CADUTA E RINASCITA DEL REGNO D`EGITTO Senza Radames

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CADUTA E RINASCITA DEL REGNO D`EGITTO Senza Radames
CADUTA E RINASCITA DEL REGNO D'EGITTO
Senza Radames, come farò?
Mi sento in colpa per la sua morte ed ora sono molto triste.
Vorrei morire per raggiungere il mio amato Radames, ma ho paura della morte.
Ora il regno d' Egitto, senza lui e Aida, non è più niente.
Devo fare tutto da sola e il nemico ci potrebbe attaccare ancora.
Da quando sono morti, succedono cose strane.
Il giorno dopo la condanna a morte di Radames, appena svegli, ci siamo accorti le case erano tutte
inondate: il Nilo, di notte, era esondato.
E' un segnale? Quali sciagure ci aspettano?
Qualche anno dopo, Amneris racconta quel che ne è stato dell'Egitto.
Le mie paure erano fondate.
Gli schiavi fecero una ribellione guidata dal padre di Aida: il giorno dopo, erano scappati quasi tutti
i prigionieri.
Verso sera, prima di addormentarmi, sentii un richiamo dal giardino.
Mi affacciai alla finestra, ma non vidi nessuno.
Era un
segnale di guerra, perché dopo cinque minuti ci attaccarono.
I nostri uomini morirono quasi tutti, ne rimasero soltanto cinque, e da quel momento capii che il
regno era perduto.
Presi
una sacca con la mia roba e mi avviai verso Luxor.
Me ne andai e passai giorni e giorni di cammino nel deserto.
Non trovai niente, non mangiavo, non bevevo, ma improvvisamente vidi una vecchietta, che mi
disse: <<Vieni, avvicinati a me>>.
Io svenni.
Dopo
qualche ora, mi risvegliai ed ero in una casa bellissima, anche se piccola.
La
donna mi diede cibo, acqua e una pozione che mi rimise in forze in brevissimo tempo; rimasi così
stupita che mi spaventai. Corsi via con l'intenzione di ricreare il mio regno molto più forte.
Servirono anni, ma ce la feci: il regno d'Egitto era tornato di nuovo grandissimo, con mura alte 10
metri e guardie su tutti i lati.
Feci costruire anche una torre, da dove si controllavano gli eventuali attacchi alla capitale.
Il mio regno diventò il più forte dell'Africa. E io lo governai con saggezza.
A ogni attacco nemico, il mio regno vinceva sempre.
A
ogni vittoria, l'esercito invocava sempre il nome di Radames.
Anthony Vicenzoni
classe II C – Scuola secondaria I grado di Molteno (Lecco)
UN MARITO PER AMNERIS
500esimo anno, decimo giorno del Nuovo Regno
Caro Diario (o dovrei dire papiro),
È passato un anno da quando Aida e Radamès sono morti. Ci sono stati momenti difficili, ma ora,
finalmente, siamo tornati un regno florido come prima, abbiamo di nuovo un esercito forte e il
raccolto è stato buono. Nell'arco di questo anno sono cambiate tantissime cose: papà è venuto a
mancare, quindi io sono diventata regina. Non potevo governare nelle condizioni in cui ero: ero
davvero scoinvolta per la morte di Radamès e Aida. Ma dovevo farlo per i miei sudditi, quindi ho
deciso di voltare pagina, ormai, quello che era successo era successo.
Grazie a me, è stato organizzato un esercito più forte, soprattutto dopo aver perso delle guerre
contro gli Ittiti, i Nubiani e i popoli del mare, che hanno ottenuto alcuni dei nostri territori. Che se li
tengano! Hanno ottenuto solo un tratto del deserto. Noi vogliamo espanderci in Libia, poi sempre
verso occidente per arrivare al di là del mare. Chissà cosa ci sarà sulle altre coste...
Ma la guerra non è stata l'unico evento: Ramfis è stato assassinato! Non so chi sia stato e temo che
non riusciranno a catturare il colpevole.
C'è stata anche una svolta nella mia vita sentimentale: mi sono innamorata di un altro condottiero
militare, che si chiama Ramonès. Sembra un clone di Radamès, ma è molto più muscoloso, bello e
alto! Cerco in tutti i modi di conquistarlo, ma non ci riesco. Lo riempio di belle cose e lui non
ricambia.
La settimana scorsa gli ho regalato un'armatura tutta dorata e lui mi ha detto “grazie”. Solo
“grazie”! Ma te ne rendi conto? Questo è inaccettabile! Ho bisogno di un re! Non posso vivere sola
per tutta la mia vita. Ma forse... forse lui... forse lui ama qualcun'altra! Forse una SCHIAVA. Forse
ama... AMINDA!!! È la schiava più bella.
Però c'è un problema davvero colossale: AMINDA è NUBIANA!
Non devo causare anche a loro due la fine che hanno fatto Aida e Radamès. Devo farli scappare in
Nubia. Devo riuscirci!
500esimo anno, quindicesimo giorno del Nuovo Regno
Caro Papi... (mmmh... Forse preferivi Papiro).
Va bene. Caro Papiro, sono riuscita a far fuggire Ramonès e Aminda. Almeno ora vivranno in pace il
loro amore. Beati loro, mi sono fatta sfuggire Radamès e Ramonès, ma il mondo è pieno di bei
ragazzi e da qualche parte ci sarà quello adatto a me. Spero di incontrarlo al più PRESTO possibile,
dato che mi serve un re!
Spero non sia un soldato, perché starebbe via molto tempo per le battaglie e rischierebbe la vita.
Se gli succedesse qualcosa sarebbe una sciagura!
Prima di chiedermi cosa fa o come è dovrei trovarlo, però!
Che ansia! Spero di non essere costretta a portare la barba come la mia antenata Hatshepsut per
interpretare al meglio il mio ruolo di donna-re. Se così fosse, temo non sarà facile fare in modo che
qualche bel giovane si innamori di me... Per fortuna, ci sei almeno tu.
Tua affezionata
Amneris
HARASHMAN SINGH – II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
UN NUOVO AMORE PER AMNERIS
Il giorno della morte di Aida e Radames
E' la fine per me. Ho perso Aida e Radames.
Adesso mi sento sola, non ho nessuno che cerchi di ostacolare il mio amore, ma neanche un uomo
che mi meriti. Inoltre, ho paura che gli Etiopi si stiano preparando per un attacco.
Qualche mese dopo
Mi sono alzata dal mio regale letto e sono andata a farmi un bel bagno rilassante. Quando sono
arrivata nella sala da pranzo, ho visto un guerriero molto interessante. Continuava a fissarmi, come
se per i suoi occhi ci fossi solo io. Finito di mangiare, c’era la mia amica di nome Salima che mi
aspettava per andare al mercato.
Più tardi mi aspettava l’ora di equitazione. E poi non sai cosa mi è toccato fare! Sono andata dal
fabbro per fargli prendere le misure per la nuova armatura. La odio!
La mia rabbia si è però attenuata al banchetto di mezzogiorno: c'era ancora quel guerriero e quel
guerriero mi guardava ancora. Sono uscita dalla sala e lui, il soldato, mi seguiva. Ad un certo punto
mi ha afferrato il braccio e mi ha detto di non correre. Allora, ho continuato a camminare
tranquillamente e sono tornata in camera mia.
Quando gironzolo per il palazzo, imparo sempre cose nuove, perché è tutto un mistero la mia
dimora.
Mi sono sdraiata sul mio letto e... ho pensato tutto il giorno a lui. Penso sempre a lui!
Dopo qualche ore, stavo andando alle stalle per la mia cavalla e l’ho rivisto. Allora gli ho chiesto
come si chiamasse e lui ha risposto di chiamarsi Alef.
Ho riflettuto e ho scoperto dentro di me che mi piace Alef, quel guerriero muscoloso, intelligente...
e poi sa anche come conquistare una donna!
Così, quando l’ho visto, senza vergogna gli ho chiesto se io gli piacessi. Lui, dopo qualche minuto,
mi ha sorriso e ha detto di sí.
Segretamente si siamo incontrati. Da quel momento sono la donna più felice del mondo, anche se
terrò sempre dentro di me il ricordo di Radames, che io ho portato alla morte.
Certi ricordi non ti abbandonano mai.
Francesca Spreafico – II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
UN DOLORE CONDIVISO
Poco tempo fa ha perso le due persone a me più care: Aida e Radames. Io mi chiamo Amneris,
sono la figlia del re dell’Egitto, la massima carica dello stato Egizio, e ha uno spirito indipendente
ed equilibrato.
Poco tempo fa, durante la guerra tra Egizi ed Etiopi, mi sono innamorata di Radames, il guerriero
che era stato nominato comandante dell’esercito egizio da Ramfis, il capo dei sacerdoti.
Radames, però, non ha mai ricambiato il mio amore, perché aveva occhi solo per la bella Aida, una
ragazza che durante una spedizione militare era stata catturata e resa schiava dagli egizi Era la figlia
del re d’Etiopia Amonasro.
Io, facendomi sottomettere dalla gelosia e intuendo che Aida potesse essere una pericolosa rivale,
l’ho ingannata, fingendomi una sua cara amica, e così mi ha rivelato il suo amore nei confronti di
Radames. Quando l’ho scoperto, mi sono arrabbiata parecchio: io volevo solo Radames, nessun
altro uomo, ma lui desiderava solo Aida, solo lei!
I guerrieri sono tornati in patria, gli egizi avevano vinto, ma il padre di Aida è stato catturato e ha
costretto Aida a farsi rivelare da Radames la posizione dell’esercito egizio, per poi fuggire con lei.
Non avevo mai visto Radames così preoccupato: era disperato e nella confusione si è consegnato
prigioniero al sommo sacerdote, perché aveva tradito la sua patria. È stato condannato a morte ed
è stato sepolto vivo nella cripta. Il dolore che provavo era inimmaginabile, ero triste, disperata,
distrutta.
Dopo poco tempo, il Nilo è uscito dal suo letto e ha coperto il cadavere. Poi, passata la tempesta,
mi sono avvicinata ala sua tomba e qualcosa è affiorato dall’acqua. Era un braccialetto.
L’avevo già visto sul polso di qualche ragazza, ma non mi ricordavo bene. Sono tornata a casa e ci
ho pensato: era il braccialetto di Aida, sì, era proprio il suo! Tutto d’oro, tempestato di diamanti
colorati, bellissimo.
Erano là sotto insieme, ed io ero davvero dispiaciuta. La mia gelosia mi aveva portato a questo.
Dopo qualche giorno, Amonasro, ancora prigioniero, ha scoperto che Aida era morta con Radames
e ha cercato di scappare. L’hanno seguito molti schiavi e prigionieri etiopi, che sono riusciti a
fuggire. Mio padre, con alcuni soldati, li ha inseguiti, ma nella notte si sono persi e degli etiopi non
è rimasta nemmeno l’ombra. Pensavo che gli Etiopi fossero riusciti a tornare in patria.
Il giorno successivo, però, sono andata alla cripta di Aida e Radames. Di fianco alla tomba c’era un
uomo; mi sono avvicinata a lui ed era Amonasro. Era inginocchiato e piangeva, urlava, invocava il
Dio Ftha ,perché si era reso conto di non essere stato un buon padre e di aver portato alla morte
sua figlia e il suo amato. Io mi sono inginocchiata al suo fianco e ho iniziato a piangere insieme a
lui.
Il dolore ha tanti volti, ma si fa sempre riconoscere, anche sul volto di un nemico.
Matilda Riva - II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
QUELLO CHE TEMO DI PIU'
Caro diario,
ho perso le due persone a me più care. Che ne sarà di me? Che ne sarà del mio regno? Riuscirò a
essere un buona regina? Riuscirò a dimenticare Radames, il mio grande amore, e Aida, la mia
schiava, ma anche mia grande amica?
Se tu almeno mi potessi rispondere e dare consigli!
Non so a chi chiedere: mio padre è morto, Ramfis non c’è più. Ora sono sola alla guida di questa
grande nazione: l’Egitto. Non ho neanche un Re al mio fianco, un uomo che mi segua e mi consoli
nei momenti più difficili. Sono disperata…
Mi mancano Aida e Radames: erano quelli che mi sapevano ascoltare.
Da qui, dalla Terra, voglio chiedere scusa ad Aida, la mia schiava, la mia amica, la mia sorella.
Radames, perdonami anche tu se ti ho trattato male, se ti ho condannato alla vita eterna e se ho
cercato di privarti dell’amore di Aida. Ho implorato il tuo amore, anche se non ricambiavi, la gelosia
era entrata in me e fino alla tua morte non è uscita dalla mia anima. Dannata gelosia, dannata vita!
Chi proteggerà ora la terra d’Egitto dagli attacchi dei nemici? Eccoli: già li sento! Gli Etiopi… O forse
sono popoli sconosciuti che vengono da lontano?
Siete voi, popoli del mare, che avanzate sospinti da venti di guerra?
Saprò affrontarvi: non ho paura di voi. Temo di più la mia vita senza Radames e Aida.
AMNERIS
Virginia Colombo – II B
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
PRIGIONIERA IN ETIOPIA
Amneris si dispera dopo la morte di Aida e Radames e affida i suoi pensieri al suo diario.
Che ne sarà di me? Che cosa accadra al mio regno d'Egitto?
Parliamone. Ora ti dico come è andata: nell'ultima guerra combattuta dal mio popolo, è stata
catturata la figlia del re d'Etiopia Amonasro. Aida è stata resa schiava, al mio servizio, ma, intanto,
si è innamorata del mio fidanzato, Radamès.
COSÌ NON VA BENE!! Lo pensi anche tu? Assistendo a un “incontro” tra Aida, suo padre e Radamès,
ho scoperto il loro piano e sono stata costretta a farlo arrestare. E' stato processato ed è morto
insiema ad Aida. CHE RABBIA!
Che cosa ne pensi?! Lo ritieni giusto?
Ora sono rimasta sola, c'è solo mio padre, non ho amici, non ho qualcuno con cui parlare, non ho
nessuno! Beh, forse sei rimasto tu, caro diario.
Anche se ero molto gelosa, mi dispiace aver provocato tutto questo.
Cosa farò adesso?
Due mesi dopo.
Ti sarà giunta voce che è scoppiata un'altra guerra tra Egitto ed Etiopia.
Questa volta hanno vinto gli Etiopi e... indovina un po'?! MI HANNO FATTA PRIGIONIERA!!!! (È dura
la vita)
Ora sono qui, dietro le sbarre, con te.
Come Aida, sono al servizio di un principe etiope, il fratello di Aida, Sarat. E' un uomo alto e
intelligente, porta dei vestiti bianchi, candidi, come il lino appena lavorato.
Vuoi la verità? Mi sono innamorata di lui!
Ho deciso di dirglielo quando avrò l'occasione di farmi
ricevere. Per la mia bellezza, credo infatti che si sia innamorato anche lui.
ORA NON DIRMI CHE SEI GELOSO!
Potremmo finalmente concludere una pace tra i nostri popoli. Come? SPOSANDOCI!!!!
Non ti offendere, sei sempre il numero 1!
Saluti e baci.
Tua Amneris
Cristopher Beneduce – II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
LE ALI DELLA SPERANZA
La tempesta infuria, la sabbia danza nell'aria, le palme si scuotono e il fiume sembra bombardato
da minuscole gocce scoppiettanti. I granelli mi investono, faccio fatica a camminare, allora mi
accascio e mi nascondo e aspetto... aspetto...
Finalmente il vento cessa, il lenzuolo di sabbia si distende sul materasso del deserto, la tempesta
trova pace, come quando il cavallo imbizzarrito si addormenta. Allora mi alzo, sollevo le mie elitre
blu metalliche: il caldo non è ancora soffocante, mi devo sbrigare.
Inizio a sbattere le mie ali sul posto. Il loro rumore sembra quello del vento, che entra nella
piramide e raggiunge la camera di sepoltura; poi ritorna, passando per i corridoi.
Quando sono abbastanza riscaldato, mi sollevo da terra e a tutta velocità mi dirigo verso la città.
E' meraviglioso vigilare il territorio circostante; le acque del Nilo, pacifiche, sobrie, si dirigono unite,
come attirate da una forza misteriosa. Dall'altro lato, il deserto, immensa distesa di sabbia, un
oceano, le onde si dissolvono e si riformano velocemente, tanto che senza mappa non ci si orienta.
Ma per me, la vera mappa è il cielo.
Ad un tratto la scorgo. Sì, è proprio lei: Amneris. Io la conosco molto bene, abito vicino al suo
palazzo da molto tempo.
Dopo la morte di Aida e Radamès, nel suo cuore si è formato un vuoto incolmabile. Non la
riconosco più, si comporta in modo strano, gironzola per le stanze e i corridoi pensierosa, poi si
chiude in camera, urla, piange e si dispera.
Una volta, la pazzia rischiò persino di prevalere sulla coscienza. Era estate, se mi ricordo bene,
quando furono ritrovati in camera sua due serpenti a sonagli, estremamente velenosi. Maledisse le
serve che la fermarono.
E' in continua lotta con se stessa, si insulta, butta perfino oggetti preziosi: bisognerebbe vendere le
tre grandi piramidi della piana di Giza per recuperare il denaro perso.
Forse, un giorno, si renderà conto che nessun gesto eclatante potrà mai cancellare qualcosa che ti
si è radicato nella mente.
Bisogna imparare a pensare prima di agire. Le mani sono prive di sentimenti, fanno del male e non
se ne accorgono. Così come la voce: provoca disastri, se usata per pronunciare parole malvagie. Ci
è stata donata per fare del bene: perché sprecarla? Perché offenderla?
Il pensiero e la coscienza ci tengono in vita. Senza il pensiero, ogni parte del corpo fa quello che
vuole, senza controllo, fa del male.
Pensare prima di agire è fondamentale, ci permette di fare la scelta giusta, consapevole. Il
ragionamento si deve presentare prima dei fatti, deve essere alla base della nostra vita, ci
permette di non farci ingannare. Ma, se lo trascuriamo, anche lui ci trascura, ci lascia privi di senno
in una vita di inganno e arroganza, come è la nostra.
Amneris, il passato è passato e il futuro non si conosce!
Per quello che si può, bisogna fare bene il presente. Smettila di tormentarti con gli errori passati,
cerca solo di non commetterli più.
Fai del bene e vedrai che i brutti ricordi si cancelleranno da soli.
Fede e speranza.
Ciao.
Blue
Davide Corti - II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
GIORNI BUI PER IL REGNO D'EGITTO
Amneris, chiusa nel suo dolore, si dispera al riparo da sguardi indiscreti.
Ho perso le due persone a me più care: Aida e Radames. Che ne sarà di me? Che cosa accadrà al
mio amato regno d’ Egitto? Da giorni interi piango e non mi do pace! E’ tutta colpa mia, sono io la
responsabile della morte di Radames e della mia serva Aida. Di notte ho incubi tremendi e mi
sveglio stanchissima: non ce la faccio più!
Ma non sono solo io ad essere così nervosa; anche l’intero regno ne risente. Infatti, l’altro giorno
ho ascoltato una conversazione tra mio padre e Ramfis, capo dei sacerdoti: sono in tensione
perché credono ci sarà un attacco nemico da parte degli Etiopi. Hanno scoperto che la loro
principessa e futura regina è morta e credono che siamo stati noi egiziani ad ucciderla. Ho paura
per il nostro regno: sono sicura che scoppierà una terribile guerra in grado di devastare il nostro
bellissimo paese. Stamattina ero così distrutta a causa della mia insonnia che ho deciso di recarmi
al tempio e pregare: non ci andavoda tanto. Mi sono rivolta a Fthà, dio del sapere e della
conoscenza: visto che lui è tanto sapiente, magari potrà darmi un consiglio. Finito di pregare, sono
ritornata a palazzo e subito sono stata convocata da mio padre, il faraone. Una volta entrata nella
sala del trono, ho scoperto che non era solo: vicino a lui sedevano Ramfis, tutti i sacerdoti e alcuni
rappresentanti del popolo. Avevano tutti una faccia spaventata e da subito ho capito che qualcosa
non andava.
E’ stato mio padre a parlare: nella parte meridionale del regno, un’inondazione anomala del Nilo
ha distrutto tutto. L’acqua rimasta sul terreno ha causato la formazione di paludi e si è diffusa una
terribile epidemia.
Quando sono uscita dalla sala, ero sconvolta: l’intero regno sta vivendo un’esperienza terribile e
nuova e per di più c’è anche il problema degli etiopi. Come faremo a superare tutto? Volevo uscire
e andare a Tebe: lì c’è sempre tanta gente e ho pensato che mi sarei distratta in po’! Ma mio padre
non me lo ha permesso.
L’epidemia si è diffusa anche lì e rischierei di essere contagiata anche io. A cena non ho mangiato
molto e, una volta ritornata in camera mia, ho iniziato a scrivere. In questo modo, sono riuscita
sfogarmi. Credo che scriverò anche domani. Questi giorni dovranno passare alla storia.
Amneris
Gloria Campanari- II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)
DIARIO DI GUERRA E D'AMORE
Caro diario,
sono disperata. Lo so che non ti scrivo da un po' di tempo. Non ti scrivevo perché avevo
trovato una schiava che consideravo come una sorella. Ma ora se ne è andata con Radames,
l'uomo che ho sempre amato.
Ora che lei e Radames non ci sono più, i miei giorni sembrano infiniti.
Il giorno in cui se ne sono andati, sono rimasta ore e ore a pregare Anubi che me li restituisse, ma
non sono stata assecondata.
Tornata a casa, mi sono rinchiusa nella mia stanza. Ora sono qua, sdraiata sul mio giaciglio, a
scrivere, per liberare tutto quel dolore che ho dentro.
Mi devo far coraggio e continuare la mia vita, continuo a ripetermi.
Caro diario,
mi sono tranquilizzata adesso, dopo essermi sfogata con te.
Qualche giorno dopo la morte di Aida e Radames, siamo stati attaccati dall'esercito Etiope,
intenzionato a vendicare la morte di Aida. Siamo stati colti di sorpresa. I nostri soldati non erano
pronti, ma sono scesi lo stesso sul campo di battaglia, alcuni senza armatura, altri senza armi, solo
nel nome del loro compianto capo Radames. A loro non importava perdere la vita, ma solo che il
loro capo fosse fiero di loro, anche nell'aldilà. Molti sono morti, altri gravemente feriti, pochi ne
sono usciti illesi.
Continuo a ripetere dentro di me che questo attacco non glielo perdoneremo mai.
Caro diario,
sono passati quasi due anni dall'attacco degli Etiopi.
Adesso tocca a noi: vendicheremo i nostri coraggiosi guerrieri uccisi durante l'ultimo attacco.
Saremo cosi svelti che nessuno si accorgerà del nostro passaggio.
Alla battaglia parteciperemo anche io e mio padre. Non importa se siamo sovrani: combatteremo
per la patria.
Due giorni dopo
Siamo arrivati sul territorio Etiope.
Dopo sanguinose uccisioni, finalmente è giunto il faccia a faccia con Amonasro. Gli ho infilzato la
spada nel cuore, e ho chiesto perdono ad Aida. Quel che è giusto è giusto: io devo servire il mio
popolo.
Un anno dopo
Non riuscivo a scriverti per il fatto che non ti trovavo più, mio adorato Diario.
Ma, se vuoi, sono pronta a raccontarti ogni giorno di questo ultimo anno.
Prima di tutto, voglio raccontarti la straordinaria esondazione del Nilo.
Era notte fonda quando il Nilo è straripato. Alcuni non se ne sono accorti e hanno perso la vita.
Siamo stati tutti presi alla sprovvista. Il fiume ci ha portato via tutto quello che avevamo di più caro
e ora custodisce tutto nel suo letto.
Tre anni dopo
Caro diario,
perdonami per l'ennesima volta se mi sono scordata di te per tanto tempo. Ma ora sono
Imperatrice.
Mio padre ci ha lasciati qualche anno fa per colpa di una malattia sconosciuta.
Ora sono più forte che mai e devo portare avanti quello che ha iniziato lui.
Inoltre, mi sono anche sposata. Mio marito è uno dell'esercito e si chiama Ramfas.
Ho avuto anche due figli. Il più grande si chiama Radames, la più piccola Aida.
Del resto, in quale altro modo avrei potuto chiamarli?
Oumarou Fofana – II C
Scuola Secondaria I grado – Molteno (Lecco)