con il patrocinio di ente promotore con il contributo di in

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con il patrocinio di ente promotore con il contributo di in
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ENTE PROMOTORE
IN COLLABORAZIONE CON
CON IL CONTRIBUTO DI
CON IL
PATROCINIO DI
VINTAGE
L'IRRESISTIBILE FASCINO DEL VISSUTO
Museo Del Tessuto Di Prato
8 dicembre 2012 / 30 maggio 2013
Il piano espositivo della mostra si sviluppa attraverso quattro nuclei tematici:
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La pratica dell’usato nella storia del costume
Usato come materia prima: la tradizione di Prato
Dall’usato al vintage, una questione di stile
Imitare il tempo: i degradi ”ad arte”
Le quattro sezioni tracciano idealmente i punti più significativi del percorso cha ha reso il vintage
una tendenza contemporanea universalmente riconosciuta e ben riconoscibile.
Nella prima sezione, al piano terreno del
Museo, una raffinata selezione di costumi e
manufatti antichi racconta della prassi di
riadattare capi e tessuti per dare loro nuova vita
e diversa funzione. In mostra reperti del Museo,
accanto ad abiti del Museo Stibbert e della
Galleria del Costume di Firenze, nonché del
Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari di
Roma.
Sorprendente il cuscino del corredo funebre del Vescovo degli Agli (Museo della Basilica
dell’Impruneta), realizzato nel Quattrocento con tecnica patchwork di incredibile modernità,
costituito da numerosi frammenti di stoffe differenti (lane, sete, lampassi, damaschi, velluti) e di
diversa provenienza come abiti, tappezzerie e lane domestiche che creano raffinati motivi
geometrici.
La seconda sezione, al primo piano, racconta il
ruolo centrale di Prato come capitale mondiale
della raccolta di abiti usati, reimpiegati per il
recupero delle fibre destinate ad alimentare
l’industria della lana rigenerata, attiva a Prato dalla
seconda metà del XIX secolo. L’epopea dello
straccio pratese è raccontata attraverso jeans
d’annata, capi militari e oggetti curiosi emersi dalla
cernita della moltitudine di indumenti raccolti, in un
ambiente che replica le suggestioni di un vero
magazzino pratese dell’usato, allestito con “balle”
(i tradizionali colli con i quali venivano stoccati gli
abiti usati), reperti in lana rigenerata e preziosi
contenuti multimediali: primo tra tutti un
preziosissimo documentario del 1967 messo a
disposizione dai RAI TECHE, nonché una serie di
interviste agli ultimi protagonisti di questa gloriosa
industria (ecologica ante litteram) degli stracci.
La mostra prosegue nella terza sezione, evidenziando come l’abito usato – reperito nei magazzini
di Prato come in tanti altri contesti di raccolta di questi materiali su scala globale – assuma il
significato di “divisa della protesta”, simbolo iconico dei movimenti giovanili: denim usurati e
uniformi personalizzate, il celebre eskimo, gli abiti folk ed i completi hippie carichi di valori culturali
e sociali, fino a documentare il crescente interesse che questo stile vissuto inizia a suscitare
presso i più geniali creatori dell’alta moda del periodo, come Yves Saint Laurent.
Interesse che presto diventa passione per alcuni pionieri del settore, dando vita alla nascita di
notevoli raccolte private a vere e proprie collezioni vintage, che affiancano alla loro origine
casual specializzazioni nel’ambito dell’abbigliamento militare, nel jeans, nell’etnico e in modo
sempre più ricercato nel settore dell’usato di lusso.
Archivi vintage raccontati in mostra attraverso capi di
Dior, Cardin, Balenciaga, Chanel anni Cinquanta e
Sessanta, mentre abiti di Valentino, YSL, Thierry
Mugler e Issey Miyake confermano come il
collezionismo privato guardi già con interesse alla
moda degli anni Ottanta e Novanta come oggetti
capaci di trasmettere il fascino del vintage.
L’attenzione sempre più evidente per il glamour, la
qualità e il potere evocativo di capi e accessori del
passato da parte del mercato e dai media, spinge
quindi le grandi maison a valorizzare il proprio
patrimonio di stile costituendo, quando possibile,
dettagliati archivi d’azienda e parallelamente
proponendo sul mercato riedizioni e nuove
interpretazioni di pezzi icona che hanno reso
celebre la storia delle maison stesse.
Il foulard Flora e la Bamboo
Bag per Gucci, le famose
calzature realizzate per il jet set
internazionale per Ferragamo,
la
celeberrima
Kelly
per
Hermès, le fantasie e le forme
fluide di Pucci fino ai tailleur e i
cappottini anni Sessanta per
Max Mara sono solo alcuni
esempi presenti in mostra a
testimonianza
di
questa
tendenza.
L’evoluzione e le originali interpretazioni di questa memoria dello stile trovano poi corrispondenza
nei significativi capi provenienti dalle collezioni Replica e Artisanal della Maison Martin
Margiela, che investe sulla capacità degli abiti sfuggire alle regole della couture facendoli vivere
più volte seguendo un personalissimo concetto di riciclaggio.
Trasversalmente
al
ruolo
del
vissuto
nell’abbigliamento, la quarta sezione della
mostra illustra inoltre come gli effetti originati
dal degrado delle stoffe abbiano esercitato sin
dal passato un fascino potente e inaspettato:
dai preziosi tessuti trattati da Mariano
Fortuny alle più attuali lavorazioni dove usure,
tagli, macchie e decolorazioni caratterizzano
tessuti di produzione pratese e capi di
importanti brand come Stone Island, Massimo
Osti e Marithé e François Girbaud; in mostra
anche un intervento creativo firmato Antonio
Marras su un capo militare originale della
seconda guerra mondiale.
La celebrazione del vintage come vero e proprio fenomeno di costume - che ha conquistato
oggi celebrities e fashion people, giovanissimi trend setter e gente comune - è affidata in
conclusione del percorso espositivo ad un suggestivo gioco di macroproiezioni di première, grandi
eventi internazionali, fiere ed esposizioni a tema vintage, nonché istantanee di vita quotidiana da
ogni parte del mondo.
Questa incredibile passeggiata nell’evoluzione dello stile vintage è stata possibile grazie alla
collaborazione con A.N.G.E.L.O. Vintage Clothing, uno degli archivi vintage italiani più rilevanti e
documentati, nonché alla disponibilità di prestigiose case di moda come Gucci, Salvatore
Ferragamo, Pucci e Max Mara e dell’Archivio Massimo Osti.
ORARIO MOSTRA
Da martedì a venerdì 10.00 – 18.00; Sabato e domenica 10.00 – 19.00
BIGLIETTI
Intero € 8,00; Ridotto € 6,00; Ridotto speciale € 5,00
Biglietto RIDOTTO per le scuole € 4
Per le prenotazioni contattare:
MUSEO DEL TESSUTO
Via Puccetti 3 PRATO
TEL. 0574-611503
[email protected]
vintage.museodeltessuto.it