Fegato

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Fegato
Fegato
Richiami anatomici
Vascolarizzazione del fegato:
circolo portale  vena porta/ arteria epatica  sinusoidi epatici  vene centrolobulari
Lobulo e acino epatico
Lobulo epatico classico o lobulo di Kiernan
 Esagonale, 1 vena centrolobulare
Acino di Rappaport
Suddiviso in 3 zone:
 Zona 1: meglio servita dal punto di vista trofico perché è a ridosso dei vasi, epatociti più giovani
 Zona 2: efficienza trofica minore
 Zona 3: efficienza trofica bassa, epatociti più vecchi ma con più mitocondri e > attività enzimatica
(citocromo P-450)
Questo comporta una ≠ risposta a ipossia, carenze di fattori epatotrofi,
sostanze tossiche
Lobulo portale
Al centro ha la c.d. triade portale costituita da:
 A. epatica
 V. porta
 Duttulo biliare
Epatociti
Vivono circa 200 gg, sembra che subiscano un turnover continuo a partire da cellule staminali ovali situate
nella zona 1, che poi migrano e muoiono per apoptosi nella zona 3 (in realtà c’è chi sostiene che questo
avvenga solo in particolari condizioni patologiche).
Spazio di Disse
Spazio perisinusoidale contenente proteine che fungono da membrana basale a bassa densità per regolare
gli scambi sinusoidi-epatociti.
Cellule di Ito (cellule epatiche stellate o cellule stellate perisinusoidali)
Si trovano nello spazio di Disse, più numerose nella zona 1, immagazzinano lipidi e vit. A (vacuolo lipidico),
avvolgono i sinusoidi regolando il flusso ematico ed i canalicoli biliari, sintetizzano collagene e sono quindi
coinvolti nella FIBROSI EPATICA stimolati dalle cellule di Kupffer (citochine).
Cellule di Kupffer
Più numerose nella zona 1, poste tra le cellule endoteliali dei sinusoidi rappresentano i macrofagi fissi del
fegato.
Pit cell
Grandi linfociti granulosi che fungono da cellule NK.
Fisiopatologia del fegato
Funzioni principali
 Metabolismo dei carboidrati
o Gluconeogenesi, glicogenolisi
o Metabolismo di insulina glicogeno, glucagone…
1
 Metabolismo dei lipidi
o Sintesi di lipoproteine e colesterolo
o Ossidazione degli acidi grassi
o Metabolismo di trigliceridi e fosfolipidi
 Metabolismo delle proteine
o Sintesi e turnover delle proteine plasmatiche:
 Albumine, globulina, proteine di trasporto, proteine di fase acuta, fattori della
coagulazione
 Metabolismo delle vitamine
 Funzioni difensive (cellule di Kupffer)
 Funzioni di detossificazione
 Funzioni digestive
 Funzioni ematologiche
o Emopoiesi (fetale, extramidollare)
o Fattori della coagulazione
o Eritrocateresi
o Metabolismo del ferro
 Funzioni di deposito
o Vitamine, trigliceridi, ferro, rame, zinco
 Metabolismo di ormoni
o Steroidi
Ittero
Diatesi emorragica (coagulopatie)
Edemi generalizzati, ascite
Disturbi del SNC
(encefalopatia epatica)
INSUFFICIENZA EPATICA
Acuta o cronica
Anemia
Ipoglicemia Acidosi
Alterazioni cadaveriche
 Colorazione grigio-verdastra a contatto con stomaco e intestino per la formazione di
solfometaemoglobina
 Colorazione verdognola in prossimità della cistifellea per diffusione del pigmento biliare
 Enfisema cadaverico: bolle che sollevano la mb. sierosa, fuoriuscita di schiuma dalla sezione
 Focolai di autolisi e rammollimento: più precoci per gastroenteriti acute, colorito grigio opaco e
consistenza molle.
 Focolaietti a limiti netti, asciutti e opachi di colore ocraceo nella morte da carbonchio ematico o per
penetrazione intravitale o preagonica di batteri anaerobi.
Malformazioni
Malformazioni congenite biliari




Ipoplasia – Agenesia
Fegati accessori
Fegato doppio nel suino
IPERTROFIA GLOBOSA nel bovino: porzione di fegato che
sporge in cavità toracica attraverso il diaframma (ernia falsa
transdiaframmatica: manca il sacco erniario) presenta
ipertrofia e fibrosi.
 Cisti biliari intraepatiche congenite, possono essere:
o Isolate o multiple o conglomerate a contenuto chiaro
sieroso
Illustrazione 1: Ipertrofia globosa
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Derivano dai dotti biliari intraepatici: durante la
formazione, una parte dei cordoni rimane impervia
e isolata o un dotto rimane strozzato da
un’eccedenza nello sviluppo del connettivo,
questo provoca ristagno di secreto e quindi
dilatazione.
o Se diffuse (fegato cistico congenito: voluminoso
e costellato di cisti intercomunicanti; suini e
carnivori) spesso associate a reni policistici.
Segnalazioni nei cani (Cairn e West Highland
White Terrier) come malattia autosomica
Illustrazione 2: Cisti biliari congenite
recessiva e nei gatti (persiani) associato a cisti e
fibrosi del pancreas
 Cisti superficiali epatiche
o Sierose, in genere peduncolate
o Piccole e multiple o singole e grandi, sulla superficie diaframmatici, con parete connettivale
molto vascolarizzata
o In vitelli, agnelli e puledri
o Accumulo di liquido tra la lamina peritoneale e la capsula che vanno incontro a fibrosi e
formano briglie sottili fibrose (periepatite filamentosa) da non confondere con periepatite
villosa da migrazione di strongili
o
Malformazioni vasali porto-sistemiche (PSVA)
Cortocircuiti porto-sistemici (SHUNTS): comunicazioni veno-venose aberranti tra sistema venoso portale e
cardinale ( vena cava caudale e vene azigos)
Si dividono in:
 Extraepatici (molto + freq.)
 Intraepatici
Uno shunt comporta:
 Deficit di per fusione degli epatociti
o Insufficiente apporto di O2 e fattori trofici
↓
 Distrofia / atrofia del fegato, x’ il sangue dell’ a. epatica è insufficiente a causa dell’ ↑ P
o Fegato liscio e piccolo, atrofia degenerativa steatosica degli epatociti (cisti grasse)
o Emosiderosi: ↑ contenuto di Fe nelle cell. di Kupffer e negli epatociti, lipogranulomi
o Ipoplasia portale e proliferazione arteriolare: ↓ o assenza di rami portali e ↑ n° e Ø di rami
arteriosi
o Alterazioni dei sinusoidi:
 ↑Ø nella zona 3 e ↓Ø nella zona 1;
 Capillarizzazione dei sinusoidi x ↑P, scomparsa delle fenestrazioni endoteliali, ↓
ulteriormente la perfusione del parenchima.
 Encefalopatia epatica cronica ricorrente (nel cane con CPSS)
o Polimicrocavitazione
bilaterale
simmetrica del peduncolo cerebrale e
nei nuclei cerebellari
o Reazione di Alzheimer di tipo II
o Polimicrocavitazione nella corteccia
cerebrale e nella sostanza bianca
adiacente
Shunt congeniti portosistemici extraepatici
(CPPS)
Nei cani di piccola taglia (Yorkshire terrier, Cairn
terrier, Bassotto, Schnauzer nano) i nei gatti
2. Shunt porta-cava: un vaso anomalo prende
origine dal tronco principale della vena porta
(o dalla vena gastrica sx o dalla v. splenica,
talvolta da vasi gastroduodenali e mesenterici)
e si versa direttamente nella vena cava)
3
3. Shunt porta-azigos: meno frequenti connessione che origina dalla vena porta o da una sua
tributaria e si versa nella v. azigos.
4. Shunt porta-cava con atresia della v. porta
Shunt congeniti porto-sistemici intraepatici (CPSS)
Soprattutto nei cani di grossa taglia (Levriero irlandese, Golden retriver, Labrador retriver, Doberman,
Samoiedo, Pastore tedesco), più rari nei cani di piccola taglia e nei gatti.
5. Mancata chiusura del dotto venoso (dotto venoso pervio), che nel cane normalmente si oblitera
entro i primi 3 gg di vita
 Fistola artero-venosa intraepatica congenita: rara connessione tra una branca dell’arteria epatica
e rami della vena porta, causa ipertensione portale intraepatica per immissione di sangue a ↑ P in un
sistema a ↓ P, con arterizzazione portale e turgore dei vasi superficiali (varici arterovenose) 
numerosi shunt veno-venosi tra v. porta e v. cava tramite connessioni preesistenti. Presente
ASCITE.
 Displasia del microcircolo portale: nel cane, non vi è alcun aspetto microscopicamente rilevabile
dello shunt, presenta anastomosi tra sangue arterioso e venoso a libello intralobulare.
Shunt porto-sistemici acquisiti (APSS)
 Causati da ipertensione portale
 Numerose connessioni anastomotiche plessiformi microscopiche
 ASCITE
Distopie
 Torsione di un singolo lobo epatico, di solito il sx
o Suino, cane, raramente cavallo
o Conseguenze:
 Necrosi ischemica, anche gangrena gassosa da batt. anaerobi  emorragia e
shock endotossico mortali
 A volte, incapsulamento fibroso del lobo necrotico (sequestro)
Ernia spuria diaframmatica




Dislocazione in torace attraverso un’apertura del diaframma, a dx o a sx, di solito di un solo lobo.
Senza sacco erniario.
Congenita o traumatica
In concomitanza sono dislocati anche porzioni di intestino con il pancreas, lo stomaco, l’omento, la
milza
 Frequente nel cane e nel gatto in conseguenza a traumi
Rotture
Causate da:
 Traumi violenti alla regione addominale (cadute, investimenti)
o Clinicamente inosservate se di lieve entità, tranne
nel caso in cui ci sia:
 Emoperitoneo
 Peritonite acuta per lesioni di continuo
dei dotti biliari
o Crepe lineari della capsula e del parenchima
coperte da coaguli sanguigni che possono venire
saldate da materiale trombotico.
 Spontanee, per alterazioni parenchimali che hanno reso
più fragile l’organo, come nel caso di forme gravi di
steatosi, amiloidosi, congestione venosa, infiltrazioni Illustrazione 3: Rottura del
linfomatose, epatiti acute.
parte coperte da coaguli)
fegato steatosico (in
Alterazioni regressive
Comprendono:
 Atrofia
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 Epatosi: tutte le alterazioni non infiammatorie del fegato o quelle affezioni epatiche in cui dominano i
fenomeni degenerativi e necrotici causati da tossici esogeni o endogeni con azione elettiva per gli
epatociti, ci possono essere accumuli patologici di pigmenti.
Atrofia generale
Cause:
 Digiuno prolungato, cachessia, età avanzata
Presenta:
 Riduzione fino a dimezzare il volume
 MACRO: margini affilati, superficie esterna finemente rugosa, capsula increspata x’ troppo grande,
colore scuro, consistenza moderatamente aumentata
 MICRO: epatociti rimpiccioliti, vacuolizzazioni degenerative del citoplasma, nell’atrofia senile e nella
cachessia accumulo di lipofuscina (ATROFIA BRUNA) >nei gatti vecchi
Atrofia parziale, asimmetrica
Conseguente a :
 Compressione esercitata da lesioni occupanti spazio (granulomi, cisti parassitarie, tumori)
 Compressione da organi vicini (meteorismo cronico del colon del cavallo)
 Ostruzione delle vie biliari o dei vasi sanguigni: distomatosi epatica del bovino  ostruzione
biliare parassitaria del lobo sx
Degenerazioni
Degenerazioni epatocellulari semplici
Modificazioni lievi, per lo più reversibili degli epatociti con rigonfiamento acuto degli organelli e/o del citosol
dovuto a accumulo di acqua.
Cause:
 Tossiche, metaboliche e ischemiche
MACRO: lieve ↑V e impallidimento dell’organo
MICRO:
 Rigonfiamento torbido: fini granuli che danno citoplasma torbido dovuti a un rigonfiamento dei
mitocondri  ↑ H2O nel citosol
↓
 Degenerazione idropica:
o Edema intracellulare, la cellula perde il suo contorno poliedrico, citoplasma rarefatto,
reticolato e vacuolizzato  lisi cellulare
o Presenza di corpi di Mallory: accumulo citoplasmatico di zolle omogenee fortemente
eosinofiliche in posizione perinucleare, nelle epatosi tossiche, carenziali e nella peste suina
 Degenerazione vacuolare (foto)
 Degenerazione piumosa:
o Degenerazione idropica nella stasi biliare prolungata
dovuta all’effetto citotossico di alcuni acidi biliari su
Golgi, RE e mitocondri.
o Epatociti rigonfi con citoplasma finemente reticolato
intriso di pigmenti giallo-bruno-verdastri
o Più dura la ritenzione più aumenta il rischio di danno
 Epatociti a vetro smerigliato (ground glass hepatocytes)
o Ipertrofia-aggregazione del REL in alcune tossicosi
da induttori enzimatici (barbiturici e solanacee)
o Epatociti rigonfi, arrotondati, con ampia massa eosinofila finemente granulomatosa che
occupa tutto il citoplasma, nucleo eccentrico, alone citoplasmatico periferico otticamente
vuoto
o Nella zona 3 dell’acino
Epatopatia steroidea (epatopatia vacuolare da glicocorticoidi del cane)
 Conseguente a ipercorticalismo iatrogeno o endogeno dovuto a:
o Somministrazione orale, parenterale o topica di glicocorticoidi
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Ipercorticalismo primitivo da neoplasia surrenalica o secondario a tumore adenoipofisario
(sindrome di Cushing)
o Liberazione endogena di glicocorticoidi stimolata da malattie croniche a carattere infettivo,
infiammatorio o neoplastico di durata superiore alle 4 sett. (stress cronico)
 Clinicamente non manifesta: ↑ ALP nel siero e GGT
 Epatomegalia e pallore (possono concomitante aree di statosi)
 Istologicamente si rilevano vacuolizzazioni citoplasmatiche degli epatociti, che possono essere
polinucleati e rigonfiamento cellulare a distribuzione focale, zonale o anche panlobulare.
o D.D. con statosi:
 Vacuoli con limiti poco netti
 Vacuolizzazione con aspetto di fine reticolo
 Residui filamentosi
o Sparsi epatociti palloniformi, diafani, grandi fino a 20 volte il normale
o Sinusoidi e spazi perisinusoidali ristretti dal rigonfiamento degli epatociti
o Intensità maggiore dopo 2 sett. di glicocorticoidi poi lesioni più gravi nella zona 2 e 3
o I VACUOLI CONTENGONO GLICOGENO
o
Statosi epatica
MACRO: lieve o moderato ↑ V , colorito pallido giallastro con rammollimento untuosi del parenchima che
predispone a lacerazioni.
MICRO: accumulo lipidico negli epatociti sotto forma di goccioline oppure raccolto in un'unica vescicola, la
presenza di alterazioni degenerative indica il passaggio dalla statosi alla necrosi.
Le cause sono di 2 tipi:
 Statosi da lesione primitiva degli epatociti (cause tossiche, ipossiemiche, carenziali), più o meno
grave
 Statosi da aumentato apporto (diete iperlipidiche, fattori ormonali), lieve trattandosi di cellule non
funzionalmente lese.
Metabolismo dei lipidi
Gli ac. grassi liberi, provenienti da dieta e lipolisi, si trovano nel sangue come NEFA e vanno al fegato dove
vengono: ossidati (energia) oppure trasformati in colesterolo, fosfolipidi o trigliceridi. Questi ultimi vengono
coniugati con una proteina vettrice, l’apoproteina B, diventano lipoproteine e trasportati ai grassi di deposito.
Qui una LPL li libera e li immagazzina. In caso di necessità i TG vengono idrolizzati ad ac. grassi da una
lipasi ormono-dipendente e tornano al fegato.
 L’insulina ↑LPL e ↓ lipasi  + deposito e – lipolisi. La mancanza di insulina (diabete mellito), al
contrario, + lipolisi e – deposito  le lipoproteine non vengono accettate e vengono liberati più ac.
grassi , il tutto torna al fegato che non riesce a
smaltirli  steatosi.
 Anoressia cronica: insulina ↓ per mantenere
la glicemia normale
 Ipertiroidismo: ↑ tirosina + lipasi  ↑
liberazione di ac. grassi
 Stati tossici: ostacolano l’ossidazione oppure
– sintesi di apoproteine.
o Esposizione prolungata a piccole dosi
 steatosi.
o Esposizione a dosi elevate  necrosi.
Statosi epatica nel gatto
 Epatopatia regressiva più frequente nel gatto
o Predisposizione per carenza relativa
di glicuronil-trasferasi (responsabile della glicuronazione)
o Carenza di arginina, che il gatto non sa sintetizzare (aa indispensabile per la produzione di
urea nel ciclo di Krebs), interferisce con la sintesi di lipoproteine
 Associata a diabete mellito, ipertiroidismo, cardiomiopatie, anomalie porto-sistemiche, tossicosi,rare
forme di iperlipoproteinemia felina ereditaria da deficit funzionale di LPL (lipoproteinlipasi) 
condizioni che alterano l’equilibrio tra lipogenesi e lipolisi.
 Spesso idiopatica (FHLS = Feline Hepatic Lipidosis Syndrome)
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 Predispongono: anoressia cronica, squilibri alimentari, carenze di aa essenziali, sesso femminile,
obesità (lipasi indipendente da ormoni, libera ac. grassi captati dal fegato; resistenza periferica
all’insulina)
 Spesso è associata a pancreatine
 Per la diagnosi di questa malattia bisogna riscontrare una vacuolizzazione di almeno il 50% degli
epatociti
Statosi epatica nel cane
 Fatty liver syndrome dei cuccioli
o Vomito, diarrea e manifestazioni neurologiche (debolezza muscolare, atassia, apatia,
convulsioni, opistotono, coma)
o In cuccioli tra 4 e 16 sett. di piccola taglia
o Statosi epatica diffusa, macro e microvescicolare,  renale, cardiaca e necrosi neuronale
o Epatomegalia con colorito giallastro chiaro
o Associata a situazioni stressanti che possono indurre anoressia nei cuccioli (svezzamento,
compravendita, cambio di alimentazione, vaccinazione, tatuaggio) ed alla conseguente
ipoglicemia che ne deriva (mobilitazione lipidica e necrosi neuronale) responsabile della
mobilizzazione lipidica per sopperire alla mancanza di energia.
 Tossiemia gravidica della cagna:
o Macrovescicolare, panlobulare, spesso mortale.
o A fine gravidanza o dopo il parto.
o Causata da alterazioni metaboliche dovute all’ ↑ richiesta energetica.
 Diabete mellito
 Turbe del metabolismo lipidico
 Tossicosi
Statosi epatica dei bovini
Statosi post partum della bovina lattifera (chetosi)
Dovuta a:
 lipomobilizzazione conseguente alla montata lattea,
 parafisiologica nella bovina da latte ad alta produzione (BLAP) nelle prime settimane dopo il parto
 Generalmente lieve e reversibile in 4-8 sett.
 Se grave (+ del 40% degli epatociti interessati) si può avere la chetosi primaria puerperale o
sindrome chetosica, con turbe digestive e/o neurologiche e i campioni di fegato galleggiano.
Alla base ci sono:
 bilancio energetico negativo attribuibile all’inizio della lattazione
 somministrazione di razioni troppo energetiche rispetto ai fabbisogni nel periodo dell’asciutta che
determinano un eccessivo ingrassamento dell’animale e stimolano la lipolisi con lipomobilizzazione
 squilibri ormonali derivati da situazioni stressanti: lipomobilizzazione dei grassi, da scindere in
glicerolo e NEFA, e la gluconeogenesi necessaria alla produzione di lattosio entrano in
competizione. I NEFA, captati dal fegato, diventano trigliceridi che entrano in circolo sottoforma di
lipoproteine. Se c’è carenza di apoproteine, i trigliceridi si accumulano nel fegato. La ↓ sintesi di
estradiolo (E2) dopo il parto peggiora la situazione perché l’E2 agisce sulla [apoproteina B]
 Dai NEFA si ottiene anche l’acetil-CoA che però non entra nel ciclo di Krebs per carenza di
ossalacetato  corpi che tonici nel sangue (iperchetonemia) e nei tessuti, compresa la pelle, che
emana odore di acetone.
Lipodistrofia epatica dei vitelli
Da alimentazione con grassi impropri (ossidati o iperossidati) nei sostituti del latte che provocano statosi,
alopecia, sindromi diarroiche, sindromi emorragiche.
Forma grave a sfondo eredo-familiare di epatopatia con encefalopatia epatica nella razza Galloway
Malattia del fegato bianco degli ovini
Statosi epatica da carenza dietetica di cobalto nel terreno, in Nuova Zelanda, Australia ed Europa
negli agnelli. I vegetali poveri di Co causano carenza di vit. B12
Sintomi:
 Anoressia, dimagrimento, lacrimazione, alopecia, talvolta ittero e dermatiti da fotosensibilizzazione.

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 Epatomegalia, pallore giallastro,statosi nelle zone periacinose, lipopigmenti negli epatociti
Iperlipemia del pony
 Patologia metabolica mortale a eziopatogenesi incerta
 In femmine gravide i in lattazione di pony Shetland
 Anche steatosi cardiaca e renale
Steatosi epatica del suino
 Rara nei suini macellati (0.1%-3.2%)
 Per digiuno prolungato(oltre 48 h prima della macellazione) + stress = steatosi + ↓ glicogeno  carni
DFD
 Fatty liver syndrome in suinetti di pochi giorni per deficit di aa essenziali e di fattori lipotropi, morte
a 2 sett.
Amiloidosi epatica
In tutte le specie nel quadro di amiloidosi generalizzata (amiloide AA – amiloidosi reattiva sistemica)
 Bovino: processi cronici con lesioni necrotiche e/o suppurative tessutali estese e processi tubercolari
cronici
 Cavallo: processi suppurativi cronici da Streptococcus equi (adenite equina) e nei cavalli
sieroproduttori
 Cane e gatto: infezioni croniche, neoplasie maligne e malattie autoimmuni
Forme idiopatiche con notevole predisposizione nei gatti abissini e di razze orientali e nei cani Shar Pei.
MACRO: epatomegalia, colore normale o giallognolo, consistenza pastosa o soda, cedevole, si lacera con
facilità
MICRO: infiltrazione extracellulare pericapillare di sostanza amiloide
 Negli spazi di Disse a contatto con le fibre reticolari
 Conseguente atrofia da compressione-iponutrizione delle lamine epatiche
 Rosso Congo
Illustrazione 4: Amiloidosi + iperemia
Illustrazione 5: Masson: sostanza amiloide
(azzurro) provoca compressione e atrofia
delle lamine epatiche
Pigmentazioni patologiche
Melanosi maculosa congenita




Congenita
Vitelli, agnelli e suinetti
Anche in polmoni ecc.
Chiazze di colorito nero intenso o grigio scuro, ad orli netti o
sfumati, per accumulo di melanina in cellule dello stroma e della
capsula, specialmente nelle avventizie vasali. I melanofori sono
isolati e raccolti in accumuli.
 Scompare con l’accrescimento.
Lipopigmenti
MACRO: colore brunastro del fegato
MICRO: pigmenti granulari o zollosi giallo-bruno-dorati negli epatociti, autofluorescenti, sudanofili, insolubili
nei solventi. Simili alle emosiderine che però contengono Fe (rilevabile con colorazione istochimica)
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I lipopigmenti sono:
 Lipofuscina: si accumula nei lisosomi  atrofia bruna
 Pseudomelanina: si accumula nei lisosomi per defici enzimatico in pecore Corredale (simile alla
Dublin-Johnson dell’uomo), presenta anche dermatite da fotosensibilizzazione e ittero cronico
(incapacità ereditaria di eliminare la filloeritrina e la bilirubina coniugata)
 Ceroide: si accumula nelle cellule di Kupffer, nei macrofagi epatici nella distomatosi (bovini e ovini),
nella Yellow Fat Disease dei suini e dei gatti e nella malattia del fegato bianco degli ovini.
Illustrazione 6: Ziehl-Neelsen: Granuli di
lipofuscine acido-resistenti negli epatociti.
Illustrazione 7: Pseudomelanosi
Colestasi / ittero / pigmentazione biliare
 La bile è istologicamente apprezzabile solo se c’è un ristagno (COLESTASI), può avere cause :
o Intraepatiche
o Extraepatiche
 Causa colorazione patologica di cute e altri tessuti  ITTERO, che riconosce in genere due cause
principali:
o Sovrapproduzione di bilirubina (malattie emolitiche)  ITTERO PREEPATICO
o Difettosa escrezione di bilirubina:
 X difetto di captazione e di coniugazione della bilirubina  ITTERO EPATICO
 X incapacità meccanica di escrezione della bilirubina coniugata  ITTERO
POSTEPATICO
Emosiderosi
 Presenza nei tessuti di un eccesso di emosiderina (condensato di Fe(OH) 2 insolubile in acqua)
 Nel fegato è indice di accentuata emocateresi dovuta a :
o Anemie emolitiche gravi (anemia infettiva equina)
o Anemia da carenza di Cu
o Cachessia
o Iperemia passiva cronica
o Eccessivo assorbimento intestinale di Fe (emosiderosi primaria) (emocromatosi nell’uomo)
o Ripetute trasfusioni (emosiderosi secondaria)
o Inoculazione sperimentale a lungo termine di ferro-destrano
MACRO: colore bruno scuro
MICRO: granuli grossolani di colore bruno-giallastro rifrangente (siderosomi) colorabili in blu/azzurro col
metodo di Pearls
 Nelle cellule di Kupffer (emosiderosi reticoloendoteliale)
 In minor quantità negli epatociti (emosiderosi epatocitaria)
Necrosi
Può essere:
 Primitiva
 Secondaria: rappresenta l’evoluzione irreversibile di una degenerazione cellulare
Mostra diverse presentazioni anatomiche:
 Diffusa o a focolai (grandi o piccoli)
o Coagulativa: esprime un insulto acuto, aspetto omogeneo ed ipereosinofilico del citoplasma
o Colliquativa: meno rapida o dovuta all’attività idrolitica di enzimi leucocitari nei focolai
infiammatori (necrosi litica)
o Caseosa
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La necrosi, se non è troppo estesa, suscita una reazione infiammatoria (a differenza dell’apoptosi) che
stimola la rigenerazione degli epatociti sopravvissuti
MICRO:
 cellule rigonfie o coartate, citoplasma acidofilo omogeneo (necrosi recente)
 citoplasma debolmente colorato e margini cellulari poco definiti (autolisi)
 disfacimento cellulare (necrosi astrutturata)
 alterazioni nucleari (picnosi, cariolisi, carioressi)
le cause di necrosi sono molteplici.
Localizzazione
epatiche
topografica
delle
necrosi
Necrosi microfocale
 Interessa un piccolo gruppo di cellule, con
distribuzione
casuale,
anche
non
visibile
microscopicamente.
 Ha spesso cause infettive:
o Virali
 Aujeszky,
Illustrazione 8: Aujeszky, necrosi microfocale
 IBR,
 aborto equino da EHV-1: nel fegato del feto minuscoli focolai necrotici,
 epatite del cane da CAdV
o Protozoarie (toxoplasmosi)
o Batteriche (salmonellosi, tularemia, pseuotubercolosi, brucellosi, listeriosi, malattia di
Tyzzer)
o Parassitarie (migrazione di parassiti)
o Setticemiche
 Si può presentare come noduli migliariformi gialli-opachi, sparsi o disseminati
 Sawdust liver nei vitelloni: reperto alla macellazione a eziologia incerta (Fusobacter necrophorum,
cause dietetico carenziali…), necrosi a piccoli focolai giallastri sparsi o numerosi di dimensioni
sublobulari con infiltrazione dei neutrofili e linfociti senza suppurazione (epatite focale necrotizzante).
 Micotossicosi:
o Suino: fusariotossicosi e aflatossicosi, interessa singole cellule
o Cavallo: fusariotossicosi, in associazione a leucoencefalomalacia
Necrosi zonale
È una necrosi diffusa a tutti i lobuli che può avere 3 espressioni:
Necrosi periacinosa (o pericentrale o centrolobulare)
Colpisce gli epatociti della zona 3 predisposti al danno per:
 Perfusione relativamente scarsa
 Elevata attività di ossidasi a funzione mista (citocromo P-450)
Conseguenza di:
 Anemia emolitica grave, shock, congestione passiva, agonia lenta; ↓ perfusione causa ipossia e
necrosi
 Xenobiotici (acetaminofene, anestetici, FANS) metabolizzati dalle ossidasi a funzione mista in
metaboliti reattivi e tossici per gli stessi epatociti
 Disegno acinoso o lobulare: in alcune epatiti virali in cui le zone necrotiche periacinose confluiscono
e vengono invase dal sangue.
Necrosi periportale (o lobuloperiferica)
 Danno cellulare alla zona 1 (epatociti a ridosso degli spazi portali)
 Causata da:
o Tossici (fosforo)
o Stasi biliare extraepatica (gastropatie e pancreatici croniche)
 Infrequente
Necrosi intermediozonale (o intermediolobulare)
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 Colpisce la zona 2
 È associata alla centrolobulare nello shock
 Riprodotta sperimentalmente con:
o Furosemide
o Berillio
o Paraquat
Necrosi paracentrale
 Tutto un acino isolato è colpito da necrosi coagulativa
 Dovuta a:
o Occlusione di un duttulo biliare (infarto biliare)
o Occlusione tromboembolica di un ramo terminale della vena porta
o Fitotossicosi
Necrosi massiva
 Necrosi di tutti i lobuli in tutte e 3 le zone
 Evoluzione della necrosi centrolobulare diffusa
 Presente in:
o Anemia dei suinetti, epatosi dietetica, micotossicosi acute, avvelenamento da catrame
minerale; fitotossicosi, epatite contagiosa del cane, epatopatia tossiche acute (mebendazolo
nel cane e diazepam nel gatto)
Necrosi a ponte (o confluente o bridging necrosis)
Campi o ponti di tessuto necrotico che connettono tra loro vene centrolobulari, queste agli spazi portali e
questi ultimi tra loro:
 Ponti centro-centrali, dalla confluenza di zone 3 adiacenti
 Ponti centro-portali, porto-portali, dalla confluenza di zone 2 e 3 (necrosi a stella marina)
Può condurre all’insufficienza epatica fulminante
Addensamento dello stroma reticolare nei ponti (collasso del parenchima epatico) fa da base per la
costituzione di tronchi connettivo-vascolari nella cronicizzazione (EVOLUZIONE CIRROTICA)
Illustrazione 9: Ponti centro-centrali
Illustrazione 10: Ponti centro-centrali,
centro-portali, porto-portali
Necrosi a vasti focolai
 Di parecchi cm di Ø e al limiti netti
 In presenza di:
o Necrobacillosi (Fusobacterium necrophorum)
o Mucormicosi metastatiche del bovino
o Enterotossiemia delle pecore (Clostridium novyi)
o Enterotossiemia dei bovini (Clostridium haemolyticum)
o Aborto vibrionico delle pecore (Campylobacter foetus)
Epatodistrofia acuta
 Correlata a necrosi diffusa submassiva
 Ha cause tossiche o dietetiche:
o Intossicazione acuta nel suino (e nel cane) da
aflatossine
o Intossicazione da ferro-destrano dei suinetti
o Epatosi dietetica dei suinetti (foto)
11
Atrofia giallo-acuta
 Fegato rimpicciolito e con capsula raggrinzita
 Più spesso V normale ma variegatura esterna dei colori, con aspetto a mosaico, per lobuli:
o Giallo-ocraceo (lobuli necrotici)
o Grigio-giallastri (parenchima periportale indenne o colpito da processi degenerativi)
 Interposti a:
o Zone rosse, spesso depresse per collasso lobulare, a causa della replezione dei sinusoidi e
delle emorragie per la scomparsa degli epatociti nelle zone centrolobulari
Atrofia rossa
 Variante più grave dell’atrofia giallo-acuta
 Necrosi emorragica acuta con collasso lobulare diffuso
 Aspetto macroscopicamente variopinto accentuato in sezione dove i lobuli hanno colorazione gialloocracea o rossa nelle parti centrali
 Parenchima molto friabile
Epatotossicosi
Gli xenobiotici, assorbiti dal tubo gastroenterico e pervenuti al fegato attraverso la vena porta o penetrati per
altra via e pervenuti al fegato per via ematica, possono essere:
 Prodotti chimici e pesticidi
 Fitotossine
 Micotossine (errata conservazione degli alimenti)
 Iatrogene (farmaci):
o Antiepilettici (primidone, fenitoina, fenobarbital)
o Antibiotici (tetracicline, sulfamidici)
o FANS (paracetamolo)
o Antielmintici (arsenicali, mebendazolo)
o Tranquillanti e anestetici (dazepam, alitano)
o Inibitori della citocromo P-450 (propiltiouracile, metimazolo)
Metabolismo epatico
 La sede principale del metabolismo dei farmaci è il fegato
 La maggioranza delle trasformazioni di un farmaco avviene dopo il suo assorbimento e prima della
sua eliminazione
 Molti farmaci riescono ad influenzare il metabolismo epatico di altre sostanze assunte
contemporaneamente
 Una sostanza assunta da un epatociti può essere escreta con la bile nell’intestino e riassorbita
attraverso il circolo enteroepatico
 La presenza di uno shunt port-sistemico modifica l’assorbimento e la distribuzione spt di sost.
rimosse dalla circolazione portale al primo passaggio nel fegato (effetto di primo passaggio)
 Il metabolismo epatico degli xenobiotici è caratterizzato da 3 enzimi:
o Ossidoreduttasi
o Idrolasi
o Trasferasi
Reazioni chimiche di biotrasformazione
Avvengono nel REL e si dividono in:
 Reazioni di FASE 1: convertono la sostanza in un metabolica più polare per ossidazione, riduzione,
idrolisi e richiedono:
o Ossidasi a funzione mista o monossigenasi (MFO) soprattutto citocromo P-450:
 Importante sistema enzimatico nella metabolizzazione di sostanze farmacologiche
ed inquinanti ambientali
 Può attivare delle potenziali sostanze tossiche (conversione in metabolici intermedi
reattivi più tossici delle molecole d’origine) attraverso l’induzione enzimatica, di
solito danneggiano solo il citosol degli epatociti che li hanno prodotti
 Concentrazione più alta negli epatociti della zona 3  qui si ha il > effetto tox
o NADPH
12
o O2
 Reazioni di FASE 2: reazioni di coniugazione ad opera di trasferasi (glicuronoconiugazione).
Possono portare alla formazione di sostanze epatotossiche
Meccanismi di epatotossicità
Sostanze con proprietà epatotossiche intrinseche
 Effetto nella maggioranza degli animali esposti riproducibile
 Danno epatotossico prevedibile e proporzionale alla dose
 Possono agire tramite:
o Meccanismo diretto chimico-fisico: denaturazione delle strutture di mb.  lesioni
degenerative e/o necrosi (CH3Cl, CCl4, P)
o Meccanismo indiretto di danno: interferenza con il metabolismo degli epatociti 
 Lesioni degenerative (acetaminofene, clorotetracicline)
 Necrosi
(diazepam,
trimetoprim,
aflatossine,
α-amanitina,metimazolo,
ossibendazolo, falloidina, dimetilnitrosamine)
o Colestasi: (metiltestosterone, azatioprina, ossibendazolo) interferenza con l’escrezione
biliare o con la coniugazione di bilirubina accumulo di acidi biliare che danneggia organuli
ed enzimi cellulari  degenerazione e necrosi
Sostanze ad attività epatotossica incostante
Effetto non prevedibile e non correlato con certezza della dose, hanno meccanismo di:
 Sensibilizzazione immunologia: interazione con proteine degli epatociti originando metaboliti con
proprietà Ag (fenitoina, acetaminofene)  attivano la risp. immunitaria  sindrome allergica
 Idiosincrasia metabolica: tendenza soggettiva a produrre metabolici tossici
Epatotossicosi acute
 Decesso dopo un breve periodo di malattia (anoressia, colica, encefalopatia…)
 Lievi versamenti peritoneali sierosi o siero-fibrinosi
 Lesioni epatiche variabili:
o MACRO:
 Moderata atrofia con impallidimento diffuso
 ↑ V e arrossamento, edema della cistifellea
 Pallore ed emorragie petecchiali (anche in altri organi)
o MICRO:
 Necrosi degli epatociti a cellule sparse, confluente centro-centrale o zonale
 Emorragie  la necrosi distrugge i sinusoidi
 Steatosi e epatociti a vetro smerigliato, dove non c’è necrosi
Cause:
 Epatosi acuta dietetica del suino:
o spt in ottobre e novembre in suinetti di 3-15 sett.,
o mortalità elevata,
o atrofia gialla o rossa (forma iperacuta),
o nei sopravvissuti  cirrosi postnecrotica
o Cause: alimentazione con olio rancido + carenza di proteine animali (aminoacidi solforati),
vit. E e selenio
 ac. grassi danno perossidi non contrastati dagli antiossidanti  lesioni iniziali a
fegato e altri organi.
 Assorbimento intestinale di tossici aggrava il quadro epatico già provato
o Predisposizione: utilizzo di soia come fonte proteica + ↑ % di crusca (trattiene il selenio) e
grassi
 Fitotossicosi acute: da alghe blu-verdi (acque stagnanti), solanacee, composite ecc.
 Idrocarburi clorurati: esacloroetano, tetracloroetilene, cloroformio e CCl4 (antielmintico attivato
dalle ossidasi a funzione mista)
 Fosforo, ferro e rame
 Micotossicosi
13
Epatotossicosi croniche
 Dermatiti da fotosensibilizzazione, encefalopatia epatica, ittero
 MACRO: frequente evoluzione in sclerosi o cirrosi
 MICRO: degenerazione, necrosi, fibrosi, neoduttulogenesi, colestasi, megalocitosi, policariocitosi,
rigenerazione nodulare del parenchima, neoplasie epatiche (aflatossine, nitrosamine, idrocarburi
policiclici, amine aromatiche, pesticidi organoclorurati, bifenili policlorurati, griseofulvina)
Cause:
 Fitotossicosi
 Micotossicosi
 Rame
Piante contenenti alcaloidi pirrolizidinici
 Gli erbicidi ↑ il tenore di alcaloidi pirrolizidinici nelle piante
 Gli effetti sono cumulativi e possono richiedere anni per estrinsecarsi
 Gli a.p. non sono tossici ma i loro metabolici pirrolici prodotti nel fegato si comportano da
epatotossine
o Ovini e conigli sono poco sensibili all’azione di queste sostanze perché il loro fegato non le
metabolizza quindi non produce pirroli
o Bovini e cavalli sono molto sensibili
MACRO: sclerosi, fino alla cirrosi ipertrofica o atrofica
MICRO: megalocitosi epatocitaria, fibrocolangiomatosi portale, rigenerazione nodulare. La proliferazione
connettivale tende a penetrare e dissociare il lobulo.
Disturbi di circolo









Anemia
Iperemia attiva
Iperemia passiva
Trombosi
Emorragie
Ipertensione portale
Sindrome di Budd-Chiari
Malattia venocclusiva
Teleangectasia
Anemia del fegato
 Cause generali: emorragie, empatie
 Cause locali: compressione dei sinusoidi da epatociti rigonfi o visceri meteorici
 Al fegato arriva meno sangue 
o fenomeni regressivi centrolobulari
o Pallore.
 Se cronica  emosiderosi
Iperemia attiva
 È presente più sangue del normale
 Nelle epatiti acute, per vasodilatazione (importante è che sia nella fase acuta)
o Colore rosso vivo
o Nel cadavere scompare rapidamente
 Alla periferia di focolai acuti di epatite purulenta o necrotizzante (alone iperemico)
Iperemia passiva (congestione venosa o fegato da stasi)
 Il sangue ha difficoltà a defluire normalmente
Cause:
 Ostacolo al deflusso delle vene sovraepatiche
o Per condizioni abnormi di: pericardio, pleure, cuore e polmoni
o Compressioni sulla cava di varia origine
o Spt vizi valvolari
14
 Sovraccarico del circolo polmonare
o Enfisema polmonare cronico
o Versamenti pleurici abbondanti
o Versamenti pericarditi
o Pericarditi costrittive croniche
o Insufficienza cardiaca dx
o Ernia diaframmatica
Iperemia passiva acuta
Ostacolo comparso in modo repentino seguito da morte improvvisa
 Fegato ingrossato, rosso scuro, compatto e pesante perché pieno di sangue
 Spesso alla sezione defluisce sangue
Iperemia passiva cronica
 Fegato ingrossato, pesante e scuro
 In sezione centro del lobulo rosso scuro cianotico, alla periferia normale
 Col progredire si associano:
o Steatosi centrolobulare (da ipossia): perché c’è ristagno di sangue non ossigenato, zona
periportale giallastra
o Fegato a nove moscata: disegno bicolore con zone
centrolobulari congeste scure sul fondo chiaro
steatosico (foto)
o Stravasi emorragici
o Atrofia e necrosi degli epatociti, compressi dai sinusoidi
pieni di sangue  i territori cianotici di un lobulo si
congiungono con quelli degli altri lungo linee periferiche
agli acini (vie della stasi)  sottili strisce rosso scure
confluenti delimitano parti periportali di colore giallastro
(inversione del lobulo)
o Fibrosi, extra ed intralobulare  superficie esterna granulosa, ↓ V , indurimento:
 Spt centrolobulare con ispessimento fibroso della parete della vena e diramazioni
fibrose che si connettono con gli altri lobuli (fibrosi cardiaca o pseudocirrosi
cardiaca, ≠ dalla cirrosi perché meno irregolare e non dissecante x il lobulo)
Sindrome di Budd-Chiari
 Tutte le condizioni clinico-patologiche che derivano da un ostacolo al deflusso venoso dal fegato in
qualunque sede tra il fegato e l’atrio dx:
o Steatosi della vena cava cranialmente al diaframma per compressione estrinseca
(neoplasie, ernia diaframmatica)
o Diaframmi membranosi congeniti  difetti dell’ostio venoso del diaframma
o Piegature conseguenti a traumatismi
o Malformazioni cardiache
o Dirofilariosi
 In uomo, cane e gatto
 Epatomegalia con quadro anatomoistopatologico identico a quello dell’iperemia passiva cronica,
ascite e shunt porto-sistemico
Trombosi
Trombosi di rami della vena porta
Di solito non determina complicanze ischemica-necrotiche del fegato (infarto), la perfusione è assicurata
dall’a. epatica (1/5 del flusso ematico) + autoregolazione del flusso arterioso intraepatico.
 Se a rapida insorgenza e con ostruzione totale
o Caduta della gittata cardiaca e miocardiopatia ischemica mortale x shock ipovolemico
 Se l’animale sopravvive allo stadio acuto
o Ricanalizzazione dei trombi ostruenti
o Oppure shunt porto-sistemico acquisito nel giro di 3-5 sett.
15
 Se riguarda un ramo intraepatico della vena porta
o Stasi sanguigna a monte (aree triangolari di iperemia passiva con atrofia del parenchima:
atrofia cianotica infartiforme o infarto di Zahn)
Cause di trombosi portale:
 Pancreatine necrotizzante, congelamento, vasculiti, angiopatie, torsione dello stomaco, ipertensione
portale
 Nel vitello, tromboflebite di rami della vena porta per propagazione fino alla vena porta di fenomeni
di onfaloflebite suppurativa (pileflebite)
Trombosi dell’arteria epatica
 Rara
o Cavallo (arterite verminosa)
o Gatto (trombosi dell’aorta e dell’arteria epatica)
 Se repentina
o Necrosi ischemica
 Se lenta
o Atrofia e fibrosi del fegato
Trombosi della vena cava




Nel bovino, per localizzazione di ascessi presso il passaggio della cava lungo il fegato
Flebite, tromboflebite
Iperemia passiva del fegato per compressione sulle vene epatiche
Possibile piemia
Malattia veno-occlusiva
 Occlusione non trombotica delle vene centrolobulari e sublobulari
 Fibrosi, con deposito sub-intimale irregolare di collagene  progressivo ispessimento parietale
obliterante
 Forma idiopatica ereditaria nei giovani cani Cocker Spaniel, accompagnata da:
o Ipertensione portale, ascite e shunt portosistemici multipli
 Forma acquisita spontanea da avvelenamento cronico da alcaloidi pirrolizzidinici: Secnecio e
Crotalaria
Ipertensione portale
Aumento di pressione nel sistema della vena porta per aumento del flusso o delle resistenze (più frequente)
al transito del sangue.
Cause vascolari:
 Pre-epatiche:
o Ipoplasia congenita della vena porta
o Trombosi della vena porta
 Intraepatiche:
o Fistola artero-venosa intraepatica
o Malattia veno-occlusiva
 Postepatiche:
o Sindrome di Budd-Chiari
Cause epatiche:
 Fibrosi, Cirrosi, Neoplasie  ↑ resistenze
MACRO:
 Accompagnata da splenomegalia congestizia (milza da stasi), ascite
 Shunt porto-sistemico acquisito: la ↑P costringe il sangue a passare per connessioni vasali
normalmente non funzionanti (flebectasie varicose) rilevabili a livello di cardias, esofago, omento,
cranialmente al rene sx, mesocolon e tesoretto. Difficilmente identificato all’esame necroscopico.
MICRO:
 Dilatazione della vena centrolobulare e dei sinusoidi
 Atrofia degli epatociti
 Se cronicizza: collasso globulare, fibrosi, proliferazione dei dotti biliari, iperplasia rigenerativa (che
prelude alla cirrosi)
16
Teleangectasia (pelosi)
Estasia (dilatazione) cavernosa dei sinusoidi epatici, si parla solitamente di
teleangectasia maculosa perché è a focolai sia in superficie che in profondità
 Nei bovini e nei gatti anziani
 Sporadica negli altri mammiferi (pony)
 Lesioni sparse o disseminate di colore rosso cupo o violaceo (per il
sangue non ossigenato) inizialmente simili a emorragie puntiformi
 Infossate (osservazione a luce radente), perché il sangue dopo la morte
è defluito
 Ø da 1mm a 1cm
Illustrazione 11: Lesioni di colore
 Raramente confluiscono ( aspetto spugnoso)
rosso cupo, infossate
 Il parenchima epatico interposto tra le lesioni non presenta alterazioni
 Fibrosi nei focolai più ampi (cicatrici stellate) indice di
cronicizzazione della lesione
Istologicamente:
 Dilatazione e ripienezza dei sinusoidi in un territorio più o meno
esteso
 Lamine epatiche atrofiche
 Confluenza dei sinusoidi ectasici (teleangectasia cavernosa)
 Setti fibrosi neoformati nelle lesioni progredite
Ipotesi patogenetiche:
 Malformazione congenita
Illustrazione 12: Aspetto spugnoso della
 Ritorno alla struttura sinusoidale lacunare del fegato teleangectasia
embrionale
 Neoplasia benigna (emangioma)
 Dilatazione compensatoria dei sinusoidi per compressione
della milza
 Tossine batteriche di origine gastroenterica che ledono la
parete dei sinusoidi
 Azione di tossine sugli epatociti, che danneggiati liberano
glicogeno negli spazi di Disse dilatandoli  costrizione dei
sinusoidi  ipertensione e stasi  discontinuità dell’endotelio
e penetrazione di sangue tra gli epatociti  formazione di
nuove vie di comunicazione tra i sinusoidi  dislocamento Illustrazione 13: Dilatazione dei sinusoidi
delle lamine e ostacolo alla circolazione efferente 
dilatazione lacunare e ingorgo dei sinusoidi
 Esito di emorragie o di epatiti necrotizzanti microfocali nel sawdust liver
 Ischemica degli epatociti per tromboembolie
 Ridotta densità delle fibre reticolari
 Rimozione di epatociti per una reazione immunitaria
 Somiglianza tra teleangectasia epatica del bovino, del cane e del gatto e la pelosi (peliosis
hepatis)del fegato dell’uomo e dei roditori:
o Forma sinusoidale: lacune tappezzate da endotelio, correlata frequentemente a malattie
croniche debilitanti (infezioni croniche, neoplasie maligne), a tossicosi e trattamenti ormonali
o Forma parenchimali: lacune con endotelio necrotico, correlata a lesioni della barriera
sinusoidale che conducono ad una capillarizzazione microfocale dei sinusoidi con
conseguente insufficiente perfusione degli epatociti  necrosi litica e accumulo lacunare di
sangue ( solo in cane e gatto)
Per alcuni patologie le 2 forme sono stadi dello stesso processo
 Elevata incidenza di teleangectasia epatica nei tori con tumori testicolari a cellule interstiziali (di
Leyding)
 Nel bovino i sinusoidi sono dotati di lamina basale sottile ma continua
Processi rigeneratici ed iperplastici
Il fegato ha una spiccata capacità rigenerativa che si esprime con:
 Hepatocytes growth factor prodotto dalle cellule di Ito: citochina che stimola la rigenerazione
epatocitaria
o Coniglio: asportando ¾ del fegato, in 5-8 gg raddoppia la porzione rimasta
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Topino: 40-60 ore dopo la rimozione dei lobi medio e sx, i rimanenti lobi appaiono ingrossati
con margini arrotondati per l’iperplasia diffusa, senza aspetti nodulari o fibrosi. Riprende il
peso normale in 3-5 gg, ma non la forma
o Cane: rigenerazione di ampie lesioni o di epatectomia parziale in 10-20 gg
 Rigenerazione epatocitaria post-necrotica, per esposizione prolungata a agenti tossici, avviene
tramite
o Micronoduli rigenerativi associati a fibrosi: isole di cellule risparmiate dal tossico e in attiva
proliferazione rigenerativa rimangono imbrigliate in una fibrosi reatraente-circoscrivente 
aspetto nodulare
 Proliferazione dei duttuli biliari (neoduttulogenesi portale)
o Indipendente dalla proliferazione degli epatociti, a causa di:
 Colestasi cronica, epatiti portali, alcaloidi pirrolizidinici, aflatossine
o Concomitante a fibrosi (fibrocolangiomatosi portale e porto-peritoneale)
o
Iperplasia nodulare macroscopica del fegato
 Frequente nei cani di oltre 6 anni (70%) e in tutti i cani di oltre 14
anni
 Non è associata a fibrosi
 Non è indotta da farmaci né correlata a malattie extraepatiche
 Non è un a lesione preneoplastica
 Presenta noduli singoli o multipli ed irregolarmente sparsi, a
limiti netti
 Ø 2-30 mm, colore più chiaro del normale parenchima (foto)
 Epatociti ipertrofici, con surplus di lipidi (steatosi), di acqua
(degenerazione idropica) e/o di glicogeno
 Talvolta i noduli sono di colore più scuro (per estasia dei
sinusoidi)
 A volte il colore è invariato
 I noduli però sono privi di capsula fibrosa e sono circondati da
parenchima atrofico (per compressione)(foto)
 Nei noduli sono presenti gli spazi portali, ma l’orientamento
delle lamine non è preciso
 Rara nel suino dove però è presente una sottilissima e incompleta capsula connettivale
Iperplasia multinodulare similcirrotica del cane





Molto più rara della precedente
Fegato atrofico costellato di noduli iperplastici procedenti, anche peduncolati
Simile alla cirrosi atrofica ma manca la fibrosi
Il parenchima residuo manifesta una grave steatosi (inizialmente si vede solo quella)
Probabile causa: una micotossicosi
Iperplasia erniosa del fegato
 Fessure nel diaframma acquisite o congenite che si protraggono a lungo lasciano passare del
tessuto epatico che eccede per iperplasia (iperplasia ex vacuo) in ammassi nodosi a forma di fungo
nella cavità toracica
 In suini, ruminanti e cani
Noduli di Kisselev
 In suino e cavallo
 Noduletti biancastri, rotondeggianti, subcapsulari, Ø 2-4 mm
 Costituiti da aggregati di follicoli linfatici spesso avvolti da una
sottile capsula fibrosa
 Anche in polmoni e reni
 Dovuti a una reazione immunitaria cellulare cronica aspecifica
contro vari noxa spt parassiti
 Spesso hanno al centro uova di parassiti o focolai necroticocalcifici
18
Mielopoiesi extramidollare
 Ripresa dell’attività emopoietica nel fegato adulto, dovuta a :
o Anemie croniche (emolitiche autoimmuni o mieloftisiche)
o Malattie croniche tossico-infettive extraepatiche (piometra nella cagna)
o Epatopatia croniche
o Leucemie mieloidi
Quando si manifesta, nell’adulto, di solito è presente anche in:
 Milza
 Linfonodi
 Surrenali
 Tess adiposo perirenale
Il fegato ha attività emopoietica fino alla 2° sett. dopo la nascita. Nel cane l’eritropoiesi è data da cellule
eritrocitarie immature in posizione extrasinusoidale a contatto con gli epatociti, la granulocitopoiesi è
localizzata negli spazi porto-biliari e nelle zone periportali.
Quindi nel cucciolo:
 Se ci sono granulociti maturi segmentati  può essere epatite periportale (attenzione all’età!!!)
 Se ci sono granulociti immaturi  sicuramente mielopoiesi extramidollare
Fibrosi epatica
Eccessivo deposito di tessuto connettivo fibrillare, dovuto ad un’alterazione dell’equilibrio tra sintesi e
demolizione, in risposta a cause biologiche, tossiche, metaboliche o immunitarie.
Inizia con l’interazione, tramite mediatori chimici, tra cellule parenchimali alterate in senso regressivo e
cellule mesenchimali attivate in senso fibrogeno che porta ad uno squilibrio nei componenti della matrice
extracellulare (ECM = Extracellular matrix) composta da:
 Vari tipi di collagene (I, III e IV)
 Glicoproteine strutturali (fibronectina, laminina e integrine)
 Proteoglicani (eparansolfato)
La sintesi dell’ECM epatica è realizzata da:
 Cellule di Ito: le principali che normalmente producono collagene di tipo IV (principale costituente
della mb basale), se stimolate da PDGF (Platelet derived growth factor) e TGF-β (Trasforming
growth factor-β) sintetizzano collagene fibrillare (tipo I e III)
 Fibroblasti
 Miofibroblasti
 Cellule endoteliali
 Cellule epiteliali dei dotti biliari
Ed è regolata da:
 Epatociti
 Cellule di Kupffer
 Cellule endoteliali
 Piastrine
 Pit cells (forse)
che producono citochine che controllano l’attivazione e la funzione delle cellule di Ito.
Nella fibrosi i componenti dell’ECM sono gli stessi ma vengono depositati in quantità e rapporti alterati,
questo porta ad un ↑ del collagene fibrillare e ↑ delle cellule a funzione sintetica. Quindi ↑ sintesi di ECM è
dovuta a:
 Up-regulation (↑) degli RNAm codificanti per:
o Collagene tipo I
o Collagene tipo III
o Altre proteine
 Down-regulation (↓) di:
o Metallo-proteasi (MMPs): enzimi capaci di digerire i componenti dell’ ECM
o Loro inibitori (TIMP = Tissue inhibitors of metalloproteinase)
Questo porta a:
 ↑ collagene tipo I e III (ma anche IV, fibronectina e laminina)
Nel fegato normale i collageni I e III sono presenti in proporzioni quasi uguali (40-45%), nella fibrosi il tipo III
viene sostituito dal tipo I che finisce per prevalere (perché vengono inibiti gli enzimi responsabili della sua
demolizione)
19
La fibrosi epatica può regredire se l’agente fibrogeno viene eliminato entro un determinato tempo, dopo di
che diventa irreversibile e si trasforma in cirrosi.
Sclerosi epatica
MACRO:
 Fegato ↑ o ↓ V
 Capsula tesa o raggrinzita
 Colore grigiastro, più o meno variegato
 Consistenza compatta
MICRO:
 Deposizione di collagene
 Atrofia (sclerotica) degli epatociti
 Neoduttulogenesi
In relazione alla sede di deposito del collagene si distinguono:
 Fibrosi porto-periportale e port-portale (biliari)
 Fibrosi diffuse globulari (perisinusoidali o pericellulari)
 Fibrosi perivenulari (periacinose o centrolobulari)
 Fibrosi postnecrotiche (setti passivi e setti attivi)
 Forme combinate
Fibrosi epatiche idiopatiche
Del cane
 Giovani, spt pastore tedesco, rara
 Indipendente da eventi tossici o infiammatori, determinata geneticamente
MACRO: fegato atrofico, a superficie irregolare, indurito, shunt porto-sistemici acquisiti multipli nel
mesocolon
MICRO: fibrosi centrolobulare (simile alla malattia veno-occlusiva) e/o periportale e/o diffusa perisinusoidale
(reticolofibrosi)
 Accompagnata da: encefalopatia epatica e/o ascite (≠ shunt porto-sistemico congenito)
Del vitello (pseudocirrosi congenita)
 Decesso pochi giorni dopo la nascita
 Fegato ingrossato, superficie liscia e grigiastra, indurito
 Diffusa fibrosi con moderata infiltrazione di mononucleati e limitata proliferazione di duttuli biliari
Fibrosi portale
 Conseguente a processi subacuti o cronici dello spazio portale in relazione a:
o Colestasi, colangioepatiti, stati colangiotossici (fibrosi
biliare)
o Epatiti croniche attive (E)
 Tende ad estendersi dallo spazio portale:
o Ad un ambito periportale (fibrosi porto-periportale)
o Tra spazi portali adiacenti, formando ponti fibrosi
porto-portali circoscriventi il lobulo classico (fibrosi
porto-portale o fibrosi perilobulare) (B)
o Lo spazio portale assume aspetto a contorno stellato
per la presenza di numerosi sottili tralci fibrosi che si
insinuano nelle aree periportali (setti attivi) che
portano allo smembramento del lobulo (C)
 Spazio portale molto espanso sia per la fibrosi sia per la
contemporanea proliferazione di duttuli biliari (neoduttulogenesi) e spesso infiltrato di cellule
mononucleate (D)
Epatopatia cronica itterogena del cavallo
 Tipica fibrosi porto-periportale e porto-portale (o perilobulare accerchiante)
20
 Non provoca ascite ma ittero, encefalopatia epatica e dermatite fotodinamica
PATOGENESI:
 Probabile evoluzione di una colangioepatite acuta (epatite perilobulare itterogena di Montroni)
 Viene descritta come evoluzione progressiva di uno stato colangiotossico per fitonosi cronica da
trifoglio nero (Trifolium hybridum)
MACRO (foto):
 Fegato ↑, anche considerevolmente, di V e peso (10-15Kg)
 Consistenza dura, fibrosa e superficie liscia
 Lieve stridore al taglio, disegno retiforme grigiastro con bande
di 1-4 mm di spessore che include lobuli atrofici
 Colore variabile da nocciola chiaro-verdognolo a bruno scuro
con riflessi verdastri
MICRO:
 Diffusa fibrosi porto-periportale e porto-portale con
neoduttulogenesi (fibrocolangiomatosi) che accerchia i lobuli
che mostrano atrofia e stasi biliare
 Assenza di smembramento del parenchima lobulare e di infiammazione: (fibrocolangiomatosi
porto-portale non dissociante non rigenerante) che sono segni di distinzione dalle cirrosi
ipertrofiche del cavallo conseguenti ad altre fitonosi (alcalodi pirrolizidinici) quali la malattia di
Schweinsberg in Europa e la Walking disease negli USA
Fibrosi diffusa
 Fibrosi intralobulare con ↑ del collagene fibrillare negli spazi di Disse che può estendersi intorno agli
epatociti (fibrosi perisinusoidale, fibrosi pericellulare)
 Es. fitonosi del bovino da piante contenenti alcaloidi pirrolizidinici (specialmente gen. Senecio,
Crotalaria, Heliotropium)
Fibrosi periacinose (o perivenulare)
 Si sviluppa alla periferia delle vene centrolobulari (venule efferenti)
 Si presenta come un ispessimento fibroso della parete della vena centrolobulare con diramazione di
propaggini fibrose fino a connettere le vene centrolobulari tra loro  si delimitano aree di
parenchima atrofico che hanno come centro lo spazio portale
 Quadro tipico nell’iperemia passiva cronica (fibrosi cardiaca o pseudocirrosi cardiaca)
Fibrosi postnecrotica
Necrosi non seguita da rigenerazione rapida  collasso del parenchima lobulare, svuotato di cellule, e
dell’impalcatura reticolare (collagene III) che si compatta in bande o setti detti setti passivi (composti da
collagene preesistente + collagene I neoformato)
 Neoangiogenesi (con capillari veri) nei setti passivi e costituzione di shunts intraepatici fra vasi
portali (arteria epatica e vena porta) e vene centrolobulari
 Proliferazione fibroblastica ai margini dei setti passivi, con formazione di collagene I,
neoangiogenesi e infiltrazione di cellule infiammatorie mononucleate che vanno a sostituire le
aree di necrosi  progressiva dissociazione dell’architettura lobulare  trasformazione dei setti
passivi in setti attivi (epatite cronica attiva, cirrosi)
Cirrosi epatica
Le cirrosi si differenziano dalle fibrosi per la disintegrazione architettonica del parenchima epatico
dovuta ad un succedersi e interporsi di fenomeni regressivi e rigenerativi
Definizione dell’OMS:
 Diffusa fibrosi con trasformazione della normale architettura epatica in noduli di tessuto
strutturalmente anomalo (noduli di parenchima destrutturato e noduli rigenerativi), circoscritti da
setti connettivali attraverso i quali si stabiliscono anastomosi patologiche tra il sistema vasale
afferente e quello efferente
 Questo esclude dalle cirrosi:
o Le fibrosi senza iperplasia nodulare
o Le iperplasie senza fibrosi
Cause di cirrosi:
 Nell’uomo
21
o Alcolismo
o Epatiti virali
o Emocromatosi
 Negli animali
o Idiopatica
o Fitotossicosi
o Tossici industriali
o Epatiti
o Colangioepatiti
Istogenesi della cirrosi
 Inizialmente c’erano 2 teorie in contrapposizione sull’origine della cirrosi:
o post-necrotica: cirrosi conseguenza di processi degenerativi
o post-epatitica: cirrosi conseguenza di processi infiammatori
 Attuale concezione: portano alla cirrosi i fattori che ledono contemporaneamente l’epitelio
(determinando epatosi/necrosi) e il mesenchima (determinando epatite e fibrosi)
Eventi fondamentali
 Necrosi degli epatociti
o Evento regressivo necessario, ma non sufficiente, soprattutto se:
 Ripetuta con continuità
 Con una certa estenzione e distribuzione: la necrosi della zona 3 non ha effetto
cirrogeno, hanno effetto cirrogeno la necrosi piecemeal (cui consegue fibrosi
periportale, setti attivi e dissociazione del parenchima) e la necrosi confluente (cui
consegue fibrosi centro-centrale, porto-centrale e porto-portale con formazione di
setti passivi)
 Fibrosi intralobulare
1. Diminuzione di permeabilità della barriera sinusoidale:
 Il collagene reticolare (tipo III) dell’ECM si trasforma in fibroso denso (tipo I > tipo III
e ↑ tipo IV)
2. Ipertensione sinusoidale
 La fibrosi periacinosa sostituisce la necrosi  ↑ resistenze al flusso venoso 
prevalenza della pressione arteriosa
 Capillarizzazione dei sinusoidi
o 1 e 2 portano alla neoformazione di una mb basale che trasforma la circolazione aperta dei
sinusoidi in una circolazione chiusa  shunt porto-sistemico intraepatico microvascolare 
↓ perfusione degli epatociti e perdita funzionalità epatica
o Il processo diventa irreversibile (cirrosi) quanto più persiste al fibrosi:
 TGF-β (+) fibrogenesi e (-) collagenasi (demolizione)  ↑ la quantità di collagene
“stabile” (tipo I) anche perché sembra più resistente all’azione della collagenasi
rispetto al III
 Formazione di noduli degenerativi con abnorme circolazione ed inadeguata funzionalità
(pseudolobuli)
o Agglomerati epatocitari di varie dimensioni circondati da mantelli fibrovascolari
 Macronoduli ≥ 10 mm
 Micronoduli 1-3 mm Ø
o Manca una struttura epatocitaria e vascolare ematica e biliare organizzata e coordinata
o In pratica, sono strutture globulari abortive nel tentativo di recuperare la funzione perduta a
cui si oppone:
 Inerzia funzionale dello stroma trasformato
 Perturbazione della circolazione sinusoidale
Classificazione patogenetica delle cirrosi
Cirrosi postnecrotiche
Gravi deformazioni strutturali conseguenti a necrosi acute estese e confluenti portano alla formazione di:
 Grossi nodi circondati da bande connettivali (cirrosi macronodulari)
22
Isole multinodulari di parenchima indenne (noduli residui) alternate a noduli neoformati
(noduli attivi)
 Possono evolvere in micronoduli, per sopraggiungere di necrosi piecemeal
Comprendono forma conseguenti a epatodistrofie acute che non hanno causato la morte immediata
o
Cirrosi malnutritive (postepatosiche)
 Evoluzione di alterazioni degenerative di solito di tipo steatosico
o Fibrosi a ponte intralobulare  cirrosi micronodulari
 Conseguenti a:
o Aflatossicosi
o Deficienza di fattori lipotropi  blocco della sintesi epatica di lipoproteine
Cirrosi postepatitiche
 Conseguono a infiammazione degli spazi portali con fibrosi intralobulare dissociante (spesso
precedute da necrosi piecemeal della lamina limitante)
 Cirrosi micronodulari: aree nodulari di parenchima epatico (noduli monolobulari) derivati dalla
circoscrizione fibrotica di singoli lobuli o parti di essi e da iperplasie rigenerative microfocali
intralobulare (rosette epatocitarie, disposizione a petali degli epatociti)
 Evoluzione cirrotica dell’epatite cronica attiva del cane
 L’infiltrazione di cellule infiammatorie precede o accompagna la necrosi degli epatociti
Classificazione anatomica delle cirrosi
Cirrosi atrofica (di Morgagni-Laennec)
MACRO
 Fegato rimpicciolito, margini assottigliati, affilati, compatto
 Colorito grigio-rosa chiaro, o giallastro (cirrosi grassa)
 Superficie esterna irregolare
o Bernoccoluta o finemente granulosa, o rugosa, o incisa
da solchi profondi
o Nodosità sparse a lieve convessità o salienze noduliformi
diffuse di vario rilievo
 Sclerosi:
o Stridore al taglio
o Disegno retiforme grigiastro, sulla superficie di taglio, che delimita tessuto epatico
pallido/giallastro, verdastro o rosso cupo/bluastro
MICRO
 Proliferazioni connettivali che aggrediscono il lobulo (o talvolta perilobulari) isolando le singole
cellule  disarchitettura del lobulo, accompagnata da proliferazione dei duttuli biliari
 Alterazioni regressive degli epatociti, spesso steatosi (cirrosi atrofica grassa)
 Formazione di pseudolobuli
o Zone di epatociti prive di disposizione laminare raggiata e senza vene centrolobulari
o Epatociti più voluminosi (megalocitosi)
Questi aspetti denunciano iperplasia rigenerativa responsabile della comparsa delle nodosità e granulosità
del quadro macroscopico.
In alcuni casi i processi rigenerativi possono prendere il sopravvento  cirrosi atrofica di tipo
rigenerativo. Successivamente subentra la fibrosi e può evolvere verso le forme decisamente atrofiche.
Nella cirrosi atrofica si possono distinguere 2 varianti:
 MICRONODULARE (postdistrofica)
o Nel suino e nei ruminanti, deriva da epatosi dietetiche o tossiche
 MACRONODULARE (postnecrotica)
o nel cane, idiopatica, a volte preceduta da: aflatossicosi, epatite contagiosa, pancreatine,
gastroenterite, terapie prolungate con corticosteroidi o anticonvulsivanti
Cirrosi ipertrofica
Distinzione non molto attuale
 cirrosi in cui la fibroplasia è particolarmente accentuata
Comprendono:
23
 Epatopatie croniche da alcaloidi pirrolizidinici (piante dal gusto sgradevole x cui l’animale
difficilmente ne ingerisce quantità tali da dare tossicosi acuta)
 MACRO:
o notevole ↑V e di peso del fegato (fino a 16 Kg nel cavallo)
o superficie liscia o iperplasia nodulare di colore variabile in base al drenaggio biliare
o indurimento fibroso con delimitazione di aree atrofiche
 MICRO:
o fibrosi diffusa (perilobulare e intralobulare dissociante) con isolamento di singole cellule
o rigenerazione epatocitaria nodulare con cellule normali o steatosiche
o proliferazione dei duttuli biliari, che può essere molto pronunciata e invasiva
o megalocitosi: (tipica dell’avvelenamento da alcaloidi pirrolizidinici) gigantismo nucleare e
citoplasmatico (V decuplicato) che si estende a tutto l’acino, possono osccludere i sinusoidi
Cirrosi biliare
 CIRROSI BILIARE PRIMITIVA DELL’UOMO
o Evoluzione della colangite sclerosante immunomediata: risposta immunitaria di tipo Tcitotossico contro le cellule epiteliali biliari che esprimono un Ag associato a MHC, autoAb
contro gli enzimi mitocondriali necrosi e rottura dell’epitelio bilare e fuoriuscita di bile.
 CIRROSI BILIARE SECONDARIA DELL’UOMO
o Dovuta a colestasi di lunga durata + colangite, per ostruzione delle vie biliari intra o
extraepatiche
Rimane incerto se includere tra le cirrosi biliari tutte le fibrosi epatiche colestatiche-colangitiche
accompagnate da duttulogenesi aggressiva e dissociante: secondo alcuni si dovrebbe parlare di
epatofibrosi biliare (manca la proliferazione rigenerativa degli epatociti, però proliferano gli epiteli biliari)
Nei mammiferi sono per lo più riscontrabili semplici fibrosi porto-periportali colestatico-colangitiche:
 CIRROSI BILIARI SECONDARIE COLESTATICO-COLANGITICHE da distomi, nei ruminanti
 EPATOPATIA CRONICA ITTEROGENA DEL CAVALLO da fitonosi
La cirrosi biliare è meno frequente:
 CIRROSI BILIARE DEL BOVINO
o MACRO
o ↑V, consistenza dura, stridente al taglio, colorito verde
diffuso
o Reni scuri: x nefrosi colemica accentuata
o MICRO
o Vivacissima
neoduttulogenesi
perilobulare
che
aggredisce e smembra il lobulo, (foto) infiltrazione
linfocito-plasmocitaria, stasi biliare, steatosi degli
epatociti
o Successiva proliferazione connettivale intensa che contribuisce allo smembramento del
lobulo
o Cause tossiche
 CIRROSI BILIARE DEL GATTO
o Costituisce lo stadio finale della colangioepatite cronica
o MACRO: ↑V, colore grigio-giallognolo, superficie granulosa con noduli appiattiti dissemianti
o MICRO: fibrosi portale, iperplasia dei duttuli biliari (invadono e dissociano il lobulo),
iperplasia rigenerativa nodulare, infiltrazioni linfocitarie, flogosi cronica interstiziale di dotti
biliari extraepatici, cistifellea e pancreas.
o SINTOMATOLOGIA: ittero, cachessia, ascite (+ frequente nel cane), epatomegalia, diarrea
e costipazione intestinale
o Affinché si conclami una cirrosi biliare ci vogliono almeno 6 sett di persistente stasi biliare. Di
solito i gatti muoiono o vengono soppressi prima che si sviluppi in pieno.
o [Nel gatto il coledoco e il dotto pancreatico si fondono prima di raggiungere la papilla
duodenale  lesioni da stasi biliari, colangiti, colangioepatiti spesso associate a pancreatine
cronica fibrosa]
24
Epatiti
Classificazione
Secondo l’eziologia:
 Tossica
 Infettiva
 Parassitaria
Secondo la distribuzione delle lesioni:
 A focolai
 Diffuse
Secondo il decorso:
 Acuto
 Cronico
 Cronico-attivo
Secondo la localizzazione della flogosi:
 Del parenchima epatico (epatiti)
 Delle vie biliari intraepatiche (colangiti o angiocoliti)
 L’insieme delle precedenti (colangioepatiti)
Anatomopatologica:
 Epatite sierosa
 Epatite purulenta
 Epatite necrotizzante
 Epatiti virali
 Epatiti interstiziali croniche
 Epatiti granulomatosa
 Colangioepatiti
 Epatiti parassitarie
Epatite sierosa
MACRO: niente di caratteristico
 Lieve iperemia e tumefazione del fegato
 Edema dei dotti biliari extraepatici e della cistifellea
 Tracce di fibrina sulla glissoniana
MICRO
 Dilatazione degli spazi di Disse (x edema infiammatorio)
(foto)
 Ipertrofia degli endoteli e delle cellule di Kupffer
 Scarsa infiltrazione leucocitaria
 Dissociazione delle lamine epatiche (x estendersi
dell’edema)
 Cellule iperacidofile, granulose, nucleo picnotico (destinate
alla necrosi)
 Degenerazione idropica degli epatociti
 Necrosi e scomparsa delle cellule endoteliali
 Tipica ma non specifica di:
o Epatite acuta fulminante da leptospire del cane
o Epatite virale del cane (Rubart)
o Alcune gravi tossicosi acute
o Shock anafilattico del cane (edema degli spazi di Disse ed eritrodiapiedesi)
Leptospirosi canina
Infezione spesso inapparente, ridotta dalla vaccinazione, diverse sierovarianti di Leptospira interrogans:
 L. icterohaemorrhagiae: ospite di mantenimento il ratto, sindrome itteroemorragica acuta, emorragie,
fenomeni regressivi in fegato e reni, ittero
 L. canicola: ospite di mantenimento il cane, nefrite tubulointerstiziale uremigena, gastroenterite
emorragica (malattia di Stoccarda, tifo del cane)
 L. hardjo, L. grippotyphosa, L. pomona
25
 Infezione attraverso le mucose, leptospiremia, moltiplicazione nei microvasi, CID  danno
parenchimale
 Il gatto è molto resistente all’infezione
 Epatopatia itterogena: nel 70% dei cani con L. icterohaemorrhagiae, nel 15% di quelli affetti da L.
canicola
 FEGATO
o Lievemente ingrossato
o Disegno lobulare
o Giallo-bruno
 ITTERO
 EMORRAGIE
o Petecchie ed ecchimosi nel sottocute
o Pleuriche, peritoneali e in vari organi
 Epatite sierosa
o Edema infiammatorio perisinusoidale e pericellulare
o Dissociazione delle lamine epatiche
o Scarsa infiltrazione portale di:
 Linfociti e neutrofili
o Rari foci di necrosi
o Leptospire difficilmente visibili
 Giemsa e impregnazione argentica
o Casi meno gravi presentano:
 Rigenerazione epatocitaria
 Emosiderosi
 Epatite cronica
Epatite purulenta
Solitamente in forma ascessuale (epatite apostematosa) per infezione embolico-metastatica di piogeni.
 Vie d’infezione:
o Primarie (traumatiche)
o Secondarie
 Ematogena (portogene, onfalogene, arteriogene)
 Colangitiche (colangiogene)
 Linfogena retrograde (rare)
 Per estenzione di lesioni purulente da organi confinanti
 E. A. Portogena: molto frequente nei bovini, da infrequente a rara negli altri mammiferi
 E. A. Arteriogena: poco frequente, dai polmoni o dal cuore sinistro (endocardite batterica) o in corso
di batteriemie
 Dagli ascessi si possono isolare:
o Fusobacterium necrophorum, Coynebacterium pseudotuberculosis, E. coli, Actinomyces
pyogenes, gen. Pateurella, Salmonella, Streptococcus
Epatite purulenta portogena del bovino
Molto frequente nei bovini da carne di allevamento intensivo alimentati con diete cerealicole concentrate
EZIOLOGIA
 Fusobacterium necrophorum: anaerobio, G –
o Nell’85-100% degli ascessi epatici (38-85% in coltura pura e 10-16% in coltura mista)
o Lesioni iniziali di necrosi coagulativa poi suppurazione per altri batteri
 Actinomyces pyogenes: anaerobio facoltativo
o Secondo batterio più comunemente isolato (2-50%)
 Sinergismo patogenetico A. pyogenes – F. necrophorum
o F. necrophorum produce una leucotossina che protegge A. pyogenes dalla fagocitosi
o A. pyogenes consuma O2 e produce ac. lattico necessari alla crescita di F. necrophorum
o A. pyogenes produce una emolisina che fornisce Fe a F. necrophorum
 Altri batteri riscontrati:
o Bacterioides, Clostridium, Pasteurella, Peptostreptococcus, Staphylo- e Streptococcus
PATOGENESI
26
 Reticolite o ruminite traumatica profonda (da corpo estraneo metallico): per contiguità attraverso
la glissoniana o per infissione diretta nel fegato del corpo estraneo uscito dal reticolo.
 Ruminite superficiale diffusa per dieta cerealicola concentrata (acidosi ruminale):
o Il cambio di dieta provoca un ↑ ac. lattico  favorisce la crescita di F. necrophorum
o l’acidosi danneggia la mucosa ruminale  maggiore sensibilità ai microtrumatismi operati da
fibre vegetali o peli  favorisce il passaggio in circolo di F. necrophorum  emboli settici
MICRO
 Inizialmente si ha un microascesso causato da un embolo
settico in un sinusoide 
 Necrosi coagulativa degli epatociti adiacenti
 3-10 gg arrivo di neutrofili, necrosi  suppurazione
 Formazione di una capsula fibrosa + tessuto di granulazione
MACRO
 Ascessi nodosi diffusi, talvolta circondati da alone iperemico
o Cavità centrale: pus cremoso giallo o verdognolo
o Parete incapsulante:
 Tessuto di granulazione: più interno, molle giallo-roseo
 Tessuto fibroso maturo: più esterno, sodo grigio-biancastro
Epatite purulenta onfalogena del bovino
 Vitelli di 1-3 mesi
 Deriva da un’onfaloflebite (tromboflebite) purulenta o purulento-gangrenosa:
o Infezione ombelicale (onfalite) 2-3 gg dopo la nascita
o A. pyogenes, streptococchi, stafilococchi, gen. Proteus, E. coli
o In seguito all’infezione il trombo fisiologico va in suppurazione, tale processo può rimanere
localizzato oppure estendersi alla branca sx della vena porta (connessa alla vena
ombelicale nel neonato)  pileflebite (infiammazione della vena porta)
o Distacco di emboli settici che si portano principalmente alla parte sx del fegato  ascessi
Epatiti necrotizzanti
Necrobacillosi epatica
 Epatite nodulare necrotica
 Da F. necrophorum, soprattutto nei ruminanti
 Quasi sempre per via portogena da ruminati, per via
onfalogena, talvolta per via arterogena da infiammazioni del
piede e della bocca
 Focolai di necrosi coagulativa con margine frastagliato
caratteristico
 Raramente l’infiammazione raggiunge la glissoniana che si
ricopre di fibrina
 A volte il nodulo viene avvolto da una capsula di tessuto di
granulazione
 Possono trasformarsi in ascessi (vedi “epatiti purulente”) a seconda della virulenza dei fusobatteri
Sawdust liver
(vedi “necrosi microfocali”)
Mucormicosi
 Infezioni portogene da funghi saprofiti del rumine, talvolta causa di ruminiti
profonde
 Classe degli zigomiceti, Ordine Mucorales, generi Rhizopus, Mucor,
Absidia)
 Causa: tromboflebite indotta da miceti
 Focolai tondeggianti a “bersaglio”: al centro estesa area necroticoemorragica rosso-bruna, poi un alone rosso vivo e un altro più esterno
grigio-giallastro
 Attorno ai focolai:
27
o
o
Reazione infiammatoria
Sottile capsula fibro-connettivale
Emoglobinuria bacillare (Red water disease)
 Colpisce bovini, raramente ovini e cani
 Causata da Clostridium novyi tipo D Cl. haemolyticum)
 Si instaura quando stati necrotico-anossici, indotti da lesioni arteriolari, causano l’attivazione delle
spore presenti nelle cellule di Kupffer allo stato latente
 I batteri producono un’esotossina (lecitinasi) che causa:
o Necrosi epatica (focolaio necrotico unico 5-20 cm)
o Anemia emolitica
o Emoglobinuria
o Emorragie delle sierose, enterite emorragica, nefrosi pigmentaria, peritonite
 La causa della necrosi non sembra l’ischemia ma l’effetto di tossine microbiche perché coinvolge
tutte le cellule del fegato senza rispettare i confini anatomici.
Epatite necrotica infettiva (Black disease)
 Negli ovini adulti
 Tossiemia acuta da Cl. novyi tipo B per la moltiplicazione di clostridi in zone di anaerobiosi (es. per
migrazione di distomi)
 Stato setticemico con forte congestione sottocutanea (black skin)
Epatiti virali
Nell’uomo:
 Epatite A: picornavirus
 Epatite B: hepadnavirus
 Epatite D (): il virus è un virus difettivo RNA che richiede per la sua replicazione l’Ag di superficie
del virus dell’epatite B (HbsAg)
 Epatite C: flavivirus
 Epatite E: calicivirus
Nei mammiferi domestici:
 Epatite virale del cane (malattia di Rubarth): adenovirus
 Epatite a cellule acidofile del cane (virus non identificato)
 Epatite erpetica neonatale canina e felina (CHV e FHV)
 Epatite virale della pecora (malattia di Wesselsbron): flavivirus
 Epatite virale dell’agnello e del vitello (Febbre della Valle del Rift): bunyavirus
 Epatite equina da siero (malattia di Theiler): virus non identificato
 Epatite del suino da EEEV (Eastern equine encephalomyelitis virus): alphavirus
 Epatite del suino da HEV (Hepatitis E virus): virus a RNA, posizione tassonomica incerta
 Epatite virale dei leporini (malattia emorragica virale del coniglio, sindrome della lepre bruna
europea): calicivirus
Epatite infettiva del cane (epatite di Rubarth)
 Malattia virale acuta, sporadica, cosmopolita, scoperta da Sven Rubarth in Svezia nel 1945-47
o Presenta alterazioni acute del fegato, del tessuto linfoide e degli endoteli vasali
o Colpisce tutti i canidi, spt. giovani, e gli ursidi
o Incidenza fortemente ridotta dalla vaccinazione
 Adenovirus canino tipo 1 (CAdV-1)
o Virus citopatogeno e formante inclusi nucleari, costituiti da DNA e RNA (2 gg p.i.)
o Trasmissione per contatto diretto o indiretto (ectoparassiti)
o Causa anche l’encefalite infettiva delle volpi
o Isolato anche da alcuni casi di tracheobronchite infettiva (tosse dei canili), ma la forma
respiratoria e sistemica dell’infezione di solito non sono concomitanti
 Ha tropismo necrogeno per l’endotelio vasale, per le cellule linforeticolari e per gli epiteli (epatociti,
epiteli tubulari renali) quindi da:
o Alterazioni vasali (edema ed emorragie)
o Lesioni distrofiche ed infiammatorie del fegato e di altri organi
28
 Dove la vaccinazione non viene praticata esistono varie forme cliniche di diversa gravità:
o Asintomatica
o Forma benigna: lieve episodio febbrile, faringite e tonsillite
o Forme gravi: apatia, inappetenza, sete intensa, tonsillite, vomito, melena, febbre difasica,
dolori addominali, emorragie petecchiali alle gengive, sintomi nervosi
o Iperacute: fulminanti
 Convalescenza: opacità corneale (blue eye) nel 20% dei casi.
 Morte sporadica, raramente interessa cani > 2 anni
QUADRO NECROSCOPICO
Spesso caratterizzato esclusivamente da alterazioni circolatorie con morte per insufficienza cardiovascolare
 Anemia, edema generalizzato
 Linfonodi tumefatti
 Talvolta lieve ittero (x la rapidità del decorso)
 Emorragie sottosierose in stomaco, intestino, cistifellea e diaframma
 Modico versamento addominale: sieroso, siero-fibrinoso, o emorragico, con filamenti di fibrina
 Fegato poco aumentato di volume, teso, scuro-congesto, lieve periepatite, edema della cistifellea,
fibrina tra i lobi
 Necrosi centrolobulare evidente
 Lesioni emorragiche incostanti negli organi
QUADRO MICROSCOPICO
 Inizia con epatite sierosa, poi necrosi coagulativa centrolobulare a ponte (epatite acuta con necrosi a
ponte), poi infiltrazione cellulare infiammatoria (neutrofili, linfociti, plasmacellule)
 Degenerazione vacuolare e steatosi delle zone periportali non necrotiche
 Corpi inclusi nucleari di tipo Cowdry A in cellule di Kupffer, epatociti, cellule endoteliali e nel
rene,inizialmente acidofile poi basofile (diagnosi rapida su impronte con Giemsa) visibili per 2-10 gg
p.i.
 Negli altri organi: lesioni da danno endoteliale
o alveolite siero-emorragico-fibrinosa,
o nel SNC edema pervasale ed emorragie, focolai malacici o di demielinizzazione,
o nella milza necrosi cariorettica ed iperplasia,
o nei linfonodi iperplasia,
o nello stomaco e nell’intestino edemi sottomucosi,
o nel midollo osseo necrosi cariorettica dei megacariociti,
o uveite ed edema cornale
Epatiti virali dei leporidi
 La definizione di epatite necrotica infettiva del coniglio domestico e selvatico e della lepre
comprende:
o RHD = rabbit haemorrhagic disease (MEV = malattia virale emorragica),
o EBHAS = european brown hare syndrome (sindrome della lepre bruna europea)
 MEV isolata per la prima volta in Cina nel 1984
 hanno somiglianze con le epatiti fulminanti dell’uomo
 RHD e EHBS hanno due agenti virali ben distinti che appartengono alla stessa famiglia Caliciviridae,
genere Lagovirus
 Trasmissione prevalentemente orofecale, disseminato da portatori asintomatici (carnivori) e mosche
PATOGENESI
 Virus inizialmente fagocitato dalle cellule di Kupffer
 Si replica negli epatociti (anche in microvasi e linfociti) 12 h p.i.
 Viene eliminato delle feci tramite la bile
SINTOMATOLOGIA
 RHD colpisce solo i conigli > 2 mesi:
o Forma iperacuta: morte improvvisa senza prodromi oppure con emorragie (ematuria,
emorragie vaginali) ed edema polmonare (schiuma dalle narici)
o Forma acuta: nelle aree epidemiche, abbattimento, polipnea, epistassi, turbe nervose
(convulsioni, opistotono) morte in 1-2 gg
o Forma subacuta: sintomi attenuati nella fase finale di un’epidemia
o Forma cronica: rara
 EBHS, lepri trovate morte o moribonde con:
29
o Esortalo o blefarospasmo, cecità
o Opistotono, incoordinazione motoria, barcollamenti, crampi e tremori
o Epistassi
o Morte in 1-2 gg
NECROSCOPIA
 Coniglio
o Emorragie petecchiali della congiuntiva e nei vari organi
o Versamenti siero-emorragici nelle cavità naturali
o Stomaco disteso, pieno di ingesta con mucosa emorragica o erosioni
o Fegato giallastro, disegno lobulare evidente, superficie finemente granulare
o Splenomegalia congestizia e nefrosi
o Polmoni e trachea congesti o edematosi, con focolai emorragici estesi
 Lepre
o Ittero
o Congiuntivite da catarrale a necrotica con opacità o ulcerazione corneale
o Enterite catarrale o emorragica o ulcerativa
o Fegato con fenomeni congestizio-emorragici diffusi o a focolai
ISTOLOGIA
 Steatosi microvacuolare
 Necrosi inizialmente di singoli epatociti poi periportale (3 gg p.i.) e infine massiva
 Calcificazione granulare degli epatociti nella lepre
 Epatite perinecrotica
 Tubulonefrosi
 Congestione e deplezione degli organi linfatici (milza e linfonodi)
 Edema intramielinico e degenerazione neuronale delle cell. del Purkinje
Epatiti virali del suino
Raramente primarie, più spesso secondarie a:
 Malattia di Aujetszky
o Epatociti con corpi inclusi intranucleari e modeste infiltrazioni infiammatorie di mononucleati
alla periferia dei tipici focolai migliari di necrosi epatica
 Peste suina africana
o Infiltrazione interlobulare di mononucleati con alterazioni regressive
 PRRS (Porcine Reproductive and Respiratory Syndrome)
o Ittero e infiltrazioni epatiche periportali granulocitarie e linfoistiocitarie accompagnate da
focolai di necrosi o apoptosi degli epatociti
 PMWS (Postweaning Multisystemic Wasting Syndrome)
o Epatite linfoistiocitaria periportale con necrosi degli epatociti isolati, rigonfiamento,
vacuolizzazione e cariomegalia
o Soggetta a evoluzione cronica in fibrosi periportale, necrosi massiva, disorganizzazione
lobulare e infiltrazione delle cellule linfoistiocitarie
o Ittero e fegato giallo-arancio
 Epatite da EEEV (Eastern Equine Encephalomyelitis Virus)
o Fam. Togaviridae, gen. Alphavirus
o Solo nel continente americano
o Patogeno anche per l’uomo (e per il cavallo)
o Replicazione primaria nel fegato  epatite necrotizzante 12 h p.i. , si aggrava dopo 24 h e
regredisce/scompare dopo 48-72 h p.i.
o Non ci sono lesioni macroscopiche
 Epatite da HEV (Swine Hepatitis E Virus)
o Suini giovani possono avere un’infezione asintomatica da HEV
o Correlato antigenicamente all’ HEV umano dell’ epatite E
o Il suino può infettarsi con entrambi:
 potenziale zoonosi nell’ambito degli xenotrampianti
 suino possibile serbatoio del virus
o solo lesioni istologiche
30
Epatiti croniche
Epatiti croniche non purulente e non granulomatosa, aspecifiche.
Processo infiammatorio con infiltrazione periportale di cellule mononucleate e proliferazione fibroblasticafibrillare e istiocitaria perilobulare.
 Primarie
o Virus
o Batteri
o Farmaci
o Tossine
o Endotossine
o Reazioni immunitarie
 Secondarie
o Infezioni generalizzate
o Neoplasie maligne
o Affezioni a altri organi
 Idiopatiche
Epatiti croniche non purulente del cane
Morfologicamente variabili ed eziologicamente eterogenee. Unica caratteristica in comune è l’andamento
cronico (processo morboso rilevabile per almeno 4-6 mesi).
 Epatiti da agenti infettivi
o Adenovirus dell’epatite contagiosa canina (importanza limitata)
o Leptospirosi (unica causa batterica certa di epatite)
o Virus dell’epatite a cellule acidofile (inoculazione sperimentale)
o Rickettsiosi
 Epatiti associate a farmaci
o Anticonvulsicanti (primidone, fentoina, fenobarbital)
o Associazione antiparassitaria dietilcarbamazina/ossibendazolo
 Epatiti da accumulo di Cu
o Per difetti metabolici in determinate razze:
 West Highland White Terrier, Bedlington Terrier
 Dobermann Pinscher, Skye Terrier
o Colestasi intraepatica cronica
 Epatite cronica idiopatica
o Meccanismo immunopatologico che cronicizza il danno epatico dovuto ad altre cause
o Epatiti croniche sono spesso associate a malattie immunomediate (LES, poliartrite,
glumerulonefriti ecc.)
Epatite cronica attiva (epatite da interfaccia)
Processo infiammatorio che inizia negli spazi portobiliari per sconfinare progressivamente verso il lobulo
epatico, con distruzione degli epatociti circondanti lo spazio portobiliare (c.d. placca o lamina limitante)
MACRO: fegato atrofico, cosparso di noduli di diverso diametro, shunt venosi portosistemici acquisiti
MICRO:
 Infiltrazione cellulare di linfociti e monociti negli spazi portobiliari
 Necrosi degli epatociti della lamina limitante
 Diffusa fibrosi (porto-portale, porto-centrale e pericellulare)
 Colestasi intraepatica, emosiderosi, megalocitosi degli epatociti
 Evoluzione verso la cirrosi
 Eccesso di Cu negli epatociti
Le forme gravi di epatite cronica attiva tendono ad evolvere verso la cirrosi al contrario di quelle lievi.
Quando l’epatite sfocia in cirrosi la necrosi tende a sparire progressivamente.
Epatite cronica lobulare (epatite reattiva)
 Concomitante ad affezioni extraepatiche, specialmente gastroenteriche
 Coesistono modificazioni infiammatorie portali croniche ed alterazioni intralobulare di epatite acuta
persistente
31
Epatiti granulomatosa
Tubercolosi
Generalmente ematogena, in tutte le specie si osserva la forma a noduli migliari sparsi, disseminati o
conglomerati.
Ruminanti
 Tubercolosi congenita dei vitelli (complesso primario
congenito)
o Conglomerati plurinodulari + lesioni linfonodali
specifiche
o Complesso primario incompleto: lesioni solamente
nei linfonodi portali (↑V e con focolai di
caseificazione)
 Epatite nodulare nodosa, a focolai fibro-caseo-calcifici
o Nel quadro della generalizzazione cronica (protratta)
dell’infezione primaria
 Tubercolosi angiocolica-colangectasica *
o Cordoni irregolari serpiginosi pieni di materiale caseoso corrispondenti ai dotti biliari
trasformati dal processo granulomatosa e necrotico
 Tubercolosi a grossi nodi *
o Con ampi focolai cavernosi, con cavità semplice o multiloculata, conteneti masse caseoso
 Tisi delle sierose
* nel quadro della TBC post-primaria cronica-evolutiva, con diffusione del processo ai dotti biliari e
formazione di colangectasie e di caverne distruttive
Suini
Mycobacterium bovis
 Disseminazione, nel fegato, di noduli migliari, confluenti
 Fibro-caseosi o fibro-caseo-calcifici
 Talvolta con centri di colliquazione
Mycobacterium avium
 Focolai migliari o nodulari della grandezza di un pisello
 Ma + frequenti focolai irregolarmente disseminati, sfumati, con aspetto
retiforme o stellato, di colorito bianco-grigiastro, con propaggini che si infiltrano
tra i lobuli (epatite tubercolare infiltrante)
o Tess. fibro-lardaceo senza tendenza alla caseificazione e alla
calcificazione
o DD con epatite interstiziale parassitaria
 Infiltrazione diffusa perilobulare di cellule epitelioidi e giganti, di linfociti e spesso anche di eosinofila
con proliferazione connettivale e atrofia del parenchima lobulare
Equini




Focolai fibro-lardacei
Nessuna caseificazione
Nessuna calcificazione
Può accompagnarsi ad amiloidosi
Carnivori
 Forme migliari e submigliari
 Aspetto lardaceo
 Caseificazione poco apprezzabile o estesa nel centro dei noduli
Epatiti piogranulomatose
 Actinogranulomatosi (actinobacillosi) nei bovini
o In forma nodosa solitaria (traumatica da reticolite da corpo estraneo), lesione superficiale
grande come una mela
32
A noduli sparsi (portogena)
Presenta una capsula connettivale che circoscrive tess.
granulomatoso
grigio-giallastro
da
cui
escono,
spremendo, zaffi vermiformi di pus.
o Talvolta si formano ascessi
Bodriococcosi del cavallo
o Da Staphylococcus aureus (rara)
o Localizzazioni secondarie
Farcino criptococcico degli equini
o Da Histoplasma farciminosum (rara)
o Nodi grandi come un uovo di piccione, al taglio fuoriesce Illustrazione 14: Actinogranulomatosi
materiale necrotico-purulento cremoso, talvolta calcificato
Morva
o Da Pseudomonas mallei
o Noduli grigi con alone emorragico, i più vecchi con centro necrotico caseificato
Pseudotubercolosi dei leporidi
o Yersinia pseudotuberculosis
o Minuti noduli necrotico purulenti raggruppati
Pseudotubercolosi o linfadenite caseosa degli ovicaprini
o Corynebacterium pseudotuberculosis
o Forma viscerale
o Lesioni nodose a stratificazioni concentriche
Rodococcosi generalizzata dei puledri
o Raramente anche nelle capre
o
o






Altre cause di epatiti granulomatosa










Paratubercolosi
Salmonellosi
Listeriosi
Brucellosi
Pasteurellosi
Malattie di Tyzzer (Bacillus piliformis)
Tularemia (Francisella tularensis)
Campylobatteriosi degli ovini (feti abortiti)
Aborto epizootico dei bovini da Clamidya psittaci (feti abortiti)
Micosi sistemiche (mucormicosi, candidosi, istoplasmosi, criptococcosi, aspergillosi, candidosi e
prototecosi)
 Borreliosi
 Dirofilariosi
 FIP
Colangioepatiti
Causate da:
 Parassiti (ruminanti e leporidi) e complicate da batteri (salmonelle, coliformi, streptococchi)
PATOGENESI
 Infezione ascendente (enterogena)  coliformi e streptococchi
 Infezione discendente (ematica)  salmonelle
 Concausa: colestasi
 Estensione colangite-colangioepatite penetrando nel lobulo e coinvolgendo il parenchima epatico
periportale
 Meccanismi immunomediati
Cane: salmonelle, leptospire, Campylobater jejuni, coccidiosi, farmaci
Bovino: estensione da epatite purulenta da corpo estarneo, distomatosi
Leporidi: coccidiosi
Cavallo: salmonelle o clostridi, associata a grave fibrosi
Suino: angiocolite catarrale cronica, da lieviti (Rhodotorula mucilaginosa)
Gatto: complesso colangite-colangioepatite
33
Complesso colangite-colangioepatite del gatto
Predisposizione: sinuosità del condotto cistico e fusione di coledoco e dotto pancreatico principale
(associazione a duodenite, pancreatite e colecistite)
Colangite-colangioepatite purulenta acuta
 Decorso rapido (< 5 gg), predisposti i maschi
Predisposizioni:
 Colestasi e germi nella bile (enterite, pancreatite, setticemia...)
Causata da:
 E. coli, Enterobacter, streptococchi α-emolitici, Klebsiella, Actinomyces, Clostridium, Bacterioides
MACRO:
 Fegato pallido, ↑ V, con piccoli focolai migliari di suppurazione giallognoli superficiali con limiti non
molto netti
MICRO:
 Dotti biliari intraepatici dilatati e pieni di neutrofili, infiltrazione portale di neutrofili, invasione
periportale dell’essudato neutrogranulocitario
 Quando la pressione intraduttale raggiunge un determinato livello i batteri e le loro tossine entrano in
circolo attraverso i sinusoidi  setticemia
Colangite-colangioepatite non purulenta cronica
Sintomi:
 Ittero, epatomegalia, vomito, diarrea, in animali di 11-15 anni
Cause:
 cronicizzazione della colangioepatite purulenta
 protozoi (Toxoplasma, Hepatozoon, Cytauxzoon),
 Bacillus piliformis (malattia di Tyzzer)
 FIV
PATOGENESI
 Possibile meccanismo immunomediato: gli epiteli biliari danneggiati
liberano Ag riconosciuti come non-self che richiamano cellule
immunocompetenti che perpetuano il danno biliare
MACRO:
 Fibrosi periportale perilobulare, che tende a definire la struttura lobulare
del fegato ( simile al fegato del suino)
 V normale
MICRO:
 Infiltrati cellulari misti (linfociti, plasmacellule e neutrofili), che invadono gli
spazi portali
 Proliferazione connettivale che ispessisce gli spazi portali fino alla periferia dei lobuli
  Ostacolano il deflusso della bile  colestasi intraepatica
Cirrosi biliare
 Evoluzione finale dell’epatite cronica
 Comparsa dell’ascite
Lesioni parasitarie del fegato




Passaggio di parassiti nella migrazione larvale
Passaggio di parassiti accidentale
Insediamento definitivo di forme larvali cistiche
Insediamento definitivo di parassiti adulti che hanno nel fegato (solitamente nei dotti biliari) il loro
ambiente elettivo
Parassitosi epatiche da Protozoi




Coccidiosi epatica dei leporidi
Leishmaniosi
Toxoplasmosi
Epatozoonosi
34
 Ehrlichiosi
Coccidiosi epatica dei leporidi (Eimeria stiedae)
Gli sporozoiti raggiungono il fegato per via ascendente o discendente (portogena) nell’epitelio dei dotti ha
luogo la schizogonia e la gametogonia con la formazione di oocisti non sporulate che si liberano nel lume
delle vie biliari e vengono eliminate con le feci. Nell’ambiente esterno ha luogo la sporogonia.
 Prevalentemente in conigli giovani (casi subclinici o forme gravi)
o Anoressia e debilitazione per lo stato anemico e malassorbimento (ipovitaminosi vitamine
lipososubili A ed E)
o Diarrea / stipsi (negli stadi terminali), epatomegalia, ascite, ittero
MACRO
 Notevole epatomegalia (20% p.c.)
 Numerosi focolai giallastri nodulari, 1-5 mm, contenuto similpurulento,
simili ad ascessi
 Brevi irregolari cordoni
 Ectasia cistica dei dotti biliari (colangite cronica), colecistite
MICRO
 Ectasia dei dotti biliari pieni di oocisti e detriti cellulari
 Iperplasia dell’epitelio dei dotti e infiammazione cronica (colangite
iperplastica similadenomatosa) che determina stasi bilizre e
conseguente ectasia dei dotti
 Evoluzione: calcificazione distrofica dei dotti, fibrosi, reazioni granulomatose
Parassitosi epatiche da Trematodi
 Distomatosi epatica dei ruminanti
o Fasciolosi
 Fasciola hepatica
 Fasciola gigantica
 Fasciola magna
o Dicroceliosi
 Dicrocoelium dendriticum
 Dicrocoelium hospes
 Distomatosi epatica del cane e del gatto
Fasciolosi







Fasciola hepatica, 1,8-5 cm (media 2-3 cm) x 0,4-1,3 cm
A forma di “foglia di salvia”
Vive 3-5 anni nei dotti biliari
Prev. Ematofaga
Spt. Nei bovini, meno in pecore e capre
Lesioni apprezzabili 16-20 settimane dopo l’infestione
Alterazioni parenchimali per la migrazione delle metacercarie
o Emorragie, necrosi e infiammazione, lieve periepatite (raramente peritonite)
o Tragitti migratori: strie tortuose Ø 2-3 mm, prima rosso scuri (emorragie) poi giallastri
(necrosi)
o Flebite eosinofilica nelle branche interlobulari della vena porta
o Per infestazioni massive cronicizzate: fibrosi diffusa  atrofia epatica
 Alterazioni croniche dei dotti biliari indotte da parassiti adulti
o Colangite cronica colangectasica ed atrofia sclerotica
o Inizialmente: colangite catarrale iperplastica
o Poi evolve in fibrosi ed infiltrazione linfoplasmocitaria ed eosinofilca della parete duttale e
dilatazione dei dotti (colangectasia)
o Marcata pericolangite cronica fibrinosa e colangectasia spt a sx
o Cordoni biancastri sodi, fino a 2 cm, calcificazioni, contenuto poltiglioso giallastro catarrale o
bruno-cioccolato
o Atrofia sclerotica del lobo sx ed ipertrofia vicariante del dx
o Anche colecisitite cronica iperplastica (colecistite adenomatosa)
o Pigmentazione bruno-verdognola dei linfonodi
35
Dicroceliosi
 Dicrocoelium dendriticum (forma lanceolata, 4-12 mm x 1,5-2,5 mm)
o Spec. Negli ovini, ma anche nei bovini. Possibili coinfestioni con Fasciola
o Debilitazione, indebolimento delle difese, anemia, ascite
 Dicrocoelium hospes
o Distoma simile a D. dendriticum, nei ruminanti in Africa equatoriale
 Fase iniziale: migrazione intracanalicolare dall’intestino al fegato (attraverso il coledoco  lesioni
meno pronunciate rispetto alla fasciolosi)
 Fase progredita: interessamento diffuso del fegato
o Retrazioni cicatriziali reticolate (periangiocolite cronica)
o Atrofia sclerotica diffusa (organo complessivamente indurito)
o Dotto biliari dilatati, ma con parete poco ispessita
o Bile densa molto scura e numerosi distomi
o Istologicamente le lesioni dei sotti sono simili a quelle della fasciolosi ma caratterizzate da
una più spiccata iperplasia della ghiandole
Altre malattie da trematodi epatici
 Fasciola gigantica (fino a 7,5 cm), in Asia e Africa
 Fasciola magna (fino a 10 cm), in Nord America
o Nei piccoli ruminanti selvatici, gravi lesioni per i tragitti
o Gli adulti si incistano in noduli cistici (fino a 5 cm)
 Fasciola hepatica e Dicrocoelium dendriticum raramente in CAVALLO, SUINO e CONIGLIO
Distomatosi epatica del cane e del gatto
 In zone costiere e fluviali (mollusco + pesce)
o In Nord America: Metorchis conjunctus (cane e gatto), M.albidus, 1.6 - 4.6 mm (gatto),
Parametorchis complexus (gatto), Amphimerus pseudofelineus (gatto e coyote)
o In Europa: Opisthorchis tenuicollis (O.felineus), 7 -12 mm (cane e gatto)
o In Cina, Corea, Giappone: Opisthorchis sinensis (cane, gatto, uomo)
o Europa e Asia: Pseudamphistomum truncatum, 2 – 2.3 mm (cane e gatto)
o Regioni tropicali: Platynosomum concinnum, 4.6 – 5.8 mm, nei gatti (lumaca + lucertola)
 Colangite cronica colangectasica con iperplasia adenomatosa degli epiteli biliari e delle
ghiandole sottomucose con metaplasma mucosa e carcinomi
 Schistosomiasi: Schistosoma bovis e S.japonicum (ruminanti) ed Heterobilharzia americana (cane)
provocano distomatosi ematica:
o Flebite e trombosi dei rami della porta
Lesioni causate da adulti e uova che vivono nelle vene, possono dare anche granulomi negli spazi portali
Parassitosi epatiche da Cestodi
Echinococcosi






ovini, bovini, suini, caprini, camelidi, rar. Equini
cisti in fegato e polmoni
forma larvale cistica (cisti idatidea) della tenia del cane Echinococcus granulosus granulosus (3-9
mm)
cisti biancastra, da pochi mm a molti cm, contiene liquido incolore sotto tensione
Cisti formata da:
○ capsula evventiziale: di pertinenza dell'ospite (macrofagi a palizzata e vallo fibroconnettivale
con eosinofili e mononucleati)
○ membrana elmintica di 2 strati:
■ strato esterno chitinoso o strato cuticolare
■ strato interno, esile ricco di cellule, 12-15 μm è lo strato germinativo (o membrana proligera)
da cui si differenziano cellule che generano la sostanza chitinosa e cellule che generano le
vescicole proligere
 vescicole proligere o cisti nido, una capocchia di spillo, 6-30 protoscolici (190 x 160
μm). Cisti nido e scolici possono essere libere nel liquido cistico
Le cisti possono essere:
○ Cisti sterile: se mancano le cisti nico
36
Cisti multiloculari: vescicolizzazione secondaria intracisitica
Cisti pseudomultiloculare: vescicolizzazione secondaria
extracisitica per rottura della parete cistica e successiva
vescicolizzazione multipla in un distretto adiacente o
dislocazione di scolici e cisti nido in spazi cavi preformati
(pleure, bronchi e vie biliari)
○ Cisti regredite: più piccole, con cavità riempita dalla membrana
elmintica tutta ripiegata, di colore giallastro, con poco liquido o
calcificata oppure frammentata e difficilmente riconoscibile.
Rimane facilmente enucleabile
pecore: polmoni e fegato con cisti uniloculari e fertili
pseudomultiloculare
bovini: più spesso polmoni, cisti piccole uniloculari sterili
suini: fegato più frequentemente del polmone, cisti uniloculari
profonde
cavalli: localizzazione per lo più epatica, cisti uniloculari
○ cisti di un ceppo di echinococco adattato all'equino (Echinococcus granulosus equinus)
○
○




Cisticercosi degli ovini e dei suini
Cysticercus tenuicollis, forma larvale cistica di Tenia hydatigena (marginata):
 la più grande tenia del cane (0,7-5 m) o di altri carnivori selvatici
 migrazione enteroepatica: tragitti serpiginosi rosso nerastri, poi giallo-bruni o verdognoli e infine
fibrosi grigiastri
 occasionali infestioni acute massive: epatite acuta emorragica
 migrazione intraepatica: le oncosfere si trasformano in cisticerchi con formazione delle tipiche cisti:
○ superficiali (anche in pleura, pericardio, peritoneo)
○ alcuni cm di diametro (fino a 7), contenuto acquoso non in tensione
○ all'interno un unico scolice fluttuante dotato di un collo lungo e sottile
○ maturano completamente in ca. 2 mesi e possono sopravvivere per 9
○ producono atrofia da compressione in grado proporzionale al loro volume
Cisticercosi dei Leporidi
Cysticercus pisiformis, forma larvale cistica della tenia del cane Tenia pisiformis:
 embrioni esacanti (oncosfere) raggiungono il fegato tramite la circolazione portale, compiono
migrazioni intraepatiche che in 15-30 gg li portano alla superficie dell'organo. Contemporaneamente
si vescicolizzano gradualmente e producono:
○ tragitti serpiginosi necrotico emorragici, giallo-rossastri, poi grigiastri e fibrosi
○ noduli migliari spesso in continuità con i tragitti, che rappresentano una reazione granulomatosa
intorno alle oncosfere (granulomi parassitari)
 Attraversata la glissoniana, le oncosfere entrano nella cavità peritoneale, dove diventano cisticerchi
maturi con le dimensioni di un pisello e possono portare a peritonite siero-emorragica o sierofibrinosa acuta e cronica
Parassitosi epatiche da Nematodi
Capillaria epatica


vive da adulto nel parenchima epatico di topi e ratti, raramente di cani, gatti, suini, leporidi e uomo, e
vi depone anche le uova
Provocano lesioni traumatiche da migrazione e granulomi intorno alle uova
Noduli parassitari (nematosi epatica nodulare)


Data da larve di strongili e ascaridi giunti al fegato dall'intestino per via portale
Si presentano come reazioni circoscritte nodulari (granulomi da corpo estraneo) verso i parassiti non
epatofili (che giunti al fegato muoiono):
Microascaridiosi


VITELLI: granulomi eosinofilici di grandezza migliare da larve di Neoscaris vitulorum nel fegato,
polmoni, reni e muscoli
CANE: nodulini migliari granulomatosi, fino a 2 mm di diametro, che sequestrano larve di Toxocara
nei reni e nel fegato
37

EQUINI: calicosi epatica, larve L4 di strongili (Strongylus equinus, S. vulgaris, S. edentatus) e di
ascari (Parascaris equorum)
○ Calicosi nodulare: numerosi fitti noduli, 2-5 mm, lapidei per la calcificazione. Nelle lesioni
recenti si osserva un tessuto lardaceo uniforme, bianco-grigio-rosato (cell. epitelioidi, giganti ed
eosinofili attorno ai parassiti morti)
○ Calicosi terebrata: tess. lardaceo a cordoni
○ Calicosi diffusa o disseminata: a focolai
○ Calicosi totale (pietrificatio hepatis)
Epatite interstiziale cronica eosinofilica parassitaria





E' la più comune epatite dei suini
Causata da larve migranti di Ascaris suum, rar. Toxocara canis
Le larve giungono al fegato dall'intestino per via portale e qui subiscono una muta, vanno ai polmoni
(muta) e poi tornano nell'intestino (ciclo entero-epato-polmonare)
Nel fegato formano focolai grigiastri chiari, sparsi o disseminati (liver white spots, milk-spotted
liver) costituiti da aree di ispessimento fibroso perilobulare con graduale ridursi verso la periferia
All'esame istologico si nota: infiltrazione di eosinofili e fibroblasti (epatite interstiziale cronica
eosinofilica), scarsi linfociti e macrofagi e fibrosi e noduli linfoidi.
Neoplasie epatiche
Tumori epatici primitivi, si dividono in:

tumori primitivi epiteliali, i più diffusi, divisi in:
○
○

epatocellulari, che derivano dagli epatociti
■
Benigni: adenoma
■
Maligni: carcinoma
colangiocellulari, che derivano dagli epiteli biliari:
■
Cistadenoma biliare
■
Colangiocarcinoma
tumori primitivi non epiteliali, rari, comprendono:
○
emangioma, emangiosarcoma
○
mielolipoma
○
fibroma, fibrosarcoma
○
leiomiosarcoma, rabdomiosarcoma embriomale
○
schwannoma

epatoblastoma, nell'agnello, molto raro, benigno, con piccole cellule granulose simili ad epatociti
fetali

carcinoide epatico, solo nel cane e nel gatto, altamente maligno, con cellule neuroendocrine (cell.
APUD)
Tumori epatici secondari (metastatici):

più frequenti dei primitivi

nel gatto prevalgono:
○

neoplasie mieloidi e linfoidi
nel cane:
○
adenocarcinoma
leiomiosarcoma
intestinale,
○
emangiosarcoma secondario
insulinoma,
adenocarcinoma
pancreatico,
fibrosarcoma,
38
Eziopatogenesi dei tumori primitivi del fegato
VIRUS E BATTERI:

Uomo: accertata la connessione tra epatite cronica virale (epatite B e C) e stimolo alla proliferazione
dell'epatocita in senso iperplastico, displastico e neoplastico (carcinoma epatocellulare)

Mammiferi:
○
domestici: nessuna causa virale è nota
○
marmotta e scoiattolo di terra: infezione cronica da Hepadnaviridae
○
ratto: epatite cronica spontanea e carcinoma
○
topi: epatite cronica da Helicobacter hepaticus e carcinoma epatocellulare
CAUSE CHIMICHE:

dietilnitrosamina → colangiocarcinoma, emangiosarcoma

aflatossine, PVC
PARASSITI:

Ancylostoma caninum e Trichiuris vulpis (colangiocarcinoma nel cane)

distomi della famiglia Opistorchidae (colangiocarcinoma nei carnivori)

Fasciolidae (carcinoma epatocellulare nel bovino)
Tumori epatocellulari (adenomi e carcinomi epatocellulari)

Bovino (lobo dx), cane (lobo sx), gatto, (non frequenti)

non ci sono significative differenze nell'aspetto macroscopico

formano nodosità ben circoscritte, per lo più solitarie
○
diametro variabile (4-20 cm), rotondeggianti, piuttosto molli,
di solito in rilievo
○
tessuto friabile, spesso con varietà di colori nelle forme
maligne, dal bianco-grigiastro, rosso, bruno, giallo-verde
(adenoma flavum, hepatis viridae)

Differenziare dalla forma di iperplasia nodulare

adenomi: delimitati da una capsula connettivale, talvolta
dotata di propaggini interne che dividono in lobuli il tumore,
colore uniforme

carcinomi: raramente capsulati (mai nelle forme infiltranti)

Conseguenze biologiche:
○
rottura della massa tumorale (emoperitoneo)
○
Carcinoma:
■
invasione delle vene epatiche e diffusione intravenosa fino alla vena cava o, a ritroso,
attraverso la porta a milza e stomaco
■
metastasi in linfonodi portali, polmoni e reni, nel bovino sono infrequenti (10% dei
carcinomi), nel cane nel 37-100% dei casi
Aspetto istologico:


adenomi e carcinomi ben differenziati
○
cellule tumorali simili ad epatociti normali, ma più grandi, con nuclei ampi e vescicolosi
○
mancano spazi portali, vene centrolobulari e dotti biliari
Adenomi: struttura trabecolare
39

Carcinomi: vari istotipi: trabecolare, pseudoghiandolare o acinoso, solido, scirroso, pleomorfo, e
fibrolamellare

nei carcinomi è scarso lo stroma reticolare

possibile la riespressione di caratteri tipici del fegato fetale, come l'attività emopoietica, la
capillarizzazione dei sinusoidi l'espressione di AFP
Tumori colangiocellulari
BENIGNI
 Adenoma biliare o colangioma
 cistadenoma biliare (gatto)
MALIGNI
 carcinoma biliare o colangiocarcinoma
Tumori colangiocellilari benigni




non frequenti
adenoma biliare o colangioma (gatto e cane)
○ noduli solidi a struttura tubulare
cistadenoma biliare (gatto)
○ Noduli cistici multiloculari con cavità a parete connettivale sottile rivestite da epitelio cubico, o
piatto, talora iperplastico con escrescienze papillari
○ contenuto di mucina (PAS- e Alcian blu-positiva) nelle microcavità cistiche
Differenziare dalle malformazioni cistiche dell'apparato biliare
Tumori colangiocellulari maligni

carcinoma biliare o COLANGIOCARCINOMA
○ localizzazione intra ed extraepatica (vie biliari e cistifellea)
■ più frequente della forma benigna con l'accezione del gatto
■ nel cane rappresenta il 22-35% dei tumori epatici primitivi
■ nel gatto i tumori colangiocellulari benigni e maligni rappresentano il 75% circa dei tumori
primitivi non emopoietici del fegato
■ più raro in bovini, ovini e cavalli
○ MOLTO AGGRESSIVO:
■ invasione della capsula, metastasi per impianto ed ematogena
○ Si sviluppa con noduli e nodi multipli oppure in forma infiltrante diffusa
■ noduli densi e compatti di colore grigio-biancastro per la ricchezza di stroma (carcinoma
sclerosante) e ombelicati
○ epiteli simili ai dotti biliari con elementi cubici o cilindrici a citoplasma chiaro, basofilo e nuclei
piccoli, molto tess. fibroso
○ ristagno di muco ma non di bile
○ difficile differenziazione da metastasi di un adenocarcinoma da altre sedi (es. pancreas,
intestino)
Mielolipoma epatico


raro, nel gatto
varibile mescolanza di tess. adiposo e mieloide (granulocito poietico ed eritropoietico)
○ riproduce il tessuto emopoietico del midollo osseo, con aspetto macroscopico multinodulare e
colore giallastro, arancio chiaro, rosso scuro per emorragie
Emangioma


raro
differenziazione da:
○ amartoma vascolare (bovino e cane)
○ telangectasia maculosa (bovino)
Emangiosarcoma epatico


primitivo o secondario
nel cane (raro nel bovino)
○ solo il 5% circa degli emangiosarcomi del cane è primitvo nel fegato
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 è il tumore secondario del feegato più frequente (29%), poi il linfoma (23%)
MACRO:
 massa singola o focolai multipli
○ colore variegato, da rosso scuro a grigio-rosso-purpureo a giallo
○ lacune piene di sangue
○ emoperitoneo
MICRO:
 cellule endoteliali pleomorfe che formano canalicoli irregolari contenenti sangue
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