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Boll. Farmacodip. e Alcoolis., XXIV (4) 2001
Le rappresentazioni dell’ecstasy in giovani frequentatori di discoteche
Ines Testoni1, Lucia Ronconi2, Bivi Tiziana3
Riassunto
Il presente articolo si inscrive nell’universo della psicologia sociale culturale e considera le modalità con le quali un
gruppo di 74 giovani frequentatori di discoteche si rappresentano l’Ecstasy. Il fenomeno dell’Ecstasy è una realtà che in
questi ultimi decenni coinvolge tutta l’Europa e in Italia si evidenzia una certa difficoltà nel gestirlo. In questa sede presentiamo i risultati di una ricerca sul campo. La ricerca è stata realizzata utilizzando una parte dello strumento predisposto e
validato da Zanellato, et al. (1999), Milanese, et. al. (2000), questionario a scale di atteggiamento da cui sono stati selezionati 30 item relativi a due dimensioni sulle quali vengono costruite le rappresentazioni sociali: l’ancoraggio e l’oggettivazione. Nell’indagine si delinea per un verso la discrepanza tra le forme con cui generalmente viene connotata tale sostanza
e quelle del gruppo contattato, per l’altro verso il modello strutturale con cui gli elementi descrittivi considerati organizzano
la stessa rappresentazione.
Parole chiave: Ecstasy, Giovani, Rappresentazione sociale
Abstract
Ecstasy representations among young disco-goers
This article deals with social and cultural psychology and analyses ecstasy representation among 74 young discogoers. Ecstasy use has affected the whole of Europe over the last decades, and has been handled with some difficulty in
Italy. This article presents the results of a field study carried out using part of the attitude scale questionnaire designed and
validated by Zanellato et al. (1999) and Milanese et al. (2000). 30 items were selected from the questionnaire dealing with
the two dimensions that are used to create social representations: anchoring and objectification. The study points to differences between the way this substance is normally perceived, and its perception by the targeted group on the one hand, and
the structural model of the descriptive elements used to create this representation.
Keywords: Ecstasy, Young people, Social representations
Introduzione
L’articolo presenta una ricerca inerente alle rappresentazioni e agli atteggiamenti rispetto all’Ecstasy, da parte di
giovani frequentatori di discoteche della provincia di Padova. L’importanza delle rappresentazioni nello studio dei fenomeni che facilitano comportamenti autolesivi è già stato
sottolineato, specialmente nell’ambito della psicologia della salute (per rassegne: Jonas, 1993; Stroebe, Stroebe,
1994); in tale territorio è stato inoltre dimostrato il ruolo
basilare giocato dagli atteggiamenti; si vedano in tal senso
il modello dell’azione ragionata e la teoria del comporta-
1
mento pianificato (per rassegne: Ajzen, 1988; Eagly,
Chaiken, 1993). Nell’area relativa alle tossicodipendenze è
stata rilevata l’importanza delle rappresentazioni di sostanze psicotrope rispetto al rifiuto o alla predisposizione ad
assumerle (Fountain, et al. 1999; Newcomb, et al. 1986).
Altresì, nel mondo occidentale, l’Ecstasy, secondo recenti
indagini storiche e sociologiche, risulta consumata perlopiù
da giovani frequentatori di discoteche e rave-party (Grob,
2000). Il presente contributo entra nel merito di tali argomenti, inscrivendosi nella cornice della psicologia socialeculturale, che riprende per un verso i già ampi studi di matrice socio-costruzionista nell’ambito delle tossicodipen-
Ricercatrice presso il Dipartimento di Psicologia Generale - Università di Padova - Via Venezia 8 - 35131 Padova - tel. e fax
030642320 - e-mail: [email protected]
2 Tecnico laureato presso il Dipartimento di Psicologia Generale - Università di Padova - Via Venezia 8 - 35131 Padova.
3 Educatrice.
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Articoli
denze (cfr. Salvini, Zanellato, 1998), per l’altro la tradizione psicosociale francese, relativa allo studio delle rappresentazioni sociali (cfr. Farr, Moscovici, 1984; Moscovici,
1961/1976; Jodelet, 1989). In particolare si situa nello studio del rapporto tra atteggiamenti e rappresentazioni indicato da Doise (1989), Jaspars e Fraser (1984), Palmonari
(1991).
Rappresentazioni mitologiche dell’Ecstasy e valori giovanili
A seguito della seconda rivoluzione cognitiva (Harré,
Gillett, 1994), all’interno della psicologia sociale si è
rafforzata la dinamica costruzionista, che ha rinnovato l’interesse per i processi simbolici e per il ruolo su di essi giocato dal contesto culturale (Bruner, 1990; Cole, 1995,
1996; Mantovani, 1995, 1998). Il tema del rapporto tra atteggiamenti e rappresentazioni sociali offre un risalto particolare al tema dei valori (Danziger, 1990), i quali assumono una certa importanza quando si analizzino gli atteggiamenti dei giovani, rispetto a comportamenti considerati auspicabili o deprecabili (Trentini, 1995). Gli atteggiamenti
sono infatti la controparte individuale dei valori sociali
(Thomas, Znaniecki (1918). Le rappresentazioni sociali rispecchiano sistemi di valori, secondo due funzioni: a) stabilire un ordine che consenta agli individui di orientarsi nel
mondo e padroneggiarlo (familiarizzazione); b) permettere
che abbia luogo la comunicazione fra membri della comunità, attraverso codici che denominino e classifichino in
modo non ambiguo l’esperienza. Relativamente alle modalità di costruzione delle rappresentazioni sociali, due sono i
processi di base: l’ancoraggio e l’oggettivazione. L’oggettivazione reifica i tratti concettuali che costituiscono una
rappresentazione, conformandosi a un “nucleo figurativo”
sul quale vengono naturalizzate le componenti dell’idea;
l’ancoraggio mette in rapporto la stessa ad altre dimensioni, integrandosi nella rete cognitiva sociale e soggettiva
(Jodelet 1989; Moscovici, 1961/1976). In questa sede intendiamo rilevare quali tratti, dell’ancoraggio e dell’oggettivazione, entrino in gioco nelle rappresentazioni dell’Ecstasy in giovani frequentatori di discoteca, in rapporto ai
possibili valori che già costituiscono la mitologia sociale
della sostanza.
Come indica l’interazionismo simbolico, il significato
attribuito alla droga statuisce la natura dei suoi effetti e il
valore del suo uso, all’interno delle dinamiche sociali
(Becker, 1963). I tratti essenziali individuati dagli studiosi
che si sono interessati al rapporto valore-cultura rispetto
all’uso di droga (Derrida, 1989; Harrison, 1988; Szasz,
1974; Zolla, 1998), sono: a) la sostanza veicola significati
che già appartengono al contesto storico-culturale e li valorizza secondo le esigenze situate di specifici gruppi umani;
b) attingendo da questi organizzatori di senso, l’individuo
assume determinati atteggiamenti rispetto alle droghe. Uno
dei territori che giocano un ruolo fondamentale nella costruzione di rappresentazioni di valore e atteggiamenti rispetto all’uso di droghe è il gruppo dei pari (per una rasse-
gna e analisi sistematica: Ravenna, 1993). L’Ecstasy già
gode di una sua rappresentazione. Dopo la scoperta del
rapporto dell’assunzione dell’eroina con AIDS, l’MDMA
si è imposta come un prodotto “non pericoloso”, aprendo
in Italia l’uso delle droghe a scopo ricreativo (Macchia, et
al. 1995). Questa sua rappresentazione ha determinato la
sottovalutazione degli effettivi danni che essa produce
(Fountain, et al. 1999; Grob, 2000). Nella cultura giovanile, sembra quindi emergere la convinzione che l’Ecstasy
non dia dipendenza e non sia eccessivamente nociva (Bagozzi, 1996), contrariamente a quanto è stato dimostrato
(Jansen, 1999; Macchia, et. al. 1995; Schifano, et al 1995,
Schifano et al. 1997). Uno degli aspetti più rilevanti
dell’Ecstasy è l’effetto empactogeno, ossia quello relativo
al vissuto di empatia e vicinanza con gli altri (cfr. Bagozzi,
1996; Gatti, 1998; Giannelli et al. 1999). A questo effetto
si aggiunge il vissuto di abbattimento dei confini tra sé e il
mondo, l’aumento della fiducia in sé stessi e la diminuzione del senso del pericolo (Zotti, 1996). Secondo Wright e
Pearl (2000), le motivazioni più frequentate dai giovani per
assumere droghe consistono nel desiderio di “sentirsi grandi”, di “crescere” e del bisogno di “allontanarsi dai problemi”. Risultano quindi essenziali alcuni aspetti valoriali, già
riscontrati dalla letteratura: a) il basso livello di pericolosità; b) la facilitazione ambientale; c) la facilitazione relazionale con gli altri; d) il sostegno alla rappresentazione di
sé.
La ricerca
Scopi e obiettivi della ricerca
Il primo obiettivo è stato quello di considerare se la
struttura fattoriale, ipotizzata sulla base dei risultati di
Milanese et al. (2000) – realizzata su un gruppo di 3044
studenti di scuole medie superiori, in cui sono emersi
come fattori principali: l’affermazione di sé, la coesione
di gruppo, la percezione della pericolosità, la dipendenza
– trovasse un riscontro concreto nelle rappresentazioni
dell’Ecstasy dei giovani che frequentano la discoteca. La
convalida della struttura fattoriale si è sviluppata in due
momenti: a) verifica della consistenza di ciascuna scala
di atteggiamento; b) verifica di un modello relazionale
tra le scale che le riconducesse alla dimensione ancoraggio-oggettivazione. I due punti sono stati sviluppati con
un modello di analisi fattoriale confermativa (Bollen,
1989); ossia si è costruito e verificato il rispettivo modello di equazioni strutturali impiegando il programma
LISREL 8.30 (Jöreskog, Sörbom, 1993). È stato poi
considerato se alcune variabili, quali sesso, età, scolarità,
lavoro, nonché l’uso personale di Ecstasy e l’abuso di
droghe in famiglia, condizionassero la posizione registrata lungo le dimensioni individuate. A tal fine abbiamo
impiegato l’analisi della varianza (procedura GLM, pacchetto statistico SPSS 10.0.7).
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Il gruppo considerato
Il gruppo analizzato è composto da 74 giovani (32 femmine e 42 maschi), di età compresa tra i 16 e i 28 anni (età
media 20.5), contattati il sabato sera in due discoteche della provincia di Padova. È stato loro richiesto di compilare
singolarmente un questionario, garantendo l’anonimato. Le
caratteristiche salienti del gruppo sono le seguenti: rispetto
al titolo di studio il 46% frequenta le superiori o ha già
conseguito il diploma, il 42% ha concluso solo la scuola
dell’obbligo, il 12% possiede altri titoli (nessun laureato).
Rispetto alla professione il 26% è ancora studente, il 7%
disoccupato, gli altri lavorano come: artigiano (5%), libero
professionista (9%), dipendente (25%), operaio (28%). Relativamente all’abuso di sostanze da parte di familiari risulta: il 41% (sì), il 59% (no); tra coloro che hanno risposto
sì: 40% il padre; 16% la madre; 22% fratello/sorella; 22%
altro. I livelli di informazione intorno ai temi sulla droga
sono stati valutati: soddisfacenti (87%), insufficienti
(13%); e sono stati acquisiti tramite: amici (26%), giornali
(20), televisione (18%), scuola (16%), internet (15%), altro
(5%). Sugli effetti dell’Ecstasy dichiarano di saperne abbastanza l’84% (no: 12%, non so; 4%). Dichiara di aver bisogno di ulteriori informazioni il 47% degli intervistati (no:
53%). I contatti con persone che usano Ecstasy risultano
molto elevati: 82% (sì), 18% (no); come pure notevole è la
percentuale di coloro che hanno assunto almeno una volta
tale sostanza: 46% (sì), 53% (no) e 1% (non risponde).
Lo strumento e le frequenze
Lo strumento è stato estrapolato dal questionario elaborato e utilizzato nelle ricerche di Zanellato, Melosi (1999),
Zanellato et al. (1999); Milanese et al. (2000). Si è inteso
utilizzare solo una parte della scala di atteggiamento predisposto dagli autori, al fine di focalizzare le forme di rappresentazione della sostanza. Mantenendo sostanzialmente
invariate le rilevazioni delle variabili socioanagrafiche, sono stati estratti gli item riconosciuti come corrispondenti ai
processi di “ancoraggio” e “oggettivazione”. L’operazione
è stata realizzata sottoponendo lo strumento a due giudici
qualificati; sono stati scelti gli item che trovassero d’accordo entrambi gli esaminatori. (nella tabella n. 1 è possibile
vedere la differenziazione degli item estratti). È stato così
ottenuto uno strumento agile, idoneo per la somministrazione in ambienti in cui è difficile garantire la concentrazione dei soggetti, che possono peraltro essere sotto effetto
di sostanze. Il questionario originale presenta 100 item,
quello utilizzato in questa sede solo 30.
L’ancoraggio riguarda il radicamento sociale; in tal
senso esso costituisce il significato della rappresentazione,
insieme al riconoscimento dell’utilità, ovvero del valore
che all’interno di un gruppo le viene riconosciuto (Jodelet,
1989). Gli item relativi a questo aspetto presentano l’Ecstasy facendo ricorso a valori positivi, ai quali viene appunto
collegata la rappresentazione sociale della sostanza. Gli
item descritti richiamano infatti quanto esposto dalla lette-
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ratura rispetto alla mitologia giovanile (intesa come organizzazione simbolica di credenze) nutrita sull’argomento. I
valori chiamati in causa possono essere classificati nelle
scale già indicate dalla letturatura sull’agomento e più sopra evidenziate: a) Sostegno al sé (item: 11, 14, 19, 23, 28,
29): la sostanza aumenta la percezione positiva di sé; b) Effetto empactogeno (item: 4, 9, 16, 26): la sostanza migliora
la comunicazione e il rapporto con gli altri; c) Ambientazione (item: 7, 24, 2): la discoteca facilita il contatto con la
sostanza.
L’oggettivazione riguarda le modalità con cui i tratti di
una rappresentazione si unificano conformandosi a un nucleo figurativo; in questo caso una delle costituenti essenziali offerte dalla letteratura rispetto all’Ecstasy riguarda la
sua non pericolosità. Il nucleo figurativo di fondo è espresso attraverso la polarità “leggerezza-pesantezza”. Lo strumento ha messo a disposizione 17 item indicando diverse
gradazioni di nocività della sostanza in rapporto ad altre
droghe che ormai appartengono all’immaginario collettivo
storico o quotidiano della cultura contemporanea (eroina,
cocaina, LSD, psicofarmaci, ecc.). Sono state dunque individuate due scale: a) Droga leggera (item: 5, 6, 8, 12, 17,
21, 25, 30): gli item indicano la rappresentazione dell’Ecstasy secondo il nucleo figurativo “leggerezza” per indicare la sua minore nocività, anche in rapporto ad altre sostanze (sigarette, alcool, marjuana, ecc.); b) Droga pesante
(item: 1, 3, 10, 13, 15, 18, 20, 22, 27): gli item indicano la
rappresentazione dell’Ecstasy in rapporto alle sostanze che
vengono rappresentate secondo il nucleo figurativo “pesantezza” per indicare la loro nocività. Nella scala “Droga leggera” non sono significativamente correlati gli item 5 (Si
preferisce usare le pastiglie perché costano meno) e 8 (Le
pastiglie non danno dipendenza per questo si possono
prendere ogni tanto), i quali sono stati esclusi producendo
un importante miglioramento sulla dimensione. Riteniamo
che questo sia avvenuto poiché il primo (“5”) presenta un
aspetto economico non facilmente verificabile da parte degli intervistati; il secondo (“8”) contiene una contraddizione: se l’Ecstasy “non dà dipendenza” non dovrebbe derivare da tale sicurezza il “poterlo prendere ogni tanto”. Anche
nella scala “Droga pesante” sono risultati non correlati due
item, che sono quindi stati esclusi producendo un significativo miglioramento della dimensione: il 13 (L’abuso di pastiglie conduce inevitabilmente alla morte) e il 20 (Prendere pastiglie può provocare danni cerebrali). Riteniamo che
la non correlazione di tali item possa dipendere dal fatto
che evocano rappresentazioni molto ansiogene e dunque
capaci di ingenerare un bisogno di difesa. In tal senso è
ipotizzabile su di esse influisca una ulteriore variabile
(l’ansia) non indagata (Tabella 1).
Dall’analisi delle frequenze appare chiaro che si presenta un certo dissenso rispetto agli atteggiamenti che si
istituiscono relativamente alle rappresentazioni offerte
dal questionario. Rispetto all’ambito valoriale dell’area
corrispondente all’ancoraggio, nessun riferimento alla
mitologia dell’Ecstasy, relativa ai suoi effetti comunicativi e di contatto con gli altri, ha ottenuto un punteggio
positivo che superasse il disaccordo. Gli unici item in
Le rappresentazioni dell’ecstasy in giovani frequentatori di discoteche
Articoli
controtendenza sono il 7 “Prendere una pastiglia permette di ballare di più” e l’ 11 “Prendere una pastiglia rende più disinvolto”; si tratta delle variabili che riguardano
valori che si agganciano solo alla condizione “situazionale”: l’essere in discoteca. Rispetto all’oggettivazione,
risulta piuttosto chiaramente che i soggetti sanno che
l’Ecstasy produce danni cerebrali (item 20) e ritengono
che le pastiglie siano facili da trovare (item 1). Da questi semplici dati è già possibile rilevare una prima importante considerazione: l’Ecstasy è una droga “situata”,
ossia viene associata alla disponibilità e al ballo. Ciò significa che qualsiasi battaglia contro questa sostanza non
può assumere solo come bersaglio le forme di dissuasione facendo perno sulle competenze relative alla salute e
al rischio di metterla a repentaglio, in quanto, come si
può evincere dalle risposte offerte dall’oggettivazione,
viene già in genere considerata dannosa.
Analisi fattoriale
I risultati dell’analisi fattoriale confermativa condotta
scala per scala attestano la generale adeguatezza del modello monofattoriale per descrivere la varianza e covarianza tra gli item. Nelle due scale dell’oggettivazione, come
dianzi esplicitato, è stata rilevata la non rilevanza di alcuni
item (“5” e 8” in “Droga leggera”; “13” e “20” in “Droga
pesante”), nonché un sensibile miglioramento di adattamento del modello escludendo gli stessi.
In Tabella 2 sono riportati gli indici di adattamento
considerati per valutare i modelli di equazioni strutturali
realizzati per ogni scala, in cui, per “Droga leggera” e
“Droga pesante”, si fa riferimento ai modelli finali (ovvero
senza gli item 5, 8, 13 e 20). Tutti i modelli presentano un
buon adattamento: il χ2 è non significativo, GFI (Goodness
of Fit Index, Tanaka & Huba, 1984) è maggiore di.90, l’intervallo di confidenza al 90% per RMSEA (Root Mean
Square Error of Approximation, Browne & Du Toit, 1992)
comprende il valore.05 che è considerato la soglia al di sotto della quale il modello ha un buon adattamento. L’unica
scala problematica è “Ambientazione” che presenta un valore basso di CFI (Comparative Fit Index, Bentler, 1990);
secondo questo indice, infatti, l’adattamento del modello è
buono solo se CFI è superiore a.90. Riteniamo che il motivo principale sia legato al basso numero di item (3) che è
in assoluto il minimo possibile per una variabile latente
(Bollen, 1989). Abbiamo comunque deciso di non eliminare questa scala perché è strettamente collegata al contesto,
la discoteca, in cui si muovono i giovani intervistati. Probabilmente sarebbe utile arricchire lo strumento con ulteriori item che rafforzino questo aspetto della rappresentazione, peraltro ritenuto fondamentale dalla letteratura
sull’argomento (Tabella 2).
Il modello che descrive la relazione esistente tra le cinque scale si compone di due fattori: ancoraggio e oggettivazione (Figura 1). Il primo è sotteso agli orientamenti registrati sulle scale “Sostegno al sé” (Sost_se), “Effetto empactogeno” (empatia), “Ambientazione” (ambiente), men-
tre il secondo a quelli relativi alle scale “Droga leggera”
(drog_leg) e “Droga pesante” (drog_pes) (Figura 1).
Tutti gli indici considerati esprimono buon adattamento
tra dati e modello: il χ2 risulta non significativo (χ2=4.28,
gdl=4, p=0.37); l’intervallo di confidenza per RMSEA
comprende il valore-soglia 0.05 (0-0.18); GFI e CFI sono
entrambi superiori a 0.9 (rispettivamente 0.98 e 1). I parametri del modello – coefficienti di regressione tra fattori e
singole scale (l), errori di misura (q) e correlazione tra i
fattori (j) – presentano tutti valori significativi (p<0.05) e
di segno positivo (Tabella 3). Questo risultato rispecchia la
presenza di legami di associazione positiva tra le scale tanto all’interno dell’ancoraggio quanto all’interno dell’oggettivazione e al tempo stesso che le due dimensioni, ancoraggio e oggettivazione, correlano positivamente tra loro. I risultati si allineano con quanto indicato in Milanese et al.
(2000), ove risultano correlate le dimensioni più vicine a
quelle da noi descritte, relative all’“Affermazione di sé”,
l’“Aspetto entactogeno”, la “Percezione di pericolosità” e
la “Coesione di gruppo” (Tabella 3).
La struttura fattoriale, ipotizzata considerando la letteratura sull’argomento e selezionando una parte del questionario Zanellato et al. (1999), Milanese et al. (2000), risulta
confermata dalle analisi fatte. Riteniamo in tal senso che lo
strumento originario goda di una cogenza interna molto
forte, che ha permesso di estrapolare un ulteriore strumento
per individuare gli aspetti strutturali della rappresentazione
dell’Ecstasy, a sua volta in grado di reggere ad un’analisi
di tipo confermativo.
Confronto delle variabili socioanagrafiche sulle dimensioni
Le ricerche di Zanellato, Melosi (1999), Zanellato et al.
(1999); Milanese et al. (2000), che abbiamo preso a riferimento, dimostrano quanto la visione o l’abitudine familiare
rispetto all’uso di sostanze influenzi fortemente gli atteggiamenti degli adolescenti. Anche questa indagine ha confermato che il principale gruppo naturale all’interno del
quale il soggetto può apprendere atteggiamenti favorevoli
all’uso di droghe è il micrositema familiare, ove si costituiscono i processi di socializzazione primaria (McDermott,
1984). L’analisi della varianza condotta su ciascuna scala
per valutare se e quali attributi dei giovani intervistati giochino un ruolo rilevante sulle rappresentazioni dell’Ecstasy, ha evidenziato infatti come solo l’uso di droghe in famiglia e l’uso personale apportino significative differenze
di posizione lungo le scale, confermando ancora quanto già
rilevato in Zanellato et al. (1999) e Milanese et al. (2000).
Le rappresentazioni dell’Ecstasy dei giovani frequentatori
di discoteche, dunque, non cambiano tra maschi e femmine, tra adolescenti e venticinquenni, tra chi studia e lavora,
tra chi ha una scolarità più bassa e più alta. Coloro che
hanno risposto affermativamente alla domanda “Hai mai
preso pastiglie di Ecstasy?” ottengono punteggi significativamente più alti su tutte le scale (Tabella 4). Questi soggetti si collocano nell’area della condivisione dei valori
espressi dall’Ancoraggio, relativamente alla ricerca di sicu-
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rezza e al potere empactogeno della sostanza, e dimostrano
di essere più propensi ad attribuirle il potere di facilitare le
prestazioni richieste dalla situazione in discoteca. Sembrano portati a stimare l’Ecstasy, sia come droga leggera che
come droga pesante, più dei loro colleghi che non l’hanno
mai assunta (Tabella 4).
Per quanto riguarda l’uso di droghe in famiglia (“Si è
mai presentato il problema dell’uso di droghe o alcool in
famiglia?”), coloro che hanno risposto affermativamente
ottengono punteggi medi significativamente maggiori sulla
scala “Effetto empactogeno” e mostrano una tendenza in
tal senso nella scala “Ambientazione” (Tabella 5). Si evidenzia dunque l’eventualità che questi soggetti abbiano costruito la rappresentazione della sostanza associandola a un
vissuto affettivo familiare (empatia) e parallelamente abbiano appreso il suo utilizzo rispettando la funzione di
adattamento all’ambiente (coping). Sembra dunque che tra
questi soggetti prevalga la dimensione rappresentazionale
relativa all’“Ancoraggio”, ovvero a quella più legata ai valori condivisi dal gruppo di appartenenza, e poiché la famiglia è il luogo privilegiato nella socializzazione primaria,
questo aspetto risulta confermato anche dal punto di vista
teorico (Tabella 5).
Conclusioni
Lo strumento utilizzato dimostra che è possibile individuare gli aspetti strutturali delle rappresentazioni che accompagnano l’Ecstasy e che su tali tratti si focalizzano delle differenze in grado di rendere più comprensibile il senso
attribuito alla sostanza, al fine di orientare più specificamente gli interventi sia di recupero sia di prevenzione. Dai
risultati ottenuti si evidenzia infatti che coloro che assumono Ecstasy possono sottovalutarne la pericolosità, indicata
nella dimensione “Oggettivazione”. Altresì, i soggetti cresciuti in famiglie in cui è presente l’uso di sostanze dimostrano di prediligere alcuni tratti dell’“Ancoraggio”, ossia
quelli relativi al contatto affettivo (“Effetto empactogeno”)
e all’esigenza di adattamento al contesto (“Ambientazione”). Lo strumento utilizzato in questa ricerca richiede ulteriori perfezionamenti, in particolare relativi alla scala
“Ambientazione”, peraltro già indicata come essenziale
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Tabella 1. Percentuali di accordo dei giovani intervistati sui 30 item
Dimensione
Ancoraggio
Oggettivazione
Scala
Item
Accordo
Sì
No
Non so
Sostegno al sè
11. Prendere una pastiglia rende più disinvolto
14. Prendere una pastiglia rende più popolari
19. Le pastiglie si prendono solo in compagnia
23. Prenderle rende più adulti
28. Prendere una pastiglia rende più sicuri di sé
29. È bello prenderle anche da soli
52.7%
24.3%
21.7%
2.8%
32.4%
20.3%
36.5%
68.9%
71.6%
93.3%
54.1%
62.2%
10.8%
6.8%
6.8%
4.1%
13.5%
17.6%
Effetto
empactogeno
4. Prendere una pastiglia fa sentire più uniti
9. Prendere una pastiglia rende più facile fare amicizia
16. Prendere una pastiglia rende più leali con gli amici
26. Prenderle è trasgressivo
24.4%
28.6%
16.2%
37.9%
59.5%
44.6%
75.5%
55.4%
16.2%
6.8%
8.1%
6.8%
Ambientazione
2. Prendere una o più pastiglie al sabato sera non fa male
7. Prendere una pastiglia permette da ballare di più
24. Per divertirsi in discoteca bisogna prendere qualche pastiglia
8.2%
58.1%
10.9%
89.2%
37.8%
85%
2.7%
4.1%
4.1%
Droga leggera
5. Si preferisce usare le pastiglie anziché altre sostanze perché costano meno
6. Una o più pastiglie provocano danni minori delle sigarette
8. Le pastiglie non danno dipendenza per questo si possono prendere ogni tanto
12. Smettere di prenderle è facile
17. Prendere pastiglie non può provocare danni fisici
21. Le pastiglie non sono una droga
25. Una o più pastiglie provocano danni minori dell’alcool
30. Una o più pastiglie provocano danni minori degli spinelli
13.6%
9.5%
27.1%
21.6%
5.4%
8.2%
12.1%
5.7%
74.3%
78.4%
67.6%
63.5%
89%
83.8%
64.9%
78.4%
12.2%
12.2%
5.4%
14.9%
5.4%
8.1%
23%
12.2%
Droga pesante
1. Una pastiglia è facile da trovare
3. Una o più pastiglie fanno meno male degli psicofarmaci
10. Una o più pastiglie provocano danni minori dell’eroina
13. L’abuso di pastiglie conduce inevitabilmente alla morte
15. Le pastiglie provocano danni minori di altre sostanze stupefacenti
18. Le pastiglie sono più accessibili perché costano poco
20. Prendere pastiglie può provocare danni cerebrali
22. Una o più pastiglie provocano danni minori della cocaina
27. Una o più pastiglie provocano danni minori dell’LSD
86.5%
14.9%
25.7%
32.5%
16.3%
29.8%
78.4%
31.1%
17.6%
9.5%
59.5%
50%
55.4%
62.2%
54.1%
13.5%
59.5%
52.7%
4.1%
25.7%
24.3%
12.2%
21.6%
16.2%
8.1%
9.5%
29.7%
Le rappresentazioni dell’ecstasy in giovani frequentatori di discoteche
55
Boll. Farmacodip. e Alcoolis., XXIV (4) 2001
Tabella 2. Indici di adattamento dei modelli di equazioni strutturali per le scale
χ2
gdl
P
GFI
CFI
RMSEA
90% Int.Conf.
RMSEA
15.74
3.15
2.93
16.30
9.72
9
2
1
9
14
0.07
0.21
0.09
0.06
0.78
0.93
0.98
0.97
0.93
0.96
0.91
0.98
0.61
0.90
1
0.10
0.09
0.16
0.10
0
0-0.18
0-0.27
0-0.39
0-0.19
0-0.08
Scala
Sostegno al sé (6)
Effetto empactogeno (4 item)
Ambientazione (3 item)
Droga leggera* (6 item)
Droga pesante° (7 item)
* sono stati esclusi due item (5, 8).
° sono stati esclusi due item (13, 20).
Tabella 3. Parametri del modello relazionale tra le scale (soluzione completamente standardizzata)
Scala
Coefficienti di
regressione (λ)
Errori di misura (θ)
Sost_se
Empatia
Ambiente
0.81*
0.89*
0.60*
0.34*
0.22*
0.64*
Drog_leg
Drog_pes
0.60*
0.67*
0.64*
0.55*
Fattori
Ancoraggio
Oggettivazione
Correlazione tra
i fattori (ϕ)
0.72*
* p<0.05
Tabella 4. Risultati dell’analisi della varianza con la variabile “Assunzione di Ecstasy”
Dimensione
Scala
Medie
F(1,72)
Mai assunto Ecstasy
Assunto almeno una volta
Ancoraggio
Sostegno al sè
Effetto empactogeno
Ambientazione
12.13
7.62
5.46
15.06
12.12
7.21
7.26**
26.98**
9.14**
Oggettivazione
Droga leggera
Droga pesante
8.97
16.67
11.88
19.50
9.05**
4.43*
* p<0.05; ** p<0.01
Tabella 5. Risultati dell’analisi della varianza con la variabile “Uso di droghe in famiglia”
Dimensione
Scala
Medie
Uso di droghe
in famiglia
Non uso di droghe
in famiglia
Ancoraggio
Sostegno al sè
Effetto empactogeno
Ambientazione
14,17
10,97
6,90
12,89
8,75
5,77
1.24
4.96*
3.45**
Oggettivazione
Droga leggera
Droga pesante
10,90
18,30
9,91
17,77
0.94
0.14
* p<0.05; ** p<0.10
56
F(1,72)
Le rappresentazioni dell’ecstasy in giovani frequentatori di discoteche
Articoli
Figura 1. Modello relazionale tra le scale
Le rappresentazioni dell’ecstasy in giovani frequentatori di discoteche
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