Scarica la relazione - Fondazione Aiutiamoli a Vivere
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XXII CONVEGNO NAZIONALE FONDAZIONE “AIUTIAMOLI A VIVERE” O.N.G. 27 - 28 - 29 Novembre 2015 Cinisello Balsamo (MI) “Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice” (A. Einstein) TOSSICODIPENDENZE PROGETTO IN FAVORE DI STUDENTI ADOLESCENTI A MINSK 2015 -2018 Dott. ssa Marina Brinchi, Comitato Scientifico PREMESSA Vorrei iniziare precisando che il mio intervento, a differenza di altri, richiede di una premessa. Prima di tutto riguardo alla comunicazione efficace. Infatti, la forza degli uomini e delle donne della Fondazione Aiutiamoli a Vivere sta nel fatto che le parole corrispondono a fatti concreti: gli uomini e le donne della Fondazione descrivono le loro opere, raccontano gli eventi di cui sono stati protagonisti o testimoni. Viceversa, chi propone un progetto, parla di qualcosa che si farà e questo, inevitabilmente, rischia di privare le parole di concretezza. Andando sui contenuti, entrano in campo altre premesse. Prima di tutto, il motore primo dei Comitati della Fondazione è costituito dall’accoglienza. Viceversa, i temi che sono stata chiamata a proporre nei Congressi della Fondazione coinvolgono, almeno apparentemente, energie “di nicchia”; questo è accaduto quando ho raccontato la nostra esperienza con le adozioni internazionali: le famiglie che trasformano la loro accoglienza in adozione sono, infatti, una netta minoranza rispetto alle famiglie che accolgono bambini per le vacanze di risanamento. Ed ecco che, anche oggi, sono qui a parlare di prevenzione e cura delle tossicodipendenze tra gli studenti delle scuole della città di Minsk, Progetto di supporto all’intervento del Ministero dell’Istruzione della Bielorussia, un tema nuovamente, almeno apparentemente, “di nicchia”. Prima ancora di descrivervi il progetto, quindi, devo impegnarmi per convincervi a salpare con me in questo nuovo viaggio, per fare in modo di mostrarvi con chiarezza l’importanza del progetto. Infatti, sarebbe pertinente se qualcuno mi domandasse: “Quali sono i motivi per cui la Fondazione si occupa di questo?” Ovvero: “Ci riguarda e, se si, in che termini?” Bene, la risposta è si. 1 Innanzitutto, in continuità con l’esperienza della Fondazione in Bielorussia. Possiamo occuparci di minori bielorussi tossicodipendenti proprio come, ormai da molti anni, ci prendiamo cura non solo dei bambini che ospitiamo in Italia, ma anche dei minori che restano nel loro paese di origine: ricostruiamo orfanotrofi, reparti di pediatria, organizziamo le scuole fabbrica per prevedere un futuro oltre l’età dell’ospitalità in orfanotrofio, sosteniamo giovani meritevoli nei loro studi universitari. Occuparci di prevenzione dalla tossicodipendenza e della cura e del recupero dei tossicomani s’inserisce in entrambi questi filoni d’intervento. Secondariamente, la nostra esperienza di volontari ci ha insegnato che quando andiamo in aiuto di qualcuno, in realtà impariamo ad aiutare noi stessi. Mi sento di dire che l’affrontare il problema delle dipendenze che va diffondendosi tra i giovani bielorussi, ci offre l’opportunità di riflettere su come si è trasformato nel tempo questo problema in Italia tra la nostra gioventù, su come in questo periodo sia in aumento il numero di minori che fanno un uso saltuario di sostanze che, per le loro caratteristiche, non rendono l’esperienza meno pericolosa. Infine, mi sostiene la Relazione di Marzio Ortolani che ci chiama a pensare a una Fondazione in progress “che precorre i tempi, ambiziosa negli obiettivi, coraggiosa coerente e coesa … e a investire in crescita e sviluppo”. IL PROBLEMA IN BIELORUSSIA, LA DOMANDA ALLA FONDAZIONE. LA RISPOSTA Nel corso del 2014, la Fondazione Aiutiamoli a vivere aveva fornito la sua consulenza all’Ente riconosciuto per le Adozioni Internazionali Rete Speranza per la realizzazione di due momenti formativi rivolti a operatori impegnati nell’ambito delle adozioni internazionali a favore dei minori bielorussi già ospitati da coppie italiane. In seguito a questa positiva esperienza, la Fondazione era stata chiamata dal Ministero dell’Istruzione della Bielorussia per organizzare un’esperienza finalizzata a far conoscere a una delegazione bielorussa i servizi per l’assistenza ai tossicodipendentiin Italia. Tale richiesta era emersa in seguito alla preoccupazione del corpo insegnante di alcune scuole della città di Minsk poiché un numero significativamente importante di studenti assumeva sostanze stupefacenti. La Fondazione aveva aderito alla richiesta promuovendo per la delegazione bielorussa, costituita da autorità e tecnici, una serie d’incontri di approfondimento con gli operatori - medici psichiatri, psicologi psicoterapeuti, infermieri, sociologi, assistenti sociali ed educatori di comunità - che in Italia lavorano nei servizi per la cura, la prevenzione e il recupero dei tossicodipendenti: l’Ufficio competente della Regione dell’Umbria per conoscere i dati epidemiologici del fenomeno in Italia e i dati riguardanti i minori soggetti a pene detentive per abuso o spaccio di sostanze stupefacenti, il 2 Sert di Orvieto per gli aspetti di presa in carico e cura di giovani tossicodipendenti, il Sert di Narni per gli aspetti diprevenzione nelle Scuole Superiori e, infine,la Comunità Terapeutica “La Tenda” di Foligno per gli aspetti di recupero. In seguito a questa esperienza, la Fondazione è stata chiamata dal Ministero dell’Istruzione della Bielorussia a elaborare un Progetto d’intervento nella città di Minsk rivolto agli studenti di alcune scuole nelle quali erano già state rilevate le situazioni di tossicodipendenza. Il Progetto doveva essere rivolto in particolare a insegnanti - educatori e studenti. IL PROGETTO TOSSICODIPENDENZE CONOSCERE IL FENOMENO SUL QUALE SI DEVE INTERVENIRE Il primo problema da affrontare nell’affrontare l’impegno della progettazione, è la mancanza di dati relativi al problema nella situazione nella quale si è chiamati a intervenire. In particolare: - l’entità del fenomeno in termini di minori coinvolti - il tipo di sostanze in uso - la normativa che regola l’uso, l’abuso, lo spaccio ecc. riferita ai minorenni - i servizi preposti alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione - il personale preposto, in termini di qualifica e di formazione professionale - l’atteggiamento culturale e sociologico della popolazione nei confronti del problema. I SOGGETTI DELLA PROGETTAZIONE Viene individuato un COMITATO SCIENTIFICO. Si è stabilito di tenere in particolare considerazione nell’individuazione delle collaborazioni di competenze necessarie a far emergere gli aspetti fondamentali per redigere e realizzare il progetto la mancanza d’informazioni sul fenomeno. La componente bielorussa verrà indicata dalle autorità bielorusse. Per ciò che riguarda la componente italiana si ipotizza che vedrà tra i suoi componenti la Regione individuata come Capofila, l’Università di riferimento del territorio della Regione Capofila, le strutture competenti del Ministero della Salute, i Servizi specialistici, il Comitato Scientifico Fondazione Aiutiamoli a Vivere come stabilito dal Presidente. 3 IL PROGETTO PILOTA GLI STRUMENTI • • • • Istituire l’Osservatorio Individuazione degli strumenti per il monitoraggio dell’andamento del fenomeno Reperimento dei dati del fenomeno, epidemiologici e percepiti Individuazione strumenti per la valutazione dell’efficacia dell’intervento LE COMPETENZE • • • Individuazione dei servizi e del relativo personale da coinvolgere delle scuole e dei servizi (insegnanti, educatori, sanitari, ecc.) Individuazione del campione con cui effettuare il progetto pilota (zone della città, istituti, classi, età degli studenti etc. ) Individuare soggetti per formarli come Peer Educators I CONTENUTI • • • Definizione e condivisione del progetto pilota Definizione dei contenuti idonei della formazione e degli interventi da attuarsi nel settore sanitario e scolastico e nella comunità Definizione delle competenze da implementare nelle diverse figure professionali da coinvolgere (insegnanti, psicologi, educatori, peer…) LA FORMAZIONE • • • • • • Individuazione del Gruppo dei Docenti Incontri di Progettazione della Formazione Rilevazione dei bisogni formativi di tutti i soggetti Individuazione della metodologia didattica (lezioni frontali, simulazioni di ruolo, momenti esperienziali, supervisione in situ) Individuazione dei contenuti Individuazione di tempi e sedi (Incontri full immersion – in Bielorussia e in Italia) L’INTERVENTO • • • • • Coinvolgimento classi Attivazione tramite il personale formato Azione del personale con i minori consumatori Azione con i minori “reclusi” in regime di comunità Azione di promozione della salute – prevenzione della dipendenza e dei comportamenti a rischio con i minori LA VALUTAZIONE • • • • Somministrazione test in itinere Eventuali aggiustamenti Somministrazione test finale Valutazione esisti del progetto pilota 4 LA COMUNICAZIONE • • • La condivisione con le Istituzioni committenti, con la Comunità degli operatori coinvolti e non nel progetto pilota, con la Comunità di riferimento Quartieri, Associazioni, Famiglie, Opinion leader, Mass Media ecc. Convegno restituzione dati 5