Speciale Campania Green
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Speciale Campania Green
Lunedì 5 marzo 2012 Speciale Campania Green di FUANI MARINO L a sfida della salvaguardia ambientale in Campania si configura come particolarmente ardua, complice un’immagine compromessa a livello mediatico e una crisi dei rifiuti mai del tutto risolta. E tuttavia, la regione vanta più di un elemento a suo favore. In primis paesaggi mozzafiato, oggetto di tutela da enti nazionali e noti in tutto il mondo. Quale strada intraprendere, quindi, per valorizzare quanto abbiamo nonché sostituire l'idea di un territorio poco rispettoso del suo ambiente con quella di una regione attenta e perché no, all’avanguardia? Quello che serve è un approccio integrato, con misure non singole ma complementari le une alle altre. Se anche Scampia risponde, come affermato recentemente dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, con il 70 per cento circa di adesioni alla nuova raccolta differenziata por- DALLA PARTE DELL’AMBIENTE ta a porta, perché non puntare a precise campagne di sensibilizzazione civica che impegnino il cittadino in prima persona anche nella salvaguardia di aree verdi e beni paesaggistici? Altro tassello da non sottovalutare e al quale oggi viene rivolta L’educazione ambientale Non è altro che il modo di educare gli esseri umani a gestire i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi allo scopo di vivere in modo sostenibile sempre più attenzione è quello delle fonti rinnovabili, cui Energy Med dedica importanti giornate di studio previste alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 22 marzo. L’efficienza energetica è, oggi, sempre più al centro dei piani di azione per la sostenibilità ambientale. Diventa importante, in questo contesto, cominciare a ragionare in termini di settori innovativi legati al solare, all’eolico, alle caldaie ad alta efficienza e a biomasse, al recupero di materia ed energia dai rifiuti, ai veicoli a basso impatto ambientale e ai servizi. Attenta all’evoluzione del mercato, la manifestazione vanta, in particolare, la consolidata presenza delle tre sezioni dedicate all’edilizia efficiente, al riciclo e alla mobilità sostenibile. E punta così sull’«environmental education», espressione usata per la prima volta nel 1969 da William P. Stapp della School of Natural Resources and Environment (Snre) dell’Università del Michigan. In sintesi, l’educazione ambientale non è altro che il proposito di insegnare la struttura e l’organizzazione dell’ambiente naturale e, in particolare, di educare gli esseri umani a gestire i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi allo scopo di vivere in modo sostenibile, senza cioè alterare del tutto gli equilibri naturali, e mirando al «soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie». L’espressione «educazione ambientale» è così spesso usata per intendere l’auspicato insegnamento di questo tema all'interno del sistema scolastico sin dalla scuola primaria, ed è anche adoperata in senso più esteso per indicare tutti gli sforzi volti ad «educare» il pubblico servendosi di materiale stampato, siti web, campagne pubblicitarie. Buona educazione a tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 NA Speciale Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno La manifestazione EnergyMed Il salone T orna a Napoli l’EnergyMed, mostra convegno sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica nel Mediterraneo, organizzata dall’Anea in collaborazione con gli Enti promotori Comune di Napoli e le Province di Benevento e Napoli, Arin ed Enel, con la partnership del Dipartimento di Ingegneria Industriale- Università di Salerno, di Napoletanagas e di Tirreno Power. E nell’anno dell’energia sostenibile promosso dall’Onu, l’EnergyMed diventa annuale e celebra, dal 22 al 24 marzo alla Mostra d’Oltremare, la quinta edizione in occasione della giornata mondiale dell’acqua. «Il passaggio dell’esposizione da biennale ad annuale è frutto di una scelta ben precisa — spiega il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano —. L’amministrazione del Comune di Napoli ha deciso di puntare molto sul salone delle fonti rinnovabili ed in particolar modo sul riciclo, uno dei problemi maggiori che ci troviamo a dover affrontare. L’iniziativa espositiva sarà accompagnata da una serie di progetti che il Comune vuole portare avanti per affrontare la questione dei rifiuti, con l’attuazione progettuale, entro il 2012, di alcuni impianti cittadini di selezione». «Il salone EnergyMed — conclude Sodano, che ricopre anche la carica di assessore all’ambiente — può, e deve, rappresentare un punto di riferimento per la green economy del centro sud Italia e rilanciare così la posizione centrale della città sul Mediterraneo». A supportare la scelta organizzativa anche alcuni dati sull’occupazione indicati da Unioncamere, secondo i quali Il 38 per cento delle assunzioni delle aziende nel 2011 riguarda figure professionali legate alla sostenibilità: sono Parte il 22 marzo l’evento dedicato alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica 227 mila sul totale delle circa 600 mila previste dalle imprese. Di queste 227 mila assunzioni legate alla sostenibilità ambientale previste per il 2011 in Italia, circa la metà (97.600, il 16,4 per cento del totale) sono legate alle «professioni verdi», ossia quelle dei settori delle energie rinnovabili, della gestione delle acque e rifiuti, della tutela dell’ambiente, mobilità ed edilizia sostenibile ed efficienza energetica. Le 20mila presenze dell’edizione 2011, con una crescita del 10 per cento delle aziende espositrici, hanno supportato le scelte dell’Anea che ora punta, proprio nell’anno dell’energia sostenibile dell’Onu, a diventare la piattaforma espositiva e degli interscambi commerciali, del Mediterraneo. «Partendo dall’annualità puntiamo a trasformare EnergyMed in un volano di sviluppo per le tecnologie pulite e i servizi innovativi per l’energia, la mobilità sostenibile ed il riciclo — dice il direttore dell’Anea, Michele Macaluso — aprendo le porte ad aziende, istituzioni, associazioni, università e centri di ricerca, interessati ad investire in un settore vitale per l’economia del Centro-Sud Italia e non solo. In particolare, il settore delle rinnovabili è in forte crescita, come attestato dall’autorevole centro stu- Diventa annuale E nell’anno dell’energia sostenibile promosso dall’Onu, l’EnergyMed diventa annuale e celebra la quinta edizione in occasione della giornata mondiale dell’acqua di della California, Ihs, che ha rivelato come nel 2011 l’Italia sia diventata leader mondiale nel solare, scavalcando la Germania». In particolare il centro studi della California ha rivelato come siano raddoppiati gli impianti solari installati nel nostro Paese nell’ultimo anno: dai 3,6 gigawatt del 2010 si è balzati a 6,9 gigawatt nel 2011, con il Sud Italia che funge da volano per la Speciale Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 3 NA Il convegno Mobilità elettrica, la vera rivoluzione per gli spostamenti S Gli obiettivi crescita del settore. Un tema che sarà ampiamente dibattuto anche in questa quinta edizione dell’EnergyMed, dove le aziende che operano nel settore dell’energia solare, che presenteranno durante la manifestazione prodotti altamente innovativi, troveranno ampio spazio. Tra queste la Gaia Energy, leader nel settore delle energie rinnovabili e partner strategico dei maggiori produttori di energia solare al mondo che, in occasione del salone di Fuorigrotta, presenterà le soluzioni maggiormente innovative nel settore del fotovoltaico: moduli a celle solari mono e policristalline ad alta efficienza, inverter e quadri elettrici per edifici commerciali e pubblici. Gaia Energy ospiterà nel proprio spazio espositivo ad EnergyMed, grandi produttori del comparto solare come Sharp, Bosch, Delsolar, Bp Solar, Canadian Solar, Delta System, Power One e Danfoss. Nella stessa occasione Av Project lancerà «Janus», il nuovo pannello «termovoltaico», capace di unire la tecnologia fotovoltaica a quella termica. Infatti, oltre a convertire in energia elettrica parte dell’irraggiamento solare che riceve attraverso un collettore di alluminio posizionato sul retro, «Janus» è in grado di convogliare il calore generato in eccesso — Rafforzare il rapporto tra il mondo delle Imprese, gli Enti Locali, operatori del settore e cittadini; — Rappresentare un punto di riferimento per le Istituzioni, le Università e le Associazioni, per favorire il superamento degli ostacoli che rallentano lo sviluppo delle fonti rinnovabili; — Consolidarsi come punto di riferimento per la comunità professionale e scientifica; — Innalzare, la soglia complessiva di visibilità di queste tematiche presso i media ed il grande pubblico; — Focalizzare l'interesse dei legislatori nazionali e locali verso le nuove tecnologie energetiche. I padiglioni Nelle immagini, studenti e visitatori tra gli stand allestiti alla Mostra d’Oltremare nelle passate edizioni dall’irraggiamento stesso, quanto dalla corrente prodotta dalle celle fotovoltaiche, verso un sistema termico a circuito chiuso. Questo nuovo apparato consente di abbattere la temperatura di esercizio delle celle fotovoltaiche con il conseguente aumento della produzione di chilowattora annui e di produrre acqua calda per le utenze domestiche. Galeo Energy, attiva sul mercato italiano ed estero come azienda specializzata nella distribuzione di moduli fotovoltaici e di inverter, ha consolidato la partnership con Vikram Solar, che consentirà ai clienti della Galeo Energy di continuare ad impreziosire i propri impianti con i moduli Vikram Solar in pronta consegna. Tante, infine, le novità che tro- veranno spazio in occasione del convegno «Smart grids e microgenerazione distribuita» che si terrà il 23 marzo, organizzo in collaborazione con la Seconda Università degli Studi di Napoli, Invitalia, l’Anea, il Cira e con il supporto di Confindustria Caserta. Al workshop ci saranno esperti del settore che focalizzeranno l’attenzione soprattutto su ciò che è disponibile sul mercato a livello di componentistica e di software e quindi immediatamente implementabile. Inoltre, sarà anche l’occasione per presentare la proposta Pte per favorire la realizzazione di Microimpianti per la produzione di energia da fonte fotovoltaica. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA i chiama «Smart Mobility in Smart Cities» ed è la giornata di studi e discussioni, promossa dal dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Salerno, in collaborazione con Federico II di Napoli, Sun e Università degli Studi del Sannio, che intende offrire un momento di discussione e confronto qualificato e sistematico a sostegno del nuovo modello di mobilità intelligente in città intelligenti. Il convegno, che si terrà giovedì 22 marzo al salone EnergyMed, vedrà il contributo di ricercatori universitari, tecnici, rappresentanti delle istituzioni e amministratori locali responsabili della mobilità. Una finestra sul futuro prossimo della mobilità elettrica e sul ruolo che il nostro territorio intende giocare. Guardando ai dati, la domanda di trasporto su strada e i flussi di traffico sono essenzialmente concentrati nelle aree urbane e metropolitane, dove si concentra più del 60 per cento della popolazione, si svolge oltre il 70 per cento delle attività produttive e circola oltre il 70 per cento dei veicoli. La difficoltà di espansione delle città italiane e la ricerca di nuovi modelli di vita hanno, poi, determinato negli ultimi 2 decenni l’abbandono delle grandi città; da parte di molti cittadini con il conseguente aumento del fenomeno del pendolarismo verso le sedi di lavoro situate in città, contribuendo a creare una pressione sempre crescente sulle vie d’accesso ai centri urbani. È in questo contesto che la mobilità elettrica sta per introdurre senza una radicale rivoluzione nel modo di spostarsi nelle città. E così, oltre agli attori tradizionali (case automobilistiche, amministratori locali e loro agenzie, gestori delle infrastrutture), nuovi attori assumeranno un ruolo di rilievo per lo sviluppo della mobilità, come le utilities elettriche e i fornitori delle tecnologie per lo sviluppo della rete. Oggi più che mai si rende quindi necessario acquisire conoscenze e strumenti specifici -necessariamente multidisciplinari - per progettare, sviluppare, gestire, utilizzare e promuovere un sistema di mobilità mirato a migliorare la qualità e la vivibilità della città e che trova nell’elettricità il vettore energetico in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Ra. Nes. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 NA Speciale Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno Curiosità Esposti disegni, fotografie, modelli, progetti di architettura e di urbanistica intelligente Quando il riciclo diventa arte In corso al Maxxi di Roma (termina il 20 maggio) la mostra «Re-Cycle» È il riciclo, rivisitato in tutte le sue forme, il protagonista assoluto della mostra in corso al museo nazionale delle arti contemporanee Maxxi di Roma. Il progetto, iniziato il 1 dicembre scorso e che terminerà il 20 maggio, dal titolo «Re-Cycle, strategie per l’architettura, la città e il pianeta» pone come elemento principale quello del riciclo creativo e artistico dei materiali di scarto. Ottanta opere suddivise tra disegni, fotografie, modelli, progetti di architettura, di urbanistica e paesaggio, accompagneranno i visitatori in un percorso che permetterà loro di conoscere i mille volti del riciclo. La mostra, curata da Pippo Ciorra, espone oltre a progetti creati recentemente, anche opere consolidate nel tempo che testimoniano come il riciclo sia una pratica insita nei mestieri dei progettisti e degli artisti. Tante le opere che fanno parte del progetto: il plastico originale della High Line di New York, il disegno di Peter Eisenmann per Cannareggio a Venezia, il modello dei Tunnel di Trento rie- laborato per la mostra da Elisabettta Terragni, o le foto di di James Corner che raccontano della trasformazione di una ex discarica in parco a Staten Island a New York, fino al progetto dello studio MVRDV per il Gemini Residences Frosilos di Copenaghen, dove due vecchi silos destinati al recupero dell'acqua sono stati convertiti in due torri residenziali ad alta efficienza ed elevata qualità, utilizzando come idea il concetto di riciclo architettonico su scala urbana di riqualificazione. È prevista anche una sezione musicale dal nome Music on Bones che ripropone i dischi di alcune rockstar, tra cui Jimmy Hendrix, incisi sulle radiografie di ossa di persone, come avveniva in Russia sotto la dittatura stalinista, quando l'unico modo per ascoltare la musica occidentale era quello di registrarla sulle lastre radiografiche. Di notevole valore artistico è anche la mostra fotografica del sudafricano Pieter Hugo, vincitore del World Press Photo del 2006, dal titolo "Permanent Progetti Nelle foto in alto, l’esterno del Maxxi di Roma e error"; che in ventisette scatti racconta l’ingresso della mostra Re-Cycle. Sopra, uno dei progetti esposti di una immensa discarica, formata da prodotti elettronici provenienti dall'occidente, all'interno della baraccopoli di Agbogbloshie in Ghana, dove monitor, schede madri e computer vengono bruciati per produrre rame. Non mancano poi, le installazioni site specific, come quella di Fernando e Umberto Campana che grazie alla lavorazione di materiali di scarto "umili" creano degli elementi più nobili donando loro una nuova visione. La struttura, in legno e rafia sintetica, ricorda un'enorme Maloca, ovvero la capanna dei nativi brasiliani ricordata nella tessitura tradizionale di una rafia sintetica che è frutto di tecnologie attuali e si basa sul concetto di sapere antico rivisitato in chiave moderna. Nel piazzale del Maxxi è installata l'opera, "Officina Roma" , creata dallo studio tedesco Raumlaborberlin e realizzata attraverso il coinvolgimento di personale non professionista e l'utilizzo di materiale di scarto proveniente da altre mostre all'interno del Maxxi. Con bottiglie di vetro, ante di armadi e fogli di lamiera, è stata ricreata una vera e propria casa con cucina, camera da letto, e una sala destinata ai laboratori. Ci sarà spazio anche per il mondo del web grazie ad un Maxxiblob, ovvero un video della durata di 1500 ore che verrà proiettato per tutta la durata della mostra. I contributi sono realizzati da Zbigniew Rybczynski, Nina Fischer e Maroan el Sani e Song Dong. Infine, il riciclo per eccellenza: sarà esposta una parete realizzata interamente con 1,5 milioni di bottiglie in Pet, da cui sono stati ricavati blocchi modulari. La parete, rappresenta solo una piccola parte di un intero padiglione, realizzato dall'artista Miniwiz a Taipei, creato per ospitare parte del Flora Expo 2010. Il tema principale affrontato è quello dell'ecosostenibilità, poiché l'intero edificio impiega sistemi di raffreddamento naturale e monta pannelli solari utilizzati per alimentare i Led con cui l'intero padiglione è illuminato. Adriano Affinito © RIPRODUZIONE RISERVATA Il focus Nello store è facile trovare anche prodotti alla spina (detersivi ad esempio), ma anche tanti libri sulla cultura dell’alimentazione e del benessere Sempre più campani scelgono il biologico «Armonia Caserta» di San Prisco è diventata l’azienda di riferimento per chi cerca prodotti naturali «N on solo un centro commerciale per spronare alla cultura biologica, bensì un punto di sinergia con una serie di strutture territoriali come centri benessere ed aziende agricole, per proporre la promozione al passato del ritorno ai valori originari». Questa la mission di Armonia Caserta, azienda gestita da due cultori della natura, Alessandro D’Aria e Domenico Puzone, e parte della rete CuoreBio. Insomma, quello di San Prisco, è un vero e proprio punto di riferimento per tutti coloro che desiderano vivere, appunto, in armonia con la natura e con il proprio corpo. Nello store è facile trovare anche prodotti alla spina (detersivi ad esempio), ma anche tanti libri che contribuiscono ad accrescere la cultura dell’alimentazione e del benessere. Non mancano naturalmente frutta e verdura, formaggi e latticini , pane, cerereali e legumi. E ancora, bevande, proteine vegetali, dolcificanti, cosmesi, prodotti per l'infanzia, per le intolleranze e di erboristeria. Più che un negozio, un polo di riferimento sul territorio. «Nell’era della tecnologia e della globalizzazione — spiega Alessandro D’Aria — vogliamo un ritorno ai valori originali della coltivazione fondata non sulle tecnologie intensive, una coltivazione che continui a rispettare gli equilibri di ambiente, animali e terra. Siamo sicuri che questo sia il modo mi- Nelle foto sotto, due spazi dello store casertano, dove è possibile trovare frutta e verdura certificata e con tracciabilità garantita, oppure detersivi e pasta di altissima qualità gliore per portare una miglioria nella qualità della vita». «Oggi — continua — si tende a valorizzare molto il tenore di vita e non la qualità. Negli ultimi anni si è assistito al fenomeno della celiachia, come frutto di decenni di utilizzo di prodotti chimici sintetizzati (come la farina), di cui questa patologia è solo la punta dell'iceberg. In un quadro del genere, la scelta è ricaduta su Caserta, perché come realtà, la Terra di Lavoro, ha una storia molto vicina all'agricoltura ed alla valorizzazione della terra. Ma soprattutto ci troviamo una vivibilità maggiore rispetto ad altre realtà». Principi che ben si sposano anche con gli elementi di fondo dell’agricoltura biologica. Quali? In primo luogo escludere l'uso di sostanze chimiche di sintesi (come pesticidi e fertilizzanti), limitare l'uso di antibiotici nell'allevamento degli animali, di additivi negli alimenti e di altri mezzi tecnici non naturali. E ancora, divieto assoluto dell'uso di organismi geneticamente modificati (Ogm), sia nella produzione sia nel loro impiego come mangimi, uso efficiente delle risorse ambientali locali e delle tecniche agronomiche, e allevamento degli animali all'aperto, senza alimentazione forzata e usando unicamente mangimi biologici. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 5 NA 6 NA Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno Speciale Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 7 NA L’iniziativa Il contenitore di promozione ideato in collaborazione da due atenei campani Nasce Green-Tourism.it Il blog ha lo scopo di diffondere il turismo ecosostenibile I l turismo sostenibile, finora sviluppato soprattutto in nord Europa, getta le basi anche in Campania. Il nostro territorio, naturalmente dotato di risorse naturali e paesaggi oggetto di tutela e fonte di attrattività, si configura infatti come uno scenario adatto per lo sviluppo di un turismo di tipo sostenibile. Per raccogliere questa sfida nasce il blog Green-Tourism.it, realizzato dal corso di laurea in Marketing Management dell’Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con l’Università di Benevento. Una sorta di guida web tematica, integrata con i principali social network per il rilancio del turismo nella regione attraverso un prodotto multimediale. Dedicato al turismo naturalistico ed ambientale, il blog rispecchia la nuova tendenza dell’etica sociale delle aziende: l’ecosostenibilità. Definita come « integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali», il concetto di responsabilità sociale fu espresso per la prima volta L’obiettivo Il nuovo blog mira a diventare una sorta di guida web tematica, integrata con i principali social network per il rilancio del turismo nella regione nel 1984 da Robert Edward Freeman in un suo saggio. Da allora, complici anche i cambiamenti dovuti al processo di globalizzazione e le crisi economiche, questa parola ha caratterizzato sempre di più le scelte strategiche delle aziende, fino a coinvolgere anche quelle del comparto turistico ed arrivare, così, negli anni Lo stanziamento dell’Unione europea ’80, alla nascita del termine «Turismo Sostenibile» che, rappresenta una precisa tipologia di offerta turistica che si ricollega a un preciso lifestyle. In particolare, il progetto «Campania Gaia» punta a far conoscere oltre i confini regionali e nazionali la moltitudine di attrattività, attività e punti di interessi di cui la realtà cam- pana è ricca e che spesso non vengono adeguatamente pubblicizzati. Seguendo il fil rouge del multi-sensory approach i contenuti puntano così a favorire il passaggio da una visione riduzionistica delle bellezze regionali, che talvolta spinge a considerare i singoli punti di interesse come elementi appartenenti a realtà differenti, ad una visione olistica del territorio Campania come sistema in grado di offrire spettacoli unici al mondo arricchiti da elevati livelli di servizi. Sicuri delle potenzialità della regione il progetto punta a rendere accessibili le potenziali attrattività del territorio attraverso la predisposizione di itinerari, mappe, news, indicazioni alimentari, suggerimenti culturali tramite i quali è possibile organizzare esperienze multisensoriali che, grazie ad un intenso contatto con la natura, consentono al turista di vedere, vivere e assaporare la storia, la cultura, l’arte, le bellezze naturali e architettoniche della Campania. Fuani Marino © RIPRODUZIONE RISERVATA L’offerta Gli enti hanno messo in campo una vasta offerta di appuntamenti e iniziative Itinerari e sentieri per vivere la natura dei 7 parchi nazionali della Campania S Poi Energia, in arrivo bando da 260 milioni P er Calabria, Campania, Puglia e Sicilia (le regioni dell’obiettivo Convergenza interessate dal Poi Energia) è in arrivo un bando da 260 milioni di euro sul progetto Smart Cities. A questo primo bando, che coinvolgerà anche Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Molise se ne aggiungerà un altro, prima dell’estate, che sarà rivolto alle regioni del centro nord ed avrà una dotazione di 700 milioni di euro. Il Governo prevede insomma di investire circa 1 miliardo di euro per le città intelligenti, come ha spiegato il ministro dell’Istruzione e Ricerca, Francesca Profumo, nel convegno nazionale «Le smart cities» dell’Anci. Ascoltando le richieste dei Comuni il ministro ha spiegato che «il governo pensa a Smart City & Communites come a un grande progetto di scala nazionale per il Paese. Quello delle città intelligenti è un progetto nazionale di governo rappresentando un punto di coordinamento di diverse strategie di settore. In particolare il progetto Smart City Nazionale può costituire una piattaforma di integrazione sia tra le politiche di diversi Ministeri sia tra i diversi livelli della pubblica amministrazione, contribuendo alla linearizzazione, alla semplificazione e al coordinamento della governance degli strumenti di sostegno all’innovazione». Il governo avvierà inoltre anche la cabina di regia sul’Agenda Digitale, dove uno dei sei gruppi è dedicato proprio alle Smart Cities. La Puglia, con Calabria, Campania e Sicilia, fa parte delle quattro regioni dell’obiettivo Convergenza interessate dal Programma operativo interregionale (Poi) energie rinnovabili e risparmio energetico 2007-2013, diretto ad incrementare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza ed il risparmio energetico, promuovendo opportunità di sviluppo locale e valorizzando i collegamenti tra produzione di energie rinnovabili, efficientamento e tessuto sociale ed economico. Il Progetto Smart Cities rientra nel più ampio e ambizioso programma europeo denominato «Investing in the development of low carbon technologies». Il piano strategico delle tecnologie energetiche dell’Ue si propone di stabilire le linee guida e i traguardi delle politiche energetiche, con particolare attenzione allo sviluppo e alla circolazione delle migliori tecnologie energetiche sostenibili tra i paesi comunitari. L’obiettivo europeo delle Smart Cities è quello della riduzione del 40 per cento delle emissioni di CO2 nel 2020 rispetto al 1990. © RIPRODUZIONE RISERVATA ono ben sette i parchi nazionali e regionali diffusi sul territorio campano: il Parco Naturale Regionale del Taburno-Camposauro, situato ad ovest di Benevento; quello di Roccamonfina, che occupa una superficie di circa 11 mila ettari ed è divisa in tre zone a diverso grado di tutela; il Parco regionale del Paternio, le cui origini risalgono a circa 4 milioni di anni fa; l’area metropolitana dei Campi Flegrei, unica al mondo in quanto zona vulcanica ancora attiva; e quello dei Monti Picentini, disseminato fra le province di Salerno e Avellino. Venendo alle realtà nazionali abbiamo invece il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, famoso per le sue bellezze naturali e occupato in gran parte dai rilievi meridionali dell’Appennino campano a morfologia notevolmente accidentata; e il Parco Nazionale del Vesuvio, quest'ultimo fra i più conosciuti e di grandissimo interesse geologico e storico, istituito al fine di salvaguardare i valori del territorio, di applicare metodi idonei a realizzare una corretta integrazione tra uomo e ambiente, di promuovere attività di educazione ambientale e di ricerca scientifica. Il Parco del Vesuvio nasce, infatti, anche dall'esigenza di difendere il vulcano più famoso del mondo: il Vesuvio, tipico esempio di vulcano a recinto costituito da un cono esterno tronco, il Monte Somma, oggi spento con cinta craterica in gran parte demolita entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio, ancora attivo. Il territorio, ricco di bellezze storico-naturalistiche, vanta inoltre una produzione agricola unica per varietà e originalità di sapori. Il Parco nazionale del Vesuvio ha realizzato poi una rete di sentieri per vivere le bellezze del complesso Somma-Vesuvio, nota anche come «la Sentieristica del Parco nazionale del Vesuvio» e costituita da 9 sentieri per una lunghezza complessiva di 54 chilometri di camminamento. Gli interventi hanno riguardato la mitigazione del rischio sui tracciati e Scorci In Campania esistono ben sette parchi nazionali e ognuno propone una vasta scelta di ambientazioni l’allestimento degli stessi attraverso una segnaletica specifica per ciascun sentiero e una cartellonistica riportante le descrizioni delle principali emergenze naturalistiche, geologiche e storiche che si incontrano durante la passeggiata. Ma tra le finalità perseguite dai diversi enti che gestiscono le aree parco vi è senz’altro uno stretto legame con i temi dell’educazione ambientale, tra cui quella di tutelare, valorizzare e promuovere le caratteristiche di naturalità, integrità territoriale ed ambientale, con particolare riferimento alla natura selvaggia dell’area protetta. L’informazione e la sensibilizzazione su alcuni contenuti quali la necessità di salvaguardare le aree suscettibili di alterazione e i sistemi di specifico interesse naturalistico, di conservare e valorizzare il patrimonio storico-artistico-culturale nonché di individuare e mettere in atto forme di incentivazione e finanziamento per la promozione di attività culturali, educative e ricreative nei campi di interesse dei diversi parchi sono così attività al centro dei programmi di azione. «Vivere il parco» è sempre più la missione delle aree verdi, che predispongono itinerari tematici, guide ai sentieri e manifestazioni disparate per avvicinare la comunità e farla riappropriare di uno spazio che va vissuto come comune. Fra i più attivi in questo senso è il Parco Regionale dei Campi Flegrei, impegnato in un servizio di «re-touring», fra itinerari e trasporti per vivere l'area, e il Parco Nazionale del Cilento, che oltre alla sentieristica punta sui suoi prodotti tipici, considerati alla base della tanto apprezzata dieta mediterranea. Fu. Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 NA Speciale Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno Il focus L’ Azienda Servizi Igiene Ambientale di Napoli ha distribuito alle oltre 13 mila famiglie il kit necessario per la raccolta Il quartiere senza cassonetti Partito da Posillipo il progetto di differenziata porta a porta, registra già risultati positivi R ifiuti per le strade e cassonetti, addio. È partito dalla collina di Posillipo della prima municipalità il programma di differenziata porta e porta, e sin dalle prime battute i risultati sono visibili. Solo plastica, metallo e vetro vanno gettati nelle apposite campane indifferentemente nei diversi giorni della settimana, mentre per tutti gli altri materiali esiste una tabella con giorni e orari precisi. La tanto attesa raccolta differenziata porta a porta (in Italia spesso abbreviata nella sigla PaP) ha preso avvio da circa due mesi, quando l’Asìa, Azienda Servizi Igiene Ambientale ha provveduto a rimuovere dalle strade i vecchi cassonetti che raccoglievano rifiuti urbani non differenziati sulla zona e a distribuire alle oltre 13 mila famiglie il kit necessario per la raccolta. Le attrezzature necessarie per una buona differenziazione consistono principalmente in sacchetti biodegradabili da utilizzare per i rifiuti organici, un apposita biopattumiera, e due opuscoli in cui sono elencati per ordine alfabetico i diversi materiali e la relativa destinazione. Per le strade del quartiere collinare i quasi cento cassonetti che raccoglievano rifiuti urbani non differenziati sono stati ritirati per lasciare spazio a 120 campane nuove di zecca e deputate alla raccolta del vetro e del multimateriale (imballaggi in plastica e metalli) nonché a 20 contenitori per la raccolta degli indumenti usati. Fondamentale, in questo primo passo, il materiale di comunicazione esplicativo del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti e un senso civico che comincia a farsi strada. «Straor- dinario — sottolinea l’Asìa in una nota — l’impegno economico e operativo che il Comune di Napoli ha messo in campo per attivare la raccolta differenziata porta a porta in uno dei quartieri più vasti del territorio di Napoli, con una superficie di circa 5.4 chilometri quadrati. Con Posillipo è stato raggiunto un risultato importante: il 23 per cento del territorio napoletano raccoglie infatti i propri rifiuti attraverso il sistema di raccolta differenziata porta a porta». Secondo i dati dell’Ispra, l’Istituto Nazionale per la ricerca e la protezione ambientale, in Campania vengono prodotti ogni anno poco meno di 500 chili di rifiuti procapite per un totale di oltre 2 milioni e 700 mila tonnellate. Riferendosi sempre ai dati ufficiali, risulta che circa il 33 per cento dei rifiuti è composto da materie organiche e vegetali (quello che co- munemente si definisce «umido»), circa il 23 da carta, quasi il 6 da vetro e altrettanti da tessili, non meno dell’11 da plastiche, circa il 2 per cento da materiali legnosi, oltre il 3 per cento da oggetti in metallo; rimane poi una frazione di composta da frammenti di tutti questi materiali che però sono in pezzatura così piccola da non poter essere identificati e recuperati. Già questi dati indicano come potenzialmente (al pari di altre Regioni e Provincie italiane) sia possibile immaginare attraverso la raccolta differenziata e il recupero dei materiali una drastica riduzione dei rifiuti da destinarsi a discarica o incenerimento. In generale, la PaP o raccolta domiciliare, è una tecnica di gestione dei rifiuti che prevede il periodico ritiro presso il domicilio dell’utenza del rifiuto urbano prodotto dalla stessa. Vengono così ritirati i diversi tipi di rifiuti (quello umido organico destinato al compostaggio, carta e cartone, indifferenziato) in giorni e contenitori diversi. I rifiuti urbani non differenziati vengono solitamente ritirati con frequenze diverse, in media una o due volte alla settimana a seconda della tipologia. Questo sistema è considerato il metodo più funzionale per incrementare la percentuale di rifiuti destinati al riciclaggio. Tuttavia, un aspetto problematico del sistema consiste nella possibile scarsa collaborazione da parte dei cittadini. Quanto più alta è la coscienza civica tanto più il metodo garantisce ottimi risultati. Inoltre nella maggior parte dei comuni che attuano questo tipo di raccolta differenziata si è applicato il principio del «Chi inquina paga», ossia la tariffazione del servizio operata dal comune viene applicata in base alla «produzione» del rifiuto più inquinante (il secco non riciclabile); in base al numero di svuotamenti operati da ogni utenza viene calcolata la tariffa da applicare. In pratica meno secco non riciclabile si produce meno si paga, questo spinge i cittadini ad impegnarsi nella raccolta differenziata. Fuani Marino © RIPRODUZIONE RISERVATA Le attrezzature Per una buona differenziazione c’è bisogno principalmente di sacchetti biodegradabili da utilizzare per i rifiuti organici, un apposita biopattumiera, e due opuscoli in cui sono elencati per ordine alfabetico i diversi materiali e la relativa destinazione 9 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 NA La sicurezza per noi è qualcosa di grande Da sempre consideriamo strategici gli investimenti in risorse umane, al pari di quelli in innovazione tecnologica. Ecco perchè siamo tra i primi nel nostro settore ad aver adottato un sistema di gestione della salute e della sicurezza dei lavoratori, ottenendo la certificazione OHSAS 18001. Una scelta fondamentale per continuare ad essere all’avanguardia nella progettazione ed installazione di impianti che garantiscono i più alti standard di comfort, sicurezza e risparmio energetico. Progettazione, installazione e manutenzione di impianti di climatizzazione, riscaldamento, idraulici, elettrici ed antincendio per aziende e strutture sanitarie, pubbliche e private. Vera innovazione nel segno della sicurezza Ranieri Impiantistica Srl Via Zabatta, 25 - 80044 Ottaviano - Napoli Tel. 081.5295421 - Fax 081.5293190 www.ranierimpiantistica.it [email protected] 10 Speciale Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno NA Il caso Impianti tecnologicamente avanzati per un risparmi economico considerevole Fisciano campus verde Basso impatto e pianificazione energetica, ecco le peculiarità dell’ateneo virtuoso U n campus a bassissimo impatto ambientale, quello di Salerno, terza università del mezzogiorno per numero di iscritti, oltre 40mila, e per estensione, circa un milione e 200mila metri quadrati. Tre le linee guida fondamentali della pianificazione energetica: l’autoproduzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, gli interventi sugli impianti esistenti per la riduzione dei consumi, con minori emissioni di CO2 in atmosfera, e il contenimento della spesa. Parco fotovoltaico, impianti solari termici, solar cooling, cogenerazione e trigenerazione, ma anche edifici a impatto zero, attraverso cui l’università riesce a produrre in media circa il 25% del proprio fabbisogno energetico, su un consumo totale di 10mila e 500 megawatt, con un risparmio annuo di ben 400mila euro sul conto energia. Così la formula dell’energia E=MC², elaborata da Albert Einstein, viene rivisitata in «miglior consumi/meno costi». «Stiamo realizzando un’infrastruttura ambientale ad energia rinnovabile. Anche l’attività di ricerca per l’innovazione dei processi produttivi, a basso contenuto energetico, segue le linee di indirizzo della green economy — spiega il rettore Raimondo Pasquino — Non soltanto l’applicazione all’interno del campus di tecnologie per l’abbattimento dei costi, ma anche produzione di energia. Incentivare una politica di ricerca rivolta ad ottimizzare l’impatto ambientale, inoltre, significa creare possibilità occupazionali per i nostri studenti. Un campus che cerca di essere, con i suoi giovani ricercatori, in linea con i tempi moderni. Sapere che al nostro laboratorio di Inge- gneria Sanitaria Ambientale è stato affidato il monitoraggio delle opere in fase di realizzazione per l’America’s Cup, è motivo di orgoglio e significa che la nostra è un’università utile al territorio». Un parco fotovoltaico, in cui l’energia prodotta è destinata all’autoconsumo, realizzato con incentivi statali sul Conto Energia, attraverso un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, con l’installazione di 21 mover (i cosiddetti girasoli) ad inseguimento solare, oltre alla copertura con pannelli dei tetti di 14 edifici nel campus di Fisciano e 4 nel sub-parco di Baronissi, con una potenza complessiva generata superiore a un megawatt. Un impianto di cogenerazione da 1MWh, co-finanziato dalla Provincia di Salerno, a servizio della piscina coperta, che consente di ricavare energia elettrica dal metano e con il residuo acqua calda, in grado di funzionare d’estate in trigenerazione, attraverso un assorbitore per la refrigerazione: sistema che sarà utilizzato anche per la nuova biblioteca tecnico-scientifica in costruzione. Assolutamente innovativo il Solar Cooling, di recente sviluppo, che consente di «raffreddare con il sole», senza consumare. Sostenuto dal Ministero per l’Ambiente e lo Sviluppo Economico, sarà collocato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. L’energia solare catturata dai pannelli, attraverso un ciclo termodinamico e chiller ad assorbimento, produrrà acqua refrigerata a 7 gradi che sarà utilizzata per la climatizzazione nei periodi estivi, oltre a soddisfare la richiesta di energia termica per il riscaldamento invernale. L’orizzonte economico è quello della Grid Parity e del «creare energia lì dove serve», per evitare dispersione nel percorso, ❜❜ La politica di ricerca rivolta ad ottimizzare l’impatto ambientale, inoltre, significa creare possibilità occupazionali per i nostri studenti come evidenzia l’ingegnere Gianluca Basile, Capo Area VI-Risorse Strumentali. «I girasoli sono stati installati in un’area residuale, lungo il perimetro del campus, senza togliere spazio al terreno agricolo. Da circa tre anni tutti i nuovi edifici sono di classe energetica A+, a bassi consumi ed energia quasi zero, come l’asilo nido aziendale, primo esempio in Campania, mentre per le vecchie strutture stiamo adottando politiche di efficientamento energetico. Il terzo lotto di residenze universitarie sarà a totale impatto zero». Maggiori aree destinate al verde nelle ristrutturazioni e realizzazione di superficie drenanti per le acque, con i green-park destinati al parcheggio e la riduzione di materiali impermeabili (come l’asfalto). Nel campus è attivo, inoltre, il progetto AteneoEcologico, con la raccolta differenziata dei rifiuti presso i punti ristoro. Anche il trasporto sarà ecosostenibile, con bus elettrici e aree esclusivamente pedonali all’interno e parcheggi esterni. Tra breve, in via sperimentale, partirà il servizio di bike sharing, promosso dall’Adisu, l’azienda per il Diritto allo Studio: 20 biciclette di cui gli studenti potranno usufruire gratuitamente, disponendo della tessera Cus per l’assicurazione. Anche per la mensa universitaria l’Adisu ha adottato un’etica ecologica, con l’eliminazione totale della plastica: piatti in porcellana, forchette in acciaio, bicchieri in Pla trasparente, in amido di mais e biodegradabili al 100%, shoppers e packaging in materiali ecocompatibili e riutilizzabili. «Anche per gli alimenti, quali verdure, pane, mozzarella, abbiamo preferito la logica del "chilometro zero", favorendo prodotti locali e incentivando la dieta mediterranea — dichiara Antonio Piccolo, presidente dell’Adisu — I costi sono leggermente superiori, ma la funzione dell’università è anche educativa e di stimolo. Altra iniziativa, predisposta insieme a Salerno Mobilità, è il Car Pooling, un software che permette di aggregare gli studenti in un’unica vettura per raggiungere il campus. Il prossimo 22 marzo, in occasione dell’Energy Med alla Mostra d’Oltremare, ai nostri allievi sarà consentito un test drive su veicolo elettrico». Le eccellenze Il Seed è il laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale I ricercatori salernitani monitorano l’America’s Cup E nergie rinnovabili non solo per la realizzazione di infrastrutture ecosostenibili, ma anche oggetto di studio dell’attività di ricerca applicata: un settore che, rispetto ai trend occupazionali, sembra offrire ottime opportunità di placement post lauream. Sono impegnati, proprio in questi giorni, sui cantieri dell’America’s Cup a Napoli, molti ricercatori del Seed, il laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale dell’Università degli Studi di Salerno, diretto dal professor Vincenzo Belgiorno, docente dell’omonimo corso di studi. Il centro di ricerca è stato incaricato del pre-monitoraggio ante operam sull’impatto ambientale, al fine di tutelare il territorio. «Siamo presenti con un furgone attrezzato con sensori per rilevare l’inquinamento atmosferico — sottolinea Belgiorno — Abbiamo di recente chiuso la convenzione, ma è logico pensare che, disponendo dei dati iniziali, saremo incaricati anche della fase di monitoraggio durante e post i lavori. Siamo presenti, come università, in molte realtà della provincia di Salerno ed Avellino, ma ci siamo occupati anche della riqualificazione dell’area di Bagnoli, oltre a lavora- Un pool di esperti è stato incaricato del monitoraggio dell’impatto ambientale dei lavori per le Word Series re per molte imprese private, cercando di rendere al meglio l’investimento in ricerca e sviluppo». Numerose le partnership in progetti internazionali e diversi i filoni di ricerca del Seed: non solo monitoraggio della qualità dell’aria e dell’impatto da odori, ma anche trattamento delle acque reflue, analisi a tutela dell’ambiente, bonifica dei siti contaminati e smaltimento dei rifiuti solidi. L’attività di ricerca del laboratorio è concentrata anche su forme alternative di recupero della carta. Un «mondo di frontiera», come sottolinea lo stesso professore, in cui l’università si interfaccia con il territorio. «È fondamentale superare l’idea di una ricerca solo teorica. Esistono dei margini di profitto strettamente legati alla realizzazione di soluzioni innovative. Cinque i brevetti depositati e oltre 150 le pubblicazioni scientifiche dal 2004 prodotte dal gruppo di lavoro. Il nostro è un settore di eccellenza, considerato tra i migliori del Mezzogiorno, competitivo rispetto alle più importanti università del mondo». È protesa all’applicazione dei risultati anche la ricerca svolta dal laboratorio di «Circuiti Elettronici di Potenza e Fonti Rinnovabili» della facoltà di Ingegneria Elettronica. Tra i prodotti realizzati anche inverter fotovoltaici, sistemi elettronici che permettono di convertire l’energia prodotta dai pannelli solari, evitando la perdita di potenza derivante dalla non uniformità di irraggiamento. Un team di ricerca visionario, quello salernitano, fondato nel 1990, quando ancora in pochi si interrogavano sull’importanza del risparmio energetico, Via Caracciolo In alto, i lavori alla rotonda Diaz. A sinistra, i ricercatori salernitani del Seed con competenze di eccellenza nell’ambito delle fonti rinnovabili, quali eolico, fotovoltaico e celle a combustibile. «Siamo una delle università più conosciute nel mondo per l’elettronica di potenza per il fotovoltaico — evidenzia il professor Nicola Femia, responsabile del laboratorio — Siamo presenti in progetti europei a finanziamento pubblico e collaboriamo con industrie internazionali, come la National Semiconductor Corporation (California), e italiane, quali PowerOne, Astrid, Magnetek e Roal. Cerchiamo di realizzare dispositivi Barbara Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA elettronici per un utilizzo intelligente dell’energia attraverso l’integrazione di tecnologie». Obiettivi del laboratorio sono la massimizzazione della produzione da impianti fotovoltaici per ridurre le emissioni di C02, il prolungamento della vita delle batterie, sistemi di illuminazione a Led e lo sviluppo di software di progettazione, simulazione e diagnostica. Ben 5 le richieste di brevetto e 3 già rilasciati in oltre 20 paesi, compresi gli Usa. La ricerca, inoltre, si fonde con la didattica, coinvolgendo gli studenti nelle fasi della tesi o dopo la laurea con borse di studio, permettendo di sviluppare competenze: laureati "di qualità", quindi, apprezzati e molto richiesti dalle aziende, soprattutto estere. Altro importante settore di ricerca, coordinato da Antonio Piccolo, docente di Sistemi e Tecnologie Industriali, riguarda l’automazione dei sistemi delle reti di distribuzione, la pianificazione energetica per il contenimento dei consumi, il trasporto intelligente e la sicurezza: dispositivi e sensori per determinare gli ingorghi delle arterie viarie, trasferendo le informazioni agli automobilisti, evitando ingressi in galleria, code ed emissioni inquinanti. Ba. Lan. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 11 NA 12 Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno NA Edilizia La bioarchitettura è diventata disciplina universitaria e si sta diffondendo sempre più All’insegna del verde Case e uffici progettati nel rispetto dell’ambiente Q uesta storia incomincia venti anni fa quando Kamal Meattle — un celebre conservatore e ambientalista indiano — ricevette un verdetto terribile dai medici. Che gli dissero che l’aria in casa sua nella città di Nuova Dehli lo stava uccidendo. Ma lui non voleva andar via da casa, dove c’era il suo mondo e la sua vita. Meattle, fondatore del Paharpur Business centre & Software Technology Incubator Park, decise di creare nella sua casa un clima salubre dimostrando ai suoi medici di aver torto. Così iniziò una ricerca scoprendo che sono sufficienti anche tre tipi di piante per rendere l’aria della propria casa pulita. Individuò l’Areca (Chrysalidocarpus lutscens), la Lingua di Suocera o Sansevieria trifasciata e il Potos o Epipremnum aureum. Specie che hanno trasformato il suo ufficio di Nuova Delhi in un posto dove si respira un’aria che è tra le più pure al mondo. L’Areca o Chrysalidocarpus lutescens lavora per pulire l’aria di giorno e basta averne una sola grande. La Lingua di Suocera o Sansevieria trifasciata converte molta CO2 in ossigeno durante la notte. Ne occorrono da 6 a 8 esemplari, piuttosto grandi, a persona. Il Potos o Epipremnum aureum ha il compito di filtrare dall’aria la formaldeide e altri composti organici volatili). In media, le persone spendono circa il 90 per cento del proprio tempo in ambienti chiusi. Il 65 per cento di questo tempo si trascorre a casa dove i bambini sono presenti e respirano molto di più rispetto agli adulti. Organizzazioni come l’Epa, negli Stati Uniti, è stata in grado di rilevare che i livelli di sostanze inquinanti presenti nelle case è fino a cinque volte superiore a quelli esterni. Un dato sul quale è necessario riflettere con grande attenzione. Ma la so- Fusione Nella foto in alto, una casa progettata ner il rispetto dell’ambiente e inserita nel verde luzione è a portata di mano. Secondo Meattle se si coltiva una quantità sufficiente delle piante da lui individuate è possibile vivere in una bolla d’aria pura. L’ostinato ambientalista — deciso a sconfessare le parole dei suoi medici — nella sua azienda di 5.000 metri quadrati ha deciso di sistemare oltre milleduecento piante per far respirare meglio i trecento occupanti. In seguito a questa «ristrutturazione» il governo indiano ha valutato l’edificio tra le più salutari costruzioni di Nuova Delhi e gli studi hanno confermato che dopo aver trascorso dieci ore di lavoro in un ambiente come questo si torna a casa più rinvigoriti di prima. Utilizzare le piante come depuratore e filtro per l’aria è un metodo che aiuta anche a ridurre il consumo di energia, perché non è necessario utilizzare filtri particolari per depurare l’aria, senza dimenticare i benefici estetici del verde. Ora Meattle mira ad utilizzare il suo modello per un edificio molto più ampio: 163mila metri quadrati con più di 60mila piante. Ma come fa il verde a ripulire l’aria e a far risparmiare energia? La fotosintesi clorofilliana è un fenomeno più complesso di quello che generalmente è possibile immaginare. La pianta sulle foglie ha una specie di piccole bocche chiamate stomi con le quali «mangia», assorbendo l'aria circostante. E, di qui inizia un processo che porta fino alla ossigenazione dell’aria. Le piante in casa necessitano, certamente, di una serie di cure. Vanno annaffiate, concimate, curate. Vanno, sostanzialmente, «coccolate». Una attività che farà bene anche allo spirito. Dunque un ambiente libero da inquinanti pericolosi e una testa sgombra da pensieri negativi grazie ad un hobby che è un vero e proprio toccasana per l’anima. Ambientazioni Nelle foto, due tipiche ambientazioni «green», dove tutti gli elementi di arredo sono rispettosi e inseriti nell’ambiente circostante Anna Paola Merone © RIPRODUZIONE RISERVATA Il focus Il progetto è nato con lo scopo di avvicinare il mondo della green economy al singolo cittadino NeaHelioPolis, una filosofia di vita Nasce a Napoli la prima eco agency delle energie rinnovabili È La scheda Nel salotto di Chiaia Il punto vendita è situato nel cuore del salotto buono della città: in piazzetta Rodinò a Chiaia. Il negozio è piccolo, ma in grado di rispondere ad esigenze molto diverse fra loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA stato inaugurato il primo dicembre— a Napoli, in piazzetta Rodinò — NeaHelioPolis, la prima eco agency cittadina delle energie rinnovabili. E questo negozio piccolo, ma in grado di rispondere ad esigenze molto diverse fra loro, è già diventato un caso nell’universo delle iniziative per l’ambiente. Il «green project» è nato dall’idea di un gruppo di giovani imprenditori (e ingegneri) napoletani, tutti trentenni — Lucio Murena, Valerio Siniscalco, Filippo Gasperoni — con lo scopo di avvicinare il mondo della green economy al singolo cittadino, attraverso informazioni e servizi energetici integrati. Oltre alla formula di base, che coniuga tecnologia, efficienza e design e che vuole raccontare ai neofiti come si può vivere «verde», ci sono anche una serie di proposte intermedie. Dunque ecco i gadget per coinvolgere il consumatore che ancora non ha maturato un pensiero verde e conquistarlo attraverso una serie di prodotti nuovi e del tutto originali. Che potrebbero tornare comodi anche come idee regalo — per una volta non banali — ad amici che hanno il pallino dell’ambiente o ad inguaribili consumatori senza scrupoli. C’è la ricarica (tascabile) a batterie solari per il cellulare, corredata da spinotti che su adattano a qualsiasi telefonino. Costa 60 euro ed è un oggettino utile e che, alla lunga, garantisce un piccolo risparmio sui costi energetici. Proprio come l’elimina-display. Costa 30 euro e spegne tutti gli elettrodomestici che restano generalmente in stand by. Spegne, si badi bene, con il telecomando. Dunque, anche i più pigri potranno finalmente risolvere la questione legata alla lucina rossa che resta accesa sul televisore. Via i consumi di troppo con un click e senza alzarsi neanche dal divano. Più sostenuto il costo degli zaini fotovoltaici (220 euro), che hanno però una serie di funzioni di alto livello. Grazie alla leggera batteria d’accumulo, infatti, permettono di ricaricare il proprio telefonino o computer in qualsiasi momento. Sono perfetti da portare sulla schiena quando si gira in bicicletta, soprattutto in queste giornate di sole. In vendita nello store anche un sistema di compostaggio domestico, alimentato elettricamente, che consente di «elaborare» i rifiuti in appena due settimane. E poi, biciclette elettriche o a pedalata assistita, che consentono di rivoluzionare il rapporto tra l'uomo e la mobilità urbana; o anche la tenda da sole, completamente avvolgibile, che produce contemporaneamente ombra ed energia elettrica inesauribile. Insomma è una nuova filosofia di vita, con cui è possibile capovolgere la relazione tra individuo, energia e ambiente. Da consumatore di energia tradizionale, il cittadino diventa produttore di energia pulita, e protagonista della rivoluzione energetica. EcoAgency è il primo sportello del sud Italia, aperto al pubblico con lo scopo di migliorare l’ambiente partendo dal singolo individuo, protagonista della vera rivoluzione energetica. «Lo sviluppo sostenibile è l’unica strada da percorrere per recuperare il rapporto simbiotico con la Terra — spiegano i tre soci —. Per questo motivo puntiamo ad essere un riferimento costante per l'applicazione di un modello di sviluppo sostenibile integrato, fondato sulle migliori tecnologie disponibili per il risparmio energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la bioedilizia, la mobilità, la gestione idrica e dei rifiuti, ed abbiamo come obiettivo il recupero dell'equilibrio tra l'uomo, la città e l'energia quotidianamente donata dal Sole». Se state pensando di installare sul tetto di casa o sul terrazzo pannelli solari per produrre energia potete considerare che il negozio è convenzionato con un istituto di credito e che la spesa per realizzare l’opera è completamente finanziata. In seguito, con l’energia elettrica prodotta e non utilizzata, ci si paga l’impianto. Che risulta, così, praticamente a costo zero. A. P. M. L’inaugurazione Nelle immagini, il taglio del nastro del piccolo punto vendita dove si possono trovare tante soluzioni che possono aiutare nella vita di tutti i giorni Supplemento della testata © Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Marco Demarco direttore responsabile Maddalena Tulanti vicedirettore Carmine Festa redattore capo centrale Editoriale del Mezzogiorno s.r.l Ernesto Cesàro presidente Nicola Putignano vicepresidente Giorgio Fiore amministratore delegato Sede legale: Vico II S. Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli - Tel: 081.7602001 Fax: 081.58.02.779 Reg. Trib. Napoli n. 4881 del 17/6/1997 ci, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. © Copyright Editoriale del Mezzogiorno s.r.l. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafi- Stampa: Sedit Servizi Editoriali srl Via delle Orchidee, 1 - 70026 Z. I. Modugno - Bari - Tel. 080.585.74.39 Rcs Produzioni spa. Via Ciamarra, 351 - 00169 - Roma Tel. 06. 68.82.8917 Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Napoli Diffusione: m-dis Distribuzione Media Spa - Via Cazzaniga, 1920132 Milano - Tel. 02.25821 Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. 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Divisione Quotidiani Distribuito con il Direttore responsabile: Ferruccio de Bortoli 13 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 NA adv. duvaeduva www.romanoautogas.it www.romanoautogasservice.it *riferimento berlina tipo 1200cc/51KW, su percorso misto, con consumo medio: a benzina 5,2 lt per 100Km = € 9,46 - a gpl 6,5 lt per 100KM = € 5,52 (Costo medio carburanti: Benzina € 1,82 Gpl € 0,85) 14 Speciale Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno NA Vademecum Tutti i segreti contro gli sprechi Tra i principali «vampiri energetici» ci sono gli impianti di riscaldamento e raffreddamento A lzi la mano chi non ha mai dimenticato aperto un rubinetto, chi non si è mai scordato una luce o, peggio ancora, i riscaldamenti accesi. Presi dalla frenesia di ogni giorno e, diciamolo, spesso anche dalla scarsa consapevolezza degli effetti negativi dei nostri comportamenti, non sempre prestiamo la giusta attenzione ai piccoli gesti quotidiani. Ed ecco allora che nel lavarci i denti lasciamo aperta la fonta- na. Il rubinetto gocciola? Settimane prima di deciderci a chiamare un idraulico, e così via. Tutto questo a fine mese si trasforma in bollette esorbitanti, ma quello che spesso non viene considerato è che in questo modo si sprecano risorse preziose e si danneggia l’ambiente. Tanto per rendere l’idea, gli italiani consumano ogni anno 8 miliardi di Kilowattora per un corrispettivo di 5 miliardi di euro e 13 miliardi di chili di Co2 o, rapportando al consu- Nelle foto, i principali indiziati (acqua, luce e caldaie) degli sprechi nelle abitazioni mo per famiglia, si tratta di tremila Kilowattora per 650 euro e 2.200 chili di Co2 l’anno. Tra le cause principali di questo consumo spropositato ci sono certamente gli elettrodomestici, in particolar modo dei veri e propri «vampiri energetici» sono gli apparecchi per il riscaldamento o il raffreddamento, responsabili del 23 per cento degli sprechi domestici, seguiti dall’illuminazione (12 per cento), gli impianti audio e video (10 per cento), i boiler elettrici (8 per cento) e le lavatrici (7 per cento). In più, le fonti rinnovabili e il risparmio energetico, non hanno più come unico valore la salvaguardia ambientale e la riduzione dell’inquinamento, ma da gennaio 2012 hanno assunto anche un peso per il risparmio economico. Un argomento molto importante, soprattutto in un momento di grande crisi economica, che sarà affrontato in occasione della quinta edizione del salone EnergyMed. E il tema sembra particolarmente importante in una città come Napoli. Infatti, l’inserimento obbligatorio negli atti di compravendita degli immobili, secondo le disposizioni Ce in riferimento alla legge 192 (19/08/2005), sul rendimento energetico dell’edilizia e al conseguente declassamento fino ad un massimo del 30 per cento del valore dell’immobile in base alle graduatorie della certificazione energetica degli edifici, evidenzia le difficoltà del parco residenziale del Comune di Napoli. Il dato allarmante emerge da uno studio della Federico II di Napoli, e in particolare del dipartimento di energetica termofluidodina- mica applicata e condizionamenti ambientali, che ha indicato che mediamente il 98,5 per cento degli attuali edifici è, per il riscaldamento invernale, collocato in classe G, mentre solo l’1,5 per cento è in classe F. Tanto per intendersi la scala di valutazione va dalla A sino all’ultimo gradino costituito dalla G. Insomma, la situazione non p certo delle più rosee ma, secondo uno studio dell’Agenzia Napoletana Energia Ambiente, esistono interventi possibili che incidono sulla classificazione energetica degli immobili e, con costi anche contenuti. Accorgimenti tecnici che risulterebbero un buon investimento rispetto alla potenziale perdita economica (fino ad un massimo del 30 per cento del valore dell’immobile). Secondo i dato dell’analisi dell’Anea, prendendo per campione un’abitazione di 80 o 90 metri quadrati dal valore di circa 300 mila euro, che potrebbe avere un declassamento secondo la leg- Speciale 15 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 5 Marzo 2012 NA Il caso Il sindaco de Magistris che annuncia: «Ne predisporremo altri in punti strategici» Acqua liscia, addizionata ma sempre pubblica Il Comune installa in città distributori d’acqua gratis L Piazza del Municipio Nella foto, il distributore installato nella centralissima piazza del Municipio, nei pressi del Comune di Napoli ge in caso di una bassa graduatoria con una perdita valore di circa 90 mila euro, comporterebbe su un immobile una spesa di circa ventimila euro. Quali sono gli interventi possibili? Eccone alcuni. In primo luogo la sostituzione di scaldacqua elettrico con scaldacqua a metano a camera stagna e accensione piezoelettrica (costo dai 600 ai mille euro); sostituzione di dispositivo esistente con caldaia unifamiliare a 4 stelle a gas naturale (costo dai 1.250 ai 1.400); sostituzione di vetri semplici con doppi vetri (costo dai 7 mila ai 10 mila e isolamento termico delle pareti e delle coperture (per un costo che può andare dai 10 mila ai 15 mila euro). Viste così possono sembrare grosse cifre, ma a conti fatti il risparmio è garantito, non solo per il bilancio familiare ma anche per l’ambiente. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA iscia o «addizionata» ma sempre pubblica. Si parla di acqua naturalmente e dell’iniziativa messa in campo dal Comune di Napoli che consente ai cittadini di attingere acqua non imbottigliata naturale e gasata, refrigerata e non. Il tutto grazie ad una fontana hi-tech collocata a Piazza Municipio, la prima di altre tre «sorelle» che saranno istallate in posti ad alta frequentazione come la Stazione Marittima, quella ferroviaria e l’aeroporto di Capodichino. La macchina, simile a quelle già in uso in diverse città d’Italia, non erogherà bottiglie di plastica, ma gli utenti potranno riempire d’acqua i contenitori portati da casa. L’obiettivo, infatti, è proprio quello di sensibilizzare i cittadini sull’uso sostenibile dell’acqua da bere, limitando il ricorso a quella imbottigliata e riducendo, di conseguenza, la produzione di bottiglie di plastica e altri rifiuti da imballaggio. Il tutto, come detto, senza spendere neanche un centesimo, almeno per il momento. Dal Comune spiegano infatti che per il momento l’erogazione avverrà in maniera del tutto gratuita, e che in seguito si valuterà l’ipotesi di far pagare soltanto l’acqua frizzante, come già avviene in altre città, anche europee, ma per ora si tratta soltanto di una possibilità. «L’idea di non esigere alcuna somma per l’acqua, anche addizionata — spiega a questo proposito il vicesindaco Tommaso Sodano — potrebbe essere sostenuta anche dalla semplice considerazione che il guadagno potrebbe essere addirittura inferiore al costo della raccolta». Tralasciando le iniziative comunali, comunque, vale la pena di sfatare qualche mito delle acque minerali. Un business che a causa delle bottiglie di plastica ha un forte impatto sull’ambiente, oltre che sulle tasche di chi non ne sa fare a meno. E i numeri come al solito parlano chiaro. Gli italiani sono i primi consumatori di acqua minerale al mondo, la spesa annuale complessiva per consumo d’acqua minerale in Italia è infatti di 2.8 miliardi di euro. In particolare, il 40 per cento degli italiani dichiara di bere acqua di rubinetto e più del 50 per cento di bere solo acqua minerale. Eppure le acque minerali in Italia costano tra 500 e mille volte in più dell’acqua di rubinetto. Il costo oscilla tra i 20 e oltre i 50 centesimi al litro, mentre per l’acqua di rubinetto il costo è di meno di un euro al metro cubo, cioè per mille litri (compresa la tariffa per la depurazione). Questi i costi per le tasche degli italiani, ma restano poi quelli per l’ambiente. Lo smaltimento come rifiuto o per il riciclaggio delle bottiglie di plastica è infatti enorme, milioni di euro che potrebbero essere impiegati per migliorare le reti idriche del paese e delle regioni. E chiaro che resta legittima la scelta delle minerali, infondo i gusti sono gusti, ma non tutti sanno che l’acqua dei rubinetti domestici è sicura al cento per cento. Inoltre, se si vuole migliorare il «sapore» o modificarne le caratteristiche esistono oggi diversi sistemi, facili da utilizzare e decisamente economici. Tra questi ci sono certamente i cosiddetti «Ionizzatori» da applicare direttamente al rubinetto di casa. A differenza dei filtri a osmosi inversa, che eliminano gli inquinanti dall’acqua ma spesso insieme ad essi eliminano anche i sali minerali disciolti, gli ionizzatori hanno diversi vantaggi: eliminano gli inquinanti, lasciano passare i preziosi minerali di cui il nostro organismo ha bisogno e trasformano i minerali presenti nell’acqua in forma ionizzata, aumentandone la bio-disponibilità. In più erogano acqua alcalina, che al contrario di quella acida, è un antiossidante e ha innumerevoli benefici. Raf. Nes. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Lunedì 5 Marzo 2012 Corriere del Mezzogiorno NA S.p.A. in armonia con la natura La piattaforma ecologica che fa la differenza. Ritiro Selezione Smaltimento Differenziare per ridurre, riciclare, riusare ·· · Investiamo le migliori energie per un ambiente migliore. Bonifiche da amianto Impianto di depurazione Bonifiche siti contaminati Impegno costante, tecnologia e innovazione Ambiente s.r.l. Sede Amministrativa: 80030 San Vitaliano (NA) Zona Industriale, Via Ponte delle Tavole Tel. 081 5198676 - Fax: 081 5198500 www.ambientesrl.biz [email protected] B.Energy S.p.A. Uffici Tecnici e Amministrativi: 80030 San Vitaliano (NA) Zona Industriale, Via 40 Moggi, 13 Tel. 081 5198943 PBX (8 linee) - Fax 081 5198668 www.benergyspa.it [email protected] ·· ·