InDialogo aprile 2010

Transcript

InDialogo aprile 2010
...in DIALOGO
periodico della Diocesi di Nicosia
L’amara sorpresa
per i lavoratori
“Maestro cosa
devo fare...”
2
EDITORIALE
Aprile 2010
Avviso ai naviganti
di Anna Maria Proiti
5
7
di Vincendo Grienti
L’economia senza etica è “diseconomia”
Feroce onda
mediatica
Crisi ed etica
di Pippo Castiglione
di Nicola Costa
Prendere coscienza come cittadini della gravità della crisi non solo economica, ma anche sociale, culturale e persino morale
F
orse questa è stata la Pasqua più dura di
Benedetto XVI. All’amara verifica di
quanto detto in quella storica Via Crucis del
2005 (“Quanta sporcizia nella Chiesa!”) si
aggiunge una disgustosa operazione di caccia
cui partecipano da diverse angolazioni la
stampa laica e le lobby dei nuovi diritti.
Quelli strascorsi sono stati giorni di piombo e
furore nei mezzi di comunicazione e Pietro è
stato di nuovo in mezzo alla tempesta.
Con una precisione da orologiaio, sono
uscite alla ribalta alcuni casi perfettamente
calibrati come le bombe che inseguono il loro
obiettivo. E’ di qualche giorno fa la lettera
che il Santo Padre ha indirizzato ai cattolici
dell’Irlanda per esprimere lo sgomento per
gli abusi sessuali commessi sui giovani da
parte di esponenti della Chiesa e per il modo
in cui essi furono affrontati dai vescovi irlandesi e dai superiori religiosi. La stampa
intanto, ormai da settimane, continua a tirar
fuori vecchie storie in Olanda, Germania e
Austria, molte delle quali giudicate e archiviate venti o trenta anni fa. Materiale infiammabile per costruire una storia tanto sporca
quanto falsa.
Si cerca di fissare nell’immaginario collettivo la figura di una Chiesa che non è più
solo un corpo estraneo nella società, ma una
sorta di mostro la cui proposta morale e la cui
disciplina interna portano i propri membri
verso l’anormalità e gli abusi. Sì, questa è la
Chiesa che ha educato l’Europa al riconoscimento della dignità umana, all’amore per il
lavoro, alla letteratura e al canto, è quella
che ha inventato gli ospedali e le università,
quella che ha forgiato il diritto e ha limitato
l’assolutismo... ma questo ora non importa. E
con la stessa gioia con cui alcuni si danno da
fare per rimuovere i suoi simboli dagli spazi
pubblici, altri si stanno preparando a demolire la sua immagine.
La sproporzione fra le accuse e la realtà è
troppa per non vedere la volontà di addossare alla Chiesa l’immagine di una sorta di
‘cupola’ opaca, che sa e non vede, che è
informata e finge di ignorare. Quasi come se
la dolorosa e limpida lettera di Benedetto
XVI ai cattolici d’Irlanda ammettendo le
colpe di alcuni sacerdoti, [ . . . lo ribadiamo !]
e le mancanze di una Chiesa locale, avesse
risvegliato un rancore inespresso ma aspro,
un’ansia di lanciare accuse gravi e non provate contro la Chiesa tutta, e il Papa per primo.
C’è un sentore quasi di voglia di lapidazione
in certi titoli forzati, sparati e subito ripresi
da altre testate: come quando tra bande di
ragazzi si decide all’improvviso che ‘quello’ è
il nemico, e insieme lo si attacca. Perché?
Noi non sappiamo di complotti.
Abbiamo invece il dubbio di trovarci di fronte a una di quelle onde mediatiche che a
volte traversano l’informazione: gli episodi
di pedofilia in Irlanda, denunciati dallo stescontinua a pag. 2
È
alquanto difficile affrontare la crisi economica in atto, ma è doveroso almeno tentare di
delinearne i tratti principali, per prendere
coscienza come cittadini della sua gravità non
solo economica, ma anche sociale, culturale e
persino morale. Sempre più incessante è l’esigenza di ricominciare a chiederci dove stiamo
andando, quali sono i progetti dell’umanità per il
suo futuro. È nei momenti di crisi che parole
come “sviluppo umano”, “bene comune”,
“dignità dell’uomo”, “giusta retribuzione”, si
manifestano, anche ai più distratti e indifferenti,
in tutta la loro concretezza. La crisi che stiamo
vivendo è una crisi strutturale e mondiale. I suoi
effetti iniziali si sviluppano all’interno del settore finanziario, ma le sua cause partono dal sistema produttivo e i suoi effetti di medio-lungo
periodo riguardano l’economia reale e quindi la
società intera. E’ una crisi nella quale emerge
tutta la fallacia di un’economia dominata dal libero mercato che, lasciato a se stesso, porta inefficienza ed iniquità. Il mercato non può da solo
produrre principi etici. Il mercato “respira” i
valori etici (o i disvalori) in cui la società crede,
che le istituzioni e la classe dirigente praticano
e difendono. È stato scritto che occorre ripensare “il contratto sociale tra stato e mercato”. È possibile e auspicabile che in una società complessa
come la nostra ci sia ampia facoltà di autoregolazione? La libertà è il sale della vita e anche dell’economia. Ma maggiore è l’autonomia concessa, maggiore deve essere la capacità dello stato
di controllare ed eventualmente d’intervenire.
Senza il bilanciamento tra due forze non c’è
equilibrio. Dal punto di vista sociale, vi è stata
una crescente sperequazione non solo tra lavoro
e capitale ma anche tra lavoratori dipendenti e
grandi manager strapagati, ed in generale un
incremento della distanza tra ricchi e poveri. Dal
punto di vista economico, si è innescato un processo perverso di crescente finanziarizzazione
dell’economia: da una parte si è sviluppato in
modo vigoroso il settore finanziario per convogliare i risparmi dei “ricchi” verso nuove opportunità di guadagno, in quanto il calo dei consumi
dovuto alla perdita di potere d’acquisto dei lavoratori rende meno redditizi gli investimenti
“reali”, d’altra parte, proprio per evitare il crollo
di quest’ultimi, si sono incentivati i consumi
attraverso l’indebitamento delle famiglie. E’
all’interno di questo quadro, che hanno preso
vita speculazioni immobiliari, strumenti finanziari innovativi sempre più complessi, società
“d’avventura”. La finanza non è più al servizio
dello sviluppo economico, distribuendo la ricchezza tra risparmiatori e investitori, bensì è
Inaugurata la comunità fondata da P. Orazio Macchione
Comunità di Emmaus
Un luogo aperto a tutti dove si impara a capire l’altro a non avere paura della diversità
di
G
iovedì 18 Marzo si è svolta l’inaugurazione della Comunità di Emmaus alla
presenza di Sua Ecc. Rev. Salvatore
Muratore, Padre Orazio Macchione, il fondatore della Comunità, i Sindaci di Nicosia e di
Nissoria e con la partecipazione di numerose
persone che come sempre sono state disponibili ad accogliere l’invito di Padre Orazio.
E’ stato bello vedere tante persone riunite,
partecipare con così tanto entusiasmo: le
famiglie i cui bambini erano particolarmente felici, ma anche persone di diversa età
tutti insieme con una sola voce in
comune:ringraziare Dio per questa struttura e per questa grande idea che ancora una
volta Padre Orazio ha avuto. Anche Dio ha
voluto manifestare la sua presenza grazie
alla bella giornata di sole simile al calore
della gente presente.
continua a pag. 5
divenuta serva dell’accrescimento del profitto
fine a se stesso. Che cosa ha dunque indebolito
la credenza in principi etici oggettivi e condivisi?
C’è stato un indebolimento nel corso degli anni
dei valori come la famiglia, innanzitutto, ma
anche le istituzioni, la scuola, le università, la
chiesa, gli stessi mezzi di comunicazione sociale quando hanno cominciato a fare a gara tra loro
per veicolare modelli di consumo e stili di vita
cavalcando l’audience.
L’educazione, compresa la dura ma lungimirante educazione alle regole e alle regole della
libertà, ha sempre meno interpreti che la sappiamo assicurare con autorevolezza. Questo genere di autorevolezza conta poco. In ogni caso, per
quanto riguarda i valori di riferimento, la storia
ci insegna che ad emergere chiaramente sono
quelli irrinunciabili per la società di oggi e di
domani: il rispetto del prossimo, la solidarietà, la
correttezza, la trasparenza, il senso di responsabilità e il senso del limite che sono i veri fondamenti della libertà. Per quanto riguarda le azioni
che possono aiutarci per lo meno a difendere
questi valori, il vero pilastro è rappresentato dall’educazione e dalla formazione, che sono indispensabili per un vero salto di qualità del sistema. Don Sturzo asseriva che l’economia senza
etica è “diseconomia”, ossia lo sviluppo economico deve essere sostenuto da una base valoriale forte e condivisa altrimenti gli egoismi senza
scrupoli dei singoli si trasformano alla lunga in
fallimenti collettivi, come sta accadendo. Ma né
l’Italia nè, purtroppo, l’Europa offrono oggi le
condizioni per ricostruire una tale base: per il
logoramento dei valori che l’Italia patisce e per
l’incapacità dell’Unione di costruire una comunità di cittadini europei.
Scelti due delegati della Diocesi
di Nicosia per rappresentare la CEI
al X Forum Internazionale dei Giovani
Imparare ad
amare
«L’amore che Cristo ci insegna è bello e
possibile: vale la pena puntarci tutta la vita»
di Marzia Carrubba
“I
mparare ad amare”, è il tema scelto per
il X Forum Internazionale dei giovani
che ha avuto luogo dal 24 al 28 marzo a
Rocca di Papa. L’evento promosso dal
Pontificio Consiglio per i laici ha coinvolto
circa 250 giovani delegati, dai 20 ai 30 anni,
provenienti da circa 90 Paesi dei 5 continenti, e da una trentina di Movimenti,
Associazioni e Comunità internazionali.
A rappresentare la Conferenza Episcopale
Italiana all’evento tre delegati: Marzia
Carrubba, Sandro Mauro (Diocesi di Nicosia)
e Annamaria Guerrieri (Diocesi di Potenza).
continua a pag. 7
...in DIALOGO
2
Aprile 2010
Editoriale
Stanchi di vane promesse
L’amara sorpresa per i lavoratori
dell’ospedale di Leonforte
Il cappellano dell’ospedale: «non si giochi sulla testa dei più poveri»
S
i avvicina la festa cardine della cristianità,
sempre rinnovando il suo immutabile messaggio di riscatto spirituale ma anche umano.
Per molti lavoratori del P.O. di Leonforte – vittime di un ridimensionamento che risponde
ad esigenze di rigore numerico e ricerca di
interessi economici , piuttosto che di rispetto della dignità umana nel mantenimento del
posto di lavoro faticosamente conquistato e
difeso– essa verrà associata all’idea di un uovo
di Pasqua dall’amara sorpresa. L’ultimo tocco è
stato dato ad Enna ma la sua ideazione e l’accuratezza riservata ad ogni particolare risiedono in alto, molto in alto.
fine ha fatto la cifra destinata a tale acquisto?E
delle donazioni delle quali si erano impegnati
i comuni limitrofi con sacrificio e che erano
pronti a versare che risposta dovrò dare?
Chi dobbiamo ringraziare nei titoli di coda di
questo triste spettacolo al quale assistiamo
impotenti? Si profila per noi un nuovo esodo?
Ci sovviene l’Egitto, Babilonia..Ma dove andare quando anche l’opulento Nord annaspa tra
mille problemi e lascia chiaramente vedere
una profonda crisi? Da quale parte trovare un
appiglio per aggrapparci? A destra, sinistra,
centro? Tutti capaci di elargire evanescenti
promesse, labili proposte e al momento oppor-
con cura e amore le piccole comunità, le uniche ancora in grado di arginare tanti mali delle
realtà metropolitane, dove i valori soccombono a vantaggio del cieco interesse!
A chi sta confezionando l’uovo di Pasqua un
ultimo appello: la sorpresa all’interno, può
ancora essere cambiata ? Noi lo apriremo con
paura e trepidazione, ma soprattutto con la
speranza di poter inviare un grande grazie, non
sappiamo a chi, ma vorremmo proprio farlo.
Dimenticavo quasi di presentarmi: sono il
cappellano dell’ospedale, ma forse ancora per
poco. Non dovrei avere timori dal momento
che godo di protezioni in alto…Ma dal momento che mi è stato sussurrato da chi ne sa certamente più di me, e per giunta ridendo,
comincio a crederci e a preparare il fagotto
anch’io.
Spero proprio che queste parole spese per
una causa certamente giusta, siano come il
fiore che, sebbene nascosto tra l’erba, rivela
la sua presenza spargendo il suo profumo.
Il Cappellano dell’ospedale F.B.C.
continua da pag. 1
so Benedetto con una accorata richiesta di
verità e giustizia, usati come anello di una
catena che va a cercare singoli episodi, ora
veri ora dubbi, ora vecchi di trenta o cinquant’anni, in cui gli accusati spesso sono
morti; e serra l’uno all’altro gli anelli, fino a
farne una catena vera, da prigionieri, che
mette addosso ai sacerdoti cattolici, tutti,
alla Chiesa, tutta.
Di ‘onde mediatiche’ se ne creano spesso,
come se i media amplificassero se stessi in
un gioco incontrollabile di echi. Ma questa
volta si avverte in alcuni almeno una frenesia
strana di lanciare il sasso, di sporcare, di
insinuare che, in realtà, coloro agiscono nel
nome di Cristo sono poi uguali a noi, e anzi
molto peggiori. Il che talvolta tragicamente
può essere vero. Ma non cambia la essenza
della Chiesa, il suo essere corpo di Cristo,
pure fatto di uomini peccatori.
Che strana, livida voglia di fango emerge da certi titoli, dalla realtà piegata e
costretta nei propri disegni. Viene in mente
l’Eliot dei Cori da «La Rocca», viene in
mente quella Straniera che non è amata dagli
uomini – perché è «la Testimone»: «Colei
che ricorda la Vita e la Morte, e tutto ciò che
vorrebbero scordare». La Chiesa, che ancora pretende di affermare che esiste un Bene,
e un Male. Che questo dia fastidio? Sembra
diretto ai nostri giorni la profezia di Eliot,
siamo noi, forse, «gli uomini che deridono/
tutto ciò che è stato fatto di buono».
Presentazione del libro: Filippo di Agira
La storia, le opere e
i manoscritti sul Santo
“persecutore di demoni”
E’ vana fatica cercare responsabilità, nomi,
negligenze, fini reconditi e, peggio ancora,
loschi interessi... Individuare tutto ciò genererebbe solo una misera soddisfazione! Buona
parte delle responsabilità – a dire il vero – le
abbiamo tutti quanti, dal momento che impariamo molto presto a mandar giù ingiustizia
su ingiustizia, fino a quando esse si nutrono,
ingrassano e ingigantiscono tanto da trasformarsi da semplice diffusissimo degrado fino a
veri e propri mostri: catastrofi ambientali,
negazione dei più semplici e inalienabili diritti
umani e via dicendo. Dai mass media montagne itineranti e paesi isolati dalle frane, alluvioni e desertificazioni, Haiti, Cile, Medio
Oriente e barconi che affondano col loro carico
di speranza e disperazione, urlano una richiesta di giustizia a coscienze troppo sorde per
raccoglierla.
Anche noi, piccola comunità la cui vita dipende strettamente dalle sorti del presidio ospedaliero di Leonforte, abbiamo una grave colpa.
Abbiamo ritenuto forza sufficiente, baluardo
inespugnabile la nostra fiducia, mentre lentamente, impercettibilmente, ma anche inesorabilmente, scivolavamo verso la più ingiustificabile credulone ria. Assistiamo ad una lotta
senza nomi, senza eroi, senza accuse ma
indubbiamente rivolta contro gli ultimi. Tra i
farmaci del nostro P.O. non abbiamo trovato il
vaccino contro la menzogna. Popolo dalla
memoria corta crediamo ancora nella coincidenza di “bello e buono”. In verità dalla bellezza siamo stati proprio sommersi: belle idee,
belle promesse, belle parole, bellissime
…delusioni. Sembra fare eco alla canzone di
Mina, a dire il vero “ datata”, ma più che mai
attuale.
La promessa di dotare l’ospedale della macchina per effettuare la risonanza magnetica è
svanita in seguito alla delibera del precedente
direttore generale, ma –è lecito chiedere- che
tuno formulare concrete richieste. Non penso
sia opportuno scomodare la Sacra scrittura per
ricordare a quanti abbracciano l’avventura
politica che loro precipuo compito è quello di
ricercare il bene pubblico. Nel caso attuale si
tratterebbe di evitare, per tante persone, una
caduta a picco nella disperazione, in fondo, non
si chiedono che briciole. Purtroppo anche queste ci vengono negate! E irrinunciabile, almeno, indagare sul perché si sia assunta una
decisione cosi drastica e inspiegabile sul P.O.
di Leonforte, sui suoi lavoratori e su tutte le
famiglie che da esso traggono il proprio
sostentamento.
Riguardo la causa della difesa del P.O. di
Leonforte abbiamo, a dire il vero, raccolto
tanta solidarietà. Ma di proposte positive e
reali niente! Mi chiedo:a chi sarebbe opportuno recapitare questo mio sfogo? Non mi viene
in mente nessuno, nessuno capace di non far
cadere nel nulla tanta amarezza e tanti drammi
personali. E sì, è di drammi personali , e ciascuno diversissimo dall’altro, che si tratta.
Auguro in cuor mio, da inguaribile ottimista,
che questa riflessione giunga al cuore di qualcuno che possa fare qualcosa. Di qualcuno con
un residuo di sensibilità, che gli suggerisca di
considerare quanti posti di lavoro sono in
ballo, quante famiglie tribolano minacciate da
una povertà invisibile che avanza. Occorre
ancora una volta riflettere sul fatto che una
parte dell’Italia, che definiamo una e unita,
sarà di nuovo costretta a fare le valigie, stavolta non di cartone ma taroccate ad inseguire le
grandi firme, ma sempre di valigie e precarietà si tratta. Il mio è solo uno sfogo, non voglio
accusare nessuno, è, piuttosto una richiesta
d’aiuto a 360 gradi: che non si giochi sulla testa
dei più poveri, degli ultimi, di quelli che,
tutto sommato portano il carico più grave, che
silenziosamente e anonimamente servono
soprattutto nei ruoli meno ambiti!Difendiamo
S
abato 8 maggio 2010 alle ore 18.30, presso il salone della chiesa Reale Abbazia di
Agira (Enna), verrà presentato il libro:
Filippo di Agira - La storia, le opere e i
manoscritti sul Santo “persecutore di
demoni”.
Una ricerca affascinante e appassionata sulla
storia e la leggenda di San Filippo, persecutore di demoni e virtuoso dispensatore di
miracoli nonché patrono della città di Agira
in provincia di Enna. L’autore ha voluto indagare a fondo sulla vita di
questo santo fuori dal comune riuscendo a recuperare
notizie inedite dai meandri
della biblioteca Vaticana e
Vallicelliana e dalle polverose librerie antiquarie sparse
per l’Europa. E’ uscito fuori
un testo scorrevole, scritto
in maniera chiara e versatile, “colorato” da immagini
realizzate da fotografi professionisti che hanno in tal
modo ricordato la figura di
Filippo il grande, vera e
immortale gloria di Agira.
Una straordinaria parabola
per tutti i credenti di oggi,
una storia semplice e a tratti
una favola incantevole. Un
viaggio alla ricerca dei valori
profondi che portano al vero
significato dell’esistenza.
Una storia di miracoli e di
battaglie vinte contro il diavolo, una perla strappata ai
segreti più reconditi della
storia, un dono che lo scrittore intende fare a coloro
che sanno esplorare con il
cuore la magia che si cela
dietro il mistero di Dio. Un libro però anche
dal valore essenzialmente culturale, punto di
riferimento importante per tutti i devoti e gli
studenti e perno fondamentale nella riflessione teologica sui Santi della Chiesa
Cattolica. Alla presentazione del testo interverranno l’editore Salvo Bonfirraro, il giornalista Angelo Lombardo, Padre Pietro
Scardilli e Gaetano Amoruso autore del
libro.
...in DIALOGO
Terza Pagina
3
Aprile 2010
Comunicazione e New Media
Musica e cultura
Il canto dell’anima
VIII edizione della Rassegna Internazionale di canto devozionale
nell’area del Mediterraneo
di Gaetano Algozino
N
ell’elegante cornice ottocentesca del
Teatro Margherita di Caltanissetta si è
svolta, con grande partecipazione di pubblico e
ampio consenso della critica, l’ottava edizione
della Rassegna Internazionale di canto devozionale nell’area del Mediterraneo “Il Canto dell’anima” organizzata e diretta dai fratelli
Lorenzo ed Enzo Mancuso, prestigiosi testimonial della cultura siciliana all’estero.
Quest’anno, il tema della rassegna è stato la
“via dolorosa” dei clandestini, la passione dei
rifugiati e degli emigranti sbarcati sulle spiaggie
sicule.
Le voci dei poeti e degli scrittori Maria
Attanasio, Nino De Vita, Miguel Angel
Cuevas e Davide Camarrone si sono alternate,
come inun magico intreccio, ai suoni e ai canti
dei Lamentatori di Mussomeli e Marianopoli e
a quelle struggenti e primordiali dei fratelli
Mancuso.
Autentico cuore della serata è stata l’esecuzione del lamento leonfortese “Occhi ghiurnata di
suspiri e vuci”, con il macabro suono delle
“truoccule”.
A dar voce all’antico canto leonfortese, le cui
radici melodiche affondano nel tropario bizantino e nel maqam arabo, sono stati i cantori
della Corale Maria SS. Addolorata Giuseppe
Lo Gioco, Giovanni Neri, Francesco Randisi,
Angelo Parisi, Maurizio Varveri, Salvatore
Ciurca, Ignazio Pirronitto, Paolo Licciardo,
Carmelo Buscemi, Liborio Salamone diretti
da Gaetano Algozino (2 voce) ed Enrico
Castro (1 voce).
Questi ultimi, fin dal 1990, su geniale intuizione di Aldo Benintende, hanno recuperato
tutti i lamenti e i canti della Quaresima e della
Passione caduti nell’oblìo per circa un trentennio. E adesso, giunti nella fase della loro
“maturità” espressiva e canora, stanno ultimando, con la direzione e la consulenza di
Gaetano Algozino e Pino Biondo, un CD con
libretto che raccoglie tutte le sonorità della
Quaresima e della Settimana Santa leonfortese.
Un evento prestigioso, unico ed importante
per Leonforte, che si appresta a celebrare il
400° della sua fondazione. Evento che, nelle
intenzioni dei fratelli Mancuso, aprirà nuovi
scenari culturali e musicali per Leonforte, il
cui lamento è tanto stimato dagli etnomusicologi come raro esempio di lamento melodico
polivocale ad accordo.
Rubrica: la via dei libri
di Silvestro Livolsi
Questa non sono io e questo non è un libro
La forza degli strumenti mediatici
S
i deve a Marshall McLuhan la formula del ‘villaggio globale’ con la
quale viene caratterizzata la condizione ‘contemporanea’ del
mondo. Mcluhan indicò nella diffusione dei media e nell’applicazione
dell’elettronica agli strumenti di informazione la possibilità, nuova
nella storia e rivoluzionaria, di poter conoscere in tempo reale qual che
accadeva in ogni parte del mondo, che appunto per ciò diventava sempre più un ‘villaggio’: ogni punto del pianeta non era più distante da qualunque altro ma diventava ‘vicino’, grazie alla velocità delle notizie che
lo percorrevano incessantemente. Ma lo studioso americano era anche
l’attento osservatore dell’avvento e della pervasiva presenza dei media
e degli effetti che questa produceva nei singoli individui: più informati
ma anche più alienati (sanno tutto ciò che accade nel mondo ma si allontanano sempre più dalle persone che vivono attorno a loro). Quella di
McLuhan fu una complessa analisi dei meccanismi della comunicazione, dell’informazione e della persuasione occulta che i media esercitano sugli individui. Sulla quale, opportunamente, ritorna Aldo Vincent
con un saggio recente che ha il merito di rispiegare in modo sintetico e
chiaro i principi teorici di McLuhan e di fare un bilancio delle sue ‘profezie’ alla luce dell’oggi. Così, il volume di Vincent fa prima di tutto il
punto sul nostro mondo dominato dalla ‘religione dei consumi’, frutto
di quell’intreccio tra sviluppo della tecnica, dell’informazione e della
persuasione che McLuhan ha identificato come caratteristico del ‘900,
facendo luce sulle tecniche degli ‘stregoni del marketing’ che impongono marchi e prodotti con strategie che insistono sugli archetipi profondi della mente umana (‘Nel marketing moderno ci sono molti segni che
rimandano a simboli antichi, quasi dimenticati ma che la persuasione
occulta non trascura. La virgola della Nike per esempio evoca l’anello
di Valentina La Ferrera
La comunicazione
mediata dal computer
Blog e mass media: l’era della complementarietà
L
a funzione dei media tradizionali resta indiscutibile e per ora insostituibile. In realtà
l’entrata in scena di nuovi strumenti e metodi
legati alla rete non può che provocare un cambiamento del concetto di giornalismo.
Esistono forme di comunicazione via computer di tipo grafico, autonomamente gestite, che
consentono ai loro creatori di pubblicare online, in tempo reale, notizie, informazioni e storie, comunemente note come “blog”.
C’è chi considera la pagina di Mosaic “What’s
New”, pubblicata tra il giugno 1993 e il giugno
1996, il progenitore di questo genere.
Aggiornata quotidianamente, indirizzava i
navigatori Web su siti che avrebbero potuto
trovare interessanti. Per un certo periodo,
qualsiasi pagina Web costituì un’importante
aggiunta al cyberspazio, ma poi quello spazio
cominciò a essere affollato. Le aziende cominciarono a pubblicizzare i propri prodotti e i propri servizi sulla Rete. Sempre più persone
costruivano pagine sulle loro vite e i loro interessi e alcuni di questi interessi erano particolarmente inconsueti o eccentrici. Anche alcuni
giornali e riviste iniziarono a pubblicare
un’edizione Web.
Si stima che oggi i blog si aggirino intorno ai
38 milioni nel mondo, ma pare che tendano a
raddoppiare ogni sei mesi. Tuttavia, la maggior
parte di questi blog viene rapidamente abbandonata e solo pochi sono quelli che hanno realmente successo. Questo significa che all’interno della blogosfera è in atto un processo di
selezione naturale che consente da un lato di
individuare e analizzare i blog di riferimento,
dall’altro di distinguere sempre più facilmente
l’informazione buona da quella inaffidabile.
Durante la seconda guerra del Golfo, iniziata il
20 marzo 2003, sono stati creati molti blog dai
soldati americani impegnati in Iraq. Tra questi
ha subito attirato l’attenzione di migliaia di persone in tutto il mondo un blog dal titolo “Where
is Raed?”, creato da un architetto iracheno di
nome Salam Pax, il quale pensò di iniziare a
scrivere le ultime notizie da Baghdad nella speranza che il suo migliore amico Raed le leggesse. Raed era un giovane giordano-palestinese
che Salam aveva conosciuto quando era studente di architettura. I loro rapporti però, vista la
situazione politica internazionale, si erano un
po’ allentati, così Salam decise di chiamare il
suo blog “Where is Raed?” per catturare l’attenzione dell’amico. Mentre le tv e i giornali di
tutto il mondo spendevano milioni di dollari per
coprire quanto stava succedendo in Iraq, Salam
era in grado, solo grazie ad un computer e ad
una normale linea telefonica, di fornire in tempo
reale al mondo intero la più affascinante descrizione della vita di una nazione in guerra.
I blog oggi sembrano entrati in una nuova
fase: quella della complementarietà con i
di Saturno, molti marchi hanno
dentro una stella, la Luna o
addirittura il Sole che evoca il
Mito di Mitra’) e mette in
mostra come la progressiva e
dominante evoluzione dei
grandi marchi, come la Coca Cola per esempio, ha avuto anche capacità sorprendenti di modificare costumi e mentalità, di creare icone
capaci di imporsi nell’immaginario mondiale: scrive infatti Vincent:
‘nella nuova era elettrica dell’informazione e della produzione programmata dei beni di consumo le stesse merci assumono un carattere d’informazione. Una delle multinazionali più potenti in assoluto è
la Coca Cola, invenzione d’avanguardia del franchising (vendono il
marchio e forniscono la melassa, l’acqua e lo stabilimento per l’imbottigliamento ce lo mettono gli imprenditori che vogliono distribuire il prodotto sul loro territorio). Con un budget pubblicitario irrisorio
(rispetto all’enorme fatturato) veicolano un messaggio che da tempo
ha abbandonato l’idea della bevanda o del dissetare, ma insistono sull’essere ‘speciale’ in quanto consumatori del prodotto. Il messaggio
ha una forza così prorompente che è riuscito nel dopoguerra non solo
a cambiare i colori di Babbo Natale (era il nordico san Nicola vestito
con pelli di renna e si è ritrovato vestito di rosso e di bianco affisso sul
retro di ogni camion che trasportava la bibita nel periodo natalizio) ma
addirittura sono nati i negozi Coca Cola, dove si vendono capi d’abbigliamento, accessori, soprammobili tutti marchiati con il logo della
bibita’. Quindi, con una chiara e anche divertente disamina dei mezzi
di comunicazione individuati da McLuhan (le strade, i numeri, l’ab-
media tradizionali. Essi tendono non a sostituirsi, ma ad integrarsi ai primi: sono il “cane
da guardia” di giornali e tv, ma al contempo
hanno successo soprattutto quando le loro
denunce o le loro segnalazioni vengono riprese dai mezzi di informazione tradizionali.
Utilizzano un linguaggio disinvolto e personalizzato che questi ultimi non possono permettersi. Si sta creando una circolarità tra i due
mondi: blog famosi vengono ospitati su portali
di grandi testate, i giornalisti imparano a monitorare i blog come fonte d’informazione, i blogger a loro volta a monitorare costantemente i
media e a seguire notizie e fatti che sfuggono
al radar dei cosiddetti “mainstream” media.
Ormai un dato è consolidato: i giovani leggono più i blog di quanto leggano i quotidiani o di
quanto guardino le notizie in televisione.
Quelli della fascia d’età compresa tra i 18 e i 34
anni stanno abbandonando i giornali. Gli editori sono posti di fronte a scelte radicali: ignorare questa tendenza o elaborare nuove strategie per non perdere il contatto con la generazione dai cui ranghi uscirà la classe dirigente
del futuro. Il blog è lo strumento che consente
di raggiungere questo fine: consente agli editori di assecondare le abitudini di lettura dei
giovani e di fidelizzarli, capitalizzando la tendenza all’abitudinarietà: se un lettore è abituato a leggere i blog del Figaro e del Times,
aumentano le chances che frequenti anche il
sito. La tendenza da parte delle principali
testate ad ospitare dei blog nel proprio portale
rientra in questo processo.
L’esperienza americana induce a considerare
la possibilità che in futuro nasca un nuovo
mestiere, a fianco di quello del giornalista:
quello del blogger professionista. Negli Usa ci
sono almeno due esempi interessanti: Nick
Denton e Jason Calacanis che stanno avendo
successo dopo aver creato network di blog specializzati, alimentati da squadre di blogger
regolarmente retribuiti. Il blog rappresenta una
porta di accesso al giornalismo. In altri casi
favorisce lo sviluppo di nuovi modelli come
quello, ancora embrionale e dunque ancora da
verificare, del citizen jourrnalism.
In conclusione, blogosfera e mediasfera stanno imparando a convivere, adattandosi l’una
all’altra, in un mondo dove c’è bisogno di
entrambe.
bigliamento, le abitazioni, il denaro, gli orologi, la stampa, la ruota,
i giornali, la pubblicità, la guerra) Vincent evidenzia gli apporti positivi della loro estensione e mondializzazione ma mette in luce anche
gli effetti distorti e negativi che spesso producono nei comportamenti umani, massificandoli e disorientandoli: per considerare infine che
la lezione di McLuhan è un invito a usare adeguati strumenti critici
per orientarsi nei meccanismi mediatici del mondo attuale, mossi
spesso da forze e poteri interessati a condizionare, dirigere e dominare le masse. E, ancora le analisi di McLuhan, secondo Vincent
debbono servirci a considerare il pericolo che comporta l’attuale elevazione dei mezzi tecnologici elevati a ‘idoli’ e a questo proposito l’autore del saggio ricorda un noto salmo biblico: ‘i loro idoli sono d’oro
e d’argento, opera di mani umane; hanno bocche ma non parlano,
orecchie ma non ascoltano, hanno occhi ma non vedono, hanno nasi
ma non odorano, hanno mani ma non toccano, hanno piedi ma non
camminano, e neppure parlano con la loro voce. Coloro che li fabbricano saranno simili a loro, così come coloro che in essi confidano’.
Aldo Vincent, Questa non sono io e questo non è un libro,
Guaraldi, 2010, euro 9, 00
...in DIALOGO
4
Diocesi
Aprile 2010
Venerdì Santo a Regalbuto
Sette parole e poi il silenzio
nell’attesa della Resurrezione
Le meditazioni di Stella Morra per i fedeli della Chiesa Madre
L
a tradizione cristiana, popolare e monastica, ha sempre visto nelle ultime sette
parole dette da Gesù sulla croce un tema speciale di meditazione e di preghiera. Le “sette
parole” hanno ispirato così innumerevoli
opere d’arte, figurative e musicali.
Anche a Regalbuto è presente la tradizione
di meditare su queste parole, la sera del
venerdì santo, prima della processione che
partendo dalla Chiesa Madre, porta lungo le
vie del paese i simulacri del Cristo morto e
della Madonna Addolorata. Per la prima volta
quest’anno le meditazioni, su invito del parroco, Don Alessandro Magno, sono state dettate da una donna, la teologa Stella Morra, di
origini piemontesi, che vive a Roma e che
insegna teologia, e sono state intercalate da
canti polifonici inerenti la passione di Gesù
eseguiti dalla Corale “Ionia”di Giarre, una
delle più famose di Sicilia.
I fedeli che gremivano la Chiesa Madre San
Basilio hanno così avuto un’ulteriore opportunità, per meditare e per approfondire gli ultimi
momenti vissuti da Gesù sulla croce prima di
morire.
Le “sette parole” consegnano a ciascuno di noi
un messaggio molto forte.
La prima, “Padre, perdona loro perché non
sanno quello che fanno”, ci insegna il valore
del perdono, che ha coscienza del male, ma non
risponde ad esso con altro male.
La seconda, “In verità ti dico: Oggi sarai
con me in Paradiso”, ci invita a cogliere, come
il buon ladrone, la costrizione come un’occasione, e a dare valore all’oggi come tempo favorevole per la conversione.
La terza, “Donna, ecco tuo figlio!...Ecco tua
madre!”, ci consegna Maria che diventa nostra
madre nel sangue della croce e ci fa comprendere
che alcune separazioni possono essere feconde,
come quella tra la Madre e il Figlio sotto la croce.
La quarta, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?” dice al nostro cuore che dubitare non è il contrario di avere fede, perché la fede
si può esprimere dubitando e restando fedeli. Il
dubbio insomma non ci allontana da Dio. Anche
Gesù in quanto uomo ha avuto questa debolezza, ma è rimasto fedele alla sua missione.
La quinta, “Ho sete”, ci indica che Dio ha sete
di noi e ci invita a coltivare in noi il desiderio di
Lui.
Notizie in breve
di Mariacristina Maiuzzo
RITIRO
DIOCESANO DEL CLERO
Giovedì 22 aprile, presso il seminario vescovile,
tutti i sacerdoti della diocesi si ritroveranno con
mons. Muratore per un momento di preghiera e di
riflessione. È un incontro inserito in pieno clima
pasquale e coronato, anche, dai numerosi spunti
derivanti dall’anno sacerdotale in corso.
SESSIONE PRIMAVERILE DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE SICILIANA
Nei giorni 20 – 22 aprile, tutti i Vescovi della Sicilia
si incontreranno presso Lampedusa per affrontare,
in piena collegialità di intenti, questioni sociali, spirituali ed ecclesiali proprie delle Chiese della
nostra Isola. Accompagniamo con la preghiera e il
sacrificio i nostri Pastori, guide donateci dal
Signore Risorto per percorrere più speditamente la
via della santità.
ANNIVERSARIO DELL’ELEZIONE
DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI
Il 19 aprile del 2005, dopo la morte di Papa
Giovanni Paolo II, Benedetto XVI viene eletto 264°
Pontefice della Chiesa di Roma. Nel ricordo di tale
anniversario, uniamoci in preghiera e con grande
gioia ringraziamo Dio Padre per il dono di questo
suo servo, guida sicura per ogni battezzato. Che il
nostro Papa eserciti il suo ministero sempre più
con instancabile spirito missionario, spinto dalla
sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla
carità per l’umanità intera.
La sesta, “Tutto è compiuto”, ci invita a
realizzare in noi e nella nostra vita il senso
della compiutezza, ordinando le cose del
mondo secondo Dio e non viceversa, cioè
non pensando di adeguare ed ordinare Dio
secondo le cose del mondo.
La settima, “Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito”, ci insegna a tornare
bambini che si gettano tra le braccia dei genitori sicuri di non cadere, imparando a fidarci
di Dio e ad affidarci a Lui.
Le meditazioni di Stella Morra sono state
molto vicine alla nostra vita di ogni giorno e
ci hanno permesso di riflettere su cose alle
quali forse non avevamo mai fatto caso, come
ad esempio le persone che compaiono nel
Vangelo al momento della sepoltura di Gesù,
le quali hanno un valore ed un significato profondi per noi.
In particolare ricordo il commento della teologa relativo alle figure di Giuseppe
D’Arimatea e di Nicodemo. Il primo è colui
che trova un luogo per seppellire Gesù, un
sepolcro nuovo, e ci insegna a trovare posto a
Gesù nella nostra vita. Il secondo è quello che si
era recato da Gesù di notte e del quale poi non
si parla più nel Vangelo; ritorna adesso, al
momento della sepoltura, e ci dice che non
siamo andati mai abbastanza lontano da non
poter tornare.
Sicuramente molte di queste riflessioni risuoneranno nei nostri cuori e ci aiuteranno a comprendere ancora una volta quanto è grande
l’amore di Dio, un amore che trionfa e che vince
la morte!
M.P.R.
13 aprile
Formazione catechisti del 1° anno dell’I.C.
nei Vicariati Foranei di Leonforte e Troina
22 aprile
Ritiro diocesano del Clero
24 aprile
Raduno Diocesano dei Ministranti
News dalle parrocchie
Concerto spirituale
Un vero momento di riflessione e di testimonianza
di Mariaelena Costa
L
a sera del Mercoledì 31 Marzo 2010,
nella chiesa di S. Francesco di Paola, è
stato proposto un momento di meditazione,
mediante la musica, come preparazione all’incontro con il Risorto.
Una lunga scaletta di brani, scritti da grandi
autori; una giovanissima “squadra” di strumentisti e coristi che hanno trasmesso grazie
al loro talento l’amore verso Dio; il Parroco
Don Michele Pitronaci che ha spiegato il
significato dei testi e il riferimento biblico a
cui si ispiravano; alcune immagini sacre
hanno dato forma alle parole e alle note.
Così - come solo la musica sà fare - l’assemblea ha vissuto i sentimenti quaresimali, il
mistico momento della crocifissione del
Cristo, il dolore della Madre, la contemplazione dell’Agnello nel sacramento eucaristico e
infine la gioia della Resurrezione:
Audi Benigne conditor (M. Tassi)
Umiliò se stesso (M. Frisina)
O Capo Insanguinato (J.S. Bach)
Ave Verum (W.A. Mozart)
Adoramus Te (J. Brams)
Crucem Sanctam (G.P. da Palestrina)
Vexilla Regis (A. Bruckner)
Tenebrae Factae sunt (T.L. da Victoria)
Stabat Mater (M. Frisina)
Ecce Panis Angelorum (L.Perosi)
Pange Lingua (L. Bottazzo)
O Salutaris Hostia (M. Frisina)
Inneggiamo il Signor è risorto (P. Mascagni)
Meritano di essere presentati questi giovani amici, che quotidianamente svolgono servizio nelle
nostre parrocchie animando la
liturgia.
Strumentisti:
Violino. Letizia Martinez, 35 anni, nata a Città
del Mexico. A 29 anni, con due lauree, una
carriera nell’orchestra nazionale di Città del
Mexico, decide di entrare in convento presso
l’istituto delle suore cappuccine del sacro
cuore...giungendo così a Nicosia. A chi le
chiede come sia possibile lasciare tutto per il
“convento” lei risponde: «Avevo tutto, ma
sentivo di non avere niente...e ora scopro che
ho lasciato il niente e ho trovato IL tutto!»
Da sempre frequenta la Parrocchia S. Nicola
di Bari.
Contralto. Valentina D’Alessandro, 26 anni,
laureata in Psicologia. Anche lei, come la
sorella, da sempre frequenta la Cattedrale.
Tenore. Graziano Pantuso, 28 anni, iscritto in
medicina. Appartiene alla parrocchia S.
Croce.
Basso. Enrico Scaffidi, 23 anni, iscritto al
CTF, frequenta sia la Cattedrale che la chiesa
di S. Agata.
Organo. Ermanno Provitina, 24 anni, nato a
Nicosia e da sempre frequenta la Parrocchia
di S. Croce. Iscritto al 6° anno nella classe di
organo, presso il conservatorio Vincenzo
Bellini di Catania. A chi gli chiede come è
possibile che un giovane ragazzo frequenti
con così tanto ardore la “chiesa” lui risponde:«Per me la Parrocchia è la mia casa! La
musica è la mia vita...e grazie alla musica amo
Dio!»
Anche a loro ho chiesto come è possibile
che dei giovanissimi “rubino” ore di studio
per dedicarsi all’animazione liturgica (che
tra l’altro richiede tempo per provare)... a
volte anche per più di una celebrazione
giornaliera. E loro, anche a nome di tutti i
loro coetanei che da ogni parte svolgono
questo servizio, mi hanno risposto:
«Tramite il canto si scopre Dio! E quando
cantiamo noi preghiamo! E ci piacerebbe
che, a chi ci ascolta, arrivassero le emozioni che i nostri cuori provano»
Coristi:
Soprano. Valeria D’Alessandro, 24 anni,
iscritta in Scienze della Formazione Primaria.
Un vero momento di riflessione e di testimonianza, da parte di chi con la musica “canta e
loda le meraviglie del Signore”.
...in DIALOGO
Diocesi
5
Aprile 2010
I giovani della Diocesi festeggiano i XXV anni della GMG e lanciano la missione
Tappe quaresimali nel cammino di preparazione ai Sacramenti
dell’I.C.
È adesso noi insieme a Lui!..
per percorrere la strada…
rispettando i segnali!..
Un’esperienza di sinergia tra Chiesa e Scuola
di Angela Mancuso
U
n gruppo di ragazzi della Parrocchia San
Paolo Apostolo di Nicosia, giorno 27 Marzo
si è riunito assieme alle classi prime e seconde
dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”,
presso la Chiesa di San Francesco di Paola.
L’occasione è nata dalle tappe Quaresimali che
i ragazzi hanno vissuto in preparazione della
Pasqua nella loro parrocchia insieme ad altri
gruppi.
L’itinerario si inserisce nella preparazione
verso i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana che
già da quattro anni li ha visti impegnati, con le
loro famiglie, in incontri non solo settimanali ma
anche mensili.
Il metodo seguito è quello classico del catecumenato: mettere in costante circolo
l’annuncio, la conversione. la liturgia, la vita, per condurre i ragazzi di esperienza in esperienza, più
che di nozione in nozione (dall’indottrinamento
all’accompagnamento), a diventare uomini nuovi
nella Pasqua di Cristo.
Cuore di questa esperienza è il tentativo di tradurre in un cammino concreto il compito della
Chiesa di accompagnare alla fede e alla vita
Pasquale i suoi figli più piccoli e farlo come
comunità che, in questo cammino, è rappresentato dal gruppo, dagli accompagnatori e dai genitori.
La scuola, quale agenzia educativa attenta al
rapporto con il territorio, interpreta i segni e ne
codifica i rapporti correlando significative esperienze in sinergia con la Chiesa soprattutto nei
tempi forti dell’anno (Natale e Pasqua).
A tal proposito l’Ins. di Religione Anna De
Luca, anche quest’anno, ha voluto coinvolgermi
assieme a Padre Orazio Macchione, Vicario
Parrocchiale , per trascorrere insieme ai ragazzi
che
vengono
seguiti
nella
nostra Parrocchia
questo momento
significativo.
Ciò è avvenuto
anche con il coinvolgimento della
Scuola Secondaria
di primo grado di
Sperlinga e la
Scuola Primaria in collaborazione con l’Ins. di
Religione Felicetta Caldareri. A sostenere tale
iniziativa è stato il Dirigente Scolastico Ignazio
Furnari per la particolare attenzione che presta
all’utenza scolastica.
E così, nella tarda mattina di sabato, le classi
prime e seconde, accompagnati dai docenti, si
sono recati in Chiesa.
Sulle note del canto “Camminerò, camminerò
sulla tua strada, Signor. Dammi la mano: voglio
restare per sempre insieme a Te” i sette ragazzi hanno voluto trasmettere con le loro riflessioni e chiedendo condivisioni, i messaggi che
hanno decodificato nel cammino quaresimale
attraverso l’ascolto della Parola e le azioni che
ne scaturiscono.
I momenti sono stati arricchiti da numerosi
simboli che venivano posti lungo una strada
tracciata su un grande cartellone (uno zaino
necessario per intraprendere una lunga strada;
una corda per scalare la roccia ; una candela per
essere luce dei viandanti; un fiore per essere
solidale con i diversi e infine il pane per condividere con gli altri ciò che si ha).
Consapevoli che Dio traccia la strada per ogni
uomo ma che è necessario vivere alcune scelte
i ragazzi hanno elencato i seguenti percorsi:
Non farsi “tentare” dal potere e dal successo
dai quali troppe volte si è attratti, ma come Gesù
ad ogni tentazione rispondere con un passo della
Parola di Dio.
Essere immersi nella luce della nube luminosa
della “Trasfigurazione” e pregare come gli
Apostoli per lasciarsi toccare dalla presenza
luminosa di Dio.
Essere speranzosi per ottenere come il “
vignaiolo” il mutamento e la conversione e contribuire a costruire una nuova civiltà: “la civiltà
dell’amore”.
Avere pazienza e saper aspettare come il
“Padre Misericordioso”, saper perdonare amare
e far festa insieme.
Buttare via la pietra del “ giudizio e della condanna”e, come Gèsù che non condanna ma invita ad alzare lo sguardo, a guardare col cuore la
fragilità dell’altro. Il giovane sacerdote Padre
Orazio ha esortato i ragazzi affinché tutto questo
si possa e si debba fare realizzando e vivendo il
Cristianesimo non primariamente come una “
morale” ma come esperienza di vita, sperimentando la verità che sta in Gesù Cristo Risorto
che guarda con amore, un amore manifestatosi
nella croce in maniera piena e totale, che fa scrivere a San Paolo con stupore: “Mi ha amato e ha
consegnato se stesso per me “ (Gal.2,20).
La consapevolezza che il Padre ci ha da sempre
amati nel Suo Figlio, che il Cristo ama ognuno e
sempre, diventa punto fermo di sostegno per
tutta la nostra esistenza umana.
Sempre nella tarda mattinata i ragazzi della
Scuola Secondaria di I° grado, accompagnati dai
docenti, lunedì 29 si sono riuniti nell’auditorium
della Scuola Primaria di Sperlinga è hanno
riflettuto sulla “Strada che porta a Gesù.”
L’occasione
nasce anche
dalla disciplina
“ cittadinanza e
costituzione”
di
recente
inserita
nel
curriculum
scolastico
ministeriale e
fra i percorsi
meglio specificati oltre alla conoscenza della
Costituzione, l’Educazione Stradale ha un posto
di rilievo, cosi, il rispetto delle leggi e delle regole, valori che sono trasmessi trasversalmente in
quasi tutte le discipline. Calibrare pertanto,
opportunamente l’identità dell’uomo nel rispetto delle regole e delle leggi è quanto mai indispensabile per la convivenza civile.
I ragazzi, attraverso una didascalia di riflessioni e visualizzazioni di segnali stradali collegati
alle cinque settimane di Quaresima iniziando dal
Mercoledì delle Ceneri e concludendo con la
Settimana Santa, hanno sperimentato che, per
intraprendere la strada di Gesù é necessario
scegliere e rinunciare a certi conformismi che la
società attuale spesso impone, ma certi che la
strada ha una meta finale “ la Parusia celeste”.
Alternando canti, domande e risposte opportunamente guidati da Padre Orazio hanno trascorso ore liete con gioia e allegria concludendo
sulle note del canto: “L’unico Maestro sei per
me”. Perchè questi piedi con i Suoi possano fare
strade nuove, possono mettere radici e passo
passo camminare perchè solo Gesù è il vero
Maestro che insegna ad amare come Lui fa con
tutti noi.
Maestro che cosa devo fare,
per ereditare la vita eterna?
La Chiesa e la società hanno bisogno di giovani cristiani impegnati e competenti,
che possano portare frutto da protagonisti.
di Anna Maria Proiti
L
a GMG festeggia quest’anno il suo 25° compleanno. Anche nella nostra diocesi abbiamo
avuto la possibilità di vivere nel nostro piccolo,
in contemporanea con Roma l’incontro dei giovani con il Pastore della nostra Chiesa.
S. E. Mons. Muratore ha cercato di persona
ogni giovane visitando instancabilmente scuole, parrocchie, associazioni, e li ha accolti con
gioia per vivere insieme il fascino della comunione in Cristo. L’incontro è stato volutamente
pensato per permettere ai giovani di: incontrarsi, fare festa e pregare “insieme” in un
tempo particolare, qual è la Quaresima.
La veglia di preghiera è stata anticipata da un
breve pellegrinaggio da Piazza Garibaldi, sede
dell’accoglienza, alla caratteristica Chiesa di S.
Maria Maggiore.
Il cammino è la costante dell’essere cristiani, un andare insieme con Gesù.
La croce, che è guida, sorretta dal Pastore e dietro tanti giovani- un’estemporanea singolare –
in controcorrente con il disarmante numero di
esempi negativi che ci presentano, in modo
sterile e narcisista il mondo giovanile.
Non basta condannare le cose che non
vanno, il cristiano deve con zelo ed entusiasmo andare avanti verso il bene, creando la
vera libertà che rende preziosa la vita.
Mons. Muratore incoraggia i giovani e dà loro
delle indicazioni chiare e possibili:
non perdere mai la domanda, proprio come il
“giovane ricco” fa con Gesù, per trovare delle
ragioni di vita e di speranza. Guai, infatti, a non
interrogarsi, punto di partenza, per poi trovare
risposte alle grandi aspirazioni che ciascuno ha
dentro, per la propria vita e felicità; sogni grandi per i quali spendersi.
Ho trovato la perla preziosa : Gesù - l’incontro
con Lui ti fa sentire amato - alla domanda di
felicità, ti risponderà: lascia tutto ciò che non è
bellezza , lascia le cose futili, le cose che non
costruiscono.
Dentro la perla preziosa troverai le perle
vere che danno senso alla vita: amicizia vera,
amore vero, autenticità , giustizia, bellezza,
slancio, zelo, via, verità e vita.
Con te Signore scavalcherò le mura: le tentazioni che inducono allo sballo, alla chiusura,
alla solitudine, allo scoraggiamento, all’egoismo, all’indifferenza. Quando ti diranno che
non vale la pena darsi da fare per gli altri, penserai: con Te Signore scavalcherò le mura e
avrai conquistato la tua vita. Perdendo la vita
per gli altri, ritroverai te stesso.
Eccomi, manda me, quando c’è bisogno di
agire, operare, testimoniare, sarà stupendo
dire: Eccomi, manda me. Un sogno, un augurio
per quanti, hanno accolto la parola di Dio e si
lasceranno amare da un Dio che è “il maestro
buono” di tenerezza infinita, che ci guida sulla
retta via.
Parte da qui la Missione diocesana dei giovani: consegnati i mandati ai sacerdoti che in
ogni paese cominceranno ad organizzare la
consulta giovanile.
La missione: un’occasione unica, che coinvolgerà 100 giovani, 10 sacerdoti, capitanati da
S.E. Mons. Salvatore Muratore, un’esperienza
di Grazia che lascerà il segno nella vita di chi
la vivrà e per chi l’accoglierà.
La Chiesa e la società hanno bisogno di giovani cristiani impegnati e competenti, che possano portare frutto da protagonisti.
“Le Gmg? In 25 anni sono diventate sempre
più come «i giorni festivi che danno e ricevono
luce da quelli feriali». Un dialogo fecondo che,
per la pastorale giovanile, è stata una duplice
scommessa: coltivare la comunione tra coloro
che possono spendersi per i giovani e raccogliere attorno al vescovo associazioni, movimenti, istituti o enti impegnati in questo
campo. E la vera sfida è quella di far sì che, una
volta spenti i riflettori, i giovani vivano nella
loro quotidianità la loro vita di fede. E tuttavia
sono eventi che non sono affatto in contrasto
con la vita ordinaria delle comunità cristiane.
Oggi, infatti, la pastorale giovanile è cambiata,
perché i delegati diocesani e regionali non
sono più solo coloro che organizzano grandi
eventi (ormai questo lo facciamo molto bene)
ma sono chiamati sempre più a coltivare una
serie di attenzioni ‘ordinarie’. La «formula
Gmg» è diventata il modello anche per
molti eventi diocesani o regionali.”
(Don Nicolò Anselmi resp. del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI)
continua da pag. 1
La comunità è composta da un’ampia casa
con vari posti letto, due saloni, una cucina,
servizi igienici, una piccola palestra, un
campo di calcio, e un bel terrazzo dove
ammirare un paesaggio meraviglioso. Ma
non solo, in comunità troverete vari animali
quali: pavoni, fagiani, struzzi, maialini del
Vietnam, caprette Tibetane, galline di vario
tipo, poni, anatre e un simpatico cagnolino.
La comunità è una grande Famiglia della
quale anche voi siete chiamati a fare parte,
non sarà più la nostra ma la vostra casa,
dove poter andare quando avete bisogno di
serenità e tranquillità per godere di momenti di silenzio, per ritrovare non solo la pace,
ma anche voi stessi, per fuggire dal caos
della vita quotidiana, per incontrare gente
nuova e perché no anche per incontrare Dio
che si manifesta attraverso la natura e la bellezza degli animali, e a breve saranno ultimati i lavori della Cappella che servirà per
momenti di meditazione e preghiera.
La Comunità aperta a tutti, bambine e
ragazzi, giovani, adulti e ancora di più! Offre
momenti di aggregazione per ragazzi, confronto tra i giovani proponendo stili di vita e sano
divertimento cose che purtroppo si stanno
perdendo. Nella nostra fattoria insegniamo ai
ragazzi e a chi viene a trovarci a interagire con
gli animali prendendosene cura.
Un’attenzione particolare è rivolta a chiunque soffre di bisogni fisici, psicologici e
dipendenze varie. Le attività che proponiamo sono: attività sportive, ricreative e culturali, ludiche e didattiche, e la possibilità di
organizzare weekend e giornate per chiunque voglia.
Da parte nostra c’è molta voglia di crescere, fare belle esperienze, di imparare, di
dare, di accogliere e ascoltare, ma tutto questo sempre solo e grazie all’aiuto di Dio,
perché l’Altro è Qualcuno da Amare,
Accogliere e Ascoltare, perché a volte
la diversità fa paura, ma la paura è solo
la difficoltà del Capire.
Da noi si impara a capire.
...in DIALOGO
6
Diocesi
Aprile 2010
Festa della Divina Misericordia
Fonte inesauribile di speranza
“Uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua”
di Mariacristina Maiuzzo
D
al costato di Cristo, squarciato dalla lancia
in quel Venerdì Santo, come fonte inesauribile zampilla la Divina Misericordia per ogni
uomo, mistero che nella Chiesa si ripete ininterrottamente nella celebrazione del sacramento del Perdono e dell’Eucaristia. La
Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, con fedeltà
custodisce, testimonia e annuncia che la
Misericordia è il più grande attributo di Dio.
«Tutte le opere delle mie mani sono coronate
dalla Misericordia» - così Gesù parlava a suor
Faustina Kowalska, proclamata santa nell’anno
giubilare del 2000. Alla religiosa polacca il
Signore Gesù ha affidato, in una delle tante
apparizioni, tale messaggio: «Desidero che la
prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa
della Misericordia. In quel giorno i sacerdoti
annuncino la mia grande Misericordia per le
anime dei peccatori. Il peccatore non deve
avere paura di avvicinarsi a Me. Le fiamme
Voci di corridoio
a cura di Mariaelena Costa e Antonio Rizzone
della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini. L’umanità non
troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia».
Ad ogni uomo, che spesso sembra smarrito e
schiacciato dal peccato e dal male, dall’egoismo
e dalla paura, il Signore Risorto offre in pienezza il suo Amore che riconcilia, perdona, apre il
cuore alla speranza e lo trasforma in un tabernacolo di pace: «Quanto bisogno della misericordia di
Dio ha il mondo di oggi! In
tutti i continenti, dal profondo della sofferenza
umana, sembra alzarsi l’invocazione della misericordia. Dove dominano l’odio
e la sete di vendetta, dove
la guerra porta il dolore e
la morte degli innocenti, là
è necessaria la grazia della
misericordia, per placare le
menti e i cuori, e per far
scaturire la pace. Dove
viene meno il rispetto per
la vita e la dignità dell’uomo, è necessario l’amore
misericordioso di Dio, alla
cui luce si manifesta l’inesprimibile valore di
ogni essere umano. Abbiamo bisogno della
Misericordia per far sì che ogni ingiustizia nel
mondo trovi il suo termine nello splendore della
verità. […] Il messaggio dell’amore misericordioso di Dio giunga a tutti gli abitanti della terra
e ne riempia i cuori di speranza. Nella
Misericordia di Dio il mondo troverà la pace e
l’uomo la felicità. Affido questo compito a voi,
carissimi fratelli e sorelle. Siate testimoni della
Misericordia» (Giovanni Paolo II).
Via Crucis a Regalbuto
Sulla Via della Croce
Immettersi nel mistero della Passione di Gesù
di Maria Pia Rosso
M
artedì santo, 30 marzo 2010, si è
svolta nel paese di Regalbuto,
com’è tradizione ormai da tanti anni, la
Via Crucis cittadina, che quest’anno si è
snodata lungo il quartiere delle Grazie,
con partenza e conclusione dalla
Parrocchia di Santa Maria La Croce.
Tutto il percorso è stato illuminato con
numerose torce poste sulle mura sia a
destra che a sinistra e le 14 stazioni della
Via Crucis, realizzate in quadri di legno
dipinto, sono state collocate sopra degli
altarini illuminati e riccamente decorati
con fiori, lenzuola ricamate, tappeti.
Lungo il cammino, tra canti popolari riguardanti la passione di Cristo, la folla si soffermava
ad ogni stazione. Si leggeva un brano del
Vangelo, una meditazione riguardante la stazione ed infine una breve preghiera realizzata
come invocazione corale. Al termine della Via
Crucis si è fatto ritorno in Parrocchia, luogo da
dove si è partiti, per ricevere la benedizione e
per concludere con il bacio della croce che a
turno, durante la Via Crucis, è stata recata da
vari regalbutesi.
È una tradizione, questa, che permette ai
cittadini di Regalbuto, di vivere un momento
di preghiera e di meditazione profonda. Una
serata che aiuta i numerosissimi partecipanti
a immettersi, meditando le 14 stazioni della
Via Crucis, nel mistero della Passione di
Gesù Cristo, morto per amore nostro sulla
croce, per donarci la vita e per condurci al
trionfo della resurrezione.
GMG diocesana
Il canto più bello e che
si ascolta con maggiore
interesse è quello a più
voci. Così è anche per
raccontare una splendida
esperienza... una sola
voce non basta!
Ecco di seguito alcune
opinioni, riflessioni e speranze dei giovani che
hanno preso parte al
“Sabato delle Palme”:
***
“Non pensavo che la GMG
riuscisse a travolgere tutti questi giovani
ma, mi sbagliavo. È un’esperienza bellissima perché, non solo riesce a riunire tutti i
giovani di vari paesi che mostrano la loro
voglia di vivere e amare, come il Signore ci
ha insegnato, inoltre ci permette di approfondire la nostra fede.
amici della Diocesi. Ma è stato altrettanto
bello vedere come da uno momento di
divertimento tutti siamo passati al silenzio durante il pellegrinaggio e alla meditazione durante la veglia! Il Vescovo è fantastico! È uno di noi! Non solo si è unito
nel trenino umano in piazza... ma ha anche
letto le nostre lettere...e ci ha risposto!”
(Antonio, Micaela e Felicia da Nicosia)
***
“È stata un’esperienza stupenda!
Divertente in piazza e
profonda a S. Maria
Maggiore. Per quanto
riguarda la Missione
Popolare dei Giovani,
non riesco a immaginare come sarà...ma sarà
sicuramente un’esperienza bellissima!”
(Chiara da Nicosia)
Questi avvenimenti, come la GMG, sono il
termometro della nostra vita spirituale: è
proprio nelle difficoltà che viene fuori il
nostro carattere; è lì che realizziamo se stiamo facendo sul serio con Dio o se viviamo
ingannandoci... perchè è proprio nelle difficoltà che Dio ci dà l’occasione di sperimentare la sua vicinanza, forza e potenza; ci permette di seguire il Signore senza aver
paura. La pace non può esserci trasmessa
perchè, nessuno la possiede. Solo il Signore
può darci la vera pace... però questi eventi
ci fanno provare questa sensazione di pace
di felicità. Queste sono quelle esperienze
che non si dimenticheranno mai nella vita.”
(Elisa da Regalbuto)
Questo è solo un assaggio... continueremo
con le vostre voci nel prossimo numero...
***
Durante la Santa Messa che ha preceduto la
via Crucis, celebrata nella Parrocchia di Santa
Maria, il Parroco Sac Giuseppe Cardaci ha
invitato i fedeli a non limitarsi però solamente ad accompagnare la croce lungo le strade
del nostro paese, cosa che si rivela piuttosto
facile, ma ad accogliere e ad accettare con
amore la croce che ciascuno di noi porta con
sé nella vita, sull’esempio di Gesù obbediente.
Tante sono le croci che ogni uomo può
avere nel cammino della vita, ma la forza che
viene dalla fede e la certezza che Gesù non ci
abbandona mai ci fanno essere sicuri che possiamo giungere ad abbracciare la croce e ci
conducono a celebrare e a vivere il triduo
pasquale, culmine e cuore dell’Anno
Liturgico, con un nuovo vigore e una nuova
speranza che iniziano a crescere nel nostro
cuore e ci fanno essere certi che “Nel Signor
chi si confida, Col Signor risorgerà”.
“Secondo noi è stata una giornata bella!
Profonda per quanto riguarda il momento
con il vescovo e divertente e di condivisione durante l’accoglienza”.
(Stefania, Arianna, Federica,
Marinella e Giordana da Leonforte)
***
“Una fantastica giornata...al divertimento
è stato associato un momento di crescita
ed è fondamentale per noi giovani crescere divertendosi...le parole del vescovo
sono state incisive e ci hanno fatto riflettere molto.... per quanto riguarda la missione è sicuramente una sfida ardua ma
con la simpatia del nostro vescovo e la
volontà dei giovani ce la faremo...”
(Francesca e Sabrina da Nicosia)
...in DIALOGO
periodico della Diocesi di Nicosia
n. 1/4/10
Direttore Responsabile Pietro Antonio Ruggiero
Direzione e redazione Largo Duomo, 10
94014 Nicosia (EN) - Tel./Fax 0935 646040
[email protected]
Amministrazione Tel./Fax 0935 646040
Grafica e Impaginazione Stefano Manuele
***
“È stata una giornata bellissima! Durante
la festa hawaiana ci siamo divertiti tantissimo ed è stato bello ritrovarsi con gli
Autorizzazione Tribunale di Nicosia n. 1/06 del 19-12-06
Stampa Villaggio Cristo Redentore S.r.l.
Z.A. “L. Grassi” - C.da Camatrone - 94018 Troina (EN)
Tel. 0935 657813 / 657398 - Fax 0935 653438
...in DIALOGO
Chiesa
7
Aprile 2010
continua da pag. 1
Il Forum, come ha
ricordato il Card.
Rylko, presidente
del Pontificio consiglio per i laici, rappresenta una grande esperienza di Chiesa
Universale, ma anche un’opportunità per
tutti i giovani di riflettere ed esprimersi su
argomenti che stanno a cuore della Chiesa.
Quest’anno, in particolare, l’attenzione è
stata posta sul tema dell’amore.
Con l’aiuto dei vari relatori, ospiti, testimoni, in quattro giorni di lavoro si è realizzato un percorso di riflessione sull’amore
umano, declinandolo nelle sue diverse
dimensioni: vocazione, matrimonio, sessualità, famiglia, vita consacrata e sacerdozio. Dalla riflessione sulle premesse, l’attenzione si è poi spostata sul tema della preparazione al matrimonio attraverso la presentazione di diversi percorsi formativi.
Molto significativa la Lettera cha il Santo
Padre Benedetto XVI ha inviato ai partecipanti al X Forum, nella quale ha affermato
che: «l’uomo è fatto per amare e che la sua
vita è pienamente realizzata solo se vissuta
nell’amore». Il Papa ha esortato i giovani « a
scoprire la grandezza e la bellezza del
Matrimonio: la relazione tra l’uomo e la
donna - ha sottolineato- riflette l’amore divino in maniera del tutto speciale, perciò il
vincolo coniugale assume una dignità
immensa». «In un contesto culturale in cui
molte persone considerano il Matrimonio
come un contratto a tempo che si può infrangere, è di vitale importanza comprendere
che il vero amore è fedele, dono di sé definitivo. Poiché Cristo consacra l’amore degli
sposi cristiani e si impegna con loro, questa
fedeltà non solo è possibile, ma è la via per
entrare in una carità sempre più grande».
L’amore, dunque, quello vero, quello non
banalizzato e svuotato di ogni suo più grande
significato è ancora possibile, non è un ‘utopia? La risposta all’interrogativo sembra
darla il Card. Stanislaw Rylko, quando nell’intervento conclusivo del Forum ha affermato: «Non credo che matrimonio e famiglia, che si fondano sull’amore, siano realtà
ormai superate e senza futuro. Anzi, l’amore che Cristo ci insegna è bello e possibile:
vale la pena puntarci tutta la vita ».
Scegliere di rispondere a una chiamata che
duri per tutta l’esistenza, tuttavia, oggi
sembra forse più difficile di ieri, nello scenario di una «emergenza educativa». Ma quali
le cause di questa situazione? « Innanzitutto,
l’incapacità degli adulti di trasmettere alle
giovani generazioni valori e regole fondanti.
Testimoni digitali
Avviso ai “naviganti”
di Vincendo Grienti
I
C’è una preoccupante scarsità di ambienti
educativi veri, di saldi riferimenti e modelli
positivi cui ispirarsi», fa notare Rylko. Non
manca un ripiegamento verso «un individualismo esasperato e sempre più diffuso», che
genera «narcisi ermeticamente chiusi, incapaci di relazionarsi con gli altri, specialmente con le persone dell’altro sesso, e anche
affettivamente immaturi». Così optare per la
«scuola dell’amore» autentico richiede
indubbiamente «il coraggio e la forza di
andare controcorrente, ma non mancano i
giovani che sono ancora capaci di scegliere
l’amore vero come loro programma di vita e
che ne vanno fieri».
I tempi di lavoro, di incontro e di svago si
alterneranno a tempi di preghiera e di celebrazione, al cui culmine si pongono gli
incontri con Sua Santità Benedetto XVI per
il XXV anniversario della Giornata Mondiale
della Gioventù, giovedì 25 marzo, la
Venerazione della Croce dei Giovani e
l’Adorazione Eucaristica notturna e la celebrazione della Domenica delle Palme in
Piazza San Pietro.
A colpire i delegati, l’immagine di una
chiesa viva, giovane, universale, che si
interroga sui problemi degli uomini e trova
nella Parola di Dio, nella preghiera, nella
Celebrazione Eucaristica le risposte alle
proprie domande. Nella diversità di cultura e
di carismi, i giovani hanno scoperto di essere uniti nello Spirito Santo e nella fede e
questa unione da il coraggio di aspirare a
cose “alte” e “belle” per la propria vita.
l primo avviso ai “naviganti” della Rete è stato
lanciato il 24 gennaio scorso con l’attivazione
del sito internet www.testimonidigitali.it. La
risposta dal web è stata immediata: e-mail, telefonate e sms ricchi di spunti di riflessione, di
suggerimenti ma anche le prime richieste di
informazioni al desk della segreteria sulle modalità di iscrizione al convegno nazionale
“Testimoni digitali. Volti e
linguaggi nell’era crossmediale” (Roma dal 22 al
24 gennaio 2010). A meno
di quindici giorni dal convegno promosso dalla
Commissione episcopale
per la cultura e le comunicazioni sociali ed organizzato dall’Ufficio nazionale
per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei il sito dell’importante appuntamento romano che radunerà oltre mille convegnisti e circa 8mila persone
nell’Aula Paolo VI, ha già registrato oltre
120mila accessi nell’ultimo mese. Per il convegno il sito cambierà nuovamente interfaccia grafica e trasmetterà in diretta on line le quattro
sessioni che potremmo sintetizzare in altrettanti nodi e questioni che verranno affrontate: tecnologica, antropologica, teologica e pastorale. Il
sito web è strutturato secondo alcuni criteri di
usabilità e immediatezza ed è una piattaforma
caratterizzata da un deisgn e da una struttura
che offrirà contenuti informativi prima, durante,
ma anche dopo il convegno di aprile. Grazie alla
sinergia in atto con i media collegati alla Cei
sono disponibili i servizi televisivi e radiofonici
di Tv2000 (www.tv2000.it) e Radio InBlu
(www.radioinblu.it), gli approfondimenti del quotidiano Avvenire (www.avvenire.it), i lanci, gli
speciali e le interviste curate dall’Agenzia Sir
(www.agensir.it) ma anche diversi contenuti realizzati autonomamente dallo staff di chiesacattolica.it. Stare al passo con il mondo del web 2.0 è
stata un po’ la mission del sito internet che
sfrutta le opportunità offerte dai social network
senza dimenticare però l’importanza e il significato delle tradizioni cristiane. Ne è un esempio
l’immagine della testata
che fa riferimento alla
Cappella Sistina intesa
come medium e come
messaggio. “Due caratteristiche della Cappella
Sistina la avvicinano alla
televisione di oggi:
l’esperienza immersiva
in cui è trasportato chi vi
entra, avvolto e sovrastato da immagini grandiose, e il carattere tattile di questa esperienza
generato - si legge nella descrizione in home
page del sito - secondo la nota definizione di
“tattilità” di Marshall McLuhan da un coinvolgimento profondo di tutti i sensi, e da una “traduzione” delle percezioni da un canale sensoriale
all’altro, in particolare dalla vista al tatto e viceversa, in modo tale da intensificare il rapporto
con l’ambiente”. Altro link molto importante per
gli operatori delle comunicazioni sociali è lo
dedicato all’ufficio stampa (con la possibilità di
accreditamento on line da parte dei giornalisti).
Infine l’area “mediacenter” che contiene contenuti video-audio e gallerie fotografie sulle tematiche riguardanti il mondo dei mezzi di comunicazione sociale e le nuove tecnologie.
Interessante l’area “rassegna stampa” con gli
articoli di opinionisti, intellettuali ed esperti del
web sul ruolo e sull’impatto di Internet nella
società e sull’informazione.
...in DIALOGO
8
Aprile 2010
Un click per te
La Polizia “in piazza” per la sicurezza
L
a Polizia di Stato è scesa in piazza per parlare ai cittadini di sicurezza in Internet.
L’evento: “C’è più sicurezza insieme! 1 click x
te”, inaugura così la prima giornata nazionale
della sicurezza sul web.
Un progetto che ha visto protagonisti molti
giovani studenti in più di 20 piazze italiane, da
Trieste a Palermo e che ha lo scopo di aiutare
tutti gli internauti nostrani a difendersi dai pericoli e dalle insidie che si nascondono nella Rete.
Gli specialisti della Polizia Postale hanno
accolto negli infopoint allestiti nelle piazze
d’Italia migliaia di utenti del web per mettere a
disposizione la loro esperienza e competenza
per dare consigli su un uso più consapevole di
Internet.
Un intenso lavoro di educazione sostenuto
anche dai molti volti noti coinvolti nell’iniziativa:
cantanti, comici, personaggi dello spettacolo.
L’evento clou dell’iniziativa è un concerto,
quest’ultimo giunto ormai alla sua quinta edizione, al Gran Teatro di Roma.
Il prefetto Antonio Manganelli, capo della
Polizia, ha spiegato: «dobbiamo dire ai giovani
che questa scoperta straordinaria di Internet è
uno strumento che va usato per divertirsi, per
studiare, per lavorare, ma nasconde delle insidie. Abbiamo usato la musica perché la musica
è emozione e, a volte, riesce a comunicare più
delle parole». Per sostenere l’iniziativa anche
su web, la Polizia ha chiesto aiuto ad uno social
network, Msn, che ha creato una pagina ad hoc
con video-interviste, notizie ed i consigli per
una navigazione al sicuro da ogni pericolo.
Non si è parlato solo di educazione alla sicurezza, ma anche alla legalità in Rete. “Certo –
ammettono gli organizzatori - il web è utile per
le ricerche di scuola ma anche per passare
allegramente il tempo libero, tuttavia scaricare
illegalmente materiale da internet non solo è
illegale, ma danneggia il lavoro di molte persone».
A. R.
Terremoto Abruzzo
RU486
Ricominciare dalle Macerie
Un anno dopo a l’Aquila
U
na lunga fila di fiaccole che sembrava
non finire mai ha attraversato silenziosa
le vie del centro storico di L’Aquila, così la
città ricorda, a un anno esatto, il terremoto
che l’ha devastata: erano le 3.32 del 6 aprile
2009.
Un cammino silenzioso senza slogan, ne
simboli, segnato solo da alcuni cartelli in cui
si chiedeva “giustizia” e dalle foto delle vittime portate da amici e famigliari. Tra queste
anche quelle degli otto giovani morti nel
crollo Casa dello Studente in via XX settembre. E’ lì che si è diretto un piccolo gruppo di
persone, fuoriuscito dal corteo principale,
prima dell’arrivo in piazza Duomo dove sono
stati letti i nomi delle vittime. Alle 3.32, ora
esatta del sisma, 308 rintocchi di campana
hanno rotto il silenzio: un rintocco per ogni
persona rimasta uccisa. Al termine della
commemorazione i cittadini si sono diretti
verso la basilica di Collemaggio, dove l’arcivescovo di L’Aquila, mons. Giuseppe
Molinari, ha presieduto la celebrazione di
suffragio per le vittime.
“Perché non sperare – ha spiegato mons.
Molinari - che questa tragedia possa segnare una reale e quasi inevitabile divisione tra
un mondo vecchio, deformato dall’egoismo,
e un mondo nuovo trasfigurato dall’amore e
dalla bellezza? Ce lo chiedono i nostri morti,
ce lo chiedono i nostri ragazzi e i nostri giovani. Ce lo chiede la nostra coscienza. Ma,
Prevalga il buon senso
Le Regioni non possono assumere posizioni contrapposte
soprattutto, la nostra fede!” “Anche dalla
nostra immensa tragedia – ha proseguito
l’arcivescovo - il Signore della vita, possa far
nascere un popolo nuovo, uomini e donne
capaci di riconoscere il vero bene di tutti, e
gioiosamente appassionati nel costruire una
città nuova, L’Aquila del futuro che tutti
vogliamo costruire con le nostre mani, il
nostro cuore e la nostra mente. Ma soprattutto con la nostra fede e la nostra speranza”.
Prima della conclusione della celebrazione
il vescovo ausiliare di L’Aquila, mons.
Giovanni D’Ercole, ha letto il messaggio
inviata da Papa Bendetto XVI. “Il Santo
Padre Bendetto XVI – scrive il Segretario di
Stato, cardinal Tarcizio Bertone - desidera
esprimere alla Chiesa aquilana e alla comunità civile sentimenti della Sua spirituale
vicinanza e rinnovare fervido incoraggiamento per una ricostruzione umana e sociale fondata sulla salda roccia della fede in
Cristo risorto e, mentre esorta a custodire
sempre secolare patrimonio religioso e
morale del nobile popolo abruzzese, assicura
speciale ricordo nella preghiera invocando la
celeste intercessione della beata Vergine
Maria e dei Santi Patroni”. Al termine della
funzione i fedeli hanno lasciato la basilica
perdendosi per le strade di una città ancora
ferita, nelle mura e nell’animo.
M.L.
D
a pillola a pillola il passo è breve. In
principio fu la pillola anticoncezionale
(1961), ora è il tempo della Ru486, la pillola abortiva. Il ciclo si è aperto e si è chiuso:
separata la sessualità dalla procreazione,
ora si tenta di riportare l’aborto nella
dimensione privatissima della vita personale della donna con la domiciliarizzazione
dell’interruzione di gravidanza. Quando ci
si accosta al tema della Ru486, ovvero dell’aborto chimico, bisogna avere coscienza
che la sua introduzione nel sistema sanitario pubblico italiano sta ponendo un nuovo
mattone in quell’autentica rivoluzione
antropologica cominciata tanti anni fa.
Pertanto, guai a parlare di Ru486 come se si
trattasse di una pillola qualunque. Anzi.
Ma occorre farlo mettendo in campo un
sovrappiù di freddezza e di rigore logico.
Quanto serve per prendere atto che ancora
una volta si dovrà fare ricorso al criterio,
rispettabilissimo, della “riduzione del
danno”. Ovvero, fare appello alla legge 194
e alle sue procedure di garanzia nei confronti delle donne e in particolare di tutela
della loro salute, perché il percorso dell’aborto chimico avvenga comunque fra le
mura ospedaliere. Garantendo così che la
donna non sia sola nell’attesa dell’espulsione del feto, e che si possa intervenire tempestivamente in caso di malaugurati eventi
avversi (compreso il rischio di morte), già
registrati purtroppo in tutto il mondo, ma
regolarmente minimizzati dai sostenitori
italiani dell’aborto chimico. Eppure, anche
questa forma di garanzia non è detto che
venga applicata uniformemente su tutto il
territorio italiano. Basta pensare a quanto
sta accadendo in queste ore in Puglia,
prima regione a sperimentare la Ru486 in
regime di day hospital: le donne potranno
così allontanarsi dalla struttura ospedaliera
per attendere l’evento abortivo a casa propria, in sostanziale solitudine. Il che ci fa
dire, con ragionevolezza che, fermo restando il rifiuto dell’aborto da parte dei credenti, resta un problema di uniformità nell’utilizzo della Ru486 nelle strutture pubbliche.
Pertanto va incoraggiato l’impegno a individuare un protocollo unitario che valga per
tutto il territorio nazionale. Un passaggio
difficile e tortuoso, sul quale si misurerà
non solo la capacità di persuasione del
governo centrale che già si è espresso
apertamente per il percorso ospedaliero
dell’aborto chimico, ma anche l’avvedutezza e la ragionevolezza di tutte le
Regioni italiane.
Il buonsenso dovrebbe suggerire il ricovero ordinario in ospedale. Ma alle volte in
Italia il buonsenso diventa merce rara.
D. D. F.