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Pagina inziale » Musica » Articolo n. 11587 del 19 marzo 2013
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Questo fine settimana vi segnalo una accoppiata di concerti imperdibili.
Il primo è quello del “ Terlingo Sacchi Blues Quintet”.
Nato dalle ceneri dei RudeMood, è il nuovo progetto di Paolo Terlingo (chitarra e voce) e Andrea Slim Sacchi
(armonica). Un quintetto di blues che attinge a piene mani dal suono di Muddy Waters, Wlliam Clarke e i maestri
della musica del diavolo fine anni sessanta. Alessandro Bernini (al pianoforte già nei Mood), Giammarco Jimmi
Straniero al contrabbasso e Alessandro Ferrari alla batteria sono il trio di giovani che completano la formazione.
Con l’ultimo lavoro in uscita quest’autunno (“ The Watermill sessions”), il Terlingo Sacchi BluesQuintet offre uno
spettacolo in cui shuffle, swing e rhumba/blues si mischiano ai grandi classici e agli “originals“, autentico marchio
di fabbrica della tradizione Terlingo/Sacchi (cinque dischi alle spalle, due tour europei e una valanga di premi, tra
cui il prestigioso Bluesin, al Pistoia Blues festival del 2009). Al momento sono in giro per la presentazione del loro
ultimo disco “Blues Train”, uscito a nome di Andrea Slim Sacchi per la Ultrasound Records.
Quello che risulta evidente è che non solo la formazione e il nome sono cambiati, ma anche il suono del gruppo e
le intenzioni musicali.
Dei vecchi Rude Mood è scomparso il suono più duro e rock, quello che ricordava le cose di Rory Gallagher con i Taste e oggi sarebbe stato più
giusto chiamarli i Roots Mood, dato che la componente Roots ha preso il sopravvento miscelandosi con echi di incursioni jazzistiche (intese come
swing-blues) dovuti al nuovo interesse che Paolo Terlingo ha dimostrato ultimamente per questo genere.
Il suono è ancora più ruvido del solito, al limite dell’acido; le atmosfere sono dilatate in uno spazio-tempo che ricorda impressioni rurali.
L’armonica di Slim sembra ricordarci che lui “vede luoghi e cose che noi umani….”.
E’ musica matura e consapevole, che ha perso l’irruenza iniziale per dedicarsi alla ricerca dell’espressione.
Questo gruppo si presenta “alla grande”.
Il secondo è quello dei Get’em Out .
Gli anni '70 sono stati teatro di un grande fermento musicale testimoniato dalla nascita del Progressive Rock e di gruppi musicali destinati a
restare nella storia della musica. Tra questi, i Genesis rappresentano forse il punto più alto avendo ridefinito, con la teatralità di Peter Gabriel, con
una musica intensa e raffinata e con testi di storie fantastiche e spesso surreali, il concetto stesso di concerto rock. La ricchezza della loro musica
è tale da renderla contemporanea ancora oggi.
Nel 2005, un gruppo di quattro musicisti dell'area milanese e il cantante pavese Matteo Callegari (il cui amore per i Genesis è testimoniato dalla
precedente formazione di due gruppi simili: The Knights, nel 2000, e poi i PGTime), uniti dalla comune passione verso i Genesis, hanno avviato
un progetto musicale con l’ambizioso obiettivo di ricreare la magica atmosfera della loro musica nel periodo in cui Peter Gabriel ne era la voce
solista.
La meticolosa ricerca dei suoni e delle dinamiche presenti nelle storiche incisioni in studio della band, l’utilizzo di strumenti vintage (vengono
utilizzati diversi strumenti vintage come la chitarra doppio manico e il sitar, i suoni unici del Mellotron e dell'ARP prosoloist ed altri quali il Bass
pedal, il flauto traverso e le chitarre 12 corde) una enorme mole di lavoro di trascrizione delle parti originali ed un occhio attento all’aspetto
scenografico, hanno portato i Get’em out a diventare oggi una delle band italiane più apprezzate con uno spettacolo che coinvolge e trasporta al
periodo d'oro del Progressive Rock.
Informazioni
Terlingo Sacchi Blues Quintet
Quando: Venerdì 22 Marzo 22:30
Get’em Out – tributo ai Genesis 1967-1975 – rock
Quando: Sabato 23 Marzo 22:30
Dove: Spaziomusica, Pavia
Furio Sollazzi
Pavia, 19/03/2013 (11587)
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