20 - La politica monetaria europea - "PARTHENOPE"
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20 - La politica monetaria europea - "PARTHENOPE"
La politica monetaria europea Il sistema europeo di banche centrali e la moneta unica Giuseppe G. Santorsola 1 Il SEBC A seguito della nascita dell’Unione Monetaria Europea (1° gennaio 1999) la politica monetaria viene gestita dal Sistema europeo di banche centrali (SEBC) Le banche centrali dei paesi aderenti all’UME (BCN) hanno perso questa prerogativa e sono diventate bracci operativi della BCE. Giuseppe G. Santorsola 2 Il SEBC La Banca Centrale Europea rappresenta il vertice istituzionale ed operativo del sistema. E’ composta di un Presidente e di un Vice Presidente. Il SEBC opera sotto la guida di tre organi decisionali. Il Consiglio Direttivo, composto dai membri del Comitato Esecutivo e dai governatori delle banche centrali aderenti all’UME. Il Comitato Esecutivo composto dal Presidente, Vicepresidente e altri quattro membri, tutti scelti dai governi dei Paesi dell’Ume. Il Consiglio Generale, composto dal Presidente e vice presidente della BCE e dai governatori di tutti i Paesi dell’Unione Europea. Giuseppe G. Santorsola 3 Il SEBC Il Consiglio Direttivo Disegna il quadro di riferimento per la politica monetaria. Assume le decisioni più rilevanti in tema di: obiettivi monetari intermedi, livelli dei tassi di interesse ufficiali, gestione delle riserve ufficiali in valuta, supervisione del sistema dei pagamenti. Svolge inoltre funzioni: organizzative interne della BCE; consultive verso l’Unione Europea, per le materie di carattere finanziario; di cooperazione nelle organizzazione monetarie internazionale. Ogni membro è portatore di 1 voto e si delibera a maggioranza semplice con prevalenza del voto del presidente in caso di parità. Giuseppe G. Santorsola 4 Il SEBC Le funzioni del Comitato Esecutivo Concretizza in scelte operative le linee concordate in sede di Consiglio Direttivo. Gestisce inoltre gli affari correnti della BCE: amministrazione, personale, sicurezza interna, dotazione del capitale informatico, altre aree della BCE. Prepara le riunioni del Consiglio Direttivo. Le delibere sono prese a maggioranza semplice dei votanti, con prevalenza del voto del presidente in caso di parità. Giuseppe G. Santorsola 5 Il SEBC Le funzioni del Consiglio Generale Non ha competenze per la politica monetaria. E’ organo: di collegamento e collaborazione fra le banche centrali nazionali dell’Unione Europea e quindi tra i paesi aderenti e non all’UME; consultivo della BCE per tutte le materie anche con riferimento alla vigilanza bancaria; che collabora alla raccolta della documentazione statistica; che contribuisce alla tenuta dei rapporti con la Commissione Europea e con il Consiglio Europeo. Giuseppe G. Santorsola 6 Il SEBC La politica monetaria comune si applica ai Paesi aderenti all’Ume, che condividono ovviamente anche la moneta. Nel SEBC convivono due esigenze contrapposte: accentramento delle decisioni, da parte degli organi collegiali previsti; decentramento delle attività, tramite l’azione delle banche centrali nazionali. Giuseppe G. Santorsola 7 Il SEBC Il Trattato di Maastricht stabilisce i compiti del SEBC nei seguenti quattro punti (art. 105.2): definire e attuare la politica monetaria della comunità; svolgere le operazioni sui cambi; detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta degli Stati membri; promuovere e regolare il funzionamento dei sistemi di pagamento. Giuseppe G. Santorsola 8 Il SEBC Il trattato di Maastricht stabilisce che la politica monetaria del SEBC deve essere indirizzata: in via prioritaria (art. 105. 1) al “mantenimento della stabilità dei prezzi”; in via sussidiaria (art. 2) al sostentamento delle politiche economiche generali della comunità. La preminenza dell’obiettivo della stabilità dei prezzi nasce dalla consapevolezza che la crescita economica deve poggiare sulla libera concorrenza, garantita dalla trasparenza e dalla stabilità dei prezzi e non da arbitrarie redistribuzioni di ricchezza operate dall’inflazione. Giuseppe G. Santorsola 9 I parametri di Maastricht Tassi di interesse: non devono superare di più di due punti i tassi di lungo periodo dei paesi che presentano i tassi più favorevoli; Debito pubblico: entro il 60% del Pil; Deficit pubblico: non oltre il 3% del PIL; Inflazione: il tasso di aumento dei prezzi al consumo del paese non deve essere superiore di 1,5 punti percentuali rispetto a quello dei tre paesi con tasso di inflazione più basso; Stabilità del cambio: la moneta di ogni paese deve far parte, per i due anni precedenti alla creazione della moneta unica, dell'accordo di cambio SME. Giuseppe G. Santorsola 10 I parametri di Maastricht Per preservare l'equilibrio delle finanze pubbliche e garantire che le politiche di bilancio nazionali sostengano politiche monetarie orientate alla stabilità, i paesi aderenti all’UEM hanno assunto l’impegno “a rispettare l'obiettivo, indicato nei loro programmi di stabilità o di convergenza, di un saldo di bilancio a medio termine prossimo al pareggio o positivo ed ad adottare le misure correttive del bilancio che ritengono necessarie per conseguire gli obiettivi dei programmi di stabilità o convergenza, ogniqualvolta dispongano di informazioni che indichino un divario significativo, effettivo o presunto rispetto a detti obiettivi” Giuseppe G. Santorsola 11 Lo schema della politica monetaria In via di massima semplificazione la politica monetaria può essere ricondotta a due schemi: monetary targeting, ove l’obiettivo di riferimento è la crescita di un aggregato monetario di riferimento; inflation targeting, ove il riferimento è il tasso programmato dell’indice dei prezzi al consumo. Sostanzialmente, viene annunciato, per un orizzonte temporale predeterminato, l’obiettivo in termini di tasso di crescita ritenuto accettabile dell’aggregato di riferimento (monetario o inflattivo). Ove ci si discosti la BCE interviene con gli strumenti a sua disposizione con interventi correttivi. Giuseppe G. Santorsola 12 Lo schema della politica monetaria Nell’Ume lo schema adottato è quello dell’inflation targeting. La BCE ha fissato l’ obiettivo di stabilità dei prezzi nell’incremento del 2% dell’indice dei prezzi al consumo da mantenere in un orizzonte temporale di medio termine. L’aver fissato come desiderabile una crescita inferiore al 2% non implica l’accettazione di situazioni deflazionistiche. Per raggiungere il citato obiettivo la politica della BCE è incentrata su due pilastri: il controllo (non vincolante) della quantità di moneta (M3); le prospettive di crescita dei prezzi, tramite indicatori come la curva dei rendimenti, le aspettative degli imprenditori e dei consumatori, il costo del lavoro, i tassi di cambio, la capacità produttiva. Giuseppe G. Santorsola 13 Lo schema della politica monetaria Inflation targeting Si converge sulla considerazione che la dinamica dei prezzi nel medio-lungo periodo abbia un’origine monetaria. In particolare, gli aumenti dei prezzi sono, in genere, strettamente legati a tassi di crescita della moneta superiori al potenziale di crescita dell’economia reale nel medio termine. Inoltre, l’esperienza storica delle banche centrali in Europa e nel resto del mondo dimostra che è importante, per il successo della politica monetaria, effettuare un’analisi approfondita degli aggregati monetari e delle informazioni che essi forniscono. (Relazione Annuale BCE 2001) Giuseppe G. Santorsola 14 Lo schema della politica monetaria Inflazione Obiettivo contenuta entro 2% Primo pilastro: crescita M3 (4,5%) Indicatori Secondo pilastro monitoraggio tassi, etc. Sforamento obiettivo Monitoraggio Tassi ufficiali Manteni mento Giuseppe G. Santorsola Liquidità Manovra con variazione 15 Lo schema della politica monetaria Formula della teoria quantitativa dell’offerta di moneta. M*V =Y*P * velocità circolazione = reddito reale * livello prezzi in chiave dinamica La variazione della quantità di moneta moltiplicata per la velocità di circolazione è uguale alla variazione dei prezzi per la variazione del reddito reale. da qui il principio base della BCE Nel lungo termine la crescita della offerta di moneta deve essere in linea con quella della crescita del pil e di una inflazione non superiore al 2%, considerata la variazione della velocità di circolazione della moneta. quantità moneta Giuseppe G. Santorsola 16 Lo schema della politica monetaria 1 Manovre dell’Eurosistema Man mano che si passa dalla primo all’ultimo stadio, l’intensità dei effetti dovrebbe ridursi. 3 2 Variazione dei tassi di mercato monetario Riflessi sui Tassi applicati dalle banche a imprese e famiglie 4 Riflessi sul sistema reale Giuseppe G. Santorsola 17 Gli strumenti del SEBC 1. Operazioni su iniziativa del SEBC operazioni di mercato aperto temporanee definitive emissione certificati di debito Giuseppe G. Santorsola 2. Operazioni su iniziativa controparti operazioni di rifinanziamento marginale operazioni deposito 3. Riserva obbligatoria 18 Gli strumenti del SEBC 1. Operazioni di mercato aperto • Poste in essere su iniziative della BCE che ne stabilisce le modalità e le condizioni • Sono indirizzate a controllare i tassi di interesse, determinare le condizioni di liquidità sul mercato e segnalare l’orientamento della politica monetaria a) b) c) d) operazioni operazioni operazioni operazioni Giuseppe G. Santorsola di di di di rifinanziamento principale rifinanziamento a più lungo termine fine tuning tipo strutturale 19 Gli strumenti del SEBC 1. Operazioni di mercato aperto a) Operazioni di rifinanziamento principale, operazioni temporanee di finanziamento con frequenza settimanale e scadenza a due settimane, effettuate dalla BCE con aste standard. Sono uno strumento centrale per il conseguimento degli obiettivi, fornendo la maggior parte del rifinanziamento necessario al settore finanziario. b) Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, operazioni temporanee con frequenza mensile e scadenza a tre mesi, fatte dalle BCE con aste standard. Sono fatte in modo da non influenzare i tassi e non hanno valore segnaletico. Giuseppe G. Santorsola 20 Gli strumenti del SEBC 1. Operazioni di mercato aperto c) Operazioni di fine-tuning, non hanno frequenza prestabilita e mirano a regolare la liquidità del mercato e a controllare l’evoluzione dei tassi, quando sopraggiungono fluttuazioni impreviste della liquidità nel mercato. Normalmente dovrebbero essere effettuate dalla BCE mediante aste veloci e procedure bilaterali d) Operazioni di tipo strutturale, mediante emissione di certificati di debito, operazioni temporanee e definitive. Sono effettuate ogni volta che la BCE intende modificare la posizione strutturale dell’Eurosistema nei confronti del settore finanziario. Giuseppe G. Santorsola 21 Gli strumenti del SEBC 2. Operazioni su iniziativa delle controparti Sono gestite dalla BCE e sono volte a immettere o assorbire liquidità overnight, in funzione delle esigenze delle controparti, per segnalare l’orientamento monetario e stabilizzare le fluttuazioni dei tassi di interesse del mercato overnight. Si distinguono le operazioni di: rifinanziamento marginale, per ottenere finanziamenti overnight dalle banche centrali nazionali a fronte di attività stanziabili a garanzia. In condizioni normali non sono previsti limiti quantitativi, il tasso di interesse è il limite massimo nel mercato overnight; deposito, per costituire depositi overnight presso le banche centrali nazionali, in condizioni normali non sono previsti limiti quantitativi, il tasso di interesse è il limite minimo nel mercato overnight. Giuseppe G. Santorsola 22 ge nfe 99 b m -99 ar ap 9 9 rm 99 ag gi 99 ul u 99 g ag -99 os e 99 t9 ot 9 tno 99 vdi 99 cge 99 nfe 00 b m -00 ar ap 0 0 rm 00 ag gi 00 ul u 00 g ag -00 os e 00 t0 ot 0 tno 00 vdi 00 cge 00 nfe 01 b m -01 ar ap 0 1 rm 01 ag gi 01 ul u 01 gag 0 1 os e 01 t0 ot 1 tno 01 vdi 01 c01 tassi % Gli strumenti del SEBC (6/11) 2. Operazioni su iniziativa delle controparti Corridoio dei tassi in Italia: 1999-2001 7 6 5 tetto=rifinanziamento marginale 4 rifinanziamento principale 3 2 1 Pavimento = depositi overnight 0 Giuseppe G. Santorsola mese 23 Gli strumenti del SEBC 2. Operazioni su iniziativa delle controparti Il corridoio dei tassi nell’ultimo anno EONIA tasso di rifinanziamento marginale tasso di rifinanziamento principale tasso di deposito marginale Fonte: BCE Giuseppe G. Santorsola 24 Gli strumenti del SEBC Procedure e tempi delle aste Procedura Fase 1 - Annuncio d’asta di BCE e BCN tramite stampa Fase 2 – Preparazione e presentazione offerte da controparti Fase 3 – Raccolta offerte da Sebc Fase 4 - Aggiudicazione asta e annuncio risultati Fase 5 - Conferma singoli importi assegnati Fase 6 – Regolamento delle transazioni Tempi (dall’emanazione dell’annuncio alla comunicazione dei risultati): Standard 24 ore Veloce 1 ora. Giuseppe G. Santorsola 25 Gli strumenti del SEBC Le attività stanziabili Sono quei titoli ammessi in garanzia o in acquisto definitivo o con patto di riacquisto a termine nelle operazioni di finanziamento con la banca centrale. Vengono identificate: la lista di primo livello, ove sono definite le attività stanziabili in base a regole generali e uniformi per l’Unione Monetaria Europea stabilite dalla BCE; la lista di secondo livello (da approvare da parte della BCE), ove sono definite le attività stanziabili in base a regole generali e uniformi stabilite dalle singole BCN e valide per i loro paesi. Giuseppe G. Santorsola 26 Gli strumenti del SEBC 3. Riserva obbligatoria Il regime di riserva obbligatoria (2%), applicato agli istituti dell’area dell’euro, mira principalmente a stabilizzare i tassi di interesse del mercato monetario e a creare o ampliare un fabbisogno strutturale di liquidità. Essa consente di utilizzare un meccanismo di mobilizzazione; infatti: l’adempimento degli obblighi di riserva è verificato sulla base delle riserve medie giornaliere detenute da una istituzione nel periodo mensile di mantenimento. La remunerazione è in base al tasso di rifinanziamento principale dell’Eurosistema. Un livello così basso toglie, almeno per l’Italia, il significato originario di strumento di fiducia verso i risparmiatori per fini di stabilità del sistema creditizio. Giuseppe G. Santorsola 27 Gli strumenti del SEBC L’indicatore più significativo della politica monetaria del SEBC è il tasso di rifinanziamento principale ovvero il tasso praticato nelle operazioni di mercato effettuate su iniziativa della BCE: rappresenta il tasso centrale del corridoio dei tassi del mercato monetario Giuseppe G. Santorsola 28 I riflessi della PME sul mercato monetario Il controllo del mercato monetario – che comprende le operazioni a breve e brevissima scadenza, da overnight a 12 mesi, avviene con tre strumenti fondamentali: 1. i tassi dei depositi overnight presso la Banca Centrale (pavimento); 2. i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale (tetto) 3. i tassi di rifinanziamento principale e di fine tuning. L’obiettivo della BCE è quello di mantenere il tasso interbancario nel corridoio, operando sia con le operazioni di rifinanziamento principale, che funzionano da tassi guida, sia con il fine-tuning per regolare piccoli spostamenti. Operando sull’ampiezza e sul livello dei tassi a margine del corridoio, fornisce, invece, segnali di modifica del mercato, in senso restrittivo o amplificativo. Giuseppe G. Santorsola 29 I riflessi della PME sul mercato monetario e reale L’Eonia (euro overnight index average) è calcolato dalla BCE come media ponderata su un paniere di banche selezionate su valori intorno al tasso di rifinanziamento principale. Questo livello viene trasmesso agli altri tassi a breve, che, a loro volta, si stabilizzano attorno al tasso di rifinanziamento principale Questi tassi, poi, influenzano quelli sui prestiti e sui titoli; questi ultimi sono correlati in modo diretto con i primi anche se con qualche ritardo di aggiustamento. Giuseppe G. Santorsola 30 I riflessi della PME sul settore monetario e reale I tassi fissati dalla BCE producono riflessi diretti sul tasso interbancario influenzando tutto il sistema dei tassi, che a sua volta influenza: l’offerta di moneta da parte dei risparmiatori che a tassi bassi potrebbe preferire l’obiettivo della liquidità a quella del reddito; il credito bancario, che diventerebbe più (meno) oneroso o provocherebbe, con la variazione dei depositi (aumento o riduzione) riflessi sulle disponibilità bancarie e sul livello del credito. Poiché variazioni dei tassi influenzano il livello dei consumi e quello degli investimenti, ne verranno influenzati la produzione ed il reddito. Giuseppe G. Santorsola 31