Un omaggio al Compost

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Un omaggio al Compost
UN OMAGGIO AL COMPOST, perché? “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, diceva lo scienziato francese Antoine-­‐
Laurent de Lavoisier formulando così la prima versione della legge di conservazione della massa. Cosa hanno in comune un cestino di bambù, un mattone di calce e canapa, un piatto o un bicchiere o una posata in mater-­‐bi, un vaso in lolla di riso, un sacco per la raccolta del rifiuto umido, delle cartoline in canapa, degli insetti, delle piante, dei semi e quanto vedrete all’interno di questa mostra? Fanno tutti – con l’eccezione di alcune componenti da separare e recuperate attraverso altri processi v. lampade -­‐ parte del miracoloso ciclo del compost, quello grazie al quale i diversi prodotti in materiali naturali, biodegradabili e compostabili, possono facilmente ritornare alla terra , senza l’intervento di altri agenti che non siano, l’ossigeno, i batteri, la luce solare, l’umidità e la miscelazione, chiudendo un ciclo e riportando le sostanze nutrienti che consentono la ripartenza di un nuovo ciclo. Così accadeva di norma con la maggior parte degli oggetti d’uso comune prima dell’avvento delle materie plastiche, poi, dagli ‘50 tutto è cambiato: si è diffuso l’uso dei materiali plastici, pubblicizzati proprio perché potevano resistere all’infinito. Ne è un esempio il Moplen, materiale osannato negli anni ’60 per la sua resistenza, o semplicemente i sacchetti di plastica che possono durare dai 10 ai vent’anni o più a seconda del materiale. A distanza di più di sessant’anni dalla loro produzione su larga scala, quella che era la caratteristica più pubblicizzata dei materiali plastici, ovvero la durata, sta rivelando i suoi limiti. Si sta rivelando un problema perché comporta un enorme numero di rifiuti che non si degradano da sé ma richiedono impianti appositi per essere smaltiti. Posto che la plastica non può essere bandita del tutto dalla nostra vita, “Omaggio al compost”, vuole essere una riflessione per invitare tutti a degli acquisti più consapevoli, valutando di volta in volta se non possa essere più bello e sostenibile un materiale naturale, rispetto ad uno che non lo è. Quasi tutto si degrada, la discriminante è il tempo, se una buccia di banana ci impiega dai 2 ai 10 giorni, la carta dai 2 ai 5 mesi, i sacchetti in mater-­‐bi – materiale materiale plastico biodegradabile e compostabile a base amido -­‐ in 3 mesi, piatti e posate di plastica dai 100 anni in su, i pannolini usa e getta 400 anni, un contenitore in polistirolo circa 1000 anni. Scegliere prodotti che si degradano più velocemente significa ridurre la quantità di rifiuti da smaltire con beneficio per l’ambiente, la salute e il costo di smaltimento. Le bioplastiche possono aiutare in quanto sono materiali con caratteristiche e proprietà d’uso del tutto simili alle plastiche tradizionali ma, al tempo stesso, biodegradabili e compostabili ai sensi della norma europea UNI EN 13432, il più importante riferimento tecnico per i produttori di materiali, le autorità pubbliche, i compostatori, i certificatori e i consumatori Prodotti, imballaggi realizzati con plastiche biodegradabili e compostabili per essere certificati devono possedere le caratteristiche di seguito elencate: • Biodegradabilità, ossia la capacità del materiale di essere convertito in anidride carbonica (CO2) grazie ai microrganismi ed in modo analogo a quanto accade ai rifiuti naturali. •
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Disintegrabilità, cioè la frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale (assenza di contaminazione visiva). Assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio Metalli pesanti pressoché assenti e assenza di effetti negativi sulla qualità del compost. Ciascuno di questi requisiti è necessario per la definizione della compostabilità ma non sufficiente. La compostabilità è provata dal contemporaneo soddisfacimento di tutti i suddetti requisiti. In Italia esiste un apposito marchio per certificare la compostabilità di un prodotto: è il marchio “Cic compostabile” del Cic, o Consorzio Italiano dei Compostatori. é quindi evidente che proprio in materia di rifiuti la legge di conservazione della massa può trovare dimostrazione Ridurre, Riutilizzare, Riciclare Questo è l’esercizio che tutti noi dovremmo praticare e il passaggio da rifiuto organico e materiali biodegradabili e compostabili in compost ne sono la dimostrazione.