Il cinema al cinema pdf - Ic via Palestro Abbiategrasso

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Il cinema al cinema pdf - Ic via Palestro Abbiategrasso
"IL CINEMA AL CINEMA "
Data e ora
Film
CLASSI
29/11/ 16 – martedì
"IL PICCOLO PRINCIPE ":
Animazione , Fantasy 2015
durata: 108 min
CLASSI PRIME E SECONDE
CLASSI TERZE E QUARTE
9,00- 10,15
“VADO A SCUOLA “
Regia Pascal Plisson - Origine Francia 2013
Distribuzione Academy Two
Durata 75 min
CLASSI PRIME E SECONDE
10,30 -12,00
"IL RITORNO di DORY" Animazione,
durata 103 min. - 2016. - Walt Disney
“IQBAL BAMBINI SENZA PAURA”
Regia di Michel Fuzellier, Babak Payami.
Animazione, durata 90 min. –
Italia, Francia 2015. – Academy Two
CLASSI QUARTE E QUINTE
"Banana" di Andrea Jublin,
durata 90 min. - Italia2015
SEC.PRIMO GRADO - PRIME SECONDE-TERZE
9,15 -10,45
30/11/16 –
mercoledì
1/12/16 -giovedì
9,15-11,00
2/12/16 - venerdì
9,00 - 10,30
-
N° ALUNNI
SCHEDE FILM
"IL RITORNO di DORY" Animazione, durata 103 min. - 2016. - Walt Disney .
Avventura più raccolta ma non meno travagliata, Alla ricerca di Dory non ha l'audacia del film che lo ha
preceduto, che si concede addirittura l'astrazione, nondimeno la Pixar ribadisce e persegue un'ambizione
melodrammatica e teorica, spingendo più lontano l'intrattenimento (mentale). Sospeso tra vena familista e
delirio mnemonico, tra divertimento ed emozione, Alla ricerca di Dory concepisce nei molteplici flashback
la versione infantile (e mielata) di Dory, che i genitori allevano nel tenero rispetto della sua differenza. Eroina
senza memoria, immersa in un parco acquatico e dentro una storia concepita come un
percorso ad ostacoli, Dory rivela una formidabile attitudine al presente, all'intraprendenza e al lavoro di
squadra, aggirando la sua diversità e trovando un modo altro di nuotare nell'oceano della vita.
Nel bestiario bizzarro e travolgente messo 'in acqua' dalla Pixar peschiamo su tutti Hank, l'octopus
camaleonte, Gerard, l'otaria allocca, Becky, il volatile spiumato e bislacco e un'anonima ostrica sentimentale
con un surplus di memoria, lacrime e parole che non ha mai dimenticato la sua Capasanta. Accanto alla banda
accreditata di Nemo, le creature marine della Pixar seguono le correnti marine e ci conducono al largo
'abbordando' la nozione di solidarietà e accettazione e toccando il fondo del cuore.
IL PICCOLO PRINCIPE (Le Petit Prince) Regia Mark Osborne - Origine Francia, 2015 Distribuzione Lucky Red
- Durata 108 minuti
Una bambina intelligente e sveglia, vive l’intera sua giornata sui libri per «essere preparata ad affrontare il
futuro». Questa l’impostazione della madre, che decide di trasferirsi con la figlia il più vicino possibile alla
scuola dei desideri, la prestigiosa Accademia Werth, in una casa grigia e identica a tutte le altre case del
quartiere, fatta eccezione per un vecchio rudere confinante proprio con il loro giardino. Per avverare questo
sogno di efficienza, però, la bambina dovrà seguire un fitto programma di studio durante le vacanze,
trascurando completamente cose come il gioco, lo svago e le amicizie. In un primo tempo anche la piccola
sembra soddisfatta di questa scelta, e si attiene scrupolosamente al programma fatto di studio, ginnastica e
ancora studio. Le cose iniziano a cambiare, però, quando la curiosità la spinge nel giardino del misterioso
vicino di casa, un vecchio ex aviatore, che parla di avventure straordinarie e trascorre il tempo a inventare
incredibili macchine. La bambina è talmente affascinata dalle storie che l’uomo le racconta, da dimenticare
ogni dovere. L’Aviatore la introduce, così, in un mondo straordinario, dove è tutto possibile, un mondo che
lui stesso ha conosciuto grazie al Piccolo Principe. Inizia così, il loro viaggio magico, grazie al quale la bambina
imparerà il valore dei rapporti umani, vedrà le cose con gli occhi del cuore e capirà che ciò che è davvero
essenziale nella vita è quasi sempre invisibile.
Vado a scuola Sur le chemin de l’école Regia Pascal Plisson - Origine Francia 2013 Distribuzione Academy
Two - Durata 75’ - Dai 10 anni abc |
Il film narra la commovente storia di quattro bambini provenienti dal Sud del mondo, uniti da un unico
autentico bisogno: andare a scuola, in una situazione dove questo semplice atto quotidiano diventa
un’avventura. Con tutte le connotazioni, di fascino e di pericolo, che il termine comporta, anche se si tratta
di bambini. Jackson, dieci anni, percorre mattina e sera quindici chilometri della savana del Kenia, in mezzo
agli animali selvaggi, la sorellina Salome stretta per mano, per arrivare in orario, con i tre litri d’acqua
necessari e la legna per accendere il fuoco. Zahira, berbera di undici anni, affronta ogni lunedì tre ore di
faticoso cammino lungo i tortuosi sentieri dell’Atlante marocchino per raggiungere con due amiche la scuola.
Samuel, dodici anni, poliomielitico, ogni giorno è trascinato su un’improvvisata carrozzina dai suoi due fratelli
minori per otto chilometri nel sud dell’India, e può considerarsi fortunato. Carlito, undici anni, attraversa ogni
giorno gli altipiani della Patagonia per venticinque chilometri, in sella al suo cavallo, portando con sé la
sorellina. Niente ferma la volontà, la sete di conoscenza, la determinazione unita a un’incredibile gioia di
vivere, di questi piccoli per cui la scuola è l’unica speranza di fuggire dalla povertà e dall’emarginazione.
“IQBAL BAMBINI SENZA PAURA” Regia di Michel Fuzellier, Babak Payami. Animazione, durata 90 min. Italia, Francia 2015.
IIqbal è un bambino di una diecina d’anni, sveglio e intraprendente. Vive con il fratello Aziz e la madre Ashanta
in un piccolo e povero villaggio chiamato Kardù. Ha imparato fin da piccolo l’arte di realizzare tappeti con i
raffinatissimi nodi Bangapur. Un giorno Iqbal decide di andare al mercato di Mapur per vendere alcuni
giocattoli e diverse pietre colorate allo scopo di recuperare i soldi con cui acquistare delle medicine per il
fratello ammalato. Lì incontra Hakeem che si offre di comprargli le medicine: in cambio però il bambino dovrà
lavorare nella fabbrica di tappeti dell’amico Guzman. Quando Iqbal chiede per quanto tempo dovrà lavorare,
non riceve risposta. Guzman si rende conto subito delle capacità di Iqbal sia nel disegno che nel ricamo e lo
costringe a lavorare al telaio in un capannone sporco e freddo per preparare un prezioso tappeto Bangaiur
Azzurro. In quel luogo Iqbal incontra Fatima, Emerson, Maria, Ben, Salman e Karim, compagni d’avventura di
età diverse; si rende conto di essere stato ingannato e del fatto che sia lui che i compagni sono destinati a
esser sfruttati per sempre come piccoli schiavi. Mentre lavora al tappeto, pensa a come uscire da quella
dolorosa situazione. Riesce quindi a organizzare la fuga per sé e i compagni
riconquistando l’infanzia e la libertà.
"BANANA" di Andrea Jublin, durata 90 min. - Italia2015 .
Sin dalle prime inquadrature si intuisce che nel panorama del cinema italiano contemporaneo Banana è un
film diverso e si resta piacevolmente stupefatti. I ragazzi, con i loro autentici pensieri e sentimenti, sono
protagonisti, non tristi proiezioni dei desiderata degli adulti. Pare quasi che si avveri un sogno: che il cinema
italiano si sia finalmente accorto che esiste da sempre un cinema europeo di qualità (appannaggio
soprattutto dei Paesi nordici) dedicato agli adolescenti e ai bambini… Come la trama del film suggerisce,
esistono perle rare, costrette all’invisibilità e alla rinuncia per l’incapacità di chi dovrebbe individuarle,
portarle alla luce, destinarle a un meritato splendore e per la pervicace, colpevole scelta di ignorarne
l’esistenza. Perle, “gioiellini” destinati a essere riconosciuti solo da chi ne condivide il candore e la bellezza.
Nel film (che è stato distribuito con pochissime copie su rari schermi) sono davvero toccanti i personaggi di
Emma, sorella maggiore del protagonista (la convincente Camilla Filippi) e quello del suo ex fidanzato (lo
stesso Jublin), impegnati per scelta in attività che affiancano la crescita dei ragazzi, ma, in un’Italia volgare,
chiassosa, affetta spesso da familismo amorale, incapace di apprezzare e premiare il merito, destinati a
essere considerati due “perdenti”: la prima, costretta ad accettare un’attività di ripiego (il rifugio in un Paese
straniero e in un matrimonio senza amore) e il secondo, pur se non rinunciatario, rassegnato alla marginalità
e alla frugalità. Anche la professoressa di italiano (la magnifica Anna Bonaiuto), per sopravvivere accetta
(senza rassegnarsi) la sconfitta in un Paese che sembra avere in odio la cultura e che si limita ad apprezzare
e a valorizzare quasi esclusivamente eventi-marketing (guai a chi non si adegua!), una realtà che punisce la
scuola e i suoi protagonisti. Il film coinvolge con diversa intensità e con esiti differenti il pubblico di ogni età:
gli adulti sono certamente colpiti dalla critica sociale, grazie a una solida sceneggiatura con dialoghi mai
banali, e grazie al sottile umorismo che alleggerisce il tono del racconto. I più giovani si riconoscono nella
passione per il gioco del calcio e nel sogno d’amore, vissuto con intensità e determinazione da un coetaneo
pasticcione, ingenuo, timido, sensibile; provando le stesse paure, gli stessi slanci, anche grazie alla capacità
e alla versatilità del giovane attore protagonista Marco Todisco nel ruolo di Banana (al Festival Youngabout
di Bologna il ragazzo ha ottenuto il Premio come miglior interprete). Un film sincero, dove il regista si è messo
in gioco senza reticenze e senza censure, un film da amare con partecipazione empatica, con la testa e con il
cuore. Si segue il racconto cinematografico con un groppo in gola, ma l’amarezza è temperata dalla gioia di
vivere, nonostante tutto, del piccolo Banana, uno che non si arrende, che vuole credere nel bene e nella
felicità… E anche nelle potenzialità salvifiche del gioco del calcio. La speranza va dunque riposta nelle giovani
generazioni e in chi come Giovanni, alias Banana, vuole trovare il bello e il buono in ciascuno, senza stancarsi
di lottare per conquistare il vero amore e per realizzare i propri sogni, a qualunque costo. (Angela
Mastrolonardo)