Personaggi Padovani GIOVANNI BATTISTA BELZONI Giovanni

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Personaggi Padovani GIOVANNI BATTISTA BELZONI Giovanni
Personaggi Padovani
GIOVANNI BATTISTA BELZONI
Giovanni Battista Belzoni (Padova, 5 novembre 1778 – Gwato, 3 dicembre 1823) è stato un esploratore
pioniere dell'archeologia e un viaggiatore italiano. È considerato una delle figure di primo piano
dell'egittologia mondiale.
Nacque il 5 novembre 1778 a Padova, che in quel tempo faceva parte della Repubblica di Venezia. Il vero
cognome era Bolzon ma in seguito preferì farsi chiamare Belzoni. Cominciò a lavorare molto giovane come
barbiere nella bottega del padre. A 16 anni si trasferì a Roma dove studiò idraulica e dove, affascinato dalle
rovine della capitale, si avvicinò al mondo dell'archeologia. A Roma si fece monaco, ma la calata delle
truppe napoleoniche lo convinse a rinunciare ai voti e a rivolgere le sue attenzioni a quella che sin da
bambino era stata una sua grande passione: i viaggi.
In Inghilterra i sposò con Sarah Banne, una ragazza inglese di Bristol, con cui condivideva l'amore per i
viaggi e che l'avrebbe accompagnato in quasi tutte le sue avventure. Si guadagnò da vivere sfruttando la
sua notevole stazza (era alto due metri) e la sua forza erculea, lavorando come "uomo forzuto" con il nome
di "Patagonian Samson" ("Sansone Patagonico") al teatro Sadler's Wells e al circo Astley di Londra; il pezzo
forte dello spettacolo era quando, caricatosi sulle spalle una specie di giogo, arrivava a sostenere da solo
una piramide umana costituita da dieci persone e a portarla in giro per il palco. In seguito portò questo
spettacolo in tutto il paese, unitamente a un sistema di fontane che creavano un originale gioco d'acqua
mosse da una macchina idraulica di sua invenzione, e riscosse un discreto successo. Fu ricevuto in una
Loggia massonica ed ottenne l'alto grado di "Cavaliere Templare".
Dopo aver girovagato a lungo in Inghilterra fu preso dalla nostalgia dei grandi viaggi e decise di esibirsi
anche all'estero, dopo una serie di spettacoli in Spagna, Portogallo e Sicilia approdò a Malta. Qui conobbe
Ismael Gibraltar, un emissario di Mehmet Ali, il pascià (viceré) d'Egitto, che era a quei tempi una provincia
dell'Impero Ottomano. Venne a sapere che nel paese africano si stava per intraprendere un nuovo
programma agricolo che comprendeva grandi lavori di irrigazione. Belzoni partì subito, sicuro di
raggiungere il successo con i suoi progetti idraulici.
Il primo viaggio in Africa lo portò ad Alessandria d'Egitto il 9 giugno 1815 dove fu affascinato dalla cultura e
dalle tradizioni locali.
Primo viaggio archeologico dal 30 giugno 1816 - 15 dicembre 1816 scaturì dal progetto per trasportare un
colossale busto in pietra pesante oltre sette tonnellate ed alto sette metri e mezzo dal tempio Ramesseum,
che si trova nella piana di Deir el-Bahari nei pressi dell'antica Tebe (l'odierna Luxor), e sistemarlo in riva al
Nilo che distava circa 1200 m. Il busto era chiamato erroneamente il giovane Memnone (un mitologico re
etiope nipote del re troiano Priamo), si scoprì in seguito che raffigurava il faraone Ramesse.
Fino a quel momento era stato più un trasportatore che un archeologo, ma la vicinanza diretta agli scavi lo
incuriosì. Tornò a Luxor, dove fece in tempo, prima di imbarcarsi col colosso, a compiere degli scavi a
Karnak, portando alla luce delle preziose statue, e nella Valle dei Re sulla riva opposta del Nilo. Qui scoprì la
sua prima tomba.
Il secondo viaggio (20 febbraio 1817) fu a Karnak dove portò alla luce un discreto numero di reperti, tra cui
il sarcofago del faraone Ramesse III, che il console generale britannico Henry Salt, avrebbe poi venduto al re
Luigi XVIII di Francia e che si trova oggi al Louvre. Fu poi nella zona di Tebe ed eseguì scavi nella Valle dei Re
dove scoprì delle importantissime tombe, fra le quali, il 18 ottobre 1817, la tomba di Seti I , il padre di
Ramesse II, una delle più belle dell'intero Egitto, interamente decorata con splendidi bassorilievi e policromi
affreschi, tanto da essere definita la cappella Sistina egizia. La tomba viene tuttora chiamata tomba Belzoni.
Lo splendido sarcofago del faraone in alabastro translucido, dopo la sua morte, sarebbe stato acquistato
dall'architetto John Soane che lo fece installare nella "cripta" della sua abitazione-museo a Londra, dove
ancora oggi si trova.
Il terzo viaggio archeologico (28 aprile 1818 - 18 febbraio 1819)lo fece accompagnato dal medico ed artista
Alessandro Ricci le cui splendide illustrazioni del viaggio e dei reperti sarebbero state esibite in alcune
mostre di successo ed inserite nel libro con cui Belzoni raccontò le sue esplorazioni.
Lasciò l'Egitto nel settembre del 1819 ed arrivò a Padova i primi di dicembre. Qui le accoglienze furono
grandi. L'eco delle sue imprese e le due statue che regalò alla municipalità spinsero i governanti ad
attribuirgli grandi onori, tra cui il conio di una medaglia commemorativa. Le statue rappresentano due
sfingi che sono ancora oggi custodite nel Palazzo della Ragione in città. Strinse amicizia con l'architetto
neoclassico Giuseppe Jappelli, dandogli l'ispirazione per il progetto della sala egiziana nel caffè Pedrocchi.
Nel museo archeologico di Padova gli sono state dedicate due sale egizie che contengono alcuni dei suoi
reperti. Dopo due soli mesi si imbarcò per Londra dove arrivò il 31 marzo 1820.
Scrisseun libro sui suoi viaggi in Egitto che intitolò:"Narrative of the Operations and Recent Discoveries
Within the Pyramids, Temples, Tombs and Excavations in Egypt and Nubia and of a Journey to the Coast of
the Red Sea, in search of the ancient Berenice; and another to the Oasis of Jupiter Ammon". Fu pubblicato
verso la fine del 1820 ed era corredato da splendidi acquarelli e mappe, la maggior parte disegnate da Ricci
e altre di sua stessa fattura; il libro ebbe un grande successo, presto furono stampate nuove edizioni e fu
tradotto in francese tedesco ed italiano.
Il viaggio in Africa occidentale e la morte. Nell'aprile del 1823 e si diresse in Marocco, da dove pensava di
attraversare il deserto per arrivare a Timbuctu. Dopo varie peripezie per attraversare il deserto decise di
raggiungere Timbuctu dal sud, navigando da Gibilterra fino alla costa equatoriale del golfo del Benin, per
poi recarsi via terra nella capitale dell'antico regno del Benin, l'odierna Benin City in Nigeria e chiedere al
locale sovrano i permessi e un'imbarcazione per risalire il fiume Niger, ma poco dopo essere sbarcato in
Africa morì di dissenteria il 3 dicembre del 1823 nel porto fluviale di Gwato.Il signor Houtson, che lo
accompagnava in questa spedizione, lo fece seppellire ai piedi di un albero alla periferia di Gwato, e sulla
tomba fece apporre un'epigrafe recante il nome e la data di morte del Belzoni. Fece anche scrivere la
seguente preghiera:"Il gentiluomo che ha messo questa epigrafe sulla tomba del celebrato e intrepido
viaggiatore, spera che ogni europeo che visiti questo posto faccia pulire il terreno e riparare lo steccato
intorno, se necessario". Un viaggiatore europeo che tornò sul luogo circa quarant'anni dopo non trovò
nient'altro che l'albero.
Nonostante le sue numerose e importanti scoperte per conto soprattutto dei britannici, Belzoni non è stato
particolarmente celebrato e il suo nome è ricordato solo in pochi libri, anche se molti reperti custoditi nel
British Museum di Londra recano la sua firma. Nel campo dell'archeologia egizia fu considerato per lungo
tempo un modello da imitare dagli esploratori che lo seguirono e molti furono gli esperti ed i critici di
egittologia che lo stimarono e lo additarono come esempio.
Padova a G.B.Belzoni ha dedicato l’istituto tecnico per geometri e una importante via.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Battista_Belzoni
Giovanni Battista Belzoni
La firma di Belzoni all'interno della piramide di Chefren
Un particolare della stupenda Tomba di Seti I detta anche Tomba Belzoni