IT Report Focus Sassuolo QUIN Project
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“Europa per i cittadini” QUIN Project WP1 – INCONTRI REGIONALI REPORT COMUNE di SASSUOLO Introduzione Il progetto QUIN (Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and interculturality) è finanziato dal programma “Europa per i cittadini” e si prefigge l’obiettivo di contribuire al processo di integrazione sociale dell’Unione europea nel rispetto della multiculturalità, dei valori democratici, della diversità culturale e dell’ascolto reciproco, di rafforzare una comune identità europea tra i cittadini e di instaurare un dialogo costruttivo tra questi ultimi e i rappresentanti politici presenti a livello regionale e comunitario. Nell’ambito di questo progetto il seguente report fa riferimento al WP1 - Incontri regionali per il quale è prevista l’organizzazione, da parte di ogni partner partecipante, di cinque incontri con organizzazioni di immigrati, insegnanti, supervisori (educatori formali e informali), strutture adibite alla diffusione di notizie. Metodologia L’obiettivo di questi incontri è stato quello di attivare momenti di ricerca volti a raccogliere informazioni utili sulle questioni europee nonché a favorire la partecipazione attiva dei cittadini al dibattito comunitario presentando dubbi, domande, criticità, opinioni, testimonianze e proposte su alcuni temi di rilevanza strategica quali: le differenze di genere, la qualità della vita degli anziani, il processo di integrazione degli stranieri, le difficoltà dei giovani, le diversità sociali, linguistiche, religiose e culturali, l’organizzazione della società civile, il rapporto con le istituzioni ed altro ancora. Per cercare di sondare questi temi sono stati realizzati 5 gruppi di ricerca gestiti attraverso l’utilizzo della metodologie del Focus Group, sapientemente integrata con strumenti di indagine tipici della Nominal Group Technique (N.G.T.). La gestione della prima fase del momento di ricerca ha impegnato i partecipanti del gruppo nel rispondere per iscritto alle domande-guida previste dalla ricerca medesima. Ci si è in questo senso ispirati alla Nominal Group Technique (N.G.T.), una tecnica di ricerca finalizzata alla raccolta orizzontale di giudizi provenienti da persone considerate esperte della materia, favorendo il processo di auto-riflessione e formalizzazione dei contenuti e delle opinioni dei partecipanti. Successivamente alla compilazione, la gestione della seconda fase del momento di ricerca è avvenuta attraverso la tecnica del Focus group al fine di favorire l’approfondimento Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 1 of 8 “Europa per i cittadini” verticale dei contenuti relativi alle domande-guida individuate come ambiti tematici di approfondimento. I target che si sono presi in considerazione sono stati: insegnanti e supervisori (educatori formali e informali); persone adibite alla diffusione di notizie (mezzi di comunicazione, giornali, ecc) ; educatori giovanili, giovani e cittadini. Partecipanti Nel periodo compreso tra maggio e giugno sono stati realizzati 5 focus group a cui hanno partecipato complessivamente 65 persone di cui 50 donne e 15 uomini, selezionate in base alla professione, all’età, al contatto con la realtà territoriale, ecc. Gli inviti sono stati gestiti dai vari uffici del Comune di Sassuolo (Ufficio Europa, Ufficio Giovani, Ufficio cultura, ecc.). Lunedì 11 maggio è stato realizzato un primo focus rivolto a giornalisti, comunicatori, e a coloro che a vario titolo lavorano nel mondo della comunicazione (9 partecipanti). Martedì 12 maggio si sono tenuti 3 focus group: il primo con gli educatori dei vari centri giovanili territoriali (14 partecipanti), il secondo con il mondo della scuola coinvolgendo ogni ordine e grado degli istituti di Sassuolo (14 partecipanti) e il terzo con i giovani (16 partecipanti). Si è svolto il 4 giugno l’ultimo focus group a cui hanno partecipato i cittadini del territorio provenienti sia dal mondo associazionistico che da quello del volontariato (12 partecipanti). Attività I cinque incontri si sono svolti nel locali del Comune di Sassuolo. Seguendo la metodologia del Focus Group gli incontri si sono realizzati secondo diverse fasi: a) Presentazione del progetto e delle fasi previste b) Presentazione della metodologia dell’incontro c) Distribuzione del “questionario” con 6 domande aperte d) Discussione tra i partecipanti Un facilitatore ha indirizzato e diretto la discussione tra i partecipanti facilitandone l’interazione. Ogni partecipante ha avuto l’opportunità di esprimere liberamente la propria opinione rispetto all’argomento trattato; la comunicazione nel gruppo è stata impostata in modo aperto e partecipato, con un’alta propensione all’ascolto. Il contraddittorio positivo che ne è conseguito ha consentito di far emergere i reali punti di vista, giudizi, pre-giudizi, opinioni, percezioni e aspettative del pubblico di interesse in modo più approfondito di quanto non consentano altre tecniche di indagine. Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 2 of 8 “Europa per i cittadini” Questa tecnica è stata applicata in quanto permette di ottenere informazioni generali di background su un certo tema di interesse, stimolando la produzione di nuovi concetti o nuove idee e, non da ultimo, studiando il modo in cui i rispondenti parlano del fenomeno indagato. Risultati Di seguito si intende mettere in evidenza i principali risultati emersi dai 5 focus group seguendo le domande-guida che hanno orientato il momento di ricerca. Domanda n. 1: “I media utilizzano spesso i termini “Europa” e “Unione europea”. Che interpretazione date a questi termini?” Relativamente a questa prima domanda si delinea una posizione più o meno simile tra tutti i partecipanti coinvolti: vi è una distinzione tra i due termini anche se per alcuni sembra a volte non molto chiara o addirittura ambigua. Con il termine Europa si intende un continente geografico che comprende tutti gli Stati ivi appartenenti e governati autonomamente; per Unione Europea si intende quell’organismo politico-economico che riunisce tutti gli Stati aderenti e dal quale scaturisce una regolamentazione unica per favorire l’integrazione e la tutela dei diritti dei cittadini. Quindi l’una (Europa) viene identificata criteri di tipo geografico/territoriale, l’altra (Unione Europea) viene rappresentata attraverso criteri di tipo politico/economico/sociale. Alcuni partecipanti manifestano altresì perplessità relativamente all’uso che i media fanno di questi due termini: l’interpretazione che viene loro data è buona anche se spesso incompleta dal punto di vista della conoscenza delle opportunità. Nello specifico, un partecipante afferma che “L’interpretazione è al tempo stesso positiva ma astratta, quindi complessa e sfaccettata; sicuramente proprio in questi ultimi anni c’è stato un arretramento della conoscenza profonda, autentica e condivisa del significato di questi due termini. Permane sullo sfondo un’indifferenza, a volte ostile, nei confronti di concetti a volte impalpabili”. Un altro partecipante denota invece una certa ambiguità nell’uso di questi termini che portano ad una non corretta informazione o conoscenza. Egli afferma: “Questa astrattezza si sposta sulla composizione dell’Unione europea e sulla sua organizzazione. Come funziona e che peso ha nei processi decisionali dei singoli stati membri? Io ho l’impressione che spesso l’organismo politico venga ignorato”. Una minoranza ritiene invece che i due termini siano intercambiabili poiché entrambi fanno riferimento ad un insieme di Stati, che partendo da un’identità culturale e geografica comune, si sono dati una regolamentazione unica. Domanda n. 2. Ogni cittadino dell’Unione europea ha dei diritti fondamentali. Siete consapevoli di quali siano questi diritti? I cittadini stranieri nel nostro Paese dovrebbero Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 3 of 8 “Europa per i cittadini” godere degli stessi diritti e doveri di cui godono gli italiani? Dovrebbero avere il diritto di voto? I diritti fondamentali di cui gode ogni cittadino sono, in maggior parte, conosciuti e riconosciuti da tutti i partecipanti, anche se qualcuno ammette la propria non piena consapevolezza a causa di un assenza di interesse personale in materia come anche, a volte, per colpa di scarsa informazione da parte del mondo istituzionale. Tutti affermano che i cittadini stranieri dovrebbero godere degli stessi diritti di cui godono i cittadini italiani anche se spesso questi sono condizionati da una serie di presupposti: conoscenza dei doveri del paese ospitante, acquisizione graduale a seconda della conoscenza del paese in termini giuridici e linguistici. La discussione relativamente a questa domanda-guida si è poi spostata e concentrata, in quasi tutti i gruppi di ricerca attivati, sull’ultima questione posta ovvero sul diritto o meno dei cittadini stranieri di poter votare. Quasi tutti riconoscono questo diritto che però deve essere attribuito progressivamente, nella maggior parte delle opinioni, dopo un certo periodo di tempo: alcuni fanno riferimento all’acquisizione della cittadinanza italiana, anche se si rischia di penalizzare il cittadino straniero poiché questo processo prevede un iter burocratico molto complesso ma soprattutto tempi molto dilatati. Altri in maniera più o meno specifica fanno riferimento ad un periodo temporale (cinque, dieci anni) in base al quale si auspica che il cittadino straniero abbia acquisito una certa conoscenza del contesto territoriale, politico e sociale in cui è inserito (lavoro, apprendimento scolastico e linguistico, ecc..), altri ancora parlano di ottenimento del Permesso di Soggiorno che presuppone la residenza. La discussione si è poi concentrata su “come” valutare la conoscenza o la corretta integrazione dei cittadini stranieri, se questa deve essere solo una mera questione temporale oppure se occorrano altri elementi oggetti quali la conoscenza linguistica, l’ottenimento di un lavoro, pagamento delle tasse, ecc.. Alcuni poi riconoscono il diritto di voto agli stranieri limitatamente alle sole elezioni Amministrative e non a quelle politiche. Domanda n. 3. Chi definireste “immigrato”? Per quanto riguarda la discussione su questa domanda, le posizioni che si delineano sono sostanzialmente due: da una parte, l’accezione immigrato rimanda ad uno spostamento dal proprio paese di origine per necessità e per bisogno (mancanza di lavoro, persecuzione politica o religiosa, ecc.); dall’altra parte c’è che invece chi sostiene che è immigrato una qualsiasi persona che si trasferisce in un paese diverso dal proprio escludendo però lo stato di necessità: in questo caso si parla di opportunità o utilità (miglioramento della lingua, avanzamento di carriera, ecc.). Altri ancora specificano che spesso la parola immigrato fa pensare esclusivamente alla prima definizione poiché lo stereotipo che si vive sul territorio è quello, il discorso cambia quando invece si usa il termine “cittadino straniero”. Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 4 of 8 “Europa per i cittadini” Alcuni poi specificano che la condizione di immigrato non riguarda solo il trasferimento in uno stato diverso, ma può riguardare anche lo spostamento da una città all’altra dello stesso paese di appartenenza. Domanda n. 4. Qual è il vostro punto di vista sulla mobilità dei lavoratori all’interno dell’Unione europea? Come vedete i migranti: una spinta o un ostacolo all’economia? La posizione prevalente per quanto riguarda la prima parte della domanda è quella che considera la mobilità dei lavoratori come un diritto/dovere e soprattutto una grande risorsa sociale e culturale che però in Italia non è ancora adeguatamente sviluppata o incentivata, per lo meno rispetto agli altri paesi europei. Quindi mobilità vista come necessità, come fattore determinante di crescita economica e sociale a patto che si crei una giusta condivisione di esperienze e conoscenze. Molti però evidenziano la necessità di incentivare questa risorsa, di regolamentarla in maniera giusta ed adeguata semplificando e omogeneizzando le procedure in tutta l’Unione europea. Oppure “La mobilità è positiva a patto che si crei una giusta condivisione di esperienze e conoscenze. Lo stato deve farsi carico di politiche sociali adeguate per l’integrazione sociale, per la scolarizzazione e per il dialogo interculturale”. Relativamente alla seconda parte della domanda i partecipanti a tutti i focus group esprimono unitariamente l’idea dei migranti come spinta all’economia, come elemento fondamentale ed indispensabile all’apparato politico/economico e sociale dell’Unione europea. Anche in questo caso però vengono esternate alcune condizioni necessarie: chiaro quadro normativo nazionale ed europeo, accordi e rapporti bilaterali tra gli stati, flussi migratori regolati da normative semplici ed efficaci altrimenti se sono poco applicabili rischiano di diventare più facilmente un ostacolo. Alcuni guardano al contributo degli immigrati non solo in termini economici ma denunciano una chiave di lettura univoca ripensando ai cittadini stranieri: “Se c’è libera circolazione delle merci perché non dovrebbe esserci quella delle persone? Perché tutto deve essere pensato in funzione solo dell’economia?”, o ancora “I migranti potrebbero essere spinta non solo da un punto di vista economico: ma questa lettura non interessa”. Altri preferiscono essere più realisti: “Potenzialmente sono una spinta se il paese però nel quale si trasferiscono è in grado di assorbire questa forza lavoro, in caso contrario rischiano e rischiamo di essere penalizzati”. Domanda n. 5. Avete avuto o riscontrato barriere e limitazioni nell’accesso a servizi quali la sanità pubblica o l’istruzione causate dalla presenza degli immigrati? Quali sono queste barriere e come potrebbero essere superate? La maggior parte dei partecipanti dichiara di non avere riscontrato, almeno dal proprio personale punto di vista, limitazioni di sorta all’accesso dei servizi. Molti però intervengono riportando una percezione comune che spesso è dettata dalla poca conoscenza ed Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 5 of 8 “Europa per i cittadini” informazione “C’è il sospetto che gli italiani perdano privilegi nei confronti degli immigrati: per evitare ciò occorre più trasparenza e maggiore informazione”. Sono pochi quelli che riportano esperienze dirette: “Ho riscontrato disfunzioni non limitazioni: nelle società complesse, quali la nostra, l’impatto di molti extracomunitari su strutture pubbliche di prima accoglienza e livello (come i servizi sanitari) crea inevitabili problematiche che vanno affrontate senza pregiudizi ideologici di alcuni tipo”. Gli insegnanti in particolar modo mettono in evidenza la difficile integrazione a livello scolastico e la conseguente difficoltà degli studenti italiani di poter fruire di percorsi scolastici adeguati “La presenza massiccia di immigrati concentrati in alcune strutture ha fatto sì che questa venissero classificate come “scuole ghetto” e quindi snobbate dall’utenza locale”. E ancora da un altro insegnante “Ci sono barriere relative all’inserimento di bambini nei servizi socio-educativi della prima infanzia dovute alla priorità data agli immigrati. Le barriere sono di tipo economico e, nonostante questo limiterebbe l’integrazione tra le culture, proporrei una divisione dei servizi in ulteriori fasce relative ai diversi livello di reddito delle famiglie”. Anche sul fronte sanitario alcuni denunciano la scarsa conoscenza e consapevolezza dei sistemi sanitari e/o scolastici provocando quindi lentezza nell’erogazione dei servizi: “Molti cittadini stranieri non hanno chiaro il concetto di sanità pubblica e soprattutto quello di medico di base: spesso allungano a dismisura le file al Pronto Soccorso per motivi evitabili”. Interessante quest’ultima osservazione: “Nessuna barriera sui servizi erogati ma ho notato a volte poco rispetto per la persona straniera nelle espressioni di cortesia che abitualmente usiamo nelle relazioni: vi è un abuso del “tu” e sbrigatività delle comunicazioni verbali” Domanda n. 6. Esperienze dirette di vicinato con gli immigrati. Quali iniziative si potrebbero mettere in atto per migliorare la convivenza tra cittadini indigeni e immigrati? La quasi totalità dei partecipanti rileva la necessità di promuovere una cultura della conoscenza, del rispetto e della tolleranza reciproca attraverso momenti di socializzazione e di integrazione che possono tradursi in: feste multietniche, gare sportive, eventi di quartiere, corsi culturali e di mediazione sociale e comportamentale, ecc.. Tutti concordano nell’affermare l’inutilità della negazione della diversità e l’esigenza di creare una cultura dell’integrazione a partire dalla scuola. Su questo fronte, e soprattutto nel gruppo degli insegnati, si è parlato della scuola come luogo privilegiato di conoscenza di culture diverse, di integrazione e di riflessione sulla multiculturalità in cui favorire ed incoraggiare l’incontro non solo tra gli studenti ma anche tra le famiglie. Anche tra il gruppo dei giornalisti/comunicatori è emersa una riflessione significativa: “Occorre dare voce agli immigrati all’interno dei media per ampliare i punti di vista e non soffermarsi solo sulla cronaca e sull’immagine dell’immigrato come pericolo sociale”. Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 6 of 8 “Europa per i cittadini” Altri hanno rilevato invece come sia importante anche intervenire sulle politiche urbanistiche di una città per evitare la creazione di ghetti nei quali, prevalentemente per ragioni economiche e di opportunità, si rifugiano gli immigrati limitandone dunque la loro integrazione. Interessante anche il contributo di alcuni giovani che affermano “Nessuna iniziativa pubblica può sostituirsi alla semplice volontà di ciascuno di cercare di capire l’altro, le sue tradizioni, le sue necessità e i suoi problemi”. Raccomandazioni In seguito agli incontri realizzati nella città di Sassuolo e grazie al dibattito aperto e positivo che ne è scaturito si riportano le seguenti raccomandazioni: 1. L’acquisizione dei diritti passa attraverso il riconoscimento dei doveri. Per a f cilitare tale acquisizione sarebbe auspicabile: § garantire permessi di soggiorno con validità temporale sufficientemente adeguata evitando iter burocratici troppo spesso lunghi e complessi; § prevedere percorsi di scolarizzazione linguistica immediata; § assicurare che agli immigrati non sia offerto un lavoro nell’economia “grigia” alimentando così criminalità e devianza; § assicurare un’adeguata accoglienza attraverso una più efficace veicolazione delle informazioni con opportune traduzioni e la condivisione e il rispetto per abitudini e stili di vita diversi. 2. La mobilità, non solo dei lavoratori, in quanto risorsa necessaria e indispensabile deve essere maggiormente incentivata attraverso: § l’armonizzazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale europei introducendo per i vari livelli di istruzione criteri e norme comuni che siano riconosciuti in tutti gli Stati membri; § una regolamentazione chiara e snella sulla regolazione dei flussi migratori; § promozione e diffusione di iniziative di scambio e di mobilità rivolte ai giovani; § adozione da parte di tutti gli stati membri di politiche sociali adeguate per l’integrazione sociale, per la scolarizzazione e per il dialogo interculturale. 3. Per quanto riguarda l’accesso ai servizi (scolastici, sanitari, ecc..) vi è la necessità di: § informare e formare adeguatamente il personale del front-office; § ridurre la burocrazia regolamentando i criteri di accesso utilizzando parametri diversi da quelli meramente economici; § garantire una maggior presenza sul territorio di medici di base e di mediatori che possano fungere da filtro per l’invio successivo ad altri servizi; § 4. re-investire sul sistema scolastico attraverso maggiori risorse umane ed economiche. L’integrazione presuppone conoscenza e tolleranza reciproca; affinché queste condizioni si possano verificare è necessario: Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 7 of 8 “Europa per i cittadini” § promuovere una cultura della conoscenza e del rispetto attraverso momenti di socializzazione e di integrazione che possono tradursi in: feste multietniche, gare sportive, eventi di quartiere, corsi culturali e di mediazione sociale e comportamentale, ecc. 5. La scuola deve essere “eletto” come luogo privilegiato della società civile di conoscenza di culture diverse, di integrazione e di riflessione sulla multiculturalità e deve per questo: § favorire ed incoraggiare l’incontro non solo tra gli studenti ma anche tra le famiglie, prevedere percorsi di integrazione specifica; § favorire l’apprendimento della lingua italiana attraverso una maggiore scolarizzazione anche degli adulti; § investire sulle 2° generazioni. Conclusioni Complessivamente il lavoro svolto sul territorio ha dato i risultati sperati: il dibattito nei diversi gruppi ha incoraggiato una partecipazione attiva dei cittadini relativamente a tematiche importanti e di interesse comune e hanno dato vita ad un confronto costruttivo. Gli strumenti di lavoro utilizzati sono stati adeguati: il questionario ha proposto domande chiare e suggerito un dibattito aperto ed efficace. Alcune domande sono risultate meno stimolanti di altre, come ad esempio quella relativa alle barriere e alle limitazioni nell’accesso dei servizi poiché i cittadini coinvolti non hanno portato esperienze personali; per contro è stato estremamente interessante il dibattito attorno alla definizione di immigrato e quello sui diritti fondamentali compreso il diritto di voto. Questi incontri con la cittadinanza hanno senz’altro prodotto informazione, conoscenza e sensibilizzazione verso temi, come quello dell’immigrazione, particolarmente sentiti nel territorio di riferimento e stimoleranno ulteriore dibattito con gli interlocutori delle istituzioni locali ed internazionali. Satisfaction of Quality Information Needs of policy makers and citizens on EU and intercuturality – QUIN Page 8 of 8