Futuris Etrusca srl - Provincia di Livorno
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Futuris Etrusca srl - Provincia di Livorno
Richiesta di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell’art. 269 c. 2 del DLgs 152/2006 Futuris Etrusca s.r.l. Sede legale via Po 22 - Piombino (LI) Unità Produttiva Loc. Montegemoli Piombino Giugno 2011 ambiente sc – Carrara, via Frassina 21 – Tel. 0585-855624 - Firenze,via di Soffiano, 15 - tel. 055-7399056 INDICE 1 ANAGRAFICA ........................................................................................................................ 4 2 PRODUZIONI, MATERIE PRIME ................................................................................................ 5 3 4 2.1 Elencare per tutte le materie prime il consumo orario, giornaliero, annuo ............................ 5 2.2 Elencare i prodotti finiti e la loro quantità mensile e/o annua .............................................. 5 2.3 Elenco delle sostanze in deposito, modalità e luogo di stoccaggio ........................................ 6 CICLI TECNOLOGICI .............................................................................................................. 7 3.1 Per ogni tipologia di prodotto descrivere le fasi e le operazioni che vengono effettuate per passare dalle materie prime al prodotto finito con specificazione della durata (in ore/giorno e giorno/anno) .............................................................................................. 7 3.2 Predisporre uno schema a blocchi del processo con l'indicazione dei flussi e dei singoli punti di emissione (camini, sfiati, torce, aspirazione da ambiente di lavoro) contrassegnati con numero progressivo o sigla ................................................................ 30 3.3 Nel caso di art. 269 comma 8 (modifiche impianto) descrivere dettagliatamente le modifiche per cui viene richiesta l’autorizzazione con indicazione delle emissioni coinvolte ..................................................................................................................... 31 3.4 Articolazione dell’orario di lavoro (1 turno/die, 2 turni/die, 3 turni/die) ............................... 31 EMISSIONI ......................................................................................................................... 32 4.1 Le emissioni che vengono espulse all’esterno dovranno essere identificate con un numero progressivo (es. E1, E2, E3, ecc.). Tale indice dovrà poi essere riportato nella planimetria in corrispondenza del punto di emissione in atmosfera. .................................... 32 4.2 Quadro riassuntivo delle emissioni (come da fax-simile scheda A.1 Allegato 2 parte I della DGRT 4356/1991) ................................................................................................ 32 4.3 Nel caso in cui nell’impianto vengano svolte una o più attività rientranti nell’ambito di applicazione dell’art. 275 del D. Lgs. 152/06 (Parte II Allegato III alla Parte Quinta del D. Lgs. 152/06) indicare: .............................................................................................. 34 5 SISTEMI DI ABBATTIMENTO DELLE EMISSIONI ....................................................................... 35 6 IMPIANTI TERMICI .............................................................................................................. 43 ALLEGATI ALLEGATO 1 Planimetria con indicazione dei punti di emissione in atmosfera ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 2 Premessa La società Futuris Etrusca s.r.l., è una società di recente costituzione, con sede nel comune di Piombino (LI) in via Po 22, che vede come soci Futuris S.p.A. di Milano, società avente come scopo la progettazione, realizzazione con proprio investimento, e gestione di impianti alimentati a fonti rinnovabili, con focalizzazione nelle biomasse solide (cippato di legno) e liquide (oli vegetali di derivazione UE e non), e la società P.B.Engineering s.r.l. di Pisa, società con esperienza nella progettazione di impianti nel settore energia. Futuris Etrusca dispone delle competenze tecniche ed operative, nonché dei mezzi finanziari indispensabili per una corretta impostazione e gestione dell’iniziativa, sia nella fase realizzativa che durante l’esercizio dell’impianto. La società intende installare uno dei propri impianti in località Montegemoli nel Comune di Piombino (LI). L’impianto consiste in una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata con biomasse vegetali vergini. L’impianto fa riferimento a tecnologie ampiamente sperimentate, di grande affidabilità e sicurezza di esercizio e si caratterizza per scelte tecnologiche avanzate, soprattutto in termini di ottenimento di elevati rendimenti energetici e di protezione dell’ambiente. La presente relazione tecnica viene allegata quindi alla domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera redatta ai sensi dell’art. 269 comma 2 del DLgs 152/2006 e s.i.m. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 3 1 ANAGRAFICA Ragione sociale FUTURIS ETRUSCA S.R.L. Settore di appartenenza (industria, commercio, artigianato) INDUSTRIA Codice 40.11.0 Settore produttivo (chimico, meccanico, ecc.) PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA Sede legale Via Po 22 – 57025 Piombino (LI) E-mail [email protected] [X] barrare se e-mail con firma digitale Nome del legale rappresentante MAZZASI ALDO Nato a MILANO il Residente a in via MOLINO DELLE ARMI N. 45 MILANO Ubicazione impianto 30/11/1955 LOCALITÀ MONTEGEMOLI, AREA PIP - 57025 PIOMBINO (LI) Indicazione coordinate geografiche impianto Nome responsabile impianto 42.98 N 10.56 E PAOLO MANDALA’ Data presunta inizio attività o trasferimento DICEMBRE 2013 Periodo intercorrente tra la messa in esercizio e la data messa a regime delle emissioni di cui al comma 6 art. 269 del D. Lgs. 152/2006 3 MESI Eventuale studio tecnico/professionale incaricato della pratica Denominazione studio tecnico/professionale/ libero professionista: ambiente s.c./Ing. Filippo Bozzi Comune di Carrara CAP 54033 (Prov. MS) Indirizzo via Frassina Loc. Nazzano n. 21 Tel. 0585/855624-632 cell. 348/0155453 Fax 0585/855617 E-mail [email protected] [ ] barrare se e-mail con firma digitale ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 4 2 PRODUZIONI, MATERIE PRIME 2.1 Elencare per tutte le materie prime il consumo orario, giornaliero, annuo Si riporta di seguito la tabella riassuntiva delle materie prime che saranno utilizzate nell’impianto: DATO TECNICO AGENTI CHIMICI Urea (NH2)2CO Calce Ca(OH)2 NaOH NH3 NaCl COMBUSTIBILI Biomassa (fuel mix) Gasolio (consumo medio bruciatore in funzione) Gasolio (valore annuo per circa 30 h di funzionamento) Unità di misura Valore al carico nominale kg/h kg/h kg/sett. kg/sett. kg/sett. 89,3 24 2,2 0,9 204 t/h t/h litri 17,3 1,23 44.000 In condizioni di normale funzionamento è previsto un consumo di biomassa vegetale di circa 415 t/d, corrispondenti a circa 138.400 t/anno. Tale quantità è disponibile localmente e dunque non sarà necessario prevedere contratti di fornitura che determinino importanti distanze di trasporto, né tantomeno vi sarà il ricorso a forniture estere. La biomassa proverrà dunque principalmente dalla provincia di Livorno e territori limitrofi, e deriverà principalmente da due categorie di biomasse: Biomassa legnosa cippata: manutenzione forestale e SRF (Short Rotation Forestry), residui di segheria non contaminati, legno riciclato, ramaglie e potature non contaminate di provenienza sicura, ecc. Biomassa agroindustriale: biomassa fibrosa come sorgo e stocco di mais. La biomassa verrà trasportata mediante autocarri, con capacità di carico pari a circa 20 tonnellate, che percorreranno principalmente strade extraurbane ad elevato scorrimento, così da limitare l’impatto sulla viabilità ordinaria. 2.2 Elencare i prodotti finiti e la loro quantità mensile e/o annua La potenza elettrica netta prodotta sarà pari a circa 14,8 MWe ed il rendimento di generazione sarà circa del 29,8%. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 5 2.3 Elenco delle sostanze in deposito, modalità e luogo di stoccaggio NOME PRODOTTO TIPOLOGIA PRODOTTO PRODUTTORE UTILIZZO MODALITA' DI STOCCAGGIO QUANTITA' STOCCATO Biomassa legnosa cippata Materiale proveniente da manutenzione forestale e SRF (Short Rotation Forestry) residui di segheria non contaminati legno riciclato ramaglie e potature non contaminate di provenienza sicura Vari Combustione per produzione energia Capannone 1500 mc Biomassa agroindustriale: biomassa fibrosa Sorgo, stocco di mais Vari Combustione per produzione energia Capannone 4000 mc Urea (NH2)2CO Soluzione Vari Trattamento fumi Serbatoio 30 mc Calce Ca(OH)2 Materiale polverulento Vari Trattamento fumi Silo 80 mc NaOH Soluzione Vari Demineralizzatore acqua Fusti - NH3 Soluzione Vari Demineralizzatore acqua Fusti - NaCl Soluzione Vari Demineralizzatore acqua Fusti - ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 6 3 3.1 CICLI TECNOLOGICI Per ogni tipologia di prodotto descrivere le fasi e le operazioni che vengono effettuate per passare dalle materie prime al prodotto finito con specificazione della durata (in ore/giorno e giorno/anno) L’impianto di cui al presente studio avrà una potenzialità termica pari a 49,9 MWt; è stato dimensionato per termovalorizzare una quantità annua di biomassa tal quale pari a circa 138.400 tonnellate. La biomassa che alimenterà l’impianto è costituita da un fuel mix definito attraverso un dettagliato piano di approvvigionamento che ha preso in considerazione sia gli aspetti fondamentali legati al potenziale del bacino di raccolta della biomassa locale sia gli aspetti tecnologici legati al sofisticato sistema di combustione dell’impianto, in grado di poter operare con tipologie di biomasse di qualità e caratteristiche molto diverse tra loro. Il fuel mix dell’impianto è così determinato: Biomassa forestale (cippato): potere calorifico inferiore 2.350 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 54.000 t/anno. Pioppo da SRF: potere calorifico inferiore 1.900 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 40.000 t/anno. Potature: potere calorifico inferiore 2.700 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 14.500 t/anno. Residui colture cerealicole (stocchi di mais): potere calorifico inferiore 3.400 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 15.500 t/anno. Colture cerealicole (sorgo): potere calorifico inferiore 3.400 kcal/kg; portata nominale entro 70 km (filiera corta) 14.400 t/anno. L’umidità media valutata per tale fuel mix in condizioni nominali è pari al 35%. La potenza elettrica lorda ai morsetti del generatore sarà di 16,48 MW e, potenza ottenibile in assenza di spillamento da turbina per un eventuale recupero di energia termica, con un rendimento lordo di generazione elettrica pari al 33,4%. Si prevede un’unica fermata annuale programmata dell’impianto per rendere possibili le opere di manutenzione ordinaria: per il rimanente periodo la centrale funzionerà in continuo, con un’availability pari ad almeno 7.800 ore annue (valore di progetto pari a 8.000 h/anno). Ne deriva una portata giornaliera di biomassa da termovalorizzare di circa 415 t/d (17,3 t/h). Si procede di seguito alla descrizione del ciclo produttivo. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 7 FASE 1 STOCCAGGIO DELLA BIOMASSA Lo stoccaggio della biomassa sarà di due tipologie: stoccaggio a breve termine (3 giorni di autonomia) all’interno dell’area di impianto e stoccaggio a medio-lungo termine (3 mesi di autonomia) in aeree esterne all’impianto inserite nel sistema filiera della biomassa, realizzate e gestite dal consorzio T.U.A. Lo stoccaggio a breve termine interno all’impianto è formato dai seguenti edifici: - Edificio di stoccaggio fibrosi in balle: l’edificio è costituito da un sistema di stoccaggio e movimentazione automatica delle biomasse fibrose (discusso nel dettaglio nel paragrafo 5.3.3), che arrivano all’impianto tramite camion in balle del tipo Heston (2,4x1,2x1,3 m). Lo zona di stoccaggio dell’edificio ha una capacità di circa 1500 m 3 permettendo di immagazzinare circa 420 balle di biomassa fibrosa. Ogni balla pesa 600 kg con una densità di poco superiore i 160 kg/m3. Lo stoccaggio previsto quindi permette il funzionamento dell’impianto in autonomia dai rifornimenti dall’esterno per almeno 3 giorni. - Edificio di stoccaggio del cippato: l’edificio utilizzato per lo stoccaggio della biomassa cippata è un capannone industriale già esistente nell’area dell’impianto e di dimensioni pari a 40x58x8 m. In tale capannone sarà installato un sistema automatico di movimentazione e stoccaggio del cippato (discusso nel dettaglio nel capitolo 5.3.3). La capacità dell’area dedicata allo stoccaggio è pari a circa 4200 m 3 che, assumendo una densità per il cippato pari a 300 kg/m3, garantiscono un’autonomia dell’impianto dai rifornimenti esterni per almeno 3 giorni. Gli stoccaggi a medio-lungo termine sono dislocati in diverse aree all’interno della filiera che approvvigiona la biomassa all’impianto. Hanno una capacità complessiva di circa 140.000 m 3 per garantire all’impianto un’autonomia di funzionamento in continuo di almeno 3 mesi. La loro ubicazione sul territorio è riportata nel piano di approvvigionamento in allegato dove è indicata anche la modalità di gestione e le tipologie di biomasse che li costituiscono. FASE 2 ALIMENTAZIONE, TRATTAMENTO E TRASPORTO DELLA BIOMASSA Il sistema di alimentazione della biomassa all’impianto è stato concepito sulla base dei seguenti aspetti fondamentali: le principali tipologie di combustibili sono il cippato di legno vergine e altre biomasse combustibili trattate e cippate o macinate fino a dimensioni adeguate per l’alimentazione in caldaia mediante iniettori pneumatici, dopo essere arrivate in pezzatura grossa allo stoccaggio; il sorgo e lo stocco di mais saranno forniti in forma di balle e saranno trinciati alla dimensione adeguata prima di essere trasportati all’edificio di stoccaggio del combustibile, dove potranno essere miscelate al cippato; Il trasporto interno del cippato dalla fossa di ricezione del combustibile alla zona di preparazione e stoccaggio, all’interno dell’edificio di stoccaggio del cippato, sarà effettuato tramite nastri trasportatori. Il trasporto dallo stoccaggio delle balle, nell’edificio stoccaggio ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 8 fibrosi, alla zona di trinciatura, cioè il locale trattamento fibrosi adiacente ad esso, sarà effettuato mediante carroponti automatici e trasportatori a catena. Il cippato, il sorgo e lo stocco di mais saranno estratti e miscelati nell’edificio di stoccaggio del cippato, da dove successivamente saranno trasportati al serbatoio di dosaggio di fronte alla caldaia. Questa parte del processo sarà automatica e avverrà in continuo e in contemporanea al processo di combustione. Nel seguito si descrivono nel dettaglio le singole fasi di ricezione, trasporto interno, stoccaggio e preparazione delle principali tipologie di biomassa. La biomassa sarà trasportata al sito dell’impianto con autocarri di differenti tipi. Il cippato sarà consegnato da autocarri equipaggiati con fondo mobile o ribaltabile, mentre per il materiale fibroso in balle si utilizzeranno autocarri e rimorchi piani adatti allo scarico manuale tramite il carroponti. L’operazione di pesatura degli autocarri sarà fatta dagli autisti e sarà registrata attraverso un sistema software dedicato. I campioni per l’analisi qualitativa della biomassa fornita all’impianto saranno presi manualmente prima dell’operazione di scarico. Il cippato sarà scaricato direttamente nella fossa di ricezione secondo le indicazioni del supervisore o dell’operatore dell’impianto addetto alla fase di scarico della biomassa. Anche lo scarico e lo stoccaggio del materiale in balle sarà supervisionato dall’operatore dell’impianto responsabile dell’edificio stoccaggio fibrosi. Gli autocarri potranno manovrare nell’area di scarico e svuotare il loro carico direttamente nella fossa di ricezione in base alla quantità di biomassa già presente al suo interno. La biomassa scaricata sarà quindi trasportata mediante nastri prima al sistema di vagliatura del combustibile e in seguito all’interno dell’edificio di stoccaggio del cippato. Le balle di sorgo e di stocco di mais saranno trasportate da autocarri di dimensione e peso variabile e dovranno essere balle del tipo Heston con dimensioni standard pari a 2,4x1,2x1,3 m. Le balle potranno provenire direttamente dal luogo di produzione o dall’aree di stoccaggio esterne previste dal fornitore all’interno della filiera di approvvigionamento. La fase di scaricamento delle balle dagli autocarri sarà effettuata manualmente mediante l’utilizzo del carroponte. Le balle dei fibrosi saranno impilate ordinatamente per ottimizzare lo spazio dedicato allo stoccaggio. Lo scarico dagli autocarri e la movimentazione della balle prima della loro trinciatura sarà effettuata in automatico mediante il carroponte. Le corde saranno rimosse automaticamente mentre le balle saranno spinte verso i trasportatori di carico per la fase di trinciatura fino alle dimensioni adeguate per l’alimentazione in caldaia. La lunghezza del taglio potrà essere modificata spostando lo schermo sotto i rotori. La portata potrà essere controllata fino ad una certa ampiezza cambiando la velocità del trasportatore. Dopo essere stati trinciati il sorgo e lo stocco di mais saranno ridotti attraverso macchine trinciatrici prima di essere trasportati da un nastro trasportatore allo stoccaggio della biomassa, dove occuperanno un’area designata. I problemi legati alla polvere durante la fase di trattamento saranno eliminati per quanto sarà possibile mediante un sistema di filtrazione dell’aria che manterrà le macchine in depressione. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 9 Il cippato sarà trasportato al vagliatore a dischi mediante un nastro di trasporto gommato. Sopra il nastro trasportatore, prima del vagliatore a dischi, sarà posizionato un separatore elettromagnetico a cinghia che rimuoverà le parti metalliche e le direzionerà in un apposito contenitore per i rottami metallici. La frazione ammessa cadrà attraverso il vagliatore a dischi e sarà condotta mediante un redler all’edifico di stoccaggio del cippato. La frazione scartata dal vagliatore sarà portata mediante un nastro trasportatore a banda in una fossa a livello del terreno. Da qui sarà raccolta da una pala a caricamento frontale e trasportata allo stoccaggio per un ulteriore trinciatura. Lo stoccaggio del cippato, del sorgo e dello stocco di mais nell’edificio esistente sarà compartimentato tramite 8 corsie sul lato destro e 8 corsie sul lato sinistro dell’edificio; il sorgo e lo stocco di mais in particolare occuperanno le prime due corsie sul lato sinistro del capannone. La biomassa sarà distribuita attraverso un sistema di trasporto che automaticamente rileverà dove immagazzinare il materiale. La biomassa sarà depositata fino ad un’altezza pari a 3,5 m all’interno di corsie lunghe 22 m e larghe 3 m. All’interno delle corsie un sistema di raschiatori mescolerà in maniera omogenea la biomassa e la spingerà, distribuendo i diversi strati uniformi di tutte le tipologie di biomassa stoccate, verso il sistema di trasporto a catena che porta la biomassa fino alla bocca del forno nell’edifico caldaia. L’alimentazione dal deposito di stoccaggio sarà regolato dal livello del serbatoio di dosaggio e l’estrazione da questo sarà effettuata mediante una coclea di estrazione a velocità controllata, in grado di fornire un flusso controllato di biomassa agli iniettori, in base al carico richiesto dalla caldaia. Per mantenere la caldaia in esercizio anche quando il sistema di trattamento e stoccaggio della biomassa resta fermo, o per un guasto o per un’attività di manutenzione, sarà prevista una fossa di carico di emergenza per alimentare l’ultimo tratto del trasportatore a catena fino al forno. La fossa sarà composta da una tramoggia con due coclee a velocità controllata per alimentare gli iniettori in caldaia con un carico regolato di biomassa. FASE 3 COMBUSTIONE DELLA BIOMASSA Il sistema di combustione dell’impianto è stato ideato allo scopo di utilizzare diverse tipologie di biomassa, e dopo tanti anni di esperienza la tecnologia utilizzata si è confermata sicura ed affidabile. I diversi tipi di biomassa variano significativamente in termini di contenuto di umidità e di ceneri e hanno richiesto un’attenta progettazione del processo di combustione al fine di limitare le emissioni dell’impianto (SOx e NOx). Le caratteristiche principali della tecnologia utilizzata sono le seguenti: - basse emissioni; - basso sporcamento delle superfici di scambio; - elevato periodo di operatività senza arresti per la pulizia interna della caldaia; - disponibilità molto elevata; - flessibilità rispetto alle variazioni delle caratteristiche del combustibile; - basso eccesso d’aria; - bassi autoconsumi elettrici; ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 10 - elevata efficienza totale del sistema. Nella tabella seguente vengono riassunti i valori dei parametri principali che caratterizzano il sistema di combustione: Parametri principali del sistema di combustione Valore al Unità di DATO TECNICO carico misura nominale Biomassa in ingresso kg/s 4,81 Umidità media biomassa % 35 Potenza termica biomassa in ingresso MW 49,9 Potenza termica aria di combustione MW 0,3 Temperatura aria di combustione °C 40 Portata aria di combustione Portata fumi di combustione Portata ricircolo fumi Temperatura fumi uscita dal forno Temperatura fumi ingresso surriscaldatore Temperatura fumi ingresso economizzatore Temperatura fumi uscita economizzatore Eccesso d’aria Rendimento caldaia kg/s kg/s kg/s °C °C 22,5 29,2 1,4 989 600 °C 356 °C % % 137 25 91,5 Contenuto di ceneri (base secca) Ceneri pesanti Ceneri volatili % kg/h kg/h 4,1 293 206 Il sistema di combustione è dotato dei seguenti dispositivi di alimentazione del combustibile al fine di poter movimentare le differenti tipologie di biomassa: - diffusori ad aria insufflata per la biomassa caratterizzata da una pezzatura tipo cippato di legno fino a dimensioni di 100 mm; - ugelli pneumatici per l’iniezione di biomassa fine. La biomassa proveniente dallo stoccaggio attraverso il sistema di alimentazione giungerà al serbatoio di dosaggio posto di fronte all’edificio della caldaia. Sotto di esso c’è una coclea di fondo che porta la biomassa, tramite diversi canali di scarico, fino ai diffusori all’ingresso del forno. La velocità della coclea e quindi la capacità di alimento è controllata tramite inverter. Una valvola rotante è collocata in ogni canale di scarico del fondo al fine di prevenire ingressi di aria dal serbatoio di dosaggio al forno (che è in depressione) e ritorni di fiamma che potrebbero incendiare la biomassa nel serbatoio di dosaggio. L’iniezione della biomassa nel forno avviene tramite dei diffusori ad aria insufflata. La disposizione delle aperture per l’alimentazione del forno è pensata affinché si verifichi un’equa distribuzione della biomassa sulla griglia. La biomassa è continuamente trasportata ai diffusori d’alimento mediante degli scivoli e da lì entra nel forno attraverso l’iniezione di aria erogata da un diffusore a soffiante separato. L’angolo d’ingresso della biomassa nel forno può essere variato aggiustando un apposito piatto di distribuzione. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 11 Per garantire una distribuzione omogenea della biomassa su tutta la lunghezza della griglia, viene sistemata all’ingresso dell’aria una valvola di tiraggio rotante. Questa valvola rotante crea un flusso d’aria in ingresso pulsante, dal quale deriva una variazione nella lunghezza delle traiettorie di biomassa. Anche la pressione dell’aria fornita ai diffusori a soffiante può essere variata per aggiustare la distanza media del getto. La griglia è composta da una serie di catene a nastro. I barrotti che costituiscono la superfice della griglia sono disposti tra queste catene in modo da formare un solido tappeto grigliato. La griglia a nastro è suddivisa in due sezioni. Ognuna di esse è movimentata da un motore a velocità controllata montato sull’albero frontale. In questo modo ogni sezione si muove indipendentemente dall’altra. Il tappeto grigliato ricopre l’intero fondo del forno, e si muove in avanti verso la parete frontale della caldaia, dove la cenere di fondo viene scaricata nello scivolo delle ceneri. Nella seguente tabella si elencano i parametri tecnici principali della griglia a nastro. Parametri principali della griglia a nastro Valore al Unità di DATO TECNICO carico misura nominale Quantità 1 Materiale barrotti duttile Area della superfice effettiva della griglia Lunghezza griglia (da albero ad albero) Spessore griglia Velocità griglia Potenza motore m² mm mm m/h kW 32 6210 5040 1,3-8,0 0,75 L’aria primaria arriva ad una camera d’aria sottogriglia. Da questa camera, l’aria attraversa la griglia a catena sospesa (la parte di ritorno) e circola verso l’altro entrando nel forno attraverso gli ugelli venturi disposti sulla superfice della griglia (la parte di andata). Un salto di pressione adeguato attraverso gli elementi che compongono la griglia assicura che l’aria sia omogeneamente distribuita su di essa. L’aria primaria è circa la metà dell’aria di combustione. Passando attraverso la griglia la raffredda e assicura un’intensa combustione delle particelle di biomassa sulla sua superfice. L’aria secondaria è immessa mediante ugelli ad aria ad alta pressione strategicamente disposti in modo da produrre un’elevata turbolenza e un’intensa miscelazione dell’ossigeno e dei gas infiammabili. Per mantenere un basso eccesso d’aria, la griglia è provvista di efficienti tenute poste davanti, dietro e lungo le pareti laterali. Nella zona di combustione la biomassa si essicca e gassifica rapidamente. Le piccole particelle sono bruciate in sospensione. Le particelle più grandi e pesanti cadranno sulla griglia parzialmente o completamente essiccate e gassificate e bruceranno gradualmente. Approssimativamente il 70-80 % dell’energia contenuta nella biomassa è volatile, e il resto consiste nella frazione carboniosa solida. L’effetto dell’alimentazione pneumatica è che quasi tutta la superficie della griglia è utilizzata per la combustione con il 50-70 % dell’energia totale ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 12 rilasciata in sospensione, quindi con tale tecnologia la griglia può avere una superficie pari a circa la metà delle tradizionali griglie per la combustione solida (griglia fissa o griglia mobile). La tecnologia adottata permette anche di ottenere un’efficace controllo sul processo di combustione. La biomassa alimentata in continuo è generalmente costituita da piccoli pezzi con una grande superficie di scambio. Ciò assicura un buon mescolamento tra il combustibile e l’aria e perciò le condizioni di miscelazione sono facilmente controllate. Grazie ad un’attenta distribuzione dell’aria secondaria attraverso le aperture nel forno può esser controllato il contenuto d’ossigeno della zona primaria di combustione e ciò rende possibile assicurare condizioni sotto-stechiometriche (deficit d’ossigeno) nella parte inferiore del forno. Questa è una causa significativa della riduzione delle emissioni di NO x. La temperatura di combustione può essere controllata attraverso l’eccesso d’aria (l’aumentare dell’eccesso d’aria raffredda la combustione, perché aumenta la quantità di fumi che deve essere riscaldata) oppure attraverso il ricircolo dei fumi di combustione (anche questo aumenta il volume dei fumi da riscaldare, senza aumentare il contenuto d’ossigeno in essi). Il forno sarà alto e snello favorendo così un’efficace turbolenza e un lungo tempo di residenza. Un bruciatore ausiliario a gasolio sarà disposto su una parete del forno. Il bruciatore verrà utilizzato durante gli avviamenti e per il supporto alla combustione durante condizioni anomale di esercizio. È previsto un serbatoio interrato di gasolio nelle vicinanze della caldaia con un adeguato sistema di alimentazione ai bruciatori. Il contenuto di particelle incombuste nelle ceneri leggere è ridotto grazie ad un sistema di reiniezione. Le particelle che volano via dal forno prima di essere completamente bruciate sono raccolte nella parte inferiore tra il secondo e il terzo giro della caldaia o, nel caso delle particelle più piccole, in un contenitore di ceneri grezze dopo l’economizzatore e sono reiniettata pneumaticamente nel forno. Le particelle raccolte nel contenitore delle ceneri grezze sono selezionate in modo tale da re-iniettare solo le particelle con la pezzatura più grossa; questo per ridurre l’usura delle parti dovuta alla re-iniezione di sabbia o ceneri leggere che hanno un contenuto di incombusti trascurabile. La cenere di fondo è trasportata dalla griglia verso il lato frontale dove cade in un redler a guardia idraulica che spegne le ceneri e le scorie della griglia e le porta via dalla caldaia. Il redler rimuove anche la cenere che cade attraverso la griglia. Gli scarichi degli scivoli per le scorie e la camera d’aria della griglia sono posizionati sotto la superfice dell’acqua al fine di prevenire trafilamenti d’aria nel forno a causa della differenza di pressione tra la camera di combustione e l’ambiente esterno. La rimozione delle ceneri umide e delle scorie nel redler viene effettuata mediante un trasportatore a catena azionato da un motoriduttore. Il trasportatore allontanerà i residui solidi automaticamente scaricandoli su un redler inclinato che li veicolerà verso un cassone scarrabile di capacità pari a 60 m3. Il cassone una volta riempito viene sostituito dal personale della centrale da uno vuoto e viene portato nella zona di deposito temporaneo della centrale, nell’attesa che venga portato via dall’impianto per il suo smaltimento. La quantità di scorie prodotte può essere stimata in circa 320 kg/h (su base secca). ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 13 La tecnologia presentata è predisposta anche per la combustione della sansa e della paglia. La sansa può essere bruciata all’interno del forno con un sistema d’alimento pneumatico: da un serbatoio di dosaggio, mantenuto sempre pieno grazie ad un sistema di sensori gravimetrici, tramite una coclea posta sul fondo, la sansa viene alimentata a delle linee pneumatiche di iniezione che arrivano agli iniettori del forno e che sono equipaggiate con delle soffianti ad aria; per evitare fughe dell’aria di trasporto nel serbatoio di dosaggio viene installata una valvola a stella dopo la coclea di fondo che alimenta le linee di iniezione; una valvola di non ritorno garantisce ad ogni linea la prevenzione necessaria contro le esplosioni ed i ritorni di fiamma; gli iniettori di sansa sono posizionati sopra i diffusori d’alimento del cippato nella parete frontale del forno e in ognuno di essi è integrato un ingresso per i fumi di ricircolo che vengono dosati per ridurre la formazione degli NOx e regolare la combustione. Per l’alimentazione della paglia nel forno si utilizza un sistema del tutto analogo a quello per la sansa. FASE 4 SISTEMA DI CIRCOLAZIONE DELL’ARIA E DEI FUMI DI COMBUSTIONE Il sistema di circolazione dell’aria è progettato per operare con aria ambiente prelevata dall’edificio caldaia. L’aria di combustione è aspirata dalla sommità dell’edificio caldaia per un duplice motivo: permettere la ventilazione dell’edificio caldaia e recuperare parte delle perdite di calore della caldaia. Dopo il ventilatore dell’aria di combustione il flusso è suddiviso in aria primaria (regolata tramite una valvola di tiraggio) e in aria secondaria (regolata dal ventilatore aria secondaria): l’aria primaria viene inviata sottogriglia; l’aria secondaria arriva agli iniettori dell’aria secondaria disposti su diverse file sulle pareti del forno. Sia il ventilatore aria di combustione sia quello dell’aria secondaria sono controllati in frequenza tramite inverter. L’immissione dell’aria nei diffusori d’alimento è realizzata mediante un ventilatore, anch’esso regolato mediante inverter, che preleva l’aria dall’edifico caldaia. Il forno è mantenuto automaticamente in leggera depressione tra 50 e 200 kPa tramite il ventilatore di estrazione fumi, regolato con inverter. Anch’è il ricircolo dei fumi di combustione è realizzato per mezzo di un ventilatore dotato di inverter. I fumi di combustione vengono presi a valle del filtro a maniche, dopo il ventilatore d’estrazione fumi, e reimmessi in camera di combustione mediante il sistema di ricircolazione fumi e di re-iniezione delle particelle incombuste. Due batterie alettate (APH – Air Pre-Heaters) permettono di preriscaldare l’aria di combustione. La prima è una batteria aria-acqua alimentata dall’acqua di alimento della caldaia. La seconda è una batteria aria-vapore ad alta pressione alimentata dal vapore saturo del corpo cilindrico. Durante la combustione di certe tipologie di biomassa, è difficile prevenire che piccole particelle incombuste, delle dimensioni di pochi millimetri, escano dalla camera di combustioni assieme ai fumi. Queste particelle sono comunemente chiamate incombusti. Gli incombusti hanno una densità molto bassa (tipicamente attorno ai 60-120 kg/m3), tale per cui se sono presenti in gran quantità nelle ceneri volatili, il volume delle polveri da catturare ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 14 aumenterà significativamente. Inoltre a causa della loro elevata reattività, la presenza di incombusti nei filtro a maniche aumenta la probabilità d’incendio delle maniche o del sistema di trasporto delle ceneri. Il contenuto degli incombusti nelle ceneri volatili è ridotto mediante un sistema di re-iniezione, già menzionato nel capitolo precedente. Tra il secondo e il terzo giro in caldaia i fumi girano di 180°. Tale manovra favorisce la caduta di gran parte delle ceneri e degli incombusti nella tramoggia sottostante separandosi dai fumi. Dalla tramoggia vengono estratti attraverso una coclea raffreddata ad acqua che alimenta direttamente il sistema di re-iniezione. Tale sistema reimmette le particelle raccolte in camera di combustione. La coclea di estrazione può operare anche in modalità di emergenza svuotando le particelle raccolte direttamente nel redler delle ceneri di caldaia. Un separatore di ceneri grezze è posizionato tra le due sezioni dell’economizzatore. Tale separatore è un specie di ciclone progettato specificatamente per separare le particelle più fini da quelle più grosse con un a piccola perdita di pressione, poiché la maggior parte degli incombusti è presente nelle particelle di dimensioni maggiori. Le particelle così raccolte vengono estratte attraverso una coclea (dotata di motore reversibile) e portate ad un vaglio (con maglie tipicamente da 0,8 mm di diametro) dove le ceneri più fini e la sabbia vengono rimosse e portate al redler delle ceneri. Le particelle incombuste rimanenti invece vengono reiniettate nel forno. FASE 5 GENERATORE DI VAPORE SURRISCALDATO La tecnologia della caldaia si basa su molti anni di esperienza nella combustione della biomassa. Questa esperienza deriva da un gran numero di impianti che esibiscono tutti le seguenti caratteristiche: - disponibilità molto elevata - parametri del vapore idonei alla produzione di potenza attraverso una turbina a vapore - alto rendimento di combustione - conformità con i più rigidi requisiti sulle emissioni - flessibilità riguardo alla qualità del combustibile - produzione continua al 100% del carico - bassi costi di manutenzione. Queste pregevoli proprietà hanno una notevole influenza sull’economia dell’intero impianto. Il circuito esterno del vapore sarà progettato per i seguenti scopi: - alimentazione del vapore alla turbina - alimentazione del vapore (spillamenti) al degasatore, al preriscaldo delle condense e dell’acqua di alimento. Durante l’avviamento opera un circuito di by-pass che permette l’incremento dei parametri del vapore fino al raggiungimento dei requisiti per la turbina. Inoltre il by-pass permette di ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 15 veicolare la maggior parte dell’energia in eccesso al condensatore qualora si verificasse un trip turbina. L’impianto sarà dotato di una stazione di riduzione della pressione del vapore, che sarà sempre in grado di fornire la quantità di vapore richiesta all’avviamento del degasatore. Nella seguente tabella sono elencati i parametri principali di riferimento per la caldaia: Parametri principali della caldaia Unità di misura Valore al carico nominale Potenza termica del combustibile in ingresso MWt 49,9 Massima temperatura possibile del vapore °C 527 Portata di vapore prodotta kg/s 17,55 Pressione del vapore surriscaldato bara 92 Temperatura del vapore surriscaldato °C 502 Temperatura dell’acqua di alimento °C 184 Valore di pressione impostato sulla valvola di sicurezza dell’SH bara 96 Valore di pressione impostato sulla valvola di sicurezza del corpo cilindrico bara 106 Pressione di progetto della caldaia bara 106 DATO TECNICO La caldaia è una caldaia a vapore a circolazione naturale con un singolo corpo cilindrico. Due grossi tubi di caduta non riscaldati chiamati down-comers scendono dal corpo cilindrico ai collettori inferiori mentre una serie di tubi di risalita denominati risers collega i collettori superiori al corpo cilindrico. Questa configurazione assicura una buona circolazione naturale in tutte le situazioni operative. Un buona circolazione dell’acqua è fondamentale per prevenire il surriscaldamento dei tubi evaporanti e assicurare una lunga vita di servizio alla caldaia. La caldaia è sostenuta dall’alto ed è composta da pareti membranate di tubi raffreddati ad acqua progettate per formare dei canali di passaggio per i fumi. Ci sono tre giri fumi. Il primo passaggio è all’interno del forno. Il secondo passaggio è in corrispondenza del surriscaldatore ad alta temperatura. Il banco surriscaldatore di questa sezione è realizzato con una distanza tra i tubi sufficiente a non bloccare il passaggio dei fumi per colpa dell’accumulo della fuliggine. Il terzo passaggio contiene i restanti banchi del surriscaldatore. Il forno è a sezione rettangolare ed è realizzato con pareti membranate di tubi di raffreddamento. La forma alta e snella della camera di combustione assicura una buona turbolenza e un elevato tempo di residenza ai fumi di combustione. Ciò è necessario al fine di ottenere una buona combustione con un bassi valori delle emissioni. Una caldaia alta favorisce inoltre un’efficiente circolazione naturale nelle pareti della miscela acqua/vapore durante tutte le condizioni di carico e di combustione. Nella tabella seguente si riportato i parametri principali del forno: ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 16 Tabella 5-5: Parametri principali del forno Valore al Unità di DATO TECNICO carico misura nominale Caldaia tipo AET M-1150 Larghezza mm 5040 Profondità mm 3780 Altezza Superfice sezione trasversale del forno Volume del forno Pareti membranate Pressione di esercizio Massima pressione di esercizio Temperatura di esercizio Massima temperatura di esercizio Materiale Diametro tubi Spessore tubi Dimensioni alette Passo tubi Superfice riscaldata, da progetto Liberazione di calore del forno *) Flusso termico medio di parete *) Flusso di calore rilasciato dalla griglia *) Tempo di residenza nel forno *) Temperatura dei fumi in uscita dal forno *) mm m² m³ 19000 19,1 370 bara bara 98 106 °C °C 310 315 P235GH TC2 mm 57 mm 5 mm x 33 x 6 mm mm 90 m² 344 kW/m³ 142 kW/m² kW/m² s 171 2000 2,4 °C 897 *) A carico nominale. I dati d’esercizio variano con il carico della caldaia e la qualità della biomassa Il corpo cilindrico è posizionato nel punto più alto della caldaia. L’acqua di caldaia è condotta dal corpo cilindrico ai collettori inferiori (distributori) mediante i down-comers, grosse tubazioni esterne alla caldaia e non riscaldate. La sezione evaporante della caldaia è composta da tutte le pareti membranate. La miscela acqua/vapore dall’evaporatore attraverso una serie di risers giunge al corpo cilindrico. Nel corpo cilindrico mediante dei piatti e dei cicloni opportunamente disposti avviene la separazione tra acqua e vapore. L’acqua così ritorna al sistema di circolazione della miscela acqua/vapore mentre il vapore passa attraverso il demister posto nella parte superiore del corpo cilindrico. Da qui il vapore esce dal corpo cilindrico e mediante una tubazione di collegamento arriva al surriscaldatore. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano il corpo cilindrico: Parametri principali del corpo cilindrico Valore al Unità di DATO TECNICO carico misura nominale Pressione di esercizio bara 98 Massima pressione di esercizio bara 106 ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 17 Temperatura di esercizio °C 310 Massima temperatura di esercizio Diametro fasciame corpo cilindrico Lunghezza fasciame corpo cilindrico Altezza fondi corpo cilindrico Lunghezza totale corpo cilindrico Spessore fasciame °C mm mm mm mm mm 315 1.732 8200 650 9.500 56 Volume interno Volume occupato dal vapore (approssimazione) Volume del vapore per unità di portata (appros.) m³ 17,6 m³ 11 m³/m³/h 140 Analogamente al forno, anche il secondo e il terzo giro della caldaia sono realizzati mediante pareti membranate da tubi di raffreddamento. I fumi di combustione escono dal forno e giungono alla cima del secondo giro. Fluiscono verso il basso lungo il secondo giro dov’è installato l’ultimo banco di tubi del surriscaldatore (SH4), girano di 180° e percorrono verso l’alto il terzo giro dove sono posti i banchi più freddi del surriscaldatore (SH3, SH2, SH1). Per controllare la temperatura in uscita del vapore surriscaldato si utilizza un attemperatore collocato prima dei banchi SH3 e SH4. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano il surriscaldatore: Parametri principali del surriscaldatore Unità di SH1 SH2 SH3 misur a bara 97,1 96,2 95,8 DATO TECNICO Pressione in uscita Massima pressione d’esercizio Diametro tubi Spessore tubi Passo tubi, trasversale Passo tubi, longitudinale Superficie riscaldata Velocità d’ingresso dei fumi *) Temperatura d’ingresso dei fumi *) Temperatura d’uscita dei fumi *) Temperatura d’ingresso del vapore *) Temperatura d’uscita del vapore *) Portata acqua d’attemperamento Posizione rispetto al flusso dei fumi SH4 92,5 bara 106 106 106 106 mm mm 38,0 4,5 38,0 4,5 38,0 4,0 38,0 4,0 mm mm m² 90 90 1009 135 90 339 135 90 283 630 44 392 m/s 6,7 6,0 6,5 6,2 °C 466 533 603 858 °C 357 466 533 649 °C 309 346 383 411 °C 356 383 430 502 kg/s - 0,32 - 0,45 # 4th 3rd 2nd 1st controcorren controcorren controcorren Equicorren te te te te *) A carico nominale. I dati d’esercizio variano con il carico della caldaia e la qualità della biomassa Tipo di flusso - ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 18 Quando i fumi passano sul fondo del secondo giro, una gran quantità delle particelle incombuste contenute nei fumi cade su una tramoggia che le raccoglie. Successivamente il sistema di re-iniezione le immette in camera di combustione sopra la griglia. L’economizzatore è suddiviso in due sezioni ed è racchiuso in un case. L’acqua di alimento fluisce all’interno della prima sezione dell’economizzatore dall’alto verso il basso in controcorrente rispetto al flusso dei fumi mentre nella seconda sezione, più calda, fluisce dal basso verso l’altro ma sempre in controcorrente rispetto ai fumi. In questo modo qualsiasi particella di vapore generata nell’economizzatore può facilmente arrivare al corpo cilindrico anche durante la fase di avviamento o nel caso di grandi variazioni di carico. Dai collettori in uscita dell’economizzatore l’acqua arriva al corpo cilindrico, nel quale è ripartita equamente lungo la sua lunghezza mediante un tubo interno distributore. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano l’economizzatore: Parametri principali dell’economizzatore Unità di DATO TECNICO ECO1 misura Pressione in uscita bara 100,7 Massima pressione d’esercizio bara 106 Massima temperatura operativa °C 315 ECO2 100,2 106 315 Diametro tubi Spessore tubi Alette rettangolari – tubi doppi Passo tubi, trasversale Passo tubi, longitudinale Superfice riscaldata mm mm 38,0 4,0 38,0 4,0 mm mm m² 90 90 4282 90 90 2855 Larghezza Profondità Velocità fumi in ingresso *) Temperatura fumi in ingresso *) Temperatura fumi in uscita *) Temperatura in ingresso acqua *) Temperatura in uscita acqua *) mm mm m/s °C °C °C °C 4850 2700 5,9 215 137 120 177 4850 2700 7,6 356 215 180 241 Portata d’acqua nell’economizzatore *) kg/s 10,65 17,85 *) A carico nominale. I dati d’esercizio variano con il carico della caldaia e la qualità della biomassa Allo scopo di garantire un lungo periodo di servizio alla caldaia tra una pulizia manuale e un’altra, viene installato un sistema di soffiatori di fuliggine che permettono un ottimale pulizia delle superfici di scambio termico con un ridottissimo consumo di vapore. Il vapore richiesto per i soffiaggi deriva da uno spillamento di turbina. Per assicurare un’elevata disponibilità, efficienza e protezione dalla corrosione viene monitorata la qualità dell’acqua e del vapore di ciclo. In punti selezionati si raccolgono campioni di prova e, dopo aver ridotto pressione e temperatura, si misurano i parametri d’interesse sia in continuo sia attraverso test manuali in laboratorio. In uno scaffale comune è montato l’equipaggiamento per il trattamento e la misura dei seguenti campioni: ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 19 Campionamenti per il controllo dell’acqua di ciclo Numer o Campionamento 1 Acqua di alimento, dopo le pompe 2 Corpo cilindrico/down comers 3 Vapor saturo 4 Condensato, dopo le pompe Misurazione continua Conduttività (dopo filtro a cationi), Ossigeno Conduttività (prima e dopo filtro a cationi) Conduttività (dopo filtro a cationi) Conduttività (dopo filtro a cationi) Tutte le parti in pressione della caldaia possono essere ventilate e drenate. Il serbatoio di blow-down raccoglie l’acqua di blow-down, il vapore condensato e l’acqua dai drenaggi e dagli sfiati dei collettori e altri scarichi dell’acqua di ciclo che possono essere recuperati e reintegrati nel ciclo. La caldaia è dotata di valvole di sicurezza con un sistema a controllo pneumatico che assicura l’apertura e la chiusura all’interno di un piccolo intervallo di pressione. Le valvole sono del tipo “normalmente chiuse” ovvero quando il valore di set-point della pressione viene raggiunto rimangono completamente chiuse al fine di evitare trafilamenti indesiderati e conseguenti problemi di usura. FASE 6 TURBOALTERNATORE La soluzione proposta per l’impianto in oggetto prevede l’installazione di un solo gruppo turboalternatore a vapore in condensazione, in grado di erogare una potenza di circa 16,7 MWe. Il vapore surriscaldato, alla temperatura di 502 °C e alla pressione di 92 bar assoluti, verrà alimentato alla turbina, ove si espanderà fino alla pressione finale di 0,075 bar a. Il flusso di vapore si espanderà mettendo in movimento il rotore del turbogeneratore; l’energia meccanica così generata verrà trasformata in energia elettrica in un alternatore sincrono trifase, a cui sarà collegato tramite un albero la turbina stessa. Gli spillamenti di vapore prima dello scarico al condensatore sono 4, effettuati a diversi livelli di pressione e temperatura: il primo è a 12,1 bar a e 256 °C e preriscalda l’acqua di alimento alla caldaia; il secondo è a 3,73 bar a e a 141 °C ed è inviato al degasatore; il terzo e il quarto rispettivamente a 1,35 e 0,42 bar a e a 108 e 77 °C sono inviati a due scambiatori di calore per riscaldare il condensato prima dell’ingresso nel degasatore. Infine il vapore esausto è scaricato al condensatore a 0,075 bar a e a 40,3 °C. Nella tabella seguente si riportano i principali parametri operativi della turbina: ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 20 Parametri principali della turbina DATO TECNICO Taglia generatore Voltaggio kVA kV Frequenza Cos φ Classe di protezione Classe di isolazione Pressione vapore surriscaldato Temperatura vapore surriscaldato Massima temperature ammissibile vapore surriscaldato Potenza generatore Hz 0,8 Portata nominale di vapore (100%) Portata massima di vapore (105%) Dati operativi turbina Vapore surriscaldato Pressione Temperatura Valore al carico nominale 20860 11 Unità di misura 50 IP44 F/B bar a °C 90 502 °C 527 kW 16690 kg/s 17,5 kg/s 18,4 Carico nominale bar a °C 90 500 kg/s 17,5 bar a °C kg/s 12,1 256 1,5 Pressione Temperatura Portata 3° Spillamento Pressione Temperatura bar a °C kg/s 3,73 144 1,0 bar a °C 1,36 108 Portata 4° Spillamento Pressione Temperatura Portata Vapore esausto kg/s 1,0 bar a °C kg/s 0,42 77 0,8 bar a °C kg/s 0,075 40,3 13,2 Portata 1° Spillamento Pressione Temperatura Portata 2° Spillamento Pressione Temperatura Portata La turbina a vapore sarà del tipo multistadio e sarà formata da 3 sezioni principali: Sezione di ammissione vapore; Sezione di espansione (a sua volta suddivisa in tre parti per l’alta, la media e la bassa pressione); Sezione di scarico vapore esausto. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 21 La turbina è stata progettata per garantire la massima affidabilità. Le sue caratteristiche principali sono: massima simmetria tra la parte superiore e la parte inferiore della cassa della turbina; distribuzione della temperatura simmetrica lungo la circonferenza di tutte le sezioni trasversali e per ogni condizione di carico; massima uniformità nella distribuzione dei materiali in ogni singola sezione trasversale con una graduale transizione allo spessore necessario alla flangia nel punto di collegamento della cassa; La cassa della turbina è dotata di: Flangia di attacco per l’alimentazione del vapore vivo; Cassa di alimento vapore, chiusa a tenuta di vapore e dotata di coperchio; Collegamenti per la tenuta alle perdite sulla linea vapore; Flangia di uscita con collegamento per lo scarico del vapore esausto; Isolamento termico per la protezione contro i contatti accidentali (ad eccezione della parte di scarico vapore esausto). La turbina è composta da tre rotori (alta, media e bassa pressione), calettati allo stesso albero montato su cuscinetti alle sue estremità anteriore e posteriore in grado di consentirne la rotazione. Il turboalternatore possiede una serie di valvole di regolazione ed elementi di controllo: la catena di regolazione sarà formata da trasmettitori dei valori di pressione, temperatura e portata del vapore surriscaldato ed esausto. Qualora si rendesse necessaria l’intercettazione del vapore in alimento per il verificarsi di condizioni di anomalia/emergenza (ad esempio, per sovravelocità del rotore), entrerà in funzione una valvola di blocco d’emergenza che innescherà il by-pass della turbina. La turbina e l’alternatore saranno montati su un basamento inerziale per evitare la propagazione delle vibrazioni indotte dalla macchina alle fondazioni e ai fabbricati: il basamento sarà fissato alle fondazioni civili tramite bulloni di fondazione. Per trasmettere la coppia motrice dalla turbina al generatore verrà usata una flangia rigida di accoppiamento. Nel corso del normale funzionamento il trasferimento di potenza avverrà tramite accoppiamento di attrito tra le facce delle flange. FASE 7 CONDENSATORE E TORRI EVAPORATIVE L’impianto è dotato di un condensatore ad acqua dimensionato per condensare il vapore esausto scaricato dalla turbina o dal sistema di by-pass della turbina. Il condensatore è dotato di eiettori di vapore per la fuoriuscita e la rimozione dei gas non condensabili. L’acqua di raffreddamento del condensatore ricircola in continuo nel circuito aperto delle torri evaporative mediante le pompe di circolazione dell’acqua di torre. Le torri evaporative riceveranno un reintegro di acqua dalla fornitura di acqua industriale all’impianto, per compensare le perdite dell’acqua di raffreddamento dovuto all’evaporazione, al trascinamento ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 22 e allo spurgo della stessa. Considerando un temperatura di bulbo umido pari a 24 °C il reintegro totale dell’acqua di torre può essere stimato pari a circa 70 m 3/h. Il condensatore è uno scambiatore di calore a fascio tubiero progettato con tubi dritti per ridurre lo sporcamento nel lato freddo. La parte inferiore del condensatore è costituita da un pozza caldo che raccoglie le condense che si formano. Nella seguente tabella si riportano i parametri principali che caratterizzano il condensatore ad acqua: Parametri principali del condensatore Valore al Unità di DATO TECNICO carico misura nominale Quantità 1 Agente refrigerante acqua di torre Massima pressione operativa lato vapore barg 1 Massima pressione operativa lato acqua barg 4 Massima temperatura operativa lato °C 200 vapore Massima temperatura operativa lato acqua °C 70 Potenza termica di raffreddamento Portata vapore esausto Entalpia Pressione di condensazione Portata acqua di torre Temperatura d’ingresso acqua di torre Temperatura di uscita acqua di torre MW kg/s kJ/kg bar a kg/s °C 28,35 13,2 2325 0,075 698,5 27,7 °C 37,6 Il sistema di condensazione è completato dai seguenti componenti: tubazione del condensato; serbatoio del condensato; pompe principali di estrazione del condensato; tubazione di collegamento al preriscaldatore ad aria; preriscaldatore del condensato; tubazione di collegamento al degasatore; drenaggi dalla turbina. Le torri evaporative sono progettate come un sistema evaporante aperto che opera con il condensatore. Al fine di limitare la crescita di alghe e batteri nel circuito dell’acqua, è previsto un sistema di trattamento con agenti chimici dell’acqua di torre. L’acqua circola grazie alle pompe di circolazione dell’acqua di torre. Parte dell’acqua è utilizzata per raffreddare l’acqua del circuito ausiliario di raffreddamento. I parametri principali del circuito dell’acqua di torre sono riportati nella tabella seguente: ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 23 Parametri principali del circuito acqua di torre Valore al Unità di DATO TECNICO carico misura nominale Torri evaporative Quantità 1 Potenza termica di raffreddamento MW 29,6 Altezza torri di raffreddamento Larghezza torri di raffreddamento Lunghezza torri di raffreddamento Portata acqua di torre Spurgo acqua di torre Temperatura acqua in ingresso Temperatura acqua in uscita Numero ventilatori Temperatura di ingresso aria Temperatura di uscita aria Salto di pressione, lato aria Potenza unitaria motore ventilatore Potenza utilizzata per motore ventilatore Livello di potenza sonora Pompe acqua di torre Quantità Potenza elettrica motori Portata acqua di torre Temperatura in ingresso acqua Incremento di pressione Potenza utilizzata per motore pompa m m m kg/s kg/s °C 8,5 7 28 698 4,6 37,7 °C °C °C Pa kW 28 6 30 32,7 280 45 kW dB(A) 40 90 kW kg/s °C 2 250 703 27,6 bar kW 2 200 FASE 8 CICLO TERMICO Il ciclo termico comprende: pompe di estrazione condensato, degasatore, pompe di alimento caldaia e sistema di spillamenti dalla turbina. Il ciclo termico sarà strutturato come nel seguito brevemente descritto. Lo scarico della turbina è costituito da una miscela di acqua-vapore alla pressione di 0,075 bar a e alla temperatura di saturazione (circa 40 °C). Tale miscela è raffreddata e portata allo stato fisico di liquido dal condensatore. Le condense si accumulano nel pozzo caldo del condensatore da cui sono estratte dalle pompe di estrazione del condensato per essere rilanciate verso i due scambiatori di calore in serie che, utilizzando i due spillamenti a bassa pressione della turbina (1,35 e 0,42 bar a), le preriscaldano prima di entrare nel degasatore dove sono immesse alla sommità della torre del degasatore stesso. Il degasaggio, ovvero la rimozione dei gas incondensabili, avverrà mediante l’insufflazione di vapore (spillamento a 3,73 bar a) che innalza la temperatura dell’acqua di alimento caldaia fino a circa 137 °C. L’acqua degasata è successivamente prelevata, pressurizzata dalle pompe di alimento caldaia alla pressione massima di ciclo pari 103 bar a, riscaldata attraverso una batteria di preriscaldo che utilizza lo spillamento a 12,1 bar a ed infine immessa nel generatore di vapore alla temperatura di 184 °C. L’acqua attraversa così le varie sezioni della caldaia ovvero ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 24 economizzatore, evaporatore e surriscaldatore prima di uscire come vapore surriscaldato. Il vapore verrà ammesso in turbina, ove si espanderà generando energia elettrica. A questo punto potrà iniziare di nuovo il ciclo. Nel dettaglio, le sezioni costituenti il ciclo termico sono descritte di seguito. Pompe di estrazione condensato. Sono previste 2 pompe (1 pompa in esercizio e 1 pompa di riserva) di estrazione delle condense dal pozzo caldo che porteranno le condense alla pressione di esercizio del degasatore. Scambiatori di calore condense. Sono due scambiatori di calore in serie che riscaldano le condense in due step da 43 a 71 °C e da 71 a 104 °C, temperatura d’ingresso nel degasatore, mediante i due spillamenti a bassa pressione della turbina (1,35 e 0,42 bar a). Degasatore. Il degasaggio dell’acqua di alimento avviene in un degasatore termofisico a torre mediante lo spillamento di vapore dalla turbina. Il vapore è spillato alla pressione di esercizio del degasatore (2,7 bar a più le perdite di carico). La torre del degasatore è alloggiata su un recipiente cilindrico orizzontale di accumulo delle condense calde degasate. Lo sfioro in atmosfera degli incondensabili avverrà a portata costante attraverso una linea uscente dalla testa della torre del degasatore, munita di orifizio calibrato. Pompe di alimento caldaia. Sono previste 2 pompe di alimento caldaia (2 elettropompe dotate di inverter) per portare l’acqua alla pressione di esercizio del generatore di vapore pari a 103 bar a. Scambiatore di calore acqua di alimento. Per aumentare il rendimento totale del ciclo si effettua un preriscaldamento dell’acqua di alimento prima del suo ingresso in caldaia attraverso uno scambiatore di calore che utilizza lo spillamento a 12,1 bar a dalla turbina. In questo modo la temperatura dell’acqua di alimento passa da 139 a 184 °C. SISTEMA DI MISURE, CONTROLLO E SUPERVISIONE L’impianto sarà dotato di un sistema di misure, comando, controllo e supervisione automatico, in grado di garantire continuità ed efficienza di esercizio e di ottimizzare le prestazioni riguardo le condizioni di combustione, recupero energetico e difesa ambientale. Il sistema sarà basato su tre livelli: il complesso di strumenti di misura, mediante il quale saranno rilevati lo stato di funzionamento di ciascun macchinario ed i valori di tutte le grandezze di interesse (temperature, pressioni, portate dei fluidi, livelli nelle apparecchiature, misure di concentrazione); il sottosistema di controllo, costituito da una rete di unità a logica programmabile (PLC) di acquisizione, controllo e regolazione, interfacciata al sottosistema di cui sopra ed al sottosistema di supervisione; il sottosistema di supervisione, costituito da stazioni di interfaccia con gli operatori. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 25 Il sistema sarà fornito già configurato per l’impianto, completo di software di base di ultima generazione e di quello applicativo, appositamente sviluppato. Tutti i quadri a servizio degli impianti tecnologici saranno sviluppati da parte delle società che forniranno gli impianti stessi. Tali quadri saranno completi anche di tutta la componentistica (PLC, strumenti di misura per il monitoraggio dello stato di funzionamento del macchinario e dei valori di tutte le grandezze di interesse, interfacce di comunicazione, ecc.) necessaria per l’implementazione del sistema di misure, controllo e supervisione. Sottosistema di misura L’impianto sarà dotato di tutti gli strumenti di misura necessari per la rilevazione di portate, temperature, pressioni, livelli, concentrazioni, potenze e di tutti i parametri da sottoporre a controllo e regolazione per conseguire una gestione ottimizzata dei processi. Tutte le grandezze saranno memorizzate nel sistema di acquisizione. Sottosistema di comando Dall’esperienza di AET nella progettazione, costruzione e realizzazione di complessi impianti a combustione di biomassa di alta qualità, si è evitato di ricorrere, ove possibile, ad un sistema di controllo decentralizzato. Invece si è optato di adottare un sistema di controllo comune per l’impianto con un’unica interfaccia utente, denominato SCADA. Le aree di controllo e supervisione includono: sistema di movimentazione combustibile; sistema di combustione; dosaggio combustibile; acqua di alimento; surriscaldatore; ciclo acqua/vapore; sezione di pulizia dei fumi; soffiaggi di vapore; movimentazione ceneri umide e ceneri leggere; sistema SNCR; vari sistemi ausiliari. Le parti dell’impianto che non sono gestite dal sistema SCADA, ma che comunque possono essere monitorati e controllate da remoto, sono le seguenti: turbina a vapore e generatore; bruciatore ausiliario; impianto di trattamento acqua; circuito ad aria compressa. Il principali vantaggi di questo sistema di controllo sono i seguenti: - si ottimizza l’operatività dell’intero impianto, dal momento che le diverse parti del sistema agiscono insieme come un tutto e non come una serie si sottosistemi autonomi; - una comune interfaccia operative per tutte le parti dell’impianto; la maggior parte delle operazioni dell’impianto possono essere gestite dalla sala controllo; - minimizzazione del numero di interfacce e programmazione standard in comune; maggiore facilità operativa e manutentiva. Il sistema di controllo SCADA dovrà svolgere le seguenti funzioni principali: - trasmissione al sistema di comando del valore dei parametri di processo necessari all’impostazione delle condizioni di marcia dell’impianto; - visualizzazione dello stato funzionale dell’impianto; - memorizzazione, stampa periodica e su richiesta dei dati storici elaborati ed aggregati in diversa forma (tabelle, grafici); ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 26 - gestione del sistema di allarmi e presentazione degli stessi in forma luminosa e sonora; - invio, quando necessario, della sequenza di ordini per il blocco totale o parziale dell’impianto; - messa in marcia e fermata programmata dell’impianto; Il sistema SCADA sarà interconnesso con le unità a logica programmabile mediante rete Ethernet ad alta velocità, costruita in configurazione ridondante. Il sistema sarà poi costituito dai terminali di interfaccia con gli operatori, posizionati in Sala Controllo: su schermi video sarà rappresentato mediante pagine grafiche tutto l’impianto, con tutte le misure e gli stati associati. Verranno previste pagine dedicate ad allarmi ed eventi; per ciascuno di essi verrà registrato il momento d’accadimento con la precisione del millisecondo, in modo da poter risalire alla sequenza cronologica degli eventi accaduti. Saranno previste pagine dedicate alla rappresentazione di tutte le grandezze misurate; i trends dei parametri di processo (temperature, pressioni, portate, consumi, produzioni, emissioni, ecc.) potranno essere visualizzati su assi cartesiani dove in ascissa sarà indicato il tempo ed in ordinata la misura, in modo da avere un’immediata percezione dell’andamento della grandezza controllata in ogni istante della giornata e a ritroso nel tempo (il sistema permetterà di memorizzare i dati di funzionamento relativi ad alcuni anni). Per ogni motore ed utenza verrà indicato sulla rappresentazione grafica dell’impianto lo stato di funzionamento e la sua eventuale indisponibilità e, dove necessario, il motore di rincalzo che è stato messo in moto in sua alternativa. Esistono più pagine video raffiguranti le varie parti di impianto con indicati i motori in funzione, le varie grandezze di processo misurate e controllate, lo stato di pressostati, livellostati, ecc. Il sottosistema di controllo dell’impianto e le relative stazioni di interfaccia con gli operatori consentiranno l’esercizio dell’impianto direttamente dalla Sala Controllo, senza necessità di interventi ad essa esterni, ad eccezione di operazioni particolari. Anche eventuali manovre di emergenza (fermata dell’impianto, blocco o ripristino di una sezione) potranno essere condotte direttamente dalla Sala Controllo, avviando le apposite procedure. Ogni operazione manuale richiesta dall’operatore verrà vagliata e, se realizzabile nei modi e nei tempi richiesti, verrà attuata; diversamente verrà segnalato un codice di errore associato alle cause del non luogo a procedere. Tutto questo per garantire la minima possibilità di errore da parte degli operatori. Sottosistema di comunicazione Il sottosistema di comunicazione fra il sottosistema di controllo e il sottosistema di supervisione è stato previsto doppio in tutte le sue componenti, essendo in grado ciascuna unità di assolvere compiutamente le funzioni previste. La rete locale di comunicazione avrà le seguenti caratteristiche: - riconfigurazione automatica (trasparente all’operatore al variare del numero di nodi collegati); ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 27 - segnalazione alle stazioni operatore del trasferimento automatico della comunicazione dal bus in avaria a quello di ridondanza; - possibilità per ogni unità di essere collegata o scollegata senza interferire sulle altre unità inserite sui bus; - distanza ammissibile tra due diversi apparati collegati in rete >3 km. Tutte le apparecchiature, in modo particolare i sistemi di controllo e le stazioni di supervisione, saranno collegate direttamente alla rete di comunicazione (LAN) ridondante e potranno scambiarsi i dati. Sottosistema di controllo della rete elettrica Il sistema di controllo della rete elettrica sarà integrato al sistema SCADA; ad esso perverranno i segnali necessari per la corretta gestione della rete elettrica e per l’analisi dopo un guasto: - scatto delle protezioni elettriche che abbiano attinenza con l’operatività della rete; - memorizzazione nel registro cronologico degli aventi dei comandi di apertura e chiusura degli interruttori significativi per il funzionamento della rete elettrica. Non è previsto che tramite il sistema SCADA si possa direttamente intervenire per comandare aperture e chiusure degli interruttori, in particolar modo per quel che riguarda le apparecchiature di alta tensione. REGOLAZIONE DELLA COMBUSTIONE Per mantenere all’interno di intervalli prefissati le condizioni del vapore in uscita dal generatore si effettuerà la regolazione della portata di combustibile, della velocità della griglia, della portata di aria di combustione e di ripartizione tra aria primaria e secondaria, e di altri parametri di processo. La portata di combustibile verrà regolata attraverso la regolazione della frequenza con cui opera il sistema pneumatico di alimentazione La velocità della griglia, e dunque, la velocità di avanzamento della biomassa lungo la stessa, verrà comandata da un circuito oleodinamico. L’aria comburente da alimentare verrà determinata sulla base di un bilancio termico del sistema calcolato in tempo reale e verrà proporzionata mediante la variazione di velocità dei motori ventilatori attraverso inverter e manovre sulle serrande parzializzatrici. Scopo principale di tale controllo, demandato al sistema SCADA, è di massimizzare il recupero termico e la stabilità del sistema, ottimizzare la combustione e minimizzare la formazione di inquinanti dovuta ad una cattiva combustione (principalmente CO e NOX). CONTROLLO DELLE EMISSIONI Per la gestione delle concentrazioni degli inquinanti principali relative ai fumi emessi dall’impianto è stata prevista la fornitura di un sistema computerizzato autonomo costituito da: - misuratore di portata dei fumi; - misuratore di temperatura dei fumi; ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 28 - sistema di analisi per la misura del tenore nei fumi di ossigeno, vapor acqueo e anidride carbonica; - sistema di analisi per la misura di monossido di carbonio, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, polveri totali e tutti gli inquinanti soggetti a restrizioni normative di emissione; - sistema di acquisizione, elaborazione ed archiviazione dei dati e relativi collegamenti agli analizzatori ed al sistema di misure, comando e controllo; - linee di trasporto dei fumi da analizzare alle sonde di prelievo; - cabina destinata a contenere le apparecchiature di analisi ed elaborazione dati, dotata di proprio sistema di condizionamento. I dati misurati saranno disponibili, mediante collegamento sulla rete LAN, anche al sottosistema di controllo e supervisione generale dell’impianto (SCADA). La quantità di reagenti da dosare nella linea di depurazione degli effluenti gassosi sarà stabilita istante per istante dal sistema di controllo generale al fine di mantenere le concentrazioni dei singoli inquinanti nell’intorno di un valore di set-point preimpostato. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 29 Predisporre uno schema a blocchi del processo con l'indicazione dei flussi e dei singoli punti di emissione (camini, sfiati, torce, aspirazione da ambiente di lavoro) contrassegnati con numero progressivo o sigla BLOW DOWN CORPO CILINDRICO FILTRO A MANICHE SURRISCALDATORE ECONOMIZZATORE SILO CALCE EVAPORATORE 3.2 VENTILATORE CAMINO SILO PRODOTTI RESIDUALI CAMERA DI COMBUSTIONE TORRI EVAPORATIVE TURBINA VENTILATORE CONDENSATORE DEGASATORE LEGENDA SERBATOIO ACQUA DEMI IMPIANTO TRATTAMENTO ACQUE ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 30 3.3 Nel caso di art. 269 comma 8 (modifiche impianto) descrivere dettagliatamente le modifiche per cui viene richiesta l’autorizzazione con indicazione delle emissioni coinvolte Paragrafo non applicabile in quanto trattasi di nuovo impianto. 3.4 Articolazione dell’orario di lavoro (1 turno/die, 2 turni/die, 3 turni/die) L’impianto funzionerà in continuo. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 31 4 EMISSIONI 4.1 Le emissioni che vengono espulse all’esterno dovranno essere identificate con un numero progressivo (es. E1, E2, E3, ecc.). Tale indice dovrà poi essere riportato nella planimetria in corrispondenza del punto di emissione in atmosfera. Si riporta di seguito l’elenco delle emissioni che saranno originate dall’impianto: numero provenienza inquinanti E1 CENTRALE TERMICA NOx, CO, SOx, COT, Polveri, NH3 E2 Silo UREA NH3 E3 Silo CALCE Polveri E4 Silo CENERI LEGGERE Polveri E5 Camino edificio STOCCAGGIO Polveri E6 Camino SCARICO CIPPATO Polveri E7 Camino edificio TRATTAMENTO FIBROSI Polveri Si riporta in allegato 2 copia della planimetria con indicazione del posizionamento delle emissioni stesse. 4.2 Quadro riassuntivo delle emissioni (come da fax-simile scheda A.1 Allegato 2 parte I della DGRT 4356/1991) Si riporta di seguito il quadro riassuntivo delle emissioni. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 32 QUADRO RIASSUNTIVO DELLE EMISSIONI FUTURE Stabilimento: FUTURIS ETRUSCA SRL Sigla E1 Origine CENTRALE TERMICA Portata Nmc/h 130.169 Sezione mq 2,010 Via Loc. Montegemoli Comune di Piombino Provincia (LI) Velocità m/s 26,87 Temp. °C 135 Altezza m 45 Durata h/g g/a 24 335 Impianto di abbattimento Valori di emissione inquinanti mg/Nmc g/h De NOx SNCR NOx 350 24.732 Ottimizzazione della combustione CO 200 13.017 AS in linea SOx 160 20.827 Ottimizzazione della combustione COT 20 1302 C + F.T. Polveri 15 1953 NH3 -- 3905 E2 SILO UREA 1000 0,031 9,49 20 7 1 335 Filtro a carbone attivo NH3 20 10 E3 SILO CALCE 1000 0,031 9,49 20 18 1 335 Filtro a tessuto Polveri 10 10 E4 SILO CENERI LEGGERE 350 0,008 13,29 20 23 24 335 Filtro a tessuto Polveri 10 3,5 E5 CAMINO EDIFICIO STOCCAGGIO 55.000 1,130 14,50 20 11 24 335 Filtro a tessuto Polveri 10 550 E6 CAMINO SCARICO CIPPATO 25.000 0,502 14,83 20 11 24 335 Filtro a tessuto Polveri 10 250 E7 CAMINO EDIFICIO TRATTAMENTO FIBROSI 12.000 0,283 12,65 20 11 24 335 Filtro a tessuto Polveri 10 120 ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 33 4.3 Nel caso in cui nell’impianto vengano svolte una o più attività rientranti nell’ambito di applicazione dell’art. 275 del D. Lgs. 152/06 (Parte II Allegato III alla Parte Quinta del D. Lgs. 152/06) indicare: - capacità nominale dell’impianto - come definita dall’art. 268 c. 1 lettera nn) del D. Lgs. 152/06; - consumo massimo teorico di solvente - come definito dall’ art. 268 c. 1 lettera pp) del D. Lgs. 152/06 riferito alla capacità nominale dell’impianto; - preliminare di piano di gestione dei solventi, secondo quanto previsto dalla parte V dell’Allegato III alla Parte Quinta del D. Lgs. 152/06 - fattore di conversione medio per le sostanze presenti in emissione ((kgCOV/h - KgC/h) Nell’impianto non vengono svolte attività rientranti nell’ambito di applicazione dell’art. 275 del D. Lgs. 152/06. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 34 5 SISTEMI DI ABBATTIMENTO DELLE EMISSIONI Si riporta di seguito la descrizione dei sistemi di trattamento ed abbattimento delle emissioni che sono stati previsti al servizio degli impianti. SEZIONE DI TRATTAMENTO FUMI La linea di depurazione degli effluenti gassosi è stata scelta in funzione del materiale termovalorizzato. Essendo alimentata all’impianto esclusivamente biomassa vegetale vergine, gli inquinanti che si devono rimuovere dal flusso gassoso al fine di rientrare largamente al di sotto dei limiti di legge sono essenzialmente le polveri. La presenza di cloro e zolfo nel combustibile solo in tracce fa sì che le concentrazioni di gas acidi siano al di sotto del limite di emissione; in particolare, solamente l’ossido di zolfo è normato, con un valore massimo ammesso di emissione pari a 200 mg/Nm 3. È comunque prevista l’installazione di un sistema di rimozione dei gas acidi per ridurre ulteriormente le emissioni di tali inquinanti, al fine di assicurare un alto livello di protezione dell’ambiente. Tale accorgimento permette, inoltre, di fronteggiare eventuali picchi di concentrazione, dovuti ad esempio all’alimentazione transitoria di biomasse con alto carico percentuale di fogliame. La presenza di ossidi d’azoto nei fumi è da imputarsi in gran parte al contenuto di azoto del combustibile, comunque esiguo nel caso delle biomasse legnose (circa lo 0,3% in peso nel caso in esame): la concentrazione di NOX nei fumi grezzi sarà tenuta largamente al di sotto del limite di emissione con l’installazione di un sistema di riduzione non catalitica selettiva ad urea. La formazione di NOX per via termica (ossidazione dell’azoto atmosferico favorita dalla presenza simultanea di alte temperature e alti tenori di ossigeno) è limitata, grazie all’applicazione di accorgimenti impiantistici quali il controllo della temperatura e del tenore di ossigeno nei fumi in camera di combustione attraverso anche l’opportuno utilizzo del ricircolo dei fumi. La linea di depurazione degli effluenti gassosi sarà del tipo completamente a secco e sarà composta dalle seguenti sezioni: Sistema SNCR per la riduzione degli NOX con iniezione di una soluzione di urea direttamente in camera di combustione; Ciclone per la separazione delle particelle incombuste più grosse; Reattore a secco di tipo Venturi completo di sistema di stoccaggio ed iniezione del reagente deacidificante (calce); Filtro a maniche per l’affinazione del processo di depolverazione, il completamente del processo di assorbimento reattivo e la rimozione dei sali di neutralizzazione; Ventilatore di estrazione fumi; Sistema di trasporto e stoccaggio prodotti residuali pulvirulenti; Camino per l’immissione dei fumi depurati in atmosfera. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 35 Si è deciso di installare un sistema di depurazione a secco in quanto unisce ad una notevole semplicità gestionale una elevata prestazione in termini di abbattimento ed una consistente economia nel consumo di prodotti chimici di reazione. La filtrazione su tessuto è comunemente accettata come la più adatta per queste applicazioni poiché alla semplicità costruttiva unisce ottime prestazioni. La scelta del tessuto filtrante, la sua grammatura, la velocità di filtrazione particolarmente bassa, la configurazione in celle modulari indipendenti fanno si che il filtro a maniche progettato sia una macchina affidabile e di elevate prestazioni. L’intera linea di trattamento degli effluenti gassosi è stata progettata con il fine di rispettare largamente i limiti di emissione fissati a livello nazionale (D.Lgs 152/06, ALLEGATO I, Parte III) e garantire un’alta protezione della qualità ambientale non solo a livello locale ma anche a livello globale. In Tabella 5-13 si riportano rispettivamente i valori limite di legge e i valori medi garantiti delle emissioni al camino. I valori sono espressi come concentrazioni medie giornaliere e orarie in condizioni normali, riferite ai gas secchi e all’11% di ossigeno. Tabella 5-13: Limiti di emissione di legge e garantiti al camino CO COT NOX SOX PTS LIMITI DI LEGGE (Potenza termica nominale >20 MWt) Valore medio Valore medio orario giornaliero [mg/Nm3] 3 [mg/Nm ] 100 200 10 20 200 400 200 30 VALORI MEDI GARANTITI Valore medio giornaliero [mg/Nm3] 100 10 190 - Valore medio orario [mg/Nm3] 200 20 350 160 15 SISTEMA DE-NOX NON CATALITICO (SNCR) Il processo di riduzione non catalitica degli ossidi d’azoto (SNCR) avverrà tramite l’iniezione di una soluzione acquosa di urea direttamente in caldaia. La riduzione degli NOX ad azoto atmosferico avviene secondo la seguente reazione dominante. (NH2)2CO + 2NO + ½ O2 2N2 + CO2 + 2H2O La finestra di temperatura ottimale per la denitrificazione va dai 950°C ai 1050°C. Per valori superiori a 1050°C possono assumere uno sviluppo rilevante le reazioni di ossidazione diretta del reagente, con conseguente calo del rendimento del processo. Temperature inferiori a 900950°C determinano il crollo dell’efficienza e il rilascio di elevate quantità di ammoniaca, derivante dalla degradazione termica dell’urea. Prima dell’iniezione, il reagente verrà diluito con una portata variabile di acqua e miscelato con aria in pressione per ottimizzarne la distribuzione nella zona di reazione. Il sistema nel suo complesso includerà: ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 36 Stazione di scarico autobotti e stoccaggio urea. Il reagente sarà consegnato in soluzione acquosa e trasferito al serbatoio di stoccaggio (silos urea) attraverso il sistema di pompaggio dell’autobotte stessa. Il serbatoio, con capacità di 30 m3 (circa 2 settimane di stoccaggio), possiederà un sistema di riscaldamento elettrico per mantenere il reagente alla corretta temperatura, evitandone la cristallizzazione durante l’inverno. Alla base del silos dell’urea sarà installato un filtro a carboni attivi che permetterà di raggiungere delle emissioni di NH3 al camino di sfiato del silos inferiori a 20 mg/Nm3. Sistema di pompaggio dell’urea. Una pompa sommersa installata all’interno del serbatoio permette la circolazione dell’urea e garantisce la pressione necessaria alla misura e al controllo dell’iniezione dell’urea; l’urea non utilizzata verrà ricircolata al serbatoio. Sistema di pompaggio dell’acqua di diluizione. L’acqua di diluizione verrà pompata alla sezione di dosaggio in quantità tale da assicurare la concentrazione ottimale del reagente e la sua atomizzazione più appropriata in goccioline. Sistema di dosaggio. Sarà costituito da lance di iniezione retraibili poste su 2 livelli. Il livello più alto verrà usato durante il funzionamento a regime, quando cioè la temperatura nella sezione sarà superiore a 950°C; il livello più basso entrerà in funzione durante le fasi di avviamento o di funzionamento a carico parziale, ovvero qualora i fumi avessero temperature comprese tra 850°C e 950°C in corrispondenza della sezione superiore di iniezione dell’urea. L’utilizzo di un livello implicherà l’esclusione dell’altro. Gli iniettori saranno costituiti da una camera di atomizzazione all’interno della quale verranno introdotte l’aria compressa e la soluzione riducente; questa verrà emessa successivamente sotto forma di gocce di diametro piccolissimo all’interno della camera di combustione. Un sistema pneumatico permetterà la ritrazione degli iniettori quando non operanti. L’intera sezione risponderà al sistema di controllo generale dell’impianto (DCS). La portata di urea verrà calcolata in funzione del carico termico (ovvero della portata di vapore) e verrà poi corretta in funzione della differenza tra la concentrazione di NO X al camino e un valore di set-point prefissato: se tale differenza sarà positiva verrà incremento il dosaggio, al contrario sarà diminuito. Come precedentemente precisato, il sistema sarà calibrato in modo tale da soddisfare pienamente il requisito di abbattimento degli ossidi di azoto prescritto dalla vigente normativa nazionale e regionale. CICLONE Il ciclone è un depolveratore che sfrutta la forza centrifuga per separare le particelle solide dal flusso gassoso. Le polveri sono sottoposte ad una forza che impone loro una traiettoria diversa da quella dei filetti gassosi, forzandone il moto radiale verso le pareti del ciclone stesso: ciò consente l’intercettazione e l’allontanamento del particolato, dato che la velocità del flusso è ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 37 nulla in corrispondenza delle pareti (fenomeno dello strato limite). Le particelle catturate scivolano verso il fondo del depolveratore e si raccolgono nella tramoggia di fondo, mentre i gas risalgono attraverso i tubi di ripresa centrali. Il ciclone è progettato per possedere dimensioni compatte, bassi salti di pressione ed un elevata efficienza di separazione delle ceneri grezze. Per le sue dimensioni compatte il depolveratore è stato installato all’interno della sezione ECO della caldaia. Le particelle più fine, non catturate attraverso il ciclone, sono raccolte nel filtro a maniche. Oltre alle particelle incombuste, il ciclone raccoglie anche le particelle minerali grezze come quelle di sabbia , riducendo così il fenomeno di erosione nella sezione iniziale del filtro a maniche. La tenuta del sistema di scarico è garantita con l’installazione di una valvola rotante a stella. Le ceneri grezze separate attraverso il ciclone sono re-iniettate in camera di combustione attraverso il circuito di re-inizione degli incombusti, già descritto al paragrafo 5.3.4. Di queste quelle di dimensioni maggiori vengono selezionate ed inviate direttamente nel redler umido che evacua le ceneri di caldaia. REATTORE DI CONTATTO Per assicurare la protezione delle maniche del filtro e per ridurre il contenuto di SOx , HF e HCl nei fumi, la calce idrata viene iniettata e distribuita in controcorrente con il flusso gassoso. La calce è iniettata pneumaticamente nel condotto fumi tra l’ECO e il filtro a maniche, grazie ad un serbatoio di dosaggio con una valvola rotante e un ventilatore. In quel tratto gli effluenti gassosi da depurare entrano nella parte inferiore di un reattore Venturi nella cui gola viene immessa la calce. Le reazioni chimiche globali di neutralizzazione sono le seguenti: Ca(OH)2 + 2HCl CaCl2 + 2H2O Ca(OH)2 + SO2 + 0.5 O2 CaSO4 + H2O L’elevata turbolenza che si forma in corrispondenza della sezione ristretta del Venturi assicura una buona miscelazione tra il reagente polverulento ed i fumi. Questi passano successivamente attraverso la sezione divergente del Venturi e, in seguito, in una camera cilindrica di inversione del flusso, coassiale con lo stesso Venturi e con fondo inclinato per consentire lo scorrimento delle polveri; i fumi sono scaricati tangenzialmente al reattore di contatto per poi entrare nel filtro a maniche posto a valle. Il reattore è provvisto di porta di ispezione nella parte inferiore (dove possono depositarsi le polveri) e di passerelle in corrispondenza della lancia di iniezione dei reagenti solidi. È stato definito un tempo di permanenza all’interno del reattore Venturi tale da assicurare un elevato rendimento di rimozione. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 38 STOCCAGGIO E MOVIMENTAZIONE REAGENTE DEACIDIFICANTE La calce è stoccata in prossimità del reattore di contatto. Il silo di stoccaggio, di capacità pari a 80 m3, garantirà una disponibilità di materiale superiore a 2 settimane. Il caricamento del silo avverrà direttamente dall’automezzo, collegando il tubo flessibile dello stesso al tubo di carico. Sul tetto saranno installati una valvola di sicurezza ed un filtro a maniche per la captazione delle polveri durante la fase di caricamento. Il silo sarà di forma cilindrica, con pareti interne a superficie liscia per facilitare lo scorrimento del reagente e tramoggia di scarico a forma conica. Il sistema di scarico e dosaggio sarà essenzialmente costituito da una valvola rotante avente dimensioni pari alla bocca di scarico della tramoggia e da un trasportatore a coclea. Valvola e coclea saranno comandate da un motore a velocità variabile per variare la portata di reagente dosato in funzione della concentrazione dei gas acidi. Dalla coclea dosatrice i reagenti verranno immessi tramite rotocella di tenuta nel sistema di trasporto pneumatico, costituito da: 1 ventilatore centrifugo; tubazioni in acciaio aventi curve ad ampio raggio di curvatura (minimo dieci volte il diametro della linea), al fine di limitare l’usura per abrasione; collegamenti flessibili al ventilatore. FILTRO A MANICHE I fumi uscenti dal reattore a secco entreranno nel filtro a maniche dove verranno completate le reazioni di neutralizzazione dei gas acidi. Il principio di filtrazione si basa sulla formazione di uno strato di polvere sulla superficie delle maniche che costituisce l’effettivo elemento filtrante. Quando la perdita di carico a cavallo delle tele filtranti supererà un valore prefissato, entrerà in funzione il sistema di pulizia ad aria compressa; il ciclo si avvia a partire dalla fila di maniche successiva all’ultima soggetta a precedente ciclo di pulizia e termina al raggiungimento di una caduta di pressione prefissata. Il sistema automatico di controllo della sequenza di pulizia del filtro assicura la massima permanenza del deposito di polveri sulle maniche. Il filtro a maniche è costituito da una struttura metallica di contenimento delle maniche filtranti di tipo modulare, ossia suddivisa in compartimenti completamente escludibili, in modo tale da rendere possibile l’ispezione e la manutenzione delle maniche con l’impianto in esercizio. La superficie filtrante è dimensionata in modo da evitare la riduzione del carico (ovvero della portata fumi complessiva trattata) qualora si rendesse necessaria l’intercettazione di un compartimento per ispezione o manutenzione. I fumi provenienti dal reattore entrano nella parte inferiore del corpo di ciascun compartimento, risalgono verso l’alto tra le file di maniche e, attraversandole dall’esterno verso l’interno, depositano le polveri sulla superficie esterna delle maniche stesse. Ogni compartimento è dotato di una tramoggia piramidale di scarico polveri. Per prevenire fenomeni di condensazione, rischio di corrosione e problemi di scarico delle polveri, le ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 39 tramogge sono tracciate elettricamente e vibranti. Ciascuna tramoggia è inoltre dotata, nella parte inferiore, di un indicatore di livello in grado di rilevare eventuali accumuli di polveri causati dalla formazione di ponti o da avarie del sistema di evacuazione. Le polveri, tramite rotocelle, sono scaricate in continuo dalle tramogge in una coclea che provvede al loro trasporto fino al sistema di trasporto pneumatico. Tale sistema trasporta il flusso denso a bassa velocità al silo di stoccaggio, di forma cilindrica e con una capacità di stoccaggio di 125 m3 (pari a circa 3 settimane). Per consentire un avviamento sicuro dell’impianto ed una rapida messa a regime, durante la fase di avviamento il filtro è intercettato tramite le serrande di esclusione dei compartimenti e quindi riscaldato con aria calda in circuito chiuso sino a portare le parti interne (maniche incluse) al valore minimo di temperatura di funzionamento previsto. Quando il filtro viene intercettato dalle serrande i fumi sono convogliati in un condotto di by-pass che viene attivato attraverso dei termostati che rilevano la temperatura in ingresso dei fumi nel filtro. Il by-pass si apre anche nel caso di un’eccessiva pressione nel filtro. La pulizia delle maniche è effettuata su una fila di maniche alla volta mediante impulsi di aria compressa e avviene in modalità “ON-LINE”, ovvero senza l’esclusione della sezioni del filtro sottoposta di volta in volta a ciclo di pulitura. L’aria di pulizia è distribuita alle maniche attraverso rampe di soffiaggio, poste al di sopra delle stesse e dotate di ugelli opportunamente dimensionati. L’onda di pressione indotta dall’impulso di aria compressa provoca da un lato un repentino scuotimento della manica, dall’altro un flusso d’aria in direzione contraria a quella di filtrazione. I due effetti combinati determinano lo sgretolamento del cuscino di polveri depositate sulle superfici filtranti e la loro caduta in tramoggia. Nelle tabelle seguenti si riportano rispettivamente i valori dei parametri principali che caratterizzano il filtro e i parametri che caratterizzano l’effetto del sistema di filtraggio sul flusso gassoso dei fumi. Parametri principali del filtro a maniche DATO TECNICO Altezza totale Larghezza cabinato Unità di misura mm mm Lunghezza cabinato N° di compartimenti Massima pressione ammissibile Materiale filtro Area di filtraggio Materiale cabinato filtro Mm q.tà Pa N° tramogge vibranti Potenza singolo vibratore N° valvole rotanti q.tà kW q.tà Capacità singola valvola rotante m³/h Potenza motore singola valvola rotante Tracciature elettriche tramoggia kW kW m² Valore al carico nominale 16500 11600 6500 4 +/- 6000 PPS/PTFE 2400 1.4301 ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 4 0,15 4 8-70% riempimento 0,75 18 40 Parametri principali del flusso gassoso dei fumi attraverso il filtro DATO TECNICO Kg/s °C Pa Valore al carico nominale 29,2 138 <1200 %vol %vol 3 2 m /(min m ) 3 g/Nm 21 4,2 0,96 3,5 21 4,2 1,2 3,5 18 >1-7 1,18 <10 15 15 15 Unità di misura Portata fumi umidi Temperatura massima fumi Salto di pressione Contenuto di H2O nei fumi Contenuto di O2 nei fumi secchi Rapporto aria/manica Concentrazione polveri fumi grezzi Massima uscita concentrazione polveri, fumi secchi puliti (11% O2) * n-1: Compartimento non operativo mg/Nm 3 Valore al carico nominale (n-1)* 29,2 138 Valore al carico di progetto 34,8 170 <1500 SISTEMA DI ESTRAZIONE, TRASPORTO E STOCCAGGIO PRODOTTI RESIDUALI Le polveri separate da filtro a maniche sono formate da: Ceneri volanti sfuggite al ciclone; Sali di reazione, derivanti dalla neutralizzazione dei gas acidi (CaCl 2, CaSO4); Eccesso di reagente assorbente dosato. I prodotti residuali verranno scaricati dalle tramogge del filtro a maniche tramite rotocelle di tenuta e trasportati ad un serbatoio polmone che alimenta il sistema di trasporto pneumatico dopo ogni ciclo di trasporto completo. Il trasporto pneumatico, che si aziona quando il serbatoio polmone ha raggiunto un livello prefissato, porta le ceneri fino al silo di stoccaggio Il silo di stoccaggio, di forma cilindrica, ha una capacità di 125 m 3; lo scarico delle ceneri dal silos avviene per gravità, con il supporto di ugelli ad aria fluidificante posti sulla tramoggia. La tenuta del sistema di scarico è garantita con l’installazione di una valvola rotante a stella. Il silo è dotato di un filtro di depolverazione in grado di garantire emissioni di particolato inferiori a 10 mg/Nm3 e di un sistema di pulizia ad aria compressa. Il silo è infine provvisto di indicatori di livello per l’indicazione di basso e di alto livello. VENTILATORE DI ESTRAZIONE FUMI Sarà installato un ventilatore centrifugo di estrazione fumi dotato di inverter per la regolazione della velocità. Tale ventilatore permette di mantenere in camera di combustione un depressione tra i 50 e i 200 Pa. La carcassa del ventilatore sarà rivestita con coibentazione fonoassorbente e sulla mandata del ventilatore sarà installato un silenziatore per contenere il rumore trasmesso all’ambiente esterno nei limiti specificati dal progetto. Il ventilatore sarà comandato da un sistema ad inverter per consentire l’avviamento in modalità automatica e limitare sostanzialmente i consumi di energia elettrica ai carichi parziali, come invece avviene nei sistemi nei quali la regolazione della portata avviene mediante regolazione con valvole a farfalla. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 41 Nella tabella seguente si riportano i valori dei parametri principali del ventilatore al carico nominale e nelle condizioni di progetto. Parametri principali del ventilatore di estrazione fumi Unità di DATO TECNICO misura Valore al carico Valore progetto nominale Potenza motore kW 400 Portata ventilatore kg/s 29,3 34,7 Temperatura ingresso fumi °C 137 170 3 di Portata volumetrica m /h 130633 171400 Incremento di pressione statica Pa 3613 5084 Potenza assorbita kW 178,9 326,5 CAMINO Il camino per l’immissione dei fumi in atmosfera sarà in acciaio, resistente alla corrosione dovuta agli agenti atmosferici. Il tratto terminale sarà costruito in acciaio alto legato, onde evitare fenomeni di corrosione dovuti alla possibile formazione di condense acide. Il camino avrà uno sviluppo verticale di 45 metri ed è del tipo autoportante. Sarà internamente dotato di un sistema di pianerottoli in grigliato, situati a quote opportune, per consentire l’accesso ai differenti livelli ove verranno posizionati gli strumenti costituenti il sistema di monitoraggio delle emissioni; l’accesso sarà reso possibile da un sistema di scale alla marinara. Sulla sommità saranno installati l’impianto parafulmine e le luci per l’avvistamento aereo notturno. Se richiesto il fusto sarà inoltre verniciato per l’avvistamento diurno. SISTEMA DI MONITORAGGIO EMISSIONI (SME) Per Sistema di Monitoraggio Emissioni (S.M.E.) si intende l’insieme dei programmi di acquisizione, elaborazione e presentazione delle misure di concentrazione di alcuni composti presenti nelle emissioni gassose prodotte da generici processi industriali. Questo insieme di programmi di elaborazione viene eseguito su un personal computer, che colloquia mediante opportune interfacce con la strumentazione di prelievo, trattamento e misura, alloggiata in adeguati armadi o cabine poste in prossimità dei punti di emissione (camini). Per quanto riguarda la configurazione del sistema S.M.E. che verrà installato nell’impianto di Piiombino, verrà costruita una cabina sulla piattaforma a circa 2/3 dell’altezza del camino che accoglierà gli analizzatori, il relativo quadro elettrico e il sistema di acquisizione ed elaborazione delle misure. La strumentazione per il controllo delle emissioni atmosferiche sarà costituita da: trasmettitori di portata, temperatura e pressione assoluta, analizzatore di polveri, analizzatore FTIR (Fourier ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 42 Trasform InfraRed spectroscopy) per la rilevazione dei principali inquinanti (NOX, SO2, CO, HCl), misuratori di ossigeno e di umidità dei fumi. Oltre alle prese per gli analizzatori installati in campo, saranno installate anche le flange per i laboratori esterni. Per quanto concerne i valori di concentrazione, la normativa prevede che siano tutti normalizzati (riportati alla temperatura di 0°C e alla pressione di 1 atm), riferiti alle condizioni di gas secco e ad una concentrazione di ossigeno di riferimento pari all’11%. I dati grezzi forniti dagli analizzatori saranno elaborati in automatico per ottenere dei valori direttamente confrontabili con i limiti di legge: verranno applicati direttamente dal sistema S.M.E. dei coefficienti di correzione per passare dalle misure “tal quali” alla tipologia di dati richiesti (concentrazioni normalizzate). 6 IMPIANTI TERMICI Vedere quanto descritto al paragrafo 3.1. ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale 43 ALLEGATO 1 Planimetria con indicazione dei punti di emissione in atmosfera ambiente s.c. ingegneria industriale ed igiene ambientale