Per maggiori informazioni

Transcript

Per maggiori informazioni
STUDIO LEGALE GHIA
ROMA – MILANO – UDINE
Avv. Lucio Ghia
Avv. Daniela Ciardo
Avv. Enrica Maria Ghia
Avv. Tiziano Buzzolani
Avv. Carlo Staccioli
Avv. Antonio Di Iulio
Avv. Giambattista Petrella
Avv. Claudio Ghia
Avv. Antonio Labate
Avv. Roberto Paviotti
Avv. Livio Lamberti – Bocconi
Dott. Francesco Novarina
Dott. Nicola Di Giacomo
Dott.ssa Gioia Padoan
Dott. Alessandro Giorgetta
Dott. Ciro Alessio Mauro
Dott.ssa Alessandra Cassone
Dott.ssa Valeria Marinzuli
Dott. Antonio Nicoletti
Dott.ssa Paola Branciforte
Il caso PARMALAT è esploso con una gravità di conseguenze sul piano nazionale e internazionale
in precedenza mai registrata in Italia. E’ in gioco la credibilità del nostro sistema legale, finanziario,
la credibilità dei nostri controlli interni alle singole società, e di quelli istituzionali. La stampa estera
ha puntualmente tacciato di inaffidabilità il sistema Italia, ci ha messo alla gogna internazionale, i
prestiti internazionali rischiano di verificare un innalzamento dei tassi, il risparmiatore è confuso e
fugge dagli investimenti obbligazionari. La risposta del sistema Italia è, per il momento affidata alle
indagini penali e sui giudici che stanno lavorando alla ricostruzione di questo immane disastro
economico si concentrano le speranze dei creditori di poter essere almeno in parte soddisfatti. Dal
lato strettamente produttivo l’immediato intervento di un nuovo imprenditore, non proprietario ma
esperto in soluzioni di crisi di impresa, ha registrato risultati incoraggianti. La produzione non ha
subito arresti, il mercato dei consumatori ha reagito bene e non ha manifestato dubbi sulla bontà del
prodotto che continua ad essere oggetto di consumi in crescita. Naturalmente il valore borsistico
delle azioni Parmalat è crollato bruciando migliaia e migliaia di miliardi investiti. E’ un quadro
disastroso quasi paragonabile a scenari bellici, se si pensa agli effetti di bombardamenti ed alle
necessità di ricostruzione. Talune fonti autorevoli sottolineano con sempre maggiore insistenza, la
necessità di riscrivere le regole, di avere nuove autorità, o comunque nuovi soggetti che muniti di
più incisivi poteri ispettivi e punitivi, siano depositari di controlli tali da dare nuova fiducia ai
mercati, oggi scossi profondamente e refrattari rispetto a possibilità d’investimenti finanziari,, pur
Via delle Quattro Fontane n. 10 – 00184 – Roma
Tel. 06/42012618 r.a. - Fax. 06/42001968 e 06/42012522
e-mail: [email protected]
www.studiolegaleghia.it
1
STUDIO LEGALE GHIA
ROMA – MILANO – UDINE
necessari allo sviluppo dell’impresa. E’ l’ora delle analisi spietate e talvolta partigiane degli abusi
che l’attuale sistema normativo e di controlli consente; è sotto esame la verifica dei limiti della
finanza d’impresa intesa come mezzo di sviluppo dell’industria e non come suo acceleratore
distruttivo. I problemi sono molteplici e non possiamo in queste colonne pretendere di affrontarli
tutti, è opportuno però soffermarci sull’attuale esistenza, contenuto e portata di regole idonee a
garantire la corretta gestione delle imprese, l’eliminazione e la sanzione degli abusi. Luigi Einaudi
soleva ricordare che le norme necessarie alla corretta gestione delle società sono quelle che si
trovano nel codice civile. E’ vero che da allora, molta acqua è passata sotto i ponti dell’economia e
della finanza, ma ritengo che le regole vi siano e che possano essere tutt’ora considerate valide,
efficaci ed efficienti se i protagonisti e come vedremo sono numerosi, le rispettano. Le finalità dei
controlli e delle loro regole sono duplici; di carattere interno, o di carattere macroeconomico ed
istituzionale dirette ad assicurare la stabilità del sistema bancario, economico, d’impresa attraverso i
controlli esterni ed istituzionali, demandati a Banca d’Italia, alla Consob e per quanto di più stretta
competenza all’Isvap per le assicurazioni anche finanziarie, all’Ufficio Italiano dei Cambi ed alle
altre autorità indipendenti. Ovvero controlli interni, affidati ad espressioni professionali designate
dall’assemblea dei soci e quindi dalla maggioranza del capitale di rischio impegnato nella
realizzazione dell’oggetto societario. Nell’attuale regolamentazione dei rapporti di governance chi
più investe più si accolla, infatti, il rischio d’impresa, e quindi “comanda”, ovvero assume le
responsabilità decisionali dell’impresa. E’ questo il primo paradigma sul quale dobbiamo riflettere
perché è proprio questo primo anello che ha dimostrato una straordinaria debolezza nella vicenda
PARMALAT e nelle altre vicende consimili. Se l’espressione di controllo, manifestazione della
maggioranza, non è dotata della necessaria autonomia e indipendenza ed è asservita alla volontà
della maggioranza del capitale ovvero in termini di “governo”, è appiattita sulla volontà dei
consiglieri di amministrazione, è evidente che non vi sarà controllo, o nella migliore delle ipotesi
Via delle Quattro Fontane n. 10 – 00184 – Roma
Tel. 06/42012618 r.a. - Fax. 06/42001968 e 06/42012522
e-mail: [email protected]
www.studiolegaleghia.it
2
STUDIO LEGALE GHIA
ROMA – MILANO – UDINE
esso risulterà addomesticato; non risponderà più a quelle finalità che la legge ha voluto riconoscere
alla funzione dei sindaci e esplicitamente riconosciute dagli art. 2403 e seg. del Codice Civile. Basta
scorrere questi articoli per rendersi conto che i sindaci hanno poteri particolarmente incisivi che
vanno dalla possibilità di esaminare tutte le scritture contabili della società e la documentazione
relativa alle singole operazioni, in qualsiasi momento, all’obbligo di verificare almeno
trimestralmente la consistenza di cassa ed in particolare l’esistenza dei valori e dei titoli di proprietà
sociale o ricevuti dalla società in pegno. Devono inoltre effettuare accertamenti sui crediti ritenuti
inesigibili o di dubbia esigibilità. Importanti poteri d’ispezione, quindi, ai quali si accompagnano
precise responsabilità di carattere patrimoniale (art. 2407 c.c.) e personale, per l’omessa vigilanza.
E’ evidente che se questo primo importantissimo anello di garanzia di buona gestione e di corretta
amministrazione della società è inesistente, tutto il castello che ne consegue, sarà caratterizzato da
instabilità, precarietà ed inaffidabilità. Il Collegio sindacale della PARMALAT aveva quindi poteri
ed obblighi specifici per accertare, per esempio, l’effettiva esistenza di importanti depositi presso
banche estere, per ricordare i quasi 4 miliardi di Euro “scomparsi” o mai esistiti presso le casse
della Bank of America, ma anche per controllare la compatibilità di un indebitamento assolutamente
sproporzionato rispetto alla natura “povera” della produzione PARMALAT, che consente margini
di utile basso, gli economisti parlano di un 4% circa del fatturato, dal quale non poteva attendersi il
ripianamento dei debiti obbligazionari, ma una loro crescente “rincorsa”.
I poteri ispettivi, di controllo e di intervento previsti dalla legge, vi sono eccome, e sono tali da
funzionare per la maggior parte dei casi in modo corretto ed efficace, basta pensare alle volte in cui
il Tribunale è chiamato ad intervenire su richiesta dei sindaci per far luce su determinate operazioni
poste in essere dagli amministratori. Il disfavore generalizzato di chi considera i sindaci in una
permanente situazione di conflitto d’interessi, per essere costoro i controllori di coloro dai quali
vengono nominati, ovvero i controllati, non appare nei fatti giustificato. La rottura di questo
Via delle Quattro Fontane n. 10 – 00184 – Roma
Tel. 06/42012618 r.a. - Fax. 06/42001968 e 06/42012522
e-mail: [email protected]
www.studiolegaleghia.it
3
STUDIO LEGALE GHIA
ROMA – MILANO – UDINE
cordone ombelicale fonda sulle caratteristiche etiche e professionali essenziali nei sindaci come in
tutti coloro che vedono nella fedeltà al ruolo imposto loro dalla legge, l’unica possibilità concreta di
realizzare l’interesse superiore dell’impresa, che può anche non coincidere con quello contingente
dell’imprenditore. Se quindi abuso, dolo e conflitto di interessi connotano questa prima ed
essenziale forma di controllo, non per questo la legge può ritenersi carente, risultando viziati i
comportamenti umani. Ma per porvi rimedio la norma prevede già ulteriori controlli. Per quanto
attiene alle società di revisione alle quali, come nel caso PARMALAT, viene demandata l’analisi
dei bilanci e delle società quotate in borsa e la certificazione degli stessi vanno svolte analoghe
considerazioni. Infatti se questi ulteriori custodi della regolarità e della correttezza societaria non
sono dotati di sufficiente indipendenza; se sono le stesse società di revisione per anni a certificare i
bilanci di quella società, se appaiono intimamente legate a quel determinato cliente, la cui
importanza in termini economici è fondamentale per la loro stessa sopravvivenza economica, anche
questo secondo livello di controlli si rivelerà carente ed inadeguato. Si vuol dire cioè che di fronte
all’emersione di simili abnormità, quando la colpa professionale diviene dolo, le misure di
prevenzione codicistiche non appaiono, da sole, più sufficienti. La patologia va quindi, studiata per
enucleare interventi più incisivi e di carattere più istituzionale. Il dibattito sull’opportunità di creare
un Autority, modellata sull’esperienza americana o inglese, sostitutiva della CONSOB, con
maggiori funzioni e poteri è senz’altro opportuno, ma presuppone comunque che i primi due anelli
del sistema dei controlli interni delle società industriali e commerciali, funzionino correttamente.
Vediamo quindi come migliorare la loro tenuta, naturalmente in contesti produttivi, la cui
importanza rappresenti una significativa realtà imprenditoriale ed economica per il Paese.
Delimitata la soglia di tali interventi correttivi, si potrebbe introdurre la necessità di albi speciali,
tenuti dalla CONSOB, nuova o vecchia che sia, nei quali i requisiti di professionalità, ma
soprattutto morali degli iscritti, siano oggetto di attente analisi, e di severi controlli.
Via delle Quattro Fontane n. 10 – 00184 – Roma
Tel. 06/42012618 r.a. - Fax. 06/42001968 e 06/42012522
e-mail: [email protected]
www.studiolegaleghia.it
4
STUDIO LEGALE GHIA
ROMA – MILANO – UDINE
La nomina dei sindaci operata dall’assemblea dovrebbe riguardare professionisti considerati anche
eticamente idonei dall’Autority. La rotazione in tali incarichi potrebbe costituire un ulteriore utile
“paletto”, è evidente che la consuetudine spesso è più vicina alla dipendenza che all’autonomia
critica e vigile che deve animare la funzione sindacale.
Ancor più tali osservazioni valgono per le società di revisione e per i consulenti della società, che
non solo non devono essere “monoclienti” o abitudinari, ma devono garantire all’esterno autonomia
critica e libertà di valutazione. Ciò esclude non solo conflitti d’interesse per collegamenti
professionali consolidati con i soci di maggioranza della società, o con le sue espressioni di
“governance” o di controllo interno, ma anche con le banche che assistono quella determinata
società specie se importanti creditrici. Anche le società di “rating” che determinano pubblicamente
il grado di affidabilità che il mercato del risparmio potrà riconoscere alle obbligazioni emesse dalla
società esaminata, dovrebbero fornire maggiori garanzie di attendibilità e di profondità di analisi. E’
giunto, infatti, il momento di avere a disposizione nuovi indicatori della salute economica delle
imprese, specie in tempi di internazionalizzazione dei mercati e dei prodotti finanziari e quindi
anche dei debiti.
Così come negli anni 70 per misurare il volume del debito consentito dal sistema bancario alle
singole imprese sul territorio nazionale, la Banca d’Italia concepì la “Centrale dei rischi”, oggi
appare necessario concepire nuovi strumenti più adeguati ai tempi. Infatti la centrale dei rischi, in
questi anni è stata senz’altro di grande aiuto per monitorare eventuali anomalie nell’utilizzazione
del credito concesso alla singola impresa e per decidere, da parte della Banca, su ulteriori richieste
di affidamento o sulla riduzione del credito concesso; ma tali analisi sono limitate al mercato
interno, ovvero ai rapporti di credito e di debito in essere sul territorio nazionale, il che rappresenta
solo in una parte, peraltro non sempre preponderante, come il caso PARMALAT ha dimostrato, il
terreno di raccolta dei mezzi finanziari da parte delle imprese. E’ evidente che i protagonisti
Via delle Quattro Fontane n. 10 – 00184 – Roma
Tel. 06/42012618 r.a. - Fax. 06/42001968 e 06/42012522
e-mail: [email protected]
www.studiolegaleghia.it
5
STUDIO LEGALE GHIA
ROMA – MILANO – UDINE
dell’indebitamento estero, oggi privo di controlli accentrati, neppure in sede comunitaria, ancorchè
tanto rilevante per le conseguenze delle ricadute negative sul sistema-paese, non debbano essere
lasciati così “sciolti”, ovvero liberi di emettere carta obbligazionaria che banche estere sensibili alle
elevate “commissioni” che percepiscono, collocano tra i propri ignari ed incauti clienti. E’ questo
un primo, urgente compito che viene affidato, alla banca Centrale Europea affinchè assicuri
all’Europa, quanto la Banca d’Italia, con la centrale dei rischi, ha opportunatamente realizzato
trent’anni fa in Italia.
Via delle Quattro Fontane n. 10 – 00184 – Roma
Tel. 06/42012618 r.a. - Fax. 06/42001968 e 06/42012522
e-mail: [email protected]
www.studiolegaleghia.it
6