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la pagina degli sportivi 13
Nello sport, come nella vita:
meno chiacchiere,
più partecipazione
...da “NOI IN FIDAS”
di Bruno Pizzul
scarsa voglia di socializzare, di partecipare. A
meno che non si tratti di
Estate di grandi numeri per gli
co della società in cui viviamo. Se
far festa, magari in modo
ascolti televisivi. Grazie soprattutto
ne ha indiretta dimostrazione anche
becero e irresponsabile in
allo sport che ha trovato nella tv una
dalla progressiva desertificazione
occasione di qualche
veicolazione privilegiata, almeno
degli stadi di calcio, dove la presengrande successo (della
nell’anno olimpico, non riservata al
za degli appassionati è in costante
nazionale o di qualche
solo calcio. E’ la dimostrazione di
diminuzione. Effetto negativo della
squadra di calcio). Il falliquanto sia radicata l’attrazione dello
super-offerta televisiva? Può essemento degli azzurri di
sport, in tutti gli strati sociali.
re, ma in altri Paesi gli stadi sono
Donadoni agli Europei, ha
La sensazione è che comunque non
pieni anche se la tv propone le sue
suscitato rabbiose reazioci sia una corrispondente predispolusinghe proprio come da noi.
ni, con il sospetto che
sizione dei singoli ad atteggiarsi in
Vero è che dalle nostre parti gli
parecchia gente si sia
modo positivo verso la pratica sporimpianti sono inadeguati e scomodi,
indispettita
soprattutto
tiva personale. In genere siamo
che il clima che vi si respira non è
perché è stata privata
sportivi passivi, la sovraesposizione
certo idilliaco per le frequenti manidella possibilità di far
mediatica, soprattutto televisiva, ci
festazioni di intolleranza o addirittufesta dando vita alle notti
ha trasformato in guardoni, alimenra di violenza vera e propria, ma va
brave di cui abbiamo
tando la tendenza alla sedentarietà
tenuto in debito conto anche un
buona e non sempre posie ingigantendo un problema già tipicerto tasso di pigrizia personale, la
tiva memoria.
contrasto con le abitudini tipiche
Considerazioni
che
della categoria cui appartiene, che
ripropongono l’antica
collega la tipica precarietà profesquestione della inguasionale con il baluardo di sostanzioribile nostra tendenza
se contropartite materiali, anche e
a renderci schiavi del
soprattutto
risultato.
in caso di
Va bene semrisoluzione
pre e solo
anticipata
quando
si
Nella foto:
del contratvince, poco imgli striscioni
to di lavoro.
porta come. Se
delle sezioni
Non lo dil’esito
non
è
Fidas Verona
ranno mai
corrispondente
della
apertamenalle aspettatiValpolicella
te, ma un
ve,
apriti
cielo,
esposti in
diavoletto
processi
a
non
occasione
maligno ci
finire, ricerca di
della manifesuggerisce
colpe personastazione con
quel
che
li,
mai
una
al centro
magari penvolta che si
l’inconfondisano tanti
ammetta
di
bile mongolaltri allenaaver
perso
perfiera
tori e colleghi di Donadoni: «non è
ché gli avversari sono
uno di noi».
stati più bravi.
A tutte le squadre è stato consegnato un
Adesso tocca a Lippi, l’augurio è
E
come
così
diventa
di Nicola Trande
trofeo, ma quello più importante è stato
che faccia bene, anche se è inevitauomo fuori schema,
Visto il successo avuto nel giugno 2007, consegnato alla formazione di Fumane
bile qualche riserva sul suo lasciare
quasi un extraterreanche quest’anno le sezioni Fidas della perché tra i suoi atleti c’era il maggior
da trionfatore, per poi tornare con
stre, Donadoni che,
Valpolicella (Fane, Fumane, Marano- numero di donatori iscritti; quest’ultimo
l’implicito ruolo di salvatore della
sconfitto sul campo e
Valgatara, Negrar, Parona, Pedemonte, trofeo è stato consegnato in memoria delpatria. E tutti noi ad alimentare il
scaricato brutalmente
Sant’Ambrogio e San Floriano) hanno l’amico Franco Dal Negro che ci ha
coro di giudizi, valutazioni, chiacdalla federazione, ha
organizzato il 2° Torneo di calcio juniores lasciati alcuni mesi fa e al quale va il
chiere assortite. Non è il modo
serenamente detto di
della Valpolicella al fine di sensibilizzare nostro affettuoso ricordo. Sia il sabato
migliore di partecipare. Da sportivi
aver vissuto un’espeal semplice ma indispensabile gesto della che la domenica al termine delle gare
in poltrona. E non solo per limiti
rienza soprattutto usportive, per tutti i presenti c’è stato un
donazione del sangue.
d’età o di tempo. Succede per la
mana straordinaria e
Al torneo hanno partecipato le seguenti momento conviviale. Ringraziamo tutti gli
pratica sportiva e per molti altri setse n’è andato senza
squadre: Ambrosiana, Arbizzano, Avesa, sponsor e le autorità che hanno contribuitori, in cui sarebbe facile e produttifar questioni di buone
Carianese, Fumanese, Negrar, Parona, to allo svolgimento della manifestazione,
vo parlare di meno e fare qualcosa
uscite o rivendicazioni
ma il grazie più grande va sicuramente ai
Pedemonte.
di utile e di concreto in più.
economiche. In netto
La manifestazione si è svolta nei giorni di giovani calciatori che speriamo diventino
sabato 7 e domenica 8 giugno; alle pre- presto anche giovani donatori.
Natale si avvicina, le vacanze pure;
miazioni erano presenti il presidente pro- Infine, un grazie ai presidenti delle sezioprima di partire ricordati di passare
vinciale Andrea Campara, alcuni ammini- ni Fidas della Valpolicella, agli Alpini di
dal CENTRO TRASFUSIONALE
stratori locali, l’ex calciatore del Verona Marano-Valgatara, all’immancabile cuoca
per la TUA DONAZIONE!
Walter Franzot e il vice presidente della Angela e a quanti hanno collaborato per
Anche a Natale c’è sempre
Banca della Valpolicella Credito di Ma- la riuscita di questo importante evento
(nonostante
l’abbondante
pioggia).
rano, nostro principale sponsor.
bisogno di sangue, forse di più!
SEZIONI DELLA VALPOLICELLA
Consegnato il trofeo
più importante
14 la voce delle sezioni
CASELLE di SOMMACAMPAGNA
Quanto è originale
la nostra prima sede!
di Stefano Tassini
Nelle foto
qui a
destra: il
taglio del
nastro da
parte delle
autorità e
la nuova
sede dei
donatori di
Caselle
È alto e s’innalza nel cielo del paese
grazie ai suoi 25 metri d’altezza. È un
edificio che ci riempie d’orgoglio perché ospita la prima sede della sezione FIDAS di Caselle che abbiamo
inaugurato domenica 12 ottobre. Non
sforzatevi di immaginare cosa sia mai
questo stabile. Eccovi degli indizi:
non è un banale palazzo in cui abbiamo ottenuto un appartamento e nemmeno la cella campanaria del campanile (quello “svetta” a 35 metri).
Se ci pensate bene, il parroco non
appoggerebbe certo una richiesta
così ardita…
Qualcuno dice che sia la torre di controllo del vicino
aeroporto? No. Troppa confusione tutto intorno e,
se non bastasse, sarebbe difficile la convivenza
con gli uomini radar… Mi spiace dirvelo, ma siete
fuori strada. La nostra sede è situata proprio nel
centro paese in un edificio pubblico davvero unico
ed è, data la sua altezza, ovviamente ben visibile.
Vi ho incuriosito abbastanza? E va bene, ve lo dico:
si tratta del vecchio acquedotto inutilizzato da più di
trent’anni. Avete in mente quella costruzione presente in tanti paesi con sopra una grande vasca
sorretta da pilastri di cemento armato? Sì, proprio
quella! Sono convinto che nessun altro gruppo di
donatori del veronese
possa vantare una
casa tanto particolare. Ma non finisce
qui: lo stabile è posto
al centro fra la zona
dei campi sportivi e
l’area del centro
di Stefano Tassini
sociale nella frequentatissima Piazza dei
Donatori
(che
il
Comune di Sommacampagna ci ha intitolato nella storica
cerimonia del 20 aprile di quest’anno).
Dopo quello che vi ho
descritto, sono proprio convinto di poter
affermare che l’accoppiata piazza dedicata e particolarità
dell’edificio è unica
nel veronese e… percome primo pensiero quello di andare sotto
fino nella regione
una doccia? Nemmeno per idea! Sono
Veneto. Ma lancio
rimasti in trepidante attesa del loro piatto di
una sfida: trovatemi
tortellini accompagnato da buon vino
una sede del genere
Custoza che, magicamente, hanno fatto
abbinata ad una piazdimenticare in fretta le fatiche della gara.
za dei donatori nel
Alla fine, tutti in attesa della classifica finapanorama italiano!
le e, finalmente, ecco il nome del vincitore:
Volete scommettere?
Alberto Aldegheri (nella foto premiato dal
Avete poche possibipresidente provinciale Andrea Campara)
lità di vincere perché
della sezione di Colognola ai Colli che ha
la nostra rete di
messo in riga gli esponenti di Povegliano,
osservatori mi conferMarco Perina e Giorgio Piacenza. Grande
ma con certezza che
soddisfazione è stata espressa dai parteciho ragione…
panti per l’organizzazione messa in campo
La prima sede dopo
da un nutrito gruppo di volontari capeggiati
37 anni di attività… ci
dal Bike Team di Caselle. I risultati ci hanno
pare impossibile non
incoraggiato a riproporre la gara nel mese
ritrovarci più nei locadi maggio del 2009 e, quindi, fin da ora tutti
li della scuola materi ciclisti-donatori, che hanno a cuore la bici
na o nelle sale pare che vogliono dimostrare che il ciclismo
rocchiali, ma ogni
può essere uno sport sano, inizino ad allecosa viene a suo
narsi. Una promessa che vi faccio fin da
tempo (anche se
ora? Anche la prossima volta forniremo il
effettivamente è prosano doping culinario valeggiano e, se proprio tanto) e, finalprio arriverà un blitz della Polizia come
mente, è giunto il
accade regolarmente nel Tour de France…
momento anche per
allora lo condivideremo con loro!
noi di avere il nostro
Ciclismo, doping e...
tortellini
Fidas Verona non è solo
un’Associazione di Donatori di
Sangue, ma anche una polisportiva.
Non sgranate gli occhi chiedendovi
quale baggianata sto scrivendo... Lo
scopo istituzionale rimane sempre
quello di essere utili al prossimo bisognoso, ma per “scovare” nuovi donatori, da diversi anni ci siamo avvicinati al mondo sportivo. Calcio, pallavolo
e sci sono discipline che già vedono
Fidas Verona organizzare numerose
manifestazioni in questi ultimi anni
(come già ampiamente riferito nei
precedenti numeri di “Noi Donatori”).
Quest’anno, abbiamo fatto una scelta
coraggiosa inserendo un trofeo di ciclismo
fra gli eventi associativi. Coraggiosa perché ormai sappiamo quanto nel mondo
della bicicletta siano di gran moda parole
come: doping, ematocrito alto ed autotrasfusioni. Tenete presente, però, che per
parteciparvi era necessario essere donatori di sangue Fidas Verona o aspiranti tali.
Atleti “certificati”, dunque, che magari non
saliranno ai 30 di media per i tornanti dello
Stelvio. Il gruppo promotore della Fidas
zona sud-ovest si è chiesto più volte se la
nuova iniziativa sarebbe stata ben accolta
dai donatori. La risposta è arrivata domenica 11 maggio, quando alla partenza si sono
presentati trenta donatori che si sono
avventurati nel percorso con il giusto spirito pionieristico di chi apre un nuovo capitolo sportivo della Fidas, ben consci che il
loro unico doping consentito sarebbe
stato… un piatto di tortellini che li avrebbe
ristorati al loro ritorno a Caselle e preparato in loco dai maestri della nostra sezione
di Valeggio che, com’è ovvio, hanno dato
prova della loro abilità culinaria. Pensate
che gli atleti al loro arrivo abbiano avuto
luogo di ritrovo. Certo che all’inizio l’acquedotto era
davvero malandato e solo il più inguaribile ottimista
vi poteva vedere un futuro luogo accogliente: pareti esterne sudice e scrostate, gli immancabili colombi che svolazzavano qua e là (producendo potete
ben immaginare cosa), poderosi tubi attraversavano centralmente tutta la struttura, la porta in ferro
arrugginita si poteva aprire solo con una vigorosa
pedata e la stanza al piano terra era perfetta per
potervi ambientare uno di quei film girati in posti
spettrali, tanto era piena di ciarpame; insomma,
francamente un disastro.
Con tanto sudore (vi assicuro che il periodo estivo
passato a lavorare all’interno di uno stanzone di
cemento armato e mattoni in cotto è davvero
caldo… e i nostri Artildo e Cesare ne sanno qualcosa) nel giro di qualche mese abbiamo trasformato l’edificio grazie alla preziosa opera di donatori
che hanno messo a disposizione le loro capacità di
muratori, idraulici, lattonieri, elettricisti, stuccatori,
pittori e carpentieri.
È stato un lavoro lungo e appassionato che ha consentito di tramutare l’acquedotto, da muto testimone dei tempi andati, in un nuovo protagonista della
vita paesana. Chi è che non potrà sapere dell’esistenza dei donatori di sangue quando apporremo
sull’edificio dei pannelli con il logo FIDAS VERONA?
E chi è che non vi passerà davanti una volta ogni
tanto?
Lo stabile restaurato è il nuovo testimone del nostro
volontariato. Per molti anni ha svolto un servizio
fondamentale portando l’acqua nelle case; è finito
nell’oblio ed è rimasto silenzioso, quasi dimenticato, dopo che le moderne pompe l’avevano reso inutile.
Lui, tanto grande, ma allo stesso tempo invisibile,
abituati com’eravamo a considerarlo un pezzo d’antiquariato, ha aspettato che un giorno qualcuno lo
rivalutasse ed ora, rullo di tamburi, è giunto il suo
momento. Adesso lo si può vedere ben sistemato,
lucido, pulito e illuminato nella sua nuova veste di
testimonial della cultura del donare che dimora
anche a Caselle.
Certamente siamo ben posizionati nella gara per il
premio riservato alla categoria “sede più originale”,
ma quello che più ci interessa è che nuovi amici e
amiche abbraccino il nostro ideale e che si rechino
nei Servizi Trasfusionali per diventare nuovi donatori di sangue, orgogliosi di poter compiere quel
gesto che, passando per la Piazza dei Donatori
dominata dall’acquedotto/sede, magari ti passa per
la testa facendoti chiedere: “Ma è proprio così difficile donare il sangue pensando che in ogni momento della giornata qualcuno vive grazie a questo
dono?” Basta alzare lo sguardo e guardare il nostro
amico acquedotto e lui ti risponderà: “Non è difficile, fatti coraggio e vai!”
la voce delle sezioni 15
Nelle foto, a sinistra: due giovani
donatori cadidavesi al C.T. di Borgo
Roma; a destra:
Alessandro
Tegazzini, dinamico presidente
della sezione
CADIDAVID
Tutto è nato da una
“grande ambulanza”
di Anita Perbellini
Fin da piccola nel mio paese, Cadidavid, ho
sempre sentito parlare dei donatori di sangue. La domenica mattina infatti, quando
con mamma, papà ed i miei fratelli si andava alla messa, ogni tanto vedevo “una grande ambulanza”, come la chiamavo io, vicino
alla quale c’era sempre un gruppo di persone. Con il tempo ho capito che quelle persone andavano alla “grande ambulanza” per
donare il sangue. Riuscii a comprendere
fino ad un certo punto, ma divenuta un po’
più grande mi son resa conto del gesto compiuto da quelle persone e di quanto bene e
di quanta gioia hanno donato, e donano tuttora, a tutti
coloro che soffrono. Da quelle domeniche sono passati più di quarant’anni. Infatti, il gruppo dei donatori di
sangue di Ca’ di David, denominato San Camillo prima
e Fidas poi, ha visto la luce nel 1964 ed è uno dei più
longevi della provincia di Verona. Nonostante l’età però
si può dire che il gruppo goda di ottima salute. Negli ultimi tre anni poi, possiamo affermare che ci sia stata una
vera e propria rivoluzione. Nel 2005, infatti, parlando in
numeri, ci sono stati 22 nuovi donatori; nel 2006 i nuovi
sono stati 28 e nel 2007 addirittura 32 . Il numero totale dei donatori è più o meno sempre uguale, ciò vuol
dire che c’è stato un buon ricambio generazionale.
Questo probabilmente è dovuto anche all’operato del
giovane direttivo, nel quale su un totale di 15 componenti, ben 12 hanno un’età inferiore ai 35 anni. Cosa
possiamo dire a questo punto?
Possiamo dire orgogliosamente
che il passato è stato molto proficuo per la nostra sezione, ma il
presente non è da meno. La
sezione sta vivendo, in questo momento, una nuova
primavera. Parlando qualche tempo fa con l’amico
Silvano Muraro, pilastro della Fidas Cadidavid ed
anche della Fidas provinciale, mi ha fatto notare che
ogni famiglia del nostro paese ha avuto oppure ha tuttora un donatore di sangue al suo interno; tutto ciò è per
noi motivo di vanto. L’unica cosa che manca a questo
meraviglioso gruppo è una vera e propria sede. Infatti il
direttivo in tutti questi anni si è riunito in alloggi di fortuna e solo grazie alla generosità di qualche persona. Il
presidente Alessandro Tegazzini comunque, insieme ai
suoi collaboratori, ha già mosso i primi passi per poter
realizzare questo bel sogno. Rimaniamo perciò in attesa di una buona notizia, alimentando la speranza che
per la ricorrenza del quarantacinquesimo si possano
festeggiare ambedue gli avvenimenti. Concludendo
vorrei ringraziare calorosamente tutti i donatori di
Cadidavid e augurare loro … buon proseguimento!
SEZIONI RIUNITE DI SALIZZOLE
Festeggiati i 37 anni
e gita all’“OktoberFidas”
Nella foto: il dirigibile e la
grande goccia di sangue
esposti in occasione
dell’inaugurazione della
nuova sede dei donatori di
Salizzole
di Lisa Tarocco
Domenica 14 settembre 2008, Lago di
Garda, Bardolino. In questa splendida
cornice si è svolto il pranzo per festeggiare il 37° anniversario del gruppo dei
Donatori volontari di sangue di
Salizzole. Sono stata invitata a questa
speciale occasione proprio per poter
poi raccontare come si è svolta la giornata attraverso questo mio scritto,
anche a chi magari non era presente.
Essere stata invitata è stato per me un
onore perché ho potuto rendermi conto
di cosa volesse dire essere un donatore e far parte di un gruppo così ben
affiatato. Devo dire che sono rimasta
entusiasta, ho provato una varietà di
emozioni diverse. Sono arrivata al
ristorante mentre si stava svolgendo la
Santa Messa, un giusto momento di
devozione per ringraziare il Signore di
aver fatto giungere il gruppo di
Salizzole al 37° anno con all’ attivo un
gran numero di donatori che supera di
gran lunga la media donazioni, pari a
70 ogni mille abitanti... niente male se
si pensa che non provengono tutti da
Salizzole e percorrono anche 30-40
km per poter donare con loro.
Ne ha fatta di strada questa squadra
dal 6 giugno 1971, quando si è svolta
la prima donazione e quando il numero di donatori era solo 13 (8 di
Salizzole e 5 fuori paese). Un piccolo
gruppo formato da amici, mentre ora i
380 donatori sono amici di amici di
amici… e così via. Finita la Messa si è
tenuto un breve rinfresco per salutare
chi era arrivato tardi e per poter fraternizzare con persone che ancora non si
conoscevano, proprio come me.
Sono passata quindi dal momento di
serietà della Messa allo stupore, perché questa grande famiglia mi ha fatto
vedere cosa è in grado di fare. A metà
del pranzo si sono tenute le premiazioni dei donatori.
Sono stati consegnati 22 diplomi di
benemerenza, 20 medaglie di bronzo,
8 medaglie d’argento, 12 medaglie
d’oro, 7 croci d’oro e 3 distintivi d’oro al
merito. Il Comune di Salizzole ha infine
premiato 9 donatori che hanno
raggiunto le 60 donazioni. A fine
pranzo il vice presidente della
Fidas
Verona,
Francesco
Rossetto, anche lui presente
all’evento, ha ringraziato tutti i
donatori, in particolare per l’elevata partecipazione, perché si
sa che donare è importante, ma
non si è mai troppi. Non c’è dubbio, il lavoro svolto dai volontari
delle Sezioni Riunite di Salizzole
è enorme, e da apprezzare è
l’impegno e la passione che
mettono in tutto ciò che fanno.
Giovani instancabili che per conquistare nuovi aspiranti donatori organizzano
eventi su eventi, come la gita
all’Oktoberfest di Monaco che per l’occasione diventa “OktoberFidas”, o a
Gardaland per la festa di Halloween e
più avanti la consueta gita in montagna, per non dimenticare il giorno di
Pasquetta passato con il gruppo degli
Alpini (300 persone partecipanti), la
camminata della solidarietà tenutasi il
1° giugno 2008 ed i ricchi ristori per i
donatori nelle giornate di raccolta di
sangue all’ospedale Borgo Roma di
Verona.
L’angolo della poesia
Donare
Donare è una magia vera
è poter vedere un sogno che si avvera.
Non è irreale,
né semplice o banale.
È uno scorrere di vita
da me a te,
da te a lui,
da lui agli altri.
Chi dona non ha colore,
chi dona non ha odore,
chi dona non è ricco
e nemmeno povero.
Chi dona non ha nome,
il donatore non ha confini
europei, asiatici, australiani,
né tantomeno americani o africani.
Chi dona ama
e chi ama sa sognare… e fa sognare;
arriva dove nemmeno
le mani dell’uomo arrivano.
Là dove quel fiume rosso
scorre senza meta precisa,
dove la vita chiama,
dove un bambino piange,
dove un anziano soffre,
dove qualcuno muore e chiede di vivere.
Chi ama ha due cuori,
uno per sé
e uno per gli altri.
Lisa Tarocco
Una moltitudine di impegni per sostenere un’ottima causa: la donazione di
sangue. Serietà, stupore, gioia, divertimento… una giornata, tante emozioni.
Esistono solo parole di ringraziamento
dunque, perché se il gruppo delle
Sezioni Riunite di Salizzole è arrivato
al 37° anniversario è solo merito delle
persone che erano presenti a questa
splendida giornata.
Mi piacerebbe chiudere con un breve
pensiero: è vero che ad un primo
impatto donare sangue può spaventare, ma se nel farlo ti diverti anche, non
è meglio? A voi la risposta.
16 la voce delle sezioni
POZZO di SAN GIOVANNI L.
“Progetto Sangue 2008”
Teatro Astra esaurito
di Giovanni Antonini
Nella foto: un’immagine dell’esibizione dell’Associazione Centro Attivo Danza nel teatro Astra durante la serata di chiusura del “Progetto Sangue 2008”
Serata da tutto esaurito al
teatro Astra di San Giovanni
Lupatoto per la chiusura del «Progetto Sangue
2008» promosso dalla Fidas sezione Pozzo nelle
scuole del 2° circolo, classi quinte delle scuole
Marconi di Pozzo e Cesari di San Giovanni
Lupatoto. La serata, giunta ormai alla sua sesta
edizione, è la giusta conclusione ai numerosi
incontri che si sono tenuti nelle classi aderenti al
progetto, alla presenza di un donatore e della dottoressa Maria Cristina Fontanarosa.
Ospite della serata l’associazione Centro Attivo
Danza di Marta Mozzo che con i suoi balletti si è
alternata ai lavori proposti dagli alunni a chiusura del percorso effettuato: una rappresentazione
teatrale sull’attività dei componenti del sangue
per le classi quinte della scuola Marconi, una poesia in vernacolo recitata dalle classi quinte delle
Cesari, concludendo quindi, nell’applauso festoso
del pubblico, con le canzoni “Goccia a Goccia”,
interpretata assieme dalle quattro classi, e “Si
può dare di più”, proposta dalle classi quinte della
Marconi. Ci hanno onorato della loro presenza,
oltre alla dottoressa Maria Cristina Fontanarosa,
gli assessori comunali Maria Luisa Meroni e
Giorgio Facci e il presidente onorario della Fidas
provinciale Silvano Salvagno. Si ringrazia inoltre
per la bravura e simpatia, oltre alla sua grande
disponibilità, Luigi Bertoni che ha presentato l’intera serata. L’augurio è di rivivere anche l’anno
prossimo l’esperienza portata a termine quest’anno con la consueta passione di tutti.
CERRO-AZZAGO
Un caloroso grazie ai 20
nuovi donatori
di Elisa Bertoldi
È questo il sentimento di orgoglio e di
riconoscimento che il direttivo dell’associazione ha voluto esprimere, unito ad
un’accogliente benvenuto, ai nuovi donatori nell’incontro svoltosi a Cerro Veronese. I 20 donatori sono il risultato di
un’unione di intenti e di coinvolgimento
dei paesi di Cerro ed Azzago, unito alla
vicina frazione di Rosaro, attraverso l’incontro nelle scuole, nei gruppi parrocchiali e la sensibilità dei donatori che
accompagnano familiari ed amici al cen-
tro trasfusionale. Abbiamo espresso ad
ogni donatore la nostra gratitudine di quel
piccolo, semplice gesto, il dono del sangue, che per molti malati si traduce in una
grande speranza di vita e nella possibilità
di non vedere solo il presente della malattia, ma il futuro della guarigione. La tradizionale foto di gruppo (qui a lato) ha concluso la serata, seguita da un brindisi di
benvenuto ai nuovi donatori e l’augurio a
tutti di poter aiutare il maggior numero di
persone attraverso il dono del sangue.
S.S. REDENTORE MARCHESINO
OFFICINE BIASI
Il viaggio della maglietta La cosa più bella?
Fidas Verona
Stare insieme
Nei vari numeri del nostro
giornale abbiamo pubblicato
immagini di nostri donatori
che esibiscono il berrettino in
luoghi non solo vicini, ma
anche lontani. Li abbiamo
visti a Parigi, a Bergen in
Norvegia, in Angola, in
Marocco, a Pechino in Cina,
a Santiago de Compostela;
terre lontane dunque, ma
l’ultimo viaggio del berrettino, anzi della maglietta
Fidas Verona, ha toccato un
luogo così lontano che sarà
difficile superare: Sidney. Il
merito è dei giovani donatori
della sezione S.S. Redentore Marchesino, che hanno seguito
Papa Benedetto XVI alla recente
Giornata Mondiale delle Gioventù
tenutasi appunto in Australia.
Complimenti ai giovani, che hanno
vissuto questa avventura per testimoniare il loro credo, senza dimenticare
un simbolo del loro vivere quotidiano
che parla di solidarietà e amore e che
si chiama «donazione del sangue».
Nella foto: i giovani donatori della
sezione S.S. Redentore Marchesino
posano sorridenti con la bandiera
australiana
Cosa c’è di più bello dello stare insieme cinque giorni girando mezza
Europa? È la filosofia che ogni anno muove la sezione off. Biasi nell’organizzazione di una gita alla
quale sono invitati donatori
e familiari, che in brevissimo
tempo riempiono i pullman
a disposizione. Svizzera,
Germania e Olanda, con
fermate per vedere bellezze
artistiche e paesaggi unici e
gustare il meglio della cucina locale. La città più emozionante: Amsterdam con i
suoi molti canali e le sue vie
e piazze ricche di storia,
senza dimenticare la grande diga, frutto dell’ingegno
e del lavoro dell’uomo; e
per i lavoratori di una fabbrica questo è sempre importante.
Nella foto: tre amici
donatori delle Officine
Biasi ad Amsterdam