8 riviera engineering days

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8 riviera engineering days
Block Notes
RED
RIVIERA ENGINEERING DAYS
Cronaca delle Giornate
Nazionali dell’ingegneria
Savona 5-8 Aprile 2016
Gianfranco Sansalone
Federazione Regionale
degli Ordini degli Ingegneri
della Liguria
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Atti & Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
RED
RIVIERA ENGINEERING DAYS
Cronaca delle Giornate
Nazionali dell’ingegneria
Savona 5-8 Aprile 2016
Gianfranco Sansalone
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RED, RIVIERA ENGINEERING DAYS:
CRONACA
DELLE GIORNATE NAZIONALI
DELL’INGEGNERIA A SAVONA
DAL 5 ALL’8 APRILE 2016
Autore Gianfranco Sansalone
Hanno collaborato
Oksana Doudko, Luca Mereu, Eva Perasso
Segreteria di redazione Marina Chiarlone
Redazione Agenzia ABA News - Genova
[email protected] - www.abanews.it
Si ringrazia l’agenzia Bitmat
e in particolare il direttore scientifico ed editoriale Massimiliano Cassinelli e Laura del Rosario
Foto di Giuseppe Puzzanghera
Uno speciale su Red 2016 è pubblicato sul quotidiano online www.bitmat.it
Block Notes n. 8
Supplemento al n. 6, giugno 2016, del mensile A&B – Atti e Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria,
della Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
Reg. Tribunale di Genova n. 64 del 25 marzo 1949 – Anno LXVII
Direttore responsabile Gianfranco Sansalone
Presidente Paolo Caruana
Direttore Editoriale Maurizio Michelini
Direzione e Redazione: Piazza della Vittoria, 11/10 – 16121 Genova
[email protected] - www. federazioneingegneri.liguria.it
Progetto Editoriale Agenzia ABA News
www.abacomunicazione.it
Editore Nuova Grafica LP
www.promogenova.it/grafica/-lp [email protected]
Pubblicato in edizione Pdf su www.federazioneingegneri.liguria.it
Si avverte che questi non sono tradizionali atti di un convegno, ma un resoconto giornalistico dello stesso, e quindi riassunti
secondo i criteri di sintesi arbitraria propri del lavoro del cronista. Il dibattito dei quattro giorni non è stato registrato, non
sono stati depositati interventi scritti e per realizzarne la cronaca sono stati utilizzati materiali e fonti diversi. L’autore,
coadiuvato dalla redazione, si scusa quindi per eventuali imprecisioni o omissioni importanti. Anche le scelte editoriali sono
arbitrarie e spesso dovute alla possibilità di reperimento delle notizie trattate. I singoli interventi non sono stati rivisti dai
relatori, ma l’intero materiale, prima della pubblicazione - trattandosi di argomenti tecnici - è stato messo a disposizione del
gruppo di lavoro di ingegneri organizzatori di Red 2016.
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IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DI SAVONA
«Il futuro è qui! Sulla strada
del digitale, la tecnologia
ci accompagnerà per sempre»
FULVIO RICCI
professionale, e così via per tutto
quello che ci accompagna lungo
la nostra esistenza.
RED 2016 ha segnato un passo
importante perché ha visto uscire allo scoperto un mondo seminascosto e fino ad oggi consi-
“
RED 2016 primo
passo verso
un appuntamento
fisso annuale
sull’innovazione
come opportunità
di cambiamento
“
D
igitale, big data, comunicazione, piattaforma, social,
agenda digitale sono tutte
parole che nella mente di persone un po’ all’antica come me, la
prima volta che le ho udite, sono
risultate quasi prive di significato.
Con il tempo, lentamente hanno
cominciato ad assumere qualche valore ma ancora poco chiaro fino a quando non ho deciso di
capire qualcosa di più. Sollecitato da alcuni colleghi ho iniziato
ad approfondire e in prima battuta mi sono iscritto ad un corso
di inglese; la tecnologia purtroppo parla poco in italiano! In poco
tempo questi concetti, non più
solo parole, hanno cominciato ad
esprimere significato, un significato importante. Ancora oggi,
dopo mesi che parlo di questi
temi, e non sono certamente un
esperto, anzi sono proprio un neofita del mondo digitale, ho capito una cosa importante: il futuro
è qui! Non possiamo continuare
a nascondere l’Ingegneria dietro
un pilastro o un pannello isolante… Il futuro, quello dello sviluppo e del lavoro, è tracciato sulla
strada del digitale. L’idea di RED
nasce proprio da qui, dalla volontà ma anche dalla necessità
di creare quella cultura intorno
ad un mondo che ha sempre più
bisogno di cervelli per progredire
e per portare ad un vero e sano
sviluppo del mondo economico
e sociale. Dal digitale passano
la sanità, il turismo, la logistica,
la produzione di beni, il mondo
derato una lobby: l’Ordine degli
Ingegneri. Abbiamo dimostrato
che siamo in grado di parlare
non solo di edilizia o di impianti,
ma sappiamo toccare temi assolutamente all’avanguardia nel
mondo dell’innovazione come
quello dei Big Data, tecnologie
di primaria importanza e sistemi molto chiacchierati ma poco
conosciuti come la Smart Grid,
abbiamo parlato da profondi conoscitori di temi modernissimi
come quello dell’Energia, della
comunicazioni, delle innovazioni
tecnologiche e molti altri ancora.
Questo primo passo è stato il
lancio di una cultura che vorremmo vedere radicata nel nostro
territorio e che vedrà ripetersi
annualmente RED a Savona con
incontri che avranno come denominatore comune l’innovazione,
a 360°, non focalizzata solo su
temi predefiniti ma aperti a tutto
quello che il mondo saprà portare alla luce, in un appuntamento
che vorremmo diventasse un appuntamento fisso e importante
per gli ingegneri e non solo.
Rivolgendoci non solo alla Liguria ma all’intero Paese, con
la volontà di creare conoscenza
scientifica che possa in qualche
modo mettere in moto processi
di sviluppo aperti a tutti, come un
propulsore prettamente scientifico per coloro che ritengono
l’innovazione un’opportunità, un
plus per migliorare la propria
condizione di vita e quella degli
altri.
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IL PROGRAMMA DAY BY DAY
Martedì 5 aprile
L’Ingegnere per l’Uomo
e il Territorio
Terminal Crociere, Porto di Savona
Moderatore Gianfranco Sansalone giornalista
• Fulvio Ricci
Presidente Ordine Ingegneri Savona
• Roberto Orvieto, Presidente Ordine Ingegneri
Genova e Gianni Massa, Vice Presidente CNI - Il
ruolo dell’Ingegneria nella società: una risorsa di
sviluppo per la Liguria e l’Italia
• Andrea Ridi, Rulex - Big Data: l’evoluzione
dell’analisi massiva dei dati
• Giovanni Landi, ETT- Prepararsi all’esperienza
turistica con la realtà virtuale
SESSIONE POMERIDIANA
Moderatore Diego Pastorino
Tesoriere Ordine Ingegneri Savona
• Nicola Berlen
Vice Presidente Ordine Ingegneri Savona
Mercoledì 6 Aprile
Ingegneria del turismo
per la crescita dell’economia locale
Santa Caterina (Finale Ligure)
Moderatore Gianfranco Sansalone, giornalista
• Fulvio Ricci
Ordine degli Ingegneri Savona
• Mario Baucia
e Giuseppe A. Ozenda di Carpasio - Progetto
“Un’idea del territorio”
• Roberto Formato, Ricercatore Cnr - L’Ingegneria
del turismo
• Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria - Il turismo e la Liguria
SESSIONE POMERIDIANA
Moderatore Massimiliano Margarone
Vice Presidente Comitato
Italiano Ingegneria dell’Informazione
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• Augusto Fedriani, Costa Crociere - Business
Continuity & Disaster Recovery shore side model
• Federico Silvestro, Università di Genova - Gestione intelligente dell’energia e dell’efficienza a
bordo e a terra
• Fabio Tampalini, Dirigente Apm Terminals,
Technology Integration Manager - Automazione
avanzata nel nuovo terminale
• Paolo Ferrero, Capitano di Fregata (CP) Responsabile Centro controllo traffico marittimo presso
la Capitaneria di Porto di Savona - Interoperabilità
dei sistemi Port Management Information System
(PMIS) e SafeSeaNet a tutela dell’ambiente
• Rossana Varna, Coordinatore del settore teledematica e del sistema di gestione dell’Autorità Portuale di Savona - Il Port Community System di Savona (PCS): l’ICT al servizio della logistica portuale
• Massimo Giarda, Sarpom Srl, Esso Italia - Tecnologia avanzata e integrata dell’operazione
• Nicoletta Ghilino e Andrea Pastorino, Amministratrice e Responsabile tecnico Metodi Engineering - Metodi Engineering: storia di un’internazionalizzazione sottovoce
• Giuseppe De Nicola, Confindustria Salerno; Associazione Ampioraggio - Ecosistema innovazione
• Riccardo Battaglini, Direttore Business P.A. Liguria Digitale - Open Data e Agenda Digitale: rendere disponibili le informazioni per favorire lo sviluppo
del turismo
• Angelo Berlangeri, Presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona - Tecnologia digitale
nel settore del turismo
• Matteo Aragone, Genova 2021, Alumni Isict - Innovazione e competenze: professione, giovani e territorio
• Maurizio Michelini, Consigliere Ordine Ingegneri e consigliere Camera di Commercio Genova Semplificazione normativa e sviluppo sostenibile
Giovedì 7 aprile
Gli innovatori del Cloud computing
Terminal Crociere, Porto di Savona
Moderatore Roberto Prefumo
Ordine Ingegneri provincia di Savona
• Diego Pastorino
Tesoriere Ordine Ingegneri Savona
SESSIONE POMERIDIANA
Modera Eva Perasso, Corriere della Sera
• Luigi Scappin, Sales Consulting and Business
Development Director, Oracle Italia - Un Cloud
completo, Integrato e sicuro per un business moderno e flessibile
• Luca Politi, Google - Work the way you live
• Rodolfo Rotondo, Business Solution Strategi• Roberto Filippelli, Sales and Business Deve- st VMware - Il percorso di trasformazione verso il
lopment Director Microsoft Italia - “Mobile First, cloud a supporto dell’innovazione attraverso un’arCloud First” la strategia Microsoft per la Digital chitettura e modello operativo ibridi e sicuri
Transformation
TAVOLA ROTONDA
• Raffaele Rialdi, DotNetLiguria - La sfida dell’in- modera Eva Perasso
novazione nella progettazione del software
• Fabio Furlani, IBM Cloud Architect - La trasformazione digitale con il cloud: il punto di vista di Ibm
Venerdì 8 Aprile
Smartgrid per un impiego
intelligente dell’energia
Campus Universitario Savona
Moderatore
Massimiliano Margarone,
Vice Presidente Comitato
Italiano
Ingegneria dell’Informazione
• Fulvio Ricci, Presidente Ordine Ingegneri Savona
• Luigi Ronsivalle, Presidente Centro Studi Cni Introduzione
• Mario Ascari, Presidente Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione
• Angelo Valsecchi, Consigliere del CNI
e referente settore C
• Giuliano Monizza, Former Group Vice President
Power Product Division ABB - Il sistema energetico
del futuro per soddisfare gli obiettivi dalla strategia
europea “20-20-20” alla ”40-27-30”
SESSIONE POMERIDIANA
Moderatore Aldo Loiaconi, Cti Liguria
• Francesco Perna, Head of Cyber security and
Continuity Management, Enel - La sfida per la
Cyber Security: proteggere i sistemi OT, IoT e Smart
Grid
• Federico Delfino, Università di Genova - I progetti “Smart Polygeneration Microgrid” e “Sustainable
Energy Building”
Visita alla Smart Polygeneration Microgrid
del Campus di Savona
• Giacomo Corvisieri, Head of innovation Lab.
Palermo, Italtel - Applicazioni Internet of Things
nelle soluzioni di efficientamento energetico
• Stefano Massucco, Università di Genova - Gestione delle reti di energia: il progetto SmartGen,
labeled EEGI
• Beppe Ugolotti, Nice - Cloud e Smartgrid
• Domenico Squillace Ordine degli Ingegneri Milano, Croil - Competenze e innovazione
• Enrico Pio Mariani, Ordine Ingegneri di Milano
e del Comitato italiano Ingegneria Informazione
- L’ingegnere dell’informazione tra innovazione e
sicurezza
• Bruno Lo Torto, Centro Studi Cni - Il punto di vista
del centro studi: i dati sulla sicurezza ICT
CHIUSURA LAVORI
• Gabriele Calzavara, Ordine degli Ingegneri Sa- • Fulvio Ricci,
vona - Progetto Energy Team
Presidente Ordine Ingegneri Savona
• Ugo Moretto, Amministratore delegato Softeco
Sismats - Applicazioni per la gestione delle reti di
energia: dalle Smartgrid all’efficienza energetica
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IL PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI
Così dimostriamo
di saper fare
la nostra parte
ARMANDO ZAMBRANO
Red 2016, con tutti gli interessanti eventi di cui si occupa il Consiglio Nazionale, è finalizzata a porre
l’eccellenza dell’ingegneria italiana
all’attenzione non solo degli addetti ai lavori ma dell’intera opinione
pubblica.
Si tratta di una sottolineatura necessaria se consideriamo il momento di grande difficoltà che vive
la nostra professione, chiamata a Il presidente del CNI,
ing. Armando Zambrano
fronteggiare una crisi senza precedenti, che ha avuto un forte impatto
È possibile superare
in termini di contrazione del mercato e di fatturati, con alcuni settori
questo momento difficile
che stanno pagando un alto prezzo
soltanto puntando sulla
sotto il profilo dell’occupazione.
È possibile superare questo moqualità e sulle capacità
mento difficile soltanto puntando
degli ingegneri italiani,
sulla qualità e sulle capacità degli
da sempre riconosciute
ingegneri italiani, da sempre riconosciute a livello mondiale , oltre
a livello mondiale
che sull’efficacia della loro orga-
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“
“
nizzazione ordinistica.
Siamo in grado di svolgere un ruolo determinante in vari settori che
vanno dalla protezione e dalla corretta gestione del territorio fino
alla riqualificazione del patrimonio
edilizio, dall’energia fino alle tecnologie dell’informazione, per citare
solo alcuni esempi.
Gli ingegneri sono in grado di fare
la loro parte perché hanno competenze e capacità ampiamente riconosciute.
In questo senso, Red 2016 è una
tappa importante di un percorso
che, come Cni, ci apprestiamo a
celebrare proprio in questi giorni anche attraverso un’importante
Conferenza sull’eccellenza dell’ingegneria italiana nel mondo, che
abbiamo programmato a Roma dal
28 al 30 aprile.
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Martedì 5 aprile 2016
La grande capacità dell’Ingegnere è saper applicare la scienza e la tecnica per semplificare e migliorare la vita
dell’uomo. Solo l’Ingegnere lo sa fare applicando metodologie rigorose per garantire funzionalità e affidabilità
delle soluzioni. Le opere dell’Ingegneria si nascondono in ogni cosa: il computer, la penna, la casa, l’auto, una
nave, un suono dello smartphone e hanno ricadute dirette sulla qualità della vita, sulla sicurezza, sull’efficienza e
sul territorio.
Se gestita in modo adeguato, l’evoluzione scientifica e tecnologica determina un progresso della società, talvolta
con un passaggio dirompente, ma bisogna fare attenzione che sia costantemente mantenuto l’equilibrio tra l’uomo
e il suo territorio. In questo l’Ingegnere ha un compito di estrema responsabilità.
NELLA PRIMA MATTINATA DEL CONVEGNO, AL CENTRO IL RUOLO DEGLI INGEGNERI
L’INGEGNERIA NELLA SOCIETÀ
UNA RISORSA DI SVILUPPO
U
L’ing. Fulvio Ricci, presidente
dell’Ordine della provincia di Savona,
ha portato al dibattito un saluto non
formale
“
A volte mi viene da
“
n giorno di dibattito e di
riflessione sul ruolo del
ruolo dell’ingegneria, ma
anche una prima “puntata” concreta dentro temi concreti come
l’analisi dei cosiddetti Big Data,
cioè il trattamento delle grandi
masse di dati che passano attraverso le reti o in altri modi. Oppure sono custoditi in server o in
modalità cloud per soddisfare le
esigenze di chi da queste enormi
quantità di informazioni trae gli
elementi per un lavoro quotidiano
che ormai ha bisogno sempre più
di spazio virtuale.
E anche il punto della situazione
sulle possibilità dell’utilizzo dei
più moderni mezzi tecnologici
finalizzati allo sviluppo del turismo. Passando dal grande lavoro
in corso in seno al Cni, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri,
per sviluppare progetti e spianare
la strada a un ruolo sempre più
“pesante” della categoria nella
società.
La prima mattina di Red, nella luminosa ed accogliente sala
congressi del Terminal Crocie-
pensare che noi ingegneri
non siamo normali...
dobbiamo sempre trovare il
perché alle cose e il motivo
per cui accadono...
re del Porto di Savona, davanti a
ingegneri e autorità, si consuma
attorno a questi temi, e soprattutto attorno all’esperienza concreta
dei relatori, introdotti dal moderatore, il giornalista Gianfranco
Sansalone, direttore di A&B il
mensile della Federazione dei
quattro Ordini provinciali degli Ingegneri della Liguria.
«In questi giorni - dice infatti nella
sua introduzione Fulvio Ricci, il
presidente savonese che ha voluto ed è stato uno delle anime di
questo incontro che ha fatto per
quattro giorni di Savona la capitale dell’ingegneria nazionale - si
parlerà di temi che sono il motore
dell’economia mondiale, un’economia che parla sempre più il linguaggio dell’informazione, della
comunicazione, delle grandi masse
di dati che devono essere gestiti.
Lo scopo di questi incontri è creare
cultura intorno al mondo dell’informazione. Lo facciamo con le tecniche ed i modi che conosciamo, e ci
vorrete scusare se a volte saremo
troppo tecnici o altre volte impacciati, però lo scopo è costruire un
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L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Martedì 5 aprile 2016
ROBERTO ORVIETO
L’informazione, chiave
che unisce tutti i settori
La parola passa all’ing. Roberto
Orvieto, presidente dell’Ordine di
Genova, patrocinatore di Red, che
illustra il programma dell’iniziativa illustrando il “filo rosso” che
unisce le varie giornate. «L’ingegneria dell’informazione – dice - è
il substrato orizzontale che unisce
tutti settori dell’ingegneria, perché
in tutti i campi è presente l’aspetto
dell’informazione, da quello civile a
quello industriale.
Oggi il dibattito avrà come tema
portante l’uomo e il territorio. Il
moderatore nella sua presentazione ci ricordava che il medico cura
i pazienti, ma che usa gli strumenti costruiti dagli ingegneri: ebbene,
ma anche dietro una penna, una
casa, una nave, qualsiasi oggetto e
aspetto della nostra vita c’è l’ingegneria.
Domani, 6 aprile, parleremo invece
dell’ingegneria del turismo: l’idea
innovativa che vuole assumere rilie8/
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L’ing. Roberto Orvieto
è Presidente
dell’Ordine degli
Ingegneri di Genova.
Nel Cni fa parte
del Dipartimento
Esteri ed è anche
referente di Cert’Ing
vo nazionale proprio in questa occasione. Dietro l’aspetto del turismo si
può pensare a un sistema, e in effetti Red vuole dire parlare di città
intelligenti, di Smart Cities. Il 35%
circa dei Comuni italiani ha avviato
un progetto su questo: città intelligente vuol dire vivibile, accessibile.
L’accessibilità sarà la chiave del futuro, e dietro questo c’è un aspetto
fondamentale di programmazione, che vuol dire mettere insieme
aspetti legati alla visibilità e al ritorno di una parte di questa visibilità e
dei dati ad essa collegati.
Ad esempio sappiamo che con l’avvento dell’intelligenza artificiale,
tutti i processi decisionali di bassa
importanza sono sempre più demandati alla macchine, che possono decidere in maniera più proficua di quanto possiamo fare noi ad
esempio le nostre vacanze, la convenienza dei nostri acquisti, gli investimenti finanziari. Ma l’accessibilità
dell’informazione è legata anche a
quella del sistema-città, e un collega che si occupa di questi temi, ha
“
Orvieto
Cisco ha stimato che nel
2020 i dispositivi connessi
alla rete saranno 1.000
miliardi, con 10-20 connessioni
per persona o per
casa e una massa di dati
impressionante. Le responsabilità
degli ingegneri
saranno enormi
“
sistema sinergico tra i vari elementi della nostra società e del nostro
territorio per arrivare a un modello
di sviluppo che possa consentire
una visione più ottimistica del futuro. Noi siamo ingegneri, e a volte
mi viene da pensare che non siamo
persone normali, perché abbiamo
un modo di vedere e di affrontare le
cose tutto particolare... l’ingegnere
deve sempre trovare il perché alle
cose e il motivo per cui le cose accadono. Mi piace pensare che applichi la scienza per soddisfare i bisogni dell’uomo e che l’ingegneria
è al servizio della società.
Ma ora vogliamo uscire dallo stereotipo del professionista geloso delle proprie conoscenze ed avaro di
confronto, per diventare invece un
super specialista capace di fondere le proprie conoscenze con quelle
dei colleghi e generare conoscenza
e capacità per rilanciare il nostro
Paese».
detto che l’idea dell’ingegneria del
turismo sta proprio nell’overview,
nel vedere questo aspetto dall’alto,
sia dal punto di vista dei dati ma anche della pianificazione del territorio in maniera ingegneristica. Noi,
come “stazione” di ingegneri, arriviamo dall’ingegno, al contrario di
tutti gli altri Paesi in cui l’ingegneria deriva da engine, motore.
Allora anche l’idea del turismo è
creare un sistema con attività interconnesse, e relativi feedback.
Oggi
i dispositivi connessi sono tanti, e
circa nel 2007 abbiamo raggiunto il punto di pareggio tra quelli
connessi alla rete e la popolazione. Questa curva è più che esponenziale. Secondo una proiezione
fatta da Cisco, nel 2020 saranno 50
bilioni i dispositivi connessi. Bilioni
vuol dire 10 alla 12, vuol dire 1.000
miliardi, ovvero 7 volte la popolazione mondiale misurata in dispositivi
connessi; vuol dire che contando le
persone che ne hanno meno delle
popolazioni più evolute avremo 1020 dispositivi connessi per persona
o per ogni casa.
Ed è quello che approfondiremo giovedì, quando sarà di scena il cloud
computing e tutto quello che ci sta a
intorno: la prospettiva è che ognuno
avrà una “nuvola” personale impenetrabile, e qui entra la responsabilità personale dell’ingegnere,
che sarà sempre più grande. Sarà
divisa in due sfere: una legata alla
grande spinta verso l’innovazione e
una alla responsabilità verso i cittadini. Ogni dispositivo connesso
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trasmetterà dati che finiranno nella rete, tutte le nostre scelte potranno essere tracciate, tutti i nostri dati
esplorati, analizzati, estratti. Ci sono ingegneri che si
occupano appunto dell’estrazione dei dati e ci racconteranno come sono e come funzionano gli algoritmi per
questa attività: è attraverso questo processo che vengono pilotate le scelte e gli ingegneri sono responsabili della sicurezza di tutti i dati che finiscono nella rete
nei confronti dei cittadini. Ma sappiamo che la massa
dei dati è enorme, sono i cosiddetti Big Date, e grandi
società lavorano sul loro trattamento, sulla tipologia di
estrazione, sulle strategie: sono loro che fanno le regole, stabiliscono gli algoritmi, le leggi per estrarli per le
varie finalità.
È chiaro qual è la posta in gioco? Da questi dati si riuscirà a capire tutte le nostre scelte. Nel nostro ruolo
c’è dunque una parte di innovazione e una, grande, legata alla responsabilità riguardo la sicurezza, che non
può essere elusa.
Ebbene, l’ingegneria dell’informazione, oggi vuol dire
interconnettività assoluta. Prendiamo l’ingegneria civile, una delle più “giurassiche”: oggi, grazie all’informazione ha cambiato completamente veste. Pensate al
rilievo: rispetto al passato, una stazione di rilievo costruisce graficamente un modello tridimensionale nello spazio. Solo questo ha trasformato completamente
i processi di lavoro. Oggi trasmettiamo bit, non più tavole!
Pensate al Bim, il Building Information Modeling: ne
parliamo proprio in questo numero del nostro mensile
di Federazione, “A&B”, che è stato distribuito anche qui
e presenta anche Red. Ha rivoluzionato tutto il sistema
di lavoro nell’edilizia. Qual è il nocciolo? l’interoperabilità. Avere un dato univoco che viene condiviso: quindi
sempre accessibilità e condivisione. Nel futuro dell’ingegneria non c’è più spazio per coloro che non saranno al passo con i tempi.
Fate una visita in rete agli obiettivi del programma europeo Horizont 2020. Provate a collegare i vari temi e vi
renderete conto che - sembra davvero singolare - sono,
a spot, gli stessi che vengono trattati in queste giornate
savonesi. Un caso? No.
Venerdì 8 invece si parlerà di Smart Grid, e del ruolo
dell’ITC nella gestione intelligente dell’energia. L’ingegneria è un processo e va gestito: quando parlavo di
dispositivi connessi parlavo di questo, dei due trend
del futuro, basati sui due strati dei dispositivi connessi che abbiamo addosso o a casa o che inseriamo in
ogni sistema per trasmettere dati. Bene la connessione
alle reti intelligenti per il trasporto e la distribuzione
di energia elettrica è una delle applicazioni che aprono
uno scenario futuro che coinvolge grandi imprese, governi, Stati, e che vede come protagonista, ancora una
volta, l’ingegnere».
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
GIANNI MASSA: Capire come
cambia
l’ingegneria attraverso i “confini”
e i “linguaggi”
Dopo l’intervento di Roberto Orvieto il microfono passa
al vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Gianni Massa: «Parlerò molto di linguaggio e di
ingegneria, cercando di legarmi a concetti come connessione, rete, relazione, progettazione, tecnologia, creatività e, perché no, anche politica, e di come sta cambiando
il modo di progettare.
Utilizzerò due concetti: linguaggi e
confine.
Spesso ognuno di noi - parlo di Ordini, associazioni, partiti, sindacati, categorie professionali - utilizza
linguaggi autoreferenziali, che portano interessi o tentano di portare l’attenzione sui problemi personali come
se fossero il centro dell’universo, senza rendersi conto
che la complessità della società è gigante e che è fondamentale la consapevolezza di essere solo una piccola
tessera di un mosaico più complesso, dove ogni tessera
è importante. Parlando di linguaggi mi vengono in mente
due cose. La famosa storiella dei 6 ciechi che toccavano
un elefante senza comunicare fra loro e sentendo ognuno
solo una piccola parte nessuno sapeva cosa fosse (mancanza di connessione e informazione) e l’autoreferenzialità.
Per questo termine, un esempio su tutti. Lo scorso agosto è stato approvato in Senato il disegno di legge per
l’adeguamento del Codice dei contratti pubblici alle
normative europee, oggi in fase terminale. Il Ddl aveva
un solo articolo, con 9 commi. Per declinare il primo ci
sono volute circa 5 volte le lettere dell’alfabeto italiano;
per ogni lettera di ogni comma, migliaia di emendamenti.
Questo è il linguaggio della politica. Poi c’è il linguaggio
dei giovani. Pensiamo a chi oggi ha 15, 16, 18, vent’anni.
Fedez, cosa dice nelle sue canzoni? in Pop-Hoolista e
L’amore Eternit utilizza i termini trucco ed appalto con
accezione totalmente negativa. Questa è la visione di chi
costruirà il futuro. Se riflettiamo, sono due linguaggi lonGianni Massa,
vice Presidente del Cni, si
occupa di innovazione, è
referente referente nazionale
del Gruppo giovani e cura
la piattaforma WorkIng,
dedicata a bandi, appalti,
opportunità di lavoro,
mobilità ed altre azioni per
il mondo dell’ingegneria e
delle professioni. Inoltre
è ideatore di “Officine
Permanenti” manifestazione
che ogni anno a Cagliari
promuove l’ingegneria
mettendola in connessione
con eventi musicali e
culturali per lo sviluppo del
territorio.
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dei bit.
Fino a qualche anno fa per
vincere in Formula Uno servivano
una buonissima struttura meccanica, una buonissima struttura fisica e
un pilota di talento. Anche oggi, ma
non basta più: adesso servono anche
migliaia di sensori che ricoprano la
macchina e trasmettano le informazioni ai computer che le processano
e che consentono al team multidisciplinare di prendere in tempo reale decisioni, che vengono rinviate
alla macchina e macchina e pilota
reagiscono. Sensing and actuating.
“
Massa
Oggi l’ingegneria
è quella scienza che riesce
a interpretare
e a sovrapporre linguaggi
differenti,
multidisciplinari.
Riuscire a metterli insieme
può essere il nostro
futuro
“
tani anni luce, che non si sovrappongono, e non riescono nemmeno minimamente a provare a incontrarsi.
Il secondo termine che voglio utilizzare è confine: lo utilizzerò attraverso alcuni confini, riportando poi al
concetto di ingegneria. Esistono tanti
confini: Roberto prima utilizzava Big
Data e informazione e ha citato responsabilità; io aggiungo il confine
tra individualità e collettività, tra
coscienza e incoscienza. Quest’ultimo lo cito perché quest’anno Officine
Permanenti, citate dal moderatore, si occuperanno proprio di questo
rapporto, che non è una cosa astratta. Io sono un ingegnere: dove finisce
la mia responsabilità? È individuale
o collettiva? Il nostro modo di fare
professione, per essere corretto, non
può e non deve mai essere del tipo
“dimmi cosa devo fare e lo faccio”.
Noi abbiamo un territorio complesso, conosciamo ad esempio le problematiche idrogeologiche - io vengo
da una regione che alcuni anni fa ha
avuto ben 17 morti in un’alluvione - e
quando uno di noi si pone di fronte a
un progetto, un semplice fabbricato
o una casa, forse è necessario porsi
tante domande, e non dire “la legge
mi dice che questo lo posso fare e
lo faccio”. Allora dov’è il confine tra
responsabilità individuale e collettiva? E ancora, nella declinazione di
ingegneria, professione e innovazione, il primo confine è tra forma e
struttura.
Cos’è la forma? È un’entità composta da alcuni elementi messi insieme
da una relazione definita. Ad esempio, una forma può essere conica o
un quadrato. La forma si presta ad
essere percepita, dà sicurezza. La
struttura è l’entità composta da quegli elementi e da tutte le relazioni che
si stabiliscono fra loro. La struttura
si presta a un’operazione costruttiva,
progettuale. Nel senso che analizzando la struttura di quel quadrato,
posso costruire tutti i quadrati possibili.
Altro confine è tra il reale e il virtuale, tra il mondo degli atomi e quello
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Questo sistema oggi è normale e sta
iniziato a diffondersi capillarmente
nelle città, negli edifici, nelle strade, in tutte le infrastrutture. Siamo
in mezzo a due mondi che si stanno
drasticamente avvicinando, con tutti
i nostri oggetti interconnessi. il confine dunque.
Il mondo degli atomi e
quello dei bit che vede protagonisti
noi e anche il progetto.
E quando si modificano i confini
succede sempre qualcosa.
Nella Fisica. Negli ultimi cento
anni quando si è andati a studiare
cosa c’è sotto la materia della fisica classica sono venute meno tutte le certezze. Noi siamo ingegneri
e viviamo di sicurezze. Quando un
fotone va a scoprire cosa c’è sotto
la materia, la modifica, la altera e
questo concetto, in un mondo interconnesso, riguarda ognuno di noi.
Quando l’uomo va a conoscere il
mondo lo cambia, lo altera.
Nell’Economia. Si è rotto il confine
tra soggetto e contesto. Il comportamento di ognuno di noi dipende
da quello di chi ci sta a fianco.
Nella Biologia. Si è scoperto che
non sono separate la percezione
del nostro cervello dall’azione. E
qua il progetto è esattamente ciò
che sovrappone percezione e azione. In biologia i sistemi autopoietici scoperti dai due famosissimi
biologi Maturana e Varela, stanno
oggi dimostrando, nell’era di internet, i sistemi che si autogenerano.
Valutiamo che quando iniziamo a
connettere pensieri con altre idee,
a connettere le persone, qualcosa
accade sempre. La rivoluzione industriale ad esempio: la macchina
a vapore non è stata inventata con
questo scopo, ma perché qualcuno ha pensato di connetterla con i
processi meccanici e da lì è partita la rivoluzione industriale, che ha
cambiato il mondo e ognuno di noi,
il rapporto tra l’uomo e la macchina, il paesaggio, la famiglia, la città.
E poi è venuta la rivoluzione informatica, l’era digitale, il computer. Mark
Weiser ha teorizzato i grandissimi
calcolatori, lo ubiquitous computing
(computazione ubiqua) la seconda
l’era del personal computer, gli oggetti iperconnessi, la “tecnologia calma” che consente a tutti noi di intervenire in qualunque parte del mondo
e che oggi sta cambiando il nostro
mondo di lavorare, di progettare.
E ancora Carlo Ratti, la teoria della condivisione, l’architettura open
source, il Bim; il futuro già iniziato
in altre nazioni con la progettazione
condivisa di un unico file col quale lavorano 100-200 progettisti insieme...
Ultimo confine, il pensiero e l’azione,
la distanza avvicinata. Non c’è più la
separazione, non il pensiero e dopo
l’azione, siamo al pensiero condiviso.
Ma in questo chi oggi ci governa deve
fare un passo avanti molto grande,
far diventare centrale il progetto non
significa dire ad esempio che nel Codice sui lavori pubblici si dicono che
sono realizzate alcune cose che non
lo sono».
Martedì 5 aprile 2016
ANDREA RIDI, RULEX Inc. - Big data:
l’evoluzione dell’analisi massiva dei dati
«Nessuno sa dare una risposta precisa alla domanda
“cosa sono i big data e a cosa servano?”. Si tratta di dati
così complessi che necessitano di tecnologie di nuova
generazione, ancora in fase embrionale, per riuscire a
estrarre l’insieme che c’è dentro. È questa la vera rivoluzione. La tecnologia in uso oggi è sorpassata, e quello
che c’è è nuova e in divenire. Tutta la musica prodotta dall’origine dell’umanità a oggi è Big Data? No. Può
essere contenuta in un disco che si compra al supermercato. Tutti i libri contenuti nelle biblioteche sono Big
Data? No. Ci stanno in un Pc da poche migliaia di euro.
La vera definizione è: Big Data è quando le dimensioni
del dato sono parte stessa della natura del problema.
Quindi, per definizione, quando riesco a trattare dei dati
non lo sono, quando non ci riesco lo sono.
Un esempio:
tempo fa mi trovavo a Las Vegas e stavo facendo benzina. Al momento di pagare, un sms mi avverte che la
mia carta di credito era stata appena bloccata perché
uno sconosciuto stava facendo benzina con la mia card
in un distributore di Las Vegas. Una compagnia di carte
di credito in genere riceve circa 800 miliardi di frodi
l’anno. Per capire se c’è una frode ci mette 3-4 giorni,
così se nota un dato anomalo, blocca la carta. Trattare
i Big Data significa avere la capacità di incrociare diversi miliardi di dati che arrivano con altri miliardi di
dati e scoprire in pochi secondi che quella carta di credito aveva acquistato un biglietto aereo per Las Vegas,
quindi era il titolare che stava facendo benzina, non un
truffatore. I dati sono così tanti che prendere una decisione non è banale e spesso e volentieri la decisione
presa è quella sbagliata, e usare male questa tecnologia può diventare pericoloso e autolesionista.
Le caratteristiche del Big Data sono quattro: il volume dei dati, la velocità del trattamento, la loro varietà
che consente di delineare scenari molto ampi, e l’affidabilità dei dati.
L’analisi dei dati non consente solo
di fornire servizi, ma anche di tracciare il profilo delle
persone secondo i loro comportamenti, di convertire la
sociologia in scienza, come sostiene un noto scienziato
italiano. Un solo esempio: secondo una ricerca, incrociando i dati emersi dagli acquisti con le carte di credito, chi compra feltrini per le sedie avrebbe un tasso
di insolvibilità minore della media. Forse perché se è
così pignolo da far uso di questi oggetti - magari incrociati con altri dati - è un buon pagatore. Se mettere
insieme queste informazioni diverse consente di tracciare un profilo del consumatore, questo può coprire
nuove opportunità di analisi di valore di comprensione
su quello che succede. È una rivoluzione epocale.
Ma
torniamo all’affidabilità: noi tracciamo sesso, età, ecc.
di chi usa la carta di credito e stabiliamo un profilo. Ma
se sono la moglie o i figli a fare acquisti con la card
del padre, il dato di- venta assolutamente inaffidabile,
quindi anche nello studio dei Big Data c’è un concetto
intrinseco di incertezza e di indeterminazione.
Stiamo
parlando di dati che si moltiplicano e diventano sempre
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
più grandi, e che da soli non hanno significato. Il valore
lo acquisiscono solo quando vengono messi insieme e
in relazione con altri dati e c’è qualcosa che li analizza
nel complesso. È uno scenario nel quale ci sarà una
nuova economia con un valore potenziale enorme, grazie a nuove tecnologie in grado di estrarla dai Big Data.
La collocazione geografica non è importante: essere a
Savona, a Boston o in cima a una montagna è lo stesso.
Sono importanti la tecnologia, cosa si conosce e le proprie relazioni. L’economia dell’intangibile ha superato
quella del tangibile, oggi conviene produrre intangibile
più che oggetti fisici».
Andrea Ridi, genovese
di nascita, M. Sc. in
Fisica, è Presidente e
Amministratore delegato
di Rulex Inc. Da anni
ricopre ruoli manageriali
in imprese e startup innovative a livello
internazionale. Fisico
eclettico e con molteplici
interessi, ha studiato le
potenzialità dei Big Data
e ha fondato uno spin-off,
Impara Srl, del CNR di
Genova diventata poi una
Incorporation americana,
Rulex Inc., per lanciare la piattaforma di Advanced Analytics
Rulex sul mercato globale.
Rulex Inc. nata nel 2007 con varie evoluzioni, svolge
attività di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie
informatiche avanzate, volte alla realizzazione di una
piattaforma integrata per la gestione e l’analisi dei dati
attraverso tecniche statistiche convenzionali e metodi di
machine learning altamente innovativi.
Un torrente in crescita
600 dollari il costo del disk drive che può contenere tutta
la musica del mondo
5 miliardi i cellulari in uso nel 2010
30 miliardi i likes condivisi ogni mese su Facebook
40% la crescita annuale prevista di dati globali contro il
5% della crescita globale della spesa IT
35 terabytes di dati raccolti dalla Libreria del Congresso
Usa fino all’aprile 2011
15 su 17 settori negli Usa hanno più dati immagazzinati
per ogni impresa che la Biblioteca del Congresso Usa
Block Notes n.8
/1 1
Martedì 5 aprile 2016
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
GIOVANNI LANDI, ETT - Prepararsi all’esperien-
za turistica con la realtà virtuale
L’ultimo intervento in calendario, per la mattinata,
è quello di Giovanni Landi, della ETT, società specializzata in allestimenti tecnologici soprattutto in
musei e in strutture culturali di vario genere (400
installazioni interattive in tutto il mondo e più di 65
mq di allestimenti, con soluzioni all’avanguardia nel
campo della realtà virtuale e aumentata). Fra gli ultimi interventi, quelli all’Acquario di Genova, all’Accademia di Venezia, nel Museo della Scienza e della
Tecnica di Milano.
«Lo scenario in cui operiamo - dice tra l’altro - ha subìto notevoli trasformazioni, dalla guida museale per
la visita con supporto tecnologico, alla rivoluzione
del
mobile, che per la prima volta ha radunato una massa
critica di strumenti tecnologici diversi in un unico oggetto, arrivando all’augmented reality e virtual reality, chiamata in gergo mixed reality.
Noi creiamo applicazioni che siano aderenti al contesto, ossia con le informazioni che possono essere usate per caratterizzare la situazione di un’entità (context
awareness)».
Landi spiega nel dettaglio l’evoluzione del touch e
della tecnologia “sensoristica”, comprese tutte le
applicazioni che oggi si possono utilizzare - in campo culturale ma anche della security - arrivando
a strumenti che nei musei consentono di imparare dando quasi un senso di magia.
Dai muri che si
toccano e fanno esplorare ambienti “reali”, a ritratti
parlanti che attraverso una combinazione di sensori, schermi, telecamere e altri strumenti quando si
passa loro davanti iniziano a raccontare la loro storia nella lingua del visitatore; dal device Tecnologie
Touchless, realizzato da Microsoft che funziona con
camera con ottica a infrarossi, microfono, inclinazione motorizzata e tanta elettronica dà la possibilità di fare gesti complessi, craccato dalla comunità
degli hacker per il gaming, è stato riprogrammato
per altre interazioni in ambito artistico e museale
per un giro di affari enorme fino al planetario di Torino dove attraversi pannelli interattivi si interagisce
senza toccarli
e
muovenLandi
do la mano
davanti allo
Grazie alla Mixed Reality
schermo si
e alla rivoluzione del mobile,
attivano
vitutte le informazioni
deo, slide.
«L’uso di tecpossono essere usate
nologie
inda applicazioni aderenti
novative - ha
concluso
al contesto che
Landi - può
caratterizzano la situazione
aumentare il
coinvolgimendi un’entità
to del visita(context awareness)
tore e la sua
12/
Block Notes n.8
“
“
Responsabile per ETT Spa della ricerca e sviluppo
nel campo della Realtà Aumentata Virtuale, Giovanni
Landi progetta e realizza esperienze immersive
basate su Realtà Virtuale e Aumentata e 3d Realtime.
Laureato in Oceanografia presso l’Università di
Genova, ha curato diversi progetti in Italia e all’estero,
ha lanciato start-up, ha progettato e sviluppato
applicazioni 3d/AR/VR per clienti privati e pubblici e ha
avuto diversi riconoscimenti.
EET, nata nel 2000 - sede principale a Genova, filiali
in diverse città italiane e a Londra - per fornire servizi
e sistemi a elevato contenuto tecnologico, è leader
italiano nella realizzazione e fornitura di sistemi
informativi per la gestione del mercato del lavoro per
la P.A. e occupa una posizione di primo piano in ambiti
come ricerca scientifica e innovazione, New Media,
ICT Consulting, Smart government. È certificata da
Microsoft e Samsung.
interazione; la tecnologia può dare al visitatore un
ruolo attivo, da visitatore-attore assorbito dalla trama,
e definisce l’obiettivo di un museo “immersivo”.
Inoltre
offre opportunità interattività e coinvolgimento multisensoriale, condivisione delle informazioni e personalizzazione dei contenuti; amplificazione della percezione del visitatore-attore attraverso la realtà virtuale e
aumentata; versatilità a diversi livelli di comprensione
e interattività (ad esempio i nonni che vanno a visitare
il museo con i nipoti); possibilità di offrire al visitatoreattore, ogni volta che torna, un nuovo contenuto disponibile; usare le applicazioni per far arrivare il messaggio e non solo per mostrare la tecnologia; assicurare
un progressivo aggiornamento tecnologico dei contenuti; coinvolgere il ricercatore nei bisogni creativi del
patrimonio culturale di ogni progetto futuro».
Tutte esperienze, scoperte e opportunità, sostiene
con convinzione Landi, che sono fondamentali nel
settore del turismo, perché non solo valorizzano il
patrimonio culturale e artistico, ma stabiliscono un
rapporto di interattività dei visitatori con il territorio
e creano le basi perché questo rapporto diventi duraturo e favorisca un passaparola positivo.
Martedì 5 aprile 2016
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Ore 12,30, lezione
di Bim ai futuri geometri
N
ella prima mattinata di Bim 2016, nella
sala del Terminal Crociere, fra ingegneri e ospiti c’era anche la quinta classe
dell’Istituto per geometri “Giovan Battista Alberti” di Savona, un gruppo di studenti che ha seguito
i lavori dalle ultime file delle poltroncine rosse del
centro congressi (V. particolare nella foto).
Dopo gli interventi in programma, prima il presidente dell’Ordine di Genova, Roberto Orvieto e poi
quello di Savona, Fulvio Ricci, si sono rivolti proprio ai ragazzi instaurando un dialogo sui loro
studi e sul futuro professionale, e hanno spiegato
le potenzialità del Bim, il Building Information Modeling che rappresenta non solo l’evoluzione del
Cad, ma un nuovo approccio alla progettazione
e un cambiamento della mentalità di tutti coloro
che operano nel mondo delle costruzioni. Al punto
che A&B, il mensile della Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria gli ha dedicato
un ampio servizio per illustrarne caratteristiche e
finalità, come ha ricordato lo stesso Orvieto.
Il quale si è informato innanzitutto se a scuola qualcuno ne avesse sentito parlare (coro di
«no») se oltre al disegno su carta avessero avuto esperienze di disegno Cad («si, in 2D») e quindi
ha spiegato che il Bim «si più modellare tridimensionalmente un ambiente o un aggetto arricchendo
tutta la parte di misura, e quella vettoriale e misurabile è condivisibile attraverso la posta elettronica.
Bim è una base di dati e nasce con un dato univoco: montare sulla costruzione oggetti ben definiti
e connotati, con un’identificazione di caratteristica
tecnica e di prezzo, codificati sul mercato. Il geometra può
fare il suo disegno, inserire
gli elementi
architettonici, le finestre i pavimenti, i contro-soffitti e il resto;
poi qualcuno
allo stesso modo
inserirà tutti
gli impianti di sua
competenza,
da quelli elettrici
alla climatizzazione, e ogni cosa
sarà perfettamente identificabile
perché apparirà com’è nella realtà. Così
la costruzione (una strada,
un ponte, un edificio, una stazione)
farà parte di un unico progetto grafico al quale avranno lavorato
“a catena” molti professionisti, e il capocantiere, con uno smartphone o con
un tablet, cliccando sugli elemen-
ti
estrae le
schede tecniche oppure guarda le
modalità di
posa. Capite le potenzialità
di questa
modalità
di progettazione? Nella fase successiva si avranno
le modalità precise di manutenzione degli oggetti
perché si sa esattamente cosa sono. L’idea di interoperabilità del Bim è rivoluzionaria perché tutti gli
attori della filiera - i progettisti, chi costruisce, chi
fa la manutenzione - lavorano con la stessa base di
dati, con il progetto che elaborerete voi: spero diventerete bravi bimmisti perché questo sarà il futuro!».
«Ascoltando gli interventi di stamattina – ha detto il
presidente Ricci, dal canto suo – mi sono reso conto di quante cose ci siano là fuori, di quanto piccolo
sia il mondo in cui viviamo. Aprirsi alla società vuol
dire cercare di guardare verso altri orizzonti e mi rivolgo soprattutto a voi ragazzi: non dovete pensare
a quello che ci sarà domani ma fra uno, 5 o 10 anni.
Oggi ci hanno raccontato cose stupende, quasi incredibili. Ho sentito che c’è una richiesta di occupazione per un ammontare di 12 miliardi di euro, soldi
che aspettano gente pronta a muoversi. E noi cosa
facciamo? Pensiamo alla strada da riparare mentre
il mondo cerca queste professionalità!
Noi dobbiamo
imparare a riflettere, a guardare più avanti. Pensate
in maniera più profonda. Roberto Orvieto, parlandovi
del Bim, che non è un giocattolo, vi ha fatto capire
dove è arrivata la tecnologia. Concentratevi su questo futuro se volete lavorare, dimenticate il metro,
siamo in un’altra epoca. I vecchi
ingegneri come me che facevano i
calcoli di cementi armati sono tramontati. Io mi rifaccio sempre a un
concetto che ritengo importantissimo: la tecnologia non deve essere vista come un fine, qualcosa
a cui arrivare, ma è il mezzo che
sta creando il substrato del lavoro del futuro.
Cercate di guardare le cose in quest’ottica, e forse
troverete un modo per capire
cosa accade intorno a voi».
Block Notes n.8
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Martedì 5 aprile 2016
La sessione pomeridiana, moderata da Diego Pastorino, tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri di Savona, viene introdotta da Nicola Berlen, vice presidente dell’ordine savonese, che rimane sul tema
dei dati e del loro controllo, già affrontato in mattinata e argomento del pomeriggio. In particolare
Berlen parla del problema della trasmissione dei
dati finalizzata alla sicurezza delle persone in tutte occasioni di “socialità”.
E cita due esempi significativi: per primo quello dei
recenti attentati terroristici in Francia, dove alcuni
attentatori erano stati fermati dalle forze dell’ordine prima di entrare in azione e la segnalazione della
loro presenza non era stata inserita in un circuito che
avrebbe potuto far scattare in tempo l’allarme e farli
catturare o quanto meno bloccare la loro azione.
L’altro esempio è calato più sul territorio e riguarda
la gestione della presenza dei turisti che scendono dalle navi Costa che fanno sosta o che partono
dal Terminal crociere di Savona. In questo caso un
apposito sistema della Compagnia, riesce a gestire
in modo appropriato il flusso delle entrate e delle
uscite dei passeggeri dalle navi e quindi a far sapere
all’equipaggio se qualcuno che è sceso in gita non
è rientrato o se ci sono persone in più rispetto al
previsto.
Questo dimostra che dove c’è capacità di raccogliere, trattare, elaborare, e trasmettere i dati - conclude Berlen - c’è maggiore sicurezza per i cittadini.
Dove invece si aprono falle nel sistema di sicurezza
gli esiti possono essere anche disastrosi.
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Nicola Berlen,
vice Presidente
dell’Ordine degli
Ingegneri savonese
e, sotto, un’immagine
della sala
AUGUSTO FEDRIANI, COSTA CROCIERE
Business Continuity & Disaster Recovery shore side
model
Augusto Fedriani, responsabile del Disaster Recover e della Business Continuity (BC) informatica di
Costa Crociere, prende la parola per ricordare come
un’azienda di grosse dimensioni affronta le problematiche di continuità operativa a tutela dei propri
dati e del proprio business.
«In Costa Crociere da 8 anni - dice - ho visto nascere
il concetto di Business Continuity/DR in azienda. Business Continuity Management è un processo strategico e tattico che permette a un’organizzazione di avere
una risposta a qualunque avvenimento e interruzione
del business che può avere impatto sui processi aziendali. Disaster Recovery è l’insieme di processi e tecnologie atti a ripristinare sistemi, dati e infrastrutture
necessarie all’erogazione di servizi “core business” a
fronte di gravi emergenze (disastri). Gli obiettivi? Limitare le perdite dovute a riduzione di revenue o ad altri
costi; minimizzare l’interruzione di Processi Business
Critical; soddisfare i requisiti imposti da obblighi di
compliance; evitare di compromettere la reputazione
e la solidità dell’azienda; definire processi semplificati
di decisione e azione per fronteggiare una situazione
14/
Block Notes n.8
Augusto Fedriani al tavolo con il moderatore Diego
Pastorino. Ingegnere meccanico, indirizzo gestionale,
in Costa Crociere dal 2007, oggi è Disaster Recovery &
Business Continuity Manager e Member of IT Security
Group - Cyber Security per Costa Group. In precedenza
ha lavorato come Chief Technology Officier, Solution
Architect & Program Manager per OMEGA Spa di Milano;
responsabile dei sistemi Microsoft in un progetto Vodafone
N.V.; progettista e Project Manager per la Electro Service
Srl di Savona. Inoltre è stato istruttore in corsi ufficiali
Micosoft e responsabile di numerosi progetti sempre
nell’ambito dell’implementazione e gestione di sistemi di
Disaster Recovery.
Martedì 5 aprile 2016
imprevista; preservare le business operations e “sopravvivere” in caso di possibili failures; prevedere un
ritorno “controllato” alla normale operatività».
Gli eventi disastrosi possono essere di qualunque
tipo: alluvioni, guasti tecnici, atti terroristici, e possono limitare in parte o in tutto alcuni processi aziendali. Per Costa Crociere, con 25 navi in navigazione
e 27 mila dipendenti in tutto il mondo, è imprescindibile lo sviluppo di piani di reazione per non interrompere il business a fronte di un qualunque evento
esterno. La BC deve garantire la sopravvivenza vera
e propria dell’azienda in caso di emergenza.
«Si tratta di un’esigenza - spiega Fedriani - che conosciamo bene e che vogliamo interpretare in modo rigoroso. Non possiamo permetterci interruzioni di servizio
o perdite di dati. Abbiamo aderito al “Business Continuity Program” di Carnival e dal 2007 stiamo implementando questo disegno, partendo dagli standard ISO fino
a mettere in piedi una BC globale. Sono qui oggi perché mi occupo di BC dal punto di vista dell’Information
technology, che è soltanto un tassello della BC globale,
perché quest’ultima deve anche considerare una serie
di altri aspetti come quelli legati al personale, alle infrastrutture, agli assets sia interni che esterni, come ad
esempio i fornitori. BC e Disaster recovery non sono
un lusso ma un processo tattico e strategico che va
perseguito al massimo delle proprie capacità tecniche e finanziarie. Ogni manager dovrebbe partire da
questo presupposto. Non è sufficiente definire un piano teorico, serve pianificare esercitazioni periodiche e
un costante aggiornamento dei documenti. A fronte di
un qualsiasi evento devo sapere quali attività svolgere
e qual è il costo di un processo degradato, oltre a valutare per quanto tempo l’azienda può rimanere senza
uno specifico servizio. I dati fanno parte del patrimonio
dell’azienda, per questo Costa Crociere li ha replicati in
due siti geograficamente distinti e sempre attivi: in caso
di inaccessibilità della sede di Genova siamo in grado
di spostare immediatamente 120 dipendenti a Milano,
con altrettante postazioni sempre disponibili collocate
all’interno di un bunker. Il tutto con il coordinamento
di una catena di co- mando ben organizzata. Il BC Coordinator può anche convocare i massimi dirigenti di
un’azienda e attivare tutte le risorse necessarie».
FEDERICO SILVESTRO,
UNIVERSITÀ DI GENOVA
Gestione intelligente dell’energia
e dell’efficienza a bordo e a terra
Federico Silvestro, docente del corso di Ingegneria
elettrica dell’Università di Genova, chiarisce subito il
rapporto tra efficienza e risparmio energetico. Alla
base di entrambi dev’esserci la presa di coscienza da
parte dell’utente su come funziona un impianto: «Efficienza energetica – spiega - significa fare le stesse cose
con meno energia. Questo è possibile attraverso tutti
quei driver tecnologici che oggi possono essere utilizzati - interventi sui macchinari o più banalmente sosti-
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Federico Silvestro, 43 anni, è professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Telecomunicazioni
Ingegneria e Architettura Navale (DITEN) dell’Università di Genova.
Si interessa di generazione distribuita, SmartGrids, modellistica
delle MicroGrid e impianti elettrici di bordo, accumulo elettrochimico, risparmio energetico, e applicazione dell’intelligenza
artificiale ai sistemi elettrici. Ha partecipato a diversi pro- getti di
ricerca nazionali e dell’Ue in collaborazione con industrie del settore. È autore di oltre 120 pubblicazioni scientifiche.
tuzione delle lampade con quelle di tecnologia migliore
- introducendo le best practices che possono portare
al risparmio dell’energia. Che al contrario dell’efficienza energetica lavora sul comportamento, sulla capacità
di conoscere i propri consumi e individuare dove ci sono
sacche di inefficienza, sprechi, e quindi dove intervenire; si tratta di fare sempre le stesse cose ma cambiando abitudini. Questa politica di efficienza e risparmio
energetico non può prescindere dalla conoscenza dei
consumi; perciò, l’avvento dell’Internet delle Cose (IoT,
Internet of Things – ndr), che si misura tangibilmente attraverso la possibilità di quantificare, registrare ed
avere a disposizione in maniera più o meno semplice
tutti i dati in tempo reale, è alla base di quella conoscenza che ci permette di prendere decisioni coscienti. I dati
ci fanno capire se i nostri impianti stanno funzionando
correttamente, se abbiamo sprechi e se dobbiamo intervenire per qualsiasi criticità». L’efficienza energetica
nasce dalla necessità di consumare meno energia a
parità di servizio offerto.
«Con l’Iot abbiamo più dati di quelli che sappiamo interpretare. Nella gestione di edifici ci sono sensori per
capire come ottenere lo stesso comfort risparmiando
energia. Nella logica normativa esistono policy per piani
di monitoraggio che permettono di definire cosa misurare, fare una fotografia dello stato, definire quali sensori
installare e poi fare un piano di manutenzione, che vale
per qualunque misuratore ed è un fattore da considerare
anche in termini di costi.
L’università, con Softeco, ha fatto un sito sperimentale,
che poi ha replicato. Il suo consumo annuo è di 20 Gwh.
Fatta una disamina per sito, con 20 cabine di media tensione, messa in atto la policy di efficientamento, il sistema, in tempo reale, ha per- messo di valutare in RT i
consumi dei 20 siti dell’università, che non sono diminuiti
Block Notes n.8
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di moltissimo, ma quelli notturni in passato erano doppi
di quelli diurni: oggi sono un quinto.
Anche sulle navi si cerca l’efficienza energetica, perché
i consumi di carburante incidono sui costi. Con Costa
Crociere abbiamo studiato l’energetica a bordo: la propulsione è importante, ma lo sono pure condizionamento
e illuminazione. Anche una nave è un edificio: su Costa
Serena si è cercato di capire i consumi nelle singole
funzioni d’uso, perché il bilancio elettrico teorico era diverso da quello misurato. Fatta una serie di acquisizioni
via scala, e modellata la rete elettrica, che ha potenza
maggiore di una cittadina, abbiamo scoperto che esistono grossi picchi, soprattutto in fase di entrata in porto.
Si è capito che si possono ridurre del 5% i consumi di
carburante. L’efficienza energetica deve essere sempre
conosciuta insomma, e il monitoraggio è ineludibile»
FABIO TAMPALINI, APM TERMINALS
Automazione avanzata nel nuovo terminale
Per Fabio Tampalini, Technology Integration Manager
di Apm Terminals, Vado sta diventando uno snodo fondamentale nella logistica dei container, che possono
essere ospitati a diverse migliaia su una nave. Quindi
la loro corretta e veloce movimentazione sui piazzali a
terra è assolutamente fondamentale per garantire la
massima operatività.
Il porto di Vado ha ampi spazi e facilità di accesso.
Quando nel piazzale c’è poco spazio e quindi una ridotta capacità di stoccaggio, è necessaria una grande
automazione: l’informatizzazione è in grado di supportare le esigenze di smistamento.
«Il sistema che proponiamo – informa Tampalini - non
è fatto solo da 18 gru e 20 mezzi, ma da un complesso
ingrato che punta a un sistema logistico in cui interagiscono il trasporto su rotaia e quello su strada.
Il mondo portuale ha sempre usato macchine che operavano in modo indipendente, limitandosi a spostare un
container e ad appoggiarlo sulla banchina. È necessario
invece che il contenitore sia movimentato adeguatamente e collocato verso l’esterno. Inoltre, entro una certa ora
deve essere in un certo punto. E non mi interessa chi lo
fa e come. Ma deve essere fatto perché il servizio funzioni. Questo è un approccio task oriented.
Le specifiche di interfacciamento inoltre devono essere
semplificate. Quindi avrò agenti che collaborano tra loro
e il reciproco scambio di informazioni deve essere il più
possibile rapido e semplificato. Quando si parla di automazione bisogna capirsi su qual è il livello che intendiamo e come lo intendiamo, perché in questo settore si
va dalle operazioni manuali al processo completamente automatizzato, c’è una grande varietà di operazioni.
L’automazione va ad interagire sopra i sistemi meccanici, controllandoli senza operatori umani.
E un sistema automatizzato non è necessariamente integrato. I processi e metodi di scambio dati devono essere usati in modo che risultino molto efficaci».
16/
Block Notes n.8
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
General Manager, Technology Integration Manager presso
APM Terminals (gruppo Maersk) di Savona, Fabio Tampalini
è ingegnere elettronico e nel 2007 ha ottenuto il dottorato
di ricerca presso l’Università di Brescia con una tesi sui
robot autonomi. Ha lavorato presso diverse aziende e ha
realizzato progetti europei.
PAOLO FERRERO
CAPITANERIA DI PORTO SAVONA
L’interoperabilità dei sistemi Port management information system (Pmis) e SafeSeaNet a tutela dell’ambiente
Il dibattito prosegue con l’intervento del Capitano
di Fregata Paolo Ferrero. Presentando i sistemi
informatici utilizzati per il monitoraggio delle navi,
Ferrero spiega come le Capitanerie tutelino la sicurezza in mare facendo leva sulle nuove tecnologie.
«Dopo il naufragio della petroliera maltese “Erika”,
nel 1999 - spiega - l’Europa e gli Stati membri hanno
adottato un sistema comunitario di monitoraggio e informazione del traffico navale per prevenire situazioni
potenzialmente pericolose e per ottimizzare la risposta delle autorità in caso di incidente.
Questo monitoraggio è un processo delicato e dal
Centro di controllo il personale
della Capitaneria vigila costantemente sul movimento delle imbarcazioni.
Non ci sostituiamo al comandante di una nave, ma interpretiamo i dati che ci arrivano e sulla scorta di queste informazioni
supportiamo le
decisioni prese
Ferrero
dal personale di
È fondamentale un
bordo. Da alcupersonale specializzato,
ne settimane a
Savona stiamo
com’è ad esempio
utilizzando Sal’ingegnere dell’ICT,
feSeaNet (SSN),
una piattaforma
che abbia competenze
di fondamentale
anche digitali
importanza nelle attività di con-
“
“
Martedì 5 aprile 2016
Paolo Ferrero, Capitano di Fregata, responsabile del Centro
di controllo del traffico marittimo della Capitaneria di Porto
di Savona
trollo. L’interoperabilità, perfezionata recentemente,
tra SSN e l’applicativo Port Management Information
System (PMIS), consente la generazione automatica
di informazioni - relative alla posizione delle navi e
al carico trasportato - che vengono continuamente
inviate sia al Comando generale di Roma delle Capitanerie di Porto, sia all’Agenzia europea per la sicurezza della navigazione. Oggi, grazie a questo approccio preventivo consentito dalla combinazione tra
Vessel Traffic Service (VTS), PMIS e SSN, abbiamo
una riduzione degli incidenti in mare stimata intorno
al 20% ed un netto miglioramento della risposta dei
dispositivi preposti ad affrontare le emergenze.
Il sistema è basato su un database distribuito, gestito
e fruibile via web.
I dati di SSN non devono essere trasferiti, copiati o duplicati: la piattaforma tiene traccia
della loro localizzazione attraverso un indice centrale,
li estrae da dove sono archiviati e li presenta all’autorità richiedente. Per consentire la condivisione dei
dati più svariati, ogni soggetto coinvolto alimenta il
database, secondo la propria mansione e competenza, con specifici livelli di accesso. Stiamo parlando di
un sistema con un altissimo livello di sicurezza nelle
comunicazioni. Il supporto di applicativi tecnologici,
comunque, non riduce l’importanza degli operatori.
Per questo è fondamentale un personale specializzato, com’è ad esempio l’ingegnere dell’ICT, che abbia
competenze anche digitali».
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
“
cui ha proposto
una definizioVarna
ne: «Una piatI porti sono strutture
taforma informativa per lo
complesse dove società
scambio di ine fornitori di servizi agiscono
formazioni intelligente e sitalvolta in competizione
curo. Possiamo
talvolta in modo
facilmente immaginare infatti
complementare
quanto sia elevato il numero
di informazioni, di origini differenti, necessarie per lo
svolgimento delle attività di questo, come di qualsiasi
porto».
Quindi ha illustrato nel dettaglio le varie piattaforme logistiche e informative pubbliche e private,
come sono finalizzate, gli operatori di riferimento
e ha disegnato una possibile prospettiva di integrazione e sviluppo operativo, citando il PCS; il sistema
informativo dell’Agenzia delle Dogane AIDA; quello
dell’autorità marittima PMIS; la Piattaforma Logistica Nazionale; il sistema TRAMAR dell’Istat; la
tratta di Sistemi di Operatori ubicati presso le aree
logistiche di Savona-Vado...
«I porti sono strutture complesse - ha detto fra l’altro
- dove società e fornitori di servizi agiscono, talvolta in
competizione, talvolta in modo complementare, e dove
è necessaria una visione sistemica su scale diverse:
all’interno del porto, tra i porti e gli altri nodi della rete
di trasporto, tra porti e la rete infrastrutturale di inoltro delle merci. L’assenza di questa visione costituisce
un limite all’adozione di soluzioni tecnologiche a supporto del processo decisionale. Un altro limite importante sta nella mancanza di informazioni e documentazioni necessarie e costituisce la principale causa dei
ritardi che si registrano nella spedizione delle merci,
nella movimentazione delle navi e nella gestione dei
“
Martedì 5 aprile 2016
ROSSANA VARNA
AUTORITÀ PORTUALE SAVONA
PCS, l’ITC al servizio della logistica integrata
Sui sistemi ICT che governano le operazioni, e non
solo, negli ambiti portuali, ha svolto un puntuale intervento tecnico
anche Rossana
Varna, Coordinatore del settore telematica e del sistema di
gestione
dell’Autorità Portuale di
Savona la quale,
attraverso
il
commento a una
carrellata di immagini, è partita
dai “cambiamenti” e dai progetti dell’Authority savonese per arrivare ai Port Community System, di
Block Notes n.8
/1 7
Martedì 5 aprile 2016
Rossana Varna è Dirigente Settore Telematica e Sistema di
Gestione dell’Autorità Portuale di Savona e rappresentante della Direzione per il Sistema di Gestione della Qualità e
dell’Ambiente.
magazzini.
Per raggiungere obiettivi di efficienza nella gestione della supply chain, un contributo fondamentale è sicuramente dato dall’informatizzazione e
dall’utilizzo delle nuove tecnologie ICT. Solo attraverso
l’applicazione spinta delle tecnologie informatiche è
infatti possibile gestire banche dati complesse, automatizzare gli scambi delle informazioni a supporto
delle procedure e dei modelli di business tra tutti gli
operatori della catena logistica, così come intervenire
con azioni di cyber security, di automazione e di introduzione di sistemi di simulazione.
In particolare i Port Community Systems nel settore
portuale, come dimostrano le esperienze dei grandi
porti europei, dove sono state adottate piattaforme
software di collaborazione, consentono agli operatori della catena logistica di condividere dati ed informazioni e collaborare nella gestione delle attività
di filiera. In questi porti sono fortemente apprezzati i
vantaggi derivanti dall’introduzione di procedure semplificate, dall’informatizzazione delle pratiche, e dalla
rapidità con cui le informazioni sono condivise e disponibili». Quindi ha spiegato come, in concreto, il
Porto di Savona stia spingendo in maniera decisa
verso il digitale, per raggiungere gli obiettivi descritti prima.
MASSIMO GIARDA
SARPOM SRL (ESSO ITALIA)
Tecnologia avanzata e integrata
Particolarmente di attualità l’intervento di Massimo Giarda, della raffineria Sarpom Srl, gruppo
Esso Italiana, che fa un punto sulla gestione degli
impianti, sul sistema di monitoraggio e identificazione di anomalie durante il ciclo produttivo, sulla
gestione degli allarmi, sul monitoraggio dei serbatoi e sullo stato della ricerca e dell’impiego della
tecnologia in particolare per quanto riguarda la si18/
Block Notes n.8
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
curezza. «Sempre più spesso - spiega - gli impianti
operativi sono gestiti da remoto, attraverso un sistema
di controllo digitale che connette la strumentazione
di campo (sensori, trasmettitori, valvole) ad una Sala
Controllo centrale.
Una figura altamente specializzata, l’addetto alla Sala Controllo, si interfaccia con gli
impianti attraverso monitor che consentono di impartire comandi e monitorare le operazioni in tempo
reale, con l’obiettivo di traguardare operazioni sicure
e affidabili e ottimizzare le variabili operative.
Un’attività importante e delicata, dato l’elevato numero di
segnali da gestire e la complessità delle operazioni da
svolgere. Ma la tecnologia offre un valido contributo
attraverso software dedicati».
Per quanto riguarda la gestione degli allarmi, le
principali variabili operative (temperature, flussi di
massa, pressioni, ecc.) «hanno un intervallo di conduzione ottimale: nel caso ci si avvicini ai limiti delle
normali condizioni operative, un Sistema di allarme avvisa l’addetto alla Sala Controllo. L’efficienza del sistema degli allarmi? Viene costantemente monitorata attraverso rapporti statistici automatici. Il monitoraggio
delle anomalie ha come scopo ultimo, naturalmente,
anticipare e migliorare l’intervento umano attraverso
l’identificazione in tempo reale di eventuali problematiche semplici o complesse, e ridurre gli impatti sulle
“
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
unità produttive».
Giarda
Nella rete degli
oleodotti
L’eccellenza operativa
Sarpom, conè il risultato della
tinua Giarda,
lo Smart Alarcombinazione tra
ming è affidato
l’impiego delle
al monitoragnuove tecnologie
gio del Mass
Balance:
un
e il fattore umano
confronto tra
segnali a centinaia di Km di
distanza l’uno dall’altro che avvisa in tempo reale
sulla presenza di potenziali anomalie attraverso notifiche e-mail, mobile connectivity, e consente analisi eseguite su Ipad.
«Sarpom - sono le conclusioni - continua a introdurre nuove tecnologie per il costante miglioramento
della sicurezza e affidabilità delle operazioni. In particolare, nel campo dell’identificazione e della gestione
anticipata di potenziali eventi anomali. Gli investimenti
nella ricerca e nello sviluppo di software sempre più
sofisticati, nella loro installazione e implementazione, sono accompagnati da un programma di continua
formazione e specializzazione del personale. L’eccellenza operativa è infatti il risultato della combinazione
tra l’impiego delle nuove tecnologie e il fattore umano:
innovazione e competenza/esperienza degli operatori
fanno la differenza».
clienti locali, siamo stati costretti a spostare i nostri
orizzonti aziendali nel resto d’Italia e all’estero. Senza
internet ma con la classica valigia in mano, l’azienda si
è così affacciata in Spagna e in Francia, dove proprio in
quel momento si stavano ponendo le basi di quello che
oggi è il principale polo aero-spaziale europeo.
In questo modo MetodiE, dagli anni 2000, si è affermata nel mondo dei servizi di ingegneria come fornitore
qualificato per l’aerospaziale, l’aeronautica e l’automotive. Abbiamo continuato poi il processo di ampliamento delle attività con l’ingresso nel settore ferroviario, in diversi
programmi
Ghilino
internazionali,
toccando anCosì abbiamo superato
che settori di
la crisi degli anni ‘90
nicchia come
cambiando progetti e
quello della fisica delle parmercati: oggi da Loano
ticelle».
lavoriamo per l’industria
Dopo la presentazione
aerospaziale
della storia e
“
“
Martedì 5 aprile 2016
“
NICOLETTA GHILINO
E ANDREA PASTORINO,
METODI ENGINEERING
Storia di un’internazionalizzazione sottovoce
Dalla riviera savonese alle stazioni spaziali del futuro: Nicoletta Ghilino e Andrea Pastorino raccontano l’exploit “silenzioso” di Metodi Engineering, una
realtà di Loano - poco conosciuta ai non “addetti ai
lavori” - che grazie allo sviluppo di progetti all’avanguardia nei campi aerospaziale, aeronautico, automotive e ferroviario è arrivata ad annoverare tra i
propri clienti aziende ed enti di dominio internazionale.
«Metodi Engineering – introduce Ghilino, amministratrice dell’azienda – è nata trent’anni fa, più
precisamente nel 1985, dalla volontà di fare impresa
credendo nelle nuove tecnologie che in quel periodo
arrivavano dagli Stati Uniti. Il nostro percorso è iniziato
sul territorio, a braccetto con aziende simbolo dell’industria ligure: Rinaldo Piaggio, Italsider, Ansaldo... Il
core business di quegli anni era legato alla progettazione di attrezzature e macchine e a servizi di topografia per clienti come Enel, Sip, Autostrade.
Con la crisi dei primi anni Novanta e le difficoltà dei
Nicoletta Ghilino, 31 anni, musicista, è laureata
in Giurisprudenza è amministratrice di Metodi
Engineering.
Andrea Pastorino, 38, si è laureato nel 2005
in Ingegneria meccanica a Genova e dallo stesso anno è
iscritto all’Ordine professionale. È il responsabile tecnico
della società.
Metodi Engineering, fondata a Loano 31 anni fa, si è
consolidata nel mondo dei servizi di ingegneria come
fornitore qualificato per l’aerospaziale, l’aeronautica e
l’automotive. È passata da studio tecnico esterno di Piaggio
Aero a società di ingegneria certificata dai protagonisti del
settore italiani ed esteri come Thales e Boeing. Con un
fatturato di quasi 2 milioni di euro, conta, complessivamente,
una ventina di dipendenti. In “cantiere” progetti di portata
internazionale: dalle macchine per il collaudo dei pantografi
ferroviari allo sviluppo di Ariane 6, il nuovo razzo dell’Agenzia
Spaziale Europea che sarà lanciato in orbita nel 2020.
Block Notes n.8
/1 9
Martedì 5 aprile 2016
delle attività dell’azienda, Andrea Pastorino, ingegnere meccanico e responsabile tecnico di MetodiE,
illustra nel dettaglio, con il supporto della proiezioni
di slide, alcuni lavori di prossima realizzazione. «Ci
presentiamo oggi - racconta - come realtà sconosciuta e provinciale; facciamo ingegneria industriale, un
ambito certamente non alla ribalta nel savonese, dove
si parla principalmente di terzo settore, civile e ambiente.
Nondimeno, stiamo ragionando su diversi progetti particolari e di livello elevato con grossi clienti internazionali. Uno di questi è la multinazionale Thales
Alenia Space».
Pastorino mostra quindi le immagini
di alcune realizzazioni progettuali e costruttive dedicate allo spazio: attrezzature, pannelli e macchine assemblate per gli strumenti ad alta tecnologia,
come ad esempio i satelliti, destinati ad entrare in
orbita.
«Ci sono lavori - aggiunge - che stiamo acquisendo
indirettamente e che riguardano lo sviluppo di Aria-
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
ne 6, il nuovo vettore dell’Agenzia Spaziale Europea. Il
primo lancio è previsto nel 2020. Faremo attrezzature
legate alla produzione di questi razzi e verremo coinvolti anche a Kourou, nel Centro spaziale della Guyana
francese, il principale centro di lancio europeo di missili spaziali, dove verranno assemblati.
Un’altra progettazione importante e di respiro internazionale - il cliente diretto è stato Finmeccanica, ma
con una forte componente statunitense - riguarda le
piattaforme utilizzate nei cantieri dagli operatori per
accedere ai velivoli e perfezionare l’assemblaggio finale. Negli anni scorsi abbiamo anche lavorato sul
Banco dinamico per il collaudo dei pantografi ferroviari ad alta velocità.
Si tratta di una macchina particolarmente complessa, capace tra l’altro di riprodurre molti dati, come ad
esempio quelli climatici. Sarà presentata a settembre
a Berlino: al momento non possiamo divulgare molto
di più, essendo vincolati alla riservatezza dai clienti».
Uno scorcio della moderna sala attrezzata del Terminal traghetti di Savona durante la giornata di martedì 5 aprile, il giorno
di apertura dei lavori di Red 2006, quattro giorni di dibattiti e incontri che hanno visto protagonista l’ingegneria ligure e
italiana su diversi temi, primo fra tutti il rilancio del territorio attraverso la tecnologia applicata al turismo
20/
Block Notes n.8
Mercoledì 6 aprile 2016
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
Il turismo è una risorsa preziosa per l’Italia che è caratterizzata da una varietà di opere d’arte, gastronomia e
paesaggi unica al mondo. La Riviera Ligure può vantare una lunga tradizione nello sviluppo delle tecnologie per
il turismo: dai cantieri dove vengono costruiti yacht e navi da diporto alle società Hi-Tech che realizzano portali e
applicazioni per il turismo, alle Università dove si studiano e sperimentano nuove tecnologie.
Dal confronto con i protagonisti dell’innovazione turistica, dall’analisi delle forme di incentivo e delle tecnologie
disponibili, sarà possibile individuare opportunità di investimento e soluzioni tecnologiche che possono supportare
lo sviluppo dell’economia locale e anche globale se integrate con modelli di sviluppo replicabili in Italia e nel
mondo.
NELLA SECONDA GIORNATA DI RED IL CONFRONTO SULLE PROPOSTE PER IL TERRITORIO
L’INGEGNERIA DEL TURISMO
DA SVILUPPARE CON LA REGIONE
“
Ricci
Negli ultimi decenni
è scomparso tutto ciò
che connotava l’economia
ligure, ma un futuro
diverso è possibile.
Ecco i nostri
due ingredienti
“
L
a seconda giornata di Red
si svolge nell’auditorium del
suggestivo complesso conventuale di Santa Caterina a Finale Ligure. Niente di meglio per
affrontare il tema della giornata,
che è appunto il turismo, o meglio
come si possa applicare l’ingegneria per rilanciare le attività turistiche di una regione (e per estensione di un Paese intero) creando
ricchezza attraverso la valorizzazione delle risorse e la creazione
di un circuito virtuoso che tenga
conto di un insieme di fattori “ingegneristici”.
Modera il dibattito, per tutta la
giornata, il giornalista Gianfranco
Sansalone. Introduce il presidente
dell’Ordine di Savona
«Potrebbe sembrare una provocazione - esordisce Fulvio Ricci
- parlare di ingegneria del turismo,
ma noi siamo convinti di potervi dimostrare la bontà e la fondatezza
delle nostre idee. Non è la prima
volta che trattiamo temi che non
rientrano nella definizione classica dell’ingegneria: lo abbiamo fatto
lo scorso anno al Campus universitario di Savona e lo abbiamo fatto
ieri al Terminal Crociere di Savona.
In entrambi i casi nonostante siano stati invitati tutti i Comuni della
provincia, non abbiamo visto alcun
politico. Forse perché ci snobbano,
o forse, come penso io, perché temono il potere delle idee. Oggi, per
la prima volta, riusciamo ad avere
un confronto pubblico con la politica che conta nel nostro territorio, e questo ci fa estremo piacere
perché dimostra un segno positivo
nella nostra idea di sviluppo del
territorio. È infatti nostro preciso
compito istituzionale dare pareri
alle pubbliche amministrazioni ed
anche fornire indicazioni sui temi
di nostra competenza per generare
sinergie atte al miglioramento economico e sociale.
E oggi abbiamo un interlocutore importante, un interlocutore potente,
che può veramente guidare la nave
nei mari dello sviluppo del territorio
e verso una ripresa economica vera.
Vogliamo rappresentare al Presidente della Regione, Giovanni Toti, quale sia il modo, che noi riteniamo corretto, per indirizzare un vero e sano
sviluppo del nostro bel territorio.
Abbiamo già apprezzato il modo con
cui la Regione ha dato seri ed importanti segnali sui temi dell’agenda digitale, delle risorse agricole, ed
altri ancora. Oggi però ci dobbiamo
confrontare sul tema più importante
per il territorio ligure: la sua valorizzazione.
Negli ultimi decenni abbiamo visto
la progressiva scomparsa di quello
che connotava l’economia ligure:
non esistono più o quasi attività industriali vere, le peculiarità agricole
famose nel mondo della piana ingauna sono sparite nel nulla, l’edilizia è in stallo. Questo è il panorama
passato e presente. Noi riteniamo
che il futuro possa essere diverso,
Block Notes n.8
/2 1
Mercoledì 6 aprile 2016
che, anche con il nostro aiuto, si
possano avere nuove prospettive di
sviluppo economico e sociale.
Per fare questo però servono due
ingredienti:
1. cambiare completamente mentalità nel modo di approcciare la
cosa pubblica e quindi fare ciò che
veramente serve al territorio;
2. valorizzare al massimo quello
che già abbiamo.
Oggi noi proporremo due strade: la
prima è un’idea del territorio per il
territorio e nasce dall’impulso di una
persona che nulla ha da condividere
con l’ingegneria ma che molto ha da
dare al territorio. Un’idea di come si
potrebbe valorizzare un piccolo tratto della nostra provincia.
L’altra è invece un aspetto più tecnico in cui mostreremo come l’ingegnere concepisce il concetto di turismo e come secondo noi si dovrebbe
sviluppare questo processo».
Dal depuratore modello
all’idea-sogno
di un parco e di
un progetto di vallata
La prima strada citata dl Presidente Ricci porta dritta alla storia
di un progetto complesso ma molto significativo che dimostra come
una situazione di svantaggio, se
affrontata con intelligenza e creatività, può diventare una carta
vincente nella sfida per la valorizzazione di un territorio e nella
creazione di occupazione: si parla
del depuratore di Borghetto Santo Spirito che, dopo un’iniziale situazione di disagio, è diventato un
punto di attrazione attorno al quale è stato costruito un progetto di
difesa dell’ambiente in cui proprio
l’impianto, con le sue caratteristiche tecnologiche, è il polo che ne
garantisce la credibilità.
E da qui la vicenda si è dipanata
fino a portare alla costruzione di
una serie di progetti che hanno
coinvolto l’intera provincia con un
unico filo conduttore: il turismo, la
Natura, l’accoglienza, lo star bene.
La vicenda va avanti da diverso
tempo e ha due protagonisti prin22/
Block Notes n.8
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
cipali, il prof. Mario Baucia, presidente di Servizi Ambientali Spa,
e Giuseppe Ozenda di Carpazio,
team leader titolare dello studio di
ingegneria e strategie per l’innovazione “Consulteam” di Savona.
Il moderatore li fa parlare nell’ordine.
«Sono presidente - racconta Baucia - da poco più di due anni della
Servizi Ambientali che presiede alla
depurazione dei reflui di 11 Comuni
del territorio da Borgio Verezzi a Ceriale ed entroterra.
In armonia con i sindaci dell’area
che va da Borgio Verezzi a Ceriale ed
entroterra, mi sono impegnato a rovesciare un’idea, una mentalità che
era diffusa nel territorio: e cioè che
ospitare un depuratore è una vergogna da nascondere e non invece un
vanto da esibire.
Così abbiamo fatto diventare il nostro impianto di Borghetto Santo
Spirito, per tecnologia, un’eccellenza nel panorama della depurazione nazionale, il processo produttivo è perfetto e l’acqua che finisce
in mare pulitissima. Lo scorso anno,
in aprile, gli abbiamo dedicato una
giornata di convegno a Loano: sono
venuti oltre 240 ingegneri, lo hanno
visitato e hanno imparato il funzionamento tecnologico. Intanto noi continuiamo a migliorarlo e in giugno
terremo una seconda giornata formativa per gli ingegneri del settore.
Per questo rivendichiamo con orgoglio gli eccellenti risultati che abbiamo ottenuto nel settore specifico e
anche nella protezione dell’ambiente marino. E allora, sempre in sintonia con i sindaci, ci siamo detti: dobbiamo far diventare l’intera vallata
un polo di eccellenza nella valorizzazione dell’ambiente. Non solo del
mare quindi, ma di tutto il territorio,
a patire da Capo Santo Spirito - dove
c’è un importante progetto per un
albergo a 5 stelle con tanto di parco
fruibile e giardini pubblici - passando per Toirano con il suo splendido
centro storico e le sue straordinarie
grotte fino al castello di Balestrino,
luogo del cuore del FAI, e fino al santuario Mariano. Una valorizzazione
puntando sulle svariate possibilità
offerte dal paesaggio, dalle specie
arboree, dalla produzione agroalimentare, dai percorsi naturalistici
all’outdoor in tutte le sue svariate
possibilità.
Il sito del depuratore si colloca quasi
al centro di questa valle e di questo
territorio, in gran parte appartenente
già a un SIC. Allora abbiamo pensato
che il primo passo di questo nostro
sogno, poteva essere un’idea-progetto da realizzare proprio nell’area
intorno all’impianto: ovvero costruire un parco. Così il 4 dicembre dello
scorso anno, nelle scuderie del Castello di Balestrino, in una bellissima
cornice anche di pubblico altamente
qualificato, assieme al FAI Liguria
abbiamo presentato il progetto preliminare. Ma non è tutto. Sempre con i
sindaci dell’intero territorio ed anche
con l’assessore regionale Stefano
Mai, ci siamo detti: ma perché fermarsi alla Val Varatella? Perché non
pensare di moltiplicare ed estendere
queste idee-sogno, trasformate in
idee-progetti, a tutta la rete sentieristica di Poggio Grande, perché non
tentare di trasformare questo meravigliose vallate che si legano fra loro
dolcemente e armoniosamente nella
Silicon Valley dell’Ambiente del Ponente?
Ne abbiamo parlato con il presidente dell’Ordine degli ingegneri di
Savona, Fulvio Ricci, il quale in poco
più di un mese ha mobilitato persone, intelligenze, e ora il lavoro è già
in corso».
“Un’idea di territorio”
lancia un piano
strategico
per tutta la provincia
“Un’idea di territorio” è quella sviluppata e illustrata subito dopo da
Giuseppe Antonio Ozenda di Carpasio, titolare dello studio di ingegneria e strategie per l’innovazione
“Consulteam” di Savona, che spiega come il progetto del depuratore
di Borghetto Santo Spirito abbia
dato il via a un processo virtuoso
per il rilancio dell’intera provincia,
a partire da “Savona Domani”, un
Mercoledì 6 aprile 2016
piano strategico di area vasta con il coinvolgimento di Università, operatori culturali, imprenditori, enti
pubblici, popolazione.
«La provincia di Savona - dice e tra l’altro Ozenda di
Carpasio - conta 69 Comuni, si estende per 1.544 kmq,
ha 287 mila abitanti di cui 62.500 concentrati nel capoluogo. Il progetto di evoluzione di tutta la zona parte
dall’ideazione di un sistema di attività congruenti con le
risorse del territorio, identificando nuove opportunità
per garantire il benessere della comunità.
Come costruirlo? Puntando sui concetti portanti della
buona qualità della vita, dell’armonia con se stessi,
con l’ambiente e gli altri esseri viventi, dove il primo
vuol dire salute, interazioni sociali efficaci e integrazione nel territorio.
Da qui la costruzione di un modello di trasformazione
territoriale interpretando le variabili come fattori competitivi per esaltare le caratteristiche geomorfologiche,
valorizzare l’identità socio-culturale in un corretto rapporto uomo-natura e in una visione di sistema territoriale nell’intera provincia».
Ed ecco l’elaborazione di una serie di progetti che
si basano su nuove attività «ad alto contenuto intellettuale, basso impatto ambientale e alta redditività». Fra questi il “Progetto Quadrifoglio”, basato su
agricoltura, energia, salute e identità; la creazione di
un “Distretto della Naturalità” (fra Cuneo, Savona e
Imperia) con la creazione di un Centro di Educazione
alla Naturalità in Savona e provincia, ovvero uno spazio di ricerca e attività per il corretto rapporto UomoNatura; il progetto “Dagli Appennini alle onde”, cioè
natura e salute tra le colline e il mare.
«Il turismo - è il concetto base - è l’esito di un processo
di libero spostamento temporaneo di persone attivato
da un sistema di motivazioni e sostenuto da un sistema
di accoglienza». Per questo si punta su alcuni must
come l’EcoFitness, ovvero attività motorie non agonistiche all’aperto e l’enogastronomia come concetto
di corretta nutrizione nell’ambito di un percorso più
ampio dedicato alla salute, ovvero «spazio per attività
in terra e in mare mirate al conseguimento o al recupero di una buona forma psico-fisica della persona a qua-
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
lunque età con assistenza sanitaria».
I progetti sono stati presentati alla Regione, agli Enti
locali e agli altri soggetti che operano sul territorio,
dai quali si attendono interventi concreti per la loro
realizzazione.
ROBERTO FORMATO, RICERCATORE CNR
L’ingegneria dell’informazione
L’argomento della giornata entra nel vivo con l’intervento di Roberto Formato, ingegnere e ricercatore
del Cnr, che affronta, in un dettagliato intervento, ricco di dati, il tema portante di Red: possono gli ingegneri, e come, avere un ruolo nello sviluppo del turismo contribuendo a rilanciare il territorio grazie
alle loro competenze tecniche che in questo caso
vengono applicate a un settore che incrocia diverse
discipline che appaiono ben lontane dalle competenze ingegneristiche?
Portato esordisce, nell’ambito delle ragioni dell’integrazione tra ingegneria e turismo, esaminando lo
scenario di riferimento riguardo alla rilevanza e alle
macro-tendenze del turismo e la specificità di quello
ligure, con le possibili applicazioni dell’ingegneria del
turismo al contesto della regione. Da qui i cambiamenti del settore dovuti all’affermazione del web, alla
crescita dei collegamenti aerei, al fai-da-te e ai nuovi
strumenti a disposizione dell’utente.
«Da turismo delle destinazioni - lo definisce - a quello
delle motivazioni. Per attrarre la domanda è necessario sviluppare prodotti capaci di soddisfare queste motivazioni, come avviene in altri settori. Ma un prodotto turistico è un “sistema” molto più complesso di un servizio
o un prodotto industriale, perché si sviluppa su quattro
linee: è multi-attore, multi-livello, multi-competenze,
multi-finanza. E qui emerge l’opportunità di applicare i
metodi dell’ingegneria, intrinsecamente legati alla gestione della complessità, per favorire lo sviluppo delle
destinazioni turistiche».
L’ingegneria, dice Trovato, è l’applicazione della
scienza alla vita dell’uomo, ma il turismo è rilevante
per la vita dell’uomo? Gli ultimi dati, riferiti al 2015,
riferiscono una ripresa media annua, con una cresciBlock Notes n.8
/2 3
Mercoledì 6 aprile 2016
ta del 4-5% e rilevanti cadute economiche per
un Pil turistico pari a 4,8 miliardi di euro. La
permanenza media dei turisti in Liguria, continua Trovato, nel 2015 è calata di circa 2 notti
dal 1990, e l’incidenza del turismo straniero è
assai ridotta. Il tasso di crescita medio annuo
vede gli italiani al -2,1%, gli stranieri all’1,4%
per un totale del -1,4%. Fra gli altri “prodotti”,
in primo piano troviamo crocierismo, diportismo, cultura e natura/outdoor.
Nel 2015 Savona risulta al quarto posto in
Italia per traffico crocieristico, mentre la Liguria è la prima regione d’Italia sia per unità
da diporto sia per posti barca. Inoltre sono
da citare i siti Unesco di Genova, delle Cinque
Terre, 21 borghi, 15 bandiere arancioni, 190 musei civici, ecclesiastici, privati, risorse naturalistiche, il 69%
di superficie boschiva regionale, la più alta in Italia (e
il 12% del suo territorio è protetto). Su quale offerta
quindi intervenire attraverso l’innovazione? Considerando i plus crocierismo, diportismo e Acquario di
Genova, i minus che necessitano interventi sono il
prodotto climatico-balneare stagnante, le seconde
case utilizzate per periodi sempre più brevi, la debole domanda internazionale, lo scarso sviluppo di
Esperto in programmazione e gestione dello sviluppo turistico,
Roberto Formato è ingegnere delle Tecnologie Industriali
ad Indirizzo Economico-Organizzativo (Politecnico di Milano,
1990), Master of Science in Tourism Planning and Development
University of Surrey di Guildford, 1995) ed Executive Master in
Public Management (Herthie School of Governance di Berlino,
2012).
Professore a contratto in Organizzazione Aziendale al
Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni
dell’Università Federico II di Napoli, è assegnista di ricerca
presso il CNR-IRISS (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi
per lo Sviluppo) sui temi della governance e dello sviluppo
territoriale. Docente di Strategic Marketing al Master Postlaurea rivolto a studenti internazionali dell’Istituto Europeo
del Design è anche valutatore indipendente di progetti per
l’Agenzia EASME (Executive Agency for Small and Mediumsized Enterprises) della Commissione Europea. Ha un’ampia
esperienza, a livello nazionale e internazionale, in direzione e
consulenza strategica di progetti complessi, con particolare
riferimento al settore pubblico e turistico-culturale.
24/
Block Notes n.8
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
offerte alternative (culturale, naturalistico/outdoor,
etc.). Da tenere presenti sono dunque la complessità
dell’offerta, del contesto e della domanda.
In quest’ultimo caso il declino del turismo climaticobalneare tradizionale deve portare alla personalizzazione del viaggio e all’offerta di nuove esperienze; per
far crescere del turismo giovanile è inevitabile puntare sulle tecnologie digitali; il turismo internazionale “colto” e anziano porta a un’offerta il più possibile adeguata e accessibile; la domanda di benessere
deve essere soddisfatta; è necessario trovare soluzioni ricettive alternative, e così via. «Il ruolo degli
ingegneri nella visione, progettazione e pianificazione risulta fondamentale, in quanto le loro competenze
ricoprono esattamente i settori abbracciati da Europa
2020 (Agenda Digitale, Smart City, Smart Grid e Industria 4.0), ovvero la capacità di innovazione. Nel contesto attuale lo sviluppo turistico presuppone una grande
capacità di visione, progettazione e pianificazione. L’ingegneria può aiutare l’innovazione ai diversi livelli del
sistema turistico, come “attrattore”, per la conoscenza e la fruibilità, e nella destinazione, per lo sviluppo
della filiera dei servizi turistici. La Regione? Svolge il
suo ruolo di governance e coordinamento».
Fra gli esempi citati di possibili interventi ingegneristici nel settore, l’uso della tecnologia per la ricer-
ca, il recupero e la trasformazione
di opere in risorse “attrattive” nel
campo dei Beni culturali, attraverso la digitalizzazione tridimensionale con 3D Laser Scanning, Mesh
Lab, acquisizione in 3D da campionamenti fotografici, modellazioni a
basso costo, l’uso di software per
la ricomposizione assistita di immagini (utilizzata per il restauro di
opere di Cimabue alla Basilicata di
San Francesco ad Assisi), Tecniche
di EO (Earth Observation) per l’archeologia.
E, ancora, tecnologie per la protezione, diagnostica e restauro di
opere attraverso software per la
previsione del degrado dei monumenti, lo sviluppo di prodotti
idrorepellenti per la protezione dei
beni culturali, polimeri sintetici per
la conservazione dei beni culturali
in legno, dispositivi a micro-onde
per il trattamento di agenti biodeteriogeni su manufatti artistici
e architettonici, tecnologie per il
restauro di beni culturali, tecniche
di pulitura laser, restauri digitali di
foto, stampe e filmati, tecnologie
diagnostiche, e così via.
Altri campi di applicazione dell’ingegneria a favore del turismo: la
realtà aumentata nei singoli siti
(come musei e strutture culturali)
e sul territorio (ricostruzioni storiche), applicazioni per non vedenti,
applicazione on-site e off-site per
la promozione e la comunicazione.
Riguardo la governance regionale (leadership, coordinamento e
sviluppo sistemi di gestione, conferenze decisionali e la prioritarizzazione degli investimenti), Formato ricorda come l’Ente pubblico
gestisca strumenti di finanziamento europeo che possono avere un forte impatto come Smart
Specialisation Strategy, Po Fesr
2014-2020, Psr Feasr 2014-2020.
Senza dimenticare programmi
nazionali come Pon e quelli a gestione diretta europea come Life,
Cosme, Horizon 2020, Creative
Europe, Alcotra Interreg, dotati di
diverse centinaia di milioni di euro
ognuno.
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
GIOVANNI TOTI,
PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA
Particolarmente atteso, dopo la
relazione dell’ing. Formato, l’intervento del Presidente della Regione
Liguria, Giovanni Toti, che apprezza l’invito a Red e il lavoro svolto
riguardo il settore del turismo.
Tori parte con un lungo esame
della difficile situazione internazionale, che per la Liguria, e in generale per l’Italia e la costa Nord
del Mediterraneo, dal punto di vista turistico può rappresentare
una chance. «È evidente – afferma
- che la chiusura dei mercati del
Sud del Mediterraneo, come Egitto, Turchia, Tunisia, che drenavano
milioni di presenze dal nostro Continente, e che purtroppo vivono una
situazione disastrosa per il mondo
intero, è diventata un’opportunità
per il mercato competitivo che va
dall’Italia, alla Francia, alla Spagna
e quindi alle coste dell’ex Jugoslavia, alla Croazia, che si spartiranno
nei prossimi mesi e temo nei prossimi anni, perché la crisi geopolitica non è così vicina a concludersi,
una serie di flussi di mercato che
andavano altrove. Occorre lavorare
perché restino in modo permanente sul nostro mercato e non vadano
a riposizionarsi nel resto del mondo.
Per far ripartire il turismo in Liguria servono però condizioni basilari. La ricerca che avete presentato
come Ingegneri è molto articolata, e dice anche queste cose; ed è
quello che stiamo già facendo e che
abbiamo fatto in questi nostri primi
otto mesi di governo. Punto primo:
per fare soggiorno e turismo in un
territorio bisogna poterci arrivare.
Quindi c’è il tema gigantesco delle
infrastrutture, e voi siete ingegneri
e sapete di cosa sto parlando».
E cita come prioritari il raddoppio della ferrovia verso la Francia;
i collegamenti veloci con Torino e
Milano, il Terzo Valico; i collegamenti ferroviari fra Genova e Milano e Torino in poco più di un’ora
sulle tratte già esistenti; il rilancio
dell’aeroporto di Genova; l’esperimento di metropolitana legge-
ra nelle Cinque Terre. Quindi, sul
fronte della comunicazione, il Festival di Sanremo, le varie campagne lanciate, compresa quella
pensata sfruttando le impalcature
dei lavori nel palazzo della Regione in piazza De Ferrari per proiettare i contenuti foto e video girate
dai turisti, e poi il lavoro con Liguria Digitale per rendere internet
un’opportunità aperta a tutti.
Infine la cultura, o meglio il bisogno di «cambiare profondamente
la mentalità e la cultura in questa
regione, imparando a considerare
il turismo un’industria, uno dei pilastri dello sviluppo dei prossimi 30-
“
“
Mercoledì 6 aprile 2016
Toti
La Liguria deve
cambiare mentalità
e cultura e imparare
a considerare il turismo
una vera industria
su cui investire
40 anni». Ma ci devono credere le
istituzioni e soprattutto gli operatori, dice Toti, ed è necessario che
ci sia una serie di condizioni affinché l’operazione riesca.
Fra queste un’adeguata formazione a livello locale e regionale
di personale specializzato, che si
collochi nel settore, la capacità
di «venderci sui grandi mercati internazionali, superando il frazionismo e il localismo che sono le cose
peggiori. Io non voglio parlare con
nessun sindaco e con nessuna Pro
Loco che viene a vendere il proprio
Comune alla Regione; noi abbiamo
bisogno di progetti integrati per la
vendita del nostro territorio. La Costa Azzurra viene venduta come Costa Azzurra, un marchio che va da
Montecarlo a Saint Tropez, un fronte
di 170-180 km con un entroterra importantissimo per i prodotti agroalimentari, la storia dell’arte, la cultuBlock Notes n.8
/2 5
Mercoledì 6 aprile 2016
ra. Noi dobbiamo imparare a vendere la Liguria come
una massa critica di territorio in un’ottica di sistema,
perché se non ci presentiamo così sui mercati internazionali, non faremo mai il volume per competere con le
Baleari, la Costa Azzurra con la Costa del Sole».
Però non deve crederci solo la Regione, sostiene Toti,
«ma anche la politica, anche le ex Province e le Aree
vaste, i singoli sindaci, i consorzi, ci deve credere la Liguria nel suo tessuto più profondo, le singole imprese, chi è chiamato a investire. La politica non produce
ricchezza ma crea le condizioni perché venga prodotta.
Sono le imprese che devono crederci, noi dobbiamo aiutarle e sostenerle. I nostri operatori che sono i balneari
che hanno il problema della Bolkestein ai quali dobbiamo dare un minimo di certezza, sono gli albergatori, i ristoratori, sono tutto quel che manca nel terziario avanzato per il servizio al turista. Dico banalità, ma va dal
noleggio della mountain bike nei parchi ai servizi a chi
fa parapendio, a chi vuole affittare una moto d’acqua per
scorrazzare sulla spiaggia…
Noi ci dobbiamo chiedere per quale ragione un ragazzo
prende un aereo Ryanair e vola da Amburgo a Ibiza per
due giorni di vacanza in qualsiasi mese dell’anno e non
viene invece in Liguria, perché un ragazzo di 30 anni con
un’alta potenzialità di spesa fa diverse vacanze sparpagliate in un Continente molto evoluto e sceglie altre
destinazioni e non viene qua. Ma perché non trova la nostra offerta competitiva! Perché si diverte a Barcellona,
Palma di Majorca, nella Costa Brava, nelle isole greche
e non da noi… Ma questa attrattività non la può creare il “pubblico”, il sindaco, l‘assessore o il presidente
della Regione. Devono crearla gli operatori che offrono le moto d’acqua o le bici nei parchi! È incredibile che
26/
Block Notes n.8
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
si arrivi in un paese della Liguria a giugno o addirittura
a luglio e si trovino i negozi chiusi nelle ore serali e non
invece aperti fino a mezzanotte-l’una! Non si può arrivare a marzo in località bellissime e trovare gli alberghi
che fino a metà maggio sono chiusi perché non conviene
aprire.
Ma perché succede questo? Perché nel mercato del turismo molto spesso ci sono proprietà già ammortizzate, e
i proprietari non hanno bisogno di grandi volumi di ricavi
perché il bene è stato pagato da generazioni, e quindi
si apre solo quando c’è la massimizzazione dell’utile in
un determinato periodo. Ma così non si va da nessuna
parte! Su questo, secondo me, il pubblico deve intervenire con una serie di accordi. Non è possibile che chi ha
licenze commerciali in certe zone non debba osservare
un minimo di regole legate ai servizi pubblici.
Bisogna assumere personale preparato che parli le lingue - però glielo dobbiamo dare noi questo personale e
su questo sì che abbiamo una responsabilità pubblica
- e ad esempio con Costa e MSC abbiamo aperto due
tavoli per parlare di assunzioni di personale altamente
specializzato e lo stesso stiamo facendo con altre grandi
Compagnie.
Oggi il lavoro che avete presentato è encomiabile, perché in questa ricerca date molte indicazioni. Ma poi
bisogna trasformare le indicazioni in volontà politica
di investire tempo, denaro e risorse. Quelle pubbliche
sono poche, perché bisogna decidere dove destinarle, io
credo però che il turismo sia uno dei campi cui dedicare il massimo sforzo, sia di intelligenza, sia di capacità
umane e di investimenti, perché è certamente l’unico
mercato che si possa sviluppare molto nei prossimi dieci anni su questo territorio».
Mercoledì 6 aprile 2016
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
Ricci: «Cambiare davvero cultura? Tutti gli eletti
in Regione siano nominati assessori al Turismo»
Toti: «In autunno gli Stati Generali del settore,
al tavolo anche gli Ingegneri con le loro idee»
cordo. Anche la nostra idea è creare
cultura e in queste quattro giornate è
quello che vogliamo fare. Lei ha detto
che ci ascolterà e questo rappresen-
“
Dopo le elezioni
di giugno, a Savona
istituiremo una cabina
di regia per individuare
un modello di sviluppo:
voi ingegneri avrete un
vostro rappresentante
“
ta per noi una premessa e un passo
avanti molto importante, anche perché ha esposto una strategia generale e una visione moderne e difficili
da attuare, e ci sentiamo di fare la
nostra parte. Però vogliamo lanciarle
un’altra provocazione oggi, parlando
di cultura, perché siamo convinti che
si vincerà questa sfida fino solo quando si affermerà una vera cultura del
territorio, ma che questa debba partire dall’alto, cioè da chi il territorio
lo gestisce e lo amministra, quando
i concetti che oggi tutti noi abbia-
“
“
U
n botta e risposta corretto,
collaborativo e soprattutto
proficuo, quello fra il presidente dell’Ordine degli Ingegneri
Fulvio Ricci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti,
dopo l’intervento di quest’ultimo
e l’invito del moderatore Gianfranco Sansalone a pronunciarsi
sull’ingegneria del turismo e sulla
richiesta di incontro più volte avanzata dalla Federazione degli Ordini degli Ingegneri Liguri dalla sua
elezione a Governatore, ma non
ancora raccolta. «Questo progetto
è molto interessate – ha risposto
Toti – e la mia volontà di dialogo è
dimostrata dal fatto che sono qui.
Del resto non posso incontrare tutti,
ho un’infinità di richieste, altrimenti
non potrei governare. Gli assessori
ci sono anche per questo». Quindi ha
annunciato che dopo l’insediamento del nuovo sindaco di Savona, a
giugno, chiunque sarà, la Regione
costituirà – tenendo un ruolo di riferimento - una “cabina di regia”,
alla quale partecipino tutti gli attori sociali, per individuare un modello di sviluppo in cui il turismo
avrà un posto di primo piano.
«In quell’occasione – ha aggiunto
– anche voi come Ordine designerete un delegato in grado di parlare
con le categorie e di confrontarsi con
gli assessori al turismo del Comune
e della Regione, con gli operatori di
sistema come Confcommercio, Confesercenti, associazioni Albergatori
e Balnerari, unione dei Sindaci della
provincia e tutti gli altri. Noi coordineremo: questo ritengo sia un
modo di fare squadra e sistema».
La risposta di Ricci: «Presidente,
noi la ringraziamo di essere qui, e apprezziamo il suo discorso sulla cultura, che ci trova completamente d’ac-
Siamo convinti che un
cambiamento di mentalità
debba partire dall’alto,
da chi governa, per arrivare
nel territorio.
Noi faremo sempre
la nostra parte
mo espresso saranno patrimonio di
tutte le persone che ci governano,
saranno cioè nel dna, nel sangue
dei consiglieri, degli assessori e del
presidente della Regione. Ed ecco la
provocazione: la vera cultura ci sarà
quando non esisterà più bisogno di
un assessore al Turismo, perché
ogni consigliere e ogni assessore
nelle sue funzioni penserà che lo
sviluppo della Liguria È il turismo,
e si comporterà di conseguenza. In
quel momento ogni albergatore, ogni
ristoratore, aprirà la sera anche se
non ci sarà nessuno, perché di conseguenza sarà cambiato il modo di
ragionare di tutti noi».
Giovanni Toti: «È vero, sono perfettamente d’accordo e in questo senso
questa è una giornata positiva che
oggi aiuta a creare e a diffondere
cultura. Secondo me far conoscere
questo vostro imponente lavoro crea
queste basi, e siccome gli ingegneri
sono portatori di capacità molto particolari e sofisticate, tutto ciò che può
venire in termini di progetti concreti
e che possiamo costruire insieme e
finanziare, bisogna farlo.
Voi certamente avete il now-how e
le capacità di sviluppo che possono
essere la base per una grande riunione che possiamo convocare dopo
la stagione, in ottobre-novembre,
assieme a tutti gli operatori e i player
del mercato, da Alitalia a Rfi, dagli
operatori di crociera alle associazioni di categoria, del commercio e del
turismo, dalle categorie professionali
agli enti parco - da Ventimiglia a Sarzana - con la Regione e i principali
consorzi di sindaci. Faremo gli Stati Generali del Turismo per dare
le linee di sviluppo, dove ognuno
prenderà i suoi impegni, la Regione anche di bilancio, e dopo 5 anni
vedremo quali saranno i risultati».
Ricci: «Noi ingegneri faremo la nostra parte affinché questo possa avvenire».
Block Notes n.8
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Mercoledì 6 aprile 2016
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
La sessione pomeridiana riprende con un brevissimo
saluto di Massimiliano Margarone, vice Presidente nazionale del CIII, il Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione, che lascia subito la parola al primo relatore.
Margarone, a proposito di Red - «dedicato al sapere innovare, ovvero al risolvere i problemi dell’uomo, peculiarità del lavoro dell’ingegnere» - aveva già fatto un richiamo
a Leonardo Da Vinci: «Ingegnere e creativo. Riscoprire ed
esaltate il lato creativo dell’ingegnere è ritornare alle origini dell’ingegneria, oggi dominata soprattutto dalle rigide
procedure per garantire giustamente la sicurezza».
GIUSEPPE DE NICOLA, CONFINDUSTRIA
SALERNO, AMPIORAGGIO
Ecosistema innovazione
Giuseppe De Nicola vice presidente della Confindustria di Salerno e co-fondatore di Ampioraggio apre
gli interventi pomeridiani, nella sala del Centro Congressi Santa Caterina di Finale Ligure.
«Io vengo da Salerno - esordisce - e vi racconterò la
storia di un ragazzo che 27 anni fa, in una provincia affacciata sul mare di un paesino del Sud Italia, faceva innovazione ma faticava a capire cosa stesse realizzando.
Voi ingegneri avete un compito importante perché siete in contatto con il mercato pubblico e privato. Civili,
industriali, elettronici, avete il dovere di conoscere tutti
gli strumenti che in qualche modo sono disponibili per
produrre valore, un valore che deve durare nel tempo, in
un mondo che cambia velocemente.
Quando si parla di innovazione nella gente c’è spesso
l’errata percezione che sia sinonimo di digitale. Invece
non è solo tecnologia, lo è “anche” semmai. Innovazione è ambiente, prodotto, comportamento sociale. Anche
nel progetto di un ponte queste cose vanno considerate.
Questo ragazzo dunque: 27 anni fa mette su la sua piccola società di computer e realizza sigle in 3D. All’epoca
in provincia di Salerno prova a spiegare e a convincere,
ma nessuno lo capisce, tranne un signore, una persona
importante. Era Gubitosi, patron del Festival del Fumetto
di Giffoni, che gli dà credito, lo incoraggia e così il primo
anno può realizzare un piccolo fatturato, e per i 12 anni
successivi rimanere suo fornitore. Quel ragazzo ero io e
ho potuto così trovare la mia strada e fare il mio mestiere.
In Italia purtroppo ci sono troppi luoghi comuni sull’innovazione. Per parlarne oggi mi sono fatto aiutare da
un docente universitario il prof. Canfora, dell’Università
del Sannio.
La ricerca italiana è di scarsa qualità. L’Italia è all’ottavo posto al mondo in termini di pubblicazioni, citazioni,
indici. Il sistema della ricerca nel nostro Paese è sottofinanziato, ma dobbiamo vederlo anche in base al numero degli abitanti: se lo rapportiamo agli Stati Uniti...
Però è vero che facciamo fatica a trasformare la ricerca
in fattore di competizione. Nell’innovazione non ci sono
aziende italiane nelle prime 50 al mondo, questo perché non esiste l’innovazione come ecosistema.
Ma questa era solo un’introduzione un po’ furba per parlarvi di Ampioraggio, una realtà che nasce dall’espe28/
Block Notes n.8
rienza di dieci anni, della quale sono membro e che è un
servizio di Confindustria di Salerno.
Ma in Confindustria non ci si conosce, per questo invito le
aziende a raccontare le proprie esperienze in un contesto
condiviso. Abbiamo start-up che arrivano da tutta Italia, e
finora il progetto è stato seguito da 6 milioni di persone.
Negli ultimi due anni abbiamo chiesto agli sponsor di
andare oltre e di fare qualcosa di concreto, per creare
mercato. In sostanza un’azienda sceglie una start-up e
la inserisce nel proprio albo fornitori. Inoltre la banca le
offre un finanziamento senza pretendere garanzie.
Da qui l’idea di creare un ecosistema (hanno accettato di
partecipare 130 aziende) in cui ognuno mette in relazione le proprie competenze.
Gli ingegneri possono replicare questa esperienza,
perché sono in contatto con i committenti... Il nostro
ecosistema ha oggi molte competenze, ma sono i professionisti che conoscono il mercato e insieme possiamo
muoverci. Noi abbiamo coinvolto anche università americane. Per entrare in contatto con il resto del mondo
non è necessario vengano coinvolgere i ministri, ma
sono le aziende che comunicano direttamente tra loro,
sono orgogliose di presentare altre aziende che conoscono, di cui si fidano e che possono aiutare un’altra
azienda a risolvere un problema. Questo lo fanno senza
un guadagno diretto, ma hanno vantaggi di immagine.
L’Italia è un Paese fatto spesso di terzisti, ma oggi la
produzione si sta spostando. Per questo occorre investi-
Giuseppe di Nicola vice presidente della Confindustria di
Salerno, ha studiato economia presso l’Università Federico
II di Napoli. Inoltre è partner e co-fondatore di Ampioraggio,
CEO & founder presso Public Image Comunicazione.
Mercoledì 6 aprile 2016
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
re sulla capacità di fare meglio. Noi organizziamo incontri e valutiamo le competenze.
L’innovazione non può essere controllata, ma è un processo continuo che con Ampioraggio deve generare opportunità per tutti gli iscritti.
Produrre innovazione, anche in ambito digitale, significa
che si può produrre valore per i clienti. E noi dobbiamo
avere la capacità di pungere dal basso il lato B del nostro Paese per stimolarlo».
RICCARDO BATTAGLINI, LIGURIA DIGITALE
Open Data e Agenda Digitale:
rendere disponibili le informazioni per favorire
lo sviluppo del turismo
Per Riccardo Battaglini, direttore Business del dipartimento Pubblica Amministrazione e Territorio di
Liguria Digitale, Open Data e Big Data sono alla base
del nuovo turismo nazionale e internazionale, che
non può prescindere dalle nuove opportunità di mercato: ha spiegato come l’Ict stIa cambiando il turismo, perché oggi il mercato può sfruttare le nuove
sorgenti di dati, che prima erano disponibili solo a
pochi soggetti.
Oggi gli Open Data, ovvero informazioni accessibili a
tutti, nel caso specifico si trovano nel sito della Regione (www.regione.liguria.it/opendata.html). «Liguria
Digitale - dice Battaglini - nasce nel 2015 dalla trasformazione societaria di Datasiel Spa, a totale partecipazione di Regione Liguria, in Società Consortile a partecipazione pubblica plurima, per estendere lo sviluppo e la
gestione del sistema informativo regionale, nell’ambito
di nuove modalità di interazione amministrativa, gestionale e organizzativa tra la società e gli Enti soci, che
sono moltissimi.
Noi stiamo evolvendo verso la vision che prevede la Liguria come una regione di eccellenza, dove ogni persona deve essere fiera di vivere, lavorare e trascorrere il
tempo libero. Quindi dobbiamo dare a tutti questi soggetti servizi digitali innovativi, declinati secondo l’Agenda Digitale, che siano in grado di soddisfare le loro esigenze digitali.
Il cittadino, il turista e l’impresa devono realizzare i
loro obiettivi e usufruire di servizi di prim’ordine grazie a un’infrastruttura digitale all’avanguardia capace
di soddisfare tutte le specifiche esigenze.
La nostra mission è sburocratizzare i processi perché
questo avvenga, progettare e realizzare l’infrastruttura
digitale presente e futura per la P.A. ed aumentarne l’efficienza al servizio di cittadini, turisti e imprese; contribuire al miglioramento della qualità della vita, con servizi ad alto valore aggiunto; favorire la standardizzazione
e un uso condiviso delle tecnologie più avanzate su tutto
il territorio ligure; favorire l’economia locale, il commercio e l’industria, incluse le attività portuali, attraverso
un’infrastruttura digitale all’avanguardia intesa come
fondamentale motore di sviluppo e progresso; proporre
e supportare la diffusione delle tecnologie dell’informa-
Riccardo Battaglini è Direttore del Dipartimento Pubblica
Amministrazione e Territorio e Responsabile di tutto
il Business del Settore PA e Territorio, del delivery dei
progetti e delle conduzioni dei servizi ai Clienti Finali di
Liguria Digitale, S.C.p.A a totale partecipazione PubblicaICT, dove lavora dal 1998 rivestendo varie funzioni.
Amministratore unico della società è Marco Bucci.
zione e della comunicazione, per avviare un percorso di
modernizzazione delle infrastrutture pubbliche e delle
Amministrazioni. E inoltre occuparci anche di Wi-fi, lavoro, trasporti, ambiente e territorio, bandi, ecc.
In sostanza, la Liguria vuole diventare una regione in
cui si vive meglio, i servizi sono accessibili e di veloce
accesso; dove i giovani possono studiare in un contesto
formativo di eccellenza e applicare professionalmente
le loro capacità; in grado di richiamare turisti e di attrarre investitori per sviluppare opportunità e creare lavoro di qualità. La Legge regionale 29 dicembre 2014, n.
41 introduce il Piano Strategico Digitale della Liguria:
approvato dal Consiglio Regionale, individua gli obiettivi
a valenza pluriennale e la programmazione degli investimenti. Prevede finanziamenti per progetti su tutto il
territorio, dalla banda ultra larga, al Wi-fi, ai servizi.
Per la banda ultra larga, fra gli obiettivi, quello dell’accordo Stato Regioni (EU 2020) che prevede entro il 201819 la copertura dell’85% delle unità immobiliari con
connettività ad almeno 100 Megabit e il restante 15%
con connettività ad almeno 30 Megabit. Questo vuol dire
creare finalmente quell’autostrada digitale diffusa, senza
la quale qualunque servizio al cittadino, all’impresa e anche al turista ha poca probabilità di successo.
La Regione ha lanciato già da un paio d’anni il progetto
“Liguria Wi-Fi”, un’unica rete a livello regionale che dovrebbe consentire a chiunque, andando nei Comuni dove
la rete è presente - circa metà della Liguria - di ottenere
un’utenza e la password e avere accesso ad Internet. Tanto per darvi qualche riferimento, oggi il Comune in cui il
Wi-fi è più usato è Chiavari, il secondo è Cairo Montenotte. E gli utenti più numerosi sono gli stranieri, che
utilizzano Skype per chiamare i parenti.
Ma sarà un processo lungo perché prevede una riorganizzazione strutturale con posa di fibra ottica su tutto il
territorio.
Le risorse disponibili per realizzare questo progetto
sono pari a 74 milioni di euro, di cui una quota parte, 33
milioni, provengono da fondi regionali (13 dal PSR e 20 dal
FESR) e 41 statali (interventi MISE).
Block Notes n.8
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Mercoledì 6 aprile 2016
Attraverso l’uso delle tecnologie e con metodi innovativi, il
Governo persegue le politiche di Open data promuovendo
la cultura della trasparenza nella pubblica amministrazione.
Secondo gli obiettivi dell’Agenzia per l’Italia Digitale, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che noi realizziamo in Liguria, qualunque dato trattato da una pubblica
amministrazione deve essere reso accessibile e fruibile,
fermo restando il rispetto della normativa in materia di
protezione dei dati personali.
L’Agenda digitale sostiene le politiche di Open Data, anche
attraverso l’elaborazione delle linee guida nazionali per la
valorizzazione del patrimonio informativo; la gestione del
catalogo dei dati aperti resi disponibili dalle pubbliche amministrazioni; l’aggiornamento del repertorio nazionale
delle basi dati della P.A.; la gestione del Repertorio Nazionale Dati Territoriali e la valorizzazione del patrimonio
informativo e la promozione del suo riutilizzo.
L’Agenzia InLiguria, che segue le attività turistiche della
Regione, è tra gli attori principali nell’uso degli Open Data
a scopo turistico con la mission di usarli per promuovere
la Liguria, le sue bellezze e l’offerta turistica.
Si tratta di una miniera di informazioni non ancora sfruttata, che ha immense potenzialità per implementare nuovi
servizi per lo sviluppo del turismo. Accanto a questi si collocano i Big Data, che possono essere descritti secondo
il modello delle Quatto V: il Volume (ovvero la scala dei
dati), la Velocità (la loro analisi in tempo reale), la Varietà
(i formati differenti in cui si presentano) e la Veridicità (il
valore informativo che rivestono).
Utilizzando gli strumenti tecnologici a nostra disposizione
vogliamo contribuire a costruire un sistema di Easy Holiday, per far sapere che c’è qualcosa per cui valga la pena
venire in Liguria, tornare e passarci ancora più tempo.
Per questo puntiamo sugli Open Data, sorgente da cui attingere per la realizzazione di un sistema fruibile da dispositivi mobile e destinato a cittadini e turisti, che consenta
loro di poter usufruire di una serie di contenuti di qualità.
Per quanto riguarda invece i dati massivi, si punta alla realizzazione di un Big Database per l’analisi che consenta
una nuova e più mirata programmazione turistica regionale. In particolare si pensa a grandi banche dati regionali
specifiche (su turismo e cultura).
Le correlazioni degli Open Data con il Turismo riguardano in particolare informazioni sui pernottamenti in tempo reale; localizzazione del sommerso ricettivo ligure e
di eventuali fenomeni delinquenziali o terroristici; Sentiment Analysis sul turismo esperienziale; investimenti
regionali relativi a infrastrutture, eventi, ecc.; sistema dei
trasporti.
Per quanto riguarda il marketing territoriale, c’è da sottolineare che il territorio stesso è anche il principale driver
e il principale “contenitore” di luoghi per lo sviluppo anche
dell’impresa turistica e che il sistema vuol rendere fruibile con gli Open Data la banca dati on line delle opportunità di insediamento. Infine, è nostro intendimento operare
per una facilitazione dei processi di insediamento di nuove
realtà commerciali e produttive sul territorio».
30/
Block Notes n.8
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
ANGELO BERLANGERI,
UNIONE PROVINCIALE ALBERGATORI SAVONA
Tecnologia digitale nel settore del turismo
Nel suo intervento, il Presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona, Angelo Berlangeri,
si concentra sugli assets tecnologici necessari per
essere competitivi nel mondo del turismo, oggi dominato dalla tecnologia, e soprattutto che si rivolge
a un’utenza in grado di organizzare le vacanze non
più come un tempo ma usando la rete e le sue risorse in un fai-da-te che supera spesso le dipendenze
da strutture esterne, come le agenzie di viaggi, che
si affidavano alle foto dei cataloghi.
Oggi la destinazione ognuno la può vedere con pochi
click, la può “raggiungere”, conoscere, confrontare senza mediazioni, ed essere capaci di costruire
un’offerta che tenga conto dell’innovazione e dei
cambiamenti che velocemente trasformano il mercato significa stare al passo e vincere la sfida competitiva che è necessario reggere costantemente,
ogni giorno.
Berlangeri ha nel campo specifico una lunga esperienza, ed ha fra l’altro costruito il primo portale del
turismo, per conto della Regione Liguria, quindi conosce la realtà del mercato, i linguaggi, il pubblico e
le sue esigenze.
«Gli assets – spiega – sono sostanzialmente tre. Il
primo è l’innovazione dell’accoglienza, cioè smaterializzarla, attraverso l’uso del Wi-fi. E parlo sia di destinazione sia delle singole strutture, attraverso l’utilizzo
delle App di destinazione che devono sostituire le tradizionali brochure e dépliant informativi che non hanno
le potenzialità dei mezzi virtuali.
Il secondo è ascoltare la rete per capire quali sono
le tendenze in atto e saper “prendere” la reputazione
della destinazione, delle sue strutture e anche le tendenze, per rinnovare il prodotto. Tutto questo è necessario per avere tutte le informazioni sulle destinazioni,
sui loro prodotti e quindi utilizzare i dati per capire il
posizionamento di una determinata destinazione, quali
sono le tendenze in atto per rinnovare il prodotto.
Infine bisogna innovare fortemente l’attività di pro-
Mercoledì 6 aprile 2016
Angelo Berlangeri, Presidente dell’Unione Provinciale di
Savona, è stato assessore al Turismo, Cultura e Spettacolo
della Regione Liguria (2010-2015) e prima Direttore
generale dell’Agenzia di Promozione Turistica dell’Agenzia
InLiguria. Presidente dell’Associazione Alberghi e Turismo
di Fnale Ligure e Varigotti (1998-2005) e Vice Presidente
dell’Unione Associazioni Albergatori della Provincia di
Savona (1999-2004), ha rivestito anche la carica di Vice
Presidente dell’Ente Bilaterale Industria Turistica della
Provincia di Savona (2000-2004) e ha fondato la società
consortile Promofinale (partecipata dal Comune di Finale
Ligure e dalle Associazioni Albergatori e Bagni Marini di
Finale).
mozione e di comunicazione relativa al turismo, abbandonando le tecniche tradizionali e orientandosi alla
Web social marketing strategy, quindi imparare a utilizzare sempre di più i canali social, avere in maniera
crescente e adeguata la capacità non tanto di raccontare la destinazione ma attraverso la viralità di farne
parlare attraverso i social e di creare una promozione
indotta che porti l’utenza a provarne interesse.
Fare turismo oggi vuol dire soprattutto organizzare e
strutturare le materie prime in prodotti che siano distribuibili, vendibili, promo-commercializzabili sui
mercati di riferimento, quindi avere una professionalità che sia un mix fra la conoscenza del mercato e la
capacità di prendere le materie prime e trasformarle
continuamente in prodotti all’altezza delle aspettative
della clientela. Essere cioè ingegneri del turismo con
competenze in materia di turismo, di marketing di costruzione dell’offerta del prodotto»
MATTEO ARAGONE, GENOVA 2021,
ALUMNI ISICT - Innovazione e competenze:
professione, giovani e territorio
Un’interessante esperienza, che riguarda i laureati
genovesi nel settore ICT dell’Università di Genova,
viene presentata da Matteo Aragone, presidente
di Alumni ISICT, Istituto di eccellenza che affianca i
corsi di studio in Information Communication Technology dell’Ateneo genovese e che ha condotto fra
l’altro uno studio sulla loro carriera post-laurea nei
10 anni successivi la fine degli studi.
In Isict - nato nel 2003 - si entra per concorso pub-
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
blico, per merito, all’inizio della laurea triennale e
magistrale. Si riceve formazione supplementare in
materie economiche e scientifiche, borse di studio
(dai 3 a 5 mila euro) e altri benefici esclusivamente
in base al merito. È necessario mantenere una media superiore a 27/30, voto minimo 24, ed essere in
pari con gli esami.
Nel 2010 viene affiancato dal programma ISSUGE e
tre anni dopo nasce l’associazione Alumni Isict.
Al sondaggio hanno risposto 45 laureati, numero
significativo perché riferito a una élite di laureati
dell’Università di Genova, entrata nel mondo del lavoro tra il 2006 e il 2015, quindi con un’esperienza
media di circa 4 anni.
Secondo i risultato emersi, circa il 60% lavora nell’industria, il restante nella ricerca; circa l’80% svolge
un lavoro come tecnico o nella ricerca, il restante
20% un lavoro gestionale.
Dove lavorano? Il 57,78% in Italia, il 35,56% in Europa, il 6,67% in Usa. Inoltre il 43% lavora all’estero
(contro il 7% della media degli ingegneri italiani
occupati all’estero a 5 anni dalla laurea, secondo i
dati Almalaurea).
Circa l’84% ha una significativa esperienza all’estero
e l’87% è disponibile a lavorare all’estero a tempo
determinato o indeterminato. Alla domanda “tornando a Genova, pensi di trovare un lavoro in linea con
le tue aspettative?”, la maggioranza pensa di no. A
quella “perché torneresti a Genova?”, la risposta più
frequente è “per motivi ambientali” (cultura, famiglia,
qualità della vita), molto meno quelle per “aspetti legati al lavoro”.
Fra i plus rilevati: i ragazzi sanno farsi apprezzare
grazie all’ottima formazione di Unige e ai
numerosi collegamenti
con l’estero attraverso doppie lauree, stage, associazioni (per
esempio Silicon Valley
Tour). Fra i minus: il
territorio fatica a trattenere i migliori laureati di Unige a causa
di problemi generici
italiani (come gli stipendi bassi), specificiMatteo Aragone, coordinatore Scientifico dell’associazione
industriale Genova 2021 e Presidente di Alumni Isict, è
stato
Business Analyst per Amadeus (Sophia Antipolis), con 5
anni e mezzo di esperienza in gestione progetto e innovazione
(6 brevetti depositati, 4 in preparazione). Ha svolto stage al DLR
(Centro Aereospaziale Tedesco) e per due start-up parigine.
Ha una doppia laurea in ingegneria delle telecomunicazioni
tra Università di Genova e Telecom ParisTech (Parigi) e un
percorso Isict completato con successo.
Block Notes n.8
/3 1
Mercoledì 6 aprile 2016
tà dell’area ligure (trasformazione di grandi gruppi
come Finmeccanica, Ericsson, Siemens).
Fra i punti forti indicati per attrarre aziende e talenti
in Liguria: l’alta qualità della vita, la facilità a reperire giovani qualificati. Fra quelli deboli: gli stipendi
bassi, utili per le aziende ma non per attrarre e trattenere talenti; la scarsa vocazione internazionale;
l’isolamento aereo e ferroviario della regione. «Quali
sono - ha sintetizzato Aragone - le conclusioni che
si possono trarre? Che l’alto livello di internazionalizzazione deve essere visto positivamente, la competitività della formazione dell’Università di Genova e in
particolare dei laureati Issuge–Isict sono un elemento di forza, ci sono buoni collegamenti con l’estero.
Ma è necessario trovare il sistema per attrarre talenti
da fuori e, in particolare, facilitare il rientro dei nostri
migliori laureati che non hanno motivazioni sufficienti
per lasciare ottimi posti all’estero».
MAURIZIO MICHELINI, ORDINE INGEGNERI
E CAMERA COMMERCIO GENOVA
Semplificazione normativa
e sviluppo sostenibile
Il tema affrontato da Maurizio Michelini, ovvero la
semplificazione normativa nel settore del turismo,
chiude la seconda giornata di Red centrando uno
degli argomenti più importanti che affliggono il settore, e che spesso creano ostacoli che si pongono
come limiti insormontabili non solo per gli operatori
che si “confrontano” con la pubblica amministrazione, ma anche per gli utenti che ne subiscono le
conseguenze.
«Cosa possiamo portare - si chiede subito Michelini noi ingegneri al turismo? Il nostro codice deontologico
ci impone di non agire mai in modo settoriale e di operare a favore dello sviluppo sostenibile. Cosa vuol dire?
Significa operare per lo sviluppo all’interno del quale
vengono coniugati tre interessi fondamentali: quelli
alla sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Solo se nessuno di questi prevale sull’altro lo sviluppo è sostenibile. Questo concetto trasferito al turismo
ci porta a pensare che operiamo secondo uno sviluppo
sostenibile?
Mi viene in mente un mio cliente pescatore che voleva
praticare l’itti-turismo, che consente con una semplice
Scia di ospitare turisti all’interno del suo peschereccio
e addirittura anche di utilizzare, con una Dgr del 2014,
immobili di sua disponibilità, anche casa sua, per ospitarli, anche a dormire, senza diventare né albergo né
ristorante. Peccato che per altre norme di settore debba garantire un servizio igienico esclusivo per il personale, un altro per gli ospiti, una determinata capacità
di scarico e particolari requisiti igienico sanitari e che
per questi motivi stavano per chiudergli l’attività appena
32/
Block Notes n.8
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
iniziata. Ma allora perché in questi casi a noi ingegneri
viene chiesto un documento in cui asseveriamo che ci
sono le condizioni perché l’attività venga svolta? Perché il legislatore, il politico e a volte anche il tecnico
non si rendono conto che quelle norme scritte con tanta
buona volontà non sono coordinate con quell’insieme di
altre norme a volte difficilmente individuabili nell’impianto normativo che entrano in contrasto fra loro?
Oggi in Italia ci troviamo norme comunitarie che prevalgono sul diritto nazionale perché si basano su trattati internazionali, e che vengono recepite a volte bene
a volte male ma che spesso differiscono da quelle europee; poi le leggi regionali che prevalgono su quelle
nazionali, e ancora i regolamenti e una serie infinita di
altre norme, che non tutti conoscono, come ad esempio quelle Uni, emanate addirittura da un ente privato
di normazione che bada alla regola dell’arte, che non
sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e sono reperibili solo a pagamento! Ed è proprio una norma Uni che
stabilisce come gestire il servizio igienico portatile che
ho prescritto di installare al pescatore che lo non aveva
in barca. Come faceva a sapere che poteva farlo se non
aveva nemmeno l’idea che esistessero le norme Uni?
Ecco, allora non ci può essere sviluppo sostenibile se
non c’è semplificazione e se non si rispetta l’equilibrio
che dicevo prima e se non si evita che un principio prevalga sull’altro in virtù dell’applicazione di norme che si
contraddicono tra loro.
Che fare dunque? Intanto segnaliamo tutte le situazioni di cui veniamo a conoscenza ai nostri Ordini
territoriali: sono enti pubblici e possono parlare con
la P.A. di tutti gli aspetti che interessano le leggi, il cittadino, la nostra professione».
Laureato in ingegneria elettronica, Maurizio Michelini
è consigliere dell’Ordine di Genova e della Camera di
Commercio del capoluogo ligure, delegato delle professioni
tecniche. È direttore editoriale di “A&B”, il mensile della
Federazione regionale degli Ordini degli ingegneri della
Liguria, di cui è past Presidente. È stato anche dirigente
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal 2010 al
2011, per la semplificazione normativa.
Giovedì 7 aprile 2016
Gli innovatori del cloud computing
Il cloud computing consente lo sviluppo di applicazioni smart in cui gran parte dell’intelligenza risiede su
internet, favorendo la distribuzione, la comunicazione, l’integrazione, la manutenibilità e la scalabilità dei sistemi
informativi. Il cloud computing garantisce inoltre un elevato livello di sicurezza dei dati gestiti. Gli Ingegneri
progettano, coordinano, realizzano, collaudano e gestiscono applicazioni cloud che forniscono i servizi che
spaziano dalle applicazioni mobile per il turismo a quelle per il monitoraggio dei consumi delle imbarcazioni
ancorate nei marina.
Il cloud computing non ha ancora raggiunto la sua piena maturità, tuttavia è già alla base dei servizi digitali più
diffusi al mondo, per questo è ancora più importante il confronto fra gli innovatori che oggi tracciano la rotta.
IL TERZO GIORNO DI DIBATTITO: IL CLOUD COMPUTING PROTAGONISTA DEL FUTURO
CON LA TESTA FRA LE “NUVOLE”
I SERVIZI FUNZIONANO MEGLIO
“
“
P
rotagonista assoluto della
terza giornata di RED 2016
è il cloud computing, il paradigma che consente lo sviluppo
di applicazioni smart nelle quali
gran parte dell’intelligenza risiede su internet.
Una “nuvola” carica di dati per
favorire la distribuzione, la comunicazione, l’integrazione, la
manutenibilità e la scalabilità dei
sistemi informativi, che è già alla
base dei servizi digitali più diffusi al mondo e che tuttavia deve
ancora raggiungere la sua piena
maturità.
Nella cornice della Sala Congressi del Terminal Crociere, alcuni
tra i massimi esperti del settore
ICT intraprendono un viaggio attraverso potenzialità,
limiti e pericoli del Cloud,
portando al pettine nodi
quali costi, sicurezza e privacy. E tracciando la rotta
da seguire verso il pieno
sviluppo di una tecnologia
preziosa anche per settori
strategici quali Agenda digitale, Big Data, automazione,
Pastorino
Con l’Internet delle
Cose la quantità di dati
aumenterà enormemente:
per renderli disponibili,
i sistemi di calcolo
si sposteranno su cloud
energia e Business Continuity.
Il confronto è moderato da Roberto Prefumo, dell’Ordine degli
Ingegneri savonesi. «Abbiamo qui
i principali player italiani e mondiali dell’IT: stasera - dice Prefumo potrete portare a casa alcuni chia-
rimenti e approfondimenti sulle
opportunità messe a disposizione
da questo modello, in termini principalmente di rapidità ed efficienza nell’innovazione dei processi di
sviluppo del software e delle applicazioni, ma anche sui costi che
questa tecnologia comporta per
sviluppare sistemi informativi. Costi che da fissi diventano variabili,
quindi modulabili e approcciabili
anche da piccole e medie imprese.
Emergeranno anche i temi della sicurezza e della privacy, aspetti che
devono essere approfonditi e tenuti
in considerazione da aziende e organizzazioni che avvicinano questo
paradigma per sviluppare i propri
sistemi operativi».
Quindi l’introduzione di
Diego Pastorino, tesoriere
dell’Ordine savonese.
«Con l’aumento dei dispositivi connessi (Internet of
Things, l’Internet delle cose)
- esordisce - la quantità di
dati aumenterà esponenzialmente; per utilizzarli e
renderli disponibili quando e
dove servono, sarà naturale
Block Notes n.8
/3 3
Giovedì 7 aprile 2016
Gli innovatori del cloud computing
Una parte del pubblico
che partecipa alla terza
giornata di Red 2016
nella Sala del Terminal
Traghetti di Savona
spostare sempre di più le capacità di calcolo e di storage su sistemi cloud che forniscono hardware e servizi variabili - vengono quasi sempre pagati secondo
la modalità “pay per use”, ovvero si paga quello che si
usa - ed inaccessibili per sistemi personali.
Ma quali nuove problematiche apre questo scenario?
Innanzitutto la disponibilità di rete a banda larga (o
larghissima, la fibra) per far sì che le applicazioni e i
dati in cloud siano fruibili sempre e da chiunque; perché se infatti oggi il digital divide è un problema,
più i servizi si sposteranno su cloud, più sarà inaccettabile che parti della popolazione non vi abbiano
accesso, ad esempio a sistemi di base per il cittadino,
per la sanità, ecc.
C’è poi il problema della sicurezza: la concentrazione
di molti dati e in pochi luoghi (seppur non fisici) attirerà sempre più malintenzionati e focalizzare i loro
sforzi verso quegli obiettivi. Vanno tuttavia aggiunte
su questo tema un paio di considerazioni. I luoghi di
“raccolta” di dati e servizi sono distribuiti, nel tipico
schema di Internet, ovvero non esiste un unico luogo fisico ma più copie ridondanti localizzate in luoghi
fisici distribuiti geograficamente rendendo molto più
difficile, ma non impossibile, un attacco. D’altro canto,
il vero punto debole del nuovo paradigma cloud sono
i dispositivi personali che generano e fruiscono dei
dati come ad esempio smartphone ma anche auto,
frigoriferi, orologi ecc. Qui si stanno concentrando
gli sforzi di chi cerca di rubare i dati sensibili e qui si
dovranno concentrare gli sforzi delle aziende fornitrici
di servizi cloud per far sì che anche la sicurezza percepita aumenti e consenta alle persone di utilizzare i
servizi proposti».
34/
Block Notes n.8
ROBERTO FILIPPELLI, MICROSOFT ITALIA
“Mobile First, Cloud First” la strategia Microsoft per la Digital Transformation
La parola passa a Roberto Filippelli, direttore del
Sales and business Development di Microsoft Italia,
che inizia l’intervento sottolineando come oggi sempre più aziende vivano di… soli dati.
«In questo momento - dice - è importante capire ciò
che succede attorno a noi, tanti soggetti stanno abbandonando i loro assets fisici. Un cambiamento importante, che di primo acchito porta subito a pensare a
realtà come Facebook, Uber - basta avere un’App sul
telefono - B&B, Amazon, tanto per citarne alcune. I
dati, in realtà, hanno invece assunto un valore straordinario anche per realtà tradizionali, che pur producendo
oggetti fisici, vendono oggi servizi e non prodotti. Il Ceo
di Ge, che è una multinazionale attiva negli ambiti manifatturieri, dichiara che la sua è un’azienda che produce servizi e non prodotti. Cimbali, invece, vende macchine per caffè talmente affidabili da essere messe a
Roberto Filippelli è Sales
and Business Development
Director e Head of IoT
Strategy di Microsoft Italia.
Negli ultimi quattro anni
ha anche diretto i comparti
Manufacturing & Resource
Accounts e Enterprise
Corporate Account della
stessa azienda. Le sue
competenze variano
dal Cloud computing
al Business planning,
passando per International
Sales e Business
Intelligence.
“
Giovedì 7 aprile 2016
Gli innovatori del cloud computing
“
disposizione come
servizio: il cliente
paga in base ai caffè che eroga, non
compra la macchina. Anche noi, in
Microsoft, non parliamo più di Windows, ma di come
arricchire il computing. Per questo
sviluppiamo sistemi di produttività individuale. Il cloud
originario è nato imitando ciò che avveniva nei data
center, centralizzando tanti server in un punto, oggi
invece sono i servizi ad essere centralizzati, per poter girare su qualsiasi dispositivo, ed in un contesto
simile anche il cloud sta progressivamente cambiando.
Esistono tantissimi device, i nostri sviluppatori riescono a far dialogare i dispositivi più svariati con Universal Windows Platform. E con la logica del Platform
as a Service, in caso di incidente, il funzionamento
è garantito in uno dei punti di aggregazione. Sempre
più aziende stanno intraprendendo questa strada,
aprendo le reti aziendali all’accesso dei dispositivi
personali dei singoli dipendenti. Ci sono normative su
privacy e sicurezza molto rigide, ma se rispettate, permettono alle aziende di andare in tutto il mondo. Con il
remote desktop è sufficiente un comune cellulare per
accedere a tutti i dati e a tutte le applicazioni: la potenza elaborativa è concentrata nei server che operano in
cloud e richiedono soltanto una connessione.
Esiste un repository di macchine virtuali già disponibili
e fruibili da qualunque dispositivo. Microsoft cerca di
permettere a tutti i dipendenti di usare il proprio dispositivo preferito e questo ci permette di avere un’azienda
completamente aperta, abbiamo democratizzato l’uso.
Ci sono, evidentemente, problemi di sicurezza: questo
del Byod, bring your own device, è certamente un
tema delicato, consente la massima libertà ed è quindi
necessario tracciare e identificare con sicurezza tutti gli utenti per verificare l’effettiva identità e limitare
specifiche funzionalità.
Noi lo facciamo attraverso tre livelli di sicurezza.
L’utente opera come se facesse le cose comuni, ma
gli vengono imposte specifiche policy; in pratica, per
poter accedere, accetta un’applicazione che gestisce
sicurezza e attività».
Filippelli
La strategia IoT
di Microsoft è totalmente
orientata
ai partner e si rivolge
a tutti gli sviluppatori
RAFFAELE RIALDI, DOTNET LIGURIA
La sfida dell’innovazione nella progettazione
del software
Progettare sulla “nuvola”? Un’arma a doppio taglio,
secondo Raffaele Rialdi, Chief Software Architect e
Founder di DotNetLiguria, che prende la parola per
specificare vantaggi e svantaggi dell’impiego del
cloud. «Il contesto - spiega Rialdi - è quello di un
software che sta diventando sempre più complesso. E
Raffaele Rialdi, sviluppatore di software, è Presidente
e Chief Software Architect di DotNet Liguria, il primo
user group del territorio concepito per discutere di tutto
l’ecosistema standard ISO/IEC 23271, delle tecnologie, dei
linguaggi, dei tool e delle problematiche inerenti lo sviluppo
di applicazioni. DotNet organizza eventi virtuali e non,
per approfondire queste tematiche coinvolgendo tutti gli
appassionati di sviluppo software.
l’innovazione impone di restare al passo e adeguarsi, chi rimane ancorato a vecchi schemi soccombe. In
questo senso, dal punto di vista del progettista, fare un
salto nel cloud diviene potenzialmente fondamentale
perché i vantaggi sono tanti.
Il cloud moderno, che com’è stato già detto, è diverso
dal primo, non è più solo infrastruttura ma anche servizi. Garantisce una serie di benefici che permettono la
creazione di software più potenti, in quanto la “nuvola”
mette a disposizione computazione, calcolo numerico
complesso, storage ad alta disponibilità e scalabilità:
regala quindi una serie di servizi che avvantaggiano i
progettisti e gli sviluppatori, che non dovranno più costruire tutto da soli partendo da zero.
Ci sono nuovi servizi, ad esempio quelli cognitivi di
Microsoft come il riconoscimento di immagine, il riconoscimento dello speaker di una voce o ancora di
oggetti all’interno di un’immagine, che sono estremamente interessanti, perché pensare di svilupparli
in maniera autonoma diventerebbe un effort troppo
elevato, avrebbe costi enormi che un progettista non
potrebbe affrontare da solo, mentre tramite cloud è
possibile minimizzare, pagando solo ciò che effettivamente viene utilizzato, il che è molto vantaggioso.
Non è però tutto oro quel che luccica perché il cloud
può anche presentare dei pericoli. Se la disponibilità
è uno dei suoi punti di forza, ne presenta contemporaneamente anche una debolezza: se infatti i dati devono essere accessibili dai nostri uffici e dalle nostre
case, i rischi che si corrono sono molteplici e relativi
alla connettività, che se viene meno manca anche la
disponibilità dei servizi. Dopotutto la connettività non
raggiunge tutte le aree del territorio. Se va giù, noi riBlock Notes n.8
/3 5
maniamo al buio,
scollegati...
Attualmente
la
copertura del territorio che abbiamo in Italia è la
peggiore d’Europa, e questo è un
problema
molto
sentito.
Proprio
per questi motivi i
servizi cloud non
sempre sono appetibili, il programmatore può avere
timore nell’usare un servizio poco disponibile per via
della connettività. Certamente ci sono alcuni scenari, soprattutto sulla scalabilità e sull’alta disponibilità,
che rispondono molto bene al tema del cloud. Ma non
c’è una ricetta universale, bisognerebbe valutare di
progetto in progetto».
“
Rialdi
Il punto debole del
cloud è la connettività:
se manca si rimane
al buio, senza
servizi.
E l’Italia non brilla
FABIO FURLANI, IBM - La trasformazione digitale con il cloud: il punto di vista di Ibm
La parola passa a Fabio Furlani, Cloud Architect
di IBM e sostenitore del cloud “ibrido”. «IBM - dice
- ha subìto una profonda trasformazione. Facevamo
hardware, cioè un qualcosa che oggi rappresenta solo
il 18% della nostra attività, perché nel frattempo abbiamo lavorato per diventare una società di servizi e di
software. Adesso ci stiamo organizzando per mettere
a disposizione un’infrastruttura cloud arricchita dalle
nostre competenze. Il cloud sta aiutando e spingendo
la trasformazione digitale non soltanto delle aziende
In IBM Fabio Furlani ricopre gli incarichi di Cloud Advisor e
Cloud Architect. Laureato nel 1985 in Ingegneria elettronica
indirizzo Calcolatori, si occupa di System e Solution
Architecture, Websphere, EAI e IT Strategy.
36/
Block Notes n.8
“
Gli innovatori del cloud computing
del settore informatico, ma anche
Furlani
di quelle più “tradiPer noi il cloud
zionali”.
è ibrido, non esiste senza
In Europa e in Italia esistono limiti di l’IT tradizionale e risponde
infrastruttura che
all’esigenza
stiamo cercando si
di coniugare stabilità
superare. In particolare IBM sta pore innovazione
tando avanti accordi di sviluppo con
il governo, per significativi investimenti, ha costruito
l’infrastruttura e adesso si sta espandendo.
Oggi acquisisce aziende che fanno servizi, comprese le previsioni del tempo realizzate grazie a migliaia
di sensori distribuiti in tutto il mondo e visualizzabili
anche al volante della propria automobile. Quando si
parla di trasformazione digitale è però necessario
considerare molteplici aspetti, che vanno dai device mobili all’analisi dei dati. Fenomeni che stanno
spostando le esperienze dei consumatori e delle
aziende. In passato, il venditore di caffè vendeva solo
caffè, oggi è invece in grado di tracciare le abitudini
del cliente, anticipandone i bisogni, in base all’orario
o al clima… Altra cosa sono gli ecosistemi, ovvero intere industry tradizionali che subiscono l’attacco delle
realtà che vivono di soli dati. Lo stesso vale per il car
sharing.
Tutto questo è possibile grazie al cloud. Il competitor di
Ford e dei taxisti oggi si chiama Uber, ovvero un’azienda che non possiede nemmeno un’auto. Proprio il
cloud è alla base della “sindrome Uber”, un neologismo con cui indichiamo la comparsa di un competitor
proveniente da un ambito completamente diverso. Per
stare dietro a queste trasformazioni serve reinventarsi e reagire molto velocemente. Bisogna sfruttare l’IT
classico e quello innovativo, bilanciandoli, per riuscire
a governare la disruption.
Per noi il cloud è ibrido: non esiste senza l’IT tradizionale. Molte cose, come la parte “core” di un’azienda, devono essere stabili e affidabili; accanto a queste ci devono essere le nuove modalità, che offrono
l’agilità necessaria per affrontare specifici problemi di
business. L’integrazione tra cloud pubblico e privato
è fondamentale. Il cloud ibrido è la risposta all’esigenza di coniugare stabilità e innovazione e come IBM
siamo convinti che in questo momento possa aiutare i
nostri clienti a crescere sul mercato in modo sempre
più competitivo. Per tutto ciò, chiaramente, abbiamo
dovuto fare una serie di scelte, tra cui l’Open Source,
un software che ci permette di essere molto più flessibili, integrabili e trasportabili, in un ambiente facile
da utilizzare e interconnesso con i sistemi».
“
“
Giovedì 7 aprile 2016
Giovedì 7 aprile 2016
Gli innovatori del cloud computing
LUIGI SCAPPIN, ORACLE ITALIA
Un cloud completo, integrato e sicuro
per un business moderno e flessibile
La sessione pomeridiana della terza giornata di
Riviera Engineering Days 2016, moderata da Eva
Perasso, giornalista del Corriere della Sera (che
chiuderà il dibatto con una tavola rotonda, di cui lei
stessa fa una breve cronaca, Vedi pagine seguenti),
si apre con Luigi Scappin, Sales consulting and business development director di Oracle Italia, il cui
intervento è incentrato sull’innovazione del cloud
computing e sul rapporto tra cloud, Building Block
e Business Agility.
«Trasformazione digitale - spiega il relatore - significa
avere la capacità di cambiare rapidamente. Bisogna
essere in corsa sul pezzo, per cogliere tutte le opportunità. Non si può perdere tempo, anche perché, come
hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto oggi,
i potenziali competitor possono arrivare dai settori più
svariati e possono anche essere partner. Sono quelli che indirizzano il business a percepire l’esigenza di
qualcosa di nuovo, di diverso, e che chiedono supporto all’IT, che, solitamente, non è rapido nel cambiare i
propri processi… Così, gli operativi vanno su cloud e si
fanno supportare da System Integrator esterni. Questo però porta alla perdita di controllo delle aziende.
Il cloud basato sulla Business Agility opera rapidamente e lo fa assemblando Building Block. Per esempio, un’azienda che ha una certa storia alle spalle non
può cancellare tutto il passato. Personalmente, sono
abituato ad avere a che fare con aziende simili, che
sono quindi chiamate a portare i dati sulla nuvola e in
un secondo momento a integrarli. Gartner sostiene
“Make or Buy”, ma oggi nessuna delle due è la soluzione adatta: il “make” è troppo lungo, il “buy” non
è innovativo. Quindi la soluzione più pratica è assemblare ed integrare tutti i mattoncini, i blocks, per avere
risultati. Infrastructure as a Service (IaaS) e Software
as a Service (SaaS) sono usati soprattutto per i servizi
che non sono il core di un’azienda. Quando si tratta di
piattaforma in cloud, invece, parliamo di servizi completamente nuovi. Ma come usarli? Semplicemente,
quando creo una nuova applicazione, metto assieme i contenuti più
svariati, a patto
Scappin
che siano “nati”
Bisogna essere rapidi:
in cloud. Nel caso
i “mattoncini” fori potenziali competitor
niti da un’azienda
possono arrivare
non fossero sufdai settori più
ficienti, posso inserire quelli di un
svariati ed essere
produttore diverso.
anche i partner
Un simile Cloud
“
“
Trevigiano, 49 anni, Luigi Scappin dirige l’area Sales
Consulting and Business Development di Oracle Italia,
con sede a Padova, dove è impegnato dal 2006. Laureato
in Ingegneria elettronica con specializzazione in Digital
Electronics and Computer Science, ha lavorato anche per
Hewlett-Packard, Blixer, dove è stato responsabile del
gruppo Progetti, e GPLV Partners/Lutech.
permette di fare le cose in modo molto rapido ed efficiente. Ma c’è un altro tema importante: sviluppare
qualcosa e poi poterlo utilizzare quando non mi trovo
in azienda. Servono quindi portabilità, interoperabilità
e gestibilità».
LUCA POLITI, GOOGLE
Work the way you live
Luca Politi, Account manager di Google, prende la
parola per delineare uno spaccato sull’importanza
della dimensione intuitiva nelle nuove tecnologie,
che con un filo invisibile legano il mondo del lavoro
e del business con la vita di tutti i giorni: «Oggi si
lavora ovunque. In ufficio, a casa, in viaggio… Generalmente si utilizzano tre device: Pc, smartphone e tablet. Gli utenti hanno accesso ad una mole di dati che
continua a crescere, di anno in anno. Se consideriamo
un lasso di tempo di dieci anni, dal 2005 al 2015, i dati
ci dicono che la produzione di dispositivi mobili come
smartphone e tablet ha superato di gran lunga quella dei Pc e che si lavora sempre più con strumenti
mobili, soprattutto mentre si viaggia e mentre ci si
sposta.
Per rimanere competitive sul mercato, le compagnie
non devono più sperimentare con il digitale, ma trasformarsi esse stesse in full digital business. È necessario sfruttare il web e la tecnologia per sviluppare il
brand e coinvolgere i clienti, e far si che l’intelligence
Block Notes n.8
/3 7
Gli innovatori del cloud computing
collettiva dell’intera organizzazione sia disponibile
e accessibile per
tutti i dipendenti.
Serve collaborare,
analizzare in tempo reale, comunicare, poter lavorare e salvare dati
su ogni dispositivo.
I dati, che sono il
“core”, devono essere digitali e disponibili, condivisibili e strutturati; la tecnologia dev’essere molto intuitiva, perché le persone lavorano come vivono, come
suggerisce il titolo del mio intervento…
Il cloud per Google, soprattutto per il dipartimento
che si occupa di quello nelle aziende, quindi quello di
“Google for Work” ed in particolare delle Google Apps
che rientrano tra le mie competenze, è quella “magia”
che noi troviamo in tutte le applicazioni, per esempio
GMail, che possono essere utilizzate per lavoro nello
stesso modo in cui le usiamo nella nostra quotidianità
per fini strettamente personali.
Questa è una cosa che Google ha adottato in primis
su se stessa, nel senso che noi per lavorare usiamo
tutte le nostre tecnologie, e che dal 2007 sta portando
anche nel mondo delle aziende, all’estero ma anche
in Italia. Questo processo ha coinvolto tanti soggetti,
da aziende molto piccole, start-up, che in alcuni casi
sono anche cresciute molto come ad esempio Airbnb
e Snapchat, a grandi gruppi multinazionali come OVS,
BBVA e Roche».
“
Politi
Per rimanere competitive
sul mercato, le compagnie
non devono più sperimentare
con il digitale, ma
trasformarsi esse stesse
in full digital business
Luca Politi vanta una gavetta internazionale: ha studiato a
Milano, Singapore, Helsinki e in Brasile. Da maggio 2014
lavora in Google Italia ed oggi ricopre il ruolo di Account
Manager. Gestisce il passaggio sul cloud dei clienti tramite
strumenti quali le Google Apps.
38/
Block Notes n.8
RODOLFO ROTONDO, VMWARE
Il percorso di trasformazione verso il cloud
a supporto dell’innovazione attraverso
un’architettura e modello operativo ibridi e sicuri
Chiude la scaletta degli interventi pomeridiani Rodolfo Rotondo, Business Solution Strategist VMware, con una analisi della “nuvola” per quanto
riguarda sviluppo, gestione e distribuzione delle
applicazioni aziendali.
«Il business – spiega Rotondo – cambia attraverso
la digitalizzazione del software, perciò oggi si parla di
software defined business, tanto è vero che l’IT da un
lato lavora sempre più secondo la logica di una software company, adottandone i concetti. Il business è
guidato da alcune priorità, che si traducono in imperativi per l’IT. Business e IT sono oggi due facce della
stessa medaglia: si completano, si integrano e si ibridano sempre di più. Le priorità del primo si traducono
in imperativi per il secondo.
Le necessità di garantire all’utente la migliore esperienza possibile, differenziarsi, cogliere le nuove opportunità date dal fatto che il mercato potenziale è diventato senza confini e la questione della sicurezza si
traducono in uno sforzo per l’IT a fornire applicazioni
veloci, semplici, leggere e portatili, conformi alle policy dell’azienda. Va reso trasparente il modo di lavorare degli sviluppatori e questo va fatto attraverso
il cloud. Bisogna creare un modello operativo che
sia il meno disruptive possibile ma che contemporaneamente possieda la velocità e l’agilità necessarie
all’organizzazione.
La risposta arriva dall’adozione di un modello di cloud
ibrido, che comprenda cloud pubblici, privati e gestiti
e che consenta di sviluppare rapidamente, distribuire
automaticamente e gestire da un’unica piattaforma
tutte le applicazioni aziendali, a prescindere da dove
si trovino. Ciò significa che, per garantire la massima
agilità aziendale, l’IT può gestire e spostare carichi di
lavoro tra il data center e il cloud da una piattaforma
unificata.
Con l’emergere di un modello di questo tipo si pone
in primo piano il problema della sicurezza. Ciò che è
necessario non è
più un approccio
Rotondo
perimetrale traBusiness e IT sono oggi due
dizionale, ma un
modello di securifacce della stessa medaglia:
ty pervasivo lunsi completano, si integrano
go l’intera filiera.
e si ibridano sempre di più.
Il data center non
deve più essere
Le priorità del primo si traducono
concepito
come
in imperativi per il secondo
un’abitazione, dove
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Giovedì 7 aprile 2016
Giovedì 7 aprile 2016
Gli innovatori del cloud computing
Rodolfo Rotondo porta a RED 2016 la voce di
VMware, di cui è Business Solution Strategist.
Lavora direttamente con i clienti dell’azienda
per comprendere i loro ambienti e contribuire
a creare soluzioni che soddisfino le esigenze
presenti e future.
Con più di 20 anni di esperienza nel settore IT,
Rotondo ha ricoperto anche la carica di Solution
Architect e lavorato in mercati verticali quali
produzione, service provider, comunicazioni video,
sviluppo software e integrazione di sistemi.
si prepongono dei meccanismi di sicurezza solo agli
ingressi esterni, ma deve essere visto come un albergo, dove la sicurezza è presente ad ogni livello. Tutto
questo va abilitato secondo il concetto di “zero trust”,
per il quale nessun transito di dati, per la sua intrinseca natura, può essere sicuro.
Con l’affermarsi del cloud ibrido occorre controllare ogni bit che transita nella rete: un’altra piccola grande rivoluzione, che è possibile perseguire
mediante la creazione di un meccanismo di intelligenza dinamica a livello di infrastruttura sottostante».
Block Notes n.8
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Giovedì 7 aprile 2016
LA TAVOLA ROTONDA
E Google offre 100 milioni
di dollari a chi riesce
a violare i suoi sistemi
EVA PERASSO, Corriere della Sera
Moderatrice
T
utti ne parlano, ma nessuno lo conosce davvero. O la conosce: del cloud – o della cloud,
come alcuni amano definirla – nemmeno è
poi così chiaro il sesso. La nuvola che oggi ospita i dati e i processi informatici aziendali (e anche
quelli personali) in un luogo che non è più fisico
ha conquistato gli spazi del RED 2016 e non è un
caso che gli – o le? – sia stata dedicata un’intera
giornata di lavori.
Sempre più ingegneri – all’interno delle aziende,
in qualità di consulenti esterni – oggi progettano migrazioni dell’IT in infrastrutture cloud (IaaS,
Infrastructure as a Service), oppure immaginano
come far fruire il software sul cloud (SaaS, Software as a Service), o ancora studiano piattaforme
accessibili e condivise dal cloud (PaaS, Platform
as a Service). Lo hanno raccontato con dovizia di
particolari e con estrema chiarezza i grandi player
presenti a Savona il 7 aprile all’interno del RED
2016 al Palacrociere di Savona, dapprima durante
i loro singoli interventi e a fine giornata nel corso
di una tavola rotonda in cui si sono confrontati con
un pubblico tecnico, attento, preparato e molto
curioso.
Lorenzo Barbieri di Microsoft, Fabio Furlani di
IBM, Rodolfo Rotondo di VMware, Luca Politi di Google, Raffaele Rialdi di DotNet Liguria, hanno raccontato cosa sia davvero il cloud. «Evoluzione del
computing»,«outsourcing delle funzioni IT», «tecnologia agile capace di generare nuove soluzioni»,
«esempio di intelligenza collettiva che permette processi collaborativi, mobili e in tempo reale», «tecnologia intuitiva», «infrastruttura scalabile», «un
contratto di corrente digitale» sono le parole usate
dai relatori. Tutti concordi nel rammentare come
questa tecnologia definita disruptive, dirompente
appunto, da qui al 2020 sarà obbligatoria: dire “no
cloud” tra pochi anni sarà come oggi dire “no internet”: chi potrà dunque farne a meno?
Tra i dati di Gartner, IDC, Forrester e dei grandi pittori degli scenari mondiali del tech la consapevolezza è forte e le aziende che vi lavorano studiano
come superare lo scoglio psicologico del passaggio al cloud (e ai server virtuali, nonché ai data
center in cui i propri dati sono altrove) ragionando
insieme ai clienti sui temi più sentiti. Primo tra
tutti quello della sicurezza: se i vendor di cloud
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Block Notes n.8
Gli innovatori del cloud computing
puntano molto sul raccontare come il virtuale sia
più sicuro, è bene ricordare che il delegare a soggetti terzi la gestione della sicurezza dei propri
dati è tema molto delicato. Ecco perché, ancora
una volta, quando si parla di tecnologia non si può
fare a meno di cercare i giusti partner tecnologici, ma anche di avere persone formate all’interno
dell’azienda pronte a comprendere e gestire ogni
emergenza e di dotarsi di strumenti perfetti per
affrontare con successo ogni tipo di esigenza.
Anche se a dire il vero c’è chi giura, anche tra i
grandi operatori mondiali, che il cloud sia la tecnologia più sicura. Luca Politi nel corso della tavola rotonda ha addirittura offerto 100 milioni di
dollari a chi riuscirà a violare i sistemi di Google...
Venerdì 8 aprile 2016
Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
L’applicazione delle tecnologie informatiche alle reti intelligenti per il trasporto e la distribuzione dell’energia
elettrica è uno dei tasselli fondamentali per la realizzazione della Pan-European network, la futura rete elettrica
europea. La giornata si svolge nello scenario della Smart Polygeneration Grid del Campus di Savona, la Smartgrid
classificata da European Electricity Grid Initiative (EEGI) tra le 40 più importanti in Europa in termini di innovazione
e coerenza con gli obiettivi del dipartimento Europeo dell’Energia e tassello fondamentale delle future Smart City.
Il contesto europeo e mondiale, le normative, le competenze e le innovazioni tecnologiche fanno da sfondo a un
dibattito tra ricercatori, industria e ingegneri. La giornata di studio nazionale è organizzata in collaborazione con il
Comitato Italiano Ingegneria dell’informazione.
LA CHIUSURA DI RED 2016 DEDICATA A SMARTGRID ED ENERGIA
LE RETi ELETTRICHE DEL FUTURO
E L’INNOVAZIONE GIÀ IN ATTO
S
martgrid e reti elettriche del
futuro attraverso le innovazioni tecnologiche, le competenze
e le normative del contesto europeo
e mondiale: questi i grandi temi che
fanno da scaletta alla quarta e ultima
giornata dell’edizione 2016 di RED.
L’Aula Magna del Campus Universitario di Savona è il palcoscenico del
dibattito tra ricercatori, industria e
ingegneri. Riflettori puntati sul tema
dell’energia, sulla continuità operativa in ambito Smartgrid e sulle potenzialità economiche (in termini di
maggiori introiti o riduzione dei costi) delle nuove tecnologie, passan- Massimiliano Margarone
do attraverso la presentazione dei
progetti concepiti per dar lustro ai
giovani ingegneri del territorio.
Una giornata di confronto scandita
anche dalla visita alla Smart Polygeneration Grid del Campus, la
Smartgrid classificata da European
Electricity Grid Initiative (EEGI) tra le
40 più importanti in Europa in termini di innovazione e coerenza con
gli obiettivi del dipartimento Europeo dell’Energia.
Il presidente dell’Ordine Fulvio Ricci, introduce i lavori della sessione
mattutina, moderata dal vice presidente del Comitato Italiano Inge- Luigi Ronsivalle
gneria dell’Informazione Massimiliano Margarone.
Il presidente del Centro Studi Cni,
Luigi Ronsivalle, aprendo gli interventi, porta ai presenti i saluti del
Consiglio Nazionale degli Ingegneri
e ricorda in che modo e quanto velocemente si sia evoluta la figura
professionale dell’ingegnere negli
ultimi anni.
«Quando iniziai io la professione e
fino ad alcuni anni fa come ingegnere civile – dice fra l’altro - era una
figura onnicomprensiva: si occupava
di tutto e doveva sapere di tutto. Poi si
è andata specializzando, e ognuno ha
ricavato il proprio ambito.
Oggi stiamo assistendo ad un ritorno
ad una visione più unitaria del lavoro, tenuta assieme dagli strumenti
trasversali dell’ingegneria dell’informazione. Non c’è più l’ingegnere
specialista, che lavora da solo, ma
un team di professionisti che lavora
assieme. Sono proprio i nuovi strumenti utilizzati a fare da collante tra
le diverse figure del team. Il professionista moderno è chiamato ad avere una visione sempre più globale e
proprio l’ingegnere dell’informazione
ha in mano gli strumenti più adatti.
Block Notes n.8
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“
Ronsivalle
C’è un numero sempre
maggiore di giovani
che si iscrivono alle facoltà
di Ingegneria dell’informazione,
un settore in
continua crescita
di comunicare… La Digital Economy
è ormai un fattore strategico per
il successo delle organizzazioni di
qualsiasi dimensione e settore.
Il fenomeno più significativo segnalato dal Rapporto Assinform 2015 è
la forte ripresa degli investimenti
nell’ICT da parte dei più importanti
settori dell’economia italiana: software e soluzioni di nuova generazione hanno registrato un +4%, servizi
di Data Center e Cloud Computing
+37%, Internet of Things (IoT) +13%
e piattaforme di gestione web +13%.
Alla chiamata sull’innovazione non
ha ancora risposto la pubblica amministrazione per la quale, invece, è
proseguita la contrazione degli investimenti in ICT, seppur con un ritmo
in attenuazione. Mentre Germania e
Cina hanno già fatto dell’industrial
internet il pilastro della competitività del loro sistema industriale, la
Commissione Europea ha definito un
sistema di indicatori strutturali, il Digital Economy and Society Index, per
misurare le prestazioni e la competitività degli Stati membri in ambito ICT.
Il DESI evidenzia le differenze e i gap
tecnologici dei 28 Paesi membri, in
relazione a connettività, competenze digitali, utilizzo di attività e servizi online ed offerta di servizi pubblici
digitali. L’Italia è uno dei fanalini di
coda dell’Europa, al 25° posto, seguita solo da Grecia, Bulgaria e Romania. Eppure nel nostro Paese le
opportunità sono tante e proprio gli
ingegneri dell’informazione possono avere un ruolo determinante nel
colmare questo gap. Nel settore ITC
contiamo oltre 75 mila imprese con
quasi mezzo milione di addetti, il fatturato del settore supera i 64 milioni
di euro ed il 2015 ha visto una crescita
Il CNI, è doveroso ricordarlo, si sta
occupando sempre più di questo settore, dal quale dipenderà il futuro di
ogni branca della nostra attività. Nei
prossimi mesi e nei prossimi anni
cercheremo di seguire con sempre
maggiore attenzione la sua evoluzione.
Recentemente abbiamo fatto un
monitoraggio sulle figure apicali nella Pubblica amministrazione.
Abbiamo rilevato che spesso non
ci sono ingegneri a ricoprire questi
ruoli, anche nei casi in cui le mansioni richiederebbero questa figura
professionale. È un dato ahimè significativo. Dimostra che mancano
ancora consapevolezza e sensibilità
nel considerare quanto possa essere
utile, in quell’ambito, la formazione
di un ingegnere. Da altri monitoraggi ed indagini conoscitive è emerso
un altro dato interessante: il numero sempre maggiore di giovani che
si iscrivono alle facoltà di Ingegneria
dell’informazione, un settore che sta
crescendo, rispetto a quelli tradizionali dell’ingegneria, come il Civile».
Il presidente del CIII, dal canto suo,
Mario Ascari, spende alcune parole
sulle prospettive - anche occupazionali - dell’ingegneria del domani. «L’informatizzazione di
ogni ambito socio-economico - ricorda - ha portato
una trasformazione epocale
nel modo di vivere. La consapevolezza che il futuro
sarà sempre più digitale è
da tempo universalmente
condivisa e tutto questo ha
creato nuovi scenari, generato nuove necessità ed
introdotto nuove dinamiche
nel modo di lavorare, di
produrre, di amministrare, Mario Ascari
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Block Notes n.8
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Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
Ascari
Alla chiamata sull’innovazione
non ha ancora risposto la P.A.
per la quale è proseguita
la contrazione degli
investimenti in ICT, seppur
con un ritmo in attenuazione
“
“
Venerdì 8 aprile 2016
dell’1,5%.
La Commissione europea stima che,
entro il 2020, in Europa saranno vacanti oltre 900 mila posti di lavoro
nel settore ICT; significa che i nuovi
paradigmi tecnologici come Cloud
computing, Mobility, Big Data, Internet Of Things, Digital Marketing
e Security richiederanno un ingente
fronte occupazionale. Gli ingegneri
dell’informazione hanno carte importanti da giocarsi: hanno una preparazione al top della categoria e possono
ricoprire sia ruoli tecnici sia dirigenziali. Certamente, spesso non viene
riconosciuto loro il ruolo strategico
delle attività svolte e i livelli di retribuzione sono inferiori rispetto alla
media dei colleghi europei. In questo
momento nel mondo delle aziende
i profili più richiesti comprendono
il Security Specialist, l’Enterprise
Architect, il Business Analyst, il Database Administrator ed il Business
Information Manager. Le lauree più
ricercate sono Ingegneria dell’Informazione, Scienze dell’Informazione
ed Informatica, e sono maggiormente apprezzati i percorsi di studio che
portano ad avere una piena conoscenza di tutta la filiera di competenze ICT.
Tutto questo per evidenziare
come l’ICT offra ottime opportunità di occupazione e di
crescita professionale. Investire in questo settore è una
scelta piena di opportunità».
Angelo Valsecchi, Consigliere del CNI e referente
del settore C, porta invece a
RED 2016 la voce “politica”
e le linee guida del Consiglio nazionale. «L’ingegnere
del terzo millennio - sostiene - deve
uscire presto dal “guscio”, perché
l’Italia deve diventare un Paese informatico, smart. La cosa più bella
di RED è proprio questa: ci fa uscire
allo scoperto, ci fa sentire parte della
società civile.
L’ingegnere italiano, oggi, è un professionista all’avanguardia. Nel mondo del lavoro e delle aziende c’è una
grande richiesta di competenze tecnologiche e informatiche molto avanzate: sotto questo punto di vista gli
ingegneri sono già formati e avvantaggiati rispetto ad altre figure, grazie
al back-ground universitario, al codice deontologico, all’obbligo di aggiornamento… Siamo quindi pronti a riprenderci quel ruolo di leader che nel
tempo abbiamo perso, non possiamo
più permetterci di sprecare questa intelligenza accontentandoci del basso
cabotaggio. Il primo passo dev’essere la certificazione delle competenze. Come Consiglio nazionale stiamo
lavorando in questa direzione con
“Cert-Ing”. Mi piace sottolineare
come questa certificazione sia volontaria e non obbligatoria, e questo
ritengo sia un valore aggiunto per
chi la possiede. La presenza di un
soggetto terzo come l’Ordine, emanazione del Ministero, che certifica
la mia competenza mi offre maggiore
credibilità, maggiore riconoscibilità…
Non sono “solo” un ingegnere, ma un
ingegnere certificato. Quindi mi sento
di spronare ed invitare tutti a fare riferimento a “Cert-Ing”.
Angelo Valsecchi
“
Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
“
Venerdì 8 aprile 2016
Valsecchi
Il primo passo per riprenderci
il ruolo di leader è la
certificazione delle competenze.
Come CNI stiamo lavorando
in questa direzione
con “Cert-Ing”
La nostra sfida, oggi, consiste
nell’uscire dalle aziende e farci
conoscere. L’ingegnere è abituato a stare rinchiuso nel suo studio
mentre invece deve essere percepibile all’esterno. Parte della società
spesso lo vede come un “palazzinaro”, come colui che deturpa l’ambiente, che intuba i fiumi, invece è
proprio l’ingegnere che permette
di fare un intervento in sala operatoria, di avere un peacemaker.
Ingegnere è sinonimo di miglioramento della qualità della vita,
di eticità e di ecologia. Pensiamo
al turismo: la Liguria è un esempio
di posto meraviglioso che andrebbe
sfruttato meglio grazie alla tecnologia. In Corea il Wi-fi libero è ovunque… Gli ingegneri possono contribuire al turismo riqualificando
l’ambiente, cablando le città, rendendo quindi più vivibile e attraente il nostro Paese. Le istituzioni
locali e nazionali dell’Ordine devono
avere il coraggio di dire alla società cosa fanno gli ingegneri. Serve
anche coraggio per diventare parte
attiva nel mondo della politica: l’ingegnere deve fare politica spinto dalla sua visione di quella che
sarà la società del futuro. L’Ordine, apartitico, è una fucina di idee
dalle quali ricaviamo un’interpretazione politica sullo sviluppo.
Insomma, è necessario tornare
identificabili in seno alla società,
cosa che oggi ci manca perché siamo stati stereotipati dall’edilizia. Ci
vuole tempo per cambiare questa
mentalità, serve l’aiuto dei presidenti che come Fulvio Ricci credono nel ruolo centrale dell’ingegnere
nella società moderna».
GIULIANO MONIZZA, ABB
Il sistema energetico
del futuro per soddisfare gli
obiettivi della strategia europea
“20-20-20” alla “40-27-30”
Le prospettive sul ruolo dell’industria e dell’ingegneria italiana in relazione alle normative su efficienza
energetica, sviluppo delle rinnovabili e riduzione delle emissioni
di CO2: sono questi i punti focali
toccati dall’intervento di Giuliano
Monizza, Former Vice Presidente della Power Product Division di
ABB. Dopo aver raggiunto l’obiettivo del “20-20-20” ecco una nuova sfida, tanto complicata quanto
affascinante, che toccherà l’universo ingegneristico italiano, europeo e di conseguenza mondiale.
Spiega Monizza: «40-27-30 sono i
valori strategici nei quali l’energia
dovrà vivere nel futuro, rispetto
agli attuali 20-20-20. Percentuali
che rappresentano l’obiettivo per
ogni singolo Paese e sono riferite
al 2030. Significa che entro questa
data dovremo ridurre del 40% le
emissioni di CO2, passare dal 20 al
27% per quanto riguarda l’integrazione delle rinnovabili e portare dal
20 al 30% l’efficienza delle energie
alternative. Si tratta di un impatto
enorme. Sinceramente, non nutro
molti dubbi sul fatto che le aziende
italiane possano rivestire un ruolo
fondamentale, in virtù della grande
esperienza accumulata negli anni.
Ricordiamoci infatti che A2A, Enel e
Acea sono eccellenze riconosciute
a livello mondiale anche per merito
dei risultati ottenuti dall’industria
elettromeccanica italiana.
Gli ingegneri sono chiamati a rivestire un ruolo chiave, di primo
piano, facilitati anche dal fatto che
le normative si stanno sempre più
unificando, mentre nel passato i
contesti legislativi nazionali erano
in merito piuttosto frastagliati e
contrastanti.
Oggi siamo nella quinta rivoluzione industriale. L’industria italiana elettromeccanica è al secondo
posto in Europa, con eccellenze
uniche. Le nostre sono tecnologie
vengono esportate in tutto il mondo.
Block Notes n.8
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Venerdì 8 aprile 2016
Giuliano Monizza è stato vice presidente del Comitato
esecutivo della T&D Europe, vice presidente di ANIE Energia
e vice presidente del Gruppo Power Products & Power
Systems di ABB Divisioni. Esperto del comparto elettrico,
sia dal lato della domanda sia da quello della fornitura,
in particolare nei settori produzione, trasmissione e
distribuzione. Oggi lavora come consulente.
La domanda è: possiamo investire queste competenze
su un problema enorme, come quello del cambiamento climatico, traducendole in una opportunità anche
economica? La mia risposta è che se noi abbiamo la
leadership industriale in Europa, possiamo e dobbiamo
essere i protagonisti del “40-27-30”. In Italia abbiamo i
motori più efficienti al mondo. L’industria elettromeccanica ha fatto passi da gigante per la trasmissione e
le interconnessioni. E gli americani stanno imparando da noi. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che
esistono Paesi che noi consideriamo arretrati i quali
invece sono molto avanti di noi circa il tema dell’efficienza energetica. In Danimarca se ne parla anche
nelle scuole. Nei licei italiani, e negli stessi partiti, non
c’è una vera presa di coscienza del fatto che i sistemi
sono disponibili.
Noi ingegneri ci mettiamo l’impegno per trasmettere
questa consapevolezza ai politici e alla società? Siamo
proprio noi che, in base alla nostra presa di coscienza,
dobbiamo fare questa passaggio. Io sono convinto che
basti solo crederci».
Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
le capacità tecniche con quelle gestionali.
Dati Assinform evidenziano come dopo una flessione
tra il 2013 e il 2014 vi sia stato un incremento positivo
negli investimenti in servizi ICT, soprattutto a livello
data center, come conseguenza delle necessità nate
con l’esplosione del cloud computing. Le informazioni, come detto dai colleghi, devono essere disponibili
sempre e ovunque, perciò una strategia di Business
Continuity è chiaramente importantissima. La sicurezza è fondamentale. La digitalizzazione, fenomeno
mondiale che non può fermarsi, se non è assistita da
tecniche affidabili, da persone competenti e da infrastrutture garantite dal punto di vista della sicurezza,
non crea valore ma al contrario disvalore.
Smart City, Smart Grid, IoT e IoE, tutte queste aree
implicano la necessità di avere a disposizione sensori, soluzioni di connettività con banda ultra larga, disponibilità dei data center e analisi derivanti dai Big
Data prodotte da sistemi di Business Intelligence e di
Analytics, per questo sono necessari professionisti
certificati e competenti che intervengano sui progetti in maniera sistematica e per legge.
L’approccio dev’essere culturale: l’ingegnere deve far
capire alla società civile l’importanza di tutti questi
fattori e del bisogno di dotarsi di una figura, incarnata appunto dall’ingegnere, che agisca su queste tematiche in maniera puntuale e competente. Ulteriore
considerazione su cui bisogna ragionare, considerata
una indagine del World Economic Forum che individua
BRUNO LO TORTO, CENTRO STUDI CNI
Il punto di vista del Centro Studi:
i dati sulla sicurezza ICT
Gli approfondimenti sul ruolo degli ingegneri nel
campo delle ICT applicate alla quotidianità, con
particolare riferimento a contesti quali Smart City
e Smart Grid, proseguono con l’intervento di Bruno Lo Torto, che porta a RED 2016 il punto di vista del Centro Studi del CNI. «Quando parliamo di
Smart City - spiega - parliamo di un concetto abilitato dall’ICT, che a sua volta è una forma abilitante per
varie applicazioni verticali, comprese quelle ingegneristiche. In questo contesto l’ingegnere non dovrebbe
più porsi come figura tradizionale, ma come soggetto
più moderno e multidisciplinare capace di sintetizzare
44/
Block Notes n.8
Bruno Lo Torto, palermitano, 55 anni, è ingegnere
elettronico. Riveste il ruolo di Project Manager in Italtel,
dove lavora dal 1987 e dove è stato anche responsabile
dello sviluppo e dell’integrazione di applicazioni software.
Dal 2014 è componente del Consiglio direttivo del Centro
Studi del CNI e dal 2012 nel gruppo di lavoro dedicato
all’Ingegneria dell’Informazione coordinato da Angelo
Valsecchi.
Venerdì 8 aprile 2016
nella crisi di un’infrastruttura critica un evento abbastanza probabile e molto impattante, è se la continuità
operativa di infrastrutture critiche in ambito ICT debba
essere o meno garantita.
Il CAD, Codice dell’amministrazione digitale, finora lo
fa, con la versione attualmente vigente ed in particolare con l’articolo 50 bis. Ma c’è un progetto di modifica che vorrebbe abolire questa norma. Il mondo degli
ingegneri deve accettare e combattere questa sfida,
deve assolutamente evitare che ciò che di buono si
è fatto in Italia con il CAD adesso venga eliminato»
GABRIELE CALZAVARA,
ORDINE INGEGNERI SAVONA
Il progetto “Energia giovane”
Gabriele Calzavara, dell’Ordine degli Ingegneri di
Savona, presenta alla vetrina di RED 2016 “Energia
Giovane”, un nuovo progetto, sviluppato dall’Ordine
savonese assieme all’Università degli Studi di Genova, pensato e concepito per rivendicare l’importanza
del ruolo degli ingegneri sul territorio, individuando
- come è stato già sottolineato negli interventi precedenti - la necessità della figura di ingegnere “globale”. «È un progetto - spiega Calzavara - al quale potranno accedere tutti gli iscritti all’Albo, e si propone di
dare nuova energia ed enfasi al nostro ruolo nel mondo
del lavoro».
Gli ingegneri saranno organizzati in tre team e seguiranno un apposito corso di formazione con relativa certificazione che culminerà nel superamento
di un esame. «Il tema trattato dai team - prosegue
Calzavara - sarà quello dell’energia. Daremo un occhio
di riguardo all’Energy management, agli impianti fotovoltaici, al solare/termico, alle pompe di energia, alla
fonti di calore e alle caldaie.
Temi indissolubilmente legati al territorio, anche per-
Gabriele Calzavara, 33 anni, dal 2009 ricopre il ruolo di Energy
manager in Fruttital Srl, società di Albenga controllata da
Holding GF Group che opera nel settore della conservazione
e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. Si occupa
di efficientamento dei consumi e riduzione dei costi. In
precedenza è stato Key Account manager presso E.on Italia
Spa, a Milano. Nel 2008 ha conseguito la laurea specialistica
in Ingegneria gestionale presso l’Università di Genova e dal
2010 è iscritto all’Ordine professionale.
Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
ché saranno affrontati sia dal punto di vista meramente
energetico sia da quello civile. I progetti elaborati saranno poi inseriti nel contesto territoriale della nostra
regione, rimettendo la tecnologia in primo piano e soprattutto rinnovando il parco tecnologico presente attualmente nel savonese».
UGO MORETTO, SOFTECO SISMAT
Applicazione per la gestione delle reti di energia: dalle Smart Grid all’efficienza energetica
Chiude la sessione mattutina della quarta e ultima
giornata di Riviera Engineering Days 2016 l’intervento dell’amministratore delegato Softeco Sismat, Ugo
Moretto. Il quale traccia un bilancio su quanto fatto e
quanto ancora c’è da fare per sviluppare e diffondere
il sistema Smart Grid sul territorio, in un contesto legato a doppio filo al divario digitale ancora presente
in Italia. «La Smart Grid - dice Moretto - è un sistema che permette di produrre energia, in modo anche
locale, e di riutilizzarla nelle vicinanze. Come è facile
intendere questa gestione permette di rendere la rete
molto più stabile. Si può prendere energia dall’esterno,
quando serve, ma si privilegia l’energia locale.
La gestione “intelligente” della rete elettrica coincide
sotto molti aspetti con l’efficienza, razionalizzando la
distribuzione e l’uso di energia, il che permette di minimizzare anche una serie di fattispecie quali sovraccarichi o variazioni della tensione, come picchi o buchi. Ora,
tutto questo è possibile grazie ad una forte conoscenza
di quello che succede sul campo. Nello specifico, grazie
a sistemi di telecontrollo e automazione per la gestione. Per supportare Smart Grid serve quindi una IT di
livello.
In Italia, sotto questo punto di vista, siamo messi molto bene, soprattutto grazie ad Enel, che è l’elemento
portante delle Smart Grid, visto che queste si applicano
nella media e bassa tensione ed Enel è leader mondiale
di questo settore. Siamo messi piuttosto male, invece,
dal punto di vista delle telecomunicazioni, anche se si
sta facendo tanto in questa direzione.
Quando la banda larga arriverà ovunque, la Smart Grid
potrà avere uno sviluppo molto superiore a quello attuale. Si pensa di portare la fibra in ogni dove e ciò
renderà possibile un forte miglioramento del servizio.
Dopotutto, e su questo siamo tutti d’accordo, portare
la banda larga in tutto il Paese è necessario per tantissime cose, tanto per il business quanto per la qualità
della vita. La Smart Grid da sola non giustificherebbe la
diffusione della banda ma è certamente uno tra i tanti
motivi per cui sarebbe auspicabile.
Come Softeco - oltre alla collaborazione con Enel, in
tema proprio di Smart Grid, che stiamo portando avanti da ormai trentacinque anni - abbiamo fatto alcune
Smart Grid nostre: una a Sanremo e una a Livorno, in
collaborazione con l’Università di Genova e la società
Yes Solution. Abbiamo già progettato tutta la rete di
banda larga di Bologna e siamo circa al 50% della progettazione su Torino».
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Venerdì 8 aprile 2016
Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
I partecipanti
a RED,
nell’aula del
Campus di
Savona dove
si sono
svolti i lavori
venerdì
Ugo Moretto è fondatore e amministratore delegato di
Softeco Sismat, una realtà del panorama ligure (ha la sede
principale a Genova e altre sedi dislocate a Roma, Milano,
Napoli e Catania) leader nel campo dell’ICT. Realizza
progetti informatici e industriali innovativi mediante
l’integrazione di sistemi, prodotti, tecnologie e reti. Sul
mercato dal 1979, opera nei settori dell’energia, dei
trasporti, delle telecomunicazioni, del finance e nell’intero
panorama industriale.
FRANCESCO PERNA, ENEL
La sfida per la Cyber Security: proteggere
i sistemi OT, IoT e Smart Grid
La sessione pomeridiana, moderata dall’ingegner
Aldo Loiaconi del Cti Liguria (Club per Tecnologie
dell’Informazione) è aperta da Francesco Perna.
L’Head of Cyber security and Continuity Management di Enel arricchisce il dibattito con il punto di
vista dell’azienda sulla sicurezza in ambito cyberspazio e Smart Grid. Cosa può fare la Cyber Security per le infrastrutture critiche? «Il mercato elettrico
46/
Block Notes n.8
- risponde Perna - si è profondamente trasformato.
Salesforce prevede che nel 2020 il 50% delle chiamate sarà da non umani, ma da oggetti che chiedono
manutenzione e riparazione. In pochi anni è cambiata
molto anche la sicurezza, e cambierà ancora. In passato c’erano le barriere esterne, oggi c’è il cyberspazio da difendere. Vi si può entrare in modo virtuale
e fare danni nel mondo reale.
Mancano anche adeguate tecniche di contrasto normative e legali; la legislazione si sta muovendo, per
prevenire certi problemi. Per difendersi, alcune regole di base valgono per tutti e richiedono in primis
un’ottima formazione, che vale più della tecnologia.
La metodologia del National Istitute of Standards
and Technology americano, accolta anche per la protezione delle infrastrutture critiche italiane, consiste
- nell’ordine - in identificazione, attivazione della protezione, detection, predisposizione della risposta e recovering.
L’intervento deve essere un processo continuo, strategico, sempre monitorato e aggiornato, perché gli
attaccanti usano modelli sempre più evoluti. Anche
in ambito Smart Grid vale sempre la necessità di lavorare prima che l’attacco sia avvenuto, a livello
preventivo, dato che anche il sistema più blindato
può avere un punto debole. In Enel, monitoriamo costantemente i dati raccolti dal sistema per individuare cosa è un attacco e cosa un evento trascurabile.
E per saper fare questa distinzione serve una competenza specifica nella Smart Grid, dove la sicurezza
deve essere considerata mandatoria: mettere in crisi
la distribuzione elettrica avrebbe un effetto devastante
sulla vita di ognuno. Bisogna lavorare con strumenti
che abbiano la sicurezza “by design”, ad esempio la
cifratura delle trasmissioni.
Nemmeno si può essere passivi con i fornitori, che potrebbero non avere competenze specifiche nella sicurezza, bisogna influenzarli. Organizzazione, processo
e formazione sono fondamentali anche per operare
Venerdì 8 aprile 2016
Francesco Perna dirige il settore Cyber security and
Continuity Management di Enel, gruppo che vanta una
leadership riconosciuta a livello internazionale per quanto
riguarda lo sviluppo di reti e città intelligenti. Basti pensare
al primo contatore elettronico del mondo, installato da Enel
nel 2001, o, più recentemente, alla Smart Grid realizzata in
occasione di Expo 2015.
con le mail di phishing: in Italia Enel ha fatto una
campagna di sensibilizzazione, ma i messaggi sono
stati aperti solo dall’1% dei destinatari. Enel, così
come altre realtà, per la protezione delle infrastrutture critiche vuole avere un Computer emergency response team, ovvero un gruppo di esperti che gestisca
i Pc e tutto il processo di protezione».
FEDERICO DELFINO, UNIVERSITÀ DI GENOVA
I progetti “Smart Polygeneration Microgrid” e
“Sustainable Energy Building”
Il Campus dell’Università di Savona come esempio
tangibile su come si possano realizzare strutture
sostenibili e autosufficienti dal punto di vista energetico: lo illustra il professor Francesco Delfino
dell’Università di Genova. «Entro il 2017 - esordisce
il docente - il Campus, che vanta un’estensione di
60 mila metri quadrati, sarà trasformato completamente in quest’ottica. Il Progetto “Energia 2020”
dell’Università di Genova rappresenta un importante intervento a carattere dimostrativo nel settore
dell’energia sostenibile - ovvero fonti rinnovabili, risparmio energetico e riduzione delle emissioni di CO2
- finanziato dal pubblico e mirato a farne una struttura innovativa dal lato della gestione energetica e del
comfort lavorativo dei suoi utenti.
Le aree di intervento sono tre: la realizzazione della Smart Polygeneration Microgrid (SPM), ovvero una
micro-rete intelligente per l’alimentazione delle utenze elettriche termiche del Campus; la realizzazione di
un edificio ecosostenibile energicamente attivo e connesso alla SPM - cioè una vera e propria Smart Grid
che si sviluppa nella zona nord - al cui interno saranno
realizzate una palestra completamente green e un laboratorio di domotica per simulare la casa del futuro,
Smartgrid per un impiego intelligente del territorio
Federico Delfino, 44 anni, è docente di “Sistemi Elettrici per
l’Energia” e “Power Systems Engineering & Economics”
presso la Scuola Politecnica dell’Università di Genova e
si occupa di Produzione, Trasmissione ed Utilizzazione
dell’Energia Elettrica e di Modellistica, Simulazione e
Protezione di Reti Elettriche, con particolare riferimento
ai temi delle Smart Grids, delle Sustainable Microgrids
e delle Smart Cities. Ambiti nei quali ha elaborato più di
150 pubblicazioni scientifiche, 3 capitoli di libri scientifici
internazionali, un brevetto italiano e uno europeo. È
delegato universitario alla gestione e al funzionamento del
Campus di Savona.
e infine la riqualificazione energetica delle strutture
esistenti.
La SPM è un sistema di distribuzione energetica
elettrica e termica “intelligente”, che connette tra
loro tre turbine a gas trigenerative ad alta efficienza
alimentate a gas naturale, un impianto fotovoltaico,
tre sistemi solari termodinamici equipaggiati con
motori Stirling, un chiller ad assorbimento con serbatoio di accumulo, due sistemi di accumulo elettrico e due stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
Quali sono gli obiettivi della SPM? Fare ricerca, sviluppo e pianificazione, minimizzando emissioni di
CO2, consumi e costi. Attraverso i dati raccolti dal
software di gestione energetica è possibile pianificare la produzione di turbine a gas o caldaie e l’utilizzo dei sistemi di storage elettrico, con l’obiettivo
di minimizzare i costi giornalieri di gestione.
La bolletta annuale del Campus è passata da 300 a
250 mila euro e le emissioni di CO2 registrano circa
-120 tonnellate all’anno. Lavoriamo per esportare
il progetto al di fuori del Campus, magari in nuovi
quartieri residenziali o aree industriali o del settore
terziario».
GIACOMO CORVISIERI, ITALTEL
Applicazioni Internet of thin nelle soluzioni
di efficientamento energetico
Il microfono passa a Giacomo Corvisieri, Head of
Innovation Lab Palermo di Italtel, per una riflessione sulla potenzialità economica della Smart City,
sul ruolo dell’Internet of Things (IoT) e sul nuovo
paradigma per lo sviluppo delle città “intelligenti”:
Block Notes n.8
/4 7
po stesso le operazioni del centro. Italtel, nell’ambito
delle Fog City, sta approcciando anche il tema della
sicurity, ci stiamo muovendo per garantire nei nostri
sistemi la sicurezza dei dati, tutelandoci da eventuali
manomissioni. Attualmente non c’è grande conoscenza del concetto di Smart City e quindi non c’è “interesse” nel distruggere dati, ma nel momento in cui il
concetto sarà più diffuso, centraline e sensori sparsi
per la città saranno certamente esposti ad attacchi,
per dolo o vandalismo».
Giacomo Corvisieri è ingegnere elettronico e lavora in Italtel
dal 1985. Per dieci anni ha ricoperto il ruolo di software
engineer, dal novembre 2015 è Head of Innovation Lab
nella filiale di Palermo. Il gruppo Italtel progetta, sviluppa
e installa soluzioni per reti integrate e servizi di nuova
generazione basati su protocollo IP. Nel portfolio d’offerta
dell’azienda sono presenti, tra le altre, soluzioni di ICT quali
Unified Communication & Collaboration, Telepresence,
Cloud Computing, Smart Cities e Sicurezza Integrata.
il fog computing, concepito per gestire dati e servizi
dalla rete o dal Cloud. «Smart city - afferma - è un
concetto che va oltre la semplice adozione di iniziative
digitali che facilitino accesso ad informazioni e uso di
servizi da parte dei cittadini. Si tratta invece di un nuovo modo di concepire il governo della città, in maniera
appunto partecipativa, dove la produzione dei servizi è
intesa non come prerogativa esclusiva degli amministratori locali, secondo il classico modello top-down,
ma come processo collaborativo che include i cittadini
e le imprese.
Il paradigma dell’IoT ha assunto sempre più chiaramente il ruolo di tecnologia abilitante della Smart City,
migliorandone la gestione, rendendola più vivibile e
fornendo slancio alle attività economiche. All’inizio
era la fibra ottica e il wi-fi, oggi invece è IoT, Cloud
computing, Open data versus Big data… C’è però una
scarsa consapevolezza del fatto che i progetti Smart
City possano consentire di generare valore economico,
in termini di riduzione di costi o maggiori introiti. Da
un recente studio condotto dall’Osservatorio Internet
of Things del Politecnico di Milano emerge come, grazie ad una adozione pervasiva del paradigma dell’IoT, a
livello di sistema Paese sarebbe possibile risparmiare
complessivamente circa 4,2 miliardi di euro all’anno.
Le Fog City sono quelle città in cui è stato inserito
un livello intermedio tra lo strato di device e sensori che rilevano le caratteristiche da monitorare ed
il Cloud, che racchiude il cuore del centro di monitoraggio. In questo strato intermedio, di “nebbia”, sono
inserite una serie di intelligenze e unità operative che
hanno il compito di pre-elaborare i dati e comunicare
al centro di monitoraggio soltanto le informazioni più
generali, per non ingolfare la rete e diminuire al tem48/
Block Notes n.8
STEFANO MASSUCCO, UNIVERSITÀ DI GENOVA - Gestione delle reti di energia: il progetto SmartGen, labeled EEGI
La rassegna del pomeriggio prosegue con il contributo del professor Stefano Massucco, del laboratorio Intelligent Electrical Energy Systems dell’Università di Genova.
Il docente, già membro del CERSE e del CEI, descrive le innovazioni sperimentati con “Studio, sviluppo
e validazione di metodi e strumenti innovativi per la
gestione di reti di distribuzione attive con generazione da fonte rinnovabile”, sinteticamente descritto
dall’acronimo SmartGen, il progetto attivato nel
gennaio 2011 grazie alla sinergia tra le Università
di Genova e Bologna, Enel Energia, Softeco e S.D.I.
Spa, a fronte di un investimento di 2,8 milioni di
euro.
«Nel contesto presente - dice Massucco - c’è necessità di nuove funzionalità per una gestione corretta
della rete. SmartGen ha portato a definire l’architettura di un gestore centralizzato DMS di distribuzione “intelligente” e fortemente modulare, scalabile e
flessibile, capace di gestire problemi di ottimizzazio-
Stefano Massucco, ingegnere elettrotecnico genovese,
62 anni, insegna Fondamenti di controllo per sistemi
elettrici, Gestione, controllo dei sistemi elettrici e Impianti
ospedalieri nel Corso di Ingegneria elettrica dell’Università
del capoluogo ligure. La sua attività didattica e scientifica è
rivolta ai settori della Generazione distribuita e rinnovabile,
risparmio energetico, automazione dei sistemi elettrici di
trasmissione, distribuzione e Security Assessment.
ne economica, di controllo dei flussi di potenza, della
tensione e di fornitura dei servizi, considerando ovviamente i cambiamenti del sistema produttivo, che evolve dal modello tradizionale ad uno sempre più basato
su fonti di energia rinnovabile.
SmartGen è stato sperimentato in tre siti pilota: Genova, presso la micro-rete sperimentale di Ateneo
della Darsena, Sanremo e Livorno, nell’ottica di realizzare un sistema potenzialmente industrializzabile, con un adeguato rapporto qualità-costo.
Il DMS SmartGen presenta aspetti innovativi che lo
distinguono da uno tradizionale. Il controllo centrale
è stato affidato ad un insieme di algoritmi di calcolo integrati in DMS, capaci di elaborare dati storici
relativi ai consumi e al meteo; questi algoritmi hanno fornito funzionalità quali stima dello stato (per
superare i limiti di osservabilità delle rete di distribuzione), previsione della generazione e del carico,
ottimizzazione del punti di lavoro, riconfigurazione
ottima e localizzazione dei guasti. Il DMS di SmartGen utilizza il Common Information Model per lo
scambio dati tra il sistema SCADA e gli algoritmi,
consentendo l’interoperabilità con sistemi in campo
CIM-compliant e con provider di servizio a valore aggiunto di terze parti.
Oltre alla migliore conoscenza della rete ed una
sua ottimizzazione tecnico-funzionale, con minimizzazione delle perdite, questa architettura ha reso
possibile la previsione di dati, specialmente a medio-breve termine, utilissimi per un’interazione col
mercato».
GIUSEPPE UGOLOTTI, NICE (AMAZON)
Cloud e Smartgrid
Giuseppe Ugolotti è l’ingegnere informatico che nel 1996 ha
fondato la “piccola” software house astigiana NICE. Negli
anni la società si è specializzata in servizi di simulazione
3D e Cloud computing, arrivando ad annoverare clienti
come Airbus, Audi, Bridgestone, Ferrari, Fiat e Red Bull.
Lo scorso febbraio è stata acquisita dalla divisione Web
Services del colosso Amazon, “stregato” da prodotti NICE
quali EngineFrame, per soluzioni personalizzate di Cloud,
e Desktop Cloud Visualization, che consente di lavorare su
progetti in 3D da remoto.
Le reti Smartgrid tra cloud e applicazioni di simulazione: ne parla Giuseppe Ugolotti, CEO di NIce,
la software house astigiana pioniere nel campo del
Technical Cloud recentemente acquisita dalla divisione Web Services del gruppo Amazon. «È interessante - spiega - riflettere sull’evoluzione dell’apparecchiatura e dell’approccio ingegneristico, dai tempi
delle work station e dei computer cluster alle nuove
possibilità di oggi, come Grid, Cloud e Ibrid Cloud. In
presenza di sempre maggiori quantità di dati, potenze di calcolo e acceleratori grafici consentono di
affrontare problemi, modelli e soluzioni più importanti utilizzando un semplice Pc, un iPhone o un iPad
collegati via internet al cloud. Così, questo approccio
diventa fruibile da sempre più persone, non solo da
pochissimi “eletti” che hanno accesso a programmi
sofisticati o centri di supercalcolo.
Ingegneri, tecnici e scienziati possono a questo punto simulare non solo il telaio di un edificio o di una
vettura, ma intere città, territori ed ecosistemi sempre più ampi. Addirittura il globo terrestre. Chiaramente, stiamo ancora parlando in termini ipotetici.
Nella realtà è ancora presto per vedere applicato tutto questo. Per capire però quali potranno essere gli
sviluppi e le opportunità, immaginiamo il piano regolatore di una bella cittadina ligure, oppure un piano
del traffico, o ancora lo studio di una vallata dove c’è
una diga ed esiste un rischio frane. Bene, tutto questo
sarebbe controllabile via internet: dati e simulazioni
finirebbero sulla “nuvola”, dove le persone potrebbero
accedere con la stessa facilità con cui oggi si accede
a Facebook.
Con il calcolo e l’Internet delle Cose si generano immense quantità di dati, e con queste aumentano in
parallelo le opportunità di studiarli con sempre maggiore utilità, in virtù di strumenti di analisi o “machine
learning”, altra grande novità dell’informatica.
Queste sono le nuove possibilità, o meglio, ciò che si
prevede sia possibile. Oggi purtroppo ci sono ancora
molte chiusure, la collaborazione tra Paesi non è molto fattiva e siamo ancora al livello di specifici centri di
supercalcolo dove operano numeri limitati di addetti.
In altre parole, siamo ancora al calcolo “per pochi”. Il
cloud però apre questi nuovi orizzonti, in linea teorica
e pratica.
Le Smartgrid sono un’applicazione dell’Internet delle Cose. Tramite sensori si possono raccogliere dati
sulle vibrazioni di un terreno che sta franando, campi magnetici e campi elettrici, umidità e temperature. Raccogliendo questi dati da un territorio amplissimo e facendoli confluire in un unico database, non via
cavo ma tramite Wi-fi e internet, otterremmo magnifici modelli di simulazione e previsione che un tempo
non avremmo nemmeno immaginato.
I sismologi sostengono che i terremoti non siano
prevedibili, ma non è affatto vero. Quando in certe
rocce si determina stress si generano campi elettrici
misurabili: se fossero monitorati con continuità e in
tempo reale, sarebbe più facile prevedere terremoti,
alluvioni, frane. Sono discorsi che diventano concreti adesso, gli strumenti iniziano ad esserci, si tratta
quindi di capire se qualcuno vuole usarli o se preferisce tenerli nel proprio orticello».
DOMENICO SQUILLACE, UNINFO
Le norme tecniche nel settore ICT
Domenico Squillace lavora in IBM dal 1990. Dal 2005 è
Technical Relations Executive e ricopre la carica di Country
Standards Coordinator. Rappresenta IBM negli enti italiani
di normazione CEI, UNI ed UNINFO, di cui è presidente dal
2006.
UNINFO è un’associazione a carattere scientifico e
Block Notes n.8
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ENRICO PIO MARIANI
ORDINE INGEGNERI MILANO
L’Ingegnere dell’informazione
Domenico Squillace, Technical Relations Executive fra innovazione e sicurezza
divulgativo che promuove, realizza e diffonde la normazione
tecnica nel settore delle tecnologie ICT e delle loro
applicazioni, a livello nazionale, europeo e internazionale
di IBM, descrive il contesto normativo del settore
ICT in Italia e in Europa, evidenziando l’attività di
UNINFO, di cui è presidente dal 2006.
«Inizio questa panoramica normativa – dice Squillace - partendo dalla definizione stessa di norma tecnica. Secondo il regolamento europeo di riferimento,
che leggo, per norma si intende una “specifica tecnica,
adottata da un organismo di normazione riconosciuto,
per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è
obbligatorio conformarsi”. Le norme dell’ICT, quindi,
sono documenti che definiscono le caratteristiche
dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità,
di sicurezza e di organizzazione di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte. Sono il
risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in
Italia e nel mondo. Il regolamento UE 1025/2012 distingue le norme internazionali, europee, armonizzate e nazionali, in base alla natura del soggetto che le
adotta. Ci sono alcuni principi alla base della normazione tecnica: dev’esserci volontarietà, nel senso che
sono le parti interessate ad imporsi spontaneamente la norma; servono democraticità e trasparenza, e
questo significa che l’iter dev’essere chiaro e tutte le
parti interessate possono parteciparvi formulando osservazioni; infine consensualità, la norma dev’essere
approvata col consenso di chi ha preso parte ai lavori.
Chi sviluppa le norme in Italia? L’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI), associazione privata senza scopo di lucro, che elabora norme tecniche in tutti
i settori dell’economia - industria, commercio, servizi
- ad eccezione delle materie elettriche ed elettrotecniche.
Nel contesto del sistema UNI, UNINFO è il soggetto
tecnico-scientifico che si occupa di realizzare, promuovere e diffondere la normazione tecnica relativa
alle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e delle loro applicazioni, sia a livello nazionale sia
internazionale. L’attività di UNINFO varia attorno a tutti
i settori legati all’ICT, dall’informatica medica, pensiamo ad esempio al fascicolo sanitario elettronico, alle
normative inerenti alla qualità del software e alla sicurezza dei dati informatici. Ci sono alcune norme redatte dagli esperti UNINFO utilizzate da chiunque, senza
saperlo, nella vita di tutti i giorni. La MPEG, tramite la
codifica delle informazioni audio, video e multimedia/
ipermedia ci consente di vedere la tv digitale. Anche il
Telepass e quelle che regolano dimensioni delle carte di credito e transazioni finanziare sono norme nate
in UNINFO. Per quanto riguarda direttamente la professione dell’ingegnere del terzo settore, UNINFO ha
preparato la prima norma europea sui profili professionali: ce la siamo inventata e poi l’abbiamo portata
in Europa».
50/
Block Notes n.8
Enrico Pio Mariani è delegato CNI presso UNINFO e
consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Milano. Dal 2005
al 2015 è stato presidente del Comitato Italiano Ingegneria
dell’Informazione e, dal 1995 al 2011, presidente della
commissione informatica dell’Ordine milanese. Da più di
venticinque anni è relatore in numerosi convegni, seminari
e corsi nell’ambito dell’ingegneria dell’informazione.
Ingegnere elettronico, Mariani lavora come progettista di
sistemi informativi, consulente informatico e sviluppatore. È
socio fondatore e procuratore della Amel Informatica S.r.l.,
società milanese di consulenza e software attiva dal 1982.
Squillace prosegue illustrando l’intervento di Enrico Pio Mariani, rappresentante dell’Ordine degli Ingegneri di Milano e del Comitato italiano Ingegneria
dell’informazione, che non ha potuto presenziare al
Convegno. Si parla del rapporto tra innovazione e
sicurezza e delle normative che definiscono le figure professionali operanti nel settore ICT.
«L’ingegnere – spiega Squillace seguendo la traccia
del discorso di Mariani - guida il progresso agendo
sull’acceleratore dell’innovazione e sul freno della sicurezza. Sicurezza e innovazione devono essere bilanciate tra loro. Perché l’innovazione non è un bene
assoluto: in alcuni settori, come la moda, è un potente
motore di mercato, in altri comporta dei rischi. L’ingegnere è innovativo, per definizione e per legge, ma è
anche il tutore della sicurezza, quindi calcola e prevede i rischi e prende le contromisure necessarie, o rinuncia all’innovazione, quando questa comporta troppi
rischi o troppi costi. Per tutto ciò servono competenze
ed abilità specifiche, che l’ingegnere possiede e deve
far riconoscere. Nell’informatica si tende a cercare
l’innovazione fine a se stessa soprattutto per motivi
commerciali, pensiamo al time to market e al rinnovo
del parco software. La sicurezza, invece, è spesso trascurata. Sia perché allunga i tempi di implementazione sia perché il suo ROI, il return on investment, non
è visibile finché non succede un disastro.
Il mercato delle professioni sta cambiando, in particolare quello dell’ingegneria. Sia al professionista sia
alla committenza servono strumenti adatti, quali norme e certificazioni, per far corrispondere alla domanda l’offerta di competenza adeguata. Per le professioni ICT sono state pubblicate norme come la UNI
11506, la quale definisce requisiti di conoscenza, abilità e competenze delle figure professionali operanti
nel settore, e la UNI 11621, che regola la metodologia
per la costruzione di profili basati sul sistema e-CF,
definisce quelli di “seconda generazione” e quelli relativi alle professionalità operanti nel Web e nell’ambito della sicurezza delle informazioni. Le norme sono
come le medicine: vanno inventate ed usate solo se
necessario. Queste di cui ho accennato erano davve-
ro necessarie ed attese, non solo in Italia ma in tutta
Europa. Finalmente, hanno messo ordine nella definizione delle competenze e dei profili professionali ICT,
portando di conseguenza vantaggi a tutti gli stakeholders del settore. Le aziende hanno maggiore facilità
nella ricerca e nell’inquadramento del personale, “incasellandolo” in uno schema di riferimento chiaro e
valido a livello internazionale; i committenti possono
individuare più facilmente il professionista adatto alle
loro esigenze e lo stesso professionista può vantare
una maggiore consapevolezza della propria posizione
sul mercato del lavoro».
*****
L’ultima parola, dopo una giornata ricca di interventi
interessanti e centrati su un argomento anch’esso
centrale per Red, spetta nuovamente al presidente
dell’Ordine savonese Fulvio Ricci che ne approfitta
per tracciare un breve bilancio dell’iniziativa che ha
richiamato non solo ingegneri ma anche alcuni referenti istituzionali della categoria, anche se i grandi assenti sono stati i politici, nonostante l’invito sia
stato esteso, come ha avuto modo di precisare il
presidente in qualche occasione, a tutti coloro che
potevano essere in grado di cogliere l’occasione per
aprire un confronto su temi di grande importanza
per i cittadini.
Ma molto positivamente è stata giudicata la presenza del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che
ha assunto impegni precisi riguardo il ruolo degli
ingegneri sia nella creazione di una cabina di regia
a Savona subito dopo le elezioni, sia nella convocazione degli Stati Generali del Turismo previsti per il
prossimo autunno.
«La parola d’ordine di queste giornate - dice fra l’altro
con soddisfazione Ricci – è stata “cultura”. Cultura
è ciò che l’ingegneria di questo tempo deve imparare
a produrre e soprattutto a diffondere. Sia al suo interno sia al suo esterno, obbligatoriamente. Mi spiego
meglio: dobbiamo riuscire far capire che l’ingegneria
dell’informazione, la più giovane, diventerà il collante
dell’ingegneria del futuro. Abbiamo la necessità e l’obbligo di fare questo passaggio prima al nostro interno,
tra i nostri ingegneri, poi all’esterno, cioè incominciando a parlare con gli Enti pubblici e la società, per
spiegare dove l’ingegneria ci potrebbe portare. Questa
è l’unica possibilità di sviluppo che è rimasta in Italia,
quindi l’unica via che possiamo percorrere. Se falliremo, non riusciremo ad innescare quei meccanismi
innovativi che stanno portando lo sviluppo economico
nel mondo».
Block Notes n.8
/5 1
SOMMARIO
MARTEDÌ 5 APRILE
L’Ingegnere per l’Uomo e il Territorio
Moderatore Gianfranco Sansalone
Fulvio Ricci,
Presidente Ordine Ingegneri Savona
Roberto Orvieto,
Presidente Ordine Ingegneri Genova
Gianni Massa, Vice Presidente CNI
Andrea Ridi, Rulex
Giovanni Landi, ETT
SESSIONE POMERIDIANA
Moderatore Diego Pastorino
Nicola Berlen,
Vice Presidente Ordine Ingegneri Savona
Augusto Fedriani, Costa Crociere Federico Silvestro, Università di Genova
Fabio Tampalini, Dirigente Apm Terminals
Paolo Ferrero, Capitaneria di Porto di Savona
Rossana Varna, Autorità Portuale di Savona
Massimo Giarda, Sarpom Srl
Nicoletta Ghilino e Andrea Pastorino,
Metodi Engineering
7
7
8
9
11
12
.14
14
15
16
16
17
18
GIOVEDÌ 7 APRILE
Gli innovatori del Cloud computing
Moderatore Roberto Prefumo
Diego Pastorino,
Tesoriere Ordine Ingegneri Savona
Roberto Filippelli, Microsoft Italia Raffaele Rialdi, DotNetLiguria Fabio Furlani, IBM SESSIONE POMERIDIANA
Moderatrice Eva Perasso
Luigi Scappin, Oracle Italia
Luca Politi, Google Rodolfo Rotondo, VMware TAVOLA ROTONDA,
Moderatrice Eva Perasso VENERDÌ 8 APRILE
Smartgrid per un impiego intelligente
dell’energia
Moderatore Massimiliano Margarone,
Fulvio Ricci,
19 Presidente Ordine Ingegneri Savona
Luigi Ronsivalle,
Presidente Centro Studi Cni - Introduzione
MERCOLEDÌ 6 APRILE
Mario Ascari, Presidente Comitato Italiano
Ingegneria del turismo
per la crescita dell’economia locale
21 Ingegneria dell’Informazione
Angelo Valsecchi, Consigliere del CNI Moderatore Gianfranco Sansalone
Fulvio Ricci, Ordine degli Ingegneri Savona
21 Giuliano Monizza, ABB Mario Baucia, Servizi Ambientali Spa
22 Bruno Lo Torto, Centro Studi Cni Giuseppe A. Ozenda di Carpasio, Consulteam 22 Gabriele Calzavara, Ordine Ingegneri Savona Roberto Formato, Ricercatore Cnr
23
Ugo Moretto, Softeco Sismats Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria 25 SESSIONE POMERIDIANA
Confronto Ricci-Toti
27 Moderatore Aldo Loiaconi
Francesco Perna, Enel SESSIONE POMERIDIANA
Massimiliano Margarone 28 Federico Delfino, Università di Genova Giacomo Corvisieri, Italtel Giuseppe De Nicola, Confindustria Salerno;
Associazione Ampioraggio 28 Stefano Massucco, Università di Genova
Riccardo Battaglini, Liguria Digitale 29 Giuseppe Ugolotti, Nice Angelo Berlangeri,
Domenico Squillace
Presidente Unione Provinciale
Ordine Ingegneri Milano, Croil Albergatori Savona 30 Enrico Pio Mariani,
Matteo Aragone, Genova 2021, Alumni Isict 31 Ordine Ingegneri Milano e CIII Maurizio Michelini, Ordine Ingegneri
Fulvio Ricci, Presidente Ordine Ingegneri
e Camera Commercio Genova 32 di Savona - Chiusura lavori
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Federazione Regionale
degli Ordini degli Ingegneri
della Liguria
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