8 riviera engineering days
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Block Notes RED RIVIERA ENGINEERING DAYS Cronaca delle Giornate Nazionali dell’ingegneria Savona 5-8 Aprile 2016 Gianfranco Sansalone Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria 8 Block Notes n.8 /1 2/ Block Notes n.8 Atti & Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria RED RIVIERA ENGINEERING DAYS Cronaca delle Giornate Nazionali dell’ingegneria Savona 5-8 Aprile 2016 Gianfranco Sansalone Block Notes n.8 /3 RED, RIVIERA ENGINEERING DAYS: CRONACA DELLE GIORNATE NAZIONALI DELL’INGEGNERIA A SAVONA DAL 5 ALL’8 APRILE 2016 Autore Gianfranco Sansalone Hanno collaborato Oksana Doudko, Luca Mereu, Eva Perasso Segreteria di redazione Marina Chiarlone Redazione Agenzia ABA News - Genova [email protected] - www.abanews.it Si ringrazia l’agenzia Bitmat e in particolare il direttore scientifico ed editoriale Massimiliano Cassinelli e Laura del Rosario Foto di Giuseppe Puzzanghera Uno speciale su Red 2016 è pubblicato sul quotidiano online www.bitmat.it Block Notes n. 8 Supplemento al n. 6, giugno 2016, del mensile A&B – Atti e Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria, della Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria Reg. Tribunale di Genova n. 64 del 25 marzo 1949 – Anno LXVII Direttore responsabile Gianfranco Sansalone Presidente Paolo Caruana Direttore Editoriale Maurizio Michelini Direzione e Redazione: Piazza della Vittoria, 11/10 – 16121 Genova [email protected] - www. federazioneingegneri.liguria.it Progetto Editoriale Agenzia ABA News www.abacomunicazione.it Editore Nuova Grafica LP www.promogenova.it/grafica/-lp [email protected] Pubblicato in edizione Pdf su www.federazioneingegneri.liguria.it Si avverte che questi non sono tradizionali atti di un convegno, ma un resoconto giornalistico dello stesso, e quindi riassunti secondo i criteri di sintesi arbitraria propri del lavoro del cronista. Il dibattito dei quattro giorni non è stato registrato, non sono stati depositati interventi scritti e per realizzarne la cronaca sono stati utilizzati materiali e fonti diversi. L’autore, coadiuvato dalla redazione, si scusa quindi per eventuali imprecisioni o omissioni importanti. Anche le scelte editoriali sono arbitrarie e spesso dovute alla possibilità di reperimento delle notizie trattate. I singoli interventi non sono stati rivisti dai relatori, ma l’intero materiale, prima della pubblicazione - trattandosi di argomenti tecnici - è stato messo a disposizione del gruppo di lavoro di ingegneri organizzatori di Red 2016. 2/ Block Notes n.8 IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DI SAVONA «Il futuro è qui! Sulla strada del digitale, la tecnologia ci accompagnerà per sempre» FULVIO RICCI professionale, e così via per tutto quello che ci accompagna lungo la nostra esistenza. RED 2016 ha segnato un passo importante perché ha visto uscire allo scoperto un mondo seminascosto e fino ad oggi consi- “ RED 2016 primo passo verso un appuntamento fisso annuale sull’innovazione come opportunità di cambiamento “ D igitale, big data, comunicazione, piattaforma, social, agenda digitale sono tutte parole che nella mente di persone un po’ all’antica come me, la prima volta che le ho udite, sono risultate quasi prive di significato. Con il tempo, lentamente hanno cominciato ad assumere qualche valore ma ancora poco chiaro fino a quando non ho deciso di capire qualcosa di più. Sollecitato da alcuni colleghi ho iniziato ad approfondire e in prima battuta mi sono iscritto ad un corso di inglese; la tecnologia purtroppo parla poco in italiano! In poco tempo questi concetti, non più solo parole, hanno cominciato ad esprimere significato, un significato importante. Ancora oggi, dopo mesi che parlo di questi temi, e non sono certamente un esperto, anzi sono proprio un neofita del mondo digitale, ho capito una cosa importante: il futuro è qui! Non possiamo continuare a nascondere l’Ingegneria dietro un pilastro o un pannello isolante… Il futuro, quello dello sviluppo e del lavoro, è tracciato sulla strada del digitale. L’idea di RED nasce proprio da qui, dalla volontà ma anche dalla necessità di creare quella cultura intorno ad un mondo che ha sempre più bisogno di cervelli per progredire e per portare ad un vero e sano sviluppo del mondo economico e sociale. Dal digitale passano la sanità, il turismo, la logistica, la produzione di beni, il mondo derato una lobby: l’Ordine degli Ingegneri. Abbiamo dimostrato che siamo in grado di parlare non solo di edilizia o di impianti, ma sappiamo toccare temi assolutamente all’avanguardia nel mondo dell’innovazione come quello dei Big Data, tecnologie di primaria importanza e sistemi molto chiacchierati ma poco conosciuti come la Smart Grid, abbiamo parlato da profondi conoscitori di temi modernissimi come quello dell’Energia, della comunicazioni, delle innovazioni tecnologiche e molti altri ancora. Questo primo passo è stato il lancio di una cultura che vorremmo vedere radicata nel nostro territorio e che vedrà ripetersi annualmente RED a Savona con incontri che avranno come denominatore comune l’innovazione, a 360°, non focalizzata solo su temi predefiniti ma aperti a tutto quello che il mondo saprà portare alla luce, in un appuntamento che vorremmo diventasse un appuntamento fisso e importante per gli ingegneri e non solo. Rivolgendoci non solo alla Liguria ma all’intero Paese, con la volontà di creare conoscenza scientifica che possa in qualche modo mettere in moto processi di sviluppo aperti a tutti, come un propulsore prettamente scientifico per coloro che ritengono l’innovazione un’opportunità, un plus per migliorare la propria condizione di vita e quella degli altri. Block Notes n.8 /3 IL PROGRAMMA DAY BY DAY Martedì 5 aprile L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Terminal Crociere, Porto di Savona Moderatore Gianfranco Sansalone giornalista • Fulvio Ricci Presidente Ordine Ingegneri Savona • Roberto Orvieto, Presidente Ordine Ingegneri Genova e Gianni Massa, Vice Presidente CNI - Il ruolo dell’Ingegneria nella società: una risorsa di sviluppo per la Liguria e l’Italia • Andrea Ridi, Rulex - Big Data: l’evoluzione dell’analisi massiva dei dati • Giovanni Landi, ETT- Prepararsi all’esperienza turistica con la realtà virtuale SESSIONE POMERIDIANA Moderatore Diego Pastorino Tesoriere Ordine Ingegneri Savona • Nicola Berlen Vice Presidente Ordine Ingegneri Savona Mercoledì 6 Aprile Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale Santa Caterina (Finale Ligure) Moderatore Gianfranco Sansalone, giornalista • Fulvio Ricci Ordine degli Ingegneri Savona • Mario Baucia e Giuseppe A. Ozenda di Carpasio - Progetto “Un’idea del territorio” • Roberto Formato, Ricercatore Cnr - L’Ingegneria del turismo • Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria - Il turismo e la Liguria SESSIONE POMERIDIANA Moderatore Massimiliano Margarone Vice Presidente Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione 4/ Block Notes n.8 • Augusto Fedriani, Costa Crociere - Business Continuity & Disaster Recovery shore side model • Federico Silvestro, Università di Genova - Gestione intelligente dell’energia e dell’efficienza a bordo e a terra • Fabio Tampalini, Dirigente Apm Terminals, Technology Integration Manager - Automazione avanzata nel nuovo terminale • Paolo Ferrero, Capitano di Fregata (CP) Responsabile Centro controllo traffico marittimo presso la Capitaneria di Porto di Savona - Interoperabilità dei sistemi Port Management Information System (PMIS) e SafeSeaNet a tutela dell’ambiente • Rossana Varna, Coordinatore del settore teledematica e del sistema di gestione dell’Autorità Portuale di Savona - Il Port Community System di Savona (PCS): l’ICT al servizio della logistica portuale • Massimo Giarda, Sarpom Srl, Esso Italia - Tecnologia avanzata e integrata dell’operazione • Nicoletta Ghilino e Andrea Pastorino, Amministratrice e Responsabile tecnico Metodi Engineering - Metodi Engineering: storia di un’internazionalizzazione sottovoce • Giuseppe De Nicola, Confindustria Salerno; Associazione Ampioraggio - Ecosistema innovazione • Riccardo Battaglini, Direttore Business P.A. Liguria Digitale - Open Data e Agenda Digitale: rendere disponibili le informazioni per favorire lo sviluppo del turismo • Angelo Berlangeri, Presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona - Tecnologia digitale nel settore del turismo • Matteo Aragone, Genova 2021, Alumni Isict - Innovazione e competenze: professione, giovani e territorio • Maurizio Michelini, Consigliere Ordine Ingegneri e consigliere Camera di Commercio Genova Semplificazione normativa e sviluppo sostenibile Giovedì 7 aprile Gli innovatori del Cloud computing Terminal Crociere, Porto di Savona Moderatore Roberto Prefumo Ordine Ingegneri provincia di Savona • Diego Pastorino Tesoriere Ordine Ingegneri Savona SESSIONE POMERIDIANA Modera Eva Perasso, Corriere della Sera • Luigi Scappin, Sales Consulting and Business Development Director, Oracle Italia - Un Cloud completo, Integrato e sicuro per un business moderno e flessibile • Luca Politi, Google - Work the way you live • Rodolfo Rotondo, Business Solution Strategi• Roberto Filippelli, Sales and Business Deve- st VMware - Il percorso di trasformazione verso il lopment Director Microsoft Italia - “Mobile First, cloud a supporto dell’innovazione attraverso un’arCloud First” la strategia Microsoft per la Digital chitettura e modello operativo ibridi e sicuri Transformation TAVOLA ROTONDA • Raffaele Rialdi, DotNetLiguria - La sfida dell’in- modera Eva Perasso novazione nella progettazione del software • Fabio Furlani, IBM Cloud Architect - La trasformazione digitale con il cloud: il punto di vista di Ibm Venerdì 8 Aprile Smartgrid per un impiego intelligente dell’energia Campus Universitario Savona Moderatore Massimiliano Margarone, Vice Presidente Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione • Fulvio Ricci, Presidente Ordine Ingegneri Savona • Luigi Ronsivalle, Presidente Centro Studi Cni Introduzione • Mario Ascari, Presidente Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione • Angelo Valsecchi, Consigliere del CNI e referente settore C • Giuliano Monizza, Former Group Vice President Power Product Division ABB - Il sistema energetico del futuro per soddisfare gli obiettivi dalla strategia europea “20-20-20” alla ”40-27-30” SESSIONE POMERIDIANA Moderatore Aldo Loiaconi, Cti Liguria • Francesco Perna, Head of Cyber security and Continuity Management, Enel - La sfida per la Cyber Security: proteggere i sistemi OT, IoT e Smart Grid • Federico Delfino, Università di Genova - I progetti “Smart Polygeneration Microgrid” e “Sustainable Energy Building” Visita alla Smart Polygeneration Microgrid del Campus di Savona • Giacomo Corvisieri, Head of innovation Lab. Palermo, Italtel - Applicazioni Internet of Things nelle soluzioni di efficientamento energetico • Stefano Massucco, Università di Genova - Gestione delle reti di energia: il progetto SmartGen, labeled EEGI • Beppe Ugolotti, Nice - Cloud e Smartgrid • Domenico Squillace Ordine degli Ingegneri Milano, Croil - Competenze e innovazione • Enrico Pio Mariani, Ordine Ingegneri di Milano e del Comitato italiano Ingegneria Informazione - L’ingegnere dell’informazione tra innovazione e sicurezza • Bruno Lo Torto, Centro Studi Cni - Il punto di vista del centro studi: i dati sulla sicurezza ICT CHIUSURA LAVORI • Gabriele Calzavara, Ordine degli Ingegneri Sa- • Fulvio Ricci, vona - Progetto Energy Team Presidente Ordine Ingegneri Savona • Ugo Moretto, Amministratore delegato Softeco Sismats - Applicazioni per la gestione delle reti di energia: dalle Smartgrid all’efficienza energetica Block Notes n.8 /5 IL PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI Così dimostriamo di saper fare la nostra parte ARMANDO ZAMBRANO Red 2016, con tutti gli interessanti eventi di cui si occupa il Consiglio Nazionale, è finalizzata a porre l’eccellenza dell’ingegneria italiana all’attenzione non solo degli addetti ai lavori ma dell’intera opinione pubblica. Si tratta di una sottolineatura necessaria se consideriamo il momento di grande difficoltà che vive la nostra professione, chiamata a Il presidente del CNI, ing. Armando Zambrano fronteggiare una crisi senza precedenti, che ha avuto un forte impatto È possibile superare in termini di contrazione del mercato e di fatturati, con alcuni settori questo momento difficile che stanno pagando un alto prezzo soltanto puntando sulla sotto il profilo dell’occupazione. È possibile superare questo moqualità e sulle capacità mento difficile soltanto puntando degli ingegneri italiani, sulla qualità e sulle capacità degli da sempre riconosciute ingegneri italiani, da sempre riconosciute a livello mondiale , oltre a livello mondiale che sull’efficacia della loro orga- 6/ Block Notes n.8 “ “ nizzazione ordinistica. Siamo in grado di svolgere un ruolo determinante in vari settori che vanno dalla protezione e dalla corretta gestione del territorio fino alla riqualificazione del patrimonio edilizio, dall’energia fino alle tecnologie dell’informazione, per citare solo alcuni esempi. Gli ingegneri sono in grado di fare la loro parte perché hanno competenze e capacità ampiamente riconosciute. In questo senso, Red 2016 è una tappa importante di un percorso che, come Cni, ci apprestiamo a celebrare proprio in questi giorni anche attraverso un’importante Conferenza sull’eccellenza dell’ingegneria italiana nel mondo, che abbiamo programmato a Roma dal 28 al 30 aprile. L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Martedì 5 aprile 2016 La grande capacità dell’Ingegnere è saper applicare la scienza e la tecnica per semplificare e migliorare la vita dell’uomo. Solo l’Ingegnere lo sa fare applicando metodologie rigorose per garantire funzionalità e affidabilità delle soluzioni. Le opere dell’Ingegneria si nascondono in ogni cosa: il computer, la penna, la casa, l’auto, una nave, un suono dello smartphone e hanno ricadute dirette sulla qualità della vita, sulla sicurezza, sull’efficienza e sul territorio. Se gestita in modo adeguato, l’evoluzione scientifica e tecnologica determina un progresso della società, talvolta con un passaggio dirompente, ma bisogna fare attenzione che sia costantemente mantenuto l’equilibrio tra l’uomo e il suo territorio. In questo l’Ingegnere ha un compito di estrema responsabilità. NELLA PRIMA MATTINATA DEL CONVEGNO, AL CENTRO IL RUOLO DEGLI INGEGNERI L’INGEGNERIA NELLA SOCIETÀ UNA RISORSA DI SVILUPPO U L’ing. Fulvio Ricci, presidente dell’Ordine della provincia di Savona, ha portato al dibattito un saluto non formale “ A volte mi viene da “ n giorno di dibattito e di riflessione sul ruolo del ruolo dell’ingegneria, ma anche una prima “puntata” concreta dentro temi concreti come l’analisi dei cosiddetti Big Data, cioè il trattamento delle grandi masse di dati che passano attraverso le reti o in altri modi. Oppure sono custoditi in server o in modalità cloud per soddisfare le esigenze di chi da queste enormi quantità di informazioni trae gli elementi per un lavoro quotidiano che ormai ha bisogno sempre più di spazio virtuale. E anche il punto della situazione sulle possibilità dell’utilizzo dei più moderni mezzi tecnologici finalizzati allo sviluppo del turismo. Passando dal grande lavoro in corso in seno al Cni, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, per sviluppare progetti e spianare la strada a un ruolo sempre più “pesante” della categoria nella società. La prima mattina di Red, nella luminosa ed accogliente sala congressi del Terminal Crocie- pensare che noi ingegneri non siamo normali... dobbiamo sempre trovare il perché alle cose e il motivo per cui accadono... re del Porto di Savona, davanti a ingegneri e autorità, si consuma attorno a questi temi, e soprattutto attorno all’esperienza concreta dei relatori, introdotti dal moderatore, il giornalista Gianfranco Sansalone, direttore di A&B il mensile della Federazione dei quattro Ordini provinciali degli Ingegneri della Liguria. «In questi giorni - dice infatti nella sua introduzione Fulvio Ricci, il presidente savonese che ha voluto ed è stato uno delle anime di questo incontro che ha fatto per quattro giorni di Savona la capitale dell’ingegneria nazionale - si parlerà di temi che sono il motore dell’economia mondiale, un’economia che parla sempre più il linguaggio dell’informazione, della comunicazione, delle grandi masse di dati che devono essere gestiti. Lo scopo di questi incontri è creare cultura intorno al mondo dell’informazione. Lo facciamo con le tecniche ed i modi che conosciamo, e ci vorrete scusare se a volte saremo troppo tecnici o altre volte impacciati, però lo scopo è costruire un Block Notes n.8 /7 L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Martedì 5 aprile 2016 ROBERTO ORVIETO L’informazione, chiave che unisce tutti i settori La parola passa all’ing. Roberto Orvieto, presidente dell’Ordine di Genova, patrocinatore di Red, che illustra il programma dell’iniziativa illustrando il “filo rosso” che unisce le varie giornate. «L’ingegneria dell’informazione – dice - è il substrato orizzontale che unisce tutti settori dell’ingegneria, perché in tutti i campi è presente l’aspetto dell’informazione, da quello civile a quello industriale. Oggi il dibattito avrà come tema portante l’uomo e il territorio. Il moderatore nella sua presentazione ci ricordava che il medico cura i pazienti, ma che usa gli strumenti costruiti dagli ingegneri: ebbene, ma anche dietro una penna, una casa, una nave, qualsiasi oggetto e aspetto della nostra vita c’è l’ingegneria. Domani, 6 aprile, parleremo invece dell’ingegneria del turismo: l’idea innovativa che vuole assumere rilie8/ Block Notes n.8 L’ing. Roberto Orvieto è Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova. Nel Cni fa parte del Dipartimento Esteri ed è anche referente di Cert’Ing vo nazionale proprio in questa occasione. Dietro l’aspetto del turismo si può pensare a un sistema, e in effetti Red vuole dire parlare di città intelligenti, di Smart Cities. Il 35% circa dei Comuni italiani ha avviato un progetto su questo: città intelligente vuol dire vivibile, accessibile. L’accessibilità sarà la chiave del futuro, e dietro questo c’è un aspetto fondamentale di programmazione, che vuol dire mettere insieme aspetti legati alla visibilità e al ritorno di una parte di questa visibilità e dei dati ad essa collegati. Ad esempio sappiamo che con l’avvento dell’intelligenza artificiale, tutti i processi decisionali di bassa importanza sono sempre più demandati alla macchine, che possono decidere in maniera più proficua di quanto possiamo fare noi ad esempio le nostre vacanze, la convenienza dei nostri acquisti, gli investimenti finanziari. Ma l’accessibilità dell’informazione è legata anche a quella del sistema-città, e un collega che si occupa di questi temi, ha “ Orvieto Cisco ha stimato che nel 2020 i dispositivi connessi alla rete saranno 1.000 miliardi, con 10-20 connessioni per persona o per casa e una massa di dati impressionante. Le responsabilità degli ingegneri saranno enormi “ sistema sinergico tra i vari elementi della nostra società e del nostro territorio per arrivare a un modello di sviluppo che possa consentire una visione più ottimistica del futuro. Noi siamo ingegneri, e a volte mi viene da pensare che non siamo persone normali, perché abbiamo un modo di vedere e di affrontare le cose tutto particolare... l’ingegnere deve sempre trovare il perché alle cose e il motivo per cui le cose accadono. Mi piace pensare che applichi la scienza per soddisfare i bisogni dell’uomo e che l’ingegneria è al servizio della società. Ma ora vogliamo uscire dallo stereotipo del professionista geloso delle proprie conoscenze ed avaro di confronto, per diventare invece un super specialista capace di fondere le proprie conoscenze con quelle dei colleghi e generare conoscenza e capacità per rilanciare il nostro Paese». detto che l’idea dell’ingegneria del turismo sta proprio nell’overview, nel vedere questo aspetto dall’alto, sia dal punto di vista dei dati ma anche della pianificazione del territorio in maniera ingegneristica. Noi, come “stazione” di ingegneri, arriviamo dall’ingegno, al contrario di tutti gli altri Paesi in cui l’ingegneria deriva da engine, motore. Allora anche l’idea del turismo è creare un sistema con attività interconnesse, e relativi feedback. Oggi i dispositivi connessi sono tanti, e circa nel 2007 abbiamo raggiunto il punto di pareggio tra quelli connessi alla rete e la popolazione. Questa curva è più che esponenziale. Secondo una proiezione fatta da Cisco, nel 2020 saranno 50 bilioni i dispositivi connessi. Bilioni vuol dire 10 alla 12, vuol dire 1.000 miliardi, ovvero 7 volte la popolazione mondiale misurata in dispositivi connessi; vuol dire che contando le persone che ne hanno meno delle popolazioni più evolute avremo 1020 dispositivi connessi per persona o per ogni casa. Ed è quello che approfondiremo giovedì, quando sarà di scena il cloud computing e tutto quello che ci sta a intorno: la prospettiva è che ognuno avrà una “nuvola” personale impenetrabile, e qui entra la responsabilità personale dell’ingegnere, che sarà sempre più grande. Sarà divisa in due sfere: una legata alla grande spinta verso l’innovazione e una alla responsabilità verso i cittadini. Ogni dispositivo connesso Martedì 5 aprile 2016 trasmetterà dati che finiranno nella rete, tutte le nostre scelte potranno essere tracciate, tutti i nostri dati esplorati, analizzati, estratti. Ci sono ingegneri che si occupano appunto dell’estrazione dei dati e ci racconteranno come sono e come funzionano gli algoritmi per questa attività: è attraverso questo processo che vengono pilotate le scelte e gli ingegneri sono responsabili della sicurezza di tutti i dati che finiscono nella rete nei confronti dei cittadini. Ma sappiamo che la massa dei dati è enorme, sono i cosiddetti Big Date, e grandi società lavorano sul loro trattamento, sulla tipologia di estrazione, sulle strategie: sono loro che fanno le regole, stabiliscono gli algoritmi, le leggi per estrarli per le varie finalità. È chiaro qual è la posta in gioco? Da questi dati si riuscirà a capire tutte le nostre scelte. Nel nostro ruolo c’è dunque una parte di innovazione e una, grande, legata alla responsabilità riguardo la sicurezza, che non può essere elusa. Ebbene, l’ingegneria dell’informazione, oggi vuol dire interconnettività assoluta. Prendiamo l’ingegneria civile, una delle più “giurassiche”: oggi, grazie all’informazione ha cambiato completamente veste. Pensate al rilievo: rispetto al passato, una stazione di rilievo costruisce graficamente un modello tridimensionale nello spazio. Solo questo ha trasformato completamente i processi di lavoro. Oggi trasmettiamo bit, non più tavole! Pensate al Bim, il Building Information Modeling: ne parliamo proprio in questo numero del nostro mensile di Federazione, “A&B”, che è stato distribuito anche qui e presenta anche Red. Ha rivoluzionato tutto il sistema di lavoro nell’edilizia. Qual è il nocciolo? l’interoperabilità. Avere un dato univoco che viene condiviso: quindi sempre accessibilità e condivisione. Nel futuro dell’ingegneria non c’è più spazio per coloro che non saranno al passo con i tempi. Fate una visita in rete agli obiettivi del programma europeo Horizont 2020. Provate a collegare i vari temi e vi renderete conto che - sembra davvero singolare - sono, a spot, gli stessi che vengono trattati in queste giornate savonesi. Un caso? No. Venerdì 8 invece si parlerà di Smart Grid, e del ruolo dell’ITC nella gestione intelligente dell’energia. L’ingegneria è un processo e va gestito: quando parlavo di dispositivi connessi parlavo di questo, dei due trend del futuro, basati sui due strati dei dispositivi connessi che abbiamo addosso o a casa o che inseriamo in ogni sistema per trasmettere dati. Bene la connessione alle reti intelligenti per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica è una delle applicazioni che aprono uno scenario futuro che coinvolge grandi imprese, governi, Stati, e che vede come protagonista, ancora una volta, l’ingegnere». L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio GIANNI MASSA: Capire come cambia l’ingegneria attraverso i “confini” e i “linguaggi” Dopo l’intervento di Roberto Orvieto il microfono passa al vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Gianni Massa: «Parlerò molto di linguaggio e di ingegneria, cercando di legarmi a concetti come connessione, rete, relazione, progettazione, tecnologia, creatività e, perché no, anche politica, e di come sta cambiando il modo di progettare. Utilizzerò due concetti: linguaggi e confine. Spesso ognuno di noi - parlo di Ordini, associazioni, partiti, sindacati, categorie professionali - utilizza linguaggi autoreferenziali, che portano interessi o tentano di portare l’attenzione sui problemi personali come se fossero il centro dell’universo, senza rendersi conto che la complessità della società è gigante e che è fondamentale la consapevolezza di essere solo una piccola tessera di un mosaico più complesso, dove ogni tessera è importante. Parlando di linguaggi mi vengono in mente due cose. La famosa storiella dei 6 ciechi che toccavano un elefante senza comunicare fra loro e sentendo ognuno solo una piccola parte nessuno sapeva cosa fosse (mancanza di connessione e informazione) e l’autoreferenzialità. Per questo termine, un esempio su tutti. Lo scorso agosto è stato approvato in Senato il disegno di legge per l’adeguamento del Codice dei contratti pubblici alle normative europee, oggi in fase terminale. Il Ddl aveva un solo articolo, con 9 commi. Per declinare il primo ci sono volute circa 5 volte le lettere dell’alfabeto italiano; per ogni lettera di ogni comma, migliaia di emendamenti. Questo è il linguaggio della politica. Poi c’è il linguaggio dei giovani. Pensiamo a chi oggi ha 15, 16, 18, vent’anni. Fedez, cosa dice nelle sue canzoni? in Pop-Hoolista e L’amore Eternit utilizza i termini trucco ed appalto con accezione totalmente negativa. Questa è la visione di chi costruirà il futuro. Se riflettiamo, sono due linguaggi lonGianni Massa, vice Presidente del Cni, si occupa di innovazione, è referente referente nazionale del Gruppo giovani e cura la piattaforma WorkIng, dedicata a bandi, appalti, opportunità di lavoro, mobilità ed altre azioni per il mondo dell’ingegneria e delle professioni. Inoltre è ideatore di “Officine Permanenti” manifestazione che ogni anno a Cagliari promuove l’ingegneria mettendola in connessione con eventi musicali e culturali per lo sviluppo del territorio. Block Notes n.8 /9 Martedì 5 aprile 2016 10/ Block Notes n.8 dei bit. Fino a qualche anno fa per vincere in Formula Uno servivano una buonissima struttura meccanica, una buonissima struttura fisica e un pilota di talento. Anche oggi, ma non basta più: adesso servono anche migliaia di sensori che ricoprano la macchina e trasmettano le informazioni ai computer che le processano e che consentono al team multidisciplinare di prendere in tempo reale decisioni, che vengono rinviate alla macchina e macchina e pilota reagiscono. Sensing and actuating. “ Massa Oggi l’ingegneria è quella scienza che riesce a interpretare e a sovrapporre linguaggi differenti, multidisciplinari. Riuscire a metterli insieme può essere il nostro futuro “ tani anni luce, che non si sovrappongono, e non riescono nemmeno minimamente a provare a incontrarsi. Il secondo termine che voglio utilizzare è confine: lo utilizzerò attraverso alcuni confini, riportando poi al concetto di ingegneria. Esistono tanti confini: Roberto prima utilizzava Big Data e informazione e ha citato responsabilità; io aggiungo il confine tra individualità e collettività, tra coscienza e incoscienza. Quest’ultimo lo cito perché quest’anno Officine Permanenti, citate dal moderatore, si occuperanno proprio di questo rapporto, che non è una cosa astratta. Io sono un ingegnere: dove finisce la mia responsabilità? È individuale o collettiva? Il nostro modo di fare professione, per essere corretto, non può e non deve mai essere del tipo “dimmi cosa devo fare e lo faccio”. Noi abbiamo un territorio complesso, conosciamo ad esempio le problematiche idrogeologiche - io vengo da una regione che alcuni anni fa ha avuto ben 17 morti in un’alluvione - e quando uno di noi si pone di fronte a un progetto, un semplice fabbricato o una casa, forse è necessario porsi tante domande, e non dire “la legge mi dice che questo lo posso fare e lo faccio”. Allora dov’è il confine tra responsabilità individuale e collettiva? E ancora, nella declinazione di ingegneria, professione e innovazione, il primo confine è tra forma e struttura. Cos’è la forma? È un’entità composta da alcuni elementi messi insieme da una relazione definita. Ad esempio, una forma può essere conica o un quadrato. La forma si presta ad essere percepita, dà sicurezza. La struttura è l’entità composta da quegli elementi e da tutte le relazioni che si stabiliscono fra loro. La struttura si presta a un’operazione costruttiva, progettuale. Nel senso che analizzando la struttura di quel quadrato, posso costruire tutti i quadrati possibili. Altro confine è tra il reale e il virtuale, tra il mondo degli atomi e quello L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Questo sistema oggi è normale e sta iniziato a diffondersi capillarmente nelle città, negli edifici, nelle strade, in tutte le infrastrutture. Siamo in mezzo a due mondi che si stanno drasticamente avvicinando, con tutti i nostri oggetti interconnessi. il confine dunque. Il mondo degli atomi e quello dei bit che vede protagonisti noi e anche il progetto. E quando si modificano i confini succede sempre qualcosa. Nella Fisica. Negli ultimi cento anni quando si è andati a studiare cosa c’è sotto la materia della fisica classica sono venute meno tutte le certezze. Noi siamo ingegneri e viviamo di sicurezze. Quando un fotone va a scoprire cosa c’è sotto la materia, la modifica, la altera e questo concetto, in un mondo interconnesso, riguarda ognuno di noi. Quando l’uomo va a conoscere il mondo lo cambia, lo altera. Nell’Economia. Si è rotto il confine tra soggetto e contesto. Il comportamento di ognuno di noi dipende da quello di chi ci sta a fianco. Nella Biologia. Si è scoperto che non sono separate la percezione del nostro cervello dall’azione. E qua il progetto è esattamente ciò che sovrappone percezione e azione. In biologia i sistemi autopoietici scoperti dai due famosissimi biologi Maturana e Varela, stanno oggi dimostrando, nell’era di internet, i sistemi che si autogenerano. Valutiamo che quando iniziamo a connettere pensieri con altre idee, a connettere le persone, qualcosa accade sempre. La rivoluzione industriale ad esempio: la macchina a vapore non è stata inventata con questo scopo, ma perché qualcuno ha pensato di connetterla con i processi meccanici e da lì è partita la rivoluzione industriale, che ha cambiato il mondo e ognuno di noi, il rapporto tra l’uomo e la macchina, il paesaggio, la famiglia, la città. E poi è venuta la rivoluzione informatica, l’era digitale, il computer. Mark Weiser ha teorizzato i grandissimi calcolatori, lo ubiquitous computing (computazione ubiqua) la seconda l’era del personal computer, gli oggetti iperconnessi, la “tecnologia calma” che consente a tutti noi di intervenire in qualunque parte del mondo e che oggi sta cambiando il nostro mondo di lavorare, di progettare. E ancora Carlo Ratti, la teoria della condivisione, l’architettura open source, il Bim; il futuro già iniziato in altre nazioni con la progettazione condivisa di un unico file col quale lavorano 100-200 progettisti insieme... Ultimo confine, il pensiero e l’azione, la distanza avvicinata. Non c’è più la separazione, non il pensiero e dopo l’azione, siamo al pensiero condiviso. Ma in questo chi oggi ci governa deve fare un passo avanti molto grande, far diventare centrale il progetto non significa dire ad esempio che nel Codice sui lavori pubblici si dicono che sono realizzate alcune cose che non lo sono». Martedì 5 aprile 2016 ANDREA RIDI, RULEX Inc. - Big data: l’evoluzione dell’analisi massiva dei dati «Nessuno sa dare una risposta precisa alla domanda “cosa sono i big data e a cosa servano?”. Si tratta di dati così complessi che necessitano di tecnologie di nuova generazione, ancora in fase embrionale, per riuscire a estrarre l’insieme che c’è dentro. È questa la vera rivoluzione. La tecnologia in uso oggi è sorpassata, e quello che c’è è nuova e in divenire. Tutta la musica prodotta dall’origine dell’umanità a oggi è Big Data? No. Può essere contenuta in un disco che si compra al supermercato. Tutti i libri contenuti nelle biblioteche sono Big Data? No. Ci stanno in un Pc da poche migliaia di euro. La vera definizione è: Big Data è quando le dimensioni del dato sono parte stessa della natura del problema. Quindi, per definizione, quando riesco a trattare dei dati non lo sono, quando non ci riesco lo sono. Un esempio: tempo fa mi trovavo a Las Vegas e stavo facendo benzina. Al momento di pagare, un sms mi avverte che la mia carta di credito era stata appena bloccata perché uno sconosciuto stava facendo benzina con la mia card in un distributore di Las Vegas. Una compagnia di carte di credito in genere riceve circa 800 miliardi di frodi l’anno. Per capire se c’è una frode ci mette 3-4 giorni, così se nota un dato anomalo, blocca la carta. Trattare i Big Data significa avere la capacità di incrociare diversi miliardi di dati che arrivano con altri miliardi di dati e scoprire in pochi secondi che quella carta di credito aveva acquistato un biglietto aereo per Las Vegas, quindi era il titolare che stava facendo benzina, non un truffatore. I dati sono così tanti che prendere una decisione non è banale e spesso e volentieri la decisione presa è quella sbagliata, e usare male questa tecnologia può diventare pericoloso e autolesionista. Le caratteristiche del Big Data sono quattro: il volume dei dati, la velocità del trattamento, la loro varietà che consente di delineare scenari molto ampi, e l’affidabilità dei dati. L’analisi dei dati non consente solo di fornire servizi, ma anche di tracciare il profilo delle persone secondo i loro comportamenti, di convertire la sociologia in scienza, come sostiene un noto scienziato italiano. Un solo esempio: secondo una ricerca, incrociando i dati emersi dagli acquisti con le carte di credito, chi compra feltrini per le sedie avrebbe un tasso di insolvibilità minore della media. Forse perché se è così pignolo da far uso di questi oggetti - magari incrociati con altri dati - è un buon pagatore. Se mettere insieme queste informazioni diverse consente di tracciare un profilo del consumatore, questo può coprire nuove opportunità di analisi di valore di comprensione su quello che succede. È una rivoluzione epocale. Ma torniamo all’affidabilità: noi tracciamo sesso, età, ecc. di chi usa la carta di credito e stabiliamo un profilo. Ma se sono la moglie o i figli a fare acquisti con la card del padre, il dato di- venta assolutamente inaffidabile, quindi anche nello studio dei Big Data c’è un concetto intrinseco di incertezza e di indeterminazione. Stiamo parlando di dati che si moltiplicano e diventano sempre L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio più grandi, e che da soli non hanno significato. Il valore lo acquisiscono solo quando vengono messi insieme e in relazione con altri dati e c’è qualcosa che li analizza nel complesso. È uno scenario nel quale ci sarà una nuova economia con un valore potenziale enorme, grazie a nuove tecnologie in grado di estrarla dai Big Data. La collocazione geografica non è importante: essere a Savona, a Boston o in cima a una montagna è lo stesso. Sono importanti la tecnologia, cosa si conosce e le proprie relazioni. L’economia dell’intangibile ha superato quella del tangibile, oggi conviene produrre intangibile più che oggetti fisici». Andrea Ridi, genovese di nascita, M. Sc. in Fisica, è Presidente e Amministratore delegato di Rulex Inc. Da anni ricopre ruoli manageriali in imprese e startup innovative a livello internazionale. Fisico eclettico e con molteplici interessi, ha studiato le potenzialità dei Big Data e ha fondato uno spin-off, Impara Srl, del CNR di Genova diventata poi una Incorporation americana, Rulex Inc., per lanciare la piattaforma di Advanced Analytics Rulex sul mercato globale. Rulex Inc. nata nel 2007 con varie evoluzioni, svolge attività di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie informatiche avanzate, volte alla realizzazione di una piattaforma integrata per la gestione e l’analisi dei dati attraverso tecniche statistiche convenzionali e metodi di machine learning altamente innovativi. Un torrente in crescita 600 dollari il costo del disk drive che può contenere tutta la musica del mondo 5 miliardi i cellulari in uso nel 2010 30 miliardi i likes condivisi ogni mese su Facebook 40% la crescita annuale prevista di dati globali contro il 5% della crescita globale della spesa IT 35 terabytes di dati raccolti dalla Libreria del Congresso Usa fino all’aprile 2011 15 su 17 settori negli Usa hanno più dati immagazzinati per ogni impresa che la Biblioteca del Congresso Usa Block Notes n.8 /1 1 Martedì 5 aprile 2016 L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio GIOVANNI LANDI, ETT - Prepararsi all’esperien- za turistica con la realtà virtuale L’ultimo intervento in calendario, per la mattinata, è quello di Giovanni Landi, della ETT, società specializzata in allestimenti tecnologici soprattutto in musei e in strutture culturali di vario genere (400 installazioni interattive in tutto il mondo e più di 65 mq di allestimenti, con soluzioni all’avanguardia nel campo della realtà virtuale e aumentata). Fra gli ultimi interventi, quelli all’Acquario di Genova, all’Accademia di Venezia, nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. «Lo scenario in cui operiamo - dice tra l’altro - ha subìto notevoli trasformazioni, dalla guida museale per la visita con supporto tecnologico, alla rivoluzione del mobile, che per la prima volta ha radunato una massa critica di strumenti tecnologici diversi in un unico oggetto, arrivando all’augmented reality e virtual reality, chiamata in gergo mixed reality. Noi creiamo applicazioni che siano aderenti al contesto, ossia con le informazioni che possono essere usate per caratterizzare la situazione di un’entità (context awareness)». Landi spiega nel dettaglio l’evoluzione del touch e della tecnologia “sensoristica”, comprese tutte le applicazioni che oggi si possono utilizzare - in campo culturale ma anche della security - arrivando a strumenti che nei musei consentono di imparare dando quasi un senso di magia. Dai muri che si toccano e fanno esplorare ambienti “reali”, a ritratti parlanti che attraverso una combinazione di sensori, schermi, telecamere e altri strumenti quando si passa loro davanti iniziano a raccontare la loro storia nella lingua del visitatore; dal device Tecnologie Touchless, realizzato da Microsoft che funziona con camera con ottica a infrarossi, microfono, inclinazione motorizzata e tanta elettronica dà la possibilità di fare gesti complessi, craccato dalla comunità degli hacker per il gaming, è stato riprogrammato per altre interazioni in ambito artistico e museale per un giro di affari enorme fino al planetario di Torino dove attraversi pannelli interattivi si interagisce senza toccarli e muovenLandi do la mano davanti allo Grazie alla Mixed Reality schermo si e alla rivoluzione del mobile, attivano vitutte le informazioni deo, slide. «L’uso di tecpossono essere usate nologie inda applicazioni aderenti novative - ha concluso al contesto che Landi - può caratterizzano la situazione aumentare il coinvolgimendi un’entità to del visita(context awareness) tore e la sua 12/ Block Notes n.8 “ “ Responsabile per ETT Spa della ricerca e sviluppo nel campo della Realtà Aumentata Virtuale, Giovanni Landi progetta e realizza esperienze immersive basate su Realtà Virtuale e Aumentata e 3d Realtime. Laureato in Oceanografia presso l’Università di Genova, ha curato diversi progetti in Italia e all’estero, ha lanciato start-up, ha progettato e sviluppato applicazioni 3d/AR/VR per clienti privati e pubblici e ha avuto diversi riconoscimenti. EET, nata nel 2000 - sede principale a Genova, filiali in diverse città italiane e a Londra - per fornire servizi e sistemi a elevato contenuto tecnologico, è leader italiano nella realizzazione e fornitura di sistemi informativi per la gestione del mercato del lavoro per la P.A. e occupa una posizione di primo piano in ambiti come ricerca scientifica e innovazione, New Media, ICT Consulting, Smart government. È certificata da Microsoft e Samsung. interazione; la tecnologia può dare al visitatore un ruolo attivo, da visitatore-attore assorbito dalla trama, e definisce l’obiettivo di un museo “immersivo”. Inoltre offre opportunità interattività e coinvolgimento multisensoriale, condivisione delle informazioni e personalizzazione dei contenuti; amplificazione della percezione del visitatore-attore attraverso la realtà virtuale e aumentata; versatilità a diversi livelli di comprensione e interattività (ad esempio i nonni che vanno a visitare il museo con i nipoti); possibilità di offrire al visitatoreattore, ogni volta che torna, un nuovo contenuto disponibile; usare le applicazioni per far arrivare il messaggio e non solo per mostrare la tecnologia; assicurare un progressivo aggiornamento tecnologico dei contenuti; coinvolgere il ricercatore nei bisogni creativi del patrimonio culturale di ogni progetto futuro». Tutte esperienze, scoperte e opportunità, sostiene con convinzione Landi, che sono fondamentali nel settore del turismo, perché non solo valorizzano il patrimonio culturale e artistico, ma stabiliscono un rapporto di interattività dei visitatori con il territorio e creano le basi perché questo rapporto diventi duraturo e favorisca un passaparola positivo. Martedì 5 aprile 2016 L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Ore 12,30, lezione di Bim ai futuri geometri N ella prima mattinata di Bim 2016, nella sala del Terminal Crociere, fra ingegneri e ospiti c’era anche la quinta classe dell’Istituto per geometri “Giovan Battista Alberti” di Savona, un gruppo di studenti che ha seguito i lavori dalle ultime file delle poltroncine rosse del centro congressi (V. particolare nella foto). Dopo gli interventi in programma, prima il presidente dell’Ordine di Genova, Roberto Orvieto e poi quello di Savona, Fulvio Ricci, si sono rivolti proprio ai ragazzi instaurando un dialogo sui loro studi e sul futuro professionale, e hanno spiegato le potenzialità del Bim, il Building Information Modeling che rappresenta non solo l’evoluzione del Cad, ma un nuovo approccio alla progettazione e un cambiamento della mentalità di tutti coloro che operano nel mondo delle costruzioni. Al punto che A&B, il mensile della Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria gli ha dedicato un ampio servizio per illustrarne caratteristiche e finalità, come ha ricordato lo stesso Orvieto. Il quale si è informato innanzitutto se a scuola qualcuno ne avesse sentito parlare (coro di «no») se oltre al disegno su carta avessero avuto esperienze di disegno Cad («si, in 2D») e quindi ha spiegato che il Bim «si più modellare tridimensionalmente un ambiente o un aggetto arricchendo tutta la parte di misura, e quella vettoriale e misurabile è condivisibile attraverso la posta elettronica. Bim è una base di dati e nasce con un dato univoco: montare sulla costruzione oggetti ben definiti e connotati, con un’identificazione di caratteristica tecnica e di prezzo, codificati sul mercato. Il geometra può fare il suo disegno, inserire gli elementi architettonici, le finestre i pavimenti, i contro-soffitti e il resto; poi qualcuno allo stesso modo inserirà tutti gli impianti di sua competenza, da quelli elettrici alla climatizzazione, e ogni cosa sarà perfettamente identificabile perché apparirà com’è nella realtà. Così la costruzione (una strada, un ponte, un edificio, una stazione) farà parte di un unico progetto grafico al quale avranno lavorato “a catena” molti professionisti, e il capocantiere, con uno smartphone o con un tablet, cliccando sugli elemen- ti estrae le schede tecniche oppure guarda le modalità di posa. Capite le potenzialità di questa modalità di progettazione? Nella fase successiva si avranno le modalità precise di manutenzione degli oggetti perché si sa esattamente cosa sono. L’idea di interoperabilità del Bim è rivoluzionaria perché tutti gli attori della filiera - i progettisti, chi costruisce, chi fa la manutenzione - lavorano con la stessa base di dati, con il progetto che elaborerete voi: spero diventerete bravi bimmisti perché questo sarà il futuro!». «Ascoltando gli interventi di stamattina – ha detto il presidente Ricci, dal canto suo – mi sono reso conto di quante cose ci siano là fuori, di quanto piccolo sia il mondo in cui viviamo. Aprirsi alla società vuol dire cercare di guardare verso altri orizzonti e mi rivolgo soprattutto a voi ragazzi: non dovete pensare a quello che ci sarà domani ma fra uno, 5 o 10 anni. Oggi ci hanno raccontato cose stupende, quasi incredibili. Ho sentito che c’è una richiesta di occupazione per un ammontare di 12 miliardi di euro, soldi che aspettano gente pronta a muoversi. E noi cosa facciamo? Pensiamo alla strada da riparare mentre il mondo cerca queste professionalità! Noi dobbiamo imparare a riflettere, a guardare più avanti. Pensate in maniera più profonda. Roberto Orvieto, parlandovi del Bim, che non è un giocattolo, vi ha fatto capire dove è arrivata la tecnologia. Concentratevi su questo futuro se volete lavorare, dimenticate il metro, siamo in un’altra epoca. I vecchi ingegneri come me che facevano i calcoli di cementi armati sono tramontati. Io mi rifaccio sempre a un concetto che ritengo importantissimo: la tecnologia non deve essere vista come un fine, qualcosa a cui arrivare, ma è il mezzo che sta creando il substrato del lavoro del futuro. Cercate di guardare le cose in quest’ottica, e forse troverete un modo per capire cosa accade intorno a voi». Block Notes n.8 /1 3 Martedì 5 aprile 2016 La sessione pomeridiana, moderata da Diego Pastorino, tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri di Savona, viene introdotta da Nicola Berlen, vice presidente dell’ordine savonese, che rimane sul tema dei dati e del loro controllo, già affrontato in mattinata e argomento del pomeriggio. In particolare Berlen parla del problema della trasmissione dei dati finalizzata alla sicurezza delle persone in tutte occasioni di “socialità”. E cita due esempi significativi: per primo quello dei recenti attentati terroristici in Francia, dove alcuni attentatori erano stati fermati dalle forze dell’ordine prima di entrare in azione e la segnalazione della loro presenza non era stata inserita in un circuito che avrebbe potuto far scattare in tempo l’allarme e farli catturare o quanto meno bloccare la loro azione. L’altro esempio è calato più sul territorio e riguarda la gestione della presenza dei turisti che scendono dalle navi Costa che fanno sosta o che partono dal Terminal crociere di Savona. In questo caso un apposito sistema della Compagnia, riesce a gestire in modo appropriato il flusso delle entrate e delle uscite dei passeggeri dalle navi e quindi a far sapere all’equipaggio se qualcuno che è sceso in gita non è rientrato o se ci sono persone in più rispetto al previsto. Questo dimostra che dove c’è capacità di raccogliere, trattare, elaborare, e trasmettere i dati - conclude Berlen - c’è maggiore sicurezza per i cittadini. Dove invece si aprono falle nel sistema di sicurezza gli esiti possono essere anche disastrosi. L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Nicola Berlen, vice Presidente dell’Ordine degli Ingegneri savonese e, sotto, un’immagine della sala AUGUSTO FEDRIANI, COSTA CROCIERE Business Continuity & Disaster Recovery shore side model Augusto Fedriani, responsabile del Disaster Recover e della Business Continuity (BC) informatica di Costa Crociere, prende la parola per ricordare come un’azienda di grosse dimensioni affronta le problematiche di continuità operativa a tutela dei propri dati e del proprio business. «In Costa Crociere da 8 anni - dice - ho visto nascere il concetto di Business Continuity/DR in azienda. Business Continuity Management è un processo strategico e tattico che permette a un’organizzazione di avere una risposta a qualunque avvenimento e interruzione del business che può avere impatto sui processi aziendali. Disaster Recovery è l’insieme di processi e tecnologie atti a ripristinare sistemi, dati e infrastrutture necessarie all’erogazione di servizi “core business” a fronte di gravi emergenze (disastri). Gli obiettivi? Limitare le perdite dovute a riduzione di revenue o ad altri costi; minimizzare l’interruzione di Processi Business Critical; soddisfare i requisiti imposti da obblighi di compliance; evitare di compromettere la reputazione e la solidità dell’azienda; definire processi semplificati di decisione e azione per fronteggiare una situazione 14/ Block Notes n.8 Augusto Fedriani al tavolo con il moderatore Diego Pastorino. Ingegnere meccanico, indirizzo gestionale, in Costa Crociere dal 2007, oggi è Disaster Recovery & Business Continuity Manager e Member of IT Security Group - Cyber Security per Costa Group. In precedenza ha lavorato come Chief Technology Officier, Solution Architect & Program Manager per OMEGA Spa di Milano; responsabile dei sistemi Microsoft in un progetto Vodafone N.V.; progettista e Project Manager per la Electro Service Srl di Savona. Inoltre è stato istruttore in corsi ufficiali Micosoft e responsabile di numerosi progetti sempre nell’ambito dell’implementazione e gestione di sistemi di Disaster Recovery. Martedì 5 aprile 2016 imprevista; preservare le business operations e “sopravvivere” in caso di possibili failures; prevedere un ritorno “controllato” alla normale operatività». Gli eventi disastrosi possono essere di qualunque tipo: alluvioni, guasti tecnici, atti terroristici, e possono limitare in parte o in tutto alcuni processi aziendali. Per Costa Crociere, con 25 navi in navigazione e 27 mila dipendenti in tutto il mondo, è imprescindibile lo sviluppo di piani di reazione per non interrompere il business a fronte di un qualunque evento esterno. La BC deve garantire la sopravvivenza vera e propria dell’azienda in caso di emergenza. «Si tratta di un’esigenza - spiega Fedriani - che conosciamo bene e che vogliamo interpretare in modo rigoroso. Non possiamo permetterci interruzioni di servizio o perdite di dati. Abbiamo aderito al “Business Continuity Program” di Carnival e dal 2007 stiamo implementando questo disegno, partendo dagli standard ISO fino a mettere in piedi una BC globale. Sono qui oggi perché mi occupo di BC dal punto di vista dell’Information technology, che è soltanto un tassello della BC globale, perché quest’ultima deve anche considerare una serie di altri aspetti come quelli legati al personale, alle infrastrutture, agli assets sia interni che esterni, come ad esempio i fornitori. BC e Disaster recovery non sono un lusso ma un processo tattico e strategico che va perseguito al massimo delle proprie capacità tecniche e finanziarie. Ogni manager dovrebbe partire da questo presupposto. Non è sufficiente definire un piano teorico, serve pianificare esercitazioni periodiche e un costante aggiornamento dei documenti. A fronte di un qualsiasi evento devo sapere quali attività svolgere e qual è il costo di un processo degradato, oltre a valutare per quanto tempo l’azienda può rimanere senza uno specifico servizio. I dati fanno parte del patrimonio dell’azienda, per questo Costa Crociere li ha replicati in due siti geograficamente distinti e sempre attivi: in caso di inaccessibilità della sede di Genova siamo in grado di spostare immediatamente 120 dipendenti a Milano, con altrettante postazioni sempre disponibili collocate all’interno di un bunker. Il tutto con il coordinamento di una catena di co- mando ben organizzata. Il BC Coordinator può anche convocare i massimi dirigenti di un’azienda e attivare tutte le risorse necessarie». FEDERICO SILVESTRO, UNIVERSITÀ DI GENOVA Gestione intelligente dell’energia e dell’efficienza a bordo e a terra Federico Silvestro, docente del corso di Ingegneria elettrica dell’Università di Genova, chiarisce subito il rapporto tra efficienza e risparmio energetico. Alla base di entrambi dev’esserci la presa di coscienza da parte dell’utente su come funziona un impianto: «Efficienza energetica – spiega - significa fare le stesse cose con meno energia. Questo è possibile attraverso tutti quei driver tecnologici che oggi possono essere utilizzati - interventi sui macchinari o più banalmente sosti- L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Federico Silvestro, 43 anni, è professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Telecomunicazioni Ingegneria e Architettura Navale (DITEN) dell’Università di Genova. Si interessa di generazione distribuita, SmartGrids, modellistica delle MicroGrid e impianti elettrici di bordo, accumulo elettrochimico, risparmio energetico, e applicazione dell’intelligenza artificiale ai sistemi elettrici. Ha partecipato a diversi pro- getti di ricerca nazionali e dell’Ue in collaborazione con industrie del settore. È autore di oltre 120 pubblicazioni scientifiche. tuzione delle lampade con quelle di tecnologia migliore - introducendo le best practices che possono portare al risparmio dell’energia. Che al contrario dell’efficienza energetica lavora sul comportamento, sulla capacità di conoscere i propri consumi e individuare dove ci sono sacche di inefficienza, sprechi, e quindi dove intervenire; si tratta di fare sempre le stesse cose ma cambiando abitudini. Questa politica di efficienza e risparmio energetico non può prescindere dalla conoscenza dei consumi; perciò, l’avvento dell’Internet delle Cose (IoT, Internet of Things – ndr), che si misura tangibilmente attraverso la possibilità di quantificare, registrare ed avere a disposizione in maniera più o meno semplice tutti i dati in tempo reale, è alla base di quella conoscenza che ci permette di prendere decisioni coscienti. I dati ci fanno capire se i nostri impianti stanno funzionando correttamente, se abbiamo sprechi e se dobbiamo intervenire per qualsiasi criticità». L’efficienza energetica nasce dalla necessità di consumare meno energia a parità di servizio offerto. «Con l’Iot abbiamo più dati di quelli che sappiamo interpretare. Nella gestione di edifici ci sono sensori per capire come ottenere lo stesso comfort risparmiando energia. Nella logica normativa esistono policy per piani di monitoraggio che permettono di definire cosa misurare, fare una fotografia dello stato, definire quali sensori installare e poi fare un piano di manutenzione, che vale per qualunque misuratore ed è un fattore da considerare anche in termini di costi. L’università, con Softeco, ha fatto un sito sperimentale, che poi ha replicato. Il suo consumo annuo è di 20 Gwh. Fatta una disamina per sito, con 20 cabine di media tensione, messa in atto la policy di efficientamento, il sistema, in tempo reale, ha per- messo di valutare in RT i consumi dei 20 siti dell’università, che non sono diminuiti Block Notes n.8 /1 5 di moltissimo, ma quelli notturni in passato erano doppi di quelli diurni: oggi sono un quinto. Anche sulle navi si cerca l’efficienza energetica, perché i consumi di carburante incidono sui costi. Con Costa Crociere abbiamo studiato l’energetica a bordo: la propulsione è importante, ma lo sono pure condizionamento e illuminazione. Anche una nave è un edificio: su Costa Serena si è cercato di capire i consumi nelle singole funzioni d’uso, perché il bilancio elettrico teorico era diverso da quello misurato. Fatta una serie di acquisizioni via scala, e modellata la rete elettrica, che ha potenza maggiore di una cittadina, abbiamo scoperto che esistono grossi picchi, soprattutto in fase di entrata in porto. Si è capito che si possono ridurre del 5% i consumi di carburante. L’efficienza energetica deve essere sempre conosciuta insomma, e il monitoraggio è ineludibile» FABIO TAMPALINI, APM TERMINALS Automazione avanzata nel nuovo terminale Per Fabio Tampalini, Technology Integration Manager di Apm Terminals, Vado sta diventando uno snodo fondamentale nella logistica dei container, che possono essere ospitati a diverse migliaia su una nave. Quindi la loro corretta e veloce movimentazione sui piazzali a terra è assolutamente fondamentale per garantire la massima operatività. Il porto di Vado ha ampi spazi e facilità di accesso. Quando nel piazzale c’è poco spazio e quindi una ridotta capacità di stoccaggio, è necessaria una grande automazione: l’informatizzazione è in grado di supportare le esigenze di smistamento. «Il sistema che proponiamo – informa Tampalini - non è fatto solo da 18 gru e 20 mezzi, ma da un complesso ingrato che punta a un sistema logistico in cui interagiscono il trasporto su rotaia e quello su strada. Il mondo portuale ha sempre usato macchine che operavano in modo indipendente, limitandosi a spostare un container e ad appoggiarlo sulla banchina. È necessario invece che il contenitore sia movimentato adeguatamente e collocato verso l’esterno. Inoltre, entro una certa ora deve essere in un certo punto. E non mi interessa chi lo fa e come. Ma deve essere fatto perché il servizio funzioni. Questo è un approccio task oriented. Le specifiche di interfacciamento inoltre devono essere semplificate. Quindi avrò agenti che collaborano tra loro e il reciproco scambio di informazioni deve essere il più possibile rapido e semplificato. Quando si parla di automazione bisogna capirsi su qual è il livello che intendiamo e come lo intendiamo, perché in questo settore si va dalle operazioni manuali al processo completamente automatizzato, c’è una grande varietà di operazioni. L’automazione va ad interagire sopra i sistemi meccanici, controllandoli senza operatori umani. E un sistema automatizzato non è necessariamente integrato. I processi e metodi di scambio dati devono essere usati in modo che risultino molto efficaci». 16/ Block Notes n.8 L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio General Manager, Technology Integration Manager presso APM Terminals (gruppo Maersk) di Savona, Fabio Tampalini è ingegnere elettronico e nel 2007 ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Università di Brescia con una tesi sui robot autonomi. Ha lavorato presso diverse aziende e ha realizzato progetti europei. PAOLO FERRERO CAPITANERIA DI PORTO SAVONA L’interoperabilità dei sistemi Port management information system (Pmis) e SafeSeaNet a tutela dell’ambiente Il dibattito prosegue con l’intervento del Capitano di Fregata Paolo Ferrero. Presentando i sistemi informatici utilizzati per il monitoraggio delle navi, Ferrero spiega come le Capitanerie tutelino la sicurezza in mare facendo leva sulle nuove tecnologie. «Dopo il naufragio della petroliera maltese “Erika”, nel 1999 - spiega - l’Europa e gli Stati membri hanno adottato un sistema comunitario di monitoraggio e informazione del traffico navale per prevenire situazioni potenzialmente pericolose e per ottimizzare la risposta delle autorità in caso di incidente. Questo monitoraggio è un processo delicato e dal Centro di controllo il personale della Capitaneria vigila costantemente sul movimento delle imbarcazioni. Non ci sostituiamo al comandante di una nave, ma interpretiamo i dati che ci arrivano e sulla scorta di queste informazioni supportiamo le decisioni prese Ferrero dal personale di È fondamentale un bordo. Da alcupersonale specializzato, ne settimane a Savona stiamo com’è ad esempio utilizzando Sal’ingegnere dell’ICT, feSeaNet (SSN), una piattaforma che abbia competenze di fondamentale anche digitali importanza nelle attività di con- “ “ Martedì 5 aprile 2016 Paolo Ferrero, Capitano di Fregata, responsabile del Centro di controllo del traffico marittimo della Capitaneria di Porto di Savona trollo. L’interoperabilità, perfezionata recentemente, tra SSN e l’applicativo Port Management Information System (PMIS), consente la generazione automatica di informazioni - relative alla posizione delle navi e al carico trasportato - che vengono continuamente inviate sia al Comando generale di Roma delle Capitanerie di Porto, sia all’Agenzia europea per la sicurezza della navigazione. Oggi, grazie a questo approccio preventivo consentito dalla combinazione tra Vessel Traffic Service (VTS), PMIS e SSN, abbiamo una riduzione degli incidenti in mare stimata intorno al 20% ed un netto miglioramento della risposta dei dispositivi preposti ad affrontare le emergenze. Il sistema è basato su un database distribuito, gestito e fruibile via web. I dati di SSN non devono essere trasferiti, copiati o duplicati: la piattaforma tiene traccia della loro localizzazione attraverso un indice centrale, li estrae da dove sono archiviati e li presenta all’autorità richiedente. Per consentire la condivisione dei dati più svariati, ogni soggetto coinvolto alimenta il database, secondo la propria mansione e competenza, con specifici livelli di accesso. Stiamo parlando di un sistema con un altissimo livello di sicurezza nelle comunicazioni. Il supporto di applicativi tecnologici, comunque, non riduce l’importanza degli operatori. Per questo è fondamentale un personale specializzato, com’è ad esempio l’ingegnere dell’ICT, che abbia competenze anche digitali». L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio “ cui ha proposto una definizioVarna ne: «Una piatI porti sono strutture taforma informativa per lo complesse dove società scambio di ine fornitori di servizi agiscono formazioni intelligente e sitalvolta in competizione curo. Possiamo talvolta in modo facilmente immaginare infatti complementare quanto sia elevato il numero di informazioni, di origini differenti, necessarie per lo svolgimento delle attività di questo, come di qualsiasi porto». Quindi ha illustrato nel dettaglio le varie piattaforme logistiche e informative pubbliche e private, come sono finalizzate, gli operatori di riferimento e ha disegnato una possibile prospettiva di integrazione e sviluppo operativo, citando il PCS; il sistema informativo dell’Agenzia delle Dogane AIDA; quello dell’autorità marittima PMIS; la Piattaforma Logistica Nazionale; il sistema TRAMAR dell’Istat; la tratta di Sistemi di Operatori ubicati presso le aree logistiche di Savona-Vado... «I porti sono strutture complesse - ha detto fra l’altro - dove società e fornitori di servizi agiscono, talvolta in competizione, talvolta in modo complementare, e dove è necessaria una visione sistemica su scale diverse: all’interno del porto, tra i porti e gli altri nodi della rete di trasporto, tra porti e la rete infrastrutturale di inoltro delle merci. L’assenza di questa visione costituisce un limite all’adozione di soluzioni tecnologiche a supporto del processo decisionale. Un altro limite importante sta nella mancanza di informazioni e documentazioni necessarie e costituisce la principale causa dei ritardi che si registrano nella spedizione delle merci, nella movimentazione delle navi e nella gestione dei “ Martedì 5 aprile 2016 ROSSANA VARNA AUTORITÀ PORTUALE SAVONA PCS, l’ITC al servizio della logistica integrata Sui sistemi ICT che governano le operazioni, e non solo, negli ambiti portuali, ha svolto un puntuale intervento tecnico anche Rossana Varna, Coordinatore del settore telematica e del sistema di gestione dell’Autorità Portuale di Savona la quale, attraverso il commento a una carrellata di immagini, è partita dai “cambiamenti” e dai progetti dell’Authority savonese per arrivare ai Port Community System, di Block Notes n.8 /1 7 Martedì 5 aprile 2016 Rossana Varna è Dirigente Settore Telematica e Sistema di Gestione dell’Autorità Portuale di Savona e rappresentante della Direzione per il Sistema di Gestione della Qualità e dell’Ambiente. magazzini. Per raggiungere obiettivi di efficienza nella gestione della supply chain, un contributo fondamentale è sicuramente dato dall’informatizzazione e dall’utilizzo delle nuove tecnologie ICT. Solo attraverso l’applicazione spinta delle tecnologie informatiche è infatti possibile gestire banche dati complesse, automatizzare gli scambi delle informazioni a supporto delle procedure e dei modelli di business tra tutti gli operatori della catena logistica, così come intervenire con azioni di cyber security, di automazione e di introduzione di sistemi di simulazione. In particolare i Port Community Systems nel settore portuale, come dimostrano le esperienze dei grandi porti europei, dove sono state adottate piattaforme software di collaborazione, consentono agli operatori della catena logistica di condividere dati ed informazioni e collaborare nella gestione delle attività di filiera. In questi porti sono fortemente apprezzati i vantaggi derivanti dall’introduzione di procedure semplificate, dall’informatizzazione delle pratiche, e dalla rapidità con cui le informazioni sono condivise e disponibili». Quindi ha spiegato come, in concreto, il Porto di Savona stia spingendo in maniera decisa verso il digitale, per raggiungere gli obiettivi descritti prima. MASSIMO GIARDA SARPOM SRL (ESSO ITALIA) Tecnologia avanzata e integrata Particolarmente di attualità l’intervento di Massimo Giarda, della raffineria Sarpom Srl, gruppo Esso Italiana, che fa un punto sulla gestione degli impianti, sul sistema di monitoraggio e identificazione di anomalie durante il ciclo produttivo, sulla gestione degli allarmi, sul monitoraggio dei serbatoi e sullo stato della ricerca e dell’impiego della tecnologia in particolare per quanto riguarda la si18/ Block Notes n.8 L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio curezza. «Sempre più spesso - spiega - gli impianti operativi sono gestiti da remoto, attraverso un sistema di controllo digitale che connette la strumentazione di campo (sensori, trasmettitori, valvole) ad una Sala Controllo centrale. Una figura altamente specializzata, l’addetto alla Sala Controllo, si interfaccia con gli impianti attraverso monitor che consentono di impartire comandi e monitorare le operazioni in tempo reale, con l’obiettivo di traguardare operazioni sicure e affidabili e ottimizzare le variabili operative. Un’attività importante e delicata, dato l’elevato numero di segnali da gestire e la complessità delle operazioni da svolgere. Ma la tecnologia offre un valido contributo attraverso software dedicati». Per quanto riguarda la gestione degli allarmi, le principali variabili operative (temperature, flussi di massa, pressioni, ecc.) «hanno un intervallo di conduzione ottimale: nel caso ci si avvicini ai limiti delle normali condizioni operative, un Sistema di allarme avvisa l’addetto alla Sala Controllo. L’efficienza del sistema degli allarmi? Viene costantemente monitorata attraverso rapporti statistici automatici. Il monitoraggio delle anomalie ha come scopo ultimo, naturalmente, anticipare e migliorare l’intervento umano attraverso l’identificazione in tempo reale di eventuali problematiche semplici o complesse, e ridurre gli impatti sulle “ L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio unità produttive». Giarda Nella rete degli oleodotti L’eccellenza operativa Sarpom, conè il risultato della tinua Giarda, lo Smart Alarcombinazione tra ming è affidato l’impiego delle al monitoragnuove tecnologie gio del Mass Balance: un e il fattore umano confronto tra segnali a centinaia di Km di distanza l’uno dall’altro che avvisa in tempo reale sulla presenza di potenziali anomalie attraverso notifiche e-mail, mobile connectivity, e consente analisi eseguite su Ipad. «Sarpom - sono le conclusioni - continua a introdurre nuove tecnologie per il costante miglioramento della sicurezza e affidabilità delle operazioni. In particolare, nel campo dell’identificazione e della gestione anticipata di potenziali eventi anomali. Gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di software sempre più sofisticati, nella loro installazione e implementazione, sono accompagnati da un programma di continua formazione e specializzazione del personale. L’eccellenza operativa è infatti il risultato della combinazione tra l’impiego delle nuove tecnologie e il fattore umano: innovazione e competenza/esperienza degli operatori fanno la differenza». clienti locali, siamo stati costretti a spostare i nostri orizzonti aziendali nel resto d’Italia e all’estero. Senza internet ma con la classica valigia in mano, l’azienda si è così affacciata in Spagna e in Francia, dove proprio in quel momento si stavano ponendo le basi di quello che oggi è il principale polo aero-spaziale europeo. In questo modo MetodiE, dagli anni 2000, si è affermata nel mondo dei servizi di ingegneria come fornitore qualificato per l’aerospaziale, l’aeronautica e l’automotive. Abbiamo continuato poi il processo di ampliamento delle attività con l’ingresso nel settore ferroviario, in diversi programmi Ghilino internazionali, toccando anCosì abbiamo superato che settori di la crisi degli anni ‘90 nicchia come cambiando progetti e quello della fisica delle parmercati: oggi da Loano ticelle». lavoriamo per l’industria Dopo la presentazione aerospaziale della storia e “ “ Martedì 5 aprile 2016 “ NICOLETTA GHILINO E ANDREA PASTORINO, METODI ENGINEERING Storia di un’internazionalizzazione sottovoce Dalla riviera savonese alle stazioni spaziali del futuro: Nicoletta Ghilino e Andrea Pastorino raccontano l’exploit “silenzioso” di Metodi Engineering, una realtà di Loano - poco conosciuta ai non “addetti ai lavori” - che grazie allo sviluppo di progetti all’avanguardia nei campi aerospaziale, aeronautico, automotive e ferroviario è arrivata ad annoverare tra i propri clienti aziende ed enti di dominio internazionale. «Metodi Engineering – introduce Ghilino, amministratrice dell’azienda – è nata trent’anni fa, più precisamente nel 1985, dalla volontà di fare impresa credendo nelle nuove tecnologie che in quel periodo arrivavano dagli Stati Uniti. Il nostro percorso è iniziato sul territorio, a braccetto con aziende simbolo dell’industria ligure: Rinaldo Piaggio, Italsider, Ansaldo... Il core business di quegli anni era legato alla progettazione di attrezzature e macchine e a servizi di topografia per clienti come Enel, Sip, Autostrade. Con la crisi dei primi anni Novanta e le difficoltà dei Nicoletta Ghilino, 31 anni, musicista, è laureata in Giurisprudenza è amministratrice di Metodi Engineering. Andrea Pastorino, 38, si è laureato nel 2005 in Ingegneria meccanica a Genova e dallo stesso anno è iscritto all’Ordine professionale. È il responsabile tecnico della società. Metodi Engineering, fondata a Loano 31 anni fa, si è consolidata nel mondo dei servizi di ingegneria come fornitore qualificato per l’aerospaziale, l’aeronautica e l’automotive. È passata da studio tecnico esterno di Piaggio Aero a società di ingegneria certificata dai protagonisti del settore italiani ed esteri come Thales e Boeing. Con un fatturato di quasi 2 milioni di euro, conta, complessivamente, una ventina di dipendenti. In “cantiere” progetti di portata internazionale: dalle macchine per il collaudo dei pantografi ferroviari allo sviluppo di Ariane 6, il nuovo razzo dell’Agenzia Spaziale Europea che sarà lanciato in orbita nel 2020. Block Notes n.8 /1 9 Martedì 5 aprile 2016 delle attività dell’azienda, Andrea Pastorino, ingegnere meccanico e responsabile tecnico di MetodiE, illustra nel dettaglio, con il supporto della proiezioni di slide, alcuni lavori di prossima realizzazione. «Ci presentiamo oggi - racconta - come realtà sconosciuta e provinciale; facciamo ingegneria industriale, un ambito certamente non alla ribalta nel savonese, dove si parla principalmente di terzo settore, civile e ambiente. Nondimeno, stiamo ragionando su diversi progetti particolari e di livello elevato con grossi clienti internazionali. Uno di questi è la multinazionale Thales Alenia Space». Pastorino mostra quindi le immagini di alcune realizzazioni progettuali e costruttive dedicate allo spazio: attrezzature, pannelli e macchine assemblate per gli strumenti ad alta tecnologia, come ad esempio i satelliti, destinati ad entrare in orbita. «Ci sono lavori - aggiunge - che stiamo acquisendo indirettamente e che riguardano lo sviluppo di Aria- L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio ne 6, il nuovo vettore dell’Agenzia Spaziale Europea. Il primo lancio è previsto nel 2020. Faremo attrezzature legate alla produzione di questi razzi e verremo coinvolti anche a Kourou, nel Centro spaziale della Guyana francese, il principale centro di lancio europeo di missili spaziali, dove verranno assemblati. Un’altra progettazione importante e di respiro internazionale - il cliente diretto è stato Finmeccanica, ma con una forte componente statunitense - riguarda le piattaforme utilizzate nei cantieri dagli operatori per accedere ai velivoli e perfezionare l’assemblaggio finale. Negli anni scorsi abbiamo anche lavorato sul Banco dinamico per il collaudo dei pantografi ferroviari ad alta velocità. Si tratta di una macchina particolarmente complessa, capace tra l’altro di riprodurre molti dati, come ad esempio quelli climatici. Sarà presentata a settembre a Berlino: al momento non possiamo divulgare molto di più, essendo vincolati alla riservatezza dai clienti». Uno scorcio della moderna sala attrezzata del Terminal traghetti di Savona durante la giornata di martedì 5 aprile, il giorno di apertura dei lavori di Red 2006, quattro giorni di dibattiti e incontri che hanno visto protagonista l’ingegneria ligure e italiana su diversi temi, primo fra tutti il rilancio del territorio attraverso la tecnologia applicata al turismo 20/ Block Notes n.8 Mercoledì 6 aprile 2016 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale Il turismo è una risorsa preziosa per l’Italia che è caratterizzata da una varietà di opere d’arte, gastronomia e paesaggi unica al mondo. La Riviera Ligure può vantare una lunga tradizione nello sviluppo delle tecnologie per il turismo: dai cantieri dove vengono costruiti yacht e navi da diporto alle società Hi-Tech che realizzano portali e applicazioni per il turismo, alle Università dove si studiano e sperimentano nuove tecnologie. Dal confronto con i protagonisti dell’innovazione turistica, dall’analisi delle forme di incentivo e delle tecnologie disponibili, sarà possibile individuare opportunità di investimento e soluzioni tecnologiche che possono supportare lo sviluppo dell’economia locale e anche globale se integrate con modelli di sviluppo replicabili in Italia e nel mondo. NELLA SECONDA GIORNATA DI RED IL CONFRONTO SULLE PROPOSTE PER IL TERRITORIO L’INGEGNERIA DEL TURISMO DA SVILUPPARE CON LA REGIONE “ Ricci Negli ultimi decenni è scomparso tutto ciò che connotava l’economia ligure, ma un futuro diverso è possibile. Ecco i nostri due ingredienti “ L a seconda giornata di Red si svolge nell’auditorium del suggestivo complesso conventuale di Santa Caterina a Finale Ligure. Niente di meglio per affrontare il tema della giornata, che è appunto il turismo, o meglio come si possa applicare l’ingegneria per rilanciare le attività turistiche di una regione (e per estensione di un Paese intero) creando ricchezza attraverso la valorizzazione delle risorse e la creazione di un circuito virtuoso che tenga conto di un insieme di fattori “ingegneristici”. Modera il dibattito, per tutta la giornata, il giornalista Gianfranco Sansalone. Introduce il presidente dell’Ordine di Savona «Potrebbe sembrare una provocazione - esordisce Fulvio Ricci - parlare di ingegneria del turismo, ma noi siamo convinti di potervi dimostrare la bontà e la fondatezza delle nostre idee. Non è la prima volta che trattiamo temi che non rientrano nella definizione classica dell’ingegneria: lo abbiamo fatto lo scorso anno al Campus universitario di Savona e lo abbiamo fatto ieri al Terminal Crociere di Savona. In entrambi i casi nonostante siano stati invitati tutti i Comuni della provincia, non abbiamo visto alcun politico. Forse perché ci snobbano, o forse, come penso io, perché temono il potere delle idee. Oggi, per la prima volta, riusciamo ad avere un confronto pubblico con la politica che conta nel nostro territorio, e questo ci fa estremo piacere perché dimostra un segno positivo nella nostra idea di sviluppo del territorio. È infatti nostro preciso compito istituzionale dare pareri alle pubbliche amministrazioni ed anche fornire indicazioni sui temi di nostra competenza per generare sinergie atte al miglioramento economico e sociale. E oggi abbiamo un interlocutore importante, un interlocutore potente, che può veramente guidare la nave nei mari dello sviluppo del territorio e verso una ripresa economica vera. Vogliamo rappresentare al Presidente della Regione, Giovanni Toti, quale sia il modo, che noi riteniamo corretto, per indirizzare un vero e sano sviluppo del nostro bel territorio. Abbiamo già apprezzato il modo con cui la Regione ha dato seri ed importanti segnali sui temi dell’agenda digitale, delle risorse agricole, ed altri ancora. Oggi però ci dobbiamo confrontare sul tema più importante per il territorio ligure: la sua valorizzazione. Negli ultimi decenni abbiamo visto la progressiva scomparsa di quello che connotava l’economia ligure: non esistono più o quasi attività industriali vere, le peculiarità agricole famose nel mondo della piana ingauna sono sparite nel nulla, l’edilizia è in stallo. Questo è il panorama passato e presente. Noi riteniamo che il futuro possa essere diverso, Block Notes n.8 /2 1 Mercoledì 6 aprile 2016 che, anche con il nostro aiuto, si possano avere nuove prospettive di sviluppo economico e sociale. Per fare questo però servono due ingredienti: 1. cambiare completamente mentalità nel modo di approcciare la cosa pubblica e quindi fare ciò che veramente serve al territorio; 2. valorizzare al massimo quello che già abbiamo. Oggi noi proporremo due strade: la prima è un’idea del territorio per il territorio e nasce dall’impulso di una persona che nulla ha da condividere con l’ingegneria ma che molto ha da dare al territorio. Un’idea di come si potrebbe valorizzare un piccolo tratto della nostra provincia. L’altra è invece un aspetto più tecnico in cui mostreremo come l’ingegnere concepisce il concetto di turismo e come secondo noi si dovrebbe sviluppare questo processo». Dal depuratore modello all’idea-sogno di un parco e di un progetto di vallata La prima strada citata dl Presidente Ricci porta dritta alla storia di un progetto complesso ma molto significativo che dimostra come una situazione di svantaggio, se affrontata con intelligenza e creatività, può diventare una carta vincente nella sfida per la valorizzazione di un territorio e nella creazione di occupazione: si parla del depuratore di Borghetto Santo Spirito che, dopo un’iniziale situazione di disagio, è diventato un punto di attrazione attorno al quale è stato costruito un progetto di difesa dell’ambiente in cui proprio l’impianto, con le sue caratteristiche tecnologiche, è il polo che ne garantisce la credibilità. E da qui la vicenda si è dipanata fino a portare alla costruzione di una serie di progetti che hanno coinvolto l’intera provincia con un unico filo conduttore: il turismo, la Natura, l’accoglienza, lo star bene. La vicenda va avanti da diverso tempo e ha due protagonisti prin22/ Block Notes n.8 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale cipali, il prof. Mario Baucia, presidente di Servizi Ambientali Spa, e Giuseppe Ozenda di Carpazio, team leader titolare dello studio di ingegneria e strategie per l’innovazione “Consulteam” di Savona. Il moderatore li fa parlare nell’ordine. «Sono presidente - racconta Baucia - da poco più di due anni della Servizi Ambientali che presiede alla depurazione dei reflui di 11 Comuni del territorio da Borgio Verezzi a Ceriale ed entroterra. In armonia con i sindaci dell’area che va da Borgio Verezzi a Ceriale ed entroterra, mi sono impegnato a rovesciare un’idea, una mentalità che era diffusa nel territorio: e cioè che ospitare un depuratore è una vergogna da nascondere e non invece un vanto da esibire. Così abbiamo fatto diventare il nostro impianto di Borghetto Santo Spirito, per tecnologia, un’eccellenza nel panorama della depurazione nazionale, il processo produttivo è perfetto e l’acqua che finisce in mare pulitissima. Lo scorso anno, in aprile, gli abbiamo dedicato una giornata di convegno a Loano: sono venuti oltre 240 ingegneri, lo hanno visitato e hanno imparato il funzionamento tecnologico. Intanto noi continuiamo a migliorarlo e in giugno terremo una seconda giornata formativa per gli ingegneri del settore. Per questo rivendichiamo con orgoglio gli eccellenti risultati che abbiamo ottenuto nel settore specifico e anche nella protezione dell’ambiente marino. E allora, sempre in sintonia con i sindaci, ci siamo detti: dobbiamo far diventare l’intera vallata un polo di eccellenza nella valorizzazione dell’ambiente. Non solo del mare quindi, ma di tutto il territorio, a patire da Capo Santo Spirito - dove c’è un importante progetto per un albergo a 5 stelle con tanto di parco fruibile e giardini pubblici - passando per Toirano con il suo splendido centro storico e le sue straordinarie grotte fino al castello di Balestrino, luogo del cuore del FAI, e fino al santuario Mariano. Una valorizzazione puntando sulle svariate possibilità offerte dal paesaggio, dalle specie arboree, dalla produzione agroalimentare, dai percorsi naturalistici all’outdoor in tutte le sue svariate possibilità. Il sito del depuratore si colloca quasi al centro di questa valle e di questo territorio, in gran parte appartenente già a un SIC. Allora abbiamo pensato che il primo passo di questo nostro sogno, poteva essere un’idea-progetto da realizzare proprio nell’area intorno all’impianto: ovvero costruire un parco. Così il 4 dicembre dello scorso anno, nelle scuderie del Castello di Balestrino, in una bellissima cornice anche di pubblico altamente qualificato, assieme al FAI Liguria abbiamo presentato il progetto preliminare. Ma non è tutto. Sempre con i sindaci dell’intero territorio ed anche con l’assessore regionale Stefano Mai, ci siamo detti: ma perché fermarsi alla Val Varatella? Perché non pensare di moltiplicare ed estendere queste idee-sogno, trasformate in idee-progetti, a tutta la rete sentieristica di Poggio Grande, perché non tentare di trasformare questo meravigliose vallate che si legano fra loro dolcemente e armoniosamente nella Silicon Valley dell’Ambiente del Ponente? Ne abbiamo parlato con il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Savona, Fulvio Ricci, il quale in poco più di un mese ha mobilitato persone, intelligenze, e ora il lavoro è già in corso». “Un’idea di territorio” lancia un piano strategico per tutta la provincia “Un’idea di territorio” è quella sviluppata e illustrata subito dopo da Giuseppe Antonio Ozenda di Carpasio, titolare dello studio di ingegneria e strategie per l’innovazione “Consulteam” di Savona, che spiega come il progetto del depuratore di Borghetto Santo Spirito abbia dato il via a un processo virtuoso per il rilancio dell’intera provincia, a partire da “Savona Domani”, un Mercoledì 6 aprile 2016 piano strategico di area vasta con il coinvolgimento di Università, operatori culturali, imprenditori, enti pubblici, popolazione. «La provincia di Savona - dice e tra l’altro Ozenda di Carpasio - conta 69 Comuni, si estende per 1.544 kmq, ha 287 mila abitanti di cui 62.500 concentrati nel capoluogo. Il progetto di evoluzione di tutta la zona parte dall’ideazione di un sistema di attività congruenti con le risorse del territorio, identificando nuove opportunità per garantire il benessere della comunità. Come costruirlo? Puntando sui concetti portanti della buona qualità della vita, dell’armonia con se stessi, con l’ambiente e gli altri esseri viventi, dove il primo vuol dire salute, interazioni sociali efficaci e integrazione nel territorio. Da qui la costruzione di un modello di trasformazione territoriale interpretando le variabili come fattori competitivi per esaltare le caratteristiche geomorfologiche, valorizzare l’identità socio-culturale in un corretto rapporto uomo-natura e in una visione di sistema territoriale nell’intera provincia». Ed ecco l’elaborazione di una serie di progetti che si basano su nuove attività «ad alto contenuto intellettuale, basso impatto ambientale e alta redditività». Fra questi il “Progetto Quadrifoglio”, basato su agricoltura, energia, salute e identità; la creazione di un “Distretto della Naturalità” (fra Cuneo, Savona e Imperia) con la creazione di un Centro di Educazione alla Naturalità in Savona e provincia, ovvero uno spazio di ricerca e attività per il corretto rapporto UomoNatura; il progetto “Dagli Appennini alle onde”, cioè natura e salute tra le colline e il mare. «Il turismo - è il concetto base - è l’esito di un processo di libero spostamento temporaneo di persone attivato da un sistema di motivazioni e sostenuto da un sistema di accoglienza». Per questo si punta su alcuni must come l’EcoFitness, ovvero attività motorie non agonistiche all’aperto e l’enogastronomia come concetto di corretta nutrizione nell’ambito di un percorso più ampio dedicato alla salute, ovvero «spazio per attività in terra e in mare mirate al conseguimento o al recupero di una buona forma psico-fisica della persona a qua- Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale lunque età con assistenza sanitaria». I progetti sono stati presentati alla Regione, agli Enti locali e agli altri soggetti che operano sul territorio, dai quali si attendono interventi concreti per la loro realizzazione. ROBERTO FORMATO, RICERCATORE CNR L’ingegneria dell’informazione L’argomento della giornata entra nel vivo con l’intervento di Roberto Formato, ingegnere e ricercatore del Cnr, che affronta, in un dettagliato intervento, ricco di dati, il tema portante di Red: possono gli ingegneri, e come, avere un ruolo nello sviluppo del turismo contribuendo a rilanciare il territorio grazie alle loro competenze tecniche che in questo caso vengono applicate a un settore che incrocia diverse discipline che appaiono ben lontane dalle competenze ingegneristiche? Portato esordisce, nell’ambito delle ragioni dell’integrazione tra ingegneria e turismo, esaminando lo scenario di riferimento riguardo alla rilevanza e alle macro-tendenze del turismo e la specificità di quello ligure, con le possibili applicazioni dell’ingegneria del turismo al contesto della regione. Da qui i cambiamenti del settore dovuti all’affermazione del web, alla crescita dei collegamenti aerei, al fai-da-te e ai nuovi strumenti a disposizione dell’utente. «Da turismo delle destinazioni - lo definisce - a quello delle motivazioni. Per attrarre la domanda è necessario sviluppare prodotti capaci di soddisfare queste motivazioni, come avviene in altri settori. Ma un prodotto turistico è un “sistema” molto più complesso di un servizio o un prodotto industriale, perché si sviluppa su quattro linee: è multi-attore, multi-livello, multi-competenze, multi-finanza. E qui emerge l’opportunità di applicare i metodi dell’ingegneria, intrinsecamente legati alla gestione della complessità, per favorire lo sviluppo delle destinazioni turistiche». L’ingegneria, dice Trovato, è l’applicazione della scienza alla vita dell’uomo, ma il turismo è rilevante per la vita dell’uomo? Gli ultimi dati, riferiti al 2015, riferiscono una ripresa media annua, con una cresciBlock Notes n.8 /2 3 Mercoledì 6 aprile 2016 ta del 4-5% e rilevanti cadute economiche per un Pil turistico pari a 4,8 miliardi di euro. La permanenza media dei turisti in Liguria, continua Trovato, nel 2015 è calata di circa 2 notti dal 1990, e l’incidenza del turismo straniero è assai ridotta. Il tasso di crescita medio annuo vede gli italiani al -2,1%, gli stranieri all’1,4% per un totale del -1,4%. Fra gli altri “prodotti”, in primo piano troviamo crocierismo, diportismo, cultura e natura/outdoor. Nel 2015 Savona risulta al quarto posto in Italia per traffico crocieristico, mentre la Liguria è la prima regione d’Italia sia per unità da diporto sia per posti barca. Inoltre sono da citare i siti Unesco di Genova, delle Cinque Terre, 21 borghi, 15 bandiere arancioni, 190 musei civici, ecclesiastici, privati, risorse naturalistiche, il 69% di superficie boschiva regionale, la più alta in Italia (e il 12% del suo territorio è protetto). Su quale offerta quindi intervenire attraverso l’innovazione? Considerando i plus crocierismo, diportismo e Acquario di Genova, i minus che necessitano interventi sono il prodotto climatico-balneare stagnante, le seconde case utilizzate per periodi sempre più brevi, la debole domanda internazionale, lo scarso sviluppo di Esperto in programmazione e gestione dello sviluppo turistico, Roberto Formato è ingegnere delle Tecnologie Industriali ad Indirizzo Economico-Organizzativo (Politecnico di Milano, 1990), Master of Science in Tourism Planning and Development University of Surrey di Guildford, 1995) ed Executive Master in Public Management (Herthie School of Governance di Berlino, 2012). Professore a contratto in Organizzazione Aziendale al Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni dell’Università Federico II di Napoli, è assegnista di ricerca presso il CNR-IRISS (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo) sui temi della governance e dello sviluppo territoriale. Docente di Strategic Marketing al Master Postlaurea rivolto a studenti internazionali dell’Istituto Europeo del Design è anche valutatore indipendente di progetti per l’Agenzia EASME (Executive Agency for Small and Mediumsized Enterprises) della Commissione Europea. Ha un’ampia esperienza, a livello nazionale e internazionale, in direzione e consulenza strategica di progetti complessi, con particolare riferimento al settore pubblico e turistico-culturale. 24/ Block Notes n.8 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale offerte alternative (culturale, naturalistico/outdoor, etc.). Da tenere presenti sono dunque la complessità dell’offerta, del contesto e della domanda. In quest’ultimo caso il declino del turismo climaticobalneare tradizionale deve portare alla personalizzazione del viaggio e all’offerta di nuove esperienze; per far crescere del turismo giovanile è inevitabile puntare sulle tecnologie digitali; il turismo internazionale “colto” e anziano porta a un’offerta il più possibile adeguata e accessibile; la domanda di benessere deve essere soddisfatta; è necessario trovare soluzioni ricettive alternative, e così via. «Il ruolo degli ingegneri nella visione, progettazione e pianificazione risulta fondamentale, in quanto le loro competenze ricoprono esattamente i settori abbracciati da Europa 2020 (Agenda Digitale, Smart City, Smart Grid e Industria 4.0), ovvero la capacità di innovazione. Nel contesto attuale lo sviluppo turistico presuppone una grande capacità di visione, progettazione e pianificazione. L’ingegneria può aiutare l’innovazione ai diversi livelli del sistema turistico, come “attrattore”, per la conoscenza e la fruibilità, e nella destinazione, per lo sviluppo della filiera dei servizi turistici. La Regione? Svolge il suo ruolo di governance e coordinamento». Fra gli esempi citati di possibili interventi ingegneristici nel settore, l’uso della tecnologia per la ricer- ca, il recupero e la trasformazione di opere in risorse “attrattive” nel campo dei Beni culturali, attraverso la digitalizzazione tridimensionale con 3D Laser Scanning, Mesh Lab, acquisizione in 3D da campionamenti fotografici, modellazioni a basso costo, l’uso di software per la ricomposizione assistita di immagini (utilizzata per il restauro di opere di Cimabue alla Basilicata di San Francesco ad Assisi), Tecniche di EO (Earth Observation) per l’archeologia. E, ancora, tecnologie per la protezione, diagnostica e restauro di opere attraverso software per la previsione del degrado dei monumenti, lo sviluppo di prodotti idrorepellenti per la protezione dei beni culturali, polimeri sintetici per la conservazione dei beni culturali in legno, dispositivi a micro-onde per il trattamento di agenti biodeteriogeni su manufatti artistici e architettonici, tecnologie per il restauro di beni culturali, tecniche di pulitura laser, restauri digitali di foto, stampe e filmati, tecnologie diagnostiche, e così via. Altri campi di applicazione dell’ingegneria a favore del turismo: la realtà aumentata nei singoli siti (come musei e strutture culturali) e sul territorio (ricostruzioni storiche), applicazioni per non vedenti, applicazione on-site e off-site per la promozione e la comunicazione. Riguardo la governance regionale (leadership, coordinamento e sviluppo sistemi di gestione, conferenze decisionali e la prioritarizzazione degli investimenti), Formato ricorda come l’Ente pubblico gestisca strumenti di finanziamento europeo che possono avere un forte impatto come Smart Specialisation Strategy, Po Fesr 2014-2020, Psr Feasr 2014-2020. Senza dimenticare programmi nazionali come Pon e quelli a gestione diretta europea come Life, Cosme, Horizon 2020, Creative Europe, Alcotra Interreg, dotati di diverse centinaia di milioni di euro ognuno. Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale GIOVANNI TOTI, PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA Particolarmente atteso, dopo la relazione dell’ing. Formato, l’intervento del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che apprezza l’invito a Red e il lavoro svolto riguardo il settore del turismo. Tori parte con un lungo esame della difficile situazione internazionale, che per la Liguria, e in generale per l’Italia e la costa Nord del Mediterraneo, dal punto di vista turistico può rappresentare una chance. «È evidente – afferma - che la chiusura dei mercati del Sud del Mediterraneo, come Egitto, Turchia, Tunisia, che drenavano milioni di presenze dal nostro Continente, e che purtroppo vivono una situazione disastrosa per il mondo intero, è diventata un’opportunità per il mercato competitivo che va dall’Italia, alla Francia, alla Spagna e quindi alle coste dell’ex Jugoslavia, alla Croazia, che si spartiranno nei prossimi mesi e temo nei prossimi anni, perché la crisi geopolitica non è così vicina a concludersi, una serie di flussi di mercato che andavano altrove. Occorre lavorare perché restino in modo permanente sul nostro mercato e non vadano a riposizionarsi nel resto del mondo. Per far ripartire il turismo in Liguria servono però condizioni basilari. La ricerca che avete presentato come Ingegneri è molto articolata, e dice anche queste cose; ed è quello che stiamo già facendo e che abbiamo fatto in questi nostri primi otto mesi di governo. Punto primo: per fare soggiorno e turismo in un territorio bisogna poterci arrivare. Quindi c’è il tema gigantesco delle infrastrutture, e voi siete ingegneri e sapete di cosa sto parlando». E cita come prioritari il raddoppio della ferrovia verso la Francia; i collegamenti veloci con Torino e Milano, il Terzo Valico; i collegamenti ferroviari fra Genova e Milano e Torino in poco più di un’ora sulle tratte già esistenti; il rilancio dell’aeroporto di Genova; l’esperimento di metropolitana legge- ra nelle Cinque Terre. Quindi, sul fronte della comunicazione, il Festival di Sanremo, le varie campagne lanciate, compresa quella pensata sfruttando le impalcature dei lavori nel palazzo della Regione in piazza De Ferrari per proiettare i contenuti foto e video girate dai turisti, e poi il lavoro con Liguria Digitale per rendere internet un’opportunità aperta a tutti. Infine la cultura, o meglio il bisogno di «cambiare profondamente la mentalità e la cultura in questa regione, imparando a considerare il turismo un’industria, uno dei pilastri dello sviluppo dei prossimi 30- “ “ Mercoledì 6 aprile 2016 Toti La Liguria deve cambiare mentalità e cultura e imparare a considerare il turismo una vera industria su cui investire 40 anni». Ma ci devono credere le istituzioni e soprattutto gli operatori, dice Toti, ed è necessario che ci sia una serie di condizioni affinché l’operazione riesca. Fra queste un’adeguata formazione a livello locale e regionale di personale specializzato, che si collochi nel settore, la capacità di «venderci sui grandi mercati internazionali, superando il frazionismo e il localismo che sono le cose peggiori. Io non voglio parlare con nessun sindaco e con nessuna Pro Loco che viene a vendere il proprio Comune alla Regione; noi abbiamo bisogno di progetti integrati per la vendita del nostro territorio. La Costa Azzurra viene venduta come Costa Azzurra, un marchio che va da Montecarlo a Saint Tropez, un fronte di 170-180 km con un entroterra importantissimo per i prodotti agroalimentari, la storia dell’arte, la cultuBlock Notes n.8 /2 5 Mercoledì 6 aprile 2016 ra. Noi dobbiamo imparare a vendere la Liguria come una massa critica di territorio in un’ottica di sistema, perché se non ci presentiamo così sui mercati internazionali, non faremo mai il volume per competere con le Baleari, la Costa Azzurra con la Costa del Sole». Però non deve crederci solo la Regione, sostiene Toti, «ma anche la politica, anche le ex Province e le Aree vaste, i singoli sindaci, i consorzi, ci deve credere la Liguria nel suo tessuto più profondo, le singole imprese, chi è chiamato a investire. La politica non produce ricchezza ma crea le condizioni perché venga prodotta. Sono le imprese che devono crederci, noi dobbiamo aiutarle e sostenerle. I nostri operatori che sono i balneari che hanno il problema della Bolkestein ai quali dobbiamo dare un minimo di certezza, sono gli albergatori, i ristoratori, sono tutto quel che manca nel terziario avanzato per il servizio al turista. Dico banalità, ma va dal noleggio della mountain bike nei parchi ai servizi a chi fa parapendio, a chi vuole affittare una moto d’acqua per scorrazzare sulla spiaggia… Noi ci dobbiamo chiedere per quale ragione un ragazzo prende un aereo Ryanair e vola da Amburgo a Ibiza per due giorni di vacanza in qualsiasi mese dell’anno e non viene invece in Liguria, perché un ragazzo di 30 anni con un’alta potenzialità di spesa fa diverse vacanze sparpagliate in un Continente molto evoluto e sceglie altre destinazioni e non viene qua. Ma perché non trova la nostra offerta competitiva! Perché si diverte a Barcellona, Palma di Majorca, nella Costa Brava, nelle isole greche e non da noi… Ma questa attrattività non la può creare il “pubblico”, il sindaco, l‘assessore o il presidente della Regione. Devono crearla gli operatori che offrono le moto d’acqua o le bici nei parchi! È incredibile che 26/ Block Notes n.8 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale si arrivi in un paese della Liguria a giugno o addirittura a luglio e si trovino i negozi chiusi nelle ore serali e non invece aperti fino a mezzanotte-l’una! Non si può arrivare a marzo in località bellissime e trovare gli alberghi che fino a metà maggio sono chiusi perché non conviene aprire. Ma perché succede questo? Perché nel mercato del turismo molto spesso ci sono proprietà già ammortizzate, e i proprietari non hanno bisogno di grandi volumi di ricavi perché il bene è stato pagato da generazioni, e quindi si apre solo quando c’è la massimizzazione dell’utile in un determinato periodo. Ma così non si va da nessuna parte! Su questo, secondo me, il pubblico deve intervenire con una serie di accordi. Non è possibile che chi ha licenze commerciali in certe zone non debba osservare un minimo di regole legate ai servizi pubblici. Bisogna assumere personale preparato che parli le lingue - però glielo dobbiamo dare noi questo personale e su questo sì che abbiamo una responsabilità pubblica - e ad esempio con Costa e MSC abbiamo aperto due tavoli per parlare di assunzioni di personale altamente specializzato e lo stesso stiamo facendo con altre grandi Compagnie. Oggi il lavoro che avete presentato è encomiabile, perché in questa ricerca date molte indicazioni. Ma poi bisogna trasformare le indicazioni in volontà politica di investire tempo, denaro e risorse. Quelle pubbliche sono poche, perché bisogna decidere dove destinarle, io credo però che il turismo sia uno dei campi cui dedicare il massimo sforzo, sia di intelligenza, sia di capacità umane e di investimenti, perché è certamente l’unico mercato che si possa sviluppare molto nei prossimi dieci anni su questo territorio». Mercoledì 6 aprile 2016 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale Ricci: «Cambiare davvero cultura? Tutti gli eletti in Regione siano nominati assessori al Turismo» Toti: «In autunno gli Stati Generali del settore, al tavolo anche gli Ingegneri con le loro idee» cordo. Anche la nostra idea è creare cultura e in queste quattro giornate è quello che vogliamo fare. Lei ha detto che ci ascolterà e questo rappresen- “ Dopo le elezioni di giugno, a Savona istituiremo una cabina di regia per individuare un modello di sviluppo: voi ingegneri avrete un vostro rappresentante “ ta per noi una premessa e un passo avanti molto importante, anche perché ha esposto una strategia generale e una visione moderne e difficili da attuare, e ci sentiamo di fare la nostra parte. Però vogliamo lanciarle un’altra provocazione oggi, parlando di cultura, perché siamo convinti che si vincerà questa sfida fino solo quando si affermerà una vera cultura del territorio, ma che questa debba partire dall’alto, cioè da chi il territorio lo gestisce e lo amministra, quando i concetti che oggi tutti noi abbia- “ “ U n botta e risposta corretto, collaborativo e soprattutto proficuo, quello fra il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Fulvio Ricci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dopo l’intervento di quest’ultimo e l’invito del moderatore Gianfranco Sansalone a pronunciarsi sull’ingegneria del turismo e sulla richiesta di incontro più volte avanzata dalla Federazione degli Ordini degli Ingegneri Liguri dalla sua elezione a Governatore, ma non ancora raccolta. «Questo progetto è molto interessate – ha risposto Toti – e la mia volontà di dialogo è dimostrata dal fatto che sono qui. Del resto non posso incontrare tutti, ho un’infinità di richieste, altrimenti non potrei governare. Gli assessori ci sono anche per questo». Quindi ha annunciato che dopo l’insediamento del nuovo sindaco di Savona, a giugno, chiunque sarà, la Regione costituirà – tenendo un ruolo di riferimento - una “cabina di regia”, alla quale partecipino tutti gli attori sociali, per individuare un modello di sviluppo in cui il turismo avrà un posto di primo piano. «In quell’occasione – ha aggiunto – anche voi come Ordine designerete un delegato in grado di parlare con le categorie e di confrontarsi con gli assessori al turismo del Comune e della Regione, con gli operatori di sistema come Confcommercio, Confesercenti, associazioni Albergatori e Balnerari, unione dei Sindaci della provincia e tutti gli altri. Noi coordineremo: questo ritengo sia un modo di fare squadra e sistema». La risposta di Ricci: «Presidente, noi la ringraziamo di essere qui, e apprezziamo il suo discorso sulla cultura, che ci trova completamente d’ac- Siamo convinti che un cambiamento di mentalità debba partire dall’alto, da chi governa, per arrivare nel territorio. Noi faremo sempre la nostra parte mo espresso saranno patrimonio di tutte le persone che ci governano, saranno cioè nel dna, nel sangue dei consiglieri, degli assessori e del presidente della Regione. Ed ecco la provocazione: la vera cultura ci sarà quando non esisterà più bisogno di un assessore al Turismo, perché ogni consigliere e ogni assessore nelle sue funzioni penserà che lo sviluppo della Liguria È il turismo, e si comporterà di conseguenza. In quel momento ogni albergatore, ogni ristoratore, aprirà la sera anche se non ci sarà nessuno, perché di conseguenza sarà cambiato il modo di ragionare di tutti noi». Giovanni Toti: «È vero, sono perfettamente d’accordo e in questo senso questa è una giornata positiva che oggi aiuta a creare e a diffondere cultura. Secondo me far conoscere questo vostro imponente lavoro crea queste basi, e siccome gli ingegneri sono portatori di capacità molto particolari e sofisticate, tutto ciò che può venire in termini di progetti concreti e che possiamo costruire insieme e finanziare, bisogna farlo. Voi certamente avete il now-how e le capacità di sviluppo che possono essere la base per una grande riunione che possiamo convocare dopo la stagione, in ottobre-novembre, assieme a tutti gli operatori e i player del mercato, da Alitalia a Rfi, dagli operatori di crociera alle associazioni di categoria, del commercio e del turismo, dalle categorie professionali agli enti parco - da Ventimiglia a Sarzana - con la Regione e i principali consorzi di sindaci. Faremo gli Stati Generali del Turismo per dare le linee di sviluppo, dove ognuno prenderà i suoi impegni, la Regione anche di bilancio, e dopo 5 anni vedremo quali saranno i risultati». Ricci: «Noi ingegneri faremo la nostra parte affinché questo possa avvenire». Block Notes n.8 /2 7 Mercoledì 6 aprile 2016 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale La sessione pomeridiana riprende con un brevissimo saluto di Massimiliano Margarone, vice Presidente nazionale del CIII, il Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione, che lascia subito la parola al primo relatore. Margarone, a proposito di Red - «dedicato al sapere innovare, ovvero al risolvere i problemi dell’uomo, peculiarità del lavoro dell’ingegnere» - aveva già fatto un richiamo a Leonardo Da Vinci: «Ingegnere e creativo. Riscoprire ed esaltate il lato creativo dell’ingegnere è ritornare alle origini dell’ingegneria, oggi dominata soprattutto dalle rigide procedure per garantire giustamente la sicurezza». GIUSEPPE DE NICOLA, CONFINDUSTRIA SALERNO, AMPIORAGGIO Ecosistema innovazione Giuseppe De Nicola vice presidente della Confindustria di Salerno e co-fondatore di Ampioraggio apre gli interventi pomeridiani, nella sala del Centro Congressi Santa Caterina di Finale Ligure. «Io vengo da Salerno - esordisce - e vi racconterò la storia di un ragazzo che 27 anni fa, in una provincia affacciata sul mare di un paesino del Sud Italia, faceva innovazione ma faticava a capire cosa stesse realizzando. Voi ingegneri avete un compito importante perché siete in contatto con il mercato pubblico e privato. Civili, industriali, elettronici, avete il dovere di conoscere tutti gli strumenti che in qualche modo sono disponibili per produrre valore, un valore che deve durare nel tempo, in un mondo che cambia velocemente. Quando si parla di innovazione nella gente c’è spesso l’errata percezione che sia sinonimo di digitale. Invece non è solo tecnologia, lo è “anche” semmai. Innovazione è ambiente, prodotto, comportamento sociale. Anche nel progetto di un ponte queste cose vanno considerate. Questo ragazzo dunque: 27 anni fa mette su la sua piccola società di computer e realizza sigle in 3D. All’epoca in provincia di Salerno prova a spiegare e a convincere, ma nessuno lo capisce, tranne un signore, una persona importante. Era Gubitosi, patron del Festival del Fumetto di Giffoni, che gli dà credito, lo incoraggia e così il primo anno può realizzare un piccolo fatturato, e per i 12 anni successivi rimanere suo fornitore. Quel ragazzo ero io e ho potuto così trovare la mia strada e fare il mio mestiere. In Italia purtroppo ci sono troppi luoghi comuni sull’innovazione. Per parlarne oggi mi sono fatto aiutare da un docente universitario il prof. Canfora, dell’Università del Sannio. La ricerca italiana è di scarsa qualità. L’Italia è all’ottavo posto al mondo in termini di pubblicazioni, citazioni, indici. Il sistema della ricerca nel nostro Paese è sottofinanziato, ma dobbiamo vederlo anche in base al numero degli abitanti: se lo rapportiamo agli Stati Uniti... Però è vero che facciamo fatica a trasformare la ricerca in fattore di competizione. Nell’innovazione non ci sono aziende italiane nelle prime 50 al mondo, questo perché non esiste l’innovazione come ecosistema. Ma questa era solo un’introduzione un po’ furba per parlarvi di Ampioraggio, una realtà che nasce dall’espe28/ Block Notes n.8 rienza di dieci anni, della quale sono membro e che è un servizio di Confindustria di Salerno. Ma in Confindustria non ci si conosce, per questo invito le aziende a raccontare le proprie esperienze in un contesto condiviso. Abbiamo start-up che arrivano da tutta Italia, e finora il progetto è stato seguito da 6 milioni di persone. Negli ultimi due anni abbiamo chiesto agli sponsor di andare oltre e di fare qualcosa di concreto, per creare mercato. In sostanza un’azienda sceglie una start-up e la inserisce nel proprio albo fornitori. Inoltre la banca le offre un finanziamento senza pretendere garanzie. Da qui l’idea di creare un ecosistema (hanno accettato di partecipare 130 aziende) in cui ognuno mette in relazione le proprie competenze. Gli ingegneri possono replicare questa esperienza, perché sono in contatto con i committenti... Il nostro ecosistema ha oggi molte competenze, ma sono i professionisti che conoscono il mercato e insieme possiamo muoverci. Noi abbiamo coinvolto anche università americane. Per entrare in contatto con il resto del mondo non è necessario vengano coinvolgere i ministri, ma sono le aziende che comunicano direttamente tra loro, sono orgogliose di presentare altre aziende che conoscono, di cui si fidano e che possono aiutare un’altra azienda a risolvere un problema. Questo lo fanno senza un guadagno diretto, ma hanno vantaggi di immagine. L’Italia è un Paese fatto spesso di terzisti, ma oggi la produzione si sta spostando. Per questo occorre investi- Giuseppe di Nicola vice presidente della Confindustria di Salerno, ha studiato economia presso l’Università Federico II di Napoli. Inoltre è partner e co-fondatore di Ampioraggio, CEO & founder presso Public Image Comunicazione. Mercoledì 6 aprile 2016 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale re sulla capacità di fare meglio. Noi organizziamo incontri e valutiamo le competenze. L’innovazione non può essere controllata, ma è un processo continuo che con Ampioraggio deve generare opportunità per tutti gli iscritti. Produrre innovazione, anche in ambito digitale, significa che si può produrre valore per i clienti. E noi dobbiamo avere la capacità di pungere dal basso il lato B del nostro Paese per stimolarlo». RICCARDO BATTAGLINI, LIGURIA DIGITALE Open Data e Agenda Digitale: rendere disponibili le informazioni per favorire lo sviluppo del turismo Per Riccardo Battaglini, direttore Business del dipartimento Pubblica Amministrazione e Territorio di Liguria Digitale, Open Data e Big Data sono alla base del nuovo turismo nazionale e internazionale, che non può prescindere dalle nuove opportunità di mercato: ha spiegato come l’Ict stIa cambiando il turismo, perché oggi il mercato può sfruttare le nuove sorgenti di dati, che prima erano disponibili solo a pochi soggetti. Oggi gli Open Data, ovvero informazioni accessibili a tutti, nel caso specifico si trovano nel sito della Regione (www.regione.liguria.it/opendata.html). «Liguria Digitale - dice Battaglini - nasce nel 2015 dalla trasformazione societaria di Datasiel Spa, a totale partecipazione di Regione Liguria, in Società Consortile a partecipazione pubblica plurima, per estendere lo sviluppo e la gestione del sistema informativo regionale, nell’ambito di nuove modalità di interazione amministrativa, gestionale e organizzativa tra la società e gli Enti soci, che sono moltissimi. Noi stiamo evolvendo verso la vision che prevede la Liguria come una regione di eccellenza, dove ogni persona deve essere fiera di vivere, lavorare e trascorrere il tempo libero. Quindi dobbiamo dare a tutti questi soggetti servizi digitali innovativi, declinati secondo l’Agenda Digitale, che siano in grado di soddisfare le loro esigenze digitali. Il cittadino, il turista e l’impresa devono realizzare i loro obiettivi e usufruire di servizi di prim’ordine grazie a un’infrastruttura digitale all’avanguardia capace di soddisfare tutte le specifiche esigenze. La nostra mission è sburocratizzare i processi perché questo avvenga, progettare e realizzare l’infrastruttura digitale presente e futura per la P.A. ed aumentarne l’efficienza al servizio di cittadini, turisti e imprese; contribuire al miglioramento della qualità della vita, con servizi ad alto valore aggiunto; favorire la standardizzazione e un uso condiviso delle tecnologie più avanzate su tutto il territorio ligure; favorire l’economia locale, il commercio e l’industria, incluse le attività portuali, attraverso un’infrastruttura digitale all’avanguardia intesa come fondamentale motore di sviluppo e progresso; proporre e supportare la diffusione delle tecnologie dell’informa- Riccardo Battaglini è Direttore del Dipartimento Pubblica Amministrazione e Territorio e Responsabile di tutto il Business del Settore PA e Territorio, del delivery dei progetti e delle conduzioni dei servizi ai Clienti Finali di Liguria Digitale, S.C.p.A a totale partecipazione PubblicaICT, dove lavora dal 1998 rivestendo varie funzioni. Amministratore unico della società è Marco Bucci. zione e della comunicazione, per avviare un percorso di modernizzazione delle infrastrutture pubbliche e delle Amministrazioni. E inoltre occuparci anche di Wi-fi, lavoro, trasporti, ambiente e territorio, bandi, ecc. In sostanza, la Liguria vuole diventare una regione in cui si vive meglio, i servizi sono accessibili e di veloce accesso; dove i giovani possono studiare in un contesto formativo di eccellenza e applicare professionalmente le loro capacità; in grado di richiamare turisti e di attrarre investitori per sviluppare opportunità e creare lavoro di qualità. La Legge regionale 29 dicembre 2014, n. 41 introduce il Piano Strategico Digitale della Liguria: approvato dal Consiglio Regionale, individua gli obiettivi a valenza pluriennale e la programmazione degli investimenti. Prevede finanziamenti per progetti su tutto il territorio, dalla banda ultra larga, al Wi-fi, ai servizi. Per la banda ultra larga, fra gli obiettivi, quello dell’accordo Stato Regioni (EU 2020) che prevede entro il 201819 la copertura dell’85% delle unità immobiliari con connettività ad almeno 100 Megabit e il restante 15% con connettività ad almeno 30 Megabit. Questo vuol dire creare finalmente quell’autostrada digitale diffusa, senza la quale qualunque servizio al cittadino, all’impresa e anche al turista ha poca probabilità di successo. La Regione ha lanciato già da un paio d’anni il progetto “Liguria Wi-Fi”, un’unica rete a livello regionale che dovrebbe consentire a chiunque, andando nei Comuni dove la rete è presente - circa metà della Liguria - di ottenere un’utenza e la password e avere accesso ad Internet. Tanto per darvi qualche riferimento, oggi il Comune in cui il Wi-fi è più usato è Chiavari, il secondo è Cairo Montenotte. E gli utenti più numerosi sono gli stranieri, che utilizzano Skype per chiamare i parenti. Ma sarà un processo lungo perché prevede una riorganizzazione strutturale con posa di fibra ottica su tutto il territorio. Le risorse disponibili per realizzare questo progetto sono pari a 74 milioni di euro, di cui una quota parte, 33 milioni, provengono da fondi regionali (13 dal PSR e 20 dal FESR) e 41 statali (interventi MISE). Block Notes n.8 /2 9 Mercoledì 6 aprile 2016 Attraverso l’uso delle tecnologie e con metodi innovativi, il Governo persegue le politiche di Open data promuovendo la cultura della trasparenza nella pubblica amministrazione. Secondo gli obiettivi dell’Agenzia per l’Italia Digitale, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che noi realizziamo in Liguria, qualunque dato trattato da una pubblica amministrazione deve essere reso accessibile e fruibile, fermo restando il rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali. L’Agenda digitale sostiene le politiche di Open Data, anche attraverso l’elaborazione delle linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo; la gestione del catalogo dei dati aperti resi disponibili dalle pubbliche amministrazioni; l’aggiornamento del repertorio nazionale delle basi dati della P.A.; la gestione del Repertorio Nazionale Dati Territoriali e la valorizzazione del patrimonio informativo e la promozione del suo riutilizzo. L’Agenzia InLiguria, che segue le attività turistiche della Regione, è tra gli attori principali nell’uso degli Open Data a scopo turistico con la mission di usarli per promuovere la Liguria, le sue bellezze e l’offerta turistica. Si tratta di una miniera di informazioni non ancora sfruttata, che ha immense potenzialità per implementare nuovi servizi per lo sviluppo del turismo. Accanto a questi si collocano i Big Data, che possono essere descritti secondo il modello delle Quatto V: il Volume (ovvero la scala dei dati), la Velocità (la loro analisi in tempo reale), la Varietà (i formati differenti in cui si presentano) e la Veridicità (il valore informativo che rivestono). Utilizzando gli strumenti tecnologici a nostra disposizione vogliamo contribuire a costruire un sistema di Easy Holiday, per far sapere che c’è qualcosa per cui valga la pena venire in Liguria, tornare e passarci ancora più tempo. Per questo puntiamo sugli Open Data, sorgente da cui attingere per la realizzazione di un sistema fruibile da dispositivi mobile e destinato a cittadini e turisti, che consenta loro di poter usufruire di una serie di contenuti di qualità. Per quanto riguarda invece i dati massivi, si punta alla realizzazione di un Big Database per l’analisi che consenta una nuova e più mirata programmazione turistica regionale. In particolare si pensa a grandi banche dati regionali specifiche (su turismo e cultura). Le correlazioni degli Open Data con il Turismo riguardano in particolare informazioni sui pernottamenti in tempo reale; localizzazione del sommerso ricettivo ligure e di eventuali fenomeni delinquenziali o terroristici; Sentiment Analysis sul turismo esperienziale; investimenti regionali relativi a infrastrutture, eventi, ecc.; sistema dei trasporti. Per quanto riguarda il marketing territoriale, c’è da sottolineare che il territorio stesso è anche il principale driver e il principale “contenitore” di luoghi per lo sviluppo anche dell’impresa turistica e che il sistema vuol rendere fruibile con gli Open Data la banca dati on line delle opportunità di insediamento. Infine, è nostro intendimento operare per una facilitazione dei processi di insediamento di nuove realtà commerciali e produttive sul territorio». 30/ Block Notes n.8 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale ANGELO BERLANGERI, UNIONE PROVINCIALE ALBERGATORI SAVONA Tecnologia digitale nel settore del turismo Nel suo intervento, il Presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona, Angelo Berlangeri, si concentra sugli assets tecnologici necessari per essere competitivi nel mondo del turismo, oggi dominato dalla tecnologia, e soprattutto che si rivolge a un’utenza in grado di organizzare le vacanze non più come un tempo ma usando la rete e le sue risorse in un fai-da-te che supera spesso le dipendenze da strutture esterne, come le agenzie di viaggi, che si affidavano alle foto dei cataloghi. Oggi la destinazione ognuno la può vedere con pochi click, la può “raggiungere”, conoscere, confrontare senza mediazioni, ed essere capaci di costruire un’offerta che tenga conto dell’innovazione e dei cambiamenti che velocemente trasformano il mercato significa stare al passo e vincere la sfida competitiva che è necessario reggere costantemente, ogni giorno. Berlangeri ha nel campo specifico una lunga esperienza, ed ha fra l’altro costruito il primo portale del turismo, per conto della Regione Liguria, quindi conosce la realtà del mercato, i linguaggi, il pubblico e le sue esigenze. «Gli assets – spiega – sono sostanzialmente tre. Il primo è l’innovazione dell’accoglienza, cioè smaterializzarla, attraverso l’uso del Wi-fi. E parlo sia di destinazione sia delle singole strutture, attraverso l’utilizzo delle App di destinazione che devono sostituire le tradizionali brochure e dépliant informativi che non hanno le potenzialità dei mezzi virtuali. Il secondo è ascoltare la rete per capire quali sono le tendenze in atto e saper “prendere” la reputazione della destinazione, delle sue strutture e anche le tendenze, per rinnovare il prodotto. Tutto questo è necessario per avere tutte le informazioni sulle destinazioni, sui loro prodotti e quindi utilizzare i dati per capire il posizionamento di una determinata destinazione, quali sono le tendenze in atto per rinnovare il prodotto. Infine bisogna innovare fortemente l’attività di pro- Mercoledì 6 aprile 2016 Angelo Berlangeri, Presidente dell’Unione Provinciale di Savona, è stato assessore al Turismo, Cultura e Spettacolo della Regione Liguria (2010-2015) e prima Direttore generale dell’Agenzia di Promozione Turistica dell’Agenzia InLiguria. Presidente dell’Associazione Alberghi e Turismo di Fnale Ligure e Varigotti (1998-2005) e Vice Presidente dell’Unione Associazioni Albergatori della Provincia di Savona (1999-2004), ha rivestito anche la carica di Vice Presidente dell’Ente Bilaterale Industria Turistica della Provincia di Savona (2000-2004) e ha fondato la società consortile Promofinale (partecipata dal Comune di Finale Ligure e dalle Associazioni Albergatori e Bagni Marini di Finale). mozione e di comunicazione relativa al turismo, abbandonando le tecniche tradizionali e orientandosi alla Web social marketing strategy, quindi imparare a utilizzare sempre di più i canali social, avere in maniera crescente e adeguata la capacità non tanto di raccontare la destinazione ma attraverso la viralità di farne parlare attraverso i social e di creare una promozione indotta che porti l’utenza a provarne interesse. Fare turismo oggi vuol dire soprattutto organizzare e strutturare le materie prime in prodotti che siano distribuibili, vendibili, promo-commercializzabili sui mercati di riferimento, quindi avere una professionalità che sia un mix fra la conoscenza del mercato e la capacità di prendere le materie prime e trasformarle continuamente in prodotti all’altezza delle aspettative della clientela. Essere cioè ingegneri del turismo con competenze in materia di turismo, di marketing di costruzione dell’offerta del prodotto» MATTEO ARAGONE, GENOVA 2021, ALUMNI ISICT - Innovazione e competenze: professione, giovani e territorio Un’interessante esperienza, che riguarda i laureati genovesi nel settore ICT dell’Università di Genova, viene presentata da Matteo Aragone, presidente di Alumni ISICT, Istituto di eccellenza che affianca i corsi di studio in Information Communication Technology dell’Ateneo genovese e che ha condotto fra l’altro uno studio sulla loro carriera post-laurea nei 10 anni successivi la fine degli studi. In Isict - nato nel 2003 - si entra per concorso pub- Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale blico, per merito, all’inizio della laurea triennale e magistrale. Si riceve formazione supplementare in materie economiche e scientifiche, borse di studio (dai 3 a 5 mila euro) e altri benefici esclusivamente in base al merito. È necessario mantenere una media superiore a 27/30, voto minimo 24, ed essere in pari con gli esami. Nel 2010 viene affiancato dal programma ISSUGE e tre anni dopo nasce l’associazione Alumni Isict. Al sondaggio hanno risposto 45 laureati, numero significativo perché riferito a una élite di laureati dell’Università di Genova, entrata nel mondo del lavoro tra il 2006 e il 2015, quindi con un’esperienza media di circa 4 anni. Secondo i risultato emersi, circa il 60% lavora nell’industria, il restante nella ricerca; circa l’80% svolge un lavoro come tecnico o nella ricerca, il restante 20% un lavoro gestionale. Dove lavorano? Il 57,78% in Italia, il 35,56% in Europa, il 6,67% in Usa. Inoltre il 43% lavora all’estero (contro il 7% della media degli ingegneri italiani occupati all’estero a 5 anni dalla laurea, secondo i dati Almalaurea). Circa l’84% ha una significativa esperienza all’estero e l’87% è disponibile a lavorare all’estero a tempo determinato o indeterminato. Alla domanda “tornando a Genova, pensi di trovare un lavoro in linea con le tue aspettative?”, la maggioranza pensa di no. A quella “perché torneresti a Genova?”, la risposta più frequente è “per motivi ambientali” (cultura, famiglia, qualità della vita), molto meno quelle per “aspetti legati al lavoro”. Fra i plus rilevati: i ragazzi sanno farsi apprezzare grazie all’ottima formazione di Unige e ai numerosi collegamenti con l’estero attraverso doppie lauree, stage, associazioni (per esempio Silicon Valley Tour). Fra i minus: il territorio fatica a trattenere i migliori laureati di Unige a causa di problemi generici italiani (come gli stipendi bassi), specificiMatteo Aragone, coordinatore Scientifico dell’associazione industriale Genova 2021 e Presidente di Alumni Isict, è stato Business Analyst per Amadeus (Sophia Antipolis), con 5 anni e mezzo di esperienza in gestione progetto e innovazione (6 brevetti depositati, 4 in preparazione). Ha svolto stage al DLR (Centro Aereospaziale Tedesco) e per due start-up parigine. Ha una doppia laurea in ingegneria delle telecomunicazioni tra Università di Genova e Telecom ParisTech (Parigi) e un percorso Isict completato con successo. Block Notes n.8 /3 1 Mercoledì 6 aprile 2016 tà dell’area ligure (trasformazione di grandi gruppi come Finmeccanica, Ericsson, Siemens). Fra i punti forti indicati per attrarre aziende e talenti in Liguria: l’alta qualità della vita, la facilità a reperire giovani qualificati. Fra quelli deboli: gli stipendi bassi, utili per le aziende ma non per attrarre e trattenere talenti; la scarsa vocazione internazionale; l’isolamento aereo e ferroviario della regione. «Quali sono - ha sintetizzato Aragone - le conclusioni che si possono trarre? Che l’alto livello di internazionalizzazione deve essere visto positivamente, la competitività della formazione dell’Università di Genova e in particolare dei laureati Issuge–Isict sono un elemento di forza, ci sono buoni collegamenti con l’estero. Ma è necessario trovare il sistema per attrarre talenti da fuori e, in particolare, facilitare il rientro dei nostri migliori laureati che non hanno motivazioni sufficienti per lasciare ottimi posti all’estero». MAURIZIO MICHELINI, ORDINE INGEGNERI E CAMERA COMMERCIO GENOVA Semplificazione normativa e sviluppo sostenibile Il tema affrontato da Maurizio Michelini, ovvero la semplificazione normativa nel settore del turismo, chiude la seconda giornata di Red centrando uno degli argomenti più importanti che affliggono il settore, e che spesso creano ostacoli che si pongono come limiti insormontabili non solo per gli operatori che si “confrontano” con la pubblica amministrazione, ma anche per gli utenti che ne subiscono le conseguenze. «Cosa possiamo portare - si chiede subito Michelini noi ingegneri al turismo? Il nostro codice deontologico ci impone di non agire mai in modo settoriale e di operare a favore dello sviluppo sostenibile. Cosa vuol dire? Significa operare per lo sviluppo all’interno del quale vengono coniugati tre interessi fondamentali: quelli alla sostenibilità economica, ambientale e sociale. Solo se nessuno di questi prevale sull’altro lo sviluppo è sostenibile. Questo concetto trasferito al turismo ci porta a pensare che operiamo secondo uno sviluppo sostenibile? Mi viene in mente un mio cliente pescatore che voleva praticare l’itti-turismo, che consente con una semplice Scia di ospitare turisti all’interno del suo peschereccio e addirittura anche di utilizzare, con una Dgr del 2014, immobili di sua disponibilità, anche casa sua, per ospitarli, anche a dormire, senza diventare né albergo né ristorante. Peccato che per altre norme di settore debba garantire un servizio igienico esclusivo per il personale, un altro per gli ospiti, una determinata capacità di scarico e particolari requisiti igienico sanitari e che per questi motivi stavano per chiudergli l’attività appena 32/ Block Notes n.8 Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale iniziata. Ma allora perché in questi casi a noi ingegneri viene chiesto un documento in cui asseveriamo che ci sono le condizioni perché l’attività venga svolta? Perché il legislatore, il politico e a volte anche il tecnico non si rendono conto che quelle norme scritte con tanta buona volontà non sono coordinate con quell’insieme di altre norme a volte difficilmente individuabili nell’impianto normativo che entrano in contrasto fra loro? Oggi in Italia ci troviamo norme comunitarie che prevalgono sul diritto nazionale perché si basano su trattati internazionali, e che vengono recepite a volte bene a volte male ma che spesso differiscono da quelle europee; poi le leggi regionali che prevalgono su quelle nazionali, e ancora i regolamenti e una serie infinita di altre norme, che non tutti conoscono, come ad esempio quelle Uni, emanate addirittura da un ente privato di normazione che bada alla regola dell’arte, che non sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e sono reperibili solo a pagamento! Ed è proprio una norma Uni che stabilisce come gestire il servizio igienico portatile che ho prescritto di installare al pescatore che lo non aveva in barca. Come faceva a sapere che poteva farlo se non aveva nemmeno l’idea che esistessero le norme Uni? Ecco, allora non ci può essere sviluppo sostenibile se non c’è semplificazione e se non si rispetta l’equilibrio che dicevo prima e se non si evita che un principio prevalga sull’altro in virtù dell’applicazione di norme che si contraddicono tra loro. Che fare dunque? Intanto segnaliamo tutte le situazioni di cui veniamo a conoscenza ai nostri Ordini territoriali: sono enti pubblici e possono parlare con la P.A. di tutti gli aspetti che interessano le leggi, il cittadino, la nostra professione». Laureato in ingegneria elettronica, Maurizio Michelini è consigliere dell’Ordine di Genova e della Camera di Commercio del capoluogo ligure, delegato delle professioni tecniche. È direttore editoriale di “A&B”, il mensile della Federazione regionale degli Ordini degli ingegneri della Liguria, di cui è past Presidente. È stato anche dirigente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal 2010 al 2011, per la semplificazione normativa. Giovedì 7 aprile 2016 Gli innovatori del cloud computing Il cloud computing consente lo sviluppo di applicazioni smart in cui gran parte dell’intelligenza risiede su internet, favorendo la distribuzione, la comunicazione, l’integrazione, la manutenibilità e la scalabilità dei sistemi informativi. Il cloud computing garantisce inoltre un elevato livello di sicurezza dei dati gestiti. Gli Ingegneri progettano, coordinano, realizzano, collaudano e gestiscono applicazioni cloud che forniscono i servizi che spaziano dalle applicazioni mobile per il turismo a quelle per il monitoraggio dei consumi delle imbarcazioni ancorate nei marina. Il cloud computing non ha ancora raggiunto la sua piena maturità, tuttavia è già alla base dei servizi digitali più diffusi al mondo, per questo è ancora più importante il confronto fra gli innovatori che oggi tracciano la rotta. IL TERZO GIORNO DI DIBATTITO: IL CLOUD COMPUTING PROTAGONISTA DEL FUTURO CON LA TESTA FRA LE “NUVOLE” I SERVIZI FUNZIONANO MEGLIO “ “ P rotagonista assoluto della terza giornata di RED 2016 è il cloud computing, il paradigma che consente lo sviluppo di applicazioni smart nelle quali gran parte dell’intelligenza risiede su internet. Una “nuvola” carica di dati per favorire la distribuzione, la comunicazione, l’integrazione, la manutenibilità e la scalabilità dei sistemi informativi, che è già alla base dei servizi digitali più diffusi al mondo e che tuttavia deve ancora raggiungere la sua piena maturità. Nella cornice della Sala Congressi del Terminal Crociere, alcuni tra i massimi esperti del settore ICT intraprendono un viaggio attraverso potenzialità, limiti e pericoli del Cloud, portando al pettine nodi quali costi, sicurezza e privacy. E tracciando la rotta da seguire verso il pieno sviluppo di una tecnologia preziosa anche per settori strategici quali Agenda digitale, Big Data, automazione, Pastorino Con l’Internet delle Cose la quantità di dati aumenterà enormemente: per renderli disponibili, i sistemi di calcolo si sposteranno su cloud energia e Business Continuity. Il confronto è moderato da Roberto Prefumo, dell’Ordine degli Ingegneri savonesi. «Abbiamo qui i principali player italiani e mondiali dell’IT: stasera - dice Prefumo potrete portare a casa alcuni chia- rimenti e approfondimenti sulle opportunità messe a disposizione da questo modello, in termini principalmente di rapidità ed efficienza nell’innovazione dei processi di sviluppo del software e delle applicazioni, ma anche sui costi che questa tecnologia comporta per sviluppare sistemi informativi. Costi che da fissi diventano variabili, quindi modulabili e approcciabili anche da piccole e medie imprese. Emergeranno anche i temi della sicurezza e della privacy, aspetti che devono essere approfonditi e tenuti in considerazione da aziende e organizzazioni che avvicinano questo paradigma per sviluppare i propri sistemi operativi». Quindi l’introduzione di Diego Pastorino, tesoriere dell’Ordine savonese. «Con l’aumento dei dispositivi connessi (Internet of Things, l’Internet delle cose) - esordisce - la quantità di dati aumenterà esponenzialmente; per utilizzarli e renderli disponibili quando e dove servono, sarà naturale Block Notes n.8 /3 3 Giovedì 7 aprile 2016 Gli innovatori del cloud computing Una parte del pubblico che partecipa alla terza giornata di Red 2016 nella Sala del Terminal Traghetti di Savona spostare sempre di più le capacità di calcolo e di storage su sistemi cloud che forniscono hardware e servizi variabili - vengono quasi sempre pagati secondo la modalità “pay per use”, ovvero si paga quello che si usa - ed inaccessibili per sistemi personali. Ma quali nuove problematiche apre questo scenario? Innanzitutto la disponibilità di rete a banda larga (o larghissima, la fibra) per far sì che le applicazioni e i dati in cloud siano fruibili sempre e da chiunque; perché se infatti oggi il digital divide è un problema, più i servizi si sposteranno su cloud, più sarà inaccettabile che parti della popolazione non vi abbiano accesso, ad esempio a sistemi di base per il cittadino, per la sanità, ecc. C’è poi il problema della sicurezza: la concentrazione di molti dati e in pochi luoghi (seppur non fisici) attirerà sempre più malintenzionati e focalizzare i loro sforzi verso quegli obiettivi. Vanno tuttavia aggiunte su questo tema un paio di considerazioni. I luoghi di “raccolta” di dati e servizi sono distribuiti, nel tipico schema di Internet, ovvero non esiste un unico luogo fisico ma più copie ridondanti localizzate in luoghi fisici distribuiti geograficamente rendendo molto più difficile, ma non impossibile, un attacco. D’altro canto, il vero punto debole del nuovo paradigma cloud sono i dispositivi personali che generano e fruiscono dei dati come ad esempio smartphone ma anche auto, frigoriferi, orologi ecc. Qui si stanno concentrando gli sforzi di chi cerca di rubare i dati sensibili e qui si dovranno concentrare gli sforzi delle aziende fornitrici di servizi cloud per far sì che anche la sicurezza percepita aumenti e consenta alle persone di utilizzare i servizi proposti». 34/ Block Notes n.8 ROBERTO FILIPPELLI, MICROSOFT ITALIA “Mobile First, Cloud First” la strategia Microsoft per la Digital Transformation La parola passa a Roberto Filippelli, direttore del Sales and business Development di Microsoft Italia, che inizia l’intervento sottolineando come oggi sempre più aziende vivano di… soli dati. «In questo momento - dice - è importante capire ciò che succede attorno a noi, tanti soggetti stanno abbandonando i loro assets fisici. Un cambiamento importante, che di primo acchito porta subito a pensare a realtà come Facebook, Uber - basta avere un’App sul telefono - B&B, Amazon, tanto per citarne alcune. I dati, in realtà, hanno invece assunto un valore straordinario anche per realtà tradizionali, che pur producendo oggetti fisici, vendono oggi servizi e non prodotti. Il Ceo di Ge, che è una multinazionale attiva negli ambiti manifatturieri, dichiara che la sua è un’azienda che produce servizi e non prodotti. Cimbali, invece, vende macchine per caffè talmente affidabili da essere messe a Roberto Filippelli è Sales and Business Development Director e Head of IoT Strategy di Microsoft Italia. Negli ultimi quattro anni ha anche diretto i comparti Manufacturing & Resource Accounts e Enterprise Corporate Account della stessa azienda. Le sue competenze variano dal Cloud computing al Business planning, passando per International Sales e Business Intelligence. “ Giovedì 7 aprile 2016 Gli innovatori del cloud computing “ disposizione come servizio: il cliente paga in base ai caffè che eroga, non compra la macchina. Anche noi, in Microsoft, non parliamo più di Windows, ma di come arricchire il computing. Per questo sviluppiamo sistemi di produttività individuale. Il cloud originario è nato imitando ciò che avveniva nei data center, centralizzando tanti server in un punto, oggi invece sono i servizi ad essere centralizzati, per poter girare su qualsiasi dispositivo, ed in un contesto simile anche il cloud sta progressivamente cambiando. Esistono tantissimi device, i nostri sviluppatori riescono a far dialogare i dispositivi più svariati con Universal Windows Platform. E con la logica del Platform as a Service, in caso di incidente, il funzionamento è garantito in uno dei punti di aggregazione. Sempre più aziende stanno intraprendendo questa strada, aprendo le reti aziendali all’accesso dei dispositivi personali dei singoli dipendenti. Ci sono normative su privacy e sicurezza molto rigide, ma se rispettate, permettono alle aziende di andare in tutto il mondo. Con il remote desktop è sufficiente un comune cellulare per accedere a tutti i dati e a tutte le applicazioni: la potenza elaborativa è concentrata nei server che operano in cloud e richiedono soltanto una connessione. Esiste un repository di macchine virtuali già disponibili e fruibili da qualunque dispositivo. Microsoft cerca di permettere a tutti i dipendenti di usare il proprio dispositivo preferito e questo ci permette di avere un’azienda completamente aperta, abbiamo democratizzato l’uso. Ci sono, evidentemente, problemi di sicurezza: questo del Byod, bring your own device, è certamente un tema delicato, consente la massima libertà ed è quindi necessario tracciare e identificare con sicurezza tutti gli utenti per verificare l’effettiva identità e limitare specifiche funzionalità. Noi lo facciamo attraverso tre livelli di sicurezza. L’utente opera come se facesse le cose comuni, ma gli vengono imposte specifiche policy; in pratica, per poter accedere, accetta un’applicazione che gestisce sicurezza e attività». Filippelli La strategia IoT di Microsoft è totalmente orientata ai partner e si rivolge a tutti gli sviluppatori RAFFAELE RIALDI, DOTNET LIGURIA La sfida dell’innovazione nella progettazione del software Progettare sulla “nuvola”? Un’arma a doppio taglio, secondo Raffaele Rialdi, Chief Software Architect e Founder di DotNetLiguria, che prende la parola per specificare vantaggi e svantaggi dell’impiego del cloud. «Il contesto - spiega Rialdi - è quello di un software che sta diventando sempre più complesso. E Raffaele Rialdi, sviluppatore di software, è Presidente e Chief Software Architect di DotNet Liguria, il primo user group del territorio concepito per discutere di tutto l’ecosistema standard ISO/IEC 23271, delle tecnologie, dei linguaggi, dei tool e delle problematiche inerenti lo sviluppo di applicazioni. DotNet organizza eventi virtuali e non, per approfondire queste tematiche coinvolgendo tutti gli appassionati di sviluppo software. l’innovazione impone di restare al passo e adeguarsi, chi rimane ancorato a vecchi schemi soccombe. In questo senso, dal punto di vista del progettista, fare un salto nel cloud diviene potenzialmente fondamentale perché i vantaggi sono tanti. Il cloud moderno, che com’è stato già detto, è diverso dal primo, non è più solo infrastruttura ma anche servizi. Garantisce una serie di benefici che permettono la creazione di software più potenti, in quanto la “nuvola” mette a disposizione computazione, calcolo numerico complesso, storage ad alta disponibilità e scalabilità: regala quindi una serie di servizi che avvantaggiano i progettisti e gli sviluppatori, che non dovranno più costruire tutto da soli partendo da zero. Ci sono nuovi servizi, ad esempio quelli cognitivi di Microsoft come il riconoscimento di immagine, il riconoscimento dello speaker di una voce o ancora di oggetti all’interno di un’immagine, che sono estremamente interessanti, perché pensare di svilupparli in maniera autonoma diventerebbe un effort troppo elevato, avrebbe costi enormi che un progettista non potrebbe affrontare da solo, mentre tramite cloud è possibile minimizzare, pagando solo ciò che effettivamente viene utilizzato, il che è molto vantaggioso. Non è però tutto oro quel che luccica perché il cloud può anche presentare dei pericoli. Se la disponibilità è uno dei suoi punti di forza, ne presenta contemporaneamente anche una debolezza: se infatti i dati devono essere accessibili dai nostri uffici e dalle nostre case, i rischi che si corrono sono molteplici e relativi alla connettività, che se viene meno manca anche la disponibilità dei servizi. Dopotutto la connettività non raggiunge tutte le aree del territorio. Se va giù, noi riBlock Notes n.8 /3 5 maniamo al buio, scollegati... Attualmente la copertura del territorio che abbiamo in Italia è la peggiore d’Europa, e questo è un problema molto sentito. Proprio per questi motivi i servizi cloud non sempre sono appetibili, il programmatore può avere timore nell’usare un servizio poco disponibile per via della connettività. Certamente ci sono alcuni scenari, soprattutto sulla scalabilità e sull’alta disponibilità, che rispondono molto bene al tema del cloud. Ma non c’è una ricetta universale, bisognerebbe valutare di progetto in progetto». “ Rialdi Il punto debole del cloud è la connettività: se manca si rimane al buio, senza servizi. E l’Italia non brilla FABIO FURLANI, IBM - La trasformazione digitale con il cloud: il punto di vista di Ibm La parola passa a Fabio Furlani, Cloud Architect di IBM e sostenitore del cloud “ibrido”. «IBM - dice - ha subìto una profonda trasformazione. Facevamo hardware, cioè un qualcosa che oggi rappresenta solo il 18% della nostra attività, perché nel frattempo abbiamo lavorato per diventare una società di servizi e di software. Adesso ci stiamo organizzando per mettere a disposizione un’infrastruttura cloud arricchita dalle nostre competenze. Il cloud sta aiutando e spingendo la trasformazione digitale non soltanto delle aziende In IBM Fabio Furlani ricopre gli incarichi di Cloud Advisor e Cloud Architect. Laureato nel 1985 in Ingegneria elettronica indirizzo Calcolatori, si occupa di System e Solution Architecture, Websphere, EAI e IT Strategy. 36/ Block Notes n.8 “ Gli innovatori del cloud computing del settore informatico, ma anche Furlani di quelle più “tradiPer noi il cloud zionali”. è ibrido, non esiste senza In Europa e in Italia esistono limiti di l’IT tradizionale e risponde infrastruttura che all’esigenza stiamo cercando si di coniugare stabilità superare. In particolare IBM sta pore innovazione tando avanti accordi di sviluppo con il governo, per significativi investimenti, ha costruito l’infrastruttura e adesso si sta espandendo. Oggi acquisisce aziende che fanno servizi, comprese le previsioni del tempo realizzate grazie a migliaia di sensori distribuiti in tutto il mondo e visualizzabili anche al volante della propria automobile. Quando si parla di trasformazione digitale è però necessario considerare molteplici aspetti, che vanno dai device mobili all’analisi dei dati. Fenomeni che stanno spostando le esperienze dei consumatori e delle aziende. In passato, il venditore di caffè vendeva solo caffè, oggi è invece in grado di tracciare le abitudini del cliente, anticipandone i bisogni, in base all’orario o al clima… Altra cosa sono gli ecosistemi, ovvero intere industry tradizionali che subiscono l’attacco delle realtà che vivono di soli dati. Lo stesso vale per il car sharing. Tutto questo è possibile grazie al cloud. Il competitor di Ford e dei taxisti oggi si chiama Uber, ovvero un’azienda che non possiede nemmeno un’auto. Proprio il cloud è alla base della “sindrome Uber”, un neologismo con cui indichiamo la comparsa di un competitor proveniente da un ambito completamente diverso. Per stare dietro a queste trasformazioni serve reinventarsi e reagire molto velocemente. Bisogna sfruttare l’IT classico e quello innovativo, bilanciandoli, per riuscire a governare la disruption. Per noi il cloud è ibrido: non esiste senza l’IT tradizionale. Molte cose, come la parte “core” di un’azienda, devono essere stabili e affidabili; accanto a queste ci devono essere le nuove modalità, che offrono l’agilità necessaria per affrontare specifici problemi di business. L’integrazione tra cloud pubblico e privato è fondamentale. Il cloud ibrido è la risposta all’esigenza di coniugare stabilità e innovazione e come IBM siamo convinti che in questo momento possa aiutare i nostri clienti a crescere sul mercato in modo sempre più competitivo. Per tutto ciò, chiaramente, abbiamo dovuto fare una serie di scelte, tra cui l’Open Source, un software che ci permette di essere molto più flessibili, integrabili e trasportabili, in un ambiente facile da utilizzare e interconnesso con i sistemi». “ “ Giovedì 7 aprile 2016 Giovedì 7 aprile 2016 Gli innovatori del cloud computing LUIGI SCAPPIN, ORACLE ITALIA Un cloud completo, integrato e sicuro per un business moderno e flessibile La sessione pomeridiana della terza giornata di Riviera Engineering Days 2016, moderata da Eva Perasso, giornalista del Corriere della Sera (che chiuderà il dibatto con una tavola rotonda, di cui lei stessa fa una breve cronaca, Vedi pagine seguenti), si apre con Luigi Scappin, Sales consulting and business development director di Oracle Italia, il cui intervento è incentrato sull’innovazione del cloud computing e sul rapporto tra cloud, Building Block e Business Agility. «Trasformazione digitale - spiega il relatore - significa avere la capacità di cambiare rapidamente. Bisogna essere in corsa sul pezzo, per cogliere tutte le opportunità. Non si può perdere tempo, anche perché, come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto oggi, i potenziali competitor possono arrivare dai settori più svariati e possono anche essere partner. Sono quelli che indirizzano il business a percepire l’esigenza di qualcosa di nuovo, di diverso, e che chiedono supporto all’IT, che, solitamente, non è rapido nel cambiare i propri processi… Così, gli operativi vanno su cloud e si fanno supportare da System Integrator esterni. Questo però porta alla perdita di controllo delle aziende. Il cloud basato sulla Business Agility opera rapidamente e lo fa assemblando Building Block. Per esempio, un’azienda che ha una certa storia alle spalle non può cancellare tutto il passato. Personalmente, sono abituato ad avere a che fare con aziende simili, che sono quindi chiamate a portare i dati sulla nuvola e in un secondo momento a integrarli. Gartner sostiene “Make or Buy”, ma oggi nessuna delle due è la soluzione adatta: il “make” è troppo lungo, il “buy” non è innovativo. Quindi la soluzione più pratica è assemblare ed integrare tutti i mattoncini, i blocks, per avere risultati. Infrastructure as a Service (IaaS) e Software as a Service (SaaS) sono usati soprattutto per i servizi che non sono il core di un’azienda. Quando si tratta di piattaforma in cloud, invece, parliamo di servizi completamente nuovi. Ma come usarli? Semplicemente, quando creo una nuova applicazione, metto assieme i contenuti più svariati, a patto Scappin che siano “nati” Bisogna essere rapidi: in cloud. Nel caso i “mattoncini” fori potenziali competitor niti da un’azienda possono arrivare non fossero sufdai settori più ficienti, posso inserire quelli di un svariati ed essere produttore diverso. anche i partner Un simile Cloud “ “ Trevigiano, 49 anni, Luigi Scappin dirige l’area Sales Consulting and Business Development di Oracle Italia, con sede a Padova, dove è impegnato dal 2006. Laureato in Ingegneria elettronica con specializzazione in Digital Electronics and Computer Science, ha lavorato anche per Hewlett-Packard, Blixer, dove è stato responsabile del gruppo Progetti, e GPLV Partners/Lutech. permette di fare le cose in modo molto rapido ed efficiente. Ma c’è un altro tema importante: sviluppare qualcosa e poi poterlo utilizzare quando non mi trovo in azienda. Servono quindi portabilità, interoperabilità e gestibilità». LUCA POLITI, GOOGLE Work the way you live Luca Politi, Account manager di Google, prende la parola per delineare uno spaccato sull’importanza della dimensione intuitiva nelle nuove tecnologie, che con un filo invisibile legano il mondo del lavoro e del business con la vita di tutti i giorni: «Oggi si lavora ovunque. In ufficio, a casa, in viaggio… Generalmente si utilizzano tre device: Pc, smartphone e tablet. Gli utenti hanno accesso ad una mole di dati che continua a crescere, di anno in anno. Se consideriamo un lasso di tempo di dieci anni, dal 2005 al 2015, i dati ci dicono che la produzione di dispositivi mobili come smartphone e tablet ha superato di gran lunga quella dei Pc e che si lavora sempre più con strumenti mobili, soprattutto mentre si viaggia e mentre ci si sposta. Per rimanere competitive sul mercato, le compagnie non devono più sperimentare con il digitale, ma trasformarsi esse stesse in full digital business. È necessario sfruttare il web e la tecnologia per sviluppare il brand e coinvolgere i clienti, e far si che l’intelligence Block Notes n.8 /3 7 Gli innovatori del cloud computing collettiva dell’intera organizzazione sia disponibile e accessibile per tutti i dipendenti. Serve collaborare, analizzare in tempo reale, comunicare, poter lavorare e salvare dati su ogni dispositivo. I dati, che sono il “core”, devono essere digitali e disponibili, condivisibili e strutturati; la tecnologia dev’essere molto intuitiva, perché le persone lavorano come vivono, come suggerisce il titolo del mio intervento… Il cloud per Google, soprattutto per il dipartimento che si occupa di quello nelle aziende, quindi quello di “Google for Work” ed in particolare delle Google Apps che rientrano tra le mie competenze, è quella “magia” che noi troviamo in tutte le applicazioni, per esempio GMail, che possono essere utilizzate per lavoro nello stesso modo in cui le usiamo nella nostra quotidianità per fini strettamente personali. Questa è una cosa che Google ha adottato in primis su se stessa, nel senso che noi per lavorare usiamo tutte le nostre tecnologie, e che dal 2007 sta portando anche nel mondo delle aziende, all’estero ma anche in Italia. Questo processo ha coinvolto tanti soggetti, da aziende molto piccole, start-up, che in alcuni casi sono anche cresciute molto come ad esempio Airbnb e Snapchat, a grandi gruppi multinazionali come OVS, BBVA e Roche». “ Politi Per rimanere competitive sul mercato, le compagnie non devono più sperimentare con il digitale, ma trasformarsi esse stesse in full digital business Luca Politi vanta una gavetta internazionale: ha studiato a Milano, Singapore, Helsinki e in Brasile. Da maggio 2014 lavora in Google Italia ed oggi ricopre il ruolo di Account Manager. Gestisce il passaggio sul cloud dei clienti tramite strumenti quali le Google Apps. 38/ Block Notes n.8 RODOLFO ROTONDO, VMWARE Il percorso di trasformazione verso il cloud a supporto dell’innovazione attraverso un’architettura e modello operativo ibridi e sicuri Chiude la scaletta degli interventi pomeridiani Rodolfo Rotondo, Business Solution Strategist VMware, con una analisi della “nuvola” per quanto riguarda sviluppo, gestione e distribuzione delle applicazioni aziendali. «Il business – spiega Rotondo – cambia attraverso la digitalizzazione del software, perciò oggi si parla di software defined business, tanto è vero che l’IT da un lato lavora sempre più secondo la logica di una software company, adottandone i concetti. Il business è guidato da alcune priorità, che si traducono in imperativi per l’IT. Business e IT sono oggi due facce della stessa medaglia: si completano, si integrano e si ibridano sempre di più. Le priorità del primo si traducono in imperativi per il secondo. Le necessità di garantire all’utente la migliore esperienza possibile, differenziarsi, cogliere le nuove opportunità date dal fatto che il mercato potenziale è diventato senza confini e la questione della sicurezza si traducono in uno sforzo per l’IT a fornire applicazioni veloci, semplici, leggere e portatili, conformi alle policy dell’azienda. Va reso trasparente il modo di lavorare degli sviluppatori e questo va fatto attraverso il cloud. Bisogna creare un modello operativo che sia il meno disruptive possibile ma che contemporaneamente possieda la velocità e l’agilità necessarie all’organizzazione. La risposta arriva dall’adozione di un modello di cloud ibrido, che comprenda cloud pubblici, privati e gestiti e che consenta di sviluppare rapidamente, distribuire automaticamente e gestire da un’unica piattaforma tutte le applicazioni aziendali, a prescindere da dove si trovino. Ciò significa che, per garantire la massima agilità aziendale, l’IT può gestire e spostare carichi di lavoro tra il data center e il cloud da una piattaforma unificata. Con l’emergere di un modello di questo tipo si pone in primo piano il problema della sicurezza. Ciò che è necessario non è più un approccio Rotondo perimetrale traBusiness e IT sono oggi due dizionale, ma un modello di securifacce della stessa medaglia: ty pervasivo lunsi completano, si integrano go l’intera filiera. e si ibridano sempre di più. Il data center non deve più essere Le priorità del primo si traducono concepito come in imperativi per il secondo un’abitazione, dove “ “ “ Giovedì 7 aprile 2016 Giovedì 7 aprile 2016 Gli innovatori del cloud computing Rodolfo Rotondo porta a RED 2016 la voce di VMware, di cui è Business Solution Strategist. Lavora direttamente con i clienti dell’azienda per comprendere i loro ambienti e contribuire a creare soluzioni che soddisfino le esigenze presenti e future. Con più di 20 anni di esperienza nel settore IT, Rotondo ha ricoperto anche la carica di Solution Architect e lavorato in mercati verticali quali produzione, service provider, comunicazioni video, sviluppo software e integrazione di sistemi. si prepongono dei meccanismi di sicurezza solo agli ingressi esterni, ma deve essere visto come un albergo, dove la sicurezza è presente ad ogni livello. Tutto questo va abilitato secondo il concetto di “zero trust”, per il quale nessun transito di dati, per la sua intrinseca natura, può essere sicuro. Con l’affermarsi del cloud ibrido occorre controllare ogni bit che transita nella rete: un’altra piccola grande rivoluzione, che è possibile perseguire mediante la creazione di un meccanismo di intelligenza dinamica a livello di infrastruttura sottostante». Block Notes n.8 /3 9 Giovedì 7 aprile 2016 LA TAVOLA ROTONDA E Google offre 100 milioni di dollari a chi riesce a violare i suoi sistemi EVA PERASSO, Corriere della Sera Moderatrice T utti ne parlano, ma nessuno lo conosce davvero. O la conosce: del cloud – o della cloud, come alcuni amano definirla – nemmeno è poi così chiaro il sesso. La nuvola che oggi ospita i dati e i processi informatici aziendali (e anche quelli personali) in un luogo che non è più fisico ha conquistato gli spazi del RED 2016 e non è un caso che gli – o le? – sia stata dedicata un’intera giornata di lavori. Sempre più ingegneri – all’interno delle aziende, in qualità di consulenti esterni – oggi progettano migrazioni dell’IT in infrastrutture cloud (IaaS, Infrastructure as a Service), oppure immaginano come far fruire il software sul cloud (SaaS, Software as a Service), o ancora studiano piattaforme accessibili e condivise dal cloud (PaaS, Platform as a Service). Lo hanno raccontato con dovizia di particolari e con estrema chiarezza i grandi player presenti a Savona il 7 aprile all’interno del RED 2016 al Palacrociere di Savona, dapprima durante i loro singoli interventi e a fine giornata nel corso di una tavola rotonda in cui si sono confrontati con un pubblico tecnico, attento, preparato e molto curioso. Lorenzo Barbieri di Microsoft, Fabio Furlani di IBM, Rodolfo Rotondo di VMware, Luca Politi di Google, Raffaele Rialdi di DotNet Liguria, hanno raccontato cosa sia davvero il cloud. «Evoluzione del computing»,«outsourcing delle funzioni IT», «tecnologia agile capace di generare nuove soluzioni», «esempio di intelligenza collettiva che permette processi collaborativi, mobili e in tempo reale», «tecnologia intuitiva», «infrastruttura scalabile», «un contratto di corrente digitale» sono le parole usate dai relatori. Tutti concordi nel rammentare come questa tecnologia definita disruptive, dirompente appunto, da qui al 2020 sarà obbligatoria: dire “no cloud” tra pochi anni sarà come oggi dire “no internet”: chi potrà dunque farne a meno? Tra i dati di Gartner, IDC, Forrester e dei grandi pittori degli scenari mondiali del tech la consapevolezza è forte e le aziende che vi lavorano studiano come superare lo scoglio psicologico del passaggio al cloud (e ai server virtuali, nonché ai data center in cui i propri dati sono altrove) ragionando insieme ai clienti sui temi più sentiti. Primo tra tutti quello della sicurezza: se i vendor di cloud 40/ Block Notes n.8 Gli innovatori del cloud computing puntano molto sul raccontare come il virtuale sia più sicuro, è bene ricordare che il delegare a soggetti terzi la gestione della sicurezza dei propri dati è tema molto delicato. Ecco perché, ancora una volta, quando si parla di tecnologia non si può fare a meno di cercare i giusti partner tecnologici, ma anche di avere persone formate all’interno dell’azienda pronte a comprendere e gestire ogni emergenza e di dotarsi di strumenti perfetti per affrontare con successo ogni tipo di esigenza. Anche se a dire il vero c’è chi giura, anche tra i grandi operatori mondiali, che il cloud sia la tecnologia più sicura. Luca Politi nel corso della tavola rotonda ha addirittura offerto 100 milioni di dollari a chi riuscirà a violare i sistemi di Google... Venerdì 8 aprile 2016 Smartgrid per un impiego intelligente del territorio L’applicazione delle tecnologie informatiche alle reti intelligenti per il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica è uno dei tasselli fondamentali per la realizzazione della Pan-European network, la futura rete elettrica europea. La giornata si svolge nello scenario della Smart Polygeneration Grid del Campus di Savona, la Smartgrid classificata da European Electricity Grid Initiative (EEGI) tra le 40 più importanti in Europa in termini di innovazione e coerenza con gli obiettivi del dipartimento Europeo dell’Energia e tassello fondamentale delle future Smart City. Il contesto europeo e mondiale, le normative, le competenze e le innovazioni tecnologiche fanno da sfondo a un dibattito tra ricercatori, industria e ingegneri. La giornata di studio nazionale è organizzata in collaborazione con il Comitato Italiano Ingegneria dell’informazione. LA CHIUSURA DI RED 2016 DEDICATA A SMARTGRID ED ENERGIA LE RETi ELETTRICHE DEL FUTURO E L’INNOVAZIONE GIÀ IN ATTO S martgrid e reti elettriche del futuro attraverso le innovazioni tecnologiche, le competenze e le normative del contesto europeo e mondiale: questi i grandi temi che fanno da scaletta alla quarta e ultima giornata dell’edizione 2016 di RED. L’Aula Magna del Campus Universitario di Savona è il palcoscenico del dibattito tra ricercatori, industria e ingegneri. Riflettori puntati sul tema dell’energia, sulla continuità operativa in ambito Smartgrid e sulle potenzialità economiche (in termini di maggiori introiti o riduzione dei costi) delle nuove tecnologie, passan- Massimiliano Margarone do attraverso la presentazione dei progetti concepiti per dar lustro ai giovani ingegneri del territorio. Una giornata di confronto scandita anche dalla visita alla Smart Polygeneration Grid del Campus, la Smartgrid classificata da European Electricity Grid Initiative (EEGI) tra le 40 più importanti in Europa in termini di innovazione e coerenza con gli obiettivi del dipartimento Europeo dell’Energia. Il presidente dell’Ordine Fulvio Ricci, introduce i lavori della sessione mattutina, moderata dal vice presidente del Comitato Italiano Inge- Luigi Ronsivalle gneria dell’Informazione Massimiliano Margarone. Il presidente del Centro Studi Cni, Luigi Ronsivalle, aprendo gli interventi, porta ai presenti i saluti del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e ricorda in che modo e quanto velocemente si sia evoluta la figura professionale dell’ingegnere negli ultimi anni. «Quando iniziai io la professione e fino ad alcuni anni fa come ingegnere civile – dice fra l’altro - era una figura onnicomprensiva: si occupava di tutto e doveva sapere di tutto. Poi si è andata specializzando, e ognuno ha ricavato il proprio ambito. Oggi stiamo assistendo ad un ritorno ad una visione più unitaria del lavoro, tenuta assieme dagli strumenti trasversali dell’ingegneria dell’informazione. Non c’è più l’ingegnere specialista, che lavora da solo, ma un team di professionisti che lavora assieme. Sono proprio i nuovi strumenti utilizzati a fare da collante tra le diverse figure del team. Il professionista moderno è chiamato ad avere una visione sempre più globale e proprio l’ingegnere dell’informazione ha in mano gli strumenti più adatti. Block Notes n.8 /4 1 “ Ronsivalle C’è un numero sempre maggiore di giovani che si iscrivono alle facoltà di Ingegneria dell’informazione, un settore in continua crescita di comunicare… La Digital Economy è ormai un fattore strategico per il successo delle organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore. Il fenomeno più significativo segnalato dal Rapporto Assinform 2015 è la forte ripresa degli investimenti nell’ICT da parte dei più importanti settori dell’economia italiana: software e soluzioni di nuova generazione hanno registrato un +4%, servizi di Data Center e Cloud Computing +37%, Internet of Things (IoT) +13% e piattaforme di gestione web +13%. Alla chiamata sull’innovazione non ha ancora risposto la pubblica amministrazione per la quale, invece, è proseguita la contrazione degli investimenti in ICT, seppur con un ritmo in attenuazione. Mentre Germania e Cina hanno già fatto dell’industrial internet il pilastro della competitività del loro sistema industriale, la Commissione Europea ha definito un sistema di indicatori strutturali, il Digital Economy and Society Index, per misurare le prestazioni e la competitività degli Stati membri in ambito ICT. Il DESI evidenzia le differenze e i gap tecnologici dei 28 Paesi membri, in relazione a connettività, competenze digitali, utilizzo di attività e servizi online ed offerta di servizi pubblici digitali. L’Italia è uno dei fanalini di coda dell’Europa, al 25° posto, seguita solo da Grecia, Bulgaria e Romania. Eppure nel nostro Paese le opportunità sono tante e proprio gli ingegneri dell’informazione possono avere un ruolo determinante nel colmare questo gap. Nel settore ITC contiamo oltre 75 mila imprese con quasi mezzo milione di addetti, il fatturato del settore supera i 64 milioni di euro ed il 2015 ha visto una crescita Il CNI, è doveroso ricordarlo, si sta occupando sempre più di questo settore, dal quale dipenderà il futuro di ogni branca della nostra attività. Nei prossimi mesi e nei prossimi anni cercheremo di seguire con sempre maggiore attenzione la sua evoluzione. Recentemente abbiamo fatto un monitoraggio sulle figure apicali nella Pubblica amministrazione. Abbiamo rilevato che spesso non ci sono ingegneri a ricoprire questi ruoli, anche nei casi in cui le mansioni richiederebbero questa figura professionale. È un dato ahimè significativo. Dimostra che mancano ancora consapevolezza e sensibilità nel considerare quanto possa essere utile, in quell’ambito, la formazione di un ingegnere. Da altri monitoraggi ed indagini conoscitive è emerso un altro dato interessante: il numero sempre maggiore di giovani che si iscrivono alle facoltà di Ingegneria dell’informazione, un settore che sta crescendo, rispetto a quelli tradizionali dell’ingegneria, come il Civile». Il presidente del CIII, dal canto suo, Mario Ascari, spende alcune parole sulle prospettive - anche occupazionali - dell’ingegneria del domani. «L’informatizzazione di ogni ambito socio-economico - ricorda - ha portato una trasformazione epocale nel modo di vivere. La consapevolezza che il futuro sarà sempre più digitale è da tempo universalmente condivisa e tutto questo ha creato nuovi scenari, generato nuove necessità ed introdotto nuove dinamiche nel modo di lavorare, di produrre, di amministrare, Mario Ascari 42/ Block Notes n.8 “ Smartgrid per un impiego intelligente del territorio Ascari Alla chiamata sull’innovazione non ha ancora risposto la P.A. per la quale è proseguita la contrazione degli investimenti in ICT, seppur con un ritmo in attenuazione “ “ Venerdì 8 aprile 2016 dell’1,5%. La Commissione europea stima che, entro il 2020, in Europa saranno vacanti oltre 900 mila posti di lavoro nel settore ICT; significa che i nuovi paradigmi tecnologici come Cloud computing, Mobility, Big Data, Internet Of Things, Digital Marketing e Security richiederanno un ingente fronte occupazionale. Gli ingegneri dell’informazione hanno carte importanti da giocarsi: hanno una preparazione al top della categoria e possono ricoprire sia ruoli tecnici sia dirigenziali. Certamente, spesso non viene riconosciuto loro il ruolo strategico delle attività svolte e i livelli di retribuzione sono inferiori rispetto alla media dei colleghi europei. In questo momento nel mondo delle aziende i profili più richiesti comprendono il Security Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Analyst, il Database Administrator ed il Business Information Manager. Le lauree più ricercate sono Ingegneria dell’Informazione, Scienze dell’Informazione ed Informatica, e sono maggiormente apprezzati i percorsi di studio che portano ad avere una piena conoscenza di tutta la filiera di competenze ICT. Tutto questo per evidenziare come l’ICT offra ottime opportunità di occupazione e di crescita professionale. Investire in questo settore è una scelta piena di opportunità». Angelo Valsecchi, Consigliere del CNI e referente del settore C, porta invece a RED 2016 la voce “politica” e le linee guida del Consiglio nazionale. «L’ingegnere del terzo millennio - sostiene - deve uscire presto dal “guscio”, perché l’Italia deve diventare un Paese informatico, smart. La cosa più bella di RED è proprio questa: ci fa uscire allo scoperto, ci fa sentire parte della società civile. L’ingegnere italiano, oggi, è un professionista all’avanguardia. Nel mondo del lavoro e delle aziende c’è una grande richiesta di competenze tecnologiche e informatiche molto avanzate: sotto questo punto di vista gli ingegneri sono già formati e avvantaggiati rispetto ad altre figure, grazie al back-ground universitario, al codice deontologico, all’obbligo di aggiornamento… Siamo quindi pronti a riprenderci quel ruolo di leader che nel tempo abbiamo perso, non possiamo più permetterci di sprecare questa intelligenza accontentandoci del basso cabotaggio. Il primo passo dev’essere la certificazione delle competenze. Come Consiglio nazionale stiamo lavorando in questa direzione con “Cert-Ing”. Mi piace sottolineare come questa certificazione sia volontaria e non obbligatoria, e questo ritengo sia un valore aggiunto per chi la possiede. La presenza di un soggetto terzo come l’Ordine, emanazione del Ministero, che certifica la mia competenza mi offre maggiore credibilità, maggiore riconoscibilità… Non sono “solo” un ingegnere, ma un ingegnere certificato. Quindi mi sento di spronare ed invitare tutti a fare riferimento a “Cert-Ing”. Angelo Valsecchi “ Smartgrid per un impiego intelligente del territorio “ Venerdì 8 aprile 2016 Valsecchi Il primo passo per riprenderci il ruolo di leader è la certificazione delle competenze. Come CNI stiamo lavorando in questa direzione con “Cert-Ing” La nostra sfida, oggi, consiste nell’uscire dalle aziende e farci conoscere. L’ingegnere è abituato a stare rinchiuso nel suo studio mentre invece deve essere percepibile all’esterno. Parte della società spesso lo vede come un “palazzinaro”, come colui che deturpa l’ambiente, che intuba i fiumi, invece è proprio l’ingegnere che permette di fare un intervento in sala operatoria, di avere un peacemaker. Ingegnere è sinonimo di miglioramento della qualità della vita, di eticità e di ecologia. Pensiamo al turismo: la Liguria è un esempio di posto meraviglioso che andrebbe sfruttato meglio grazie alla tecnologia. In Corea il Wi-fi libero è ovunque… Gli ingegneri possono contribuire al turismo riqualificando l’ambiente, cablando le città, rendendo quindi più vivibile e attraente il nostro Paese. Le istituzioni locali e nazionali dell’Ordine devono avere il coraggio di dire alla società cosa fanno gli ingegneri. Serve anche coraggio per diventare parte attiva nel mondo della politica: l’ingegnere deve fare politica spinto dalla sua visione di quella che sarà la società del futuro. L’Ordine, apartitico, è una fucina di idee dalle quali ricaviamo un’interpretazione politica sullo sviluppo. Insomma, è necessario tornare identificabili in seno alla società, cosa che oggi ci manca perché siamo stati stereotipati dall’edilizia. Ci vuole tempo per cambiare questa mentalità, serve l’aiuto dei presidenti che come Fulvio Ricci credono nel ruolo centrale dell’ingegnere nella società moderna». GIULIANO MONIZZA, ABB Il sistema energetico del futuro per soddisfare gli obiettivi della strategia europea “20-20-20” alla “40-27-30” Le prospettive sul ruolo dell’industria e dell’ingegneria italiana in relazione alle normative su efficienza energetica, sviluppo delle rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2: sono questi i punti focali toccati dall’intervento di Giuliano Monizza, Former Vice Presidente della Power Product Division di ABB. Dopo aver raggiunto l’obiettivo del “20-20-20” ecco una nuova sfida, tanto complicata quanto affascinante, che toccherà l’universo ingegneristico italiano, europeo e di conseguenza mondiale. Spiega Monizza: «40-27-30 sono i valori strategici nei quali l’energia dovrà vivere nel futuro, rispetto agli attuali 20-20-20. Percentuali che rappresentano l’obiettivo per ogni singolo Paese e sono riferite al 2030. Significa che entro questa data dovremo ridurre del 40% le emissioni di CO2, passare dal 20 al 27% per quanto riguarda l’integrazione delle rinnovabili e portare dal 20 al 30% l’efficienza delle energie alternative. Si tratta di un impatto enorme. Sinceramente, non nutro molti dubbi sul fatto che le aziende italiane possano rivestire un ruolo fondamentale, in virtù della grande esperienza accumulata negli anni. Ricordiamoci infatti che A2A, Enel e Acea sono eccellenze riconosciute a livello mondiale anche per merito dei risultati ottenuti dall’industria elettromeccanica italiana. Gli ingegneri sono chiamati a rivestire un ruolo chiave, di primo piano, facilitati anche dal fatto che le normative si stanno sempre più unificando, mentre nel passato i contesti legislativi nazionali erano in merito piuttosto frastagliati e contrastanti. Oggi siamo nella quinta rivoluzione industriale. L’industria italiana elettromeccanica è al secondo posto in Europa, con eccellenze uniche. Le nostre sono tecnologie vengono esportate in tutto il mondo. Block Notes n.8 /4 3 Venerdì 8 aprile 2016 Giuliano Monizza è stato vice presidente del Comitato esecutivo della T&D Europe, vice presidente di ANIE Energia e vice presidente del Gruppo Power Products & Power Systems di ABB Divisioni. Esperto del comparto elettrico, sia dal lato della domanda sia da quello della fornitura, in particolare nei settori produzione, trasmissione e distribuzione. Oggi lavora come consulente. La domanda è: possiamo investire queste competenze su un problema enorme, come quello del cambiamento climatico, traducendole in una opportunità anche economica? La mia risposta è che se noi abbiamo la leadership industriale in Europa, possiamo e dobbiamo essere i protagonisti del “40-27-30”. In Italia abbiamo i motori più efficienti al mondo. L’industria elettromeccanica ha fatto passi da gigante per la trasmissione e le interconnessioni. E gli americani stanno imparando da noi. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che esistono Paesi che noi consideriamo arretrati i quali invece sono molto avanti di noi circa il tema dell’efficienza energetica. In Danimarca se ne parla anche nelle scuole. Nei licei italiani, e negli stessi partiti, non c’è una vera presa di coscienza del fatto che i sistemi sono disponibili. Noi ingegneri ci mettiamo l’impegno per trasmettere questa consapevolezza ai politici e alla società? Siamo proprio noi che, in base alla nostra presa di coscienza, dobbiamo fare questa passaggio. Io sono convinto che basti solo crederci». Smartgrid per un impiego intelligente del territorio le capacità tecniche con quelle gestionali. Dati Assinform evidenziano come dopo una flessione tra il 2013 e il 2014 vi sia stato un incremento positivo negli investimenti in servizi ICT, soprattutto a livello data center, come conseguenza delle necessità nate con l’esplosione del cloud computing. Le informazioni, come detto dai colleghi, devono essere disponibili sempre e ovunque, perciò una strategia di Business Continuity è chiaramente importantissima. La sicurezza è fondamentale. La digitalizzazione, fenomeno mondiale che non può fermarsi, se non è assistita da tecniche affidabili, da persone competenti e da infrastrutture garantite dal punto di vista della sicurezza, non crea valore ma al contrario disvalore. Smart City, Smart Grid, IoT e IoE, tutte queste aree implicano la necessità di avere a disposizione sensori, soluzioni di connettività con banda ultra larga, disponibilità dei data center e analisi derivanti dai Big Data prodotte da sistemi di Business Intelligence e di Analytics, per questo sono necessari professionisti certificati e competenti che intervengano sui progetti in maniera sistematica e per legge. L’approccio dev’essere culturale: l’ingegnere deve far capire alla società civile l’importanza di tutti questi fattori e del bisogno di dotarsi di una figura, incarnata appunto dall’ingegnere, che agisca su queste tematiche in maniera puntuale e competente. Ulteriore considerazione su cui bisogna ragionare, considerata una indagine del World Economic Forum che individua BRUNO LO TORTO, CENTRO STUDI CNI Il punto di vista del Centro Studi: i dati sulla sicurezza ICT Gli approfondimenti sul ruolo degli ingegneri nel campo delle ICT applicate alla quotidianità, con particolare riferimento a contesti quali Smart City e Smart Grid, proseguono con l’intervento di Bruno Lo Torto, che porta a RED 2016 il punto di vista del Centro Studi del CNI. «Quando parliamo di Smart City - spiega - parliamo di un concetto abilitato dall’ICT, che a sua volta è una forma abilitante per varie applicazioni verticali, comprese quelle ingegneristiche. In questo contesto l’ingegnere non dovrebbe più porsi come figura tradizionale, ma come soggetto più moderno e multidisciplinare capace di sintetizzare 44/ Block Notes n.8 Bruno Lo Torto, palermitano, 55 anni, è ingegnere elettronico. Riveste il ruolo di Project Manager in Italtel, dove lavora dal 1987 e dove è stato anche responsabile dello sviluppo e dell’integrazione di applicazioni software. Dal 2014 è componente del Consiglio direttivo del Centro Studi del CNI e dal 2012 nel gruppo di lavoro dedicato all’Ingegneria dell’Informazione coordinato da Angelo Valsecchi. Venerdì 8 aprile 2016 nella crisi di un’infrastruttura critica un evento abbastanza probabile e molto impattante, è se la continuità operativa di infrastrutture critiche in ambito ICT debba essere o meno garantita. Il CAD, Codice dell’amministrazione digitale, finora lo fa, con la versione attualmente vigente ed in particolare con l’articolo 50 bis. Ma c’è un progetto di modifica che vorrebbe abolire questa norma. Il mondo degli ingegneri deve accettare e combattere questa sfida, deve assolutamente evitare che ciò che di buono si è fatto in Italia con il CAD adesso venga eliminato» GABRIELE CALZAVARA, ORDINE INGEGNERI SAVONA Il progetto “Energia giovane” Gabriele Calzavara, dell’Ordine degli Ingegneri di Savona, presenta alla vetrina di RED 2016 “Energia Giovane”, un nuovo progetto, sviluppato dall’Ordine savonese assieme all’Università degli Studi di Genova, pensato e concepito per rivendicare l’importanza del ruolo degli ingegneri sul territorio, individuando - come è stato già sottolineato negli interventi precedenti - la necessità della figura di ingegnere “globale”. «È un progetto - spiega Calzavara - al quale potranno accedere tutti gli iscritti all’Albo, e si propone di dare nuova energia ed enfasi al nostro ruolo nel mondo del lavoro». Gli ingegneri saranno organizzati in tre team e seguiranno un apposito corso di formazione con relativa certificazione che culminerà nel superamento di un esame. «Il tema trattato dai team - prosegue Calzavara - sarà quello dell’energia. Daremo un occhio di riguardo all’Energy management, agli impianti fotovoltaici, al solare/termico, alle pompe di energia, alla fonti di calore e alle caldaie. Temi indissolubilmente legati al territorio, anche per- Gabriele Calzavara, 33 anni, dal 2009 ricopre il ruolo di Energy manager in Fruttital Srl, società di Albenga controllata da Holding GF Group che opera nel settore della conservazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. Si occupa di efficientamento dei consumi e riduzione dei costi. In precedenza è stato Key Account manager presso E.on Italia Spa, a Milano. Nel 2008 ha conseguito la laurea specialistica in Ingegneria gestionale presso l’Università di Genova e dal 2010 è iscritto all’Ordine professionale. Smartgrid per un impiego intelligente del territorio ché saranno affrontati sia dal punto di vista meramente energetico sia da quello civile. I progetti elaborati saranno poi inseriti nel contesto territoriale della nostra regione, rimettendo la tecnologia in primo piano e soprattutto rinnovando il parco tecnologico presente attualmente nel savonese». UGO MORETTO, SOFTECO SISMAT Applicazione per la gestione delle reti di energia: dalle Smart Grid all’efficienza energetica Chiude la sessione mattutina della quarta e ultima giornata di Riviera Engineering Days 2016 l’intervento dell’amministratore delegato Softeco Sismat, Ugo Moretto. Il quale traccia un bilancio su quanto fatto e quanto ancora c’è da fare per sviluppare e diffondere il sistema Smart Grid sul territorio, in un contesto legato a doppio filo al divario digitale ancora presente in Italia. «La Smart Grid - dice Moretto - è un sistema che permette di produrre energia, in modo anche locale, e di riutilizzarla nelle vicinanze. Come è facile intendere questa gestione permette di rendere la rete molto più stabile. Si può prendere energia dall’esterno, quando serve, ma si privilegia l’energia locale. La gestione “intelligente” della rete elettrica coincide sotto molti aspetti con l’efficienza, razionalizzando la distribuzione e l’uso di energia, il che permette di minimizzare anche una serie di fattispecie quali sovraccarichi o variazioni della tensione, come picchi o buchi. Ora, tutto questo è possibile grazie ad una forte conoscenza di quello che succede sul campo. Nello specifico, grazie a sistemi di telecontrollo e automazione per la gestione. Per supportare Smart Grid serve quindi una IT di livello. In Italia, sotto questo punto di vista, siamo messi molto bene, soprattutto grazie ad Enel, che è l’elemento portante delle Smart Grid, visto che queste si applicano nella media e bassa tensione ed Enel è leader mondiale di questo settore. Siamo messi piuttosto male, invece, dal punto di vista delle telecomunicazioni, anche se si sta facendo tanto in questa direzione. Quando la banda larga arriverà ovunque, la Smart Grid potrà avere uno sviluppo molto superiore a quello attuale. Si pensa di portare la fibra in ogni dove e ciò renderà possibile un forte miglioramento del servizio. Dopotutto, e su questo siamo tutti d’accordo, portare la banda larga in tutto il Paese è necessario per tantissime cose, tanto per il business quanto per la qualità della vita. La Smart Grid da sola non giustificherebbe la diffusione della banda ma è certamente uno tra i tanti motivi per cui sarebbe auspicabile. Come Softeco - oltre alla collaborazione con Enel, in tema proprio di Smart Grid, che stiamo portando avanti da ormai trentacinque anni - abbiamo fatto alcune Smart Grid nostre: una a Sanremo e una a Livorno, in collaborazione con l’Università di Genova e la società Yes Solution. Abbiamo già progettato tutta la rete di banda larga di Bologna e siamo circa al 50% della progettazione su Torino». Block Notes n.8 /4 5 Venerdì 8 aprile 2016 Smartgrid per un impiego intelligente del territorio I partecipanti a RED, nell’aula del Campus di Savona dove si sono svolti i lavori venerdì Ugo Moretto è fondatore e amministratore delegato di Softeco Sismat, una realtà del panorama ligure (ha la sede principale a Genova e altre sedi dislocate a Roma, Milano, Napoli e Catania) leader nel campo dell’ICT. Realizza progetti informatici e industriali innovativi mediante l’integrazione di sistemi, prodotti, tecnologie e reti. Sul mercato dal 1979, opera nei settori dell’energia, dei trasporti, delle telecomunicazioni, del finance e nell’intero panorama industriale. FRANCESCO PERNA, ENEL La sfida per la Cyber Security: proteggere i sistemi OT, IoT e Smart Grid La sessione pomeridiana, moderata dall’ingegner Aldo Loiaconi del Cti Liguria (Club per Tecnologie dell’Informazione) è aperta da Francesco Perna. L’Head of Cyber security and Continuity Management di Enel arricchisce il dibattito con il punto di vista dell’azienda sulla sicurezza in ambito cyberspazio e Smart Grid. Cosa può fare la Cyber Security per le infrastrutture critiche? «Il mercato elettrico 46/ Block Notes n.8 - risponde Perna - si è profondamente trasformato. Salesforce prevede che nel 2020 il 50% delle chiamate sarà da non umani, ma da oggetti che chiedono manutenzione e riparazione. In pochi anni è cambiata molto anche la sicurezza, e cambierà ancora. In passato c’erano le barriere esterne, oggi c’è il cyberspazio da difendere. Vi si può entrare in modo virtuale e fare danni nel mondo reale. Mancano anche adeguate tecniche di contrasto normative e legali; la legislazione si sta muovendo, per prevenire certi problemi. Per difendersi, alcune regole di base valgono per tutti e richiedono in primis un’ottima formazione, che vale più della tecnologia. La metodologia del National Istitute of Standards and Technology americano, accolta anche per la protezione delle infrastrutture critiche italiane, consiste - nell’ordine - in identificazione, attivazione della protezione, detection, predisposizione della risposta e recovering. L’intervento deve essere un processo continuo, strategico, sempre monitorato e aggiornato, perché gli attaccanti usano modelli sempre più evoluti. Anche in ambito Smart Grid vale sempre la necessità di lavorare prima che l’attacco sia avvenuto, a livello preventivo, dato che anche il sistema più blindato può avere un punto debole. In Enel, monitoriamo costantemente i dati raccolti dal sistema per individuare cosa è un attacco e cosa un evento trascurabile. E per saper fare questa distinzione serve una competenza specifica nella Smart Grid, dove la sicurezza deve essere considerata mandatoria: mettere in crisi la distribuzione elettrica avrebbe un effetto devastante sulla vita di ognuno. Bisogna lavorare con strumenti che abbiano la sicurezza “by design”, ad esempio la cifratura delle trasmissioni. Nemmeno si può essere passivi con i fornitori, che potrebbero non avere competenze specifiche nella sicurezza, bisogna influenzarli. Organizzazione, processo e formazione sono fondamentali anche per operare Venerdì 8 aprile 2016 Francesco Perna dirige il settore Cyber security and Continuity Management di Enel, gruppo che vanta una leadership riconosciuta a livello internazionale per quanto riguarda lo sviluppo di reti e città intelligenti. Basti pensare al primo contatore elettronico del mondo, installato da Enel nel 2001, o, più recentemente, alla Smart Grid realizzata in occasione di Expo 2015. con le mail di phishing: in Italia Enel ha fatto una campagna di sensibilizzazione, ma i messaggi sono stati aperti solo dall’1% dei destinatari. Enel, così come altre realtà, per la protezione delle infrastrutture critiche vuole avere un Computer emergency response team, ovvero un gruppo di esperti che gestisca i Pc e tutto il processo di protezione». FEDERICO DELFINO, UNIVERSITÀ DI GENOVA I progetti “Smart Polygeneration Microgrid” e “Sustainable Energy Building” Il Campus dell’Università di Savona come esempio tangibile su come si possano realizzare strutture sostenibili e autosufficienti dal punto di vista energetico: lo illustra il professor Francesco Delfino dell’Università di Genova. «Entro il 2017 - esordisce il docente - il Campus, che vanta un’estensione di 60 mila metri quadrati, sarà trasformato completamente in quest’ottica. Il Progetto “Energia 2020” dell’Università di Genova rappresenta un importante intervento a carattere dimostrativo nel settore dell’energia sostenibile - ovvero fonti rinnovabili, risparmio energetico e riduzione delle emissioni di CO2 - finanziato dal pubblico e mirato a farne una struttura innovativa dal lato della gestione energetica e del comfort lavorativo dei suoi utenti. Le aree di intervento sono tre: la realizzazione della Smart Polygeneration Microgrid (SPM), ovvero una micro-rete intelligente per l’alimentazione delle utenze elettriche termiche del Campus; la realizzazione di un edificio ecosostenibile energicamente attivo e connesso alla SPM - cioè una vera e propria Smart Grid che si sviluppa nella zona nord - al cui interno saranno realizzate una palestra completamente green e un laboratorio di domotica per simulare la casa del futuro, Smartgrid per un impiego intelligente del territorio Federico Delfino, 44 anni, è docente di “Sistemi Elettrici per l’Energia” e “Power Systems Engineering & Economics” presso la Scuola Politecnica dell’Università di Genova e si occupa di Produzione, Trasmissione ed Utilizzazione dell’Energia Elettrica e di Modellistica, Simulazione e Protezione di Reti Elettriche, con particolare riferimento ai temi delle Smart Grids, delle Sustainable Microgrids e delle Smart Cities. Ambiti nei quali ha elaborato più di 150 pubblicazioni scientifiche, 3 capitoli di libri scientifici internazionali, un brevetto italiano e uno europeo. È delegato universitario alla gestione e al funzionamento del Campus di Savona. e infine la riqualificazione energetica delle strutture esistenti. La SPM è un sistema di distribuzione energetica elettrica e termica “intelligente”, che connette tra loro tre turbine a gas trigenerative ad alta efficienza alimentate a gas naturale, un impianto fotovoltaico, tre sistemi solari termodinamici equipaggiati con motori Stirling, un chiller ad assorbimento con serbatoio di accumulo, due sistemi di accumulo elettrico e due stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Quali sono gli obiettivi della SPM? Fare ricerca, sviluppo e pianificazione, minimizzando emissioni di CO2, consumi e costi. Attraverso i dati raccolti dal software di gestione energetica è possibile pianificare la produzione di turbine a gas o caldaie e l’utilizzo dei sistemi di storage elettrico, con l’obiettivo di minimizzare i costi giornalieri di gestione. La bolletta annuale del Campus è passata da 300 a 250 mila euro e le emissioni di CO2 registrano circa -120 tonnellate all’anno. Lavoriamo per esportare il progetto al di fuori del Campus, magari in nuovi quartieri residenziali o aree industriali o del settore terziario». GIACOMO CORVISIERI, ITALTEL Applicazioni Internet of thin nelle soluzioni di efficientamento energetico Il microfono passa a Giacomo Corvisieri, Head of Innovation Lab Palermo di Italtel, per una riflessione sulla potenzialità economica della Smart City, sul ruolo dell’Internet of Things (IoT) e sul nuovo paradigma per lo sviluppo delle città “intelligenti”: Block Notes n.8 /4 7 po stesso le operazioni del centro. Italtel, nell’ambito delle Fog City, sta approcciando anche il tema della sicurity, ci stiamo muovendo per garantire nei nostri sistemi la sicurezza dei dati, tutelandoci da eventuali manomissioni. Attualmente non c’è grande conoscenza del concetto di Smart City e quindi non c’è “interesse” nel distruggere dati, ma nel momento in cui il concetto sarà più diffuso, centraline e sensori sparsi per la città saranno certamente esposti ad attacchi, per dolo o vandalismo». Giacomo Corvisieri è ingegnere elettronico e lavora in Italtel dal 1985. Per dieci anni ha ricoperto il ruolo di software engineer, dal novembre 2015 è Head of Innovation Lab nella filiale di Palermo. Il gruppo Italtel progetta, sviluppa e installa soluzioni per reti integrate e servizi di nuova generazione basati su protocollo IP. Nel portfolio d’offerta dell’azienda sono presenti, tra le altre, soluzioni di ICT quali Unified Communication & Collaboration, Telepresence, Cloud Computing, Smart Cities e Sicurezza Integrata. il fog computing, concepito per gestire dati e servizi dalla rete o dal Cloud. «Smart city - afferma - è un concetto che va oltre la semplice adozione di iniziative digitali che facilitino accesso ad informazioni e uso di servizi da parte dei cittadini. Si tratta invece di un nuovo modo di concepire il governo della città, in maniera appunto partecipativa, dove la produzione dei servizi è intesa non come prerogativa esclusiva degli amministratori locali, secondo il classico modello top-down, ma come processo collaborativo che include i cittadini e le imprese. Il paradigma dell’IoT ha assunto sempre più chiaramente il ruolo di tecnologia abilitante della Smart City, migliorandone la gestione, rendendola più vivibile e fornendo slancio alle attività economiche. All’inizio era la fibra ottica e il wi-fi, oggi invece è IoT, Cloud computing, Open data versus Big data… C’è però una scarsa consapevolezza del fatto che i progetti Smart City possano consentire di generare valore economico, in termini di riduzione di costi o maggiori introiti. Da un recente studio condotto dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano emerge come, grazie ad una adozione pervasiva del paradigma dell’IoT, a livello di sistema Paese sarebbe possibile risparmiare complessivamente circa 4,2 miliardi di euro all’anno. Le Fog City sono quelle città in cui è stato inserito un livello intermedio tra lo strato di device e sensori che rilevano le caratteristiche da monitorare ed il Cloud, che racchiude il cuore del centro di monitoraggio. In questo strato intermedio, di “nebbia”, sono inserite una serie di intelligenze e unità operative che hanno il compito di pre-elaborare i dati e comunicare al centro di monitoraggio soltanto le informazioni più generali, per non ingolfare la rete e diminuire al tem48/ Block Notes n.8 STEFANO MASSUCCO, UNIVERSITÀ DI GENOVA - Gestione delle reti di energia: il progetto SmartGen, labeled EEGI La rassegna del pomeriggio prosegue con il contributo del professor Stefano Massucco, del laboratorio Intelligent Electrical Energy Systems dell’Università di Genova. Il docente, già membro del CERSE e del CEI, descrive le innovazioni sperimentati con “Studio, sviluppo e validazione di metodi e strumenti innovativi per la gestione di reti di distribuzione attive con generazione da fonte rinnovabile”, sinteticamente descritto dall’acronimo SmartGen, il progetto attivato nel gennaio 2011 grazie alla sinergia tra le Università di Genova e Bologna, Enel Energia, Softeco e S.D.I. Spa, a fronte di un investimento di 2,8 milioni di euro. «Nel contesto presente - dice Massucco - c’è necessità di nuove funzionalità per una gestione corretta della rete. SmartGen ha portato a definire l’architettura di un gestore centralizzato DMS di distribuzione “intelligente” e fortemente modulare, scalabile e flessibile, capace di gestire problemi di ottimizzazio- Stefano Massucco, ingegnere elettrotecnico genovese, 62 anni, insegna Fondamenti di controllo per sistemi elettrici, Gestione, controllo dei sistemi elettrici e Impianti ospedalieri nel Corso di Ingegneria elettrica dell’Università del capoluogo ligure. La sua attività didattica e scientifica è rivolta ai settori della Generazione distribuita e rinnovabile, risparmio energetico, automazione dei sistemi elettrici di trasmissione, distribuzione e Security Assessment. ne economica, di controllo dei flussi di potenza, della tensione e di fornitura dei servizi, considerando ovviamente i cambiamenti del sistema produttivo, che evolve dal modello tradizionale ad uno sempre più basato su fonti di energia rinnovabile. SmartGen è stato sperimentato in tre siti pilota: Genova, presso la micro-rete sperimentale di Ateneo della Darsena, Sanremo e Livorno, nell’ottica di realizzare un sistema potenzialmente industrializzabile, con un adeguato rapporto qualità-costo. Il DMS SmartGen presenta aspetti innovativi che lo distinguono da uno tradizionale. Il controllo centrale è stato affidato ad un insieme di algoritmi di calcolo integrati in DMS, capaci di elaborare dati storici relativi ai consumi e al meteo; questi algoritmi hanno fornito funzionalità quali stima dello stato (per superare i limiti di osservabilità delle rete di distribuzione), previsione della generazione e del carico, ottimizzazione del punti di lavoro, riconfigurazione ottima e localizzazione dei guasti. Il DMS di SmartGen utilizza il Common Information Model per lo scambio dati tra il sistema SCADA e gli algoritmi, consentendo l’interoperabilità con sistemi in campo CIM-compliant e con provider di servizio a valore aggiunto di terze parti. Oltre alla migliore conoscenza della rete ed una sua ottimizzazione tecnico-funzionale, con minimizzazione delle perdite, questa architettura ha reso possibile la previsione di dati, specialmente a medio-breve termine, utilissimi per un’interazione col mercato». GIUSEPPE UGOLOTTI, NICE (AMAZON) Cloud e Smartgrid Giuseppe Ugolotti è l’ingegnere informatico che nel 1996 ha fondato la “piccola” software house astigiana NICE. Negli anni la società si è specializzata in servizi di simulazione 3D e Cloud computing, arrivando ad annoverare clienti come Airbus, Audi, Bridgestone, Ferrari, Fiat e Red Bull. Lo scorso febbraio è stata acquisita dalla divisione Web Services del colosso Amazon, “stregato” da prodotti NICE quali EngineFrame, per soluzioni personalizzate di Cloud, e Desktop Cloud Visualization, che consente di lavorare su progetti in 3D da remoto. Le reti Smartgrid tra cloud e applicazioni di simulazione: ne parla Giuseppe Ugolotti, CEO di NIce, la software house astigiana pioniere nel campo del Technical Cloud recentemente acquisita dalla divisione Web Services del gruppo Amazon. «È interessante - spiega - riflettere sull’evoluzione dell’apparecchiatura e dell’approccio ingegneristico, dai tempi delle work station e dei computer cluster alle nuove possibilità di oggi, come Grid, Cloud e Ibrid Cloud. In presenza di sempre maggiori quantità di dati, potenze di calcolo e acceleratori grafici consentono di affrontare problemi, modelli e soluzioni più importanti utilizzando un semplice Pc, un iPhone o un iPad collegati via internet al cloud. Così, questo approccio diventa fruibile da sempre più persone, non solo da pochissimi “eletti” che hanno accesso a programmi sofisticati o centri di supercalcolo. Ingegneri, tecnici e scienziati possono a questo punto simulare non solo il telaio di un edificio o di una vettura, ma intere città, territori ed ecosistemi sempre più ampi. Addirittura il globo terrestre. Chiaramente, stiamo ancora parlando in termini ipotetici. Nella realtà è ancora presto per vedere applicato tutto questo. Per capire però quali potranno essere gli sviluppi e le opportunità, immaginiamo il piano regolatore di una bella cittadina ligure, oppure un piano del traffico, o ancora lo studio di una vallata dove c’è una diga ed esiste un rischio frane. Bene, tutto questo sarebbe controllabile via internet: dati e simulazioni finirebbero sulla “nuvola”, dove le persone potrebbero accedere con la stessa facilità con cui oggi si accede a Facebook. Con il calcolo e l’Internet delle Cose si generano immense quantità di dati, e con queste aumentano in parallelo le opportunità di studiarli con sempre maggiore utilità, in virtù di strumenti di analisi o “machine learning”, altra grande novità dell’informatica. Queste sono le nuove possibilità, o meglio, ciò che si prevede sia possibile. Oggi purtroppo ci sono ancora molte chiusure, la collaborazione tra Paesi non è molto fattiva e siamo ancora al livello di specifici centri di supercalcolo dove operano numeri limitati di addetti. In altre parole, siamo ancora al calcolo “per pochi”. Il cloud però apre questi nuovi orizzonti, in linea teorica e pratica. Le Smartgrid sono un’applicazione dell’Internet delle Cose. Tramite sensori si possono raccogliere dati sulle vibrazioni di un terreno che sta franando, campi magnetici e campi elettrici, umidità e temperature. Raccogliendo questi dati da un territorio amplissimo e facendoli confluire in un unico database, non via cavo ma tramite Wi-fi e internet, otterremmo magnifici modelli di simulazione e previsione che un tempo non avremmo nemmeno immaginato. I sismologi sostengono che i terremoti non siano prevedibili, ma non è affatto vero. Quando in certe rocce si determina stress si generano campi elettrici misurabili: se fossero monitorati con continuità e in tempo reale, sarebbe più facile prevedere terremoti, alluvioni, frane. Sono discorsi che diventano concreti adesso, gli strumenti iniziano ad esserci, si tratta quindi di capire se qualcuno vuole usarli o se preferisce tenerli nel proprio orticello». DOMENICO SQUILLACE, UNINFO Le norme tecniche nel settore ICT Domenico Squillace lavora in IBM dal 1990. Dal 2005 è Technical Relations Executive e ricopre la carica di Country Standards Coordinator. Rappresenta IBM negli enti italiani di normazione CEI, UNI ed UNINFO, di cui è presidente dal 2006. UNINFO è un’associazione a carattere scientifico e Block Notes n.8 /4 9 ENRICO PIO MARIANI ORDINE INGEGNERI MILANO L’Ingegnere dell’informazione Domenico Squillace, Technical Relations Executive fra innovazione e sicurezza divulgativo che promuove, realizza e diffonde la normazione tecnica nel settore delle tecnologie ICT e delle loro applicazioni, a livello nazionale, europeo e internazionale di IBM, descrive il contesto normativo del settore ICT in Italia e in Europa, evidenziando l’attività di UNINFO, di cui è presidente dal 2006. «Inizio questa panoramica normativa – dice Squillace - partendo dalla definizione stessa di norma tecnica. Secondo il regolamento europeo di riferimento, che leggo, per norma si intende una “specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi”. Le norme dell’ICT, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità, di sicurezza e di organizzazione di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte. Sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. Il regolamento UE 1025/2012 distingue le norme internazionali, europee, armonizzate e nazionali, in base alla natura del soggetto che le adotta. Ci sono alcuni principi alla base della normazione tecnica: dev’esserci volontarietà, nel senso che sono le parti interessate ad imporsi spontaneamente la norma; servono democraticità e trasparenza, e questo significa che l’iter dev’essere chiaro e tutte le parti interessate possono parteciparvi formulando osservazioni; infine consensualità, la norma dev’essere approvata col consenso di chi ha preso parte ai lavori. Chi sviluppa le norme in Italia? L’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI), associazione privata senza scopo di lucro, che elabora norme tecniche in tutti i settori dell’economia - industria, commercio, servizi - ad eccezione delle materie elettriche ed elettrotecniche. Nel contesto del sistema UNI, UNINFO è il soggetto tecnico-scientifico che si occupa di realizzare, promuovere e diffondere la normazione tecnica relativa alle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e delle loro applicazioni, sia a livello nazionale sia internazionale. L’attività di UNINFO varia attorno a tutti i settori legati all’ICT, dall’informatica medica, pensiamo ad esempio al fascicolo sanitario elettronico, alle normative inerenti alla qualità del software e alla sicurezza dei dati informatici. Ci sono alcune norme redatte dagli esperti UNINFO utilizzate da chiunque, senza saperlo, nella vita di tutti i giorni. La MPEG, tramite la codifica delle informazioni audio, video e multimedia/ ipermedia ci consente di vedere la tv digitale. Anche il Telepass e quelle che regolano dimensioni delle carte di credito e transazioni finanziare sono norme nate in UNINFO. Per quanto riguarda direttamente la professione dell’ingegnere del terzo settore, UNINFO ha preparato la prima norma europea sui profili professionali: ce la siamo inventata e poi l’abbiamo portata in Europa». 50/ Block Notes n.8 Enrico Pio Mariani è delegato CNI presso UNINFO e consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Milano. Dal 2005 al 2015 è stato presidente del Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione e, dal 1995 al 2011, presidente della commissione informatica dell’Ordine milanese. Da più di venticinque anni è relatore in numerosi convegni, seminari e corsi nell’ambito dell’ingegneria dell’informazione. Ingegnere elettronico, Mariani lavora come progettista di sistemi informativi, consulente informatico e sviluppatore. È socio fondatore e procuratore della Amel Informatica S.r.l., società milanese di consulenza e software attiva dal 1982. Squillace prosegue illustrando l’intervento di Enrico Pio Mariani, rappresentante dell’Ordine degli Ingegneri di Milano e del Comitato italiano Ingegneria dell’informazione, che non ha potuto presenziare al Convegno. Si parla del rapporto tra innovazione e sicurezza e delle normative che definiscono le figure professionali operanti nel settore ICT. «L’ingegnere – spiega Squillace seguendo la traccia del discorso di Mariani - guida il progresso agendo sull’acceleratore dell’innovazione e sul freno della sicurezza. Sicurezza e innovazione devono essere bilanciate tra loro. Perché l’innovazione non è un bene assoluto: in alcuni settori, come la moda, è un potente motore di mercato, in altri comporta dei rischi. L’ingegnere è innovativo, per definizione e per legge, ma è anche il tutore della sicurezza, quindi calcola e prevede i rischi e prende le contromisure necessarie, o rinuncia all’innovazione, quando questa comporta troppi rischi o troppi costi. Per tutto ciò servono competenze ed abilità specifiche, che l’ingegnere possiede e deve far riconoscere. Nell’informatica si tende a cercare l’innovazione fine a se stessa soprattutto per motivi commerciali, pensiamo al time to market e al rinnovo del parco software. La sicurezza, invece, è spesso trascurata. Sia perché allunga i tempi di implementazione sia perché il suo ROI, il return on investment, non è visibile finché non succede un disastro. Il mercato delle professioni sta cambiando, in particolare quello dell’ingegneria. Sia al professionista sia alla committenza servono strumenti adatti, quali norme e certificazioni, per far corrispondere alla domanda l’offerta di competenza adeguata. Per le professioni ICT sono state pubblicate norme come la UNI 11506, la quale definisce requisiti di conoscenza, abilità e competenze delle figure professionali operanti nel settore, e la UNI 11621, che regola la metodologia per la costruzione di profili basati sul sistema e-CF, definisce quelli di “seconda generazione” e quelli relativi alle professionalità operanti nel Web e nell’ambito della sicurezza delle informazioni. Le norme sono come le medicine: vanno inventate ed usate solo se necessario. Queste di cui ho accennato erano davve- ro necessarie ed attese, non solo in Italia ma in tutta Europa. Finalmente, hanno messo ordine nella definizione delle competenze e dei profili professionali ICT, portando di conseguenza vantaggi a tutti gli stakeholders del settore. Le aziende hanno maggiore facilità nella ricerca e nell’inquadramento del personale, “incasellandolo” in uno schema di riferimento chiaro e valido a livello internazionale; i committenti possono individuare più facilmente il professionista adatto alle loro esigenze e lo stesso professionista può vantare una maggiore consapevolezza della propria posizione sul mercato del lavoro». ***** L’ultima parola, dopo una giornata ricca di interventi interessanti e centrati su un argomento anch’esso centrale per Red, spetta nuovamente al presidente dell’Ordine savonese Fulvio Ricci che ne approfitta per tracciare un breve bilancio dell’iniziativa che ha richiamato non solo ingegneri ma anche alcuni referenti istituzionali della categoria, anche se i grandi assenti sono stati i politici, nonostante l’invito sia stato esteso, come ha avuto modo di precisare il presidente in qualche occasione, a tutti coloro che potevano essere in grado di cogliere l’occasione per aprire un confronto su temi di grande importanza per i cittadini. Ma molto positivamente è stata giudicata la presenza del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che ha assunto impegni precisi riguardo il ruolo degli ingegneri sia nella creazione di una cabina di regia a Savona subito dopo le elezioni, sia nella convocazione degli Stati Generali del Turismo previsti per il prossimo autunno. «La parola d’ordine di queste giornate - dice fra l’altro con soddisfazione Ricci – è stata “cultura”. Cultura è ciò che l’ingegneria di questo tempo deve imparare a produrre e soprattutto a diffondere. Sia al suo interno sia al suo esterno, obbligatoriamente. Mi spiego meglio: dobbiamo riuscire far capire che l’ingegneria dell’informazione, la più giovane, diventerà il collante dell’ingegneria del futuro. Abbiamo la necessità e l’obbligo di fare questo passaggio prima al nostro interno, tra i nostri ingegneri, poi all’esterno, cioè incominciando a parlare con gli Enti pubblici e la società, per spiegare dove l’ingegneria ci potrebbe portare. Questa è l’unica possibilità di sviluppo che è rimasta in Italia, quindi l’unica via che possiamo percorrere. Se falliremo, non riusciremo ad innescare quei meccanismi innovativi che stanno portando lo sviluppo economico nel mondo». Block Notes n.8 /5 1 SOMMARIO MARTEDÌ 5 APRILE L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio Moderatore Gianfranco Sansalone Fulvio Ricci, Presidente Ordine Ingegneri Savona Roberto Orvieto, Presidente Ordine Ingegneri Genova Gianni Massa, Vice Presidente CNI Andrea Ridi, Rulex Giovanni Landi, ETT SESSIONE POMERIDIANA Moderatore Diego Pastorino Nicola Berlen, Vice Presidente Ordine Ingegneri Savona Augusto Fedriani, Costa Crociere Federico Silvestro, Università di Genova Fabio Tampalini, Dirigente Apm Terminals Paolo Ferrero, Capitaneria di Porto di Savona Rossana Varna, Autorità Portuale di Savona Massimo Giarda, Sarpom Srl Nicoletta Ghilino e Andrea Pastorino, Metodi Engineering 7 7 8 9 11 12 .14 14 15 16 16 17 18 GIOVEDÌ 7 APRILE Gli innovatori del Cloud computing Moderatore Roberto Prefumo Diego Pastorino, Tesoriere Ordine Ingegneri Savona Roberto Filippelli, Microsoft Italia Raffaele Rialdi, DotNetLiguria Fabio Furlani, IBM SESSIONE POMERIDIANA Moderatrice Eva Perasso Luigi Scappin, Oracle Italia Luca Politi, Google Rodolfo Rotondo, VMware TAVOLA ROTONDA, Moderatrice Eva Perasso VENERDÌ 8 APRILE Smartgrid per un impiego intelligente dell’energia Moderatore Massimiliano Margarone, Fulvio Ricci, 19 Presidente Ordine Ingegneri Savona Luigi Ronsivalle, Presidente Centro Studi Cni - Introduzione MERCOLEDÌ 6 APRILE Mario Ascari, Presidente Comitato Italiano Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale 21 Ingegneria dell’Informazione Angelo Valsecchi, Consigliere del CNI Moderatore Gianfranco Sansalone Fulvio Ricci, Ordine degli Ingegneri Savona 21 Giuliano Monizza, ABB Mario Baucia, Servizi Ambientali Spa 22 Bruno Lo Torto, Centro Studi Cni Giuseppe A. Ozenda di Carpasio, Consulteam 22 Gabriele Calzavara, Ordine Ingegneri Savona Roberto Formato, Ricercatore Cnr 23 Ugo Moretto, Softeco Sismats Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria 25 SESSIONE POMERIDIANA Confronto Ricci-Toti 27 Moderatore Aldo Loiaconi Francesco Perna, Enel SESSIONE POMERIDIANA Massimiliano Margarone 28 Federico Delfino, Università di Genova Giacomo Corvisieri, Italtel Giuseppe De Nicola, Confindustria Salerno; Associazione Ampioraggio 28 Stefano Massucco, Università di Genova Riccardo Battaglini, Liguria Digitale 29 Giuseppe Ugolotti, Nice Angelo Berlangeri, Domenico Squillace Presidente Unione Provinciale Ordine Ingegneri Milano, Croil Albergatori Savona 30 Enrico Pio Mariani, Matteo Aragone, Genova 2021, Alumni Isict 31 Ordine Ingegneri Milano e CIII Maurizio Michelini, Ordine Ingegneri Fulvio Ricci, Presidente Ordine Ingegneri e Camera Commercio Genova 32 di Savona - Chiusura lavori 52/ Block Notes n.8 33 33 34 35 36 37 37 38 40 41 41 41 42 42 43 44 45 45 46 46 47 47 48 49 49 50 51 Block Notes n.8 /5 3 Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria 54/ Block Notes n.8