“Dopo la Missione, riprendiamo il tema dell`annuncio della fede ai
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“Dopo la Missione, riprendiamo il tema dell`annuncio della fede ai
Informazione Religiosa Intervista al Vescovo Giovanni Giudici. “E’ stata un’occasione di vivere la sussidiarietà, come impegno di tutte le comunità parrocchiali della Diocesi” “Dopo la Missione, riprendiamo il tema dell’annuncio della fede ai giovani” “Dopo la Missione Popolare diocesana, è importante riprendere il tema dell’annuncio della fede ai giovani”. Ad indicare la strada è il Vescovo Giovanni Giudici, in questa intervista al settimanale “il Ticino” in cui commenta i risultati positivi di un’esperienza che, nei mesi scorsi, ha coinvolto profondamente religiosi, religiose e laici delle nostre comunità. Monsignor Giudici in questi giorni è in corso la valutazione della Missione Popolare nella Diocesi di Pavia, con l’esame nei Vicariati. Il bilancio è stato positivo, per le iniziative intraprese e le persone che si è riusciti a coinvolgere. “Abbiamo voluto la Missione perché desideravamo sottolineare l’importanza dell’apertura del Duomo. La Cattedrale parla della Chiesa locale, che per noi è la Diocesi. Quale è il significato della Diocesi? E’ l’annuncio della Parola. E dunque, questo è stato l’inizio di tutto: vogliamo riconoscere che la Diocesi è la comunità di fedeli che annuncia il Vangelo nel territorio in cui sorge, intorno alla Cattedrale che dovevamo riaprire. Oggi, a distanza di tre o quattro anni da questa riflessione, abbiamo concluso la verifica sull’esperienza della Missione Popolare in città e in Diocesi. Certamente ha rimotivato la fede di molti ed ha aiutato a recuperare l’identità del popolo di Dio, rappresentato dai battezzati impegnati ad annunciare il Vangelo. Abbiamo incontrato soprattutto le persone che già gravitano intorno alle parrocchie e meno quelle che sono più lontane: un risultato che era nelle previsioni”. La Missione Popolare nella nostra Diocesi ha avuto una sua motivazione, una sua storia ed un suo profilo organizzativo. “Quando abbiamo consultato le congre- gazioni che hanno, come finalità propria, la realizzazione delle Missioni, abbiamo spiegato loro che avremmo voluto una Missione Popolare che coinvolgesse tutti: i credenti, i non credenti, le scuole, l’Università, il carcere e gli ospedali. I nostri confratelli, più esperti di noi, ci hanno invitato a puntare sulle parrocchie: “poi - ci hanno spiegato - potrete mettervi in cammino per approfondire con la Missione anche alcuni aspetti della vita sociale del vostro territorio, a partire dai giovani”. Ecco dunque la “Missione Giovani”: l’attenzione verso di loro era già stata evidenziata nell’ultimo Sinodo Diocesano e ripresa nella mia “visita ad limina” che, come è noto, è l’occasione in cui un Vescovo, davanti al Papa, presenta il profilo della propria Chiesa. A Roma spiegai a Benedetto XVI che non erano numerosi i giovani che partecipano alla vita delle nostre comunità parrocchiali e che vengono a Messa. Ecco allora che, dopo la Missione, è importante riprendere il tema dell’annuncio della fede ai giovani” La Missione è stato un esempio concreto di sussidiarietà tra parrocchie e laici: un’unità che ha consentito di archiviare questa esperienza in maniera felice anche sotto il profilo economico. “Dal punto di vista organizzativo la Missione è stata inizialmente seguita da un religioso che ha messo a punto tutti gli aspetti di segreteria. Naturalmente ci siamo posti il tema di quanto sarebbe costata. Ciascuna delle congregazioni ha regole proprie: alcune non chiedono nulla, altre chiedono le “spese vive”, altre ancora un aiuto che quantificano in giorni e ore della loro predicazione. Questa disparità avrebbe rischiato di creare qualche disagio o inevitabile confronto”. Per evitare questo rischio, che stra- da avete scelto? “In base alle richieste ricevute, abbiamo formulato un progetto che garantisse a tutte le parrocchie una cifra con la quale contribuire alla Missione in base al numero di abitanti. Dunque non è stata presa in considerazione la singola parrocchia: tutte le realtà parrocchiali, insieme tra di loro, si sono assunte l’impegno dell’Evangelizzazione. In questo senso la Missione è stata un’occasione di vivere la sussidiarietà, proprio come impegno di tutte le comunità parrocchiali della Diocesi che si sono assunte “in solido” il compito di annunciare il Vangelo con le risorse che ciascuna poteva offrire in base alle proprie possibilità” Grazie alla generosità dei fedeli e dei laici vicini alle parrocchie, sarà ora possibile sostenere la “Missione Giovani”. “L’impegno della Missione è stato affrontato dalle parrocchie che hanno provveduto al vitto ed all’alloggio dei padri missionari, ospitati anche nelle case delle famiglie dei fedeli. E’ stato un po’ ritornare alla Chiesa delle origini, quando i missionari, come ci narrano le lettere di Paolo, Giacomo e Pietro, viaggiavano di comunità in comunità ed erano ospitati dalle persone. Ora ci impegneremo a provvedere insieme, con quanto abbiamo potuto raccogliere in questo slancio di comunione ecclesiale, perché la “Missione Giovani” abbia un buon sviluppo e perché continui la scuola per animatori dei Gruppi di ascolto della Parola. Questo è il secondo frutto, preziosissimo, della Missione: quello cioè che alcuni credenti, uomini e donne, si assumono l’ìmpegno di animare i Gruppi nell’ascolto della Parola: è una ricchezza permanente per la nostra comunità diocesana”. Alessandro Repossi ([email protected]) Monsignor Giovanni Giudici ha commentato il messaggio di Papa Benedetto XVI dello scorso 1° gennaio “La Pace non è solo dono da ricevere, ma anche opera da costruire” “Pace” è una parola e un concetto così ripetutamente usati, pensati, studiati e soprattutto all’insegna dei quali così tante grandi azioni sono state attuate, discusse e risolute da organismi internazionali. Qualcosa di intimamente connesso ad essa e a cui tutti aneliamo e tendiamo, forse il frutto finale e la lezione consapevole appresa da una Storia dell’Umanità che gronda sangue attraverso tutti i suoi secoli – dolorosamente, soprattutto, nel ‘900 -. Da qui l’importanza non di farsi portatori di un vago soggetto e di un’ indefinita volontà di Pace, quanto soggetti attivi e veri militi nella “battaglia della Pace”. Tale è lo spirito con cui si rinnova di anno in anno la “Giornata mondiale della Pace”, giunta il 1° gennaio del 2012 alla sua 45ª ricorrenza, e in occasione della quale il tradizionale messaggio del Pontefice alla comunità dei credenti ha avuto come titolo “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Proprio su un’esegesi ed ermeneutica dello stesso messaggio del Papa, si è svolto mercoledì 25 gennaio un bell’ incontro nel corso del quale Monsignor Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia e Presidente nazionale del movimento Pax Christi, ha spiegato e commentato le parole di Benedetto XVI ai fedeli pavesi raccoltisi al Salone del III Millennio della Casa del Giovane. Brevemente introdotto da Piero Penasa (Pax Christi), Monsignor Giudici ha esposto le linee generali del suo pensiero circa il messaggio del Papa, movendosi lungo il crine di un’esposizione e argomentazione intellettuale ca- ratterizzati da chiarezza espositiva e riferimenti attinti dal contemporaneo e dall’esperienza storica. Prima due necessarie premesse; la prima, riferita appunto all’ uomo e alla sua dimensione storica, dalle parole di Paolo VI -“vivere in un’ epoca in cui bene si può dire, la giustizia è il nuovo nome della pace”- e poi attraverso l’esperienza della Guerra Fredda e delle contrapposizioni etniche e religiose che continuano a perdurare nel mondo attuale, prende spunto per una riflessione sulla prospettiva dalla quale si deve di volta in volta guardare per farsi promotori di pace. La seconda si sofferma sullo sguardo positivo, e nient’affatto scontato, di Benedetto XVI del mondo dei giovani, così esortati: “Cari giovani, voi siete un dono prezioso per la società (…) vivete con fiducia la vostra giovinezza e quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero, vivete intensamente questa stagione della vita così ricca e piena di entusiasmo. Siate consapevoli delle vostre potenzialità e non chiudetevi mai in voi stessi, ma sappiate lavorare per un futuro più luminoso per tutti”. Del punto centrale del documento, Monsignor Giudici dice: “mi pare ci siano due fuochi fondamentali, di quest’ellisse di cui è costituito il discorso”. Il primo è imperniato su una concreta e ben identificabile “costellazione di valori e di esperienze che aiutano la donna e l’uomo nel suo vissuto”. Il secondo fuoco invece è di natura metafisica e pone quale fondamentale la questione dello sguardo, necessario per vedere il trascendente. Così è l’immagine, tratta dal capitolo settimo degli Atti degli Apostoli, del dibattito tra il diacono Stefano e i suoi ferini oppositori, da lui vinti, anche nel martirio, dal levare gli occhi al cielo e contemplare il regno di Dio. Solo nella preghiera contemplativa è possibile trovare una nuova via ed infrangere il meccanismo di causa-effetto attraverso cui la violenza genera una controviolenza, eventualmente un’altra violenza e controgiustizia che sanziona la violenza, e infine la Pace. Solo guardando il trascendente è possibile una Pace più duratura. Davide Maria Daccò Venerdì, 3 febbraio 2012 11 Parrocchia di S. Lanfranco Vescovo FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES SABATO 11 FEBBRAIO Celebrazioni in preparazione alla Festa PREGHIERA IN ONORE DELLA MADONNA Ogni giorno alle ore 21,00 nella chiesa della Madonna di Lourdes, Via Don Minzoni Nell’orizzonte della condivisione della fede e della comunione ecclesiale alcuni momenti di preghiera serale saranno proposti dalle comunità parrocchiali della zona pastorale di Pavia Ovest del Vicariato cittadino. Giovedì 2 Febbraio ore 21,00 Santa Messa nella Presentazione di Gesù al Tempio Lunedì 6 Febbraio ore 21,00 Preghiera mariana animata dalla Parrocchia di S. Maria di Caravaggio. Martedì 7 Febbraio ore 21,00 Preghiera mariana Mercoledì 8 Febbraio ore 21,00 Preghiera mariana Giovedì 9 Febbraio ore 21,00 Preghiera mariana animata dalla Parrocchia del SS. Salvatore (S. Mauro) Venerdì 10 Febbraio ore 20,45 Preghiera mariana animata dalla Parrocchia di Torre d’Isola SABATO 11 FEBBRAIO FESTA LITURGICA DELLA MADONNA DI LOURDES 20^ GIORNATA DEL MALATO Ore 8,00 S. Messa (nella cripta dell’Oratorio) Ore 9,00 - 10,00 Apertura della chiesa e possibilità delle S. Confessioni Ore 10,00 S. Messa Ore 14,30 - 15,30 Apertura della chiesa e possibilità delle S. Confessioni Ore 15,30 S. Rosario meditato Ore 20,45 FIACCOLATA IN ONORE DELLA MADONNA dalla Basilica alla chiesa di Lourdes con la partecipazione dell’UNITALSI (Basilica, Via S. Lanfranco, Via Mascherpa, Via Chiozzo, Via Don Minzoni) (- In caso di pioggia avrà luogo una celebrazione nella chiesa di Lourdes -) Ore 17,30 S. Messa (in Basilica) In Basilica DOMENICA 12 FEBBRAIO ore 11,00 - S. MESSA con la partecipazione dei malati e dell’UNITALSI ore 12,30 Pranzo dell’UNITALSI in Oratorio Durante i giorni della preghiera in preparazione alla festa della Madonna di Lourdes i sacerdoti saranno disponibili per le S. Confessioni prima e dopo le S. Messe feriali e festive