L`Unione Sarda - Confesercenti
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L`Unione Sarda - Confesercenti
14 L’UNIONE SARDA martedì 9 giugno 2015 www.unionesarda.it CRONACA | CAGLIARI I NUMERI I rappresentanti dell’intero settore in cerca di una soluzione un mese prima dell’avvio ufficiale La crisi delle imprese: 187 chiusure, solo 63 nuove «I saldi mascherati da promozioni vero nemico di tutto il commercio» Da gennaio ad aprile, in controtendenza le imprese ambulanti: da gennaio, 109 iscrizioni, 49 cancellazioni I colpevoli li chiamano promozioni o offerte esclusive, gli onesti - sempre meno - saldi sottobanco. A un mese dalla partenza ufficiale, la discussione sui ribassi di fine stagione è aperta. Cammina in quel che resta delle vie tradizionali dello shopping cittadino, fa lo slalom tra cantieri, divide l’opinione pubblica, e pure i commercianti. Nel frattempo i soliti noti iniziano a mettere in pratica vere strategie di marketing studiate a tavolino. LE STRATEGIE. Il messaggino inviato al cellulare è attualmente il canale preferito per spingere agli acquisti senza attendere l’inizio stabilito dalla legge, e pure le mail si difendono bene. Ma è l’impatto visivo che stupisce. Formule fantasiose e un tripudio di bollini colorati, dalle vetrine la parola saldi è bandita, si ripiega su prezzi leggeri, grandi occasioni, affari imperdibili: i fautori della politica del ribasso peccano in fatto di rispetto delle norme, ma quanto a fantasia non gli si può dir nulla. Certo è che di file pazienti all’ingresso dei negozi non se ne vedono da un pezzo. «Attualmente le leggi sui saldi non sono eque né vengono rispettate», polemizza Roberto Bolognese, presidente provinciale della Confesercenti. «Le grandi catene continuano a fare quello che vogliono, protetti da benevole disattenzioni di chi dovrebbe vigilare. Alla fine chi ci rimette è sempre chi attende diligentemente la partenza ufficiale, ma è impensabile andare avanti così», sentenzia. «Il mercato è drogato dai centri commerciali, le pene dovrebbero essere modificate e commisurate in base alla grandezza dell’attività. Oggi questo non capita». DIBATTITO. I tempi sono cambiati: l’invenduto trabocca con prepotenza dai magazzini, gli scaffali restano quasi intatti mentre le mezze stagioni sembrano sempre più un ricordo del passato. Non avranno più il potere di rimettere in moto I numeri sono da bollettino di guerra, l’istantanea lascia poche speranze. Poco più di seimila imprese al dettaglio registrate a Cagliari e provincia, da gennaio ad aprile di quest’anno, 6120 per la precisione. Divise tra alimentari (1202) e non alimentari (4918). Il totale delle iscrizioni è di 63, un terzo delle cessazioni (187). Il comparto del non alimentare ha la peggio, con 146 chiusure, contro le 41 attività legate all’alimentare uscite di scena. Anche il comparto dell’abbigliamento non se la passa bene, ma questa non è certo una novità: 970 attività registrate, 7 iscrizioni e 35 imprese cancellate. Il saldo è impietoso: meno 28, la variazione in percentuale da aprile 2015 allo stesso mese del 2014 è di meno 3,4. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare pure il commercio via internet comincia a mostrare cenni di cedimento. Superato il boom iniziale e svanito l’effetto novità, vacilla: 109 imprese - virtuali - registrate, 10 cancellate e 5 nuove iscrizioni. Totale: meno 5. Dato più che reale, e specchio della crisi più nera dal Dopoguerra. Ma c’è chi esce dal coro: sono le imprese ambulanti, le uniche ad andare in controtendenza e a dimostrare di riuscire a mantenere un trend positivo. Le cifre confermano: 2877 imprese registrate, 109 iscrizioni, e 49 attività cancellate. A sorpresa ottengono un saldo di più sessanta, piccolo - e unico - paradiso felice tra un cimitero di vetrine impolverate e cartelli “vendesi” o “affittasi”. (sa.ma.) RIPRODUZIONE RISERVATA AFFARI ESTIVI Tra un mese scatteranno i saldi e già ci si divide sull’utilità: da più parti si propone lo slittamento, ma le associazioni di consumatori sono contrarie registratori di cassa fermi da tempo, ma continuano a far discutere. I saldi hanno ancora ragione di esistere?, è il tema della tavola rotonda andata in scena ieri pomeriggio, al Lazzaretto di Sant’Elia. Confronto aperto tra associazioni di categoria, dei consumatori e la Regione. Davide Marcello, presidente regionale Fismo, Federazione italiana settore moda, seicento iscritti in Sardegna, 250 a Cagliari e provincia, si presenta armato di una sentenza del Tar del Lazio. «nel 2004 si è pronunciato sanzionando una grossa catena per aver fatto partire gli sconti nei quaranta giorni precedenti al via ufficiale», racconta. «A Cagliari capita di continuo, eppure nessuno interviene», osserva. «È da otto stagioni che chiediamo senza successo - di far applicare le leggi a tutti. Purtroppo senza alcun successo». SOLUZIONE LONTANA. I nostalgici amanti del rito puntano l’indice contro la crisi, dipingendo un mercato stravolto dalla deregulation. Ma guai a parlare di liberalizzazione. «Non farebbe altro che uccidere i piccoli commercianti», sentenzia Marco Sulis, presidente regionale della Confesercenti. La soluzione migliore, a suo avviso, sarebbe spostare le date. «Oggi più che aiutare il commercio lo danneggiano, quelli invernali sono troppo vicini al Natale, quelli estivi andrebbero posticipati». Roberto Manzoni, presidente nazionale Fismo, non ha dubbi: «Se fatti bene sono una grande opportunità, sia per gli imprenditori che per i consumatori». Poi si scontra con la realtà: «Per come si presentano attualmente sono una presa in giro, l’ideale sarebbe farli partire dal 21 gennaio». Giulia- no Frau, presidente regionale dell’Adoc, li difende, ma a patto che «vengano governati e vigilati». Parola a Francesco Morandi, assessore regionale al Commercio, Turismo e Artigianato: «I saldi non sono un dogma, non sono fondamentali per l’esistenza del mercato. Bisogna capire qual è la loro utilità. Se sono utili si mantengono, in caso contrario si cancellano. In mezzo ci sono le forme intermedie, è qui che si gioca la sfida». La soluzione non arriva, il dibattito resta aperto. Sara Marci RIPRODUZIONE RISERVATA La proposta di Gianni Simonetti, storico commerciante di via Garibaldi «Un far west, meglio la liberalizzazione totale» «Il commercio in città è diventato un far west», commenta a metà tra arrabbiato e rassegnato Gianni Simonetti, amministratore dell’omonimo negozio di calzature a metà di via Garibaldi. Sessant’anni di attività alle spalle, e otto commesse che, nel corso degli anni, ho dovuto ridurre a una. «E faccio anche fatica a pagarla», ammette. Mezzogiorno e mezza, gli scaffali traboccano di scarpe d’ogni genere, ma di clienti manco l’ombra. In cassa ci sono trenta euro, bottino magrissimo. «Forse l’anno peggiore da quando abbiamo aperto», osserva. Lui, uno dei pochissimi nomi noti del Prezzi scontati alle porte commercio cagliaritano sopravvissuto alla crisi, ha un’idea chiara sui saldi: «Certo non sono più come una volta, è evidente. Dal mio punto di vista la cosa ideale sarebbe puntare su una liberalizzazione totale», az- zarda. «Tanto di fatto è ciò che già capita, nessuno rispetta più le regole, pur di salvarsi gli sconti sottobanco li fanno tutti», commenta. «Anzi, il problema di fondo è che non esiste una vera legge commerciale. Tutto è organizzato male, compresi i saldi», polemizza. «A complicare le cose ci si mettono i nostri politici. Invece di tutelarci negli ultimi anni hanno permesso l’apertura di grandi calzaturifici e grossi centri commerciali», dice guardandosi attorno. «E pensare che via Garibaldi un tempo era la principale via dello shopping di tutta la Sardegna». (sa. ma.) RIPRODUZIONE RISERVATA L UDITO Prova GRATUITA per un MESE APPARECCHI ACUSTICI Solo un GRAMMO di PESO per capire meglio le parole La lente acustica è la vera novità per chi ha difficoltà di udito,perchè riconosce la presenza della voce e riduce il rumore di fondo automaticamente. 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