quando i sogni diventano realtà
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quando i sogni diventano realtà
QUANDO I SOGNI DIVENTANO REALTÀ di Alessandra L., Alessandra T.,Deborah, Edoardo, Emanuele, Giada (I Mitici 6) Una ragazza di circa 13 anni, viveva a Torino e aveva la passione per lo sport del calcio. Purtroppo, non vivendo in una famiglia benestante e non avendo neanche grandiose doti fisiche, dovette rinunciare a giocare con le sue amiche... ma non per questo si arrese all'imminente catastrofe di non poter praticare la disciplina tanto ambita. Tutti i giorni, 'armandosi' di buona volontà, in ogni momento libero 'scappava' dalle mura familiari e si recava in un piccolo e sconosciuto campetto, nei pressi di casa sua, dove si allenava e cercava di raggiungere gli standard delle sue compari. Non era molto brava all'inizio, anzi, non lo era per niente, a malapena riusciva a mettere in rete la piccola palla di spugna che era riuscita a comprare con i suoi umili risparmi...figuriamoci i palloni di cuoio che si usavano a scuola nelle ore di educazione fisica! Con il passare del tempo, però, a forza di cadute, scivolate ed insuccessi, iniziò ad allenarsi con grandi impegno e dedizione ed i risultati iniziarono ad esserne tangibili. Animata dalla grande ambizione del goal e della vittoria, giunse alla pari delle sue amiche, guadagnandosi il loro rispetto e la loro stima. Finalmente, accadde che durante un'ora di attività motoria, a scuola giunse un osservatore sportivo, interessato a delle ragazze brave nello sport del calcio. Quel giorno si alzò molto presto, come d'altronde facciamo tutti noi quando aspettiamo qualcosa di importante. Ma quel mattino per lei, non era solo importante, era la sua prima opportunità di dimostrare quanto impegno e quanta passione ci stava mettendo in questo sport. Sognava spesso di diventare come i grandi calciatori e di saper fare tutte quelle cose sapendo armeggiare un semplice pallone di cuoio. Andò a scuola con il sorriso stampato in faccia, e decisa di dimostrare a tutti quanto poteva valere. Iniziò l'ora di educazione fisica e lei entrò in palestra con la stessa sicurezza e sfrontatezza che hanno i giocatori della serie A. L'osservatore era seduto al posto del prof, che stava accuratamente distribuendo conetti per tutta quanta la palestra. Tutte le ragazze iniziarono a mettersi in fila, una dopo l'altra facevano scorrere la palla a zig zag tra i conetti. L'adolescente era lì che osservava. Alcune erano molto brave, sapevano armeggiare il pallone così bene che non guardavano nemmeno i loro piedi. Sembravano saette ed erano talmente sicure di loro stesse che le misero addirittura un po' di paura. La fila scorreva in fretta e arrivò il suo turno... Prese coraggio e iniziò il suo percorso. Era concentratissima e stava andando molto bene. In tutto i conetti erano circa 30. 1, 2, 3,..., 10, 11, 12, ..., 19, 20, 21, 22, 23, 24, ... ma dopo un po' la stanchezza si fece sentire e la concentrazione stava svanendo. Stava già sognando come doveva essere far parte di una squadra importante, essere la protagonista in una partita, fare provini per squadre sempre più importanti e famose, vincere ogni sfida, vincere il campionato, poi salire di serie, fino ad arrivare alla serie A, ai Nazionali, agli Europei, poi ai Mondiali. 25, 26, ... la palla scappa via... Il suo cuore inizia a battere all'impazzata, senza fermarsi... Non riusciva a crederci, si era allenata così tanto, per poi ricevere una delusione simile. Così corse in spogliatoio senza dire una parola e scoppiò in un pianto silenzioso, doveva pur sfogarsi in qualche modo. Era da sola sulla panchina in quel freddo spogliatoio e, mentre pensava a come rimediare, dalla porta arrivò una voce maschile che diceva "Permesso? Si può: ?" La ragazza si asciugò le lacrime e rispose "sì" con una voce fioca. Dalla porta di legno sbucò l'osservatore che si avvicinò a lei e si sedette lì accanto. 1 Era un uomo di circa trent'anni, vestito in modo sportivo, quasi da allenamento. Aveva la faccia preoccupata, vedendo le lacrime scendere dal volto della ragazza e subito chiese quale fosse il motivo di tanta tristezza e preoccupazione. Subito disse che non era niente, ma poi vedendo la gentilezza dell'osservatore, si confidò dicendogli i suoi problemi. L'osservatore vide in lei una forza nell'affrontare i problemi e allora, dopo esser usciti dallo spogliatoio, la aiutò ad imparare diverse tecniche. Le chiese anche se volesse andare ad allenarsi da lui. La ragazza annuì e, dopo il suono della campanella, andò a casa per il pranzo. Arrivata a casa, disse alla madre quanto era accaduto quel giorno: voti, avvisi, ... A cena, quando era presente tutta la famiglia, annunciò che nell'ora di educazione fisica l'osservatore della squadra di calcio femminile l'aveva invitata ad allenarsi con lui. Subito il padre batté i pugni sul tavolo e disse: "Qui non si hanno neanche i soldi per mangiare e tu li vuoi spendere in questo modo!" La ragazza andò in camera sua combattuta. Non sapeva come dire all'osservatore la cattiva notizia. Nei giorni successivi non si allenò più perché ormai il suo sogno era distrutto e non poteva rimediare. Nei giorni successivi il nuovo allenatore si accorse della continua mancanza della ragazza. Decise allora di andare a farle visita, per sapere il motivo di tante assenze. Quando arrivò, fu subito ben accolto dalla madre, che lo condusse nella stanza della figlia... Ella appena lo vide si nascose sotto le coperte perché non trovava il coraggio di raccontargli la verità, ma poi decise di confessargli tutto, perché sapeva che sarebbe stata la cosa migliore da fare. L'uomo dopo averla ascoltata, le propose di continuare gli allenamenti con lui senza pagare, perché in lei riconosceva un vero talento. Subito la fanciulla non accettò, poiché non amava essere in debito con qualcuno, però poi sapeva che se non avesse accettato se ne sarebbe pentita perché giocare a calcio era il suo sogno fin da quando era bambina... La ragazza alla sera ne parlò con i genitori, ed essi furono contenti di vedere la loro figlia essere così entusiasta per la nuova vita da calciatrice, ed oltre tutto era gratis! Decisero così di accontentarla, anche se il padre aveva ancora dei dubbi sul fatto che una ragazza potesse giocare a pallone, poiché è considerato da tutti uno sport maschile. I giorni passavano uno dopo l'altro e la ragazza era sempre più brava. Dopo mesi e mesi di duro allenamento, l'allenatore le propose di partecipare ad una partita importante, ad un campionato. La fanciulla all'inizio non poté crederci, le sembrava tutto troppo bello per essere vero. Si diede un pizzicotto e si rese conto che non stava sognando. L'uomo però l'avvertì subito che per partecipare a quella partita doveva allenarsi seriamente tutti i giorni, per puntare alla vittoria. Ormai alla partita mancava veramente poco... Il giorno della partita era arrivato. Arrivò davanti al campo puntualissima per non far brutta figura. Dopo pochi minuti arrivò l'osservatore: aveva un borsone blu sulle spalle dove teneva le nuove divise della squadra. Egli la accompagnò nello spogliatoio dove le diede delle scarpe coi tacchetti rossi. Dopo averle indossate, si rallegrò perché da quel momento iniziò la sua nuova vita: non la vita semplice di tutti i giorni, ma la vita che aveva sempre desiderato. L'osservatore che d'ora in avanti chiamerà Mister, iniziò a farle fare dei tiri liberi per vedere se era pronta alla partita. Alla fine delle due ore di allenamento pre-partita, il mister decise di farle fare il famoso esercizio dei conetti: appena li vide, si arrabbiò perché il Mister sapeva quanto lei odiasse quell'esercizio. Iniziò con malavoglia, ma conetto dopo conetto arrivò alla fine. La felicità fu tanta, ma non durò molto; le avversarie erano fortissime. Fu l'ora di incominciare la partita e la ragazza era molto agitata: non aveva mai giocato in una squadra. Il suono del fischietto fece iniziare la partita. Sugli spalti c'erano anche i genitori della ragazza che tifavano allegramente. A metà della partita erano ancora zero a zero e la ragazza si stava impegnando per far vincere la propria squadra. Ad un tratto la ragazza più forte dell'altra squadra la marcò e la fece cadere con violenza, perdeva molto sangue dal naso e aveva un forte dolore al ginocchio. Prontamente l'ambulanza che era fuori dal cancello la portò all'ospedale per degli accertamenti. Le fecero i raggi al ginocchio e scoprirono che si era rotta il menisco e che dovevano operarla il più presto possibile. Spaventata dall'accaduto, chiamò il Mister che aspettava con impazienza fuori dalla porta. Le dissero che si sarebbe dovuta operare il giorno dopo perché quel giorno c'erano troppe persone e le stanze erano tutte occupate. Quella notte non chiuse occhio e pensò e ripensò alla partita. Voleva continuare a giocare a calcio, ma con questo fatto forse non avrebbe potuto mai più giocare. Era giunto il giorno dell'operazione e aveva molta paura 2 che l'intervento non andasse a buon fine. Dopo circa due ore uscì dalla sala operatoria e l'intervento era andato benissimo. Per tre mesi dovette fare fisioterapia per abituare il ginocchio ai movimenti. A settembre iniziò le scuole superiori e anche se in quel momento non poteva esaudire il suo sogno, si concentrò per raggiungere il suo obbiettivo... Ormai l'anno nuovo era alle porte e il suo ginocchio non era ancora guarito del tutto, ma lei, nonostante ciò, non si scoraggiò ed era pronta a qualsiasi cosa per tornare a giocare a calcio. Verso l'inizio di marzo guarì, era felicissima. Il medico le disse che per la fine del mese avrebbe potuto riprendere a giocare. Riferì subito tutto al Mister. Era contentissimo. Pochi giorni dopo fu deciso il giorno in cui sarebbe venuto il giudice esterno che avrebbe cambiato la vita di molte ragazze. Le esaminò una alla volta e chiese loro di eseguire alcuni esercizi. Dopo un paio d'ore la lista era pronta. Per i primi dieci nomi il suo non c'era, ma venne pronunciato per ultimo. Ora la vita della fanciulla sarebbe cambiata per sempre e sarebbe volata in America con le sue compagne. Nonostante l'incidente, ce l'ha fatta. Dopo alcuni mesi tornò nella sua città, Torino. Ormai era una professionista. PROGETTO EMERGENZA ITALIANO Il racconto corre sul web. Dalla parola alla narrazione 3