clicca per il programma e le cartine
Transcript
clicca per il programma e le cartine
Dalla Badia di Cava a Maiori per il Santuario dell’Avvocata Intersezionale con il CAI di Esperia 11 Aprile 2010 Notizie generali: l’itinerario propone, in traversata, due delle classiche vie percorse dai pellegrini in occasione della Festa della Madonna Avvocata (il lunedì successivo alla Pentecoste). Al percorso, più lungo ma meno ripido, che parte dall’abbazia della SS. Trinità di Cava, si abbina in discesa quello più ripido che scende, quasi a volo d’uccello, al lungomare di Maiori, con splendidi scenari fra i terrazzamenti di limoni, ora serviti nella parte bassa da un impianto di monorotaia. Nel mezzo si colloca la piacevole sosta sulla spianata del M.te Mirteto dove sorge il secolare santuario dell’Avvocata, non senza aver prima effettuato una puntatina alla cima del monte per poter godere, nuvole permettendo, di un panorama a 360° tra i monti del retroterra salernitano ed il golfo di Salerno, tra il Vesuvio e punta Campanella. La chiesa fu costruita nel 1503, con il consenso del papa Leone X, sulla roccia sovrastante la grotta dove nel 1485, secondo la tradizione, la Madonna apparve prima in sogno e poi da sveglio al pastore Gabriele Cinnamo e successivamente furono realizzati il campanile ed un monastero. Negli anni seguenti molti eremiti si presero cura della chiesa, e la devozione alla Madonna Avvocata si diffuse tra la popolazione dei borghi marinari della costa. Nel 1687 l'eremo passò in custodia ai Padri Camaldolesi, che ampliarono la chiesa e i locali annessi, dotandoli anche di una biblioteca. Nel 1807, con le leggi napoleoniche di soppressione degli ordini religiosi, i monaci furono allontanati e sul monte fu collocato un presidio militare. Le intemperie ed un incendio distrussero ciò che rimaneva del Santuario. Furono alcuni cittadini devoti di Maiori e della Badia di Cava de' Tirreni, negli ultimi anni dell' Ottocento, a ripulire e restaurare l'altare e gli affreschi della grotta, e poi a ricostruire la chiesa. Da allora il santuario è custodito dai Benedettini della Badia di Cava che vi celebrano Messa, oltre che il giorno della festa e all’ottava, ogni 3a domenica da aprile ad ottobre. Lunghezza intero percorso: 13 km Dislivelli: +660 mt dalla Badia di Cava alla cima del M. Falerzio o dell’Avvocata −1010 mt ¯ dalla cima del M. Falerzio al lungomare di Maiori Tempi previsti: 7 ore esclusa la sosta pranzo sulla spianata del Santuario. Percorso: Badia della Trinità (350), Capodacqua (570), Cappella Vecchia (683), Acqua fredda (825), sella di S. Pietro (897), cima M.te Falerzio o dell’Avvocata (1014), santuario dell’Avvocata (873), ruderi di S. Maria (506), loc. Scalese (260), Maiori (5). Difficoltà: E+ per il dislivello, soprattutto in discesa. Soste previste: alla spianata del Santuario dell’Avvocata (pranzo). Notizie utili: alla partenza ed anche lungo il percorso si incontrano alcune fontane (2 in salita ed una in discesa) dove è possibile rifornirsi di acqua. E’ assolutamente obbligatorio l’uso di scarponi e di bastoncini da trekking. Direttori di escursione: Giovanni Guerra (0828.433902 - 328.6319760) Marco Laracca (0771/725012 - 347/8284175) Partenza: ore 8.00 da piazza della Concordia a Salerno. Appuntamento a Corpo di Cava: ore 8.30 al parcheggio a 300 mt dalla Badia della SS. Trinità. N.B. Trattandosi di traversata è previsto l’utilizzo di un mini-bus privato da 24 posti, per cui le prenotazioni, con versamento di un anticipo, saranno accettate fino ad esaurimento dei posti. Descrizione del percorso: Per circa metà, dalla partenza alla sella di S. Pietro, coincide con la parte iniziale dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI “00”), partendo dal sagrato della Badia della SS. Trinità dei monaci benedettini, di cui sono già iniziate le celebrazioni del millennio dalla fondazione che cade nel 2011. Il primo insediamento monastico fu infatti fondato nel 1011 da Alferio Pappacarbone, nobile salernitano, nei pressi della grotta dove si era ritirato da eremita, ne fu vescovo e qui morì in santità. L’attuale basilica fu eretta nel 1761 in stile barocco: al suo interno marmi policromi, un ambone del XII secolo, sculture rinascimentali, un prezioso coro ligneo con marmi ed intarsi ed un organo dalle mille canne. Dal sagrato della Badia, quindi, scendendo per alcuni gradini si raggiunge il corso del rio Selano che nasce dal versante nord di Monte Finestra; superato il ponte si prosegue a destra per 200 mt per imboccare successivamente a sinistra il sentiero che sale abbastanza ripidamente affacciandosi sul complesso monumentale della Badia che dall’alto appare in tutta la sua maestosità. La salita dopo il primo tornante si addolcisce e ci si inoltra tra secolari castagni con, in primavera, un tappeto di primule e viole. Dopo circa 1h dalla partenza si giunge alla sorgente canalizzata di Capodacqua (570 mt) dove si può fare una breve sosta nei pressi di un’edicola votiva; alle spalle della fontana si sale poi fra i castagni lungo la valle fino ad incontrare un sentiero abbastanza largo che inizia con un paio di tornanti. Il sentiero è facile da seguire e, dopo essere passati per un primo valico dove una croce in ferro ricorda una vittima della montagna del 1926, si esce dal bosco con a sinistra lo splendido panorama del golfo di Salerno. Si giunge così a Cappella Vecchia (683 mt) dove un’ampia radura con un poggio panoramico di fronte all’isolata altura di Monte Falerio (686 mt) invoglia ad un breve sosta. Ripreso il cammino si procede a mezza costa per un sentiero completamente esposto al sole con a destra le creste erose dei Monti del Demanio ed a sinistra, 600 metri in fondo al vallone Grande, il mare con il paese di Cetara. Dopo circa 1 km quasi pianeggiante si ricomincia a salire verso le Vene San Pietro e, poco prima della prima sella, si incontra la sorgente di Acquafredda (825 mt: 2h 30’ dalla partenza). Raggiunta la sella di S. Pietro (897 mt) si ammirano tutta la valle di Tramonti che culmina con la torre di Chiunzi e, verso il mare, lo sperone roccioso su cui è dolcemente adagiato Ravello. Lasciati i segnavia bianco/rossi del CAI (l'Alta Via continua verso nord) si prosegue diritti in costa a sinistra del colle fino all'altra sella (937 mt) da cui si diparte la discesa alla spianata del Santuario. Dopo pochi metri una deviazione in leggera salita a sinistra consente di raggiungere in 15’ la cima del Monte Falerzio (1014 mt) o dell’Avvocata, da cui è possibile godere di un panorama a 360° e di ammirare dall’alto tutto il complesso del Santuario. Quest’ultimo (873 mt), a cui si accede oltrepassando una porta tra antiche mura, è raggiungibile dalla cima senza ritornare alla sella ma puntandovi direttamente dapprima tra rocce e cespugli e poi nel bosco, facendo attenzione a piegare leggermente a destra per evitare i tratti più ripidi. La spianata dinanzi al santuario, dove nel giorno della festa oltre mille persone provenienti dai paesi della costiera danno vita ad uno scenografico spettacolo mescolando sacro e profano, tra inni alla Madonna, innumerevoli lanci di petali, canti al suono di tammorre e nacchere, sarà il luogo di una lunga e meritata sosta. Per la discesa si segue il muro perimetrale degli alloggi annessi al santuario, poi si imbocca il largo sentiero sulla sinistra che, aggirato un primo vallone, scende decisamente con il mare sullo sfondo. Ad un bivio si prosegue a destra lasciandosi alla spalle il crinale che dal M. dell’Avvocata scende a Capo d’Orso, rasentando alla base la rupe dove sorge il santuario. La discesa risulta piuttosto ripida, anche se il tracciato in terra battuta, piuttosto frequentato e marcato da segni gialli, è abbastanza largo e ben sistemato a gradoni in alcuni tratti. Si passa davanti ad una sorgente e poco dopo si raggiunge la radura dove si trovano i ruderi di S. Maria (506 mt), antica fattoria del sovrastante convento. Da qui la pendenza diminuisce e si cominciano a vedere verso il mare i primi terrazzamenti coltivati preludio alle case di Scalese, frazione di Maiori, mentre la sagoma del Santuario si staglia maestosa in alto alle nostre spalle. Raggiunto un rudere con un’edicola, comincia la serie interminabile di scalini tra due muretti da cui fanno capolino i profumati limoni tipici della costiera amalfitana, che consente di colmare gli ultimi 300 mt di dislivello, con un recente impianto di monorotaia che ci accompagna in discesa Si raggiunge infine il centro abitato ed il lungomare di Maiori passando in sequenza per via Grade dei Pezzi, via Addolorata, via Jusola e Corso Reginna.