La conduzione dell`NGT

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La conduzione dell`NGT
La conduzione dell’NGT L’11 Aprile 2014 ho presentata una doppia relazione al Congresso AIV di Napoli, sulla gestione della Delphi e sulla conduzione dell’NGT. In quell’occasione ho dovuto sorvolare su molte questioni a causa dei tempi ridotti. Ripropongo qui l’intero ragionamento per quanto riguarda la conduzione dell’NGT – Nominal Group Technique (in altro post tratterò la gestione della Delphi). Premessa In questa nota non descriverò la Nominal Group Technique (NGT), non parlerò dei suoi ambiti di applicazione e così via. In una parola è necessario che il lettore abbia già una certa dimestichezza con questa tecnica interessante di cui ho già trattato in diversi miei lavori fra i quali, ultimo, il volume Fare ricerca con i gruppi. Guida all’utilizzo di focus group, brainstorming, Delphi e altre tecniche, Franco Angeli, Milano 2013. Quello che mi propongo è di raccontare qualcosa relativamente alla conduzione della parte “reale” (ricordo che la tecnica è suddivisa in due fasi, una a conduzione nominale e una seconda reale, ovvero in qualche modo simile alla conduzione di un focus group, per intenderci). Si tratta di informazioni generalmente descritte nei manuali e nei testi che trattano dell’NGT ma – ho potuto constatare – una cosa è leggere come si dovrebbe condurre e altra cosa è capire realmente la particolare conduzione di questa tecnica; poiché negli ultimi anni mi è capitato di fare molte NGT ho potuto addestrarmi e comprenderne molti aspetti che brevemente provo a riproporre in questa nota. Chiunque voglia parlarne con me può scrivermi a [email protected] Come si arriva alla fase a conduzione reale Molto brevemente: la NGT è essenzialmente una tecnica di gruppo a conduzione nominale, ritenendo necessario evitare quanto possibile le implicazioni negative dell’interazione diretta fra i partecipanti. Si comprende il grande influsso positivista, tipico dell’epoca in cui è stata ideata, che oggi può fare un po’ sorridere. Tentativo di contenimento delle interazioni a parte, la tecnica si presta molto a condurre gruppi che devono attribuire, per esempio, punteggi ad indicatori (riguardo loro priorità o simili). La prima fase della tecnica, in puro stile nominale, vede i partecipanti attribuire singolarmente e indipendentemente tali punteggi. Secondo regole che – come anticipato – non spiego in questa nota, il ricercatore alla fine avrà l’elenco dei suoi item (indicatori o altro) alcuni dei quali con un punteggio che risulterà condiviso in seguito al lavoro nella prima fase, altri con leggere differenze nei punteggi attribuiti e altri ancora con punteggi fortemente diversificati. Nella seconda parte dell’NGT – quella che vediamo ora – il gruppo è chiamato a discutere su questi item non condivisi per addivenire, se possibile, a un accordo. È evidente che qui non c’è più nulla di nominale; l’interazione c’è, è inevitabile. Ma la “dottrina” dell’NGT prescrive – in quell’ottica ingenuamente positivista richiamata sopra – che occorre dirigere la discussione in maniera rigorosa, evitando personalismi, calmierando le emotività, contingentando i tempi. Una cosa poco realistica e difficile da realizzare. Le ragioni della conduzione semi-­‐direttiva della seconda parte reale dell’NGT Pur con tutto quanto detto sopra, e al di fuori da tentazioni neo-­‐positiviste, la conduzione semi-­‐direttiva della seconda parte dell’NGT ha delle ragioni valide. Nei numerosi casi da me praticati in questi anni, per esempio, dovevo far attribuire punteggi di merito, a gruppi di testimoni chiave, a degli indicatori di qualità della vita. Gli esperti dovevano stabilire, indicatore per indicatore, se nel momento attuale assumessero un carattere di eccellenza (valore di scala ordinale pari a 5), al contrario di criticità (valore 1) o un qualunque valore intermedio (l’uso di scale di questo genere è abbastanza tipico e comunque consigliato nell’NGT). Io avevo 24 indicatori (tutti abbastanza complessi) da valorizzare, e generalmente solo un terzo circa riceveva un valore condiviso nella prima fase; i miei gruppi, poi, raramente erano contenuti negli 8-­‐9 suggeriti dalla letteratura sui gruppi perché, per varie ragioni di opportunità, di “diplomazia” o di puro caso ne capitavano spesso 10-­‐12 (e qualche volta di più). Come sa bene ogni conduttore di gruppo, indipendentemente dalla tecnica e dagli obiettivi di ricerca un gruppo può mantenere una buona attenzione e collaboratività per circa un’ora e mezza, massimo due. Dopo si ha un rapido decadimento dell’attenzione e un cattivo risultato. La prima fase dell’NGT, pur essendo veloce, porta via almeno mezz’ora o qualcosa di più (contando anche la necessaria fase intermedia in cui il ricercatore elabora velocemente i risultati per verificare il consenso). I conti sono presto fatti: con difficoltà può bastare una sola ora (o una e mezza) per discutere liberamente di 14-­‐18 item residui (nel mio caso), con 10-­‐12 “esperti”, ciascuno dei quali desideroso di evidenziare la propria sapienza e arguzia. Positivismo a parte, quindi, occorre essere semi-­‐direttivi per costringere il gruppo a non perdersi in scambi comunicativi oziosi ed essenzialmente simbolici, restare concentrati e produrre esattamente ciò che serve al ricercatore: i punteggi relativi agli item da valorizzare. Potrà sembrarvi una ragione poco nobile ma occorre fare bene i conti con la pratica delle tecniche. Suggerimenti per la conduzione semi-­‐direttiva A regime il conduttore vorrebbe che il gruppo analizzasse brevemente l’item contestato, considerasse le ragioni per le quali qualche membro del gruppo (indipendentemente dalla sua identità e dalle sue ragioni) ha attribuito un valore – supponiamo – alto, e qualcun altro all’opposto un valore basso; per evidenziare tali ragioni non occorre che ciascun partecipante prenda la parola (semmai ripetendo sostanzialmente quello che già altri hanno spiegato). Si dovrebbe supporre (e questo è molto positivista) che dopo avere rappresentato tali ragioni in maniera chiara e razionale il gruppo sappia distinguere le ragioni buone da quelle cattive e, con una decisione di gruppo, sappia attribuire un punteggio univoco (uno dei due discussi, o uno intermedio). Affinché si possa arrivare a una modalità di discussione così disciplinata è necessario che il conduttore del gruppo dia tempo per comprenderla. Inizialmente, quindi, spiegherà che, a causa del tempo ristretto e del molto lavoro da fare, non lascerà fare libere discussioni su tutto da parte di tutti. Anzi, si limiterà a chiedere, inizialmente, una dichiarazione a favore di una posizione emersa dall’iniziale attribuzione di punteggi (per esempio la posizione che attribuisce un basso valore all’item), e subito dopo una seconda dichiarazione a favore della tesi opposta. Chiarita questa specie di regola, il conduttore propone il primo item (nel mio esempio: uno degli indicatori di qualità della vita con punteggi differenziati) e ne illustra il ventaglio di punteggi ricevuti; le interazioni successive dovrebbero essere più o meno di questo tipo: -­‐ CONDUTTORE: Bene, chi vuole spiegare le buone ragioni per attribuire un punteggio basso? -­‐ PRIMO PARTECIPANTE: Io. Secondo me [spiega le ragioni di un punteggio basso]. -­‐ CONDUTTORE: Ottimo; chi vuole intervenire ora per spiegare le ragioni per un punteggio alto? -­‐ SECONDO PARTECIPANTE: Vorrei dire qualcosa io… -­‐ CONDUTTORE: Lei parla a sostegno della validità di un punteggio alto? -­‐ SECONDO PARTECIPANTE: No, voglio aggiungere ragioni a quelle del collega, per sostenere che il punteggio deve essere basso… -­‐ CONDUTTORE: Allora, mi scusi, ma in questo momento vorrei sentire un’opinione a favore del punteggio alto; le darò la parola in seguito… -­‐ TERZO PARTECIPANTE: Io potrei parlare a favore di un punteggio alto… -­‐ CONDUTTORE: Bene, dica pure! Questo immediato stop al secondo partecipante è fondamentale, deve avvenire subito ed essere fermamente perseguito; in caso contrario non sarà più possibile imporre successivamente questa regola e il gruppo prenderà la forma discorsiva tipica dei focus group, indubbiamente con molta ricchezza di particolari ma con enorme spreco di tempo che metterà in pericolo la conclusione della sessione. Naturalmente, poi, occorre saggezza da parte del conduttore. Per esempio, nel caso appena proposto, deve essere cura del conduttore far parlare il secondo partecipante appena il terzo abbia finito. Inoltre, nella discussione dei primi item si potrà concedere ai partecipanti di intervenire, successivamente, anche ripetendo dichiarazioni già avvenute, per poi, pian piano, stringere i tempi di discussione di ogni item limitando gli interventi aggiuntivi. La fermezza necessaria nei primi scambi – come esemplificata sopra – non è semplice, specie in gruppi con presenza di persone “esuberanti” che tendono a monopolizzare la sessione, a imporre la propria personalità e sfuggire le regole. Per questo la buona gestione di un’NGT non è affatto semplice e occorre un conduttore ben addestrato che sappia imporre la propria autorevolezza. Ulteriori suggerimenti Oltre a quanto appena detto vi propongo alcuni altri brevi suggerimenti: • a volte, malgrado il desiderio del conduttore, la discussione si avviluppa lasciando chiaramente il gruppo diviso fra coloro che sostengono un determinato punteggio e coloro che ne sostengono uno diverso; la discussione non deve continuare oltre le poche battute e quindi il conduttore ha due scelte: 1) attribuire un punteggio medio segnandolo – nei risultati – come non condiviso (chi conosce la tecnica sa che è una delle opzioni possibili), oppure 2) forzare il gruppo verso una delle due soluzioni, per esempio quella che ha una maggioranza di sostenitori e (seconda condizione essenziale) che convince il conduttore che si pone come parte terza interprete della realtà rappresentata; • anche se il gruppo è stanco, alla fine del lavoro il conduttore richiede ancora cinque minuti di attenzione e rilegge tutti i risultati: quelli emersi come consensuali dalla prima fase, quelli discussi nella seconda fase, indicando quelli non consensuali. Li legge lentamente dando il tempo al gruppo di assimilarli e ragionarci e accetta di riaprire brevemente la discussione su alcuni, laddove richiesto; • a seconda delle finalità dell’NGT può essere molto conveniente registrare tutta la conversazione, per avere molte indicazioni di merito al di là dei punteggi finali. (24 Giugno 2014)