Guida alla scelta per i vari livelli
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Guida alla scelta per i vari livelli
4 – Guida alla scelta per i vari livelli 4.Guida alla scelta per i vari livelli 4.1 Le principali cose da tenere in conto La scelta dello scarpone, va effettuata in relazione a: -livello tecnico attuale -tipologia e intensità di utilizzo -obiettivi tecnici che ci si pone (che devono comunque essere coerenti col livello tecnico attuale) -stile (se si scia di “forza” e di potenza oppure di stile, specie in riferimento ai livelli tecnici più alti) Di conseguenza, un principiante cercherà uno scarpone che sia prima di tutto confortevole e, anche se non dovrebbe (i piedi vanno trattati bene!), con un occhio al portafoglio. Uno sciatore in evoluzione tecnica, così come lo sciatore intermedio, cercherà un buon compromesso tra costo, comfort e precisione di sciata. Uno sciatore di buon livello, punterà a uno scarpone che abbia il suo punto di forza nella precisione di sciata, ma senza sacrificare troppo il comfort. Sceglierà un modello a calzata medio/stretta, con una rigidezza mediamente elevata. Uno sciatore agonista, sceglierà un modello esclusivamente in base alle prestazioni, senza badare troppo al comfort, ma dovrà tenere conto (come vedremo in seguito) della morfologia dei suoi piedi, che lo guiderà nella scelta dello scarpone giusto. In riferimento a quest’ultimo livello, lo “stile” influisce sulla scelta del flex index, in quanto ad esempio una ragazza esile e dalla sciata leggera, si indirizzerà sui race più morbidi, mentre uno sciatore non solo fisicamente prestante, ma anche dalla sciata energica, opterà per i race più rigidi. Ci sono poi scarponi progettati per l’uso in freeride, freestyle, scialpinismo, telemark. I concetti di base sono sostanzialmente simili a quelli da prendere in considerazione per gli scarponi da pista. 4.2 Prima delle prove La prima cosa da effettuare, è l’individuazione della misura corretta dei propri piedi secondo la scala mondopoint, secondo le modalità descritte nel capitolo precedente. La seconda cosa, è quella di fare le nostre prove dei vari scarponi con la stessa calza, che siamo soliti usare normalmente per sciare. Si consiglia una calza realizzata appositamente per lo sci, che sia fine o al più medio-fine. Le calze spesse sono da sconsigliare, per due principali motivi: -lo spessore può causare una sensazione di costrizione che ha come risvolto negativo una riduzione dell’afflusso sanguigno ai piedi, cosa che porta ad un formicolio ed una sensazione di freddo; -riducono la sensibilità del piede e la precisione dei movimenti da trasmettere allo scarpone, e da questo allo sci. www.ski4people.it 1 4 – Guida alla scelta per i vari livelli Inoltre, una calza molto spessa può fare sudare il piede, specie all’inizio, quando abbiamo il piede caldo. E il sudore, quando raffredda per l’inevitabile prolungata esposizione al clima freddo della stagione invernale, aumenta considerevolmente la sensazione di freddo! Una ulteriore raccomandazione, per le prove usate sempre e solo la stessa calza, perché una diversa nello spessore e nei rinforzi, vi fornirà dei riferimenti diversi! 4.3 Il corretto modo di calzare gli scarponi Altra cosa importante è il corretto modo di calzare lo scarpone. Dopo aver provveduto a slacciare tutti i ganci e la fascia velcro, si calzano gli scarponi tirando in avanti il linguettone, e si aiuta l’ingresso del piede (quando necessario) divaricando con le mani i lembi del gambetto e, all’occorrenza (specie per gli scarponi di categoria race), anche dello scafo, sopra il collo del piede. Una volta che il piede è inserito, si ottimizza l’alloggiamento del piede tirando su le fettucce (se presenti) sul bordo della scarpetta, facendo una serie di movimenti in su e in giù del tallone. Ora si possono chiudere i ganci nel seguente ordine, posizionandoli sulla prima tacca della rastrelliera: -per primo il gancio più vicino alla punta dei piedi; -successivamente, il secondo gancio, che blocca il collo del piede; A questo punto, è bene prendere in mano il linguettone, tirarlo prima leggermente verso l’alto, e successivamente premerlo leggermente verso il basso in modo da far sì che vada a “spalmarsi” omogeneamente sul collo del piede. Si procede ora alla chiusura dei ganci del gambetto, prima quello più basso, poi quello più alto. Se la chiusura dei ganci così effettuata non consente un contenimento ottimale del piede, rinserrare i ganci chiudendoli sulla seconda tacca, partendo sempre dalla punta dei piedi fino al gancio posto più in alto sul gambetto. Si ripete la procedura, facendo in modo che: -il primo gancio sia “appoggiato”, nel senso che chiude quel tanto che basta i lembi senza porli in tensione; -il secondo gancio deve essere mediamente chiuso, bloccando bene il collo del piede senza andarlo a comprimere; -il terzo gancio, sul gambetto, deve essere ben chiuso, deve servire a bloccare l’attaccatura della caviglia; -il quarto gancio deve essere mediamente chiuso. Infine, si effettua una leggera flessione in avanti, e si regola la chiusura della fascia velcro. www.ski4people.it 2 4 – Guida alla scelta per i vari livelli IMPORTANTE: Se con questa procedura, arrivate a chiudere i ganci dello scafo facilmente a fondo corsa senza che sentiate un buon contenimento del piede, scartate quel modello di scarpone: è troppo largo per il vostro piede. Tenete presente che da nuove le scarpette sono spesse e informi, con l’utilizzo prendono la forma del piede e tendono ad assottigliarsi, pregiudicando così il contenimento del piede. Spostate quindi la vostra attenzione verso un modello dalla forma più stretta. In questo senso i ganci del gambetto rivestono importanza secondaria, e sulla maggior parte dei modelli, la rastrelliera (fissata tramite viti al gambetto) è possibile riposizionarla in modo da chiudere maggiormente la gamba (vedi foto a pagina 4 del capitolo 3, parte 4). Se presente, lo spoiler (supporto plastico rimovibile di norma posizionato nella parte posteriore del gambetto, sul lembo superiore) aiuta a contenere meglio gambe esili e dai polpacci magri. Mentre per gambe e polpacci voluminosi e bassi, lo spoiler può costituire un elemento di fastidio (in particolar modo se a fine sciata abbiamo dei crampi in zona polpaccio) ed è opportuno rimuoverlo. 4.4 Ascoltiamo i nostri piedi. Gli elementi da verificare Una volta regolata la chiusura degli scarponi, vanno eseguiti alcuni movimenti fondamentali per determinare l’idoneità dello scarpone indossato. -non devono avvertirsi punti di compressione evidenti che causano fastidio; -il piede non deve avvertire tensioni sulle arcate plantari; -si prova ad alzare il tallone: esso deve rimanere nella sua sede, senza muoversi e senza giochi evidenti; -si effettua un movimento di inversione sugli spigoli, proprio come se stessimo effettuando una serie di cambi sugli sci, pronando e supinando i piedi: essi non devono muoversi all’interno dello scafo, ma devono ad esso trasmettere il movimento; -il collo del piede non deve essere schiacciato; -come già detto a proposito della misura, in posizione eretta la punta dei nostri piedi deve toccare leggermente lo scafo, e quando ci si mette in posizione di sciata, la pressione in punta deve scomparire e le dita devono potersi muovere. Se non viene rispettata questa condizione, provare una lunghezza maggiore o minore a seconda del problema riscontrato. Capita infatti che, a parità di numero, la lunghezza interna, la forma interna, e la conformazione in alcuni punti siano diversi da modello a modello. Un altro aspetto molto importante è chiarire la differenza tra “punti di pressione” e la “sensazione di costrizione” omogenea in una zona più o meno estesa del piede. Nel primo caso (punti di pressione) accade semplicemente che lo scafo non rispetta l’anatomia dei nostri piedi, e in questo caso è opportuno effettuare delle comparazioni con altri modelli, al fine di scegliere il modello che ci calza “come un guanto”, o al limite con punti di pressione meno evidenti e problematici, e più semplici da eliminare con una seduta di bootfitting. Ad esempio, un punto di compressione laterale, ai lati dei malleoli, è solitamente di facile modifica. Mentre un punto di compressione sul collo piede, laddove sono posizionati i ganci oppure in prossimità della sovrapposizione del gambetto, è un punto “difficile” e in quel caso è meglio prendere in considerazione un modello che ci dia minori fastidi in quella zona. www.ski4people.it 3 4 – Guida alla scelta per i vari livelli Nel secondo caso (sensazione di costrizione omogenea in una zona del piede), ci si deve sincerare che la scarpetta sia automodellante o termoformabile. In caso positivo, bisogna tenerne conto. In che cosa consiste? Le imbottiture delle scarpette sono costituite da uno strato di schiuma espansa, inizialmente informe, che con l’uso (se auto modellante) o previa scaldatura tramite un apposito fornetto in dotazione al negozio (se termo formabile) si adatta alla forma dei piedi, migliorando il comfort e riducendo la sensazione di costrizione. Va tenuto conto del fatto che col tempo, le scarpette tendono a ridursi di spessore, per cui un certo contenimento iniziale è bene che ci sia. Se infatti scegliamo un modello che sulle prime sentiamo comodo, quando le scarpette con l’utilizzo si assottiglieranno, sentiremo il piede poco contenuto, e chiuderemo ulteriormente i ganci. Il problema è che, man mano che si arriva a fine corsa dei ganci, questi pongono in tensione le plastiche e generano diversi punti di compressione non desiderati, che possono poi causare dolore e rendere poco piacevoli i momenti delle nostre sciate. Infine, quale è il tempo minimo cui tenere indosso gli scarponi, per capire se vanno bene o no? In linea di massima, se non ci sono punti di compressione evidenti che ci procurano una sensazione di fastidio piuttosto marcata e che ci inducono a togliere in breve tempo gli scarponi, andrebbero tenuti per almeno un quarto d’ora, tempo in cui si deve stare tassativamente in piedi e non seduti, perché quella è la posizione di riferimento quando lo useremo sulle piste, e perché i punti di pressione aumentano col piede “in carico” (cioè quando deve scaricare al suolo tutto il peso dello sciatore). I primi 10-15 minuti ci permettono comunque di effettuare una serie di valutazioni sul contenimento del piede sui vari segmenti: in punta (avampiede), nella zona centrale e sul collo piede (mesopiede), e sulla zona del tallone (retropiede). Dopo di che, si può passare alla prova di un altro modello, tra quelli presi in considerazione per il nostro livello e le nostre finalità. Alla fine, si effettua una comparazione e si individua il modello che è più adatto alla morfologia dei nostri piedi e alle nostre esigenze. Lo si riprova, e lo si tiene indosso per un tempo un po’ più lungo, stando sempre in piedi e simulando i movimenti che facciamo per sciare. Ciò è doveroso in presenza di una scarpetta auto modellante, per i modelli turistici/gran turistici, mentre per un modello di alto livello, provvisto di scarpetta termoformabile, serve anche a individuare eventuali punti di compressione che non insorgono subito. 4.5 I livelli tecnici di riferimento Ecco, ora è arrivato il momento di fare le considerazioni sulla scelta degli scarponi in base al livello tecnico e all’abilità raggiunta nella pratica dello sci. Ho ritenuto opportuno evitare ogni riferimento ai livelli “bronzo-argento-oro”, in quanto ho avuto modo di constatare, nell’osservazione pratica, che spesso questa classificazione viene attribuita piuttosto arbitrariamente, in particolar modo quando ci viene chiesto cosa siamo in grado di fare, e non abbiamo il giusto riferimento, che è il maestro di sci. Ed anche quando abbiamo questo riferimento, può accadere che si fraintenda il “livello tecnico raggiunto” con “l’obiettivo tecnico di riferimento”. Capita così che un discreto “argento base” consideri alcuni esercizi tipici dell’”argento avanzato” che il maestro gli ha fatto svolgere, come l’aver effettivamente raggiunto quel livello, cosa che in realtà non è. www.ski4people.it 4 4 – Guida alla scelta per i vari livelli Allo stesso modo, un “argento avanzato” può considerarsi erroneamente un “oro base” in quanto pensa di essere in grado di effettuare correttamente alcune delle evoluzioni appartenenti a quella categoria. Pertanto, ho preferito operare secondo una classificazione più intuitiva, basata sull’esperienza personale nella pratica della neve, e sulle sensazioni ricavate, che danno minori possibilità interpretative. 4.5.1 Il principiante Come detto prima, lo sciatore di questa categoria punterà ad un modello che sia comodo e caldo. Esso si troverà dinanzi a un problema. Non avendo esperienze precedenti, come farà a capire quale è la misura giusta? Quale è il contenimento giusto? E si porrà la domanda: sono disposto a spendere poco adesso, e già tra un anno dover cambiare nuovamente scarpone, perché quello che sto comprando adesso si rivelerà inadeguato quando sarò in grado di scendere con sufficiente scioltezza da tutte le piste? O è meglio puntare a un modello che mi duri almeno due/tre annetti? Il mio consiglio è quello di non lesinare mai, in nessun caso. Se comodo dev’essere, che sia almeno di buona qualità. In linea di massima, consiglio di evitare il “primo prezzo” di ogni marca, di scartare cioè il modello “easy” e di optare per un modello della categoria “allround”. Di solito, un modello dalla calzata medio/ampia, con flex index tra 60 e 80, è in grado di soddisfare le esigenze di ogni principiante, purchè provi e riprovi quante più marche possibili, tenendo conto dei criteri descritti nel precedente paragrafo. 4.5.2 Lo sciatore in evoluzione Lo sciatore in evoluzione, a differenza del principiante, può aver già avuto una precedente esperienza con degli scarponi posseduti. In questo caso, ha già un riferimento. Però ci sono due elementi che possono essere fuorvianti: Il primo, è l’invecchiamento delle plastiche, che sfibrandosi possono diventare più morbide (anche se questa è una eventualità poco probabile, data la scarsa capacità dello sciatore di questa categoria a stressare gli scarponi) o al contrario diventano più rigide (e fragili); il secondo, è il logorio della scarpetta: col tempo, essa tende ad assottigliarsi, e a logorarsi del tutto (c’è chi usa il termine “sfondamento”, per me eccessivo ma che rende bene l’idea). Nel primo caso, il rischio è quello di prendere un modello troppo rigido, sulla base del confronto col proprio vecchio scarpone (che potrebbe avere plastiche indurite per effetto dell’invecchiamento). Nel secondo caso, potrebbe scegliere un modello che gli fornisce una normale capacità di contenimento nella prova in negozio, contenimento che con l’uso a causa della riduzione fisiologica di spessore della scarpetta viene meno. E a quel punto lo sciatore potrebbe ricorrere a due rimedi che sono sbagliati: chiudere al massimo i ganci (ciò causa una tensione delle plastiche che porta a creare dei punti di compressione, in particolare sul collo del piede), oppure usare una doppia calza (che riduce la sensibilità dei piedi, e riduce lo spazio nel gambetto). Sia l’uno che l’altro rimedio, molto frequentemente portano a una riduzione del flusso sanguigno ai piedi: la conseguenza è il formicolio, la perdita di sensibilità, i piedi freddi. Solitamente lo “sciatore in evoluzione” è all’inizio del percorso “argento base”. Si consiglia uno scarpone “allround”, flex index intorno al 90. 4.5.3 Lo sciatore occasionale/intermedio www.ski4people.it 5 4 – Guida alla scelta per i vari livelli Qui facciamo una premessa. Cosa intendiamo per sciatore “occasionale” ed “intermedio”? Lo sciatore “occasionale” è uno sciatore che pratica lo sci da tanti anni, ed è giunto a un più che discreto livello tecnico, ma per motivi personali non frequenta molto le piste da sci, limitandosi alla settimana bianca e a qualche puntatina domenicale. A causa del tempo limitato dedicato alla pratica dello sci, perde molto tempo a ritrovare quella sensibilità e quel feeling che aveva acquisito in tempi non recenti, e ciò lo limita nel miglioramento tecnico. Lo sciatore “intermedio” al contrario, può avere iniziato a sciare abbastanza di recente e scia più o meno assiduamente nel corso della stagione, ed ha a cuore il miglioramento tecnico. Ha sviluppato una sensibilità e un feeling alla neve e ai gesti motori minori rispetto allo sciatore “occasionale”, ma grazie alla sua assidua pratica e alle lezioni, ha buone possibilità di miglioramento tecnico. Per entrambi, sebbene diversa è la finalità di utilizzo e gli obiettivi, la categoria di scarpone da scegliere è simile. Quello che può cambiare è la diversa capacità di adattamento allo scarpone. Lo sciatore occasionale è bene che scelga un modello facile e immediato da calzare, ma al tempo stesso con una buona precisione di sciata. Mentre lo sciatore intermedio, in virtù della sua assidua frequenza dei comprensori, può prendere in considerazione un modello con scarpetta termoformabile, che sulle prime gli dia una sensazione di contenimento elevato, ma che con la termoformatura si assesta, e gli permette di poterlo utilizzare in un arco temporale sufficientemente lungo ed accompagnarlo nella progressione tecnica. In linea di massima, lo sciatore occasionale può aver raggiunto il livello argento avanzato, mentre lo sciatore intermedio ha tale livello come obiettivo tecnico alla sua portata. Si consiglia un allround top level, flex index intorno al 100/110. 4.5.4 L’esperto Qui grosso modo ci sono due tipi di sciatore. Lo sciatore che cambia frequentemente attrezzatura, e quello che la cambia una volta ogni tot tempo, che magari aveva iniziato a sciare in gioventù, e ha anche fatto qualche gara, ma che non è più aggiornato. Il primo, è abbastanza aggiornato, è un fanatico del materiale (e probabilmente per lui questa guida sarà poco utile…!) quindi si rivolgerà agli opportuni canali (negoziante di fiducia, sci club, conoscenze nel settore sci). Il secondo invece avrà una qualche difficoltà dovuta al fatto che il mercato nel frattempo è cambiato, si è diversificato, la tecnica sciistica si è evoluta e con essa si sono riconsiderati dei criteri sulla scelta degli scarponi. Anche in questo caso, è bene che si rivolga a un negoziante specializzato e qualificato, con una buona esperienza e un’ottima conoscenza del mondo sci, e che all’occorrenza sia attrezzato, o sappia fornire indicazioni su dove e come effettuare delle operazioni di customizzazione degli scarponi, al fine di rendere preciso e al tempo stesso confortevole l’alloggiamento del piede negli scarponi. Questo perché, a questo livello tecnico, si richiede un contenimento dei piedi piuttosto elevato, e per esprimere adeguatamente la nostra tecnica ed esercitare il nostro controllo degli sci, è necessario utilizzare uno scarpone che sia abbastanza stretto nei volumi. www.ski4people.it 6 4 – Guida alla scelta per i vari livelli In linea di massima, chi ha un piede regolare, non presenta particolari difficoltà nell’individuare il modello più adatto, e in tal caso non ha neanche bisogno di effettuare delle customizzazioni dello scafo. Mentre chi ha un piede con qualche sporgenza, può doversi trovare nella necessità di dover fare effettuare delle operazioni di adattamento dello scafo, mediante fresatura interna dei punti di contatto oppure, nei casi più gravi, mediante operazioni di bombatura a caldo dello scafo. Una volta individuato il modello giusto, di solito viene effettuata già una prima customizzazione, termoformando le scarpette con l’apposito strumento, in modo da ottimizzare il contenimento del piede. Va sempre tenuto presente che le scarpette tendono ad assottigliarsi nel tempo, con un aumento dei volumi interni, cui consegue un contenimento minore del piede. E se la scarpa non è piuttosto “precisa”, si possono avere conseguenze negative nella precisione di sciata e nel controllo degli sci. Durante le prime uscite, può capitare di dover agire di continuo sulle leve micrometriche, al fine di individuare il serraggio ottimale. 4.5.5 L’agonista Come già descritto prima, l’agonista può essere uno sciatore che prende parte alle competizioni agonistiche, ma anche uno sciatore da campo libero che ha raggiunto un elevatissimo livello tecnico, ed il suo obiettivo è quello di ricavare il massimo dalle proprie evoluzioni tecniche sulla neve. Solitamente, a meno di non aver problemi ai piedi e una morfologia del piede piuttosto voluminosa, egli rivolgerà la sua attenzione ai modelli espressamente realizzati per le competizioni, caratterizzati da last 95 o inferiori, e solitamente scelti un numero in meno rispetto alla misurazione mondopoint rilevata sui nostri piedi. Ciò al fine di avere un’assoluta trasmissione degli impulsi, anche se ciò comporta una tensione piede-scarpone piuttosto severa, indispensabile per poter trasmettere in maniera fulminea e chirurgica il più piccolo accenno dei movimenti permessi da una tecnica sciistica di altissimo livello. Qui le operazioni di customizzazione si rendono molto spesso necessarie, e va detto a tal riguardo che i modelli da gara hanno plastiche più spesse, in modo da essere lavorate maggiormente con operazioni di fresatura e di bombatura, che possono essere ripetute a distanza di tempo, sia perché le bombature tendono a rientrare parzialmente, sia perché alcuni punti di contatto alla lunga possono creare degli ispessimenti del piede in quelle zone, situazioni che vanno accuratamente monitorate per evitare l’insorgere di dolorose borsiti. www.ski4people.it 7 4 – Guida alla scelta per i vari livelli Fig.1 – A sinistra la sezione di un “race” negozio (Head RS), a destra quella di un “race” da competizione (Head RD). E’ evidente il diverso spessore delle plastiche. Foto tratta da un manuale Head. In virtù di tali aspetti, è facile desumere che la scelta di tali modelli deve avvenire solo presso negozi altamente specializzati nel settore sci, con un laboratorio o comunque con un tecnico di riferimento per le customizzazioni. D’altra parte va detto che, a seconda delle aziende produttrici, questi scarponi possono non comparire nei normali listini in commercio, e in tal caso devono essere ordinati tramite contratto atleta. 4.6 In sintesi… Ecco, ho il timore di essere stato prolisso in questo capitolo. Me ne scuso con tutti, ma ho ritenuto giusto farlo, nella speranza che possa fornire un quadro dettagliato delle differenti esigenze ai vari livelli. Alla luce di tutto ciò, riporto un intervento fatto da Dedé in una discussione su ski4people, che dall’alto della sua professionalità ed esperienza, trovo ben sintetizzato ed argomentato. I passi da fare sono (in ordine) i seguenti: 1. Determinare la tipologia di scarpone (modello/flex) in base a: --> a) proprio livello tecnico --> b) esigenze (che dovrebbero esser coerenti con il livello tecnico) 2. Provare la tipologia scelta (modello/flex) nel seguente modo: www.ski4people.it 8 4 – Guida alla scelta per i vari livelli --> a) misurare entrambi i piedi in cm (= mondopoint) con l'apposito misuratore (ogni negozio ne ha uno o più) --> b) calzare i vostri calzettoni da sci (se sono troppo spessi o non specifici = comprarli sul posto e utilizzare quelli per la prova) --> c) provare diverse marche nella stessa lunghezza del piede (non 1/2 o 1 numero in più, a meno che non siate ancora nella fase della crescita) --> d) tenere ogni paio calzato (e chiuso) al piede per almeno 30' camminando, facendo pressione sul linguettone da fermo, fermandovi ogni tanto per "sentire" cosa dicono i vostri piedi: tenete conto che molte scarpette sono automodellanti * * scarpette automodellanti = scarpette che escono con imbottitura espansa (informe) dalla produzione e che prendono la forma del piede con la calzata. Spesso molti scartano uno scarpone - che potrebbe esser perfetto per loro - solo perché hanno una prima sensazione claustrofobica (oh mamma, troppo stretti): li tolgono subito e passano ad un numero in più. Questa scelta (fatta troppo in fretta) si rivelerà dopo qualche sciata catastrofica: la scarpetta avrà preso la forma del piede e perso volume nelle zone di pressione e lo scarpone, in un numero in più del vostro piede, sembrerà improvvisamente "cresciuto" e quindi non più in grado di bloccare il piede. Quando leggo "dopo qualche sciata lo scarpone ha ceduto ed ora ci navigo dentro" mi si rizzano i capelli: non è lo scarpone che ha ceduto, è la scarpetta che ha preso la forma del piede e voi ci navigate perché avete preso un numero in più! Altro fattore: scelta puramente dettata dalla marca. Io non capisco perché ci sia gente - non legata contrattualmente ad una marca - che vuole a tutti i costi prendere quel modello di quella marca: è il piede che sceglie la marca (modello e flex lo avete già scelto voi come parametro di base), perché da marca a marca cambia l'anatomia, ovvero forma interna e volumi. Quindi lasciate che sia il vostro piede a scegliere lo scarpone più idoneo a lui, perché poi sarà lui a vendicarsi dolorosamente per le vostre fissazioni. Siete liberi, provate - utilizzando la testa e i piedi e non solo il cuore - lo stesso modello di diverse marche e vedrete che molti problemi, avuti in passato, spariranno: in questo caso solo i casi particolari (piedi con sporgenze fuori dalla norma) avranno bisogno dell'intervento di un bootfitter. Il nostro caso (Erni ed io) è diverso e applicabile a sciatori di ottimo livello (oro avanzato, maestri, atleti) che ricercano nello scafo la massima sensibilità, precisione e reattività per poter trasmettere il loro grande bagaglio tecnico agli sci: in questo caso una scarpa race precisa è d'obbligo, a meno che le proprie esigenze siano inferiori a quelle citate poc'anzi. Io, per esempio, con il mio piede fine e magro avevo due possibilità: 1. scafo della misura giusta con scarpetta e linguettone iniettati 2. scafo di una misura in meno, fresato nelle zone di pressione, scarpetta da gara. www.ski4people.it 9 4 – Guida alla scelta per i vari livelli Ho optato - anche su consiglio del nostro servizio corse - per la seconda soluzione, visto che non ho sporgenze particolari. Oggi sono al 5. (!) paio di scarponi, tutti di un numero in meno e fresati dove premevano. Per il terzo anno consecutivo utilizzo la stessa scarpetta da gara, che se nuova era fine ora è una calzetta... Questo ultimo paio l'ho preso qualche settimana fa: sono andato a ritirarlo che era già pronto (fresato), l'ho calzato, l'ho tenuto ai piedi per un'ora chiuso come lo chiuderei in pista e ho detto: "o.k., va bene, stringe ma non preme..." Lo scorso WE sono stato a Sölden e ho sciato venerdì tutta la giornata, sabato quasi tre ore e domenica due ore (ero su anche a lavorare, mica solo a sciare! ): beh, venerdì chiuso (ma chiuso chiuso) alle 8.30 e aperto alle 15.30, piede perfettamente bloccato e nessun dolore. Questo significa sciare divertendosi (o divertirsi sciando), ma ricordate: alla base di tutto (scelta in negozio o bootfitting) ci siete voi e la vostra capacità di "sentire" cosa comunicano i vostri piedi al momento della prova scarponi. E soprattutto abbiate pazienza, per scegliere lo scarpone adatto ai vostri piedi ci vogliono ore, come nel lavoro di bootfitting. 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