i rischi dei dati virtuali

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i rischi dei dati virtuali
I RISCHI DEI DATI VIRTUALI: COME VALUTARE, EVITARE E
RIPRISTINARE UNA PERDITA DEI DATI
Sette modi per prevenire i rischi
associati alla perdita dei dati negli
ambienti virtualizzati.
Il progresso implica rischi, ma non è detto che siano assolutamente imprescindibili.
La virtualizzazione presenta notevoli opportunità per le aziende di ogni dimensione; se così non
fosse, del resto, non avrebbe raggiunto una tale diffusione. Tuttavia, questa tecnologia porta con
sé una serie di sfide ed ostacoli da non sottovalutare, tra i quali un maggior rischio di perdita dei
dati e di interruzioni importanti. La guida presenta alcuni rischi di cui tener conto.
L’allarme circola già da tempo. Ma cosa
significa davvero nell’odierno ambiente
virtualizzato?
Come professionista IT, senza dubbio, sei già
stato bombardato da tante statistiche sull’impatto
devastante che una corposa perdita dei dati può
avere sulla tua attività. Avrai già sentito che oltre
il 40% delle aziende che ha subito un’emergenza
dati non ha più riaperto.* Oppure che oltre il 90%
delle aziende che non ha potuto accedere al proprio
datacenter per 10 giorni o più ha dovuto chiudere
entro un anno.**
Non sono certo statistiche rassicuranti, soprattutto
se si considera che il rischio di perdere i dati è
maggiore in un ambiente virtualizzato che non in uno
non virtuale, come vedremo più avanti.
Le seguenti domande attendono di essere chiarite:
• Può capitare proprio alla mia azienda
un’imponente perdita dei dati?
• Quali sono le possibilità che un uragano o
un’alluvione possano spazzare via il datacenter
e tutti i backup conservati fuori sede?
• L’improvvisa chiusura di uno dei service partner
può davvero mettere l’azienda in difficoltà?
• E un attacco hacker continuativo può davvero
metterla in ginocchio?
La maggior parte di noi ritiene che queste emergenze
possono senz’altro capitare almeno una volta nella
vita aziendale, ma non pensa che possano capitare
proprio a noi. Continuiamo a credere che ogni cosa
proseguirà come sempre, e che, tutto sommato, se
mai questo ipotetico evento dovesse aver luogo, non
sarà poi così catastrofico.
In realtà, sono migliaia le modalità con le quali
i problemi riscontrati quotidianamente sui
dati - quegli eventi secondari che hanno luogo
regolarmente - possono gravemente danneggiare
l’attività e l’azienda, e avere un impatto negativo su
percorsi e carriere professionali.
In queste situazioni rientrano le seguenti:
• Produrre un documento di conformità per
soddisfare le richieste legislative, per poi
scoprire che è stato eliminato dal sistema e non
ne è mai stato eseguito il backup.
• Recuperare una vecchia e-mail per aiutare
l’azienda a difendersi in un processo, e non
riuscire a trovarla nell’archivio.
• Controllare la contabilità insieme ad un cliente
importante, per poi scoprire che i dati sulle
transazioni passate sono inspiegabilmente
incompleti.
• E ancora, di più vasta portata e con un impatto
su tutti gli attori dell’organizzazione, la
mancata possibilità di recuperare dati perduti e
ripristinare applicazioni e server in pochi minuti,
per consentire all’azienda risparmi notevoli.
In tutti questi casi, i dati che mancano sono la
causa del danno, e inevitabilmente provocheranno
congetture tra i colleghi rispetto al fatto che i dati
sono spariti perché non adeguatamente protetti.
Per inciso, non si tratta di capire SE questo tipo di
congetture avranno luogo, ma, piuttosto, occorre
capire QUANDO.
*McGladrey e Pullen
**National Archives & Records Administration
Perdita dei dati e virtualizzazione:
i rischi effettivi.
Il successo della virtualizzazione ha dato origine
ad un mito secondo il quale - grazie alla flessibilità
operativa che questa tecnologia garantisce - un
server può essere riportato in vita quando un altro
muore, e pertanto i rischi di perdita dei dati si
riducono al minimo. In poche parole, si ritiene quasi
che virtualizzazione equivalga a backup.
In realtà, NON sono la stessa cosa, anzi neanche si
somigliano. Inoltre, per quanti siano i vantaggi offerti
dalla virtualizzazione, essa ha effettivamente un lato
negativo che può diventare scomodamente familiare.
Molte aziende che hanno investito in virtualizzazione,
traendo da questa importanti vantaggi, non hanno
effettuato investimenti paralleli nelle tecniche
avanzate di protezione dei dati che questa esige. Tali
aziende utilizzano ancora oggi gli stessi strumenti
e processi di protezione dei dati che venivano
applicati nell’era pre-virtualizzazione. Affidandosi
a soluzioni e procedure legacy ormai non adeguate
alla situazione attuale, non riescono a tenere il passo
con la crescita esponenziale del volume dei dati, che
richiede grandi attività di gestione, con il numero
sempre in aumento di macchine virtuali o con le
esigenze delle altre parti interessate, che possono
essere notevolmente onerose. Inoltre, è possibile
che queste aziende paghino i software in funzione
del numero di macchine di cui dispongono invece
che del numero degli host, così i costi potrebbero
essere molto più elevati di quanto dovrebbero.
Eseguendo una tipologia di backup che indirizza i
dati dal front-end al back-end, in genere entro una
finestra di backup estremamente limitata, l’errore è
dietro l’angolo.
Inoltre, occorre considerare che la virtualizzazione
consente a più VM di condividere le stesse risorse
fisiche. Se ogni agente di ogni macchina esegue il
backup nello stesso momento (un’azione plausibile
con le macchine fisiche), l’intero host potrebbe
risentirne. Questo esempio è emblematico di come le
iniziative di virtualizzazione, concepite per aumentare
la disponibilità, la ridondanza e la sicurezza dei dati,
mettono oggi a repentaglio l’esistenza stessa di quei
dati..
Si tratta di rischi in cui si incorre tutti i giorni, che
possono tuttavia essere affrontati in modo semplice
e competente. I professionisti dell’IT hanno a che
fare con utenti finali frustrati, colleghi disperati e
dirigenti esasperati. Malgrado tutto ciò, è ormai
possibile contrastare la minaccia che la sporadica
o costante possibilità di perdere i dati rappresenta,
tanto per i responsabili IT quanto per l’azienda.
Esistono infatti soluzioni che funzionano. Il processo
di selezione del prodotti più adatto all’azienda
può essere utile anche per comprendere come
ridurre efficacemente i rischi di perdita dei dati e di
downtime, anche nel più complesso degli ambienti
virtualizzati. Può inoltre portare all’elaborazione
di una lista dei desideri che includa le sette
caratteristiche indispensabili delineate più avanti.
Garantire la protezione e l’accesso ai dati,
sempre e ovunque.
È noto che solo il 37% delle aziende dispone di piani
di protezione adeguati al proprio ambiente virtuale.
È la verità e illustra la profonda distanza tra la realtà
in cui viviamo e l’ambizione di una protezione dei
dati coerente e totalmente affidabile.
La buona notizia è che oggi esistono soluzioni che
consentono di colmare quella distanza. Alcune
infatti consentono di adottare tutto ciò che segue nel
proprio ambiente virtuale.
1. Scelta e flessibilità indipendenti dal
fornitore. Quando si sceglie una soluzione di
backup e ripristino, è preferibile non limitarsi a
un singolo produttore. Si preferiscano invece quei
sistemi che prevedono la migrazione dei dati da più
hypervisor, backup e ripristini, eseguiti tra sistemi
diversi, siti diversi e vendor multipli. Possono
funzionare tanto le soluzioni diversificate quanto
quelle di un singolo venditore, a patto che si scelga
un prodotto che garantisca la possibilità di scelta.
2. Velocizzare l’introduzione della nuova
tecnologia. I nuovi progressi tecnologici
consentono di ripristinare i dati con molta più
velocità e frequenza rispetto ai metodi tradizionali
adottati finora: fino a 100 volte più rapidamente di
prima. Come conseguenza di tale velocità, è possibile
assicurare che più VM su un unico server dispongano
costantemente di un backup disponibile e affidabile.
3. Ripristino any-to-any. Oggi è necessario
ripristinare i dati con maggiore velocità e frequenza,
da e verso qualsiasi piattaforma e garantire che siano
sempre disponibili, su qualsiasi sistema e in ogni
momento. Perciò, quando su un sistema viene rilevato
un guasto, deve essere possibile eseguirne i carichi di
lavoro e ripristinarne i dati su qualsiasi combinazione
di piattaforme disponibili e/o presenti, a prescindere
dal fatto che i dati derivino da un failover, da una VM
replicata, o dall’esecuzione diretta da un backup. Ciò
è possibile per server fisici VMware, Hyper-V, Xen,
RHEV, KVM, per citarne alcuni. Non sono necessarie
procedure di ripristino esigenti in termini di tempo.
Non sono previste neanche spese eccessive: è
possibile scegliere da un ampio ventaglio di opzioni
che privilegiano aspetti diversi quali tempi, ripristino,
costo; il tutto può inoltre rendere applicazioni e dati
completamente portabili.
5. Migrazione facile. Una soluzione ottimale è quella
4. Tempi di inattività pari a zero senza costi
aggiuntivi. Fino a poco tempo fa occorrevano
7. Soluzioni a prova di futuro. Infine, è
ore per risolvere un problema. Ora ci si aspetta che
lo stesso venga risolto in pochi minuti, tornando
immediatamente operativi senza costosi siti ridondanti
e repliche basate su SAN dai costi vertiginosi.
che consente di migrare le applicazioni da qualsiasi
server o hypervisor a qualsiasi altro server o hypervisor.
Permetterebbe di ottimizzare la capacità e l’efficienza
utilizzando ogni possibile risorsa a disposizione, senza
la corrispondente perdita di dati che si verifica così
spesso durante le migrazioni. E, naturalmente, deve
includere la possibilità di tornare sui propri passi nel
caso in cui l’opzione non fosse funzionale.
6. Riduzione delle complessità. Si pensi ai
vantaggi dati dall’impiego delle stesse soluzioni e
policy di backup, tanto per i sistemi fisici che per quelli
virtuali. Questo tipo di strategia semplifica la gestione
dei dati, riduce i rischi e, per sua stessa definizione,
migliora la protezione dei dati. Una soluzione che
integri tutti questi aspetti elimina i rischi dati dalla
presenza di più soluzioni dedicate a singoli problemi.
indispensabile che la tecnologia scelta consenta
di sfruttare l’avvento delle nuove ondate di
virtualizzazione e cloud computing del domani; una
considerazione non da poco nel mondo del moderno
datacenter, in così rapido cambiamento.
Se questi sette punti di ragionamento sulla virtualizzazione e
sulla protezione dei dati rappresentano e illustrano problemi
che hai affrontato o ti trovi ad affrontare, e se sei alla ricerca di
una soluzione unica per risolvere il problema della perdita dei
dati, considera l‘idea di contattare Acronis.
oppure visita www.Acronis.com/Protect
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