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Quito, 16 Gennaio 2010
Report sulle attività svolte dalla Fundación Proyecto Ecologico Chiriboga
Durante la visita alla Fundación Proyecto Ecologico Chiriboga, avvenuta nel periodo che va dal
10.01.2010 al 16.01.2010, ho potuto personalmente supervisionare le attività svolte dalla stessa,
raccogliere informazioni sulla sua struttura e sul modus operandi nonchè visionare la riserva di
Chiriboga, direttamente gestita dalla fondazione e soggiornare nella sede sita in Quito, in calle
Puruha Oe2-781. Questo report è composto di due parti, nella prima si analizza la fondazione in
generale considerando l’area geografica dove lavora, il personale, le attività, le risorse
economiche e le relazioni con altri enti. La seconda parte sarà incentrata invece sulla riserva
Chiriboga, sulle sue infrastrutture, sulle caratteristiche naturali, sui problemi ambientali che ne
minacciano la flora e la fauna e sul progetto della fondazione per sfruttarne le potenzialità e allo
stesso tempo proteggerla.
La Fundación Proyecto Ecologico Chiriboga
L’Ecuador è un paese tropicale la cui ubicazione geografica e topografica ha creato le premesse
per lo sviluppo di una enorme diversità di ecosistemi. Biologicamente è uno tra i più ricchi del
pianeta ed è stato classificatotra le 7 nazioni più ricche in biodiversità del mondo. Nella sua
piccola superficie alberga più della metà delle specie di uccelli di tutto il continente americano
Greenfield & Guerrero, 1998). Attualmente vivono più di 1616 specie di uccelli. Questo fa si che
l’Ecuador sia la quarta nazione del mondo con maggior diversità di uccelli. La perdita e la
frammentazione dei boschi a causa della mano dell’uomo costituiscono la causa più importante
della scomparsa delle specie. Di fatto affetta al 6% delle specie in pericolo di estinzione del mondo
World Conservation Monitoring Center, 1992).
La Fundación Proyecto Ecologico Chiriboga nasce per preservare questa ricchezza biologica
presente in Ecuador attraverso programmi di riforestazione e attraverso l’educazione ambientale
rivolta soprattutto alle nuove generazioni.
La fondazione acquisisce personalità giuridica nel 1999, a seguito di un accordo con il ministero
dell’ambiente dell’Ecuador, e si occupa principalmente di gestire e preservare la riserva naturale
di Chiriboga, un estensione di 350 ettari situata a sud-ovest della provincia di Pinchincha, a circa 50
km dalla capitale Quito. La Fundación gestisce direttamente anche due progetti con le comunita
amazzoniche shoa di Macuma (provincia di Morona Santiago) e Yaapi (nella cordigliera
Transcutucu, a pochi km dal confine con il Perù). Questi progetti si basano da un lato sulla
riforestazione attraverso la raccolta di bulbi e semi in zone boscose che poi vengono piantate in
aree deforestate, dall’altro attraverso programmi di educazione nelle scuole. Si insegna ai bambini
shoa l’inglese e nozioni basilari di computazione, così da dargli una possibilità lavorativa futura
come guide turistiche dell’amazzonia per stranieri. Inoltre si insegna il rispetto dell’ambiente e
dell’ecologia e i programmi inoltre prevedono la creazione di orti all’interno della scuola gestiti
direttamente dai ragazzi così da nutrire i giovani studenti con verdure da loro stessi coltivate.
Oltre a questi tre progetti (la riserva di Chiriboga che verrà trattata in seguito, e le due comunità
shoa) la fondazione invia volontari in altri progetti gestiti da terzi per un totale di 14 programmi
dislocati nelle seguenti province dell’Ecuador:
Ujamaa per la pace ONLUS
Via Barilari, 2 – 60100 – Ancona (AN)
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Santo Domingo de los Tsachilas (costa del Pacifico), Esmeralda (costa del Pacifico), Manabi (costa
del Pacifico), Pinchancha (cordigliera andina), Cotopaxi (cordigliera andina), Napo (amazzonia),
Pastaza (amazzonia), Morona Santiago (amazzonia) e nelle isole Galapagos.
Le attività dei volontari inviati nei progetti non direttamente gestiti dalla fondazione sono
disciplinate da accordi bilaterali tra le istituzioni responsabili del progetto e la fondazione stessa.
Attualmente sono attivi 11 volontari dislocati nelle varie provincie.
La fondazione è composta da 8 soci effettivi che svolgono la quasi totalità delle attività e da altri 8
soci collaboratori che offrono sporadicamente il loro contributo.
Carmen Mueses è la Presidente, si occupa della rappresentanza della fondazione, delle relazioni
pubbliche e delle relazioni con le istituzioni locali.
Virginia Mueses è la direttrice esecutiva, si occupa di parte della contabilità, della gestione delle
relazioni con le organizzazioni straniere ed è il mentor dei volontari che vengono a lavorare per la
Fondazione. Si occupa quindi dei progetti di educazione sparsi nelle varie province.
Il Doctor Chiluisa è il segretario della Fondazione.
Lo staff tecnico che riceve un salario è composto da un commercialista, una cuoca e tre operai
che lavorano a tempo pieno nella riserva di Chiriboga.
Nella pratica tutte le attività e le pratiche amministrative sono gestite dalle sorelle Mueses che
rappresentano il cuore e l’anima dell’organizzazione.
I volontari stranieri sono la forza lavoro che la fondazione utilizza per riforestare la riserva di
Chiriboga o mette a disposizione dei progetti che gestiscono enti terzi.
La fondazione si regge economicamente grazie all’apporto dei volontari che pagano una cuota
per poter fare un’esperienza di volontariato. La fondazione trattiene da un 20% a un 25% della
quota versata da ogni volontario per sostenere le proprie spese, utilizzando il restante per coprire le
spese di vitto, trasporto e alloggio del volontario stesso. Le spese mensili di mantenimento della
fondazione si aggirano intorno ai 1800 dollari americani mensili. Naturalmente in periodi di assenza
di volontari la fondazione ricorre ad un sistema alternativo di mantenimento, vende i tori che alleva
nella parte bassa della riserva di Chiriboga e con parte del ricavato copre le spese mentre con il
restante compra vitelli da far crescere nella riserva.
I volontari vengono inviati alla fondazione da organizzazioni straniere che hanno stipulato un
accordo bilaterale di collaborazione. Attualmente la fondazione mantiene una relazione di
partnership con le seguenti organizzazioni: HORIZONT (Canada), NICE (Giappone), VOLUNTEERS
FOR PEACE (USA), OUTGOING (Europa), ALLIANSSI YOUTH EXCHANGES (Finlandia), IJGD
(Germania), YAP (Italia e Spagna), Ujamaa per la Pace (Italia) e WELTWAERTS (Germania).
Quest’ultima non è propriamente una ONG che si è compromessa ad inviare volontari, ma bensì
un programma del ministero degli esteri tedesco che invia volontari tedeschi in servizio civile
internazionale a lavorare nei progetti della fondazione. È l’unico caso dove i volontari non pagano
loro stessi la quota di mantenimento che viene versata dallo stato tedesco. Sono tra i pochi
volontari che rimangono a disposizione della fondazione per un periodo di tempo che supera i sei
mesi. Il problema riscontrato dalla fondazione è infatti che la maggior parte dei volontari,
dovendosi pagare le spese di mantenimento, effettuano un’esperienza di volontariato ridotta,
normalmente compresa tra le quattro e le otto settimane e questo non permette alla fondazione
impiegare efficacemente i volontari o comprometterli in mansioni di responsabilità. Ad esempio
non si possono impiegare impiegare i volontari come insegnanti di inglese in una scuola se
rimangono soltanto un mese.
La fondazione mantiene inoltre una serie di relazioni istituzionali con attori locali come i consejos
provinciales, i municipi, le comunità di Chiriboga, Macuma e Yaapi, il ministero de educación e i
supervisores de educación (riguardo ai progetti svolti nelle scuole).
Bisogna infine ricordare che la fondazione è membra dell CCIVS, ossia il comitato di
coordinamento per i servizi di volontariato internazionale. Questo organo dipende direttamente
dalla segreteria generale dell’UNESCO.
Ujamaa per la pace ONLUS
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Il bosque nublado della riserva di Chiriboga
Situata a sud ovest della provincia di Pinchincha, appartiene alla parrocchia di Lloa nel distretto
metropolitano di Quito. È ubicata ad un’altezza che varia dai 1600 mslm sulle rive del fiume Saloya
ai 2100 mslm della cresta della montagna. È limitata ad occidente dalla riserva forestale La
Favorita, proprietà del Ministerio dell’ambiente ma gestita dall’Universidad Tecnica del Norte, ad
oriente dalla riserva floristica Rio Guajalito. Le sue coordinate geografiche sono 00˚12’S - 78˚47’W.
La riserva é proprietá della famiglia Mueses ed é stata ceduta alla fondazione con un contratto di
comodato.
La riserva è composta da tre parti. La parte che si trova nelle vicinanze del fiume Saloya è semipianeggiante e viene utilizzata come area di produzione attraverso l’allevamento di vacche, tori e
e trote. Sono presenti 28 fra tori e vacche, 4 cavalli, un asino. L’allevamento di trote, attraverso
vasche la cui acqua viene continuamente cambiata da un sistema di canalette comunicanti con
in fiume Saloya, hanno presentato due problemi: da una parte durante il periodo delle piogge il
fiume in piena trasporta detriti che spesso hanno otturato le canalette e conseguentemente
hanno impedito il ricambio d’acqua nelle piscine e la morte di centinaia di trote. Da un’altro lato
la mancanza di prodotti adeguati per curare una malattia che si sta diffondendo nella piscina
causa la morte di numerosi esemplari. In questa parte della riserva ci sono diverse costruzioni: una
casa principale di due piani dove alloggia il personale della fondazione (normalmente la famiglia
Mueses) e alcuni volontari. Dispone di cucina, sala, due bagni e 8 posti letto. A fianco c’é la casa
dei volontari dove tutt’ora alloggia uno dei due operai della riserva. Vi é inoltre un’altra casa
all’ingresso della riserva dove alloggia un secondo lavoratore, quest’ultima é piú piccola ma
presenta tutte le comoditá necessarie per vivere (bagno, cucina, elettricitá). Inoltre c’é una
costruzione adibita a bagni per i volontari, un capannone per conservare la legna (il
riscaldamento dell’acqua per le casa principale e quella dei volontari funzione con legna), uno
per conservare materiale e uno dove si é depositata l’arena necessaria per costruire la multisala.
Un poco piú isolato si trova un’altro capannone (ora in cattive condizioni) e dello spazio
pianeggiante non utilizzato, sfruttabile per qualsiasi tipo di attivitá. Ci sono molti alberi da frutto in
questa parte della riserva tra cui alberi di banane, naranjillas, mandarini, limoni. All’interno di
questa area sono state riforestate molte zone con le specie autoctone di Cedro Montano, Aliso,
Canelo, Sangre de Drago, Tangaré e 5 ettari sono stati adibiti alla riforestazione sperimentale con
bambù.
Salendo di cuota si incontra un bosco secondario (non veri e propri alberi) dominato dal Croton
Magdalenensis (Euphorbiaceae). Anche in questa parte della riserva la fondazione sta lavorando
per riforestare con specie native. La riforestazione avviene soprattutto attraverso la raccolta dei
semi di aberi giá esistenti che vengono fatti germogliari in piccoli vasi e poi, una volta cresciuti
sufficentemente (20-30 cm) vengono piantati nella riserva. A volte si utilizzano piante sbocciate
naturalmente all’interno della riserva, in questo caso le piante vengono raccolte facendo
attenzione a non rovinare le radici e vengono piantate nelle zone prive di alberi. Finche gli alberi
piantati non raggiungono un’altezza che superi il metro gli operai della riserva si occupano di
tagliare tutte le erbacce che potrebbero dare ombra alla pianta. Una volta che la pianta super in
altezza il sottobosco circostante si lascia che la natura gestisca autonomamente la sua crescita.
Successivamente fino alla cresta del monte e al limite con la riserva forestale “La Favorita” si
sviluppa un bosco maturo primario dove le famiglie predominanti sono le Lauraceae,
Melastomataceae e Rubiaceae. Nel sottobosco vi è un rigoglioso strato erboso e si possono
incontrare Orchidee, Helechos, Musgos e Araceae. A livello di fauna l’area è molto importante per
la presenza di un numero considerevole di uccelli, mammiferi e roditori. Tra gli animali si possono
distaccare il cervo, il tigrillo, lo scoiattolo, l’orso de anteojos, armadillo de nueve fallas, il gallito de
la peña e vari tipi di colibrì.
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La via d’accesso alla riserva è dal vecchio cammino che unisce Quito con Santo Domingo de los
Colorados. La comunità di Chiriboga è collegata con Quito grazie ad un servizio di autobus che
passa due volte alla settimana impiegando 2 ore di viaggio. La strada non è asfaltata salvo un
piccolo tratto vicino l’entrata del paese. Questo si deve alla presenza di una base operativa
dell’impresa petrolifera PETROECUADOR situata nelle vicinanze.
La maggior parte della comunità di Chiriboga, che vive ai margini della riserva, vive della vendita
di legna perciò esiste un problema serio di disboscamento che pregiudica seriamente l’ecosistema
del bosque nublado. Una parte dei componenti della comunitá non ha instaurato buoni rapporti
con la fondazione a causa della ex presidente della comunitá stessa che ha addossato alla
fondazione colpe relative alla stessa gestione della comunitá. In seguito a queste accuse si é
scoperto che la signora in questione aveva rubato alla comunitá piú di 6000 dollari americani ed
attualmente é stata cacciata dalla comunitá. Nonostante alcuni membri della comunitá si siano
resi conto della situazione e del fatto che la fondazione non aveva niente a che fare con la
gestione disonesta della ex presidenta, sono rimasti alcuni rancori e vi sono persone che non
vogliono intrattenere nessuna relazione con la fondazione. La nuova amministrazione della
comunitá peró sembra aperta al dialogo per una futura collaborazione.
Il problema principale legato alla degradazione ambientale è dato dalla presenza di un oleodotto
e un dieseldotto che passano attraverso la riserva e che, a causa della vecchiaia degli impianti e
della scarsa manutenzione della tuberia, hanno subito numerose perdite:
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7 febbraio 1999 sono stati dispersi nella riserva circa 6500 barili di petrolio causando la
perdita di più di 5000 alberelli piantati dalla fondazione.
16 novembre 1999 sono stati dispersi nella riserva circa 36000 barili di petrolio, il fiume Saloya
è stato gravemente contaminato, così come la maggiorparte delle sorgenti di acqua. La
contaminazione si è allargata alle zone circostanti alla riserva. Questo a causato la morte di
tutte le trote presenti nel fiume e di numerosi animali che si sono abbeverati nelle fonti
contaminate.
1 marzo 2003 sono stati dispersi nella riserva circa 60000 galloni di diesel.
3 aprile 2003 sono stati dispersi nella riserva circa 50000 barili di diesel.
La contaminazione della riserva e delle zone circostanti è stata ulteriormente aggravata dalla
mancanza di capacità di risposta immediata dell’impresa PETROECUADOR per evitare che il
petrolio filtri nella terra e provochi maggiori danni ambientali.
La fondazione ha intrapreso una causa legale contro PETROECUADOR che è tuttora in corso. Date
le scarse rirorse economiche la stessa non ha potuto intraprendere le spese legali per chiamare a
giudizio l’impresa petrolifera statale negli altri casi sopra citati.
Il progetto di costruzione di una sala multifunzione nella parte bassa della riserva, di fronte alla casa
principale e alla casa dei volontari, nasce da una richiesta del Municipio de Quito che ha
proposto alla fondazione la possibilitá di inviare gruppi di studenti delle varie scuole della capitale
nella riserva, per ricevere un’educazione sull’ambiente e sull’ecologia. Una volta che la sala sará
completata studenti ecuatoriani potranno, grazie al finanziamento del municipio, visitare la riserva,
essere guidati nelle visite all’interno del bosque nublado, essere formati con corsi sull’ambiente e
sulla biodiversitá, saranno alloggiati nella sala. La fondazione ha intenzione di ospitare gruppi di
massimo 30 persone per due giorni (incluso il vitto e il pernottamento). La possibilitá di sfruttare la
riserva come centro di educazione ambientale rappresenta un passo avanti nello sviluppo degli
obbiettivi della fondazione Chiriboga poiché la riforestazione della riserva é giá a buon punto e
viene effettuata unicamente attraverso l’apporto dei volontari stranieri nei work camps estivi. La
stessa fondazione necessita di un’infrastruttura adeguata per poter portare avanti un centro di
educazione ambientale.
Un obbiettivo di lungo periodo potrebbe essere quello di potenziare ancor di piú le infrastrutture
della riserva per iniziare un progetto di ecoturismo che garantirebbe la sostenibilitá della riserva.
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Alessandro Battoni
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