88, l`antinazismo dei tarocchi

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88, l`antinazismo dei tarocchi
88, l'antinazismo dei tarocchi - Massimo Fini
Il portiere del Parma, Gianluigi Buffon, è nella bufera delle polemiche per aver scelto di portare
sulla maglia, la prossima stagione, il numero 88. Come mai? C'è forse un rigurgito nostalgico
per i bei tempi in cui i numeri dei giocatori di una squadra di calcio andavano ritualmente
dall'uno all'undici? Niente affatto. Buffon è stato messo sotto accusa e tacciato di nazismo dalla
comunità ebraica, e in particolare dal suo responsabile per lo sport, Vittorio Pavoncelli, perché
nella simbologia nazista 88 starebbe a indicare il saluto al Fuhrer del Terzo Reich: «Heil Hitler».
Lo sciagurato portiere e stato costretto anche a giustificarsi, spiegando che per lui 88 significa
quattro palle perché degli attributi, m campo, ne ha proprio bisogno, dichiarando che nella sua
famiglia si è sempre parlato di Olocausto con rispetto, che lui ha pianto vedendo certi film sullo
sterminio degli ebrei, che è uno che devolve parte del suo stipendio in beneficenza, che svolge
servizio civile a favore dei tossicodipendenti e ha dovuto anche promettere, per evitare guai
peggiori, di presenziare alla Shalom Cup. Ma che processo alle intenzioni è mai questo?
Adesso siccome il numero 88 disturba la sensibilità degli ebrei, per fatti accaduti
cinquantacinque anni fa quando non solo Buffon ma la maggior parte di noi non era ancora
nata, dovremmo espungerlo dalla matematica come i superstiziosi fanno col 17? E se per caso,
in una operazione, ci capita il terribile numero 88, che facciamo? Chi ci salverà dalla comunità
ebraica? Dovremo scriverlo in numeri romani? E sarà sufficiente o ci accuseranno di usare un
artificio per fare propaganda nazista? Dovremo arrangiarci scrivendo 89-1 o 87+ 1 o 100-22? E
se un bambino, ignaro, scrive 88, dobbiamo dargli un ceffone? L' episodio è comico. Ma non
per questo meno grave. Significa che a furia di soggiacere al ricatto morale sull'Olocausto
(come se durante l'ultima guerra mondiale non fossero morti anche 44 milioni di uomini, di
donne e di bambini che ebrei non erano), la comunità ebraica non conosce più limiti, nemmeno
quello del ridicolo, alla propria intolleranza, alla propria arroganza e iattanza, al proprio
sostanziale razzismo (il «popolo eletto», eletto da che?), alla propria violenza. Non contenta di
impedire ogni ricerca sull'Olocausto, che deve essere e restare, nei numeri, nelle modalità, nell'
essenza, quello che è stato pantografato dagli storici dei vincitori della Seconda guerra
mondiale (e sarà sicuramente così, ma non è un delitto, è anzi un dovere, volerci vedere più
chiaro, la storia è, per definizione, «revisionista»), di mettere al bando coloro che la fanno,
espellendoli dalle università o dal consorzio civile, di aver ottenuto che in Germania ci sia la
galera per chi mette in dubbio la Shoah (io ho il diritto di mettere in dubbio anche l' esistenza
del Colosseo, sono fatti miei) e in Italia un' altra legge liberticida che vieta l'apologia del
nazismo e l'uso di simboli che possano anche vagamente ricordare il nazismo (come le croci
celtiche, che son tutt' altra cosa), di aver cioè introdotto reati di opinione che in democrazia non
dovrebbero esistere, di aver manovrato per le grottesche sanzioni all' Austria per aver
democraticamente eletto un leader che non gli garba, di voler indicare alla Chiesa cattolica quali
devono essere i suoi Santi e i suoi Beati (l'intervento dello Stato d'lsraele sulla beatificazione di
Pio IX), ora la comunità ebraica o perlomeno i suoi autorevoli rappresentanti vorrebbero
espungere dalle tabelline il numero 88 perché nella mente bacata di qualcuno, innanzitutto la
loro, ricorderebbe il saluto a Hitler. Ma via. Ma basta. Ne abbiamo i coglioni pieni. Non capisco
come gli ebrei intelligenti, vale a dire la maggior parte, non diano uno stop ai loro rappresentanti
su questa strada di intolleranza e non si rendano conto che simili atteggiamenti rischiano di
essere controproducenti e di far perdere la sinderesi anche a chi ha il pieno rispetto della loro
tragedia secolare. Impedire all'avversario di parlare, di esprimersi, di avere le proprie ritualità, di
usare i suoi simboli, esporlo al ludibrio a cagione di tali simboli, togliere dalla toponomastica i
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nomi che ricordano la sua storia e dal vocabolario le sue parole, questi erano i metodi dei
nazisti e degli stalinisti come ci ricorda George Orwell in quel suo stupendo saggio sulla
«neo-lingua» postposto a 1984. Ma bisognava aspettare l' anno di grazia Duemila per vedere la
«neomatematica». Per me 88 non significa assolutamente nulla (esattamente come 666 che
nella vulgata cristiana è la Bestia dell' Apocalisse, l' Anticristo, Nerone). Questo è un nazismo e
un antinazismo da tarocchi. Per cui sapete che faccio, cari lettori? Vi saluto con un bel 88.
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