo antico ma si proietterà verso il futuro.
Tale organizzazione dovrà essere del tutto laica, non sarà certo un nuovo ordine sottoposto alla Chiesa cristiana. Tutte le
confessioni saranno ben accette, e ognuno potrà pregare liberamente a modo suo. Non la fede religiosa, ma quella nel
meraviglioso futuro dell’Uomo sarà infatti l’elemento portante.
I PERICOLI DEL MONDO FISICO
Il mondo fisico non dovrà essere abbandonato del tutto, anche se la tentazione sarà forte. Senz'altro molte persone
continueranno ad esplorare l'Universo fisico, a ricercare le verità del Creato; tuttavia la gran massa degli esseri umani
non troverà il vecchio mondo abbastanza interessante. Al di là di considerazioni filosofiche vi sono stringenti argomenti
di opportunità a spingerci ad una costante attenzione alla dimensione fisica della realtà. Innanzitutto si dovranno
monitorare continuamente le situazioni atmosferiche, telluriche e gli eventi geofisici in generale. Anche se si
costruiranno le colonie marine la Terra potrebbe riservarci sorprese e sconvolgimenti tali da cancellarci tutti in poco
tempo. Tante volte nel passato del nostro pianeta è già successo. I dinosauri sono solo la più nota di tante estinzioni di
massa dovute ad eventi cruenti, planetari e spesso misteriosi. Tante volte, ad esempio, c'è stato il rovesciamento dei poli.
Pare che addirittura in alcuni momenti del passato i poli magnetici fossero all'altezza dell'equatore. Tali misteriosi eventi
chissà quali sconvolgimenti hanno prodotto. Variazioni nelle costanti geodetiche potrebbero influenzare tutti i campi
elettromagnetici e produrre situazioni sconosciute, magari letali per gli organismi più complessi. In Russia sono stati
ritrovati esemplari di mammouth che erano congelati in piedi su di un terreno erboso ma avevano ancora in bocca
vegetali tipici di climi molto più caldi; come se un evento improvviso li avesse congelati là dove si trovavano in una
tranquilla giornata d'estate.
Per questo motivo gli Uomini non dovranno mai cessare di esplorare il mondo fisico. Dovremo ricercare la conoscenza
delle leggi dell'Universo e la conoscenza del passato. Forse potremo intervenire quando una nuova era glaciale inizierà,
forse potremo cambiare il clima del mondo o, più auspicabilmente, adattarci per tempo a nuove sconosciute situazioni.
E non solo il pianeta potrebbe esserci ostile. Eventi cosmici di eccezionale potenza si susseguono continuamente anche
solo nella nostra galassia. Lampi di energia, flash di raggi gamma, variazioni gravitazionali intensissime. Una teoria
prevede perfino che lo sciame di comete che circonda il sistema solare ad intervalli di molti milioni di anni si
destabilizzi per complessi giochi gravitazionali ed allora sciami cometari e meteorici attraversino il sistema solare
portando distruzione ovunque. Dovremo quindi non cessare mai di osservare il cosmo e continuare ad inviare sonde
spaziali sempre più sofisticate per conoscere e possibilmente intervenire. Gli Asceti dovranno occuparsi di questo se ad
un certo momento del futuro non ci saranno più persone disponibili per continuare.
Ma guardando molto più vicino altri terribili pericoli ci aspettano. L'Uomo è sempre stato il maggior pericolo per sé
stesso, homo homini lupus (l'Uomo è lupo per l'Uomo). Quando una gran parte dell'Umanità comincerà a trasferirsi con
sempre maggior frequenza nel mondo digitale nasceranno infallibilmente estremisti di ogni tipo. Pensiamo ai
musulmani integralisti. Un fedele dell'Islam non può che gioire di nuove possibilità per tutti gli Uomini ma certamente
un talebano non potrà che denunciare la decadenza occidentale di cui Oltremondo sembrerà figlio. Tali personaggi non
vorranno mai entrare nel nuovo mondo digitale e faranno di tutto per salvare i loro popoli da una esperienza che
riterranno peccaminosa. Dopo un certo tempo essi potranno prodursi in azioni terroristiche per fermare ciò che
riterranno il male. Come tale Oltremondo sarà identificato non appena inizierà ad incidere sui popoli musulmani. È
ovvio infatti che persone di ogni tipo sperimenteranno le nuove possibilità e cominceranno a riconoscerne gli immensi
vantaggi. Quando la percentuale di musulmani 'virtuali' diventerà significativa gli integralisti prima si scaglieranno a
parole contro questo futuro, poi passeranno ai fatti. In un primo momento sarà facile rintuzzare gli attacchi ma col
passare del tempo tali difese si indeboliranno. Magari astuti integralisti potrebbero attendere che una parte importante di
'infedeli' sia virtualizzata per sferrare un attacco convenzionale e distruggere tutto e tutti. Un mondo civile rilassato che
si culli nell'illusione di un passaggio pacifico alla nuova era sarebbe del tutto impreparato. Magari gli eserciti sarebbero
in disarmo e allora un nuovo medioevo potrebbe imporsi sulla Terra. Ovviamente gli Asceti vigileranno quando più
nessuno vorrà farlo ma grande dovrà sempre essere il livello di attenzione. Aspettiamoci opposizioni più o meno forti da
tanti settori dell'Umanità. Gli integralisti saranno i primi ma l'oscurantismo si annida in tanti altri posti. Frange del
mondo cattolico potrebbero rifiutare il nuovo mondo digitale dimenticandosi che la Chiesa non si è mai opposta a ciò
che ha migliorato la vita dell'Uomo, dalle medicine in avanti.
L'oscurantismo si annida ovunque, troveremo in luoghi inaspettati opposizioni motivate nel modo più vario ma che
avranno un solo comune denominatore: la paura del progresso. Le persone spesso preferiscono un male certo rispetto ad
un cambiamento che non capiscono e di cui hanno paura. Dovrà essere sempre chiarissimo che Oltremondo è un dono,
non un'imposizione. I Fondatori non saranno un esercito di conquistatori che impone il proprio modello di vita e
depreda ognuno del poco che ha. Noi regaleremo un futuro meraviglioso a chi lo vorrà, senza chiedere nulla in cambio.
Non si dovrà abbandonare la propria vecchia vita per questo, ci si entrerà un po' per volta. Purtroppo ci sono tanti
personaggi che hanno la fissazione non di salvare sé stessi ma anche il prossimo. Da tali individui dovremo guardarci.
Ci difenderemo con la compassione, la misericordia, l'amore genuino per il prossimo; ma non abbasseremo mai la
guardia.
L'ESPLORAZIONE DELLO SPAZIO
Cosa ne sarà dell'esplorazione spaziale nel futuro? Non vi è dubbio che infiniti canali di Oltremondo proporranno viaggi
nel cosmo ed avventure spaziali, si pensi solo agli innumerevoli canali di Star Trek che nasceranno. In tali universi
l'esplorazione spaziale sarà senz'altro molto più stimolante e soddisfacente di quanto lo sia mai stata nell'Universo
fisico. La velocità della luce non sarà più una barriera insormontabile, le comunicazioni a distanze stellari saranno
istantanee, come le telefonate sul pianeta Terra. L'universo potrà essere popolato di sistemi planetari ricchi di vita con
mondi meravigliosi ed affascinanti. Lo stesso sistema solare potrà essere reso molto più interessante e vario di come sia
in realtà. Al posto di enormi, vuote distese di rocce e sabbie potremo trovare vestigia di antiche civiltà ed avventure
meravigliose. Con una tale profusione di possibilità è ovvio che l'esplorazione dell'Universo fisico sarà molto meno
interessante. Quando si potrà vivere un'avventura meravigliosa su Marte incontrando antichi alieni che interesse potrà
avere una sonda che ci riporti qualche sasso raccolto sul pianeta fisico? È un'osservazione triste perché io ho sempre
amato moltissimo l'esplorazione dello spazio ma inevitabilmente così sarà. Come potranno competere i viaggi a velocità
subluce fino alle stelle più vicine, con decenni di attesa per qualche fotografia, con le rutilanti avventure di Star Wars da
vivere in prima persona? Nondimeno una parte dell'Umanità continuerà ad esplorare il cosmo fisico. Magari
nell'indifferenza dei più ma con romanica e metodica determinazione. Io stesso mi impegno formalmente a fare del mio
meglio perché succeda. Se nessuno vorrà più occuparsene un certissimo manipolo di Uomini rimarrà impegnato: gli
Asceti.
Quali motivazioni potremo trovare? Innanzitutto la sete di conoscenza dell'Uomo, la sfida di imprese difficili. La
conoscenza del cosmo ci permetterà di agire in esso, di capirne i meccanismi, come si è formato e dove sta andando.
Tutto questo è profondamente importante e molti lo capiranno. Sonde spaziali continueranno a partire dal nostro pianeta
e ad esplorare instancabili l'Universo. Probabilmente nessun astronauta viaggerà all'interno di questi vascelli, ma solo
intelligenze robotiche con la missione di esplorare e poi tornare a riferire o inviare il risultato con vari mezzi di
comunicazione. La prospettiva di vite molto più lunghe renderà pensabili anche missioni che richiedano decenni per
essere completate. Una sonda potrebbe viaggiare già oggi fino alla stella più vicina ed inviarci dei dati che riceveremmo
in circa quarant'anni dal lancio. Con molto più tempo da vivere potremo pensare e realizzare missioni di questo genere.
È infinitamente più affascinante osservare proxima centauri dal vivo piuttosto che in un qualche splendido canale, anche
molto interessante. Finché non troveremo un sistema di comunicare con le astronavi in modo rapido non sarà purtroppo
possibile vivere in telepresenza le loro avventure. Potremo ricevere le registrazioni dei loro movimenti e ricostruire un
canale in cui ci si possa muovere come se si fosse sul corpo celeste ma non potremo mai muovere un robot fisico sul
posto via radio. Pensate che le distanze cosmiche sono così enormi che le onde radio, pur viaggiano a circa trecentomila
chilometri al secondo, impiegano più di un secondo per raggiungere la Luna e ben dieci minuti per Marte. Sulla Terra
potremo pilotare robot in telepresenza ovunque ma nello spazio diventerà rapidamente impossibile. Per inviare un
ordine al robot dal nostro cervello ci vorrebbero, per Marte, dieci minuti. Altri dieci passerebbero prima che l'immagine
dell'effetto del movimento, ripresa dalle telecamere della sonda, arrivasse fino a noi. È del tutto impossibile muoversi in
modo decente quando passano venti minuti tra l'azione e l'effetto. Pensiamo poi a cosa succederebbe se il robot stesse
procedendo verso il ciglio di un burrone; prima di capirlo lo avremmo già perso da lungo tempo. Pare proprio che
dovremo inventare qualcosa come le comunicazioni subspaziali di Star Trek, qualsiasi cosa siano. La ricerca spaziale
potrebbe progredire persino più velocemente in futuro. Sembra paradossale, dato che certamente l'Umanità non la
riterrà una delle priorità ma se consideriamo che moltissime risorse del pianeta non saranno più né limitate ne sfruttate
come in passato allora si vede subito come questo sarà del tutto possibile. Oggigiorno molti protestano per la spesa di
moltissimi miliardi per lo spazio quando ci sono persone che muoiono di fame. Quando avremo un'Umanità libera dal
bisogno allora non avrà più importanza quanto si spenderà per le più folli avventure nel cosmo.
In un futuro ancora più lontano l'Umanità dovrà preoccuparsi di eventi cosmici che riguarderanno il nostro piccolo
pianeta. Se un meteorite rischierà di colpire la Terra dovremo intervenire, ed avere da lungo tempo i mezzi per farlo. In
un futuro ancora più lontano l'instabilità della nostra stella, come di altre del nostro settore galattico, dovrà essere tenuta
in debita considerazione. Abbiamo moltissimo tempo, ma c'è ancora tanto da esplorare...
IL BOCCHETTONE NON RICONOSCIUTO
(cosmic Ultramundum)
Un famoso scienziato italiano affermava che noi siamo i soli esseri viventi nel cosmo. Egli basava tale perentoria
affermazione sull'osservazione che non abbiamo mai ricevuto alcuna trasmissione intelligente dallo spazio, ancorché
non indirizzata a noi. La sua ipotesi era che una civiltà, non appena raggiunge uno stadio paragonabile agli inizi del
nostro ventesimo secolo, inizia a trasmettere via radio e non cessa più di farlo. Quindi se ci fossero altre civiltà
intelligenti nell'Universo noi avremmo ricevuto i segnali di quelle che avrebbero raggiunto prima di noi il nostro livello.
Il silenzio del cosmo secondo lo scienziato era l'eloquente dimostrazione che siamo i soli. L'avanzare del programma
SETI (search for extraterrestrial intelligences, ricerca di intelligenze extraterrestri) ha vieppiù confermato che fino ad
oggi nessun segnale radio di potenziale origine intelligente è rilevabile. Questa osservazione è semplicistica perché
magari nel breve volgere di un paio di secoli una civiltà può cessare di utilizzare la radio e passare a qualche altro
mezzo di trasmissione, per noi ancora sconosciuto. In ogni caso, molte di queste continuerebbero ad inviare trasmissioni
appositamente per far sapere alle altre civiltà che esistono e magari avere una risposta. Dobbiamo allora concludere che
noi siamo davvero soli nell'Universo? Io non posso crederlo.
Esistono miliardi di galassie, ognuna con molti miliardi di soli. Attorno alla maggior parte delle stelle orbitano sistemi
planetari (molti li abbiamo già addirittura osservati). Con così tante possibilità non è credibile che il palcoscenico di
stelle sia tutto nostro. Devono esistere MOLTISSIME altre civiltà nello spazio infinito; come mai allora non si fanno
sentire? Una spiegazione plausibile è che non possano o non vogliano. Non possano nel modo che crediamo noi e
magari non vogliano finché non raggiungiamo un certo stadio di evoluzione. Io sono fermamente convinto che ad un
certo stadio dell'evoluzione di OGNI razza intelligente si inventi la radio, in seguito il computer e poi, nel breve volgere
di poco tempo, le reti di computer e la realtà virtuale. Lo sviluppo tecnologico deve inevitabilmente portare alla
realizzazione di sistemi di calcolo automatico che posseggano una memoria maggiore delle menti biologiche. Tali
sistemi dovrebbero essere programmabili per poterli adattare rapidamente a vari usi ed ecco i computer. Non appena si
hanno i calcolatori diventa interessante collegarli tra di loro per potersi scambiare dati e da questo nascono reti
planetarie come la nostra Internet. Quando si hanno i computer gli scienziati iniziano ad utilizzarli per simulare varie
situazioni per scopi di ricerca e si inventa la realtà virtuale. Nessuna razza che si sviluppi su basi tecnologiche può
evitare queste tappe. Forse esistono razze che non costruiscono macchine e si limitano a riflettere, razze di filosofi puri,
ma quasi sicuramente non sono la maggioranza. Qualsiasi essere intelligente, prima o poi, desidera cambiare l'ambiente
che lo circonda, alleviare la propria fatica, costruire strumenti per indagare il creato. E' inevitabile che si realizzino, tra
le altre, le tappe che sono state indicate. Quando si hanno questi elementi qualcuno li mette insieme con una visione
unitaria della vita e si realizza Oltremondo. TUTTE le razze intelligenti del cosmo prima o poi giungono a realizzare un
qualcosa come Oltremondo. I vantaggi che questa realizzazione offre sono infiniti e così palesi che non vale neanche la
pena di elencarli. Tali vantaggi non sono applicabili solo all'Uomo ma valgono per quasi qualunque tipo di esseri
intelligenti. Dopo la realizzazione di Oltremondo ogni civiltà si richiude in sé per un certo periodo e si riducono
gradualmente le emissioni radio. Forse passano molti secoli, magari millenni, prima che la civiltà esplori tutte le
possibilità di questo nuovo ambiente. Dopo un periodo magari molto lungo si ricomincia a cercare gli altri nel cosmo, e
forse in un modo nuovo. Ecco che la finestra di emissioni radio di ogni civiltà è fatalmente limitata a circa un secolo. In
queste condizioni le varie civiltà molto difficilmente possono incontrarsi. Quando l'una trasmette l'altra non sta ancora o
non sta più ricevendo e così via. Lo sfasamento di un solo secolo è probabilissimo, l'Uomo esiste su questo pianeta da
molti milioni di anni, cos'è un secolo? E moltissimi eventi nella storia della vita su ogni pianeta possono aver anticipato
o ritardato la nascita di una razza intelligente di milioni di anni. Un secolo è troppo poco. Ma che dire del momento,
molto tempo dopo, in cui molte razze si rivolgono di nuovo all'esterno? Un tale momento si situa dopo la quasi totale
esplorazione delle possibilità della singola civiltà all'interno di Oltremondo. Un tempo molto lungo, quindi. E non solo
deve passare molto tempo ma nuove filosofie si devono affermare tra la maggioranza della popolazione. Tali filosofie
dovrebbero prevedere un approccio verso le altre civiltà intelligenti molto diverso da quello che è stato in passato verso
i popoli del proprio pianeta. La stessa Umanità, quando si porrà la questione, non intenderà ripetere i disastri del
passato. Non penseremo certo di invadere altri popoli e di sottometterli e sfruttarli. Lo sviluppo sociale che avremo
raggiunto ci imporrà di comportarci in modo molto più maturo, più rispettoso. Il livello mentale sarà inoltre molto
superiore a quello di partenza. Lo sviluppo di sistemi di mente aumentata avrà portato ogni Uomo ad un livello tale che
egli non soltanto non potrà quasi più comunicare con un Uomo normale ma non vorrà farlo per non sconvolgerlo. La
morale, il senso comune, la politica e la società saranno giunte a tali livelli di astrazione e di sviluppo che Uomini o
creature intelligenti normali non potranno più partecipare alla vita pubblica. Pensiamo al divario esistente tra gli Uomini
del ventesimo secolo e gli Incas. Cosa mai avrebbero potuto dirsi? Gli Incas non avrebbero capito la maggior parte delle
cose e, soprattutto, delle tecnologie degli altri. I più avanzati avrebbero sviluppato un errato senso di superiorità e di
disprezzo verso gli 'inferiori'. Non tutti, è ovvio, ma la massa questo avrebbe pensato. Ogni volta che si sono date
tecnologie sviluppate da altri popoli più avanzati gli 'arretrati' hanno sofferto. Pensiamo agli indiani d'America, a quanto
distruttiva per loro sia stata l'introduzione dell'acqua di fuoco (whisky) e delle 'canne tonanti' (fucili). Popoli un tempo
fieri si sono ritrovati demoralizzati, rovinati dall'alcool, incapaci di pensare con la loro testa e di seguire il loro naturale
cammino evolutivo. Se agli europei del settecento si fossero venduti i telefoni cellulari sarebbe stato lo stesso, e così
via. Uno dei princìpi più importanti che si affermeranno in futuro sarà quello di 'non interferenza': nessun popolo dovrà
avere contatti con popoli non ancora giunti allo stesso livello di progresso. Solo in questo modo potremo beneficiare
della ricchezza di soluzioni che ogni civiltà offrirà ai vari aspetti della vita. Se avessimo aspettato che anche gli
aborigeni, liberi in Australia, senza contaminazioni esterne, sviluppassero la telefonia cellulare, avremmo potuto
sicuramente apprezzare le diverse soluzioni al problema, i servizi a cui noi non avremmo mai pensato e così via. In
pratica, lasciar sviluppare i popoli autonomamente è una arricchimento anche per quelli più avanti. Nuove idee si
realizzano, nuove soluzioni, nuovi punti di vista, nuove forme d'arte. E se un popolo sarà più lento sulla via o si fermerà
dovremo riconoscergli il diritto di fare ciò che vuole con il suo pianeta. Questa filosofia in passato, quando
disponevamo di un solo pianeta e di limitatissime risorse, non si è mai potuta affermare ma con Oltremondo sarà
naturalissima. Non avremo più bisogno di invadere nessuno per sottrargli le sue limitate risorse. Avremo più di quanto
ci necessiterà e non prevaricheremo più gli altri. Questo è successo, sta succedendo e succederà miliardi di volte nella
storia dell'Universo.
Ma che dire di coloro che raggiungeranno il nostro livello? Come ci metteremo in contatto con loro e in che momento?
Il momento dovrà essere dopo la prima tumultuosa fase di sperimentazione di Oltremondo, quindi non nell'equivalente
del nostro ventesimo e ventunesimo secolo. Non si penserà perciò di farlo via radio, tecnologia troppo semplice che
ogni razza sviluppa ad uno stadio troppo prematuro. Molto probabilmente si offrirà la CONNESSIONE IN RETE.
Forse esiste già un 'club' di razze di questo tipo nell'Universo. Potremmo Chiamare questa società federazione dei
pianeti uniti, in omaggio a Star Trek. Nella Federazione vige la regola della non interferenza (proprio come aveva
previsto Gene Roddenberry) e si offre la connessione ad un Oltremondo cosmico che altro non è che una gigantesca
Internet che unisce le reti planetarie di innumerevoli pianeti tramite nuovi velocissimi mezzi tramissivi che superano
distanze cosmiche. Pensiamo a cosa potrebbe essere una tale struttura: un numero enorme di Oltremondi, ognuno
realizzato da una razza, ognuno con le sue peculiarità ma tutti simili, armonizzabili perché creati a partire dagli stessi
concetti. In ogni sistema ogni razza avrebbe creato, registrato, pensato, esplorato tutte le sfaccettature del proprio
pensiero, inventato tutte le avventure, fatto tutte le battute di spirito. Ogni razza porterebbe vari sensi per la visione dei
mondi, in parte derivati dai propri sensi alieni, in parte inventati. Ogni popolo avrebbe registrato tutta la propria arte,
tutta la storia, tutto il cinema, tutta la filosofia, tutta la scienza. Nel momento in cui il nostro Oltremondo verrà collegato
a questa rete cosmica il nostro cyberspazio, che ci sarà sembrato fino ad allora infinito, si espanderà incredibilmente.
Potremo gustare tutte le esperienze aliene, osservare il mondo con innumerevoli sensi che mai ci saremmo inventati,
gustare nuove forme di cucina, apprezzare nuovi tipi di estetica. Una tale rivoluzione sarà un arricchimento che oggi
possiamo solo sognare, al di là di ogni possibile immaginazione. E' ovvio che tale profusione necessiterebbe di modelli
culturali, di regole di fruizione e di tante altre cose che dobbiamo ancora sviluppare e quindi nel ventesimo secolo come
avrebbero potuto offrirci tutto ciò? Eravamo troppo rozzi e se ci avessero portato i computer e ci avessero collegati la
più parte di noi sarebbe semplicemente impazzita. Abbiamo ancora tanta strada da fare, dobbiamo inventare
Oltremondo e digerirne le possibilità, poi saremo pronti.
Forse il 'bocchettone' per la connessione alla rete esiste addirittura già, magari nel nostro sistema solare, magari sulla
Terra. La vita su questo pianeta ha subito varie batoste che l'hanno quasi completamente sterminata, l'ultima, che causò
la fine dei dinosauri, circa settanta milioni di anni fa. Per questo motivo siamo senz'altro MOLTO più indietro di altri
pianeti che hanno avuto uno sviluppo più tranquillo e lineare e quindi se queste ipotesi sono giuste esiste già un
Oltremondo cosmico. Forse il connettore è stato portato sul nostro pianeta e noi, semplicemente, non lo abbiamo ancora
riconosciuto. Se portassimo un bocchettone per collegarsi ad Internet in fibra ottica nella foresta attorno ad un villaggio
di selvaggi, cosa credete che potrebbero farsene? Certo non li troveremmo collegati l'indomani. Allora può darsi che gli
'altri' ci abbiano già dato il connettore per l'Oltremondo cosmico. Magari esistono molti connettori. Forse oggetti di cui
non abbiamo mai capito l'uso non sono altro che questo, e quando saremo pronti lo capiremo. Forse stiamo usando i
bocchettoni per fare cose sbagliate e i nostri fratelli aspettano con pazienza che noi si cresca, come noi potremmo
guardare con simpatia i selvaggi che usassero il nostro cavo in fibre ottiche per legare le loro canne di bambù...
LA SOCIETA' DI APPLICAZIONE
Le tecnologie di Oltremondo saranno sviluppate dalla Fondazione per essere usate dall'Umanità intera, senza eccezioni.
Nel periodo di sviluppo, naturalmente, esse saranno disponibili progressivamente e i fondatori continueranno a vivere
nel mondo fisico. Durante questo periodo non c'è ragione per cui le tecnologie prodotte non siano utilizzate
immediatamente anche in tutti quegli ambiti non pertinenti il fine di Oltremondo. Se, grazie al caschetto
dell’ultravisore, anche una sola persona potesse soffrire meno, anche per un solo minuto, sarebbe un nostro preciso
dovere etico mettere a disposizione tutte le nostre capacità. Lo sviluppo del servizio di telepresenza tramite robot in
qualsiasi parte del mondo sarà un altro colossale sviluppo delle capacità dell'Uomo ancora vivente nel mondo fisico. La
produzione dei beni e dei servizi che, utilizzando le tecnologie di Oltremondo, permetteranno all'Umanità di 'prendersi
degli anticipi' sul proprio luminoso futuro dovrà essere portata avanti da un'organizzazione parallela. La società di
applicazione si occuperà proprio dell'applicazione nel mondo fisco delle tecnologie. La Fondazione Ultramundum si
occuperà dello sviluppo delle tecnologie, delle regole etiche e del mondo digitale; essa, non avendo fine di lucro, sarà al
di sopra delle parti e perseguirà fini etici e superiori. La società di applicazione dovrà occuparsi, nell'interesse
dell'Umanità stessa, della commercializzazione delle tecnologie dirette o derivate dalle ricerche della fondazione. Essa
potrà perseguire un ragionevole, modesto utile al fine di pagare i compensi dei propri collaboratori e produrre dividendi
per gli azionisti. La Fondazione, attraverso vari meccanismi, possederà il cinquantuno per cento delle azioni della
società di applicazione in modo da garantire l'eticità della condotta commerciale. La parte degli utili pertinente alla
Fondazione andrà a finanziare il più rapido raggiungimento della realizzazione di Oltremondo.
Tutte le tecnologie sviluppate dalla Fondazione Oltremondo saranno brevettate e concesse in esclusiva alla società di
applicazione fino al momento dell'apertura di Oltremondo. Dopo tale momento le tecnologie prodotte saranno rese di
pubblico dominio e chiunque potrà utilizzarle purché vi sia il consenso della Fondazione. Tale consenso sarà
subordinato al valore etico dello scopo dell'utilizzatore. L'uso delle tecnologie di Oltremondo per la realizzazione di
armi fisiche sarà, ad esempio, del tutto bandito. La società di applicazione fino all'apertura di Oltremondo, sarà
posseduta in esclusiva dai fondatori che avranno voluto investire in essa. L’acquisto delle azioni sarà infatti concesso
solo in proporzione al contributo dato alla Fondazione. Quanti più voti avrà un fondatore tante più azioni della società
di applicazione egli potrà acquistare. Ovviamente l'acquisto sarà un diritto, l'unico dovere di un fondatore sarà il
contributo alla Fondazione. Dopo l'apertura di Oltremondo le azioni saranno collocate sul normale mercato azionario e
potranno essere scambiate. Fino al collocamento le azioni potranno essere vendute solo ai fondatori e solo all'interno del
tetto di possesso determinato dai voti dell'assemblea posseduti dall'acquirente.
Tutte queste regole, apparentemente complesse, servono a tutelare il sistema da infiltrazioni di speculatori non
interessati alla causa ma in cerca del solo denaro. E' mia opinione personale che il gioco in borsa, inteso come la ricerca
di un guadagno dalla veloce, a volte frenetica, compravendita di titoli, sia vagamente immorale. La borsa nacque come
luogo in cui imprenditori con buone idee cercavano partner finanziatori per imprese in cui le loro sole forze non
bastavano. In quest'ottica il possesso delle azioni di un'impresa dava il diritto a godere degli eventuali utili a fronte del
proprio investimento iniziale a rischio. La possibilità di vendere azioni a qualcun altro era del tutto ovvia per dare la
maggiore libertà possibile all'investitore. Nessuno di questi meccanismi fu creato e mai avrebbe potuto trovare
giustificazione nella speculazione. La speculazione, con la quale si cerca di guadagnare sulle perdite altrui, non ha
niente a che vedere con la sana imprenditoria nella quale si affronta l'ignoto gettando il cuore e il cervello oltre
l'ostacolo e rischiando in prima persona. I veri imprenditori, i veri azionisti, sono persone che cercano sì un ragionevole
guadagno, ma in cambio del loro impegno a creare qualcosa di bello e di utile per l'Umanità. Gli speculatori non sono
neanche interessati a che cosa producano le aziende che trattano ma solo alle loro oscillazioni di valore onde vendere a
molto per poi ricomprare a poco. Questo è simile al comportamento di coloro che in battaglia non corrono verso il
nemico ma si fanno scudo dei corpi dei caduti avanzando in retroguardia; talvolta vengono colpiti anche loro, è vero,
ma in questo non c'è una briciola di eroismo. Questo potrà sembrare un giudizio severo, e ci si deve rendere conto di
come sia umano cercare il guadagno, magari senza soffermarsi a valutare il contenuto etico di un'azione. Tuttavia,
proprio per la comprensione che ho della natura dell'Uomo, vedo perfettamente quanto appetitose saranno le azioni
della società di applicazione e come quindi frotte di speculatori vorranno appropriarsene. Tali azioni invece dovranno
necessariamente essere appannaggio dei fondatori, perché solo essi ne avranno il diritto naturale al possesso. La
ricchezza prodotta dalla commercializzazione delle tecnologie di Oltremondo nel modo fisico dovrà andare a coloro che
ci hanno creduto fin dall'inizio, a loro e ai loro familiari in proporzione a quanto hanno fatto per tramutare il sogno in
realtà e a quanto prima lo hanno fatto.
Un altro punto molto importante è che il meccanismo appena descritto COSTRINGERÀ gli speculatori che saranno
attirati dagli enormi profitti possibili ad investire nella Fondazione. Sono certo del fatto che senza un meccanismo
simile, una specie di ‘specchietto per le allodole’, moltissimi non si interesserebbero del grande progetto oltremondano.
Dobbiamo capirli, sono persone saldamente ancorate ad un mondo fisico, ad uno stile di vita che è del passato. Per far sì
che ci aiutino a costruire il luminoso avvenire di TUTTI dovremo parlare la loro lingua: business, guadagni, successo
commerciale. Alla fine lo sviluppo di Oltremondo si rivelerà anche un loro grande interesse, ma noi avremo dovuto
sforzarci di chiedere il loro aiuto prima, dicendo loro le cose che vogliono sentire. Coloro che non sono imprenditori e
magari odiano il capitalismo proveranno disprezzo per questi calcoli ma cerchino di fare un semplice ragionamento: chi
detiene i capitali nel mondo fisico ? I capitalisti, è ovvio. Oltremondo dovrà essere realizzato a partire dal mondo fisico
e occorreranno un sacco di soldi; dovremo senz’altro ottenere l’aiuto di tutti, e specialmente dei ricchi. Con questo non
intendo dire che li si voglia turlupinare: Oltremondo sarà DAVVERO un gigantesco business e coloro che vi ci
investiranno realizzeranno guadagni eccezionali. Il punto del discorso è che occorre un piano di business anche
all’interno di un progetto filantropico quando questo preveda cambiamenti epocali e richieda quindi non solo le risorse
ma anche il democratico consenso di TUTTI.
Come mai sono così convinto del valore che prenderà la società di applicazione? Perché i servizi e prodotti che
commercializzerà saranno davvero importanti ed esplosivi per il mondo fisico; vediamone alcuni: il caschetto
dell’ultravisore innanzitutto avrà enormi applicazioni in campo medico-scientifico. Con esso si potrà studiare il cervello
approfonditamente anche al di fuori dei laboratori della Fondazione. In campo medico la possibilità di indurre potenziali
nelle aree cerebrali permetterà il trionfo su qualsiasi sofferenza e la fine dell'uso di droghe chimiche tossiche per
alleviare il dolore che sarà invece del tutto cancellato. Altri usi dei potenziali indotti permetteranno di guarire più
rapidamente o del tutto molte malattie stimolando la produzione di sostanze endocrine naturali di cui la parte maggiore
viene pilotata dal cervello stesso. Il teleturismo permetterà di viaggiare nei canali di Oltremondo e soprattutto sul primo,
la copia perfetta del mondo fisico, con un sistema molto simile al teletrasporto. Le persone potranno visitare ogni parte
del mondo in modo digitale o pilotando gli appositi robot a noleggio. Questo tipo di turismo avrà un grande successo e
la società di applicazione lo gestirà interamente con migliaia di noleggiatori di robot in franchising in ogni luogo
interessante della Terra e con la più precisa ricostruzione 4D del mondo che sarà mai disponibile. Tantissime persone
vorranno pagare una piccola cifra per visitare la Terra in ogni sua parte senza muoversi da casa. Ugualmente interessanti
saranno i mondi creati dalla Fondazione e dai fondatori stessi nei quali si potrà cominciare a viaggiare prima
dell'apertura di Oltremondo. Questa sarà per esempio l'unica possibilità di visitare l'antico Egitto, non potendosi
prendere l'aereo per questo. Le aziende che a qualsiasi titolo vorranno creare un mondo o una parte di esso (ad esempio
per illustrare i loro prodotti) potranno farlo direttamente in Oltremondo con i potenti sistemi di sviluppo disponibili, i
sistemi di sviluppo stessi sono un software che può trovare innumerevoli applicazioni nelle aziende di tutto il mondo.
Queste sono alcune possibilità ma certamente innumerevoli altre emergeranno rendendo la società di applicazione una
delle società più redditizie dei prossimi decenni. Ovviamente all'apertura di Oltremondo le tecnologie potranno essere
sfruttate anche da altre società ma la società di applicazione avrà chiaramente una posizione di vantaggio. L'accesso
stesso ad Oltremondo, la vendita degli ultravisori o dei diritti per la loro produzione e la conduzione dei trasferimenti
cerebrali saranno un servizio probabilmente esclusivo della società di applicazione. Appare quindi chiaro l'enorme
potenziale di reddito di questa società e l'interesse a condividerne gli ingenti utili che essa produrrà; tale ricchezza sarà
una esclusiva dei fondatori per lungo tempo a venire.
IL SIMBOLO DI OLTREMONDO
Per Oltremondo, come per ogni altro movimento, occorre un simbolo unificatore, qualcosa che ricordi immediatamente
a tutti il concetto. Tale simbolo dovrebbe rispondere a tutta una serie di esigenze:
 Essere semplice da ricordare
 Essere semplice da disegnare
 Avere un significato profondo e centrale relativamente al progetto
 Essere di semplice spiegazione per chiunque
 Essere esteticamente gradevole
Tutti questi requisiti sono soddisfatti dal simbolo di Oltremondo: l'ALLUDRUM:
Il nome ALLUDRUM deriva dal latino e significa allusione, significante per qualcos'altro. Nel simbolo possiamo
trovare due grafismi: il cerchio ed il segmento in diagonale. Il cerchio rappresenta il nostro vecchio mondo, sia la Terra
che l'intero Universo fisico. Il segmento diagonale che passa tangente al cerchio simboleggia Oltremondo. Oltremondo
è un nuovo universo di mondi e quindi infinitamente più grande del vecchio cosmo fisico. Se pensiamo ad Oltremondo
come un cerchio che inizialmente è coincidente con quello fisico e poi si espande sempre più arriviamo a chiederci cosa
diventa. Una parte di un cerchio è un arco ma all'aumentare del raggio del cerchio tale arco si appiattisce sempre più
finché, quando il raggio diventa infinito, diviene perfettamente orizzontale: un segmento. L'Alludrum simboleggia
proprio questo: Oltremondo che, partendo dal nostro vecchio mondo fisico, si espande all'infinito fino a diventare un
cerchio così grande che ne vediamo solo un piccolo segmento che è perfettamente orizzontale, pur essendo una parte di
una curva. Un altro importante concetto è simboleggiato: l'infinito cerchio di Oltremondo CONTIENE il vecchio
mondo fisico: il 4DGea infatti sarà la registrazione fedele della Terra in tutte le epoche e si troverà completamente
all'INTERNO di Oltremondo. L'Alludrum è semplice da ricordare, i simboli del cerchio e della linea sono tra i più
fondamentali e quindi chiunque è in grado di ricordarli e riconoscerli a colpo d'occhio. E' semplice da disegnare, un
cerchio ed una linea tangente sono alla portata di chiunque e riescono sempre abbastanza bene, anche se tracciati con un
legnetto sulla sabbia di una spiaggia. Il concetto rappresentato è davvero centrale al progetto: simboleggia proprio
l'evoluzione dal vecchio mondo fisico al nuovo infinito universo digitale senza abbandonare le nostre radici. La
spiegazione è semplice per chiunque e qualsiasi persona può essere orgogliosa di avere capito il concetto di
azzeramento della curvatura per il limite del raggio che tende all'infinito, anche senza alcuna conoscenza matematica. Il
simbolo è esteticamente gradevole perché dona una sensazione positiva e dinamica grazie all'inclinazione verticale della
linea che viene letta da sinistra a destra e quindi in salita, aumento ed espansione. La rappresentazione su sistemi
digitali non soffre di limitazioni relative alla risoluzione dato che un cerchio può essere ottimamente rappresentato
anche con pochi pixel e la linea diagonale viene rappresentata benissimo con pixel adiacenti in diagonale.
L'Alludrum deve essere costruito realizzando il cerchio e poi tracciando una linea tangente di spessore uguale a quello
del bordo del cerchio. Tale linea tangente deve estendersi dall'intersezione con l'asse negativo delle X a quella con l'asse
positivo delle Y aventi origine nel centro del cerchio.
IL SALUTO DI OLTREMONDO
I Fondatori per riconoscersi e creare un maggior senso di appartenenza dovranno creare delle simbologie. Tutti i
movimenti di pensiero hanno realizzato rituali e saluti speciali per riconoscersi senza giri di parole e questo ha sempre
rinforzato la coesione del gruppo. Oltremondo è un progetto ambiziosissimo e sarà osteggiato da molti che, specie nella
prima fase, dileggeranno coloro che ci credono per poi convertirsi in seguito. Ovviamente in questo secondo momento
essi si diranno ferventi sostenitori da sempre, così va il mondo. Il saluto è uno degli elementi fondamentali delle
relazioni umane da tempi immemorabili e quindi dovrà essere il primo rituale da personalizzare. Il saluto tra Fondatori
dovrà rispondere ad una serie di requisiti:
Richiamare le basi simboliche del movimento, in special modo il simbolo dell'Alludrum
• Essere di facile esecuzione per chiunque
• Essere solenne ed al tempo stesso non troppo formale
• Non poter in alcun modo richiamare gesti scorretti nelle culture principali
• Essere di facilissimo riconoscimento
• Essere ben distinto da ogni altro gesto simile.
La risposta a tutte queste esigenze è il saluto oltremondano:
si chiude a pugno la mano sinistra, avendo cura di mantenerla all'altezza del petto e non troppo in altro. Si chiude la
mano destra sulla sinistra ponendo il palmo sulle dita dell'altra e piegando le falangi sul dorso di quest'ultima. Si aprono
lentamente le dita della mano destra fino ad averla completamente distesa, come se la si portasse alla fronte nel saluto
militare. La mano destra deve rimanere appoggiata con il palmo alla sinistra ed essere in diagonale ed 'a paletta' cioè
con tutte le dita parallele ed a contatto. Alla fine del gesto, che deve durare circa due secondi, si pronuncia il saluto
“oltrevita, Fondatore”.
Il significato simbolico di questo gesto si trova nell'Alludrum: si mima cioè l'espansione di Oltremondo a partire dal
vecchio mondo fisico fino a diventare un cerchio di raggio infinito. La formula “oltrevita, Fondatore” è un augurio che
si rivolge all'interlocutore di avere una vita lunga e prospera, fino al raggiungimento dell'oltrevita ed oltre.
Si deve porre grande attenzione a non eseguire il movimento troppo rapidamente, perché non si intende mimare un
saluto militare né prendere in giro l'idea di Oltremondo.
CONSIDERAZIONI FINALI
Innanzitutto vorrei ringraziare il lettore che è giunto fin qui, attraverso tutta una serie di capitoli a tratti pesanti e che
avranno spesso fatto nascere nei più un moto di ribellione. Nell’enunciare l’idea di Oltremondo a persone che la sentono
per la prima volta ho spesso assistito ad un iniziale forte rifiuto; è naturale, siamo talmente abituati alle ‘regole del
gioco’ del mondo fisico, alle limitazioni della nostra vita, immersi nella povertà digitale, che nemmeno ci rendiamo
conto che le cose potrebbero essere diverse e tanto migliori. Molti diranno che ‘Dio ha voluto così’; se fosse vero allora
non dovremmo neppure volare, Dio non ci diede le ali. Io credo fermamente che Dio sia un padre buono, giusto ma
amorevole, e anche con una buona dose di umorismo. Il Creato è solenne ma ovunque si trovano indizi di un creatore
che certo apprezza il brio. Bando alle pesantezze, quindi, si prendano le cose con allegria e fiducia. Alcuni capitoli
saranno stati pesanti e molto ‘seri’ ma era necessario per definire chiaramente le cose; adesso vorrei lasciarvi con una
nota di freschezza, di allegria e di gioiosa speranza. Il futuro sarà MERAVIGLIOSO, bellissimo, divertente per tutti.
Con Oltremondo, o qualsiasi altra realtà si affermerà (in ogni caso molto simile ad esso), spariranno le sofferenze,
l’orrore, la violenza feroce, resteranno le cose più belle dell’Uomo.
Io sento e sono sicuro che è un sentire comune con molti altri, che il tempo delle difficoltà è finito, che una fase storica,
forse non solo dell’Umanità ma addirittura della storia del pianeta, si sta chiudendo. Una nuova porta si apre, forse è
vero che inizia una New Age, forse il calendario Maya si ferma al 2012 perché questa nuova Umanità sta proprio
partendo. La lieta novella è che questa nuova rivoluzione non si farà nel sangue, ma all’insegna dell’Amore e della
Bellezza. Il mondo che conoscevamo finirà, ma non ci saranno catastrofi, non arriveranno alieni invasori, non ci colpirà
un meteorite, non ci autodistruggeremo; smetteremo semplicemente di soffrire. Ci attende un titanico lavoro, ma siamo
in tanti e i più capiranno quanto è importante non solo per loro ma PER TUTTI, possiamo farcela, ce la faremo. La crisi
dei valori troverà una fine nell’ideale oltremondano, persone che non sanno cosa fare della loro vita, persone che non
sanno a cosa credere, esseri umani che soffrono, lavoreranno a questo nuovo ideale, finalmente una cosa grande e bella
in cui riconoscersi. Siate tutti col sorriso sulle labbra mentre vi fate portatori della notizia, mentre la raccontate con
parole vostre, con tutto il calore umano che avete, ai vostri amici, ai vostri familiari, ai colleghi. Mi raccomando:
allegria e pensiero positivo, il mondo è un luogo meraviglioso e noi ne siamo i figli, piccoli esseri dai grandi sogni.
Un messaggio per i ricchi e i potenti della Terra: pensate a quante cose si potrebbero fare per questo progetto con una
piccola parte del vostro denaro o del denaro che comunque amministrate. Non importa come lo avete guadagnato, non
importa quali fossero i vostri obiettivi prima, ora SAPETE. Sapete che questo progetto è possibile, che molto
probabilmente VOI ci potrete entrare, sicuramente i vostri figli lo faranno. Ora che sapete dovete chiedervi quanto
potete dare per questo. Dovere chiedervi se onestamente non vi piacerebbe vivere fino a cinquecento anni, in un mondo
enormemente ampliato nel quale potrete fare tutto quello che volete e cose che nemmeno vi sognavate di volere. Dovete
chiedervi se finanziare Oltremondo non sia la più grande e meritoria opera di beneficenza che potreste mai fare. Non
occorre tanto. Non vi si chiede di donare tutto ai poveri, basta un poco dei vostri averi e sarete anche ricordati PER
SEMPRE con una registrazione ETERNA, non una targhetta in ottone da qualche parte, ma un vostro segno PER
SEMPRE in parti significative del futuro dell’Uomo. C’è un nuovo meraviglioso mondo da costruire per voi, per i
vostri figli e per tutto il genere Umano: fate la vostra parte.
Un messaggio per le persone comuni: Anche voi potete dare una parte del vostro denaro, una piccola cifra che potrà
essere moltiplicata per un grande numero. Ricordate che la pressione di una colonna di semplici molecole d’acqua, una
piccola spinta su una piccola spinta, arriva a piegare lastre d’acciaio di grande spessore. Potete anche dare una parte del
vostro tempo, potrete creare qualche elemento del futuro dell’Uomo ed essere ricordati PER SEMPRE. Come se vi
fosse stato proposto di lasciare un segno con il vostro nome su una pietra delle grandi piramidi o su di un pezzo del
modulo LEM con il quale il primo Uomo sbarcò sulla Luna.
Un messaggio per i poveri della Terra: se non potete dare nulla, nemmeno il vostro lavoro, chiedete ai vostri governi di
portare avanti questo progetto; è tutto quello che vi verrà mai offerto per risolvere VERAMENTE i vostri problemi.
Organizzatevi in comitati, fate pressione, chiedete per voi e per i vostri figli una vita dignitosa e degna degli esseri che
siete: Uomini. Sappiate che vi vogliamo bene e vi vogliamo con noi in questa nuova meravigliosa avventura di tutto il
Genere Umano.
Vorrei sentirvi tutti, desidero molto ricevere messaggi da ognuno di voi, anche gli insulti, parliamone pure. Scrivetemi via Internet a
[email protected], collegatevi al sito www.ultramundum.org, scambiamo le nostre idee, costruiamo insieme, ognuno
porti il suo contributo, c’è bisogno di ogni persona.
Ci aspetta un lungo percorso (ma non lunghissimo) e dovremo superare tanti ostacoli, ma sarà divertente e si applicherà senz’altro
una frase meravigliosa che lessi tempo fa in un’antica cittadina del West: “era un tempo di grandi problemi, e di Uomini ancora più
grandi”.
Vita lunga e prospera, Oltrevita a tutti
Note
(1)Stanley Kubrik: “2001, odissea nello spazio”
(2)Dante Alighieri: Divina commedia, Ulisse arringa i suoi compagni
(3)Windows è un marchio delle Microsoft corporation
(4)L. Ron Hubbard: “Dianetics”
(5)”Mondi senza fine” è il titolo di un'opera di Clifford d. Simak
(6)UMTS: Universal Mobile Telecommunication System, cellulari ad alta velocità
(7)Darwin: “L'evoluzione delle specie”
(8)Leonardo da Vinci: codice Forster (S.K.M.), III Victoria and Albert museum, Londra
(9)Michael Wolff: “Burning Rate”, Simon & Schuster
(10)Nicholas Negroponte: “being digital”, Vintage books
(11)Jeremy Rifkin: “L’era dell’accesso”, Mondadori
(12)Brooks, Rodney A. Elephants don’t play chess, robotics and autonomous systems. 1990
(13)Rabelais, François. Noto letterato francese, umorista di grande fama grazie ai racconti su Gargantua e Pantagruele.
(14)Dard, Frèdèric. Notissimo scrittore francese contemporaneo. Famoso per i suoi romanzi e piece teatrali di grandissimo
umorismo.
(15)Pemmican: strisce di carne fatta seccare al sole che gli indiani d’America utilizzavano come scorta durante lunghi percorsi
durante i quali potevano non trovare cibo.
(16)Nanosonde Borg: oggetti della serie televisiva di fantascienza Star Trek. Le nanosonde sono robot molecolari utilizzati dai Borg
(civiltà di cyborg che vuole conquistare la galassia) per invadere e soggiogare i corpi degli avversari.
(17)Gopher: standard per la classificazione di informazioni su Internet. Usato prima dell’avvento del World Wide Web, era basato su
liste di argomenti via via sempre più precise.
(18)Artur C. Clarke: scienziato, scrittore di fantascienza (2001: odissea nello spazio), futurologo consulente NASA
(19)Utopia, scritta da Tommaso Moro nel 1516
(20)Isaac Asimov: scrittore di fantascienza e grande saggista scientifico, autore di più di cinquecento libri di grandissimo successo,
figura di scienziato e scrittore allegra e positiva.
(21) Rifkin, Jeremy. L’era dell’accesso. Milano: Mondadori, 2000, Ecocidio, Milano: Mondadori, 2001
(22) Achab, il capitano della baleniera che insegue Moby Dick
(23) Cabourg, località di mare della Normandia, chiamata Balbec da Marcel Proust nel libro All’ombra delle fanciulle in fiore,
secondo volume dell’opera Alla ricerca del tempo perduto
Sommario
•
Prefazione
COME SARÀ IL FUTURO
•
I.
II.
III.
IV.
V.
•
I.
II.
III.
•
I.
II.
•
I.
II.
III.
IV.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
•
I.
II.
III.
•
I.
II.
III.
IV.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
•
l’Ultravisione
Una tecnologia derivata dalla televisione
Le tre fasi dello sviluppo dell’ultravisione
La fase dei contenuti
La fase dell’ultravisore
La fase dell’Ultravita
I contenuti
Le nuove possibilità di realizzazione di contenuti
Eccezionali nuove esperienze
Alla fine della fase dei contenuti si aprirà la seconda fase: una rivoluzione
Come funzionerà Oltremondo
La realtà virtuale attuale
la realtà di Oltremondo
Mondi senza fine
Molteplicità di mondi
Il mondo centrale
Canali singoli e condivisi
Il 4Dgea
Gli ultranauti
Tipi di connessioni
Modalità personale o condivisa
Livelli di interattività
Privacy
Qualsiasi aspetto sarà possibile
Il nuovo cinema
Il cinema interattivo attuale
Nuovi tipi di cinema
sviluppo non lineare degli spettacoli
Il 4DGea come 'atterraggio'
Possibilità espressive per tutti
Ipermedialità
La televisione
Per la televisione in Oltremondo non serviranno apparecchi, sarà sempre con noi
Schermi di dimensioni qualsiasi
Schermi bi e tridimensionali
La TV interattiva degli anni ‘90
Il video-on-demand
La vera televisione interattiva si avrà in Oltremondo
Il clima individuale
Incompatibilità delle preferenze personali
Ad ognuno il clima che vorrà
La fine del fumo passivo
Gli ultrasensi
Fine dei deficit personali
Sensi superiori
Sensibilità a nuove grandezze
Nuove sensazioni
La gastronomia
Non smetteremo di mangiare
Esplorazioni del gusto
Sensi potenziati
Nuove sensazioni
Mai più ubriachi
L’Ultrasport
I.
II.
III.
IV.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
•
IV.
V.
VI.
VII.
I.
II.
III.
IV.
I.
II.
III.
I.
II.
III.
I.
II.
III.
I.
II.
III.
I.
II.
III.
IV.
I.
II.
III.
•
•
•
•
•
•
•
Facilità e comodità di accesso ad ogni sport
Nuove possibilità di esercizio di sport tradizionali
Modifica delle leggi fisiche
Qualunque sport accessibile a tutti
La telepatia
In Oltremondo sarà realtà
Trasmissione diretta delle idee
Privacy della propria mente
Ampliamento delle esperienze sessuali
Registrazione e riproduzione delle esperienze
Il sesso in Oltremondo
Fissazione dell'Umanità per il sesso
Infiniti partner a disposizione
Qualunque esperienza sarà possibile e legale
Questioni morali ed etiche
Nuove possibilità per le coppie
Erotismo cerebrale impossibile nel mondo fisico
Il corpo umano
Fine della limitazione di avere un solo corpo
Infiniti corpi a disposizione
Infinite possibilità di variazione del proprio aspetto
Possibilità di apparire con corpi diversi a persone diverse
Possibilità di portare avanti esperienze multiple a 'suddivisione di tempo'
Superamento di qualsiasi handicap
Superamento dei piccoli fastidiosi problemi legati al corpo fisico
Possibilità di fare qualunque esperienza pericolosa
Certificazione dell'identità
La curva del progresso
Esponenziale
Discontinuità con il Rinascimento
Nuova discontinuità nel ventunesimo secolo
curva bidimensionale che si allarga anche lateralmente
La barriera delle risorse
Nessuna soluzione politica
Nessuna soluzione economica
La barriera delle risorse
La barriera del calore
La necessità come regola e freno della Natura
Limitazioni della vita fisica
L'evoluzione guidata dalla necessità
Oltremondo come unico futuro degno dell'Uomo
L'etica della realtà simulata
Il valore vero dell'esperienza fisica
come dovrà essere l'esperienza oltremondana
la vita in Oltremondo è REALE
Le regole esisteranno
Sistema di regole nuove
Le regole di canale
Il sale dell'esistenza imposto da regole ferree
I M.U.D.
L'esperienza di Hypernet
I difficili rapporti umani nel cyberspazio
La privacy on-line
Le interfacce
Improbabilità delle interfacce proposte dalla fantascienza
Saremo le macchine che vorremo usare
Il 'punta e clicca' rimarrà anche se in formato mentale
le finestre rimarranno
Il libro
Quella del libro è una tecnologia già perfetta
L’E-book non può funzionare e infatti non decolla
In Oltremondo avremo sempre con noi qualsiasi libro
IV. Nei libri di Oltremondo si affermerà il formato Ultradocument
V. I libri diventeranno qualcosa di più grande solo in Oltremondo
• I videogiochi
I. Io sono uno scrittore di videogiochi
II. I videogiochi non spingono alla violenza le persone normali
III. La fantascienza come terreno fertile
IV. Chi gioca o sviluppa videogiochi è avvantaggiato in Oltremondo
V. La fase ‘artigianale’ deve finire
• La povertà digitale
V. Difficoltà di avere una vita culturale piena
VI. Insufficienza delle produzioni culturali
VII. Povertà di materiali digitali
• La didattica
VIII. Noia nel metodo classico d’insegnamento
IX. Sarebbe preferibile lasciare i giovani alle sperimentazioni sociali
X. Un nuovo modello di didattica diventerà percorribile solo in Oltremondo
XI. L’insegnamento per immersione in ambienti tridimensionali
• La cultura
I. Le scintillanti scoperte dell’Umanità sono celate agli Uomini
II. Ogni Uomo ha diritto ad un facile accesso alla cultura
III. Ogni Uomo può essere Einstein
• La fine della criminalità
I. Fine dei crimini contro il patrimonio
II. Prigioni dei canali virtualizzati
III. Il Consiglio degli asceti e le regole del canale
IV. Nuove sanzioni
V. Le deviazioni si potranno sfogare
VI. Nuova tolleranza
• Le esplorazioni impossibili
I. Difficoltà di ricerca attuali
II. Robot da esplorazione continua
• La robotica
I. Limitazioni del trasferimento al mondo fisico delle idee
II. Necessità di macchine cellulari
III. Fine del problema della sorgente di energia
IV. Immediata rappresentazione dell'ambiente circostante
III. Infiniti tipi di robot
• L’ultravisore
I. Modello semplificato del cervello
II. Interazioni sugli ingressi/uscite, nessuna modifica delle persone
III. Nuove tecniche di interazione
IV. Sistema di scanning 3D
V. L'interferenza tra onde
• I nanorobot
I. Automi iniettabili
II. Tecniche di nanorobotica
III. Nuove tecniche di produzione dei circuiti
IV. Rodney Brooks
V. Programmazione di sciame
VI. Nanorobot nel cervello umano
• La mente aumentata
I. Sinergia delle conoscenze anche in un solo Uomo
II. Possibilità di avere accesso istantaneo allo scibile umano
III. Conoscenza istantanea non-enciclopedica
• L'oltrevita
I. La barriera dei duecento anni
II. Necessità di abbandono del corpo fisico
III. Nessun trauma
IV. Resteranno uomini fisici
V. Scoperte al di là della barriera della vita
• La medicina in Oltremondo
I. Concentrazione della ricerca sul cervello
II.
III.
IV.
V.
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I.
II.
III.
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I.
II.
III.
IV.
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I.
II.
III.
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I.
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I.
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I.
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I.
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I.
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IV.
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I.
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III.
IV.
•
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
Nanochirurgia continua
Sintesi additiva di nuovi farmaci
Nuove cure per le malattie mentali
Fine degli handicap fisici
La vera salute
Microtraumi continui al cervello
Tranquillità totale in stato virtualizzato
Microchirurgia continua
La fine dell'inquinamento
Eccessivo allarmismo ambientalista
Infinite possibilità di recupero della Natura
Fine della vita esclusivamente fisica, fine dell'inquinamento
Cessazione del bombardamento chimico quotidiano sul nostro organismo
La casa
Improbabilità della 'casa intelligente'
Assenza delle funzioni animali nei corpi digitali
Molti ambienti della casa non avranno più senso
L'abitazione diventerà solo un'esperienza estetica
la fine dei bagagli
Esistenza fisica e necessità dei bagagli
Libertà dal trasporto di cose in Oltremondo
La 'borsa virtuale' come elenco di cose preselezionate
Qualsiasi oggetto subito disponibile
Possibilità di trasportarci all'istante dove si trova l'oggetto di interesse
Il desktop building
L'avvento del desktop publishing
La diffusione della creatività
Con Oltremondo si potranno creare edifici
Le persone realizzeranno case ed intere città
Le colonie marine
Dove mantenere i virtualizzati?
Edifici appositi
La Terra può mantenere molta più gente
I pericoli delle colonie
La soluzione in mare
Le conoscenze sul cervello (gli elefanti non giocano a scacchi)
Intelligenza artificiale 'dal basso'
Modelli di menti
Reti neurali
La necessità del sonno
Gli animali in Oltremondo
Forse gli animali non si potranno virtualizzare
Copie degli animali cari
Qualsiasi animale da compagnia si voglia
Esperienze 'animalesche' vivibili in prima persona
Lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo
Le infrastrutture di un paese richiedono secoli
Nel terzo mondo non ci sono e mai ci saranno risorse sufficienti
L’Occidente fagocita le altre culture
L’unica soluzione per una vita degna è Oltremondo
L'eutanasia
Fine della sofferenza
Degenza inconsapevole
Nuove cure mentali
Balzi temporali
Il denaro in Oltremondo
Dall'economia del possesso a quella dell'accesso
Unica risorsa limitata: il genio dell'Uomo
Canali a pagamento o gratuiti
Nessuno resterà escluso dalle nuove possibilità
Liberazione dell'Uomo dal ricatto dell'esistenza
Ogni canale potrà avere la sua valuta
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VIII.
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La nuova economia
La ricchezza non sarà più limitata
Nuove leggi 'ultraeconomiche'
Totale delle risorse disponibile superiore alla somma delle capacità produttive
Sparizione delle classi sociali
Crollo delle barriere all'ingresso in ogni mercato
Capitale intellettuale
Totale esplorazione di tutte le direzioni di ricerca e sviluppo
Saturazione della capacità ricettiva del singolo individuo
Possibilità di comprare le esperienze invece di farle
La politica e Oltremondo
Lo sviluppo di Oltremondo presuppone un’idea politica
Oltremondo non è di destra né di sinistra
Gli uomini possono lavorare insieme non sono per la ricerca dell’utile
Fine della lotta di classe
La tecnologia principale del ventunesimo secolo
La tecnologia principale del ventesimo secolo è stata l’informatica
Quali caratteristiche deve avere la tecnologia più dirompente in ogni epoca
Una tecnologia ha tanto più successo quanti più desideri soddisfa
Oltremondo soddisferà TUTTI i desideri
Rinascimento digitale
Il rinascimento del XV secolo
L’importanza della stampa a caratteri mobili
Parallelismi con la situazione dell’inizio del XXI secolo
Il nuovo esponenziale rinascimento digitale che ci attende
COME COSTRUIREMO IL FUTURO
• Il progetto Ultramundum
I. Pericoli dello sviluppo anarchico di queste tecnologie
II. Necessità di un ente no-profit di coordinamento
III. Elenco delle nuove tecnologie che andranno sviluppate
• Oltremondo e la religione
I. Errata percezione del progetto Oltremondano come una religione
II. Oltremondo è un progetto laico
III. I canali digitali saranno grandi tentatori ma faranno emergere un genuino desiderio di spiritualità
IV. Ogni persona, disprezzando alla fine la propria corporeità, riconoscerà il primato dell'anima sul corpo
V. Le religioni saranno fortificate da Oltremondo
• L’Ultranet
I. Uso sbagliato di Internet negli anni ‘90
II. Il futuro non sarà 'digitale e pervasivo'
III. Nuovi tipi di nomi ed indirizzi per i dati
IV. Esclusività e gratuità dell'hosting
V. Condivisione della creatività
VI. Nuovo modello di business
VII. Codifica ad oggetti
VIII. La latenza
IX. tecniche di compressione
X. Generazione algoritmica delle textures
• I motori di ricerca
I. Anarchia sul World wide web
II. I Motori di ricerca su Internet sono insoddisfacenti
III. Mancanza di un'imposizione sui creatori di contenuti
IV. in Oltremondo per ogni canale esisteranno varie schede informative
V. Ricerche mirate e risultati ordinabili in vari modi
• L’Ultrasalus
I. Nuove possibilità di prevenzione e cura grazie ad Oltremondo
II. Nuova consapevolezza del valore del corpo fisico come substrato
III. La prevenzione dovrà essere aumentata
IV. Il progetto ‘Ultrasalus’
V. La criostasi
• L’Ultracode
I. Nessuno legge su Internet
II. Impossibilità della traduzione automatica
III. Come codificare i concetti
• L’Ultralexicon
I. Necessità di un 'deposito della conoscenza'
II. Imparzialità assoluta
• Il teleturismo
I. Il 4DGea
II. Come ricreare il mondo fisico
III. Accesso a qualsiasi luogo per qualsiasi Uomo
IV. Possibilità di vistare luoghi impossibili
V. Telepresenza nel mondo fisico
• Il 4DGea project
I. Il mantenimento della 'storia' dei luoghi
II. Il copyright eterno
III. Tecniche di visualizzazione storiche
IV. Come codificare gli oggetti nel tempo
V. Luoghi meravigliosi
VI. Tipi diversi di esperienze
• L’Ultraport
I. Tipi di connessione ad Ultranet
II. Pochi semplici comandi
III. Modalità di navigazione 'naturale'
IV. Ipermedialità senza 'schede'
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I sistemi di sviluppo
Arcaici sistemi a finestre-mouse
Potenzialità del copia-incolla
Uso di librerie di oggetti già definiti
Codifica del materiale e non delle sole superfici
Uso estensivo dei wizard
Derivazione da classi di oggetti con modulazione dei parametri
Comitati di creatori
I sistemi di cattura
Fotogrammetria
Necessità di un limite al dettaglio
Compressione per concetti
L’importanza degli standard (open source o free software ?)
Il modello open source
Linux non sarà mai uno standard, è un mutante
Il free software
La fine dell’ottocento
Limitazione delle possibilità espressive di tutti
Nuove possibilità di illustrazione delle idee
Solo la Fondazione potrà regalare i sistemi di sviluppo
Il formato Ultradocument
Possibilità di saltare in un canale da media tradizionali
Punti di vista predefiniti in ogni canale
Definizione dei concetti in modo indipendente dalla lingua
I computer di Oltremondo
Quanta potenza di calcolo necessaria?
Rapidi sviluppi
Necessità di maggiore affidabilità
Necessità di migliorare la gestione dei crash
Sistemi centralizzati condivisi
Computer quantistici
Limitazioni fisiche della tecnologia al silicio
Pochi passi avanti con i computer fotonici
Sfruttamento degli effetti della meccanica dei quanti
Potenze di calcolo strepitose
Il Tabulator
Necessità di un 'computer base di Oltremondo'
Tipologie di interfacce possibili
Lo schermo
La tastiera
Simulazione agli elementi finiti
Il mondo fisico si modifica
I videogiochi si modificano in parte
L'analisi agli elementi finiti
L'analisi PARZIALE
Il tempo di set-up
I frattali
Necessità di nuove tecniche di texturing
Generazione algoritmica dei particolari
Le funzioni frattali
proprietà dei frattali
Il futuro dell’Umanità
Sviluppo di Oltremondo parallelo al mondo fisico
Introduzione graduale e volontaria delle nuove possibilità
Il denaro resterà importante per decenni o secoli
Non ripeteremo i vecchi errori
Calendario del futuro
LA FONDAZIONE
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I Fondatori
Necessità dell'apporto di tutti
Necessità di tutti i punti di vista
Fecondità di tante idee creative
Lavoro cooperativo on-line
Fine delle discriminazioni
L'Assemblea dei Fondatori
Necessità di un organo legislativo
Regole da definire semplici e basilari
Regole non soffocanti per consentire canali qualsiasi
Punti di vista i più vari possibile
Democrazia diretta
Potere diffuso
Riunioni sul piano digitale
Impossibilità di 'scalate ostili'
Gli Asceti
Necessità di giudici sul piano digitale
Richiesta di giustizia anche su argomenti minori
Necessità di svolgere attività ingrate
Richiesta di reale spirito di servizio
Attitudine monastica sul piano digitale
Amanuensi digitali
Impossibilità della realizzazione di ogni particolare in Oltremondo
Necessità di un nuovo ordine monastico
Vita monastica e concentrazione sul lavoro digitale
I pericoli del mondo fisico
la Terra ha subito molti sconvolgimenti in passato
Non cesseremo mai di esplorare
Dovremo studiare il Creato
I popoli integralisti potranno opporsi ad Oltremondo
Comprensione per tutti ma con la guardia alzata
L'esplorazione dello spazio
Riduzione dell'interesse nei viaggi spaziali
I pianeti simulati saranno più accattivanti
Qualcuno continuerà l'esplorazione
Le risorse per l'esplorazione spaziale aumenteranno
L'Umanità dovrà continuare a studiare l'Universo fisico
Il bocchettone non riconosciuto (cosmic Ultramundum)
Ipotesi: siamo soli nell'Universo
Tesi: ci sono infinite razze intelligenti
Tutte le razze sviluppano Oltremondo
Tutte le razze si isolano per un certo periodo
C'è un Oltremondo cosmico
Ci collegheremo quando saremo pronti
Forse ci sono i 'bocchettoni' ma non li riconosciamo
La società di applicazione
Dovere morale di rendere disponibili le scoperte immediatamente
Esclusività per i fondatori
Esclusione degli speculatori
Esclusiva sui nuovi business
Il simbolo di Oltremondo
Richieste per un simbolo efficace
Il significato dell'Alludrum
Come disegnare l'Alludrum
Il saluto di Oltremondo
Richieste per un saluto efficace
Come si esegue il saluto di Oltremondo
Significato simbolico
•
Considerazioni finali
GLOSSARIO
2001, odissea nello spazio
Film prodotto nel 1968, regia di Stanley Kubrik da un soggetto di Stanley Kubrik e Artur C.
Clarke. Un monolite nero compare nel passato della Terra e, quattro milioni di anni dopo, nella
vicinanze di una base lunare. Film di fantascienza e sperimentale, un evento visivo e allegorico.
3D
Abbreviazione per ‘3 dimensioni’ o tridimensionale
4Dgea
Il canale principale di Oltremondo, un progetto teso alla realizzazione del modello in quattro
dimensioni del pianeta Terra e, più in generale, dell’universo conosciuto. In questo canale è
possibile visitare qualsiasi punto dello spazio e del tempo noto all’Uomo. Costituisce la base per
buona parte dei materiali che saranno utili alla realizzazione di altri canali.
Abdicare
Rinunciare a proprie prerogative, propriamente si dice di regnanti che abbandonano il trono.
ADSL
Asymmetric digital subscriber line, anche DSL in caso non via sia asimmetria tra la velocità di
invio e quella di ricezione dei dati. Una linea che permette di collegarsi ad Internet ad alta
velocità e in modo permanente utilizzando un normale filo telefonico.
Algoritmo
Una sequenza di istruzioni per la risoluzione di un problema, per estensione indica il metodo
codificato in un programma per effettuare una qualsiasi operazione.
Algoritmo genetico
Un metodo per giungere ad un programma che realizza un’operazione voluta, mediante l’uso di
sistemi di selezione naturale. I programmi sono normalmente scritti da tecnici che analizzano la
richiesta e stendono la sequenza di istruzioni che la soddisfa. Un algoritmo genetico è un sistema
software che, dato un certo comportamento richiesto ad un programma, genera un certo (elevato)
numero di sequenze di istruzioni casuali e le mette alla prova nella risoluzione del problema. Le
soluzioni migliori sono fatte sopravvivere e ‘riprodurre’ mediante ricombinazione delle loro
sequenze di istruzioni, cioè i programmi ‘figli’ ricevono una parte di codice da ognuno dei
programmi ‘genitori’. Questo metodo mima la selezione naturale e la riproduzione sessuata.
Eventi casuali modificano alcune istruzioni di alcuni dei programmi della popolazione in istudio
per simulare le mutazioni casuali che avvengono in natura. In tal modo emergono programmi
sorprendentemente validi che eseguono le operazioni richieste, senza che alcun programmatore li
abbia studiati.
Alludrum
il simbolo di Oltremondo, il suo nome deriva dal latino e significa ‘allusione’, ‘significante per
qualcos’altro’. Simboleggia l’evoluzione dell’universo infinito di Oltremondo a partire da quello
fisico, contenendolo al suo interno grazie al →4DGea.
Alzeimer
Malattia neurologica che produce in una significativa parte della popolazione gravi infermità. I
colpiti sperimentano una progressiva perdita di capacità intellettive.
Ammasso globulare
Concentrazione di stelle, da diecimila ad un milione, circoscritte gravitazionalmente; studi
spettroscopici hanno determinato una minor abbondanza di elementi pesanti rispetto a stelle che,
come il Sole, fanno parte del disco galattico. Pare probabile quindi che gli ammassi globulari
siano formati da stelle di prima generazione (popolazione II) formatesi dalla materia primordiale
presente nella giovane galassia.
Amanuensi
A partire dalla fine del III secolo alcuni cristiani del Medio Oriente e dell’Egitto decisero di
allontanarsi dalle città e dai luoghi abitati per seguire con maggior impegno gli insegnamenti di
Gesù, per questo furono chiamati Monaci (dal greco monos, solo o unico). Per lo studio delle
dottrine occorrevano i libri ma la stampa non era ancora stata inventata, così molti di essi
cominciarono a copiare a mano tutte le opere necessarie, costoro furono chiamati monaci
amanuensi, proprio perché effettuavano le copie a mano.
Analisi agli elementi finiti
tecnica di simulazione dell’evoluzione di sistemi fisici che punta alla scomposizione di ogni
elemento in ‘cubetti’ elementari che possono essere considerati omogenei nella loro
composizione. Equazioni legano il comportamento di ogni ‘cubetto’ a quello delle forze che ad
esso sono trasmesse da quelli circostanti. Il numero di ‘cubetti’ non è infinito, da ciò deriva il
nome ‘elementi finiti’. Con tale tecnica si ottengono simulazioni molto precise dell’evoluzione di
sistemi complessi, a prezzo di pesanti calcoli al computer.
Anarchia
Movimento politico che propugna lo svincolarsi da qualsiasi forma di potere politico, molto
attivo nell’ottocento e nei primi anni del novecento. Per estensione indica ogni tipo di
insofferenza ad un qualsiasi potere o una situazione di mancanza di ordine.
Apollo
Dio dell’Olimpo greco, figlio di Zeus e di Latona, fratello di Artemide, incarnava l’ideale della
giovinezza e della bellezza.
Programma Apollo, nome del programma di esplorazione lunare degli USA. La prima fase di
concluse il 27 Gennaio 1967 con la prova a terra dell’Apollo1, l’apoteosi giunse la notte (per
l’Italia) del 21 Luglio 1969, con la prima impronta umana sulla Luna, fu Armstrong scendendo
dal LEM (Lunar Exploring Module) dell’Apollo 11. Il programma portò enormi risultati
scientifici e tecnologici.
Assemblea dei fondatori
consesso che sarà chiamato a decidere sulle questioni più importanti e sulla definizione delle
regole di Oltremondo. Ogni persona che fornirà un qualsiasi aiuto, anche il più piccolo, diventerà
fondatore e potrà votare nell’Assemblea secondo quanto avrà contribuito.
Assembler
linguaggio mnemonico per la programmazione dei microprocessori al più basso livello possibile.
In Assembler le sequenze di numeri che corrispondono ad ogni istruzione eseguibile dal
processore sono rimpiazzate da un codice facile da ricordare per gli esseri umani. Ad esempio,
l’istruzione numero 65 viene codificata come ‘LD A,n’ che memorizza (LD sta per LOAD,
caricare in inglese) il numero n nel registro A.
Assi
Nel mondo della grafica →3D, linee ipotetiche facendo perno sulle quali si può fare ruotare un
elemento. Normalmente vengono indicati con le lettere X,Y,Z. I tre assi possono, ad esempio,
essere posti al centro di un aereo e allora la rotazione attorno all’asse X produrrà l’impennata
dell’aereo, quella attorno all’asse Z la virata a sinistra o a destra e così via. Un asse può anche
essere di qualsiasi altro tipo ed avere una posizione ed orientamento qualsiasi nello spazio.
Autismo
Affezione di probabile origine genetica che porta l’individuo ad isolarsi dal mondo esterno, non
rispondere agli stimoli e sviluppare capacità anomale. Gli autistici sono spesso molto versati
nelle capacità logico-matematiche nelle quali possono produrre risultati del tutto impossibili per
esseri umani normali.
Banda passante
Proprietà di un qualsiasi canale di comunicazione, indica la quantità di dati che possono essere
veicolati dal canale per istante di tempo.
Banda trasmissiva
Spesso sinonimo di →banda passante. Indica la quantità di dati che possono essere inviati
tramite il canale per istante di tempo.
Barbaresco
Vino pregiato prodotto nella omonima località e sulle colline circostanti in provincia di Asti,
Piemonte, Italia.
Barriera encefalica
Più propriamente barriera emato-encefalica, è una sorta di ‘filtro’ teso ad impedire il passaggio
nel circolo sanguigno cerebrale della maggior parte delle sostanze. Sviluppata dall’evoluzione
per impedire l’intossicazione dell’organo più importante del corpo anche in caso di infezioni o
altri attacchi sistemici (cioè che colpiscono tutto il corpo). Rende difficile la cura di molte
malattie cerebrali in quanto rende difficile anche il passaggio di sostanze curative.
Betamax
Standard per la registrazione di immagini audio-video. Pur producendo risultati di qualità molto
superiore al VHS, non ebbe ampia diffusione e rimane relegato al mondo delle realizzazioni
professionali.
Birra Romulana
Bevanda di fantasia citata in molti episodi di Star Trek. Sembra sia estremamente forte.
Bistrot
Parola francese per indicare un locale di tipo osteria ma anche caffè ritrovo di artisti.
Bit
La più piccola unità di informazione memorizzabile in un computer, può contenere i soli valori 0
e 1.
Boutade
Parola francese per indicare un’affermazione iperbolica o comunque palesemente ironica
Buco nero
Oggetto celeste dalla densità elevatissima, dovuto al collasso di una stella di massa adeguata.
Alla fine della propria esistenza alcune stelle, non più espanse dalle reazioni di fusione nucleare,
collassano per l’intensa attrazione gravitazionale della loro stessa massa. La riduzione delle
dimensioni di un tale volume di materia produce un’intensissima concentrazione gravitazionale
in un punto limitato dello spazio. Secondo le equazioni della relatività generale, più volte
confermate, la luce viene deflessa da un campo gravitazionale. Nella zona di un buco nero la
deflessione è così forte che la luce si ‘avvita’ a spirale e precipita al suo interno per non
riemergerne più. Anche se viene dipinto come un ‘pozzo’ mostruoso da cui nulla può sfuggire,
per questioni quantomeccaniche di fluttuazioni del vuoto sui suoi bordi, ogni buco nero emette in
realtà una radiazione specifica.
Business
‘affare’ in inglese, viene usato per indicare genericamente una qualsiasi situazione commerciale.
modello di business. Per ‘modello di business’ si intende il complesso delle regole o dei metodi
che rendono possibile un’attività commerciale in una qualche situazione.
Byte
La più piccola ‘parola’ di dati in un computer, è costituito da un gruppo di otto →Bit e può
memorizzare un numero da 0 a 255.
Cambriano
Il più antico dei sei periodi dell’era Paleozoica, distinto nei giacimenti fossili dall’Algonchiano
per l’abbondanza di fossili, specialmente di trilobiti.
Catasto
Registro pubblico tenuto in tutte le comunità per registrare i dati relativi al possessore ed alla
natura di beni immobiliari (terreni, case, palazzi, ecc…)
CERN
Counseil Européen pour la Recherche Nucléaire. Organizzazione europea per le ricerche
nucleari, istituita nel 1954 per la collaborazione a livello europeo nelle ricerche riguardanti
l’atomo. Aderiscono 13 paesi, tra cui l’Italia. I suoi imponenti laboratori sono nei pressi di
Ginevra. Nel 1989 ne assunse la direzione il premio nobel italiano C. Rubbia.
Chances
Parola francese che indica ‘probabilità’. Viene usata per indicare quante possibilità ha un evento
di accadere o una persona di ottenere una certa cosa.
Chat
Parola inglese traducibile con ‘chiacchierare’. Indica per estensione programmi (detti anche chatlines) che permettono a diverse persone di parlare tra loro a distanza.
Chip
Parola inglese che significa ‘briciola’. Viene usata nel mondo dell’elettronica per indicare la
piastrina di silicio sulla quale sono incisi interi microcircuiti. Il processore Pentium IV, ad
esempio, contiene un chip sul quale sono incisi i molti milioni di componenti che ne assicurano il
funzionamento.
Cibernetica
Scienza che si occupa dello studio del parallelismo tra macchine, sistemi ed organismi viventi. In
particolare studia le tecniche di regolazione e controllo. Venne fondata negli anni quaranta dal
matematico statunitense Norbert Wiener. Viene considerata da molti il nucleo iniziale delle
ricerche sull’→intelligenza artificiale, che si sono poi evolute in modo autonomo.
Classe
Nell’ambito dell’informatica indica un prototipo di oggetto programmabile di cui possono essere
create innumerevoli copie, identiche o con modifiche, in grado di eseguire determinate
operazioni.
Coacervo
Prodotto di particolari reazioni chimiche, viene usato per indicare in generale un insieme di
elementi eterogenei.
Coevo
Della stessa epoca
Compilatore
Programma informatico che traduce la versione →sorgente di un programma nella relativa
versione →eseguibile per la successiva esecuzione su di un computer finale. Ogni computer può
eseguire solo le istruzioni-macchina sue proprie, tali sequenze di numeri sono di difficile
memorizzazione da parte di programmatori umani. Per ovviare a questo si sono inventati vari
→linguaggi di programmazione che sono formati da istruzioni mnemoniche molto più semplici
da ricordare. Il Compilatore esegue la traduzione di un programma dalla lista di istruzioni
mnemoniche a quella di istruzioni-macchina.
Concubina
Donna che vive in concubinato, cioè lo stato in cui si vive come coniugi, ma senza matrimonio.
Dal latino concubinatus.
Consiglio degli Asceti
Organo della →Fondazione Ultramundum, è costituito dagli Asceti, persone caratterizzate da una
superiore statura etica e da un forte spirito di servizio. Non ha poteri sul piano fisico e si occupa
di dirimere tutte le controversie che possono nascere sul piano virtuale. Organo di indirizzo
spirituale ed etico della Fondazione, si fa carico di tutte quelle necessità dell’organizzazione che
non vengono soddisfatte da altri.
Consolle per videogiochi
Apparato, tipicamente da collegare ad un televisore, in grado di eseguire videogiochi di tipi
diversi memorizzati su supporti intercambiabili (ad. Es. CD-ROM).
Cornucopia
Corno dell’abbondanza, simbolo della fertilità. Si rappresenta come un corno (in origine quello
della capra Amaltea, nutrice di Giove) pieno di frutti e coronato d’erbe e di fiori, da cui possono
uscire in abbondanza ogni tipo di beni. Dal latino tardo cornucòpia (classico cornu Còpiae),
Corno dell’abbondanza.
Cristalli liquidi
Liquido non isotropo con proprietà di birifrangenza caratteristica dei cristalli. Sono usati per la
realizzazione di display digitali, dove sono sigillati tra due lastre di vetro. In pratica, il cristallo
liquido ha la proprietà di rifrangere (cioè deflettere) diversamente ogni raggio di luce a seconda
del fatto che sia sottoposto ad un campo elettrico o no. In tal modo diventa possibile realizzare
dei display in cui la corrente elettrica su particolari fili può produrre segni e quindi immagini di
ogni tipo.
Culinaria
Scienza della cucina.
Cyberspazio
Termine coniato da William Gibson nel suo romanzo Neuromante, vincitore del premio Hugo nel
1985. Indica un mondo virtuale nel quale i sistemi informatici connessi in rete ed i dati in essi
contenuti vengono visualizzati graficamente. In un tale ambiente personaggi particolari riescono
ad entrare ed operare in modi spesso illegali tramite proprie rappresentazioni disincarnate. Si
deve distinguere da Ultramundum, in quanto Gibson non ipotizzava diversi canali con ambienti
anche realistici, ma un solo cyberspazio del tutto sintetico nel quale svolgere operazioni
prettamente informatiche, lontane dalla vita normale.
Daisyweel
Tecnica per la realizzazione di testine per macchine da scrivere elettriche. Consiste nell’uso di
una ruota con molti ‘petali’, ognuno porta in rilievo un carattere tipografico. La ruota gira molto
velocemente ed un martelletto imprime il carattere voluto scattando nel preciso momento in cui
il petalo corrispondente passa davanti ad esso.
Database
O base dati. Indica una raccolta organizzata di dati di qualsiasi tipo. Per estensione viene usato
per il programma che si occupa del mantenimento della raccolta e del reperimento di un dato
specifico a richiesta.
Dataglove
Letteralmente ‘guanto dati’. Indica un particolare attrezzo usato nella →Realtà virtuale,
costituito da un guanto speciale in grado di rilevare i movimenti della mano e far compiere le
stesse evoluzioni ad una mano virtuale nel mondo simulato. Nei modelli più sofisticati prevede
anche alcuni motorini in grado di produrre un ritorno di forza, per simulare la resistenza di un
oggetto virtuale quando viene afferrato.
DNA
Sigla dell’acido Desossiribonucleico, composto chimico macromolecolare facente parte degli
acidi nucleici; è presente nel nucleo di tutte le cellule, come portatore dell’informazione
genetica.
De facto
Latino per di fatto. Si usa per indicare una situazione non codificata ufficialmente ma nondimeno
esistente.
Desktop
Parola inglese che indica scrivania. Viene usata come metafora dello schermo di un computer
con interfaccia grafica. Le finestre di Windows, ad esempio, sono state realizzate pensando ai
fogli che si dispongono sul ripiano di una scrivania. In tal modo lo schermo verticale del
computer è stato pensato come il piano di lavoro della scrivania.
Desktop publishing
Pubblicazione dalla scrivania. Indica una categoria di programmi e di attività che puntano alla
realizzazione di materiali editoriali di qualità tipografica realizzati con normali computer e
stampanti.
Deterministico
Indica una proprietà di un sistema, quella della possibilità di determinazione dello stato futuro
dello stesso a partire da quello presente mediante l’applicazione di regole note. Un esempio di
sistema deterministico è dato dalla traiettoria della caduta di un oggetto lanciato da un aereo,
mentre l’evoluzione del tempo atmosferico sembra, ad oggi, non essere molto deterministica.
Dializzato
Si dice di una persona sottoposta a dialisi, cioè ad un trattamento in cui periodicamente il suo
sistema circolatorio viene collegato ad una macchina che svolge la funzione dei reni a causa di
un malfunzionamento degli stessi.
Didone
Nell’Eneide, opera di Virgilio che narra della fuga di Enea da Troia per poi fondare Roma, è la
leggendaria figlia di Belo, re di Tiro. Per una serie di vicende si trova ad essere la regina di Birsa,
la rocca di Cartagine, dove approda Enea. Didone si innamora di Enea ma egli deve lasciarla; dal
mare vede poi il fumo del rogo funebre della sventurata, uccisasi per amore. Nel suicidio Didone
invoca la maledizione su Enea ed i suoi discendenti, originando l’odio di Cartagine per Roma.
Domotica
Scienza che si occupa dell’applicazione dell’elettronica e dell’informatica nella casa.
E-mail
Posta elettronica, si contrappone alla snail-mail (posta lumaca) tradizionale, per la sua grande
velocità e versatilità. È il servizio più usato su Internet.
Edonismo
Dottrina filosofica che riconduce la vita al piacere.
Encefalo
Tutta la massa del sistema nervoso chiusa nel cranio, sinonimo per cervello.
Enea
Protagonista dell’→Eneide
Eneide
Opera di Virgilio che narra della fuga di Enea da Troia per poi fondare Roma.
Enterprise
Nome dato in varie epoche a vascelli diversi. Fu l’unica portaerei americana a scampare
all’assalto di Pearl Harbour. Nella serie di fantascienza Star Trek è il nome dell’astronave
protagonista delle avventure raccontate. I fans di Star Trek convinsero la NASA a dare lo stesso
nome al primo prototipo di navetta spaziale.
Epicurei
Coloro che seguono la dottrina di Epicuro, usato normalmente per indicare persone che badano
solo ai godimenti materiali.
Escamotage
Parola francese per indicare un ‘trucco’.
Esedra
Sala di conversazione nelle case romane e greche antiche. Luogo aperto nelle terme romane e nei
ginnasi, con sedili per conversare.
Eseguibile
Versione di un programma costituita dalle istruzioni di basso livello direttamente eseguibili sul
computer specifico. Il risultato dell’opera di un →compilatore sul programma in versione
→sorgente.
Evoluzionismo
Sistema filosofico-scientifico che pone come spiegazione di tutta la realtà l’evoluzione, un
principio di progresso universale e necessario. L’evoluzione, sostenuta da con diverse
argomentazioni da vari studiosi (J. B. Lamarck, C. Darwin, ecc.), afferma che tutti gli organismi
viventi si sarebbero evoluti da antenati comuni, a loro volta evolutisi da cellule primordiali. La
teoria spiega le modificazioni morfologiche e strutturali degli organismi mediante l’idea del
mantenimento di quelle, tra le mutazioni naturali, più vantaggiose per la sopravvivenza degli
individui e delle specie.
Ex novo
Indica il rifacimento di un qualcosa dalle fondamenta, traducibile come ‘da capo’.
Excursus
Voce latina per digressione, cioè un discorso particolare su di un certo argomento.
Federazione dei pianeti uniti
Ipotetica organizzazione, presente nella serie di fantascienza Star Trek. Indica un consesso di
civiltà presenti su diversi pianeti e con diverse razze, uniti in una sorta di ‘ONU galattico’.
Feticcio
Oggetto o animale adorato come idolo da alcuni popoli primitivi. Indica per estensione cosa o
persona esaltata oltre misura. Dal portoghese feitiço.
Fibra ottica
Cavo costituito da un filamento di vetro o plastica con un particolare indice di rifrazione, tale per
cui un raggio luminoso continui a rimbalzare da una parete all’altra fino ad uscire all’altra
estremità. Le fibre ottiche sono in grado di trasportare enormi quantità di dati ad altissima
velocità su lunghissime distanze senza attenuazione del segnale.
Floppy disk
Letteralmente ‘disco flessibile’, è stato il meccanismo di memorizzazione dati iniziale sui
personal computer.
Fondatori
Titolo di cui possono fregiarsi colo che contribuiscono allo sviluppo di Oltremondo fino a
momento dell’inaugurazione. Hanno il diritto di voto nell’→Assemblea dei Fondatori in
proporzione all’entità del contributo fornito.
Fondazione
La Fondazione Ultramundum si pone come obiettivo la realizzazione di Oltremondo, come
illustrato in quest’opera. L’assenza dello scopo di lucro garantisce le finalità filantropiche
dell’organizzazione.
Font
Tipo di carattere. Nei sistemi informatici indica con quale aspetto si intende visualizzare un
qualsiasi testo.
Frattale
Indica una classe di funzioni matematiche e geometriche o di immagini caratterizzate da una
serie di interessanti caratteristiche la più importante delle quali è l’autosimiglianza. Una funzione
o immagine frattale è a qualsiasi dimensione simile a sé stessa in dimensioni inferiori o superiori.
Fu identificata nel 1975 dal matematico francese di origine polacca B. Mandelbrot grazie
all’analisi computerizzata dei numeri complessi.
Funzione
In matematica, regola che associa elementi tra di loro secondo un criterio di dipendenza. Per
esempio, la distanza ‘P’ di un’automobile dal punto di partenza è funzione del tempo ‘T’
trascorso e della sua velocità media ‘V’: in questo caso si può scrivere la funzione
simbolicamente come P(T,V).
Funzione frattale
Ogni →funzione che esibisce un comportamento →frattale.
Funzione modulante
Una →funzione che fa variare una certa grandezza in proporzione ad un’altra, secondo una certa
legge di proporzionalità.
Gene Roddenberry
L’Uomo che creò la serie di fantascienza Star Trek, era detto anche ‘the big galaxy bird’, il
grande uccello della galassia.
Giza
Zona dell’Egitto in cui si trovano le grandi piramidi.
Gradi di libertà
Possibili modi di movimento di un certo sistema. Ad esempio, un carrello che scorre lungo un
binario ha un solo grado di libertà, potendo muoversi solo lungo il percorso segnato. Un pesce ha
tre gradi di libertà: uno sul percorso avanti-indietro, uno su quello destra-sinistra e uno su quello
alto-basso.
Hacker
Persona che viola sistemi informatici servendosi di avanzate conoscenze (o stupide disattenzioni
dei gestori). Viene visto come un criminale mentre molti si essi(ma non tutti) sono solo persone
alla ricerca di sfide intellettuali.
Hiperlink
Vedi →Iperlink
Home video
Il mercato della proiezione casalinga di audiovisivi. Negli Stati Uniti, grazie alla diffusione dei
videoregistratori, ha superato quello del cinema nelle sale.
HTML
HyperText Markup Language, un metodo di codifica dei testi inventato al →CERN. Permette di
realizzare degli ipertesti, cioè contenuti testuali dotati di →link: parole o porzioni che, se
attivate, portano ad un’altra porzione del testo che ne parla. Ha avuto grandissima diffusione con
lo sviluppo del →World Wide Web, la raccolta di pagine di dati disponibile su Internet.
Janez
L’inseparabile compagno di avventure di Sandokan nei romanzi di Emilio Salgari.
Karnak
Zona dell’Egitto molto ricca di templi.
Kbyte
Leggi ’chilobait’, unità di misura della memoria dei computer. Indica un gruppo di 1024 (e non
mille, dato che i computer contano in multipli di due) →bytes.
Klingon
Popolazione particolarmente bellicosa, inizialmente nemica della →Federazione dei pianeti uniti
nella serie di fantascienza Star Trek.
Icona
Nel mondo dell’informatica, una piccola immagine che rappresenta graficamente un programma
o un documento. Può cambiare aspetto per riflettere cambiamenti nello stato dell’oggetto che
rappresenta. Normalmente un click del mouse su di essa l’attiva.
Ictus:
Emorragia o riduzione del flusso del sangue per altri motivi in una certa area del cervello
Idioma
Lingua particolare di una certa zona del mondo.
Idolatrare
Adorare come un idolo una certa cosa o persona.
Immersivo
Attributo di un sistema di realtà virtuale che cerca di immergere completamente l’utente
nell’ambiente di sintesi.
Incontrovertibile
Si dice di una cosa che non ha possibilità di essere contraddetta.
Indicizzare
In informatica indica l’operazione di creare un indice di una qualche raccolta di dati al fine di
permettere ricerche rapide e sistematiche su di essi.
Informatica pervasiva
L’idea di inserire sistemi informatici in ogni oggetto della vita quotidiana di ogni persona.
Intelligenza artificiale
Filone di ricerca che intende duplicare su sistemi informatici le capacità intellettive proprie
dell’Uomo. Ha conosciuto grande successo dopo alcuni positivi risultati iniziali per poi
scontrarsi con difficoltà che ad oggi appaiono estremamente pesanti. Si divide in due rami: uno
cerca di studiare e realizzare direttamente cervelli artificiali come quello umano mentre il
secondo intende studiare un’evoluzione ‘dal basso’ delle capacità partendo dagli insetti per
giungere infine all’Uomo. Un grande esponente del secondo tipo è Rodney Brooks, direttore del
dipartimento intelligenza artificiale del MIT.
Interattività
Proprietà di oggetti o prodotti che ne rende il comportamento e l’evoluzione modificabili
dall’interazione con utenti umani.
Interfaccia
Parte di un prodotto che mostra all’utente i comandi disponibili ed esegue le operazioni richieste.
Interfaccia utente
Quella parte dell’→interfaccia di un prodotto riservata all’interazione con l’utente. Da
distinguersi, ad esempio, dall’interfaccia operatore, riservata alla manutenzione.
Interoperabilità
Proprietà di prodotti che ne consente l’uso su sistemi eterogenei. Ad esempio, il formato VHS è
interoperabile in quanto le videocassette possono essere utilizzate su videoregistratori di ogni
tipo.
Interpolare
L’operazione di trovare la traiettoria che meglio approssima un percorso che passa per una serie
di punti dati.
Intranet
Una rete di tipo Internet che collega solo una serie di computer, normalmente su scala locale.
Iperlink
Un →link che collega contenuti di ogni tipo, segnatamente multimediali, non solo testuali.
Ipermedia
Un documento che non contiene solo testo ed immagini, ma tutta una serie di contenuti
multimediali di svariatissimi tipi.
Ipotalamo
La porzione più profonda ed arcaica del cervello, sovrintende alle emozioni primordiali, come
paura, dolore, fame, piacere e così via.
Ischemia
Stato di ridotta irrorazione sanguigna di una certa area dell’organismo. Dovuta ad occlusione o
riduzione della portata di una serie di vasi sanguigni.
Joystick
Apparato di comando da collegarsi ad un sistema elettronico, tipicamente usato per il controllo di
posizione e movimento. Assomiglia alla leva di controllo di un aereo, la cloche.
Langhe
Zona collinosa della regione Piemonte, particolarmente ricca di pregiatissimi vigneti e
prestigiose produzioni alimentari.
Latitudine
Indicazione in gradi della distanza dall’equatore di un luogo sulla superficie del pianeta.
Latrina
Sinonimo di gabinetto.
Liberty
Stile fiorito in Europa e negli Stati Uniti nei primi anni del XX secolo, particolarmente nel
campo dell’architettura e delle arti applicate. Così chiamato dal nome del proprietario di una
ditta d’arredamento di Londra (A. Liberty), in Italia fu anche detto stile floreale. Perché
caratterizzato dal ricorrere di elementi decorativi di derivazione vegetale, raffinatamente
stilizzati.
Linguaggio di programmazione
Insieme di comandi specifici per la stesura di programmi per computer.
Link
Una parola o insieme di parole che, se attivate, porta ad un’altra porzione di un documento in un
ipertesto.
Linux
→sistema operativo avversario di →Windows della Microsoft, è del tutto gratuito e sviluppato
secondo i dettami dell’→open source
Longitudine
Indicazione in gradi della distanza dal meridiano di Greenwich (vicino a Londra) di un luogo
sulla superficie del pianeta.
Macchina di Turing
Un sistema in grado di elaborare dati contenuti nella propria memoria seguendo una serie di
istruzioni contenute nella stessa. Teorizzata dal grande matematico A: Turing, è alla base
dell’architettura di tutti i moderni computer digitali.
Magione
Termine raffinato per indicare ‘casa’, significa letteralmente ‘edificio che abbiamo eletto a nostra
residenza’
Maxwell
Equazioni di. James Clerk Maxwell elaborò la teoria dell’elettromagnetismo che permise la
definitiva unificazione dei fenomeni elettrici e magnetici in un’unica struttura. Il campo
elettromagnetico è descritto in una compatta trattazione matematica tramite le equazioni di
Maxwell.
Media
Plurale della parola latina Medium, indica un qualsiasi sistema di trasmissione delle
informazioni. I giornali, la televisione, la radio ed Internet sono esempi di Media.
Memoria di massa
Il sistema di memorizzazione permanente principale e di maggiore capacità di un sistema
informatico.
Menu a tendina
Introdotti dall’Apple Machintosh, sono diventati uno standard in tutti i →sistemi operativi dotati
di →interfaccia utente grafica. Per evitare di occupare troppo spazio sulla limitata superficie di
uno schermo di computer, i menu di possibili comandi sono raggruppati in famiglie elencate su
di una barra posta da un lato dell’area di lavoro. Attivando ogni famiglia di comandi appare un
menu a tendina, composto di un riquadro contenente la lista dei comandi di quella particolare
‘famiglia’. In tal modo, non appena lo si è usato il menu a tendina sparisce liberando spazio
sull’area di lavoro.
Metalinguaggio
Un linguaggio intermedio, di solito una sorta di ‘ponte’ tra diverse ed incompatibili
rappresentazioni di contenuti.
Megabyte
Leggi ’megabait’, unità di misura della memoria dei computer. Indica un gruppo di 1048576 (e
non un milione, dato che i computer contano in multipli di due) →bytes.
Mhz
Unità di misura di frequenza. Un Mhz (leggi megahertz) indica una grandezza che compie un
milione di oscillazioni al secondo. Usato come unità di misura della velocità dei processori, dove
indica la frequenza del clock, cioè il segnale elettrico che ‘dà il ritmo’ di tutto il computer.
Micron
Unità di misura di lunghezza, indica un milionesimo di millimetro.
Microprocessore
Componente elettronico largamente usato in moltissimi ambiti, integra su di un solo →chip un
intero sistema di elaborazione. Ha permesso la diffusione dell’informatica su larga scala grazie
alla riduzione del costo, delle dimensioni e dei consumi rispetto alla tecnologia multicomponente
utilizzata precedentemente.
MIT
Massachussets Institute for Technology, l’università scientifica più importante della costa est
degli Stati Uniti.
Modello cooperativo
Un modello si sviluppo nel quale le persone collaborano al raggiungimento di un fine comune,
ognuno nell’ambito delle proprie possibilità. Normalmente senza scopi di lucro immediati.
Modus operandi
Dal latino ‘modo di procedere’. Indica il modo di operare caratteristico di un’organizzazione o di
una persona.
Moloch
Figura mitica di mostro invincibile, viene usato per indicare organizzazioni di grande potere
quasi intoccabili.
MUD
Multi User Dungeon o Dimension, sotterraneo o dimensione multiutente in italiano. Indica
ambienti virtuali on-line a cui si connettono persone per incontrarsi e fare esperienze insieme. Di
solito sono caratterizzati da un certo livello di ‘atmosfera’ ricreato nei modi più vari.
Nebulosa
Oggetto celeste dall’aspetto diffuso simile ad una nube. Le nebulose sono formate da aggregati
di gas e/o polveri di grandissime dimensioni.
Neoplastiche, patologie
Malattie caratterizzate dall’incontrollato proliferare di cellule alterate all’interno dell’organismo.
Neuroni
Cellule componenti il sistema nervoso. Sono caratterizzate da una serie di collegamenti con altre
cellule simili, dette sinapsi, da cui ricevono segnali in ingresso e da un’uscita, detta assone, che
può essere di grandissima lunghezza.
Olofonico
Suono speciale che, una volta inviato su un canale separato per ogni orecchia, ricrea
l’impressione di una percezione spaziale. Un suono olofonico può sembrar provenire da qualsiasi
direzione intorno all’osservatore. Viene usato in ambienti di realtà virtuale per far percepire il
suono di un oggetto come proveniente dalla sua direzione.
Olografico
Immagine speciale che, una volta inviata su un’uscita separata per ogni occhio, ricrea
l’impressione di una percezione tridimensionale. L’effetto è ottenuto producendo due immagini
leggermente diverse, dove la sfasatura di ogni elemento varia con la distanza dall’osservatore.
Oltremondo
Versione italiana di Ultramundum, il progetto illustrato in quest’opera.
Oltrevita
Stato di esistenza in cui si troveranno le persone che avranno abbandonato tutte le parti meno
importanti del proprio corpo, mantenendo il solo cervello. Quest’organo sarà mantenuto in
speciali ampolle connesse a sistemi di supporto vitale. Le persone in stato di oltrevita saranno
collegate in permanenza in Oltremondo e potranno vivere molto più a lungo di quanto avrebbero
potuto in condizioni normali.
On-line
Neologismo inglese che indica lo stato di connessione ad un qualche sistema di trasmissione dati.
Si contrappone all’off-line, che indica lo stato di disconnessione.
Open source
Filosofia di sviluppo del software che prevede la diffusione gratuita dei →sorgenti dei
programmi, premettendo a chiunque di modificarli e produrre quante copie →esegubili voglia.
Orografia
Le caratteristiche geologiche di un territorio, la conformazione dei rilievi, dei laghi, dei fiumi ,
dei mari ecc...
Pagina Web
Una pagina di testo, opzionalmente contenente immagini e semplici animazioni, scritta in
linguaggio →HTML e resa pubblicamente disponibile sul →World Wide Web.
Palinsesto
La programmazione di un canale televisivo per un certo periodo di tempo (anche mesi), indica
quali trasmissioni saranno mandate in onda e in quale momento.
Paradigma
Modello, schema di funzionamento o di comportamento.
Parco
Che non eccede, morigerato.
Parkinson, morbo di
Malattia neurologica che produce in una significativa parte della popolazione gravi infermità. I
colpiti sperimentano tremori e progressiva incapacità di controllo dei movimenti. Questa
affezione può essere curata mediante stimolazione elettrica di particolari siti del cervello (il
nucleo ventrale posteriore e il nucleo subtalmico) con microsonde; a Torino, ad esempio, è attiva
una equipe chirurgica che applica tale terapia.
Pecunia
Termine elegante per indicare il denaro.
Performance
Sinonimo di ‘prestazione’ o ‘capacità’.
Persistenza
Proprietà di mantenimento di uno stato o di una situazione al variare del tempo o di altre
caratteristiche.
Pervasivo
Di un elemento che si trova ovunque, al limite anche in luoghi non molto appropriati.
Planimetria
Parte della geometria che studia le figure piane, usato per indicare schemi o mappe a due
dimensioni.
Processore
La parte di un sistema elettronico che esegue fisicamente istruzioni di un programma.
Proximus gradus naturali statum scalae
Motto di Ultramundum, frase latina che significa ‘il prossimo gradino della scala evolutiva’.
Indica il fatto che il progetto Oltremondo costituirà un tale progresso per tutta l’Umanità da poter
essere visto come un ulteriore passo dell’evoluzione dell’Uomo.
Psicodramma
Metodologia curativa che tende a rimuovere le cause di un problema o di un trauma psicologico
facendo rivivere la situazione scatenante in una rappresentazione teatrale a cui il soggetto prende
parte.
RAM
Random Access Memory, la memoria utilizzata per la memorizzazione dei dati e delle istruzioni
di un computer.
Realtà virtuale
Tecnica che tenta di immergere l’utente in un ambiente di sintesi generato dal computer. Si deve
distinguere dall’→Ultravisione, obiettivo del progetto Ultramundum, in quanto caratterizzata da
limitatissime possibilità di interazione e rozza stimolazione meccanica dei sensi dell’utente.
Rendering
Operazione effettuata da opportuni sistemi, tesa al disegno dell’immagine finale di un
→ambiente di sintesi. Negli attuali sistemi di generazione tridimensionale troviamo la rendering
pipeline, un sottosistema che produce l’immagine finale sullo schermo degli ambienti
tridimensionali i cui parametri sono nella memoria del sistema.
Renderizzare
Neologismo che indica l’atto di effettuare il →rendering.
Rete neurale
Sistema hardware o software che riproduce alcune funzionalità del sistema nervoso naturale. Le
reti neurali sono caratterizzate dalla capacità di imparare a riconoscere configurazioni di dati
anche molto complesse e riescono a scoprire strutture anche solo simili a quelle che hanno
imparato.
Rinascimento digitale
La nuova fase dello sviluppo della cultura umana che ci attende nei prossimi anni. La nascita di
nuove tecnologie per comunicare le proprie idee a tutto un consesso umano sempre più ricettivo
ed ‘aperto’ porterà ad un’esplosione della ricchezza culturale del tutto simile a quella che si ebbe
all’inizio del XV secolo.
Risoluzione
In un sistema informatico con uscita grafica indica la finezza della suddivisone dell’immagine.
Ogni immagine è suddivisa in elementi detti pixel che possono avere uno tra tutti i colori
possibili, la risoluzione indica quanti pixel in orizzontale e quanti in verticale sono disposti sullo
schermo di un sistema grafico.
Romulani
Popolo bellicoso presente nella serie di fantascienza Star Trek.
Rovello
Argomento su cui si rimugina senza pace.
Sandokan
Il protagonista di un ciclo di romanzi di avventura che si svolgono in Malesia durante la
dominazione Inglese, l’autore è Emilio Salgari.
Sanscrito
Antica lingua indoeuropea del gruppo indoranico. Fu la lingua letteraria in uso tra le persone di
elevata cultura.
Scenografia
L’arredamento di scena di un teatro per una rappresentazione o la ripresa di uno spettacolo.
Semantica
Teoria generale e studio storico del significato delle parole.
Semantico, contenuto
Il significato sottostante a parole o frasi.
Server
Computer che eroga ad altri, detti client, servizi specifici su di una rete.
Servi della Gleba
Nel diritto feudale, coltivatori obbligati, con tutta la famiglia, a lavorare un terreno.
Set top box
Termine inglese che indica il decoder, cioè un apparecchio da collegare al televisore per fornire
capacità non presenti in esso.
Sinclair
Azienda inglese fondata da sir Clive Sinclair, attiva negli anni ottanta, che diffuse il personal
computer a basso costo in Europa.
ZX81
Il secondo modello della Sinclair
ZX Spectrum
Il successore dello ZX 81, con uscita a colori e limitate capacità sonore.
Sincretismo
Sistema filosofico o religioso che tende a fondere assieme dottrine diverse.
Sintesi additiva
Tecnica per sintetizzare elementi unendo parti più semplici, invece che togliendo le parti in
sovrappiù.
Sintesi, immagini o ambienti di
Immagini o ambienti tridimensionali non esistenti nel mondo fisico, ricreati da un sistema
elettronico che li simula perfettamente.
Sistema immunitario
Il meccanismo, presente in ogni organismo pluricellulare, che si occupa della difesa contro le
invasioni esterne. Previene le infezioni ed è la causa del rigetto nei trapianti.
Sistema operativo
Software di base che sovrintende al funzionamento di un computer, gestendo le risorse e facendo
da arbitro tra i programmi applicativi nell’allocazione delle stesse.
Sito
In Internet indica una raccolta di pagine e dati di una certa organizzazione, etichettati con un
nome specifico.
Slang
Linguaggio specifico di certi settori culturali o sociali. Esiste uno slang dei tecnici informatici,
uno delle bande giovanili di New York e così via.
Sorgente
Versione di un programma informatico costituita dall’elenco delle istruzioni come scritte dal
programmatore in un certo →linguaggio di programmazione. Viene tradotto dal →compilatore
nella versione →eseguibile su di un certo computer finale.
Spixellare
Neologismo per indicare l’effetto che si ha quando si osserva troppo da vicino un’immagine
digitale composta di → pixel, cioè piccoli quadratini elementari ognuno di un proprio colore. In
una tale condizione l’immagine perde il suo aspetto omogeneo e mostra in modo più o meno
accentuato la sua essenza discreta, cioè composta da piccole parti.
Spock
Ufficiale scientifico dell’Enterprise nella serie classica di Star Trek.
Stampanti a getto d’inchiostro
Stampanti che utilizzano una particolare tecnologia consistente nella proiezione di piccole gocce
d’inchiostro sul foglio per formare le immagini finali.
Stampanti ad aghi
Stampanti che utilizzano una particolare tecnologia consistente nella estroflessione di piccoli
aghi sul foglio attraverso un nastro inchiostrato per formare le immagini finali.
Stampanti laser
Stampanti che utilizzano una particolare tecnologia consistente nell’uso di un raggio laser per
creare aree ‘attive’ su di un tamburo poi usato da un meccanismo simile a quello della
fotocopiatrice per formare le immagini finali
Star Trek
Serie di fantascienza creata da Gene Roddenberry che conta milioni di fans nel mondo. La
principale caratteristica del mondo di Star Trek è quella di non proporre I paradigmi classici della
fantascienza, ma di dipingere un affresco del futuro in cui l’Uomo continuerà i suoi progressi e le
sue esplorazioni. In Star Trek l’Umanità non si è autodistrutta, non abbiamo assistito alla venuta
degli alieni, nessuno ha costruito sulla Terra le piramidi o altre cose particolari e sconosciute per
l’Uomo, ma uomini come noi continueranno a costruire, lottare e sognare verso nuove avventure.
Star Wars
Serie di fantascienza realizzata da George Lucas. Ha avuto un enorme successo di pubblico,
mescola sapientemente idee prese da saghe remote con tecnologie futuribili ed ambientazioni in
galassie lontane lontane.
Stele di Rosetta
Pietra rinvenuta nel 1799 presso la città omonima in Egitto, reca un’iscrizione in tre lingue:
egiziano geroglifico, egiziano demotico e greco. In base ad essa J. F. Champollion decifrò nel
1822 la scrittura greoglifica. Oggi è conservata nel british Museum.
Stereoscopico
Un sistema che crea due immagini di un elemento, una per ogni occhio, in modo da dare una
forte impressione di tridimensionalità.
Streaming
Una tecnologia che crea un flusso (stream in inglese) di dati su Internet che veicola contenuti
multimediali, anche se di scarsa qualità.
Struggimento
Desiderio per una cosa o una persona che si brama intensamente.
Subspaziali, comunicazioni
Tecnica di trasmissione di fantasia presente nella serie di fantascienza Star Trek. Consentirebbe
comunicazioni a velocità superiori a quelle della luce.
Taverna
Locale in cui si servono cibi e bevande, solitamente di bassa qualità e spesso malfamato.
Tabulator
Il computer di base della simulazione in Oltremondo. Permetterà di interagire con il sottostante
sistema di generazione dell’ambiente digitale e fornirà tutta una serie di servizi come la
comunicazione tra ultranauti.
Telepresenza
Tecnica tramite la quale una persona può operare in un luogo anche se non fisicamente presente,
utilizzando dome tramite un qualche robot e comunicazioni radio.
Teletrasporto
Tecnica di fantasia che permetterebbe la trasmissione a distanza di cose e persone annullando la
fase di trasporto.
Texture
Immagine che viene ‘incollata’ su di un solido tridimensionale per dotarlo di un aspetto realistico
all’interno di un sistema di sintesi di immagini visuali.
Tomo
Libro imponente o parte di un’opera composta da molti volumi.
Tout court
Parola francese, apposta dopo una definizione la rende assoluta.
Triassico
Il più antico dei periodi dell’era Mesozoica.
Trigonometria
Parte della matematica il sui scopo è quello di calcolare i valori degli elementi (lati ed angoli) di
un triangolo, noti che siano tre di essi tra cui almeno un lato. Le funzioni trigonometriche sono:
seno, coseno, tangente e secante.
Tu iubes regina renovare eternum dolorem
Frase rivolta da →Enea a →Didone nell’→Eneide, quando ella gli chiede di rievocare per lei le
vicende che lo portarono a fuggire dalla sua città.
Tubo catodico
Elemento costitutivo dello schermo dei televisori, è realizzato da un’ampolla che contiene sul
fondo un filamento incandescente da cui sono strappati elettroni. Tali particelle, accelerate e
modulate da opportuni avvolgimenti che generano campi magnetici adeguati, vanno a colpire i
fosfori dello schermo e formano le immagini.
Turing
Alan Mathison, matematico e logico inglese. Noto per le sue ricerche di logica e di teoria degli
automi; ideò la macchina teorica che porta il suo nome, base dell’architettura dei moderni
computer digitali.
Tutorial
Un breve corso, di solito erogato da un programma multimediale, che serve a far imparare un
certo procedimento all’utente.
Ultralexicon
L’enciclopedia di Oltremondo, conterrà tutte le informazioni non rappresentabili in formato
ipermediale, codificate in →Ultracode.
Ultramundum
Il nome latino originale del progetto oggetto di quest’opera.
Ultranauta
Una persona collegata in Oltremondo.
Ultranet
La rete che collegherà tutti i sistemi di Oltremondo
Ultrapeg
La tecnica di rappresentazione dei dati di mondi digitali che renderà possibile Oltremondo.
Nessun’altra tecnologia potrebbe premettere la realizzazione del progetto.
Ultravisione
L’evoluzione della televisione, una tecnica che permetterà di ‘entrare’ nei contenuti finora
proposti dalla tv e in molti altri del tutto nuovi.
Ultravisivo
Di qualsiasi cosa che sia riconducibile all’ultravisione.
Ultravisore
Apparato che permetterà la totale immersività nei canali di Oltremondo. Sarà probabilmente
costituito da un caschetto che indurrà opportuni potenziali elettrici nella mente dell’→ultranauta,
il quale si troverà perfettamente immerso nell’ambiente digitale.
Ultravita
Lo stato in cui si troveranno i →virtualizzati (vedi Oltrevita)
UNL
Universal Nerwork Language, tentativo fallito di realizzare una codifica simile all’Ultracode
nella quale scrivere tutti i contenuti di Internet. Portato avanti dall’ONU, non è stato adottato da
nessuno.
Vettore
Una grandezza matematica caratterizzata da un valore ed un orientamento nello spazio, di solito
disegnata come una freccia.
Vettore di movimento
Un vettore che indica uno spostamento ad una certa velocità in una certa direzione.
Video on demand
Tecnica che si è cercato di introdurre negli anni ’90, consiste nell’offrire a moltissimi utenti il
servizio dell’avvio di uno spettacolo a scelta tra molti nel momento voluto da ciascun spettatore.
Videotel
Servizio telematico introdotto dalla Telecom in Italia negli anni ’80. Prevedeva l’installazione di
un piccolo apparecchio con schermo testuale e tastiera tramite il quale si potevano ottenere
servizi simili a quelli oggi disponibili su Internet.
Virtuale
Si dice di qualsiasi cosa non vera, inventata. Da non usarsi per Oltremondo, si preferisca sempre
il termine ‘digitale’.
Virtualizzato
Una persona in stato di Oltrevita.
Web
Vedi →World Wide Web
Webcam
Una telecamera posta in un qualche punto del mondo e connessa su Internet.
Windows
→sistema operativo prodotto dalla Microsoft, è il più diffuso al mondo
Wireless
Parola inglese che significa ‘senza fili’. Viene usata per indicare tutti quegli apparati che
funzionano via radio, tipicamente per scambiarsi dati.
World Wide Web
Letteralmente ‘ragnatela planetaria’, indica la somma di tutti i →siti Internet e le →pagine Web.
Yperlink
Vedi →Iperlink
Zapping
Neologismo che indica l’attività di saltare da un canale all’altro di un sistema multimediale.
BIBLIOGRAFIA
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inizio stesura: 4 Aprile 2000
Note sull’autore
Fulvio Dominici Carnino è quello che si potrebbe definire ‘un Uomo del Rinascimento’: conoscitore d’arte, scrittore,
inventore, ricercatore, imprenditore, ha esplorato tutte le possibilità dell’animo umano con una particolare attenzione
alla scienza e alla tecnica, utilizzate per fornire nuove possibilità al prossimo.
Ha realizzato per primo i prototipi di molte tecnologie che sono poi diventate di uso comune, costituendo società di
successo per la diffusione di parecchie di esse.
La sua limpida visione del futuro gli ha permesso di anticipare i tempi e di risolvere in anticipo i problemi che
avrebbero impedito uno sviluppo rapido di nuove tecniche, introducendo soluzioni poi largamente adottate da tutti.
Nasce nel 1965 a Torino da famiglia semplice.
Frequenta il liceo scientifico ‘Marie Curie’ dove a quattordici anni costituisce con alcuni docenti il gruppo di ricerca
sulle energie alternative. Ottenuta una sovvenzione, progetta e realizza il sistema elettronico di controllo del poligono di
ricerca dell’istituto, collaborando poi attivamente alle sperimentazioni. I risultati delle ricerche condotte sono pubblicati
da molti giornali.
È tra i primi in Italia a possedere un primitivo personal computer, anni prima della commercializzazione del PC IBM.
Fonda e presiede per molti anni il computer club Sinclair division, che raduna le persone più avventurose nel campo
ancora esoterico dei personal computer. Organizza esposizioni in manifestazioni pubbliche nelle quali fa conoscere
l’informatica hobbistica. I giornali si accorgono del fenomeno.
Nei primissima anni di diffusione, ancora pionieristica, dei piccoli computer dell’epoca, realizza il suo primo
videogioco commerciale, “Incubo”, che viene distribuito su scala nazionale da un distributore locale.
Realizza una seconda versione del videogioco “Le sabbie di Marte” che viene distribuita da una rivista a tiratura
nazionale su cassetta.
Incontra ad una mostra di informatica John Holder della inglese Mastertronic, che rimane favorevolmente impressionato
dal prototipo del nuovo videogioco ‘Specventure’. Tale realizzazione anticipa i tempi proponendo musiche di
sottofondo ‘serie’ tratte dalla musica classica, trenta livelli di gioco ed ambientazioni realistiche in un’epoca in cui ogni
prodotto del settore è ancora molto semplice e primitivo.
La Mastertronic decide di distribuire Specventure in tutta Europa. Vengono vendute oltre quindicimila copie, per un
mercato ancora in embrione è un grande successo. Dominici Carnino, ancora minorenne, diventa il primo italiano a
vendere un videogioco per computer all’estero, la storia viene riportata da molti giornali.
Si iscrive al corso di laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino.
Scrive per molti giornali, producendo articoli sulla tecnologia informatica e di costume.
Realizza uno dei primi schermi luminosi giganti in grado di visualizzare le immagini in movimento di un computer, il
‘Gemma system’, progettando e costruendo un completo computer dotato di sistema operativo grafico multitasking (in
un’epoca in cui stava iniziando la distribuzione dell’MS-DOS). Il sistema Gemma viene adottato per la pubblicità da
una catena di supermercati.
Fonda la sua prima società, Synesis srl, per la realizzazione di sistemi di automazione e test computerizzato per la FIAT
auto.
Realizza il primo sistema operativo grafico ad icone-finestre per prodotti d’automazione. Il software, denominato ‘IWave’, è rivoluzionario (sono anni in cui Windows non è ancora un prodotto commerciale) e viene adottato in molte
realizzazioni della casa automobilistica. La praticità dell’interfaccia grafica, intuita dal Dominici Carnino e da esso
realizzata in pochi mesi con un prodotto veloce, semplice da usare e ricco di colore, si impone su tutti gli altri software
dell’epoca, più semplici ed ancora primitivi. I-Wave è ancora oggi in uso in molti sistemi dell’azienda automobilistica e
di diversi importanti fornitori.
Si sposta al politecnico di Milano per seguire i corsi di Economia ed Ingegneria del software. In questa sede presenta le
tecniche di coordinamento dei gruppi di lavoro e di segmentazione ‘ad oggetti’ delle produzioni di programmi che ha
inventato per la sua azienda ed ottiene un riconoscimento per la validità di queste metodologie innovative. Tali tecniche
sono oggi alla base di tutte le aziende che sviluppano software professionalmente.
Durante il servizio militare, svolto nell’ufficio sviluppo software degli alti comandi, studia e realizza un prototipo di
creatura virtuale interamente guidato da un cervello basato sulle reti neurali e teorizza autonomamente la tecnica di
sviluppo dell’intelligenza artificiale ‘dal basso’. La validità di tale tecnica trova piena conferma quando si incontra con
Rodney Brooks, all’epoca ricercatore e oggi direttore del dipartimento intelligenza artificiale del prestigioso MIT
(Massachussets Institute for Technology), che proponeva la stessa teoria. Segue un intenso scambio di documenti tra i
due.
Fonda la ‘Premiata società anonima delle arti e delle scienze’, che commercializza riproduzioni perfette di quadri
d’epoca realizzate con una tecnica rivoluzionaria basata su analisi al computer e realizzazione fisica mediante
macchinari segreti. La filosofia alla base del progetto è di permettere a tutti di portare nella propria casa i capolavori di
ogni epoca. La società vende moltissimi quadri, annoverando tra i propri clienti personalità del mondo dello spettacolo e
della politica. La distribuzione dei prodotti arriva fino al Giappone
e costituisce un ‘caso’ di cui si occupano i giornali.
Fonda la società Nova res srl, per la commercializzazione di servizi audiotext. Progetta e realizza un completo sistema
di erogazione di servizi telefonici audiotext dalle caratteristiche innovative, molto in anticipo sui tempi. Propone per
primo alle banche il servizio di ‘sportello virtuale’ per permettere ai clienti di accedere ai servizi della banca tramite il
telefono in qualsiasi momento. Tale servizio è oggi largamente proposto ma all’epoca suscita grande impressione.
Progetta e realizza la prima e la più grande messaggeria grafica d’Italia: Hypernet. Tale rete di computer collega
terminali posti nei locali pubblici di molte città del paese da cui ogni persona può accedere alla rete e colloquiare o
giocare con chiunque altro. La rete Hypernet si diffonde anni prima dell’esplosione di Internet e collega centinaia di
locali e migliaia di utenti. Ancora una volta, realizza un software grafico, colorato e facile da usare, molto in anticipo
sui tempi; Hypernet è stata lungamente in uso, continuando ad essere preferita a qualsiasi altro prodotto analogo.
Oggi propone il progetto Ultramundum, senza scopo di lucro, precorrendo i tempi e desiderando portare all’Umanità
una ennesima nuova tecnologia che migliori la vita di tutti.
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