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Unione regionale istituzioni e iniziative
pubbliche e private di assistenza agli anziani
UNEBA VENETO E URIPA
RASSEGNA STAMPA VENETA 16 settembre 2012
REGIONE
Anziani
a pag 5 Puppato propone una convenzione tra Regione e assicurazioni o banche per
garantire le case di riposo in caso di mancati pagamenti degli ospiti
Disabili
a pag 6 Sernagiotto: o compartecipazione e stop al trasporto, oppure posti in meno nei
Ceod. E annuncia un intervento per uniformare le rette
a pag 7 Sernagiotto: il Veneto vuole scrivere le sue Linee guida sull'autismo
Il caso delle indagini su Antonella Masullo, protetta di Sernagiotto
a pag 8 Sotto indagine per abuso d'ufficio la coordinatrice dell'Osservatorio Politiche
Sociali della Regione, Antonella Masullo
a pag 10 Masullo e Trentin stilarono linee guida rigorose sui contributi alle associazioni dei
disabili sensoriali
a pag 11 Alle prime segnalazioni di irregolarità su Amidevi, Masullo fu trasferita dalla
Provincia alla Regione
a pag 12 Grazie a Masullo, ipotizza la Procura, rimborsi agevolati e meno controlli per
Amidevi
a pag 14 Masullo continua a lavorare: è lei ad organizzare il Meeting dei giovani (e relativi
bandi)
a pag 15 Muraro: sul caso Amidevi Sphera ho semplicemente dato le carte alla Procura
a pag 16 Bottacin: aree di opacità e troppe assunzioni di amici degli amici
a pag 17 Sernagiotto difende Masullo e attacca Muraro
a pag 18 Attacchi a Masullo: è un complotto, dice De Mitri (Pdl, e fidanzato di sua figlia)
a pag 19 La difesa di Masullo
a pag 20 “Togliete Masullo dal settore servizi sociali della Regione”
Sociale
a pag 22 1500 posti di lavoro a rischio nella cooperazione
a pag 23Le cooperative si sentono mortificate dai tagli e dal modo in cui sono stati imposti
a pag 25 Le coop potranno chiedere a Veneto Sviluppo di entrare nel loro capitale sociale
BELLUNO
Anziani
a pag 26 La casa di riposo di Quero vince le sue olimpiadi contro altre residenze
a pag 27 Approvata la costruzione del terzo stralcio del centro servizi di Limana: 880 mila
euro quasi tutti finanziati da Regione e Fondazione Cariverona
a pag 28 Sabato 29 inaugurazione dell'ospedale di comunità ad Alano. Alla Regione costa
360 mila euro all'anno
Disabili
a pag 29 La Ulss 2 toglie persone e risorse all'ufficio per l'amministrazione di sostegno
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pubbliche e private di assistenza agli anziani
Sociale
a pag 30 La conferenza dei sindaci Ulss 1 chiede di escludere dalla spending review anche
la residenzialità per disabili (e molto altro)
PADOVA
Anziani
a pag 32
a pag 33
a pag 34
Infanzia
a pag 35
protesta
Sanità
a pag 36
a pag 37
a pag 38
a pag 39
Cisl Fp: al Configliachi servono più assunzioni e meno interinali
Festa degli Over 100 alla residenza Nazareth di Oic, che a breve sarà ampliata
Gli over 100 dell'Oic: qui stiamo meglio che a casa
Abano e Selvazzano alzano le rette delle materne per i non residenti, Teolo
5000 iscritti per 725 posti per la laurea in infermieristica
Corso di laurea in scienze infermieristiche a Monselice nel 2013
Meno ore di lavoro per gli addetti alle pulizie nell'Ulss 17
Apre il nuovo Centro per l'invecchiamento a Selvazzano
ROVIGO
Anziani
a pag 40 Mainardi promette sostegno regionale all'ampliata Casa Albergo di Lendinara
a pag 41 Aumentano i Cafè Alzheimer nella Ulss 19
a pag 42 Badia: non si potranno fare più di due mandati da presidente della Casa del Sorriso
Sociale
a pag 43 Rovigo attiva un numero verde per donne in difficoltà e cerca finanziamenti per il
Centro Antiviolenza
Sanità
a pag 44 I poeti del centro diurno dell'Ulss 19
TREVISO
Anziani
a pag 45 Lettera anonima con accuse contro la gestione del Bon Bozzolla
a pag 46 Illegittima l'indennità al presidente della casa di riposo di Silea Boscutti?
a pag 47 Attacchi personali di Sernagiotto a Favaro
a pag 48 Gava sostiene Favaro per attaccare Sernagiotto
a pag 49 Con spesa da 1,6 milioni di euro l'Ipab Casa Marani raddoppia i posti letto della
casa di riposo di Paese
Disabili
a pag 50 Sernagiotto ai genitori dei disabili: prendete un fucile e andiamo a Roma a
protestare
Infanzia
a pag 52 Coop Socioculturale aumenta le rette al nido della Provincia di Treviso
Minori
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a pag 53 Le suore lasciano la materna di Scomigo
Sociale
a pag 54 Csv e Sernagiotto organizzano incontri sul piano socio sanitario
a pag 55 GAP NET per creare una rete provinciale delle Ulss per curare i malati di gioco
d'azzardo
Sanità
a pag 56 Veneto Banca dà 50 mila euro al suo ex vicepresidente Dario per un libro su
quanto fatto di buono dalla Ulss 9
a pag 57 Aggiudicato il project financing da 224 milioni per la cittadella sanitaria di Treviso
VENEZIA
Anziani
a pag 59 Se il FVG dà meno soldi del Veneto, l'impresa incaricata blocca i lavori della casa
di riposo di Cinto Caomaggiore
a pag 60 Davvero il passaggio al FVG blocca i lavori alla nuova casa di riposo di Cinto?
a pag 61 “La corrida” in casa di riposo
Minori
a pag 62 A Chioggia un centro per trovare una famiglia in affido ai minori in difficoltà
Sanità
a pag 63 Si ampia con il sostegno della Regione il Centro Disturbi Alimentari di
Portogruaro
a pag 64 Il San Camilo attira pazienti anche da Mestre a Chioggia. E promette di garantire
gli stipendi ai dipendenti anche per i prossimi mesi
a pag 65 Studio del Fatebenefratelli: la danza irlandese può servire alla riabilitazione di chi
soffre di Parkinson
VERONA
Anziani
a pag 66 A rischio il centro diurno di Dossobuono ora che i contributi comunali non vanno
alla struttura ma alla persona, in base all'Isee famigliare
a pag 68 Sernagiotto pronto a commissariare l'ipab di Malcesine
a pag 69 Ipab di Malcesine contro la giunta: regolare la nostra gestione ed anche
l'acquisto del contestato appartamento
a pag 71 Festa dei 21 anni per il centro servizi di Cazzano
Disabili
a pag 72 “Dopo di noi” per autistici gestito da Fondazione Autismo Insieme
a pag 73 Amici degli Spastici offrono a disabili di Verona una casa accessibile, perfetta per
soggiorni, a San Zeno in montagna
a pag 75 Laboratorio per oss sulla ginnastica per disabili
a pag 76 Centro ippico La Parola cerca nuova sede per il suo impegno con le persone con
disabilità
Minori
a pag 78 Quattro mini alloggi ampliano la casa per donne e bambini in difficoltà di
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Bonavigo
a pag 79 La sfida della Genovesa: la vera terapia è l'intervento educativo
a pag 80 La Genovesa progetta una comunità per adolescenti con disagio psico sociale a
Nogarole Rocca
Sociale
a pag 81 Festa del Volontariato a Verona
VICENZA
Anziani
a pag 82 Stato di agitazione all'ipab perche' agli operatori dei centri diurni è applicato il
contratto Uneba
a pag 83 Le case di riposo dell'Ulss 3 scrivono a Zaia: più impegnative, o non ce la
facciamo
a pag
Disabili
a pag 85 Sorriso offre da 25 anni attività estive alle persone con disabilità
a pag 86 La coop 81 è in difficoltà e taglia gli stipendi per resistere
Infanzia
a pag 87 Posti vuoti nei nidi pubblici e paritari di Thiene
Minori
a pag
Sociale
a pag 88 Ulss 4: contro il gioco patologico Progetto Jolly di Fondazione San Gaetano e Sert
Sanità
a pag 90 La Ulss 6 taglia e chiede sconti ai fornitori
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REGIONE ANZIANI
Tribuna 11 settembre
Puppato propone una convenzione tra Regione e assicurazioni o banche per
garantire le case di riposo in caso di mancati pagamenti degli ospiti
Per uscire dall’impasse fra Israa e l’assessorato al Welfare guidato da Remo Sernagiotto, il
capogruppo regionale del Pd Laura Puppato tira in ballo assicurazioni e banche. «E’
possibile che Israa, così come le altre case di soggiorno e di riposo, si avvalgano
della possibilità di appoggiarsi, per l’emissione delle cauzioni dovute, ad un ente
assicurativo o bancario con il quale la Regione stringa preventivamente una
convenzione», dice Puppato, «Questo con una spesa annua di poco più di 100 euro.
L’obiettivo è quello di vedersi garantita da parte delle Ipab una copertura
finanziaria in caso di mancati pagamenti da parte delle famiglie. Sarà compito degli
assicuratori o dei bancari rivalersi sui morosi». Secondo la capogruppo del Partito
Democratico, già sindaco di Montebelluna per due mandati, in questo modo si ridurrebbe il
disagio per gli utenti e le case di riposo godrebbero di maggiore tranquillità gestionale.
Una proposta che dovrebbe pacificare tutti. La scintilla è scoppiata due settimane fa, dopo
la decisione dell’assessore Sernagiotto di portare il regolamento dell’Israa in Tribunale. La
casa di riposo avrebbe infatti violato la legge regionale che impedisce di chiedere cauzioni
agli ospiti. L’Ipab ha quindi deciso di sospendere il meccanismo dell’anticipo spese che le
famiglie devono versare al momento dell’ingresso del loro assistito. Al posto della cauzione
ora viene richiesto il pagamento anticipato della retta del primo mese, con grande disagio
per gli utenti, e le famiglie, che hanno subito contestato l’intervento di Sernagiotto
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REGIONE DISABILI
Vita del Popolo 13 settembre
Sernagiotto: o compartecipazione e stop al trasporto, oppure posti in meno nei
Ceod. E annuncia un intervento per uniformare le rette
C’è chi giura di aver sentito dire dal fondatore Bruno Pozzobon che servirebbe un miracolo
per salvare la situazione di Atlantis. Quello che è certo è che ci sono stati colloqui informali
a più livelli, incontri su incontri, minacce di manifestazioni da parte dei familiari dei disabili,
arrabbiature e chiusure. Ma sulla questione non si è venuti a capo, per ora. In Regione non ci
sono più i soldi per i trasporti ai Ceod e la spending review va attuata da parte delle
Ulss con il taglio del 5% sui servizi.
Le associazioni dei familiari provano a tenere il pugno duro e ribadiscono che alla
compartecipazione non ci vogliono stare. Sernagiotto, dati alla mano, li ha incontrati in
Atlantis e ha spiegato loro che soldi non ce ne sono, che “con il cuore e la passione ma senza
denari non si va da nessuna parte”, ma che se vogliono “fare la guerra” contro Roma lui sta
con loro. L’assessore regionale ha messo sul tavolo le due questioni: la nuova progettualità sui
trasporti che prevede la gestione dei pulmini con i volontari e i giovani del servizio civile e la
revisione della legge 30 sulla compartecipazione, in base a pensione, accompagnatoria e Isee,
che porterà a breve in Consiglio. “Altrimenti - sostiene - se non troviamo una soluzione,
una parte di chi oggi viene ai Ceod dovrà tornarsene a casa. Ciò che io desidero è
evitare l’implosione di questo modello socio-sanitario, tenendo però conto che da Roma non
arrivano più risorse”. Sernagiotto sottolinea che nei prossimi mesi lavorerà anche per
uniformare le rette tra le diverse strutture regionali, in modo da evitare sprechi, e per
costruire un sistema che tenga conto del livello di disabilità di chi frequenta i centri.
Gli hanno fatto presente che diverse persone rischiano così il posto di lavoro, nel caso di
Atlantis per primi gli 8 autisti e gli 8 assistenti ai pulmini; che per gli utenti gravi è difficile
potersi affidare a dei volontari; che è necessario distinguere i bisogni e trovare maggiore
uniformità nella gestione delle strutture in tutto il Veneto. Purtroppo però, specie per la prima
delicata questione - quella dei posti di lavoro -, l’assessore ha ribadito che non c’è via
alternativa. I dirigenti di Atlantis stanno comunque cercando altri modi per tamponare la
situazione.
“Non sono preoccupato solo dei 100 mila euro in meno per i trasporti - spiega Pozzobon,
presidente del Consorzio InConcerto che, tramite la coop Incontro è presente in Atlantis -;
penso che troveremo una soluzione, anche con la collaborazione delle famiglie. Ma gli altri 300
mila euro in meno dovuti al taglio del 5% imposto dalla spending review e al mancato
adeguamento dell’inflazione da parte della Regione, ci impongono una riflessione seria su come
e dove intervenire”. Precisano, i dirigenti di Atlantis, che i loro utenti non sono “viziati” perchè i
pulmini sono super attrezzati e hanno gli assistenti; piuttosto si tratta, nella maggior parte dei
casi, di situazioni gravi ed impegnative che difficilmente dei volontari giovani potrebbero
gestire.
Alla fine, al termine dell’incontro di giovedì scorso resta la proposta dell’assessore, lo sgomento
dei familiari, la tristezza degli operatori, la preoccupazione e l’impegno tenace a cercare altre
vie della dirigenza di Atlantis. Si è discusso per lo più di trasporti ma, stavolta, il cuore del
problema è la sopravvivenza stessa del Centro.
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REGIONE DISABILI
Gazzettino 13 settembre
Sernagiotto: il Veneto vuole scrivere le sue Linee guida sull'autismo
L’Assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto ha incontrato a Padova i
rappresentanti della Fondazione Autismo Padova, con la presidente Caterina Di
Michele, e i ragazzi tra i 18 e i 21 anni, provenienti anche da altre regioni, e partecipanti al
corso di formazione europeo 'lavorare nel sociale' e 'formarsi nel sociale'.
Sernagiotto, in occasione della chiusura del corso di formazione, ha rivolto ai ragazzi
parole di apprezzamento. “In questi mesi – ha detto inoltre l’Assessore – ho incontrato in
pratica tutte le numerose associazioni venete delle famiglie con persone autistiche.
Abbiamo costruito parole di partecipazione e fatto tesoro di quanto ci hanno detto e
indicato per far sì che il sistema dei servizi sociali nel Veneto possa arrivare a
formulare le linee guida sull’autismo di intervento e azione nel settore, linee guida
che dovranno essere applicate dalle Aziende Ullss e dal privato sociale e che
accompagnare le famiglie in tutto il loro percorso di vita senza momenti di caduta o non
risposta del sistema”. “L’autismo – ha aggiunto - è una forma di disabilità dell’area
cognitiva e comportamentale in aumento, e la Regione vuole arrivare a focalizzare un
intervento mirato e coordinato per l’accompagnamento e l’assistenza dei bambini autistici
ma anche degli adolescenti e degli adulti autistici. Si calcola che, nel Veneto, nasca con
questo tipo di disabilità il 2-2,5 per mille della popolazione”.
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REGIONE CASO MASULLO
Tribuna 12 settembre
Sotto indagine per abuso d'ufficio la coordinatrice dell'Osservatorio Politiche
Sociali della Regione, Antonella Masullo
Clamorosa svolta nell’inchiesta sulla maxi-truffa ai danni di ciechi e sordi e della Provincia
di Treviso. Sotto inchiesta, con l’accusa di abuso d’ufficio e di favoreggiamento, è
finita anche l’ex funzionaria del settore Servizi Sociali del Sant’Artemio Antonella
Masullo, diventata quest’anno coordinatrice dell’Osservatorio Politiche Sociali in
Regione e ora in servizio all’azienda sanitaria Usl 7. La Procura ha chiuso l’altra mattina le
indagini sul caso degli oltre 200 mila euro sottratti ai disabili trevigiani (ad essi destinati
dalla Provincia) nel periodo 2007-2010 e ha inserito il nome della funzionaria accanto a
quello dell’indagata della prima ora: Paola Nicoli, presidentessa delle onlus di assistenza ai
disabili Amidevi e Sphera con sede in via Piave a Treviso, accusata fin dall’inizio di truffa.
Le due donne, secondo gli inquirenti, sarebbero responsabili a diverso titolo e
con diversi gradi di responsabilità del meccanismo che ha portato a sottrarre e a
far sparire il denaro pubblico destinato ai disabili.
Tutto inizia nel gennaio 2011. A scoprire e denunciare alla magistratura l’accaduto è il
Sant’Artemio grazie a un’impiegata che si accorge di alcune irregolarità. Il buco, accerterà
poi la Procura, è di 217 mila 889 euro: soldi che l’ente pubblico ha elargito a ciechi e ai
sordi di Amidevi e Sphera (un centinaio di persone) e che non sono mai arrivati a
destinazione. Il denaro, in particolare, è stato versato dalla Provincia alle due onlus a titolo
di rimborso spese per l’effettuazione di corsi e per l’acquisto di materiale didattico da
fornire agli assistiti. Il fatto è alcuni di quei disabili non hanno ricevuto i sussidi indicati e
altri non hanno frequentato le lezioni indicate. Insomma le note spese presentate da
Amidevi e Sphera alla Provincia sono fasulle e falsificata, in molti casi, risulta
anche la firma dell’assistito. Il denaro elargito dal Sant’Artemio, ha ricostruito la
magistratura, passava direttamente dai conti delle onlus a quelli personali della
loro presidentessa. Un’emorragia di finanziamenti pubblici attuata attraverso 46
operazioni bancarie che sono costate a Paola Nicoli la contestazione di truffa. L’inchiesta
sembrava, anzi era, finita qui. Lo scorso novembre, il procuratore Antonio Fojadelli,
prossimo al pensionamento, aveva inviato l’avviso di chiuse indagini alla Nicoli. Aperti,
però, restavano molti interrogativi: che fine hanno fatto i soldi dei trevigiani visto che, al
momento del sequestro, nei conti della presidentessa sono state trovate solo le briciole? E
poi: possibile che la donna abbia fatto tutto da sola e che nessuno, in Provincia, si sia mai
accorto dei falsi rimborsi spese? Possibile che non abbia mai avuto alcun sospetto
Antonella Masullo, la funzionaria del Sant’Artemio addetta a liquidare i compensi
alle onlus dopo aver controllato la regolarità delle note spese? Lo stesso Fojadelli,
negli atti di indagine, esprimeva forti perplessità: «Nell’epoca attuale che conosce forme di
controllo delle dinamiche sociali sempre più numerose e penetranti», scriveva il magistrato
in un documento al gip, «un certo tipo di illeciti sistematici (...) si fonda sul ragionevole
calcolo di riuscita e conseguente impunità della quale ormai la Nicoli pareva certa anche
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grazie alla fiducia in lei riposta dell’ente». E in un altro passaggio l’ex procuratore faceva
riferimento all’«influenza» esercitata dalla presidentessa delle onlus su Antonella Masullo.
C’era, insomma, tra gli inquirenti, il dubbio di un secondo livello da scandagliare: il
sospetto che Paola Nicoli avesse operato se non con la complicità, quantomeno con la
copertura di qualcuno. E la Procura ha deciso di ricominciare le indagini proprio da qui. La
scorsa primavera il sostituto procuratore Iuri De Biasi ha riaperto l’inchiesta condotta dai
carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del tribunale di Treviso. Ad aprile sono stati
sequestrati i computer delle onlus e sono ripresi gli interrogatori: di Paola Nicoli, dei
dipendenti della Provincia, dei disabili. Le indagini sono state chiuse l’altra mattina,
per la seconda volta. E con una nuova indagata: Antonella Masullo, appunto. All’ex
funzionaria del Sant’Artemio è stato contestato l’abuso d’ufficio per aver omesso o non
adeguatamente effettuato i controlli sulle note spese. Contestato anche il favoreggiamento
con riferimento al «caso della lettera». La missiva in questione è quella con cui Paola Nicoli
chiede scusa e giustifica come un pasticcio contabile il fatto di aver continuato a
conteggiare ore di assistenza nei confronti di due disabili che non ne avevano diritto.
«Restituirò i soldi», assicura. Questa lettera, stando alla data (il 5 gennaio 2011), risulta
scritta due giorni prima che al S.Artemio si scopra il buco, ma viene protocollata soltanto
dopo la bufera, l’11 gennaio. Antonella Masullo,che ha ricevuto la missiva brevi manu, si
assume la responsabilità del ritardo. La Provincia avvia un procedimento disciplinare nei
suoi confronti , ma gli inquirenti sospettano che ci sia dell’altro: che la lettera sia stata in
realtà scritta dopo la scoperta dell’accaduto, che sia stata retrodatata e che Masullo abbia
coperto l’amica autoaccusandosi del ritardo.
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REGIONE CASO MASULLO
Tribuna 12 settembre
Masullo e Trentin stilarono linee guida rigorose sui contributi alle associazioni
dei disabili sensoriali
Antonella Masullo, rappresentata dall’avvocato Fabio Crea, avrà ora venti giorni di tempo
per presentare alla Procura le memorie difensive e spiegare la sua verità sull’accaduto. La
donna, ha già sostenuto la sua innocenza davanti agli investigatori. E lo scorso
gennaio, a indagini in corso da parte del pm Iuri De Biasi (in foto), in una nota congiunta
inviata alla stampa e firmata da lei, dall’assessore regionale Remo Sernagiotto,
dagli ex assessori ai Servizi Sociali in Provincia Alessio De Mitri e Barbara Trentin
(amministratori in carica nei periodi della truffa) veniva ricostruita la vicenda. «Nicoli ha
iniziato a operare con la Provincia sin dal 2002 e quindi ben prima delle assegnazioni a
incarichi amministrativi da parte della Masullo e degli incarichi politici assunti dall’allora
assessore Barbara Trentin (2006) e dell’assessore De Mitri (2010), Masullo è stata
responsabile dell’ufficio disabili sensoriali dal 2005 al 2007, periodo durante il quale gli
aspetti liquidativi a favore delle associazioni erano trattati dai funzionari amministrativi e
quindi non da lei. Dal 2008 al 2010 ha svolto in Provincia tutt'altro incarico, ossia quello di
realizzazione di progetti europei. Nel 2010, assegnata all'incarico di Posizione
Organizzativa Masullo ha creato, unitamente all'assessore Barbara Trentin, le
linee guide per la regolamentazione delle assegnazioni dei contributi alle
associazioni dei disabili sensoriali. Con dette linee si era stabilito che le ore da
rimborsare dovessero essere "determinate e contingentate" sulla base della specifica
disabilità e, soprattutto, i rimborsi dovessero essere conseguenti alla realizzazione di
progetti per i disabili. Dette linee imponevano che ogni singolo "mandato" della famiglia
all'associazione prevedesse l'obbligatoria allegazione di alcuni documenti, mai richiesti
prima, quali certificati medici, certificati di invalidità. Grazie a queste allegazioni gli
uffici provinciali, durante la reggenza De Mitri hanno potuto far emergere quanto
è stato oggetto di accertamento penale».
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REGIONE CASO MASULLO Tribuna 12 settembre
Alle prime segnalazioni di irregolarità su Amidevi, Masullo fu trasferita dalla
Provincia alla Regione
Il caso Nicoli-Masullo riporta in auge la polemica esplosa lo scorso inverno intorno a
quello che alcuni definiscono «clan» Sernagiotto, che sfociò in un’interrogazione da parte
del consigliere regionale Diego Bottacin. Il motivo? I criteri con cui l’assessore regionale ai
Servizi sociali Remo Sernagiotto - oggi dominus del Pdl nella Marca trevigiana - ha
formato il suo staff in Regione. Appena eletto in Regione, nel 2010, Sernagiotto portò
subito con sé l’allora assessore provinciale ai Servizi sociali Barbara Trentin,
mettendola a capo della propria segreteria regionale. E proprio con la Trentin,
quando era ancora in Provincia, spiccò il volo la collaborazione tra le associazioni
Amidevi e Sphera di Paola Nicoli e l’ente guidato da Muraro. Al posto della Trentin,
in Provincia, Sernagiotto impose nella giunta provinciale il suo delfino politico,
Alessio De Mitri (paradosso: De Mitri si batteva da sempre per la chiusura delle Province
per poi finire, anche se per pochi mesi, assessore provinciale). Sempre nel 2010,
sfruttando l’articolo 19 (ossia la chiamata diretta a tempo e senza concorsi),
Sernagiotto portò nella propria segreteria Giada Presente, fidanzata del suddetto
De Mitri. E a fine gennaio del 2011 Sernagiotto completò il quadro del suo staff facendo
trasferire in Regione come «distaccata» Antonella Masullo (oggi segue l’Usl 7),
allora funzionaria della Provincia di Treviso, chiamata due anni prima a lavorare in
Provincia proprio dall’assessore Barbara Trentin.Il distacco della Masullo dalla
Provincia alla Regione avvenne pochi giorni dopo le segnalazioni di irregolarità
da parte degli assistiti di Amidevi. E fu proprio la Masullo con l’allora assessore
provinciale Trentin a predisporre le linee guida per l’assegnazione dei contributi ai disabili
sensoriali seguiti da Amidevi e Sphera. Non basta: la Masullo è anche la madre di Giada
Presente (che oggi non è più in Regione). E sempre nello staff di Sernagiotto lavora
Annalisa Basso, ex segretario provinciale del Pdl, fidatissima di Remo, che tra le altre cose
due anni fa l’ha nominata commissario del Gris di Mogliano e commissario alla non
autosufficienza, altra nomina di natura fiduciaria. Insomma, Sernagiotto vuole accanto a
sé solo persone di cui si fida ciecamente. Sia chiaro: nulla di illecito, tanto più che la legge
dà ampia possibilità a un amministratore di chiamare a sé anche dipendenti pubblici,
spostandoli da un ente all’altro o assumendoli, per chiamata diretta, ossia senza concorso.
Lo fanno in tanti, lo ha fatto anche Sernagiotto. Però l’avvio dell’inchiesta sulla Nicoli fece
innescare di sponda la polemica, di natura politica, intorno all’opportunità da parte
di Sernagiotto di portare in Regione la Masullo, ossia colei la quale - come è
emerso dall’inchiesta - aveva avuto rapporti diretti e stretti con la Nicoli, tanto
da andare a fare lo shopping insieme (capitò a Torino, in una missione per la
Provincia). Siamo nel lecito ma allo stesso tempo nell’opinabile, per quanto riguarda la
composizione dello staff Sernagiotto. E infatti il consigliere regionale Diego Bottacin, del
Gruppo Misto, nel febbraio del 2011 intervenne tuonando: «Più che di meritocrazia, questa
operazione rischia di sapere tanto di nepotismo».
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REGIONE CASO MASULLO
Tribuna 13 settembre
Grazie a Masullo, ipotizza la Procura, rimborsi agevolati e meno controlli per
Amidevi
Per le associazioni di assistenza ai disabili c’erano procedura e regole precise. Per la
Amidevi e la Sphera di Paola Nicoli, invece, una corsia preferenziale con la
Provincia e «procedure speciali», come le definisce la Procura. Tradotto: tutto più
spedito, facile, con controlli decisamente meno rigidi (soprattutto sui soldi che
giravano) grazie al rapporto di amicizia tra la stessa Nicoli e Antonella Masullo, ex
funzionaria della Provincia. Una parzialità che è costata alla Masullo l’accusa di abuso
d’ufficio.
Il denaro. Ecco un esempio di quello che la Procura considera come trattamento di favore
riservato dalla Provincia - e nello specifico dal settore Servizi sociali del funzionario
Masullo - alle associazioni di assistenza della Nicoli. Alle onlus che si occupavano di
assistenza ai disabili sensoriali, per esempio affetti da cecità, la Provincia erogava 500
euro l’anno per ciasun utente seguito. Quella somma doveva essere investita per un
progetto di assistenza specifico o per l’acquisto di sussidi didattici per quell’utente. Un
utente, una erogazione. Per la Nicoli, invece, secondo il sostituto procuratore Iuri de Biasi
valeva un meccanismo di tipo cumulativo, molto più vantaggioso. Questo: la Provincia
erogava ad Amidevi e Sphera la cifra complessiva risultante dalla somma di tutti gli utenti
seguiti. Esempio: 100 utenti, 500 euro ciascuno, totale 50 mila euro. Il vantaggio di
un’erogazione unica e consistente era che questa permetteva maggiori margini di
manovra, per esempio per l’acquisto di attrezzature che poi rimanevano nelle
disponibilità della onlus, e non del singolo utente. Non è semplice ricostruire questo
giro di acquisti di materiale, anche perché all’epoca dello scoppio dello scandalo, con
l’indagine a carico della sola Nicoli, non fu eseguita alcuna perquisizione. La Procura, però,
vuole capire che fine abbia fatto il materiale acquistato con quei soldi. Qualcosa non è
stato trovato: è stato rivenduto? E i soldi? O quale altra fine ha fatto? La Procura contesta
a Paola Nicoli di aver fatto transitare nel giro di quattro anni, dal 2007 al 2010, oltre 207
mila euro dai conti Amidevi e Sphera a quelli suoi personali. Ci sarebbe anche del
materiale “sequestrato” da parte della Provincia, ma non dalla Procura.
Subordinati esautorati. Antonella Masullo, secondo la Procura, accentrava su di sè il
ruolo di controllore per poterlo fare, anzi, non fare, in tutta tranquillità: «alle
pratiche di verifica per il rimborso spese alle associazioni rappresentate da Paola Nicoli», si
legge sull’avviso di chiusura delle indagini, datato 4 settembre , «Masullo applicava una
procedura “speciale” nella quale avocava a se stessa ogni possibile competenza sul
controllo di regolarità della documentazione, controllo che poi di fatto non esercitava o
esercitava molto superficialmente». Non solo: per evitare “rischi”, toglieva incarichi di
controllo ad altri: «addirittura, nel periodo dal gennaio 2009», si legge nell’avviso di
chiusura indagini, la Masullo «quale superiore gerarchico della dottoressa Marina
Boccaletto», arrivava «a estrometterla dalle funzioni che le spettavano quale nuova
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responsabile dell’ufficio Assistenza disabili sensoriali».
Non è corruzione. Ma perché Antonella Masullo favoriva Paola Nicoli? Non per
denaro, o almeno: non c’è alcuna prova in questo senso, né passaggio di denaro
registrato o riscontrabile. Per questo motivo, all’ex funzionaria della Provincia (ora
coordinatrice dell’osservatorio politiche sociali in Regione) non viene contestato il reato di
corruzione, bensì “solo” quello di abuso d’ufficio. Secondo la Procura, procedure speciali e
controlli solo parziali riservati alla Nicoli erano il risultato di un rapporto di amicizia con la
Masullo.
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REGIONE CASO MASULLO
Gazzettino 13 settembre
Masullo continua a lavorare: è lei ad organizzare il Meeting dei giovani (e relativi
bandi)
«Sono disperata e angosciata: non so perché stia capitando tutto questo, non ho fatto
proprio nulla, sono completamente innocente e non ho rubato una lira». È stata questa la
reazione di Antonella Masullo alla notizia dell'avviso di garanzia spiccato nei suoi confronti
dalla procura di Treviso. A raccontarla è direttamente Remo Sernagiotto. «Negli ultimi
tempi la sento anche tre volte al giorno - rivela - è un dipendente pubblico che prende
1.400 euro al mese e che ora è in grande difficoltà». Comunque da quando è approdata in
Regione «in comando» dalla Provincia subito dopo lo scoppio del caso Amidevi-Sphera,
anche se la richiesta era stata presentata l'anno prima, Antonella Masullo, mamma di
Giada Presente, fidanzata di Alessio De Mitri, l'ex assessore al Sociale del Sant'Artemio e
figlioccio politico del dominus del Pdl, oltre a essere vicina a Barbara Trentin, altro ex
assessore provinciale al Sociale ora segretaria di Sernagiotto, non ha mai smesso di
lavorare. Tanto che adesso è chiamata a gestire la seconda edizione del Meeting dei
giovani a Caorle del 24 settembre, dove verranno presentati bandi per un valore totale di
5 milioni. «Lei gestisce il progetto - sottolinea Sernagiotto - mentre i fondi li gestisco io».
Insomma, meglio specificare. «Ma a scanso di equivoci va detto che la Masullo non è
indagata affatto per appropriazione indebita - spazza il campo il suo avvocato, Fabio Crea,
tra l'altro consigliere del Pdl a palazzo dei Trecento - comunque lei non era direttamente
responsabile dei controlli da effettuare sui rendiconti delle associazioni, come ha già
dichiarato quando è stata interrogata aggiungendo che questo spettava alla dirigente del
settore (Diana Melocco, ndr). L'ex procuratore Antonio Fojadelli aveva chiuso le indagini
con il solo avviso di garanzia a Paola Nicoli, successivamente sono state riaperte, cosa che
non è affatto usuale, ed è nostro interesse adesso capire se ci sono atti nuovi o nuove
valutazioni». Anche perché, a questo punto, non ci sono alternative.
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REGIONE CASO MASULLO
Gazzettino 13 settembre
Muraro: sul caso Amidevi Sphera ho semplicemente dato le carte alla Procura
- «Non capisco l'intervento di Sernagiotto visto che questo signore in tutta la vicenda non
è mai chiamato in causa». Muraro sceglie di replicare con calma alle dure accuse
lanciategli dal leader del Pdl della Marca. Una calma che quasi stride con la premura di
voler chiarire tutto dimostrata ieri dall'assessore regionale, tanto da arrivare a lamentare il
fatto di non essere stato convocato dal magistrato che indaga sull'affaire Amidevi-Sphera
nonostante si fosse detto disponibile a intervenire. «Quando mi hanno detto che c'era
qualche irregolarità ho fatto inviare tutte le carte in procura e non ho più fatto niente spiega Muraro riferendosi all'unica segnalazione inoltrata dal Sant'Artemio alla
magistratura il 20 gennaio 2011 - non ho mai fatto pressioni, anzi, ho solo sperato che la
procura facesse chiarezza al più presto».
E i dubbi sollevati sulla gestione dell'assessorato al Sociale da parte di Barbara Trentin
e Alessio De Mitri, che hanno mandato i sernagiottiani su tutte le furie? «I numeri parlano
chiaro: è stata colpita la Provincia e la politica non c'entra. Va chiarito tutto quanto
prima. Punto e basta. Chi sbaglia paga: questo è la mia massima senza guardare in faccia
nessuno. Fermo restando che essere indagati non vuol dire essere condannati - aggiunge dovevo forse seppellire tutto? Non ho fatto pressioni e neppure ignorato la cosa: ho
scelto di dare tutto alla procura».
Sul piatto, però, ora c'è anche la querela presentata da Sernagiotto contro lo stesso
presidente per i dubbi sollevati sul suo gruppo. «Ma io - taglia corto Muraro - non ho mai
ricevuto nulla».
Che la posizione di Antonella Masullo non fosse così leggera, comunque, in
Provincia lo avevano intuito da tempo. Almeno da quando, ormai oltre un anno fa,
quest'ultima è stata sospesa per 15 giorni per aver fatto emergere in ritardo una lettera in
cui Nicoli paventava possibili errori nei rendiconti, cosa finita alla base dell'accusa di
favoreggiamento. «Per noi erano state violate delle procedure interne di gestione della
posta - chiude il direttore generale Carlo Rapicavoli - . Per il resto nel procedimento siamo
parte civile e cercheremo di recuperare tutti i soldi ingiustamente sottratti».
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REGIONE CASO MASULLO
Tribuna 13 settembre
Bottacin: aree di opacità e troppe assunzioni di amici degli amici
«Questa faccenda conferma che, almeno dal punto di vista politico, esiste un’area di
opacità nella gestione da parte della Provincia come della Regione di alcuni settori. E
questa critica la rivolgo al Pdl come alla Lega. Sernagiotto, a questo punto, si deve però
giustificare in consiglio regionale». Caso Amidevi: durissimo l’affondo di Diego Bottacin,
consigliere regionale del Gruppo Misto. Era stato proprio lui, a bufera Amidevi appena
scoppiata, nel febbraio 2011, a presentare una interrogazione in Regione anche in merito
ai criteri con cui l’assessore regionale Sernagiotto ha composto il proprio staff ai Servizi
sociali. Appena eletto in Regione nel 2010, Sernagiotto portò subito a Venezia l’assessore
provinciale al Sociale Barbara Trentin mettendola a capo della propria segreteria, quindi
chiamò Giada Presente, fidanzata di Alessio De Mitri, l’azzurro che sempre Sernagiotto
fece mettere in giunta provinciale al posto della Trentin. E infine nel 2011 Sernagiotto fece
trasferire in Regione come «distaccata» Antonella Masullo, madre della Presente, chiamata
due anni prima in Provincia dalla Trentin. Provincia che la Masullo lasciò nei giorni in
cui scattarono le prime segnalazioni di irregolarità sui contributi per gli assistiti
ipovedenti di Amidevi. Bottacin, oltre a chiedere chiarezza sul caso, chiese anche agli
uffici regionali l’elenco dei nuovi assunti a tempo determinato della Regione e il rapporto di
parentela tra loro e con chi amministra la Regione. «Sono ancora in attesa di
quell’elenco», dice Bottacin, «Ma al di là delle parentele, che in questo frangente non ci
sono, noto la presenza di una rete di affiliazione molto stretta, della serie “gli amici degli
amici”, chiamati poi in Regione per periodi più o meno lunghi. Mi chiedo: con quali
competenze specifiche? Dal punto di vista se non altro politico noto aree di opacità. In
Regione come in Provincia, chiamo quindi in causa tanto il Pdl quanto la Lega. Capisco lo
spoil system, meno però una certa disinvoltura nel creare certe reti di affiliati. Eppure
molte aree di Provincia e Regione vengono governate così. E sempre certi politici, come
Sernagiotto, usano i servizi per innescare guerre politiche, vedi il caso Israa di questi
giorni...».
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REGIONE CASO MASULLO
Tribuna 13 settembre
Sernagiotto difende Masullo e attacca Muraro
«Antonella Masullo ha tutta la mia solidarietà. Lavora al mio dipartimento e lo fa molto bene,
con dedizione e competenza. E continuerà a farlo: alla scadenza le rinnoverò il comando,
in faccia a tutti». È una difesa a spada tratta quella che l’assessore regionale Remo
Sernagiotto fa dell’ex funzionaria in Provincia e ora coordinatrice dell’Osservatorio
per le Politiche sociali in Regione, indagata per abuso d’ufficio e favoreggiamento
personale. L’esponente del Pdl la chiama la sua «povera dipendente». E anche il luogo che ha
scelto ieri mattina per la conferenza stampa la dice lunga sulla sua posizione: lo studio
dell’avvocato Fabio Crea, difensore della Masullo. Assessore, nessun provvedimento nei
confronti della sua dipendente dopo l’inchiesta della Procura? «Finché non c’è una sentenza
di condanna, lei è innocente. Ho massima fiducia nella magistratura, chiederò alla Masullo
di difendersi dalle contestazioni che le sono state mosse». Ma assessore, la Procura accusa la
Masullo di reati specifici legati al suo lavoro in un ente pubblico. Lavoro che continua a svolgere
in Regione. Non sarebbe opportuna qualche cautela da parte dell’ente? «Se e quando
dimostreranno che è colpevole, allora, la rimuoverò. Nel frattempo gli rinnoverò il comando, in
faccia a tutti. Per un’eventuale trasferimento di settore chiederò al responsabile del Personale.
Comunque sia chiaro, il problema non è mio, ma del presidente della Provincia
Leonardo Muraro. Era sua dipendente, era lui che doveva vigilare. Certo che è
strano...» Cosa c’è di strano assessore? «È strano che il responsabile del settore in
Provincia non sia stato sfiorato dall’indagine. Se io fossi la Masullo andrei dal magistrato
e coinvolgerei il dirigente e tutta la struttura. E poi c’è un’altra cosa singolare: la riapertura
delle indagini. Vorrei interpretarla...» Vuole interpretare politicamente la riapertura delle
indagini? «Guardi, se la magistratura ha riaperto le indagini, e non è cosa frequente,
lo ha fatto perché ha ricevuto altri atti. E chi ha accesso agli atti?» Chi? «Chi se non
il mio più grande nemico?» Chi è il suo grande nemico? «Ma quello che ho querelato!
Muraro. Con lui ci troveremo in tribunale. E anche Masullo dovrebbe portarlo davanti al
giudice, a testimoniare. Sottolineo che invece io non sono mai stato coinvolto in questa
indagine: nella fase precedente avevo chiesto di essere sentito, nessuno mi ha mai chiamato.
Ieri La tribuna ha scritto “bufera” su di me e sulla mia segreteria... ma quale bufera! La mia
segreteria funziona benissimo». Eccezione fatta per il caso Masullo. «Masullo non è della mia
segreteria, è una dipendente. E non è stata assunta dalla Trentin, come avete scritto, ma da
Speranzon che è della Lega. La tribuna ha anche parlato di “clan”: il mio non è un clan, è un
gruppo. Che non è mai stato sfiorato da niente. E comunque la mia segreteria me la scelgo io.
Tra i più stretti collaboratori ho l’ex assessore provinciale De Mitri, mentre la sua fidanzata
Giada Presente ha lavorato qualche tempo per me. Come tanti altri giovani». Però Giada
Presente è figlia di Antonella Masullo... «E allora? Nessuno di loro è parente mio. E io non trovo
certo le fidanzate ai miei collaboratori. Io le persone le scelgo perché le conosco. La Lega ha i
suoi amici leghisti, io ho i miei. Non devo mica fare il concorso... quando vado via io, vanno via
anche loro».
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REGIONE CASO MASULLO
Gazzettino 14 settembre
Attacchi a Masullo: è un complotto, dice De Mitri (Pdl, e fidanzato di sua figlia)
L'affaire Amidevi e Sphera, le due associazioni che avrebbero messo in conto alla Provincia
servizi di assistenza a disabili sensoriali in realtà mai effettuati, sembra ingrandirsi sempre
di più. Anche oltre quei 220 mila euro che secondo l'accusa sarebbero
ingiustamente usciti dalle casse pubbliche tra il 2008 e il 2010. Oggi, infatti, anche
Alessio De Mitri, pidiellino consigliere provinciale ed ex assessore del Sant'Artemio proprio
al Sociale, sposa la teoria del complotto che, di fatto, è stata tratteggiata ieri da
Sernagiotto, sua padre politico, in merito alla doppia chiusura delle indagini che ha portato
all'iscrizione nel registro degli indagati non solo di Paola Nicoli, presidente dei gruppi, per
truffa aggravata, ma pure di Antonella Masullo, ex funzionaria della Provincia ora a capo
dell'osservatorio regionale delle Politiche sociali targato Sernagiotto, accusata di abuso
d'ufficio e favoreggiamento. «Il procedimento della procura, con due chiusure, è stato
irrituale - sottolinea quello che è il fidanzato di Giada Presente, figlia della stessa Masullo . Evidentemente c'è qualcuno che l'ha vista come l'anello debole addosso cui gettare
del fango che poi, comunque, difficilmente andrà via».
Chi sarebbe questo mister X? Muraro, come ha detto a chiare lettere Sernagiotto? «No
comment - taglia corto De Mitri - . So solamente che lui, come presidente della Provincia,
dovrà rispondere in tribunale per aver insinuato che io facessi parte di una cricca». Il fatto
è che Muraro dice di non aver ricevuto nessuna querela di quelle annunciate pochi mesi fa
oltre che da De Mitri anche da Sernagiotto, da Barbara Trentin e dalla stessa Masullo.
«Bugie - incalza il consigliere - sono già state depositate». Insomma: una vera e propria
bufera. In mezzo alla quale ieri il Pd, per bocca di Floriana Casellato, ha ufficialmente
chiesto di vederci più chiaro attraverso un consiglio provinciale ad hoc. «Abbiamo già dato
informazioni - assicura infine Muraro - e nel limite del possibile continueremo a farlo». Ma
ora, più che altro, tutti attendono che a parlare sia la magistratura.
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REGIONE CASO MASULLO
Gazzettino 14 settembre
La difesa di Masullo
«Antonella Masullo non avrebbe potuto commettere i reati contestati dal momento che
anche lei era sottoposta, ovviamente, ai controll dei suoi superiori gerarchici e in quanto i
rimborsi venivano effettuati dopo diversi passaggi di lavorazione». Così Fabio Crea, legale
dell'ex funzionaria della Provincia accusata di abuso d'ufficio e favoreggiamento nell'affaire
delle rendicontazioni gonfiate dei servizi ai disabili sensoriali firmate Amidevi e Sphera,
prova a spazzare il campo da qualsiasi dubbio in merito all'operato della Masullo. «Ciò chiude l'avvocato, tra le altre cose consigliere del Pdl a palazzo dei Trecento, che l'altro ieri
ha seguito da vicino la manifestazione di solidarietà alla Masullo da parte dell'assessore
regionale al Sociale, Remo Sernagiotto - a voler rafforzare la non addebitabilità ad alcuno,
all'interno della struttura della Provincia, responsabilità di alcun tipo»
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REGIONE CASO MASULLO
Tribuna 14 settembre
“Togliete Masullo dal settore servizi sociali della Regione”
Documentazione contabile difficile da ricostruire. Possibilità che sia stata modificata dopo
lo scandalo. Non è semplice il lavoro della Procura per quanto riguarda la ricostruzione del
“tesoretto” accumulato da Paoa Nicoli, la presidente delle onlus Amidevi e Sphera accusata
di truffa per essersi intascata - secondo l’accusa - oltre 200 mila euro di rimborsi da parte
della Provincia per l’attività di assistenza a ciechi e ipovedenti. Nell’avviso di chiusura
indagini si legge che Paola Nicoli si sarebbe fatta «liquidare rimborsi indebiti in misura
prudenzialmente stimata in circa 200 mila euro, procurandosi corrispondente ingiusto
profitto in danno all’ente pubblico», cioè la Provincia. Secondo la stessa Nicoli, quei
soldi non se li è intascati: erano semplicemente il rimborso per le spese che lei
stessa aveva anticipato nella sua attività di assistenza. La funzionaria della
Provincia accusata di aver favorito la truffa di Paola Nicoli, Antonella Masullo, tramite il suo
avvocato Fabio Crea smentisce di aver attribuito al dirigente del settore in Provincia le
responsabilità di quanto accaduto: «i rimborsi venivano effettuati dopo diversi
passaggi, non c’è addebitabilità ad alcuno all’interno della struttura».
«Vista la delicatezza dell’inchiesta, in via precauzionale la Masullo deve essere
immediatamente trasferita: non può più lavorare in un settore che fa riferimento
all’assessore al Sociale Remo Sernagiotto». Caso Amidevi: a lanciare il siluro è
Laura Puppato, capogruppo del Pd in Regione, che presenterà un’interrogazione per
chiedere «assoluta chiarezza» sul caso che ha coinvolto la ex funzionaria della Provincia di
Treviso Antonella Masullo. La Masullo, in seno all’inchiesta sulla maxi-truffa ai danni di
ciechi e sordi che riguarda le società Amidevi e Sphera di Paola Nicoli, è infatti accusata di
abuso di ufficio e favoreggiamento. Una questione scottantissima per la donna, passata
un anno fa a lavorare in Regione su chiamata diretta dell’assessore Remo
Sernagiotto del Pdl, che la difende strenuamente. Ma proprio l’atteggiamento di
Sernagiotto - che ha accusato il presidente della Provincia, il leghista Muraro, di accanirsi
contro di lui e i suoi collaboratori - non piace affatto alla Puppato: «È stato ormai perso il
senso del limite. Sernagiotto in conferenza stampa difende la Masullo e attacca Muraro: mi
chiedo a che titolo intervenga in una faccenda che comunque riguarda il lavoro della
Masullo in Provincia negli anni 2007-2010. Cosa centra con la Provincia l’assessore
regionale Sernagiotto? Perché si intromette? Piuttosto: dato che il settore dei Servizi
sociali in Regione sposta centinaia di milioni di euro l’anno, ritengo che sia meglio che la
Masullo non dipenda comunque più, in un modo o nell’altro, da Sernagiotto. Lasciamo che
la magistratura faccia il suo corso. E intanto spostiamo la Masullo ad altri uffici e ad altri
compiti, che esorbitano dal sociale». L’interrogazione della Puppato seguirà a quella di
Diego Bottacin del Gruppo Misto di un anno fa. E intanto la polemica divampa al
Sant’Artemio: dopo la richiesta di chiarezza da parte di Franco Zanata del Pd, è oggi il
capogruppo Pd Floriana Casellato a rilanciare: «Chiedo subito un consiglio provinciale
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straordinario monotematico per fare il punto sul caso Amidevi: il presidente della Provincia
Muraro ci porti tutte le carte relative ai contributi sospetti dati ad Amidevi e a Sphera negli
anni finiti sotto inchiesta, contributi che gli assistiti dicono di non aver mai ricevuto. Come
è possibile che nessuno si sia accorto per tempo? Muraro non se la può cavare
dicendo, come ha detto, che non appena ha sentito puzza di bruciato è subito intervenuto:
sono passati anni, prima che se ne accorgesse». Prende posizione anche Amendola di Sel:
«Chiederò anch’io un consiglio provinciale ad hoc, magari a porte chiuse: vogliamo vedere
le carte e verificare cosa è successo ai contributi».
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Vita del Popolo 13 settembre
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REGIONE SOCIALE
Difesa del Popolo 13 settembre
Le cooperative si sentono mortificate dai tagli e dal modo in cui sono stati
imposti
Scandalo, mortificazione, umiliazione. Non usano mezze parole i vertici del mondo della
cooperazione veneta, ed è francamente difficile dar loro torto vista la mazzata in arrivo
e prima ancora le modalità con cui è stata annunciata. In qualche cooperativa si
sono visti recapitare la lettera il 14 agosto, con la richiesta da parte dell'azienda
sociosanitaria di presentare un piano di riduzione dei compensi del 5 per cento
entro il 20 del mese. Altrimenti, stop al pagamento della fattura. Poi sono arrivate
le lettere dei direttori generali a ribadire il concetto: causa i tagli decisi dal governo (la
famosa spending review) non solo al taglio non si scappa ma per essere pagati
bisogna mantenere invariati i servizi. Infine, dalla regione sono giunte due circolari,
una più secca e l'altra più morbida. Tutto chiaro? «Per nulla – sottolinea Loris Cervato di
Legacoop – anzi al danno si aggiunge la beffa di sentirci dire: “Non sappiamo come,
non sappiamo dove, vedete voi. Basta che tagliate”. È questo che ci indigna e ci
umilia di più, l'essere considerati semplici appaltatori di manodopera e non invece, come
spiega la legge regionale sulla cooperazione, un tassello fondamentale di
quell'integrazione socio-sanitaria che poi sbandieriamo come fiore all'occhiello del
Veneto».
Considerazioni di stile a parte, quel 5 per cento di tagli lineari, che non guarda in
faccia né alla qualità del servizio né all'efficienza aziendale raggiunta, rischia di
mandare in crisi un intero settore. E di ripercuotersi, oltre che sull'occupazione, sulla
qualità dei servizi di cui usufruiscono centinaia di migliaia di veneti: quelli con un figlio
disabile, con un anziano, con un minore in difficoltà, ma anche più semplicemente quelli
che trovano il verde delle aiuole pubbliche regolarmente tagliato e curato quando la
mattina escono di casa. Perché, con tutta evidenza e checché pretendano le circolari, le
nozze con i fichi secchi non si fanno. E dunque – in un settore dove di grasso che cola
proprio non ce n'è e gli stipendi si aggirano attorno ai mille euro – le strade sono
soltanto due: licenziare e ridurre di conseguenza i servizi offerti, oppure
mandare in fallimento le cooperative.
«Quel 5 per cento – accusa Nicola Boscoletto della Compagnia delle opere – preferisco
chiamarlo pizzo piuttosto che spending review. Ci avessero chiesto un sacrificio, non ci
saremmo tirati indietro come già è avvenuto in passato. Invece veniamo mortificati a
mezzo lettera da governanti che usano la forza del potere come padri padroni e
non si consultano più con nessuno prima di fare scelte che ci feriscono doppiamente: come
cooperatori e come cittadini».
Mario Sanfelice
I DATI Oltre 600 realtà, un fatturato di più di 800 milioni
Lavoro vero, altro che assistenza
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Una risposta unitaria di tutto il mondo della cooperazione a una scelta incomprensibile, per
far pesare il ruolo e la storia di un movimento che, a differenza di altri, difficilmente va in
cerca di quella visibilità che i suoi numeri pure giustificherebbero. Se si uniscono le realtà
aderenti a Confcooperative, Legacoop, Agci e Compagnia delle opere che sono attive nel
campo del sociale, il quadro che ne emerge è quantomai significativo: oltre 600
cooperative sociali, più di 25 mila soci e altrettanti lavoratori, quasi tremila dei
quali svantaggiati, per un fatturato che supera gli 800 milioni di euro.
Dalla gestione di case di riposo a quella degli asili nido, dalle comunità alloggio per disabili
all'assistenza domiciliare, dalla manutenzione del verde alle pulizie fino alla gestione dei
centri unici di prenotazione per le Ulss, la cooperazione ha moltiplicato negli anni i suoi
campi d'intervento grazie anche a una legge regionale che ne ha riconosciuto con
lungimiranza la funzione di pubblica utilità. I tagli annunciati rischiano ora di tradursi in un
drastico ridimensionamento, di servizi e di posti di lavoro.
«A spanne – spiega Fabrizio Panozzo, vicepresidente di Federsolidarietà-Confcooperative –
parliamo di 1.500 licenziamenti e di un taglio dello stipendio per i “fortunati” che non
resteranno a casa. La cosa che più dovrebbe preoccupare, anche se ogni posto di lavoro è
prezioso, è che di quei 1.500 almeno 500 saranno persone svantaggiate oggi inserite nelle
cooperative di tipo B: stiamo parlando di disabili, ex tossicodipendenti ed ex alcolisti,
detenuti. Invece di guardare voce per voce dove sarebbe effettivamente possibile ridurre
le inefficienze e recuperare produttività, con un taglio lineare che non guarda in faccia a
nessuno la spending review la facciamo pagare a loro. Speriamo che almeno questo i
politici non facciano finta di non saperlo».
Eppure, da molti anni, la cooperazione non naviga certo nell'oro. I ritardi nei pagamenti
vanno dai 6 ai 18 mesi, diverse Ulss si rifiutano di riconoscere perfino
l'adeguamento Istat, in tutti i servizi che vengono svolti in regime di
accreditamente gli standard di personale impiegato sono stabiliti per legge e non
c'è modo di recuperare un taglio delle risorse. Nonostante questo il 90 per cento
dei contratti è a tempo indeterminato e i comuni fanno la fila per chiedere un aiuto a
inserire disoccupati e persone in difficoltà. Chiosa finale: il 2012 è l'anno internazionale
della cooperazione. Invece di organizzare inutili convegni, ecco come in Veneto si è deciso
di celebrarlo degnamente.
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REGIONE SOCIALE
Giornale di Vicenza 15 settembre
Le coop potranno chiedere a Veneto Sviluppo di entrare nel loro capitale sociale
Credo che per il mondo della cooperazione sia un'innovazione straordinaria che fa scuola a
livello nazionale»: così ieri l'assessore regionale all'economia Isi Coppola ha presentato a
un convegno organizzato da Legacoop la novità che scatta lunedì 1° ottobre: le
cooperative operanti sul territorio regionale - sono quasi 4 mila, operanti in vari
settori - potranno avviare le richieste, in base al nuovo regolamento, per
ottenere che la finanziaria regionale “Veneto Sviluppo” partecipi al loro capitale
sociale. Era dal 2005, sette anni fa, che la legge regionale, riconoscendo il ruolo
fondamentale della cooperazione per lo sviluppo del modello socioeconomico del territorio,
dava alla finanziaria regionale la possibilità di diventare socio sovventore o finanziatore di
partecipazioni minoritarie e temporanee al capitale di rischio delle cooperative, disponendo
di creare un apposito fondo. «È un risultato fondamentale per il rafforzamento della
piccola e media cooperazione», dice il presidente Gianfranco Lucatello (Legacoop): «Grazie
al nostro impegno tenace oggi le imprese cooperative hanno a disposizione questo
fondamentale strumento per aumentare la patrimonializzazione, che è leva di
sviluppo oggi fondamentale, assieme all'innovazione, specialmente in questo momento di
crisi». L'impegno lo aveva preso lo stesso governatore Luca Zaia, e l'obiettivo era stato
inserito nel “Patto per il Veneto” siglato il 2 maggio. La Regione ha messo a
disposizione 2,2 milioni in un fondo ad hoc che vedrà Veneto Sviluppo svolgere
l'attività tipica di una merchant bank (apporto di capitale di rischio tramite
l'acquisizione temporanea di parte del capitale di una società) e, come tale, adoperarsi
per perseguire, nel medio periodo, un incremento del valore della partecipazione
detenuta e, conseguentemente, un'adeguata remunerazione dell'investimento
effettuato. I soci delle cooperative dovranno partecipare agli aumenti di capitale,
ed è possibile l'intervento di Fondi mutualisti. L'assessore Coppola: «Ora che le
cooperative hanno a disposizione risorse sia sul fronte dei finanziamenti agevolati,
operativi già da tempo ma ancora troppo poco utilizzati, che su quello nuovo della
patrimonializzazione, mi aspetto una positiva e pronta risposta; è tempo di dare un
immediato scossone alla nostra economia». Il target per l'operazione sono pmicooperative per azioni: “Veneto Sviluppo” potrà dar vita a operazioni da 150mila200mila euro ciascuna per 5 anni, estendibili fino a 7.
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BELLUNO ANZIANI
Gazzettino 12 settembre
La casa di riposo di Quero vince le sue olimpiadi contro altre residenze
Alla fine, i nonnini di Quero hanno vinto le loro olimpiadi. Nel senso che ieri mattina a
Crespano del Grappa si sono svolte le «Olimpiadi» per anziani riservate agli utenti delle
case di riposo locali. Presso la Casa di Riposo «Aita» hanno vinto appunto gli arzilli nonnini
della Casa di Riposo San Giuseppe di Quero che hanno preceduto i colleghi di
Valdobbiadene «San Gregorio» e via via tutte le altre case di riposo. Cinque le gare
(giochi) in programma basati tutti su sollecitazioni mnemoniche, pratiche e giochi di sala
che sono stati affrontati «con grande entusiasmo ed impegno dalle squadre» come hanno
spiegato le organizzatrici del personale di Crespano. I «giochi olimpici» ammessi in questa
edizione sono stati: memorizza, Chi tocca trova, Piramide, Paroliamo, Cruciverba. In
questi giochi le squadre si sono date veramente battaglia ed ogni squadra aveva al suo
interno «giocatori» che hanno affrontato anche selezioni interne tipo «trials» americani
per valutare lo stato di forma dell'atleta. Ai vincitori di Quero è stata consegnata la coppa
dei campioni che potranno tenere in Casa di Riposo fino al prossimo anno.
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BELLUNO ANZIANI
Corriere Alpi 14 settembre
Approvata la costruzione del terzo stralcio del centro servizi di Limana: 880 mila
euro quasi tutti finanziati da Regione e Fondazione Cariverona
L’auspicio è poter partire al più presto con i lavori e riuscire a terminarli entro la fine del
prossimo anno. Mercoledì sera la giunta del Comune di Limana ha approvato il
progetto per l’ampliamento del Centro servizi per l’anziano con la realizzazione del
terzo e ultimo stralcio.
«Un progetto che verrà presto portato in consiglio», precisa il sindaco Mario Favero,
«perché sia discusso insieme a tutti i componenti. Il finanziamento c’è e quindi
speriamo che l’opera possa essere completata nel corso del 2013».
Gli interventi sono corposi e hanno un costo che ammonta a circa 880mila euro, di cui
500mila da finanziamento regionale e all’incirca 330mila dalla Fondazione
Cariverona. «A questo punto per l’inizio dei lavori», spiega il primo cittadino, «dobbiamo
rispettare e aspettare i tempi tecnici. Prima dovrà uscire il bando e si procederà
all’aggiudicazione. L’opera è importante, perché va a completare una struttura su cui da
tempo stiamo investendo e che riveste una funzione forte per la nostra comunità».
Il progetto di ampliamento prevede lavori nel seminterrato, con finiture alla palestra,
cappella e una parte di spogliatoio per gli operatori della casa di riposo. Per il piano terra si
pensa all’abbattimento della parete esterna, che verrà spostata di due metri per
permettere l’inserimento di un reparto per le medie intensità. Ma è prevista anche la
realizzazione di un giardino chiuso, creato ad hoc per i pazienti della struttura che
potranno stare all’aria aperta e passeggiare in sicurezza, restando all’interno del
padiglione.
«Si procederà poi ad apportare alcune modifiche a quella che è l’attuale sala ritrovo»,
aggiunge Favero, «dove si andrà a creare una parte di uffici. Ai piani primi e secondo,
nell’area già esistente, ci sarà la sistemazione di due bagni di servizio per le stanze di
sollievo, messe a disposizione delle famiglie che ospitano l’anziano in casa ma hanno
bisogno di un luogo sicuro in cui lasciarlo per tempi brevi». Non ultimo il sottotetto, oltre
al collegamento con la parte “vecchia” e la possibilità di ricavare 5 stanze da 2 posti l’una.
«Il progetto è tutto in regola, in quanto sono state inserite anche le prescrizioni della
legge 22», continua il sindaco. «Inoltre abbiamo avuto l’autorizzazione per spostare gli
ospiti al primo piano, dove c’è la nuova ala, permettendo così di portare avanti i lavori per
il terzo stralcio».
«Una volta completata tutta l’opera», sottolinea il sindaco Favero, «il Centro servizi potrà
arrivare a ospitare oltre 100 pazienti».
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BELLUNO ANZIANI
Corriere Alpi 14 settembre
Sabato 29 inaugurazione dell'ospedale di comunità ad Alano. Alla Regione costa
360 mila euro all'anno
Il futuro delle dimissioni protette è servito. Il progetto sperimentale di ospedale di
comunità al centro servizi San Antonio Abate di Alano di Piave sarà presentato in
grande spolvero sabato 29 settembre alle 11. Sono invitati i dirigenti dell’Usl di Feltre e
la Regione con l'assessore Remo Sernagiotto in prima fila, che ha indicato nella struttura
del basso feltrino, diretta da Alessandra Pilotto, il luogo ideale per sperimentare le
applicazioni pratiche di un'iniziativa nuova, sancita dal piano sociosanitario regionale che
punta a contenere decisamente i ricoveri ospedalieri e a investire nelle strutture
intermedie sul territorio e nella collaborazione con i medici curanti. Uno degli obiettivi
strategici del piano 2012-2016 è infatti costituito dagli ospedali di comunità che si
collocano nella prospettiva e nella nuova visione di un'assistenza proiettata sul territorio e
non più accentrata solo sulle grandi strutture. E se la Regione finanzia il progetto, la
dirigenza feltrina dell'Usl, dal canto suo, attiverà il gruppo tecnico aziendale per il
monitoraggio e la verifica degli obiettivi conseguenti al progetto sperimentale di ospedale
di comunità. Nella nuova sezione saranno attivati quindici posti letto. La responsabilità
del coordinamento spetterà all'unità operativa cure primarie diretta da Alessio Gioffredi.
L'unico inconveniente che si è posto per la dirigenza Usl è stato quello relativo ai medici
curanti del Basso Feltrino che per il momento, almeno nella fase di rodaggio del progetto,
si sono riservati di intraprendere il ruolo comprimario. Così visto che non è stato
possibile garantire l'assistenza medica da parte dei medici di medicina generale,
così come previsto nel progetto originario della Regione, in accordo con le strutture
regionali di riferimento, è stata attivata una convenzione con una specialista
ambulatoriale di geriatria che presterà la sua opera per diciotto ore alla settimana. Al
termine della sperimentazione il gruppo tecnico aziendale effettuerà una verifica per la
valutazione dell'eventuale prosecuzione, valorizzazione e diffusione del modello
sperimentale. La spesa stimata annua è di 360 mila euro e troverà copertura nel
finanziamento regionale. La liquidazione dell'importo avverrà in due tranche. Il primo
cinquanta per cento sarà erogato all'avvio del progetto, mentre la parte restante al
termine dell'annualità prevista su relazione e rendicontazione dei costi sostenuti da parte
dell'azienda Usl
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BELLUNO DISABILI Corriere Alpi 13 settembre
La Ulss 2 toglie persone e risorse all'ufficio per l'amministrazione di sostegno
ULSS 2 L'ufficio amministrativo di sostegno perde la testa e le braccia. Perde Paolo
Facen che ha chiesto di andare in pensione alla fine di quest'anno. Perde l'impiegata
amministrativa dell’Usl trasferita ad altro ufficio anche se continuerà ad occuparsi delle
piccole spese dei degenti accolti nelle strutture di riconversione psichiatrica. E perde la
dipendente di Energia Sociale che da una decina di anni svolgeva un servizio di supporto
amministrativo. Per tutte queste ragioni, dunque, l'ufficio resta senza testa e braccia. Gli
resteranno le “ali”, ossia l'associazione provinciale Ali Aperte, con tanto di statuto e
sportello, che si è costituita circa un anno fa. Ma il sodalizio è giovane, ancora in fase di
rodaggio, e i casi di tutela di soggetti inabili sono tanti rispetto al numero di
amministratori formati e già nominati con provvedimento giudiziale. La dirigenza Usl di
Feltre, costretta a tagliare le spese, prospetta la riduzione di oltre ventimila euro per
l'ufficio in questione, rinunciando al servizio reso da Energia Sociale che ha messo in
campo la sua operatrice con funzioni amministrative per millecento ore all'anno. Quindi
“taglia” l'impiegata della coop, trasferisce la assistente amministrativa dipendente dell'Usl
al servizio affari generali, legali e disciplinari, e lascia a Paolo Facen il “grosso” del lavoro,
ossia il reclutamento sul territorio e l'addestramento di nuovi amministratori e del
supporto a quelli già nominati con provvedimento del giudice. Peccato che il vertice, così
possiamo chiamare Facen che ha raccolto l'eredità di Giannicola Faronato e messo a frutto
la sua esperienza e i suoi insegnamenti, abbia dato forfait e non rinunci più ad andarsene
in pensione. Anche perché nella riorganizzazione dell'ufficio amministrativo di sostegno, la
dirigenza dell'Usl ha posto anche il problema logistico di liberare la sede attualmente
occupata dallo stesso, al terzo piano di padiglione Gaggia dove c'era la vecchia pediatria.
Del resto il disegno dell'Usl, condizionato alle scelte obbligate del risparmio, è
chiaro: nell'evoluzione delle normative in ambito psichiatrico e delle nuove
esigenze legate alla figura dell'amministratore di sostegno, la cosa più
importante è quella di precettarne sul territorio quanti più possibile, addestrarli
e metterli in campo a disposizione del giudice tutelare. Il resto, cioè provvedere
all’erogazione di soldi richiesti dai malati ex psichiatrici e rendicontare entrate e uscite cosa di cui si occupa la dipendente Usl in capo all'ufficio - è un’attività di natura
amministrativa, con risvolti sia giuridici che contabili. Da qui la necessità di ricollocarla in
un altro ufficio, quello appunto degli affari generale, legali e disciplinari. Oltretutto, per la
gestione contabile delle spese per sigarette, caffè, corsi di ginnastica, soggiorni marini o
montani sostenute dai pazienti ex psichiatrici, è stato aperto un conto corrente bancario
intesto all'Usl 2. La responsabilità sui movimenti di tale conto, sulla gestione e sulla
verifica della correttezza delle operazioni svolte dall'impiegata, è assegnata a un altro
ufficio ancora, il servizio acquisizione, organizzazione e gestione delle risorse finanziarie, e
alla supervisione della dirigente dello stesso. In tutta questa riorganizzazione improntata
al risparmio, delle millecento ore di Energia Sociale che incidono per oltre ventimila euro,
l'Usl farà a meno. Dalla fine di questo mese la dipendente coop perde dunque il suo lavoro
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BELLUNO SOCIALE
Corriere Alpi 11 settembre
La conferenza dei sindaci Ulss 1 chiede di escludere dalla spending review anche
la residenzialità per disabili (e molto altro)
I tagli previsti dalla spending review e i criteri interpretativi della Regione rischiano di
compromettere alcuni servizi essenziali per anziani, disabili e per l’area delle dipendenze.
Tutti livelli essenziali di assistenza. A lanciare l’allarme è l’esecutivo della Conferenza
dei sindaci dell’Usl 1, riunitosi per chiedere a Venezia di rivedere alcuni punti, dandone
un’interpretazione più chiara: «Altrimenti si rischia di mettere in crisi l’intero sistema
socio-sanitario». Gli amministratori chiedono anche che «le realtà che già da tempo hanno
avviato processi virtuosi di contenimento della spesa non vengano penalizzati
ulteriormente da tagli lineari, a dispetto di chi le economie non le ha mai fatte».
L’esecutivo dei sindaci ha quindi elaborato un documento che è stato inviato
all’assessore regionale per i servizi sociali Sernagiotto e a quello della sanità
Coletto, oltre che per conoscenza al segretario veneto per la sanità Mantoan, al dg
dell’Usl 1 Compostella e al presidente della Conferenza regionale permanente per la
programmazione sanitaria e socio-sanitaria. «Riteniamo che alcune indicazioni date dalla
Regione sull’applicazione della spending review meritino un approfondimento
interpretativo accurato, sostanziale e formale per gli effetti rilevanti che si possono
produrre sui cittadini non autosufficienti, le famiglie e anche nei confronti degli enti
gestori, pubblici e privati, della rete assistenziale extraospedaliera», si legge nel
documento. I servizi a rischio. «I centri diurni per persone con disabilità, in analogia
con quelli per pazienti psichiatrici, vanno esentati dalla riduzione dei costi a
carico del fondo sanitario, così come vanno esentate, le comunità terapeutiche
per minori in carico ai servizi di neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva.
Inoltre non devono rientrare nella spending review nemmeno le rette della
comunità terapeutica per l’area dipendenza. L’esclusione della residenzialità per
anziani dagli effetti della spending review deve per coerenza essere estesa
anche alla residenzialità disabili in quanto si tratta di impegnative attribuite a
persone con disabilità grave», sottolineano i sindaci che chiedono che vadano esentati
anche i contributi e i trasferimenti economici alle persone e famiglie per gli interventi per
la “vita indipendente” e l’aiuto personale; gli assegni di cura per il sostegno dell’autonomia
e l’autodeterminazione delle persone con disabilità; i contributi per la permanenza delle
persone non autosufficienti nel contesto domiciliare e familiare. Le realtà virtuose. «La
politica dei tagli lineari non può essere applicata in modo indistinto in tutte le realtà,
specie in quelle che hanno già applicato dei tagli prima della spending review», precisa
Sisto Da Roit, referente della Conferenza per l’Agordino. «La riduzione dei finanziamenti
sanitari destinati alle attività socio sanitarie (Lea) comporta in alcuni casi anche la
riduzione dei finanziamenti della spesa sociale e in altri l’effettiva contrazione dei servizi
alle persone non autosufficienti, non compensabile con un aumento dei finanziamenti a
carico dei Comuni che, d’intesa con l’Usl, hanno già adottato in sede locale, prima della
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spending review, misure per il contenimento dei costi», dicono i sindaci. Molti sono anche i
punti che l’esecutivo chiede di chiarire in quanto controversi. «Sono a rischio anche gli asili
nido aziendali che rientrano nella spending review? L’esenzione dalla spending review
riferita agli hospice può essere estesa a quelle prestazioni di assistenza domiciliare
integrata riconducibili alle cure palliative? Chiediamo che la Conferenza regionale
permanente si esprima sulle modalità di applicazione delle direttive»
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PADOVA ANZIANI
Gazzettino 8 settembre
Cisl Fp: al Configliachi servono più assunzioni e meno interinali
«Carenza assistenziale di 4.300 ore al mese: servono assunzioni per alleviare i
disagi degli ospiti». Emergenza personale all'istituto Configliachi dove si registra una
mancanza di operatori socio sanitari e infermieri, rispetto alle circa 300 unità in servizio
nella sede di via Sette Martiri e all'ex Breda di Ponte di Brenta. A lanciare il grido d'allarme
è Andrea Ricci, della Cisl Funzione Pubblica: «Durante il periodo estivo, in coincidenza con
le ferie del personale - osserva il sindacalista - abbiamo dovuto fronteggiare tra mille
difficoltà una situazione pesante, con un esiguo drappello di addetti all'assistenza in
rapporto all'elevato numero di ospiti dell'istituto. Lamentiamo organici ridotti al
minimo, con turnazioni spesso insopportabili a causa della coperta troppo corta». Ad
aggravare ulteriormente il quadro, «ci si è messo pure il governo con il recente
provvedimento che fissa un periodo di sospensione tra un contratto a tempo determinato
e l'incarico successivo. La norma - rileva Ricci - penalizza ingiustamente lavoratori da
sempre utilizzati all'interno della struttura. Se l'obiettivo è quello di ridurre il ricorso a
forme di lavoro precario non si può dire sia stato centrato». Le continue assunzioni a
termine di nuovi professionisti implicano infatti da una parte maggiori spese per
il Configliachi, costretto a rivolgersi alle agenzie interinali, dall'altra «una caduta
verticale della qualità del servizio, affidato ad operatori privi di esperienza, e senza
opportunità formative in affiancamento a colleghi esperti».
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PADOVA ANZIANI
Gazzettino 13 settembre
Festa degli Over 100 alla residenza Nazareth di Oic, che a breve sarà ampliata
Festa dei centenari ieri pomeriggio alla residenza per anziani Nazareth. Una bella
occasione non solo per battere le mani e mangiare una fetta di torta insieme agli ospiti del
centro padovano, centenari e non, ma anche perché è stata la prima volta che il Quartiere
3 e la residenza hanno unito le forze per mettere in prima fila i loro over 100: sono otto al
Nazareth e tredici nel quartiere. Proprio al Nazareth, è nato il club "over 100", aperto ai
fortunati che sono riusciti ad arrivare all’invidiabile trguardo sia che vivano all'interno della
residenza sia ancora in famiglia.
«Abbiamo pubblicato un libro dal titolo "Raccontami di te" - ha spiegato Gloria Pagano,
presidente del Quartiere 3 - che raccoglie le storie di chi abita qui in zona. Molti anziani ci
hanno scritto di loro pugno, sia in italiano sia in dialetto. Questa pubblicazione è
importante perché è un modo di legare le nuove e le vecchie generazioni». Proprio per
rinforzare il legame tra passato e presente, ieri alla festa erano presenti anche tanti
bambini del quartiere che si sono messi a giocare, senza disturbare i nonni e gli anziani,
raccolti numerosi, in giardino, finchè le pioggia non ha creato un fuggi fuggi generale.
La festa è stata aperta da Fabio Toso, direttore del Nazareth, che ha fatto gli auguri ai
festeggiati: «Sono più le donne arrivate ai cento anni dei maschi», ha sottolineato, mentre
i pasticceri della Estense "ricamavano" le torte di crema e panna, rosa e azzurra. Anche la
musica non mancava. «Questo quartiere ha un alto tasso di invecchiamento - ha detto
Angelo Ferro, presidente dell’Oic - Ampliando la struttura del Nazareth, che sarà
pronta a fine 2013, offriamo alla persona anziana servizi vicini alle sue esigenze e alle
varie problematiche della terza età. Con questa operazione vogliamo ridare anima al
quartiere».
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PADOVA ANZIANI
Mattino 13 settembre
Gli over 100 dell'Oic: qui stiamo meglio che a casa
Sono la storia e la memoria di un’intera comunità: capostipiti di progenie secolari e pietre
miliari di ogni genoma. Sono i centenari e i nonni della città del Santo. Ieri pomeriggio
all’Oic di via Nazareth sono stati festeggiati gli avi del quartiere 3. Una festa per prime
donne purtroppo rovinata da una pioggia repentina, violenta e battente. Ma per chi ha
visto la carestia, superato una guerra e fatto i conti con un secolo, un acquazzone, per
quanto scrosciante, è solo un temporale. In tutto i nonni del club Over 100 delle
strutture Oic sono una cinquantina, nella terza circoscrizione sono in 21; ieri alla
festa 8 erano gli ospiti di via Nazareth 38. Sono nati tra il 1908 e il 1912: Emma Galiotto
(104); Marcella Minardi (100); Rita Michelon (101); Serina Bordin (101); Amelia Ruzzante
(102); Annita Luppi (102); Anna Noldin (102) e Marilla Strucci (100). Mentre del quartiere
c’erano Teresina Rossetto (102); Vittoria Galtarossa (101) e Maria Voghera (102). E la
lista d’attesa dei 99 e 98 è piuttosto lunga e cresce di anno in anno. Non per niente il Cdq
3 di Gloria Pagano (Pd), grazie alla collaborazione di alcuni volontari e del consigliere
Lamberto Salvato, hanno raccolto alcune delle storie dei nonni dei rioni in un libricino
(«Raccontami di te») diventato uno spettacolo teatrale di successo. Alle spalle della
struttura di Forcellini, che ospita 250 anziani con un staff di 120 persone, sta sorgendo
una cattedrale dedicata ai veterani della vita: «150 posti e 20 milioni di euro investiti»,
rivela Angelo Ferro, presidente della Fondazione Oic, «la nostra personale sfida, in
collaborazione con il Comune e le parrocchie, per gli anziani della città. Da notare la
vicinanza con l’ospedale che è sicuramente un vantaggio per le famiglie». L’inaugurazione
a primavera. A sentire le protagoniste della longevità, in casa di riposo si sta quasi
meglio che a casa: Marcella Minardi, appassionata di uncinetto, carte (di quelle che
giocano per vincere, che partecipare è per le schiappe) e parole crociate, è arrivata all’Oic
da Milano. Qui s’è fatta il suo giro di amicizie e fino all’anno scorso dava filo da torcere nei
tornei di burraco. Adesso la mente le gioca qualche scherzetto: «è amica della regina»,
sorride la nuora Clara, «viene spesso a farle visita e, di recente, desidera sposare il re».
Mentre Serina ha avuto 3 figli, ma se ne ricorda 5. Poi le dicono che no, erano solo 3 e giù
a ridere di gusto, finchè non arriva il foulard, omaggio alle principesse centenarie, e
comanda: «mettimelo che sono bella». C’è chi era una sarta bravissima, come Annita,
oggi assistita dalla primogenita Francesca di 82 anni e chi discende da una famiglia di
musicisti, come Amelia, da 20 anni all’Oic dopo una vita a piazza Castello.
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PADOVA INFANZIA
Gazzettino 15 settembre
Abano e Selvazzano alzano le rette delle materne per i non residenti, Teolo
protesta
Niente "sconti" per i bimbi che frequentano l'asilo oltre confine. Con buona pace del
sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo, che aveva cercato in tutti i modi di convincere i suoi
colleghi di Abano e di Selvazzano, a non aumentare le rette delle scuole materne a carico
dei "propri" bambini costretti ad andare nelle strutture vicine per gli spostamenti di lavoro
dei genitori. «Il sindaco di Abano, Luca Claudio - ha detto Valdisolo - ha alzato la retta
della materna di Monteortone a carico dei non residenti. Lo stesso ha fatto a Selvazzano, il
suo omologo, Enoc Soranzo. Penalizzando famiglie che vivono al ridosso dei confini
comunali. Fosse stato accolto il mio invito alla »reciprocità" nel rimborso dei servizi si
sarebbero evitati appesantimenti nei bilanci di decine di famiglie". Valdisolo lancia un
messaggio: «Nonostante le difficoltà di bilancio continueremo ad assegnare i contributi per
la frequenza alle materne anche ai piccoli non residenti. La "coerenza" ci costa oltre 40
mila euro l'anno. Ma non vogliamo scaricare sui contribuenti assurde distinzioni che
penalizzano il diritto allo studio»
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PADOVA SANITA'
Gazzettino 11 settembre
5000 iscritti per 725 posti per la laurea in infermieristica
La calata di aspiranti infermieri, ostetriche, podologi, fisioterapisti, logopedisti, assistenti
in oftalmologia, terapisti dell'età evolutiva, tecnici della riabilitazione psichiatrica,
educatori professionali, igienisti dentali, dietisti, tecnici ortopedici, audiometristi, di
laboratorio biomedico, di radiologia per immagini e radioterapia, di neurofisiopatologia,
della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro.
Sono 6.279 i candidati ai corsi di laurea delle Professioni sanitarie
dell'Università di Padova (+3%, lo scorso anno erano 6.118) per 1.329 posti
disponibili. Ogni studente, all'atto della richiesta di ammissione, poteva esprimere fino a
tre opzioni, in ordine di preferenza (17mila le domande complessive pervenute). Ebbene,
la carica di pretendenti che andranno a ingrossare le file della macchina sanitaria, sono
chiamati a sottoporsi al test in calendario stamane: due ore di tempo per superare la
prova, identica per l'accesso a tutte le tipologie dei corsi attivati in Ateneo. Il compito
consiste nella soluzione di 80 quesiti a risposta multipla, di cui una sola risposta esatta tra
le cinque indicate, su argomenti di logica e cultura generale (40 domande), biologia (18),
chimica (11), fisica e matematica (11).
I numeri più significativi: Infermieristica vanta un totale di preiscrizioni (tra
prima, seconda e terza scelta) pari a 5.006 (di cui prima scelta 1.675) per 725
posti (nonostante l'ormai cronicizzata carenza di professionisti del settore).
Fisioterapia: 2.010 domande di prima scelta a fronte di 126 posti, Ostetricia 480
per 76, Infermieristica pediatrica 136 domande di prima scelta (460 in totale) per 20
"sedie". Per ottenere la possibilità di diventare studente universitario (lauree triennali in
Professioni sanitarie) è richiesto il possesso di buona cultura generale, con particolari
attinenze all'ambito letterario, storico-filosofico, sociale ed istituzionale, nonché la capacità
di analisi su testi scritti di vario genere e attitudini al ragionamento logico-matematico.
«Come è successo per Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, la nostra
Università - commenta il magnifico rettore Giuseppe Zaccaria - ha ricevuto un'enorme
quantità di domande, mentre altri Atenei, anche prestigiosi, registrano un calo di
preferenze. Il Bo insomma si conferma essere polo attrattivo di prim'ordine». Prenotate
per il maxi-test di oggi una quarantina di aule tra Policlinico, Vallisneri, complessi di via
Bassi e Geoscienze. Le graduatorie finali saranno consultabili dagli interessati direttamente
on-line.
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PADOVA SANITA'
Gazzettino 14 settembre
Corso di laurea in scienze infermieristiche a Monselice nel 2013
Monselice città universitaria. Dopo aver ospitato con successo i corsi di Turismo,
Archeologia e Geologia, dal prossimo ottobre la città della Rocca accoglierà infatti anche il
corso di laurea triennale in Scienze infermieristiche, promosso dall'Università di Padova,
dall'Ulss 17 e dal Comune di Monselice. Una novità assoluta, che sarà illustrata nei dettagli
oggi. Sono settanta i posti disponibili: toccherà al test di ammissione stabilire chi, tra i
moltissimi preiscritti, potrà frequentare le lezioni. I corsi dureranno complessivamente 920
ore, distribuite tra lezioni in aula, laboratori e tirocini nel dipartimento ospedaliero
dell'Ulss17. E dal prossimo anno per gli studenti potrebbero aprirsi le porte dell'ospedale
unico di Schiavonia, se per allora ci sarà stata effettivamente l'inaugurazione del futuro
nosocomio.
Le lezioni teoriche si svolgeranno invece nei locali del centro "Cinque Dita" di via
Piave, attualmente vuoti, che sono stati già affittati per i prossimi tre anni.
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PADOVA SANITA'
Gazzettino 12 settembre
Meno ore di lavoro per gli addetti alle pulizie nell'Ulss 17
Arriva anche all'Ulss 17 la spending review e scattano i tagli. I primi a pagare lo scotto
della nuova linea imposta anche all'azienda sanitaria della Bassa padovana sono gli
addetti alle pulizie. I quali erano stati avvertiti meno di un mese fa che i turni di
lavoro sarebbero stati ridotti. E così è stato: dall'inizio del mese i contratti part-time
della Coopservice, la cooperativa che gestisce l'appalto delle pulizie negli ospedali della
zona, sono stati abbassati a una manciata di ore. La riduzione coinvolge un centinaio di
operatori, in gran parte donne, che si occupano di tener puliti i plessi ospedalieri di Este,
Monselice, Montagnana e Conselve. Le addette alle pulizie hanno perciò inscenato ieri
mattina una manifestazione di protesta, che si è svolta contemporaneamente davanti agli
ospedali di Este e Monselice. Durante il presidio, organizzato dall'Adl Cobas, sono stati
distribuiti volantini ai passanti. Secondo i dati forniti dal sindacato, ci sarebbero riduzioni
dell'orario di impiego che arriverebbero a far lavorare le operatrici per tre, al
massimo quattro ore al giorno. Il che, moltiplicato per tre o quattro giorni alla
settimana, trasforma compensi già mediamente bassi in «stipendi da fame»,
come sottolineano le manifestanti. «Contestiamo la consistenza dei tagli che si stanno
attuando - dicono i referenti del sindacato - poiché riteniamo che siano ben al di sopra
della soglia che l'Ulss ci ha comunicato. Con questa revisione di spesa si mina la qualità
del servizio sanitario pubblico e si prospetta un consistente peggioramento delle condizioni
dei lavoratori e delle garanzie in termini di igiene all'interno degli ospedali. Ciò significa un
aumento del rischio di infezioni e altre malattie collegate ad un non corretto servizio di
pulizia». Ma non è tutto: pare che un comma della spending review preveda la richiesta di
uno sconto, pena la rescissione immediata del contratto, alle ditte in appalto che abbiano
superato del 20 per cento i prezzi di riferimento dei servizi forniti.
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PADOVA SANITA'
Mattino 14 settembre
Apre il nuovo Centro per l'invecchiamento a Selvazzano
Da Arcugnano a... Selvazzano via Valdagno. Il Centro regionale per l’invecchiamento
regionale (Cric) è operativo nella nuova sede dell’Ira a Selvazzano: 723 metri
quadri per 150 mila euro di affitto all’anno a carico dell’Azienda ospedaliera. Per il
momento, soltanto visite ambulatoriali con un organico di due medici: Carlo Gabelli
(ex primario facente funzioni) e Alessandra Codemo. Ancora nessun ricovero di pazienti
affetti da Alzheimer a causa della “guerra” sulle cartelle cliniche con l’Usl 5. Istituito nel
1999 , il Cric era diventato operativo nella casa di cura privata nel Vicentino e poi
trasferito nell’ospedale di Valdagno
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ROVIGO ANZIANI
Gazzettino 9 settembre
Mainardi promette sostegno regionale all'ampliata Casa Albergo di Lendinara
LENDINARA È stata inaugurata nella Casa albergo per anziani una nuova zona
residenziale interna alla struttura, battezzato come soggiorno Tulipano. Dopo il taglio
del nastro e la benedizione dei locali da parte dell'assistente spirituale della struttura don
Luca Boldrin, le autorità hanno visitato il soggiorno che misura 185 metri quadri in totale e
comprende cinque stanze con bagno per dieci posti letto complessivi, oltre a un salotto e a
un locale attrezzato per il bagno assistito.
Nei locali, che servono ad assicurare spazi più ampi e una maggiore privacy al
numero di residenti attuale, traslocheranno dieci ospiti che attualmente abitano nei
soggiorni Mimosa e Gardenia. Nei discorsi di rito, il consigliere regionale Mauro Mainardi
ha lodato la Casa albergo come struttura d'eccellenza e di punta del Veneto, assicurandole
il sostegno della Regione. Il sindaco Alessandro Ferlin e il presidente della Casa albergo
Loris Veronese hanno parlato anche delle prospettive future e del probabile
coinvolgimento della struttura nella gestione del centro diurno per anziani che il
Comune vuole realizzare nell'ex ospedale.
In questo senso, Ferlin ha auspicato che «nei prossimi mesi il consiglio comunale
possa imprimere un'accelerazione per concretizzare il progetto, altrimenti si corre il rischio
di perdere qualche finanziamento».
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ROVIGO ANZIANI
Gazzettino 10 settembre
Aumentano i Cafè Alzheimer nella Ulss 19
Nell'ambito del “Progetto Alzheimer: formazione e sostegno a coloro che assistono il
malato di demenza”, promosso e sostenuto dalla Fondazione Cariparo, che nel territorio
del Basso Polesine ha avviato una collaborazione con l’Ulss 19, inizia la serie di incontri dei
“Cafè Alzheimer”. L'obiettivo di questo progetto è di contribuire a migliorare la qualità di
vita dei malati di demenza e delle loro famiglie.
Il primo appuntamento del programma condiviso con l'assessorato alle Politiche sociali
del Comune di Porto Tolle è previsto oggi alle ore 16, nella sede dell'associazione “Un
ponte per” in via Matteotti 248 a Porto Tolle. Si inizia con “La fatica di assistere”.
Un'importante novità è che quest'anno i Cafè Alzheimer, saranno avviati anche a
Rosolina, dal prossimo 18 settembre alle 20.30 nella sala consiliare. Diventano così
quattro le località dove i malati di Alzheimer e i loro familiari possono partecipare ai Cafè:
Adria, dove gli incontri inizieranno il 19 settembre alle 16 al Cada di piazzetta Buzzolla,
Porto Viro col primo appuntamento il 26 settembre alle 16 nella sede dell'Auser di via del
Ginepro 3, Porto Tolle e Rosolina.
Sempre nell'ambito del progetto, è attiva anche una linea Alzheimer con numero
telefonico dedicato 0426/940442, al quale i familiari possono rivolgersi per avere
informazioni sulle demenze e sui servizi esistenti nel territorio, attivo dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 13.
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ROVIGO ANZIANI
Gazzettino 13 settembre
Badia: non si potranno fare più di due mandati da presidente della Casa del
Sorriso
Il consiglio comunale di Badia, con i voti a favore della maggioranza di Essere Badia, di
Badia anch'io (Bonazzi e Barbieri) e Barbara Tomì di Badia con noi Lega nord Pdl, e le
astensioni di Miko Luchin (Badia con noi) e Adino Rossi (Tre torri), ha espresso parere
favorevole sulle modifiche apportate dal nuovo consiglio della Casa del sorriso allo statuto
dell'ente. Modifiche che riguardano il limite massimo dei due mandati consecutivi e
l'introduzione di nuove incompatibilità.
A illustrare le modifiche è intervenuto il presidente della Casa del sorriso Remo
Previatello, che ha letto una relazione molto dettagliata e ha ricordato che il consiglio, dal
momento del suo insediamento, si è ridotto le indennità di carica come promesso in
campagna elettorale. Bonazzi ha ricordato che «in campagna elettorale presi posizione
contro la modifica dello statuto che prevedeva la possibilità di andare oltre i due mandati».
Rossi ha ricordato che «avevate tempo cinque anni per fare queste modifiche potevate
riflettere un po’ di più. E poi è davvero infausto che nel nuovo statuto si cambi nome da
Casa di riposo a Casa del sorriso. Avete introdotto delle incompatibilità per bloccare
certe candidature presentate per far parte del vertice».
Rossi non ha fatto nomi, ma il riferimento è apparso chiaro visto che avevano
presentato le candidature anche i direttori generali di Casa serena (Paquale Bongiorno) e
di Casa albergo (Damiano Mantovani) di Lendinara. È intervenuto anche l'assessore ai
Servizi sociali Claudio Brusemini, presidente della Casa di riposo sino al 2001. «Sono
sempre stato assertore del massimo di due mandati. In queste settimane sono stato
spesso alla Casa del sorriso e ho trovato grande spirito di collaborazione e la giusta
sensibilità da parte di tutti quanti vi operano».
Il capogruppo di maggioranza Manuel Berengan ha apprezzato le modifiche apportate.
«Alcune delle incompatabilità introdotte sono anche un segno di moralità perché così si
evita che qualcuno possa, a titoli diversi, essere dentro due case di riposo influenzandone
l'attività».
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ROVIGO SOCIALE
Gazzettino 11 settembre
Rovigo attiva un numero verde per donne in difficoltà e cerca finanziamenti per il
Centro Antiviolenza
Centro antiviolenza ancora più vicino grazie a “Pronto donna”. Da oggi sarà attivo il
numero verde gratuito 800391609 istituito dal Comune per assicurare un servizio di
ascolto e consulenza organizzato e preparato.
L'obiettivo dell'iniziativa, che è stata organizzata dall'assessorato alle Pari opportunità
di Palazzo Nodari retto dall'assessore Anna Paola Nezzo, è di offrire informazioni puntuali e
consulenza in caso di emergenza alle donne, italiane e straniere, che si trovano in
difficoltà, anche solo nel capire quale sia il giusto iter per cogliere le opportunità previste
dai Servizi sociali. Per ricevere aiuto il meccanismo è semplice. O si telefona al numero
verde oppure si invia una e-mail a [email protected] (è garantito
l'anonimato), per avere indicazioni su varie tematiche: sanità, scuola e famiglia, lavoro,
insieme a informazioni relative ai servizi di tutela delle donne e di cittadinanza attiva per
le donne stesse.
La responsabile Marta Marzolla spiega che il servizio non risponde direttamente al
bisogno, ma dà indicazioni su dove rivolgersi per avere risposte a questo. A rendere
possibile “Pronto donna” è il lavoro di otto operatrici volontarie, che sono state
adeguatamente preparate grazie a un corso specifico, unica vera spesa per questo servizio
(circa tremila euro assicurati grazie a delle economie su un finanziamento regionale, più il
costo del numero verde). Il servizio sarà attivo martedì, mercoledì e venerdì dalle 13.30
alle 15.30.
Nezzo ha poi confermato l'intenzione di presentare, a un bando regionale, un
progetto sul centro antiviolenza in modo tale che il servizio sia sostenuto da
Provincia, Ulss 18 e 19, e Comuni aderenti dato che viene utilizzato da donne da
tutto il Polesine.
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ROVIGO SOCIALE
Gazzettino 13 settembre
I poeti del centro diurno dell'Ulss 19
Il gruppo Poesia del centro diurno di riabilitazione psichiatrica dell'Ulss 19 ha presenziato,
a Rovigo, alla cerimonia di premiazione del concorso letterario “Poesia e sport momenti di
emozione”, nell'ambito della tradizionale rassegna di poesia promossa annualmente dagli
Autori polesani.
Hanno ricevuto una menzione di merito per le loro composizioni Giovanni
Domeneghetti, Elena Ferro, Giuseppe Mazzon e Daniele Tessarin. Un riconoscimento che
conferma la qualità della produzione poetica del gruppo, sorto da una decina d'anni, che
partecipa abitualmente ad iniziative quali “Il trebbio poetico” di San Basilio e la serata di
poesia organizzata appunto dai Poeti polesani a Rovigo.
Un grande contributo alla crescita dei poeti del centro diurno si deve a Clari Gherardi
Zanella, maestra ora in pensione, che da tempo si dedica come volontaria agli incontri del
mercoledì dedicati alla poesia: una delle tante attività realizzate per la riabilitazione
individuale e per l'inclusione sociale.
Il centro diurno è una struttura del Dipartimento di salute mentale dell'Ulss 19 che ha
lo scopo di reinserire nella società le persone con disagio psichico, mediante un progetto
terapeutico individuale dove gli interventi medici e psicologici si associano a quelli
pedagogici, sociali e di inserimento lavorativo. L'obiettivo è il pieno reinserimento della
persona nella società, compreso l'apprendimento di un'attività lavorativa che consenta una
minima sicurezza economica e il raggiungimento di una propria autonomia. Nel centro
diurno sono svolte diverse attività, dall'artigianato alla pratica della pallavolo, tutte
iniziative volte a favorire il processo di reintegrazione e a far crescere la consapevolezza di
essere persona attraverso anche l'espressione artistica e sportiva.
Un plauso ai poeti arriva anche da parte del direttore generale dell’Ulss, Giuseppe Dal
Ben. «Il successo della produzione poetica degli ospiti del nostro conferma la bontà di
quest'iniziativa mirata, soprattutto, all'inclusione di queste persone nel tessuto sociale
anche attraverso momenti di partecipazione e confronto quali un concorso di poesia».
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TREVISO ANZIANI
Tribuna 9 settembre
Lettera anonima con accuse contro la gestione del Bon Bozzolla
FARRA DI SOLIGO Un corvo scuote l’Ipab Bon Bozzolla. Una lettera anonima è stata
recapitata ai consiglieri della casa di riposo e del Comune di Farra. La lettera chiede le
dimissioni del presidente dell’Ipab, Alvise Dozza, e del sindaco Giuseppe Nardi.
Dozza avrebbe già presentato denuncia contro ignoti ai Carabinieri, il primo cittadino
promette di farlo a stretto giro di posta. E assicura: l’accordo di programma con l’Ulss7, in
via di definizione, non subirà ritardi per colpa di questo gesto. Ancora una volta le
polemiche al Bon Bozzolla arrivano per lettera. Poco più di un mese fa, cinque consiglieri
dissidenti dell’Ipab avevano scritto al sindaco, per denunciare le difficoltà di rapporti con il
presidente Dozza. Il primo cittadino, in consiglio comunale, aveva chiesto le dimissioni
dell’intero Cda, polemica poi rientrata. Una settimana fa, un’altra sgradita sorpresa. La
lettera anonima è stata recapitata in municipio. Scritta al computer, porta il timbro
dell’ufficio postale di Padova. Il contenuto: poche righe, un paio di frasi al vetriolo contro
Alvise Dozza e il sindaco Nardi. Chi l’ha scritta vuole le dimissioni di entrambi. Il
presidente Dozza non commenta, ma lascia trasparire tutta la sua amarezza. Pare che
abbia già inoltrato denuncia contro ignoti ai Carabinieri. Anche il sindaco Nardi è scosso:
«Una pugnalata alle spalle. Presenterò sicuramente una denuncia contro l’autore della
lettera». Qualche sospetto su chi possa averla scritta, in realtà, c’è: «Di sicuro
non è stato nessun consigliere comunale» chiosa Nardi, lasciando intendere che forse
si tratta di uno dei cinque consiglieri dissidenti dell’Ipab, già autori della missiva (firmata e
dai toni civili) di qualche settimana fa. «Sono dispiaciuto, il Cda del Bon Bozzolla è di mia
nomina, si tratta di persone di fiducia che avevo scelto io» continua Nardi. «Mi spiace per
Alvise Dozza, che si sta dannando l’anima per chiudere l’accordo di programma con l’Ulss7
e si ritrova messo in croce da una lettera anonima». Gli altri consiglieri comunali non
commentano, ma riferendosi al corvo parlano di «cattiveria», «accuse di bassa lega»,
«gesto vigliacco». Unanime la solidarietà a sindaco e presidente dell’Ipab, nonostante le
divisioni sulla gestione del Bon Bozzolla. Gestione che vive in queste ore una fase cruciale.
È in fase di definizione la chiusura dell’accordo di programma con l’Ulss7, di cui
si parla da 16 anni. All’Ipab dovrebbe essere riconosciuto un fondo di due milioni di
euro, oltre all’acquisizione degli immobili dell’ex ospedale di Soligo. Con il risarcimento
dell’Ulss, il Bon Bozzolla potrebbe anche iniziare i lavori di adeguamento anti sismico
chiesti dalla Regione. E anche il corvo sarebbe messo a tacere.
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TREVISO ANZIANI
Tribuna 11 settembre
Illegittima l'indennità al presidente della casa di riposo di Silea Boscutti?
La Regione indaga sul caso Boscutti. In particolare, al centro delle attenzioni, è finita
l’indennità percepita dall’allora presidente della casa di riposo di Silea. Si tratta di
una cifra attorno ai 70 mila euro, percepita illegittimamente secondo molti. Ad aver
richiesto l’attenzione della Regione sono stati i consiglieri di opposizione, Andrea Zorzi,
Silvia Biscaro e Debora Leonardi. Da tempo chiedono la documentazione alla fondazione
Villa d’argento, ora guidata da Stefania Barbieri, relativa alla gestione del periodo Boscutti,
ottenendola solo in parte. E la Regione ha chiesto chiarimenti e nuova documentazione.
L’ex presidente della casa di riposo, in quota Lega Nord, era stato cacciato dal sindaco
Silvano Piazza, per incompatibilità. Nascose un patteggiamento per omicidio colposo,
circostanza questa che lo statuto della Fondazione indica come uno dei motivi di
incompatibilità con la carica di presidente. «Se la carica di Boscutti era illeggittima,
allora può esserlo anche l’indennità che ha percepito grazie ad essa. E in questo
caso deve essere restituita», ha spiegato Andrea Zorzi. Boscutti è rimasto in carica dal
settembre 2004 al giugno del 2010. Inoltre i consiglieri continuano a chiedersi perché il
Comune e la Fondazione non si siano costituiti in giudizio nel ricorso al Tar proposto dall’ex
presidente contro la cacciata dal cda. Da qui è scaturita l’operazione dei consiglieri di
“Uniti per cambiare Silea”, che hanno chiesto della documentazione al nuovo cda della
casa di riposo, per capire i motivi che abbiano condotto a non difendersi dalla causa di
Boscutti e al fatto che non sia stata prevista a bilancio una cifra per un eventuale
risarcimento al presidente cacciato, nel caso il Tar gli desse ragione. Anche perché «la
Regione eroga annualmente contributi alla casa di riposo».
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TREVISO ANZIANI
Gazzettino 13 settembre
Attacchi personali di Sernagiotto a Favaro
«I cittadini odiano i politici trombati e nominati. E Fausto Favaro è uno di questi». Parola
dell'assessore al Sociale, Remo Sernagiotto, che così scrive un nuovo capitolo della guerra
delle case di riposo in corso in vista del rinnovo della presidenza dell'Israa. «Favaro è stato
candidato per la Provincia con Forza Italia e ha perso ed è stato candidato sindaco a Loria,
suo comune, e ha perso anche lì - attacca - poi la brutta politica di Forza Italia, gestita nel
1997 da Fabio Gava, l'ha portato alla presidenza dell'istituto di ricovero dove è rimasto 15
anni e adesso vorrebbe pure cambiare lo statuto per ottenere una riconferma».
Riconferma che, se fosse solo per Sernagiotto, non arriverebbe mai. «Fanno due mandati i
primi cittadini e i presidenti della Provincia, nonostante l'ente sia inutile - conclude - non
vedo perché i geni delle case di riposo debbano farne di più». E pensare che questo è solo
un assaggio delle polemiche in vista dell'incontro con i famigliari degli ospiti dell'Israa
organizzato dall'assessore regionale per lunedì sulla questione delle cauzioni richieste sino
a poco tempo fa dall'istituto. Insomma, non finisce qui.
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Gazzettino 15 settembre
Gava sostiene Favaro per attaccare Sernagiotto
«Sernagiotto dovrebbe essere contento che Fausto Favaro, suo compagno di partito, si sia
distinto in maniera così autorevole all’Israa». Così Fabio Gava ex coordinatore del Pdl
della Marca, entra a gamba tesa nella guerra per la successione alla guida della casa di
riposo riuscendo in un colpo solo a segnare un punto a favore dell'attuale presidente e a
pungere nel vivo lo storico rivale di partito. Dopotutto a tirarlo per la giacchetta nella
polemica era stato proprio quest'ultimo sottolineando che Favaro era stato nominato alla
guida dell'Israa dalla «brutta politica di Forza Italia gestita nel 1997 da Fabio Gava» dopo
essere stato «trombato sia per la Provincia che per il Comune di Loria». «Come è noto la
nomina viene effettuata dagli organi comunali e provinciali - replica serafico Gava - . In
ogni caso sarei orgogliosissimo di averla fatta per la qualità del lavoro portato avanti da
Fausto Favaro, di cui mi onoro di essere amico, in un settore delicato quale quello degli
anziani».
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Gazzettino 14 settembre
Con spesa da 1,6 milioni di euro l'Ipab Casa Marani raddoppia i posti letto della
casa di riposo di Paese
PAESE Via libera al raddoppio della casa di riposo. La giunta Pietrobon, infatti, ha appena
timbrato il piano definitivo da quasi 1,6 milioni di euro messo nero su bianco
dall'Ipab Casa Marani per sviluppare la struttura di via Trieste, come previsto dalla
convenzione sottoscritta l'anno scorso e valida sino al 2026. Ora si attende solo l'avvio dei
lavori che, nel giro di un paio d'anni, dovrebbero consentire alla casa-alloggio di poter
passare da 48 a 87 ospiti.
Quali gli interventi previsti? La sistemazione della parte vecchia del complesso,
attraverso il rifacimento dei pavimenti, la realizzazione di nuovi bagni, la sostituzione dei
serramenti e l'adeguamento degli impianti, più l'apertura del nuovo fabbricato, costruito
lungo via Montello, in modo da poter finalmente rendere utilizzabili i 24 posti per
non autosufficienti che erano stati bloccati da un lungo contenzioso tra villa La Quiete e
la ditta costruttrice. Inoltre, verranno realizzati due spazi comuni, verrà ricavato un
giardino interno attrezzato e l'ipab, che all'inizio dell'anno ha scalzato la municipalizzata
Paese Servizi, seguirà l'iter necessario per arrivare all'accreditamento di tutta la struttura.
Il tutto in attesa di capire se si potrà davvero procedere con la costruzione di due mini
appartamenti per quattro anziani autosufficienti di Paese.
«Invece dei due mini appartamenti per persone autosufficienti - spiega la giunta
Pietrobon - si è reso necessario ricavare due spazi comuni indispensabili per i nuclei,
demandando in sede di progetto esecutivo la verifica della possibilità di ricavare i due mini
appartamenti».
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TREVISO DISABILI
Corriere del Veneto 7 settembre
Sernagiotto ai genitori dei disabili: prendete un fucile e andiamo a Roma a
protestare
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TREVISO DISABILI
Oggitreviso 10 settembre
Amici di Diego come l'Aipd Sinistra Piave: i disabili vendemmiano e il vino viene
venduto con la “loro” etichetta
Vendemmia a scopo benefico in favore dell’associazione “Amici di Diego” onlus
ieri, domenica, all’azienda agricola Le Manzane, in località Casotto, dove una decina di
ragazzi disabili in carrozzina, provenienti da vari comuni della zona, hanno tagliato
grappoli d’uva per la realizzazione di bottiglie di prosecco.
Tra i partecipanti anche Diego Maschietto, 21 anni, di Bagnolo, disabile dalla nascita, che
dal 2004 partecipa in carrozzina, spinto a turno dagli amici, a diverse maratone sia in
Italia che all’estero, Treviso Marathon compresa.
L’iniziativa di domenica, ha visto per la prima volta insieme il titolare della cantina Le
Manzane, Ernesto Balbinot e i responsabili dell’associazione, guidata dal presidente
Giuseppe Penso. Dalle 9.30 alle 12 i ragazzi in carrozzina e alcuni volontari, distribuiti tra i
filari dell’azienda agricola, hanno tagliato i grappoli d’uva, che a breve diventeranno
prosecco. “Un’esperienza che mi ha coinvolto e divertito- ha raccontato Maria Teresa BizUna giornata fantastica, che spero avrà un seguito il prossimo anno.
L’associazione, che è diventata onlus nel 2007, dopo aver partecipato gli scorsi anni con i
propri atleti a maratone importanti come quella di New York del 2007, San Pietroburgo,
Praga e a tutte le edizioni della Treviso Marathon, si sta organizzando per andare a
Lisbona a novembre. Dopo la vendemmia e la celebrazione della messa, si è svolto il
pranzo comunitario alle cantine e l’inizio della pigiatura. “Parte del ricavato dalla vendita
delle bottiglie di prosecco e magnum- afferma il presidente dell’associazione Penso- andrà
in favore della nostra associazione per sostenere i costi delle attività”. “In dicembre al
Dina Orsi a Conegliano verranno presentate le bottiglie e in programma c’è anche
la realizzazione di un calendario- spiega il titolare dell’azienda agricola Balbinot- Il
nostro auspicio è che con l’uva raccolta dai ragazzi e volontari dell’associazione
vengano realizzate dieci mila bottiglie di prosecco e circa 200 magnum. L’uva
vendemmiata domenica, circa 100 quintali, è glera atto a dare prosecco Conegliano
Valdobbiadene docg. Le bottiglie con etichetta dedicata ai ragazzi dell’associazione
saranno anche presenti al Vinitaly in aprile. E’ la prima volta che alla nostra azienda
arrivano i ragazzi disabili a vendemmiare, spero sia l’inizio di una nuova collaborazione”.
“L’associazione-precisa il presidente- si occupa di far vivere lo sport a ragazzi e ragazzi
disabili in carrozzina. Il principale impegno è quello di correre le maratone del mondo
spingendo per tutti i 42 Km e 195 metri le carrozzelle con seduti i disabili. L’attività di
preparazione dei viaggi, della corsa e di tutto l'insieme delle varie attività che vengono
svolte, hanno portato benefici ai ragazzi disabili che aspettano sempre di poter correre
spinti dai volontari dell'associazione. Oltre a Diego ci sono altre 14 ragazzi disabili associati
all'associazione. La nostra onlus inoltre permette alle famiglie di incontrarsi e relazionarsi
creando amicizia e socializzazione”.
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TREVISO INFANZIA
Tribuna 11 settembre
Coop Socioculturale aumenta le rette al nido della Provincia di Treviso
Aumenta di 10 euro la retta per la frequenza del nido aziendale della Provincia. Con il
passaggio della gestione dalla “Gemeaz Cusin spa – Divisione Pulcini & Co” di Milano alla
cooperativa “Socioculturale onlus” di Mestre l’importo passa da 625 euro mensili a 635 al
netto dell’Iva.
Un passaggio questo avvenuto prima della scadenza naturale della concessione. La
“Gemeaz”, infatti, aveva chiesto di sciogliere il contratto per l’eccessivo numero
di bimbi non figli di dipendenti che non rendeva più troppo conveniente la
gestione della struttura. Altra novità introdotta con il passaggio è un ulteriore
scaglione Isee per il conteggio della retta: si va da 0 a 15 mila euro, mentre prima lo
scaglione minimo era di 20 mila. L'articolo 3 del Capitolato speciale d'appalto stabilisce
una riduzione della retta pari al 20% per la frequenza del tempo parziale mattutino, al
30% per il tempo parziale pomeridiano, al 3,5% in caso di articolazione oraria allungata.
Per i frequentanti a tempo pieno quindi la retta è di 268 euro e il contributo di 392 euro
per Isee fino a 15 mila, di 308 mila euro e 351 euro di contributo per Isee da 15 mila a 20
mila, di 348 euro con contributo di 311 euro per redditi da 20 mila a 25 mila, di 409 euro
di retta con contributo a 251 mila euro (per redditi dai 25 mila ai 35 mila) e di 449 euro
con contributo a 210 per chi guadagna oltre 35 mila euro. La frequenza a tempo
parziale mattutino costa 528 euro (anche in questo caso sono previsti scaglioni), la
frequenza a tempo parziale allungato 637 euro e la frequenza a tempo parziale
pomeridiano 462 euro
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TREVISO INFANZIA
Azione 14 settembre
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TREVISO SOCIALE
Comunicato stampa della giunta regionale 14 settembre
Csv e Sernagiotto organizzano incontri sul piano socio sanitario
Formare e informare i tanti volontari della provincia di Treviso delle novità introdotte nel
campo sociale e sociosanitario dalla recente legge regionale n.23 del 2012 il
nuovo piano sociosanitario della Regione Veneto.
Con quest’obiettivo l’Assessorato regionale ai Servizi Sociali e il CSV (Centro servizio
volontariato) di Treviso promuovono una serie di incontri il cui programma e finalità
saranno presentati nel corso di una CONFERENZA STAMPA che si terrà lunedì prossimo 17
settembre alle ore 11.30 dall’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto e dal
Presidente del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della provincia di Treviso
Adriano Bordignon, a Treviso nella sede del CSV in Via Ospedale n. 1.
“L’iniziativa - anticipa Sernagiotto - metterà al corrente il vasto mondo del volontariato
trevigiano dei cambiamenti previsti dal nuovo PSSR nelle tematiche sociosanitarie.
Vogliamo dare strumenti di conoscenza ai volontari in modo che siano ancora più vicini e
capaci d’aiuto nei confronti delle persone da loro assistite e sinergici con il mondo
istituzionale e delle strutture sociosanitarie”.
Gli incontri sono stati programmati in collaborazione tra Regione del Veneto,
Volontarinsieme (coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di
Treviso), Aziende Ullss n. 7, n. 8 e n. 9, Conferenze dei Sindaci della Provincia di Treviso.
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TREVISO SOCIALE
Gazzettino 15 settembre
GAP NET per creare una rete provinciale delle Ulss per curare i malati di gioco
d'azzardo
Nell'Usl 8, duemila potenziali malati di gioco d'azzardo. Ma solo un centinaio si
fanno curare. Di fronte ad un fenomeno in allarmante espansione, l'azienda di Asolo
corre ai ripari, in collaborazione con le altre della Provincia. Lo dimostra il progetto Gapnet (acronimo di Gioco d’azzardo patologico) che ha come obiettivo lo sviluppo di una rete
di assistenza a valenza provinciale, in collaborazione con la Cooperativa Sociale
"Sonda". Il progetto prevede la creazione di ambulatori dedicati ai problemi azzardocorrelati nelle sedi dei SerD delle tre Usl. «Il modello organizzativo -spiega il dottor
Graziano Bellio, direttore del Dipartimento per le dipendenze dell'Usl 8- si fonda sulla
costituzione nel territorio della provincia di Treviso (Usl 7, 8 e 9), di una rete di servizi in
grado di erogare accoglienza, consulenza, diagnosi, trattamenti brevi, counseling».
«Contiamo - ha detto ieri Remo Sernagiotto al primo incontro tematico sull'argomento, a
Montebelluna- che possa fare da esempio per tutto il Veneto, visto che i dati in nostro
possesso stimano che circa 250 mila Veneti tra i 15 e i 64 anni siano giocatori a
rischio moderato-grave e di questi 24 mila sono giovani». Attualmente, in provincia
sono presenti quattro ambulatori (a Treviso, Conegliano, Oderzo, Mogliano). Il ruolo di
capofila, però, è affidato a quello dell'Usl 8, che, attivo dal 2002, offre prestazioni
diagnostico-valutative e terapeutiche più complesse come la diagnosi di patologie
concomitanti, interventi di counseling finanziario, trattamenti a lungo termine, interventi
psicoeducativi con i familiari. Lo stesso ambulatorio sta incrementando anno dopo anno le
attività con un numero di persone prese in carico crescente e che si attesta (secondo i dati
del 2011) ad un centinaio di soggetti. Intanto, parte integrante del progetto GAP-NET è
anche la predisposizione di un utile opuscolo dal titolo "Quando il gioco d’azzardo è un
problema" rivolto alle famiglie che necessitano di un aiuto concreto per affrontare questo
disturbo. L’opuscolo sarà presto messo a disposizione sia online che presso i Servizi per le
dipendenze.
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TREVISO SANITA'
Gazzettino 12 settembre
Veneto Banca dà 50 mila euro al suo ex vicepresidente Dario per un libro su
quanto fatto di buono dalla Ulss 9
Due mandati da direttore generale dell'Usl 9, nella trincea della sanità della Marca,
valgono bene un libro da 200 pagine. Tante sono quelle che verranno scritte dall'azienda
sanitaria di Treviso per raccontare quanto di buono fatto negli ultimi 5 anni, sotto la
guida di Claudio Dario. Il tutto senza che dalle casse pubbliche esca un solo euro. La
realizzazione del cosiddetto Bilancio di mandato dell'Usl, infatti, verrà sponsorizzata da
Veneto Banca. L'istituto di credito di Montebelluna, lasciato dallo stesso Dario all'inizio
dell'anno scorso quando per il decreto taglia-doppi incarichi di Zaia dovette abbandonare
la vicepresidenza della banca Italo Romena, è stato l'unico soggetto a farsi avanti per
coprire i costi per mettere nero su bianco le attività dell'Usl tra il 2008 e il 2012. E cioè
nella seconda gestione targata Claudio Dario, affiancato da Pier Paolo Faronato (direttore
sanitario), Gerardo Favaretto (direttore dei servizi sociali) e Giorgio Roberti (direttore
amministrativo). Cosa farà Veneto Banca? Metterà sul piatto 50 mila euro per consentire
il confezionamento di un libro di circa 200 pagine dedicato all'attività svolta nell'azienda
sanitaria, oltre a un focus a tema da una trentina di pagine e una sintesi del bilancio
stesso, sempre di trenta pagine. Non è tutto. La stessa somma, infatti, permetterà
anche l'organizzazione di un convegno di presentazione ad hoc. In cambio l'istituto
di credito potrà marchiare con il proprio logo i volumi e gli opuscoli. Il bilancio, comunque,
non si limiterà a far le figurine del direttore generale, e dei suoi bracci destri, elencando
quanto di buono portato a termine negli anni. Ma servirà per fare il punto della situazione
e fissare nuovi obiettivi nella galassia della sanità trevigiana. «Non è un semplice
resoconto di fine mandato, come potrebbe fare un sindaco per questioni elettorali
-precisano dall'Usl 9- ma un modo per vedere cosa è stato fatto e cosa c'è ancora da
fare». Il tutto in attesa di capire quale sarà il futuro dello stesso Dario, a quanto pare in
bilico tra restare a Treviso e trasferirsi a Venezia, che alla fine dell'anno vedrà scadere il
proprio mandato sia da direttore generale dell'azienda sanitaria di Treviso che di quella di
Pieve di Soligo.
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TREVISO SANITA'
Tribuna 15 settembre
Aggiudicato il project financing da 224 milioni per la cittadella sanitaria di
Treviso
TREVISO Sarà la cordata «Finanza e progetti» di Verona, che allinea Bovis di Milano,
Lend Lease Construction di Londra, Carron di S.Zenone degli Ezzelini, Siram di Milano, a
realizzare la cittadella sanitaria del Ca’ Foncello.
Il nuovo tempio della sanità trevigiana del terzo millennio nasce con la formula del
project financing varato da Regione e Usl 9, uno dei più attesi in tutto il Veneto dopo le
polemiche che hanno accompagnato altre analoghe operazioni finanziarie in altre Usl
vicine L’operazione ha il marchio a fuoco del direttore dell’Usl 9, Claudio Dario, che l’ha
impostata, avviata in pista e fatta decollare. Ora può ben dire di aver compiuto un altro
passo decisivo: ancora non è certo se questo gli consentirà di restare alla guida dell’Usl di
Treviso, a fronte della pressioni di Zaia &Co. che lo vogliono in Laguna. Ma l’assegnazione
- lunga e faticosa anche per la mole della documentazione presentata dalle 6 cordate:
riempie un camion – è il passaggio chiave della fase preliminare, in attesa dei cantieri.
La cittadella costerà 224 milioni, sorgerà fra l’attuale ospedale e la tangenziale, ma
comprende anche nuovi significativi interventi nell’area del piazzale centrale oggi diventato
parcheggio per i dipendenti.
Le buste del maxi-appalto sono state aperte in questi giorni, e la commissione completa
l’iter per l’assegnazione, ancora sub judice in attesa dei controlli sulla documentazione. Ma
nel massimo riserbo, trapelano dettagli: decisiva, per la vittoria, la votazione riportata
dalla cordata angloitaliana nella valutazione tecnica, che assegnava 60 punti sui 100
complessivi. Gli altri 40 maturavano nell’esame economico, che comprendeva sia l’offerta
complessiva che le voci sulla gestione di lavanderia, mense, servizi tecnici, impianti
energetici e di riscaldamento. Qui l’avrebbe spuntata la Astaldi, che correva con la
veneziana Mantovani e la patavina Sinergie e Mattioli. Ma il vantaggio accumulato da
Finanza e Progetti nella parte tecnica ha consentito di chiudere al primo posto nella
classifica finale in centesimi. Beffata sul filo di lana la vicentina Maltauro, in cordata con le
coop emiliane: è giunta seconda di un paio di punti nella parte tecnica dietro i «veronmeneghin - london - trevigiani», ma non è riuscita nel sorpasso nella parte economica.
I tempi, adesso? Almeno sei mesi per la firma della concessione, in parallelo scatta l’iter
della progettazione esecutiva. Se tutto andrà per il meglio, i cantieri potrebbero anche
cominciare fra 2013 e 2014.
Le cordate in gara erano sei: in ordine alfabetico della capofila, Astaldi, Finanza e Progetti,
Rizzani de Eccher , Condotte, Maltauro e Toto. In dettaglio, la Astaldi di Roma schierava
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anche la Mantovani di Venezia e Sinergie e Mattioli di Padova; la «Finanza e Progetti di
Verona», che raggruppa la milanese Bovis, la Lend Lease construction Emea ltd di Londra,
la Carron di S.Zenone, la Siram di Milano, la S.i.e.l.v. di Fossò e Tecnologie sanitarie di
Roma; la friulana Rizzani de Eccher di Pozzuolo del Friuli correva con Technit di Milano,
Guaraldo di Paese, Tonon di Colle Umberto e G emmo di Arcugnano; la Condotte di Roma
si presentava con la Mazzi di Verona e la Parolini di Sandrà di Castelnuovo di Garda; la
vicentina Maltauro allineava Consorzio cc di Bologna, Intercantieri Vittadello di Limena,
Gelmini spa di S.Martino Buon Albergo, Ciab di Bologna, Manutencoop di Zola Predosa,
Servizi ospedalieri di Ferrara, Serenissima di Vicenza, Coopservice di Reggio Emilia e
Servizi Italia di Castellina di Soragna; infine le teatina Toto gareggiava con Cev di Treviso,
Guerrato di Rovigo, Camst di Villanova di Castenaso, Lavanderia industriale Cipelli di
Borghetto Lodigiano.
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VENEZIA ANZIANI
Nuova 12 settembre
Se il FVG dà meno soldi del Veneto, l'impresa incaricata blocca i lavori della casa
di riposo di Cinto Caomaggiore
È ancora la voglia di Friuli, dopo i finanziamenti per la viabilità, a bloccare anche i lavori
per la nuova casa di riposo. II sindaco Renato Querini ha convocato l'impresa che aveva
chiesto un risarcimento danni perché al momento della comvenzione non era stata
informata di un eventuale cambio di Regione. Due posizioni estremamente arroccate: il
sindaco Renato Querini assistito dall'avvocato Lena e dagli assessori Calabrò e
Campanerut, contro il presidente della società di costruzione, Paolo Della Bella con i suoi
tre avvocati. Motivo del contendere la realizzazione della casa di riposo “Le Beatitudini”.
L'impresa non ha alcuna intenzione di proseguire i lavori di costruzione, anzi
pretende un risarcimento danni, in quanto a suo dire, il sindaco avrebbe dovuto
dichiarare, al momento della firma della convenzione, che stava lavorando per il
passaggio alla Friuli. Il sindaco adombra problemi finanziari con le banche che non
allenterebbero i cordoni della borsa perché i contributi friulani sono inferiori a quelli
promessi della Regione Veneto; due coincidenze che non consiglierebbero l'impresa a
proseguire, dopo aver già sostenuto l'impegno di urbanizzazione e recinzione dell'area.
«La Regione Veneto ci ha già assegnato i 90 posti letto», dice il sindaco Querini, «e si è
ulteriormente impegnata». Con ogni probabilità l'impegno veneto avrebbe portato a
120 i posti a disposizione, e su queste promesse e sul preliminare di vendita del
terreno, sono iniziati comunque i lavori di urbanizzazione. Ora l'impresa non ha più
alcuna intenzione di proseguire se prima non ci sarà un incontro con la giunta friulana per
sapere se la disponibilità friulana sarà la stessa del Veneto. Incontro che il sindaco ha
organizzato già per questa settimana.
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VENEZIA ANZIANI
Gazzettino 13 settembre
Davvero il passaggio al FVG blocca i lavori alla nuova casa di riposo di Cinto?
CINTO CAOMAGGIORE Si sono fermati i lavori alla casa di riposo e sulle cause l'indice è
puntato contro il prossimo passaggio di Cinto in Friuli Venezia Giulia: essendo stata la
Regione Veneto, con l'approvazione del piano di zona socio sanitario dell'Asl 10,
ad assegnare i 90 posti letto per non autosufficienti non ci sarebbe uguale
garanzia che la Regione Friuli li confermi. Infatti per portare a casa i 90 posti letto a
Cinto l'amministrazione comunale ha dovuto lavorare politicamente ad alto livello
regionale, come quando ha ottenuto i 600 milioni di euro per il parcheggio scambiatore
dietro la chiesa, ancora con il primo stralcio dell'Sfmr quando la stazione dei treni più
vicina era Quarto D'Altino a 60 km di distanza. Ma dopo la posa della prima pietra del
«Centro servizi per persone anziane non autosufficienti», lo scorso ottobre, con
l'intervento degli assessori regionali, Renato Chisso e Daniele Stival, si è dovuto
attendere gennaio per la sigla della Convenzione tra Comune e la Società Servizi
Socio Culturale, la Cooperativa Sociale che realizza l'opera. In verità da allora
ben pochi son stati i lavori eseguiti. C'è addirittura chi dubita che dopo la prima pietra
ne sia stata posata una seconda. «La voce sul blocco dei lavori alla Rsa a causa del
passaggio di Cinto in Friuli - sostiene il friulanista Gianluca Falcomer, presidente
dell'Associazione Provincia Pordenone-Portogruaro e capogruppo consigliare d'opposizione
- è stata diffusa da Chisso per sosteneere la Città Metropolitana, come è capziosa la
dichiarazione di Alberto Tesserin, presidente della commissione statuto regionale, relativa
ad una presunta delibera che la Regione Veneto dovrebbe ancora fare per approvare
l'aggregazione di Cinto al Friuli. In realtà per Cinto e Sappada è tutto a posto: l'ordine del
giorno votato all'unanimità dal consiglio regionale è sufficiente. Lo ha dichiarato a me il
senatore Stefano Ceccanti, relatore della legge, davanti a molti senatori». «Anche in
questo caso - conclude Falcomer - Tesserin lavora in funzione della Città Metropolitana».
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VENEZIA ANZIANI
Nuova 14 settembre
“La corrida” in casa di riposo
FAVARIO Alla Residenza per anziani Anni Azzurri di Favaro che si trova in via Morosini 11,
laterale di via Gobbi, mercoledì prossimo si svolgerà un evento speciale. La struttura sarà
teatro della terza edizione de “La Corrida”, rassegna di dilettanti allo sbaraglio pronti a
sorprendere i convenuti, dal palco creato e montato per l’occasione nell’ampio giardino
della struttura, che dispone di uno spazio scoperto. Un’occasione davvero originale, ma
allo stesso tempo un momento di festa e di intrattenimento per le persone anziane e
disabili che si trovano all’interno. Si esibiranno ospiti, familiari intraprendenti, personale
della Residenza ma anche di altri Centri Servizi del territorio invitati per il momento
speciale a dar prova della propria bravura di fronte agli spettatori. La giornata è aperta a
tutti coloro che vorranno trascorrere delle ore in allegria e soprattutto insieme. L’inizio
della festa è in programma alle 9,30 e proseguirà, con altre esibizioni di intrattenimento e
le premiazioni, che si terranno nel pomeriggio.
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VENEZIA MINORI
Gazzettino 12 settembre
A Chioggia un centro per trovare una famiglia in affido ai minori in difficoltà
CHIOGGIA Aperto il Casf per trovare una casa ai minori in difficoltà. Ha sede a
palazzo Morosini, a fianco degli uffici dei servizi sociali, ed è gestito dalla cooperativa
l’Approdo. All’interno un assistente sociale, una psicologa e una educatrice lavorano per
trovare nuove famiglie affettive, accoglienti e motivate ad aiutare i bambini a crescere. Nel
territorio ci sono infatti diversi minori che, per svariati motivi, non possono stare
all’interno della loro famiglia. Ora sono ospitati da istituti e costano ai servizi sociali 500
mila euro l’anno. «L’ufficio - spiega l’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Tiozzo - è
stato aperto seguendo le direttive regionali. La stessa Regione lo finanzia con 36 mila
euro. Altri 15 sono stanziati da Chioggia, Cavarzere e Cona. Per un minore la cosa migliore
è essere ospitato da una famiglia. Ad individuare persone che possano temporaneamente
prendersi cura di questi ragazzi. L’obiettivo è permettere un successivo ritorno del minore
alla famiglia d’origine». L’ufficio è aperto il lunedì e il martedì dalle 9 alle 12. È possibile
telefonare anche allo 041-5534093. Il 20 settembre inizierà un nuovo corso di formazione
a Cavarzere aperto a coppie sposate o conviventi e persone singole.
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VENEZIA SANITA'
Nuova 9 settembre
Si ampia con il sostegno della Regione il Centro Disturbi Alimentari di
Portogruaro
PORTOGRUARO Il Centro disturbi alimentari sarà più grande. Lo ha annunciato ieri
Pierandrea Salvo, medico dietologo, direttore della nota struttura sanitaria che ospita
pazienti da tutta Italia. L'occasione era data dalla giornata di festa, giunta alla terza
edizione, organizzata con gli ospiti e gli ex ospiti della struttura presso l'agriturismo Ca'
Menego a Summaga di Portogruaro. È stata una giornata molto intensa ala presenza del
direttore servizi sociali dell'Ulss 10 Veneto orientale, Claudio Beltrame. E proprio in
occasione di questo incontro speciale, con i pazienti e i loro familiari, Salvo ha dato
l'importante notizia. «Nel tempo abbiamo avuto una concreta mano da parte della Regione
e presto avvieremo i progetti per allargare la nostra struttura», ha spiegato Pierandrea
Salvo, « fortunatamente i tagli della revisione di spesa del Governo non ci hanno toccato.
Cosa faremo, dove andremo?Ci siederemo attorno a un tavolo e sceglieremo la soluzione
migliore». Il Centro disturbi alimentari è in rampa di lancio. La giornata è stata scandita
dal pranzo e da alcune iniziative per i ragazzi, tra cui un concerto e un torneo di pallavolo
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VENEZIA SANITA'
Nuova 12 settembre
Il San Camilo attira pazienti anche da Mestre a Chioggia. E promette di garantire
gli stipendi ai dipendenti anche per i prossimi mesi
Sempre più un punto di riferimento, ma non solo per i residenti del Lido e di Pellestrina,
perchè l’Istituto San Camillo degli Alberoni attira sempre più pazienti del centro
storico e anche da Mestre e Chioggia. Ci riesce perché altrove le liste d’attesa talvolta
sono troppo lunghe, e la gente a quel punto preferisce fare due ore di viaggio pur di
ottenere una risposta medica senza attendere magari dei mesi. Dall’inizio dell’anno sono
state già 556 le prestazioni erogate in regime convenzionato per visite in ambito
cardiologico, 1.656 le ecografie di varia tipologia e addirittura 18.453 le visite legate alla
fisiochinesiterapia. Passando all’ambito neurologico sono già 1.334 le visite effettuate, 501
quelle di ortopedia e 2.138 in ambito radiologico e 913 per il settore urologico. Infine 150
le risonanze magnetiche. In tutto 25.761 prestazioni, di cui 2.465 con il nuovo regime
agevolato promosso dal San Camillo per andare incontro alle esigenze di chi è
maggiormente colpito dalla crisi economica, e che permette di abbattere di oltre il 50 per
cento il costo di determinati esami. «I dati dimostrano come l’attività ambulatoriale
funzioni molto bene, con tariffe sociali a portata di tutte le tasche in questo
difficile periodo di crisi economica», spiega il direttore generale dell’istituto degli
Alberoni, Francesco Pietrobon. «Al di là delle prestazioni convenzionate ho dato
disposizioni affinché le prestazioni siano distribuiti equamente nell’arco del tempo
per non trovarsi come l’anno scorso che in autunno era già terminata la
disponibilità di viste convenzionate. Tra quelle agevolate abbiamo poi inserito anche le
risonanze magnetiche, e la risposta è stata molto buona. Ci stiamo dando da fare su tutto
il fronte, nonostante i fondi regionali arrivino con il contagocce per quanto
riguarda il periodo febbraio-settembre 2012, ma ritengo che per gli stipendi non
ci debba essere un allarme attualmente. Per qualche mese saremo ancora in
grado di pagarli con regolarità al nostro personale, augurandoci che la situazione si
stabilizzi al più presto con la copertura di quanto stabilito dalla convenzione con la
Regione».
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VENEZIA SANITA'
Gazzettino 12 settembre
Studio del Fatebenefratelli: la danza irlandese può servire la riabilitazione di chi
soffre di Parkinson
La danza irlandese sembra rappresentare un efficace intervento riabilitativo ed offrire una
interessante opportunità di fare attività fisica insieme al proprio caregiver nella malattia di
Parkinson.
A dimostrarlo è uno studio condotto dall’Ospedale Fatebenefratelli di Venezia con
l’Università Irlandese di Limerick e l’Istituto Neurologico presso l’Università Mater
Misericordiae di Dublino, presentato in questi giorni al Congresso AFaR (Associazione
Fatebenefratelli per La Ricerca) e recentemente al congresso mondiale per la malattia di
Parkinson a Dublino. Il progetto si è svolto con l’Associazione Parkinsoniani di MestreVenezia che ha coinvolto i suoi membri in queste danze organizzando specifici corsi.
Negli ultimi anni è stata evidenziata l'efficacia dell'esercizio aerobico nelle persone
anziane, il quale migliora la mobilità, l'apprendimento motorio e la memoria.
Recentemente alcune ricerche hanno dimostrato che la danza può rappresentare una
efficace strategia riabilitativa per migliorare la mobilità negli anziani. La danza irlandese è
una danza popolare con un alto valore sociale e le sue peculiari caratteristiche con il suo
forte ritmo e passi di danza interessanti per la riabilitazione dei disturbi del cammino
possono rappresentare una interessante intervento riabilitativo nella malattia di Parkinson.
Lo scopo di questo studio è quello di verificare se la danza irlandese può essere un efficace
intervento riabilitativo per la mobilità, l'equilibrio e la qualità della vita nella malattia di
Parkinson.
Sono stati inclusi nello studio 24 persone con Parkinson. I pazienti sono stati
randomizzati in due gruppi, uno in un gruppo di danza irlandese e l'altro in un gruppo di
fisioterapia convenzionale. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a test su alcuni aspetti
della malattia, tre settimane prima e tre settimane dopo il corso. I risultati hanno
evidenziato un significativo miglioramento in entrambi i gruppi ma significatamente
maggiori nel gruppo di danza irlandese.
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VERONA ANZIANI
Arena 12 settembre
A rischio il centro diurno di Dossobuono ora che i contributi comunali non vanno
alla struttura ma alla persona, in base all'Isee famigliare
La soluzione auspicata dai cittadini non è arrivata. Così, la Piccola fraternità di
Dossobuono ha deciso di fare con le proprie forze, per il mese di settembre,
garantendo agli anziani che frequentano il centro diurno la quota agevolata di 10
euro giornalieri per tutto il mese. Il resto della cifra la metterà di tasca propria la
fondazione: sono i 18 euro a persona al giorno, che fino al 31 agosto sono stati erogati dal
Comune al centro per i 13 anziani frequentanti, in base alla convenzione tra i due enti.
«Abbiamo voluto garantire continuità al servizio e un sostegno alle famiglie che ci affidano
i loro parenti», spiega Olindo Saccardi, direttore del centro, sorto a fianco della canonica
nel 1994, per volontà della parrocchia. «In tal modo per loro non cambierà nulla, almeno
per il mese di settembre. Ci accolleremo noi le spese, sperando che nel frattempo il
Comune trovi una soluzione». L´assessore alle politiche sociali Riccardo Maraia si è
impegnato a dare una risposta, anche se l´applicazione della legge alla lettera sembra
lasciare pochi margini d´azione. Fino al mese scorso, il Comune erogava un contributo di
circa cinquantamila euro annui alla Piccola fraternità, coprendo buona parte della quota: la
somma giornaliera a persona è di 28 euro, coperta per dieci euro dalle famiglie. Al resto
pensava il Comune. Così si permetteva agli anziani, in media ottantenni, di partecipare
alle attività ricreative, socializzare, pranzare in compagnia, sollevando le famiglie che
spesso non sanno a chi affidare l´anziano, negli orari di lavoro. Si tratta di persone, infatti,
che non possono stare a casa da sole. Il problema è subentrato quando il segretario
comunale Doriana Sacchetti, a luglio, ha annunciato un mutamento delle norme: non era
possibile rinnovare la convenzione con la Piccola fraternità e il Comune avrebbe
erogato il contributo (come accade per le altre rette) direttamente al beneficiario
del servizio.
La richiesta del sostegno economico, quindi, ora va fatta in Comune. Salta così il ruolo
intermedio della Piccola fraternità. Ma non solo: il contributo a persona sarà erogato
in base al reddito, non però del singolo anziano, ma del suo nucleo familiare.
Questa modalità, di fatto, estromette quasi tutti dalla possibilità di avere diritto alla
somma. Le famiglie, quindi, potrebbero decidere di rinunciare al servizio, non potendo
permettersi di pagare la quota intera. Entrerebbe in difficoltà anche il centro, che impiega
una ventina di dipendenti, tra servizio diurno per anziani, struttura per disabili
(convenzionata con l´Ulss) e servizi alla persona a domicilio.
Le famiglie degli anziani, volgendo ormai settembre al termine, si riuniranno la settimana
prossima per aggiornarsi sulla situazione: alcune risultano «troppo ricche» per godere del
contributo, altre non sono ancora riuscite ad avere un colloquio con l´assistente sociale del
Comune, che si occupa delle pratiche.
I familiari si erano appellati al nostro giornale, prima della fine di agosto, molto
preoccupati. Anche il consigliere di maggioranza dell´Udc Nicola Terilli aveva preso le loro
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difese, intimando l´amministrazione a trovare una soluzione e ricordando che il bilancio di
previsione 2012 era stato approvato dietro la promessa che non sarebbero stati toccati i
servizi sociali.
«Molti anziani sono inseriti nel nucleo familiare dei figli, che li hanno accolti per assisterli»,
aveva detto; «il reddito così calcolato risulta troppo elevato e li esclude dal contributo e
dal servizio: una follia per chi magari percepisce 600 euro di pensione».
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VERONA ANZIANI
Arena 13 settembre
Sernagiotto pronto a commissariare l'ipab di Malcesine
«Ho dato disposizione agli uffici del mio assessorato di procedere al
commissariamento della Casa Toblini di Malcesine se sussistono i requisiti di
legge».
L´assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto risponde a stretto giro di posta
all´interrogazione del consigliere dell´Idv, Gustavo Franchetto. E lo fa a muso duro,
puntando il dito contro l´amministrazione della struttura lacustre. «Gli ipab, gli istituti di
pubblica beneficenza, non sono fabbriche per le quali occorre capitalizzare con l´acquisto
di immobili», sottolinea l´assessore regionale che ieri ha annunciato la sua iniziativa
durante una conferenza stampa a Treviso. Sernagiotto parla dopo aver fatto svolgere le
verifiche ai dirigenti dell´assessorato. «Ma come si fa», si chiede Sernagiotto, «ad
acquistare una casa di un amico per sistemarci la fidanzata?». L´acquisto dell
´immobile «non rientra nella mission di questi istituti». Al centro della vicenda, infatti, c´è
l´acquisto di un appartamento per 150 mila euro utilizzando l´avanzo di bilancio che,
secondo il consigliere dell´Idv, sarebbe derivato dalle rette pagate dagli ospiti. Le iniziative
dell´assessore non si fermano qui: «Interesseremo anche la procura di Verona», annuncia
Sernagiotto, «perchè proceda se rilevi l´esistenza di eventuali reati». L´esponente del Pdl
non vuole lasciare nulla al caso anche perchè «ho una delega per intervenire
pesantemente e utilizzare tutti gli strumenti a mia disposizione per reprimere le
irregolarità».
A Malcesine, d´altro canto, si era già risposto nei giorni scorsi ai rilievi del consigliere dell
´Idv, Gustavo Franchetto con una lettera aperta, diffusa sul sito internet. «Riteniamo
doveroso evidenziare che il deposito cauzionale richiesto agli ospiti non ha nulla a che
vedere con l´eventuale avanzo di amministrazione di un ente pubblico qual è l´ipab Toblini
di Malcesine» spiega il cda presieduto da Domenico Negri. L´ultimo punto della missiva
chiarisce infine la scelta relativa all´acquisto dell´appartamento:«L´immobile, sito a 10
metri dalla Toblini è stato pensato in primis come soluzione per permettere ai nostri
lavoratori di poter soggiornare a Malcesine senza sottostare a prezzi "turistici", e poi per
dare all´ente una doppia garanzia - spiega il cda - un patrimonio a disposizione e una
rendita da inserire nei bilanci dei prossimi anni».
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VERONA ANZIANI
Arena 14 settembre
Ipab di Malcesine contro la giunta: regolare la nostra gestione ed anche
l'acquisto del contestato appartamento
MALCESINE Chiedere il commissariamento di un ipab in attivo è il frutto di premesse
imprecise e parziali e siamo pronti a fare ricorso al Tar se l´iter dovesse avviarsi».
Questa la reazione del cda della casa assistenza anziani Toblini di Malcesine all
´ipotesi di commissariamento arrivata l´altro ieri dall´assessore regionale ai servizi
sociali Remo Sernagiotto, dopo l´interrogazione che Gustavo Franchetto (Idv) aveva
presentato in giunta regionale la scorsa settimana sulle manovre di investimento dell´ente
melsineo.
«Abbiamo dovuto subire questa vicenda sulla base di false notizie arrivate con tutta
probabilità al consigliere Franchetto da qualcuno di più vicino a noi, chiaramente mosso da
secondi fini e dall´obiettivo preciso di screditare questo cda», ha tuonato il presidente del
Toblini Domenico Negri, «avremmo auspicato che il consigliere regionale avesse
appurato con noi i termini della questione prima di prendere posizione, ma
questo non è avvenuto, ci auguriamo che almeno la Giunta regionale valuti ogni aspetto
della questione prima di procedere alla risposta».
Al centro le dichiarazioni di Sernagiotto che accusa il cda Toblini nella persona del
presidente chiedendosi «come si fa ad acquistare la casa di un amico per sistemarci la
fidanzata»: «Peccato che la “fidanzata” risulti essere soltanto l´intestataria del vecchio
contratto di locazione, mentre noi abbiamo comprato un appartamento vuoto da destinare
al personale e comunque a finalità sociali», hanno ribattuto i consiglieri del cda, «il nostro
lavoro è amministrare al meglio nel bene dell´ente, il gossip è un´altra cosa e sarà cura
del legale incaricato verificarne gli estremi di violazione».
Sotto accusa in Regione anche il prezzo pagato per l´appartamento. Diretta la risposta del
cda Toblini: «Non esiste appartamento con caratteristiche simili a Malcesine ad un prezzo
inferiore», spiegano i consiglieri, «il prezzo è inattaccabile se si pensa che il suo valore era
stimato a 220mila euro mentre lo abbiamo acquistato per 150mila euro».
In merito all´acquisto dell´immobile con l´avanzo di bilancio derivante, secondo le accuse,
dalle rette e dalle cauzioni pagate dagli ospiti, il cda non ha esitato a controbattere: «La
legge stessa impone gli scopi a cui va applicato l´eventuale avanzo di amministrazione, fra
cui rientra il finanziamento di spese di investimento, e se ce ne fosse bisogno ribadiamo
che il deposito cauzionale non ha mai avuto nulla a che fare con l´avanzo di
bilancio dell´ipab Toblini». La cauzione richiesta rappresenterebbe solo un
accantonamento temporaneo: «Una cauzione non è un guadagno, ma solo una garanzia
fissata perché ognuno assolva gli obblighi di pagamento della retta, mantenendo così
certezza nei bilanci e un giusto trattamento fra gli ospiti», ha spiegato il cda del Toblini,
«non siamo inadempienti come invece ci accusano visto che la legge regionale stessa ci
dà tempo fino al 19 settembre per decidere se mantenere o meno il versamento
della cauzione».
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Gli amministratori del Toblini si sono espressi anche sull´accusa di aver aumentato le rette
a carico degli ospiti: «La nostra retta (giornaliera 52,57 euro) è in linea con quella di altre
case di riposo equivalenti alla nostra, come Isola della Scala (52,50), Bussolengo (54,50),
Villafranca (51) e Arcole (51), l´aumento è stato sempre in media inferiore all´indice Istat
e stabilito in previsione, per garantire in caso di imprevisti un bilancio solido, che insieme
ad un patrimonio capiente è l´unica garanzia di qualità nell´assistenza per gli ospiti e di
continuità nei contratti per il personale».
Nel pomeriggio di ieri alla casa assistenza Toblini è arrivato un fax dalla Regione dove
si richiede all´ente l´invio di una relazione dettagliata sulla questione entro 15
giorni: «Stavamo già predisponendo uno studio sulla regolarità contabile e amministrativa
di ogni atto collegato al bilancio dell´ente», hanno precisato da Malcesine i membri del
cda, «e invitiamo i tecnici regionali e il consigliere Franchetto a visitare la nostra struttura
per verificare di persona quanto dell´avanzo di bilancio sia dovuto all´aumento delle rette,
e quanto invece sia dovuto a virtuosi contenimenti di costi inutili». E hanno aggiunto: «Le
dotazioni di organico e di attrezzature del nostro ipab in questi anni sono state
continuamente aumentate, rinnovate e mantenute ai massimi livelli proprio grazie all
´accuratezza delle politiche di bilancio, e di questo sono prova anche i numerosi attestati
di ringraziamento ricevuti dai famigliari degli ospiti».
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VERONA ANZIANI
Arena 15 settembre
Festa dei 21 anni per il centro servizi di Cazzano
Si festeggia oggi il 21° compleanno del Centro servizi «Bianca Steccanella», la casa
di riposo di piazza Matteotti a Cazzano di Tramigna, una delle dieci strutture socio
sanitarie che fanno capo alla Fondazione oasi (Opere di assistenza e servizi integrati), con
sede a San Bonifacio.
Quella cazzanese è nata nel 1991 con l´ospitalità concessa a 45 anziani non
autosufficienti. Oggi gli ospiti sono saliti a 60, più quelli del centro diurno, che insieme ai
loro familiari presenzieranno, nel pomeriggio alle 17, alla messa nel cortile, animata dal
coro Schola cantorum di Cellore e celebrata dal parroco di Cazzano, Piergiorgio Morbioli.
Per poi concedersi un aperitivo di benvenuto, un buffet nel parco e una serata con l
´intrattenimento musicale del gruppo «Revival».
«In occasione dell´anniversario», spiegano gli organizzatori, «il Centro servizi ha
organizzato anche una mostra fotografica, che mette in luce la quotidianità e le varie
progettualità specifiche per mantenere, riabilitare o potenziare le capacità cognitive o
motorie dell´ospite».
Ne è passato di tempo, infatti, da quando, il 30 ottobre del 1982, i Padri Stimmatini
donarono i beni di proprietà di Bianca Steccanella, a Cazzano di Tramigna.
Da allora, la casa di riposo si è trasformata in un Centro servizi, con l´inserimento di
nuove professionalità (operatori sociosanitari, infermieri professionali, fisioterapisti,
assistenti sociali, psicologi), per una presa in carico dell´ospite a 360 gradi: non solo
assistenziale, ma anche sanitario, riabilitativo, sociale, cognitivo.
«Ma il Centro servizi "Steccanella", grazie all´aiuto di associazioni, parrocchia e volontari,
è diventato negli anni un importante punto di riferimento sul territorio non solo per l
´accoglimento, ma anche grazie all´offerta dei propri servizi riabilitativi, infermieristici,
assistenziali a tutta la cittadinanza», proseguono gli organizzatori.
Novità per festeggiare i 21 anni di attività del centro assistenziale cazzanese è anche il
progetto «Diamo un nome», ovvero una votazione per assegnare un nome ai tre nuclei e
ai vari piani che compongono la sede, per facilitare l´orientamento spaziale degli ospiti,
stimolando le funzioni cognitive, la memoria e il linguaggio. A tutti i presenti sarà anche
consegnato un simpatico omaggio
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VERONA DISABILI
Arena 9 ottobre
“Dopo di noi” per autistici gestito da Fondazione Autismo Insieme
Tre giorni per rispondere alle domande dei genitori o dei congiunti di persone adulte
affette da autismo. A mettersi a disposizione è Tilde Gramegna Amore, presidente
della Fondazione Autismo Insieme onlus che nei giorni scorsi ha partecipato al
convegno sull´autismo nella sede di Gsk. «In molti mi hanno chiesto quando aprirà la casa
alloggio alle Torricelle per l´accoglienza degli autistici adulti», spiega la signora Amore, «e
per questo sarò a disposizione di chiunque voglia farmi domande sulla struttura nei giorni
di martedì 11, mercoledì 12 e giovedì 13 settembre, dalle 16, per qualche ora, alla casa
alloggio in via Castello San Felice 7, vicino all´asilo nel parco delle Colombare sulle
Torricelle».
L´edificio sulle Torricelle ospita la struttura da adibire a comunità alloggio per il
«Dopo di noi» dei soggetti autistici (accreditata da tre anni dalla Regione Veneto) e
può anche accogliere persone quando le famiglie non possono garantire l´assistenza a
causa di malattie o altri problemi.
La struttura è proprietà del Comune ed è stata destinata ad Autismo Insieme grazie ai
contributi della Regione Veneto, dello Stato e della Fondazione Cariverona. Al piano terra è
stata realizzata la reception e dei locali comuni per le attività varie mentre nei piani
superiori le sale per le terapie e negli ultimi due piani le camere per otto ospiti.
L´amministrazione comunale ha anche concesso 2.000 metri quadrati di terreno, da
recintare. Il centro «La Primula» è autorizzata ad accogliere in forma residenziale
continuativa o temporanea persone disabili affette da autismo e da disturbi
generalizzati dello sviluppo, intellettivi, comportamentali, comunicativi e
relazionali
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VERONA DISABILI
Arena 10 settembre
Amici degli Spastici offrono a disabili di Verona una casa accessibile, perfetta per
soggiorni, a San Zeno in montagna
Per quanti sono abituati a fare i conti ogni giorno dell´anno, ferie comprese, con i
problemi legati alle barriere architettoniche e all´inaccessibilità alle sedie a rotelle di molti
spazi, più che una vacanza sembrerà un sogno. Ed invece è realtà: una realtà aperta a
tutti e a meno di un´ora di strada dalla città. È Casa Armonia, uno stabile immerso nel
bosco di San Zeno di Montagna, perfettamente accessibile, gestito dal Gruppo Amici
degli Spastici Daniela Zamboni.
«Qui per i disabili è possibile svolgere giochi, ginnastica e attività motoria, stare
in compagnia e divertirsi, in completa autonomia e sicurezza: un´opportunità che
raramente si trova in altre strutture», spiega Leda Marogna, presidente dell´associazione.
Casa Armonia spalanca le porte della propria struttura a chiunque voglia trascorrere del
tempo in montagna, nel verde e con la possibilità di potersi muovere autonomamente. E
infatti, potenza delle informazioni che viaggiano in internet, ci hanno già trascorso le
vacanze parecchi altri gruppi di disabili, Anfass e Uildm del triveneto, addirittura una
compagnia proveniente dall´Austria. Ma all´appello mancano le associazioni del
territorio, sia di città che provincia, che potrebbero utilizzare lo spazio
completamente accessibile di Casa Armonia per gite fuori porta e uscite anche di
un solo giorno.
«La Casa è aperta sia d´estate, periodo in cui è maggiormente utilizzata, che durante l
´inverno. C´è un impianto di riscaldamento nuovo e devo dire che il bosco che fa da
cornice allo stabile è molto bello e suggestivo anche nella stagione fredda», spiega
Marogna. «Vengono gruppi da varie parti d´Italia, ma il nostro obiettivo è che questa casa
possa essere una risorsa da condividere soprattutto con le realtà del veronese; dalle
associazioni ai Ceod. Un gruppo di giovani sperimenta qui qualche giorno l´anno un
progetto di vita autonoma. Ma si può fare davvero molto di più».
La struttura è stata ampliata nel 2007, dal 2009 il Gruppo Amici degli Spastici l´ha presa
in gestione (convenzione siglata fino al 2018), mentre risale all´anno scorso l
´abbattimento anche dell´ultima barriera architettonica rimasta del palazzo, del giardino e
del percorso attiguo che si addentra per circa trecento metri nel vicino boschetto. «Si
tratta di un percorso attrezzato, sia dal punto di vista logistico che informativo, con cartelli
che raccontano della flora specifica del posto», spiega Maria Chiara Tezza dell
´associazione, specificando che il camminamento è stato intitolato a Giuseppe
Campagnari, un volontario dell´associazione recentemente mancato. Casa Armonia conta
cinque stanze e una quindicina di posti letto, «dieci a terra per i disabili, di cui cinque a
castello dove nella parte alta dormono gli accompagnatori», proseguono i volontari dell
´associazione. Durante il giorno la capienza è invece ben più alta e, mediamente,
mangiano insieme nella grande sala da pranzo una quarantina di persone.
«Ma siamo arrivati a cento posti, in concomitanza di qualche festa o ricorrenza che
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abbiamo voluto celebrare tutti insieme davanti ad un buon risotto. Del resto, la strada dal
centro città a San Zeno è relativamente breve e quindi anche molti genitori, famigliari e
amici trascorrono qui la giornata, rincasando poi la sera», aggiunge Tezza.
E affinché Casa Armonia possa essere sfruttata appieno sia con il solleone che con la neve,
l´appello del Gruppo è quello di contattare l´associazione attraverso il sito internet
www.amicideglispastici.it o via mail [email protected] o al numero 045/91.66.11. «La casa
viene data completa di tutto e perfettamente funzionale ma vuota nel senso che non è una
sorta di albergo con pranzi pronti o altri servizi. Inoltre, è prevista una quota giornaliera:
una compartecipazione che chiediamo per coprire le spese vive e gestionali».
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VERONA DISABILI
Arena 10 settembre
Laboratorio per oss sulla ginnastica per disabili
Non solo vacanze: a Casa Armonia di San Zeno c´è anche «Disabili in Forma», un
particolare laboratorio rivolto agli insegnanti di sostegno e agli operatori sociosanitari organizzato dall´associazione «Amici degli Spastici Daniela Zamboni» in
collaborazione con la facoltà di Scienze Motorie dell´ateneo veronese. «Un modo
divertente e interessante per approfondire il tema dell´attività fisica anche per chi è su
una sedia a rotelle o ha limitate capacità di movimento», spiega la presidente del Gruppo
Leda Marogna. Negli spazi della casa trovano posto vari attrezzi ginnici, dalle panche al
cesto della pallacanestro a quelli specifici per i disabili, come il cicloergometro, particolare
cyclette che permette di tenere in esercizio gli altri superiori e anche le gambe. E ci si può
accedere con la carrozzina. Inoltre il percorso nel bosco è seguito da barre e corrimano. Le
iscrizioni vanno inoltrate entro il 21 settembre chiamando lo 045.91.66.11 o scrivendo all
´indirizzo mail [email protected]. Maggiori informazioni sono sul sito
www.amicideglispastici.it. L´iniziativa è organizzata con il contributo del Centro Servizio
per il volontariato. I
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VERONA DISABILI
Arena 13 settembre
Centro ippico La Parola cerca nuova sede per il suo impegno con le persone con
disabilità
È una storia bella e, seppure un po´ triste, ingredienti base della trama sono sentimenti
nobili quali amore, tenerezza, allegria e tanta voglia di futuro. Per il lieto fine, però, c´è
bisogno del contributo di molte persone: a 360 gradi, di istituzioni, cittadini, aziende,
associazioni di volontariato che lavorano insieme ai disabili. Ma cominciamo dal principio.
C´era una volta una giovane ragazza che, dopo aver perso il padre quando era molto
piccola, non appena maggiorenne dovette far fronte anche alla perdita della mamma. Ad
alleviare l´enorme sofferenza di Cinzia Zamboni, classe 1974, l´amore per Sefora, una
cavalla italo-polacca cieca. La ragazza montava Sefora da tempo e quando diventò cieca
decise che per nulla al mondo si sarebbe separata da quell´animale, che per lei
rappresentava l´unico affetto rimastole. Contro il parere di tutti, salì in groppa alla cavalla,
azzardando addirittura il salto agli ostacoli. Decise di comprarla, salvandola dal macello. E
da lì ricominciò la sua vita. Sefora ebbe un puledro, Blue Eyes come gli occhi vacui della
mamma: con molti sforzi e sacrifici Cinzia prese altri cavalli e costruì un lavoro partendo
dalla sua passione per l´equitazione. Ora la giovane è diventata una donna sicura di sé e
determinata, si è fatta le ossa, formandosi come istruttrice e guida Engea e Fise con il
brevetto per l´equitazione turistica e ricreativa per disabili e ha coronato il suo
sogno fondando a Montorio, insieme a un socio, il centro ippico La Parola, di cui è
presidente. Agli allievi, per lo più dai 12 ai 16 anni, che frequentano il centro, Cinzia
insegna a cavalcare, a saltare gli ostacoli. A creare un legame e a comunicare con i cavalli
ma anche con loro stessi e tra giovani, ad acquisire quella sicurezza e quella
determinazione preziose non solo in sella ma anche nella vita di tutti i giorni.
L´esperienza de La Parola è iniziata nel 2008 ma ora rischia di naufragare. Lì dov
´è, il centro non può più rimanere, ma Cinzia non intende rinunciare alle attività dell
´associazione. Non entra nei dettagli della vicenda, non cerca colpe o colpevoli ma punta
dritto al sodo: «Entro qualche settimana dovremo lasciare gli spazi di Montorio e
stiamo disperatamente cercando un posto in cui trasferirci e far ripartire le
attività del centro: siamo sette cavalli, un´istruttrice( io), e due cani», fa appello
Cinzia, che sta cercando a destra e a manca qualche spiraglio a cui aggrapparsi. Non sono
necessari ettari su ettari di terreno, basta un campo magari con una vecchia stalla
annessa dove con la buona volontà si possano allestire dei box per gli animali. «O anche
uno spazio libero in cui le autorità ci permettano però di alzare qualche struttura in legno,
sempre per box e maneggio. Tra le soluzioni possibili, anche quella di condividere uno
spazio con qualche associazione di volontariato che si occupa di disabili: in cambio
potremo impartire ai ragazzi lezioni di equitazione, ippoterapia. Non ho certo paura di
rimboccarmi le maniche, di fare sacrifici, anzi, non vedo l´ora di poter ripartire con i miei
ragazzi e i miei cavalli».
Condizione fondamentale, però, la vicinanza con l´area della Valpantena: se non proprio
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Montorio, Pigozzo, San Felice, zona Marcellise o dintorni di Grezzana. Gli allievi del centro,
insieme ai loro genitori, si sono già mobilitati per trovare una nuova sede a La Parola,
inviando lettere e mail a presidente e consiglieri dell´ottava circoscrizione, personalità
imprenditoriali della Zona, a Palazzo Barbieri e persino al sindaco Tosi. A loro, o magari a
qualche lettore de L´Arena sensibile e interessato, l´opportunità di scrivere il lieto fine
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VERONA MINORI
Arena 9 ottobre
Quattro mini alloggi ampliano la casa per donne e bambini in difficoltà di
Bonavigo
BONAVIGO Oggi dalle 16, la casa famiglia «Santa Maria del Cammino Onlus» apre le porte
per accogliere tutte le persone che vorranno festeggiare i tre anni di accoglienza e
solidarietà della struttura. Inaugurata il 13 settembre 2009, la casa famiglia al civico 8 di
via Zanzoni accoglie donne con bambini in situazioni di disagio e difficoltà, per il
tempo necessario alla loro formazione e alla riabilitazione sociale.
«La festa è l´occasione per far conoscere la nostra associazione e vedere da vicino in cosa
consiste la nostra attività di volontariato» ha spiegato Cristina Gianello, presidente dell
´associazione di ispirazione cristiana Santa Maria del Cammino Onlus, impegnata in
questo progetto di solidarietà «In questi tre anni abbiamo accolto 28 mamme, 51
bambini, di cui tre nati durante il periodo di accoglienza e tre ragazze minorenni
in situazione di disagio familiare, per un totale di 82 ospiti». Al momento sono
ospitati tre mamme e cinque bambini, ma altri inserimenti sono programmati a settembre.
La struttura, un edificio di 400 metri quadrati su due piani e circondata da un ampio
terreno, segue il modello di vita familiare basato sulla condivisione della quotidianità.
Cucina e sala da pranzo sono in comune, mentre ci sono otto camere da letto con bagni
indipendenti. La casa famiglia opera con i servizi sociali del territorio e con il
Servizio Tutela minori dell´Ulss 21. Da qualche mese è stato affiancato un laboratorio
creativo, che vede mamme e volontari impegnati nella realizzazione di oggetti decorativi e
bomboniere solidali. Durante la festa sarà possibile anche vedere l´avanzamento dei
lavori di ampliamento della struttura, finanziati dalla Regione Veneto e dalla
Fondazione Cariverona. Una volta terminata la nuova residenza avrà quattro mini
alloggi che permetteranno l´accoglienza a vittime di situazioni familiari d´emergenza,
come i casi di violenza domestica, e a volontari che desiderano fare un´esperienza
prolungata. La festa inizierà con i canti e la celebrazione del rosario. Poi interventi degli
associati e sostenitori. Dopo la celebrazione della messa alle 17:30, seguirà un buffet. Alle
20:30 «Libera-mente» porterà in scena il musical Pinocchio.
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VERONA MINORI
Arena 12 settembre
La sfida della Genovesa: la vera terapia è l'intervento educativo
Approfondire i problemi legati all´adolescenza e stimolare il confronto tra le diverse
istituzioni e realtà che si occupano di ragazzi «difficili».
È questo l´obiettivo del convegno che si svolgerà al Palazzo della Gran Guardia venerdì
dalle 9 alle 17, organizzato dalla Genovesa, storica cooperativa specializzata nel recupero
e nel reinserimento sociale di tossicodipendenti. L´incontro, dal titolo «L´intervento
educativo, terapeutico e riabilitativo in adolescenza: diventare grandi tra normalità e
patologia», rientra nella serie di appuntamenti che la cooperativa ha realizzato quest´anno
per celebrare il trentennale della sua fondazione.
«Il nostro principale scopo è cercare di mettere insieme realtà che stanno
lavorando sullo stesso territorio in modo disgiunto, per allacciare relazioni che
permettano di fornire risposte sempre più coerenti e appropriate alle esigenze di
questi minori», spiega Luigi Mirandola, presidente della Genovesa. «Quando si parla di
adolescenti "difficili" entrano in campo aspetti diversi: dal disagio sociale che avvertono all
´intervento educativo di cui necessitano, dai disturbi comportamentali alle patologie di cui
possono soffrire, fino alla loro tutela».
Secondo Mirandola, le comunità tradizionali non sempre riescono a occuparsi
adeguatamente di questi giovani. «La Genovesa lancia una sfida educativa, che porta
ormai avanti da 30 anni», prosegue il presidente. «Noi siamo convinti che la
vera terapia non sia tanto l´ospedalizzazione, ma l´intervento educativo: siamo
infatti alla ricerca di personale preparato, che stiamo accuratamente selezionando».
Venerdì al convegno, infatti, la Genovesa calerà il suo asso nella manica. Prossimamente
potrebbe nascere «La piccola Genovesa» (nome ancora non definitivo), una
comunità educativo-riabilitativa rivolta proprio ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni, di
entrambi i sessi, in situazione di evidente disagio psico-sociale, con gravi disturbi del
comportamento o che abbiano appena iniziato a far uso di droga. Ragazzi «messi in
prova» dal Tribunale dei minori, oppure inviati dai servizi sociali dei Comuni o dalle
Neuropsichiatrie delle aziende sanitarie di Verona e dintorni. Il progetto è già stato inserito
nel piano di zona dalla Conferenza dei sindaci dell´ulss 22 e attende ora l´autorizzazione
della Regione: la comunità dovrebbe sorgere a Corte Masotto, nella frazione di Bagnolo di
Nogarole Rocca, e potrà arrivare ad accogliere in contemporanea dodici ragazzi, che
verranno seguiti da nove educatori.
Anche di questo si parlerà venerdì durante il convegno, a cui sono stati invitati l´assessore
ai Servizi sociali del Comune Anna Leso e della Regione Remo Sernagiotto, l´assessore
regionale alla Sanità Luca Coletto, il sindaco Flavio Tosi e i direttori generali dell´ulss 20
Maria Giuseppina Bonavina e dell´ulss 22 Alessandro Dall´Ora.
Nel pomeriggio, infine, si terrà un workshop dedicato all´esperienza e alle prassi operative
della rete dei servizi nell´intervento con i ragazzi.
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VERONA MINORI
Arena 15 settembre
La Genovesa progetta una comunità per adolescenti con disagio psico sociale a
Nogarole Rocca
VERONA È la fase più delicata della vita, l´adolescenza: un´età in cui i minori si preparano
a fare il loro ingresso nel mondo degli adulti, mentre la personalità è ancora plasmabile e
soggetta ai condizionamenti esterni. La Genovesa, storica cooperativa specializzata nel
recupero e nel reinserimento sociale di tossicodipendenti, ha deciso di dedicare ai ragazzi l
´ultimo evento dedicato al trentennale della sua fondazione: il convegno, dal titolo «L
´intervento educativo, terapeutico e riabilitativo in adolescenza: diventare grandi tra
normalità e patologia», si è svolto ieri in Gran Guardia.
«La Genovesa ha sempre prestato molta attenzione ai giovani, puntando alla loro totale
autonomia, attraverso la formazione lavorativa, scolastica e una migliore relazione con sé
e con gli altri», ha esordito il presidente della cooperativa Luigi Mirandola. «Oggi siamo
qui anche per presentare la nuova comunità educativo-riabilitativa rivolta
proprio agli adolescenti "difficili" che, Regione permettendo, dovrebbe nascere a
Nogarole Rocca». La struttura accoglierà ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni in
situazione di evidente disagio psico-sociale, con gravi disturbi del comportamento o
con problemi di droga. Mirandola ha poi rivolto un invito ai rappresentanti degli enti e delle
istituzioni: «Manca una vera collaborazione tra i servizi che si occupano di ragazzi: è
necessario superare i campanilismi e creare una rete che accresca le professionalità».
Ad appoggiare il progetto c´era anche l´assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. «La
Genovesa, realtà storica nel mondo della cooperazione veronese, si è distinta in questi
trent´anni per aver dato il proprio sostegno ai cittadini sul territorio», ha commentato
Coletto. «Considerato che dal 9 al 13 per cento degli adolescenti presenta sintomi di
disagio psicologico, apprezziamo molto l´iniziativa della Genovesa: è importante puntare
sui giovani, perché sono il nostro futuro». Anna Leso, assessore comunale ai Servizi
sociali, ha sottolineato l´importanza di un confronto tra i servizi territoriali: «La nostra
città è ricca di cooperazione e volontariato che permettono di ottenere risultati positivi».
Il presidente della Genovesa ha annunciato uno spettacolo teatrale, il 5 ottobre, dal titolo
«Calzini sul comò», a cui parteciperà lo scrittore e attore Jacopo Fo, figlio di Dario Fo e
Franca Rame
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VERONA SOCIALE
Arena 12 settembre
Festa del Volontariato a Verona
Il volto generoso di Verona ha gli occhi, i sorrisi e il cuore di tutti i volontari della città.
Persone che mettono a disposizione il proprio tempo per aiutare chi si trova in difficoltà e
che domenica si riuniranno in piazza Bra per la dodicesima edizione della Festa del
volontariato, organizzata dal Centro servizio per il volontariato (Csv), in
collaborazione con l´assessorato ai Servizi sociali del Comune.
Alla giornata di festa parteciperanno 86 associazioni delle oltre 440 iscritte al Csv, per
raccontare a chiunque fosse interessato la propria attività, portata avanti durante l´anno,
giorno dopo giorno, in silenzio. Gazebo informativi, bancarelle con artigianato solidale,
musica, giochi, stand per la misurazione di glicemia e pressione: dalle 10 alle 19 piazza
Bra si trasformerà in una vetrina a cielo aperto sul volontariato del territorio, a 360 gradi.
La Festa vedrà in campo le associazioni che si occupano dell´adozione di minori, dell
´addestramento di cani in attività di soccorso, di far sorridere bambini costretti su un letto
di ospedale. Ci sarà chi presta le proprie cure agli anziani, chi offre piatti caldi ai
senzatetto, chi dà conforto ai detenuti, chi garantisce ascolto a sconosciuti in difficoltà dall
´altro capo del telefono e molti altri ancora.
«Abbiamo la fortuna di vivere in una città generosa, che dimostra quotidianamente quanto
chi può dà a chi non ha», esordisce l´assessore ai Servizi sociali Anna Leso, nel presentare
l´iniziativa. «La giornata del volontariato servirà anche alle associazioni per dimostrare
quanto fanno e quanto ancora si può fare per il prossimo. Un altro dato da sottolineare è
che il numero di persone impegnate nel sociale non è diminuito nonostante la crisi, a
dimostrazione di come l´umanità sia ben radicata». Il numero di associazioni presenti alla
Festa, anzi, è aumentato del 20 per cento.
«Negli anni continua a crescere il numero di realtà che ci chiedono di partecipare: in
questa edizione saranno 86», aggiungono Elisabetta Bonagiunti e Lucio Garonzi,
presidente e direttore del Csv. «La crisi ha raggiunto anche queste associazioni, che però
stanno reagendo con fermento e il desiderio di guardare al futuro. La voglia di farsi
conoscere è ulteriormente aumentata».
Presente alla presentazione della Festa il vescovo Giuseppe Zenti, che ribadisce l
´importanza della solidarietà: «Se cancellassimo il volontariato, le istituzioni pubbliche
farebbero molta più fatica a gestire tutto e il vivere sociale sarebbe meno civile».
A concludere il concerto gratuito dei Nomadi, che si esibiranno alle 21 in piazza San Zeno,
grazie al sostegno del Banco Popolare, di Paluani, di sponsor ed enti coinvolti (Agsm,
Amia, Atv, Acque Veronesi, Veronafiere e Veronamercato). Sabato alle 9,30, si terrà all
´auditorium della cooperativa Cercate, in via Bramante 15, il convegno «Alla ricerca della
felicità. Il volontariato agente di sviluppo sociale di una comunità
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VICENZA ANZIANI
Giornale di Vicenza 10 settembre
Stato di agitazione all'ipab perche' agli operatori dei centri diurni è applicato il
contratto Uneba
L´Usb dichiara lo stato di agitazione sindacale all´ipab di Vicenza, chiedendo l
´istituzione di un “tavolo” di conciliazione. «Siamo a conoscenza - dicono - che la
direzione intende a promuovere la mobilità delle otto dipendenti ipab che prestano servizio
presso Il Centro Diurno verso altri reparti e servizi. Questo a seguito della decisione di
attribuire la gestione di tale Servizio giornaliero all´Ipark, una “compartecipata”
nel cui consiglio di amministrazione siede anche l´ipab stesso. Si tratta di una
privatizzazione camuffata in quanto i dipendenti che prestano le loro funzioni in
questa azienda beneficiano di contratto privato (contratto Uneba), con salari
inferiori». E ancora: «Una privatizzazione, che negli ultimo anni le varie amministrazioni
ipab che si sono succedute hanno tentato di promuovere senza successo. E ora ci
riprovano».
Da qui la richiesta: «Crediamo che l´ipab Vicenza è un bene pubblico importante e come
tale va salvaguardato. Abbiamo più volte chiesto un incontro, nel merito, per iscritto e
telefonicamente, ma la direzione non ha mai voluto convocarci». Infine si rivolgono al
prefetto: «Alla luce di quanto esposto, le chiediamo un intervento dirimente rispetto alla
problematica illustrata a salvaguardia delle dipendenti ipab che dovranno subire la mobilità
verso altri servizi».
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VICENZA ANZIANI
Gazzettino 15 settembre
Le case di riposo dell'Ulss 3 scrivono a Zaia: più impegnative, o non ce la
facciamo
Bassano domanda ma Venezia, a tutt'oggi, non risponde. Parte dai piedi del Grappa un
dossier indirizzato al presidente della Regione, Luca Zaia, all'assessore alle
Politiche sociali Remo Sernagiotto ed al presidente della quinta Commissione
Leonardo Padrin. Una missiva indirizzata anche al sindaco Cimatti, al direttore generale
dell'Asl 3 Valerio Alberti oltre a vari altri personaggi del mondo della sanità. Tra i firmatari i
presidenti delle case di riposo di Cartigliano, Florindo Furlan, del centro anziani "Villa
Aldina" di Rossano Veneto, Ferruccio Campagnolo, di "Villa Serena" di Solagna, Giovanna
Sartori, del "Gaetana Sterni" di Bassano, Vilma Cristofani, del presidente-sindaco della
casa di riposo San Pio X di Valstagna, Angelo Moro, del coordinatore del "Centro servizi
istituto Palazzolo di Rosà", Rosalba Di Franco, e di quello del San Pio X di Romano
d'Ezzelino, Marco Mariano. E ancora dei presidenti della casa di riposo di Asiago, Vittorio
Frigo, e del centro di servizi I.S.A.C.C. di Bassano, Giancarlo Andolfatto Quest'ultimo, nella
folta schiera dei firmatari, è quello che gestisce la fetta numericamente più grossa di
utenti.
La richiesta riguarda la programmazione del fabbisogno della residenzialità
extraospedaliera per l'area anziani nel nostro territorio.
Presidente Andolfatto, perchè questa lettera abbastanza dura nei termini?
«Tutti noi firmatari siamo fortemente preoccupati.
La nostra preoccupazione riguarda la sopravvivenza dei nostri stessi servizi,
in particolare di quelle strutture che non hanno assicurata la dotazione di impegnative di
residenzialità in ragione degli ospiti non autosufficienti».
Quanti sono gli ospiti presso questi centri di servizio?
«Sono oltre 250 quelli privi dell'impegnativa regionale di residenzialità. E questo
finisce col generare grosse difficoltà nelle strutture più piccole».
Ma vi sono anche altre preoccupazioni legate allo stanziamento dei fondi.
«Sicuramente e queste riguardano la copertura delle maggiori spese sostenute dalle
famiglie per i propri familiari ospitati privatamente presso i Centri di servizio nell'anno
2011».
Come si muove il territorio nell'ottica di dare assistenza adeguata ai bisognosi?
«Il nostro territorio, da sempre, è attento alle problematiche delle persone in
situazioni di bisogno e degli anziani in particolare. Le nostre realtà si sono attivate nel
tempo, sin dal 1843, nel costruire e gestire strutture utilizzando fondi delle nostre
Comunità ed in qualche caso anche dei lasciti».
In questa chiave come si muove la Regione?
«La Regione del Veneto ha calcolato il fabbisogno di residenzialità per persone anziane
non autosufficienti, per l'anno 2007, sulla base di parametri esclusivamente demografici,
legati alla distribuzione della popolazione anziana nel Veneto senza tener conto di altre
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variabili importanti quali la distribuzione sul territorio di strutture residenziali e la capacità
ricettiva di queste ultime aperte non solo ai residenti dell'Ulss ma anche ad anziani
provenienti da Ulss diverse e fuori Regione».
Quali le vostre richieste?
«Dobbiamo fare una premessa e cioè quella che gli utenti privi di impegnativa
saranno costretti a pagare anche la quota spesa a rilievo sanitario con costi
giornalieri impossibili da sostenere. Ma vi sarà anche l'impossibilità di poter
inserire, per motivi economici, ospiti non autosufficienti. Tutto questo se non vi
dovesse essere un aumento del numero di impegnative in dotazione all'Ulss 3 e se
non verranno presi in considerazione i reali bisogni del territorio».
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VICENZA DISABILI
Giornale di Vicenza 13 settembre
Sorriso offre da 25 anni attività estive alle persone con disabilità
I disabili intonano: "i migliori anni della nostra vita". Si è chiuso con la tradizionale festa,
organizzata nella parrocchia di San Paolo, il periodo di lavoro dell´associazione
vicentina "Sorriso", che da oltre 25 anni si prende cura delle persone più
sfortunate nelle ultime due settimane di agosto. Già il nome del centro, "Sorriso"
appunto, dice quanto sia importante per queste persone, circa una quindicina, trascorrere
del tempo con pazienti volontari che trovano il modo e le idee per divertirsi insieme. Il
centro estivo si prende in particolare cura di quelle persone portatrici di
disabilità nel periodo in cui i Ceod vanno in ferie.
L´associazione, presieduta da Caterina Zoico, si avvale della disponibilità di alcuni
volontari, che per due settimane trovano il modo di far sorridere i disabili. Quest´anno i
volontari erano cinque. «Abbiamo impegnato le giornate con tante attività:
principalmente li abbiamo fatti dipingere, colorare, cantare. Queste persone amano molto
il canto», ha spiegato la giovane volontaria Lucia Rigon, coadiuvata da Giulia Lorenzin e
Monica Antonello, che ha sottolineato l´affetto e la costanza di Giordano Pittarlin, «un
ragazzo che vive in comunità e da quando esiste il l´associazione "Sorriso" ha partecipato
tutti gli anni ai centri estivi».
Ogni anno viene proposta una festa a tema, alla quale partecipano anche le famiglie e gli
amici. Nella sala parrocchiale di San Paolo è andata in scena una ricca rappresentazione
intitolata “i migliori anni della nostra vita". «Con il nostro aiuto hanno cercato canzoni, film
ed altri simboli tra gli anni Cinquanta e Novanta»
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Giornale di Vicenza 14 settembre
La coop 81 è in difficoltà e taglia gli stipendi per resistere
MONTECCHIO La Cooperativa 81 è in affanno. L'associazione di impegno solidale che
ha sede in via Madonnetta, e che da trent'anni opera sul territorio favorendo l'integrazione
sociale e lavorativa tra disabili e non, risente pesantemente della crisi e cerca di
correre ai ripari con metodi finora impensabili, come la rinuncia a parte della
retribuzione de parte dei soci. Pur di salvare i posti di lavoro e continuare a rinnovare i
contratti a tempo determinato senza compromettere la sicurezza lavorativa di nessuno dei
suoi 40 dipendenti, di cui 15 disabili, il Consiglio di amministrazione ha deciso di
intervenire in maniera realistica e nell'ultima assemblea ha informato i lavoratori delle
difficoltà economiche in cui versa la struttura. Per cercare di risolverle ha proposto loro di
rinunciare in parte o a tutta la tredicesima, ad una settimana di ferie e alle ore di
straordinario, che verranno considerate come ore di volontariato, e ritoccare la
retribuzione in base all'effettiva mansione svolta salvaguardando i livelli
retributivi più bassi. «Tutti i dipendenti hanno accolto le nuove direttive con la
consapevolezza che un sacrificio equo può risollevare le sorti della cooperativa e tutelare
gli individui più deboli, in linea con lo spirito solidale che da sempre caratterizza la nostra
associazione - spiega Giovanni Dolcetta, nuovo presidente della Cooperativa81 - rispetto
allo scorso anno, che abbiamo chiuso con il bilancio in leggero utile e con buone
prospettive di lavoro, mentre nei primi 5 mesi del 2012 abbiamo accumulato una
perdita di 82 mila euro con una chiusura in pareggio del mese di maggio e pochi ordini
all'orizzonte». Dolcetta ha aggiunto che «siamo un'azienda terzista e se il lavoro
diminuisce per le aziende committenti, che da sempre ci sostengono affidandoci i lavori, e
per gli enti pubblici che, a seguito dei tagli imposti dal governo, sono costretti a
risparmiare persino sulla manutenzione del verde, le conseguenze ricadono anche su di
noi». Fondata il 5 marzo del 1981 grazie all'iniziativa di 12 volontari, la cooperativa lavora
per conto di aziende private ed enti pubblici svolgendo lavori di assemblaggio di minuterie,
copisteria industriale, cura e manutenzione del verde cittadino, servizi assistenziali,
laboratori di botanica e, da un paio d'anni, si occupa della gestione di un'autofficina. «Le
nuove disposizioni saranno attuate se la situazione non dovesse migliorare - conclude
Dolcetta -. A breve faremo un'ulteriore verifica di bilancio e in base ai dati che ne
risulteranno decideremo, in comune accordo con i dipendenti, come procedere. Intanto
punteremo ad aumentare la vendita degli ortaggi, dare risalto alla viticoltura e alle sedute
di ippoterapia per disabili della fattoria didattica di Brendola e potenziare l'autofficina».
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VICENZA INFANZIA
GdV 12 settembre
Posti vuoti nei nidi pubblici e paritari di Thiene
THIENE La crisi si fa sentire anche nei servizi ritenuti finora intoccabili. E così per la prima
volta gli asili nido comunali si ritrovano con posti vuoti. Non era mai accaduto nella
storia delle due realtà cittadine; semmai il problema era di trovare posto mettendosi in
coda per le liste d´attesa. Le iscrizioni all´Aquilone in via PioXII e all´Arcobaleno in via
Divisione Julia sono gestite dal Comune in maniera unitaria. «Il calo è iniziato un paio di
anni fa», spiega Marta Maculan, capo dell´ufficio servizi alla Persona e alla Famiglia del
Comune di Thiene. «Per la prima volta, però, risultano dei posti vuoti e quest´anno
partiamo con un numero ridotto di bimbi. Sicuramente la mancanza di lavoro è una delle
cause fondamentali di questa difficoltà, anche se può giocare un ruolo fondamentale la
concorrenza di strutture private più vicine dal punto di vista logistico, più flessibili nell
´orario di accoglienza dei bimbi e, in certi casi, anche meno costose.
A confermare la tendenza del calo delle iscrizioni anche Antonio Carollo,
presidente del comitato di gestione della scuola dell´infanzia e nido integrato
della parrocchia di San Vincenzo. «A luglio, ultimo mese di apertura, avevamo 22
bimbi iscritti al nido. Ad oggi sono solo 18. La cosa, tuttavia, ci preoccupa fino ad un certo
punto perché le iscrizioni avvengono anche durante l´anno. L´offerta che proponiamo si
sviluppa esclusivamente sul tempo pieno. Non possiamo fare altrimenti se vogliamo
mantenere nei limiti i costi di gestione. Il tempo parziale sarebbe troppo oneroso, visto
che il costo del lavoro incide per un buon 75% sul totale».
Anche l´assessore ai servizi alla Persona e alla Famiglia Maurizio Fanton sottolinea che la
situazione non è delle migliori. «Sicuramente l´asilo nido è una spesa che non tutti
possono permettersi, ma stiamo monitorando la situazione per trovare delle soluzioni
adeguate. Intanto abbiamo reso stabile il contributo annuale straordinario di 35
mila euro destinato ai nidi privati inserito solo “una tantum” dall´Amministrazione
precedente». Secondo l´osservatorio privilegiato dell´assessore, infatti, sono in aumento
le richieste di aiuto da parte di cittadini che perdono il lavoro e non riescono più a far
fronte alle spese mensili. «Si fa fatica a dare una mano perchè c´è un certo orgoglio
personale nell´accostarsi agli uffici comunali. La nostra sensibilità come Amministrazione
ci porta a voler aumentare le possibilità di aiutare chi si trova in difficoltà, con una
particolare attenzione alle famiglie»
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VICENZA SOCIALE
GdV 14 settembre
Ulss 4: contro il gioco patologico Progetto Jolly di Fondazione San Gaetano e Sert
Febbre da gioco: mentre il governo prende tempo, a Schio è allarme sociale.
Sono 101 i casi finora trattati dall´ulss 4, di cui un terzo risiede in città, ma la dott.
Lorena Bergozza, responsabile della sezione gioco patologico del Sert, ritiene sia solo la
punta dell´iceberg.
Della questione si è occupato anche il Consiglio comunale, a seguito di una mozione
presentata dal Popolo della libertà, sul gioco d´azzardo nei locali pubblici e, all´unanimità,
si è deciso di delegare l´approfondimento alla commissione.
Una risposta concreta arriva col progetto “Jolly”, che mira ad aiutare i giocatori
compulsivi a dire basta, prima che l´ossessione per l´azzardo divori, un euro dopo l´altro,
la loro esistenza.
Partirà mercoledì ed è basato sulla terapia di gruppo, già utilizzata con successo per
superare alcolismo e tossicodipendenza.
Ma, per la prima volta nel campo del gioco patologico, vedrà la collaborazione tra soggetti
pubblici e privati per consentire maggior continuità del trattamento e un presidio
permanente.
L´accordo è stato stipulato tra il Sert e la fondazione San Gaetano, che gestisce
oltre venti strutture di recupero da dipendenze.
Il progetto è una risposta ad un´urgente esigenza del territorio, ma mira anche a
diventare un modello per la sanità regionale.
Il gioco patologico infatti non rientra ad oggi nel livello essenziale di assistenza assicurato
dal servizio sanitario nazionale, pur essendoci tre milioni di italiani a rischio dipendenza.
Il Sert si occuperà delle valutazioni preliminari e dell´apertura delle cartelle cliniche.
La fondazione ha messo a disposizione uno psicoterapeuta ed un educatore che
condurranno gli incontri settimanali, oltre ad una sede idonea a garantire la privacy dei
partecipanti.
Periodicamente l´equipe si riunirà per esaminare i progressi nella terapia.
«Sono 101 le cartelle cliniche aperte in tutto l´Alto vicentino dal 2004 - spiega Bergozza di queste 28 riguardano scledensi. Ma i numeri mostrano solo la punta di un fenomeno
dilagante come la cosiddetta “ludopatia”».
«Nella nostra struttura - aggiunge - arrivano soprattutto casi dove la dipendenza ha già
raggiunto le estreme conseguenze.
Le cure hanno successo nel 90 per cento dei pazienti, anche se il percorso può essere
molto lungo.
E come ogni dipendenza anche quella da gioco lascia cicatrici che rimarranno per tutta la
vita».
Il progetto Jolly, invece, mira a fornire aiuto alle persone con problemi di gioco
compulsivo prima che questi portino al tracollo personale, relazionale e
finanziario.
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Per garantire un´azione terapeutica efficace il gruppo accoglierà un massimo di 15
persone, ma i responsabili assicurano che, se le richieste supereranno questa soglia,
saranno messe in campo risorse per farne partire un secondo entro breve.
Per ogni informazione è stato istituito un numero verde: 800 80 22 00.
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VICENZA SANITA'
Giornale di Vicenza 14 settembre
La Ulss 6 tagluia e chiede sconti ai fornitori
Intanto il direttore generale Antonio Alessandri per cercare di tagliare i 10 milioni a cui è
obbligato dalla legge sulla spending review ha spedito 700 lettere a tutti i fornitori dell
´Ulss per chiedere la riduzione del 5 per cento sugli importi contrattati per il
2012. Tutti (o quasi) hanno risposte picche. Gli uffici stanno anche completando le
verifiche dei contratti stipulati nei mesi scorsi. Se si trovano cifre che superano del 20 per
cento quelle indicate come standard dal ministero l´Ulss ha la facoltà di rescinderli e di
rivolgersi a un altro fornitore che offra condizioni più convenienti. La prima ondata di
queste economie forzate toccherà il settore dei beni e servizi generali: in primis pulizie,
lavaggio biancheria, consumo di energia elettrica. La parola d´ordine è ridurre i volumi. I
problemi si pongono su alcuni servizi in cui i prezzi sono già bassi per cui non è facile
tagliare.
«Per il riscaldamento - spiega Alessandri - fruiamo di una ditta convenzionata con la
Consip, la Prima Vera di Milano. Per la manutenzione abbiamo un contratto con la
Manutencoop, e i costi sono contenuti. Per il calore abbiamo aderito alla gara fatta dall
´Ulss 5 risparmiando 500-600 mila euro l´anno. Come mensa siamo fra le Ulss del Veneto
che spendono di meno. Un esempio ? Da noi a Vicenza il vitto di una giornata di degenza
costa 11,5 euro, a Padova 14. Vedremo di ridurre le scelte dei piatti ma di più non si potrà
fare. Le stesse cooperative sociali hanno prezzi bassi. Molte di loro sono preoccupate,
come sono in difficoltà i sindaci. Se si taglia ancora sulla spesa sociale per disabili e
anziani non potranno garantire più i servizi». Non tutto, però, è ancora certo. «Io e
tutti gli altri direttori generali - dice Alessandri - abbiamo sollecitato il nostro coordinatore
Alberti a promuovere un incontro con l´assessore Coletto e il segretario Mantoan per
avere chiarimenti sulle aree dove risparmiare. Vogliamo sapere se disapplicando la
spending review si va incontro a responsabilità contabili».
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