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CAMPIONATO GIORNALISMO 11 GIOVEDÌ 10 APRILE 2014 ••• «Cosa porterei sull’isola deserta? I tortellini» Intervista dei ragazzi delle medie San Carlo allo chef pluristellato Massimo Bottura MASSIMO Bottura nasce a Modena nel settembre del 1962 ed è il pluripremiato chef dell’Osteria Francescana di Modena, nome che compare nella lista dei ‘The World’s 50 Best Restaurants Awards’ e portatore di ben 3 stelle Michelin. La passione che impiega nel suo lavoro e che lo ha portato a così tanti riconoscimenti e successi nasce sotto il tavolo della sua cucina. Per Bottura infatti quello era il suo rifugio da bambino per sfuggire ai suoi fratelli, fra i piedi della nonna, della madre e della zia che tiravano la pasta per i tortellini. Fra il loro chiacchiericcio trovava pace e serenità. Se si vuole invece trovare un collocamento temporale dell’inizio vero e proprio della sua carriera in cucina, bisogna parlare di quell’inverno del 1986, quando suo fratello gli parlò di una trattoria in vendita appena fuori Modena. Capì che la cosa giusta da fare, per lui, non era proseguire gli studi in legge ma di interromperli per rilevare la trattoria a Campazzo. Queste per lui furono solo decisioni — per quanto importanti — indotte da qualcosa di più grande, di più antico, il vero input, inconscio e impresso per sempre nella sua storia, l’ha avuto sotto quel tavolo di cucina. I primi anni della sua formazione li trascorre con la famosissima ‘razdora’ di Campazzo, Lidia Cristoni, per la quale aveva lavorato come apprendista. Bottura afferma infatti che questa esperienza gli ha segnato l’anima, mentre lo scomparso Georges Cogny (grande chef e maestro di tanti cuochi) gli ha dato professionalità e cuore. Proprio con Cogny e successivamente frequentando la scuola ‘Le Luis XV’ a Montecarlo apprende la cucina francese. Ducasse, Ferran hanno portato pulizia mentale, rigore, rispetto e sogno. Per finire intraprende alcuni stage a New York, ma la sua ricerca culinaria si espande al ‘molecolare’ solo dopo l’incontro con lo chef Ferran Adrià nel ristorante ‘El Bulli’ in Spagna, dove trascorre tutta l’estate del 2000. Questo tipo di cucina aveva inizialmente suscitato diversi dubbi tanto che Bottura fu oggetto di controlli dei NAS (Nucleo Antisofisticazione e Sanità); le analisi tuttavia non rilevarono alcuna irregolarità, anzi, venne confermato l’utilizzo di soli prodotti del territorio. Il suo amore per il territorio natale, lo chef modenese lo dimostra nel post-sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012, quando collabora a eventi di sostegno dove raccoglie fondi per aiutare l’azienda casearia del Parmigiano Reggiano che ha visto distrutte migliaia di forme. I ristoranti dello chef Massimo Bottura sono l’Osteria Francescana aperto nel 1995 che nel 2006 con la seconda stella Michelin riceve il titolo di miglior ristorante creativo dell’anno, e il ristorante Franceschetta 58 aperto nel 2011 insieme a Marta Pulini, entrambi a Modena. Dal 2005 al 2006 vengono pubblicati tre libri scritti dallo chef: ‘Aceto Balsamico’, ‘Parmigiano Reggiano’ e ‘Pro attraverso tradizione e innovazione’ insieme allo chef Ciccio Sultanto. I riconoscimenti attribuiti a Bottura sono diversi, ma tra i più significativi citiamo: 3 stelle Michelin nel 2002, nel 2006 e nel 2012, Tre Forchette della Guida del Gambero Rosso, il premio internazionale ‘Mejor de la Gastronomia’, il più attuale del 3 Marzo 2014 dal White Guide Global Gastronomy Award ma il suo maggior succeso, quello che lo rappresenta al meglio è il punteggio della Guida dell’Espresso: 19,75 su 20. Massimo Bottura comincia la carriera in una trattoria appena fuori Modena, nel suo percorso è sempre rimasto con i piedi ben saldi a terra e ora è arrivato alle stelle, a soli 25 centesimi dalla perfezione. GIOVEDÌ 20 marzo, il gruppo di giornalisti di 3P della scuola media San Carlo di Modena, ha avuto l’onore di varcare l’ingresso di una delle più importanti cucine del mondo ‘La Francescana’ e di incontrare lo chef Botttura e il suo fantastico staff. Bottura, ha imparato a scuola o in famiglia a cucinare? «La mia ho sempre pensato fosse una cucina al femminile. Sono cresciuto prima con mia nonna e poi la zia e la mamma. I primi anni della mia esperienza professionale, li ho passati al fianco di Lidia Cristoni». I ragazzi della classe 3 P delle medie San Carlo Qual era la sua aspirazione da bambino? «Vi dirò la verità, io non ero affatto male come calciatore e non mi sarebbe dispiaciuto proseguire quel percorso». Da cosa prende ispirazione per la creazione dei suoi piatti? «La mia ispirazione fondamentale è la mia anima, le mie memorie o qualsiasi cosa possa portare alla mia prossima creazione. Un nuovo piatto nasce da un’idea; una riflessione su un ingrediente o su una tradizione; può nascere da un viaggio o da un brano di musica. L’importante è che lo chef sia consapevole da dove è iniziato il percorso, poi dove arriverà è sempre un mistero». Qual è il piatto che preferisce preparare? «I Tortellini. Il mio piatto preferito, quello che porterei su un’isola deserta». LA CUCINA È ANIMA «La mia ispirazione sono le mie memorie, un’idea o una riflessione» Qual è il piatto più difficile che abbia mai preparato? «Ogni piatto è sempre una sfida nuova che va affrontata con la giusta energia, Enzo Ferrari diceva che la migliore auto era quella che doveva ancora essere progettata e questo ci pone sempre di fronte ad un limite più alto da superare». Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere una carriera culinaria? «Io consiglio ai giovani di studiare, conoscere, viaggiare e fare esperienze armati di tanta umiltà e mantenendo sempre i piedi saldamente per terra». Lei pensa che per diventare un bravo chef sia necessario fare una scuola di formazione? «I giovani sono il futuro, bisogna metterli in condizione di studiare, devono studiare il più a lungo possibile, non devono entrare subito in cucina, devono studiare. E alla scuola alberghie- ra devono andarci per scelta, non per imposizione o ripiego o, peggio ancora, moda. Solo se si ama studiare si può crescere, capire, approfondire gli interessi e trasformarli in passione ed entusiasmo. Solo in questo modo si potrà fare ricerca in cucina, ricerca sui prodotti o sulle tecniche senza inseguire le mode del momento». Le piacerebbe far intraprendere la sua stessa carriera ai suoi figli/parenti? «Certo, ma credo che ognuno debba scegliere il proprio futuro, i miei figli stanno crescendo distanti da questo mondo, ma coinvolti dalla mia passione». Lei ha delle ambizioni per quello che riguarda la sua carriera futura? «Mi hanno chiesto : ‘Cosa c’è nel futuro di Massimo Bottura?’. Io ho risposto: ‘ancora futuro’». I giornalisti Emma Bellentani, Dell’Aquila Maria Grazia, Gaia Filippi, Rinaldi Sofia, Gibertini Federico, Giroldi Ludovico, Ippolito Vittorio, Giovanni Marchiò. Il resto della classe 3P Bonanno Claudia, Bougrine Ayoub, Ciaravolo Serena, Di Spirito Elisabetta, El Karmouni Hind, Fratelli Marcello, Liguori Marzia, Muzzini Matteo, Naouali Taisir,Narhmouch Karim, Pacchioni Sara, Piscitello Alessandro,Straniero Nicolò e Taddia Leonardo