ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757-1822)
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ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757-1822)
ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757-1822) 1. Formazione (a) presso lo scultore rococò Giuseppe Bernardi Torretti, prima ad Asolo poi a Venezia (b) scuola di nudo dell'Accademia di Venezia (fondata nel 1750) (c) studio dei calchi di sculture classiche raccolti in Ca’Farsetti a Venezia dall’abate Filippo Farsetti 2. opere veneziane in stile berniniano, barocco 3. Dal 1779 a Roma, con viaggi a Napoli, Pompei e Paestum 4. Adesione alle teorie neoclassiche di Winckelmann: nobile semplicità (rifiuto di torsioni, passioni, eccessi ornamentali barocci) e quieta grandezza (immobilità, monumentalità, purezza formale) in grado di esprimere azioni e sentimenti senza eccessi patetici, affettazione, retorica e decorativismo 5. Ricerca dell’equilibrio classico tra la realtà naturale del corpo umano (la natura comune di Goethe) e la bella natura (natura idealizzata mediante il processo di imitazione, cioè indagata, compresa, depurata dalle imperfezioni e ricomposta negli aspetti migliori, la natura nobile di Goethe) 6. Tre ambiti di attività: (a) monumenti funerari i. idea neoclassica della morte e dei sepolcri (cfr. I sepolcri di Foscolo, 1807) priva di aspetti barocchi, macabri, lugubri, spettrali, paurosi, disperati, dolorosi, tormentati ii. visione serena, malinconica dell’aldilà, come nell’antichità greco-romana , in cui Thanatos e Hypnos sono gemelli iii. concezione laica dell’immortalità della fama, del ricordo, delle gesta e dei valori di un uomo, grazie alla memoria e all’affetto dei posteri (Milizia: “la vita del morto sta nella memoria del vivo”) iv. valore civile ed affettivo del sepolcro A. monumenti funerari romani dei papi Clemente XIII (Basilica di S. Pietro) e Clemente XIV (Basilica dei Santi Apostoli) schema berniniano a gradoni semplicità rifiuto di complessi simbolismi precisa scansione delle parti B. nuovo modello di sepolcro piramidale nella tomba dell’arciduchessa d’Austria Maria Cristina (Augustinerkirche di Vienna), con riferimenti a piramide, antica forma sepolcrale processione funebre, motivo pagano simbologia delle tre età dell’uomo simbologia della porta, passaggio tra la vita e la morte, tra la morte e l’eternità C. sarcofago (tomba di Vittorio Alfieri in Santa Croce a Firenze) D. lapidi (cfr la stele attica) (b) sculture di soggetto mitologico caratterizzate da i. equilibrio classico tra natura, dramma, azione e idea, controllo razionale, ordine, schematizzazione ii. ricerca della grazia, cioè dolce sensualità, tenerezza giovanile idealizzata, controllata dalla ragione, senza allusioni alle passioni carnali iii. Amore e Psiche (1787-1793), sintesi tra passione e ragione reciproca contemplazione degli amanti, senza violenta passionalità sensualità raffinata nell’intreccio di braccia e sguardi colorismo proprio dei marmi classici, anche mediante la ceratura delle superfici (cfr ganosis di Prassitele) iv. Canova criticato dai romantici e realisti dell’800 per la leziosità e la mancanza di verità puristi neoclassici con l’accusa di indulgere in sentimentalismi e facili allusioni sensuali, di non perseguire l’essenzialità formale e la severità spirituale (c) Canova partecipa con le sue statue alla propaganda artistica della figura di Napoleone imperatore e della sua famiglia i. mitizzazione di Napoleone, trasformato in eroe o divinità, secondo lo schema imperiale romano della statua achillea, con il corpo perfetto, idealizzato e nudo, e la testa-ritratto ii. Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice (1804-1808) ispirata a sarcofagi etruschi e Veneri rinascimentali di Giorgione e Tiziano volumi ed effetti chiaroscurali sfumati e naturalistici A Canova infatti n o n risponde affatto all'immagine dell'artista neoclassico precursore e sostenitore dei fermenti rivoluzionari: p r i m a cittadino della Repubblica Veneta, p o i , d i volta i n volta, ospite, suddito, artista al servizio del papa, di Napoleone, dell'imperatore d'Austria, Canova si rifugia nella sicurezza garanrita dai vecchi governi: ' L a pace, la tranquillità, la sicurezza", scrive all'amico Giovanni Falier rallegrandosi per l'arrivo a Venezia delle truppe austriache nel 1.798, "sono beni reaU da n o n potersi paragonare con i chimerici da teste calde". Appare in apprensione per le guerre e le lotte che devastano l'Italia, la "desolata nostra nazione", la "adorabile patria", nelle lettere scritte nei momenti di maggior travaglio' poUtico, ma i l suo amore patrio rimane lontano da un preciso impegno ideologico. • Canova non scelse come David la via deìT'impegno politico diretto; il suolimco" icliaieera l'arte, la cui superiorità e autonomia egli difendeva dalle ingerenze delle istituzioni e delle ideologie politiche in un tempo storico particolarmente tumultuoso^, . D suo prestigio europeo e la sua innata diplomazia gU consentirono di mantenersi al di sopra degli eventi; di condurre a compimento, nello stesso anno 1805, - ^ la Paolina Borghese come Venere vincitrice e i l Monumento funerario di Maria Cristina d'Austria; così come, dopo la caduta di Napoleone, gli permetteranno di trattare : .;, e di ottenere la restituzione delle opere d'^arte trafugate dai francesi in Italia(cCL |3-CrL^ 0 Tuttavia alcuni passi delle lettere eanoviane; in particolare relative al 1797, anno dell'avanzata, delle truppe francesi in Italia, esprimono la ' preoccupazione dell'artista «per le orribili - ;••' disgrazie che di giorno in giorno sempre più -. vanno crescendo alla desolata nostra nazione»,.-Si profilano dunque anche negli scritti canoviani i temi dell'amor di patria e di ' un'Italia-nazione, di cuFanzi l'artista per primo fisserà l'iconografia nella regale figura ' femminile che piange sulla tomba di Alfieri, nel monumento funerario in Santa Croce a Firenze. LA TUTELA DELLE OPERE D'ARTE N E L L ' A t llontanatosi da Roma alla proclamazione della Repubblica nel 1798, Canova vi rientra alla firma del concordato tra la Francia e il Papato, che aveva concesso il r i torno del pontefice nella città e nel 1802, viene nominato da Pio VII Ispettore Generale delle Antichità e Belle Arti dello Stato della Chiesa. Con questa carica Canova inizia la sua attività di controllo, seppur discontinua, sulle opere d'arte nei territori del Vaticano. In modo particolare la sua atten- zione si concentra sui criteri di restauro dei reperti archeologici già allestiti nei musei o appena venuti alla luce, reperti ancora esposti a scavi, restauri ed esportazioni abusivi e per i quali l'artista sollecita una legge di tutela. Canova si schiera a favore della legittimità del restauro integrativo del frammento archeologico, purché l'integrazione rispetti perfettamente lo stile, le proporzioni, la tecnica del pezzo originale; in definitiva quindi, ne rivendica l'utilità sia da un punto di vista del restauro scientifico, perché - come teorizza anche Q u a t r è m e r e de Quincy - impedisce, a chi osserva l'opera incompleta, di sovrapporre la propria immaginazione alla realtà dell'oggetto; sia da un punto di vista del godimento pubblico perché, come ancora osserva Q u a t r è m e r e de Quincy: "...la gente comune,., straniera all'essenza dell'arte, alla sua scienza e alla sua pratica, vuole essere presa per gli occhi