UNA CATEGORIA AUTONOMA DI BENI CULTURALI

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UNA CATEGORIA AUTONOMA DI BENI CULTURALI
UNA CATEGORIA AUTONOMA DI BENI CULTURALI: GLI “STUDI D’ARTISTA”
di Fabrizio Lemme
Ho scritto più volte che, a partire dall’epoca romanti-
addirittura introdotto una norma – poi dichiarata
ca, l’artista ha acquisito, nella considerazione sociale,
incostituzionale con la sentenza n. 183/05, pronun-
una posizione di assoluto rilievo, in un certo senso è
ziata nella controversia tra la Repubblica francese e
divenuto la “punta di diamante” della borghesia
gli Eredi Trombadori, con riferimento alla Villa
intellettuale.
Strohn-Fern – che vietava gli sfratti, anche per moro-
Proprio da questo è nata, in Francia, dalla fine
sità, in riferimento agli “studi d’artista”.
dell’Ottocento, l’abitudine di considerare una sacrali-
La legislazione ora vigente (D.lgs. 42/04) dedica agli
tà laica i luoghi dove l’artista abbia svolto durevol-
“studi d’artista” un richiamo nell’art. 11/1 lett. b) ed
mente la propria attività, lasciandovi le tracce dei
una disciplina completa nell’art. 51, che riproducia-
suoi percorsi creativi.
mo in nota .
Sono state così ricostruite la casa di Corneille a
In cosa consiste la tutela accordata dalla legge?
Rouen, gli ateliers di Delacroix, Schäffer, Henner,
L’atelier di un pittore, di uno scrittore, di uno sculto-
Rodin ecc. nonché la casa di Victor Hugo, a Parigi; ma
re, di un musicista ecc. debbono rimanere inalterati,
anche, in Italia, le case di Bellini e Verga a Catania, di
come lo erano al momento della sua morte, con
Pirandello ad Agrigento, di Puccini a Torre del Lago, di
tutte le stratificazioni “mobiliari” che vi si erano
Verdi alle “Roncole di Busseto”, ecc.: tutte conserva-
accumulate, per sua volontà, al momento in cui è
te come se l’artista vi fosse ancora presente.
passato a miglior vita.
Addirittura, a Torre del Lago, vi sono ancora, su un
Vi è dunque un inscindibile vincolo di destinazione
tavolo, le medicine che Puccini prendeva quotidiana-
tra l’immobile ed i mobili, vincolo che nessuno può
mente (soffriva di una grave affezione ai polmoni,
spezzare o interrompere, pena le sanzioni previste
dovuta alle sue abitudini di grande fumatore e che
dall’art. 169 e, in caso di indebita alienazione, dal-
l’ha condotto a morte), come se il geniale musicista,
l’art. 173 D.lgs. 42/04.
al suo risveglio, avesse dovuto assumerla.
Quindi, rispetto al diritto di proprietà – tradizional-
Il diritto, come ho sempre scritto più volte, “nasce
mente definito come diritto di usare ed anche di abu-
vecchio”: quindi, nulla di stupefacente nel fatto che
sare di ciò che legittimamente si possiede – una
la legislazione dei beni culturali, sin dal T.U. 490/99,
pesante limitazione, giustificata, ai sensi dell’art.
abbia riconosciuto dignità di beni culturali ai c.d.
42/2 Cost., dalla funzione sociale che il bene (“studi
“studi d’artista”. Anzi, quest’ultima legge aveva
d’artista”) assume ai fini dello sviluppo della cultura
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(art. 9/1 Cost.).
lare forma di conoscenza, la limitazione del diritto di
Limitazione che può comportare anche una autenti-
proprietà non avrebbe fondamenta razionali.
ca indisponibilità dei beni per il proprietario: si pensi
Ma come si apprezza l’esistenza di tale “obiettivo
al caso che, per successione, l’immobile “studio
interesse”?
d’artista” è toccato ad un erede, i mobili che
Ed esso deve avere un rilievo nazionale o può basta-
l’arredavano ad altro erede. In tal caso, si viene addi-
re un rilievo puramente locale?
rittura a costituire una comunione forzosa tra pro-
Parliamo all’indomani della morte di Claude Levi
prietario delle mura e proprietario dei mobili, destina-
Strauss, il cui geniale pensiero si traduce nella formu-
ta a perdurare in eterno.
la ellittica di “relativismo culturale”.
Tale grave limitazione comporta, innanzitutto, che
Oggi, le culture locali hanno la stessa dignità delle
siano evidenziati i presupposti procedimentali per la
culture nazionali: l’idea di centralismo culturale è
creazione del vincolo.
ormai largamente superata.
Questo può essere imposto solo nelle forme previste
Quindi, anche l’interesse locale può giustificare
dall’art. 13 del D.lgs. 42 e cioè ad iniziativa del com-
l’imposizione del vincolo.
petente Soprintendente per il PSAE, che deve propor-
Come questo sia poi in concreto apprezzabile, nessu-
lo al Direttore Regionale, nel contraddittorio con tutti
no lo può affermare: in sostanza, l’arbitrio del propo-
gli interessati, ai quali sono dati i rimedi del ricorso
nente il vincolo torna a riaffermarsi, per l’inesistenza
gerarchico al Direttore Generale e del successivo (o
di qualsiasi parametro obiettivo che permetta di
alternativo) ricorso giurisdizionale avanti al TAR e poi
ancorare logicamente “l’interesse particolarmente
al Consiglio di Stato.
importante”, previsto dalla legge.
Più delicato è il problema dei presupposti sostanziali:
E ancora una volta torna un principio che ho più volte
il vincolo può essere creato solo perché quel determi-
affermato: il buon Soprintendente, che si astiene dal-
nato ambiente è stato abitato da un artista o deve
l’arbitrio, vale più di qualunque legge, che tenda inu-
esistere un obiettivo interesse della Comunità
tilmente ad evitarlo.
Scientifica a conoscere come si sia stratificata la pro-
1. E’ vietato modificare la destinazione d’uso degli “studi
d’artista” nonché rimuoverne il contenuto, costituito da opere,
duzione di un determinato artista?
documenti, cimeli e simili, qualora esso, considerato nel suo
Dal combinato disposto degli artt. 10/3, 12 e 13 del
D.lgs. 42, è agevole affermare che la risposta è nel
secondo senso: dove non esista l’obiettivo ed attuale
insieme ed in relazione al contesto in cui è inserito, sia dichiarato di interesse particolarmente importante per il suo valore storico, ai sensi dell’art. 13.
2. E’ altresì vietato modificare la destinazione d’uso degli “studi
d’artista” rispondenti alla tradizionale tipologia a lucernario e adi-
interesse della comunità scientifica a questa partico-
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biti a tale funzione da almeno vent’anni.
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