11_Leone_EmoRobot_emozioni_in_gioco

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11_Leone_EmoRobot_emozioni_in_gioco
“EmoRobot: Emozioni…in gioco”
Giuseppina Leone,
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Scuola ..
Indirizzo (Via e numero civico), Indirizzo (Cap Città Provincia)
E-mail
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In questo contributo un’insegnante di scuola dell’infanzia
dopo aver frequentato un corso di formazione alla robotica
educativa decide di sperimentare l’uso di un oggetto
programmabile anche nella sua classe, una sezione di
bambini e bambine di 4 anni della scuola d’Infanzia di Intra –
Verbania. E dopo aver imparato come si usa l’apina BeBotti,
giocano con le Emozioni!
La robotica come strumento per l’apprendimento
.
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Questo simpatico robot a forma di ape è un nuovo strumento didattico ideato
per gli alunni dalla scuola materna alla primaria. Inoltre, la robotica ed in
particolare il Bee-Bot possono essere un valido aiuto per gli alunni che hanno
difficoltà di apprendimento perché permettono loro di verificare immediatamente
cosa accade quando premono un tasto. Si crea così un’interazione tra l’alunno
e il Bee-Bot. Anche alunni con gravi difficoltà possono utilizzare (aiutati dal
docente) il Bee-Bot come semplice strumento di causa-effetto.
I semplici comandi (avanti, indietro, destra e sinistra) permettono di capire
meglio la geometria e lo spazio in cui si muovano i bambini.
1. Le caratteristiche di Bee-Bot
Semplici comandi mediante quattro tasti freccia posti sul dorso dell’ape:
avanti o indietro a “passi” di 15cm; rotazione di 90° a destra o a sinistra.
Può memorizzare fino ad un massimo di quaranta comandi consecutivi.
Conferma dei comandi ricevuti mediante suoni e luci.
Dimensioni: 12x10 cm
Ampia scelta di diversi percorsi: alfabeto, strade della città, numeri, forme
geometriche, e tutto quello che la fantasia o la programmazione didattica ci
richiede.
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2.1 “Robotica” alla Scuola dell’infanzia di Intra
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La Robotica Educativa inizia ad essere un nuovo settore d’interesse nel
contesto dell’uso didattico delle Nuove Tecnologie a scuola.
Quasi dieci anni di esperienze e sperimentazioni svolte anche in Italia,
hanno registrato i risultati positivi raggiungibili su diversi obiettivi didattici e
formativi.
L’approccio a una didattica laboratoriale come quella che la Robotica
permette,comporta anche una spinta motivazionale all’apprendere ed è noto
quanto ciò sia importante ai fini dell’apprendimento.
Sulla base di queste premesse è nata nel 2008 la Rete di Scuole per la
Robocup Jr Italia, che oggi conta 28 Istituti in Rete e nel VCO i due istituti
capofila nazionali della Under 19 (IIs Marconi Galletti Domodossola) e Under 14
(I.C. Rebora di Stresa).
Il robot “Bibotti” e “Apina” ( nomi scelti dai bambini di 4 e 5 anni) arriva anche
alla scuola dell’infanzia!!!
Percorsi, storie, programmazione, ipotesi, prove, soluzioni... Intraprendente
e divertentissimo!
I bambini di 5 anni parteciperanno il 20 aprile 2012 al Campionato Nazionale
di Robotica che si svolgerà a Riva del Garda... In bocca al lupo!
.
Prima fase
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Un personaggio fantastico rappresenterà il filo conduttore di questo
cammino che accompagnerà i bambini nella nuova esperienza e nei diversi
momenti della giornata: “Tappo”, un topolino. Grande importanza ha avuto nel
percorso scolastico, il ruolo di Tappo, che i bambini hanno già conosciuto
l’anno scorso. Attraverso le sorprese che questo amico fantastico porta a
scuola in una vecchia valigia i bambini sono motivati alla curiosità,
all’esplorazione, alla scoperta e alla sperimentazione. La fase iniziale
dell’esperienza consiste nell’esplorazione “dell’oggetto programmabile “
indagando sugli aspetti emotivi (ti piace? Come ti sembra? Ti ricorda
qualcosa?...), affettivi (chi lo usa? C’è in casa tua?...), cognitivi (consistenza,
colore, forma,ecc…).
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3.1 Verbalizzazioni
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L’intento di oggi è stato quello di proporre ai bambini un’attività che avesse
un fine esplorativo e che partissero dal desiderio di conoscere e di “imparare
facendo”. Questa attività impegna il bambino in tutte le sue funzioni e capacità,
sia a livello cognitivo che affettivo, comunicativo, creativo, logico, linguistico:
quindi “Bibotti” (nome scelto dai bambini) quale strumento di pensiero assume
una valenza pluridimensionale e pervade tutti i campi di esperienza, realizzando
una continua interazione. L’esperienza vissuta è stata valida e significativa per
il percorso di crescita che ho voluto attuare, i bambini infatti hanno risposto con
entusiasmo ed interesse agli stimoli offerti.
“Una valigia piena di sorprese…
Bambini , cosa ci sarà dentro…? “
GRUPPO di 23 bambini
Filippo: le caramelle…
Geson : dei giochi che si chiamano api e quando muovi, schiacci il bottone
si muove e dice: buongiorno Giusi, dice tante cose così…
Filippo : le api…
Alessandro: una porta con la chiave…
Martina : un’ape che quando schiacci un bottone vola verso di là…
Veronica: una mosca…
Alice: una casa piccola delle Barbie…
Vladislav: c’è dentro una bambina e la mamma…
Haron : una bocca di un orco…
Abale: c’è un cavallo…
Francesca: c’è uno squalo…
Giulia : ci sono le api…
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Alessandro: ci sono le caramelle…
Sofia: ci sono dei pasticcini…
Darena: ci sono le caramelle…
Viktor : c’è la mosca…
Danai: il cioccolato…
Maria: una chiave di una casa…
Christian: le mosche che volano alla finestra…
Apriamo la scatola e…ohhhhh, è un’ape…
Come la chiamiamo? “Bibotti”.
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Geson: mi piace perché si muove…
Alice : mi è piaciuto il bottone, tutti i bottoni, perché mi piacevano i bottoni…
Danai: mi piace perché ha i bottoni e perché andava di qua e di là, davanti e
dietro…
Alessandro: è come una zanzara perché vola con le ali; al buio si vedono gli
occhietti che si illuminano rosso/verde e dopo fa tutti i colori…
Darena: mi è piaciuto il pulsante…
Haron: mi sono divertito perché andava da tutte le parti e dai bambini…
Alessandro: mi è piaciuta la casa con la chiave e andava di là e di là…
Filippo: i bottoni erano belli perché andavano a sinistra,anche la bocca
perché sorride…
Maria: mi è piaciuta la bocca perché gli piaceva tanto da mangiare …
Martina: è bella perché camminava, girava contro a me, era una
monellona…
Abale: mi piacciono gli occhi …
Sofia: mi piacciono gli occhi illuminati …
Matteo: è molto delicato …
3.2 Seconda fase
Ho riproposto al gruppo di 23 bambini l’esperienza col l’ape Bibotti
ribadendo il concetto che non è un giocattolo e che esiste una differenza tra la
nostra “Ape” (che programmiamo noi) e il robot gioco.
Devo riconoscere che l’assenza di qualche elemento disturbante nel
grande gruppo ha permesso di fare esperienza con i tasti e dare l’avvio.
Insieme abbiamo deciso il numero dei passi e la direzione di avanti
indietro, sinistra e destra (“ di qua e di là ”). Ho potuto rilevare l’impegno e la
serietà con cui sono state eseguite le operazioni di programmazione..
Ho sospeso in anticipo l’attività laboratoriale poiché i tempi di attesa
troppo lunghi e di attenzione troppo brevi nel grande gruppo sono un ostacolo
allo svolgimento di tale attività che prevede dei turni. Un’ulteriore difficoltà è
rappresentata dalla presenza di bambini stranieri con difficoltà ad esprimersi e
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comprendere la lingua italiana i quali demotivati diventano elementi di disturbo.
3.3 “Il viaggio dentro di noi … emozioni in gioco”
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La soluzione più auspicabile è il Laboratorio con il piccolo gruppo ( max 6
b/i). Per tale motivo è stato presentato il progetto: “Robotica…non solo gioco”.
Ho voluto intraprendere questo viaggio con i bimbi per aiutarli a conoscere il
significato delle loro emozioni. La paura insieme alla rabbia è una delle prime
emozioni che compaiono nei bambini ed è legata alla crescita. Per questo è
importante poterla riconoscere per comprenderla e farla comprendere a loro.
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La capacità di superare i momenti di paura, di rabbia, di tristezza, consente
alla persona (bambino) di maturare e rafforzare l’autostima.
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Ma attenzione: avere una buona autostima non significa montarsi la testa,
significa piuttosto conoscersi abbastanza bene per affrontare le difficoltà della
vita credendo in se stessi. Parliamo, raccontiamoci, aiutiamo i bambini alla
resilienza, aiutiamoli cioè a diventare forti e a superare le difficoltà. Spesso i
bambini comunicano il loro mondo emotivo attraverso il linguaggio del corpo:
pipì a letto, incubi, pianti improvvisi, mancanza d’appetito,eccessiva
aggressività. Aiutiamoli a capire “come si sentono”, cosa vuol dire “sentirsi” tristi
o arrabbiati o felici, e a come poterli gestire avendo fiducia negli adulti, ma
ancor prima in se stessi.
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Le mani sudate, la pancia che fa male, la stretta alla gola, la voglia di
gridare, la voglia di picchiare, la voglia di…con semplici letture di fiabe
specifiche, apriamo numerosi canali di comunicazione che si prestano anche a
sviluppare, a livello cognitivo - affettivo, un ricco ventaglio di piste emozionali,
possiamo aiutare i bambini a superare quei piccoli timori… che possono
trasformarsi in sentimenti più radicati o talvolta preoccupanti, o anche far
ascoltare della musica (classica, moderna, ecc…) e abbinarla con semplici
attività al movimento e/o ai colori.
Le attività iniziano subito appena i bambini entrano a scuola; essi sono
catapultati all’interno della classe ricca di eventi e notizie che ognuno di noi
porta con se e scambia con i propri con i propri compagni e amici.
Aiutiamo il bambino a capirsi, a tradurre il sentimento che può essere di
tristezza, rabbia, paura, ansia, dispiacere, allegria, a diventare parte di Lui.
Durante le attività a turno i bambini esprimono una loro emozione, alla
domanda “Come ti senti oggi?” i bambini prendono un rettangolo GIALLO per
la GIOIA, ROSSO per la RABBIA, GRIGIO per la TRISTEZZA, NERO per la
PAURA, ed esprimono un loro sentimento parlandone ad alta voce con gli altri.
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3.4 Piccolo gruppo
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giallo = gioia
rosso = rabbia
nero = paura
grigio = tristezza
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Ho costituito un piccolo gruppo di 5 bambini, formato da due maschi
e tre femmine: Filippo L., Filippo B., Veronica, Alice, Greta.
Ho pensato di intraprendere un percorso sulle emozioni per meglio
riconoscerle, denominarle e
gestirle in seguito alle problematiche
emerse a livello emotivo e comportamentale di alcuni bambini del
gruppo classe.
Insieme abbiamo abbinato ad ogni sentimento il relativo colore:
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E’ nato così il cartellone delle “Emozioni…in gioco” .
Bibotti potrà infatti raggiungere l’immagine del bambino felice, triste,
impaurito, arrabbiato…
Oppure il quadrato (grande o piccolo) giallo, nero, rosso, grigio.
Filippo L., Filippo B., e Veronica non hanno avuto difficoltà a
programmare la nostra ape Bibotti; hanno utilizzato i tasti di: GO,
CLEAR, le frecce nel percorso di avanti e indietro; risulta per loro
difficile il concetto sinistra e destra per cui dicono, girare “di qua e di là”
.
Man mano che hanno acquistato dimestichezza, i bambini hanno
scelto un percorso più lungo e più complesso e, con entusiasmo ad ogni
arrivo al traguardo di Bibotti hanno battuto le mani.
Greta ed Alice invece, dopo avere sperimentato positivamente un paio
di volte un semplice percorso,si sono distratte perché il tempo di attesa (a
turno) per loro, risultava forse troppo lungo nonostante il numero ridotto
del gruppo.
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3.4.1 “SONO FELICE QUANDO…”
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Alessandro V.: quando gioco con le macchinine, mi sento bene in
cameretta…
Geson: quando gioco con il computer perché mi piace, sono felice quando mio
fratello non mi picchia…
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Alessandro C.: quando la mamma mi dà i giochi, mi sento bene al cuore …
Abale: una volta quando il papà non si arrabbia mi sento bene alla gola…
Maria: quando c’è il sole perché così mi prendo un po’ di caldo…
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Filippo L.: quando Guendalina mi vuole bene sono felice, la sento in tutto il
corpo…
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Veronica: quando mio fratello non mi dà le sberle,la felicità la sento nel cuore …
Viktor: quando la mamma porta i giochi, sento bene…
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Christian: quando vado al parco-giochi con Filippo L., mi sento la felicità nella
bocca…
Carlotta: tutti i giorni, la sento dentro al cuore perché mi piace la mamma…
Greta: quando compero un cavallo perché mi piacciono gli animali, quando
compro tutti gli animali la sento nella pancia…
Alyssa: sono felice quando mangio i biscotti a forma di cuore, la sento nel cuore
perché vado a scuola…
Danai: quando la mamma non mi sgrida, la gioia la sento a casa…
Giulia A.: quando la mamma mi compra un gioco, mi sento bene nel cuore…
Giulia C.: mi sento felice quando la mamma non mi fa arrabbiare, quando sto
con la mamma, la gioia la sento nella caserma dei gatti…
Francesca: quando la mamma non mi sgrida, la sento, la sento … nel cuore …
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Matteo: quando la mamma mi compra i giochi e quando il Samuele non mi fa i
dispetti…
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Darena: sono felice quando sono in giardino a giocare…
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Sofia: quando viene il sole perché la mamma dice che sono contenta, la sento
nel sole…
Fig.1 -
“SONO ARRABBIATO QUANDO …”
Viktor: quando sono arrabbiato mi sento male, nei muscoli…
Tasmin: quando sono arrabbiata mi viene male alla pancia…
Vladislav: sono arrabbiato con la mamma…
Alice: quando la mamma mi dà gli sculaccioni, mi sento male perché ho
tantissimo male…
Geson: quando mia mamma mi sgrida e dice: vai a letto e poi mi picchia. Mi
sento tantissimo male e vado a letto arrabbiato,la mamma mi dice solo che
sono un pochino arrabbiato,sì,sì…
Giulia C.: la mia mamma mi fa arrabbiare domani e mi sento male…
Danai: quando sono arrabbiata mi sento male e mi viene da piangere…
Francesca: quando sono arrabbiata mi sento male e vado sul balcone per
non sentire la rabbia della mamma, mi viene voglia di fare il pisolino…
Abale: quando sono arrabbiato vado sul letto e salto, mi sento male al
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cuore…
Darena: quando sono arrabbiata mi viene da piangere…
AlessandroV.: sono arrabbiato quando la mamma non mi fa vedere la tele e
quando è tardi devo andare a dormire ma non voglio…
Filippo L.: sono arrabbiato quando il papà mi dà le botte al sedere e poi
vado a nascondermi in un nascondiglio sicuro; quando sono arrabbiato faccio
questa faccia qui…
Christian: quando un bambino mi porta via un gioco voglio darli uno schiaffo
perché la mamma mi dà uno schiaffo…
Filippo B.: quando sono arrabbiata mi sento male perché la mamma mi dà
le botte in faccia…
Haron: mi sento male, voglio andare sotto alle coperte perché la mamma me
le suona; vorrei picchiare la mamma…
Greta: quando vado a letto mi sento male perché mia sorella mi porta via un
gioco…
Carlotta: quando la mamma mi dà le sberle alcuni giorni…
Ana Giulia: quando la mamma mi picchia…
Martina: quando la mamma mi sgrida vado sul letto arrabbiata, mi viene
voglia di chiedere scusa alla mamma e la rabbia la sento nella pancia…
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Maria: quando la mamma mi sgrida mi sento triste e vado a letto
arrabbiata…
Veronica: quando la mamma mi sgrida mi sento triste e la rabbia la sento nel
cuore…
Alyssa: quando la mamma mi picchia alla sera perché voglio che mi
accompagna…
Sofia: quando la mamma mi dà le sberle e sono triste mi viene voglia di
andare a letto…
Alessandro C.: la mamma mi fa arrabbiare quando il papà va a lavorare, mi
sgrida perché così gli chiedo più di comperare i giochi, mi sento male al cuore…
.
“SONO TRISTE QUANDO…”
Danai: quando la mamma va via mi sento triste.
Alice: quando la mamma mi sgrida mi sento male e vorrei disegnare.
Alyssa: quando mia mamma mi dice che devo mangiare e io non ho fame, mi fa
male la pancia.
Matteo: quando vengo a scuola e voglio la mamma, mi sento male.
Greta: quando voglio la mamma e lei è a lavorare, mi sento che voglio la
mamma.
Francesca: quando non gioco più con la mamma e il papà, mi sento male al
cuore.
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Maria: quando mi rubano i giochi.
Martina: quando la mamma mi fa “totò” e va in ospedale, mi sento male e
quando la mamma va in ospedale e io rimango con mio fratello e
io sono triste.
Carlotta: quando spengono la luce in bagno la mamma e il papà non me lo
dicono, mi sento male.
Veronica: quando non voglio andare all’asilo.
Geson: quando la mamma mi picchia, mi sento male al cuore.
Alessandro C.: quando il papà non mi compra i giochi mi sento male alla
pancia.
Alessandro V.: quando non voglio più giocare con la mamma.
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Christian: quando mia mamma e mio papà mi davano i pugni mi sento male sul
naso.
Filippo L.: quando la mamma e il papà mi dicono di andare in castigo e mi
danno le botte mi sento tristissimo, nel cuore.
Filippo B.: quando la mamma mi picchia sulla schiena mi sento triste e piango.
Giulia: quando la mamma mi picchia.
Darena: quando la mamma va a lavorare e io la voglio, mi viene voglia di
piangere.
Ana Giulia: quando la mamma dà le botte sul dito mi sento male al dito, piango.
Tasnim: quando voglio la mamma.
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“HO PAURA QUANDO…”
Maria: mi fa paura un ragno e anche un pipistrello, chiamo papà e
quando porta via il ragno sono felice mentre quando vedo il ragno sono
arrabbiata…
Carlotta: ho paura dei fantasmi e del buio e sto male quando sto al
buio; sto male e mi fa male il cuore e voglio la mamma…
Martina: quando sogno qualcosa di brutto, un mostro o uno squalo non
faccio andare al lavoro la mamma perché ho paura…
Danai: ho paura dello squalo perché mangia i pesci, mi fa male la testa
e voglio la mamma…
Abale: ho paura del dinosauro e voglio la mamma e il papà…
Giulia C.: il nero mi fa paura, vado a dormire, mi viene il mal di testa…
Alice: mi fa paura lo stregone perché gli esce sangue dalla bocca, mi
sento male e mi fa male la pancia…
Darena: mi fa paura la strega e vado a piangere sul letto subito…
Geson: quando la strega fa la magia, del buio perché mi fanno i mostri,
i fantasmi e il temporale,mi sento che piango e tremo con i denti che fanno
rumore, chiamo la mamma…
Alessandro V.: mi fanno paura i pagliacci quando dormo perché mi
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vogliono rompere la casa, sono cattivi perché mi fanno paura. Vorrei
abbracciare la mamma perché li manda via…
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Greta: ho paura del temporale, mi sento da piangere, vado dalla
mamma e la voglio abbracciare…
Giulia A.:ho paura del temporale, mi sento male alla testa, voglio
abbracciare la mamma…
Alessandro C.: ho paura del fulmine perché quando piove ho paura, mi
nascondo sotto al letto…
Matteo: ho paura dei mostri e quando c’è il buio…
Viktor: mi fa paura la pioggia e il buio, mi sento male sulla mia pancia…
Verbalizzazioni dopo l’esperienza con la presenza di Simonetta.
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“Simonetta è venuta a trovarci…”
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Greta: a Simonetta abbiamo fatto vedere come si usa “Bibotti”, è stato bello
perché abbiamo fatto tante cose…
Maria: Simonetta è una maestra che è venuta nella nostra scuola da lontano a
guardare che giochiamo con “Bibotti”. Mi sono divertita perché
giocavamo, ho schiacciato il pulsante e l’ape è andata…
Christian: Simonetta è la nostra amica, è venuta a vedere “Bibotti”.
Abbiamo schiacciato i pulsanti e dopo le frecce e “Bibotti” girava a
destra e a sinistra. E’ stato bello perché l’abbiamo presa in
braccio, è delicata sennò si rompe. L’ho fatta andare a destra e
a sinistra…
Alice: Simonetta è l’esperta di “Ape Bibotti”. Abbiamo fatto tutto con la cosa
Bibotti, ho schiacciato avanti e GO, dovevamo cancellare quello che
abbiamo già fatto…
Veronica: è venuta a trovarci Simonetta, una maestra speciale che fa usare
“Bibotti”. Io l’ho fatta andare dal bambino felice, prima bisogna
cancellare, poi ho schiacciato tre volte e poi il pulsante verde che
faceva GO…
Filippo B.: la Simonetta è una maestra insegnante, è venuta a vedere l’Ape
“Bibotti”.
Io ho fatto fare all’ape “Bibotti” un percorso facile, sul bambino felice.
Mi sono divertito perché era bello giocare con l’ape…
Darena: abbiamo giocato con “Bibotti”, si è girata. Abbiamo schiacciato i
pulsantini e l’abbiamo girata; c’era la Simonetta e giocava con noi .
E’ bello giocare con “Bibotti” perché è delicata, bella e sorridente…
Alyssa: è venuta la maestra Simonetta una maestra nuova, è venuta a vedere
che abbiamo giocato con “Bibotti”.Dovevamo scegliere un bambino
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sul cartellone (base), io l’ho scelto triste.
Dovevamo cancellare, dovevamo schiacciare la freccia davanti e dopo
il pulsante verde e poi partire. Noi la facevamo partire, dovevamo
cancellare perché così partiva…
Alessandro C.: abbiamo fatto andare “Bibotti” con la maestra Simonetta che è
bella. Ho schiacciato i bottoni, i pulsanti, abbiamo
cancellato, abbiamo fatto andare “Bibotti” sui bambini
tristi, felici, arrabbiati, poi la gioia e la paura.
Mi sono divertito perché l’ape è andata veloce…
Khadija: ho contato uno due e dopo tre…Ho schiacciato questo, quello, dopo
schiacciavo questi, si chiamano pulsanti. Era bello giocare con
l’ape “Bibotti”, perché era bellissimo…
Simonetta è venuta a guardare e noi la guardiamo…
Matteo: è venuta Simonetta che è una bella maestra perché ha gli occhi
azzurri e i capelli biondi.
Abbiamo usato l’ape Bibotti,è stato bello perché faceva
funzionare l’ape…
Filippo L. : la maestra Simonetta è bella perché aveva il vestito nero. E’
venuta a trovarci perché voleva vedere come funzionava
“ Bibotti”. Io ho spiegato a cosa servono i pulsanti e ho aiutato i miei
compagni perché loro non sapevano cosa fare.
Mi sono divertito perché anch’io ho fatto…
Ho comunicato ai bambini che presto verrà a trovarci e a giocare con noi una
maestra di nome Simonetta che conosce e sa usare molto
bene l’Ape Bibotti .
“Lei va a trovare bambini come voi in altre scuole, insegna anche alle
maestre…
Viene a vedere quanto siete bravi: dobbiamo esercitarci per non fare “brutta
figura”…”
Nonostante abbia mantenuto il gruppo classe, devo riconoscere che non ho
avuto grandi difficoltà nella gestione.
La novità, il piacere di imparare giocando, facendo, sbagliando è il bello di
questo laboratorio, i bambini l’hanno percepito: il loro
entusiasmo,l’attesa del giorno stabilito, la “serietà” e la
“delicatezza” nel manipolare L’Ape Bibotti lo dimostrano.
I bambini timidi e stranieri faticano ad approcciarsi a questa esperienza
poiché la richiesta di verbalizzare il percorso prima di
programmare, richiede un notevole sforzo anche dal punto di
vista emotivo. E’ auspicabile coinvolgerli nel piccolo gruppo.
Quasi tutti i bambini hanno rispettato e atteso il loro turno ( l’attività è durata
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un’ora), utilizzato in maniera corretta l’oggetto programmabile.
Ho potuto notare come, coloro che avevano fatto questa esperienza
precedentemente, sentendosi più sicuri e particolarmente
portati verso questa attività, danno “consigli”, aiutano chi è in
difficoltà, contano insieme a voce alta, a volte condividono la
scelta del percorso, creando un clima di una sana
competizione.
“Gli amici di Bibotti...”
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Bibliografia
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Dopo l’esperienza con Simonetta ho proposto ai bambini la realizzazione di
piccole api che accompagneranno “Bibotti” nel viaggio delle
emozioni, dei colori e delle forme geometriche.
Sono stati utilizzati supporti di forma ovale in materiale plastico che
successivamente i bambini hanno rivestito con strisce di carta
di quotidiani e dipinto con colori acrilici, riportando le
caratteristiche principali ( comandi e frecce di direzione) di
“Bibotti”.
Questa proposta ha suscitato nei bambini entusiasmo e partecipazione:
creare un “Bibotti” tutto per sé ha dato vita ad un’atmosfera
gioiosa e di festa.
[RIF] Descrizione per esteso del riferimento bibliografico. Il corpo della bibliografia
deve essere di 9 pt, giustificato, a interlinea singola.
[RIF 2] La prima riga di ogni riferimento deve essere rientrata di 0,5 cm. Ogni
riferimento deve essere seguito da uno spazio di 6 pt.
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