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la pagina degli sportivi 13 Nello sport, come nella vita: meno chiacchiere, più partecipazione ...da “NOI IN FIDAS” di Bruno Pizzul scarsa voglia di socializzare, di partecipare. A meno che non si tratti di Estate di grandi numeri per gli co della società in cui viviamo. Se far festa, magari in modo ascolti televisivi. Grazie soprattutto ne ha indiretta dimostrazione anche becero e irresponsabile in allo sport che ha trovato nella tv una dalla progressiva desertificazione occasione di qualche veicolazione privilegiata, almeno degli stadi di calcio, dove la presengrande successo (della nell’anno olimpico, non riservata al za degli appassionati è in costante nazionale o di qualche solo calcio. E’ la dimostrazione di diminuzione. Effetto negativo della squadra di calcio). Il falliquanto sia radicata l’attrazione dello super-offerta televisiva? Può essemento degli azzurri di sport, in tutti gli strati sociali. re, ma in altri Paesi gli stadi sono Donadoni agli Europei, ha La sensazione è che comunque non pieni anche se la tv propone le sue suscitato rabbiose reazioci sia una corrispondente predispolusinghe proprio come da noi. ni, con il sospetto che sizione dei singoli ad atteggiarsi in Vero è che dalle nostre parti gli parecchia gente si sia modo positivo verso la pratica sporimpianti sono inadeguati e scomodi, indispettita soprattutto tiva personale. In genere siamo che il clima che vi si respira non è perché è stata privata sportivi passivi, la sovraesposizione certo idilliaco per le frequenti manidella possibilità di far mediatica, soprattutto televisiva, ci festazioni di intolleranza o addirittufesta dando vita alle notti ha trasformato in guardoni, alimenra di violenza vera e propria, ma va brave di cui abbiamo tando la tendenza alla sedentarietà tenuto in debito conto anche un buona e non sempre posie ingigantendo un problema già tipicerto tasso di pigrizia personale, la tiva memoria. contrasto con le abitudini tipiche Considerazioni che della categoria cui appartiene, che ripropongono l’antica collega la tipica precarietà profesquestione della inguasionale con il baluardo di sostanzioribile nostra tendenza se contropartite materiali, anche e a renderci schiavi del soprattutto risultato. in caso di Va bene semrisoluzione pre e solo anticipata quando si Nella foto: del contratvince, poco imgli striscioni to di lavoro. porta come. Se delle sezioni Non lo dil’esito non è Fidas Verona ranno mai corrispondente della apertamenalle aspettatiValpolicella te, ma un ve, apriti cielo, esposti in diavoletto processi a non occasione maligno ci finire, ricerca di della manifesuggerisce colpe personastazione con quel che li, mai una al centro magari penvolta che si l’inconfondisano tanti ammetta di bile mongolaltri allenaaver perso perfiera tori e colleghi di Donadoni: «non è ché gli avversari sono uno di noi». stati più bravi. A tutte le squadre è stato consegnato un Adesso tocca a Lippi, l’augurio è E come così diventa di Nicola Trande trofeo, ma quello più importante è stato che faccia bene, anche se è inevitauomo fuori schema, Visto il successo avuto nel giugno 2007, consegnato alla formazione di Fumane bile qualche riserva sul suo lasciare quasi un extraterreanche quest’anno le sezioni Fidas della perché tra i suoi atleti c’era il maggior da trionfatore, per poi tornare con stre, Donadoni che, Valpolicella (Fane, Fumane, Marano- numero di donatori iscritti; quest’ultimo l’implicito ruolo di salvatore della sconfitto sul campo e Valgatara, Negrar, Parona, Pedemonte, trofeo è stato consegnato in memoria delpatria. E tutti noi ad alimentare il scaricato brutalmente Sant’Ambrogio e San Floriano) hanno l’amico Franco Dal Negro che ci ha coro di giudizi, valutazioni, chiacdalla federazione, ha organizzato il 2° Torneo di calcio juniores lasciati alcuni mesi fa e al quale va il chiere assortite. Non è il modo serenamente detto di della Valpolicella al fine di sensibilizzare nostro affettuoso ricordo. Sia il sabato migliore di partecipare. Da sportivi aver vissuto un’espeal semplice ma indispensabile gesto della che la domenica al termine delle gare in poltrona. E non solo per limiti rienza soprattutto usportive, per tutti i presenti c’è stato un donazione del sangue. d’età o di tempo. Succede per la mana straordinaria e Al torneo hanno partecipato le seguenti momento conviviale. Ringraziamo tutti gli pratica sportiva e per molti altri setse n’è andato senza squadre: Ambrosiana, Arbizzano, Avesa, sponsor e le autorità che hanno contribuitori, in cui sarebbe facile e produttifar questioni di buone Carianese, Fumanese, Negrar, Parona, to allo svolgimento della manifestazione, vo parlare di meno e fare qualcosa uscite o rivendicazioni ma il grazie più grande va sicuramente ai Pedemonte. di utile e di concreto in più. economiche. In netto La manifestazione si è svolta nei giorni di giovani calciatori che speriamo diventino sabato 7 e domenica 8 giugno; alle pre- presto anche giovani donatori. Natale si avvicina, le vacanze pure; miazioni erano presenti il presidente pro- Infine, un grazie ai presidenti delle sezioprima di partire ricordati di passare vinciale Andrea Campara, alcuni ammini- ni Fidas della Valpolicella, agli Alpini di dal CENTRO TRASFUSIONALE stratori locali, l’ex calciatore del Verona Marano-Valgatara, all’immancabile cuoca per la TUA DONAZIONE! Walter Franzot e il vice presidente della Angela e a quanti hanno collaborato per Anche a Natale c’è sempre Banca della Valpolicella Credito di Ma- la riuscita di questo importante evento (nonostante l’abbondante pioggia). rano, nostro principale sponsor. bisogno di sangue, forse di più! SEZIONI DELLA VALPOLICELLA Consegnato il trofeo più importante 14 la voce delle sezioni CASELLE di SOMMACAMPAGNA Quanto è originale la nostra prima sede! di Stefano Tassini Nelle foto qui a destra: il taglio del nastro da parte delle autorità e la nuova sede dei donatori di Caselle È alto e s’innalza nel cielo del paese grazie ai suoi 25 metri d’altezza. È un edificio che ci riempie d’orgoglio perché ospita la prima sede della sezione FIDAS di Caselle che abbiamo inaugurato domenica 12 ottobre. Non sforzatevi di immaginare cosa sia mai questo stabile. Eccovi degli indizi: non è un banale palazzo in cui abbiamo ottenuto un appartamento e nemmeno la cella campanaria del campanile (quello “svetta” a 35 metri). Se ci pensate bene, il parroco non appoggerebbe certo una richiesta così ardita… Qualcuno dice che sia la torre di controllo del vicino aeroporto? No. Troppa confusione tutto intorno e, se non bastasse, sarebbe difficile la convivenza con gli uomini radar… Mi spiace dirvelo, ma siete fuori strada. La nostra sede è situata proprio nel centro paese in un edificio pubblico davvero unico ed è, data la sua altezza, ovviamente ben visibile. Vi ho incuriosito abbastanza? E va bene, ve lo dico: si tratta del vecchio acquedotto inutilizzato da più di trent’anni. Avete in mente quella costruzione presente in tanti paesi con sopra una grande vasca sorretta da pilastri di cemento armato? Sì, proprio quella! Sono convinto che nessun altro gruppo di donatori del veronese possa vantare una casa tanto particolare. Ma non finisce qui: lo stabile è posto al centro fra la zona dei campi sportivi e l’area del centro di Stefano Tassini sociale nella frequentatissima Piazza dei Donatori (che il Comune di Sommacampagna ci ha intitolato nella storica cerimonia del 20 aprile di quest’anno). Dopo quello che vi ho descritto, sono proprio convinto di poter affermare che l’accoppiata piazza dedicata e particolarità dell’edificio è unica nel veronese e… percome primo pensiero quello di andare sotto fino nella regione una doccia? Nemmeno per idea! Sono Veneto. Ma lancio rimasti in trepidante attesa del loro piatto di una sfida: trovatemi tortellini accompagnato da buon vino una sede del genere Custoza che, magicamente, hanno fatto abbinata ad una piazdimenticare in fretta le fatiche della gara. za dei donatori nel Alla fine, tutti in attesa della classifica finapanorama italiano! le e, finalmente, ecco il nome del vincitore: Volete scommettere? Alberto Aldegheri (nella foto premiato dal Avete poche possibipresidente provinciale Andrea Campara) lità di vincere perché della sezione di Colognola ai Colli che ha la nostra rete di messo in riga gli esponenti di Povegliano, osservatori mi conferMarco Perina e Giorgio Piacenza. Grande ma con certezza che soddisfazione è stata espressa dai parteciho ragione… panti per l’organizzazione messa in campo La prima sede dopo da un nutrito gruppo di volontari capeggiati 37 anni di attività… ci dal Bike Team di Caselle. I risultati ci hanno pare impossibile non incoraggiato a riproporre la gara nel mese ritrovarci più nei locadi maggio del 2009 e, quindi, fin da ora tutti li della scuola materi ciclisti-donatori, che hanno a cuore la bici na o nelle sale pare che vogliono dimostrare che il ciclismo rocchiali, ma ogni può essere uno sport sano, inizino ad allecosa viene a suo narsi. Una promessa che vi faccio fin da tempo (anche se ora? Anche la prossima volta forniremo il effettivamente è prosano doping culinario valeggiano e, se proprio tanto) e, finalprio arriverà un blitz della Polizia come mente, è giunto il accade regolarmente nel Tour de France… momento anche per allora lo condivideremo con loro! noi di avere il nostro Ciclismo, doping e... tortellini Fidas Verona non è solo un’Associazione di Donatori di Sangue, ma anche una polisportiva. Non sgranate gli occhi chiedendovi quale baggianata sto scrivendo... Lo scopo istituzionale rimane sempre quello di essere utili al prossimo bisognoso, ma per “scovare” nuovi donatori, da diversi anni ci siamo avvicinati al mondo sportivo. Calcio, pallavolo e sci sono discipline che già vedono Fidas Verona organizzare numerose manifestazioni in questi ultimi anni (come già ampiamente riferito nei precedenti numeri di “Noi Donatori”). Quest’anno, abbiamo fatto una scelta coraggiosa inserendo un trofeo di ciclismo fra gli eventi associativi. Coraggiosa perché ormai sappiamo quanto nel mondo della bicicletta siano di gran moda parole come: doping, ematocrito alto ed autotrasfusioni. Tenete presente, però, che per parteciparvi era necessario essere donatori di sangue Fidas Verona o aspiranti tali. Atleti “certificati”, dunque, che magari non saliranno ai 30 di media per i tornanti dello Stelvio. Il gruppo promotore della Fidas zona sud-ovest si è chiesto più volte se la nuova iniziativa sarebbe stata ben accolta dai donatori. La risposta è arrivata domenica 11 maggio, quando alla partenza si sono presentati trenta donatori che si sono avventurati nel percorso con il giusto spirito pionieristico di chi apre un nuovo capitolo sportivo della Fidas, ben consci che il loro unico doping consentito sarebbe stato… un piatto di tortellini che li avrebbe ristorati al loro ritorno a Caselle e preparato in loco dai maestri della nostra sezione di Valeggio che, com’è ovvio, hanno dato prova della loro abilità culinaria. Pensate che gli atleti al loro arrivo abbiano avuto luogo di ritrovo. Certo che all’inizio l’acquedotto era davvero malandato e solo il più inguaribile ottimista vi poteva vedere un futuro luogo accogliente: pareti esterne sudice e scrostate, gli immancabili colombi che svolazzavano qua e là (producendo potete ben immaginare cosa), poderosi tubi attraversavano centralmente tutta la struttura, la porta in ferro arrugginita si poteva aprire solo con una vigorosa pedata e la stanza al piano terra era perfetta per potervi ambientare uno di quei film girati in posti spettrali, tanto era piena di ciarpame; insomma, francamente un disastro. Con tanto sudore (vi assicuro che il periodo estivo passato a lavorare all’interno di uno stanzone di cemento armato e mattoni in cotto è davvero caldo… e i nostri Artildo e Cesare ne sanno qualcosa) nel giro di qualche mese abbiamo trasformato l’edificio grazie alla preziosa opera di donatori che hanno messo a disposizione le loro capacità di muratori, idraulici, lattonieri, elettricisti, stuccatori, pittori e carpentieri. È stato un lavoro lungo e appassionato che ha consentito di tramutare l’acquedotto, da muto testimone dei tempi andati, in un nuovo protagonista della vita paesana. Chi è che non potrà sapere dell’esistenza dei donatori di sangue quando apporremo sull’edificio dei pannelli con il logo FIDAS VERONA? E chi è che non vi passerà davanti una volta ogni tanto? Lo stabile restaurato è il nuovo testimone del nostro volontariato. Per molti anni ha svolto un servizio fondamentale portando l’acqua nelle case; è finito nell’oblio ed è rimasto silenzioso, quasi dimenticato, dopo che le moderne pompe l’avevano reso inutile. Lui, tanto grande, ma allo stesso tempo invisibile, abituati com’eravamo a considerarlo un pezzo d’antiquariato, ha aspettato che un giorno qualcuno lo rivalutasse ed ora, rullo di tamburi, è giunto il suo momento. Adesso lo si può vedere ben sistemato, lucido, pulito e illuminato nella sua nuova veste di testimonial della cultura del donare che dimora anche a Caselle. Certamente siamo ben posizionati nella gara per il premio riservato alla categoria “sede più originale”, ma quello che più ci interessa è che nuovi amici e amiche abbraccino il nostro ideale e che si rechino nei Servizi Trasfusionali per diventare nuovi donatori di sangue, orgogliosi di poter compiere quel gesto che, passando per la Piazza dei Donatori dominata dall’acquedotto/sede, magari ti passa per la testa facendoti chiedere: “Ma è proprio così difficile donare il sangue pensando che in ogni momento della giornata qualcuno vive grazie a questo dono?” Basta alzare lo sguardo e guardare il nostro amico acquedotto e lui ti risponderà: “Non è difficile, fatti coraggio e vai!” la voce delle sezioni 15 Nelle foto, a sinistra: due giovani donatori cadidavesi al C.T. di Borgo Roma; a destra: Alessandro Tegazzini, dinamico presidente della sezione CADIDAVID Tutto è nato da una “grande ambulanza” di Anita Perbellini Fin da piccola nel mio paese, Cadidavid, ho sempre sentito parlare dei donatori di sangue. La domenica mattina infatti, quando con mamma, papà ed i miei fratelli si andava alla messa, ogni tanto vedevo “una grande ambulanza”, come la chiamavo io, vicino alla quale c’era sempre un gruppo di persone. Con il tempo ho capito che quelle persone andavano alla “grande ambulanza” per donare il sangue. Riuscii a comprendere fino ad un certo punto, ma divenuta un po’ più grande mi son resa conto del gesto compiuto da quelle persone e di quanto bene e di quanta gioia hanno donato, e donano tuttora, a tutti coloro che soffrono. Da quelle domeniche sono passati più di quarant’anni. Infatti, il gruppo dei donatori di sangue di Ca’ di David, denominato San Camillo prima e Fidas poi, ha visto la luce nel 1964 ed è uno dei più longevi della provincia di Verona. Nonostante l’età però si può dire che il gruppo goda di ottima salute. Negli ultimi tre anni poi, possiamo affermare che ci sia stata una vera e propria rivoluzione. Nel 2005, infatti, parlando in numeri, ci sono stati 22 nuovi donatori; nel 2006 i nuovi sono stati 28 e nel 2007 addirittura 32 . Il numero totale dei donatori è più o meno sempre uguale, ciò vuol dire che c’è stato un buon ricambio generazionale. Questo probabilmente è dovuto anche all’operato del giovane direttivo, nel quale su un totale di 15 componenti, ben 12 hanno un’età inferiore ai 35 anni. Cosa possiamo dire a questo punto? Possiamo dire orgogliosamente che il passato è stato molto proficuo per la nostra sezione, ma il presente non è da meno. La sezione sta vivendo, in questo momento, una nuova primavera. Parlando qualche tempo fa con l’amico Silvano Muraro, pilastro della Fidas Cadidavid ed anche della Fidas provinciale, mi ha fatto notare che ogni famiglia del nostro paese ha avuto oppure ha tuttora un donatore di sangue al suo interno; tutto ciò è per noi motivo di vanto. L’unica cosa che manca a questo meraviglioso gruppo è una vera e propria sede. Infatti il direttivo in tutti questi anni si è riunito in alloggi di fortuna e solo grazie alla generosità di qualche persona. Il presidente Alessandro Tegazzini comunque, insieme ai suoi collaboratori, ha già mosso i primi passi per poter realizzare questo bel sogno. Rimaniamo perciò in attesa di una buona notizia, alimentando la speranza che per la ricorrenza del quarantacinquesimo si possano festeggiare ambedue gli avvenimenti. Concludendo vorrei ringraziare calorosamente tutti i donatori di Cadidavid e augurare loro … buon proseguimento! SEZIONI RIUNITE DI SALIZZOLE Festeggiati i 37 anni e gita all’“OktoberFidas” Nella foto: il dirigibile e la grande goccia di sangue esposti in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dei donatori di Salizzole di Lisa Tarocco Domenica 14 settembre 2008, Lago di Garda, Bardolino. In questa splendida cornice si è svolto il pranzo per festeggiare il 37° anniversario del gruppo dei Donatori volontari di sangue di Salizzole. Sono stata invitata a questa speciale occasione proprio per poter poi raccontare come si è svolta la giornata attraverso questo mio scritto, anche a chi magari non era presente. Essere stata invitata è stato per me un onore perché ho potuto rendermi conto di cosa volesse dire essere un donatore e far parte di un gruppo così ben affiatato. Devo dire che sono rimasta entusiasta, ho provato una varietà di emozioni diverse. Sono arrivata al ristorante mentre si stava svolgendo la Santa Messa, un giusto momento di devozione per ringraziare il Signore di aver fatto giungere il gruppo di Salizzole al 37° anno con all’ attivo un gran numero di donatori che supera di gran lunga la media donazioni, pari a 70 ogni mille abitanti... niente male se si pensa che non provengono tutti da Salizzole e percorrono anche 30-40 km per poter donare con loro. Ne ha fatta di strada questa squadra dal 6 giugno 1971, quando si è svolta la prima donazione e quando il numero di donatori era solo 13 (8 di Salizzole e 5 fuori paese). Un piccolo gruppo formato da amici, mentre ora i 380 donatori sono amici di amici di amici… e così via. Finita la Messa si è tenuto un breve rinfresco per salutare chi era arrivato tardi e per poter fraternizzare con persone che ancora non si conoscevano, proprio come me. Sono passata quindi dal momento di serietà della Messa allo stupore, perché questa grande famiglia mi ha fatto vedere cosa è in grado di fare. A metà del pranzo si sono tenute le premiazioni dei donatori. Sono stati consegnati 22 diplomi di benemerenza, 20 medaglie di bronzo, 8 medaglie d’argento, 12 medaglie d’oro, 7 croci d’oro e 3 distintivi d’oro al merito. Il Comune di Salizzole ha infine premiato 9 donatori che hanno raggiunto le 60 donazioni. A fine pranzo il vice presidente della Fidas Verona, Francesco Rossetto, anche lui presente all’evento, ha ringraziato tutti i donatori, in particolare per l’elevata partecipazione, perché si sa che donare è importante, ma non si è mai troppi. Non c’è dubbio, il lavoro svolto dai volontari delle Sezioni Riunite di Salizzole è enorme, e da apprezzare è l’impegno e la passione che mettono in tutto ciò che fanno. Giovani instancabili che per conquistare nuovi aspiranti donatori organizzano eventi su eventi, come la gita all’Oktoberfest di Monaco che per l’occasione diventa “OktoberFidas”, o a Gardaland per la festa di Halloween e più avanti la consueta gita in montagna, per non dimenticare il giorno di Pasquetta passato con il gruppo degli Alpini (300 persone partecipanti), la camminata della solidarietà tenutasi il 1° giugno 2008 ed i ricchi ristori per i donatori nelle giornate di raccolta di sangue all’ospedale Borgo Roma di Verona. L’angolo della poesia Donare Donare è una magia vera è poter vedere un sogno che si avvera. Non è irreale, né semplice o banale. È uno scorrere di vita da me a te, da te a lui, da lui agli altri. Chi dona non ha colore, chi dona non ha odore, chi dona non è ricco e nemmeno povero. Chi dona non ha nome, il donatore non ha confini europei, asiatici, australiani, né tantomeno americani o africani. Chi dona ama e chi ama sa sognare… e fa sognare; arriva dove nemmeno le mani dell’uomo arrivano. Là dove quel fiume rosso scorre senza meta precisa, dove la vita chiama, dove un bambino piange, dove un anziano soffre, dove qualcuno muore e chiede di vivere. Chi ama ha due cuori, uno per sé e uno per gli altri. Lisa Tarocco Una moltitudine di impegni per sostenere un’ottima causa: la donazione di sangue. Serietà, stupore, gioia, divertimento… una giornata, tante emozioni. Esistono solo parole di ringraziamento dunque, perché se il gruppo delle Sezioni Riunite di Salizzole è arrivato al 37° anniversario è solo merito delle persone che erano presenti a questa splendida giornata. Mi piacerebbe chiudere con un breve pensiero: è vero che ad un primo impatto donare sangue può spaventare, ma se nel farlo ti diverti anche, non è meglio? A voi la risposta. 16 la voce delle sezioni POZZO di SAN GIOVANNI L. “Progetto Sangue 2008” Teatro Astra esaurito di Giovanni Antonini Nella foto: un’immagine dell’esibizione dell’Associazione Centro Attivo Danza nel teatro Astra durante la serata di chiusura del “Progetto Sangue 2008” Serata da tutto esaurito al teatro Astra di San Giovanni Lupatoto per la chiusura del «Progetto Sangue 2008» promosso dalla Fidas sezione Pozzo nelle scuole del 2° circolo, classi quinte delle scuole Marconi di Pozzo e Cesari di San Giovanni Lupatoto. La serata, giunta ormai alla sua sesta edizione, è la giusta conclusione ai numerosi incontri che si sono tenuti nelle classi aderenti al progetto, alla presenza di un donatore e della dottoressa Maria Cristina Fontanarosa. Ospite della serata l’associazione Centro Attivo Danza di Marta Mozzo che con i suoi balletti si è alternata ai lavori proposti dagli alunni a chiusura del percorso effettuato: una rappresentazione teatrale sull’attività dei componenti del sangue per le classi quinte della scuola Marconi, una poesia in vernacolo recitata dalle classi quinte delle Cesari, concludendo quindi, nell’applauso festoso del pubblico, con le canzoni “Goccia a Goccia”, interpretata assieme dalle quattro classi, e “Si può dare di più”, proposta dalle classi quinte della Marconi. Ci hanno onorato della loro presenza, oltre alla dottoressa Maria Cristina Fontanarosa, gli assessori comunali Maria Luisa Meroni e Giorgio Facci e il presidente onorario della Fidas provinciale Silvano Salvagno. Si ringrazia inoltre per la bravura e simpatia, oltre alla sua grande disponibilità, Luigi Bertoni che ha presentato l’intera serata. L’augurio è di rivivere anche l’anno prossimo l’esperienza portata a termine quest’anno con la consueta passione di tutti. CERRO-AZZAGO Un caloroso grazie ai 20 nuovi donatori di Elisa Bertoldi È questo il sentimento di orgoglio e di riconoscimento che il direttivo dell’associazione ha voluto esprimere, unito ad un’accogliente benvenuto, ai nuovi donatori nell’incontro svoltosi a Cerro Veronese. I 20 donatori sono il risultato di un’unione di intenti e di coinvolgimento dei paesi di Cerro ed Azzago, unito alla vicina frazione di Rosaro, attraverso l’incontro nelle scuole, nei gruppi parrocchiali e la sensibilità dei donatori che accompagnano familiari ed amici al cen- tro trasfusionale. Abbiamo espresso ad ogni donatore la nostra gratitudine di quel piccolo, semplice gesto, il dono del sangue, che per molti malati si traduce in una grande speranza di vita e nella possibilità di non vedere solo il presente della malattia, ma il futuro della guarigione. La tradizionale foto di gruppo (qui a lato) ha concluso la serata, seguita da un brindisi di benvenuto ai nuovi donatori e l’augurio a tutti di poter aiutare il maggior numero di persone attraverso il dono del sangue. S.S. REDENTORE MARCHESINO OFFICINE BIASI Il viaggio della maglietta La cosa più bella? Fidas Verona Stare insieme Nei vari numeri del nostro giornale abbiamo pubblicato immagini di nostri donatori che esibiscono il berrettino in luoghi non solo vicini, ma anche lontani. Li abbiamo visti a Parigi, a Bergen in Norvegia, in Angola, in Marocco, a Pechino in Cina, a Santiago de Compostela; terre lontane dunque, ma l’ultimo viaggio del berrettino, anzi della maglietta Fidas Verona, ha toccato un luogo così lontano che sarà difficile superare: Sidney. Il merito è dei giovani donatori della sezione S.S. Redentore Marchesino, che hanno seguito Papa Benedetto XVI alla recente Giornata Mondiale delle Gioventù tenutasi appunto in Australia. Complimenti ai giovani, che hanno vissuto questa avventura per testimoniare il loro credo, senza dimenticare un simbolo del loro vivere quotidiano che parla di solidarietà e amore e che si chiama «donazione del sangue». Nella foto: i giovani donatori della sezione S.S. Redentore Marchesino posano sorridenti con la bandiera australiana Cosa c’è di più bello dello stare insieme cinque giorni girando mezza Europa? È la filosofia che ogni anno muove la sezione off. Biasi nell’organizzazione di una gita alla quale sono invitati donatori e familiari, che in brevissimo tempo riempiono i pullman a disposizione. Svizzera, Germania e Olanda, con fermate per vedere bellezze artistiche e paesaggi unici e gustare il meglio della cucina locale. La città più emozionante: Amsterdam con i suoi molti canali e le sue vie e piazze ricche di storia, senza dimenticare la grande diga, frutto dell’ingegno e del lavoro dell’uomo; e per i lavoratori di una fabbrica questo è sempre importante. Nella foto: tre amici donatori delle Officine Biasi ad Amsterdam