FNP maggio 2011 - Cascina Belmonte

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FNP maggio 2011 - Cascina Belmonte
MICRO - WINERY
FARM NATURE PLAN
“Voglio accomunare agricoltura ed ecologia, perchè le ritengo inscindibili: chi coltiva ed alleva lavora con la natura non può
sfruttarla e ucciderla.”
“Agricoltura ed ecologia sono l’unica via sostenibile per la produzione di cibo.”
Carlo Petrini
Presidente SlowFood internazionale
Questo progetto ha la finalità di incrementare la biodiversità all’interno delle superfici aziendali.
Perchè prestare attenzione alla “biodiversità”? .................................................................................4
Premessa: gli ambiti di un Farm nature plan ....................................................................................5
Il campo coltivato. ........................................................................................................................................5
La fauna e la flora selvatica in ambiente antropizzato .............................................................................7
Il paesaggio e il marketing del paesaggio ...................................................................................................7
La creazione di un Farm nature plan.................................................................................................8
Il Farm nature plan di Cascina Belmonte..........................................................................................9
Salvaguardia e protezione ...........................................................................................................................9
punti d’acqua...............................................................................................................................................................9
il bosco ......................................................................................................................................................................10
Recupero e creazione .................................................................................................................................12
siepi: ..........................................................................................................................................................................12
Giardino delle farfalle ...............................................................................................................................................15
Strips-flower e isole di fiori selvatici........................................................................................................................16
Le dejoune sull’herbe: ..............................................................................................................................................19
La siepe per la cattura delle percolazioni di azoto: ..................................................................................................19
Bibliografia ........................................................................................................................................21
Perchè prestare attenzione alla “biodiversità”?
Perchè la diversità biologica è elemento chiave del funzionamento dell'ecosistema Terra.
La perdita di specie, sottospecie o varietà, comporta infatti un danno:
▪ culturale, perché è una perdita di conoscenze;
▪ scientifico, perché riduce la disponibilità di geni sul pianeta utili per la scienza;
▪ economico, perché riduce i “servizi” offerti dalla natura;
▪ ecologico, perché comporta un degrado della funzionalità degli ecosistemi.
Premessa: gli ambiti di un Farm nature plan

Il campo coltivato.
Per evidenziare l’importanza dei cicli ecologici sull’attività agricola elenchiamo i più importanti servizi
svolti da un ecosistema sano all’attività agricola.
I seguenti punti sono “funzioni” svolte naturalmente da un ecosistema agricolo in buona salute.
o Impollinazione,
o Mantenimento fertilità del suolo,
o Banca genetica (in futuro il valore più importante in assoluto),
o Riciclo dei nutrienti,
o Controllo del microclima locale,
o Regolazione di processi idrogeologici,
o Detossificazione di elementi inquinanti,
o Controllo parassiti.
Molti studi hanno dimostrato un effetto benefico sulle produzioni agricole dato dall’incremento della
biodiversità.
Ciò è dovuto principalmente a due fenomeni:
o Limitazione delle popolazioni dannose grazie alla presenza di parassitoidi e predatori.
Tale controllo (biocontrollo, appunto) è, nel lungo periodo, la miglior forma di difesa
(Langer, pest cotrol class, 2006).
o Effetto di “confusione”; In un agricoltura intensiva la pianta coltivata è l’unico bersaglio
dei fitofagi (Duso,2000). La ricerca dell’ospite invece, (sopratutto nel caso sia dotato di
scarsa mobilità) è resa complicata dalla moltitudine di specie vegetali a disposizione. Ciò
riduce il tempo a disposizione del parassita per nutrirsi, riducendo di conseguenza le
possibilità di successo riproduttivo.
Nell’agricoltura convenzionale il sistema è fortemente semplificato e richiede per ciò un continuo
intervento umano. Al contrario in un sistema completamente naturale la regolazione interna è frutto
dell’intrecciarsi delle relazioni tra le specie più diverse(Altieri,1999).
L’incremento di biodiversità non è sempre positivo; possiamo creare tre categorie in cui inserire gli
organismi viventi:
1) Produttivi: colture agricole (biodiversità pianificata),
2) Complementari: poichè aiutano la produzione delle colture agricole tramite, per esempio,
impollinazione e controllo biologico.
3) Distruttivi: come, per esempio, malerbe, insetti dannosi, patogeni.
In un sistema antropizzato, questi ultimi possono essere definiti organismi ”associati”, perchè la loro
presenza dipende dalla biodiversità pianificata (Altieri,1999).
VI sono produzioni, dette a “tolleranza 0”, quali orticoltura o frutticoltura da mensa, in cui gli organismi
viventi distruttivi non possono essere presenti nel modo più assoluto. Ciò rende però il sistema molto
delicato e fragile. Infatti una popolazione di parassiti o infestanti, che dovesse in qualche modo
“sfuggire” ai prodotti chimici, ha infinite possibilità di riprodursi poichè non contrastata da una
popolazione attiva nel sistema.
All’opposto un ecosistema ricco di biodiveristà (es.: foresta) contiene in se tutti gli elementi per
autoregolarsi. (Petrini, 2005)
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livello biodiversità
Un incremento di biodiversità causa un danno sulla coltura. Un sensibile incremento di biodiversità, si traduce però in un riequilibrio
del sistema. (Langer, 2006)
La biodiversità si valuta in termini qualitativi e quantitativi. Per estrinsecare un valore generale
comparabile tra varie realtà è possibile usare:
•
•
Gli indicatori: quali uccelli, coccinellidae, farfalle, lombrichi. La loro presenza ed abbondanza
rende un’approssimazione della biodiversità nell’area.
Gli indici:
In generale l’agricoltura biologica è legata ad un valore di biodiversità maggiore del 30%, rispetto
all’agricoltura convenzionale, in termini di ricchezza di specie. Tale valore è particolarmente vero per
uccelli, insetti e piante, mentre si trasforma in un valore negativo per insetti non predatori e patogeni
(Bengtsson, 2005)

La fauna e la flora selvatica in ambiente antropizzato
“Ora in queste cose,
una grandissima parte di quello che noi chiamiamo
naturale non è; anzi è piuttosto artificiale: come a dire,
i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e
disposte in ordine...”
Leopardi, Elogio degli uccelli.
Gli ambienti semi-naturali, si distinguono dagli habitat naturali proprio per il loro equilibrio ecologico
instabile che rende opportuni, affinchè il loro valore naturalistico sia mantenuto, determinati interventi
da parte dell’uomo. (Angle, 1992)

Il paesaggio e il marketing del paesaggio
Il “plan” è anche volto a rendere più gradevole l’ambiente per chi vi abita e per eventuali fruitori e clienti
futuri.
Alcuni interventi saranno mirati alla creazione di aree dove svolgere attività didattiche (nella fattispecie i
laboratori di ecologia all’aperto) e commerciali, come degustazioni all’aperto.
Il lavoro svolto col “farm nature plan” ha anche la finalità di differenziare Cascina Belmonte all’interno
del panorama vitivinicolo della zona. Vuole aiutare a definire l’immagine dell’azienda e veicolare i
prodotti verso una clientela sensibile alle tematiche sviluppate.
La creazione di un Farm nature plan
%LLa creazione di un farm nature plan, prevede generalmente 4 fasi, che possiamo però, per comodità,
raggruppare a due a due:
%L1) La salvaguardia di ciò che gia esiste e la protezione di zone a rischio di danneggiamento da parte
della pratica agricola.
%L2) Il recupero di zone in qualche modo danneggiate o non efficienti e la creazione di nuova
biodiversità.
Il Farm nature plan di Cascina Belmonte
1. Salvaguardia e protezione
a. punti d’acqua
Obbiettivo: creazione di un network idrico per la fauna selvatica.
60
rettili
50
anfibi
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mammife
uccelli
pesci
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Vertebrati in pericolo in Europa: percentuale di specie minacciate sul totale complessivo delle specie.
Le zone umide hanno diversa funzionalità a seconda delle dimensioni. Per avere una certa significatività
per gli uccelli acquatici gli stagni devono essere di oltre 10.000mq, per i pesci oltre 250, per anfibi e
rettili oltre 100, mentre oltre 25 per insetti e invertebrati acquatici (Habitat,1992).
Piano:
punto A: laghetti artificiali presso la casa a riempimeto meteorico. 20mq sup, profondità 40
cm.
• AP: mantenere l’efficienza dell’ecosistema creatosi.
• AS: censire le specie presenti.
• ADM: indicare le specie presenti mediante pannelli
punto B: punti d’acqua a riempimento meteorico vicino al bosco. Si tratta di 2 piccole vasche
in cemento di 1 mq cad.
• AP: ripristinarle, pulirle e naturalizzarle con piccole attivita murarie.
• AS: censire le specie presenti.
• ADM: indicare le specie presenti mediante pannelli
punto C: stagno presso vigneto di Cabernet. Da costruirsi. Dimensione stimata 50 mq.
•
•
AP: Studiare e costruire uno stagno artificiale, a riempimento meteorico,
autodepurante.
AS: censire le specie presenti e l’incremento delle stesse in seguito alla
costruzione dello stagno.
ADM: indicare le specie presenti mediante pannelli e rendere possibile
l’osservazione degli animali selvatici mediante la costruzione di punti di
osservazione.
•
b. il bosco
Obiettivo: il miglioramento delle condizioni naturalistiche del bosco e il suo sfruttamento ai fini didattici e
di marketing
Per organizzare meglio le superfici, riproponiamo, reinterpretandola, la classificazione del bosco
secondo lo schema adottato dal diritto romano (il primo esempio nella storia di diritto forestale):
Silva Sacra, Silva Palaris, Silva Glandaris, Silva cedua, silva incedua
La Silva Sacra:

AP:
o
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o
Gestione del legno morto. (Nelle foreste naturali vi sono 70m3 di
biomassa secca al suolo per ettaro. In un bosco a gestione mista
l’obbiettivo è di 20 m3. L’aumento di necromassa permette l’instaurarsi di
una fauna saprofitica e xilofaga funzionale all’ecosistema.)
Incisioni e cavità artificiali negli alberi. Favorisce il ristagno d’acqua ed è
utile alla riproduzione di alcune specie di scolitidi (Bosco Fontana, 2003).
Alberi morti in piedi. Due aleri secchi in piedi per ettaro con diametro
superiore a 25 cm offrono buone possibilità di nidificazione per il picchio
verde (picus viridis). L’albero morente e marcescente emette terpeni e
altre sostanze odorose che richiamano il picus viridis. Il picchio è infatti
legato alla presenza di legno morto dove può trovare facilmente insetti e
costruire il nido.
Nidi artificiali per sopperire alla carenza di rifugi naturali. Non essendo
possibile creare direttamente aperture nelle piante (secche o viventi) per
la scarsa presenza di alberi di grosse dimensioni, è necessario
l’inserimento di nidi artificiali specifici sia per diverse specie ornitiche (dal
rapace notturno al passeriforme), che per pipistrelli e mammiferi terrestri.
Alimentazione specie selvatiche in inverno.
Divieto utilizzo mezzi agricoli pesanti.
Favorire la crescita del sottobosco per aumentare la disponibilità di cibo
vegetale e animale per eterotrofi di secondo livello.
piantumare 50 metri sul lato sud della Singia utilizzando specie sciafile o
emisciafile e utili alla fauna:
 sambuco (Sambucus Niger)
 nocciolo (corylus avellana) (6 metri max.)
 corniolo (cornus mas) (8 metri max.)
 crespino (berberis vulgaris)(2,5 metri max.)
 biancospino (crataecus monogyna) (5 metri max.)
 sanguinella (cornus sanguinea) (4 metri max.)
 pallon di maggio (viburnum opulus) (3 metri max., idrofila)
 frangola (frangula alnus) (4 metri max., idrofila)


AS: censire le specie presenti e l’incremento delle stesse in seguito alla
realizzazione degli interventi previsti.
ADM:
o Posizionare piccoli steccati in legno per le passeggiate e le escursioni.
o Posizionare pannelli con le spiegazioni degli interventi effettuati
Silva Palaris. Castagneto con finalità di produzione dei pali per il vigneto.
Silva Glandaris: Tartufaia. Già piantata, da iniziare lo sfruttamento.
 AP: eventuale completamento della zona coltivata
 ADM: realizzazione di un’area dove fare didattica sul tartufo e i metodi di
coltivazione e raccolta
Silva Cedua: Porzioni di bosco destinate alla produzione di legna da ardere.
Silva incedua: bosco non governato.
2. Recupero e creazione
a. siepi:
Le siepi sono corridoi verdi all’interno del panorama agricolo. Sono composti di tre livelli: erba, cespugli
e alberi (Baudry 1990). Una siepe completa e ben gestita ha una serie di valori specifici molto
complessa, raggruppabili in due insiemi:
 Valori biotici. Offre rifugio e possibilità di vita per specie vegetali e animali,
è un corridoio naturale per nuclei vegetali o animali separati dallo spazio.
 Valori abiotici. Azione frangivento e antierosiva, creazione di microclimi,
aumento della bellezza del paesaggio, azione di assorbimento di
fitofarmaci e nitrati in soluzione, filtrazione di polveri e rumori.
Più in dettaglio vediamo come la siepe abbia un impatto sulle specie erbacee e sulla fauna.
• Le specie erbacee:
diversi sono i fattori che influenzano la ricchezza vegetale di una siepe.
Per quanto riguarda le specie erbacee queste saranno in prevalenza annuali soprattutto nel caso di una
siepe piantata gestita con molti interventi di sfalcio (Biemans et al). Ancor di più se il campo accanto
porta una coltura annuale, soprattutto se questa è allevata in modo intensivo e con diserbanti. In questo
caso si insedieranno poche (Aude et al. 2003) specie molto aggressive (Biemans et al. 2004).
Al contrario un sistema più stabile (siepe più vecchia, naturale con colture perenni) favorisce
l’insediamento di varietà erbacee perenni. La vicinanza al bosco e una larghezza della siepe maggiore
di 4 metri favorirà poi l’instaurarsi di specie più tipiche del bosco (Burel 1996).
• La fauna:
Il numero di uccelli presenti nelle campagne declina rapidamente quando la densità delle siepi cala al di
sotto dei 50m/ha (Lack, 1992). Nelle siepi si possono trovare circa 60 specie di uccelli (Sparks et al.) e
28 specie di mammiferi (Andrew and Rebane, 1994).
Sette di queste specie ornitologiche sono considerate specialiste delle siepi: lo zigolo giallo, il fanello, la
passera scopaiola, la bigiarella, il cardellino e il verdone.
In generale la densità del numero di specie non aumenta all’infinito, ma ha un punto ottimale con 8 km di
siepi per Km quadrato.
(Fuller et al. 2001)
Per i piccoli mammiferi sembra invece che la siepe abbia un valore maggiormente “alternativo” . Infatti
nessun mammifero è specialista della siepe, poichè generalmente privilegia il bosco.
I mammiferi più comuni nelle siepi sono: il topolino di bosco, le arvicole e il toporagno.
Per tutti questi animali (mammiferi, uccelli, insetti) la siepe svolge la funzione di:
• Produrre cibo: semi , bacche e frutti sono importanti per mammiferi e granivori. Per gli insettivori
è invece importante la funzione di “supporto” che le piante svolgono per la popolazione
entomofila, sia durante la stagione estiva che come rifugio durante la fase d’ibernazione o
impupamento. Il Crataecus è stimato “supportare” 209 specie d’insetti, 153 il prunus spinosa,
106 il nocciolo, 98 il faggio e 51 l’acero campestre (Andrew and Rebane, 1994).
• Riparo per la nidificazione: 60 specie nidificano in uno dei 3 livelli della siepe (Sparks et al.,
1996)
• Corridoi biologici: incoraggiano la conquista di nuovi territori, il collegamento tra popolazioni
attive. favorendo lo scambio genico ed eventuali ricolonizzazioni di popolazioni danneggiate
(Bennet at al., 1994).
(Andrew and Rebane, 1994)
La gestione della siepe influenza la ricchezza di specie presenti:
L’altezza è probabilmente uno dei fattori più importanti (Parish et al. 1994, Macdonald and Johnson,
1995 Sparks et al., 1996). L’altezza critica per scricciolo, piccione di bosco, sterpazzola, luì, e cincia
sembra essere tra i 2 e 3 metri. Altre specie da canto preferiscono invece un’altezza di 1,2 m dal suolo
per nidificare. Come minimo la larghezza della siepe deve essere di 1,2m.
Altre specie come il fanello, strette consumatrici di semi di specie erbacee, prediligono siepi erbacee e
basse.
La forma migliore sembra quella ad A. Una delle peggiori la “e”, dovuta ad una eccessiva pulizia del
sottobosco che rende anche più vulnerabili i nidi degli uccelli (Lack, 1992).
La potatura riduce la quantità di fiori e frutti disponibili. D’altro canto la potatura può essere necessaria
per mantenere in forma la chioma. Sembra che una potatura ogni tre anni sia una buona soluzione
intermedia (Croxton and Sparks, 2002).
La composizione botanica ottimale comprende la presenza di piante adulte, che rappresentano maggior
riparo, un punto per nidificare e cantare, e piante morte che forniscono cibo per insettivori.
La diversità di cespugli alla base è poi molto importante. Tra le specie più interessanti poi c’è il Cratecus
monogyna e l’edera (Lack, 1992).
Obiettivi: ll biocontrollo e l’aumento di specie vegetali e animali.
Il piano:

AP:



siepe monofila e posizionata nel vigneto di Morsone 100m
Naturalizzazione scarpata di Longavina. Trasformazione da “schema e” a
“schema g”.
Siepe sul lato EST del terreno d’ingresso.
Le seguenti specie sono ritenute avere effetti positivi sullo sviluppo di fauna utile per i vigneti:

•
•
•
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•
•
•
•
•
•
•
Ginestra dei carbonai. Serbatoio di antocoridi (Faivre d’Acier et al)
Morus Nigra (rifugio coccinelle in autunno) (Nicoli et al, 1995)
Crataecus monogyna (rifugio coccinelle) (Nicoli et al, 1995. Burgio, 2004)
Rosa canina. (Neurotteri) (Duso..la siepe come laboratorio).
Robus spp.. (Mimaridi, Trichogramma) (Ponti et al., 2003 Reda, 2004)
Corylus avellana (Mimaridi, coccinellidae, Phitoseidi) (Ponti et al., 2003. Burgio,
2004, Duso, 2004)
Ligustrum Vulgare (Trichogramma e coccinellidae)(Reda, 2004. Burgio, 2004)
Prunus Spinosa (Trichogramma)(Reda, 2004)
Pyrus pyraster (Coccinellidae) (Burgio, 2004)
Cornus sanguinea (Phitoseidi) (Duso, 2004)
AS: monitorare effetto positivo della piantumazione sulle popolazioni utili (vedi tesi 2008)
ADM: posizionare tabelle illustrative nelle zone oggetto di lavorazione
b. Giardino delle farfalle
Sembra che la ricchezza in specie di insetti sia direttamente correlata alla ricchezza floristica (Thomas
and Marshall, 1999).
In particolare le farfalle necessitano di una rete di siepi che possano creare le condizioni ambientali loro
adatte durante l’intero giorno (Carter and Anderson, 1987). La tipologia di piante che possono attirarle
non è l’unico fattore fondamentale (Dover and Sparks, 2000); molto importante è la qualità dell’habitat e
quindi l’assenza d’uso dei pesticidi, la gestione della siepe, la posizione della siepe nell’ambiente e la
posizione geografica dell’area in questione.
Elementi utili sono:
o Per l’alimentazione larvale: ortiche in pieno sole.
o Per l’alimentazione degli adulti:buddleja per i diurni e caprifoglio per i notturni.
o Generiche erbacee: Finocchio, carota, erba medica, cavolo ornamentale,
o Generiche arboree/arbustive: Pruno o prugnolo, Pyracanta, mahonia, ligustro, viburno e
ginepro.
o Edera (per i fiori adatti all’alimentazione tardo estiva e per la possibilità di riparo).
o Caduta d’acqua a formare piccole pozzanghere anche fangose per alcune farfalle.
o Per aiuole e bordure piante annuali o erbacee perenni che garantiscano fioriture continue dalla
primavera all'autunno inoltrato:
primavera: pisello odoroso, arabis, iberis e viola mammola
o
-
estate: asclepia (nota come "erba delle farfalle”), coreopsis, margherita, verbena
-
autunno: astro, verga d'oro, crisantemo, cosmos
Altre specie ricche di nettare: l’alisso, l’aubretia, il Cheiranthus, l’Armeria maritima, la lunaria, la
Hesperis matronalis, la Valeriana, la reseda, il Dianthus barbatus, la nepeta o erba gatta, la
Phlox adsurgens, l’issopo, gli Aster, la verbena, l’Echium wildpretii, il fiordaliso, l’eliotropio, la
Solidago, il Sedum, i clerodendrum (quasi tutti da ricoverare al caldo d’inverno), gli Edychium,
Anigozanthus flavidus, Callirhoe involucrata, Gaura lindheimeri, Verbascum bombyciferum.
Obiettivo: Creare un area adatta alla riproduzione delle farfalle.
Piano:
-
AP: Porgettazione e realizzazione di interventi ad hoc nelle aree circostanti la cascina
-
AS: Monitoraggio del risultato degli interventi.
-
ADM: Utilizzazione delle immagini degli interventi al fine di marketing del brand aziendale.
Condivisione del paesaggio e dell’ambiente con la clientela, che potrebbe usufruire di tale aree
nelle zone appositamente studiate per ospitare “turisti” e clienti. Creazione di tabellazione
apposita per le scolaresche.
c. Strips-flower e isole di fiori selvatici
L’utilizzo di specifici mix di specie erbacee nell’interfila del vigneto può essere finalizzato sia all’aumento
ella biodiversità che per biocontrollo.
In azienda abbiamo in atto strategie di biocontrollo che prevedono il ritardo dello sfalcio dell’interfila al
fine di aumentare la presenza di polline utile alle neanidi di fitoseidi. Tale tecnica, derivata da ricerche
dell’università di Padova (Duso, 2004), ha permesso il recupero dell’equilibrio nelle popolazioni di
tetranichidi (perso dopo i trattamenti insetticidi del 2002 e 2001), tant’è che ad oggi abbiamo una
popolazione di fitoseidi per foglia di che oscilla da 5 a 12 esemplari, quando viene considerata “buona”
la presenza di almeno 2 fitoseidi per foglia.
Un’altra operazione utile al biocontrollo è creare dei corridoi naturali nel vigneto che colleghino la parte
centrale alle zone selvatiche marginali, costituendo uno strumento di diffusione e di riproduzione per gli
insetti utili. Nel Nord della California, zona di vigneti di grosse dimensioni, vengono piantati corridoi
costituiti da circa 60 specie vegetali connessi con la foresta. L’impatto positivo del corridoio si estende sul
vigneto per circa 30-45 metri ai lati dello stesso (Thrupp, 2008) consentendo il diffondersi nel vigneto dei
vari antagonisti utili.
Numerose sono le specie erbacee che hanno una generica capacità di attrazione nei confronti di insetti
benefici in varie coltivazioni (Altieri, 2005):
o Umbrelliferae: carum carvi, Coriandrum sativum, Anethum vulgare, Ammi majus, Dacus carota,
Ammi visnaga, Pastinaca sativa.
o Compositae: Gailardia spp., Echinacea spp., Coropsis spp., Cosmos spp., Solidago
spp. ,Helianthus spp. ,Tanacetum vulgare, Achillea spp.
o Legumes: Medicago sativa, Vicio grandiflora, Vicia fava, Vicia villosa, Melilotus offcinalis
o Brassicaceae: Aurinium saxatilis, Berteroa incana, Brassica spp., Lobularia maritima (Allyssium),
Barbarea vulgari,s Brassica Kaber
o Altre: Fagopyrum esculentum, Potentilla spp.
Specie considerate attrattive e periodo di fioritura.(Fiedler, 2007)
Più specificatamente per quanto riguarda gli insetti utili in vigneto:
o Trichogramma: è favorito dalla presenza di Urtica dioica (Reda, 2004)
o La riproduzione di coccinellidi è favorita dalla presenza di da Cirsium sp., Rumex sp. Urtica dioica L
(Burgio, 2004) mentre gli adulti si trovano facilmente su Daucus carota L., Amaranthus retroflexus
L., Dipsacus sylvestris Hudson, Arctium sp., Crepis sp., Picris sp. (Burgio, 2004).
o Anthocorid: Family Carrot family (Queen Anne’s lace, tansy, coriander, bishop’s weed, chervil),
sunflower family (cosmos, tidy tips (Layia), goldenrod, daisies,yarrow), baby-blue-eyes
(Nemophila), hairy vetch, alfalfa, corn,crimson clover, buckwheat, blue elderberry (Sambucus
caerulea)willows, shrubs.(Dufour, 2000)
o
Chrysoperla: Carrot family (caraway, Queen Anne’s lace, tansy, dill,angelica), sunflower family
(coreopsis, cosmos, sunflowers, dandelion, goldenrod), buckwheat, corn, holly leaf cherry
(Prunus ilicifolia), flowering bottle tree (Brachychitonpopulneum), soapbark tree (Quillaja
saponaria).(Dufour, 2000)
o
Kampinodromus: Poaceae (Duso, 2004)
o
o
Ragni: Caraway, dill, fennel, cosmos, marigold, spearmint (Dufour, 2000)
Stethorus spp: Carrot family (dill, fennel, etc.), mustard family (sweet alyssum, candytuft,alyssum,
candytuft, etc.).(Dufour, 2000)
I sirphidi: Carrot family (Queen Anne’s lace, dill, fennel, caraway, tansy,parsley, coriander,
bishop’s weed), the sunflower family(coreopsis, Gloriosa daisy, yarrow, cosmos,
sunflower,marigolds), candytuft, sweet alyssum, ceanothus, holly-leavedcherry (Prunus ilicifolia),
buckwheat, scabiosa, spearmint,coyote brush (Baccharis pilularis), knotweed
(Polygonumaviculare), California lilacs (Ceanothus spp.), soapbark tree,meadow foam
(Linnanthes douglasii), baby-blue-eyes Nemophila);(Burgio, 2004) (Dufour, 2000)
o
Esistono altresì in commercio mix di specie erbacee consigliate per vigneto che avrebbero una capacità
attrattiva per insetti utili. Per esempio il Low Growing Good Bug Blend, fiorisce per 6/10 mesi, teme I
periodi siccitosi. Rimane basscontiene carrot, chervil, coriander, clovers (crimson, white, rose), subclovers,
nasturtium, parsley, alyssum and yarrow.
Nella situazione di Cascina Belmonte, in cui godiamo per il momento di una buona stabilità ecologica,
tantè che da anni non abbiamo danni da attacco di insetti, l’utilizzo delle strip flower potrebbe essere
rivolto principalemnte ad un aumento della biodiversità per fini diversi da quello della produzione
agricola, bensì per un fine decorativo, paesaggistico e naturalistico.
Obiettivo: Le strip flower potrebbero essere studiate e concepite all’interno del farm nature plan come
complemento (ad esempio) del giardino delle farfalle o per incrementare la biodiversità selvatica.In ogni
caso l’aumento della diversità ambientale si riflette su tutte le specie animali. E’ stato dimostrato ad
esempio, come la presenza di uccelli in ambiente agricolo è direttamente correlata alla presenza di
artropodi (Benton, 2002), la cui presenza è inversamente proporzionale al grado di intensificazione di
coltivazione.
Piano:
-
AP: Progettazione di aree wildrness in aree oggi utilizzate per la produzione di fieno e
nelle interfila di alcuni vigneti.
AS: Monitoraggio dell’andamento delle popolazioni di insetti utili e di specie selvatiche.
ADM: Tabellazione degli interventi
d. Le dejoune sull’herbe:
Crere degli spazi utilizzabili da parte dei clienti dell’azienda per vivere un momento, un picnic, un
pranzo domenicale a contatto con la natura.
Piano:
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AP: Progettazione e realizzazione di aree attrezzate con tavoli, aree chill-out adatte al
picnic. Creazione area gestione prenotazioni sul sito.
AS: Monitoraggio del ritorno di immagine e di contatti
ADM: promozione e vendita del prodotto vino e di kit del Progetto Stagioni.
e.
La siepe per la cattura delle percolazioni di azoto:
La siepe ,o fascia tampone boscata, favorisce la riduzione di ruscellamento e infiltrazione di nitrati per 3
fenomeni:
o Deinitrificazione: è operata da batteri che si sviluppano a carico del carbonio organico
radicale. Dei tre fattori è quello di maggior efficacia.
o Assimilazione dei nutrienti da parte della pianta
o Adsorbimento particelle fini e molecole bloccate dalla rete radicale.
FTB di recente impianto riducono di un 50% il carico di N disciolto nelle acque e riducono la
frazione azotata composta da nitrati a vantaggio dell’N organico fissato. Determinano inoltre
l’assorbimento quasi totale del Fosforo in eccesso.
Si può ipotizzare l’impianto di una FTB presso la nuova concimaia, usando specie ad alta velocità di
crescita e forma di allevamento a ceppaia.
Specie consigliate:
o
o
Olmo Campestre: pianta sciafila, adatta al microclima, però soggetta a gravi patologie.
Ontano Nero: ottima velocità di crescita. Buona per la produzione di miele, rappresenta habitat
per la fauna selvatica (veneto agricoltura, 2002) e fornisce alimento invernale per i lucherini
(http://www.trafioriepiante.it/infogardening/giardino/SiepeSuMisura.htm).
Obiettivo: riduzione impatto ambientale chimico e visivo del cumulo di riufiuti iorganici e letame
posizionato sul lato nord del terreno nella valletta.
Piano:
-
AP: Piantumazione di una siepe di circa 50 metri con olmi e Ontani neri governati a
ceppaia e a ceduo.
AS: rilevazione delle percolazioni
ADM: Tabellazione della siepe. Miglioramento dell’immagine del campo che potrebbe
divenire fruibile per passeggiate.
Tabella interventi e costi
PROGETTO
AP
euro
Manutenzione
punti acqua
Costruzione
laghetto
1000
Bosco
Piantumazione
1000
500
Siepi
Gestione legno
morto-cavità
Nidi e
alimentazione
artificiale
Piantumazione
Punti d’acqua
Giardino farfalle Progettazione
15000
500
1000
5000
Piantumazione
5000
Strip flowers
Piantumazione e
gestione
2000
Le dejoune
sull’erbe
Progettazione
5000
AS
euro
ADM
euro
Tabelle (3)
750
Costruzione
punto
osservazione
Tabelle (3)
2500
Sentieri
10000
Monitoraggio fauna 500
e flora (utile e
selvatica)
Monitoraggio fauna 500
e flora (farfalle)
Tabelle (2)
500
Tabelle (2)
500
Monitoraggio fauna 500
e flora (utile e
selvatica)
Monitoraggio sul
500
ritorno di
comunicazione
Tabelle (2)
500
Tavoli (4)
4000
Censimento e
500
monitoraggio fauna
selvatica
Censimento e
500
monitoraggio fauna
e flora (utile e
selvatica)
750
Kit per pick nic 500
35000
3000
15500
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