UV Protocole
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UV Protocole
Protocollo UV version 09/2001 PROTOCOLLO COMUNE BG/HSE/CNAMTS/ISPESL SUL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO TRAMITE L’UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA AI RAGGI UV NELL’INDUSTRIA GRAFICA IN GERMANIA, GRAN BRETAGNA, FRANCIA, ITALIA ED IN ALTRI STATI MEMBRI INTERESSATI DELL’UNIONE EUROPEA JOINT BG/HSE/CNAMTS/ISPESL - PROTOCOL ON IMPROVED CONDITIONS OF USE OF UVTECHNOLOGY IN THE PRINTING INDUSTRY IN GERMANY, THE UNITED KINGDOM, FRANCE, ITALY AND OTHER INTERESTED MEMBER STATES OF THE EUROPEAN UNION PROTOCOLE COMMUN BG/HSE/CNAMTS/ISPESL SUR LES MEILLEURES CONDITIONS DE MISE EN ŒUVRE DANS l’IMPRIMERIE DE LA TECHNOLOGIE AUX U.V. EN ALLEMAGNE, AU R-U, EN FRANCE, EN ITALIE ET DANS LES AUTRES ETATS MEMBRES INTERESSES DE L’UNION EUROPEENNE GEMEINSAMES BG/HSE/CNAMTS/ISPESL PROTOKOLL ÜBER VERBESSERTE EINSATZBEDINGUNGEN DER UV-TECHNOLOGIE IN DER DRUCKINDUSTRIE IN DEUTSCHLAND, DEM VEREINIGTEN KÖNIGREICH, FRANKREICH, ITALIEN UND IN ANDEREN INTERESSIERTEN MITGLIEDSSTAATEN DER EUROPÄISCHEN UNION Le seguenti Istituzioni hanno firmato il protocollo e condiviso le raccomandazioni ivi contenute: Berufsgenossenschaft Druck und Papierverarbeitung (BG); Deutschland Caisse Nationale de l’Assurance Maladie des Travailleurs Salariés (CNAMTS); France Health and Safety Executive (HSE); United Kingdom Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL); Italia Questo protocollo è stato concordato da BG, CNAMTS e HSE in una versione ufficiale (Francese). Le ulteriori versioni tradotte in altre lingue sotto la responsabilità dei rispettivi Istituti e notificate al primo estensore del protocollo hanno lo stesso valore della versione ufficiale. Al fine di prevenire errate interpretazioni del testo, gli autori raccomandano di non inserire diverse citazioni e paragrafi avulsi dal testo originale. 2 Premessa: le conoscenze attuali nel settore dell’epidemiologia, appaiono ancora insufficienti per affermare che questa tecnologia è più o meno pericolosa rispetto all’impiego di colori da stampa contenenti solventi. Tuttavia: • grazie al miglioramento di materiali e macchine, • agli obblighi dettati dalle norme sull’uso di solventi facilmente volatili nell’industriagrafica, • a fronte di un crescente fabbisogno di risparmio energetico e • grazie al più facile utilizzo di colori UV nell’industria grafica (« asciugatura immediata » e qualità di stampa), la tecnologia ai raggi UV riceve un nuovo slancio. I firmatari di questo documento sembrano considerare più appropriato dedicarsi a questo sviluppo, anziché essere costretti a prendere, successivamente, misure migliorative che siano meno efficaci e più costose. Obiettivo: il presente documento si prefigge di proporre le migliori condizioni per l’impiego della tecnologia di stampa ai raggi UV, in particolare per quanto concerne la sicurezza sul lavoro e la salvaguardia dell’ambiente. Stato: il presente verbale è stato elaborato in collaborazione con le parti interessate in Germania, Gran Bretagna e Francia. Esso descrive le buone pratiche prodotte dal BG in Germania come pure dall’HSE britannico e dall’Istituto per la prevenzione degli infortuni, rappresentato dal CNAMTS in Francia. Questo corrisponde alle esigenze basilari della Direttiva 98/24/CEE del 7 aprile 1998 sulla protezione sanitaria e la tutela dei lavoratori a contatto con sostanze chimiche, nonché della Direttiva 89/392/CEE del 14 giugno 1989 sull’armonizzazione della legislazione sui macchinari degli stati membri come integrazione al prEN 1010 – Requisiti di sicurezza relativi alla costruzione di macchine per la stampa e la lavorazione della carta. Il rispetto delle indicazioni riportate nel presente protocollo non è obbligatorio, però dai datori di lavoro che seguono la procedura ivi indicata, ci si aspetta che osservino la legislazione europea pertinente. BG e HSE faranno riferimento a questo documento nell’illustrazione delle buone pratiche. Questo protocollo permette ad ogni partecipante di migliorare la sicurezza dei lavoratori e di promuovere la salvaguardia dell’ambiente mediante misure aggiuntive. Ciò vale in particolare per quanto riguarda gli sviluppi tecnici futuri o le misure di miglioramento destinate alla prevenzione. Tutti i paesi europei partecipanti sono invitati a presentare eventuali proposte per ulteriori interventi che saranno poi discussi con le parti interessate. Il presente documento si basa sui principi fondamentali per la sicurezza sul lavoro, ed in particolare sulla combinazione dei materiali impiegati e del tipo d’utilizzo. 3 Procedura di stampa ai raggi UV: gli inchiostri e le vernici che si asciugano sotto l’esposizione ai raggi UV (ultravioletti) sono fatti di componenti liquidi che si reticolano a formare una pellicola secca e dura sotto l’azione di una fonte UV carica di energia. L’indurimento è istantaneo, la durata di questo processo dipende comunque dalla velocità delle macchine e dall’intensità delle lampade UV utilizzate. I componenti di quasi tutti gli inchiostri e vernici UV sono resine epossidiche polifunzionali che contengono acrilati reattivi, additivi (quali poliestere e poliuretano), coloranti, e fotocatalizzatori. Questi prodotti possono definirsi chiaramente come sostanze prive di solventi, anche se vengono poi impiegati speciali solventi per lavare e pulire gli impianti di stampa. Meno frequente è l’impiego di fasci di elettroni a questo scopo, al posto dei raggi UV. Qui il reticolamento avviene in assenza di fotocatalizzatori. La tecnologia a fasci di elettroni può essere impiegata in presenza di strati spessi di vernice. Le misure precauzionali necessarie per la sicurezza sul lavoro e la tutela ambientale sono comunque paragonabili; a ciò si aggiungono soltanto le regole per l’applicazione di raggi ionizzanti. La tecnologia ai raggi UV trova sempre più eco in tutti i settori applicativi dell’industria grafica. Grazie alla rapida essiccazione ed una brillantezza duratura di questa procedura di stampa, il prodotto finale può essere utilizzato immediatamente. In particolare si può rinunciare alla polvere antiscartino. Molti degli impianti tradizionali di stampa possono essere adattati per l’uso dell’essiccazione ai raggi UV di vernici ed inchiostri. Lo stesso dicasi per gli impianti di verniciatura ausiliari. Il procedimento viene applicato soprattutto nella stampa di cartone e cartone ondulato, inclusa la stampa di confezioni per prodotti medicali ed alimentari, etichette, materiali plastici e lamiere. Da non dimenticare anche la stampa di carte di sicurezza come per es. le banconote, le carte di credito, ecc. L’essiccazione ai raggi UV trova applicazione anche nella produzione di piastre di stampa a fotopolimeri. Oltre alle misure menzionate nel presente verbale, possono risultare necessarie misure di sicurezza integrative. 4 Rischi specifici che possono presentarsi durante l’applicazione di inchiostri e vernici essiccati ai raggi UV. Contatto della pelle con inchiostri, vernici, ecc.: il contatto dell'epidermide con gli inchiostri e le lacche che si asciugano sotto l’effetto dei raggi UV può provocare irritazioni. Inoltre, alcuni acrilati polifunzionali possono causare fenomeni di sensibilizzazione che possono manifestarsi in qualsiasi momento, su alcune persone, come reazione allergica. Nel caso di persone sensibili, il contatto con le sostanze provocatorie - anche in quantità ridotte - può causare reazioni gravi, i cui effetti sono irreversibili nella maggior parte dei casi. Le sostanze chimiche, destinate a migliorare le proprietà coloranti di talune vernici ed inchiostri UV, possono essere fonte di altri rischi. Contatto o inalazione della nebbia d’inchiostro e delle vernici UV non essiccate (particelle d’inchiostro presenti nell’aria): a determinate condizioni, piccole goccioline d’inchiostro possono essere rilasciate nell’aria ambiente. Se la nebbia così creatasi viene respirata, sussiste un rischio d’irritazione per la pelle e le vie respiratorie. Sui rischi causati dal contatto con la pelle esistono delle pubblicazioni. Contatto con detergenti a base di solventi: l’effetto dell’esposizione a solventi, che vengono impiegati per la pulizia e il lavaggio, dipende dal tipo di solvente. L’uso improprio dei solventi può causare pelle secca, dermatite, mal di testa, malessere o danni che si presentano successivamente. Per alcuni dei solventi sussiste anche il rischio d’incendio. Ozono nell'aria respirata: l'esposizione all'ozono può provocare irritazioni agli occhi, al naso e alle vie respiratorie superiori, come pure, in presenza di elevati livelli, anche mal di testa e malessere. In presenza di livelli ancora maggiori, possono subentrare anche dolori al petto e tosse. Esposizione ai raggi UV: l'esposizione diretta ai raggi UV può provocare irritazioni agli occhi, congiuntivite o danni all’epidermide. Le reazioni cutanee spaziano dal semplice eritema a vere e proprie ustioni. I sintomi possono comparire anche dopo alcune ore. Nei soggetti più sensibili, possono insorgere anche danni alla retina. La combinazione dell’effetto dei raggi UV con determinati medicinali e talune malattie può provocare una fotosensibilizzazione, che a sua volta comporta reazioni estreme. 5 Esposizione ai fasci di elettroni: questo tipo di esposizione può provocare un danneggiamento del tessuto molle e di altri organi. Misure di sicurezza relative all’ impiego Principi di sicurezza sul lavoro durante l’uso di prodotti pericolosi. In riferimento ai rischi specifici legati alla stampa ai raggi UV, il rispetto dei principi sulla sicurezza del lavoro implica anche l’osservanza delle seguenti misure di sicurezza: • evitare completamente le sostanze chimiche od i procedimenti che sono causa di rischio. (Al momento vanno escluse solo le sostanze cancerogene; per esempio usare l’N-vinile-pirrolidone solo se non può essere sostituito); • sostituire, non appena esiste una possibilità, con una sostanza chimica meno pericolosa; • limitazione quantitativa e temporale dell’esposizione; • misure di protezione personali, ossia guanti e maschera; • controllo, vale a dire misurazione dell’esposizione effettiva. Misure precauzionali per altri rischi, quali le fonti d’irradiazione ionizzanti, i rischi d’incendio e quelle in riferimento al pronto soccorso, non sono descritte nel presente protocollo. Alla fine di questa pubblicazione troverete ulteriori indicazioni sull’argomento (allegato 1). 1. Riflessioni relative alla prevenzione o alla sostituzione dei prodotti Evitare o sostituire quei prodotti che rappresentano il maggior potenziale di rischio per l’uomo e l’ambiente. I produttori europei sono tenuti a fornire schede tecniche sulla sicurezza e ad indicare su apposite etichette i rischi noti. Gli utilizzatori devono assicurarsi di disporre delle informazioni attuali sui prodotti e di aver identificato i rischi specifici prima dell’applicazione del prodotto. L’industria grafica europea (produttori di inchiostri per stampa, tipografie e rappresentanti dei lavoratori dell’industria grafica) deve tener conto della "Guida alla classificazione e al contrassegno degli acrilati", elaborato dal gruppo CEFIC dei produttori di acrilati per l’essiccazione ai raggi UV/elettroni (per maggiori dettagli si 6 rimanda all’allegato 2). Vi si descrive l’applicazione delle disposizioni CE in relazione alla classificazione e al contrassegno degli acrilati soggetti ad indurimento mediante raggi UV o fasci di elettroni. Sulla base di quanto indicato sulle schede tecniche per la sicurezza, e di altre guide nazionali circa il possibile impiego di sostanze a base di acrilato con il minor potenziale di rischio possibile, i produttori di inchiostri per stampa devono effettuare una valutazione dei rischi e scegliere, di conseguenza, il prodotto con il minor potenziale di rischio (allegato 1). I partner europei sono intenti a sviluppare congiuntamente una direttiva pratica in cui far confluire le indicazioni del presente protocollo. L’esempio di un tale accordo è il sistema sviluppato in Gran Bretagna "Acrylate Preference Criteria". Ulteriori informazioni possono essere richieste a HSE/BG/CNAMTS/ISPESL e alle associazioni nazionali degli imprenditori. 2. Costruzione delle macchine con integrazione del fattore sicurezza Le misure destinate ad evitare rischi chimici sono una viscosità costante dell’inchiostro garantita, evitando la formazione di nebbia d’inchiostro. La verifica della viscosità avviene grazie ad un controllo della temperatura e all’omogeneità delle vernici. • La temperatura delle vernici e degli inchiostri può essere ridotta tramite raffreddamento ad acqua e/o ad aria. Le macchine devono essere dotate di un dispositivo di controllo della temperatura per i rulli e gli essiccatoi. • Un agitatore deve omogeneizzare la viscosità del contenuto nella cassetta della vernice. Una minore formazione di nebbia d’inchiostro si ottiene con un controllo della velocità della macchina ed una dispersione del carico. • La velocità della macchina deve essere limitata per evitare la formazione di nebbia d’inchiostro e di vernice. • Sulle macchine esistenti, le nebbie d’inchiostro che si sviluppano possono essere eliminate con un’efficace aspirazione o scarico. L’eliminazione deve poi avvenire in conformità con le norme locali sulla tutela dell’ambiente. I rivestimenti di gomma dei rulli devono essere idonei per la pulizia con prodotti contenenti solventi e alle vernici e agli inchiostri utilizzati. Un dispositivo di pulizia automatico deve limitare la pulizia manuale al cambio dell’inchiostro. In conclusione prevedere sulla macchina quanto di seguito indicato: • un agitatore in ognuno dei calamai previsto per questo tipo di inchiostro o vernice • un sistema di raffreddamento 7 • • • rivestimenti dei rulli resistenti ai raggi UV se si utilizzano tali inchiostri e vernici un dispositivo di lavaggio automatico dei rulli con smaltimento del solvente senza contatto con le mani. un'aspirazione dell’ozono in ogni essiccatore UV in conformità alla normativa sull’ambiente. 3. Ridurre la possibilità di contatto con solventi ed inchiostri e la loro inalazione • Verificare e realizzare l’impiego di un dispositivo automatico per il dosaggio dell’inchiostro. Nel caso ciò non fosse possibile, utilizzare attrezzi e contenitori che consentono il trasporto delle vernici senza contatto con la pelle. In questo caso è necessaria una particolare formazione dei lavoratori. • Devono essere sviluppate procedure sicure per eliminare le avarie sulle macchine, ovunque esista un rischio dall’esposizione alle vernici UV non indurite. Il personale addetto al comando deve essere dotato di appositi mezzi di protezione ed istruito al riguardo. • Per le procedure di lavaggio nella macchina da stampa vanno previsti, possibilmente, impianti di lavaggio automatici. Nei casi in cui un componente, come ad esempio la vaschetta di lavaggio degli inchiostri, deve essere asportato regolarmente per la relativa pulizia, è necessario prevedere una postazione di lavoro adeguata, dotata di aspirazione per i gas liberati e la possibilità di scarico dei liquidi. Per il lavaggio della macchina da stampa e dei suoi accessori, utilizzare solo solventi con un elevato punto di ebollizione che corrispondono agli accordi e alle iniziative nazionali, qualora esistenti. • In base al tipo di interventi da eseguire, può essere necessario mettere a disposizione abbigliamento di protezione, incluse tute, guanti, occhiali e maschere. Per queste procedure di lavaggio devono essere indossati guanti protettivi in conformità ai suggerimenti dell’industria grafica indicati nell’allegato 1 o ai suggerimenti dei produttori di sostanze essiccanti ai raggi UV. Per esempio possono essere indossati i guanti monouso al nitrile. In presenza di solventi, utilizzare i guanti al neopren non rivestiti e resistenti ai solventi. (I guanti devono corrispondere allo studio CEFIC o ai suggerimenti dei produttori di sostanze essiccanti ai raggi UV.) 8 Per quanto concerne i guanti, occorre prestare attenzione che ricoprano bene le maniche degli indumenti di lavoro. Nel caso di un’esposizione prolungata o di interventi meccanici, preferire i guanti al neopren o al nitrile aventi uno spessore di almeno 0,4 mm. Sostituire i guanti logori o rotti, vale a dire i guanti che hanno perso forma, elasticità o colore. Se questi indumenti di protezione sono sporchi con una piccola quantità di resine non indurite, essi devono essere tolti per esporre e far indurire le resine alla luce del giorno, che rappresenta una fonte di raggi UV meno intensa. Nel caso questi indumenti siano fortemente imbrattati, bisogna eliminarli in modo sicuro. Gli indumenti da lavoro vanno conservati separatamente dai capi d’abbigliamento personali e non devono essere portati a casa per il lavaggio. • Curare particolarmente la pulizia personale e le condizioni di lavoro, vale a dire pulire regolarmente le aree di lavoro ed utilizzare detergenti per le mani di buona qualità e creme idratanti. I produttori d’inchiostro a UV devono essere in grado di fornire suggerimenti su prodotti adatti. • Il materiale di pulizia usato, come ad esempio stracci sporchi, deve essere conservato in appositi contenitori debitamente contrassegnati e smaltito secondo le norme locali. 4. Come evitare l’esposizione ai raggi UV o raggi ionizzanti L’evenienza di un’esposizione deve essere prevenuta mediante l’impiego di schermature di sicurezza e blocchi efficaci che disattivano il radiatore UV o di elettroni, non appena viene aperto uno schermo (vedasi le bozze di norma prEN 1010-1 e 1010-2). 5. Riduzione del carico di ozono Per evitare la presenza di ozono sul posto di lavoro, si possono impiegare lampade UV per l’indurimento a freddo con filtro al quarzo e/o dispositivi di aspirazione. Prima che l’ozono venga aspirato verso l’esterno, sono da prevedersi appositi apparecchi per il pretrattamento dello stesso, conformemente alle direttive nazionali. Il carico di ozono deve essere verificato alla messa in funzione dell’impianto, al fine di garantire che siano presenti misure di sicurezza sufficienti contro il rischio rappresentato dal carico di ozono stesso. Sono necessari eventuali controlli successivi, se sono state effettuate modifiche essenziali sugli apparecchi. 9 6. Controllo della salute Questo protocollo deve essere consegnato al medico aziendale. Nominare un ispettore per ogni turno lavorativo che sia responsabile dell’esecuzione di controlli regolari delle zone cutanee esposte, per appurare eventuali problemi dell’epidermide. E’ pure importante informare i lavoratori sugli effetti delle nebbie d’inchiostro sulle vie respiratorie, invitandoli a comunicare eventuali sintomi. Conservare le relazioni sui controlli della salute. Questo protocollo è stato firmato in data 15 maggio 2001 a Villepinte – Francia in tre lingue, ovvero inglese, tedesco e francese da Albrecht H. Glöckle, Berufsgenossenschaft Druck und Papierverarbeitung, Leiter des Bereichs Prävention, Andrew Porter, Health and Safety Executive, Head of Printing Sector, Gilles Evrard, Caisse Nationale de l’Assurance Maladie des Travailleurs Salariés Sécurité Sociale, Directeur des Risques Professionnels 10 Allegato 1 Altre informazioni Pubblicazioni inerenti a questo tema sono state stilate dal BG, HSE, CNAMTS, ISPESL e dai produttori o fornitori di impianti di stampa oppure delle sostanze ad essiccazione UV. Berufsgenossenschaft Druck und Papierverarbeitung Rheinstraße 6 – 8 D-65185 Wiesbaden Deutschland Caisse Nationale de l’Assurance Maladie des Travailleurs Salariés Direction des Risques Professionnels 33, Avenue du Maine; Boîte Postale 7 75755 Paris Cedex 15 France Tel: +49 – 611 – 131 134 Fax: +49 – 611 – 131 222 e-mail: [email protected] [email protected] www.bgdp.de Tél: +33 – 1 – 45 38 60 10 Fax: +33 – 1 – 45 38 60 06 e-mail: [email protected] Health and Safety Executive Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro Via Alessandria 220 /e www.cnamts.fr 3 East Grinstead House London Road, East Grinstead West Sussex RH 19 1RR United Kingdom 00198 Roma Italia Tel: +44 – 1342 – 33 42 00 Fax: +44 – 1342 – 33 42 22 e-mail: [email protected] www.hse.gov.uk Tel: +39 – 06 – 44 28 03 14 Fax: +39 – 06 – 44 25 09 72 e-mail: [email protected] www.ispesl.it Publications HSE Informazioni gratuite Dermatitis in printing IACL101 Supply of chemical to printers IACL96 Solvent safety in printing IACL85 Work related upper limb disorders in printing IACL91 Precautions against humidifier fever in the print industry IACL28 Materiale informativo in vendita: The printer's guide to health and safety HSE Books 1998, ISBN 07176 1486 Printing industry: health and safety training package HSE Books 1998, ISBN 07176 1481 Chemical safety in the printing industry HSE Books 1995, ISBN 07176 0846 Fire safety in the printing industry HSE Books 1992, ISBN 0 11 8863 75 Safe use of isocyanates in printing and laminating HSE Books 1997, 11 - ISBN 07176 1312 COSHH Essentials for Printers - noch nicht erschienen Le pubblicazioni HSE gratuite o in vendita possono essere richieste a : HSE Books, PO Box 1999, Subury, Suffolk CO10 6FS, telefono: 01787 881165, Fax 01787 313995. Il materiale in vendita è facilmente reperibile presso le librerie ben rifornite. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Infoline HSE Tel. 0541 – 545500 oppure per iscritto al HSE Information Centre, Broad Lane, Sheffield S3 7HQ. Veröffentlichungen BG Druck und Papierverarbeitung Depliant: Arbeiten im Offsetdruck (Bestellnummer 202) UV-Trocknung (Bestellnummer 205) Sicheres Arbeiten mit chemischen Produkten (Bestellnummer 216) Sicheres Arbeiten in der Siebdruckerei (Bestellnummer 218) Brancheninitiative zur Vermeidung von Lösemittelemissionen im Offsetdruck (Bestellnummer 228) Schede informative: Reinigungsmittel auf Pflanzenölbasis für den Offsetdruck (Bestellnummer 404) Isopropanol (Bestellnummer 518) Lösemittel im Druck und in der Papierverarbeitung (Bestellnummer 521) Wasch- und Reinigungsmittel für den Offsetdruck - zulässige Produkte (Bestellnummer 522) Brancheninitiative in der Druckindustrie zur Verminderung von Lösemittelemissionen im Offsetdruck (Bestellnummer 525) Ozon (Bestellnummer 526) Hand- und Hautschutz (Bestellnummer 528) Publications de l‘Institut National de Recherche et de Sécurité Publications gratuites: Effets sur la santé de l’exposition professionnelle aux rayonnements UV, DMT, 57 (TC 48) Fiches toxicologiques: ozone (FT 43) 1-vinyl-2-pyrrolidone (FT 235) Sérigraphie (ED 711) Emission d’ozone par les photocopieurs et les imprimantes laser (ED 1422) Les maladies professionnelles (TJ 19) Mise en œuvre des rayons ultraviolets (R 240) 12 Pubblicazioni ISPESL Protezione della salute dei lavoratori nelle industrie grafiche: revisione della letteratura e della normativa comunitaria – Fogli di Informazione ISPESL marzo 1999, pp17-27. Profilo di rischio nel comparto plastica stampata – http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/_plstampstamp/index.htm Profilo di rischio nel comparto stampa offset http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/_stampoff/index.htm Publications CEFIC Études sur les gants. Guide de classification et d’étiquetage de certains acrylates (en annexe 1) http://www.cefic.org Altre pubblicazioni Criteri preferenziali acrilati UK: da richiedersi al British Coatings Federation Limited, James House, Bridge Street, Leatherhead, Surrey KT22 7EP, Gran Bretagna. 13 Allegato 2 PRINCIPI PER LA CLASSIFICAZIONE E MARCATURA DEGLI ACRILATI GRUPPO SETTORI CEFIC PER GLI ACRILATI A RAGGI UV O FASCI DI ELETTRONI L’INDURIMENTO MEDIANTE ESSICAZIONE CON RAGGI UV O FASCI DI ELETTRONI TROVA APPLICAZIONE PER I MATERIALI DI RIVESTIMENTO, GLI INCHIOSTRI DA STAMPA E I COLLANTI. CON L’AUSILIO DI RAGGI DI UNA DETERMINATA LUNGHEZZA D’ONDA OPPURE DI ELETTRONI AD ALTA VELOCITÀ VIENE CONSEGUITO LA QUASI IMMEDIATA ESSICAZIONE DELLO STRATO. QUESTO PROCEDIMENTO PERMETTE DI SVILUPPARE PRODOTTI SENZA L’IMPIEGO DI SOLVENTI SOTTO FORMA DI COMPONENTI VOLATILI ORGANICI E DI IMPIEGARE GLI STESSI PER UN GRAN NUMERO DI APPLICAZIONI E SOSTANZE DI STAMPA. NE CONSEGUE UN PROGRESSO TECNICO STRAORDINARIO A CONFRONTO DELLA TECNOLOGIA TRADIZIONALE, NELLA QUALE PER I SOLVENTI, MOLTI DEI QUALI PRESENTANO UN PERICOLO DI DANNI ALL’AMBIENTE O ALLA SALUTE, QUANDO PRESENTI IN GROSSE CONCENTRAZIONI, DEVONO ESSERE PREVISTI APPOSITI IMPIANTI DI SMALTIMENTO. 14 PRINCIPI PER LA CLASSIFICAZIONE E LA MARCATURA DEGLI ACRILATI Prima edizione in data 19 aprile 1999 La presente direttiva presenta indicazioni integrative ai requisiti di legge di cui alla Direttiva per le sostanze di lavoro – 67/548/UE, la quale è stata adeguata e modificata secondo il progresso tecnico conseguito Direttiva per le preparazioni pericolose – 88/379/UE, la quale è stata adeguata e modificata secondo il progresso tecnico conseguito Direttiva per le schede dei dati di sicurezza – 91/155/UE, la quale è stata modificata dalla direttiva 93/112/UE. Direttiva sostanze di lavoro Gli acrilati trattati da questo gruppo settoriale vengono chiamati anche acrilati multifunzionali e sono suddivisi in due gruppi: Acrilati stenomerici (1) Si tratta di sostanze ben definite contenute nell’elenco EINECS oppure pubblicate come nuove sostanze. Nell’industria della stampa vengono designati in generale anche come diluenti o monomeri e in questo caso occorre prestare attenzione che non vengano confusi con sostanze che correttamente riportano la designazione di monomeri. Non sono polimerici e non vengono più designati come polimeri (sostanze NLP) o polimeri secondo le norme EINECS. Essi appartengono alle sostanze elencate all’allegato 1 della direttiva per le sostanze di lavoro. Se questi componenti vengono impiegati in miscele, deve essere usata la classificazione ufficiale. (1) Gli acrilati stenomerici (derivato dal greco “steno” per stretto e “meris” per parte) sono delle sostanze chimiche esattamente definite a basso peso molecolare con una suddivisione del peso molecolare molto ristretta. Se si confronta la composizione degli acrilati offerti da diversi produttori, si può constatare che non sussistono quasi differenze nella composizione chimica. 15 Le sostanze di cui all’allegato 1: Sostanza acrilati monomerici che non sono indicati altrove acrilati monomerici che non sono indicati altrove 2-esilacrilato etilico (2-EHA) isooctilacrilato 1,3butilenglicolbiacrilato 1,4butilenglicolbiacrilato 1,8-esandiolbiacrilato (HDDA) bietileneglicolobiacrilato (DEGDA) trietileneglicolobiacrilato (TEGDA) neopentileglicolodiacrilato pentaeritritolotriacrilato (PETIA) pentaeritritolo-tetraacrilato (PETA) tripropilene-glicoloobiacrilati (TPGDA) trimetilolo-propanotriacrilato (TMPTA) 2-norbonile-acrilato 2 etileacrilato ossidrilico (2-HEA) 2 etileacrilato ossidrilico (2-HEA) 2 etileacrilato ossidrilico (2-HEA) Cicloesilacrilato Cicloesilacrilato modific.* marcat classe R ura 19th Xi 36/37/38 numero allegato 607-133-00-9 CAS RN EINECS --- --- 36/37/38+ 51/53 607-133-00-9 --- --- 37/38+43 607-107-00-7 103-11-7 203-080-7 36/37/38+ 50/53 607-244-00-2 29590-42-9 249-707-8 25th Xi+N 19th Xi 25th – nuovo 19th Xi+N C 21+34+43 607-118-00-7 19485-03-1 243-105-9 19th C 21+34+43 607-119-00-2 1070-70-8 213-979-6 19th Xi 36/38+43 607-109-00-8 13048-33-4 235-921-9 19th T 24+36/38+43 607-120-00-8 4074-88-8 223-791-6 19th Xi 36/38+43 607-126-00-0 1680-21-3 216-853-9 19th T 24+36/38+43 607-112-00-4 2223-82-7 218-741-5 19th Xi 36/38+43 607-110-00-3 3524-68-3 222-540-8 19th Xi 36/38+43 607-122-00-9 4986-89-4 225-644-1 25th – nuovo 19th Xi+N 607-249-00-X 42978-66-5 256-032-2 Xi 36/37/38+43+51/ 53 36/38+43 607-111-00-9 15625-89-5 239-701-3 19th 19th Xn T 21+38+43 24+34+43 607-121-00-3 607-072-00-8 10027-06-2 818-61-1 --212-454-9 25th T+N 24+34+43+ 50 607-072-00-8 818-61-1 212-454-9 21st T 23/24/25+34+43 607-108-00-2 25584-83-2 247-118-0 19th 24th Xi Xi+N 37/38 37/38+51/53 607-116-00-6 607-116-00-6 3066-71-5 3066-71-5 221-319-3 221-319-3 *Adeguamento al progresso tecnico secondo la direttiva 67/548/UE Occorre rilevare il fatto che queste sostanze contengono solitamente quanto segue: meno di 1000 ppm di acido acrilico meno di 2000 ppm di solventi di lavorazione Se questi valori limite non vengono superati, i solventi di lavorazione e gli acidi acrilici non vengono riportati nel capitolo 2 della scheda dei dati di sicurezza. 16 Acrilati eurimerici (2) Appartengono a questo gruppo: - acrilati etossilizzati e propossilizzati, possono essere mono, bi, tri, tetrafunzionali ecc. acrilati epossidici acrilati uretanici acrilati poliesteri acrilati melaminici acrilati siliconici sinergisti amminici acrilati fosforizzati e modificati (metacrilati). - - acrilati polieteri modificati con ammine acrilati acrilizzati acrilati poliesteri clorati. Definizioni 2.1 Definizione di acrilati oligoeteri a) Acrilati con suddivisione del peso molecolare sulla base di un numero diverso di unità che si ripetono, inclusi acrilati etossilizzati acrilati propossilizzati acrilati oligo-polietilenici-glicolici acrilati oligo-polipropilenici-glicolici altri acrilati etossilizzati. b) Gli acrilati alcoxilizzati contengono almeno un composto di etere, incluso OTA TMPEOTA 2-fenossietilacrilato PO-nonilfenolacrilato EO-nonilfenolacrilato 2-(2-etossietossi)etilacrilato EO NPGDA PO NPGDA poli EO-biacrilato poli PO-monoacrilato EO PETA PO PETA PO HDDA TMPPOTA EO HDDA Di-TMPTA Di-PEPA (2) Gli acrilati eurimerici (derivato dal greco “euru” per grande e “meris” per parte) sono prodotti dall’elevato peso molecolare ed una ampia suddivisione del peso molecolare. Gli acrilati eurmerici di diversi produttori presentano spesso grosse differenze nella composizione chimica. 2.2 Acrilati oligomeri tradizionali sono, ad esempio: - acrilacrilati acrilati polieteri modificati dalle ammine. acrilati poliesteri clorati 17 - acrilati epossidici acrilati melaminici polibetanacrilati acrilati poliesteri acrilati polieteri acrilati siliconici acrilati uretanici. 2.3 Appartengono ai diversi acrilati: (Meth-)Acrilati modificati al fosfato. Marcatura Gli acrilati eurimerici sono difficilmente confrontabili a causa della diversa tossicità. Per questi prodotti come pure per quegli acrilati stenomerici che non sono riportati nell’allegato 1 sono rilevanti i punti finali di seguito illustrati nella relativa tabella, secondo gli accordi del gruppo di settore acrilati. Irritazione pelle e occhi: classificato come irritante per la pelle sì no sì sì nessun risultato di prova no nessun risultato di prova classificato come irritante per gli occhi no sì no sì no nessun risultato di prova nessun risultato di prova marcatura S24+25+26+28+37 Xi+R36 oppure R41 Xi+R38 Xi+R36/38 oppure R38+R41 Xi+R38 Xi+R36 Xi+R36/38 Anche se la marcatura proposta è conforme alle indicazione dell’iniziativa Responsible Care (RC), accettata dal Council of Chemical Associations nell’aprile del 1991, occorre sottolineare che il logo RC non può essere usato sul marchio per un prodotto immesso sul mercato da un produttore. Il gruppo di settore per gli acrilati* con raggi UV o fasci di elettronici raccoglie, in stretta collaborazione con altri gruppi di settore dell’industria della stampa, dati sui settori di sensibilizzazione; altre informazioni verranno fornite nelle edizioni future di questa direttiva. La classificazione “dannoso per l’ambiente” vale attualmente solo per le singole sostanze e deve essere considerata al momento della marcatura (ad esempio si veda tabella a pag. 3). Conformemente alla nuova direttiva per le preparazioni, questa classificazione varrà in futuro anche per le preparazioni. Direttiva per le preparazioni Questa direttiva include le indicazioni per il calcolo della classificazione delle preparazioni. Una preparazione che è stata testata per un dato punto tossico finale, deve essere trattata e classificata come una sostanza; di conseguenza deve contrassegnarsi conformemente ai dati di cui all’allegato VI. Questa norma non si applica per i punti finali triplici che non sono rilevanti in questo contesto. I dati delle prove di preparazioni possono essere estrapolati, conformemente alla nuova direttiva per le preparazioni, per variazioni lievi della composizione della relativa preparazione. 18 * Membri del gruppo di settore per gli acrilati UV o ad elettroni: Akcros Chemicals ltd. BASF AG Bayer AG Cray Valley Croda Resins Cognis Rahn AG UCB SA Vianova Resins GmbH&Co. KG Gran Bretagna Germania Germania Francia Gran Bretagna Paesi Bassi Svizzera Belgio Germania 19