Vestire chi è nudo - Santuario di san Luca

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Vestire chi è nudo - Santuario di san Luca
II° DOMENICA di QUARESIMA
VESTIRE CHI E’ NUDO
LAMPADA AI MIEI PASSI E’ LA TUA PAROLA:
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“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla
fondazione del mondo. Perché ero nudo e mi avete vestito…..“Signore quando ti abbiamo
visto nudo e ti abbiamo vestito?.......”In verità vi dico: ogni volta che avete fatto questo a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
”Ci sono nudità da intendersi in senso letterale come impossibilità, cioè, di coprirsi per
difendersi dal freddo, e per presentarsi dignitosamente agli altri: è la nudità più umiliante,
segno e frutto di estrema povertà. E' opera di misericordia donare un vestito, indumenti
intimi, calzature a chi ne è privo. E' misericordia vera se gli indumenti donati sono in ottimo
stato, possibilmente nuovi, acquistati con nostro sacrificio, magari risparmiando sui nostri
vestiti. Donare diventa così condividere,cioè uscire dall’anonimato per entrare in relazione.
Condividere gli abiti con il povero è gesto di intimità che richiede delicatezza, discrezione e
tenerezza, Condividere gli abiti con il povero nell'incontro faccia a faccia con lui - diviene
allora narrazione concreta di carità, celebrazione di gratuità, scambio in cui chi si priva di
qualcosa non si impoverisce ma si arricchisce della gioia dell'incontro, e chi fruisce del dono
non è umiliato perché l'atto di essere rivestito introduce in una relazione ed egli si sente
accolto nel suo bisogno come persona, cioè nella sua unicità, non come anonimo destinatario di una raccolta di abiti dismessi dai ricchi. Certa carità, fatta con vestiti vecchi e
rattoppati, liberandoci di cose inutili che noi non indosseremmo mai possiamo chiamarla
misericordia? Il povero è nostro fratello, merita rispetto e considerazione.
Nella tradizione cristiana occidentale il gesto di vestire chi è nudo è espresso, in modo a tutti
noto, dall'episodio in cui S. Martino di Tours taglia il proprio mantello per farne parte a un
povero indifeso contro i rigori di un gelido inverno, meraviglioso esempio di condivisione.
Ma possiamo e dobbiamo fare ancora un passo avanti: la veste o l’abito sono il simbolo
dell’identità e della dignità della persona umana. Essere nudi è il simbolo della verità di noi
stessi ( si dice infatti : mettersi a nudo),e svela la nostra povertà e miseria umana e la nostra
fragilità: Vestire le persone nude con la veste della loro dignità umana è usargli la stessa
misericordia che Gesù usa verso tutti noi. Vestire chi è nudo allora, oltre all’aspetto
puramente materiale, è avvolgere la persona umana con lo stesso manto di protezione, di
sostegno, di perdono, di vicinanza, di prossimità, di amore autentico, con cui Gesù avvolge
tutti noi.
Ripetiamo insieme:
Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. ( dal salmo 25)