10-11 comenius 1.1
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10-11 comenius 1.1
Comenius, nome latinizzato di Johan Amos Komensk, (Moravia 28 marzo 1592 – Amsterdam, 15 novembre 1670) è stato un vescovo protestante e uno tra i pedagogisti più significativi dell'età moderna. Egli sosteneva che il fine dell'educazione deve essere la formazione completa dell'uomo. Diceva infatti che "educare è vivere" e che prima di agire bisogna imparare. Comenio dava molta importanza allo studio delle lingue, in modo da fornire così al fanciullo un corredo di parole adatto alle cose.Proprio per queste caratteristiche, il nome di Comenius è stato scelto dall'Unione Europea per progetti legati all'apprendimento permanente (“Life-long learning”), che dal 2008 al 2010 coinvolgeranno varie classi di scuole europee, una per ogni Nazione. PER L'ITALIA C'E' LA NOSTRA SCUOLA!!! Noi siamo orgogliosi di questa straordinaria opportunità, iniziata a novembre 2008 con la Grecia e proseguita a marzo 2009 con la Turchia e di cui è referente la prof.ssa Luisella Mori. Prossimo appuntamento a Vila Real Do Santo Antonio, in Portogallo! Vorrei raccontare a tutti la bellissima esperienza che ho fatto in Grecia, insieme alle professoresse Mariliana Salvini e Luisella Mori, e all’alunna di 2^AL Erika Meini. Il giorno della mia partenza, il 9 Novembre, ci fu un problema per i documenti, perciò partirono tutti ma io rimasi all’aeroporto !! Riuscii a partire soltanto 2 giorni dopo da Roma. Appena arrivai a Kato Akaia, le professoresse mi lasciarono con Oligar, il ragazzo che mi ospitava. Mi sentivo un po’ spaesata, ma lui fu molto gentile e anche i suoi genitori erano molto disponibili in tutto. Quando giunsi a casa sua, gli detti i regali che avevo portato dall’Italia e lui mi fece conoscere i suoi genitori, le sorelle, suo cugino Elvis, sua cugina Calomira e Linda, un’amica. In Grecia gli orari sono molto diversi, infatti la colazione si faceva appena alzati, però il pranzo si faceva alle 17, la merenda alle 19 e la cena alle 22. Tutte le sere ci portavano prima all’Internet point, per farci parlare con gli amici in Italia, e poi nei Disco-pub, dove restavamo fino all’una circa. Con la scuola siamo andati a visitare molti posti, come Olympia. L’ultimo giorno siamo stati ad Atene, però soltanto con le professoresse. Quella è stata una vera e propria visita di istruzione, con il privilegio di essere in pochi e di gustare i luoghi senza troppa gente intorno. Il Partenone credo che non me lo scorderò mai, è una costruzione grandissima… mi sembrava di essere entrata in una cartolina. Quel giorno abbiamo visitato tutta l’acropoli e il Museo Archeologico di Atene. Questa esperienza mi piacerebbe rifarla anche l’anno prossimo, visitando altri paesi, e spero che anche voi abbiate l’opportunità di fare un viaggio in questi posti meravigliosi. Annalisa Peroni, 1^AL (15-22 marzo 2009) I professori: Lauretta Cecchi e Michele Girlanda Gli studenti: 2^AL-Alessio Angeli, Giada e Gioara Dal Canto;1^Ai-Mariya Protsyak; 1^AL-Davide Bulgarelli, Davide D'Amico, Edoardo Pratelli ******************************************* Svegliarsi alle 5 di mattina ed arrivare verso mezzanotte non è una cosa da niente... Quando siamo arrivati, chi ci doveva ospitare era già lì ad aspettarci. Ognuno è andato con il rispettivo “partner”e, nonostante la tarda ora, abbiamo dovuto cenare. Sono stati molto ospitali: ogni tre per due ci chiedevano se volevamo da mangiare o se avevamo sete, se volevamo metterci a sedere o andare a dormire. Anche troppo gentili...Solo guardando l'interno delle case si capiva che non erano dei 10 ricconi. Nonostante ciò, non si tiravano indietro dall'offrirci qualcosa o addirittura pagare il pranzo e la cena quando si mangiava fuori. Il primo giorno abbiamo visitato la scuola, non molto grande. Essendo un Ist.Nautico ha vicino il mare: un panorama stupendo. Al posto della palestra hanno una struttura, ben attrezzata, per imparare il mestiere di marinaio, con un simulatore per la guida di una nave. Abbiamo visitato Gelibolu: il centro era abbastanza bello, sicuramente più della periferia...E' un popolo molto religioso: non era molto conveniente fare il segno della croce davanti a qualcuno. Quando siamo andati a visitare una moschea, ci siamo tolti le scarpe e il luogo era recintato. Un giorno, a scuola, il preside ha chiamato gli studenti nel cortile. In file ordinate, mani verso il basso, hanno cominciato a cantare una preghiera. Molte abitudini sono diverse da noi: per quanto riguarda la fascia d'età adolescenziale, vanno a ballare dalle sei di pomeriggio alle nove di sera. Chi ha delle idee razziste farebbe meglio a conoscerli: sono come noi. Non sono tutti killer come siamo abituati a vedere in televisione, o tutti ladri. Anzi, per alcuni aspetti, soprattutto il comportamento, sono migliori di noi. Non hanno problemi a stare con chiunque, brutti o belli, ricchi o poveri, per loro non fa alcuna differenza. Mi ha molto colpito questa cosa e mi sono dovuto ricredere su molti aspetti. Questo progetto è una cosa molto intelligente, anche perché dimostra che è sbagliato avere pregiudizi su altre popolazioni. Davide Bulgarelli, 1^AL L'esperienza in Turchia è stata per me molto positiva; le cose da raccontare sarebbero moltissime, ma soprattutto due aspetti mi hanno colpito di più. Il primo è l'ospitalità, la generosità delle persone che in quella settimana ci hanno offerto tutto per farci stare bene: per loro era fondamentale e sacro essere gentili, non per una forma di cortesia verso il prossimo, ma quasi per un dovere umano. Fin dalla prima mattina ho capito che la mamma di Ahmet ci teneva molto che io mangiassi tutto: aveva preparato una colazione abbondante con cibi che non avevo mai visto prima ed io non ero molto convinto, ma poi, siccome parlava a raffica in turco, ho cominciato ad assaggiarli per farla contenta. Erano buonissimi! Poi mi è venuto da chiedere cosa ci fosse nel piatto che avevo spolverato da quanto era buono, allora Ahmet mi ha spiegato che era una frittata fatta con le interiora di pecora! In quel momento mi sono raddrizzati i capelli. Poi me ne sono fatta una ragione e mi sono detto: ”Davide, se volevi mangiare il cacciucco, dovevi andare a Livorno!”. Il secondo aspetto che mi ha colpito è stato l'approccio con i ragazzi del posto e con gli altri dei paesi del progetto (Romania, Germania, Lituania, Portogallo, Repubblica Ceca, Grecia). C’è stata subito amicizia, dato che per capirci potevamo parlare solo inglese; io ho imparato molto da loro, perché erano bravi e disinvolti, anche perché studiano in inglese tante materie, ad es. la chimica, la geografia, però non erano presuntuosi verso di noi e tutti ci siamo sentiti uguali. Mi chiamavano Davide Friend's, per dire D'Amico all'inglese. Poi, quando a Istanbul ci siamo salutati per partire verso il nostro paese, avevamo tutti un nodo alla gola, ma Faruk, un ragazzo turco del gruppo, piangeva davvero . “Goodbye, Davide, my friend”. E so che non si riferiva al mio cognome. Davide D'Amico 1^AL 11