Pensiero di un Allevatore
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Pensiero di un Allevatore
“ Pensiero di un Allevatore” Sento spesso parlar di agricoltura Questo lavoro duro e tribolato Di tutela ambientale e allevamento, Richiede tant’impegno e dedizione, Ognuno sembr’aver la giusta cura Lo svolge solo l’uomo che ha temprato Per accostar la terra al firmamento. Col suo sudor la verve e la passione. Solo chi ci convive e si misura Il destino è l’unico alleato Col sole, con la pioggia, con il vento, Ma non sempre benigno si propone, E coi disagi che il sistema impone Per il resto è una sfida quotidiana Conosce a meraviglia la lezione. Contro i disagi e la miseria umana. Suggerisco a chi recita il sermone Devo purtroppo dir che la campana E dei buoni propositi ci avalla , Non annuncia più l’Ave Maria, Che per discutere a fondo la questione Ma la nota dolente, triste e strana Deve prima dormir dentro la stalla. Che suona a morto per la zootecnia. Accettare qualsiasi condizione La cupola massonica e sovrana O peso posto sulla propria spalla, Che gestisce l’intera economia, I rischi, i disagi, tant’eventi brutti È così brava generosa e forte Che mandano a malora i suoi costrutti. Che vuol per suo piacer la nostra morte. All’alba d’ogni giorno quasi tutti Senza vergogna bussano alle porte Amano degustare un cappuccino, Come fanno i frati cercatori, Ma solo pochi sanno che quei frutti Per accattare ancor l’ultime scorte Sono i veri sudor del contadino. Frutto di sacrifici e di sudori. Prima che febo dona i nuovi flutti Adoprano maniere così accorte Apre le pigre palpebre al mattino, Che le richieste sembrano favori, Il latte è stato munto e preparato Come se il nostro reddito e tributo Per soddisfare i gusti del palato . Gli fosse senza chiedere dovuto. Fermiamoci a riflettere un minuto Si dice per proverbio che l’ingegno Che non è tempo perso ma trovato, Da sempre onora la categoria, È inutile strillar, chiedere aiuto Possiamo camminar senza sostegno Restiamo senza forze e senza fiato. Sciolti da lacci e da burocrazia. Serve un ultimo sforzo risoluto Tanti soldati fortificano il regno Ripulir “ dall’ erbacce” tutto il prato, Sono una sicurezza e garanzia, Metterlo nella giusta condizione Ma se l’imperatore non è buono Per affrontar la prossima stagione. Dev’essere rimosso dal suo trono. Riscattiamo la nostra associazione Non lasciamoci andare in abbandono Che per statuto è degl’allevatori, Come un cieco da solo per la via, Con una vera sinergica coesione Dobbiamo dimostrar quanto di buono Possiamo riparar codesti errori. Stiamo facendo per l’economia. E metterci al riparo dal ciclone Con questo messaggio vi supplico e vi sprono Da questi parassiti e roditori , A scardinare ogni supremazia, Dove passano loro lasciano il segno Già siamo schiavi del lavoro nostro Fanno quello che il tarlo fa sul legno. Che a un’altra schiavitù io non mi prostro. Auspico che ancor possa l’inchiostro Sottoscrivere accordi ponderati, E non renda il poter simile al mostro Cannibale di corpi dissanguati. Se ancora umilierà l’intero chiostro Il sangue ed i sudori già versati, Riscatteranno la dignità e la gloria Scrivendo brutte pagine di storia. Alessio Runci.