rubriche - Associazione I Vespri
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U’ BULLETTINU dei Vespri Curiosità, aneddoti, notizie sulla Sicilia e sui Siciliani Roma, 6 dicembre 2006 ANNO 1 - Numero 8 RUBRICHE Cari Amici, come Voi sapete, l'assemblea straordinaria dell'Associazione del 22 novembre u.s., ha rinnovato gli Organi e nominato me Presidente. Sono stata molto contenta e lusingata di questa nomina per tante ragioni ma soprattutto perché al valore di questa Associazione io ho sempre creduto, ho ritenute le sue finalità ambiziose ma perseguibili,ho ritenuto il campo di attività ricco di iniziative e di opportunità per la nostra terra anche se non mi sono mai nascosta le numerose difficoltà sul campo operativo. Il proverbio del giorno Pillole di storia Curiosità Non è facile, infatti, riunire persone socialmente impegnate con continuità a prestare il loro lavoro per obiettivi non professionali; non è facile trovare temi comuni sui quali dibattere; non è facile organizzare un lavoro sistematico; non è facile trovare un fil rouge che unisca tutti i componenti dell'Associazione se non attraverso “una mozione degli affetti”che, tuttavia, il più delle volte non ha risvolti operativi. Alterneremo, perciò, serate impegnative sul piano dei contenuti a serate più distese dove il contatto con la cultura, l'arte e la musica ci potranno dare momenti di vera gioia come è stato nel più recente passato in occasione degli ultimi eventi, ma tutte dovranno servire al nostro scopo, cioè dovranno dare un'immagine, inviare un messaggio su quale sia la vera Sicilia Lavorerò, insieme con gli amici del Consiglio Direttivo, a questo progetto con umiltà e con tenacia aperta ai contributi di tutti dei quali personalmente ho un grande bisogno. Vi prego, quindi, di non farmi mancare il Vostro sostegno ed il Vostro affetto, partecipando alle nostre iniziative con tutto lo slancio e l'amicizia di cui il vostro cuore siciliano è capace. Grazie ancora per la fiducia che mi avete dato e che spero di non disilludere. Con amicizia ed affetto Laura Gastronomia Gli Organi Il proverbio del giorno Non è stato facile scegliere, fra i tanti, un proverbio siciliano che si potesse utilizzare per l'ultimo numero del Bullettinu per l'anno 2006, ma abbiamo pensato di inserirne uno forse poco conosciuto dai più, ma molto vecchio: speriamo piaccia anche a Voi ! Vucca maistra e ciriveddu bonu, nun cerca Santi p'assittarisi in tronu Traduzione letterale: bocca maestra e buon cervello non necessitano di protettori per affermarsi Traduzione autentica: il merito premia se stesso e viene premiato; non necessita di “ raccomandazioni”, che vengono così riservate solo agli …asini!!! Pillole di...storia I primi del 1700 furono caratterizzati da profondi mutamenti socio politici nella Sicilia che, in soli 20 anni, videro alternarsi sul trono il francese Filippo V, il piemontese Vittorio Amedeo II,l'austriaco Carlo VI, lo spagnolo Carlo III , alternanze così profondamente diverse fra lodo da determinare una vera e propria crisi di identità da parte della nobiltà siciliana e dei suoi cittadini. Pur essendo fortemente filo-spagnoli, i Siciliani dovettero accettare Carlo VI, l'austriaco come sovrano e dovettero adattarsi alla ristrutturazione che il nuovo monarca imponeva. Bisogna , per la verità, dire che l'imperatore fu lungimirante, avendo perfettamente compreso come occorresse pacificare la Sicilia e porre fine allo stato di emergenza cui era sottoposta da oltre un lustro e come occorresse il coinvolgimento stesso dei Siciliani per ottenere tale risultato Ebbe così origine un periodo noto come il “ riformismo siciliano” al quale ministri siciliani diedero un forte e duraturo contributo; purtroppo questo fortunato e costruttivo periodo durò poco perché già alla fine del 1733 si aprirono conflitti internazionali cui la Sicilia non era estranea, costituendo un vero e proprio “bottino” per il vincitore. Nella pace di Vienna del 1735 la Sicilia venne affidata a Carlo di Borbone che, tuttavia, trovò una Sicilia consapevole, ben organizzata, con una nuova classe di baroni di più recente origine ma di più facile interlocuzione con la Corte e d il Sovrano, che ben difesero le posizioni isolane( e le proprie!!) sapendo imporre anche il loro punto di vista su importanti questioni di ordine economico e finanziario. Tutta la metà del '700 fu piena di fervori letterali, di studi storici e sociologici, di iniziative pregevoli che ci hanno lasciato uno spaccato della società siciliana di quel tempo ricco di informazioni; ma quello che è più importante, sotto il profilo culturale, è che alla fine del 1700 per la prima volta in forma omogenea vediamo affermarsi il principio di “ nazione “ siciliana . In un lavoro del canonico Rosario Gregorio,infatti, si afferma e si ribadisce la storia della Sicilia come storia non dei suoi dominatori ma come quella della….” istituzione della pubblica autorità, dell'ordine dei magistrati,delle leggi,della pubblica economia,del commercio, delle arti,”, in breve , di tutta la vita economica, sociale e politica dell'isola., nata direttamente dalle baronie del periodo svevo- normanno, fra le quali il re era un vero e proprio primus inter pares. Addirittura il Gregorio ipotizza, pur nella leadership del baronaggio siciliano,una monarchia moderna e diversa che avesse saputo coniugare i diversi valori esistenti nella realtà isolana, ma nel rispetto della identità siciliana, cioè della nazione siciliana. Da quell'epoca, infatti, la Sicilia verrà riconosciuta come una vera e propria realtà a sé stante, con una sua identità frutto delle evoluzioni storiche della sua terra e con una forte connotazione culturale e sociale che la caratterizzerà per il suo futuro. Curiosità Non tutti sanno che................ In questo numero desideriamo farVi conoscere un episodio accaduto ( forse!) in un lontano passato a Catania e tramandato di generazione in generazione; questo episodio si riferisce ad un personaggio greco molto noto studiato da tutti noi durante i nostri trascorsi scolastici, cioè Alcibiade. Sotto il profilo puramente storico, Alcibiade è noto come il nipote del più famoso Pericle,audace e coraggioso stratega,famoso per le sue stravaganze ma ancora di più per la sua incomparabile bellezza sulla quale si favoleggiava fin da quei tempi. Alcibiade, volendo conquistare Siracusa, decise di fare delle alleanze con altre città della Sicilia fra le quali la stessa Catania; e per tale motivo chiese di parlare ai Catanesi. Questi ultimi, non fidandosi dell'ateniese, acconsentirono alla condizione che venisse il solo Alcibiade, senza scorta, a parlare nel teatro di Catania. Si presentò, allora, il giovane condottiero, nella sua bellezza, fiero come un dio dell'Olimpo nella sua armatura scintillante e prese a parlare al popolo catanese della civiltà ateniese, della sua ricchezza del suo patrimonio culturale, del suo amore per la libertà e mentre Alcibiade parlava, incantando l'uditorio e facendo accorrere tutti i cittadini, gli Ateniesi, in silenzio, penetravano nella città da una porta mal custodita ed irrompevano nella città. In tal modo Catania si trovò alleata di Alcibiade contro Siracusa. Così le fonti che si riferiscono al grande Tucidide, anche se la descrizione di questo evento si è certamente arricchita di particolari fantasiosi nel corso dei secoli, ma su una cosa sono tutti d'accordo: Catania ha sempre amato il bello e per questo amore talvolta, si è anche perduta, come un'innamorata fedele! Gastronomia Appressandosi le festività natalizie, non si può fare a meno di ricordare con quanta devozione in Sicilia si festeggi la Natività di Nostro Signore sia con canti ( cosiddetta Novena) che con pietanze che riportano alle memoria odori e sapori della nostra prima infanzia e della nostra adolescenza. Riportiamo qui di seguito una ricetta di un dolce che per le festività natalizie è sempre stato la gioia di tutti, grandi e bambini e che durante la preparazione riempiva la casa di un odore particolare, quasi magico e di tanta allegria: le sfingi. Naturalmente la ricetta che segue è una delle tante ricette di sfinge che esistono : altre ve ne sono con varie diversità a seconda del luogo di origine, ma quella che segue è, certamente, una delle più comuni, essendo la sua origine quasi certamente araba. Ingredienti Farina 300gr Burro 2 noci uova 10 zucchero q.b. olio di oliva ½ litro miele di fiori d'arancio 6 cucchiai da tavola sale un pizzico Preparazione Mettere sul fuoco ½ litro d'acqua con un pizzico di sale fino a farla bollire;aggiungervi il burro e quando si sarà sciolto, buttarvi dentro la farina tutta insieme mescolando vivacemente. Continuare a mescolare finchè l'impasto non si staccherà dal fondo, quindi togliete il recipiente dal fuoco. Incorporate le uova ad uno ad uno lentamente e se per caso vedrete che la pasta non assorbe bene tutte le uova, limitatevi a farne assorbire almeno otto, senza che la pasta perda elasticità. Fare riposare l'impasto per 10 minuti, quindi procedere a riscaldare l'olio ma badate a non farlo friggere ( anche se talune cuoche preferiscono, invece, buttare la pasta nell'olio bollente per fare venire le sfinge più croccanti !). Aiutandovi con un cucchiaio, versate un po' di pasta nell'olio finchè non avrete riempito la padella avendo cura di tenere le singole porzioni di pasta distanti l'una dall'altra poiché si gonfieranno pian piano. Quando saranno dorate, scolatele una per una e posatele su una carta paglia per togliere tutto l'unto della frittura. Quando saranno tutte pronte, togliete dalla padella calda tutto l’olio residuo, quindi aggiungete il miele;quando quest'ultimo sarà tutto squagliato, versarvi le sfingi, mescolando bene per distribuire il miele su ogni pezzo. Servite le sfinge calde con un bicchierino di zibibbo freddo e capirete subito cosa significhi la magia dei sapori!!! La cuccia Come noto, per la ricorrenza di Santa Lucìa,patrona di Siracusa e Santa molto amata dai Siciliani, le famiglie preparano la cuccia ed invitano amici e parenti ad unirsi a loro per rispettare insieme questa devozione. La cuccia si prepara in molti modi, poiché è il solo cibo che si mangi durante tutta la giornata e qui di seguito Vi daremo una ricetta di base sulla quale potrete apportare le variazioni che vorrete, avendo cura, però, di non snaturare la pietanza!. Cuccia con la ricotta Ingredienti: 500gr di grano 500gr di ricotta 50 gr di zucchero 100gr di miele 50 gr di zucca candita 50 gr di buccia di arancia candita 70 gr di cioccolata fondente un pizzico di cannella in polvere un pizzico di sale un pizzico di bicarbonato Preparazione Mettere il grano a bagno in acqua fredda per dodici ore con un pizzico di bicarbonato; sciacquare abbondantemente e metterlo a bollire in una pentola capiente con acqua abbondante ed un pizzico di sale per 5-6 ore avendo cura di coprire la pentola con un coperchio. Spegnere il fuoco e lasciare il frumento a riposare nella pentola per altre 12 ore. Preparare la crema di ricotta avendo cura di passare al setaccio la ricotta prima con lo zucchero e poi con il miele finchè il composto non sarà ben amalgamato. Aggiungere, poi, il frumento mescolando ben bene lentamente, la zucca candita a pezzetti e la cioccolata fondente a pezzetti non piccolissimi; disporre la cuccia sui piatti di portata, aggiungendo, se piace, un po' di cannella in polvere e ornando i piatti stessi con l'arancia candita possibilmente a striscioline. Per chi voglia, invece, mangiare la cuccia salata, la ricetta è presto fatta. Prendete la stessa quantità di grano ed adoperate lo stesso procedimento di cui sopra per farlo cuocere bene aggiungendo soltanto un po’ di sale in più. Quando il grano sarà pronto (cioè, dopo che avrà riposato le ultime 12 ore) riscaldarlo ed aggiungere alla fine un mestolo di olio di oliva. La zuppa sarà deliziosa. A questa ricetta è anche consentito aggiungere un mestolo di ceci bolliti, usanza più diffusa nel centro della Sicilia. Gli Organi Nell’Assemblea dei Soci del 22 novembre 2006 sono risultati eletti all’unanimità : - Presidente onorario : dr. Stefano BALSAMO - Presidente : d.ssa Laura MONTANATREZZA - Vice Presidenti : dr. Giacomo NICASTRO - dr. Lorenzo BATTIATO - Comitato Direttivo : d.ssa Laura MONTANA TREZZA dr. Lorenzo BATTIATO dr. Giacomo NICASTRO d.ssa Silvana CAMPISI dr. Baldassarre CICERO dr.Cesa re FLORIMONTE dr. Stefano LO FASO - Soci vitalizi : gen.Umberto CAPPUZZO d.ssa Gabriella GERACE dr.Vittorio BALDINI dr.Giuseppe IBRIDO col. Maurizio CUSCINA’ dr.Giacomo NICASTRO d.ssa Laura MONTANA TREZZA