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Anno II - Numero 137 - Mercoledì 12 giugno 2013
Direttore: Francesco Storace
ANCHE IL NOSTRO GIORNALE PUNTA A DIVENTARE RIFERIMENTO CULTURALE DI UN'AREA
FORME NUOVE PER RIORGANIZZARE LA DESTRA POLITICA
M
Dopo la sconfitta dappertutto della coalizione, c'e' un mondo che ha il dovere di ritrovarsi
di Francesco Storace
eno male che c'è
Sabaudia, dove
Fratelli d'Italia ha
battuto Pdl e Destra
in un derby interno
e - papale papale lo ha dichiarato
ieri Giorgia Meloni - dimostra di
"essere il centrodestra che vince".
Cioe', viene giù il mondo e si
esulta per un paese. Spero che
si sia trattato di una scivolata dell'ufficio stampa di una leader
che stimo, perché sarebbe davvero poca cosa rispetto a quello
che è accaduto domenica e lunedì e intendo dire la mia alle
giornate tricolori che proprio
Fratelli d'Italia ha organizzato venerdi e sabato a Milano. Esattamente con lo stesso spirito con
cui andai da Nania a Palermo e
venerdì 21 sarò a Frosinone da
Oreste Tofani. Il fermento va colto
e non contrastato.
Innanzitutto, no alla demonizzazione di un mondo. Tutti i capoluoghi sono andati al centrosinistra. Colpa della vecchia classe
dirigente proveniente da An?
Berlusconi, anziche' offendersi e
scatenare i suoi comunicatori
contro di me - quelli che in campagna elettorale per i candidati
suoi e non per i miei non si sono
proprio visti - rifletta su un astensionismo di portata enorme. I
cittadini hanno dimostrato di essere stufi di una politica che non
reagisce ai soprusi europei. La
gente e' sfiduciata. La crisi ora
colpisce gli italiani, non più' i vu
Scandalo MPS
Giudizio immediato
per il vertice rosso
cumpra'.
"Dalle larghe intese in poi il nostro
elettorato ci ha voltato le spalle":
lo dice l'ex sindaco di Brescia,
non Alemanno, e credo che abbia
ragione. Si e' perso ovunque.
Giorgia Meloni lavori a recuperare
consenso attorno a un progetto
politico includente.... A Messina
il suo movimento ha collezionato
l'1,68 per cento. E la recente
storia politica testimonia che divisi
non si va da nessuna parte. La
nostra stagione di consenso ha
coinciso con il 2,4 delle politiche
2008, quella di Fini con i sondaggi
del 2011, oggi tocca a Giorgia.
Ma per quanto ancora?
A Milano dirò con chiarezza che
ho molto rispetto per questa giovane leader, ma ci vuole reciprocità. Io ho 54 anni, 8 dei quali
trascorsi in Parlamento. La Meloni
ci sta da sette. Alla Camera entrai
nel '94, Rampelli entrò alla regione con Augello nel '95, Alemanno nel '90. Nessuno ha la
palma della novità. Uno solo ha
detto no a Fini e al partito unico,
ma non ho la pretesa di fare lezioni agli altri. Mi dimisi da mini-
stro, ho subito processi da cui
sono uscito innocente, basta con
la retorica del giovanilismo senza
senso. Lavoriamo, anche con
Giorgia in testa, ad un progetto
di destra che torni ad appassionare gli italiani.
Noi siamo consapevoli che dopo
anni di lotte e' tempo di bilanci.
La Destra e' stata una avventura
meravigliosa, ma non siamo riusciti a farlo comprendere al po-
polo italiano. Ci vuole altro. Oltre.
Oltre la politica.
Per quello che ci riguarda - e ne
parlerò domani in ufficio politico
in vista di Orvieto - e' la nuova
forma partito che dobbiamo scegliere, a partire dal giornale.
Chi lo amministra deve farlo vivere.
Chi lo firma deve cercare e rilanciare idee.
Setacciare talenti, un articolo non
IL DIBATTITO SUL FUTURO DI UNA COMUNITÀ
Malgieri: “Tornare ai valori del MSI
n vista del convegno che si
terrà a Milano venerdì e sabato
prossimo sul futuro della destra,
‘il Giornale d’Italia’ ha intervistato
uno degli intellettuali che sarà tra
i protagonisti, il giornalista e già
I
deputato del Pdl Gennaro Malgieri.
“Non serve rifare An- spiega- piuttosto recuperare certi valori del
MSI”. Gli interventi di Fabrizio Tatarella e di Marco Di Andrea.
alle pagg. 4 e 5
Dal 12 giugno non si lavora più solo per il fisco. Ma attenti a gioire troppo
Vade retro, tasse: da oggi siamo liberi
di Igor Traboni
ltro che quelle pagliacciate
dell’altra sera dei Marinoboys per le strade di Roma:
la libertà vera comincia oggi, mercoledì 12 giugno. Almeno per
quell’ampia fetta di italiani che le
tasse le pagano, sul serio. Da oggi
– solo da oggi – possiamo infatti
lavorare senza la mannaia fiscale
su teste e portafogli. O meglio: da
oggi tutto quello che guadagneremo non andrà per intero al fisco,
mentre nei 162 precedenti giorni
di questo anno di grazia 2013 è
come se non avessimo lavorato
per noi, ma solo per lo Stato: tutti
i soldi di stipendi e incassi vari,
infatti, se ne sono andati per le
tasse. Tutto questo secondo una
statistica (che a noi sembra francamente votata perfino all’ottimismo) elaborata dalla Cgia di Mestre,
l’associazione degli artigiani della
città veneta che da qualche tempo
A
stata fissata al 26 settembre
l’udienza per il giudizio immediato nei confronti dell’ex presidente
del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari, dell’ex direttore
generale Antonio Vigni e dell’ex
direttore generale dell’area finanza
Gianluca Baldassarri. A deciderlo
è stato il gip di Siena Ugo Bellini,
che ha firmato, ovviamente subito
dopo il ballottaggio (che ha visto
il Pd riconfermarsi, anche se di
poco, a capo del comune) il decreto
di citazione per i tre. A loro viene
contestato il reato di ostacolo alle
funzioni di vigilanza: la vicenda si
riferisce al presunto occultamento
del contratto stipulato da Mps con
la banca di finanza Nomura del
derivato ‘Alexandria’, che, secondo
gli inquirenti, ha creato un ‘buco’
nella banca rossa da centinaia di
milioni di euro.
È
è un tweet, ma una tesi su cui ragionare.
Cento convegni per un giornale
di popolo, di popolo di destra
che non voglia subire la sovversione del diritto naturale, che
non consideri questa Europa il
padrone da servire, che incoraggi solo un governo di cui
essere orgoglioso e che pretenda di buttare giù al tradimento della missione, che consideri gli ultimi come i primi
da servire con politiche sociali,
che ami l'italiano più dello straniero.
Il debito va rinegoziato, il fiscal
compact va rimesso in discussione, gli Stati devono poter battere moneta.
Pregiudizialmente contro la sinistra, seguiremo che succede
a destra, tenteremo di capire
se l'unica faccia nuova che c'è
in circolazione, Giorgia Meloni
appunto, sarà capace di rimettere insieme un mondo antico
rimasto orfano; oppure se Alemanno sara' in grado di tornare
finalmente a parlare a destra,
finita l'esperienza da sindaco
di Roma; guarderemo anche
con attenzione personale e particolare quello che farà Roberto
Fico, 5stelle alla guida della
commissione di vigilanza Rai.
Saremo un giornale con i suoi
responsabili territoriali. Le "cariche" saranno determinate dalla
capacità di raccolta pubblicitaria, faremo a pezzi chi si metterà
di traverso alla ricostruzione di
una destra nuova.
si è specializzata nel fare le pulci
all’economia e al sottobosco produttivo e tributario italiano.
I guadagni di oggi e domani e
degli altri giorni a venire fino al
prossimo San Silvestro, in effetti,
sulla carta dovrebbero essere nostri. Anche se già sappiamo come
andrà a finire: altre tasse incombono (Imu per ora solo rinviata,
Tares alle porte, aumento dell’Iva
sospeso ma sempre incombente
Azione disciplinare
contro Antonio Ingroia
Il Pg della Cassazione
Grazia Bontà
a pag. 3
peggio di una parolaccia di Grillo)
e comunque la pressione fiscale
non è che da giugno in poi se ne
starà buona. Solo che – magra
consolazione – qualcosa potrebbe
restare nelle nostre tasche, mentre
fino ad oggi abbiamo lavorato solo
per il Re Fisco. Per dire: perfino
in Lituania, Sud Africa e Brasile
stanno meglio di noi, mentre il
rapporto giorni lavorati/tasse è un
po’ più alto in Paesi quali il Canada
La Rai ellenica
La crisi in Grecia
chiude i battenti
Federico Campoli
a pag. 6
e la Svezia ma, senza voler scomodare i miracoli nordeuropei o
nordamericani, vuoi mettere i servizi che da quelle parti ti paghi
anche con le tasse.
Non bastassero i giorni che lavoriamo a vuoto, cioè solo per pagare
le tasse, c’è anche un altro calcolo
da fare, ovvero le ore che impieghiamo materialmente per pagarle,
‘ste benedette tasse. Per dire: tra
code agli sportelli e ricorsi (in genere li facciamo, altrettanto puntualmente li perdiamo) ad un italiano medio servono almeno 269
ore, una dietro l’altra, notturne
comprese. Undici giorni, insomma,
che potremmo impiegare diversamente. Magari lavorando di più,
e meglio, per aumentare la produttività di questo Paese.
Comunque sia, almeno oggi restiamo sereni: siamo liberi. Domani
è un altro giorno: e se lo ripeteva
Rossella O’ Hara, figuriamoci noi
lavoratori-pagatori di tasse.
Crolla un balcone:
tre morti a Portici
XXXXXXX
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
Protesta a Firenze
Renzi dimentica
di fare il sindaco
irenze, ovvero una delle
città più ricche di cultura,
d’arte e di storia di tutta la
penisola. Ma non solo. Soprattutto ultimamente, da
quando la poltrona di Primo
cittadino è occupata da Matteo Renzi, la città di Dante è
diventata anche il trampolino
per giovani politici in cerca
di notorietà.
Il suddetto Renzi ha più volte
dichiarato che il ruolo di sindaco gli si addice e gli piace
molto. Ma dopo viscerali dichiarazioni d’amore alla sua
città, Renzi ha ben pensato
di candidarsi (peraltro senza
successo) alla guida del Partito Democratico. E a tentare
la scalata ai vertici della politica nazionale passando da
un talk show all’altro. Decisione più che legittima, che
però lo ha portato a trascurare l’amministrazione di Firenze.
E nella città del Giglio c’è
chi protesta. “Ci siamo voluti
battere per la difesa della
fiorentinità – spiegano i ragazzi dell’associazione Progetto Dinamo - per un suo
rilancio a tutti i livelli, da
quello economico a quello
sociale e culturale, volendo
così evitare che a breve, al
Bargello o a Palazzo Vecchio,
venga esposta una mummia
con un cartello recante la
scritta homo florentinus,
specie estinta per una epidemia di ignavia”. Per ribadire questo concetto, la scorsa notte hanno esposto in
alcuni tra i più importanti
luoghi simbolo cittadini alcuni finti e molto ironici attestati di cittadinanza. “Invece
di concedere onorificenze
Matteo Renzi dovrebbe occuparsi (e preoccuparsi) della
nostra città. Anche perché
– proseguono in perfetto
fiorentino – l’esser di Firenze
unn’è solo un onore, ma l’è
soprattutto un onere”. Fatto
di tradizioni antiche da conoscere e vivere profondamente onde poterle tramandare nel modo migliore.
Firenze e la sua cultura non
devono diventare una “stelletta” da aggiungere ai curricula di ambiziosi che mirano a ben altre carriere. “Il
nostro obiettivo – concludono – è quello di far riscoprire ai fiorentini lo spirito
di Dante, che è riuscito a
diventare patrimonio dell’umanità pur restando fiorentino fino all’ultimo respiro.
E per questo siamo e saremo
sempre in prima linea contro
ogni tentativo di annullare
l’Arno in un fetido mare magno senza capo né coda”.
Cristina Di Giorgi
F
“Tolleranza zero”
Turchia
ma la tensione cresce
a pag. 6
2
Mercoledì 12 giugno 2013
Attualità
L’ESPRESSO INCHIODA IL LEADER DI M5S E CASALEGGIO: “SOLDI DALL’IDV” - LA DEBACLE IN SICILIA
Il blog di Grillo?
Il “Guru” affonda
Finanziato da Di Pietro sullo stretto di Messina
Quel tesoretto imbarazzante arrivato proprio dal finanziamento pubblico dei partiti
Risultati catastrofici nella roccaforte per eccellenza - Al comico è rimasto l’Abruzzo...
a furiosa campagna elettorale di Beppe
Grillo, nei mesi scorsi, è riuscita perfettamente. Ha sputato, su tutti, il comico
genovese, ed ha fatto centro. Accaparrandosi
milioni di cittadini sfiniti dall’ingordigia dei
partiti. I politici? “Tutti furfanti” per il leader
del partito pentastellato. Il M5s ha fatto del rifiuto del finanziamento pubblico ai partiti la
3%. Se si torna indietro alle politiche di febbraio, il risultato è ancor più catastrofico: nella città etnea il M5S aveva registrato alla
Camera un 31,86% e un 28,5%
al Senato. Numeri incredibili, da
capogiro, ridotti in maniera drastica. Se nella città sorta ai piedi
del vulcano è andato tutto malissimo, a Messina, è andata peggio.
La candidata Maria Cristina Saija,
infatti, si è fermata al 2,9%. Sembrano lontani, se non lontanissimi,
i tempi della traversata a nuoto
sullo Stretto. Eppure, sono passati
solo pochi mesi. Nemmeno un
anno.
Beppe Grillo in acqua (Fotomontaggio)
A Siracusa, il candidato pentastellato Marco Ortisti, invece, non
eppe Grillo nuota. Bracciate su bracva oltre il 6%. E pensare che alle ultime reciate, ma la Sicilia si allontana. Ed è orgionali, M5s aveva toccato quota 22%.
mai irraggiungibile.
Anche a Ragusa, dove si andrà al ballottaggio,
Il Movimento 5 stelle affonda lì, nella roccaforte
sembra che stia per arrivare un’altra sonora
da dove si dovevano muovere le truppe alla
sconfitta. La “città dei ponti”, infatti, è quella
conquista dell’Italia corrotta. Incredibile, la
che ha subito il maggior calo di affluenza.
debacle, catastrofici, i risultati. Peggio, non si
Cifre bassissime poi nei comuni in cui il
poteva fare.
“Guru” aveva tenuto i suoi comizi. A Menfi
Basta dare un’occhiata ai dati delle regionali
(Agrigento), M5s ha racimolato solo 684 voti;
dell’ottobre 2012, e confrontarli con quelli
a Mascaluscia (Catania), non si è arrivati nedelle comunali del 10 giugno scorso, per noanche a quota mille.
tare il profondo abisso in cui sono sprofondati
Girare la Sicilia con il camper, non è servito
i grillini.
a nulla. Aizzare la folla, tanto meno. Grillo è
A Catania, dal 16,6%, si è passati a circa il
ormai un uomo solo al comando di una
truppa già stanca. Altro che “modello Sicilia”,
il comico genovese è stato servito. E ora
prova a dire che le elezioni amministrative
non sono la stessa cosa delle politiche generali. Al “Guru”, oggi, sono rimaste Assemini
(Cagliari) e Pomezia. Peccato che gli esponenti
del partito – non partito, della cittadina che
si trova nell’Agro Romano, non sappiano nulla.
Per loro, infatti, i “post” su facebook lo testimoniano, “Pomezia è una delle città più belle
e più importanti d’Abruzzo”. Questo, dice
tutto circa l’ignoranza della maggior parte
degli esponenti del partito pentastellato.
L
sua bandiera. Da sempre. Ora, però, ancora
una volta, l’Espresso smaschera Grillo, il suo
braccio destro, Gianroberto Casaleggio, e il
frequentatissimo blog beppegrillo.it. Un sito
che diffonde il verbo del movimento e allo
stesso tempo vende libri e dvd. Ma quanto
incassa il blog? Quali sono i suoi ricavi annuali?
Il manager milanese, Casaleggio, non vuole
proprio rispondere a questa domanda. Avrà
forse qualcosa da nascondere? Proprio così.
Il settimanale debenedettiano ha infatti scoperto che quel sito, per molti anni, è stato sostenuto proprio dal finanziamento pubblico
dei partiti. Da quel denaro che ha “ingrassato”
la politica. Esattamente, quei “piccioli” tanto
contestati hanno messo il turbo anche ai conti
della Casaleggio associati. Tutto nasce dal
contratto siglato con l’Italia dei Valori di Antonio
Di Pietro per la gestione della comunicazione
in Rete. Tra il 2006 e il 2009, infatti, i rapporti
tra il “Guru”, il suo braccio destro, e l’ex pm
di “Mani Pulite”, erano idilliaci. E così, Tonino
si mostrò ben contento di affidare ai suoi
amici l’incarico di promuovere sul Web l’immagine dell’ormai defunto partito. La “torta”
dei finanziamenti pubblici, all’epoca, era molto
ricca. Fino a 20 milioni di euro per l’Idv. Che
poteva permettersi di pagare profumatamente
anche Casaleggio &co. Tra i bilanci del partito
si scopre che tra il 2006 e il 2009, le spese
sostenute per lo sviluppo della
comunicazione via internet, arrivano a sfiorare i 900 mila euro.
“Un terzo dei ricavi della Casaleggio associati, spiega
l’Espresso, nel corso degli anni
sono arrivati proprio dal partito
di Di Pietro, a sua volta foraggiato dallo Stato”.
Nel 2010, però, qualcosa si inceppa. E il contratto di consulenza finisce nell’ala dei moderati dell’Idv. Casaleggio tenta
di mettere un piede anche nel
“Fatto quotidiano”, puntando
alla gestione tecnica del sito
del giornale e chiedendo in
compenso il 30% dei proventi
pubblicitari. Niente da fare. La risposta? Picche.
Oggi, i conti dell’azienda sono calati, ed il fatturato si è dimezzato. Ma il manager milanese,
soprannominato “eminenza grigia”, si mostra
ottimista sul futuro prossimo. I suoi dipendenti,
infatti, secondo quanto dichiarato alla Camera
di commercio, alla fine del 2011 erano solo
sette. Dodici mesi più tardi, tredici. E ancora non basta, perché
la Casaleggio associati è oggi
alla ricerca di nuovi collaboratori. Se l’organico aumenta, il
lavoro non manca, così come i
soldi. Dopo l’Idv di Di Pietro,
chi sarà ora a finanziare il blog
www.beppegrillo.it? Questo, ancora non ci è dato saperlo. Quello che ha rivelato l’Espresso,
però, basta e avanza. Grillo, ormai alla frutta, può gettare giù
la maschera.
F.Co.
“Decreto del fare” o del disfare?
Vertice di su economia, occupazione, tasse e giovani.
I provvedimenti a fine giugno prima del vertice europeo
l vertice di maggioranza svoltosi a Palazzo
Chigi questa mattina, la parte da leone l’ha
svolta la situazione economica. Numerose
infatti sono state le dichiarazioni sulla decisione di
predisporre un “Decreto del fare”, che dovrebbe
essere varato prima del vertice europeo di fine
giugno. In tale provvedimento, ad argomento quasi
interamente economico, saranno comprese misure
su fisco, semplificazione e di liberalizzazioni.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Franceschini ha spiegato che le misure contenute nel provvedimento riguarderanno principalmente occupazione,
fisco e lavoro. Gli fa eco il presidete del Gruppo
Misto Pisicchio, che aggiunge ai punti da trattare
sburocratizzazione e giovani.
Sarà il Presidente del Consiglio Letta ad illustrare
alle Camere il progetto, che a quanto si apprende
comprenderà anche misure di decontribuzione e
defiscalizzazione dei nuovi assunti. Su questi due
elementi in particolare c’è grande attenzione. Sia
perché la pressione fiscale rischia di diventare
davvero insopportabile (come denuncia anche il
presidente di Confartigianato Merletti), sia perché il
dramma della disoccupazione sta assumendo progressivamente dimensioni sempre più preoccupanti
(recenti rilevazioni parlano di 500 mila posti di
lavoro persi nell’arco di due anni). Per quanto
riguarda le imprese inoltre, è senz’altro da sottolineare
la dichiarazione del ministro per lo Sviluppo economico
A
Zanonato, che ha vigorosamente preso posizione
sulla questione imprese / PA insolvente: “Un’amministrazione pubblica che non paga – ha dichiarato
– è una vergogna. Mi impegno al fianco delle
imprese per accelerare i pagamenti e semplificare
le procedure per il completo azzeramento dello
stock dei debiti scaduti”.
Con le misure predisposte, che si attende di conoscere
nel dettaglio, il Governo sembra quindi voler dar seguito alla sua annunciata priorità di ridare slancio
alla crescita (come dichiarato anche dal ministro
delle Infrastrutture Lupi). Non è però ancora chiaro
se l’annunciato DDL conterrà anche indicazioni sul
blocco dell’aumento dell’Iva.
Di certo ci sono le dichiarazioni di esponenti di
Governo e maggioranza che ribadiscono l’intenzione
di trattare adeguatamente la materia fiscale e le
misure per favorire la crescita e la ripresa: tra esse
anche le compatibilità per affrontare i nodi Iva e
Imu. Ma proprio su questo punto Franceschini
frena: “E’ presto per dare risposte. Servono risorse.
Comunque abbiamo due scadenze stabilite: una è
quella fissata dal Parlamento, e prevede che entro
il 31 agosto si riformi l’Imu; l’altra, decisa già in
precedenza, è l’aumento dell’Iva. Il Governo punta
a varare un pacchetto di provvedimenti in materia
economica (alcuni disegni di legge e di un decreto)
con lo scopo di liberare energie e risorse”.
Cristina Di Giorgi
B
Gianroberto Casaleggio
Federico Colosimo
Malati di Sla: “Ci siamo anche noi”
Oggi in presidio davanti al ministero dell’Economia
Obiettivo: 275 mln di euro per le non autosufficienze
opo le promesse del
governo Monti, manifestazioni, presidi,
i malati di Sla ripeteranno
ancora la loro drammatica
protesta. I disabili gravi e
gravissimi, oggi alle 10.30,
saranno sotto la sede del
ministero dell’Economia e
delle finanze a Roma. Il
presidio permanente è organizzato dal ‘Comitato 16
novembre’ per chiedere
al Governo lo sblocco e la
ripartizione alle Regioni
dei 275mln previsti dalla
legge di stabilità 2012 per
la non autosufficienza ed
un piano per assicurare ai
malati adeguati livelli di
assistenza.
I malati gravi e gravissimi
chiedono risposte concrete
sul progetto relativo alla
permanenza dei pazienti
in famiglia, invece che nelle strutture ospedaliere. Un
mese fa il Comitato 16 novembre ha pubblicato sul
D
proprio blog una lettera
indirizzata ai Ministri della
Sanità, Economia e Lavoro,
dando un ultimatum per
aver risposte ed un incontro.
“Non ci stiamo! Insieme a
cassaintegrati, esodati, disoccupati, famiglie che non
arrivano non a fine mese
e nemmeno alla seconda
settimana ma proprio non
arrivano più, pensioni da
fame, Signori Politici, Ministri di questo Governo,
Presidente Napolitano, possiamo ricordarvi che ci siamo anche noi?- scrive Laura Flamini
Presidente Comitato 16 Novembre Onlus- Oppure circa tre milioni di cittadini
italiani, di ogni età, feriti
da disabilità, impediti a lavorare, studiare, crescere,
vivere, non esistono? Cancellati dai vostri programmi, inesistenti nei vostri
dibattiti, esclusi da possi-
bili riforme, restiamo solo
negli articoli della Costituzione e delle leggi inapplicate.” A queste domande cercano risposta oggi,
in presidio permanente,
davanti al Ministero dell’Economia. “Stavolta faremo gesti talmente eclatanti
che comunicheremo in apposito comunicato stampa.- scrive Salvatore Usala,
malato di sla e segretario
del Comitato 16 novembre,
sulle pagine del blog- Vi
basti sapere che non ci
muoveremo senza un documento scritto firmato dai
tre Ministri. Nel documento
dovranno essere presi impegni precisi con date e
cifre.
Siamo stanchi di dover
sempre ricorrere a gesti
eclatanti quando le priorità
sono sotto gli occhi di tutti.
La salute di un Paese dev'essere al primo posto.”
Carola Parisi
Mercoledì 12 giugno 2013
3
Attualità
Ingroia in fuga dalla Procura di Aosta, ma d’impegno antimafia ce ne sarebbe stata necessità anche nella “Valle”
“Fa politica con la toga”
Procedimento disciplinare del Pg della Cassazione Ciani nei
confronti dell’ex Aggiunto di Palermo e leader di Azione Civile
È
di Grazia Bontà
diventato la barzelletta di se stesso. Di lui,
dell’ex Procuratore
aggiunto di Palermo,
non resta che poco
più di una macchietta. Preso a
pesci i faccia perfino dai suoi
colleghi, stufi di tenere in piedi
una difesa d’ufficio (la metafora
pseudo-giuridica in questo
caso è d’obbligo) nei confronti
di chi, palesemente, non è più
intenzionato a portare una toga.
Il soggetto in questione, semmai servisse specificarlo, è Antonio Ingroia.
A dargli addosso, adesso, non
sono solo gli avversari politici,
ma anche chi –teoricamenteè della sua stessa parte. No,
non la sinistra radicale, ma Marilinda Mineccia, procuratrice
di Aosta (ufficio nel quale è
stato esiliato Ingroia in seguito
alla sua candidatura alle ultime
politiche). Esasperata dal comportamento del suo nuovo collega, la Mineccia ha presentato
formale segnalazione disciplinare al Csm per la condotta
apertamente inappropriata tenuta da Ingroia. E questo non
certo perché, appena arrivato
alle pendici del Monte Bianco,
Ingroia ha pensato bene di
mettersi in ferie (da metà maggio, al 20 giugno),ma perché
il magistrato di occuparsi di
processi, interrogatori, requisitorie e quant’altro, non ci pensa minimamente. Continua imperterrito nelle sue esternazioni di carattere politico. L’ultima appena un paio di giorni
fa, in occasione della schiacciante vittoria della sinistra alle
amministrative, in tutta Italia.
Non solo, perfino il Procuratore
Generale della Cassazione,
Gianfranco Ciani, che ha ufficialmente aperto un’azione disciplinare nei confronti di Ingroia che, persevera, nel suo
impegno politico in toga.
Prende schiaffi da tutte le parti
il leader politico in toga. Della
sua nuova creatura, “Azione
Civile”, nata dalle ceneri della
Rivoluzione, non sembra interessare niente a nessuno. Lui
vorrebbe tanto riuscire ad ottenere un “posto al sole”, meglio se in Parlamento (ma non
disdegnerebbe neppure un ritorno sul suolo natio sotto l’ala
protettrice di Rosario Crocetta).
Una cosa è certa, Ingroia la
toga non la vuole più indossare,
lo ha fatto capire in tutti i modi.
Ci manca solo che le riservi
lo stesso trattamento che i leghisti dedicano alla bandiera
italiana e poi avremo raggiunto
il gradino più basso. E, ben’intesi, non manca molto. Il problema vero, per il Paese, è
però un altro. Ovvero, non si
sa cosa possa essere peggio,
a questo punto. Che l’ex aggiunto di Palermo continui ad
esercitare (obtorto collo) la
sua professione di magistrato,
per la quale continua ad essere
regolarmente retribuito con
denaro pubblico? O conviene
che si dedichi interamente alla
politica, dandole il colpo di
grazia (ammesso che ce ne
sia bisogno), liberando definitivamente le aule di Tribunale
dalla sua presenza? Come al
solito, si tratta di scegliere quale
sia il male minore. Ardua decisione.
Può stare tranquillo, però, Ingroia. Non c’è nessun complotto contro di lui. Si è semplicemente preso coscienza,
anche all’interno delle procure,
che c’è un limite a tutto. Anche
allo strapotere di un togato
che, in virtù della fortuna avuta
ad essersi formato all’ombra
di Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, pensa di potersi
permettere di violare ogni codice deontologico.
La ‘ndrangheta alle pendici del Monte Bianco
L
a mafia non è un candizi di infiltrazione mafiosa,
cro. La mafia è “il” cansoprattutto di origine calacro di questa Italia
brese”.
contemporanea. E come ogni
I collaboratori e fiancheggiatumore aggressivo, all’ultimo
tori sono insospettabili. Uno
stadio, le sue metastasi ragdi loro sarebbe Franco Di
Donato, operaio della Cogne
giungono ogni pertugio reAcciai Speciali (nonché allecondito del corpo umano. È
natore di una squadra giovacosì anche nel nostro paese
nile di calcio di un comune
che, scioccamente, crede di
Nella foto, Mario Vaudano
sentirsi al sicuro, pensando di
limitrofo ad Aosta). Condanlimitare la criminalità organiznato ad otto anni di recluzata al Sud. Sbagliato. Oggi più mai.
sione, in primo grado, per traffico di stupefacenti.
Un dossier di alcune organizzazioni locali, as- È stato anche arrestato, esattamente 4 anni fa, insieme a Libera, denuncia di come la “longa sieme a tal Giuseppe e Domenico Nirta, suo
manus” della ‘ndrangheta sia arrivata dove nes- compaesano. Entrambi condannati a 15 anni di
suno osava immaginare. Nella civilissima, legali- carcere, sempre nell’ambito di una mega-operataria, nordica Valle D’Aosta. All’ombra fresca del zione antidroga.
Monte Bianco avrebbero trovato rifugio esponenti Altro strano giro è quello che ruota attorno al “Codei clan più potenti dell’intera Calabria. Si na- mitato Festeggiamenti San Giorgio e Giacomo”
sconderebbero nelle valli “a statuto speciale” la- (patroni dei calabresi trasferitisi in Valle), presietitanti del calibro Luigi Facchinieri (originario duto da Giuseppe Tropiano, occasione fra le più
della Piana di Gioia Tauro),ma anche membri importanti e remunerative dell’anno. Per questa
della famiglia Strangio, coinvolta nella strage di ricorrenza vengono stanziati fondi a non finire.
Duisburg, senza dimenticare Carmelo Iamonte, Denaro che viene elargito, senza colpo ferire,
anche lo scorso anno, quando il signor Tropiano
uno dei boss di Melito di Porto Salvo.
A lanciare l’allarme era stato, in epoca non so- è già indagato per favoreggiamento nei confronti
spetta, Mario Vaudano, che ad Aosta è stato pro- della ‘ndrangheta (e condannato ad un anno di recuratore negli anni “caldi” dal ’90 al ’94. Vaudano, clusione appena qualche mese fa).
per primo, parlò di “mafia di montagna”. “Già in Ora è chiaro il perché Antonio Ingroia non voglia
quegli anni –scrive oggi l’ex Procuratore- ebbi prestare servizio alla Procura di Aosta. Qui davmodo di riscontrare la presenza di persone e con- vero gli toccherebbe rimboccarsi le maniche e
dotte che non potevano che fornire consistenti in- mettersi a lavorare, seriamente.
Eurosky Tower.
L’investimento più solido è puntare in alto.
Il marito della pm che dispose l’arresto
voleva subentrare al posto di Jacobacci
“
Parma: l’ex Capo della Municipale
indagato senza diritto di difesa
Giustizia” senza senso. O meglio, a senso unico. Quello
dei pm. In un Paese che non
riesce a riconoscere se stesso in
nessun Governo, il vero “potere
forte” è uno solo, quello giudiziario.
Con queste premesse non può di
certo stupire il caso dell’ex capo dei
vigili di Parma. Giovanni Maria Jacobazzi fino al 23 giugno di due
anni fa di professione era il Comandante della polizia municipale del
comune emiliano. Dal giorno dopo
è stato considerato un delinquente.
Di quelli che, vista la “posizione privilegiata” approfittano del loro potere per trarne vantaggio. Il 24
giugno del 2011, infatti, Jacobazzi
viene arrestato con l’accusa di tentata concussione (per una multa,
sic!) ed una presunta corruzione
(non si sa a che pro, del valore di
circa 3000 euro). Le indagini sull’ex
numero uno della municipale rientravano nella mega-operazione
“Green Money”. Per i meno ferrati
riguardo gli scandali nel Nord Italia
stiamo parlando della vicenda che
ha visto coinvolto il Sindaco di
Parma, Pietro Vignali (Pdl), poi costretto a dimettersi. Jacobazzi,
senza conoscere quali siano gli elementi a suo carico, si fa 40 giorni
di carcerazione preventiva , 2 mesi
di domiciliari (a 500 chilometri dalla
sua città) e due mesi di obbligo di
dimora. Neanche fosse un super
boss di “Cosa nostra”. Ed infatti,
una volta tornato uomo libero si
confida dicendo “Sono stato trattato come Totò Riina. In un Paese
come il nostro, dove vige il processo mediatico, contano solo le
indagini preliminari”. E non potrebbe avere più ragione l’ex capo
della municipale parmigiana, arrestato nientemeno che in diretta tv e
mai rinviato a giudizio. “Il processo,
quello con il contraddittorio delle
parti –continua Jacobazzi- non interessa a nessuno”. Al Comandante, infatti, non viene dato modo
di difendersi. Rimane in sospeso in
un limbo di mistero, che però vale
come una strisciante insinuazione
di colpevolezza. Nessuno si scusa,
nessuno ammette un errore o,
quanto meno, un eccesso di zelo.
Non una parola dalla pm Paola dal
Monte –in odore di conflitto d’interesse- che ha interrogato Jacobazzi
dopo un mese di galera e ne ha disposto i domiciliari, caso strano, il
giorno dopo che suo marito, Alberto Cigliano, aveva sostenuto il
colloquio per subentrare al posto
proprio di Jacobazzi. Non si è prostrato per il vergognoso trattamento riservato all’ex numero uno
dei vigili neppure il capo della Procura di Parma, Gerardo Laguardia,
che da ben 8 anni siete sulla stessa
poltrona ed il cui mandato è abbondantemente scaduto. Misteri giudiziari di un’italietta in cui la legge
non è uguale per tutti.
G.B.
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Mercoledì 12 giugno 2013
Primo Piano
Malgieri: una nuova destra, senza centro
Intervista al giornalista ed ex deputato: come ritrovare la strada maestra, con chi e quali temi affrontare
G
“Negli ultimi anni non si è più sentita la nostra presenza nelle istituzioni e sul
territorio – Non serve rifare An, piuttosto recuperare certi valori dell’Msi e dare
spazio ai cattolici – Quello della leadership per ora non è un problema”
iornalista di razza
(ha diretto l’Indipendente e il Secolo d’Italia, dove
ora è tornato a lavorare nella versione on line
del quotidiano), autore di
varie pubblicazioni (“Le macerie della politica. Diario
di un riformista deluso”,
“Conversazioni sulla Destra”,
“La Destra al tempo dell’Ulivo” sono solo alcuni dei titoli), parlamentare di Alleanza nazionale prima e del
Pdl dopo, con Gennaro Malgieri affrontiamo il dibattito
sul futuro della destra in Italia. Anche alla luce – ma non
solo – delle ultime e poco
confortanti elezioni politiche
ed amministrative.
Malgieri, ma dove sta andando
la destra italiana?
“Se è vero come è vero, e
come tutti ammettono, che
la destra è stata asfaltata,
anche in queste ultime amministrative e non solo a
Roma, ritengo che la destra
ha contribuito a farsi bitume”.
Come dire: ci ha messo del
suo…
“Esatto. Negli ultimi anni, diciamo almeno quattro o cinque, non si è sentita la presenza della destra nelle istituzioni, nella vita pubblica,
sul territorio. Dove sono finiti
i nostri valori, il nostro grande
patrimonio, quel rapportarsi
con la nostra comunità? Per
certi nostri esponenti si è
anche dilatato lo spazio del
potere, ma hanno poi attuato
pratiche del potere che non
ci appartengono. E questo
è stato esiziale per l’espulsione della destra dalla vita
politica”
Come imboccare, allora, la
strada per recuperare il terreno
perduto?
“Nessuno ha la bacchetta
magica, questo è fuori discussione. Però alcune cose
vanno dette. Serve innanzitutto tanta buona volontà, insieme ad una massiccia dose
di intelligenza politica, per
ricreare le condizioni per il
dialogo tra le varie componenti della destra, troppo divise in questi ultimi tempi,
anche dal punto di vista personale. Serve trovare un terreno comune per un nuovo
soggetto”.
Una nuova alleanza nazionale?
“Aspetti, il discorso è più articolato: il primo passaggio
da compiere è quello di creare un nuovo soggetto di destra. E dico ‘di destra’ e non
di centro-destra. Quest’ultima
è stata una formula di occasionalismo politico, un po’
come il centro-sinistra. Ma
non è questo che a noi occorre. Esiste piuttosto una
destra di valori, di cultura,
di principi. Ricreare una destra si può, ed è operazione
meo velleitaria di quanto si
possa immaginare. Ricreare
un soggetto dentro il quale
si possano ritrovare i tanti di
noi che da destra veniamo
e a destra stiamo, in sintonia
per questo dialogo, pronti
per un terreno comune. Una
nuova alleanza nazionale?
No, non credo. Occorre piuttosto, a mio modo di vedere,
dar vita ad un soggetto nuovo. Che tragga linfa anche
dall’esperienza e dal vissuto
politico del Movimento sociale”.
Un soggetto nuovo riproporrà
anche l’esigenza di una leadership, non crede?
“No, non sono d’accordo.
Quello della leadership al
momento mi sembra un problema secondario. E sarebbe
fantascienza affrontarlo subito. Pouttosto, serve mettere
d parte egoismi, antipatie
anche personali, idiosincrasie
e orientamenti privati che
tanto in questi ultimi tempi
ci hanno caratterizzato”.
Da quella di Palermo già tenutasi, a quella di Milano nel
fine settimana, fino all’incontro di Frosinone il 21 giugno,
sono tante le iniziative messe
in campo per parlare del futuro
della destra. Come guarda Mal-
gieri a tutto questo fiorire di
iniziative?
“Certamente con occhio benevolo. A Miano ci sarò, per
un confronto pubblico con
Giulio Tremonti. Così come
interverrò a Frosinone, assieme a Francesco Storace
e altri, all’iniziativa promossa
da Oreste Tofani e da altri
amici ciociari. Negli ultimi
mesi mi sto dedicando molto
a questi eventi, desidero dare
il mio contributo proprio perché ci credo molto, ritengo
sia una strada efficace da
percorrere. E’ positivo costruire, articolare questa rete,
ridare spazio al movimentismo sul territorio, in tutti i
“Il grillismo è un fenomeno in
via di estinzione. La spinta
propulsiva dei 5 stelle possiamo
considerarla esaurita”
“A sinistra hanno anche provato
ad arruolare Papa Francesco. Poi
si sono accorti della intangibilità
dei valori della fede”
posti d’Italia, non solo nelle
grandi città. Vanno costituiti
dei nuclei che costituiscano
poi un punto di riferimento”.
Mi passi la parte dell’avvocato
del diavolo: non c’è il rischio
di parlarsi addosso?
“Sì. E’ un rischio che ci può
essere e che dunque va assolutamente evitato. Bisogna
invece affrontare le grandi
questioni, le nostre tematiche
di cui nessuno parla più, da
quelle civili a quelle culturali,
e su queste reincontrarci. Ad
esempio, quello di una nuova
Repubblica potrebbe costituire un assett particolare, di
riferimento. Ma non solo”.
All’inizio della nostra chiacchierata, ha fatto riferimento
al bisogno di ‘destra’ per questo
nuovo soggetto, eliminando la
parolina magica ‘centro’. Questo però ci porta a parlare
anche della componente cattolica, anche se la sovrapposizione con il ‘centrismo’ è
spesso più di facciata che di
sostanza. C’è spazio per i cattolici in un nuovo percorso
di destra?
“Certo, ci mancherebbe,
c’è uno spazio enorme per
i cattolici. La verità è che
oggi sono totalmente disimpegnati in politica, e anche
questo è venuto fuori dalle
ultime elezioni. Ma l’impegno dei cattolici è essenziale, è un elemento portante della nostra stessa
identità. A sinistra hanno anche provato, in maniera direi
davvero banale e senza alcun successo, ad arruolare
perfino Papa Francesco. Poi
si sono accorti della intangibilità dei valori della fede
che il Pontefice esprime. E
che hanno molto poco a che
fare con le pagine di Micromega. Dove al massimo
possono ospitare Kung…”.
Lo dica a noi che spesso diamo conto sul Giornale d’Italia
(l’autocitazione ci sta perché
siamo tra i pochi a farlo)
delle ‘bastonate’ di Papa Bergoglio ai cattocomunisti di
casa nostra. Ma cambiamo
argomento: l’altra variabile
di questo momento politico
così delicato, e rispetto alla
quale anche la destra in qualche modo deve fare i conti, è
quella del movimento cinque
stelle e del suo padre-padrone
Grillo. Cosa ne pensa di questo
‘fenomeno’?
“E’ un fenomeno in via di
estinzione, c’è poco da fare.
Ho avuto modo di occuparmene proprio oggi (ieri, nr)
sul Secolo d’Italia, sulla scorta del flop elettorale dei
grillini in Sicilia, scrivendo
che la spinta propulsiva –
in verità di durata piuttosto
breve – di Grillo e del Movimento Cinquestelle, possiamo considerarla esaurita.
Già dopo il primo turno delle amministrative era chiaro
che qualcosa si stava rompendo in quella finta ed approssimativa “macchina da
guerra” che nel febbraio
scorso, alle politiche, aveva
messo a ferro e fuoco il sistema dei partiti. Ai ballottaggi, tranne che in alcuni
comuni minori, i grillini non
ci sono neppure arrivati.
Mentre è arrivata dalla Sicilia – la “mitica” Sicilia per
i pentastellati che pochi
mesi fa alle regionali avevano colto il loro primo significativo successo – una
botta dalle proporzioni impressionanti che è il preludio della fine”.
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Mercoledì 12 giugno 2013
Primo piano
Riportare il futuro a destra?
Resettare, ricostruire, riaggregare
di Fabrizio Tatarella
Direttore di Puglia d’Oggi
www.pugliadoggi.it
Non rinnegare non restaurare” era lo
slogan del 1° Congresso del Msi
(Napoli, 27-29 giugno 1948) che segnava l’atto di nascita politica della
formazione che per mezzo secolo,
pur con mille contraddizioni, occupò gli scranni
a destra dell’emiciclo del Parlamento.
Con la scomparsa di Alleanza nazionale, la
nascita del Pdl e la conseguente rottura tra i
due fondatori, quei banchi, oggi, sono privi di
una rappresentanza parlamentare chiaramente
di destra.
I parlamentari provenienti da An in questo
Parlamento sono meno di 30, nella passata
“
della legislatura erano oltre 120.
La destra non c’è più.
Berlusconi è riuscito nell’impresa di fagocitarla
prima, dividerla dopo, acquisendone militanti,
immobili e pezzi di classe dirigente
E’ inutile, ora, sottolineare ed evidenziare errori
e manchevolezze che hanno portato prima
alla diaspora della destra e, successivamente
alla sua scomparsa.
Tutti, chi più chi meno, hanno pesanti responsabilità.
Sbaglieremmo, adesso, nel fare analisi che
non porterebbero da nessun a parte e avrebbero solo il pregio di rinviare il cuore del problema: costruire un nuovo soggetto politico
di destra. Il prima possibile.
La storia e le sensibilità non si possono comprare e non si possono cancellare.
Per farlo, seriamente, FLI, FDI; La Destra e
tanti dentro e fuori il Pdl dovrebbero anteporre
ai piccoli interessi di bottega e ai meri calcoli
elettorali, la volontà di realizzare un progetto
più grande per il bene dell’Italia.
Per costruire un nuovo soggetto politico non
serve una mera sommatoria di debolezze,
fermo restando che i tre partiti citati raggiungerebbero a stento il 3%, ossia la metà del
Msi e 1/5 del massimo storico di An ( 15,7%
del 1996).
La premessa necessaria è quella di ritrovare
le ragioni comuni per stare insieme e una
linea chiara verso dove si vuole andare. Per
anni questa mancata chiarezza è stata sopperita
da leadership forti (Almirante, Fini) e strateghi
(Tatarella) che oggi a destra non ci sono più.
“Resettare, Ricostruire, Riaggregare” dovrebbe
essere lo slogan, i tre verbi da coniugare e
declinare, alla base della nascita della nuova
destra italiana.
Resettare nel senso di ripartire da zero, archiviando rancori politici che non appartengono
più ad una nuova fase della politica italiana
che ci apprestiamo a vivere.
Ricostruire dalle ceneri un mondo diviso e
lacerato in mille anime che ha dalla sua la
forza della tradizione, degli insegnamenti intramontabili dei suoi Padri fondatori che ancora
oggi rappresentano l’esempio e la guida da
cui ripartire.
Riaggregare intorno ad un progetto condiviso,
con un processo costituente che parta dal
basso, in modo da coinvolgere tutti quelli che,
almeno una volta, hanno votato a destra e
quanti, per ragioni anagrafiche, non lo hanno
mai fatto e sono pronti a farlo.
Per “Resettare, Ricostruire e Riaggregare”, an-
dando oltre i settarismi e i correntismi del
passato e aprendosi alla vasta area della destra
italiana oggi divisa, non si può non partire da
due condizioni imprescindibili:
1) nuova generazione, una classe dirigente di
giovani preparati e formati sul territorio;
2) ruolo fondamentale delle Fondazioni, luoghi
dove preparare, formare, insegnare cultura e
sviluppare la capacità di amministrare la cosa
pubblica al fine di selezionare la futura classe
dirigente di domani.
Veneziani ha sempre sostenuto che “la sinistra
è un tempo la destra è un luogo”. Per questo
la sinistra è destinata a passare, la destra a rimanere.
Paradossalmente quello che manca alla destra
oggi è proprio un luogo sacro dove rinascere,
una casa, la casa dei Padri. Ricostruiamola,
tutti insieme, mettendo da parte una stagione
politica per aprine una nuova, sarà il primo
passo per riaggregare tanta gente che non
aspetta altro.
Un nuovo centrodestra senza chi si è servito
della destra per difendere i suoi interessi personali potrebbe nascere molto prima di quello
che tutti noi ci aspettiamo.
Non perdiamo tempo. Questa opera di ricostruzione e riaggregazione spetta ai giovani,
a questa generazione, diversamente molti anni
passeranno per la ricomposizione della destra.
I giovani devono farsi carico di questa pesante
responsabilità, iniziando da subito.
Non a caso ai giovani Gramsci si rivolgeva
con queste parole “Agitatevi, perché avremo
bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra
forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta
la vostra intelligenza.”
LETTERA APERTA DI MARCO DI ANDREA, CONSIGLIERE COMUNALE DE LA DESTRA A MONTEROTONDO
“La sinistra ha serrato i ranghi. Noi invece...”
CARO DIRETTORE,
la disfatta romana è più che mai indicativa non di un malcontento erga
omnes, bensì di un malcontento del
solo elettorato di centro-destra. Un
elettorato – a mio parere – infastidito
dai continui appelli al voto per salvaguardare riferimenti valoriali (Dio,
Patria e Famiglia) evidentemente
caduti in secondo se non in terzo
piano. Ho sentito Alemanno, che
Tu, a buon titolo, hai definito combattente, dal palco del Colosseo e
di P.zza Risorgimento invitare la gente a votarci per scongiurare l’avvento
di Marino Ignazio perché portatore
degli antivalori e quale è stato il risultato? La sinistra peggiore d’Europa ha serrato i ranghi ed è andata
a votare e la destra riformatrice
dell’Europa se n’è fregata! Finché
non si comprenderanno le ragioni
che muovono o paralizzano il nostro
elettorato non vi sarà risalita. Le migliaia di partite iva che nella Capitale
rappresentano il mondo del commercio, dell’artigianato, dell’impresa,
delle libere professioni e del terziario
in genere, non possono più permettersi il lusso di concentrarsi, ad
esempio, sulla sacralità della vita,
quando la loro vita terrena è giornalmente martoriata, ad esempio,
dal traffico romano davvero non più
sopportabile. Due ore per raggiungere un quartiere differente, ore
per raggiungere il posto di lavoro,
l’ufficio pubblico, la scuola e il pronto
soccorso. Forse Alemanno avrebbe
fatto meglio a concentrarsi su pochi
problemi avviandoli a risoluzione.
Sul traffico ad esempio avrebbe potuto proporre una riforma a costo
zero agendo sui tempi della Città
e, dunque, diversificare gli orari
degli uffici, di alcune scuole, dei
mercati, etc.. Ogni amministratore
tuttavia ha timore di mutare coattivamente le abitudini di una categoria
perché pensa di perderne i consensi
utili per il secondo mandato. Ma ad
abitudine subentra altra abitudine
e quand’anche quella categoria avrà
a lamentarsene si ricrederà quando
non dovrà più spendere quattro ore
delle sue 24 quotidiane immersa
nel traffico e nel benzene. È solo un
esempio, forse anche banale, ma al
di là degli addetti ai lavori, se il romano medio chiude gli occhi e pensa al perché ricordare Alemanno,
cosa si risponderà? I più faziosi si
risponderanno “parentopoli”? I grandi amministratori, quelli che lasciano
il segno, sono quelli che in forza
del mandato ricevuto incidono, contro preconcetti e presunzioni, sulla
qualità di vita dei cittadini, intervenendo anche sulle piccole cose,
sulla loro quotidianità, sulla forzata
routine di ogni giorno, dando prova
che le problematiche incancrenite
di una grande metropoli si possono
e si devono comunque risolvere.
Ahimè, non è più tempo di valori
ma è tempo di riempire le pance,
perché nessun soldato combatte a
pancia vuota, anche se incitato alla
battaglia da Colonnelli quasi sempre
a pancia piena. Ma, com’è noto,
pancia piena non pensa a pancia
vuota! In altre parole, caro Direttore,
sarebbe bello che tutti fossimo concentrati sui massimi sistemi che governano il mondo e gli umani, dividendoci sui riferimenti valoriali che
alternativamente caratterizzano ora
un’epoca, ora l’altra, secondo l’insegnamento di Giambattista Vico.
Sarebbe bello, ma credo, con non
poco sconforto, che in questi giorni
di crisi mondiale l’appello a quei
valori è un lusso e un esercizio
scolastico che non tutti possono
concedersi. Fatti e non parole, pane
e non brioches. Questo è il solo
mandato che nei tempi attuali il popolo consegna alla politica; perché
un popolo stanco non può concentrarsi sull’alternativa di morire di
eutanasia o di morte naturale, quando giornalmente rischia di morire
per fame o per disperazione. Non
mi è mai piaciuto essere cinico, ma
realista sì.
Con affetto Marco Di Andrea
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Mercoledì 12 giugno 2013
Esteri
Riprendono le violenze al Gezi park. Pietre, molotov e fuochi d’artificio contro le forze dell’ordine
Turchia, Erdogan: “Tolleranza zero”
Poliziotti irrompono nel parco. I manifestanti danno vita ad una vera guerriglia. Il premier turco dichiara
di aver esaurito la pazienza, accusando gli oppositori di complottare contro l’economia del Paese
Q
uando era in Marocco, Erdogan si
era detto fiducioso sul fatto che le
proteste di Gezi park, a Istanbul,
sarebbero terminate entro la data
del suo rientro. Previsioni sbagliate
a quanto pare. Anzi, si è verificato esattamente
l’opposto. Dopo un’iniziale tregua constatata
nel giorno del suo ritorno, i manifestanti di
occupy si sono nuovamente armati e partiti
per una nuova ondata di violenze. Ma questa
volta, il premier turco non è rimasto a guardare.
Nonostante le prime parole di Erdogan suonassero quasi come distensive e comprensive
verso i manifestanti, il primo ministro adesso
cambia espressione. “Tolleranza zero” è la
nuova parola d’ordine per porre fine a delle
proteste che sono andate avanti anche troppo
a lungo, secondo Ankara. Decine di poliziotti
in tenuta anti-sommossa hanno fatto irruzione
nel parco, ma non hanno fatto molto. Sono rimasti inspiegabilmente ai margini del campo
di battaglia, senza intervenire. Poi si sono
ritirati a Piazza Taskim, epicentro delle manifestazioni. Un gesto, quello delle forze dell’ordine, ancora incomprensibile. Forse l’intento
era meramente intimidatorio. E’ la seconda
volta che i poliziotti entrano al Gezi Park. La
prima volta, è stato quando la manifestazione
contro la costruzione di un centro commerciale
e della moschea sono scadute nella violenza.
L’unico intervento di ieri dei poliziotti ha riguardato la rimozione di alcuni striscioni e
cartelli affissi sulle statue attorno al Gezi park. "Volevamo
rimuovere i cartelli e le immagini sulla statua di Ataturk
e sul Centro culturale omonimo. Nient'altro", ha detto il
governatore Huseyin Avni
Mutlu su Twitter. "Il Parco
Gezi e Piazza Taksim non saranno toccati". Ma questo non
è comunque piaciuto ai manifestanti. “Ogni posto è Taksim, ogni posto è resistenza”
gridavano centinaia di giovani
in lotta contro il governo.
Come ormai accade da oltre
una settimana, alle parole
sono seguiti i fatti. Pietre,
bombe molotov e fuochi d’artificio sono state le armi della
nuova battaglia contro le forze
dell’ordine, che a loro volta
hanno risposto con il lancio di lacrimogeni,
cariche e idranti. Erdogan ha provato a stemperare gli animi, dichiarando che gli alberi
(presunto motivo della protesta) non saranno
affatto abbattuti, bensì saranno trapiantati in
un'altra zona”. Poi, dopo aver detto di voler
seguire la linea della “tolleranza zero”, ha
accusato i manifestanti di agire dietro una
scusa qualunque per “mascherare delle azioni
illegali”. “Si sta giocando una grande partita
contro l'economia turca. Qualcuno vuole rallentare la nostra crescita economica. Chiedo
ai manifestanti di fare attenzione a come vengono usati, mi rivolgo a loro come primo ministro: questi incidenti vengono sfruttati dalle
lobby e dai media. Quelli che protestano in
Piazza Taksim vengono usati da quanti cospirano contro l'economia turca" ha detto Erdogan.
Una teoria al limite del complottismo, che
però trova un qualche riscontro nella realtà.
USA: L’EX AGENTE CIA CHE HA DATO IL VIA ALLO SCANDALO È SCOMPARSO DA HONG KONG
Datagate, sparito lo spifferatore
l responsabile del cosiddetto “datagate”,
Edward Snowden, il quale solo pochi
giorni fa aveva dichiarato di non volersi
nascondere (rifugiandos, però, ad Hong
Kong), è diventato introvabile. Secondo alcuni
testimoni, lunedì ha lasciato l’hotel Mira, dove
alloggiava. Lo stesso posto da cui ha rilasciato
una lunga intervista al quotidiano inglese
“The Guardian”. Da allora non si hanno più
sue notizie. Non si sa cosa nasconda questa
sua improvvisa sparizione. C’è già chi pensa
alla longa manus del governo statunitense,
che ora vuole punire il responsabile dell’ennesimo scandalo. Chi, invece, pensa che
abbia avuto paura e si sia nascosto lontano
dagli occhi del pubblico. Altri ancora vor-
I
rebbero che Hong Kong abbia concesso
l’estradizione al governo americano. Ancora
non ci sono voci all’unisono sulla faccenda, e
tutto rimane molto nell’ombra. L’unica cosa
certa sembra essere che Ed abbia lasciato
la sua bellissima fidanzata, Lindsay Mills, 28
anni, la quale, dalle pagine del suo blog, ha
dichiarato di voler “restare in silenzio”. Nel
frattempo, sono migliaia gli americani che
hanno deciso di firmare una petizione affinchè
il governo degli Stati Uniti perdoni l’ex agente
Cia disobbediente. Per i promotori di questa
iniziativa, Ed Snowden sarebbe un “eroe nazionale”.
Ma se alcuni americani protestano, per altri
non sussiste nemmeno il tanto decantato
scandalo delle intercettazioni. Secondo un
ultimo sondaggio, circa il 56% degli americani
è d’accordo con le politiche governative su
una così stretta sorveglianza, in nome della
sicurezza. Al diavolo la privacy e la libertà,
dunque, che in realtà dovrebbero essere
“fondamento dello Stato democratico”. L’importante è che nessuno si azzardi a toccare
il loro orticello. Ma l’inchiesta non finisce qui.
Circa il 62% degli intervistati ritiene che la
lotta al terrorismo sia una priorità inderogabile
rispetto alla propria sfera privata. Solo il 34%
sostiene il contrario. Come ultimo dato, appare
che il 45% desidera un controllo più serrato
dei movimenti internet di tutti i cittadini sul
F.Ca.
suolo americano.
Contenzioso Tapie e Crèdit Lyonnais: in manette Stephan Richard
Il capo della France Telecom è accusato di aver favorito l’imprenditore nell’arbitrato Christine Lagarde,
da sempre vicinissima a Nicolas Sarkozy, per ora, è soltanto una “testimone assistita” nella vicenda
ra è ufficiale. Stephan Richard
è stato arrestato. Il capo della
più grande società di telecomunicazioni francese, la France Telecom, era in stato di fermo da 48
ore, accusato di aver favorito Bernarde Tapie nella vicenda AdidasCrèdit Lyonnais (nel frattempo fallita), facendogli ottenere un risarcimento di ben 403 milioni di euro.
E nessuno , all’epoca, osò intervenire. Una cifra record quella sborsata
dallo Stato francese che adesso ha
deciso di costituirsi parte civile.
Più nello specifico, Richard, capo
di gabinetto di Christine Lagarde
quando l’attuale Direttrice del Fondo
O
Monetario guidava il ministero dell'Economia e delle Finanze, è stato
arrestato all'interno della mega-indagine, partita dalla vendita nel
1993 delle azioni Adidas dell'uomo
d'affari Bernard Tapie, vicino all'ex
presidente Nicolas Sarkozy. Quest’ultimo non è ancora indagato,
anche se il suo coinvolgimento e
una sua spinta decisiva per l’arbitrato milionario, è più di un sospetto.
Così come Christine Lagarde, che
per ora è soltanto una “ testimone
assistita”. Sempre meglio che indagata, senza dubbio. Secondo la
tesi dell'accusa, il procedimento sarebbe stato manipolato a favore di
Tapie, come ricompensa per aver
dato sostegno a Nicolas Sarkozy
alle presidenziali del 2007.
Quel che proprio non torna agli inquirenti (e neanche allo Stato), è
come sia stato possibile che Lagarde
e Richard abbiano deciso di ricorrere
ad un arbitrato (privato) per risolvere
il contenzioso. E gli elementi che
non fanno altro che aumentare i
sospetti ci sono. Ad esempio un
libro di Pierre Estoup (uno dei tre
arbitri che ha risolto il contenzioso)
con tanto di dedica di Tapie: “per il
presidente Estoup, a testimonianza
della mia infinita riconoscenza”. Una
dedica che risale al 1998, mentre
l’imprenditore aveva dichiarato agli
inquirenti di non conoscere l’uomo…
Adesso però, a pagare per tutti, potrebbe essere soltanto il capo di
France Telecom, Stephane Richard.
È chiaramente una truffa ai danni
dello Stato”, ha dichiarato la deputata
Marine Le Pen. Mentre il ministro
dell’Istruzione, Francois Bayrou è
convinto del coinvolgimento di Sarkozy sostenendo che “tutto si è
giocato ai più alti vertici dello Stato”.
Intanto le azioni di France Telecom
scambiate nella borsa di Parigi sono
bruscamente crollate.
Paolo Signorelli
Da quando è iniziata la protesta
anti-governativa, la Borsa turca
è andata in picchiata e, come
se non bastasse, Ankara rischia
di vedersi tagliare il rating da
Fitch e di perdere una buona
parte degli investitori internazionali. E questo comporterebbe una perdita per miliardi di
lire. Insomma, in un colpo solo
l’opposizione sembra che stia
veramente riuscendo a bloccare la forte ripresa economica
del Paese, di cui tanto si sono
vantati i parlamentari dell’Akp.
In altre parole, i membri del
Chp potrebbero avere l’occasione per dare battaglia al governo anche sotto il punto di
vista dell’economia della Nazione. Erdogan ha, poi, invitato
tutti i facinorosi e gli oppositori
a “ritirarsi”. “Gezi park è un parco, non una
zona di occupazione” ha concluso duro il
premier turco. Intanto, montano le proteste
riguardo ad alcune voci, secondo cui la polizia
avrebbe cominciato ad arrestare gli avvocati
degli arrestati. Le violenze, che durano da
oltre una settimana, hanno fin’ora provocato
quattro morti e 5mila feriti. Tre dei deceduti
erano manifestanti, mentre uno era un poliziotto.
Federico Campoli
La decisione fa parte del piano
di tagli imposto dalla troika
Grecia, chiude
la tv di Stato:
2500 licenziati
onostante un silenzio assordante da parte
dei media, la Grecia continua a navigare
verso lo sprofondo. L’ultima desolante
novità riguarda la prossima chiusura della televisione e della radio pubblica, la Ert. Lo annuncia
il portavoce del governo, Simos Kedikoglou.
Naturalmente, la cessazione delle attività comporterà il licenziamento immediato di tutti i 2500
dipendenti. Esplode la protesta. La decisione
sarà operativa a partire da martedì sera. Ma i lavoratori del settore hanno dichiarato che si rifiuteranno di finire in mezzo ad una strada e
continueranno a lavorare. Forte l’opposizione
alla decisione anche dei sindacati e del partito
di centrosinistra Pasok, che giudica l’atto come
“unilaterale da parte del governo”. Ma l’esecutivo
è forte dell’articolo 139, che conferisce al ministro
di disporre la chiusura di una qualsiasi organizzazione di sua competenza. In ogni caso, la
scelta l’avrà pure presa il titolare del Dicastero
delle Comunicazioni, ma sanno tutti benissimo
chi è che ha voluto tutto questo. La risposta è
semplice: la troika. Il suo piano di privatizzazioni
ha, infatti, imposto questa manovra. Kedikoglou
si giustifica, però, dicendo che la chiusura è
dettata dagli sprechi dovuti alla tassazione
imposta ai cittadini, che come dice il ministro
sono gli unici a rimetterci. Sono circa 300milioni
gli euro annui in entrata alla Ert. In ogni caso,
Kedikoglou assicura che quanto stabilito ha un
carattere temporaneo e che la tv di Stato verrà
riattivata non appena verrà messo in programma
un servizio più moderno. In pratica, quando
qualcuno se la comprerà. Intanto, altre 2500
persone, nella Grecia del record della disoccupazione, sono a spasso per colpa delle privatizF.Ca.
zazioni imposte dalla troika.
N
7
Mercoledì 12 giugno 2013
Italia DA ROMA
All’ombra di Bettini si gioca già al toto-assessori
Da Onorato, delfino di Casini alla Azuni, pasionaria di Sel, affollatissima la lista dei “papabili” per la nuova giunta capitolina
I
Ignazio Marino alle prese con il nodo delle nomine: su di lui incombe l’ingombrante figura
dell’uomo forte del Pd di Roma, considerato il vero vincitore della tornata elettorale
di Ugo Cataluddi
l nuovo sindaco di Roma
Ignazio Marino farà meglio
a farsi passare l’euforia,
ad archiviare le pacche
sulle spalle e a mettersi
subito al lavoro, nel più breve
tempo possibile. C’è una città
da amministrare e la città in questione è delle più difficili e non
ammette sconti. Ne sa qualcosa
Gianni Alemanno che nonostante
la buona volontà, ha pagato a
caro prezzo alcuni peccati di ingenuità e qualche promessa non
mantenuta.
Il “professore” dovrà quindi comunicare ai (pochi) cittadini che
l’hanno votato, a quelli che tutto
speravano, tranne che di ritrovarselo come sindaco e all’opposizione guidata dal sindaco
uscente che non gli farà mancare
il fiato sul collo, quali saranno le
prime misure che intenderà adottare, quali le priorità e soprattutto,
quale sarà la sua squadra di governo. Sperando che non prenda
esempio dal “compagno” Zingaretti che, alla faccia di trasparenza e contenimento dei costi,
ha nominato una giunta di tutti
assessori esterni. Eppure il sentore che potrebbe andare esattamente in questo modo, pare
esserci tutto. Tanti sono i nomi
che stanno passando al vaglio
della stampa, alcuni fantasiosi,
altri si spera pure.
Come ad esempio quello di Stefano Rodotà, uscito ormai in maniera definitiva dall’anonimato
grazie alle presidenziali che tanto
prestigio gli hanno conferito. Ebbene secondo alcuni, il sindaco
che lo avrebbe voluto insieme
ai grillini e pochi altri, al Quirinale,
starebbe provando a consegnargli un incarico di prestigio. Non
è dato sapere se un assessorato
o il classico ruolo d’immagine
che garantirebbe all’ex prediletto
di Grillo, un ulteriore stipendio
da aggiungersi alle svariate pensioni che già percepisce.
Più verosimili gli altri nomi che
ormai affollano il “toto – assessori”. Si parla dell’ex presidente
della Camera di Commercio Andrea Mondello, di Roberto Tricarico, capostaff della campagna
elettorale, nonché ex assessore
del Comune di Torino, dell’architetto Giovanni Caudo e addirittura dell’ex assessore alla cul-
tura della giunta Alemanno Umberto Croppi, ormai vera e propria banderuola della politica
capitolina.
Inoltre c’è da considerare gli
eletti nelle varie liste composte
anche e soprattutto da consiglieri
uscenti e riconfermati che reclamano un posto. Tra questi la
Sel Maria Gemma Azuni che
spera nell’assessorato alle Politiche Sociali e che potrebbe “accontentarsi” di presiedere l’assemblea capitolina. In cerca di
gloria anche Fabrizio Panecaldo,
Mirko Coratti e addirittura l’ex
Udc e delfino di Casini, Alessandro Onorato, che passato nelle
fila di Marchini, in vista di un
probabile accordo tra quest’ultimo e Marino, potrebbe aggiudicarsi anch’egli un posto di rilievo. Più difficile un posto in
giunta per il dalemiano Marroni,
non adorato dai bettiniani. L’ex
capogruppo Pd in Aula Giulio
Cesare, inoltre, ricoprirebbe il
doppio incarico vista la sua elezione alla Camera dei deputati.
Da definire anche i vertici delle
municipalizzate: Acea, Camera
di Commercio, Risorse per Roma,
Zetema e Eur Spa (di cui fu Ad
Riccardo Mancini) aspettano qualche movimento del neo sindaco
il quale sta “visionando migliaia
di curricula”. I tempi saranno
quindi lunghi.
Secondo il registro era morto
Andrea Vianello “risorge” al seggio
ndrea Vianello poteva far
mancare il suo voto (presumibilmente a Marino). Il
direttore di Rai3,quando si è recato al suo seggio, ha infatti
scoperto che secondo i documenti in possesso del presidente
non poteva esercitare il suo diritto-dovere democratico in quanto passato a miglior vita. «Sono
arrivato per votare -racconta lo
stesso Vianello all'Adnkronosho consegnato la tessera elettorale e il documento d'identità
alla scrutatrice e ho notato che
era piuttosto perplessa. Sugli
elenchi elettorali il mio nome
infatti era barrato e c'era scritto
'dec'. Non potevo votare perchè
risultavo deceduto. Considerato
che ho votato al primo turno,
sarei morto negli ultimi quindici
giorni. Ma io ero lì, vivo e vegeto,
A
Infine, il nuovo primo cittadino
dovrà anche dare delle risposte
riguardo i progetti, discutibili o
meno, ma comunque avviati da
Alemanno che avrebbero portato
sviluppo, crescita economica e
migliaia di posti di lavoro, vedi
riqualificazione Tor Bella Monaca,
secondo Polo Turistico, Waterfront
nel pieno di una situazione kafkiana».
Il presidente di seggio, pur imbarazzato, lo ha comunque ammesso al voto. «Il presidente
prima mi ha detto che non avrebbe potuto farmi votare, visto
che risultavo morto. Poi, dal
momento che ero vivo, con tessera elettorale e documenti validi,
mi ha fatto votare ugualmente.
Oggi cercherò di capire come
sono andate le cose. Intanto scherza- sono andato in banca
e ho ancora accesso al conto,
quindi per la mia banca sono
vivo. Giocherò il 48, che nella
smorfia napoletana è il morto
che cammina. Una situazione
bizzarra, spero -conclude ridendo- che non sia una premonizione, ma un augurio di lunga
vita».
R.V.
di Ostia e perché no le Olimpiadi
nella capitale nel 2024, dopo il
fallimento Roma 2020. Queste
ed altre risposte ci si aspetta da
Marino, senza contare i soliti temi,
sicurezza, rom e rifiuti, dai quali
si è defilato in campagna elettorale ma si spera non lo faccia da
oggi in poi.
8
Mercoledì 12 giugno 2013
Minacciato perché non ruba:
succede al campo nomadi
Un romeno di 40 anni vittima di violenza: denuncia tutto
Italia DA ROMA E DAL LAZIO
Via da Roma
L’assalto ai turisti
Terrorizzava passeggere:
in manette un bosniaco
I
“Devi svaligiare una tabaccheria”. Lui si ribella e finisce
legato al copertone di un’auto per due ore: arrestati due fratelli
campi nomadi si confermano per l’ennesima volta
uno dei luoghi dove il crimine viene progettato. Tanto
da arrivare al punto di minacciare chi, nella sfera d’influenza
di questi centri, si ribella all’unico
orizzonte possibile: quello di commettere reati.
Con questa incredibile imputazione sono stati arrestati la notte
di lunedì dalla Squadra Mobile
di Roma Renato e Daniele Hadzovic, rispettivamente di 32 e 24
anni. Entrambi pregiudicati per
reati contro il patrimonio, dovranno
rispondere di violenza e minaccia
al fine di costringere la vittima a
commettere un reato.
E' stata proprio la vittima, un cittadino 40enne cittadino rumeno,
a denunciare nel pomeriggio di
lunedì negli uffici del Commissariato Spinaceto che due persone
lo avevano contattato nei giorni
scorsi per fargli compiere un furto
o una rapina. Lui si è invece rifiutato.
Per questo motivo la sera precedente i due lo avevano portato via
di forza dalla sua abitazione e,
dopo averlo minacciato puntandogli un cacciavite alla gola, lo
avevano trasportato nei pressi di
un campo nomadi della Capitale.
Roma, via Filippo Corridoni n.23
Tel. 06 37517187 - 06 45449107
errorizzava i passeggeri di un treno, prediligendo
come vittime passeggere appena discese dall’aereo, cariche di bagagli. Sottraeva loro le valigie, in
qualche caso trascinandole fin sui binari con ancora
attaccate le legittime proprietarie, e spariva nei meandri delle stazioni. Un altro abile costruttore della
attuale fama mondiale di Roma, uno dei tanti operai
che lavorano ogni giorno affinché l’ultima industria
cui aggrapparsi in Italia, quella turistica, possa essere abbattuta nonostante le bellezze della Città
Eterna.
La sua carriera pare tuttavia essersi finalmente interrotta: è stato fermato dalla Polizia Ferroviaria di
Roma. Si tratta di un cittadino bosniaco, responsabile di furti e rapine sui treni della linea FiumicinoFara Sabina. E' stato ripreso dalle telecamere del
circuito di sorveglianza interna della stazione e da
quelle nella Sala Operativa del Compartimento Polfer. La visione dei filmati ha permesso di riconoscere e fermare l’uomo mentre si trovava all'interno
della stazione pronto a commettere altre rapine.
Sono in corso ulteriori indagini per risalire all’identità degli eventuali complici che hanno affiancato il
malvivente in altre circostanze.
G.L.
T
Lì dopo averlo malmenato, lo hanno
legato con una catena all'altezza
dell'addome su una ruota di un'autovettura parcheggiata, liberandolo
solo dopo oltre due ore, per obbligarlo a rubare in una tabaccheria
di Tor San Lorenzo, vicino Roma.
Inoltre i due hanno minacciato i
familiari della vittima di ritorsioni
nel caso in cui non avesse aderito
alle loro richieste.
Pertanto nella serata gli investigatori
hanno predisposto un servizio di
osservazione nei pressi dell'abitazione del denunciante. Poco dopo
i malviventi, giunti sul posto per
prelevarlo, sono stati bloccati appena prima di andare a perpetrare
il furto programmato. I successivi
accertamenti hanno consentito di
Tor Vergata
Sanità
Romeno preso
con una tonnellata
di rame rubato
Nuovo sequestro
da 19 milioni di euro
per Lady Asl e consorte
ncora furti di rame e ancora una
volta commessa dai soliti noti.
l Carabinieri della Stazione Roma
Tor Vergata, con la collaborazione
dei Carabinieri dell’4° Battaglione
Veneto, la scorsa notte hanno arrestato un 29enne romeno che aveva
appena rubato quattro bobine di
cavi telefonici in rame per il peso
complessivo di circa 1.000 chili. Il
malfattore, dopo essersi appostato
nei pressi di un deposito nel quartiere universitario della Capitale con
un furgone che era stato rubato la
stessa notte in una via adiacente, ha
forzato la recinzione esterna e con
un complice ha iniziato a caricare il
prezioso “oro rosso”. Un Carabiniere della zona, libero dal servizio,
si è accorto del movimento furtivo
dei malviventi ed ha subito dato l’allarme. Sul posto sono giunti i rinforzi e, alla vista delle divise, i ladri
hanno tentato la fuga dividendosi
ma dopo un breve inseguimento i
militari sono riusciti a fermare il furgone rubato, recuperando la preziosa refurtiva che è stata
totalmente restituita all’avente diritto. Il 29enne è stato bloccato ed
arrestato con l’accusa di ricettazione, furto aggravato e resistenza
a Pubblico Ufficiale in concorso
mentre il complice è tuttora ricercato. Sono in corso le indagini dei
Carabinieri di Frascati per individuare ulteriori soggetti dediti a questa particolare tipologia di furti.
S
sequestrare arnesi atti allo scasso
trovati nella loro disponibilità.
Ulteriore, agghiacciante particolare: Daniele Hadzovic, in quel
momento doveva trovarsi a Giugliano in provincia di Napoli, in
quanto sottoposto ad arresti domiciliari: così è stato arrestato anche per il reato di evasione.
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A
equestrato il tesoro da oltre 19
milioni di euro a Anna Iannuzzi,
nota alle cronache come 'Lady Asl' e
a suo marito. I carabinieri del nucleo
investigativo di Roma hanno dato
esecuzione a un decreto di sequestro
anticipato dei beni emesso dal tribunale della Capitale - sezione misure
di prevenzione, nei confronti dei coniugi Andrea Cappelli e Anna Iannuzzi.
Il provvedimento è stato emesso su
richiesta della Procura della Repubblica di Roma. In base al decreto - si
spiega - i due sono stati ritenuti socialmente pericolosi, poiché stabilmente dediti ad attività delittuose sin
dal 1997 ed è stata rilevata una netta
sproporzione tra il patrimonio da loro
accumulato negli ultimi anni e il reddito dichiarato al fisco.
Lady Asl ed il marito Andrea Cappelli
sono stati al centro dell'indagine sulla
sanità nel Lazio, sviluppata da Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri
e dai carabinieri di via in Selci negli
anni 2005-2009 che fece emergere,
fra l'altro, l'esistenza di un rodato sistema corruttivo che vedeva coinvolti
anche funzionari pubblici delle Asl capitoline. Secondo diversi processi, un
fiume di denaro fu dato a società fantasma riconducibili alla signora Iannuzzi ed al marito. Grazie alle indagini
di Procura e carabinieri già all'epoca
furono sequestrati e restituiti al Servizio sanitario regionale, quasi 40 milioni di euro indebitamente percepiti.
Studente statunitense cade e muore, “pub crawling” di nuovo sotto accusa
Un’altra vita finisce sul lungotevere
N
on è la prima volta che accade. E per la verità,
spesso sul banco degli imputati di queste disgrazie c’è un po’ di incoscienza mescolata con
alcol in un cocktail esplosivo. Fatto sta che Roma
ieri si è ritrovata di nuovo davanti alla tragedia di
una giovane vita che si è andata a spezzare sul lungotevere. Vittima questa volta uno studente americano: il ragazzo è scivolato da una banchina del
fiume, nella notte tra lunedì e martedì, dopo aver
trascorso una serata con degli amici tra Campo de’
Fiori e Trastevere.
Secondo una prima ricostruzione, il giovane, probabilmente in stato d’ebbrezza, si sarebbe arrampicato sul parapetto del Lungotevere dei Tebaldi,
nei pressi di Ponte Sisto a Roma, e avrebbe iniziato
a camminare imitando un equilibrista. Tuttavia, non
riuscendo a rimanere in piedi, è precipitato sulla
banchina del Tevere ed è morto sul colpo spezzan-
dosi l’osso del collo. Il fatto si è peraltro consumato
sotto gli occhi dei molti passanti della zona che
hanno raccontato alla polizia di aver visto un uomo
camminare e saltare sul parapetto del fiume e poi
perdere l’equilibrio e cadere giù.
Al momento dell’incidente, Andrew Cate Carr, questo il suo nome, era insieme a due compagne dell’università John Cabot che frequentava nella
Capitale e con due connazionali, tutti in stato di
shock dopo aver assistito, impotenti, all’accaduto.
Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Trevi e del reparto Volanti, oltre alla scientifica. L’episodio, secondo le prime indagini condotte
dalle forze dell’ordine, potrebbe essere legato al
‘pub crawling’, tour alcolico per stranieri che prevede la sosta in diversi locali del centro nella stessa
serata.
Valter Brogino
9
Mercoledì 12 giugno 2013
Per il Sindaco Pisapia
il cono diventa amaro
Nonostante le promesse, arrivano le prime sanzioni ai gelatai
Un problema in più per una città ormai ostaggio dell’immigrazione
entre Milano continua a fare i conti
con il problema ‘sicurezza’ Pisapia
continua a pensare al ‘cono’…
facendo però una serie di scivoloni. Il Sindaco del capoluogo lombardo infatti è stato
investito da un’ondata di polemiche in seguito ad un regolamento in cui vietava il gelato dopo mezzanotte. Poi il
primo cittadino ha fatto retrofront, assicurando di amare il
gelato “alla follia”, accollando
tutta la bagarre ad un probabile “errore di interpretazione,
di scrittura di una delibera
che abbiamo già rivisitato e
rivisto”. Peccato che intanto
fioccano le prime multe: alcune
anche piuttosto salate, come
testimonia il vicepresidente
dell’Epam, Alfredo Zini, che
M
mostra una multa da ben 450,00
euro comminata
a un gelataio del
Ticinese venerdì
notte: “Vogliamo
vedere la nuova
ordinanza – ha
tuonato Zini – e
non ci dicano
che quella vecchia non è mai
entrata in vigore”. E mentre
commercianti e cittadini non
hanno comunque perso tempo, partecipando ad un folkloristico flashmob, in consiglio
comunale è ancora aperta la
guerra alle ‘coppette’. Come
se Milano non avesse nient’altro a cui pensare tra problemi su sicurezza, militari,
furti e rom: si sa, la priorità
era la questione ‘gelato sì –
gelato no’, tanto per far imbe-
MILANO - DRAMMA DELLA DISPERAZIONE
Guardia giurata
rapina la “sua” banca
a fatto irruzione in banca col volto coperto e armato di
una pistola con cui ha minacciato il cassiere, facendosi
consegnare 5000 euro, prima di fuggire a tutta velocità a
bordo della sua auto. Peccato però che due testimoni siano
riusciti a prendere il numero di targa della vettura, grazie
alla quale i carabinieri sono riusciti a risalire all'uomo.
E la sorpresa è stata davvero grande quando i militari
hanno scoperto come il rapinatore improvvisato fosse in
realtà la guardia giurata 57enne che generalmente prestava
servizio proprio presso la filiale di quella banca. Una
guardia giurata davvero poco fedele quindi, che ha rapinato
l'istituto di credito che avrebbe dovuto proteggere, e che lo
pagava proprio perché contrastasse, in teoria, eventuali rapine.
L'uomo è stato così arrestato a Nerviano, in provincia di
Milano, dopo che in casa sua i carabinieri hanno trovato
anche i contanti e l'arma.
H
BOLZANO - L’INTERVENTO DI MINNITI (LA DESTRA)
“In Provincia per le consulenze
esterne si sprecano 10 milioni”
Continuano le spese pazze per le consulenze esterne della
Provincia Autonoma di Bolzano; anche se calate del 12% i collaboratori esterni chiamati dall’Amministrazione provinciale sono
costati alla comunità quasi 10 milioni di euro. Non c’è stato insomma
il taglio del 20% come promesso nel maggio di un anno fa, e
purtroppo dobbiamo ancora parlare di consulenze d’oro”. È la
denuncia del Consigliere provinciale de La Destra Mauro Minniti
sulla base della risposta ad una sua interrogazione (n.3452/13).
“Presso alcuni assessorati peraltro - fa notare ancora Minniti - i
costi di queste collaborazioni esterne sono addirittura lievitati, come
nell’intendenza scolastica tedesca, nell’edilizia o nella formazione
professionale tedesca. Ma quello che balza agli occhi è l’aumento
del 799% dei costi per il turismo, saliti dai 3.800 euro del 2011 ai 35
mila circa dello scorso anno!”. Lecito il dubbio dell’esponente de “la
Destra” sui beneficiari di queste consulenze e sulle modalità con cui
le medesime vengono assegnate. “Mi auguro che tutto avvenga alla
luce del sole, con una trasparenza necessaria che passi attraverso
anche apposite gare di appalto. Ma è ovvio che siamo ancora a costi
inaccettabili per la Comunità altoatesina”. In una nuova interrogazione,
ora Minniti chiede ulteriori chiarimenti sulla questione.
“
stialire una categoria in più
(quella dei gelatai, appunto).
Ma se la pace
dolciaria dovrebbe essere di ritorno imminente
per le lunghe serate dell’estate
milanese, poiché la linea indicata da Palazzo Marino sarebbe quella di ripristinare la
precedente normativa (che,
nelle zone hot della movida
meneghine Ticinese, Navigli,
corso Como, Arco della Pace,
permetteva la vendita dei prodotti d’asporto anche dopo la
mezzanotte) ciò non si può
dire per le altre tematiche.
Uno per tutti: quello dell’immigrazione: i cittadini continuano a chiedere più sicurezza
in seguito agli episodi violenti
degli ultimi mesi commessi
quasi sempre da stranieri. Ma
Pisapia sembra essere sordo
a queste richieste, e pure un
po’ cieco. Infatti il Sindaco pare
non vedere i “villaggi” che
spuntano sulla riva del Lambro.
Lì ci saranno una ventina di
accampati e nessuno li ha mai
censiti. Forse qualcuno s'è arenato qui dopo aver vagabondato per un anno, dopo lo
sgombero della baraccopoli
di via Gatto. “Ci sono i bambini, il Comune faccia qualcosa”, è la richiesta pietosa
che viene dal quartiere. Un
insediamento è in fondo a via
Padova, tra la rotatoria e il residence Cascina Gobba. Il
campo gemello, nella foto, nei
paraggi della tangenziale Est.
Barbara Fruch
Italia
DAL NORD
SAVONA – LA CRISI UCCIDE ANCORA
Sfrattato, 32enne
disoccupato si suicida
L’uomo viveva con la madre pensionata
e il fratello invalido: inutili i soccorsi
isoccupato da tempo è stato raggiunto ieri mattina
da un ordinanza di sfratto:
avrebbe dovuto lasciare quella
casa, che condivideva con la
madre ed il fratello invalido,
entro due giorni. Per questo ha
deciso di farla finita. L’uomo, G.
T. le sue iniziali, originario di
Uscio (Genova), si è ucciso gettandosi dalla finestra di quell’abitazione al terzo piano di un
palazzo di via Pighini a Cairo
Montenotte, nel Savonese. Il
corpo è finito in un’aiuola sottostante. I soccorritori del 118
e della Croce bianca di Cairo
hanno provato inutilmente a rianimarlo. Era stato allertato anche
l’elicottero dei vigili del fuoco.
L’ennesima tragedia dettata dalla
crisi economica: l’uomo, disoccupato da tempo, viveva con la
madre pensionata e il fratello,
che riceveva l'assegno per la
sua infermità. I sussidi non bastavano a far fronte alle esigenze
della famiglia e le istituzioni, invece di dare una mano, hanno
pensato bene di mandare uno
D
sfratto esecutivo. Dal canto suo
il comune si difende: la famiglia
si era rivolta ai servizi sociali
per ottenere assistenza, ma senza
risultato in quanto non residente
nel Comune di Cairo Montenotte
(risulta infatti residente a Uscio).
Così i tre avrebbero dovuto lasciare l’abitazione proprio domani, giovedì 13 giugno. “È una
tragedia - ha detto il sindaco
Fulvio Briano – L’uomo e la famiglia avevano mantenuto la residenza nel Genovese e per questo motivo il Comune aveva le
mani legate perché noi possiamo
aiutare solo i residenti. La situazione è davvero difficile anche
per i cairesi. È un’emergenza
sociale senza fine. Proprio questa
settimana sono in corso le procedure di sfratto per altre due
famiglie che hanno bambini piccoli”. Il Comune dunque non
poteva far nulla? Allora tutti gli
stranieri che vengono aiutati
sono residenti? Sarà, fatto sta
che, per una scusa o per l’altra,
gli italiani continuano a morire.
B.F.
10
Mercoledì 12 giugno 2013
Puglia
Abruzzo
Il flop
Il top
Italia
DAL CENTRO E DAL SUD
All’Arpa in pochi: ma
sono ‘sanguisughe’
Chiodi e il suo “miracolo”:
risanata la crisi in Regione
Mentre l’agenzia è sottodimensionata,
si conta un dirigente ogni 7 dipendenti
Sanità in attivo e disoccupazione in calo sono due vittorie portate a casa
dal Governatore in un ente che risultava uno dei più indebitati d’Italia
ochi ma “buoni”, per lo
meno a giudicare le posizioni gerarchiche in ci
si sono piazzati. Stiamo parlando dei tecnici dell’Arpa in
Puglia. “Siamo l’agenzia più
sottodimensionata d’Italia”,
dice il professor Giorgio Assennato, direttore generale
dell’Ente. E fin qui non si può
fare a meno di dargli ragione:
sulla carta dovrebbe avere
830 persone, nei fatti ne ha
appena 343. Ma tra queste,
ben 53 sono dirigenti. Uno
ogni 7 dipendenti: un vero e
proprio record. Si pensi che
il Comune di Bari, ad esempio,
di dirigenti ne ha 43 a fronte
però di 1.800 dipendenti. A
livello nazionale nella pubblica
amministrazione (sanità compresa) il rapporto medio è di
uno ogni 30, e nonostante il
Dl 78/2010 abbia fissato un
rapporto di 1 a 50, fino a due
governi fa veniva considerato
“ottimale” un rapporto medio
di 1 a 40. Nella Regione Puglia,
il rapporto è di 1 a 16. Ma
non è difficile trovare amministrazioni locali (o enti pubblici) dove il rapporto dirigenti/ personale è a cifra singola. È quanto è emerso da
un indagine riportata su ‘La
Gazzetta del Mezzogiorno’,
Abruzzo e la crisi
risanata. Conti in
ordine e sanità in
attivo. Lo aveva annunciato Gianni Chiodi, il governatore della Regione Abruzzo, che ce l’avrebbe fatta. E
così è stato. Promessa mantenuta, dunque.
Ha lavorato in silenzio l’ex sindaco di Teramo, e, senza grossi
proclami ha risanato una situazione che sembrava destinata
solo a peggiorare. E soprattutto
in una piccola Regione tra le
più indebitate d’Italia come
quella abruzzese.
Da dove è partito il piano del
“Pidiellino”? Innanzitutto dal risanamento del sistema sanitario
(con le Asl in pareggio dal
2011) riuscendo a portare, in
pochi anni, l’Abruzzo tra le prime cinque regioni con i conti
sanitari in attivo. Attraverso un
percorso studiato, ha fatto tornare i conti in equilibrio, riducendo di un terzo i costi della
macchina amministrativa e tagliando consulenze e spese
inutili. E, ovviamente, non accendendo alcun nuovo mutuo.
Un lavoro ineccepibile che gli
ha fatto guadagnare l’appellativo
di “governatore silenzioso”.
E ancora, secondo l’Istat il numero di disoccupati è diminuito
Le falle nel personale dell’Ente
P
al quotidiano locale risponde
proprio il direttore dell’Arpa
Assennato difendendosi: “Ma
noi - dice - andiamo paragonati ad una Asl, non alle pubbliche amministrazione. Applichiamo il contratto della
sanità ed è dalla sanità che
proviene la maggioranza dei
nostri dirigenti, mentre tutte
le nuove assunzioni si concentrano nel comparto”. Fatto
sta che a fronte di un bilancio
da 29 milioni, alimentato in
buona parte dai trasferimenti
regionali, il personale ne assorbe ben 16, comprendendo
pure oltre ai dirigenti anche
le 9 posizioni organizzative
concordate con i sindacati.
Stipendi di tutto rispetto, dunque: tolti i direttori apicali, in
5 superano i 100mila euro
lordi di stipendio l’anno. D’altronde, l’organizzazione dell’Arpa ricalca quella della sanità (dove i medici sono tutti
dirigenti e dove si ragiona in
termini di unità operative),
quindi molte funzioni sono
assimilabili a quelle di primario con il relativo trattamento economico. Anche a
costo di avere “reparti” in cui
il “primario” risulta essere
dirigente di se stesso.
Carlotta Bravo
C’
dell’8% nell’ultimo anno (da
73 mila a 65 mila). Risultati,
questi ottenuti, che sono il frutto
anche di una squadra che sa
come lavorare e che difficilmente scende a compromessi
“Se voglio essere credibile,
non posso essere condizionabile”, ha dichiarato Chiodi. “Io
devo rendere conto agli abruzzesi e non ai partiti”.
Sicuramente una determina-
zione e una sicurezza che provengono da uno stretto rapporto di amicizia instaurato
con Silvio Berlusconi. “L’ho
conosciuto a ridosso delle Regionali quando decisi di dimettermi da sindaco di Teramo e di propormi come candidato”. E il Cavaliere, alla ricerca di un uomo nuovo e
brillante si fidò subito di lui.
Una scelta che col tempo gli
ha dato ragione. L’Abruzzo
con il suo condottiero Chiodi
, è stata anche la prima regione d’Italia a eliminare il vitalizio e i compensi dei consiglieri regionali ed anche il
numero, da 45 a 31. Una riforma, quest’ultima, che però è
durata appena qualche mese.
E se vogliamo trovare la nota
stonata della gestione Chiodi
è proprio questa.
Il Consiglio regionale della
prossima legislatura, infatti, non
sarà più composto da 31 membri, ma da 37. E gli eletti che
verranno chiamati in giunta dovranno lasciare il posto ai primi
non eletti della loro circoscrizione. Un’operazione che costerà alle casse del Consiglio
almeno 640mila euro l’anno,
soldi che la maggioranza intende ricavare operando tagli
dal bilancio del Consiglio (ma
non dagli stipendi) che è di
circa 30 milioni l’anno. Ma il
governatore silenzioso ha assicurato che nonostante l’aumento dei consiglieri (necessario secondo lui), “ la spesa
per retribuirli non comporterà
aggravio per le casse regionali
perché gli stipendi di 31 basteranno per pagarne 37”. Parola di Gianni Chiodi.
Paolo Signorelli
Caserta
Gravina - In manette anche il padre di Ciccio e Tore, i fratellini scomparsi
Sicilia - Parla il Presidente dell’Antimafia
Rissa con machete:
arrestato marocchino
Contrabbando di carburante:
arrestate settantatré persone
Musumeci: “Chiedo garanzie
sui rappresentati di lista”
S
T
a utilizzato un machete durante una rissa continuandolo
a inveire anche verso i poliziotti
dopo che è stato fermato. Protagonista un immigrato di origine
marocchina di 31 anni, Mouhamed Houssam, intercettato lunedì sera dagli agenti della
Squadra Volante della Questura
di Caserta mentre litigava violentemente con altre due persone
all’esterno della stazione ferroviaria del capoluogo campano.
Il marocchino non è riuscito a
dileguarsi ma è stato bloccato
nonostante impugnasse pericolosamente l’arma, disarmato e
ammanettato per rissa aggravata, porto abusivo di arma da
taglio e ingresso clandestino nel
territorio dello Stato Italiano. I
controlli della Squadra Volante
della Questura di Caserta sono
continuati nel corso della nottata
alla ricerca degli altri due protagonisti della rissa, che però
sono riusciti, per il momento, a
far perdere le loro tracce. E purtroppo episodi come questi sono
frequenti: un caso analogo si è
verificato, sempre a Caserta,
circa un mese fa nel centralissimo corso Trieste.
H
ottraevano dalla raffineria
Eni di Taranto e rivendevano “in nero”, tramite
distributori e depositi compiacenti, ingenti quantità di gasolio destinato alle navi. L’organizzazione delinquenziale
finalizzata alla truffa e al contrabbando di prodotti petroliferi
è stata scoperta e smantellata
dai finanzieri del Comando
Provinciale di Taranto, che hanno arrestato 73 persone. Gli
investigatori hanno inoltre denunciato complessivamente
132 persone e sequestrato 28
autocisterne (per un valore di
7 milioni di euro). Come riportano i quotidiani locali tra
le persone arrestate nel blitz
c'è Filippo Pappalardi, il padre
di Ciccio e Tore, i due fratellini
di Gravina scomparsi il 5 giugno del 2006: i loro cadaveri
furono trovati casualmente il
25 febbraio del 2008 quando
un altro ragazzino cadde in
una cisterna vicina e i soccorritori scoprirono i resti dei due
fratelli. In manette inoltre molti
titolari di ditte di autotrasporti
e autotrasportatori, nonché Lorenzo De Fronzo, presidente
della sezione Trasporti e logistica di Confindustria Bari, imprenditore nel settore spedizioni-logistica integrata trasporti e distribuzione prodotti
petroliferi, amministratore e
comproprietario della Sotrap
e della Batras, aziende di trasporto per distribuzione carburanti a stazioni di servizio
di società petrolifere. Coinvolti,
in aggiunta, alcuni dirigenti,
funzionari e dipendenti della
raffineria Eni di Taranto, uno
spedizioniere doganale, titolari
di depositi e distributori stradali
di carburanti, soci e dipendenti
di aziende di trasporti di carburanti, autisti di autocisterne.
Secondo l'accusa, parte del
carburante destinato alle navi,
soggetto a imposte più basse,
veniva sottratto dagli autotrasportatori per rifornire le stazioni di servizio. I carichi di
carburante per le navi invece
venivano ‘allungati’ con materiale petrolifero di scarto e
persino con acqua. Inoltre, gli
indagati avrebbero manipolato
in alcune circostanze le operazioni di pesa delle autocisterne aggiungendo o eliminando le zavorre. “L'organizzazione - hanno spiegato il
colonello delle fiamme gialle
Salvatore Paiano e il procuratore della Repubblica, Franco
Sebastio - utilizzava anche il
sistema di frode cosiddetto
del 'cammellò, che permette
di appropriarsi gran parte del
prodotto nella fase dello svuotamento dell'autocisterna mediante manomissioni di valvole
e tubazioni che consentono di
deviare il flusso di scarico del
combustibile verso altro scomparto della cisterna. I prodotti
petroliferi ‘grezzi’ venivano
consegnati ai legittimi destinatari dei trasporti in uscita
dalla raffineria, i quali, ignari
delle sostituzioni compiute, immettevano alla regolare vendita
e quindi al consumo prodotti
non raffinati, che in alcuni casi
sono risultati miscelati anche
con acqua”.
Barbara Fruch
utti i rappresentanti di lista
dovranno sottoscrivere l'autocertificazione antimafia. È la
proposta di Nello Musumeci,
presidente della Commissione
parlamentare Antimafia all'Ars,
che interviene in seguito alle
elezioni amministrative che si
sono tenute in Sicilia domenica
e lunedì scorsi. “Siamo sicuri
che tutti i rappresentanti di lista
presenti nei seggi elettorali abbiano i requisiti di moralità necessari a garantire libertà e pulizia nell'espressione del voto?
– si chiede Musumeci – Lo dico
in queste ore, nell'interesse di
tutti i candidati e di ogni schieramento: durante il voto, solo i
rappresentanti di lista possono
entrare nei seggi ed è assurdo
che tra questi ci siano anche
personaggi ambigui e chiacchierati che si atteggiano a ‘bravi’ di manzoniana memoria”.
Proprio per garantire ciò arriva
la proposta del deputato. “Tra
le primissime iniziative di cui
discuteremo - precisa Musumeci
- proporrò l'introduzione di una
regola fortemente avvertita: tutti
i rappresentanti di lista dovranno
sottoscrivere l'autocertificazione
antimafia e dovranno offrire le
stesse caratteristiche di moralità
richieste per i candidati. Queste
ed altre proposte saranno il punto di partenza per l'attività della
Commissione Antimafia che,
nello spirito di coesione e coinvolgimento di tutti i gruppi parlamentari, inizierà a sviluppare
le proprie iniziativa sul fronte
della introduzione di norme restrittive per garantire trasparenza
nel voto”.
11
Turismo
Amatrice, principessa della Laga
Mercoledì 12 giugno 2013
Arte, storia, cultura, gastronomia: vera goduria a 1000 metri di altitudine
P
Patria dei famosi “spaghetti” ma anche di personaggi
noti come Nicola Filotesio e Padre Giovanni Minozzi
di Emma Moriconi
oco più di 2000 abitanti, eppure la conoscono tutti. Parliamo di Amatrice,
il piccolo centro in
provincia di Rieti, al confine
tra Lazio e Abruzzo, patria
dei famosissimi spaghetti all’amatriciana. Incorniciata dalla catena dei Monti della Laga,
è meta turistica per Italiani e
stranieri.
1000 metri di altitudine, il lago
Scandarello, Corso Umberto
I, la fontana da cui sgorga acqua di montagna, il campo
della fiera, il campanile, le
logge: pezzi di storia del nostro Paese che nel loro piccolo
rendono accogliente la bella
cittadina e le conferiscono
una dimensione d’altri tempi.
Amatrice è la città natale dell’artista Nicola Filotesio detto
“Cola dell'Amatrice”, al quale
è dedicato un monumento
che fa bella mostra d sé nei
giardini pubblici. Filotesio fu
pittore, architetto e scultore e
nacque a Filetta, una piccola
località del territorio amatriciano, nota anche per una
bella tradizione cristiana: fu lì
che la piccola Chiara Valente,
nel 1472, rinvenne il cammeo
che poi è stato venerato come
immagine sacra. Ancora oggi
a maggio la popolazione si
reca in pellegrinaggio nel
Santuario di Maria Santissima
di Filetta in ricordo di quel
giorno.
Amatrice è anche la città di
Padre Giovanni Minozzi Servo
di Dio: nacque a Preta, una
delle numerose frazioni di
Amatrice. Con Giovanni Semeria fondò l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia: la prima sede fu inaugurata
proprio ad Amatrice e ospitò
inizialmente dodici bambine
orfane di guerra. Presto divennero centinaia le istituzioni
in tutto il Mezzogiorno: scuole,
asili, istituti professionali e
superiori. Per Padre Minozzi
nel 1999 si è aperto in Vaticano il processo canonico di
beatificazione, conclusosi nel
2011.
Dal ‘91 il territorio fa parte
del Parco Nazionale del Gran
Sasso e Monti della Laga. Le
origini della città risalgono
all’epoca preromana e nel
periodo della dominazione
del Regno di Napoli, gli Amatriciani si batterono come leoni
contro il dominio angioino,
con fasi di fortuna alterna.
Oggi ad Amatrice fanno capo
ben 69 frazioni. Numerose le
chiese, prima tra tutte quella
di San Francesco, di epoca
trecentesca ma con particolari
aggiunti in epoca rinascimentale. Accanto sorgeva la chiesa
di Sant’Antonio, oggi sede del
polo agroalimentare del Parco
Nazionale. Nei pressi la chiesa
di San Fortunato, oggi abitazione privata, vanta un bellissimo portale quattrocentesco. Nella zona nord est sorge
la chiesa di S. Agostino, a fianco di Porta Carbonara. Altri
punti di ritrovo culturale e storico sono il museo dedicato
a Cola dell’Amatrice, ma anche i Santuari sparsi nel territorio: quello della Filetta,
istoriato di affreschi votivi, e
quello dell’Icona Passatora.
Fiore all’occhiello delle tradizioni amatriciane il gruppo
"MA – TRÙ, che ripropone
musica, canti e balli storici
tipici del luogo in forma inalterata, grazie alla continua
consulenza di studiosi di musica e danza etnica. Gli strumenti usati sono la zampogna
ad ancia semplice con due
canne di canto e un grosso
otre di pelle detta "ciaramelle", l’organetto a due bassi e
il tamburello. Gli abiti indossati sono una fedele ricostruzione dei costumi sabini dipinti dal Pinelli intorno al
1820.
TECNOLOGIA AD ALTA QUOTA
Trail me up, la montagna è in 3D
L
Da Bologna l’innovativo servizio che permetterà
passeggiate virtuali a portata di smartphone
a tecnologia invade
la montagna: tutto
italiano l’ultima novità che promette di fare
felici gli appassionati della
scalata. Si chiama “Trail
me up”, il software che
permette di camminare virtualmente lungo i sentieri
di trekking di parchi e località. Il funzionamento è
simile a quello di Street
View, ma stavolta con l’aggiunta di contenuti multimediali quali testi e video.
Al momento però è possibile “visitare” in 3D lo
Yosemite National Park e
il villaggio etiope di Mursi,
ma ben presto il progetto
permetterà di mappare l’intera rete dei sentieri delle
montagne italiane.
Sfruttando potenti mezzi
simili a quelli messi in campo da Google, questo nuovo servizio permette di
viaggiare sui sentieri di trekking stando comodamente
seduti davanti al pc. Il programma è stato sviluppato
a partire dal 2011 da due amici di Bologna appassionati del settore, che volevano dare la possibilità
a tutti di godere delle bellezze della montagna.Al
momento sul sito ufficiale oltre alla mera visualizzazione e navigazione dei luoghi, è possibile conoscere al meglio ciò che si vede grazie ai contributi
multimediali aggiuntivi (testi, immagini, video, com-
menti audio).
Nei prossimi mesi saranno inseriti nuovi parchi e
località, ma il futuro del progetto ambizioso è
quello di mappare e fotografare tutti i sentieri,
dalle Alpi alla Sicilia. Tutto ciò sarebbe fatto con il
contributo di volontari a cui verrà dato gratis uno
zaino predisposto per gli scatti a 360 gradi con cui
si crea lo street view. Già in corso il “reclutamento”
che annovera adesioni giorno dopo giorno.
F.Ce.
La fama di Amatrice si è diffusa nel mondo grazie ad un
piatto semplice e “povero”,
ma estremamente gustoso:
gli spaghetti all’amatriciana.
Forniamo una ricetta di questa specialità locale con le
informazioni dal sito www.comune.amatrice.rieti.it: “500
g di spaghetti, 125 g di guanciale di Amatrice, un cucchiaio di olio di oliva extravergine, un goccio di vino
bianco secco, 6 o 7 pomodori
San Marzano o 400 g di pomodori pelati, un pezzetto di
peperoncino, 100 g di pecorino di Amatrice grattugiato,
sale”.
Ora che la nostra bandiera resiste
al sole e soprattutto alla bufera
Dalla conquista del K2 ai Lupi delle Vette:
esperienze di sacrificio e ascesa
hi non ha mai fatto scalate in
montagna difficilmente può
capire il senso profondo dell’alpinismo. “L’ascesa – scrive Federico Goglio nel suo libro Questo
mondo non basta (Ed. Ritter
2012) – diventa un’esperienza
dello spirito, non esclusivamente
simbolica in quanto supportata
da un estremo sforzo fisico oltre
che da un particolare contesto
ambientale”. Il corpo che va oltre
i suoi limiti quindi, e così facendo
porta con se l’anima e lo spirito.
Di storie da raccontare sulla montagna ce ne sarebbero tantissime,
di vario genere e spessore culturale, spirituale, sportivo e anche
artistico. Libri, monumenti, imprese sportive ed atti di eroismo.
Come la battaglia del Grappa (in
cui l’esercito italiano sconfisse gli
austriaci nella Prima guerra mondiale), la strenua difesa delle Alpi
occidentali da parte delle divisioni della RSI, che si
sacrificarono a guerra ormai già persa per tentare di
respingere lo straniero dal suolo patrio. E ancora: le
splendide canzoni che raccontano tradizioni e gesta
degli Alpini, le spedizioni del gruppo Ardito Desio (intitolato al grande geologo italiano che ha fatto dello
spirito di avventura e dell’esplorazione scientifica la
sua ragione di vita). Oltre a questi citati vi sono tanti
altri episodi, alcuni drammatici (numerose e in vari
scenari sono state le morti in montagna) e altri ironicamente divertenti, come la furbizia degli alpinisti
russi che, data la difficoltà di portare alcolici nell’area
geografica del Kashmir - a cui si accede attraversando territori sotto l’influenza islamica - riempirono
le lattine di pesce in scatola con la vodka.
E la conquista italiana di una delle montagne più difficili da scalare in tutto il pianeta, il K2. Poco più di
ottomila metri di altezza, in cima ai quali, dal 31 luglio
1954, sventola il tricolore italiano. A quel gruppo di
coraggiosi connazionali, che hanno dimostrato ancora una volta quanto il nostro paese possa essere
d’esempio quando si tratta di grandi conquiste di volontà e sacrificio, è stata dedicata anche una canzone
che ne ripercorre le orme e ne esalta la fatica, la forza
di volontà e lo spirito di sacrificio. “Ora che la nostra
bandiera resiste al sole e soprattutto alla bufera”
canta Skoll nella sua K2 (brano inserito nel cd Eroica,
interamente dedicato alla grandezza dell’Italia).
C
Sacrificio, forza di volontà e superamento di sé. Tutte
doti che chi vive la montagna sente di dover conquistare. Lo sanno molto bene i ragazzi lombardi che
hanno costituito il gruppo escursionistico Lupi delle
Vette, nato con lo scopo di avvicinare alla montagna
“per migliorare sé stessi – scrivono sulla loro pagina
facebook - fortificare la volontà, completare la spiritualità lontano dal turbinio e dalle distrazioni della
metropoli. In ogni escursione cercheremo di unire
all’ascesa la cultura, la storia, l’ambiente e la gastronomia, in quella che sarà una ricerca dello spirito originale dell’Uomo”. Anche il romano Gruppo
Escursionistico Orientamenti è nato per promuovere
attività legate alla montagna (escursionismo, sci, alpinismo, ma anche iniziative culturali come conferenze e presentazioni editoriali, il tutto teso alla
promozione di un rapporto più consapevole tra
l’uomo e la natura) e all’esperienza interiore di armonia tra corpo, mente e spirito che essa porta con sé.
Come anche il gruppo Alta Quota, che si rivolge a
tutti coloro che “sono amanti della natura come dello
spirito, dell’attività fisica come della disciplina del
pensiero, ispirati da quell’ideale di completezza armonica delle facoltà che fece grande la civiltà classica”.
Ascesa esteriore ed interiore quindi. Che, in una sfida
continua al superamento dei propri limiti, fa della
montagna una splendida Via guerriera.
C.D.G.
12
Musica
Irene canta “le cose di casa”
Mercoledì 12 giugno 2013
Una grande promessa del panorama musicale italiano si racconta in esclusiva al Giornale d’Italia
“
Famiglia, fede e passione per il proprio lavoro le caratteristiche della giovane artista
Sono una donna
semplice e arrivo
da una famiglia
semplice. Ho capito
che nella vita non
esistono scorciatoie”. Pronunciando queste parole,
Irene – al secolo Irene Colombo – non ha fatto altro
che confermare la sensazione che ho avuto durante tutta
la nostra intervista, ovvero
che, di fronte a me, non avevo una delle solite bamboline senza né arte né parte
(per non dire sceme) disposte a tutto pur di entrare a
far parte del famigerato
“mondo dello spettacolo”
ma, al contrario, una donna
animata da valori forti e,
quindi, non disponibile ad
accettare compromessi. Insomma, se successo dev’essere sarà soltanto perché
“conseguenza del mio talento, della mia professionalità e, perché no, della mia
tenacia” al punto che, a suggello della sua idiosincrasia
nei confronti delle scorciatoie, riesce a stupirmi per
l’ennesima volta nel giro di
una manciata di minuti, citando Kant: “il cielo stellato
sopra di me, la legge morale
dentro di me”. Ecco, provate
ad immaginare tutta questa
sostanza incorniciata in un
sorriso che ricorda molto
da vicino quello di Cameron
Diaz, ed avrete Irene, nata a
Lecco, su “quel ramo del
Lago di Como che volge a
mezzogiorno” ché, appena
qualche giorno fa, ha esordito con il suo primo singolo
uscito su iTunes e tutti i maggiori stores digitali dedicati
alla vendita di musica online.
Un debutto in grande stile,
visto che la canzone è stata
scritta e musicata da Lorenzo
Imerico e Roberto Pacco,
due autori che hanno collaborato con Dolcenera, Anna
Oxa ed Ornella Vanoni, giusto per citare i primi nomi
che mi vengono in mente, e
che le edizioni musicali sono
di Universal Music Italia. Ma
c’è dell’altro, perché il videoclip – che verrà presentato domani – è stato interamente girato a Londra, in location esclusive come il The
Hospital Club di Covent Garden e con la collaborazione
di un movie maker affermato
come David Hubert. Arrivati
a questo punto, mi accorgo
che abbiamo omesso il dettaglio più importante, il titolo
della canzone, che è “Le
cose di casa”.
Dunque, Irene, la carne al
fuoco è davvero moltissima
e, se devo essere sincero, in
un certo senso sono rimasto
spiazzato da tutte queste iniziative, ho visto che addirittura Fiorello ha pubblicato
la tua canzone sul suo profilo
di Twitter e ti ha invitata
pubblicamente a cantare al
suo programma cult, Edicola
Fiore.
Premetto che non conosco
Fiorello, ma ho sempre pensato che fosse di gran lunga
lo showman migliore degli
ultimi vent’anni, un vero punto di riferimento. Beh, l’altra
sera, “ritwittando” la mia
canzone, mi ha letteralmente
lasciata senza parole! Per
me è un onore grandissimo
essere considerata da un
professionista come lui, infatti mi sono subito messa
al lavoro per preparare un
pezzo ad hoc per la sua
Edicola Fiore. Detto questo,
voglio fare una puntualizzazione che ti suonerà un tantino strana, ovvero che, dietro a questo progetto, non
c’è assolutamente nessun
grande sponsor. Stiamo facendo tutto con le nostre
forze, tant’è che, pur essendo un pezzo le cui edizioni
sono di proprietà di Universal Music Italia, abbiamo
preferito auto produrci, visto
e considerato che le etichette discografiche fanno molta
fatica a concedere spazio
ad artisti emergenti che non
provengano dai cosiddetti
“talent show”. Insomma, non
ho santi in paradiso, e forse
è proprio per questo che
sto simpatica a Fiorello!
Adesso veniamo alla canzone.
Devo dire che l’ho trovata
subito molto orecchiabile al
punto che, dopo averla ascoltata un paio di volte, ho cominciato a canticchiarne il
ritornello. Il testo, poi, è molto
particolare, ti ci riconosci?
Sì, perché ho sempre parlato
anche agli oggetti, non perché sia pazza, intendiamoci,
ma credo che a volte sia
meglio parlare con le cose
e sfogarsi, prima di affrontare direttamente le persone.
Avere le idee chiare è fondamentale, e negli anni ho
imparato ad essere meno
impulsiva, forse perché sto
invecchiando!
No, più semplicemente credo
che questo sia un segno di
maturità. Dopo aver ascoltato
“Le cose di casa” e quello che
mi hai appena detto, deduco
che ti piaccia molto viverla, la
tua casa.
È il mio cocoon! Ne ho cambiate diverse, ma in ognuna
ho cercato ogni volta di aggiungere "cose" che mi facessero sentire bene. Il luogo
in cui vivi è fondamentale. Infatti ho subito sentito mia questa canzone. Trovo che Lorenzo Imerico abbia avuto la
straordinaria capacità d’incarnare, attraverso il suo testo,
una situazione vissuta e che
Roberto Pacco abbia cucito
addosso a quelle parole un
vestito di note che sembra
fatto apposta per la mia voce
e per il mio mondo. Una magnifica alchimia, nata soprattutto grazie al fatto che loro
sono due eccellenti autori,
che voglio ringraziare pubblicamente per aver creduto
in me.
Visto che hai parlato del tuo
mondo, ti va di raccontarci
qualcosa di te? Le tue influenze
musicali, i libri che ti hanno
lasciato qualcosa e, perché no,
qualche altro aspetto del tuo
carattere…
Il tratto principale del mio
carattere è l'entusiasmo, mentre quello negativo è l'eccessiva sensibilità. Pensa che
obbligo mio marito ed i miei
amici a guardare solo film
d'amore! Per quanto riguarda
la musica ho dei brani preferiti, ma sono talmente tanti
che non riesco proprio a sceglierne uno. Dico, però, che
al mio funerale vorrei che i
miei amici mi suonassero
"Sorry seem to be the hardest
word" del grande Elton John.
Il libro che ho letto più volte
- ovviamente dopo quello di
mio marito (sorride, ndr) - è
Oscar e la dama in rosa, di
Schmitt. Mentre una persona
che vorrei rivedere è mia
Nonna Antonia, donna di
grande fede e coraggio.
E tu, hai fede?
Credo in Dio e prego molto,
anche per chi mi ha fatto del
male. Nel mio passato ho sbagliato alcune strade ma niente
accade a caso e adesso eccomi qui, con la mia Vittoria
Amelia ed un Uomo al mio
fianco che è un vero compagno di viaggio: la mia vita ha
senso solo grazie a loro ed a
quei valori che la mia famiglia
mi ha trasmesso.
A proposito di valori, se me lo
consenti, vorrei salutarti ac-
cantonando per un istante l’Irene cantante e rivolgendomi
all’Irene mamma, chiedendoti
una breve riflessione sulla difficile situazione che stiamo
vivendo.
Amo molto il mio paese ma
sono fortemente rattristata per
il declino degli ultimi anni e,
a volte, guardo con preoccupazione al futuro. Questo, comunque, non mi scoraggia.
Anche da questa sua ultima
affermazione lascia trasparire
il suo approccio positivo alla
vita, Irene, che, va ricordato,
oltre ad essere cantante pro-
fessionista e mamma, ha alle
spalle un’importante esperienza come merchandiser
nel mondo della moda, ed è
anche presentatrice e conduttrice televisiva. Un personaggio che ha la capacità di
risultare interessante, a prescindere dalla sua indubbia
avvenenza fisica, a tal punto
da non farmi dubitare un solo
istante riguardo all’ultima frase
che pronuncia prima di salutarmi: “Vi assicuro che sentirete parlare di me... ce la metterò tutta! Non è mai troppo
tardi, quasi per tutto”.