Studi di Settore - CREA 121 ON-LINE
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Studi e Analisi Finanziaria Studi di Settore Prospettive di breve e medio termine dei settori aeronautico e aerospaziale Indice Executive summary ......................................................................3 Premessa ...............................................................4 Le compagnie USA ...........................................4 Le compagnie europee .....................................8 L’industria aerospaziale.......................................14 Marzo 2002 A cura di Marco Mutti Tel.: 028850 7163 e-mail: [email protected] Studi e Analisi Finanziaria 2 Executive summary Gli effetti dell’11 settembre e della recessione economica continuano a influenzare il settore dell’aviazione civile, il cui recupero dei livelli tipici di redditività non potrà avvenire prima del 2004. Le maggiori compagnie aeree hanno saputo dimostrare una buona capacità di reazione, riducendo drasticamente la capacità impiegata e compensando in parte le minori entrate con la riduzione dei costi del carburante. Le compagnie aeree europee, caratterizzate da una strutturale sovracapacità e minori margini unitari rispetto ai vettori USA, affrontano la crisi dovendo al contempo riposizionarsi strategicamente in un mercato segnato dai mutamenti del quadro normativo; il processo di consolidamento che ne potrebbe derivare risulta tuttavia ostacolato dalle politiche protezionistiche dei singoli Governi nazionali. L’esito finale in termini di concentrazione dell’offerta in Europa rimane incerto, dipendendo dalla velocità con cui le compagnie più vulnerabili riusciranno a ricollocarsi nel nuovo contesto di mercato e dalla misura in cui i Governi vorranno o potranno sostenere le proprie compagnie di bandiera nei prossimi anni. Sul più lungo periodo si conferma un trend di crescita degli investimenti legati all’aviazione civile, sebbene le ultime proiezioni suggeriscano un moderato ridimensionamento delle vendite di nuovi velivoli. L’industria aerospaziale sarà comunque sostenuta nei prossimi anni da un incremento delle commesse militari, originata in particolare dagli USA. Studi e Analisi Finanziaria 3 Premessa La domanda di trasporto aereo sta mostrando i primi segnali di ripresa dopo gli avvenimenti dell’11 settembre, fornendo così elementi utili per prevedere il profilo futuro dei comportamenti adottati dalle compagnie. Gli orientamenti strategici delle compagnie aeree devono essere comunque inquadrati alla luce di alcuni fattori di vulnerabilità, che contraddistinguono l’intero settore: · Alta incidenza dei costi fissi: si calcola che in un orizzonte temporale di 6-12 mesi, circa il 70% dei costi sopportati in media da una compagnia aerea siano fissi. Ciò vincola fortemente la capacità di reazione dei vettori alle turbolenze del mercato. · “Deperibilità” del servizio: una volta decollato l’aereo non vi è più modo di generare alcun ritorno dai posti lasciati vuoti. Questo incoraggia le compagnie ad attuare riduzioni tariffarie molto significative in periodi di bassa congiuntura, e a rendere instabile la struttura del valore aggiunto. Questo aspetto è stato aggravato, da parte delle compagnie di bandiera europee, dall’eccesso di capacità produttiva in rapporto all’evoluzione dei traffici, in conseguenza di interessi di natura politica e dalla possibilità di accedere liberamente a capitali pubblici. · Scarsa differenziazione del servizio: il trasporto aereo è sotto alcuni aspetti una commodity; le compagnie aeree utilizzano gli stessi mezzi e le stesse infrastrutture, sono obbligate allo stretto rispetto delle stesse procedure, utilizzano gli stessi fornitori e possono offrire le stesse destinazioni. I maggiori fattori di differenziazione del servizio (ad es. accessibilità terrestre degli scali, livello di congestione, ecc.) risiedono di norma al di fuori del campo delle competenze di una compagnia aerea. · Scarsa appropriabilità delle innovazioni: ogni possibile miglioramento della qualità del servizio (ad es. nuove poltrone, e-ticketing, programmi frequent-flyer, ecc.) può essere facilmente replicate dai competitori in caso di successo. Le compagnie USA Con riferimento alle compagnie statunitensi, le più colpite dalle conseguenze degli attentati, l’esame comparato con l’andamento della domanda di traffico dell’anno scorso mostra una caduta dei ricavi da traffico passeggeri nell’ordine del 40% per il mese di ottobre 2001, del 33% per novembre e del 26% per dicembre. Tale andamento è il risultato del calo dei traffici (-25% in ottobre, -20% in novembre, -14% in dicembre) associato alla riduzione delle tariffe applicate dalle compagnie allo scopo di stimolare la domanda, valutabile nell’ordine del –13% per l’ultimo trimestre 2001. Le riduzioni dei ricavi più accentuate si sono manifestate nel comparto business, ossia nel segmento a maggiore valore aggiunto per le compagnie, mentre la diminuzione delle tariffe ha permesso di contenere il calo della domanda di trasporto leisure, tipicamente più elastico al prezzo. Studi e Analisi Finanziaria 4 US AIRLINES – REAZIONI ALL’ATTENTATO DELL’11 SETTEMBRE 10% 0% August September October November December % chg. year-over-year -10% -20% -30% -40% -50% -60% -70% -80% Traffic Capacity Fares Fonte: ns. elaborazioni su dati IATA e GSR La riduzione dei ricavi passeggeri per le compagnie USA aveva tuttavia cominciato a manifestarsi già a partire dal novembre 2000 con riduzioni nell’ordine del 10%-11% rispetto ai valori dei corrispondenti mesi ‘99, in conseguenza del rallentamento economico generale e segnando l’inizio di una fase discendente del ciclo legato al trasporto aereo. E’ quindi possibile stimare che l’impatto psicologico degli avvenimenti legati all’11 settembre abbia contato per circa i 2/3 del calo della domanda registrato negli ultimi mesi 2001, mentre per la parte rimanente sia da imputarsi a cause di natura economica. Sebbene le prospettive del trasporto aereo rimangano tutt’altro che brillanti, le valutazioni fornite da operatori e analisti convergono nel situare la fine dell’effetto psicologico post-11 settembre intorno alla metà del 2002. Lo scenario che si andrà delineando nella seconda metà dell’anno dovrà tuttavia tenere conto di nuovi fenomeni strutturali che contribuiranno a contenere i ricavi per le compagnie. In particolare: · Secondo valutazioni fornite da Goldman Sachs, i ricavi da traffico aereo passeggeri hanno mediamente fatto segnare una riduzione dei tassi di crescita pari all’1% annuo durante gli anni ’90 rispetto ai valori del decennio ’80, per effetto di un aumento dei ritardi medi, imputabile alla congestione dello spazio aereo e degli scali (le tariffe hanno infatti scontato la riduzione della qualità del servizio). · Le misure sui controlli di sicurezza imposte sul traffico aereo tenderanno in futuro ad esacerbare i ritardi, man mano che il traffico ritornerà a livelli di normalità. I maggiori ritardi saranno soprattutto causati dall’allungamento dei tempi di imbarco agli scali, con l’effetto di dirottare parte dei collegamenti su scali meno congestionati. · Il finanziamento delle misure di sicurezza e l’incremento degli oneri assicurativi che gravano potranno comportare un aumento delle tariffe aeree. L’effetto complessivo dei fenomeni sopra descritti dovrebbe produrre, secondo Goldman Sachs, un calo dei proventi da traffico per le compagnie USA nell’ordine del –15% per il primo trimestre 2002, del –10% nel secondo Studi e Analisi Finanziaria 5 trimestre e del –7% nella seconda metà dell’anno rispetto ai ricavi fatti registrare nel 2000. Il recupero dei ricavi da traffico passeggeri procederà più velocemente del recupero dei volumi di domanda per effetto del ritorno a un mix business/leisure più profittevole per le compagnie e della cessazione dei ribassi tariffari. Le compagnie aeree hanno reagito alla crisi del mercato operando drastiche riduzioni della capacità. Prima dell’11 settembre, le maggiori compagnie USA avevano pianificato incrementi dell’offerta di posti/Km. nell’ordine del +3% +4%, per il 2002. Le stime attuali indicano invece una riduzione dell’offerta pari a –20% per l’ultimo trimestre 2001, -14% per il primo rimestre 2002 e pari a –11% nel secondo trimestre 2002. Ciò ha consentito alle compagnie di ritornare su valori dei load factors “normali” a partire dal dicembre 2001. E prevedibile che nel prossimo futuro, l’orientamento dei vettori rimarrà piuttosto restio ad aumentare l’offerta di posti-km, almeno fino ad un consolidamento dei segnali di recupero del traffico. Anche assumendo un ritorno alla crescita della capacità offerta nella seconda metà dell’anno, le previsioni per il 2002 indicano dunque una riduzione complessiva dell’offerta di trasporto pari a -5% / -6% per l’intero anno. US AIRLINES - VARIAZIONI % DELLA CAPACITÀ IMPIEGATA 12 10 variazione % capacità 8 6 4 2 0 1980 -2 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 -4 -6 Fonte: ns. elaborazioni su dati GSR La riduzione della capacità, ossia del più importante fattore di costo per le compagnie aeree, sarà tuttavia in parte contrastata dall’aumentato onere per i costi fissi, in particolare gli oneri assicurativi (la cui spesa per le compagnie USA potrebbero passare da 300 milioni di US$ del 2000 a 1,2 miliardi nel 2002) e dalle maggiori spese per la sicurezza. Sebbene la copertura di quest’ultima voce di costo ricada sul bilancio pubblico attraverso i finanziamenti straordinari assicurati dal Governo USA, la nuova security tax di 1$ sui biglietti aerei ricade indirettamente sulle compagnie in termini di riduzioni del traffico, e viene stimata da Goldman Sachs pari a 1,5 miliardi di US$ di minori entrate per il 2002. Ad alleviare i conti delle compagnie interverranno sensibilmente i risparmi al minor costo del carburante: le previsioni indicano nel biennio 2001-2003 un profilo stabile dei prezzi intorno ai 21 US$/barile per il greggio, a cui dovrebbe corrispondere un valore del jet fuel intorno ai 23 US$/barile. Ciò Studi e Analisi Finanziaria 6 consentirà risparmi alle compagnie USA valutati nell’ordine dei 3 miliardi di US$/anno, un valore capace di controbilanciare l’impatto degli aumentati oneri per la sicurezza. Il costo del lavoro unitario, dopo aver fatto registrare incrementi pari a circa +8% / +9% durante il biennio 2000-2001 in occasione dei rinnovi contrattuali, dovrebbe mantenersi su tassi di crescita pari al 3% / 4% durante il biennio 2002-2003. I significativi tagli della forza lavoro annunciati dalle compagnie dovrebbero avere luogo nel corso dell’anno corrente, contribuendo ad una riduzione della voce di costo pari a circa –1%, ma con la normalizzazione dei volumi di traffico prevista per il 2003 è previsto un riassorbimento di parte degli esuberi. Un prospetto del conto economico previsto per l’insieme delle maggiori compagnie USA elaborato da Goldman Sachs nel gennaio 2002 è il seguente: US AIRLINES: PREVISIONI DI CONTO ECONOMICO (milioni US$ 2002) 2000 2001E Revenue Passenger Miles (RPM) 652,598 596,930 -8.5 587,340 -1.6 619,580 5.5 Available Seat Miles (ASM) 871,525 849,309 -2.5 812,200 -4.4 848,000 4.4 74.9% 70.3% -6.1 72.3 2.9 73.1 1.0 85,624 73,026 -14.7 77,068 5.5 84,075 9.1 Load factor Chg.% 2002E Chg.% 2003E Chg.% Revenues Passengers Cargo 12,985 12,317 -5.1 13,720 11 15,725 15 Total Revenues 98,609 85,343 -13.5 90,787 6.4 99,800 9.9 Costs Labor 33,464 35,136 5.0 34,784 -1.0 37,395 7.5 Fuel 13,795 12,965 -6.0 10,588 -18 11,015 4.0 Commissions Rentals&landing Maintenance Depreciation & Amort. 4,695 3,422 -27.1 3,019 -11.8 2,946 -2.4 10,037 10,298 2.6 11,026 -7 11,781 6.8 5,106 5,200 1.8 5,107 -1.8 5,408 5.9 5,189 5,582 7.6 5,562 -0.4 5,662 1.8 Other 20,046 20,051 0.0 19,609 -2.2 20,805 6.1 Total Costs 92,332 92,654 0.3 89,694 -3.2 95,012 5.9 Operating Income 6,278 (7,311) 1,093 Operating margin 6.4% -8.6% 1.2% Net Interest Expense 1,114 1,667 Pre-tax Income 5,164 (8,978) (1,369) 2.360 Pre-tax Margin 5.2% -10.5% -1.5% 2.4% 49.6 2,462 4,789 4.8% 48 2.429 -1.3 Fonte: Goldman Sachs Global Equity Research Dopo le perdite del 2001, stimate in circa 9 miliardi di US$, il bilancio delle compagnie USA per quest’anno è previsto chiudersi con perdite più contenute, intorno a 1.4 miliardi di US$; il ritorno agli utili (2.36 miliardi di US$ secondo Goldman Sachs), seppure a livelli pari a circa la metà di quelli realizzati nel 2000, è previsto per il 2003. Circa metà degli US$ 9 miliardi di perdita previsti per il 2001 verranno coperti attraverso garanzie governative. Nell’ipotesi di una ripresa dei ricavi graduale e condizionata dai fattori strutturali prima segnalati, l’impatto sulla situazione patrimoniale delle compagnie tenderà a riproporre un quadro non troppo dissimile da quello che caratterizzò le compagnie nel 1992 in seguito alla crisi causata dal conflitto del Golfo. Va comunque segnalato che il Studi e Analisi Finanziaria 7 maggior grado di flessibilità operativa raggiunto dalle compagnie nel corso degli anni ’90 e la più giovane età media delle flotte consentiranno una riduzione degli investimenti più marcata di quella che occorse nel ’92. US AIRLINES - INDICATORI PATRIMONIALI Company 1992 Net Debt/Rev. Alaska 2000 Net Debt/Capital 1.25 0.89 Net Debt/Rev. 0.64 2002E Net Debt/Capital 0.62 Net Debt/Rev. Net Debt/Capital 0.85 0.56 America West 1.81 1.13 0.97 0.78 1.36 0.85 American 0.86 0.80 0.54 0.59 0.89 0.67 Continental 1.56 1.76 0.82 0.88 1.17 0.79 Delta 0.78 0.92 0.70 0.70 1.03 0.65 Northwest 0.99 1.25 0.75 0.97 0.98 0.90 Southwest 0.60 0.55 0.38 0.42 0.43 0.11 United 0.77 0.94 0.80 0.77 1.17 0.80 US Airways 1.11 1.02 0.76 1.05 1.38 1.18 Fonte: Goldman Sachs Global Equity Research L’industria nel suo complesso (con l’eccezione di Southwest) continuerà a presentare leverage prossimi a 1 ma in tendenziale aumento sul 2000; nel complesso il quadro previsto per il 2002 dovrebbe comunque risultare meno critico di quello del ’92. Tra le compagnie più esposte si segnala US Airways. Le compagnie europee Il sistema dell’aviazione civile europea non ha realizzato lo stesso processo di liberalizzazione degli Stati Uniti e rimane caratterizzato da un quadro normativo e da assetti proprietari che attribuiscono ai singoli governi nazionali un potere più o meno ampio nelle decisioni delle compagnie. Per contro, la Commissione Europea appare fermamente risoluta a creare le condizioni per un mercato del trasporto aereo uniformato sul piano normativo e improntato ad una maggiore liberalizzazione. Tutto ciò influisce sulle decisioni di investimento delle singole compagnie e richiede di considerare sia il loro posizionamento strategico all’interno del mercato, sia le alleanze che si vanno componendo. Nel complesso, l’industria europea appare diversa da quella USA sotto i seguenti aspetti: · maggiore frammentazione: le singole normative nazionali e i complessi accordi bilaterali tra Stati nel campo dei collegamenti aerei hanno impedito (e probabilmente continueranno a limitare in futuro) un processo di concentrazione nel settore attraverso operazioni di M&A; · omogeneità dell’offerta e delle dimensioni delle compagnie: Le compagnie europee tendono ad avere dimensioni in linea con quelle delle singole economie nazionali e a osservare gli interessi dei rispettivi governi. Ne è derivata una limitata differenziazione dell’offerta e la mancanza di chiari leader all’interno del settore; ciò al contempo ha favorito lo sviluppo di una competizione giocata principalmente sulle tariffe dei collegamenti internazionali; · minore redditività: l’interesse dei diversi governi europei a sostenere la crescita di mercato delle rispettive compagnie di bandiera e la Studi e Analisi Finanziaria 8 possibilità accordata fino a tempi recenti di coprire i fabbisogni finanziari attraverso il ricorso ai fondi pubblici hanno determinato una tendenziale sovracapacità delle compagnie, una sovrapposizione dei network e una minore attenzione agli aspetti manageriali. RICAVI MEDI PER PASSEGGERO DELLE COMPAGNIE DI BANDIERA EUROPEE 250 200 US$ 150 100 50 0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Fonte: ns. elaborazioni su dati GSR La situazione sopra descritta ha cominciato a mutare durante gli ultimi anni per effetto del processo di liberalizzazione condotto dalla Commissione Europea. Nel 1997 è stato liberalizzato il mercato dei collegamenti intraeuropei, per cui ogni compagnia europea è ora libera di fornire collegamenti tra Stati membri senza il rispetto di vincoli di nazionalità. Ciò ha stimolato l’entrata sul mercato dei low-cost carriers, ossia di compagnie in grado di offrire collegamenti diretti tra aeroporti secondari (e meno costosi) a tariffe molto ridotte e con servizi no-frills. I low-cost carriers hanno saputo esercitare in breve tempo una forte concorrenza rispetto ai servizi delle compagnie di bandiera nel segmento di mercato dello short-haul, soprattutto nei mercati Nord-europei. Un secondo obiettivo della politica comunitaria riguarda la volontà di ottenere l’autorità legale e il mandato per negoziare gli accordi in rappresentanza degli Stati membri. Ciò si spiega con la speranza di ottenere complessivamente un livello di reciprocità maggiore di quello che, nella situazione attuale, i singoli Stati sono riusciti ad ottenere durante la negoziazione dei rispettivi accordi bilaterali. In particolare, i due punti verso cui si indirizza la politica comunitaria riguardano il diritto da parte delle compagnie europee a offrire servizi di cabotaggio aereo all’interno degli USA e l’eliminazione dell’asimmetria per cui, nella situazione attuale, ogni compagnia americana ha il diritto di sviluppare collegamenti da qualsiasi località degli Stati Uniti verso qualsiasi destinazione europea, mentre i vettori europei possono effettuare servizi verso gli USA solo partendo dai rispettivi Stati membri. I tentativi comunitari per ottenere la rappresentanza collettiva sono stati finora fortemente ostacolati da un lato dal Governo americano, fortemente risoluto ad impedire la possibilità di cabotaggio operato da compagnie straniere, dall’altro dagli stessi Stati membri, che contestano il diritto della Commissione di modificare il contenuto degli Studi e Analisi Finanziaria 9 accordi bilaterali siglati in precedenza (generalmente orientati a favorire la propria compagnia di bandiera e a sostenere gli accordi che quest’ultima aveva interesse a sviluppare con i vettori USA all’interno delle alleanze). Infine, la Commissione ha compiuto un significativo passo nella direzione di ridurre i protezionismi accordati alle compagnie di bandiera, stabilendo il divieto per il futuro di procedere a nuove ricapitalizzazioni delle compagnie aeree con fondi pubblici. Il rispetto di questo divieto da parte dei governi avrebbe l’effetto di ridurre le barriere all’uscita tipiche del settore e di favorire il processo di concentrazione. I cambiamenti del quadro normativo e gli accresciuti vincoli di bilancio pubblico da parte dei Governi, conseguenti al Patto di Stabilità, hanno creato le condizioni per un mutamento delle strategie dei vettori europei e una diversificazione dei loro obiettivi strategici. Una prima conseguenza riguarda lo sviluppo di alleanze tra diverse compagnie con l’obiettivo di aumentare le economie di scala e di scopo per mezzo di accordi di code-sharing (per mezzo dei quali si realizza di fatto un allargamento dei network serviti) e di programmi congiunti frequent flyer. In alcuni casi le alleanze prevedono anche obiettivi di contenimento dei costi che si realizzano attraverso alleanze strategiche per la condivisione di asset come aeroporti e/o velivoli. Esse consentono inoltre di ridurre la competizione tra vettori e possono essere interpretate come la naturale risposta del mercato di fronte ai vincoli che impediscono un processo di consolidamento del settore attraverso fusioni ed acquisizioni. LE PRINCIPALI ALLEANZE NEL 2001 STAR OneWorld SkyTeam Wings Qualiflyer US Leader United Airlines American Airlines Delta Northwest European Leader Lufthansa British Airways Air France KLM Iberia Alitalia Sabena Finnair Czech/CSA TAP Other European members SAS Austrian Airlines Swissair Crossair All Nippon Airways Qantas Singapore Airlines Cathay Pacific Airways 13 Size (billion RPKs) Level of integration Geographic spread High Asian members n. of members Korean Airlines Malaysian Airlines 8 6 3 12 646.8 487.7 301.2 222.6 116.5 High Medium High High Medium High Medium Low Medium Key market shares (% - year 2000) Europe-US 22.56 25.31 15.38 7.89 6.28 US-ASIA 27.85 5.82 10.93 14.42 N/A Europe-Asia 27.74 17.15 9.47 10.23 3.51 Asia 21.37 4.27 3.44 3.56 N/A Europe 17.24 17.29 13.63 2.62 10.04 US 15.84 14.30 14.61 7.88 N/A Fonte: ns. elaborazioni su dati GSR e Airline Business La situazione esposta nella precedente tabella non considera alcuni importanti eventi occorsi alla fine del 2001 e che, con tutta probabilità, contribuiranno a restringere il numero delle alleanze nel futuro: Studi e Analisi Finanziaria 10 · I recenti accordi tra KLM e British Airways e tra American Airlines e Northwest lasciano presumere una progressiva confluenza dell’alleanza Wings all’interno di OneWorld; · Il fallimento di Swissair e di Sabena ha fortemente indebolito l’alleanza Qualiflyer e non è ancora emerso un orientamento preciso sul comportamento dei vettori che ne fanno parte rispetto alle alleanze che intendono sviluppare in futuro. Passando all’analisi delle singole compagnie, dal grafico relativo alla struttura dei costi unitari si osserva la presenza di forti differenze, che fanno presumere l’esistenza di margini di contenimento ancora ampi all’interno dell’industria: marcate differenze, in parte spiegabili con la diversità nazionali del costo della vita, rimangono nel capitolo del costo del lavoro (comunque mediamente inferiore per le compagnie europee ai valori delle compagnie USA); molto vistose (e più difficili da interpretare) sono le diversità nei costi unitari del carburante e dei costi distributivi, questi ultimi connessi alla organizzazione commerciale e al livello delle commissioni pagate agli agenti; i costi di infrastruttura, che dipendono dalle tariffe applicate dagli scali aeroportuali per i servizi lato aria e lato terra, mostrano anch’essi forti oscillazioni e riflettono il quadro di forte disomogeneità geografica che ancora persiste all’interno dell’Unione Europea in relazione alle gestioni aeroportuali. EUROPEAN AIRLINES - COSTI PER POLTRONA, US$ 000, anno 2000 Alitalia 0 25 5 12 12 11 6 6 19 8 4 12 Staff 24 O&M 23 10 10 11 33 31 Infrastructure 11 Others 13 8 16 12 15 16 20 19 26 29 31 24 24 10 7 5 40 Fuel 31 12 22 37 Air France 29 10 28 SAS 5 6 20 32 21 KLM 40 15 British Airways 60 21 Iberia 80 21 Ryanair 100 8 14 EasyJet 12 17 Lufthansa 120 Distribution Fonte: GSR L’analisi della tabella che segue permette inoltre di trarre alcune informazioni sul posizionamento di mercato delle diverse compagnie europee. Essa illustra nell’ordine le seguenti informazioni: · Revenues/RPK (Revenue Passenger Kilometre): indica i ricavi unitari per passeggero-chilometro. Un valore elevato per una compagnia può derivare sia dalla maggiore incidenza di tratte di corto raggio (dove la tariffa per chilometro è più elevata), sia dal tipo di clientela servita (business vs. economy, clientela “premium”, ecc.). · Passeggeri/RPK: indica la lunghezza media delle tratte servite: valori bassi si associano a una lunghezza media delle tratte elevata. · EBITDAR/seat: deriva dal rapporto tra EBITDA al netto dei leasing e il numero massimo di poltrone che una compagnia può installare sui Studi e Analisi Finanziaria 11 velivoli che possiede. E’ l’indicatore utilizzato da Goldman Sachs per misurare il ritorno sul capitale delle aerolinee: un basso valore può derivare sia da eccessivi costi di struttura, sia da un utilizzo poco efficiente dei velivoli. EUROPEAN AIRLINES - INDICATORI ECONOMICO-GESTIONALI (anno 2000) Rev/RPK (US$) Pax/RPK EBITDAR/seat (US$ 000) Air France Compagnia 0,093 0,44 18,6 Alitalia 0,091 0,62 11,5 British Airways 0,093 0,33 17,4 Easy Jet 0,085 1,19 35,4 Iberia 0,081 0,62 10,3 KLM 0,075 0,40 10,1 Lufthansa 0,103 0,49 18,7 Ryanair 0,101 1,70 35,7 SAS 0,165 1,17 16,2 Fonte: ns. elaborazioni du dati GSR I dati evidenziano i seguenti orientamenti: · British Airways, Air France, KLM, Lufthansa sono i vettori europei più focalizzati sul lungo raggio; Ryanair, SAS e Easyjet si caratterizzano come vettori regionali; Iberia e Alitalia si trovano in posizione intermedia; · SAS può godere dei maggiori ricavi per passeggero-chilometro (ciò consente di operare con load factors inferiori) a causa del buon mix di clientela premium/economy (analogamente a quanto avviene per British Airways e Lufthansa) e della scelta di operare sul corto raggio. Iberia e KLM al contrario, non possono contare su segmenti di clientela ad alto valore aggiunto. Alitalia si trova in una posizione intermedia. · I due vettori low-cost RyanAir e Easyjet dispongono della più elevata profittabilità del capitale (per effetto del loro modello di business “snello” e fortemente focalizzato su segmenti specifici del mercato); un secondo gruppo formato dai tre vettori globali Air France, British Airways, Lufthansa si colloca su un range di valori di profittabilità discreti. Su livelli analoghi si colloca SAS, che persegue una strategia focalizzata sul mercato domestico e sul corto raggio, ed elevate frequenze, potendo servire la propria clientela di lungo raggio attraverso i collegamenti con il proprio partner Lufthansa all’interno dell’alleanza Star. · Un terzo gruppo che comprende Alitalia, Iberia e KLM ha una redditività per unità di capitale investito pari circa alla metà di quello dei tre maggiori vettori europei e inferiore a un terzo di quella dei vettori lowcost. Quanto detto sopra evidenzia che le (poche) compagnie fortemente focalizzate su specifici segmenti di mercato (RyanAir e EasyJet) e con un una struttura dei costi più contenuta sono riuscite a mantenere elevata la redditività, mentre le performance più deludenti sono state realizzate da quelle compagnie di bandiera (Iberia, KLM e Alitalia) che, non potendo contare su un mercato domestico sufficientemente ampio da consentire loro una naturale vocazione di global carrier, si trovano ora nella necessità avviare una strategia di maggiore differenziazione della propria offerta sulla base di una più stretta integrazione geografica e funzionale delle alleanze. Un terzo gruppo, a redditività media, è Studi e Analisi Finanziaria 12 composto dalle compagnie di bandiera (Lufthansa, British Airways e Air France) dei principali Stati dell’unione, che hanno saputo conservare un ruolo di vettore globale assumendo un ruolo centrale all’interno delle alleanze. Un’eccezione è il caso di SAS, che pare aver seguito con successo la strategia di regional carrier potendo contare su una forte integrazione con la più grande alleanza presente sul mercato. In conseguenza degli orientamenti strategici sopra accennati, le compagnie europee si trovano dunque variamente impegnate a ridisegnare i loro network, la cui estensione complessiva, tuttavia, difficilmente potrà svilupparsi oltre i livelli raggiunti negli anni ’90. Inoltre il perfezionamento delle alleanze e di accordi di code-sharing permetterà un migliore utilizzo degli aerei, con la conseguenza di ridurre il fabbisogno di una crescita dimensionale delle flotte. Per contro, potrà sorgere presso le compagnie maggiormente impegnate a riposizionare il proprio business la necessità di procedere a significativi cambiamenti nelle tipologie di velivoli impiegati (ad es. Alitalia), alimentando così la componente di domanda di sostituzione rispetto a quella connessa all’espansione delle flotta. Questo fenomeno dovrà in ogni modo tener conto dei crescenti vincoli di bilancio delle compagnie, che oltre alla tendenziale riduzione delle tariffe, dovranno far fronte alle minori possibilità di disporre di capitali pubblici per effetto dei vincoli imposti dalla CE. EUROPEAN AIRLINES - CARATTERISTICHE DELLA FLOTTA 14 Ryanair Iberia average age of fleet (years) 12 10 SAS KLM Alitalia 8 Air France British Airw. Lufthansa 6 EasyJet 4 2 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 n. of types of airplanes Fonte: ns. elaborazioni su dati Airclaims Studi e Analisi Finanziaria 13 L’industria aerospaziale Gli eventi dell’11 settembre hanno esacerbato i segnali di crisi nel campo dell’aviazione civile che già erano andati manifestandosi durante il 2001. Le compagnie aeree hanno regito alla diminuzione dei traffici con riduzioni della capacità nell’ordine del 20%, lasciando a terra i velivoli più vecchi, posticipando le consegne o cancellando gli ordini di nuovi velivoli. La riduzione della capacità si è riflessa sui produttori di velivoli commerciali, la cui domanda aveva già imboccato una fase discendente del ciclo a partire dal 2001, determinando un’ulteriore riduzione delle consegne di nuovi velivoli per gli anni 2002-2003. ORDINI DI NUOVI VELIVOLI 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 0 1985 200 Fonte: Moody Le indicazioni fornite dai produttori, sulla base degli ordini ricevuti valutano in 685 il numero di consegne di velivoli commerciali con capacità superiore a 100 posti per il 2002 e in 593 le consegne per il 2003. Una stima delle consegne per i prossimi anni è stata di recente fornita da Moody, che tuttavia ipotizza ulteriori riduzioni sulla base di un’analisi dei cicli precedenti: assumendo che nel 2003 possa collocarsi il punto di minimo del ciclo per il settore, le proiezioni fornite dai produttori indicherebbero una riduzione pari al 35,9% rispetto al picco di consegne del 1999. Moody osserva tuttavia come durante il ciclo settoriale precedente 1991-1995, connesso con la Guerra del Golfo, le consegne diminuirono del 52% rispetto al picco. Assumendo un comportamento analogo per il settore e applicando lo stesso calo percentuale al ciclo attuale, Moody valuta che il livello di consegne per il 2003 possa verosimilmente situarsi intorno al livello di 442 velivoli. L’ulteriore riduzione rispetto alle proiezioni fornite dai produttori è giustificata dalle valutazioni sulla scarsa liquidità delle compagnie aeree USA ed europee, che lasciano pensare ad un forte contenimento degli investimenti per il prossimo biennio, nonché dalla prospettiva di consolidamenti nell’industria non-US. Studi e Analisi Finanziaria 14 CONSEGNE DI NUOVI VELIVOLI (>100 posti) 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 0 1985 100 Fonte: Moody Le riduzioni degli ordini dovrebbero coinvolgere in misura maggiore Boeing (-57,6% durante l’ultimo ciclo) a causa della maggiore dipendenza dal mercato USA (che più risente del ciclo negativo e degli effetti dell’attacco terroristico di settembre), mentre Airbus (-24,1% durante l’ultimo ciclo) dovrebbe subire cali più contenuti, grazie alla maggiore capacità di conquistare nuove quote di mercato. Inoltre, la riduzione delle consegne dovrebbe riguardare in misura maggiore i velivoli a grande capacità e meno i jet regionali per le una serie di ragioni tra cui: l’attuale fase di sviluppo di connessioni punto-punto, la maggiore versatilità nell’utilizzo di velivoli di minori dimensioni e l’attuale fase del mercato, caratterizzata da un’elevata domanda di sostituzione di vecchi turboelica con piccoli jet. Una seconda causa di minori entrate per l’industria aeronautica (produttori e componentisti) potrà derivare dai minori introiti derivanti dai servizi di manutenzione e dalla vendite di ricambi, tradizionalmente attività in grado di garantire margini elevati. Il programma di riduzione della capacità condotto dalle compagnie dovrebbe infatti comportare un minore utilizzo degli apparecchi più vecchi, ossia il principale segmento di domanda per questo business. Durante le fasi negative del ciclo le compagnie aeree tendono ad aumentare il ricorso al credito per l’acquisto dei velivoli o di loro parti, determinando un andamento della loro esposizione finanziaria inversamente proporzionale a quella relativa alle consegne di nuovi velivoli: durante l’ultimo ciclo 1991-1995, a fronte di un profilo delle consegne più che dimezzatosi, il livello di indebitamento delle compagnie per il finanziamento delle flotte è quasi raddoppiato. Secondo le analisi di Moody un andamento analogo è prevedibile per il biennio 2002-2003, allorchè le compagnie aeree, sottoposte a stretti vincoli di cash-flow, aumenteranno sensibilmente la loro pressione per l’ottenimento di aircraft financing, arrivando a generare una richiesta di capitali aggiuntivi stimata nell’ordine di 15 miliardi di US$ rispetto ai livelli correnti. Studi e Analisi Finanziaria 15 ESPOSIZIONE NETTA PER AIRCRAFT FINANCING E CONSEGNE DI NUOVI VELIVOLI 1,000 40,000 900 35,000 800 20,000 500 400 15,000 300 10,000 200 5,000 100 consegne (>100 posti) (e ) (e ) 20 03 (e ) 20 02 00 20 01 99 20 98 19 97 19 96 19 95 19 94 19 93 19 92 19 19 19 91 - 90 - 19 n. velivoli 25,000 600 milioni US$ 30,000 700 aircraft financing (esposizione netta) Fonte: Moody I prezzi dei velivoli nuovi, misurati in termini di costo per posto a sedere al netto dell’inflazione, hanno mostrato un trend positivo fino agli inizi degli anni ’90 per lasciare il posto ad un profilo di sostanziale stabilità nel corso dell’ultimo decennio. Questo andamento riflette i vincoli crescenti che incontrano i principali fornitori di velivoli ad aumentare i prezzi in presenza di un mercato che ha visto progressivamente ridursi i ricavi unitari delle tariffe aeree per effetto dell’intensa competizione tra aerolinee. Per contro, la competizione si è fatta progressivamente più accesa anche nel settore aerospaziale civile, che, pur essendo dominato dal duopolio Boeing-Airbus, è alimentata dalla necessità di ammortizzare gli ingenti costi fissi che caratterizzano la produzione di velivoli. In questo contesto, dunque, è prevedibile che Boeing e Airbus continueranno e mantenere anche per i prossimi anni un profilo stabile dei prezzi di vendita dei propri prodotti (agendo al contempo sul contenimento dei costi) al fine di conquistare nuove quote in un mercato già fortemente sotto pressione sotto il profilo della competizione e dei traffici. Parallelamente, in analogia a quanto avvenuto durante i cicli precedenti del settore, è prevedibile una riduzione nei prossimi anni del valore di mercato dei velivoli che fungono da garanzia al finanziamento, stimabile nell’ordine del 20% rispetto ai valori attuali, con riduzioni fortemente superiori alla media per i modelli più antiquati (B727, DC10, prime serie di A300, B737 e B747). Nell’insieme, dunque, le maggiori difficoltà per il settore aerospaziale civile (riduzioni degli ordini, posticipazione dei pagamenti, aumentato rischio di white tails, ossia di velivoli senza acquirenti a seguito di cancellazioni, pressione sui prezzi) si concentreranno nei prossimi 2 anni e potranno determinare il passaggio a cash-flow negativi, con riferimento al comparto dell’aviazione civile. Studi e Analisi Finanziaria 16 COSTI PER POLTRONA (000 US$ costanti 1982) 250 000 US$ (1982 value) 200 150 100 50 0 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 Fonte: ns. elaborazioni su dati Moody A dispetto delle difficili prospettive per il biennio 2002-2003, il settore dell’aviazione civile continua tuttavia a mantenere un profilo di domanda promettente sul lungo periodo. Pur confrontando proiezioni elaborate da fonti con metodologie e assumptions differenti, si ottengono stime di crescita della domanda di velivoli commerciali su un’orizzonte ventennale (passeggeri + cargo) che variano all’interno di un range +4% / +5,7% medio annuo. In particolare le proiezioni elaborate da Airbus nel Luglio 2000 (valide per il periodo 1999-2019) e quelle di fonte Boeing, elaborate ad inizio 2001, si basano su scenari elaborati prima dell’inversione del ciclo settoriale e degli attentati dell’11 settembre, mentre i due scenari elaborati da Moody nel gennaio 2002 scontano l’effetto 11 settembre e l’andamento negativo della congiuntura mondiale, assumendo per i due scenari ipotesi diverse sulla dimensione media dei velivoli e sui tassi di sostituzione. Nel complesso, sulla base delle valutazioni disponibili, è possibile stimare un mercato complessivo di nuovi velivoli (>100 posti) per i prossimi 20 anni valutabile nell’ordine dei 1.100 / 1.700 miliardi di US$ (valori 2000), corrispondente a un fatturato medio annuo per il settore di circa 55-85 miliardi di US$. IL MERCATO DEI VELIVOLI COMMERCIALI NEL PERIODO 2001-2020 Fonte 2001 flotta al 2001 2001-2020 2020 CAGR (2001-2020) nuove di cui flotta totale % domanda per % domanda di consegne sostituzioni al 2020 crescita flotta sostituzione Mercato 2001-2020 % domanda totale (miliardi US$) Boeing 14,548 23,459 5,053 32,954 4.2% 1.5% 5.7% 1,700 Airbus1 11,859 18,538 7,775 22,622 3.3% 2.6% 5.8% 1,300 Moody scenario basso 14,995 15,516 3,302 27,209 3.0% 1.0% 4.0% ≈ 1,100 Moody scenario alto 14,995 17,659 4,040 28,614 3.3% 1.2% 4.5% ≈ 1,250 Fonte: ns. elaborazioni sulla base di dati Boeing, Airbus, Moody. 1 Le proiezioni Airbus si riferiscono al periodo 1999-2019 e non prendono in considerazione la domanda di jet regionali di minore dimensione. Studi e Analisi Finanziaria 17 A supporto della redditività del settore vanno infine considerate le attività correlate alle spese militari, per cui, specialmente negli USA, si prevede una crescita a tassi sostenuti durante i prossimi anni. STANZIAMENTI PUBBLICI USA PER FORNITURE MILITARI E R&D 200 180 160 billion US$ 2002 140 120 100 80 60 40 20 19 85 19 86 19 87 19 88 19 89 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 0 procurement R&D Total Fonte: Moody In particolare, gli stanziamenti USA per forniture militari e le attività di R&S (le voci di spesa che hanno maggiore impatto sui bilanci del settore) sono mediamente cresciute del 4,3% a partire dal 1997. Le aspettative per un proseguimento del trend di crescita si basano su diverse considerazioni: · Il Congresso USA ha approvato stanziamenti per il 2002 per forniture e R&S pari a 61.6 e a 48.8 miliardi di US$. · Il presidente Bush e il Partito Repubblicano, che tuttora controlla il Congresso, hanno più volte ribadito la loro posizione a favore di un forte supporto alle spese per la Difesa nazionale. · Il Congressional Budget Office (CBO) ha valutato di recente la necessità di elevare gli stanziamenti per forniture militari a 90 miliardi di US$ rispetto ai 61.6 previsti per il 2002. · Il consenso popolare ottenuto dalla campagna anti-terrorismo ha posto l’attenzione sulla necessità di un continuo sviluppo tecnologico degli apparati di difesa, creando le basi per una crescita duratura delle spese in questo campo. Anche con riguardo alla situazione in Europa, vi sono elementi che lasciano prevedere un moderato aumento dei budget rispetto a quanto previsto negli anni scorsi: · Il budget per la difesa appare in leggera crescita in UK, mentre dovrebbe mantenersi stabile per Francia e Germania. · L’esperienza militare in Kossovo ha reso più sensibili i paesi NATO alla necessità di elevare l’interoperabilità dei propri armamenti con i sistemi in uso alle forze USA, elevandone il contenuto tecnologico. Studi e Analisi Finanziaria 18 STANZIAMENTI PUBBLICI PER LA DIFESA 60 205 200 50 195 180 175 170 20 FF billions 185 30 165 160 10 155 UK (£ billions) 20 0 20 1 02 20 E 03 20 E 04 E 99 00 20 98 Germany (DM billions) 19 19 96 97 19 95 19 94 19 93 19 19 91 92 19 90 19 19 88 89 19 19 19 87 150 86 0 19 £ and DM billions 190 40 France (FF billions) Fonte: Moody Infine, con riguardo agli investimenti in armamenti sia USA che non, va rilevato il tendenziale aumento, registrato a partire dal ’97, degli importi concordati durante i diversi negoziati sul trasferimento internazionale di armi, che hanno visto aumentare il valore dai 22,3 miliardi di US$ correnti del ’97 ai 37 miliardi relativi al 2000. Nel quadro di una spesa che dovrebbe vedere aumentare l’incidenza della quota per i sistemi di intelligence, degli apparati per la sorveglianza e per le telecomunicazioni aerospaziali, le aziende che appaiono meglio posizionate per beneficiare delle commesse militari sono Boeing, Lockeed Martin (che ha di recente ottenuto la porzione più significativa delle commesse per la realizzazione del nuovo super caccia), Raytheon, Northrop Group Grumman e L-3 Communications, così come i produttori di propulsori come Pratt & Witney e General Electric. Studi e Analisi Finanziaria 19 PRINCIPALI SOCIETÀ DEL SETTORE AEROSPAZIALE Company Moody’s rating Feb. 2002 Net sales Outlook Operating Margin (%) 2000 5-year CAGR (%) 2000 5-year average EBIT to Avg.Assets 2000 5-year average BAE Systems A2 Neg. 14,624 10.0 3.66 6.55 3.93 12.89 Boeing A2 Stable 51,321 21.3 6.38 4.67 16.46 10.99 EADS A2 Possible downgr. 18,308 n.a. -0.13 1.72 -10.48 -20.65 General Dynamics A2 Stable 10,356 27.6 12.83 11.62 29.63 27.08 Bombardier A3 Neg. 10,808 15.7 9.27 8.68 12.24 13.10 Rolls Royce A3 Possible downgr. 8,890 9.4 1.60 4.84 7.30 9.82 Thales A3 Stable 8,085 5.1 4.92 4.26 12.97 8.16 Goodrich Corp. Baa1 Neg. 4,364 12.6 14.61 12.39 15.53 15.20 Lockeed Martin Baa2 Stable 25,329 2.1 6.37 7.70 5.92 11.80 Northrop Grumman Baa3 Neg. 7,618 2.24 14.41 10.29 17.69 14.20 Raytheon Baa3 Neg. 16,895 7.6 9.62 9.86 5.55 9.34 Fonte: Moody La presente pubblicazione è stata prodotta da IntesaBci e da Caboto IntesaBci Group*. 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Studi e Analisi Finanziaria 20 STUDI DI SETTORE RECENTI Prospettive di breve e medio termine dei settori aeronautico e aerospaziale Il settore della ricambistica autoveicolare Marzo 2002 Dicembre 2001 L’industria dei servizi idrici Luglio 2001 L’industria del food & beverage Luglio 2001 Le gestioni aeroportuali Maggio 2001 Liberalizzazione del settore gas e fasi regolamentate: la rete di trasporto Maggio 2001 Grandi opere e ricadute territoriali dirette ed indirette Marzo 2001