Presentazione Anna Maione
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Presentazione Anna Maione
Cari Fratelli e sorelle Scout, Vi scrivo raccogliendo l’invito di Mari Josè, rivolto a noi candidati, di tracciare “ Sogni, aspettative, modi di vedere la Regione, idee di sviluppo”. Vi confesso, che mi sarebbe piaciuto rimbalzare ad ognuno di voi, tale domanda, perché sono convinta che la Regione viva del respiro di ogni Comunità e nello stesso tempo dia respiro ad esse. Mi rendo conto, per esperienza personale, che non è facile far sentire a tutti gli A.S. l’appartenenza, il valore e l’importanza che hanno i vari livelli del Movimento, Regionale e Nazionale, perché le Comunità, che sono e rimangono le cellule fondamentali, spesso si sentono così autonome e direi quasi autosufficienti, tanto da non sentire il bisogno di respirare aria diversa e nuova. Credo, invece, che questi due livelli , oltre che rafforzare la nostra identità, tracciare la nostra meta e rendere certi i valori per cui spendere la nostra vita, servano a portare una ventata d’aria fresca alle nostre Comunità. Bisogna correre il rischio di aprire le nostre finestre, ciò comporta, sia mettere a disposizione talenti, esperienze e competenze, sia accogliere e dare stimoli e provocazioni, in uno scambio vicendevole che giova a tutti. ( Proprio a tal proposito penso a delle attività regionali quali il San Giorgio o un campo Bibbia). Ed è per questo che avrei voluto chiedervi “Quale Masci sognate, quali caratteristiche pensate debba avere e quali compiti debba svolgere, affinché non sovraccarichi le comunità e soprattutto ci crediamo al Masci Regione?” Mi piacerebbe conoscere le vostre aspettative, le vostre critiche e soprattutto i vostri consigli. Sicuramente mi piace il metodo, partecipativo e democratico che potrebbe essere usato più spesso per avvicinare e colmare quella dicotomia che si ravvisa in Regione, soprattutto tra le scelte effettuate e programmate dai Magister e poi l’effettiva partecipazione delle Comunità. Inoltre, ritengo che perché si realizzi una partecipazione costruttiva, motivata e motivante e perché ci giunga una brezza fresca e rivitalizzante, bisogna dare maggiore importanza all’aspetto formativo dei nostri incontri regionali, affinché si dia spessore al ritrovarsi, allo stare insieme, al progettare e al proiettarsi in una storia, con un’identità rafforzata e con maggiore convinzione. Infatti, occuparsi dell’aspetto formativo, anche a livello Regionale, non solo ottempera ad uno dei fondamenti del nostro Movimento che è la formazione permanente, ma chiarifica e fortifica quei valori identitari e d’appartenenza che danno spessore alle nostre relazioni, poiché tracciano l’orizzonte del nostro agire e ci elevano verso mete più alte e confini più lontani, dell’azione stessa. E passo così ad un punto che ritengo fondamentale per tutti coloro che appartengono, come noi, ad un Movimento ecclesiale e che proprio perché tale, a mio modesto giudizio, dovrebbe avere quella discriminante che ci rende testimoni credibili : le relazioni. Io credo che la nostra capacità di tessere buone relazioni non vada messa in dubbio e ne abbiamo avuto prova tante volte quando coagulati intorno ad un fine comune abbiamo lavorato insieme dando il meglio delle nostre intelligenze, competenze ed energie Penso ai vari eventi che abbiamo insieme realizzato o a cui abbiamo dato il nostro contributo dando il massimo di noi. Questo succede quando il fine delle nostre azioni rimane ben chiaro e la buona riuscita dell’evento prevale sulle nostre singole prese di posizioni. Quest’aspetto sicuramente apre un cammino arduo, lungo e difficile , quello dell’unità, intesa non come omologazione ad un pensiero unico o adesione a scelte consuetudinarie ma, attraverso un dialogo leale e costruttivo e il contributo di tutti, giungere a sintesi senza contrapposizioni e contrasti . Certo tutto ciò non è facile, perché ognuno di noi si porta dietro il limite del proprio carattere e soprattutto spesso avviene che prevalgono le logiche prettamente umane, che ci possono sembrare anche giuste, se il metro che usiamo è la nostra umanità, ma che non sono Buone se la misura di cui servirsi è l’amore a cui ci richiama la Parola di Dio… il pericolo di sostituire la PAROLA alle parole, il cammino di fede col semplice attivismo, non garantisce la riuscita delle nostre buone intenzioni. Tali situazioni a volte tolgono lucentezza alle nostre relazioni, che divenendo opache non riflettono più il Bene che esse tendono a costruire e vanificano ogni nostro sforzo nel costruire quel Regno di Dio, che è il compito ultimo a cui siamo chiamati, anche attraverso lo Scautismo. Credo, invece, che tra noi vi siano tanta ricchezza che aspetta solo di essere messa in circolo, tanta competenza e voglia di fare, che potrà essere il volano per tutto il Masci calabrese. So di aver trattato un argomento spinoso, che forse avrei fatto bene a non toccare, ma mi è impossibile pensare di voler costruire una casa, insieme a voi, senza prima essersi presi cura del cemento che tiene unita la costruzione e cioè la nostra capacità di tessere relazioni, anche perché malintesi e incomprensioni causano disaffezione e demotivano . Questa nostra capacità, a cui dobbiamo tendere, per fare sempre meglio e di più, viene ancora prima del nostro metterci al servizio del prossimo, proprio perché l’etimologia stessa della parola “proximus = vicino” ci dice a chi rivolgere la nostra attenzione e le nostre cure. E passo così ad un altro elemento distintivo del nostro essere Scout: il servizio. Credo, fermamente, che tutte le comunità, al di la delle difficoltà oggettive che hanno, e che tutti conosciamo, prestino tanto servizio sul proprio territorio, che sicuramente è meritevole agli occhi di Dio, ma la fatica che spesso si fa ad uscire dal cono d’ombra del campanile, evitando di esporsi in quelle situazioni che richiederebbero più coraggio, ci rende meno visibili ed incisivi. Penso, invece, che il Masci, e anche quello Regionale, dovrebbe prestare alla società anche un servizio dal punto di vista culturale, per essere lievito e fermento in una società che ha bisogno di voci che si levino a difesa di quei valori insindacabili e costitutivi del nostro essere Scout e cristiani. Un Masci che tace contro i soprusi, le illegalità, le ingiustizie, nei confronti delle persone, di ogni persona e della sua dignità, che non si faccia promotore o difenda la custodia del creato, che non gridi contro gli attentati perpetuati nei confronti della famiglia, che teme l’impegno politico e sottostà ad una economa disumanizzante, non solo non è visibile, cosa che frena un possibile sviluppo, ma soprattutto non è profetico e quindi non adempie al suo compito primario “Lasciare il mondo un pò migliore di come l’abbiamo trovato”, ma tende solo ad auto-conservarsi e quindi, consentitemi, primo o poi ad esaurirsi. Tant’ altro potrebbe dirsi, ma ritengo, che queste sono le cose da cui partire e cioè: la formazione che rafforza la nostra identità, le relazioni che qualificano il nostro agire, il servizio che è lo strumento per rendere il mondo migliore, la fede che è l’anima del nostro impegno. Tutto il resto sarà programmato insieme al Segretario che vorrete come “Nostro”, con le energie che sono tra noi, e sono tante, con la generosità di cui siamo capaci, con le competenze che abbiamo maturato negli anni, affinché i sogni che singolarmente abbiamo, diventino il “Sogno” di tutti e contribuiscano a cambiare la realtà e soprattutto il nostro cuore . Buona strada a tutti.Anna