Questo viso non mi è nuovo
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Questo viso non mi è nuovo
DI GIGI VESIGNA È l’ultima moda del cinema Usa: prendere i vecchi, gloriosi telefilm per trasformarli in nuovi film CHE DIFFERENZA C’È TELEFILM 쎲 Prodotto per il piccolo schermo, che si dipana in episodi, proponendo brevi e serrati racconti che a volte si concludono, a volte invece rimandano alla settimana successiva. Il termine telefilm è italiano. Negli Usa si chiamano tv series. SOAP OPERA 쎲 Alla lettera significa opera-sapone, perché nacque alla radio negli anni Trenta e i primi sponsor furono tutti produttori di saponette. Passata alla Tv, si caratterizza per la sua programmazione, negli Usa rigorosamente pomeridiana. Le puntate sono centinaia e realizzate a romanzo d’appendice: per questo spesso si sovrappone alle telenovelas, che sono di origine sudamericana. Il record di soap appartiene a The guiding light (nella versione italiana Sentieri), che cominciò proprio alla radio nel 1937 ed è arrivata ai giorni nostri (1.000 puntate). In Italia le soap più viste sono “nostrane”: Un posto al sole, Vivere e Centovetrine. SIT-COM 쎲 È la contrazione di situation comedy. È un genere basato su episodi brevi, [CINEMA E TV] spesso girati in interni, con dialoghi rapidi e divertenti. La sit-com italiana più apprezzata è Casa Vianello. FICTION 쎲 Alla lettera finzione. Una storia che, pur inventata, si ispira a una realtà possibile. Le storie variano dal genere drammatico a quello sentimentale, poliziesco, social-politico. È figlia del teleromanzo, genere che, agli albori della nostra Tv, tradusse in immagini i classici della letteratura, in primo luogo italiana (I promessi sposi). Oggi la fiction è un vero e proprio film, girato con le cineprese, a volte addirittura con i dialoghi in presa diretta. QUESTO VISO NON MI È NUOVO I ncredibile ma vero: cinema e tv, gli eterni rivali che si contendono ascolti e spettatori paganti, inaugurano a braccetto la stagione 2005/2006. Sugli schermi italiani, ma prima ancora su quelli statunitensi, sono programmati nei cinema Hazzard, che avevamo visto sul piccolo schermo nel 1979, e Vita da strega, kolossal con Nicole Kidman, l’attrice più pagata del momento. Vita da strega è, rispetto a Hazzard, un antenato, poiché in Italia andò in onda dal 1964 al 1972 per ben 254 episodi. È comunque il momento del telefilm: Sky nel solo settembre ne ha trasmessi 71, per un numero di puntate praticamente incalcolabile. E la Rai, soprattutto Raidue, riproporrà le due serie della Tv a pagamento che hanno avuto maggior successo: Desperate Housewives (storia di casalinghe inquiete che piace tanto alla signora Bush) e Lost, in cui alcuni super- stiti a un disastro aereo cercano di sopravvivere, mentre fra loro c’è chi li vuole tutti morti. Tornando ai due film citati all’inizio, Hazzard ha avuto matrici cinematografiche perché si è ispirato a un film con Burt Reynolds, Il bandito e la madama. Hazzard era la storia di una macchina potentissima, la Dodger Charger modello 1969, guidata in modo spericolato da due cugini, Bo e Luke Duke, che avevano i volti indimenticabili di John Schneider e Tom Wopat. Lottavano contro la giustizia corrotta e le loro corse in automobile erano indimenticabili. Il film non è forse all’altezza dell’originale, ma la simpatia non manca ai nuovi cugini, gli attori Sean William Scott e Johnny Knowville. Vita da strega invece era ispirato a un film del grande René Claire, Ho sposato una strega, con Veronica Lake. La storia era quella di una simpaticissima streghetta (Samantha, interpretata da Elizabeth Montgo- mery) che per amore del marito, pubblicitario di successo, cerca di frenare i suoi poteri ma, osteggiata dai genitori, finisce per combinare un sacco di esilaranti guai. La moda di trasferire al cinema i grandi telefilm del passato (sono già stati prodotti Hulk, Starsky e Hutch, due episodi di Charlie’s Angels, S.W.A.T. Squadra speciale anticrimine, un poliziesco tutto azione in Tv dal 1975) ha precise ragioni commerciali. Chi era ragazzo negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, quei telefilm se li guardava tutti. Ma non se li perdevano nemmeno i genitori, ora nonni: tre generazioni, dunque, per un target vastissimo, targato nostalgia. E allora, via con i remake dei più celebri telefilm (la parola telefilm, tra l’altro, è un neologismo italiano, mentre in origine si chiamano tv series) che, prudentemente modernizzati, assicurano sale piene e segnali di ripresa del cinema. Attualmente a Hollywood (o dovunque si fa cinema in Usa) si lavora alle sceneggiature o addirittura già alle riprese dei nuovi (tele)film. In cima ai probabili campioni di incasso, c’è 씮 “ ” Chi era ragazzo negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta quei telefilm se li guardava tutti. Ma non se li perdevano nemmeno i genitori A sinistra: Tom Selleck nei panni di Magnum, che l’attore tornerà presto a indossare per il cinema. Qui accanto: Larry Hagman e altri protagonisti di Dallas CLUB3 37 NOVEMBRE 2005 [CINEMA E TV] I protagonisti di Hazzard come telefilm (nel tondo, John Schneider e Tom Wopat) e quelli del film omonimo (sotto, Sean William Scott e Johnny Knowville) succedere. Tre film campioni d’incassi in mezzo mondo. Dalla Florida di Miami Vice alla torrida California per la traduzione in pellicola di Chips, sul piccolo schermo nel 1977. Ancora una coppia, Francis Poncharello (Eric Estrada) e Jonathan Baker (Larry Wilcox), poliziotti spericolati che a bordo di due Harley Davidson Electra Glide della California Highway Patrols (da cui deriva il titolo della serie), compiono spericolate imprese. Così spericolate che Estrada, che girava senza controfigura, ebbe uno spettacolare incidente e per poco non ci lasciò la pelle. I nuovi Chips sono Matthew Perry, il Prima di diventare Magnum, Tom Selleck aveva Qui sotto: Cameron Diaz e le altre Charlie’s Angels della recente versione cinematografica a confronto con Sarah Fawcett e le Angels del vecchio telefilm 38 NOVEMBRE 2005 CLUB3 씮 l’edizione cinematografica di Miami Vice che nel 1984 , per oltre 110 puntate, lanciò un nuovo genere di “sbirri”, Don Johnson e Philip Michael Thomas. Vestivano Armani, correvano in Ferrari e la colonna sonora era costituita dai maggiori successi da discoteca del momento. Ora il regista Michael Mann, re dei film d’azione, ha scelto per i ruoli di Sonny e Rico due star di Hollywood, Colin Farrel e James Foxx, l’uno reduce dall’interpretazione di Alexander, l’altro nel giro degli Oscar dopo aver interpretato Collateral a fianco di Tom Cruise. Altro telefilm, altro successo, il già citato Vita da strega affidato appunto alla Kidman e ai suoi riluttanti genitori, Shirley McLaine e James Caine. Il tutto firmato dalla regina della commedia sentimentale, Nora Ephron, che ha realizzato Insonnia d’amore, C’è posta per te e Tutto può Chandler di Friends, altro serial molto amato dai giovani (ma non è un telefilm bensì una sit-com) e George Lopez, noto in Italia per una commedia brillante maldestramente intitolata Le donne vere hanno le curve. Altro telefilm, altro personaggio “icona” della Tv, Magnum P.I. (e Magnum è per tutti Tom Selleck), ingaggiato da un miliardario che non c’è mai per far la guardia alla sua fiabesca villa alle Hawaii e alla sua Ferrari. Strano destino quello di Selleck: prima di interpretare Magnum P.I. (le iniziali stanno per private investigator, investigatore privato) aveva rifiutato di interpretare Indiana Jones nel grande film poi affidato a Harrison Ford. Magnum però diede a Selleck tante soddisfazioni, lo lanciò nel cinema (esemplare l’interpretazione di In e Out) e ora gli ripropone il ruolo dell’investigatore con la camicia a fiori. George Clooney, interpellato per quel ruolo, ha subito rifiutato e siccome Selleck è ancora fisicamente integro, sarà lui a rivestire i panni coloratissimi di Thomas Sullivan Magnum, ex veterano del Vietnam che lascia la Marina per le Hawaii. C’era una volta A Team: nel 1983 rilanciò George Peppard e fece conoscere Mister T., enorme uomo di colore capace di qualsiasi sforzo fisico. A Team stava a significare “Serie A”, per rammentare come i membri di quel gruppo (dato per disperso in Vietnam) erano i migliori. Ora si sta riprogettando il telefilm per il cinema. Peppard non c’è più, ma Mister T., al secolo B.A. Baracus, ha già dato la sua disponibilità. Ora si dà la caccia al nuovo Peppard, che potrebbe essere Orlando Bloom, l’uomo elfo di Il signore degli anelli. Per tanti eroi un’eroina: chi non ricorda Linda Carter nello smagliante costume di Wonder Woman? Linda, che ha l’esclusiva dei diritti per i dvd della serie ed è anche consulente di eventuali riproposte del personaggio, arriccia il naso alle autocandidature di Sandra Bullock e Jennifer Lopez, ma sarebbe d’accordo se a vestire il suo A destra: la Kidman in Vita da strega e (sopra) Elizabeth Montgomery nel telefilm rifiutato il ruolo di Indiana Jones costumino fosse Catherine Zeta Jones (ma la signora Douglas è contesa da un altro progetto) e così ora si stanno esaminando le possibilità di Mischa Burton (giovane e bella protagonista di O.C., telefilm dei giorni nostri che va per la maggiore) e Katie Holmes, molto appoggiata quale fidanzata di Tom Cruise. Altro classico, altro film: qualcuno ricorderà L’uomo da sei milioni di dollari che nel 1974, interpretato da Lee Majors, allora marito di Farrah Fawcett, la più amata delle Charlie’s Angels, raccontava la storia di un astronauta che in un incidente nello spazio rischiava di essere smembrato. La Nasa lo guarisce, rendendolo però metà uomo e metà macchina. Ora si cerca di rendere meno drammatica la vicenda, così il ruolo di protagonista è stato offerto a Jim Carrey. Anche Baywatch diventerà un film: per ora ha detto sì solo David Hasselhoff, il bagnino dai pettorali d’acciaio, mentre si fa pregare Pamela Anderson. Visto il successo di Rex, telefilm tedesco trasmesso anche in Italia, si tornerà a riproporre Lassie (in video per oltre vent’anni), ora incaricato di difendere la sua famiglia adottiva composta dalla giovane Samantha Morton e da Peter O’Toole. Nei piani di produzione ci sono anche il ritorno di Rintintin e di Furia, prodotto nel 1950 e arrivato in Italia quasi dieci anni dopo. E adesso arriviamo al progetto più ambizioso e più atteso da chi si era appassionato agli intrighi della famiglia Ewing, quella del petroliere J.R., del fratello Bobby e di sua moglie Pamela, e della moglie di J.R., Sue Ellen, diventata tanto popolare che parecchie bambine nate negli anni Ottanta furono chiamate come lei. Naturalmente si tratta di Dallas, 363 puntate andate in onda con un successo planetario. Il personaggio di John Ross Ewing forse è stato il più odiato nella storia della tv, ma Dallas è ancora oggi tra i dieci programmi più visti di tutti i tempi. Rifare la saga degli Ewing è un rischio: il problema sarà scegliere gli attori e sintetizzare in due ore una storia lunga dieci anni. Per J.R. si era fatto il nome di Brad Pitt, ma su consiglio dello stesso Larry Hagman (il protagonista), sopravvissuto a un trapianto di fegato, si sta concretizzando la scrittura di John Travolta, mentre per Pamela si parla di Catherine Zeta Jones, che ha già fatto sapere di gradire. Il resto del cast è da definirsi ma il pro왎 getto è avviato. “ ” Il progetto più ambizioso: rifare Dallas. Ma come sintetizzare in due ore di film una storia lunga dieci anni? CLUB3 39 NOVEMBRE 2005