dove si trova adeane

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dove si trova adeane
DOVE SI TROVA ADEANE
Il nome Senegal deriva dall’espressione wolof “sunu gaal”, ossia le “nostre
piroghe”.
Il Senegal è situato nell’estrema punta occidentale del continente africano, tra
il Sahel a nord, la foresta tropicale a sud, e l’oceano atlantico a ovest.
Il paesaggio desertico che caratterizza la zona settentrionale del Senegal,
man mano che ci si sposta verso il centro si trasforma in savana arborea
disseminata di acacie, di baobab secolari e di mangrovie.
La parte meridionale del paese è invece caratterizzata dalla foresta tropicale
con fromagers, palme, piante di mango e di karité, papaye, noix de cajou e
tante altre piante tipiche del paesaggio tropicale.
I fiumi più importanti sono il fiume Senegal che segna il confine settentrionale
con la Mauritania, il fiume Saloum a sud di Dakar celebre per le sue acque
molto pescose, il fiume Casamance che scorre nell’omonima regione situata
nella parte meridionale del Senegal, il fiume Gambia che nasce dal massiccio
del Fouta Djalon in Guinea e attraversa il Senegal e la Gambia.
La temperatura dell’Oceano in prossimità della costa varia da 24 a 30 gradi
nella stagione delle piogge, e da 19 a 28 gradi nella stagione secca..
Adeane si trova nella regione geografica del Senegal meridionale, tra il
Gambia e la Guinea Bissau, estesa sul fiume Casamance, divisa tra bassa
Casamance (regione Ziguinchor) e alta Casamance (regione Kolda)
Il fiume Casamance, lungo più di 300 Km, è la risorsa di vita di questa regione
meridionale del Senegal.
La regione è invasa dai "marigots" (Braccia morte di un fiume), da canali e
ruscelli. Questa rete idrografica, le precipitazioni violente della stagione delle
piogge e la temperatura (a volte superiore a 35°) contribuiscono a fare della
Casamance la regione agricola più ricca del paese.
Ziguinchor, è la capitale della Casamance, porto fluviale sul fiume
Casamance, fu fondata nel 1645 da marinai e commercianti portoghesi.
Ceduta alla Francia nel 1886, divenne un centro commerciale e agricolo molto
prospero (arachidi). Capoluogo della Casamance, con una popolazione di 200
000 abitanti circa, Ziguinchor è allo stesso tempo il punto di partenza di circuiti
turistici.
ECONOMIA
L’economia è basata soprattutto sull’agricoltura, l’allevamento e la pesca.
Quasi il 60% della popolazione si dedica all’agricoltura e all’allevamento.
Le colture alimentari sono: miglio, riso, sorgo, mais, palma da olio, datteri,
alberi fruttiferi, bissap, gombo, noix de cajou, peperoncino.
Le colture di rendimento sono: l’arachide, le piante da orto, i frutti.
La monocoltura dell’arachide, introdotta in epoca coloniale e portata avanti
dalle politiche agricole senegalesi, è oggigiorno la coltivazione di rendimento
per eccellenza malgrado i tentativi di variare il tipo di coltura.
Le industrie sono soprattutto concentrate nella regione di Capo Verde, e
vicino alla capitale Dakar. Le risorse minerarie sono rappresentate dai fosfati
estratti nella regione di Capo Verde. L’estrazione del sale è un’altra risorsa
mineraria.
Il Senegal esporta principalmente: l’arachide ed i suoi derivati, i prodotti della
pesca, i fosfati ed i suoi derivati, il sale. Le importazioni riguardano i prodotti
petroliferi, i cereali, i prodotti alimentari, i beni di consumo.
Sia la pesca che l'allevamento familiare ovino, bovino e di animali da cortile e
eventualmente suino fanno da complemento alle coltivazioni per fornire
nutrimento di sussistenza.
Tutte le famiglie contadine della zona, svolgono attività agricole su cui si
regge l’azienda familiare, attività necessarie al sostentamento della famiglia e
legate alle tradizioni della zona.
Un fattore sempre più importante che influenza l’economia del paese riguarda
le rimesse provenienti dalla diaspora senegalese nel mondo.
Diverse ricerche stimano che il flusso finanziario generato dall’emigrazione
senegalese all’estero, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, è pari alla
quantità di aiuti della cooperazione internazionale.
Queste rimesse rappresentano una risorsa rilevante a livello microeconomico,
in quanto raggiungono direttamente le famiglie che vivono nelle aree rurali e
urbane. Esse vengono impiegate per i consumi primari, per le attività di
carattere produttivo, ma anche per lo sviluppo del capitale umano attraverso
la spesa per l’istruzione e la salute. Le rimesse contribuiscono dunque alla
riduzione della povertà e allo sviluppo del paese, incrementando un’attività
produttiva che parte dal basso e che favorisce la microeconomia e la gestione
famigliare delle risorse.
Molte delle attività economiche che alimentano questa produttività dal basso
sono gestite da donne che in modo intraprendente si sono imposte
nell’economia senegalese.
Esse hanno il monopolio di diverse attività commerciali, e molte di loro sono a
capo di iniziative innovative che favoriscono lo sviluppo locale e la produzione
di risorse economiche per l’intero paese.
LA PESCA TRADIZIONALE
La pesca costituisce prima di tutto un’importante risorsa alimentare ed
economica per il paese e poi un’attività sportiva. La pesca è stata fin dai tempi
antichi una delle attività più praticate. Su tutta la costa, dalla frontiera con la
Mauritania a nord alla frontiera con la Guinea Bissau a sud, la presenza
costante di piroghe di pescatori dimostra come questa attività è onnipresente
in Senegal.
Le piroghe usate dai pescatori sono solitamente fatte con il tronco dei
fromager. I pescatori possono rimanere giorni in mare aperto con queste
imbarcazioni in cerca di pesce che vendono al loro ritorno alle donne che
aspettano sulla spiaggia e che a loro volta rivendono nei mercati locali.
In Senegal esistono ben tre diversi tipi di ambienti acquatici: il mare, il fiume,
e l’acqua salmastra tra le isolette di mangrovie della regione del Sine Saloum
e della Casamance. Le mangrovie sono piante legnose che crescono sui
litorali bassi delle coste marine senegalesi, periodicamente sommerse dalla
marea.
L'ATTIVITA' INDUSTRIALE
Il settore industriale ha ricevuto un impulso allo sviluppo solo dopo
l'indipendenza del paese, dato che durante la dominazione francese la
produzione del Senegal rea limitata all'estrazione di materie prime da
scambiare con semilavorati o prodotti finiti provenienti dalla Francia.
La maggior parte delle industrie è oggi concentrata sulla costa, in particolare
nell'area di Dakar dove si trovano il 90% degli stabilimenti.
Le industrie più' attive sono quelle legate alla pesca e alle attività agricole
(stabilimenti e per la conservazione e l'inscatolamento dei prodotti,
zuccherifici) e quelle tessili, seguite dalle industrie chimiche e meccaniche.
I prodotti vengono inviati sui mercati internazionali dove tuttavia la
concorrenza è agguerrita e la domanda non sempre costante.
Il principale partner commerciale rimane la Francia, seguita da alcuni paesi
dell'Africa nera come la Mauritania, il Mali, la Costa D'Avorio e il Niger.
Le attività industriali in crescita sono: quella chimica, quella meccanica, quella
legata alla produzione di olio (prevalentemente di arachidi), quella per la
lavorazione della canna da zucchero e del sale marino.
Il sottosuolo fornisce fosfati, minerali di titanio, e recentemente sono stati
trovati giacimenti petroliferi.
IL GOVERNO
Il Senegal è una Repubblica Presidenziale a democrazia multipartitica.
La costituzione senegalese, promulgata nel 1963 e successivamente
modificata, stabilisce la separazione dei tre poteri e un sistema di chiaro
carattere presidenziale, recependo i diritti umani fondamentali e le libertà
basilari. Il potere legislativo è esercitato dall’Assemblea Nazionale i cui
membri vengono eletti ogni cinque anni. Pur mantenendo una struttura
amministrativa centralizzata è in atto un processo di progressivo
decentramento politico amministrativo iniziato con il promulgamento della
Legge sul Decentramento del 1996 che rafforza le responsabilità e le
competenze delle Comunità Locali.
ETNIE
L’etnia predominante è l’etnia Wolof (36%). Le altre sono Serer (20%), Peul
(12%), Toucouleur (12%), Diola (7%). Il restante 14% è rappresentato da
etnie minoritarie quali Mandengue, Lebou, Mancagne, Manjack, Bainouk,
Balante. Il 95% della popolazione è di religione musulmana. Il rimanente 5%
è perlopiù di religione cattolica ripartita soprattutto sulla Petite Côte (M’bour) e
in Casamance.
In alcune zone come la Casamance, molti senegalesi (soprattutto Diola e
Serer) che si dichiarano musulmani o cattolici sono ancora legati a forme
tradizionali di religiosità.
La lingua ufficiale è il francese, parlato dal 20% della popolazione e la lingua
locale più diffusa è lo Wolof, parlato dall’80% della popolazione.
L’etnia Lebou è l’etnia dei pescatori. I Peul sono agricoltori. I Diola si trovano
nella Casamance e sono perlopiù cattolici. I Serer si raggruppano nella zona
del Sine-Saloum. I Mandingo si trovano nel Senegal orientale.
LA STORIA
I Diola, cacciati dai Mandinghi dell'impero del Mali durante la loro conquista
dell'ovest nel XIVesimo secolo, fondano regni lungo il fiume Gambia prima di
approdare la Casamance resa difficile d'accesso dalle sue paludi e dalla sua
fauna pericolosa. La strutturazione della società Diola in Casamance
cominciò nel XVesimo secolo. La risalita dello stesso fiume dai portoghesi fu
contemporanea (1457) .
Nel XVIesimo secolo, il Kaabu, stato mandingo del Nord della Guinea si liberò
della tutela maliana e divenne un potente regno guerriero su una parte della
Media-Casamance. Durante i tre secoli che seguirono, i Diola misero a
profitto la loro eccellente conoscenza di questo particolare territorio per
isolarsi dagli stranieri che non rappresentavano altro ai loro occhi che
violenza e morte.
Nel 1645, il portoghese Gonçalo Gamboa Ayala fondò la città deposito di
Ziguinchor, e la tratta degli schiavi la cui cattura fu affidata alle etnie bellicose
divenne una delle attività lucrative permesse dalla navigabilità del fiume.
É cosi che i diola furono perseguitati fino nella Bassa-Casamance dai
Mandinghi.
Nel 1838, i francesi fondarono la città deposito di Sedhiou per sfruttare
l'arachide e, in seguito, l'albero della gomma.
Nel 1886, la Francia, già impiantata a Karabane(1836) e a Sedhiou ricevette
Ziguinchor dal Portogallo, e si definirono i confini nel 1888 tra la colonia
francese del Senegal e la Guinea Portoghese (ora Guinea Bissau).
Il 10 Agosto 1889, l'Inghilterra abbandonò i suoi diritti sulla Casamance.
La resistenza delle etnie guerriere alla presenza francese necessitò una gran
vigilanza della potenza colonizzatrice, particolarmente all'est di Ziguinchor.
Le popolazioni diola, perseguitati da queste etnie, non diedero loro alcuna
assistenza. I diola, insorsero fin dal 1857 contro la presenza francese e
attaccarono Karabane nel 1858, uccidendo il capitano Protet (figlio
dell'ammiraglio) con una freccia avvelenata. Il capitano Protet, la cui tomba è
ancor'oggi visibile al cimitero di Karabane, fu seppellito in piedi.
La resistenza attiva tormentò i coloni fino al 1914 e non smise mai
completamente dopo.
Il nascere del movimento separatista per l'indipendenza e l'autonomia della
Casamance, ha generato un conflitto che ha portato a scontri violenti con le
forze senegalesi per decenni, fino alla fine del ventesimo secolo.
FAMIGLIA SENEGALESE
La famiglia tradizionale islamica senegalese è una famiglia allargata. Genitori,
zii, nonni, cugini, prozii, fratelli e sorelle vivono insieme. Una famiglia può
includere un intero villaggio. La cura e la crescita dei bambini è seguita da
tutti. Fin dall’infanzia, ai bambini, vengono date responsabilità e piccoli lavori
domestici da eseguire. Prima di iniziare le scuole elementari, dove viene
insegnato il francese, i bambini frequentano una scuola religiosa islamica
dove apprendono l’arabo e l’insegnamento del corano. Agli anziani viene dato
il rispetto e non vengono mai abbandonati nei momenti di malattia o nella
vecchiaia. Non esiste in Senegal un termine per tradurre casa di riposo o
ospizio. Gli anziani sono gli individui più importanti della famiglia, vengono
interpellati per le decisioni importanti e per i consigli, questo vale sia per le
donne che per gli uomini. In tutte le famiglie senegalesi, sia quelle che vivono
in città che quelle che vivono nei villaggi, il peso della tradizione è forte e si
ritiene che l’anziano è colui che permette il perpetrarsi dei valori e dei costumi
tradizionali, ed è per questo che va rispettato e tenuto sempre in
considerazione.
Un anziano non può mai essere contraddetto e i suoi desideri devono essere
in qualche modo sempre esauditi.
In Senegal esiste la poligamia, ossia il matrimonio tra un uomo e diverse
donne, questa unione è riconosciuta dalla legge che stabilisce un massimo di
4 mogli, anche se nei villaggi può capitare che il numero di spose sia
superiore. Questa legge però impone al marito un trattamento egualitario
delle consorti, in caso contrario esse possono tranquillamente separarsi e
interrompere il matrimonio. Nelle famiglie poligamiche i figli vengono educati e
cresciuti dalle diverse mogli, e ciò favorisce la coesione famigliare e
l’altruismo dei bambini, che fin da piccoli devono imparare a condividere i
beni. In una società come quella senegalese, formata da famiglie allargate, i
figli sono considerati una ricchezza, soprattutto per le popolazioni rurali che
vivono di agricoltura e di allevamento, avere numerosi figli equivale ad avere
più braccia per lavorare.
GRIOT
Il griot (menestrello o cantastorie) ha ancora parecchia importanza nel
Senegal odierno. La storia e la cultura dell’Africa sono tenute vive soprattutto
grazie ai racconti orali trasmessi di generazione in generazione. I griot sono
coloro ai quali è affidato il compito di perpetuare ricordi delle famiglie, dei
gruppi o dei villaggi. Il griot è insieme un musicista e uno storico specializzato
in genealogia e il suo ruolo passa di padre in figlio entro una ristretta cerchia
di persone. Grazie al griot ogni gruppo può tramandare la sua storia e la sua
filosofia di vita. Si dice che in africa quando muore un vecchio è come se
venisse bruciata un’intera biblioteca.
L'accompagnamento musicale nell’arte dei griots riveste un ruolo
particolarmente importante, egli, infatti, si avvale spesso di strumenti
tradizionali come la Cora, il balafon, e il sabar e in alcune circostanze può
avvalersi anche del canto. Molti griots contemporanei hanno sviluppato
soprattutto l'aspetto musicale di quest'arte tradizionale, ottenendo un
considerevole successo anche fuori dall’Africa.
MUSICA
Tante occasioni sono buoni pretesti per ballare e per suonare, e la musica è
un elemento onnipresente nella vita individuale e sociale dei diversi gruppi
etnici senegalesi. Essa fa da sfondo alle cerimonie che celebrano la nascita, il
passaggio all’età adulta, il matrimonio, ma anche la guarigione da determinate
patologie, infatti è spesso usata nei rituali terapeutici per facilitare la
comunicazione con le forze e gli spiriti soprannaturali.
Una particolare manifestazione contraddistinta dalla musica è la lotta
senegalese, uno sport tradizionale con una forte componente folcloristica e
musicale che coinvolge percussionisti, danzatrici e griots tradizionali.
Le innumerevoli forme musicali esistenti in Senegal fanno uso di strumenti
musicali costruiti con materiali locali come zucche, cuoio, legno, conchiglie,
corna di animali ... La musica senegalese è conosciuta nel mondo soprattutto
per il mbalax, uno stile musicale basato su un ritmo e su un modo particolare
di suonare le percussioni. È stato il cantautore senegalese Youssou N’Dour a
far crescere la popolarità del mbalax, mescolando strumenti tradizionali
senegalesi come il sabar e il tama a strumenti moderni europei come la
chitarra, il basso e la tastiera, creando così una miscela di musica moderna e
tradizionale, per un pubblico più eterogeneo.
Strumenti musicali tradizionali
Il Tama: è un tipo di percussione piccolo che il musicista piazza sotto il
braccio e che suona con una specie di bacchetta, il suono emesso da questo
tamburo cambia a seconda della pressione esercitata dal braccio del
musicista, ed è per questo motivo che questo strumento è stato
soprannominato tamburo parlante. Il tama è lo strumento tradizionale dei
wolof.
Il Sabar: è un tipo di percussione intagliato nel legno massiccio a forma di
mortaio e ricoperto solitamente di pelle di capra. Viene suonato a mani nude o
contemporaneamente con una bacchetta di legno. Questo strumento è usato
dai wolof per celebrare ogni tipo di avvenimento o cerimonia importante, o
semplicemente per ballare
Il Balafon: è una sorta di xilofono composto da una struttura leggera di legno
con delle lamine di legno di diverse dimensione ricoperte di cuoio che
appoggiano su delle calebasse anch’esse di diverse dimensioni e che fanno
da cassa di risonanza. Un balafon può produrre fino a 25 note a seconda
delle lamine che lo compongono. Questo strumento è tipico delle popolazioni
che abitano la Casamance, la regione meridionale del Senegal.
La Kora: è una sorta di arpa composta: da una grossa calebasse, una zucca
di circa 40 cm.
IL MOURIDISMO
L’ordine religioso dei mouridi conta parecchi seguaci fra il popolo senegalese.
E’stato fondato da Amadou Bamba M’backè (1853-1927) nato a M’backè
baol. Fu mandato in esilio in Gabon dall’autorità coloniale francese dal 1895
al 1902 e successivamente in Mauritania dal 1903 al 1907. Gli fu permesso di
stabilirsi a Tièyène nel 1912 a Diourbel dove morì. Attualmente la moschea di
Touba ,che si trova vicino a Diourbel è diretta dai suoi discendenti ed è la più
grande moschea di tutta l’africa occidentale. Ogni anno viene celebrato tra il
decimo e l’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del calendario
musulmano il più grande pellegrinaggio della confraternita dei mouridi il magal
(che significa viaggio di ritorno) per celebrare la partenza in esilio di Amadou
Bamba. Parecchi ritmi tradizionali senegalesi celebrano e cantano Bamba e
su parecchi muri di case negozi e uffici si può vedere dipinto Amadou Bamba
vestito con un mantello bianco o la moschea di Touba.
Nonostante l’esilio di Cheikh Amadou Bamba il mouridismo continuò a
crescere in modo esponenziale in Senegal e si creò addirittura un
sottogruppo, quello dei Baay Fall capeggiato da Cheikh Ibrahima Fall
(discepolo di Cheikh Ahmadou Bamba). I Baay Fall (Baay in wolof significa
padre e Fall è un cognome tipico) hanno una concezione particolare e liberale
dell’islam, vivono mendicando e lavorano per il loro capo spirituale. Capita
spesso di vederli per le strade di Dakar, solitamente in gruppo, vestiti con un
grand boubou (l’abito tradizionale) fatto di patchwork colorato e con i capelli
rasta.
FESTIVITÀ ISLAMICHE IN SENEGAL
Le feste in Senegal sono un occasione di ritrovo collettivo indipendentemente
dalla fede religiosa, proprio per questo motivo vengono festeggiate da tutti.
Le ricorrenze islamiche senegalesi hanno un significato sia spirituale sia
comunitario, sono celebrate con preghiere che ricordano e rendono omaggio
ad Allah, e con banchetti comunitari che rafforzano la coesione sociale e i
legami tra gli individui.
Ecco qui di seguito le principali festività islamiche senegalesi:
La Tabaski: è la festa del montone, quella che commemora il sacrificio di
Ibrahim (Abramo). Questa è una delle feste più importanti del Senegal,
durante la quale chi può permetterselo deve ripetere le gesta di Ibrahim
sacrificando un montone che viene consumato in famiglia e donato ai vicini e
agli amici. La data varia di anno in anno, si festeggia solitamente nel mese di
dicembre, circa settanta giorni dopo il Ramadan.
La Tamxarit: è il capodanno musulmano. Questa festa ricorda il giorno in cui
il profeta Muhammed arrivò a Medina dopo aver lasciato la Mecca dove era
stato perseguitato con i suoi compagni. Durante questa celebrazione si usa
mangiare il céré, il couscous locale fatto col miglio. Questo piatto viene
donato ai parenti, agli amici e ai vicini. Queste donazioni di cibo innescano
una serie di scambi reciproci che rinforzano i legami di parentela e la
coesione sociale. La sera della Tamxarit (solitamente nel mese di gennaio)
può capitare di assistere ad un curioso spettacolo, infatti la tradizione vuole
che i giovani uomini si vestano da donna, e che viceversa le giovani ragazze
indossino abiti maschili, e con questi travestimenti vadano di casa in casa
danzando e suonando a chiedere in dono cereali, dolci o soldi.
La Korité: è la festa che segna la fine del Ramadan, durante questo
avvenimento i musulmani si recano nelle moschee per celebrare la fine del
digiuno. Come le altre celebrazioni la data varia di anno in anno, ma il mese è
quello di ottobre. La tradizione vuole che in quest’occasione ci si vesta con
abiti nuovi, i bambini ricevano regali, e si vada a trovare amici, parenti e vicini.
LA SCUOLA
Ciclo di Studi
Durata
Età prevista
Superiori
3 anni
dai 17 ai 20 anni
Medie
4 anni
dai 13 ai 17 anni
Elementari*
6 anni
dai 7 ai 13 anni
Materna
3 anni
dai 3/4 ai 6/7 anni
*Scuola dell'obbligo. In Senegal, nonostante lo sviluppo delle strutture
scolastiche tra le migliori dell'Africa occidentale, rimane ancora molto elevato
il tasso di analfabetismo, che raggiunge in media il 59,8%. Si tratta di un dato
puramente teorico, che varia in base all’età, al sesso, alla regione, persino
all’etnia o al quartiere, nel caso di Dakar. Si può parlare del sistema scolastico
del Senegal come di una piramide rovesciata: notevole la qualità
dell'istruzione superiore, mentre ancora non molto sviluppata, in particolare
nelle aree periferiche o rurali, l'istruzione primaria.
Nonostante la politica di controllo dell'accesso alla scuola secondaria, diffusa
è la disoccupazione intellettuale e la formazione professionale è ancora poco
adattata alla realtà locale.
L'istruzione universitaria in Senegal è ben sviluppata, sia in ambito scientifico
che umanistico, ed è impartita nei 2 Poli Universitari principali: a Dakar presso
l’Université Cheikh Anta Diop ed a Saint-Loluis presso l’ Université GastonBerger. La percentuale degli studenti che accede all’Università non arriva al
10% degli studenti che intraprendono la carriera scolastica e si riduce ancor
più negli anni successivi di corso di laurea per diverse cause legate
prevalentemente alla difficoltà a coprire le spese del materiale di studio, di
vitto ed alloggio.
MEDICINA TRADIZIONALE
In Senegal la medicina tradizionale è molto diffusa e una parte molto
consistente della popolazione la usa per curare malattie e patologie di diverso
genere. La medicina tradizionale in Africa è “l’insieme di tutte le conoscenze,
che comprende: l’utilizzo di sostanze, di misure e di pratiche spiegabili e non,
basate sulle fondamenta socioculturali e religiose di una specifica comunità,
trasmesse di generazione in generazione, oralmente e per iscritto, ed
utilizzate per diagnosticare, prevenire o eliminare un disequilibrio del
benessere fisico, mentale e sociale”.
Le pratiche terapeutiche tradizionali riuniscono tutta una serie di competenze
e di saperi basati sulle conoscenze della natura, sulle teorie di cura,
sull’importanza dell’esperienza e dell’osservazione, sulla trasmissione
famigliare del sapere, nel tentativo di preservare la salute degli individui e il
loro rapporto con l’ambiente e la società in cui vivono.
ll terapeuta tradizionale è un istituzione per i senegalesi, si prende cura dei
malati e tenta di salvaguardare il loro benessere psicofisico, cercando di
capire da dove proviene il male e da che cosa è causato. Una delle piante
medicinali maggiormente usate in Senegal per la cura di malattie di diverso
genere è il Baobab.
IL BAOBAB
Il Baobab è un albero che resiste a temperature altissime.
Risorsa materiale per il popolo senegalese, il Baobab è simbolicamente
importante per tutte le popolazioni locali che lo considerano sacro e lo usano
in svariati modi.
Il termine Baobab deriva dall’arabo "buhibab", ossia il frutto dai molti semi.
I suoi frutti ovali contengono centinaia di piccoli semi avvolti da una polpa
bianca molto nutriente.
I senegalesi utilizzano diverse espressioni per designare questo albero:
Albero Magico: perché si ritiene che in esso risiedano gli spiriti protettori del
villaggio e per questo motivo non può essere abbattuto dall’uomo ma solo
dagli eventi naturali.
Albero Farmacista: perché le sue diverse parti sono usate per scopi
terapeutici nella medicina tradizionale.
Albero "à palabre": perché sotto l’ombra del Baobab avvengono le palabre,
ossia le riunioni dei saggi del villaggio per discutere dei problemi della
comunità o per prendere decisioni importanti.
Albero “al contrario”: perché sembra girato al contrario con le radici rivolte
verso l’alto, questo è dovuto alla scarsità delle sue foglie, sparpagliate su una
corona irregolare di rami.
"Pane delle scimmie": perché alle scimmie piacciono molto i frutti di questa
pianta. Il Baobab è molto longevo, si ritiene possa vivere fino a 6.000 anni.
Vista la sua longevità si dice che ospita gli spiriti degli antenati e permette agli
uomini di comunicare con il trascendente, facendo da tramite tra i vivi e i
morti, e tra il visibile e l’invisibile. Può arrivare fino a 25 metri di altezza e 12
metri di diametro, per questo motivo si ritiene che unisca la terra al cielo, in
segno di attaccamento culturale ai valori terreni e di apertura verso il cielo,
verso gli altri e verso il lontano. Il baobab è così l’emblema di una delle
caratteristiche della cultura senegalese, la Teranga, ossia l’ospitalità e
l’apertura che, secondo la tradizione, i senegalesi devono avere nei confronti
dell’ospite, dello straniero, del lontano e del diverso.
Uso delle diverse parti del Baobab
Questa pianta viene utilizzata in ogni sua parte e fornisce all’organismo un
importante apporto nutrizionale grazie alla forte componente di calcio, ferro,
lipidi, proteine e vitamine.
Radici: la polvere di radice secca serve per curare la malaria mentre l’infuso
di radice è usato nel bagno dei bambini per rendere la pelle più morbida e
levigata.
Corteccia: è ricca di ferro, serve per curare il mal di denti e le infiammazioni
dell’apparato digerente, ma anche per produrre cordame, cestini, reti, filo da
pesca, corde per strumenti musicali, fibre per tessuti, amache, stuoie ecc.
Tronco: i tronchi cavi possono essere impiegati come serbatoi di acqua, un
grosso albero può contenere fino a 9.000 litri di acqua.
Legno: leggero e spugnoso viene usato per costruire canoe leggere,
galleggianti per reti da pesca, piatti, vassoi ecc.
Foglie: sono simili ad una mano umana, possono essere consumate bollite
oppure seccate, polverizzate e inserite in zuppe e salse o usate come legante
nei cereali (lalo in wolof). Vengono utilizzate anche come foraggio per le
bestie durante la stagione secca. Le foglie sono ricche in minerali, proteine,
vitamina C e in zuccheri, sono usate come antiinfiammatorio per curare il mal
di pancia, l’asma, le malattie delle vie urinarie e del sangue, ed anche e per i
morsi di insetti e parassiti (ad esempio per l’espulsione del verme della
Guinea che s’infila sotto la pelle).
Frutto: ha una forma ovoidale di circa 30 cm di lunghezza e 15 cm di
diametro, contiene centinaia e centinaia di semi avvolti da una polpa bianca.
Ricchissimo in vitamina B e vitamina C (contiene 6 volte la quantità di
vitamina C presente in un’arancia) è un ottimo integratore alimentare e viene
usato dai terapeuti tradizionali per curare la dissenteria, la varicella, il morbillo
e altre patologie. La polpa del frutto seccata da origine ad una farina bianca
che può essere conservata anche per due anni, essa viene usata per
preparare una tipica bevanda senegalese rinfrescante e dissetante, e per fare
una gustosa crema ghiacciata (la crème glace come si dice in Senegal),
oppure abbinata al latte e trasformata in gelato al Baobab.
CEREALI
I cereali sono la base dell’alimentazione senegalese.
Il riso, importato dai coloni francesi, è il cereale più diffuso, viene consumato
e coltivato in tutto il paese. Una particolarità che riguarda questo cereale è
l’abitudine dei senegalesi a consumarlo “rotto”, un’eredità del periodo
coloniale durante il quale i coloni francesi consumavano solo il riso intero
ritenendolo più buono e lasciavano alle popolazioni locali gli scarti di riso
rotto. Il mais, del quale mangiano le pannocchie.
Il miglio è un altro cereale coltivato e consumato frequentemente in Senegal
sia come couscous o come polenta condito con salse di diverso genere, sia
come pappa dolce consumata con il latte e il miele. Nella parte meridionale
del paese, in Casamance e nella regione abitata dai Bassarì, si coltiva il
fonio, un cereale sempre più valorizzato per le sue qualità nutritive e
terapeutiche (è efficace contro il diabete). Questo cereale, difficile da
raccogliere e trasformare in alimento per la sua somiglianza all’erbaccia, ha
un sapore delicato ed è solitamente consumato come couscous.
BIOCARBURANTI
Un focus sul Senegal, dove la richiesta di convertire terreni agricoli da parte di
europei è forte, e dove il rischio per l’agricoltura locale è alto.
L’Africa sta diventando il campo di una corsa degli investitori europei alla
ricerca di diverse migliaia di ettari di terreno coltivabile e certi dirigenti sono
convinti che per i loro paesi non produttori di petrolio (di cui nel 2006 è stata
creata anche l’associazione) è una chance da non perdere per assicurarsi
una cospicua entrata di valuta. È il caso dell’ex Presidente della Repubblica
del Senegal, Abdoulaye Wade, affascinato dall’esperienza del Brasile
diventato il principale produttore ed esportatore mondiale di biocarburante.
Numerose regioni fertili sono state date dal governo Senegalese per coltivare
la Jatropha, dalla quale si ricava biocarburante, le stesse che aveva scelto
per rilanciare la produzione del riso e combattere la grave crisi alimentare che
colpisce il Senegal, dove più della metà della popolazione vive al di sotto della
soglia di povertà. Immaginate se una volta concentrati tutti gli sforzi in tal
direzione la domanda mondiale diminuisse e il prezzo dei biocarburanti
crollasse: in Senegal si troverebbero in una situazione ancora peggiore di
oggi e condannati alla fame. La Jatropha non si mangia, il riso sì.
PESCE E CARNE
Il pesce è per il Senegal una risorsa importantissima, per le popolazioni locali.
La ricchezza e la varietà di pesce e di crostacei viene usata nella
preparazione di piatti tradizionali.
LEGUMI E TUBERI
Il Senegal è uno dei paesi dell’Africa occidentale in cui si consumano più
legumi. I legumi crescono tutto l’anno ma sono più abbondanti durante la
stagione delle piogge in quanto hanno bisogno di una grossa quantità di
acqua e la pioggia rende la loro produzione più facile. Vengono consumati
cotti e sono gli ingredienti base dei diversi sughi che accompagnano il riso e
gli altri cereali.
Qui di seguito alcuni legumi tipici usati nella cucina senegalese:
Le arachidi: il Senegal si può definire paese delle arachidi, le piante che
producono questo legume occupano il 40% delle terre coltivate. L’uso
nutrizionale ed economiche dell’arachide fa di questa pianta una delle più
importanti nell’agricoltura locale. Le arachidi possono essere consumate in
svariati modi: mangiate fresche, fatte seccare, fatte bollire, fatte tostare
tradizionalmente con la sabbia, pestate per ricavarne una crema che può
essere mangiata come dolce o spalmata sul pane, ridotte in pasta per
ottenere il burro di arachide usato come condimento nelle salse di diversi
piatti tradizionali (ad esempio il mafé, piatto tradizionale a base di riso e salsa
di arachidi). Inoltre dai semi di arachide si ricava l’olio molto usato in cucina
ed esportato all’estero.
Il Gombo o Kandia: è un legume raccolto verde, prima della completa
maturazione che lo porterebbe allo stadio di essiccazione. La pianta di gombo
è una specie di arbusto di circa due metri che fa questo legume pentagonale
e filamentoso simile ad un peperoncino allungato, può essere consumato
fresco o fatto essiccare per meglio conservarlo. Con il gombo si fa il Soupou
Kandia, un piatto a base di gombo, olio di palma e pesce tagliuzzato a
pezzettini piccoli.
Niébés: sono dei fagioli piccoli bianchi e neri simili ad un occhio, con un
sapore leggermente dolce. I niébés vengono usati sia per arricchire i sughi
che per fare delle saporite polpette da mangiare con il sugo di pomodori, le
cipolle e il peperoncino.
Il Diakhatou: è una specie di melanzana amara verde o gialla, è consumata
cotta come ingrediente delle salse ed è solitamente fatta cuocere intera per
poi essere divisa in pezzettini prima di essere mangiata. È tipico della cucina
senegalese far cuocere le verdure intere e dividerle al momento della
consumazione.
Oltre ai legumi la cucina senegalesi fa uso di tuberi come la manioca.
La manioca si ricava da un arbusto di due o tre metri di altezza, con radici che
possono arrivare fino a un metro di lunghezza. Di questo arbusto si consuma
il tubero ossia la radice che può pesare fino a due o tre kilogrammi. Una volta
rimosse le radici, i gambi tagliati possono essere ripiantati nel terreno prima
della stagione delle piogge.
FRUTTA
La varietà di frutta presente sul territorio senegalese è consistente, anche se
c’è una significativa differenza di produzione tra il nord del paese con un clima
più arido che ostacola la crescita di piante fruttifere, e il sud del paese più
fertile grazie ad una piovosità più abbondante che favorisce la produzione di
frutta.
Il frutto più diffuso è il mango: un frutto tropicale dalla forma ovale e dalla
polpa gialla, carnosa e dolce con all’interno un nocciolo largo e piatto.
Può arrivare a pesare due kilogrammi e può essere consumato fresco, secco,
o come succo di frutta.
La banana è un altro frutto che cresce abbondantemente in Senegal, può
essere di diverso genere ma quella più apprezzata è quella piccola e dolce
che cresce soprattutto nella parte meridionale del paese.
Il Senegal è anche ricco di pompelmi (soprattutto rosa), arance (con poco
succo ma molto dolci), e di altri frutti tropicali come la papaya (i semi della
quale sono usati come vermifughi), la guayava con cui si fa un ottimo succo,
la noce di cocco consumata fresca o secca, il mad (un frutto con dei grossi
semi avvolti da una polpa agrodolce che può essere consumato sia dolce
aggiungendoci un po’ di zucchero oppure salato). Tanti altri frutti locali sono
presenti sul territorio senegalese e secondo la zona e la stagione se ne
possono degustare di diversi tipi.
BEVANDE
Il succo di Bissap: succo ottenuto dall’infuso di fiori di karkadé, ha un colore
rosso ed è molto saporito. Viene solitamente consumato freddo o ghiacciato
come ghiacciolo.
Il succo di Buy: succo fatto con la polpa del frutto di Baobab che viene
mescolata con un po’ di acqua o di latte. È consumato freddo o ghiacciato e
può essere aromatizzato con essenze come la vaniglia, la cannella, o i fiori di
arancio, molto ricco in vitamina C, e ottimo rimedio contro la dissenteria.
Proprio per queste sue qualità è somministrato ai bambini durante i primi anni
di vita come integratore energetico.
Il succo di Ditakh: succo ottenuto dal frutto del ditah, un frutto che ricorda un
po’ il kiwi, marrone all’esterno e verde all’interno, con una polpa fibrosa e
farinosa che aderisce a un nocciolo. Il succo di Dakhar: succo ottenuto dal
decotto dei frutti del tamarindo. Il termine per designare la pianta del
tamarindo in wolof è dakhar, questo termine ha dato il nome alla capitale del
Senegal, Dakar ossia la città dei tamarindi. Il tamarindo ha un gusto
agrodolce ed oltre ad essere usato come succo può essere usato anche per
assaporare le salse che accompagnano il riso.
Il succo di Gingenr: succo ottenuto dal decotto dei gambi di ginger.
Oltre a questi succhi analcolici esistono in Senegal anche bevande alcoliche
preparate e consumate tradizionalmente da popolazioni che abitano nelle
regioni meridionali, come la Casamance e il territorio abitato dai Bassarì.
La Birra di Miglio: è una bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione
del sorgo, un tipo di milio che cresce facilmente soprattutto nelle zone di
savana. La fermentazione di questa birra avviene grazie ad un frutto
essiccato che fa da lievito naturale. Il vino di palma: è una bevanda alcolica
che si ottiene dalla linfa della palma. La linfa della palma si ricava incidendo il
tronco della palma, a cui viene fissato un contenitore per raccogliere il liquido
che fuoriesce dall'incisione. La linfa appena estratta è molto dolce, e non è
alcolica. Subito dopo la raccolta, la linfa inizia a fermentare naturalmente
grazie ai lieviti presenti nell'aria. La fermentazione si conclude nel giro di circa
due ore, trasformando la linfa in un vino aromatico e dolce, con una
gradazione alcolica intorno al 4%. L’idromiele: è una bevanda alcolica fatta
con l’acqua e il miele. Generalmente arriva intorno ai 12 gradi ma può essere
più o meno forte a seconda della fermentazione. È una bevanda molto dolce
e anch’essa, come le altre bevande alcoliche, viene prodotta e consumata per
occasioni e rituali particolari.
IL CAFE TOUBA
Nell'incontro tra il chicco del caffè e il pepe longum officinarum, tostati,
miscelati e macinati, nasce il Cafe Touba, preparato e servito in Africa come
bevanda rituale e medicinale fin dal tredicesimo secolo.
L'unione tra le note energetiche del caffè e le proprietà del pepe longum
officinarum rendono la bevanda funzionale nella medicina ayurvedica.
Pepe longum officinarum: proprietà medicinali ed usi
Conosciuto ed usato principalmente nell'area mediterranea, in Africa, India ed
Indonesia, il pepe longum officinarum è considerato antenato del più comune
piper negrum, con note di gusto ancora più speziate e acute.
Le radici e i frutti della pianta hanno un aroma amaro ed un gusto deciso.
Grazie al contenuto di composti alcaloidi risulta avere proprietà terapeutiche
ed è usato nella medicina ayurvedica come coadiuvante nella cura di molte
patologie ed è considerato elemento tonico e depurativo in generale, ma in
particolare per il fegato e lo stomaco, stimolante per la circolazione ed
afrodisiaco.
Ataya, il the senegalese
Il the è più che una bevanda in Senegal, è un rito, una cerimonia, un
momento comunitario di condivisione, un’occasione per riunirsi che necessità
di tempo e pazienza; bevendo il the, si parla, ci si rilassa, e si coltivano
importanti relazioni. La tradizione del the senegalese deriva dalla Mauritania,
infatti i termini per designare il the, la teiera, e la menta che viene usata per
aromatizzarlo, derivano dall’arabo. Il the va servito in piccoli bicchierini, e va
consumato con la schiuma che si ottiene alzando ed abbassando la teiera in
modo da formare una spessa schiuma nei bicchierini. Il the, in realtà, è
l’insieme di tre the: il primo più forte e amaro è destinato agli uomini, il
secondo meno amaro e più dolce è destinato alle donne, il terzo più leggero e
molto dolce è per tutti (lo possono bere anche i bambini). La cerimonia del the
è una metafora dei ruoli gerarchici della società senegalese: è sempre il più
giovane che prepara il the per gli altri, è offerto prima agli ospiti il tutto
seguendo un ordine generazionale d’importanza, per primi i più anziani e poi
gradualmente i più giovani.
LA CUCINA
Il piatto nazionale senegalese è il “thieboudjenne” che consiste in riso cotto
in una densa salsa di pesce e verdure.
Tra le specialità più diffuse: il mafè uno stufato a base di arachidi, la yassa
pollo alla griglia in salsa di limone e cipolla, il thieb yape con verdure e/o
carne cotte in olio e pomodoro e servite con contorno di riso. Soupe kandia:
è un piatto a base di riso bianco, servito con un sugo a base di olio di palma e
gombo nel quale viene fatto cuocere del pesce tagliato a pezzettini piccoli
piccoli.
ARTE E ARTIGIANATO
Grazie al primo “festival des arts nègres” organizzato dal presidente Senghor
nel 1966, il Senegal ha continuato negli anni a favorire l’arte e la cultura. Ogni
due anni dal 1990 a Dakar si tiene Dak’Art la biennale d’arte contemporanea,
un appuntamento importante che sostiene la creatività africana.
Durante questa manifestazioni diversi artisti provenienti da tutta l’Africa,
espongono le loro opere nei musei e nei centri culturali di Dakar. Questa
manifestazione è una delle più importanti occasioni d’incontro culturale degli
artisti di tutta l’Africa, con lo scopo di promuovere la cultura e l’arte africana
nel mondo.
Il Senegal è un paese di artigiani. Una parte dei prodotti di artigianato sono
destinati ai turisti, ma l’artigianato locale è ancora molto diffuso e viene usato
quotidianamente per fabbricare utensili da cucina, utensili agricoli, e recipienti
di tutti i tipi.
TECNICHE ARTISTICHE LOCALI
Le ceramiche: comunemente chiamate con il termine francese poterie,
hanno prima di tutto uno scopo utilitario. Esse vengono fatte tradizionalmente
e usate soprattutto come canaris, recipienti per conservare l’acqua. La
porosità della ceramica permette all’acqua di rimanere fresca.
Con la ceramica vengono creati anche dei piccoli bracieri per bruciare i
thiouraye, messi all’angolo delle stanze servono per scaldare un po’
l’ambiente e per profumare. Per cuocere le ceramiche vengono usati metodi
tradizionali, infatti i canaris vengono solitamente depositati su un letto di
legno, ricoperto da rami di palma e fatti cuocere alimentando lentamente il
fuoco per circa due ore.
La tessitura: la tessitura con telai tradizionali è diffusa in Senegal, e sono
soprattutto i tessitori Mandjak che praticano quest’arte. I telai tradizionali sono
lunghi circa 20 metri e vengono installati all’aria aperta, può capitare di vederli
ai bordi delle strade con uno o più tessitori che lavorano. Questa tecnica è
stata importata all’epoca della colonizzazione dai portoghesi e si è diffusa
molto tra i Manjak della Guinea Bissau e del Senegal meridionale.
La “pittura sotto vetro”: è una tecnica artistica molto diffusa in Senegal,
introdotta dai mercanti arabi e berberi all’inizio del XX secolo. Questa pratica
artistica era usata in occidente durante il Medioevo per decorare i crocefissi e
i reliquari.
La “tintura a riserva” o batik: è un metodo di tintura parziale applicato ai
tessuti. Si ottiene impermeabilizzando parte della superficie da tingere in
modo che il colore della tintura non riesca a penetrare.
L’impermeabilizzazione si ottiene con la legatura stretta del tessuto con uno
spago e con materiali impermeabilizzanti come la cera, la resina, le paste
vegetali, l’amido, o l’argilla, che impregnano il tessuto e impediscono al colore
di penetrare quando il tessuto viene immerso nella tintura.
SPORT
I senegalesi sono sportivi, e anche se le infrastrutture pubbliche mancano,
tutti coloro che desiderano fare sport, si aggiustano come possono con i
mezzi locali a disposizione. La cura del corpo è fondamentale per i
senegalesi, secondo i quali star bene fisicamente è sinonimo di salute e di
vitalità. Una tipica abitudine senegalese è l’organizzazione di tornei in cui le
squadre dei diversi quartieri o dei diversi villaggi si sfidano in competizioni
costanti, un po’ come le sfide e le lotte tradizionali fra giovani appartenenti a
villaggi diversi, che in passato avvenivano un po’ ovunque e che continuano
ad avvenire tuttora soprattutto nei villaggi dell’interno.
In Senegal oltre agli sport come il calcio, il basket, l’atletica leggera esistono
sport che mescolano insieme la tradizione e la modernità come i tornei di
lotta, o le gare di pesca.
Attualmente in Senegal la lotta ha un seguito maggiore del calcio.
LA LOTTA SENEGALESE
La lotta senegalese, lamb in wolof, è uno sport tradizionale molto popolare e
praticato in Senegal da secoli. Questa disciplina mescola insieme lo sport, il
rito e lo spettacolo, abbinando alla dimensione agonistica quella folcloristica
della tradizione locale.
TRASPORTI
I mezzi pubblici stradali sono diffusissimi in Senegal e vengono generalmente
designati con l’espressione francese transports en communs.
Possono essere: urbani oppure extraurbani.
Una delle regole fondamentali da non dimenticare quando si viaggia in
Senegal è l’abitudine a negoziare. Infatti anche quando le tariffe vengono
presentate come standard è bene negoziare e quasi sempre il prezzo di
partenza proposto dall’autista scende.
In città secondo le esigenze si può scegliere con che mezzo muoversi e che
distanza percorrere.
I cars rapides ossia i “pullman veloci”: sono un’icona del Senegal e possono
essere di due tipi: gialli e blu oppure bianchi. I cars rapides gialli e blu sono
solitamente delle vecchie renault in uno stato che lascia spesso a desiderare
ma che sfrecciano da tutte le parti e arrivano, non si sa bene come, sempre a
destinazione. Il secondo tipo di trasporto pubblico veloce sono i Ndiaga
Ndiaye, questi sono solitamente dei minibus mercedes bianchi.
Questi mezzi pubblici trasportano una trentina di persone e si fermano
ovunque: quando qualcuno deve scendere avvisa l’apprenti, il ragazzo che si
occupa di reclutare i clienti e di raccogliere i soldi del trasporto, il quale
solitamente battendo con una moneta sulla superficie metallica del minibus
avvisa l’autista e fa scendere il cliente.
Le tariffe di questi mezzi pubblici sono molto popolari e accessibili a tutti.
I taxi gialli e neri: sono tipicamente urbani, sono presenti ovunque e a
qualsiasi ora, i loro prezzi non sono eccessivamente elevati e i senegalesi li
usano molto quando non hanno particolarmente fretta per raggiungere
svariate destinazioni. Solitamente sono sprovvisti di tassametro, è per questo
che i prezzi variano a seconda dell’autista e dell’abilità del cliente nel
negoziare la tariffa.
I taxi clandos: il termine clandos è usato per abbreviare la parola francese
clandestins ossia clandestini, questi sono infatti mezzi pubblici senza licenza
per il trasporto. Sono diffusissimi soprattutto nelle zone non raggiunte dai cars
rapides, e trasportano generalmente 5 persone (due davanti vicino all’autista
e tre dietro).
I pullman: La ditta che gestiva questi mezzi di trasporto è recentemente fallita
ed è stata sostituita da una ditta indiana che produce grossi pullman blu
comunemente chiamati Tata, che si spostano tra Dakar e i diversi quartieri
della periferia. Si fermano nelle apposite fermate, hanno tariffe accessibili a
tutti e sono abbastanza puntuali.
Les Charettes: sono carrettini trainati da un cavallo o da un asino usati come
mezzi di trasporto soprattutto nelle piccole città rurali dove il traffico è limitato.
In ogni cittadina senegalese esistono le gares routières, le "stazioni stradali",
un luogo di transito dei veicoli pubblici tipicamente africano. Queste stazioni
attive 24 ore su 24, sono veri e propri microcosmi, luoghi privilegiati di
scambio e di incontri dove la gente, arriva, parte, staziona, discute,
passeggia, vende , compra.
I "sept places" sono veicoli che collegano una cittadina all’altra. Trasportano
sette persone e partono quando i posti sono tutti occupati. Sono più veloci dei
minibus che fanno lo stesso tragitto ma hanno prezzi più elevati. Solitamente
le tariffe sono abbastanza standard e variano secondo i bagagli da
trasportare, che vengono legati sopra la macchina.
I minibus: sono vecchie camionette mercedes volkswagen o renault che
trasportano da 30 a 50 persone circa e che percorrono un po’ più lentamente
gli stessi tragitti dei sept places. Hanno tariffe più economiche ma ci mettono
più tempo a partire perché finché non si riempiono completamente di
viaggiatori, non partono.
LE NAVI
Un’imbarcazione salpa regolarmente dal porto di Dakar per Ziguinchor,
capoluogo della regione Casamance. Per circa dieci anni questa tratta
marittima è stata servita da una storica imbarcazione, il Joola o Diola, che nel
settembre 2002 affondò e fece più di 1900 morti. Fu una catastrofe per
centinaia di famiglie senegalesi originarie soprattutto della Casamance, che
persero parenti fra cui un numero considerevole di studenti che si recavano
periodicamente nell’università della capitale. Tutti gli anni il 26 settembre il
Senegal ricorda con cerimonie commemorative il naufragio di questa
imbarcazione.
Il Joola è stato oggi sostituito da altre due imbarcazione, che trasportano due
volte a settimana passeggeri e merci da Dakar a Ziguinchor e viceversa. Il
viaggio dura 15 ore per una distanza di 324 km di cui circa 50 percorsi sul
fiume.
CLIMA
Dovuto alla posizione geografica tra l’Equatore e il Tropico del Cancro, il
Senegal beneficia di un clima asciutto e caldo, ma senza eccessi, durante
tutto l’anno. Le piogge, abbastanza rare e di breve durata, sono
essenzialmente concentrate nella Casamance e nel Senegal Orientale e solo
nel periodo estivo.
Il suo clima è di tipo sub-tropicale, con una stagione secca da novembre a
maggio ed una piovosa che inizia abitualmente in giugno per durare sino alla
fine d’ottobre. Rispetto alla media consueta di 1200 mm di precipitazioni
annue, nell’ultimo decennio si è registrato un calo della quantità di pioggia e
una riduzione della durata del periodo piovoso. Nel 1981 si è toccato un
minimo di 785 mm, quasi uguagliato nel 1983, con circa 800 mm.
Alla diminuzione delle piogge si accompagnano altri fenomeni che
accentuano la tendenza alla desertificazione di zone già fertili: il
diboscamento, spesso incontrollato, gli incendi, la prevalenza della
monocoltura dell’arachide.
IL FUSO ORARIO
Rispetto l’ora solare, un’ora in meno rispetto all’Italia; mentre rispetto l’ora
legale è di meno 2 ore.
LA MONETA
La valuta ufficiale è il Franco CFA (Comunità finanziaria africana).
Attualmente, gennaio 2013, 1 € equivale a 665 CFA circa.
OBIETTIVI
L'obiettivi della nostra associazione:
Miglioramento delle condizioni economiche e sociali della popolazione di
Adeane, villaggio rurale situato lungo il fiume.
Favorire l’accesso all’acqua attraverso la costruzione di nuovi pozzi.
Valorizzare i sistemi di irrigazione più rispettosi per l’ambiente e con maggior
risparmio d’acqua (irrigazione goccia a goccia)
Incentivare la coltivazione biologica.
Installare sistemi fotovoltaici per la fornitura elettrica.
Migliorare le competenze tecniche dei lavoratori, attraverso formazione e
istruzione.
Realizzare orti collettivi per donne a basso reddito.
Incentivare il mercato di prodotti naturali.
Sviluppare la coltivazione di frutta ( frutteto di 6 ettari)
Occuparsi di trasformazione e conservazione del cibo
Scambio con studenti di scuole europee.