Sextiger - Paws `N` Stripes

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Sextiger - Paws `N` Stripes
Sextiger - Paws ‘N’ Stripes
Lunedì 23 Febbraio 2009 21:22 - Ultimo aggiornamento Venerdì 05 Aprile 2013 10:31
Sinner, assolutamente Sinner, fortissimamente Sinner! Vengono dalla Germania i Sextiger nel
nome venerato di Mat Sinner; una squadra di calcio (danzatrici comprese), un ensemble di 12
elementi per una proposta che ne avrebbe richiesti 3 scarsi: rock ‘n’ roll! Primo album
(auto)pubblicato – solo su vinile – “Bad Boys Of Rock ‘N’ Roll” nel 1989, segue un live nel 2003
e “No Poddles” nel 1994, fino a questo “Paws ‘N’ Stripes”, inizialmente pubblicato come
“Electric Tigerland” (titolo che avrei volentieri visto confermato). Incuranti dell’indifferenza del
music biz nei loro confronti, i Sextiger navigano da tempo tra alti e bassi dell’industria
discografica dando alle stampe il proprio materiale e credendo fermamente nel mito del rock.
Immagino che un ascoltatore abituale di band come Dream Theater o Shadow Gallery potrebbe
usare questo dischetto unicamente come sottobicchiere o specchietto riflettente per gli
autovelox; riffoni basici, ritmiche in quattro rigorosissimi quarti, sequenza /strofa /ritornello
assolutamente da manuale, melodie smaccate, tutto secondo copione. Eppure la forza dei
Sextiger è anche questa, convinzione, grinta, efficacia, divertimento, semplicità, a testimonianza
di una mentalità appartenuta a tanti grandi del passato e del presente, vedi AC/DC o Ramones.
“Paws ‘N’ Stripes” pare un’emanazione sinneriana più spostata verso il rock e meno succube
delle recenti release simil Primal Fear; in particolare nelle songs in lingua madre affiorano
anche eco dei Breslau (punk rock band che vide tra le proprie fila Jutta Weinhold!). I Sextiger
fondamentalmente sono una party band in chiave crucca. Alle vocals si alternano 3 singer
(anche una donna), 4 chitarristi, due batteristi, un bassista e due ballerine, una comune tutta
sesso, birra e rock. Il tris d’apertura, “Bad Religion”, “True Evil” e “If It’s Too Loud” è Sinner
sound al 100%, con le successive “Dance With Me” e “Suck It Baby” ci spostiamo sensibilmente
dalle parti di Elvis, e sostanzialmente l’alternanza del disco e tutta qua, sintetizzata in un lotto di
canzoni assolutamente piacevoli il cui grande merito è farsi ascoltare con la facilità con cui si
beve un bicchier d’acqua. I Sextiger sono quanto di più canonico e stereotipato possiate sentire
in circolazione e, benché i palati fini non siano disposti ad ammetterlo, questo è spesso
garanzia di divertimento.
1/1