InDialogo aprile 2010
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InDialogo aprile 2010
...in DIALOGO periodico della Diocesi di Nicosia L’amara sorpresa per i lavoratori “Maestro cosa devo fare...” 2 EDITORIALE Aprile 2010 Avviso ai naviganti di Anna Maria Proiti 5 7 di Vincendo Grienti L’economia senza etica è “diseconomia” Feroce onda mediatica Crisi ed etica di Pippo Castiglione di Nicola Costa Prendere coscienza come cittadini della gravità della crisi non solo economica, ma anche sociale, culturale e persino morale F orse questa è stata la Pasqua più dura di Benedetto XVI. All’amara verifica di quanto detto in quella storica Via Crucis del 2005 (“Quanta sporcizia nella Chiesa!”) si aggiunge una disgustosa operazione di caccia cui partecipano da diverse angolazioni la stampa laica e le lobby dei nuovi diritti. Quelli strascorsi sono stati giorni di piombo e furore nei mezzi di comunicazione e Pietro è stato di nuovo in mezzo alla tempesta. Con una precisione da orologiaio, sono uscite alla ribalta alcuni casi perfettamente calibrati come le bombe che inseguono il loro obiettivo. E’ di qualche giorno fa la lettera che il Santo Padre ha indirizzato ai cattolici dell’Irlanda per esprimere lo sgomento per gli abusi sessuali commessi sui giovani da parte di esponenti della Chiesa e per il modo in cui essi furono affrontati dai vescovi irlandesi e dai superiori religiosi. La stampa intanto, ormai da settimane, continua a tirar fuori vecchie storie in Olanda, Germania e Austria, molte delle quali giudicate e archiviate venti o trenta anni fa. Materiale infiammabile per costruire una storia tanto sporca quanto falsa. Si cerca di fissare nell’immaginario collettivo la figura di una Chiesa che non è più solo un corpo estraneo nella società, ma una sorta di mostro la cui proposta morale e la cui disciplina interna portano i propri membri verso l’anormalità e gli abusi. Sì, questa è la Chiesa che ha educato l’Europa al riconoscimento della dignità umana, all’amore per il lavoro, alla letteratura e al canto, è quella che ha inventato gli ospedali e le università, quella che ha forgiato il diritto e ha limitato l’assolutismo... ma questo ora non importa. E con la stessa gioia con cui alcuni si danno da fare per rimuovere i suoi simboli dagli spazi pubblici, altri si stanno preparando a demolire la sua immagine. La sproporzione fra le accuse e la realtà è troppa per non vedere la volontà di addossare alla Chiesa l’immagine di una sorta di ‘cupola’ opaca, che sa e non vede, che è informata e finge di ignorare. Quasi come se la dolorosa e limpida lettera di Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda ammettendo le colpe di alcuni sacerdoti, [ . . . lo ribadiamo !] e le mancanze di una Chiesa locale, avesse risvegliato un rancore inespresso ma aspro, un’ansia di lanciare accuse gravi e non provate contro la Chiesa tutta, e il Papa per primo. C’è un sentore quasi di voglia di lapidazione in certi titoli forzati, sparati e subito ripresi da altre testate: come quando tra bande di ragazzi si decide all’improvviso che ‘quello’ è il nemico, e insieme lo si attacca. Perché? Noi non sappiamo di complotti. Abbiamo invece il dubbio di trovarci di fronte a una di quelle onde mediatiche che a volte traversano l’informazione: gli episodi di pedofilia in Irlanda, denunciati dallo stescontinua a pag. 2 È alquanto difficile affrontare la crisi economica in atto, ma è doveroso almeno tentare di delinearne i tratti principali, per prendere coscienza come cittadini della sua gravità non solo economica, ma anche sociale, culturale e persino morale. Sempre più incessante è l’esigenza di ricominciare a chiederci dove stiamo andando, quali sono i progetti dell’umanità per il suo futuro. È nei momenti di crisi che parole come “sviluppo umano”, “bene comune”, “dignità dell’uomo”, “giusta retribuzione”, si manifestano, anche ai più distratti e indifferenti, in tutta la loro concretezza. La crisi che stiamo vivendo è una crisi strutturale e mondiale. I suoi effetti iniziali si sviluppano all’interno del settore finanziario, ma le sua cause partono dal sistema produttivo e i suoi effetti di medio-lungo periodo riguardano l’economia reale e quindi la società intera. E’ una crisi nella quale emerge tutta la fallacia di un’economia dominata dal libero mercato che, lasciato a se stesso, porta inefficienza ed iniquità. Il mercato non può da solo produrre principi etici. Il mercato “respira” i valori etici (o i disvalori) in cui la società crede, che le istituzioni e la classe dirigente praticano e difendono. È stato scritto che occorre ripensare “il contratto sociale tra stato e mercato”. È possibile e auspicabile che in una società complessa come la nostra ci sia ampia facoltà di autoregolazione? La libertà è il sale della vita e anche dell’economia. Ma maggiore è l’autonomia concessa, maggiore deve essere la capacità dello stato di controllare ed eventualmente d’intervenire. Senza il bilanciamento tra due forze non c’è equilibrio. Dal punto di vista sociale, vi è stata una crescente sperequazione non solo tra lavoro e capitale ma anche tra lavoratori dipendenti e grandi manager strapagati, ed in generale un incremento della distanza tra ricchi e poveri. Dal punto di vista economico, si è innescato un processo perverso di crescente finanziarizzazione dell’economia: da una parte si è sviluppato in modo vigoroso il settore finanziario per convogliare i risparmi dei “ricchi” verso nuove opportunità di guadagno, in quanto il calo dei consumi dovuto alla perdita di potere d’acquisto dei lavoratori rende meno redditizi gli investimenti “reali”, d’altra parte, proprio per evitare il crollo di quest’ultimi, si sono incentivati i consumi attraverso l’indebitamento delle famiglie. E’ all’interno di questo quadro, che hanno preso vita speculazioni immobiliari, strumenti finanziari innovativi sempre più complessi, società “d’avventura”. La finanza non è più al servizio dello sviluppo economico, distribuendo la ricchezza tra risparmiatori e investitori, bensì è Inaugurata la comunità fondata da P. Orazio Macchione Comunità di Emmaus Un luogo aperto a tutti dove si impara a capire l’altro a non avere paura della diversità di G iovedì 18 Marzo si è svolta l’inaugurazione della Comunità di Emmaus alla presenza di Sua Ecc. Rev. Salvatore Muratore, Padre Orazio Macchione, il fondatore della Comunità, i Sindaci di Nicosia e di Nissoria e con la partecipazione di numerose persone che come sempre sono state disponibili ad accogliere l’invito di Padre Orazio. E’ stato bello vedere tante persone riunite, partecipare con così tanto entusiasmo: le famiglie i cui bambini erano particolarmente felici, ma anche persone di diversa età tutti insieme con una sola voce in comune:ringraziare Dio per questa struttura e per questa grande idea che ancora una volta Padre Orazio ha avuto. Anche Dio ha voluto manifestare la sua presenza grazie alla bella giornata di sole simile al calore della gente presente. continua a pag. 5 divenuta serva dell’accrescimento del profitto fine a se stesso. Che cosa ha dunque indebolito la credenza in principi etici oggettivi e condivisi? C’è stato un indebolimento nel corso degli anni dei valori come la famiglia, innanzitutto, ma anche le istituzioni, la scuola, le università, la chiesa, gli stessi mezzi di comunicazione sociale quando hanno cominciato a fare a gara tra loro per veicolare modelli di consumo e stili di vita cavalcando l’audience. L’educazione, compresa la dura ma lungimirante educazione alle regole e alle regole della libertà, ha sempre meno interpreti che la sappiamo assicurare con autorevolezza. Questo genere di autorevolezza conta poco. In ogni caso, per quanto riguarda i valori di riferimento, la storia ci insegna che ad emergere chiaramente sono quelli irrinunciabili per la società di oggi e di domani: il rispetto del prossimo, la solidarietà, la correttezza, la trasparenza, il senso di responsabilità e il senso del limite che sono i veri fondamenti della libertà. Per quanto riguarda le azioni che possono aiutarci per lo meno a difendere questi valori, il vero pilastro è rappresentato dall’educazione e dalla formazione, che sono indispensabili per un vero salto di qualità del sistema. Don Sturzo asseriva che l’economia senza etica è “diseconomia”, ossia lo sviluppo economico deve essere sostenuto da una base valoriale forte e condivisa altrimenti gli egoismi senza scrupoli dei singoli si trasformano alla lunga in fallimenti collettivi, come sta accadendo. Ma né l’Italia nè, purtroppo, l’Europa offrono oggi le condizioni per ricostruire una tale base: per il logoramento dei valori che l’Italia patisce e per l’incapacità dell’Unione di costruire una comunità di cittadini europei. Scelti due delegati della Diocesi di Nicosia per rappresentare la CEI al X Forum Internazionale dei Giovani Imparare ad amare «L’amore che Cristo ci insegna è bello e possibile: vale la pena puntarci tutta la vita» di Marzia Carrubba “I mparare ad amare”, è il tema scelto per il X Forum Internazionale dei giovani che ha avuto luogo dal 24 al 28 marzo a Rocca di Papa. L’evento promosso dal Pontificio Consiglio per i laici ha coinvolto circa 250 giovani delegati, dai 20 ai 30 anni, provenienti da circa 90 Paesi dei 5 continenti, e da una trentina di Movimenti, Associazioni e Comunità internazionali. A rappresentare la Conferenza Episcopale Italiana all’evento tre delegati: Marzia Carrubba, Sandro Mauro (Diocesi di Nicosia) e Annamaria Guerrieri (Diocesi di Potenza). continua a pag. 7 ...in DIALOGO 2 Aprile 2010 Editoriale Stanchi di vane promesse L’amara sorpresa per i lavoratori dell’ospedale di Leonforte Il cappellano dell’ospedale: «non si giochi sulla testa dei più poveri» S i avvicina la festa cardine della cristianità, sempre rinnovando il suo immutabile messaggio di riscatto spirituale ma anche umano. Per molti lavoratori del P.O. di Leonforte – vittime di un ridimensionamento che risponde ad esigenze di rigore numerico e ricerca di interessi economici , piuttosto che di rispetto della dignità umana nel mantenimento del posto di lavoro faticosamente conquistato e difeso– essa verrà associata all’idea di un uovo di Pasqua dall’amara sorpresa. L’ultimo tocco è stato dato ad Enna ma la sua ideazione e l’accuratezza riservata ad ogni particolare risiedono in alto, molto in alto. fine ha fatto la cifra destinata a tale acquisto?E delle donazioni delle quali si erano impegnati i comuni limitrofi con sacrificio e che erano pronti a versare che risposta dovrò dare? Chi dobbiamo ringraziare nei titoli di coda di questo triste spettacolo al quale assistiamo impotenti? Si profila per noi un nuovo esodo? Ci sovviene l’Egitto, Babilonia..Ma dove andare quando anche l’opulento Nord annaspa tra mille problemi e lascia chiaramente vedere una profonda crisi? Da quale parte trovare un appiglio per aggrapparci? A destra, sinistra, centro? Tutti capaci di elargire evanescenti promesse, labili proposte e al momento oppor- con cura e amore le piccole comunità, le uniche ancora in grado di arginare tanti mali delle realtà metropolitane, dove i valori soccombono a vantaggio del cieco interesse! A chi sta confezionando l’uovo di Pasqua un ultimo appello: la sorpresa all’interno, può ancora essere cambiata ? Noi lo apriremo con paura e trepidazione, ma soprattutto con la speranza di poter inviare un grande grazie, non sappiamo a chi, ma vorremmo proprio farlo. Dimenticavo quasi di presentarmi: sono il cappellano dell’ospedale, ma forse ancora per poco. Non dovrei avere timori dal momento che godo di protezioni in alto…Ma dal momento che mi è stato sussurrato da chi ne sa certamente più di me, e per giunta ridendo, comincio a crederci e a preparare il fagotto anch’io. Spero proprio che queste parole spese per una causa certamente giusta, siano come il fiore che, sebbene nascosto tra l’erba, rivela la sua presenza spargendo il suo profumo. Il Cappellano dell’ospedale F.B.C. continua da pag. 1 so Benedetto con una accorata richiesta di verità e giustizia, usati come anello di una catena che va a cercare singoli episodi, ora veri ora dubbi, ora vecchi di trenta o cinquant’anni, in cui gli accusati spesso sono morti; e serra l’uno all’altro gli anelli, fino a farne una catena vera, da prigionieri, che mette addosso ai sacerdoti cattolici, tutti, alla Chiesa, tutta. Di ‘onde mediatiche’ se ne creano spesso, come se i media amplificassero se stessi in un gioco incontrollabile di echi. Ma questa volta si avverte in alcuni almeno una frenesia strana di lanciare il sasso, di sporcare, di insinuare che, in realtà, coloro agiscono nel nome di Cristo sono poi uguali a noi, e anzi molto peggiori. Il che talvolta tragicamente può essere vero. Ma non cambia la essenza della Chiesa, il suo essere corpo di Cristo, pure fatto di uomini peccatori. Che strana, livida voglia di fango emerge da certi titoli, dalla realtà piegata e costretta nei propri disegni. Viene in mente l’Eliot dei Cori da «La Rocca», viene in mente quella Straniera che non è amata dagli uomini – perché è «la Testimone»: «Colei che ricorda la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare». La Chiesa, che ancora pretende di affermare che esiste un Bene, e un Male. Che questo dia fastidio? Sembra diretto ai nostri giorni la profezia di Eliot, siamo noi, forse, «gli uomini che deridono/ tutto ciò che è stato fatto di buono». Presentazione del libro: Filippo di Agira La storia, le opere e i manoscritti sul Santo “persecutore di demoni” E’ vana fatica cercare responsabilità, nomi, negligenze, fini reconditi e, peggio ancora, loschi interessi... Individuare tutto ciò genererebbe solo una misera soddisfazione! Buona parte delle responsabilità – a dire il vero – le abbiamo tutti quanti, dal momento che impariamo molto presto a mandar giù ingiustizia su ingiustizia, fino a quando esse si nutrono, ingrassano e ingigantiscono tanto da trasformarsi da semplice diffusissimo degrado fino a veri e propri mostri: catastrofi ambientali, negazione dei più semplici e inalienabili diritti umani e via dicendo. Dai mass media montagne itineranti e paesi isolati dalle frane, alluvioni e desertificazioni, Haiti, Cile, Medio Oriente e barconi che affondano col loro carico di speranza e disperazione, urlano una richiesta di giustizia a coscienze troppo sorde per raccoglierla. Anche noi, piccola comunità la cui vita dipende strettamente dalle sorti del presidio ospedaliero di Leonforte, abbiamo una grave colpa. Abbiamo ritenuto forza sufficiente, baluardo inespugnabile la nostra fiducia, mentre lentamente, impercettibilmente, ma anche inesorabilmente, scivolavamo verso la più ingiustificabile credulone ria. Assistiamo ad una lotta senza nomi, senza eroi, senza accuse ma indubbiamente rivolta contro gli ultimi. Tra i farmaci del nostro P.O. non abbiamo trovato il vaccino contro la menzogna. Popolo dalla memoria corta crediamo ancora nella coincidenza di “bello e buono”. In verità dalla bellezza siamo stati proprio sommersi: belle idee, belle promesse, belle parole, bellissime …delusioni. Sembra fare eco alla canzone di Mina, a dire il vero “ datata”, ma più che mai attuale. La promessa di dotare l’ospedale della macchina per effettuare la risonanza magnetica è svanita in seguito alla delibera del precedente direttore generale, ma –è lecito chiedere- che tuno formulare concrete richieste. Non penso sia opportuno scomodare la Sacra scrittura per ricordare a quanti abbracciano l’avventura politica che loro precipuo compito è quello di ricercare il bene pubblico. Nel caso attuale si tratterebbe di evitare, per tante persone, una caduta a picco nella disperazione, in fondo, non si chiedono che briciole. Purtroppo anche queste ci vengono negate! E irrinunciabile, almeno, indagare sul perché si sia assunta una decisione cosi drastica e inspiegabile sul P.O. di Leonforte, sui suoi lavoratori e su tutte le famiglie che da esso traggono il proprio sostentamento. Riguardo la causa della difesa del P.O. di Leonforte abbiamo, a dire il vero, raccolto tanta solidarietà. Ma di proposte positive e reali niente! Mi chiedo:a chi sarebbe opportuno recapitare questo mio sfogo? Non mi viene in mente nessuno, nessuno capace di non far cadere nel nulla tanta amarezza e tanti drammi personali. E sì, è di drammi personali , e ciascuno diversissimo dall’altro, che si tratta. Auguro in cuor mio, da inguaribile ottimista, che questa riflessione giunga al cuore di qualcuno che possa fare qualcosa. Di qualcuno con un residuo di sensibilità, che gli suggerisca di considerare quanti posti di lavoro sono in ballo, quante famiglie tribolano minacciate da una povertà invisibile che avanza. Occorre ancora una volta riflettere sul fatto che una parte dell’Italia, che definiamo una e unita, sarà di nuovo costretta a fare le valigie, stavolta non di cartone ma taroccate ad inseguire le grandi firme, ma sempre di valigie e precarietà si tratta. Il mio è solo uno sfogo, non voglio accusare nessuno, è, piuttosto una richiesta d’aiuto a 360 gradi: che non si giochi sulla testa dei più poveri, degli ultimi, di quelli che, tutto sommato portano il carico più grave, che silenziosamente e anonimamente servono soprattutto nei ruoli meno ambiti!Difendiamo S abato 8 maggio 2010 alle ore 18.30, presso il salone della chiesa Reale Abbazia di Agira (Enna), verrà presentato il libro: Filippo di Agira - La storia, le opere e i manoscritti sul Santo “persecutore di demoni”. Una ricerca affascinante e appassionata sulla storia e la leggenda di San Filippo, persecutore di demoni e virtuoso dispensatore di miracoli nonché patrono della città di Agira in provincia di Enna. L’autore ha voluto indagare a fondo sulla vita di questo santo fuori dal comune riuscendo a recuperare notizie inedite dai meandri della biblioteca Vaticana e Vallicelliana e dalle polverose librerie antiquarie sparse per l’Europa. E’ uscito fuori un testo scorrevole, scritto in maniera chiara e versatile, “colorato” da immagini realizzate da fotografi professionisti che hanno in tal modo ricordato la figura di Filippo il grande, vera e immortale gloria di Agira. Una straordinaria parabola per tutti i credenti di oggi, una storia semplice e a tratti una favola incantevole. Un viaggio alla ricerca dei valori profondi che portano al vero significato dell’esistenza. Una storia di miracoli e di battaglie vinte contro il diavolo, una perla strappata ai segreti più reconditi della storia, un dono che lo scrittore intende fare a coloro che sanno esplorare con il cuore la magia che si cela dietro il mistero di Dio. Un libro però anche dal valore essenzialmente culturale, punto di riferimento importante per tutti i devoti e gli studenti e perno fondamentale nella riflessione teologica sui Santi della Chiesa Cattolica. Alla presentazione del testo interverranno l’editore Salvo Bonfirraro, il giornalista Angelo Lombardo, Padre Pietro Scardilli e Gaetano Amoruso autore del libro. ...in DIALOGO Terza Pagina 3 Aprile 2010 Comunicazione e New Media Musica e cultura Il canto dell’anima VIII edizione della Rassegna Internazionale di canto devozionale nell’area del Mediterraneo di Gaetano Algozino N ell’elegante cornice ottocentesca del Teatro Margherita di Caltanissetta si è svolta, con grande partecipazione di pubblico e ampio consenso della critica, l’ottava edizione della Rassegna Internazionale di canto devozionale nell’area del Mediterraneo “Il Canto dell’anima” organizzata e diretta dai fratelli Lorenzo ed Enzo Mancuso, prestigiosi testimonial della cultura siciliana all’estero. Quest’anno, il tema della rassegna è stato la “via dolorosa” dei clandestini, la passione dei rifugiati e degli emigranti sbarcati sulle spiaggie sicule. Le voci dei poeti e degli scrittori Maria Attanasio, Nino De Vita, Miguel Angel Cuevas e Davide Camarrone si sono alternate, come inun magico intreccio, ai suoni e ai canti dei Lamentatori di Mussomeli e Marianopoli e a quelle struggenti e primordiali dei fratelli Mancuso. Autentico cuore della serata è stata l’esecuzione del lamento leonfortese “Occhi ghiurnata di suspiri e vuci”, con il macabro suono delle “truoccule”. A dar voce all’antico canto leonfortese, le cui radici melodiche affondano nel tropario bizantino e nel maqam arabo, sono stati i cantori della Corale Maria SS. Addolorata Giuseppe Lo Gioco, Giovanni Neri, Francesco Randisi, Angelo Parisi, Maurizio Varveri, Salvatore Ciurca, Ignazio Pirronitto, Paolo Licciardo, Carmelo Buscemi, Liborio Salamone diretti da Gaetano Algozino (2 voce) ed Enrico Castro (1 voce). Questi ultimi, fin dal 1990, su geniale intuizione di Aldo Benintende, hanno recuperato tutti i lamenti e i canti della Quaresima e della Passione caduti nell’oblìo per circa un trentennio. E adesso, giunti nella fase della loro “maturità” espressiva e canora, stanno ultimando, con la direzione e la consulenza di Gaetano Algozino e Pino Biondo, un CD con libretto che raccoglie tutte le sonorità della Quaresima e della Settimana Santa leonfortese. Un evento prestigioso, unico ed importante per Leonforte, che si appresta a celebrare il 400° della sua fondazione. Evento che, nelle intenzioni dei fratelli Mancuso, aprirà nuovi scenari culturali e musicali per Leonforte, il cui lamento è tanto stimato dagli etnomusicologi come raro esempio di lamento melodico polivocale ad accordo. Rubrica: la via dei libri di Silvestro Livolsi Questa non sono io e questo non è un libro La forza degli strumenti mediatici S i deve a Marshall McLuhan la formula del ‘villaggio globale’ con la quale viene caratterizzata la condizione ‘contemporanea’ del mondo. Mcluhan indicò nella diffusione dei media e nell’applicazione dell’elettronica agli strumenti di informazione la possibilità, nuova nella storia e rivoluzionaria, di poter conoscere in tempo reale qual che accadeva in ogni parte del mondo, che appunto per ciò diventava sempre più un ‘villaggio’: ogni punto del pianeta non era più distante da qualunque altro ma diventava ‘vicino’, grazie alla velocità delle notizie che lo percorrevano incessantemente. Ma lo studioso americano era anche l’attento osservatore dell’avvento e della pervasiva presenza dei media e degli effetti che questa produceva nei singoli individui: più informati ma anche più alienati (sanno tutto ciò che accade nel mondo ma si allontanano sempre più dalle persone che vivono attorno a loro). Quella di McLuhan fu una complessa analisi dei meccanismi della comunicazione, dell’informazione e della persuasione occulta che i media esercitano sugli individui. Sulla quale, opportunamente, ritorna Aldo Vincent con un saggio recente che ha il merito di rispiegare in modo sintetico e chiaro i principi teorici di McLuhan e di fare un bilancio delle sue ‘profezie’ alla luce dell’oggi. Così, il volume di Vincent fa prima di tutto il punto sul nostro mondo dominato dalla ‘religione dei consumi’, frutto di quell’intreccio tra sviluppo della tecnica, dell’informazione e della persuasione che McLuhan ha identificato come caratteristico del ‘900, facendo luce sulle tecniche degli ‘stregoni del marketing’ che impongono marchi e prodotti con strategie che insistono sugli archetipi profondi della mente umana (‘Nel marketing moderno ci sono molti segni che rimandano a simboli antichi, quasi dimenticati ma che la persuasione occulta non trascura. La virgola della Nike per esempio evoca l’anello di Valentina La Ferrera La comunicazione mediata dal computer Blog e mass media: l’era della complementarietà L a funzione dei media tradizionali resta indiscutibile e per ora insostituibile. In realtà l’entrata in scena di nuovi strumenti e metodi legati alla rete non può che provocare un cambiamento del concetto di giornalismo. Esistono forme di comunicazione via computer di tipo grafico, autonomamente gestite, che consentono ai loro creatori di pubblicare online, in tempo reale, notizie, informazioni e storie, comunemente note come “blog”. C’è chi considera la pagina di Mosaic “What’s New”, pubblicata tra il giugno 1993 e il giugno 1996, il progenitore di questo genere. Aggiornata quotidianamente, indirizzava i navigatori Web su siti che avrebbero potuto trovare interessanti. Per un certo periodo, qualsiasi pagina Web costituì un’importante aggiunta al cyberspazio, ma poi quello spazio cominciò a essere affollato. Le aziende cominciarono a pubblicizzare i propri prodotti e i propri servizi sulla Rete. Sempre più persone costruivano pagine sulle loro vite e i loro interessi e alcuni di questi interessi erano particolarmente inconsueti o eccentrici. Anche alcuni giornali e riviste iniziarono a pubblicare un’edizione Web. Si stima che oggi i blog si aggirino intorno ai 38 milioni nel mondo, ma pare che tendano a raddoppiare ogni sei mesi. Tuttavia, la maggior parte di questi blog viene rapidamente abbandonata e solo pochi sono quelli che hanno realmente successo. Questo significa che all’interno della blogosfera è in atto un processo di selezione naturale che consente da un lato di individuare e analizzare i blog di riferimento, dall’altro di distinguere sempre più facilmente l’informazione buona da quella inaffidabile. Durante la seconda guerra del Golfo, iniziata il 20 marzo 2003, sono stati creati molti blog dai soldati americani impegnati in Iraq. Tra questi ha subito attirato l’attenzione di migliaia di persone in tutto il mondo un blog dal titolo “Where is Raed?”, creato da un architetto iracheno di nome Salam Pax, il quale pensò di iniziare a scrivere le ultime notizie da Baghdad nella speranza che il suo migliore amico Raed le leggesse. Raed era un giovane giordano-palestinese che Salam aveva conosciuto quando era studente di architettura. I loro rapporti però, vista la situazione politica internazionale, si erano un po’ allentati, così Salam decise di chiamare il suo blog “Where is Raed?” per catturare l’attenzione dell’amico. Mentre le tv e i giornali di tutto il mondo spendevano milioni di dollari per coprire quanto stava succedendo in Iraq, Salam era in grado, solo grazie ad un computer e ad una normale linea telefonica, di fornire in tempo reale al mondo intero la più affascinante descrizione della vita di una nazione in guerra. I blog oggi sembrano entrati in una nuova fase: quella della complementarietà con i di Saturno, molti marchi hanno dentro una stella, la Luna o addirittura il Sole che evoca il Mito di Mitra’) e mette in mostra come la progressiva e dominante evoluzione dei grandi marchi, come la Coca Cola per esempio, ha avuto anche capacità sorprendenti di modificare costumi e mentalità, di creare icone capaci di imporsi nell’immaginario mondiale: scrive infatti Vincent: ‘nella nuova era elettrica dell’informazione e della produzione programmata dei beni di consumo le stesse merci assumono un carattere d’informazione. Una delle multinazionali più potenti in assoluto è la Coca Cola, invenzione d’avanguardia del franchising (vendono il marchio e forniscono la melassa, l’acqua e lo stabilimento per l’imbottigliamento ce lo mettono gli imprenditori che vogliono distribuire il prodotto sul loro territorio). Con un budget pubblicitario irrisorio (rispetto all’enorme fatturato) veicolano un messaggio che da tempo ha abbandonato l’idea della bevanda o del dissetare, ma insistono sull’essere ‘speciale’ in quanto consumatori del prodotto. Il messaggio ha una forza così prorompente che è riuscito nel dopoguerra non solo a cambiare i colori di Babbo Natale (era il nordico san Nicola vestito con pelli di renna e si è ritrovato vestito di rosso e di bianco affisso sul retro di ogni camion che trasportava la bibita nel periodo natalizio) ma addirittura sono nati i negozi Coca Cola, dove si vendono capi d’abbigliamento, accessori, soprammobili tutti marchiati con il logo della bibita’. Quindi, con una chiara e anche divertente disamina dei mezzi di comunicazione individuati da McLuhan (le strade, i numeri, l’ab- media tradizionali. Essi tendono non a sostituirsi, ma ad integrarsi ai primi: sono il “cane da guardia” di giornali e tv, ma al contempo hanno successo soprattutto quando le loro denunce o le loro segnalazioni vengono riprese dai mezzi di informazione tradizionali. Utilizzano un linguaggio disinvolto e personalizzato che questi ultimi non possono permettersi. Si sta creando una circolarità tra i due mondi: blog famosi vengono ospitati su portali di grandi testate, i giornalisti imparano a monitorare i blog come fonte d’informazione, i blogger a loro volta a monitorare costantemente i media e a seguire notizie e fatti che sfuggono al radar dei cosiddetti “mainstream” media. Ormai un dato è consolidato: i giovani leggono più i blog di quanto leggano i quotidiani o di quanto guardino le notizie in televisione. Quelli della fascia d’età compresa tra i 18 e i 34 anni stanno abbandonando i giornali. Gli editori sono posti di fronte a scelte radicali: ignorare questa tendenza o elaborare nuove strategie per non perdere il contatto con la generazione dai cui ranghi uscirà la classe dirigente del futuro. Il blog è lo strumento che consente di raggiungere questo fine: consente agli editori di assecondare le abitudini di lettura dei giovani e di fidelizzarli, capitalizzando la tendenza all’abitudinarietà: se un lettore è abituato a leggere i blog del Figaro e del Times, aumentano le chances che frequenti anche il sito. La tendenza da parte delle principali testate ad ospitare dei blog nel proprio portale rientra in questo processo. L’esperienza americana induce a considerare la possibilità che in futuro nasca un nuovo mestiere, a fianco di quello del giornalista: quello del blogger professionista. Negli Usa ci sono almeno due esempi interessanti: Nick Denton e Jason Calacanis che stanno avendo successo dopo aver creato network di blog specializzati, alimentati da squadre di blogger regolarmente retribuiti. Il blog rappresenta una porta di accesso al giornalismo. In altri casi favorisce lo sviluppo di nuovi modelli come quello, ancora embrionale e dunque ancora da verificare, del citizen jourrnalism. In conclusione, blogosfera e mediasfera stanno imparando a convivere, adattandosi l’una all’altra, in un mondo dove c’è bisogno di entrambe. bigliamento, le abitazioni, il denaro, gli orologi, la stampa, la ruota, i giornali, la pubblicità, la guerra) Vincent evidenzia gli apporti positivi della loro estensione e mondializzazione ma mette in luce anche gli effetti distorti e negativi che spesso producono nei comportamenti umani, massificandoli e disorientandoli: per considerare infine che la lezione di McLuhan è un invito a usare adeguati strumenti critici per orientarsi nei meccanismi mediatici del mondo attuale, mossi spesso da forze e poteri interessati a condizionare, dirigere e dominare le masse. E, ancora le analisi di McLuhan, secondo Vincent debbono servirci a considerare il pericolo che comporta l’attuale elevazione dei mezzi tecnologici elevati a ‘idoli’ e a questo proposito l’autore del saggio ricorda un noto salmo biblico: ‘i loro idoli sono d’oro e d’argento, opera di mani umane; hanno bocche ma non parlano, orecchie ma non ascoltano, hanno occhi ma non vedono, hanno nasi ma non odorano, hanno mani ma non toccano, hanno piedi ma non camminano, e neppure parlano con la loro voce. Coloro che li fabbricano saranno simili a loro, così come coloro che in essi confidano’. Aldo Vincent, Questa non sono io e questo non è un libro, Guaraldi, 2010, euro 9, 00 ...in DIALOGO 4 Diocesi Aprile 2010 Venerdì Santo a Regalbuto Sette parole e poi il silenzio nell’attesa della Resurrezione Le meditazioni di Stella Morra per i fedeli della Chiesa Madre L a tradizione cristiana, popolare e monastica, ha sempre visto nelle ultime sette parole dette da Gesù sulla croce un tema speciale di meditazione e di preghiera. Le “sette parole” hanno ispirato così innumerevoli opere d’arte, figurative e musicali. Anche a Regalbuto è presente la tradizione di meditare su queste parole, la sera del venerdì santo, prima della processione che partendo dalla Chiesa Madre, porta lungo le vie del paese i simulacri del Cristo morto e della Madonna Addolorata. Per la prima volta quest’anno le meditazioni, su invito del parroco, Don Alessandro Magno, sono state dettate da una donna, la teologa Stella Morra, di origini piemontesi, che vive a Roma e che insegna teologia, e sono state intercalate da canti polifonici inerenti la passione di Gesù eseguiti dalla Corale “Ionia”di Giarre, una delle più famose di Sicilia. I fedeli che gremivano la Chiesa Madre San Basilio hanno così avuto un’ulteriore opportunità, per meditare e per approfondire gli ultimi momenti vissuti da Gesù sulla croce prima di morire. Le “sette parole” consegnano a ciascuno di noi un messaggio molto forte. La prima, “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, ci insegna il valore del perdono, che ha coscienza del male, ma non risponde ad esso con altro male. La seconda, “In verità ti dico: Oggi sarai con me in Paradiso”, ci invita a cogliere, come il buon ladrone, la costrizione come un’occasione, e a dare valore all’oggi come tempo favorevole per la conversione. La terza, “Donna, ecco tuo figlio!...Ecco tua madre!”, ci consegna Maria che diventa nostra madre nel sangue della croce e ci fa comprendere che alcune separazioni possono essere feconde, come quella tra la Madre e il Figlio sotto la croce. La quarta, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” dice al nostro cuore che dubitare non è il contrario di avere fede, perché la fede si può esprimere dubitando e restando fedeli. Il dubbio insomma non ci allontana da Dio. Anche Gesù in quanto uomo ha avuto questa debolezza, ma è rimasto fedele alla sua missione. La quinta, “Ho sete”, ci indica che Dio ha sete di noi e ci invita a coltivare in noi il desiderio di Lui. Notizie in breve di Mariacristina Maiuzzo RITIRO DIOCESANO DEL CLERO Giovedì 22 aprile, presso il seminario vescovile, tutti i sacerdoti della diocesi si ritroveranno con mons. Muratore per un momento di preghiera e di riflessione. È un incontro inserito in pieno clima pasquale e coronato, anche, dai numerosi spunti derivanti dall’anno sacerdotale in corso. SESSIONE PRIMAVERILE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SICILIANA Nei giorni 20 – 22 aprile, tutti i Vescovi della Sicilia si incontreranno presso Lampedusa per affrontare, in piena collegialità di intenti, questioni sociali, spirituali ed ecclesiali proprie delle Chiese della nostra Isola. Accompagniamo con la preghiera e il sacrificio i nostri Pastori, guide donateci dal Signore Risorto per percorrere più speditamente la via della santità. ANNIVERSARIO DELL’ELEZIONE DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI Il 19 aprile del 2005, dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II, Benedetto XVI viene eletto 264° Pontefice della Chiesa di Roma. Nel ricordo di tale anniversario, uniamoci in preghiera e con grande gioia ringraziamo Dio Padre per il dono di questo suo servo, guida sicura per ogni battezzato. Che il nostro Papa eserciti il suo ministero sempre più con instancabile spirito missionario, spinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità per l’umanità intera. La sesta, “Tutto è compiuto”, ci invita a realizzare in noi e nella nostra vita il senso della compiutezza, ordinando le cose del mondo secondo Dio e non viceversa, cioè non pensando di adeguare ed ordinare Dio secondo le cose del mondo. La settima, “Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito”, ci insegna a tornare bambini che si gettano tra le braccia dei genitori sicuri di non cadere, imparando a fidarci di Dio e ad affidarci a Lui. Le meditazioni di Stella Morra sono state molto vicine alla nostra vita di ogni giorno e ci hanno permesso di riflettere su cose alle quali forse non avevamo mai fatto caso, come ad esempio le persone che compaiono nel Vangelo al momento della sepoltura di Gesù, le quali hanno un valore ed un significato profondi per noi. In particolare ricordo il commento della teologa relativo alle figure di Giuseppe D’Arimatea e di Nicodemo. Il primo è colui che trova un luogo per seppellire Gesù, un sepolcro nuovo, e ci insegna a trovare posto a Gesù nella nostra vita. Il secondo è quello che si era recato da Gesù di notte e del quale poi non si parla più nel Vangelo; ritorna adesso, al momento della sepoltura, e ci dice che non siamo andati mai abbastanza lontano da non poter tornare. Sicuramente molte di queste riflessioni risuoneranno nei nostri cuori e ci aiuteranno a comprendere ancora una volta quanto è grande l’amore di Dio, un amore che trionfa e che vince la morte! M.P.R. 13 aprile Formazione catechisti del 1° anno dell’I.C. nei Vicariati Foranei di Leonforte e Troina 22 aprile Ritiro diocesano del Clero 24 aprile Raduno Diocesano dei Ministranti News dalle parrocchie Concerto spirituale Un vero momento di riflessione e di testimonianza di Mariaelena Costa L a sera del Mercoledì 31 Marzo 2010, nella chiesa di S. Francesco di Paola, è stato proposto un momento di meditazione, mediante la musica, come preparazione all’incontro con il Risorto. Una lunga scaletta di brani, scritti da grandi autori; una giovanissima “squadra” di strumentisti e coristi che hanno trasmesso grazie al loro talento l’amore verso Dio; il Parroco Don Michele Pitronaci che ha spiegato il significato dei testi e il riferimento biblico a cui si ispiravano; alcune immagini sacre hanno dato forma alle parole e alle note. Così - come solo la musica sà fare - l’assemblea ha vissuto i sentimenti quaresimali, il mistico momento della crocifissione del Cristo, il dolore della Madre, la contemplazione dell’Agnello nel sacramento eucaristico e infine la gioia della Resurrezione: Audi Benigne conditor (M. Tassi) Umiliò se stesso (M. Frisina) O Capo Insanguinato (J.S. Bach) Ave Verum (W.A. Mozart) Adoramus Te (J. Brams) Crucem Sanctam (G.P. da Palestrina) Vexilla Regis (A. Bruckner) Tenebrae Factae sunt (T.L. da Victoria) Stabat Mater (M. Frisina) Ecce Panis Angelorum (L.Perosi) Pange Lingua (L. Bottazzo) O Salutaris Hostia (M. Frisina) Inneggiamo il Signor è risorto (P. Mascagni) Meritano di essere presentati questi giovani amici, che quotidianamente svolgono servizio nelle nostre parrocchie animando la liturgia. Strumentisti: Violino. Letizia Martinez, 35 anni, nata a Città del Mexico. A 29 anni, con due lauree, una carriera nell’orchestra nazionale di Città del Mexico, decide di entrare in convento presso l’istituto delle suore cappuccine del sacro cuore...giungendo così a Nicosia. A chi le chiede come sia possibile lasciare tutto per il “convento” lei risponde: «Avevo tutto, ma sentivo di non avere niente...e ora scopro che ho lasciato il niente e ho trovato IL tutto!» Da sempre frequenta la Parrocchia S. Nicola di Bari. Contralto. Valentina D’Alessandro, 26 anni, laureata in Psicologia. Anche lei, come la sorella, da sempre frequenta la Cattedrale. Tenore. Graziano Pantuso, 28 anni, iscritto in medicina. Appartiene alla parrocchia S. Croce. Basso. Enrico Scaffidi, 23 anni, iscritto al CTF, frequenta sia la Cattedrale che la chiesa di S. Agata. Organo. Ermanno Provitina, 24 anni, nato a Nicosia e da sempre frequenta la Parrocchia di S. Croce. Iscritto al 6° anno nella classe di organo, presso il conservatorio Vincenzo Bellini di Catania. A chi gli chiede come è possibile che un giovane ragazzo frequenti con così tanto ardore la “chiesa” lui risponde:«Per me la Parrocchia è la mia casa! La musica è la mia vita...e grazie alla musica amo Dio!» Anche a loro ho chiesto come è possibile che dei giovanissimi “rubino” ore di studio per dedicarsi all’animazione liturgica (che tra l’altro richiede tempo per provare)... a volte anche per più di una celebrazione giornaliera. E loro, anche a nome di tutti i loro coetanei che da ogni parte svolgono questo servizio, mi hanno risposto: «Tramite il canto si scopre Dio! E quando cantiamo noi preghiamo! E ci piacerebbe che, a chi ci ascolta, arrivassero le emozioni che i nostri cuori provano» Coristi: Soprano. Valeria D’Alessandro, 24 anni, iscritta in Scienze della Formazione Primaria. Un vero momento di riflessione e di testimonianza, da parte di chi con la musica “canta e loda le meraviglie del Signore”. ...in DIALOGO Diocesi 5 Aprile 2010 I giovani della Diocesi festeggiano i XXV anni della GMG e lanciano la missione Tappe quaresimali nel cammino di preparazione ai Sacramenti dell’I.C. È adesso noi insieme a Lui!.. per percorrere la strada… rispettando i segnali!.. Un’esperienza di sinergia tra Chiesa e Scuola di Angela Mancuso U n gruppo di ragazzi della Parrocchia San Paolo Apostolo di Nicosia, giorno 27 Marzo si è riunito assieme alle classi prime e seconde dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”, presso la Chiesa di San Francesco di Paola. L’occasione è nata dalle tappe Quaresimali che i ragazzi hanno vissuto in preparazione della Pasqua nella loro parrocchia insieme ad altri gruppi. L’itinerario si inserisce nella preparazione verso i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana che già da quattro anni li ha visti impegnati, con le loro famiglie, in incontri non solo settimanali ma anche mensili. Il metodo seguito è quello classico del catecumenato: mettere in costante circolo l’annuncio, la conversione. la liturgia, la vita, per condurre i ragazzi di esperienza in esperienza, più che di nozione in nozione (dall’indottrinamento all’accompagnamento), a diventare uomini nuovi nella Pasqua di Cristo. Cuore di questa esperienza è il tentativo di tradurre in un cammino concreto il compito della Chiesa di accompagnare alla fede e alla vita Pasquale i suoi figli più piccoli e farlo come comunità che, in questo cammino, è rappresentato dal gruppo, dagli accompagnatori e dai genitori. La scuola, quale agenzia educativa attenta al rapporto con il territorio, interpreta i segni e ne codifica i rapporti correlando significative esperienze in sinergia con la Chiesa soprattutto nei tempi forti dell’anno (Natale e Pasqua). A tal proposito l’Ins. di Religione Anna De Luca, anche quest’anno, ha voluto coinvolgermi assieme a Padre Orazio Macchione, Vicario Parrocchiale , per trascorrere insieme ai ragazzi che vengono seguiti nella nostra Parrocchia questo momento significativo. Ciò è avvenuto anche con il coinvolgimento della Scuola Secondaria di primo grado di Sperlinga e la Scuola Primaria in collaborazione con l’Ins. di Religione Felicetta Caldareri. A sostenere tale iniziativa è stato il Dirigente Scolastico Ignazio Furnari per la particolare attenzione che presta all’utenza scolastica. E così, nella tarda mattina di sabato, le classi prime e seconde, accompagnati dai docenti, si sono recati in Chiesa. Sulle note del canto “Camminerò, camminerò sulla tua strada, Signor. Dammi la mano: voglio restare per sempre insieme a Te” i sette ragazzi hanno voluto trasmettere con le loro riflessioni e chiedendo condivisioni, i messaggi che hanno decodificato nel cammino quaresimale attraverso l’ascolto della Parola e le azioni che ne scaturiscono. I momenti sono stati arricchiti da numerosi simboli che venivano posti lungo una strada tracciata su un grande cartellone (uno zaino necessario per intraprendere una lunga strada; una corda per scalare la roccia ; una candela per essere luce dei viandanti; un fiore per essere solidale con i diversi e infine il pane per condividere con gli altri ciò che si ha). Consapevoli che Dio traccia la strada per ogni uomo ma che è necessario vivere alcune scelte i ragazzi hanno elencato i seguenti percorsi: Non farsi “tentare” dal potere e dal successo dai quali troppe volte si è attratti, ma come Gesù ad ogni tentazione rispondere con un passo della Parola di Dio. Essere immersi nella luce della nube luminosa della “Trasfigurazione” e pregare come gli Apostoli per lasciarsi toccare dalla presenza luminosa di Dio. Essere speranzosi per ottenere come il “ vignaiolo” il mutamento e la conversione e contribuire a costruire una nuova civiltà: “la civiltà dell’amore”. Avere pazienza e saper aspettare come il “Padre Misericordioso”, saper perdonare amare e far festa insieme. Buttare via la pietra del “ giudizio e della condanna”e, come Gèsù che non condanna ma invita ad alzare lo sguardo, a guardare col cuore la fragilità dell’altro. Il giovane sacerdote Padre Orazio ha esortato i ragazzi affinché tutto questo si possa e si debba fare realizzando e vivendo il Cristianesimo non primariamente come una “ morale” ma come esperienza di vita, sperimentando la verità che sta in Gesù Cristo Risorto che guarda con amore, un amore manifestatosi nella croce in maniera piena e totale, che fa scrivere a San Paolo con stupore: “Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me “ (Gal.2,20). La consapevolezza che il Padre ci ha da sempre amati nel Suo Figlio, che il Cristo ama ognuno e sempre, diventa punto fermo di sostegno per tutta la nostra esistenza umana. Sempre nella tarda mattinata i ragazzi della Scuola Secondaria di I° grado, accompagnati dai docenti, lunedì 29 si sono riuniti nell’auditorium della Scuola Primaria di Sperlinga è hanno riflettuto sulla “Strada che porta a Gesù.” L’occasione nasce anche dalla disciplina “ cittadinanza e costituzione” di recente inserita nel curriculum scolastico ministeriale e fra i percorsi meglio specificati oltre alla conoscenza della Costituzione, l’Educazione Stradale ha un posto di rilievo, cosi, il rispetto delle leggi e delle regole, valori che sono trasmessi trasversalmente in quasi tutte le discipline. Calibrare pertanto, opportunamente l’identità dell’uomo nel rispetto delle regole e delle leggi è quanto mai indispensabile per la convivenza civile. I ragazzi, attraverso una didascalia di riflessioni e visualizzazioni di segnali stradali collegati alle cinque settimane di Quaresima iniziando dal Mercoledì delle Ceneri e concludendo con la Settimana Santa, hanno sperimentato che, per intraprendere la strada di Gesù é necessario scegliere e rinunciare a certi conformismi che la società attuale spesso impone, ma certi che la strada ha una meta finale “ la Parusia celeste”. Alternando canti, domande e risposte opportunamente guidati da Padre Orazio hanno trascorso ore liete con gioia e allegria concludendo sulle note del canto: “L’unico Maestro sei per me”. Perchè questi piedi con i Suoi possano fare strade nuove, possono mettere radici e passo passo camminare perchè solo Gesù è il vero Maestro che insegna ad amare come Lui fa con tutti noi. Maestro che cosa devo fare, per ereditare la vita eterna? La Chiesa e la società hanno bisogno di giovani cristiani impegnati e competenti, che possano portare frutto da protagonisti. di Anna Maria Proiti L a GMG festeggia quest’anno il suo 25° compleanno. Anche nella nostra diocesi abbiamo avuto la possibilità di vivere nel nostro piccolo, in contemporanea con Roma l’incontro dei giovani con il Pastore della nostra Chiesa. S. E. Mons. Muratore ha cercato di persona ogni giovane visitando instancabilmente scuole, parrocchie, associazioni, e li ha accolti con gioia per vivere insieme il fascino della comunione in Cristo. L’incontro è stato volutamente pensato per permettere ai giovani di: incontrarsi, fare festa e pregare “insieme” in un tempo particolare, qual è la Quaresima. La veglia di preghiera è stata anticipata da un breve pellegrinaggio da Piazza Garibaldi, sede dell’accoglienza, alla caratteristica Chiesa di S. Maria Maggiore. Il cammino è la costante dell’essere cristiani, un andare insieme con Gesù. La croce, che è guida, sorretta dal Pastore e dietro tanti giovani- un’estemporanea singolare – in controcorrente con il disarmante numero di esempi negativi che ci presentano, in modo sterile e narcisista il mondo giovanile. Non basta condannare le cose che non vanno, il cristiano deve con zelo ed entusiasmo andare avanti verso il bene, creando la vera libertà che rende preziosa la vita. Mons. Muratore incoraggia i giovani e dà loro delle indicazioni chiare e possibili: non perdere mai la domanda, proprio come il “giovane ricco” fa con Gesù, per trovare delle ragioni di vita e di speranza. Guai, infatti, a non interrogarsi, punto di partenza, per poi trovare risposte alle grandi aspirazioni che ciascuno ha dentro, per la propria vita e felicità; sogni grandi per i quali spendersi. Ho trovato la perla preziosa : Gesù - l’incontro con Lui ti fa sentire amato - alla domanda di felicità, ti risponderà: lascia tutto ciò che non è bellezza , lascia le cose futili, le cose che non costruiscono. Dentro la perla preziosa troverai le perle vere che danno senso alla vita: amicizia vera, amore vero, autenticità , giustizia, bellezza, slancio, zelo, via, verità e vita. Con te Signore scavalcherò le mura: le tentazioni che inducono allo sballo, alla chiusura, alla solitudine, allo scoraggiamento, all’egoismo, all’indifferenza. Quando ti diranno che non vale la pena darsi da fare per gli altri, penserai: con Te Signore scavalcherò le mura e avrai conquistato la tua vita. Perdendo la vita per gli altri, ritroverai te stesso. Eccomi, manda me, quando c’è bisogno di agire, operare, testimoniare, sarà stupendo dire: Eccomi, manda me. Un sogno, un augurio per quanti, hanno accolto la parola di Dio e si lasceranno amare da un Dio che è “il maestro buono” di tenerezza infinita, che ci guida sulla retta via. Parte da qui la Missione diocesana dei giovani: consegnati i mandati ai sacerdoti che in ogni paese cominceranno ad organizzare la consulta giovanile. La missione: un’occasione unica, che coinvolgerà 100 giovani, 10 sacerdoti, capitanati da S.E. Mons. Salvatore Muratore, un’esperienza di Grazia che lascerà il segno nella vita di chi la vivrà e per chi l’accoglierà. La Chiesa e la società hanno bisogno di giovani cristiani impegnati e competenti, che possano portare frutto da protagonisti. “Le Gmg? In 25 anni sono diventate sempre più come «i giorni festivi che danno e ricevono luce da quelli feriali». Un dialogo fecondo che, per la pastorale giovanile, è stata una duplice scommessa: coltivare la comunione tra coloro che possono spendersi per i giovani e raccogliere attorno al vescovo associazioni, movimenti, istituti o enti impegnati in questo campo. E la vera sfida è quella di far sì che, una volta spenti i riflettori, i giovani vivano nella loro quotidianità la loro vita di fede. E tuttavia sono eventi che non sono affatto in contrasto con la vita ordinaria delle comunità cristiane. Oggi, infatti, la pastorale giovanile è cambiata, perché i delegati diocesani e regionali non sono più solo coloro che organizzano grandi eventi (ormai questo lo facciamo molto bene) ma sono chiamati sempre più a coltivare una serie di attenzioni ‘ordinarie’. La «formula Gmg» è diventata il modello anche per molti eventi diocesani o regionali.” (Don Nicolò Anselmi resp. del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI) continua da pag. 1 La comunità è composta da un’ampia casa con vari posti letto, due saloni, una cucina, servizi igienici, una piccola palestra, un campo di calcio, e un bel terrazzo dove ammirare un paesaggio meraviglioso. Ma non solo, in comunità troverete vari animali quali: pavoni, fagiani, struzzi, maialini del Vietnam, caprette Tibetane, galline di vario tipo, poni, anatre e un simpatico cagnolino. La comunità è una grande Famiglia della quale anche voi siete chiamati a fare parte, non sarà più la nostra ma la vostra casa, dove poter andare quando avete bisogno di serenità e tranquillità per godere di momenti di silenzio, per ritrovare non solo la pace, ma anche voi stessi, per fuggire dal caos della vita quotidiana, per incontrare gente nuova e perché no anche per incontrare Dio che si manifesta attraverso la natura e la bellezza degli animali, e a breve saranno ultimati i lavori della Cappella che servirà per momenti di meditazione e preghiera. La Comunità aperta a tutti, bambine e ragazzi, giovani, adulti e ancora di più! Offre momenti di aggregazione per ragazzi, confronto tra i giovani proponendo stili di vita e sano divertimento cose che purtroppo si stanno perdendo. Nella nostra fattoria insegniamo ai ragazzi e a chi viene a trovarci a interagire con gli animali prendendosene cura. Un’attenzione particolare è rivolta a chiunque soffre di bisogni fisici, psicologici e dipendenze varie. Le attività che proponiamo sono: attività sportive, ricreative e culturali, ludiche e didattiche, e la possibilità di organizzare weekend e giornate per chiunque voglia. Da parte nostra c’è molta voglia di crescere, fare belle esperienze, di imparare, di dare, di accogliere e ascoltare, ma tutto questo sempre solo e grazie all’aiuto di Dio, perché l’Altro è Qualcuno da Amare, Accogliere e Ascoltare, perché a volte la diversità fa paura, ma la paura è solo la difficoltà del Capire. Da noi si impara a capire. ...in DIALOGO 6 Diocesi Aprile 2010 Festa della Divina Misericordia Fonte inesauribile di speranza “Uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua” di Mariacristina Maiuzzo D al costato di Cristo, squarciato dalla lancia in quel Venerdì Santo, come fonte inesauribile zampilla la Divina Misericordia per ogni uomo, mistero che nella Chiesa si ripete ininterrottamente nella celebrazione del sacramento del Perdono e dell’Eucaristia. La Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, con fedeltà custodisce, testimonia e annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. «Tutte le opere delle mie mani sono coronate dalla Misericordia» - così Gesù parlava a suor Faustina Kowalska, proclamata santa nell’anno giubilare del 2000. Alla religiosa polacca il Signore Gesù ha affidato, in una delle tante apparizioni, tale messaggio: «Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia. In quel giorno i sacerdoti annuncino la mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve avere paura di avvicinarsi a Me. Le fiamme Voci di corridoio a cura di Mariaelena Costa e Antonio Rizzone della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini. L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia». Ad ogni uomo, che spesso sembra smarrito e schiacciato dal peccato e dal male, dall’egoismo e dalla paura, il Signore Risorto offre in pienezza il suo Amore che riconcilia, perdona, apre il cuore alla speranza e lo trasforma in un tabernacolo di pace: «Quanto bisogno della misericordia di Dio ha il mondo di oggi! In tutti i continenti, dal profondo della sofferenza umana, sembra alzarsi l’invocazione della misericordia. Dove dominano l’odio e la sete di vendetta, dove la guerra porta il dolore e la morte degli innocenti, là è necessaria la grazia della misericordia, per placare le menti e i cuori, e per far scaturire la pace. Dove viene meno il rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, è necessario l’amore misericordioso di Dio, alla cui luce si manifesta l’inesprimibile valore di ogni essere umano. Abbiamo bisogno della Misericordia per far sì che ogni ingiustizia nel mondo trovi il suo termine nello splendore della verità. […] Il messaggio dell’amore misericordioso di Dio giunga a tutti gli abitanti della terra e ne riempia i cuori di speranza. Nella Misericordia di Dio il mondo troverà la pace e l’uomo la felicità. Affido questo compito a voi, carissimi fratelli e sorelle. Siate testimoni della Misericordia» (Giovanni Paolo II). Via Crucis a Regalbuto Sulla Via della Croce Immettersi nel mistero della Passione di Gesù di Maria Pia Rosso M artedì santo, 30 marzo 2010, si è svolta nel paese di Regalbuto, com’è tradizione ormai da tanti anni, la Via Crucis cittadina, che quest’anno si è snodata lungo il quartiere delle Grazie, con partenza e conclusione dalla Parrocchia di Santa Maria La Croce. Tutto il percorso è stato illuminato con numerose torce poste sulle mura sia a destra che a sinistra e le 14 stazioni della Via Crucis, realizzate in quadri di legno dipinto, sono state collocate sopra degli altarini illuminati e riccamente decorati con fiori, lenzuola ricamate, tappeti. Lungo il cammino, tra canti popolari riguardanti la passione di Cristo, la folla si soffermava ad ogni stazione. Si leggeva un brano del Vangelo, una meditazione riguardante la stazione ed infine una breve preghiera realizzata come invocazione corale. Al termine della Via Crucis si è fatto ritorno in Parrocchia, luogo da dove si è partiti, per ricevere la benedizione e per concludere con il bacio della croce che a turno, durante la Via Crucis, è stata recata da vari regalbutesi. È una tradizione, questa, che permette ai cittadini di Regalbuto, di vivere un momento di preghiera e di meditazione profonda. Una serata che aiuta i numerosissimi partecipanti a immettersi, meditando le 14 stazioni della Via Crucis, nel mistero della Passione di Gesù Cristo, morto per amore nostro sulla croce, per donarci la vita e per condurci al trionfo della resurrezione. GMG diocesana Il canto più bello e che si ascolta con maggiore interesse è quello a più voci. Così è anche per raccontare una splendida esperienza... una sola voce non basta! Ecco di seguito alcune opinioni, riflessioni e speranze dei giovani che hanno preso parte al “Sabato delle Palme”: *** “Non pensavo che la GMG riuscisse a travolgere tutti questi giovani ma, mi sbagliavo. È un’esperienza bellissima perché, non solo riesce a riunire tutti i giovani di vari paesi che mostrano la loro voglia di vivere e amare, come il Signore ci ha insegnato, inoltre ci permette di approfondire la nostra fede. amici della Diocesi. Ma è stato altrettanto bello vedere come da uno momento di divertimento tutti siamo passati al silenzio durante il pellegrinaggio e alla meditazione durante la veglia! Il Vescovo è fantastico! È uno di noi! Non solo si è unito nel trenino umano in piazza... ma ha anche letto le nostre lettere...e ci ha risposto!” (Antonio, Micaela e Felicia da Nicosia) *** “È stata un’esperienza stupenda! Divertente in piazza e profonda a S. Maria Maggiore. Per quanto riguarda la Missione Popolare dei Giovani, non riesco a immaginare come sarà...ma sarà sicuramente un’esperienza bellissima!” (Chiara da Nicosia) Questi avvenimenti, come la GMG, sono il termometro della nostra vita spirituale: è proprio nelle difficoltà che viene fuori il nostro carattere; è lì che realizziamo se stiamo facendo sul serio con Dio o se viviamo ingannandoci... perchè è proprio nelle difficoltà che Dio ci dà l’occasione di sperimentare la sua vicinanza, forza e potenza; ci permette di seguire il Signore senza aver paura. La pace non può esserci trasmessa perchè, nessuno la possiede. Solo il Signore può darci la vera pace... però questi eventi ci fanno provare questa sensazione di pace di felicità. Queste sono quelle esperienze che non si dimenticheranno mai nella vita.” (Elisa da Regalbuto) Questo è solo un assaggio... continueremo con le vostre voci nel prossimo numero... *** Durante la Santa Messa che ha preceduto la via Crucis, celebrata nella Parrocchia di Santa Maria, il Parroco Sac Giuseppe Cardaci ha invitato i fedeli a non limitarsi però solamente ad accompagnare la croce lungo le strade del nostro paese, cosa che si rivela piuttosto facile, ma ad accogliere e ad accettare con amore la croce che ciascuno di noi porta con sé nella vita, sull’esempio di Gesù obbediente. Tante sono le croci che ogni uomo può avere nel cammino della vita, ma la forza che viene dalla fede e la certezza che Gesù non ci abbandona mai ci fanno essere sicuri che possiamo giungere ad abbracciare la croce e ci conducono a celebrare e a vivere il triduo pasquale, culmine e cuore dell’Anno Liturgico, con un nuovo vigore e una nuova speranza che iniziano a crescere nel nostro cuore e ci fanno essere certi che “Nel Signor chi si confida, Col Signor risorgerà”. “Secondo noi è stata una giornata bella! Profonda per quanto riguarda il momento con il vescovo e divertente e di condivisione durante l’accoglienza”. (Stefania, Arianna, Federica, Marinella e Giordana da Leonforte) *** “Una fantastica giornata...al divertimento è stato associato un momento di crescita ed è fondamentale per noi giovani crescere divertendosi...le parole del vescovo sono state incisive e ci hanno fatto riflettere molto.... per quanto riguarda la missione è sicuramente una sfida ardua ma con la simpatia del nostro vescovo e la volontà dei giovani ce la faremo...” (Francesca e Sabrina da Nicosia) ...in DIALOGO periodico della Diocesi di Nicosia n. 1/4/10 Direttore Responsabile Pietro Antonio Ruggiero Direzione e redazione Largo Duomo, 10 94014 Nicosia (EN) - Tel./Fax 0935 646040 [email protected] Amministrazione Tel./Fax 0935 646040 Grafica e Impaginazione Stefano Manuele *** “È stata una giornata bellissima! Durante la festa hawaiana ci siamo divertiti tantissimo ed è stato bello ritrovarsi con gli Autorizzazione Tribunale di Nicosia n. 1/06 del 19-12-06 Stampa Villaggio Cristo Redentore S.r.l. Z.A. “L. Grassi” - C.da Camatrone - 94018 Troina (EN) Tel. 0935 657813 / 657398 - Fax 0935 653438 ...in DIALOGO Chiesa 7 Aprile 2010 continua da pag. 1 Il Forum, come ha ricordato il Card. Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, rappresenta una grande esperienza di Chiesa Universale, ma anche un’opportunità per tutti i giovani di riflettere ed esprimersi su argomenti che stanno a cuore della Chiesa. Quest’anno, in particolare, l’attenzione è stata posta sul tema dell’amore. Con l’aiuto dei vari relatori, ospiti, testimoni, in quattro giorni di lavoro si è realizzato un percorso di riflessione sull’amore umano, declinandolo nelle sue diverse dimensioni: vocazione, matrimonio, sessualità, famiglia, vita consacrata e sacerdozio. Dalla riflessione sulle premesse, l’attenzione si è poi spostata sul tema della preparazione al matrimonio attraverso la presentazione di diversi percorsi formativi. Molto significativa la Lettera cha il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato ai partecipanti al X Forum, nella quale ha affermato che: «l’uomo è fatto per amare e che la sua vita è pienamente realizzata solo se vissuta nell’amore». Il Papa ha esortato i giovani « a scoprire la grandezza e la bellezza del Matrimonio: la relazione tra l’uomo e la donna - ha sottolineato- riflette l’amore divino in maniera del tutto speciale, perciò il vincolo coniugale assume una dignità immensa». «In un contesto culturale in cui molte persone considerano il Matrimonio come un contratto a tempo che si può infrangere, è di vitale importanza comprendere che il vero amore è fedele, dono di sé definitivo. Poiché Cristo consacra l’amore degli sposi cristiani e si impegna con loro, questa fedeltà non solo è possibile, ma è la via per entrare in una carità sempre più grande». L’amore, dunque, quello vero, quello non banalizzato e svuotato di ogni suo più grande significato è ancora possibile, non è un ‘utopia? La risposta all’interrogativo sembra darla il Card. Stanislaw Rylko, quando nell’intervento conclusivo del Forum ha affermato: «Non credo che matrimonio e famiglia, che si fondano sull’amore, siano realtà ormai superate e senza futuro. Anzi, l’amore che Cristo ci insegna è bello e possibile: vale la pena puntarci tutta la vita ». Scegliere di rispondere a una chiamata che duri per tutta l’esistenza, tuttavia, oggi sembra forse più difficile di ieri, nello scenario di una «emergenza educativa». Ma quali le cause di questa situazione? « Innanzitutto, l’incapacità degli adulti di trasmettere alle giovani generazioni valori e regole fondanti. Testimoni digitali Avviso ai “naviganti” di Vincendo Grienti I C’è una preoccupante scarsità di ambienti educativi veri, di saldi riferimenti e modelli positivi cui ispirarsi», fa notare Rylko. Non manca un ripiegamento verso «un individualismo esasperato e sempre più diffuso», che genera «narcisi ermeticamente chiusi, incapaci di relazionarsi con gli altri, specialmente con le persone dell’altro sesso, e anche affettivamente immaturi». Così optare per la «scuola dell’amore» autentico richiede indubbiamente «il coraggio e la forza di andare controcorrente, ma non mancano i giovani che sono ancora capaci di scegliere l’amore vero come loro programma di vita e che ne vanno fieri». I tempi di lavoro, di incontro e di svago si alterneranno a tempi di preghiera e di celebrazione, al cui culmine si pongono gli incontri con Sua Santità Benedetto XVI per il XXV anniversario della Giornata Mondiale della Gioventù, giovedì 25 marzo, la Venerazione della Croce dei Giovani e l’Adorazione Eucaristica notturna e la celebrazione della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro. A colpire i delegati, l’immagine di una chiesa viva, giovane, universale, che si interroga sui problemi degli uomini e trova nella Parola di Dio, nella preghiera, nella Celebrazione Eucaristica le risposte alle proprie domande. Nella diversità di cultura e di carismi, i giovani hanno scoperto di essere uniti nello Spirito Santo e nella fede e questa unione da il coraggio di aspirare a cose “alte” e “belle” per la propria vita. l primo avviso ai “naviganti” della Rete è stato lanciato il 24 gennaio scorso con l’attivazione del sito internet www.testimonidigitali.it. La risposta dal web è stata immediata: e-mail, telefonate e sms ricchi di spunti di riflessione, di suggerimenti ma anche le prime richieste di informazioni al desk della segreteria sulle modalità di iscrizione al convegno nazionale “Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era crossmediale” (Roma dal 22 al 24 gennaio 2010). A meno di quindici giorni dal convegno promosso dalla Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali ed organizzato dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei il sito dell’importante appuntamento romano che radunerà oltre mille convegnisti e circa 8mila persone nell’Aula Paolo VI, ha già registrato oltre 120mila accessi nell’ultimo mese. Per il convegno il sito cambierà nuovamente interfaccia grafica e trasmetterà in diretta on line le quattro sessioni che potremmo sintetizzare in altrettanti nodi e questioni che verranno affrontate: tecnologica, antropologica, teologica e pastorale. Il sito web è strutturato secondo alcuni criteri di usabilità e immediatezza ed è una piattaforma caratterizzata da un deisgn e da una struttura che offrirà contenuti informativi prima, durante, ma anche dopo il convegno di aprile. Grazie alla sinergia in atto con i media collegati alla Cei sono disponibili i servizi televisivi e radiofonici di Tv2000 (www.tv2000.it) e Radio InBlu (www.radioinblu.it), gli approfondimenti del quotidiano Avvenire (www.avvenire.it), i lanci, gli speciali e le interviste curate dall’Agenzia Sir (www.agensir.it) ma anche diversi contenuti realizzati autonomamente dallo staff di chiesacattolica.it. Stare al passo con il mondo del web 2.0 è stata un po’ la mission del sito internet che sfrutta le opportunità offerte dai social network senza dimenticare però l’importanza e il significato delle tradizioni cristiane. Ne è un esempio l’immagine della testata che fa riferimento alla Cappella Sistina intesa come medium e come messaggio. “Due caratteristiche della Cappella Sistina la avvicinano alla televisione di oggi: l’esperienza immersiva in cui è trasportato chi vi entra, avvolto e sovrastato da immagini grandiose, e il carattere tattile di questa esperienza generato - si legge nella descrizione in home page del sito - secondo la nota definizione di “tattilità” di Marshall McLuhan da un coinvolgimento profondo di tutti i sensi, e da una “traduzione” delle percezioni da un canale sensoriale all’altro, in particolare dalla vista al tatto e viceversa, in modo tale da intensificare il rapporto con l’ambiente”. Altro link molto importante per gli operatori delle comunicazioni sociali è lo dedicato all’ufficio stampa (con la possibilità di accreditamento on line da parte dei giornalisti). Infine l’area “mediacenter” che contiene contenuti video-audio e gallerie fotografie sulle tematiche riguardanti il mondo dei mezzi di comunicazione sociale e le nuove tecnologie. Interessante l’area “rassegna stampa” con gli articoli di opinionisti, intellettuali ed esperti del web sul ruolo e sull’impatto di Internet nella società e sull’informazione. ...in DIALOGO 8 Aprile 2010 Un click per te La Polizia “in piazza” per la sicurezza L a Polizia di Stato è scesa in piazza per parlare ai cittadini di sicurezza in Internet. L’evento: “C’è più sicurezza insieme! 1 click x te”, inaugura così la prima giornata nazionale della sicurezza sul web. Un progetto che ha visto protagonisti molti giovani studenti in più di 20 piazze italiane, da Trieste a Palermo e che ha lo scopo di aiutare tutti gli internauti nostrani a difendersi dai pericoli e dalle insidie che si nascondono nella Rete. Gli specialisti della Polizia Postale hanno accolto negli infopoint allestiti nelle piazze d’Italia migliaia di utenti del web per mettere a disposizione la loro esperienza e competenza per dare consigli su un uso più consapevole di Internet. Un intenso lavoro di educazione sostenuto anche dai molti volti noti coinvolti nell’iniziativa: cantanti, comici, personaggi dello spettacolo. L’evento clou dell’iniziativa è un concerto, quest’ultimo giunto ormai alla sua quinta edizione, al Gran Teatro di Roma. Il prefetto Antonio Manganelli, capo della Polizia, ha spiegato: «dobbiamo dire ai giovani che questa scoperta straordinaria di Internet è uno strumento che va usato per divertirsi, per studiare, per lavorare, ma nasconde delle insidie. Abbiamo usato la musica perché la musica è emozione e, a volte, riesce a comunicare più delle parole». Per sostenere l’iniziativa anche su web, la Polizia ha chiesto aiuto ad uno social network, Msn, che ha creato una pagina ad hoc con video-interviste, notizie ed i consigli per una navigazione al sicuro da ogni pericolo. Non si è parlato solo di educazione alla sicurezza, ma anche alla legalità in Rete. “Certo – ammettono gli organizzatori - il web è utile per le ricerche di scuola ma anche per passare allegramente il tempo libero, tuttavia scaricare illegalmente materiale da internet non solo è illegale, ma danneggia il lavoro di molte persone». A. R. Terremoto Abruzzo RU486 Ricominciare dalle Macerie Un anno dopo a l’Aquila U na lunga fila di fiaccole che sembrava non finire mai ha attraversato silenziosa le vie del centro storico di L’Aquila, così la città ricorda, a un anno esatto, il terremoto che l’ha devastata: erano le 3.32 del 6 aprile 2009. Un cammino silenzioso senza slogan, ne simboli, segnato solo da alcuni cartelli in cui si chiedeva “giustizia” e dalle foto delle vittime portate da amici e famigliari. Tra queste anche quelle degli otto giovani morti nel crollo Casa dello Studente in via XX settembre. E’ lì che si è diretto un piccolo gruppo di persone, fuoriuscito dal corteo principale, prima dell’arrivo in piazza Duomo dove sono stati letti i nomi delle vittime. Alle 3.32, ora esatta del sisma, 308 rintocchi di campana hanno rotto il silenzio: un rintocco per ogni persona rimasta uccisa. Al termine della commemorazione i cittadini si sono diretti verso la basilica di Collemaggio, dove l’arcivescovo di L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, ha presieduto la celebrazione di suffragio per le vittime. “Perché non sperare – ha spiegato mons. Molinari - che questa tragedia possa segnare una reale e quasi inevitabile divisione tra un mondo vecchio, deformato dall’egoismo, e un mondo nuovo trasfigurato dall’amore e dalla bellezza? Ce lo chiedono i nostri morti, ce lo chiedono i nostri ragazzi e i nostri giovani. Ce lo chiede la nostra coscienza. Ma, Prevalga il buon senso Le Regioni non possono assumere posizioni contrapposte soprattutto, la nostra fede!” “Anche dalla nostra immensa tragedia – ha proseguito l’arcivescovo - il Signore della vita, possa far nascere un popolo nuovo, uomini e donne capaci di riconoscere il vero bene di tutti, e gioiosamente appassionati nel costruire una città nuova, L’Aquila del futuro che tutti vogliamo costruire con le nostre mani, il nostro cuore e la nostra mente. Ma soprattutto con la nostra fede e la nostra speranza”. Prima della conclusione della celebrazione il vescovo ausiliare di L’Aquila, mons. Giovanni D’Ercole, ha letto il messaggio inviata da Papa Bendetto XVI. “Il Santo Padre Bendetto XVI – scrive il Segretario di Stato, cardinal Tarcizio Bertone - desidera esprimere alla Chiesa aquilana e alla comunità civile sentimenti della Sua spirituale vicinanza e rinnovare fervido incoraggiamento per una ricostruzione umana e sociale fondata sulla salda roccia della fede in Cristo risorto e, mentre esorta a custodire sempre secolare patrimonio religioso e morale del nobile popolo abruzzese, assicura speciale ricordo nella preghiera invocando la celeste intercessione della beata Vergine Maria e dei Santi Patroni”. Al termine della funzione i fedeli hanno lasciato la basilica perdendosi per le strade di una città ancora ferita, nelle mura e nell’animo. M.L. D a pillola a pillola il passo è breve. In principio fu la pillola anticoncezionale (1961), ora è il tempo della Ru486, la pillola abortiva. Il ciclo si è aperto e si è chiuso: separata la sessualità dalla procreazione, ora si tenta di riportare l’aborto nella dimensione privatissima della vita personale della donna con la domiciliarizzazione dell’interruzione di gravidanza. Quando ci si accosta al tema della Ru486, ovvero dell’aborto chimico, bisogna avere coscienza che la sua introduzione nel sistema sanitario pubblico italiano sta ponendo un nuovo mattone in quell’autentica rivoluzione antropologica cominciata tanti anni fa. Pertanto, guai a parlare di Ru486 come se si trattasse di una pillola qualunque. Anzi. Ma occorre farlo mettendo in campo un sovrappiù di freddezza e di rigore logico. Quanto serve per prendere atto che ancora una volta si dovrà fare ricorso al criterio, rispettabilissimo, della “riduzione del danno”. Ovvero, fare appello alla legge 194 e alle sue procedure di garanzia nei confronti delle donne e in particolare di tutela della loro salute, perché il percorso dell’aborto chimico avvenga comunque fra le mura ospedaliere. Garantendo così che la donna non sia sola nell’attesa dell’espulsione del feto, e che si possa intervenire tempestivamente in caso di malaugurati eventi avversi (compreso il rischio di morte), già registrati purtroppo in tutto il mondo, ma regolarmente minimizzati dai sostenitori italiani dell’aborto chimico. Eppure, anche questa forma di garanzia non è detto che venga applicata uniformemente su tutto il territorio italiano. Basta pensare a quanto sta accadendo in queste ore in Puglia, prima regione a sperimentare la Ru486 in regime di day hospital: le donne potranno così allontanarsi dalla struttura ospedaliera per attendere l’evento abortivo a casa propria, in sostanziale solitudine. Il che ci fa dire, con ragionevolezza che, fermo restando il rifiuto dell’aborto da parte dei credenti, resta un problema di uniformità nell’utilizzo della Ru486 nelle strutture pubbliche. Pertanto va incoraggiato l’impegno a individuare un protocollo unitario che valga per tutto il territorio nazionale. Un passaggio difficile e tortuoso, sul quale si misurerà non solo la capacità di persuasione del governo centrale che già si è espresso apertamente per il percorso ospedaliero dell’aborto chimico, ma anche l’avvedutezza e la ragionevolezza di tutte le Regioni italiane. Il buonsenso dovrebbe suggerire il ricovero ordinario in ospedale. Ma alle volte in Italia il buonsenso diventa merce rara. D. D. F.