Avvenire, 2014-11-05

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Avvenire, 2014-11-05
CATHOLICA
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A Castel Gandolfo i vescovi amici dei Focolari
L’
Il centro Mariapoli
Eucaristia, mistero di comunione. È il tema del 33° Convegno ecumenico dei vescovi amici del Movimento dei focolari, in programma da lunedì scorso al 7 novembre presso
il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. Trentanove i partecipanti (cattolici, ortodossi, siro-ortodossi, anglicani, metodisti, luterani e di altre
Comunità ecclesiali) in rappresentanza di 29 nazioni. Il 7 novembre è prevista l’udienza con il
Papa. Come detto, il tema che si vuole approfondire è "L’Eucaristia, mistero di comunione", coscienti della grandezza del mistero della
presenza di Gesù fra i suoi e senza ignorare che
l’ora dell’unico calice appare lontana. I vescovi,
percependo il dolore della separazione, in particolare alla "mensa Domini", lo vivranno come
un aspetto di quell’abbandono che Gesù ha sofferto sulla croce e che richiede dai cristiani la sequela. Al cuore del convegno sarà messa la Parola di Dio, la vita secondo il Vangelo e quindi l’amore reciproco che fa sperimentare la presenza
di Cristo in mezzo ai suoi e che irrora quell’ecumenismo spirituale che trascende le barriere e apre nuovi orizzonti anche al dialogo teologico.
Padova. Presentata la terza edizione
del Master di studi sull’islam in Europa
A
llo scontro di civiltà al quale i
gruppi terroristici come Is, al-Nusra e sigle varie, inneggiano, il mondo
accademico risponde con il dialogo, un
dialogo che viene favorito dalla conoscenza reciproca. Nasce da questa consapevolezza il Master di studi sull’islam
d’Europa, giunto alla terza edizione.
Promosso dal Centro interuniversitario culture diritti e religioni - Forum internazionale democrazia & religioni (Fidr), che unisce l’Università di Padova,
quella del Piemonte orientale, la Cattolica e la Statale di Milano e l’Insubria
di Varese, sarà presentato domani a Padova. Interverranno il direttore del Master, Stefano Allievi, il prefetto Giovanna Maria Rita Iurato della Direzione
centrale degli affari dei culti del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione presso il ministero dell’Interno, Ahmed El Khdar, console generale
del Regno del Marocco a Verona, e Roberto Mazzola, direttore Centro Fidr.
«Oltre la divisione tra fede e vita»
Scola: san Carlo e Paolo VI ci chiamano all’urgenza della riforma
LORENZO ROSOLI
MILANO
a figura di san Carlo e quella
del beato Paolo VI richiamano
a tutta la Chiesa, e in particolare a noi fedeli ambrosiani, l’urgenza della riforma ecclesiale, che nasce sia dalla
personale, continua conversione, sia dall’appassionato ascolto comunitario dei segni dei tempi che ci invitano al cambiamento della fisionomia della proposta cristiana nella società plurale», scandisce il
cardinale Angelo Scola, nell’abbraccio dei
fedeli raccolti in Duomo per il Pontificale
della solennità di San Carlo Borromeo,
compatrono della diocesi di Milano.
«All’inizio di questo nuovo millennio percepiamo sempre più che una riforma è necessaria. E lo è a vari livelli – prosegue Scola, nel giorno in cui la Chiesa ambrosiana
è chiamata ad esprimere il proprio grazie
per la beatificazione di Giovanni Battista
Montini, che di Milano fu arcivescovo dal
1954 al 1963 –. Qualche esempio? Nella
nostra Chiesa cerchiamo di perseguirla
nella comunione missionaria delle comunità pastorali; nel rinnovamento della
iniziazione cristiana con le comunità educanti; nella formazione permanente del
«L
diventeremo testimoni credibili di speclero, nell’evangelizzazione della metroranza affidabile, un bene sempre più raro
poli, nella valorizzazione della famiglia coin una società come la nostra».
me soggetto di evangelizzazione.Vogliamo
percorrere le vie dell’umano – insiste ScoSan Carlo e Paolo VI. Le due figure s’inla nell’omelia – essere Chiesa in uscita, tecontrano e dialogano non solo nelle pastimoniando Cristo come contemporarole dell’omelia, ma anche nei gesti e nei
neo ad ogni uomo d’oggi e offrendo il nosegni della celebrazione. È di san Carlo l’astro contributo all’edificazione della vita
nello che Scola ha al dito; e fu un dono
buona nella metrodella famiglia Borropoli di Milano ed in
meo ad un altro vetutte le terre amscovo beato di MilaNella festa del compatrono
brosiane».
no, il cardinale Anla diocesi di Milano esprime drea Carlo Ferrari, il
Montini, il 4 novembre 1957 in il «grazie» per la beatificazione calice sollevato duDuomo, disse: «Il
rante il rito. Sono di
di Montini, del quale viene
senso del bene coMontini, invece, il
mune, l’urgenza accolta una reliquia in Duomo pastorale, la mitra, la
della carità per la
croce (ricevuta in
salvezza non solo
dono per il cardinaprivata, ma pubblilato) e la casula (doca, il desiderio d’un rinnovamento sociano dei vescovi cinesi a Paolo VI, nel 1967)
le cristiano, l’accettazione dei metodi orutilizzati ieri sera da Scola. A concelebraganizzativi che la Chiesa oggi ci propone,
re, con Scola e col cardinale Tettamanzi, i
l’uso dei diritti per la difesa e la dignità dei
rappresentanti di istituzioni fondate dal
costumi... questo, sì, lo possiamo imparaBorromeo (il Seminario e gli Oblati dei
re da san Carlo». Scola cita il predecessoSanti Ambrogio e Carlo) o da lui riformare. E incalza: «Lo vogliamo imparare per
te (il Capitolo metropolitano e la curia).
vincere la malattia endemica che rischia
Alla Messa erano invitati in particolare i
di estenuare noi cristiani di oggi: la profonparroci delle comunità che ebbero la chieda divisione tra la fede e la vita. Solo così
sa grazie al «Piano Montini». Momento di
Mercoledì
5 Novembre 2014
speciale intensità, è
quando all’altare viene
recata la reliquia di Paolo VI – una maglia indossata durante il fallito
attentato di Manila – che
rimarrà in Duomo dopo
il "pellegrinaggio" che la
porterà nelle sette Zone
pastorali della diocesi. A
portare il reliquiario (opera della Scuola Beato
Angelico), monsignor
Attilio Cavalli, prete ordinato da Montini; con
lui suor Emma Ruggeri,
delle Suore di Maria
Bambina, che prestò
servizio nell’appartamento arcivescovile negli anni di Montini, e SuLa reliquia del beato Paolo VI
(Fotogramma)
sanna Poggioni, sorella
maggiore delle Ausiliarie diocesane.
è l’ultima riflessione offerta da Scola in omelia – siamo chiamati a condividere il se«Lasciandoci assimilare sempre più a Crigreto di uomini della statura di san Carlo.
sto Buon Pastore, soprattutto noi sacerQuel segreto che il beato Paolo VI ci ha svedoti, siamo chiamati a guidare il popolo di
lato con la commovente preghiera: Cristo,
Dio – come dice papa Francesco – offrenTu ci sei necessario».
do la fermezza dell’autorità che fa crescere e la dolcezza della paternità. Per farlo –
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GENOVA
Ciclo di conferenze
sull’arte cristiana
Un ciclo di conferenze per
far conoscere a un’ampia
platea di pubblico argomenti di storia locale, approfondimenti sull’arte
nella Francia medievale e
sulla diffusione di temi cristiani in Brasile. È l’obiettivo del ciclo di conferenze di giovani studiosi dell’Università di Genova, realizzato assieme al Museo
diocesano di Genova, che
inizierà domani e andrà avanti fino a metà gennaio.
«L’iniziativa – spiega Paola Martini, curatrice del
Museo – è nata con lo scopo di dare voce a giovani
laureati provenienti, in particolare, dal corso di laurea
in Beni culturali e dal corso di laurea magistrale in
Storia dell’arte e valorizzazione del patrimonio artistico».
SENEGAL
La famiglia, sacerdoti
riflettono sul tema
Si è aperto ieri mattina a
Dakar (in Senegal), il secondo Congresso dell’Unione regionale dei sacerdoti dell’Africa dell’ovest
sul tema «La famiglia come posta in gioco del dialogo interreligioso». Nella
Cattedrale di Nostra Signora delle Vittorie di
Dakar, la Messa di apertura è stata presieduta dal
cardinale Théodore Adrien
Sarr, arcivescovo di Dakar,
mentre quella di chiusura,
prevista domani, sarà presieduta dal vescovo della
diocesi di Tambacounda,
Jean Noel Diouf.
Montini e Chiara Lubich
un dialogo per l’ecumenismo
Il fatto.
MARCO RONCALLI
aolo VI e Chiara Lubich»,
ovvero «La profezia di una
Chiesa che si fa dialogo».
Questo il tema della «due giorni» che si
svolge il 7 e 8 novembre a Castel Gandolfo, promossa dall’Istituto Paolo VI di
Concesio (Brescia) e dal Movimento dei
Focolari. Al centro dei contributi e dei
dibattiti annunciati, la genesi e lo sviluppo dei rapporti tra Giovanni Battista Montini e la Lubich (quelli con Igino Giordani saranno oggetto di intervento specifico), dalla metà del secolo
scorso, esattamente dal 1952 quando il
futuro Papa era sostituto alla Segreteria di Stato e i focolarini «sotto esame»
a Roma, sino alla fine del pontificato di
Paolo VI. Una relazione, personale, soprattutto epistolare (dove spiccano otto lettere autografe papali), testimoniata da un’ampia documentazione
raccolta dal centro di Rocca di Papa.
Carte d’archivio dalle quali è possibile
ricostruire non solo il modo in cui il Papa del dialogo ha compreso il significato di questa particolare esperienza
cristiana, ne ha intuito gli elementi di
novità (allora senza riscontri nel diritto canonico), ma ha pure accompagnato la progressiva configurazione
giuridica e istituzionale del movimento. Continuando a seguirne le iniziative nel segno della solidarietà, l’impegno
ecumenico (e qui basta ricordare il rapporto di Chiara Lubich con il patriarca
Atenagoras), la specifica fisionomia tra
le associazioni laicali sviluppatesi anche grazie al Concilio nella sua attenzione ai carismi nella Chiesa delineati
nella costituzione Lumen gentium. Dopo i saluti di apertura da parte della presidente del Movimento dei Focolari
Maria Voce e del presidente dell’Istituto Paolo VI don Angelo Maffeis, venerdì
7 novembre alle 10 i lavori saranno aperti dal quadro storico offerto da Andrea Riccardi che interverrà sulla nascita dei movimenti ecclesiali nella
Chiesa italiana del ’900. A seguire Alberto Monticone («Paolo VI e l’apostolato dei laici: modello e sviluppo nella
Il rapporto tra il Papa e
la fondatrice dei Focolarini
al centro della «due giorni»
a Castel Gandolfo. «Seppe
cogliere il significato
di questa particolare
esperienza cristiana»
«P
Paolo VI e Chiara Lubich
sua visione»), Lucia Abignente («Paolo
VI e Chiara Lubich: un cammino di comunione in ascolto dello Spirito»); Paolo Siniscalco («L’Est europeo, Chiara Lubich e Paolo VI»), Joan Patricia Back
(«L’ecumenismo di Paolo VI e Chiara
Lubich: sintonia, sostegno e profezia»).
Sabato 8 novembre dopo le relazioni di
Alberto Lo Presti («L’immaginazione rivoluzionaria: la dimensione profetica
della spiritualità dei focolari in relazione alla dottrina sociale della Chiesa di
Paolo VI») e di Adriana Cosseddu («Carisma e istituzione: riconoscimento ecclesiale e statuti»), la conclusione dei
lavori affidata a Piero Coda («L’Ecclesiam suam di Paolo VI, il Vaticano II, il
carisma dell’unità di Chiara Lubich»),
una ripresa teologica del tema della
"due giorni" alla luce dell’ecclesiologia
conciliare e della meditazione sulla
Chiesa proposta dal Pontefice beatificato il 19 ottobre scorso.
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Il volume. L’uomo, l’arcivescovo, il Papa
La sua vita dalla mostra in un catalogo
Milano non ha mai dimenticato il suo arcivescovo Giovanni Battista Montini, che la guidò dal 1955 al 1963, e in tante occasioni ha offerto momenti nei
quali celebrarne la memoria. Lo fece nel 2003, a 25 anni dalla morte, con una mostra a Palazzo Reale dal titolo «Montini Paolo VI – Cultura Arte Annuncio»,
raccogliendone testi, immagini e documenti in un catalogo. Testo che ora,
in occasione della beatificazione di Paolo VI, la Fondazione ambrosiana Paolo VI e la Nomos edizioni, ripropone con il titolo «Paolo VI beato. L’uomo, l’arcivescovo, il Papa». «In anni difficili Montini ha saputo testimoniare un legame con Cristo capace di nutrire ogni sua azione – scrive il cardinale Angelo
Scola nella sua prefazione –; ma soprattutto capace di accendere la sua intelligenza, la sua visione del mondo e dell’uomo». Oggi nel Museo del Duomo una parte consistente di quella mostra viene riproposta ai milanesi, e il
catalogo permette di ripercorrere la vita di Montini. In particolare viene messa in luce la sua sensibile presenza nell’arcidiocesi ambrosiana in periodi non
certo facili per tensioni sociali e culturali e l’impegno del pastore per diffondere in essa il messaggio cristiano più autentico, anche con la fondazione di
123 nuove chiese progettate dagli architetti più in vista della Milano di allora.(E.Le.)