La tutela dei minori

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La tutela dei minori
La tutela dei minori
Milano, 19 aprile 2013
Rebecca Zanuso (Synergia)
Il sistema della tutela
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Gli attori principali del sistema della tutela sono: i servizi (il sistema di welfare),
la famiglia, la magistratura.
Obiettivo teorico delle misure di tutela temporanee che non implicano una
recisione dei contatti con la famiglia di origine è la protezione e cura del
bambino, in ottica di riunificazione familiare (altrimenti esiste l’adozione, che è
una misura di allontanamento definitiva). Queste misure dovrebbero durare al
massimo due anni.
L’accoglienza è nella maggior parte dei casi una misura non consensuale, ma
che segue un provvedimento giudiziale.
In Italia ci sono grandi diversità territoriali nelle normative regionali e nella
strutturazione dell’offerta dei servizi.
Notevole è l’aumento dell’affidamento nell’ultimo decennio, anche sulla spinta
della legge 149/2001, che riforma la materia.
Le comunità possono essere di diverso tipo, a prevalente presenza di
professionisti, o con una coppia genitoriale.
L’accoglienza residenziale ha costi abbastanza elevati, in media 79 euro al dì.
Gli affidatari ricevono un rimborso spese mensile in media pari a 400 euro. Si
suppone siano spinti da “vocazione”.
I “fuori famiglia”
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Al 31.12.2010 i minori accolti temporaneamente presso servizi residenziali e
famiglie affidatarie sono 29.309, ma ne transitano circa 40.000 nel corso
dell’anno, una metà in ciascuna tipologia di servizio.
Cresce la presenza straniera, ad includere i minori stranieri non accompagnati,
prevalenetemente collocati in comunità.
La maggioranza dei minori ha fratelli e sorelle nella stessa situazione.
Le famiglie di origine sono spesso multiproblematiche e segnate da marginalità
sociale.
Diverse motivazioni inducono all’allontanamento: prevalgono inadeguatezza
genitoriale, disfunzionalità relazionale, dipendenza e altri problemi di salute dei
genitori, maltrattamento e incuria.
Al crescere dell’età del minore, si tende a ricorrere di più alla comunità, per i
bambini piccoli all’affidamento familiare.
In passato si tendeva ad affidare a parenti, ora è sempre meno scontato.
Fasi della presa in carico
ƒ Segnalazione di situazione di rischio o di pericolo per il
minore
ƒ Valutazione del livello di gravità e attivazione anche di
emergenza delle misure di protezione
ƒ Valutazione di tutto il contesto familiare e prognosi
(previsione degli scenari di “decorso” del problema)
ƒ Trattamento, ovvero attivazione dei supporti per il minore
e la famiglia
Maggiori criticità del sistema che creano
danno al minore
•Scarsa prevenzione del disagio familiare che conduce a situazioni di
rischio o violenza per i minori
•Diffidenza, conflittualità e difficoltà di collaborazione tra i diversi attori
•Scarsa normazione e promozione di forme di presa in carico più
“leggere” e innovative, anche in ottica preventiva
•Lunghezza dei tempi delle decisioni, dovuta anche alla fatica ad
assumersi la responsabilità di scelte di grande impatto sulla vita del
minore
•Differenze forti nei criteri di valutazione delle situazioni di pregiudizio
per il minore e di valutazione della recuperabilità delle competenze
genitoriali
•Scarsa individualizzazione degli interventi e monitoraggio poco
sistematico dell’andamento del progetto
•Scarso supporto alle famiglie di origine
•Problemi di risorse economiche e di personale
•Abbandono degli over 18 in uscita dal sistema
Le sfide
•Favorire la partecipazione attiva alle decisioni e alla progettazione
dell’intervento e l’esigibilità dei diritti da parte del minore in primis e
anche della famiglia allargata – partire da modelli innovativi e buone
pratiche estere, che utilizzano anche volontari
•Far emergere i conflitti di interesse tra gli attori della tutela e la difficoltà
di coniugare i bisogni del minore con i bisogni organizzativi di chi lo
accoglie – il superiore interesse del minore non è automaticamente
tutelato
•Mettere a tema le ideologie sulla buona/sufficiente genitorialità e
condividere dei criteri di valutazione della stessa
•Investire sul sostegno alla famiglia di origine
•Investire sulla fase di transizione da dentro a fuori il sistema
•Lavorare in rete con tutti gli attori chiave che ruotano intorno al minore,
inclusa la scuola
•Avere più coraggio nel propendere per l’adozione nei casi gravi?
Grazie!
Rebecca Zanuso
[email protected]
www.synergia-net.it