i segreti del cervello degli adhd
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i segreti del cervello degli adhd
Pag. |1 “Secrets of the ADHD Brain” (by William Dodson, M.D.) Articolo pubblicato su ADDitudeMag.com e tradotto per gentile concessione di ADDitude a cura di Monica Conversano, Referente AIFA Onlus Imperia. www.additudemag.com/ADHD/article/10117.html I SEGRETI DEL CERVELLO DEGLI ADHD Molte persone sono neurologicamente attrezzate per determinare ciò che è importante e trovare motivazione nel farlo, anche quando non provano alcun interesse. Poi ci sono gli altri che hanno un deficit dell’attenzione L’ADHD è una condizione che confonde, che si contraddice, inconsistente e frustrante. Stravolge le persone che devono conviverci. I criteri diagnostici che sono stati utilizzati negli ultimi 40 anni lasciano tuttavia il dubbio e si chiedono se in realtà posseggono tali condizioni o no. Coloro che emettono la diagnosi hanno una lunga lista di sintomi da cui attingere e controllare. Il manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali elenca 18 criteri e un’altra lista cita almeno altri 100 tratti. I professionisti, come me, hanno cercato di costruire un modo più semplice e chiaro per comprendere le anomalie dell’ADHD. Abbiamo cercato di creare una linea più chiara, che definisca le condizioni, che spieghi la fonte delle anomalie e dia una direzione su cosa fare. Il mio lavoro nell’ultimo decennio ha rivelato che ci siamo persi qualcosa d’importante sulla fondamentale natura dell’ADHD. Sono ritornato dagli esperti delle condizioni - il centinaio di persone e le loro famiglie con cui ho lavorato e che avevo diagnosticato - per confermare la mia ipotesi. Il mio obiettivo era quello di cercare le peculiarità che ciascun ADHD possiede e che le persone neurotipiche non hanno. L’ho trovato. Esso è il sistema nervoso proprio degli ADHD, una speciale ed unica creazione che regola attenzione ed emozione diversamente rispetto a coloro che non posseggono la condizione. ZONA ADHD Quasi tutti i miei pazienti e le loro famiglie vorrebbero far cader il termine di deficit dell’attenzione, iperattività perché esso descrive l’opposto di cio’ che sperimentano ogni momento della loro vita. E’ difficile chiamare qualcosa un disordine quando esso rivela molte positività. ADHD non comporta un danneggiamento e difetto del sistema nervoso. Si tratta di un sistema nervoso che funziona bene ma che utilizza un set di regole proprie. Nonostante esistano condizioni per cui chi è un ADHD può riscontrare difficoltà nell’apprendimento, molte persone con il sistema nervoso ADHD hanno un quoziente intellettivo superiore in modo significante rispetto alla media. Essi utilizzano questo QI in modo diverso rispetto alle Pag. |2 persone neurotipiche. Nel tempo molte persone con la condizione sono andate oltre la scuola superiore, sono state in grado di affrontare problemi che lasciano tutti a bocca aperta e sono in grado di arrivare a soluzioni che altri non vedono. La gran parte degli adulti con sistema nervoso ADHD non sono semplicemente iperattivi. La loro iperattività è interna. Coloro che hanno la condizione non hanno una carenza di attenzione. Prestano attenzione a tutto. Molte persone ADHD non medicalizzate hanno quattro o cinque cose che girano contemporaneamente nella loro testa. Cio’ che caratterizza il sistema nervoso degli ADHD non è il deficit dell’attenzione ma un’attenzione imprevedibile. Chiunque abbia l’ADHD sa che essi possono “essere connessi” almeno quattro o cinque volte al giorno. Quando questo succede, non hanno problemi di attenzione e il deficit delle funzioni esecutive di cui soffrivano prima di essere connessi sparisce. Gli ADHD sanno di poter essere brillanti e perspicaci, ma quello di cui non hanno la certezza è sapere se le loro abilità potranno essere dimostrate quando ne hanno bisogno. I sintomi e l’imprevedibilità vanno e vengono durante il giorno e questo è proprio il tratto evidente dell’ADHD. E’ proprio questo che rende la condizione ADHD frustrante e ingannevole. Le persone con ADHD sentono di essere “connesse” soprattutto quando provano interesse o si appassionano a qualcosa che stanno facendo. Quando gli amici dicono “Ti riesce bene quello che ti piace” descrivono perfettamente l’essenza del sistema nervoso degli ADHD. Essi riescono ad essere connessi anche quando sono sfidati o circondati da un ambiente competitivo. A volte una novità o un nuovo compito attrae la loro attenzione. La novità ha purtroppo vita breve, ogni cosa diventa ben presto obsoleta. Molti altri invece riescono ad essere coinvolti e avere accesso alle loro abilità quando il compito diventa urgente – per esempio una scadenza imminente - adesso o mai più. Questo spiega perché il procrastinare diventa una condizione universalmente invalidante nelle persone con ADHD. Essi vogliono portare a compimento il loro lavoro, ma non riescono a cominciarlo fino a quando questo non diventa interessante, competitivo o urgente. COME FUNZIONA IL RESTO DEL MONDO Ci si riferisce al 90% dei non-ADHD nel mondo come soggetti “neurotipici”. Non perché sono “normali” o migliori. La loro neurologia è accettata e avallata nel mondo. Per le persone con un sistema neurotipico porre interesse ai compiti assegnati o essere in competizione o essere colti dalla novità o essere in una situazione di urgenza puo’ essere di aiuto, ma non è un prerequisito affinché esso sia svolto. I soggetti neurotipici usano tre fattori diversi per decidere di fare quello che devono, come cominciarlo e come rimanere concentrati fino al completamento: 1. Il concetto d’importanza (essi pensano che devono farlo). 2. Il concetto di secondaria importanza-sono motivati solo per il fatto che i loro genitori, insegnanti, capi o chiunque essi rispettino pensi che il compito debba essere affrontato e completato. 3. Il concetto della ricompensa nel farlo e la conseguenza/punizione qualora non fosse portato a compimento. Pag. |3 La persona con un sistema nervoso di tipo ADHD non sarà mai in grado di usare l’idea dell’importanza o della ricompensa per cominciare e portare a termine il lavoro. Sanno cosa è importante, a loro piacciono le ricompense, e a loro non piace essere puniti. Ma per loro, cio’ che motiva il resto del mondo, sono soltanto seccature. L’incapacità ad usare importanza e ricompensa per trovare motivazione avrà un impatto durevole per tutta la vita degli ADHD. In che modo coloro che sono stati diagnosticati sceglieranno tra una moltitudine di opzioni se non posso usare i concetti di importanza e ricompensa finale per trovare motivazione? Come possono prendere la decisione più giusta se i concetti di importanza e ricompensa non sono utili a tale scopo e neanche per motivare a fare cio’ che hanno scelto? Questa comprensione spiega perché nessuna delle terapie cognitive comportamentali utilizzate per gestire i sintomi dell’ADHD abbiano un beneficio duraturo nel tempo. I ricercatori vedono nell’ADHD come l’origine di un sistema nervoso difettoso o deficitario. Io vedo all’origine dell’ADHD un sistema nervoso che funziona perfettamente bene attraverso un bagaglio di regole proprie. Sfortunatamente non funziona con nessuna delle regole o tecniche insegnate ed incoraggiate nel mondo dei neurotipici. Ecco perché: Gli ADHD non sono fatti per rientrare nel Sistema standardizzato delle scuole, che si basano sulla ripetizione che quello che pensa qualcuno sia importante e rilevante. Gli ADHD non si realizzano nel sistema standardizzato del lavoro basato su un concetto di importanza che non condividono e che si sposa nell’interesse di qualcun’altro (il capo). Gli ADHD sono disorganizzati, semplicemente perché qualsiasi sistema organizzativo si basa su due cose - priorità e tempi di gestione - e proprio qui che gli ADHD sono deboli. Gli ADHD non sanno scegliere tra diverse alternative perché tutte hanno scarso valore. Per loro qualsiasi alternativa non fa la differenza. Coloro, che hanno il sistema nervoso tipico ADHD, sanno che qualora essi siano coinvolti in un incarico, potranno svolgerlo. Gli ADHD sono brillanti e perspicaci. Il problema principale è che a loro è stato assegnato il manuale per neurotipici dalla nascita, che vale per gli altri ma non per loro. PARTE II NON CERCARE DI CAMBIARE UN ADHD PER UN NEUROTIPO Le implicazione dopo questa nuova consapevolezza sono innumerevoli. La prima cosa da fare è per gli insegnanti, medici e professionisti affinché smettano di cambiare le persone con ADHD in persone neurotipo. L’obiettivo sarebbe quallo di intervenire al più presto possibile prima che l’individuo si senta frustrato o demoralizzato sforzandolo ad entrare nel mondo dei neurotipi dove le strutture non sono adatte a loro. L’approccio terapeutico che potrebbe dare buoni risultati, quando niente altro è riuscito, dovrebbe avere due aspetti. Preparare il campo neurologico attraverso medicinali, in modo che gli individui ADHD riescano ad arrivare ad ottenere una soglia di attenzione, controllo dell’impulsività e abilità calmate dall’interno. Per alcune persone questo richiede due diversi medicinali. Stimolanti per migliorare le performance giornaliere, per aiutarli a portare a termine le cose da fare. Ma Pag. |4 quando questi sono inefficaci perché c’è stata sofferenza psicologia (tipica di molti ADHD) si avranno migliori benefici aggiungendo dei farmaci adrenergici (clonidine/Kapvay oppure guanfacine/Intuniv) agli stimolanti. I Medicinali comunque non sono sufficienti. Una persona puo’ prendere le medicine giuste secondo dosi consigliate, ma niente cambierà se continuerà ad affrontare i suoi compiti utilizzando strategie tipiche ai neurotipi. Il secondo aspetto affinché i sintomi degli ADHD possano essere gestiti, è la creazione di un manuale appropriato e personale. Come tutti, anche gli ADHD crescono e maturano nel tempo. Gli interessi e gli obiettivi di un bambino di 7 anni non combaciano con quelli di un ragazzo di 27. SCRIVI LE TUE REGOLE Il manuale personale deve basarsi sui propri successi quotidiani. Come sei riuscito oggi a connetterti? Quali sono le circostanze che ti permettono di emergere e farcela? Invece di focalizzarti su dove cadi prima, hai bisogno di identificare come riesci a connetterti e funzionare a livelli apprezzabili. Suggerisco ai miei pazienti di portarsi dietro un registratore o un notepad per un mese e scrivere o spiegare come e quando si connettono. Perché si sentono coinvolti? Se è così, cosa li intriga in modo specifico del compito o della situazione? Si sentono in competizione? E cosa gli dà quel gusto di competitività? Alla fine del mese, molte persone hanno a disposizione 50 o 60 differenti tecniche che sanno che funzioneranno per loro. Quando saranno richiamati a svolgere o impegnarsi a fare qualcosa, sapranno come il loro sistema nervoso funziona e quali tecniche utilizzare. Ho visto usare queste strategie funzionare su molti ADHD perché hanno fatto un passo indietro e hanno capito quale trucco devono tirare fuori. Questo approccio non cerca di farli cambiare e diventare dei neurotipi (come se fosse possibile) ma fornisce un aiuto che si basa sui loro punti di forza.